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Sommario del 20/07/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa alla Messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù: "aprite i vostri cuori alla forza dello Spirito Santo per portare il mondo a Cristo!". All'Angelus l'annuncio che la prossima GMG si terrà a Madrid nel 2011
  • Il cardinale Rouco Varela: la GMG a Madrid, un momento importante per capire quale sia l'anima della Spagna
  • L'incontro del Papa con i benefattori e gli organizzatori della GMG: "avete reso possibile una giornata meravigliosa per la vita della Chiesa"
  • Intervista con padre Lombardi sulla GMG di Sydney
  • Oggi in Primo Piano

  • Ai vescovi anglicani riuniti nella Conferenza di Lambeth il saluto del Papa che assicura la propria preghiera per l’unità
  • I genitori di Santa Teresa di Lisieux verso la Beatificazione
  • In difesa della vita e della famiglia: l’esperienza del Centro per la Vita di Ostia
  • Chiesa e Società

  • I vescovi del Venezuela lanciano il “Piano pastorale della Chiesa solidale”
  • Il cardinale Scola: la famiglia, risorsa decisiva per l’intera società
  • Emergenza umanitaria in Somalia: allarme del PAM
  • Lo Zimbabwe emette una banconota da 100 miliardi di dollari locali
  • Rapporto ONU: nei Paesi meno sviluppati cresce l’economia ma non diminuisce la povertà
  • Grande partecipazione in America Latina alla GMG di Sydney
  • Domani a Sydney l'Incontro internazionale agostiniano per i giovani
  • Anno Paolino: nuovo slancio missionario nella comunità cattolica cinese
  • L’UE propone una scuola per la formazione di volontari di Protezione civile
  • 24 Ore nel Mondo

  • Bombe dell'ETA in Spagna: non si segnalano vittime
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa alla Messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù: "aprite i vostri cuori alla forza dello Spirito Santo per portare il mondo a Cristo!". All'Angelus l'annuncio che la prossima GMG si terrà a Madrid nel 2011

    ◊   Aprite il vostro cuore alla forza dello Spirito per portare il mondo a Cristo! E' questo l'appello lanciato oggi da Benedetto XVI ai tantissimi giovani radunati all'Ippodromo di Randwick per la Messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù di Sydney. Il Papa ha invitato i giovani ad avere il coraggio di dire "sì" a Gesù: "l'amore di Dio - ha detto - può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro". Poi all'Angelus l'annuncio che la prossima GMG si svolgerà a Madrid nel 2011. Il servizio del nostro inviato a Sydney, Roberto Piermarini:

    “World Youth Day 2011 will take place in Madrid, Spain.…”

     
    Un boato dei giovani spagnoli ha accolto l’annuncio che si terrà a Madrid nel 2011 la prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Lo ha annunciato oggi il Papa dopo l’Angelus, al termine della Messa che ha concluso questa 23.ma Giornata di Sydney. Molti dei giovani spagnoli sono saliti sul palco papale mostrando t-shirt rosse con la scritta Sydney 2008-Madrid 2011. I 235 mila giovani che hanno trascorso tutta la notte a Randwick, prima della messa sono stati salutati dal Papa che con l’elicottero ha sorvolato la spianata. Poi manifestazioni di esultanza e di gioia al suo passaggio in papamobile, in tutti i settori dell’ippodromo. Ai giovani si sono aggiunti altri 120 mila fedeli di Sydney e dell’Australia. Sul grande palco papale rosso: 500 tra cardinali, vescovi e sacerdoti concelebranti, un coro di 300 elementi e 80 orchestrali. All’inizio della Messa il cardinale Pell ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso la riuscita di questa GMG e soprattutto i giovani che hanno fatto sacrifici per giungere in un paese così lontano. “Ma voi – ha detto - avete onorato l’Australia con la vostra presenza ed il vostro entusiasmo”.

