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Sommario del 23/07/2008
Trovate nuovi ed efficaci modi di presentare l'immutabile verità del Vangelo: così il Papa ai vescovi africani responsabili della pastorale culturale
◊ Evangelizzare la cultura e inculturare il Vangelo “è una missione antica e tuttavia sempre nuova”: così il Papa nel Messaggio letto stamane in apertura del Convegno organizzato - a Bagamoyo, in Tanzania - dal Pontificio Consiglio della cultura, sul tema “Prospettive pastorali per la nuova evangelizzazione nel contesto della globalizzazione e i suoi effetti sulle culture africane”. L’incontro - quattro giorni di studio e dibattito - vede riuniti i membri del Dicastero vaticano con i vescovi africani responsabili della pastorale culturale. Ad inaugurare i lavori, dopo la Santa Messa, presieduta dal cardinale Polycarp Pengo, è stata la relazione dell’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio delle Cultura, che non potendo essere presente, ne ha affidato la lettura a padre Bernard Ardura, segretario del Dicastero. Il servizio di Roberta Gisotti:
Ha raccomandato Benedetto XVI ai presuli africani, giunti da ogni parte del Continente, di trovare “nuovi ed efficaci modi di presentare l’immutabile verità del Vangelo e specialmente i valori della gioia di vita, del rispetto per il bambino non ancora nato, l’importante ruolo della famiglia, e un profondo senso di comunione e solidarietà che sono presenti nelle culture africane”.
L’idea portante di questo Convegno è infatti quella di approfondire “la dimensione culturale di uno sviluppo sostenibile, indispensabile per il futuro del Continente africano”. Non a caso l’incontro è stato organizzato a Bagamoyo, porto sulla costa nordorientale della Tanzania, tristemente noto nel passato per il commercio degli schiavi destinati ai mercati di Zanzibar. Qui nel 1868 venne aperta una missione proprio per tutelare le vittime della tratta. E oggi come allora la Chiesa è impegnata a preservare la dignità dell’uomo da forme antiche e moderne di schiavitù, “che nei nostri giorni – sottolineano i promotori del Convegno – si manifesta anche con il volto di un secolarismo sempre più radicato, lesivo della libertà inviolabile della persona umana”.
Da qui la scelta del tema svolto nella relazione di mons. Gianfranco Ravasi, su “Le sfide culturali del secolarismo propagate attraverso la mondializzazione”. Rispetto al passato “oggi gli uomini sono sempre più convinti – ha osservato il presule – dell’inutilità di combattere Dio, come facevano gli ateisti militanti, perché basta sapere che Dio è ridotto all’impotenza, escluso dal nostro mondo. In questo modo si è creata un’atmosfera d’indifferenza, caratteristica dell’attuale città secolarizzata, che non vive più con o contro Dio, ma semplicemente senza Dio”.
“In questo contesto - ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura - la Chiesa vede davanti ai suoi occhi il potere corrente della globalizzazione, che porta con sé un certo numero di controvalori a detrimento delle persone e della comunità umane”. Tra le sfide poste dalla mondializzazione, il presule ha indicato l’oblio del bene comune, i comportamenti sociali guidati da logiche di mercato, la distruzione di modelli di vita trasmessi da famiglia, scuola e parrocchia, l’esaltazione dell’individualismo. E sono i Paesi più poveri, come massima parte di quelli africani a subire gli effetti più pericolosi di una globalizzazione male intesa, che porta “la distruzione di valori veicolati dalle tradizioni culturali ancestrali, la destabilizzazione delle coscienze e lo sradicamento culturale di intere generazioni indotte in una spirale che le conduce dalla povertà alla miseria.”
Ma è proprio in questo scenario critico, dove la secolarizzazione si globalizza, che la Chiesa – ha concluso l’arcivescovo Ravasi – ha la possibilità di scoprire , non solo nel suo seno, i luoghi “per fare germogliare l’umanesimo cristiano” e “proporre di nuovo i grandi valori morali”, facendo risuonare “la Parola di Dio, capace di fecondare i deserti dell’indifferenza e della superficialità”.
Le catechesi del Papa a Sydney sullo Spirito Santo
◊ Il Papa, dopo il suo rientro da Sydney, lunedì scorso, trascorre qualche giorno di riposo a Castel Gandolfo. Per questo oggi non si è svolta la consueta udienza generale del mercoledì. Adesso è il tempo di mettere a frutto gli eventi della Giornata Mondiale della Gioventù che è stata incentrata sulle parole di Gesù: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”. Le catechesi del Papa sulla Terza Persona della Trinità sono state molto intense. Ripercorriamone i contenuti principali in questo servizio di Sergio Centofanti:
(Canto)
“Riconoscete e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita!”: è l’invito che il Papa ha rivolto ai giovani perché “incendiati dall’amore di Dio” portino Cristo al mondo, liberandolo dai suoi deserti spirituali che si vanno sempre più estendendo, dagli egoismi, dall’apatia, dalle paure, dalla disperazione. Ma “non è cosa facile conoscere” lo Spirito Santo – ha sottolineato il Pontefice nelle sue catechesi. Anche le immagini che ne diamo: “vento, fuoco, soffio, sono un segno della nostra difficoltà ad esprimere su di Lui una nostra comprensione articolata”.
Lo Spirito è “silenzioso”, è “invisibile”, è “la Persona dimenticata della Santissima Trinità” eppure è “l’artefice delle opere di Dio”, è “il potere della vita di Dio” che vince la morte, “fontana di acqua viva che zampilla” che ci fa trovare la “pienezza dell’amore”. Ricevere lo Spirito Santo significa essere “inalterabilmente cambiati, significa essere nuove creature”, “nulla può mai più essere lo stesso”. Significa essere “rinfrescati” dalla bellezza di Dio “per divenire a nostra volta una fonte di freschezza per gli altri”.
Ma come ricevere la forza dello Spirito? Il Papa lo ricorda: “non è qualcosa che possiamo meritare o conquistare: possiamo solamente riceverla come puro dono”. Infatti – precisa – “ciò che costituisce la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo”. Benedetto XVI indica la via: “l’amore di Dio può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro. Noi dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo”. Ecco l’importanza fondamentale della preghiera, del fare silenzio dentro e fuori di noi per “fare spazio allo Spirito”, alla “forza che proviene dall’alto” e “ci abilita ad essere sale e luce per il nostro mondo”.
Liberate i doni dello Spirito Santo! – grida il Papa – Doni incatenati ad una “visione corta” della vita, rinchiusa negli spazi angusti del nostro io, che – come dice Sant’Agostino - cerca disperatamente amore che poi non dura, amore frammentato che non crea vera unità e armonia, amore possessivo che finge di donare ma vuole solo guadagnare. Lo Spirito Santo invece è “luce che apre i nostri occhi” all’intero orizzonte della verità e ci fa “vedere le meraviglie della grazia di Dio intorno a noi” al di là delle debolezze e dei fallimenti umani.