    (Musica)

     
    Durante la messa l’evangelario è stato portato danzando da un gruppo di seminaristi delle Fiji vestiti con i tipici vestiti tradizionali. Poi sono sfilati i 24 giovani provenienti da tutte le parti del mondo, che hanno ricevuto il sacramento della cresima.

     
    “The Lord is asking you to be prophets of this new age, …
    Il Signore vi chiede di essere profeti di questa nuova era, messaggeri del suo amore, capaci di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità”.

     
    Così ha detto il Papa riprendendo il tema dello Spirito Santo che ci fa suoi testimoni. Il potere dello Spirito Santo è il potere della vita di Dio – ha detto il Papa – è il potere dello stesso Spirito che rialzò Gesù dalla morte. E’ il potere che conduce noi e il nostro mondo verso l’avvento del Regno di Dio. Ma la grazia dello Spirito – ha continuato il Papa - non è qualcosa che possiamo meritare o conquistare; possiamo solamente riceverla come dono. Un dono che dobbiamo chiedere nella preghiera, la sola che può vincere la nostra indifferenza, la nostra stanchezza spirituale, il nostro conformarci allo spirito di questo nostro tempo. Benedetto XVI ha quindi posto ai giovani alcune domande: cosa lascerete alla prossima generazione? Fate spazio allo Spirito in mezzo a un mondo che vuole dimenticare Dio o rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? “Rafforzata dallo Spirito Santo, una nuova generazione di cristiani è chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta” ha detto Benedetto XVI. Una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani. “La Chiesa ha bisogno di questo rinnovamento” ha detto. “Ha bisogno della vostra fede, del vostro idealismo e della vostra generosità, così da poter essere sempre giovane nello Spirito. La Chiesa ha bisogno del dono dei giovani, di tutti i giovani” ha affermato. “Essa ha bisogno di crescere nella forza dello Spirito che anche ora dona gioia a tutti voi e vi ispira a servire il Signore con allegria”. Essere sigillati con lo Spirito significa non avere paura di difendere Cristo, lasciando che la verità del Vangelo permei il nostro modo di vedere, pensare ed agire, mentre lavoriamo per il trionfo della civiltà dell’amore.

     

     
    “May this Twenty-third World Youth Day be experienced as a new…
    Possa questa 23.ma Giornata Mondiale della Gioventù - ha concluso il Papa - essere vissuta come un nuovo Cenacolo, così che tutti noi, ardenti del fuoco dello Spirito Santo, possiamo continuare a proclamare il Signore risorto ed attrarre ogni cuore a lui”.

     
    Alla preghiera mariana dell’Angelus, Benedetto XVI ha invitato i giovani a “rimanere fedeli al “si” che ha detto Maria all’angelo, con cui abbiamo accolto l’offerta di amicizia da parte del Signore. Sappiamo che Egli non ci abbandonerà mai. E ci sosterrà sempre con i doni dello Spirito”

     
    “Holy Father, the Twenty-third World Youth Day is drawing to a close.”.

     
    Da parte sua il cardinale Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, al termine della celebrazione ha detto che i giovani pellegrini di svariate nazionalità, hanno testimoniato che essere discepoli di Cristo vale la pena; che essere cristiani è bello ed ha aggiunto che nella persona del Papa si manifesta una Chiesa amica dei giovani: una chiesa che li ascolta, che li cerca, che li accompagna e che li ammaestra.
    Come nella Veglia di ieri il Papa ha salutato ancora tutti i pellegrini italiani e anche quelli originari dell’Italia che vivono in Australia

     
    “Al termine di questa straordinaria esperienza di Chiesa, che ci ha fatto rivivere una rinnovata Pentecoste, tornate a casa rinvigoriti dalla forza dello Spirito Santo. Siate testimoni di Cristo risorto, speranza dei giovani e dell’intera famiglia umana!”

     
    Con i fuochi d’artificio e l’inno che ha fatto da colonna sonora a questa edizione australiana, si sono spenti i riflettori sulla GMG di Sydney ma lo Spirito Santo ha acceso il cuore di tanti giovani, chiamati a testimoniare per le vie del mondo, che è possibile la civiltà dell’amore.