Lo Spirito Santo – afferma il Papa - è pronto a effondere “anche ora” la sua forza che trasforma il mondo. Ma occorre avere il coraggio di dire sì, come Maria. La Vergine non ha compiuto opere straordinarie: ha semplicemente detto un sì che ha cambiato la storia.
(Canto)
Padre Lombardi: la GMG di Madrid, come Sydney, sarà un messaggio di speranza, non di contrapposizione
◊ Ma sulle giornate vissute da Benedetto XVI a Sydney ascoltiamo il nostro direttore, padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:
D. – Padre Lombardi, il Papa è soddisfatto di come sia andata la GMG?
R. – Io direi proprio di sì. In fondo ha passato un giorno intero, dopo la conclusione della GMG e dopo la grande Messa, a ringraziare per come era andata, per quello che era stato fatto e per il grandissimo impegno che era stato messo nell’organizzazione. Ha ringraziato i benefattori; e poi, in un incontro separato, gli organizzatori; e ancora i volontari, che hanno partecipato – a migliaia – aiutando lo svolgimento della Giornata. Nel discorso finale, ha ringraziato anche molto le autorità: le autorità pubbliche dell’Australia e le autorità dello Stato del New South Wales. Erano ringraziamenti veramente sentiti. Sappiamo che il Papa è molto grato, sinceramente e profondamente grato. Mi è venuto in mente il Papa quando – durante il viaggio negli Stati Uniti – ha detto: “Ero venuto per confortarvi e in realtà siete poi voi che mi avete confortato con la vostra risposta, con la vostra accoglienza e con la vostra testimonianza”. Questo certamente è stato il suo sentimento anche in Australia. Bisogna anche dire che il tempo ha aiutato molto. Mi ha fatto sorridere il Papa quando, in una delle conversazioni che stava facendo con dei suoi ospiti in una udienza privata, ricordava il viaggio a Napoli e il viaggio a Genova che non erano stati del tutto favoriti dal bel tempo, mentre in Australia questo è stato veramente aiutato da un tempo meraviglioso, che certamente aiuta quando ci sono 250 mila ragazzi in giro. Questo ha creato anche un clima di grande serenità e di festa.
D. – Quale il messaggio centrale di questa Giornata mondiale della Gioventù?
R. – Il messaggio centrale è quello collegato al tema su cui il Papa è stato molto preciso nell’attenersi nelle sue catechesi, il tema della testimonianza cristiana come frutto della potenza dello Spirito, dello Spirito Santo che è presente nella vita del cristiano e che anche attraverso i Sacramenti – il Battesimo prima e poi, in particolare, nella Confermazione – prende possesso e trasforma la vita di ognuno di noi. Oltre a questo, direi che l’evento della Giornata Mondiale della Gioventù è un messaggio in sé, è un messaggio di vitalità della Chiesa, è un messaggio di speranza. Ho trovato molto efficace quello che ha detto il cardinale Pell in questi giorni: anche gli anziani e gli adulti sono molto contenti quando vedono i giovani contenti. Si respirava nella città di Sydney - una grande città ed anche largamente secolare - una profonda gioia, una profonda partecipazione della società intera a questo fiume di ragazzi che davano una testimonianza di gioia, di serenità nella loro vita impegnata, secondo la loro fede cristiana. Credo che questo sia uno dei grandi messaggi, dei grandi servizi della Giornata Mondiale della Gioventù, al di fuori di se stessa e cioè per l’ambiente che la ospita, per l’ambiente che la vede e che ne segue un po’ lo svolgimento. Penso che anche per il futuro, questo sia il grande servizio che le Giornate Mondiali della Gioventù renderanno alla società, al mondo di oggi e di domani.
D. – La prossima GMG sarà a Madrid. Si torna, dunque, in Europa…
R. – Sì e qualcuno si dispiace che purtroppo non sia ancora possibile fare concretamente una Giornata Mondiale della Gioventù in Africa per problemi di carattere organizzativo, di sicurezza e via dicendo. Si torna dunque in Europa, anche se certamente c’è l’intenzione di coinvolgere il continente africano attraverso tutte le maniere possibili. L’Europa ha già accolto più volte le Giornate Mondiali della Gioventù, ma è un continente in cui il confronto tra la fede e i problemi della società moderna, della secolarizzazione, dello sviluppo, che nel tempo il mondo impone alla fede, è sempre vivo. Il Papa parla spesso dei rischi che anche l’Europa ha di perdere i suoi valori fondanti e connessi alla tradizione cristiana e al contributo che la fede ha dato allo sviluppo di questo continente. Certamente questo sarà evidentemente uno dei temi e degli obiettivi della Giornata della Gioventù prossima, anche se senza alcuna polemica e senza alcuna volontà di contrapposizione al mondo che ci circonda. Ricordo in Spagna la bellissima Giornata Mondiale delle Famiglie, a Valencia, in cui il messaggio del Papa era stato tutto assolutamente positivo, centrato sulla bellezza di essere cristiani, sul messaggio positivo anche per la famiglia oggi. In un tempo in cui la famiglia vive grandissime difficoltà, l’essere cristiani è un messaggio positivo. Penso che questo debba essere lo spirito anche della prossima Giornata della Gioventù in Spagna: un messaggio di speranza, un messaggio che dice che la fede dà un contributo bello e grande per l’avvenire delle nostre società e del nostro mondo, come è stato effettivamente anche in Australia. Forse, però, in Europa avrà un suo tono caratteristico.
Attesa a Bressanone per l'arrivo del Papa, il 28 luglio. Intervista con mons. Egger
◊ Sarà lui, lunedì prossimo, a dargli il benvenuto, insieme con le autorità civili, mentre le campane suoneranno a distesa in segno di saluto. Mons. Wilhelm Egger, vescovo di Bolzano-Bressanone, si prepara ad accogliere Benedetto XVI, che a mezzogiorno del 28 luglio è atteso per il primo dei 15 giorni di vacanza montana a Bressanone. Noti da tempo i due momenti pubblici che scandiranno il soggiorno del Papa: le recite dell’Angelus del 3 e del 10 agosto a Piazza Duomo, prima della partenza prevista per l’11. Al microfono di Luca Collodi, mons. Egger descrive il clima che si respira in città e nella sua diocesi:
R. – C’è una grande attesa per questo soggiorno del Santo Padre. Tante persone mi dicono che è una grande gioia ed anche un onore che il Papa venga da noi. Ormai le cose tecniche sono fatte ed abbiamo anche l’elenco di tutte le persone che verranno ai due Angelus. Il Santo Padre, infatti, il 3 e il 10 agosto reciterà l’Angelus in piazza Duomo, dove possono entrare solo 9 mila persone. Per la sicurezza tutti devono dare il nome e il numero della carta d’identità e quindi sappiamo chi sono le 9 mila persone. Questo ormai è stato fatto.