     
    (Canto)

     
    Ma ascoltiamo le voci dei giovani raccolte sulla spianata di Randwick da Marina Tomarro:

     
    R. – E’ incredibile. Non pensavamo di riuscire ad arrivare così lontano in questa Giornata così fantastica, con tutto il mondo riunito. Siamo dall’altra parte del mondo rispetto alle nostre case, eppure tutto il mondo è qui. E’ una meraviglia vedere tutti questi giovani. E’ strabiliante, non abbiamo parole. E’ troppo bello per essere vero!

     
    R. – Indubbiamente sono giorni bellissimi. Sono stati molto emozionanti. Lo Spirito ha veramente lavorato: si è proprio sentita la forza dello Spirito. Le catechesi sono state molto interessanti.

     
    R. – Sicuramente quello che in questi momenti noi stiamo vivendo è che molto spesso si dice che i giovani si stanno perdendo, mentre proprio in queste occasioni si nota esattamente il contrario. In realtà, in tutto il mondo ci sono tantissimi giovani che ancora credono, che attendono l’incontro con il Signore e lo vivono in modo molto forte.

     
    E il Santo Padre, questa mattina, durante l’omelia ha invitato i giovani a diventare veri testimoni dello Spirito Santo, per proclamare il Signore Risorto e attrarre ogni cuore a Lui. Ma in che modo i ragazzi, una volta tornati a casa, metteranno in pratica questa missione?

     
    R. – Lo Spirito Santo ci aiuta a vivere quello che anche la Chiesa dice. Sembra a volte che la Chiesa dia delle indicazioni, anche relativamente alla nostra vita affettiva e alla nostra vita sociale, difficili e a volte anche impossibili da realizzare. Mi sento invece di dire, anche per l’esperienza che ho avuto, che questo non è vero e che in realtà lo Spirito Santo ci aiuta veramente a vivere profondamente il nostro essere cristiani.

     
    R. – Indubbiamente cercheremo di essere veri testimoni e quindi nella quotidianità, nella semplicità, magari nello studio e nel lavoro – perchè alcuni di noi lavorano ed altri studiano. Ma anche nella parrocchia e, quindi, nei nostri gruppi cercheremo di raccontare inizialmente quello che ha rappresentato per noi la GMG e poi cercheremo di aiutare gli altri a sperimentarlo attraverso la nostra testimonianza.

     
    R. – Anzitutto racconteremo la nostra esperienza ai nostri amici e alle persone che sanno che siamo qua e alle persone che ci hanno anche chiesto di pregare per loro. Ci prenderemo poi sulle spalle questo incarico e nel nostro quotidiano, magari anche soltanto con dei piccoli gesti o delle piccole cose, inizieremo il nostro cammino di testimonianza.

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    Il cardinale Rouco Varela: la GMG a Madrid, un momento importante per capire quale sia l'anima della Spagna

    ◊   Ma come è stato accolto dagli spagnoli presenti a Sydney l’annuncio che la prossima GMG si terrà a Madrid? Ascoltiamo il cardinale arcivescovo di Madrid Antonio Maria Rouco Varela e due giornalisti Paloma Gomez Borrero di Radio Cope e Juan Vicente Boo del quotidiano ABC, al microfono di Raul Cabrera e Roberto Piermarini. Iniziamo con il cardinale Rouco Varela:
     
    R. – Significa un momento molto importante per la pastorale giovanile e per la presa di coscienza dei giovani spagnoli della loro storia religiosa, della loro storia apostolica e della loro storia missionaria in una situazione storico-culturale difficile come quella spagnola e quindi è un'occasione per comprendere quale sia il suo disegno storico e quale sia l'anima della Spagna, il suo cuore, la sua forza culturale e spirituale. Tutto questo è molto importante.