D. – Mons. Egger, gli Angelus del 3 e del 10 agosto saranno gli unici impegni pubblici di Papa Benedetto XVI?
R. – C’è un primo impegno diciamo pubblico, quando arriverà nella piazzetta davanti al Seminario. Sarà un’accoglienza, come dire, di tipo familiare, non ci saranno discorsi ufficiali. Poi oltre ai due Angelus, c’è anche un incontro con il clero il 6 agosto, che è poi anche il giorno di una bellissima festa, quella della Trasfigurazione di Cristo, quindi anche un bel giorno liturgico. In questi giorni, stiamo raccogliendo un po’ le domande che i sacerdoti vorrebbero rivolgere al Santo Padre, che si è dichiarato disponibile a rispondere a domande precise. Sono molte le richieste di persone che vorrebbero incontrare il Papa. Chi vorrebbe invitarlo a pranzo, chi propone delle passeggiate bellissime, chi vorrebbe fare un colloquio teologico-pastorale con lui. Il coordinatore del soggiorno papale, mi ha detto che non ha più continuato a contare le richieste quando è arrivato al numero di 200.
D. – Mons. Egger, il Papa conosce bene la zona...
R. – Mi arrivava sempre la sua richiesta di accoglienza nel Seminario Maggiore. Ogni anno una lettera molto gentile e poi, alla fine, un ringraziamento. Penso che se lui ha trascorso bene ben dieci soggiorni nel Seminario Maggiore, speriamo che anche questa volta ritrovi quella calma che lui vuole soprattutto per il tempo della preghiera. Ma gli piace moltissimo anche la grande biblioteca del Seminario. Non so se questa volta lui si metterà anche un po’ a scrivere. Noi speriamo che trovi il riposo dell’anima e del corpo. Spetta a noi difendere la sua privacy di fronte a tante richieste. Dobbiamo garantire che Benedetto XVI abbia veramente questa calma di cui ha bisogno, dopo gli impegni forti delle ultime settimane.
Nomine
◊ Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di São Luiz de Cáceres (Brasile), presentata da mons. José Vieira de Lima, del Terz’Ordine Regolare di San Francesco, per raggiunti limiti di età. Gli succede don Antônio Emidio Vilar, parroco e direttore della Comunità Salesiana in Bom Retiro, nell’arcidiocesi di São Paulo. Il rev. Antônio Emidio Vilar è nato il 14 novembre 1957 a Guardinha, diocesi di Guaxupé (Brasile), Stato di Minas Gerais. Entrato nel Seminario Salesiano a 12 anni, ha emesso la prima professione religiosa nella Società Salesiana di S. Giovanni Bosco il 31 gennaio 1976 ed è stato ordinato sacerdote il 9 agosto 1986. Dopo aver completato gli studi teologici a Roma, ottenendo la Licenza in Teologia Spirituale, presso la Pontificia Università Salesiana, ha ricoperto molteplici incarichi come formatore di sacerdoti salesiani, direttore di comunità salesiane, difensore del vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico di S. Carlos, membro della Commissione nazionale di formazione. Attualmente è direttore della comunità salesiana e parroco della parrocchia Nossa Senhora Auxiliadora, in Bom Retiro, nell’arcidiocesi di São Paulo.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Le iniziative in Australia dopo il viaggio del Papa: da Sydney al mondo una Gmg che continua
Nell’informazione internazionale, in primo piano il nucleare: gli Stati Uniti chiedono il controllo del disarmo nordcoreano; a Singapore primo incontro tra tutti i ministri degli Esteri dei Paesi protagonisti del negoziato a sei
In rilievo anche la riunione della Wto a Ginevra: Washington pronta a tagliare i sussidi agricoli, ma i Paesi del sud auspicano una riduzione maggiore
In cultura, presentazione dei prossimi Stati generali dell’editoria. Anticipazione di alcuni risultati di una ricerca sull’impatto della lettura, della scuole e delle nuove tecnologie sulle nuove generazioni
“Tra Gadget e feste, nel circolo mediatico del libro: l’ossessione del marketing nell’editoria”. Un articolo del Direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa, tratto dal libro “Ritorno all’editoria” che raccoglie i suoi interventi pubblicati sulla pagina culturale de “L’Osservatore Romano”
Un articolo di Gaetano Vallini dal titolo “Lo schermo anticonformista della normalità”: anticipazioni cinematografiche e film in concorso al Fiuggi Family Festival.
La vicenda di Salvatore Crisafulli, riemerso dopo due anni dallo stato vegetativo
◊ "Speriamo che il padre di Eluana prenda atto di questa dichiarazione e che non voglia forzare i tempi". La considerazione è del sottosegretario al Welfare con delega ai temi etici, Eugenia Roccella, e si rifà alla decisione odierna della Procura generale di Milano. I suoi giudici hanno dichiarato di voler usare “tutto il tempo che la legge concede” per decidere se impugnare o meno la sentenza della Corte d'Appello di Milano sul caso di Eluana Englaro, la ragazza che da 16 anni versa in stato vegetativo e per la quale il padre vorrebbe sospendere l’alimentazione forzata. Contro questa decisione si sono schierate le associazioni italiane del settore, che hanno presentato un ricorso urgente contro una sentenza definita "omicida''. Intanto, continuano ad emergere storie analoghe a quelle di Eluana. Come quella di Salvatore Crisafulli, catanese di 38 anni: per due anni in stato vegetativo permanente, in seguito a un incidente stradale, nel 2005 si è risvegliato alla vita. Della sua vicenda parla il fratello, Pietro Crisafulli, intervistato da Gabriella Ceraso:
R. – L’esperienza che lui ha raccontato è che dopo circa sette, otto mesi dal trauma subito, mentre già i luminari di mezza Europa lo ritenevano sempre in stato vegetativo, lui si risveglia, ma si ritrova impossibilitato a comunicare e a parlare. Non poteva fare altro che piangere. In qualche modo, cercava di far capire che voleva vivere, solo che noi non capivamo che lui ci capisse.
D. – Lui si sentiva vivo quindi...
R. – Certamente, lo vedevamo che piangeva, ma non capivamo, e i medici troncavano ogni speranza e dicevano che erano riflessi condizionati. Non piangeva nel senso che si sentiva il lamento, ma vedevamo le lacrime che gli scendevano dagli occhi.
D. – C’è stato un momento in cui avete pensato che la morte fosse la soluzione?
R. – Forse qualche tempo fa sì, ma la morte non è una soluzione giusta: meglio che ci sia la persona piuttosto non che non ci sia. Abbiamo anche, negli anni scorsi, minacciato e detto pubblicamente - perché Salvatore non veniva aiutato - in qualche modo, con tanta sofferenza, che avremmo staccato la spina.
D. – Quanto è importante, secondo l’esperienza che avete vissuto voi, anche il sostegno delle istituzioni, i servizi...
R. – La famiglia è una cosa fondamentale per la persona che vive in questo stato. Il problema, glielo posso assicurare, è che le istituzioni sono purtroppo assenti e devono fare molto di più.
D. – Il fatto di parlarne, di raccontare, di fare presente che ci sono questi casi, è secondo lei un modo giusto per aiutare, per esempio, la stessa famiglia...
R. – Attraverso il nostro sito Internet riceviamo svariati contatti di persone, di familiari, che hanno un proprio congiunto in stato vegetativo. Ne conosco circa 850 e posso confermare che circa 400 di queste persone sono totalmente coscienti. La rimanenza sono persone che sicuramente saranno coscienti, però non riescono a trovare il modo di comunicare.
D. – Prima con il caso di Welby, ora con Eluana, voi avete espresso i vostri pareri e mi sembra che il filo conduttore sia sempre stata la vita...
R. – Mi ricordo perfettamente il periodo di Piergiorgio Welby, quando Salvatore lanciò quel suo disperato e atroce messaggio a Welby e gli disse: “Lotta insieme a me per la vita, non chiedere la morte. Ti supplico!” Certo, ora per la vicenda di Eluana Englaro, noi riteniamo che la sentenza del tribunale sia veramente agghiacciante. Salvatore si è anche esposto su questo caso, su Eluana. Lui avvertiva tutto in stato vegetativo, avvertiva e sentiva di avere fame. E questo è incredibile. Se avessero staccato la sonda, avrebbe avvertito e sentito di avere fame. Non avvertiva, lui dice, solamente il sapore del cibo, che adesso lui sente, perché si nutre dalla bocca. Eluana Englaro non è una foglia, è una persona umana e va rispettata.
D. – Qual è il vostro messaggio che portate da questa esperienza di anni, vissuta con Salvatore...
R. – Di non mollare mai, di non perdere mai la speranza, di accudire nel migliore dei modi le persone. E lancio sempre un appello alle istituzioni che intervengano proprio seriamente.
Ricorre oggi la memoria di Santa Brigida di Svezia, Patrona d’Europa
◊ Una donna che ha saputo vivere profondamente il suo matrimonio costruendolo sui valori cristiani, poi religiosa e mistica, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore: questo è stata Santa Brigida di Svezia che la Chiesa ricorda oggi. Proclamata Santa da Bonifacio IX nel 1391 e compatrona d’Europa insieme a Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce da Giovanni Paolo II nel ‘99, con il suo carisma ha contribuito alla ricostruzione dell’unità della Chiesa dando un nuovo impulso alla civiltà europea. Il servizio di Tiziana Campisi:
Quella di Santa Brigida di Svezia è stata una profonda vita di fede: madre di otto figli - che volle educare con la Parola di Dio - insieme al marito si dedicava allo studio della Sacra Scrittura e ad opere di carità. Rimasta vedova lascia il suo Paese, si stabilisce a Roma - da dove compirà diversi pellegrinaggi soprattutto nei luoghi in cui si trovavano reliquie di santi - e scopre in sé il dono della profezia: svela i disegni di Dio sugli avvenimenti storici a principi e pontefici e non risparmia ammonizioni morali per i cristiani. Ebbe il merito di mettere le verità della fede alla portata del popolo, con un linguaggio che colpiva la fantasia, toccava il cuore e spingeva alla conversione. Continuo è stato il legame della mistica con Cristo; ne ebbe visioni e colloqui e da qui hanno avuto origine le sue famose orazioni, mentre le Rivelazioni sono state raccolte in otto volumi. Desiderava conoscere quante volte Gesù era stato flagellato e fu Cristo stesso a rivelarle che chi voleva onorare i 5480 colpi subiti doveva recitare 15 Padre Nostro e 15 Ave Maria insieme ad altre preghiere. In un’altra apparizione seppe che il Salvatore aveva versato più di 30 mila gocce di sangue e per esse nacquero altre 7 orazioni. Cristo la spingeva ad operare per il bene dell’Europa e della Chiesa ed è anche per questo che la Santa svedese – scrive Giovanni Paolo II, nel Motu Proprio con il quale l’ha proclamata compatrona d’Europa insieme a Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta della Croce - resta un prezioso ‘legame’ ecumenico, rafforzato anche dall’impegno in tal senso svolto” dall’ordine da lei fondato. “Testimone significativa dello spazio che può avere nella Chiesa il carisma vissuto in piena docilità allo Spirito di Dio e nella piena conformità alle esigenze della comunione ecclesiale”: così la definisce Papa Wojtyla che ha voluto indicarla come esempio non soltanto per coloro che “hanno ricevuto la vocazione ad una vita di speciale consacrazione, ma anche” per quanti “sono chiamati alle ordinarie occupazioni della vita laicale nel mondo e soprattutto all’alta ed impegnativa vocazione di formare una famiglia cristiana”.