     
    D. - Paloma Gomez Borrero, il tuo commento all’annuncio del Papa:

     
    R. – Io credo che sia una enorme responsabilità, ma allo stesso tempo rappresenta anche una gioia grandissima perchè di nuovo la Spagna torna ad essere il centro di un incontro al quale parteciperanno giovani di tutto il mondo. E’ quindi importante essere all’altezza e in tutti i sensi: dal punto di vista della fede, dal punto di vista dell’organizzazione, dal punto di vista dell' accoglienza. I giovani sono stati felicissimi, a tal punto che si erano fatti delle T-Shirt con scritto davanti “We love Australia” o GMG di Australia, con disegnato un canguro, ma sotto avevano altro, aspettando che il Papa parlasse: appena il Papa ha detto “Madrid”, hanno mostrato quello che avevano sotto la maglietta, l’Orso, che è il simbolo appunto di Madrid, con la scritta “2011”.

     
    D. – Quindi qualche notizia era trapelata, prima di questa giornata di Sydney...

     
    R. – Eh sì, anche perchè i segreti molto volte sono un po’ pubblici. Era talmente forte la speranza ed era talmente tanta la gioia che si sono fatti questa T-Shirt.

     
    D. – Cosa troveranno i giovani di tutto il modo a Madrid?

     
    R. – Anzitutto molta gioia e molta allegria, perchè Madrid è molto accogliente, è una città ormai totalmente cosmopolita e poi il madrileno è sempre molto aperto. A Madrid, quindi, troveranno una splendida atmosfera, mangeranno benissimo, si troveranno in una città molto moderna, ma soprattutto troveranno tanta gente che pregherà con loro con allegria.

     
    D. – Juan Vicente Boo, hanno detto che Sydney ha accolto questi giovani come una Sydney secolarizzata. Per quanto riguarda Madrid?

     
    R. – Io spero che Madrid possa regalare a tutti una grande sorpresa e questo perchè è un po’ come se avesse due volti: il volto ufficiale che adesso è freddo, ma poi c’è il volto del madrileno normale, che è invece molto accogliente e la gioventù è molta dinamica e molto aperta. La gente viaggia molto ed ha una grandissima esperienza di accoglienza, perché Madrid partecipa ai diversi programmi Erasmus, al Programma Europeo Internazionale e Madrid è sempre una destinazione molto ambita. Credo che ci sarà un grande calore, un clima di festa e forse superiore a quello di cui abbiamo goduto qui a Sydney.

     
    D. – Paloma, quindi “Forza Spagna”…

     R. – Sì, “Fuerza España”, que venga el mundo y que vivan los jóvenes!”.

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    L'incontro del Papa con i benefattori e gli organizzatori della GMG: "avete reso possibile una giornata meravigliosa per la vita della Chiesa"

    ◊   Benedetto XVI, dopo la Messa all’ippodromo di Randwick, si è recato alla Cathedral House di Sydney, dove ha incontrato i benefattori e gli organizzatori della GMG. Ce ne parla Sergio Centofanti:

    Il Papa esprime la propria gratitudine a quanti hanno contribuito al successo di questa Giornata mondiale della gioventù. Una “giornata meravigliosa per la vita della Chiesa” - ha detto – resa possibile grazie al sacrificio silenzioso e nascosto di tante persone. Benedetto XVI li vuole ringraziare uno per uno, non solo per la loro fatica, ma soprattutto per la fiducia che hanno riposto nei giovani:

     
    “How many good seeds have been sown in these short days!…".
     
    “Quanti buoni semi sono stati seminati in questi giorni!” – ha esclamato – piccoli granelli di senapa poco visibili: e ha pregato che possano crescere e portare frutto nella vita dei ragazzi che hanno partecipato alla GMG e nella vita della Chiesa e del mondo intero. Il Papa sottolinea la generosità di benefattori e organizzatori: e se ieri alla Veglia aveva detto che “ciò che costituisce la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo ma ciò che riceviamo” oggi ha ricordato con San Paolo che “vi è più gioia nel dare che nel ricevere”. E’ la dimensione propria dello Spirito, un mutuo scambio di amore che crea unità e nel quale troviamo la vera gioia, la vera vita:

     
    “May you never doubt the truth of our Lord’s promise…
    Non dubitate mai della verità della promessa di nostro Signore, secondo cui ogni volta che noi offriamo la nostra creatività, la nostra energia, le nostre risorse, le nostre stesse persone, noi le riceviamo poi in cambio con abbondanza (cfr Mt 19,29).”