Conferenza di Lambeth: l'intervento del cardinale Ivan Dias e il messaggio del Patriarca Alessio II
◊ Il tema della testimonianza cristiana è stato al centro dell'intervento del cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, alla Conferenza di Lambeth, incontro decennale di tutti i vescovi anglicani del mondo, che si svolge a Canterbury. Il porporato si è soffermato sulle sfide all’evangelizzazione: “Se in passato le tradizionali aree di evangelizzazione erano il cuore dell'uomo e la casa, la sanità e l’educazione, i malati e gli anziani, non possiamo ignorare i nuovi orizzonti che devono essere illuminati dalla luce di Cristo”. Tra i moderni “areopaghi” che hanno bisogno di essere evangelizzati – ha aggiunto il cardinale - vi sono soprattutto i mass media, il mondo della scienza e della tecnologia, delle comunicazioni politiche e sociali, dei rifugiati e dei migranti, e altri ancora. Sul dialogo interreligioso - riferisce poi l’agenzia Fides - il cardinale Dias ha ribadito che anche nelle altre tradizioni religiose e culturali ci sono elementi autentici, buoni e santi. “Il patrimonio spirituale delle tradizioni religiose non cristiane è un invito a dialogare, non solo in quelle cose che esse hanno in comune con la cultura cristiana, ma anche nelle loro differenze; dialogare significa, mantenendo ferme le cose in cui crediamo, ascoltare rispettosamente gli altri per discernere tutto ciò che vi è di buono e santo, tutto quello che favorisce la pace e la cooperazione”. Il cardinale ha quindi illustrato la dimensione ecumenica dell’evangelizzazione: “L’evangelizzazione è prerogativa unica dello Spirito Santo, che ha bisogno di canali attraverso cui possa fluire. Questo sarà possibile nella misura in cui vi sarà unità e coesione tra i membri della Chiesa, tra loro e i loro pastori, e, soprattutto, tra gli stessi pastori, sia all’interno delle loro comunità come con le altre Confessioni cristiane”. Da sottolineare, poi, che in un messaggio alla Conferenza di Lambeth, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II ricorda l’enorme responsabilità di “scegliere tra norme morali bibliche e tendenze che considerano il peccato e il generale permissivismo come manifestazioni di amore e tolleranza”. Il Patriarca, che si riferisce al tema dell’omosessualità al centro del dibattito nella Chiesa anglicana, auspica anche che “sia possibile mantenere le relazioni” ecumeniche. Anche l’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia, Girolamo, si è augurato che “in occasione dell’Anno Paolino”, la Comunione anglicana “rifletta sul grado in cui sia rimasta fedele o abbia deviato dagli insegnamenti e dai principi paolini”. (A.L.)
Il cardinale Rodé: la vita consacrata non è un'autorealizzazione, ma esperienza di Dio che diventa servizio del prossimo
◊ “La vita consacrata è chiamata a presentarsi come una roccia solida, esempio di fedeltà, anche nelle difficoltà della vita”. Con queste parole tratte dalla riflessione conclusiva affidata al cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, si è chiuso ieri l’incontro internazionale per superiore di comunità. Come riportato dall’agenzia SIR, all’evento, ospitato presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum a Roma, hanno preso parte 156 religiose da tutto il mondo e provenienti da 51 congregazioni diverse. “In quasi nessuno Stato dell’Europa le legislazioni coincidono con i principi cristiani – ha esordito il porporato – le superiore hanno una sfida chiara, ma allo stesso tempo una funzione irrinunciabile: rilevare le forme sottili di secolarizzazione interna che si sono introdotte nel nostro ambiente”. Tra queste, il cardinale Rodé ha individuato “il linguaggio che ha perso il contenuto religioso, l’opzione per le attività sociali a scapito di quelle ecclesiali, la concezione della missione come agente di progresso sociale più che forma di evangelizzazione”. Il cardinale ha quindi posto l’accento sul concetto di spiritualità: “Oggi se ne parla molto – ha spiegato – ma s’intende spesso l’arte dell’autorealizzazione o quell’insieme di tecniche adeguate all’analisi psicologica con un vago riferimento al divino, mentre la vita consacrata deve testimoniare con la parola e con la vita il primato della spiritualità che si orienta contemporaneamente all’esperienza di Dio e al servizio degli uomini”. (R.B.)
In Ucraina cattolici e ortodossi promuovono varie iniziative per festeggiare i 1020 anni di cristianesimo nel Paese
◊ Le Chiese cristiane dell’Ucraina si preparano a festeggiare 1020 anni dalla cristianizzazione del popolo ucraino. La cristianizzazione del popolo ucraino risale al 988, opera dell’attività missionaria della Chiesa di Costantinopoli. Il battesimo degli ucraini – si legge in una nota della Conferenza episopale ucraina - “significa l’entrata dei popoli slavi, che per secoli sono vissuti su queste terre, nella grande famiglia cristiana dell’oriente e dell’occidente, e, nello stesso tempo, nella grande famiglia europea”. “Guardando dalla prospettiva dei secoli di rispetto reciproco e fratellanza su queste terre – spiegano i vescovi cattolici – vediamo che il desiderio di questo ecumenismo e dell’unità continua fino ad oggi”. “Crediamo profondamente – aggiungono i presuli nel documento ripreso dall’agenzia SIR - che questo anniversario ci renderà più consapevoli dell’eredità comune e che risplenderà una luce nuova, capace di disperdere il buio di tanti anni di difficoltà nel passato”. L’anniversario verrà celebrato nell’intera Ucraina il 27 luglio e nelle chiese cattoliche verranno rinnovate le promesse battesimali. (A.L.)
In Colombia, un congresso internazionale per commemorare la Conferenza di Medellin
◊ Un’opportunità per riflettere sulla strada percorsa e sulle sfide che si presentano agli inizi del XXI secolo: questo il proposito con il quale l’Episcopato colombiano e il CELAM, il Consiglio episcopale latinoamericano, hanno istituito un congresso internazionale per commemorare il 40.mo anniversario della Seconda Conferenza generale degli episcopati latinoamericani, presieduta da Paolo VI nel 1968 a Medellin, in Colombia. La tre giorni, dal 3 al 5 agosto, sarà ospitata presso il Seminario Conciliare di Bogotà e vedrà riuniti rappresentanti della Chiesa latino-americana e colombiana, per una riflessione storica e pastorale sulle nuove forme di evangelizzazione richieste dal mondo contemporaneo. L’iniziativa è stata fortemente voluta dai vescovi colombiani e si va ad aggiungere alle numerose altre organizzate per ricordare uno dei momenti più importanti della vita del cattolicesimo latinoamericano e caraibico. Il programma è formato da conferenze e momenti successivi in cui si avrà la possibilità di approfondire i temi trattati. Tra le più importanti: “L’uomo e l’economia alla luce di Medellin ed Aparecida”, tenuta dal cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, e “La parrocchia come comunità di comunità, da Medellin ad Aparecida”, a cura di mons. Alberto Giraldo Jaramillo. arcivescovo di Medellin. (R.B.)
Sri Lanka: il vescovo di Mannar invita a pregare per la pace
◊ In Sri Lanka, la statua di Nostra Signora di Madhu è stata portata ieri dalla chiesa di Thevanpiddi alla cappella privata della casa vescovile. Mons. Rayappu Joseph, vescovo di Mannar, ha rivelato che la decisione è stata presa per “ragioni di sicurezza”. A causa dell’inasprirsi del conflitto nelle zone di Thavanpiddi e di Vellankulam, è stato anche consigliato ai sacerdoti di trasferirsi in altre regioni. Mons. Rayappu ha lanciato “un appello a tutti i fedeli di pregare per la pace”; la speranza – ha aggiunto – è di “poter un giorno tutti riunirci, come un’unica famiglia, ai piedi della nostra amata Madre, Nostra Signora di Madhu”. Il sito web del ministro della Difesa dello Sri Lanka - rende noto l’agenzia AsiaNews - precisa che la statua è stata trasferita dopo insistenti richieste dei fedeli. Il santuario è meta ogni anno di migliaia di pellegrini. Ma dal 1999 i ribelli controllano la zona e le visite sono molto diminuite. Mons. Rayappu ha sottolineato inoltre che nella zona di Madhu e Manthal occidentale gli scontri armati sono aumentati negli scorsi mesi. Sono migliaia le famiglie del distretto di Mannar che hanno dovuto spostarsi più volte e fuggire nella zona di Vellankullam - Thevanapiddy. E sono più 21 mila le persone arrivate in questa area. Ma desso sono di nuovo minacciate dai bombardamenti e cercano altri rifugi. “Molti – spiega infine il presule - vivono sotto gli alberi e trovano riparo nella jungla. Le loro condizioni sono davvero critiche”. (A.L.)