     
    Così centinaia di migliaia di giovani hanno potuto fare un’intensa esperienza di fede a Sydney ma nello stesso tempo – ha concluso il Papa – “hanno arricchito questa terra con la testimonianza da loro resa all’amore di Cristo e alla forza del suo Spirito operante nella Chiesa”.

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    Intervista con padre Lombardi sulla GMG di Sydney

    ◊   Domani il Papa trascorrerà l’ultima giornata del suo viaggio a Sydney. In mattinata saluterà 12 mila volontari della GMG. Subito dopo si svolgerà la cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale della città australiana e quindi la partenza per Roma. Ma su questa 23.ma Giornata mondiale della gioventù ascoltiamo il commento del nostro direttore, padre Federico Lombardi, al microfono di Roberto Piermarini:
     
    R. – E’ una Giornata unica, naturalmente, perchè si è svolta in un ambiente molto particolare, quello dell’Australia. Io sono ammirato dell’impegno che gli australiani e la Chiesa australiana hanno messo nell’organizzazione, raggiungendo dei risultati veramente notevoli, sia per il numero di giovani che sono venuti, sia per il modo in cui le manifestazioni si sono svolte, sia anche per il modo in cui si è riuscita a coinvolgere la città, la società circostante. E in tutto questo in particolare quello della Via Crucis è stato un momento molto speciale, perchè la Via Crucis, svoltasi in mezzo alla vie e nei luoghi più significativi della grande città, è stata naturalmente una proposta di riflessione che ha colpito molto, al di là dei partecipanti alla Giornata mondiale della gioventù, tutta la città e la società circostante. Si è, quindi, anche mostrata la validità dell’antica tradizione della Via Crucis e delle sacre rappresentazioni per proporre con efficacia un momento fondamentale del mistero cristiano.

     
    D. – Padre Lombardi, sta diventando una costante – dopo Colonia – anche l’adorazione eucaristica…

     
    R. – Sì. Nella Veglia che aveva tradizionalmente avuto un aspetto di festa, di canti e di grande animazione, che naturalmente deve continuare ad avere - almeno in parte - da Colonia è stato inserito anche questo elemento specifico e nuovo dell’adorazione eucaristica. E’ stato un atto, a mio avviso, coraggioso quello fatto a Colonia, perchè non era così chiaro che si riuscisse a fare una veglia con una buona partecipazione, con una forma di preghiera così impegnativa. Invece qui si è continuato e con una formula molto ben riuscita: un’adorazione non certo di durata eccessiva, ma vissuta con grandissima intensità ed accompagnata anche da canti e da brevissime riflessioni. Credo che questo significhi un messaggio di importanza della preghiera al centro della vita cristiana e anche di questa forma specifica di preghiera che è l’adorazione, ed anche il silenzio di fronte a Dio. Penso che sia molto coerente anche con l’impostazione che Benedetto XVI dà a queste Giornata della Gioventù, in cui cerca di portare contenuti profondi con una sua catechesi impegnativa e non sempre facile, ma certamente solida e su cui ritornare a meditare, ed anche con momenti importantissimi della spiritualità e della preghiera esplicita.