Emergenza cibo nel Corno d’Africa: a rischio 15 milioni di persone
◊ La crisi alimentare rischia di provocare una nuova emergenza umanitaria nel Corno d’Africa, dove quasi 15 milioni di persone necessitano di immediati rifornimenti di cibo: “Gli sfollati e i rifugiati a causa dei conflitti - ha detto in una conferenza stampa a Nairobi Besida Tonwe, responsabile per l’Africa Occidentale dell’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari - sono i più colpiti”. “La situazione – ha aggiunto - è molto grave e la maggior parte dei governi della regione non ha risorse sufficienti a provvedere alle necessità dei più bisognosi”. La crisi è stata innescata dall’impennata dei prezzi dei generi di prima necessità sui mercati mondiali, dal caro petrolio e da fattori ‘endemici’ come la violenza, la povertà e i prolungati periodi di siccità. Epicentro della crisi è al momento l’Etiopia, con 10 milioni di persone – pari al 12% della popolazione – che hanno bisogno di distribuzioni alimentari d’emergenza. In Somalia, colpita da un prolungato conflitto, l’emergenza alimentare interessava oltre due milioni e mezzo di persone all’inizio dell’anno: “Entro la fine del 2008 – spiega Besida Tonwe - saranno almeno tre milioni e mezzo”. La situazione – sottolinea l’agenzia Misna - è critica anche in Kenya, dove un milione e 200.000 abitanti, prevalentemente dei distretti rurali del nord-ovest, sono a rischio fame. In Uganda, infine, le persone che necessitano assistenza sono almeno 700.000. (A.L.)
Palestinese condannato a morte da un tribunale di Gaza
◊ Nei Territori Palestinesi, un giovane palestinese è stato condannato alla fucilazione da un tribunale di Gaza: secondo il pubblico ministero ha collaborato con Israele e le sue presunte attività di spionaggio avrebbero causato la morte due estremisti palestinesi. Si tratta della prima pena capitale inflitta a Gaza da quando Hamas, nel 2007, ha preso il controllo della regione. Le esecuzioni – sottolinea l’organizzazione non governativa ‘Nessuno Tocchi Caino’ - richiedono l’approvazione finale da parte del movimento islamico e del presidente palestinese, Abu Mazen. Un ufficiale di Hamas, citato dal quotidiano ‘Jerusalem Post’, ha affermato che qualora il presidente non convalidasse il verdetto, il movimento islamico intraprenderà altre strade per portare la sentenza a compimento. Abu Mazen non ha approvato, finora, alcuna condanna a morte. In Palestina vengono applicati 3 tipi di legislazione. Nella Cisgiordania vige la legge della Giordania, che prevede la pena di morte nei casi di alto tradimento e omicidio. Nella Striscia di Gaza il modello di riferimento è quello della legislazione egiziana, che prevede la pena di morte per attentati all'ordine interno. Nel resto del territorio vige la legge dell'Autorità Nazionale Palestinese, piuttosto flessibile per quanto riguarda la pena di morte. (A.L.)
A Bali, conclusa una tre giorni missionaria dedicata ai più giovani
◊ “Viaggiate per il mondo, incontrate altre culture e diventate autentici testimoni di Cristo”: questo l’invito rivolto ai bambini indonesiani al termine della tre giorni missionaria conclusasi il 6 luglio a Palasari, nella provincia di Bali, nell’est del Paese. All’evento, come riferito da AsiaNews, hanno partecipato un migliaio di giovanissimi di età compresa fra i 5 e i 14 anni, provenienti dalle otto diocesi della regione e appartenenti al gruppo della Pontificia società per i bambini e i giovani missionari dell’Indonesia (Paese a prevalenza musulmana) che riunisce le parrocchie e i centri missionari delle arcidiocesi di Ende e Kupang, le diocesi di Atambua, Denpasar, Larantuka, Maumere, Ruteni e Weetebula. I ragazzi hanno dormito in 65 tende attrezzate e hanno avuto la possibilità di vivere momenti d’incontro e di preghiera, attività di volontariato in cui hanno coinvolto le famiglie della zona, e una Messa di chiusura animata da 150 operatori che li hanno invitati a pregare gli uni per gli altri all’insegna della solidarietà e della collaborazione. (R.B.)
GMG 2008: grande successo per il portale di agenzie cattoliche wydcrossmedia.org
◊ Grande successo per wydcrossmedia.org, il portale cattolico nato in occasione della GMG appena conclusa a Sydney e al quale hanno aderito molte agenzie di stampa cattoliche che hanno concesso liberamente i contenuti. Tra queste, l’agenzia SIR, che ha riferito i seguenti dati: un milione gli accessi registrati nell’ultima settimana (quella in cui si è svolta la Giornata mondiale della gioventù, appunto) 4500 i siti che hanno inglobato il player nelle loro pagine: soprattutto media cattolici come Radio Vaticana, Misna, Telepace, Movimento dei Focolari e Korazym. Inoltre, 19.500 le citazioni su Google, 20 mila le visite al canale dedicato su Youtube e agli esperimenti tecnologici con le dirette da cellulare su Qik e la tv on demand, pubblicata grazie al sistema Mogulus. L’obiettivo del portale, offrire un servizio ecclesiale ai giovani e ai media cattolici di tutto il mondo (i contenuti multimediali sono stati diffusi in cinque lingue) e veicolare il messaggio del Vangelo e le parole del Papa, può dunque dirsi raggiunto. (R.B.)
Inaugurato a Madrid il centro ‘Lumbre’ di Salesiani e Figlie della Carità per l’inserimento al lavoro dei giovani immigrati
◊ È stato inaugurato nei giorni scorsi a Madrid il nuovo Centro di attenzione socio-educativa ‘Lumbre’, realizzato grazie all’apporto dei Salesiani e delle Figlie della Carità. Già nel nome è contenuta la missione della struttura: accogliere con calore e affetto, offrire un futuro migliore a ragazzi immigrati a rischio emarginazione sociale. Il centro, come riferisce l'agenzia Fides, si rivolgerà a giovani di età compresa fra i 12 e i 25 anni e proporrà attività formative, laboratori per l’inserimento lavorativo e orientamento nella ricerca d’impiego a tutti coloro che abitano nel distretto centrale e provengono da famiglie divise o con basso livello socio-economico. I superiori delle congregazioni, presenti all’inaugurazione insieme con il consigliere per l’immigrazione e la cooperazione della Comunità di Madrid e al delegato per la Famiglia e i Servizi sociali del Municipio, hanno ricordato l’importanza di questo tipo di lavoro: una risposta data, come Chiesa, alle necessità di giovani svantaggiati. L’obiettivo della struttura è sviluppare le capacità personali e professionali di coloro che vi si rivolgono, affinché acquisiscano un’autonomia individuale che li favorisca nell’inserimento nella società. (R.B.)
Venerdì prossimo Messa di suffragio a Monte di Procida in memoria delle due piccole rom morte annegate a Torregaveta
◊ In memoria delle sorelline Cristina e Violetta, le due ragazzine rom, morte il 19 luglio sul lido di Torregaveta a Monte di Procida in provincia di Napoli, si mobilita anche la Chiesa di Pozzuoli. In una nota della diocesi, diffusa oggi, si precisa che “venerdì 25 luglio (alle ore 18.30) si terrà la celebrazione eucaristica nella parrocchia Santa Maria Assunta in cielo di Monte di Procida”. Al termine della celebrazione, una rappresentanza della diocesi di Pozzuoli e dell’amministrazione comunale di Monte di Procida si recherà sulla spiaggia di Torregaveta per deporre dei fiori. Sulla vicenda era intervenuto anche il cardinale arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe che aveva denunciato la devastante indifferenza di quanti hanno continuato tranquillamente a prendere il sole sulla spiaggia mentre venivano raccolti i corpicini delle due bimbe rom. (A.L.)
In Svizzera, decimo pellegrinaggio della “Gente del viaggio” di etnia Rom
◊ È iniziato ieri e si concluderà sabato 26 luglio con una grande celebrazione, il decimo pellegrinaggio nazionale della “Gente del viaggio” della Svizzera, diretto all’Abbazia benedettina di Einsielden, nel cantone di Svitto, uno dei quattro cantoni forestali tra il Lago di Lucerna e il Lago di Zurigo. All’evento, organizzato dalla Cappellania svizzera per gli itineranti della Conferenza episcopale locale, prendono parte i Rom presenti sul territorio, che sono in maggioranza cattolici. In programma liturgie eucaristiche quotidiane, momenti di preghiera nella Cappella della Madonna Nera venerata a Einsielden, incontri con i monaci dell’Abbazia e la Messa conclusiva durante la quale alcuni ragazzi e adulti Rom riceveranno i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima. L’anno scorso al pellegrinaggio - specifica l'agenzia SIR - hanno partecipato 250 persone. (R.B.)
A Roma attivato dalla Caritas diocesana lo Sportello “Assistenti familiari”
◊ La Caritas diocesana di Roma ha attivato presso il Centro Ascolto Stranieri di via delle Zoccolette lo Sportello “Assistenti familiari”. L’iniziativa, realizzata con finanziamenti del Fondo sociale europeo, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e della Regione Lazio, ha l’obiettivo di promuovere l’incontro tra l’offerta proveniente da lavoratrici italiane e straniere e le esigenze delle famiglie in cerca di collaboratori e assistenti. Lo sportello offre gratuitamente servizi di orientamento per lavoratori che intendono operare nell’area dell’assistenza familiare. Sono anche previsti corsi di formazione e attività di selezione del personale per le famiglie. L’obiettivo finale è di presentare idonee candidature. Presso lo sportello è attivo inoltre un registro assistenti familiari al quale possono presentare richiesta di iscrizione le lavoratrici interessate a un’occupazione presso una famiglia. Lo Sportello è attivo il lunedì, martedì, giovedì e venerdì, dalle 14 alle 16 in via delle Zoccolette n. 19. (A.L.)
Slitta l'estradizione all'Aja di Karadzic. L'ex leader serbo-bosniaco si difenderà da solo davanti al Tribunale internazionale
◊ L’estradizione dell’ex leader serbo-bosniaco, Radovan Karadzic, arrestato ieri a Belgrado dopo 13 anni di latitanza, è stata rimandata. I suoi legali hanno fatto sapere che cercheranno di allungare i tempi della consegna al Tribunale internazionale dell'Aja per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia. Intanto, Karadzic ha deciso che si difenderà da solo anche se sarà affiancato da alcuni consulenti. Restano però ancora latitanti il braccio destro di Karadzic, il generale Ratko Mladic, e l’ex leader dei serbi in Croazia, Goran Hadzic. A Massimo Nava, editorialista del Corriere della Sera ed ex inviato nella guerra dei Balcani, Stefano Leszczynski ha chiesto se il nuovo corso politico adottato da Belgrado possa portare all’arresto di questi latitanti:
R. - Le condizioni chiaramente ci sono. C’è anche da dire che il livello di protezioni di cui un generale come Mladic potrebbe aver goduto e potrebbe godere ancora è sicuramente più alto di quello di Karadzic.
D. - Nel contesto serbo di oggi, qual è il rilievo che ha la figura di Mladic?
R. - Resta il fatto che Mladic è comunque un soldato, che la divisa che portava durante la guerra la porta dopo gli accordi di pace a Dayton e continua a portarla anche quando le vicende del regime serbo cambiano. E’ evidente che, per queste ragioni, i suoi livelli di amicizie, di protezioni e persino di relazioni personali all’interno della Serbia siano molto più alti di quelli sui quali potesse invece contare Karadzic.
D. - Queste persone, e soprattutto quelle che avevano un passato di tipo militare nell’esercito jugoslavo, avevano una sorta di coscienza della gravità e degli orrori del conflitto balcanico?
R. - Il paradosso è, secondo me, proprio quello che avvenne a Sarajevo, dove ci fu un altro generale serbo, Jovan Divjak, che era compagno d’armi e compagno di accademia di Mladic, il quale decise di stare dalla parte di Sarajevo e, quindi, fu il comandante in capo della guarnigione dell’esercito bosniaco musulmano, che si difendeva dagli attacchi e dai bombardamenti che il generale Mladic lanciava su Sarajevo. Quella fu naturalmente una scelta di coscienza.
Medio Oriente-visita Obama
Ha preso il via in Medio Oriente la visita del candidato democratico alla Casa Bianca, Barack Obama. In calendario, incontri con il premier israeliano, Olmert ,e il presidente dell’ANP, Abu Mazen. “La cosa più importante per me - ha detto Obama - è riaffermare le relazioni storiche e speciali tra gli Stati Uniti e Israele”. Intanto, c’è stato di allerta dopo l’attentato di ieri a Gerusalemme, condannato dallo stesso senatore dell’Illinois, che ha provocato 16 feriti.
Afghanistan-violenza
Escalation di violenza in Afghanistan. Numerosi talebani sono stati uccisi nel corso di una retata nella provincia di Wardak, mentre si stava cercando un capo ribelle. Solo ieri, nella zona di Farah, più di 30 insorti avevano perso la vita in diversi combattimenti. E’ britannico il soldato della NATO morto ieri in un attacco nella provincia di Helmand.
Sudan-Darfur
Prima visita in Darfur, oggi e domani, del presidente sudanese, Omar al-Bashir, dopo la richiesta di incriminazione per genocidio e crimini di guerra avanzata nei suoi confronti dal procuratore capo del Tribunale penale internazionale, Luis Moreno Ocampo. Mentre la Lega Araba ha annunciato che Khartoum ha accettato di istituire dei tribunali speciali sulle violenze commesse proprio in Darfur, in collaborazione con l’ONU e lo stesso organismo dei Paesi arabi, il capo di Stato sudanese è giunto stamani all'aeroporto di El Fasher, nel nord del Darfur, teatro di un sanguinoso conflitto che secondo le Naizoni Unite ha già causato 300 mila morti e oltre due milioni di profughi. Sul perché della missione di al-Bashir nella regione occidentale sudanese, ascoltiamo Irene Panozzo, africanista dell’associazione giornalistica Lettera 22, intervistata da Giada Aquilino:
R. - E’ probabile che al-Bashir, con questo viaggio, voglia dimostrare la sua vicinanza al Darfur e fare una sorta di atto politico per provare l’intenzione del governo di trovare una soluzione. Ma è significativo che questa visita arrivi a pochi giorni dalla richiesta del procuratore Ocampo di incriminazione per al-Bashir riguardo proprio a crimini commessi in Darfur.
D. - La richiesta di incriminazione per al-Bashir che effetti immediati può avere sul terreno, in Darfur?
R. - Il governo sudanese ha reagito con un’apparente tranquillità. La richiesta di Ocampo era stata annunciata il giorno prima dell’atto formale da parte del Tribunale penale internazionale (TPI) e c’era subito stato un Consiglio dei ministri di emergenza, durante il quale l’intero governo aveva sia deciso di rispedire al mittente le accuse di Ocampo, sia di garantire la sicurezza degli operatori internazionali e degli stranieri. Bisognerà capire, da un lato, se il governo continuerà a tenere questa linea. Dall’altro, bisognerà vedere quale linea sceglieranno i molti gruppi ribelli che operano in Darfur: se decideranno di approfittare di un momento di "fragilità" da parte del governo per aumentare gli attacchi all’esercito regolare o se invece saranno comunque disposti a riprendere i negoziati di pace, peraltro già molto stentati prima e che quindi potrebbero essere ancora più difficili adesso.
Zimbabwe-politica
Tardano ad avviarsi i negoziati tra i due principali partiti dello Zimbabwe, quello al potere del presidente, Robert Mugabe, e quello all'opposizione di Morgan Tsvangirai, per porre fine alla crisi politica del Paese. L’inizio dei colloqui era previsto per ieri a Pretoria, in Sudafrica, ma il tardivo arrivo dei negoziatori di Harare ha fatto posticipare le trattative a domani.
Italia-politica
Il decreto sicurezza è legge. Con 161 voti a favore e 120 contrari il Senato ha detto sì al testo, modificato il 16 luglio scorso alla Camera, dal quale è scomparsa la contestata norma blocca-processi. Intanto, la prossima settimana il Comitato nazionale per la sicurezza, come annunciato dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, approverà il piano per l'impiego di tremila militari nelle città italiane. Lo stesso titolare del Viminale è chiamato oggi a riferire in un’audizione alla Camera le misure di identificazione dei minori presenti nei campi ROM. Intanto, ieri sera è diventato legge anche il "Lodo Alfano", il provvedimento che assicura l'immunità alle quattro più alte cariche dello Stato. Il servizio di Giampiero Guadagni:
E’ durato in tutto 25 giorni l’iter parlamentare del Lodo Alfano, il disegno di legge che sospende sino alla fine del mandato i processi penali per le quattro più alte cariche dello Stato: presidente della Repubblica, presidenti di Senato e Camera e presidente del Consiglio. La legge composta da un solo articolo e quattro commi prevede tra l’altro che i processi restino sospesi anche in caso di fatti commessi prima dell’assunzione dell’alta carica. “Una legge giusta più che urgente, in linea con gli altri Paesi occidentali”, afferma il Guardasigilli Alfano, che conferma per l’autunno la riforma organica della giustizia e lancia un appello a quelli che definisce i settori più ragionevoli dell’opposizione. Ma dal centrosinistra le risposte sono negative. Per il Partito democratico la maggioranza vuole costruire un sovrano senza limiti. Ancora più dura l’Italia dei Valori, che ipotizza un referendum abrogativo. Più cauta l’UDC che ieri si è astenuta sul provvedimento.
Nucleare- Corea del Nord-Iran-India
“Un buon incontro”: così il segretario di Stato americano, Condollezza Rice, ha definito la riunione, a Singapore, fra i ministri degli Esteri dei sei Paesi che discutono del nucleare nordcoreano (USA, Russia, Cina, Giappone e le due Coree). Sempre sul nucleare, oggi è tornato ad esprimersi il presidente iraniano, Ahmadinejad, per il quale Teheran “non arretrerà di un millimetro dal suo programma atomico”. Ieri, il parlamento indiano ha detto sì all’accordo sul nucleare siglato con gli Stati Uniti. La fiducia era stata chiesta dall’opposizione che considera l’intesa negativa per il Paese, perché renderebbe New Delhi troppo dipendente da Washington.
Nepal-presidente
Ha giurato oggi il primo presidente della Repubblica del Nepal, l’esponente centrista Ram Baran Yadav, eletto due giorni fa. Intanto, nel Paese c’è il timore di una crisi politica dopo che i maoisti, con la netta maggioranza al parlamento, hanno deciso di non voler formare il governo per la sconfitta del loro candidato alla carica di capo dello Stato.
USA-ciclone
Timore negli USA. La tempesta tropicale "Dolly" si è trasformata in uragano, il secondo della stagione nell'Oceano Atlantico. "Dolly" si sta dirigendo verso il confine occidentale tra il Messico e gli Stati Uniti. Migliaia di persone sono state fatte sgomberare.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 205
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.