     
    D. – Quale è stato il tono dei discorsi di Benedetto XVI in questa GMG a Sydney?

     
    R. – E’ stata una catechesi molto ampia sulla vita cristiana: centrata sul tema dello Spirito Santo, ma che è anche partita dal Battesimo ed è arrivata alla Cresima, che è stato un po’ il Sacramento caratteristico di questa Giornata mondiale della gioventù. Il Papa ha parlato, ha parlato a lungo, ha parlato con chiarezza, ma dando dei contenuti molto ricchi, dando dei contenuti profondi, non sempre facili da assimilare immediatamente, perchè a volte sono articolati, anche concettualmente. Ma sono sempre accompagnati da una grande intensità spirituale ed anche emotiva, se non in mondo profondo, certo non in modo superficiale. Questa intensità emotiva, in questo viaggio, l’abbiamo sperimentata in particolare quando il Papa ha parlato ai giovani in difficoltà, ai giovani che hanno avuto delle esperienze difficili e a cui ha proposto la vita cristiana come cammino di risanamento interiore, di pace e di abilitazione ad un amore che diventa positivo nei confronti degli altri, anche da parte di chi ha vissuto difficoltà e può essere quindi particolarmente capace di capire le difficoltà degli altri.

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    Oggi in Primo Piano



    Ai vescovi anglicani riuniti nella Conferenza di Lambeth il saluto del Papa che assicura la propria preghiera per l’unità

    ◊   In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, è giunto a Canterbury, ai vescovi anglicani radunati per la XIII Conferenza di Lambeth il saluto di Benedetto XVI. Ai presuli riuniti da mercoledì il Santo Padre “assicura un ricordo nelle sue preghiere”, perché, come ha pregato Gesù, “tutti siano uno”. Il servizio di Tiziana Campisi:

     
    Potete essere certi che molti fratelli e sorelle della Chiesa cattolica si uniscono al Papa nel raccomandare i partecipanti alla Conferenza all’amorevole attenzione del nostro Padre Celeste: sono le parole che il cardinale Tarcisio Bertone rivolge ai vescovi anglicani nel messaggio reso noto durante un incontro ecumenico di preghiera tenutosi a Canterbury e al quale ha preso parte il primate della Comunione anglicana Rowan Williams. Riferendosi alla ordinazione di donne al sacerdozio e all’episcopato da parte della Chiesa d’Inghilterra - tra i temi della Conferenza di Lambeth - il porporato - riferisce oggi il quotidiano Avvenire - ha voluto ricordare che il ministero dell’ordinazione è legato alla fede apostolica tramandata fin dagli inizi e dalla regula fidei fedelmente trasmessa, sotto la guida dello Spirito Santo, attraverso i secoli. La questione, per il cardinale Bertone, pone una ulteriore e grave sfida alla speranza di una piena e visibile unità, che è da lungo tempo il fine – afferma – dei nostri comuni sforzi ecumenici. Intanto sono diversi i pareri dei presuli anglicani sulla possibilità della ordinazione di vescovi omosessuali. Il reverendo Mangar Manur, vescovo anglicano della diocesi di Yrol, nel Sudan meridionale, ha affermato: “Non possiamo accettare quello che la maggioranza a Lambeth sta cercando di imporci, la benedizione dell’omosessualità e l’ordinazione di vescovi omosessuali”. Ma per lui è già scisma con quei Paesi africani, fra i quali la Nigeria, che per protesta non hanno inviato nessuno o un solo rappresentante alla XIII Conferenza di Lambeth. Ai vescovi anglicani sono giunti anche saluti e preghiere, tra gli altri, del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II, del segretario generale della Federazione Luterana Mondiale, il reverendo Ishmael Noko, del presidente dell’Alleanza Battista Mondiale David Coffey e del Patriarca di tutti gli armeni Karekin II.

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    I genitori di Santa Teresa di Lisieux verso la Beatificazione

    ◊   La diocesi francese di Bayeux-Lisieux è in festa e si prepara al 19 ottobre, giorno in cui verranno beatificati Luigi e Zelía Martin, genitori di Santa Teresa di Lisieux, Patrona delle Missioni e Dottore della Chiesa. Grazie all’intercessione dei due coniugi, infatti, nel 2002 il piccolo Pietro Schilirò sopravvisse, appena nato, ad una grave malformazione polmonare. Al microfono di Isabella Piro, ascoltiamo il vice postulatore della causa di beatificazione dei coniugi Martin, il padre carmelitano Antonio Sangalli:

    R. – Io conoscevo il papà e la mamma di Pietro, che erano chiamati a prendere la decisione dura, difficile, di spegnere la macchina, che teneva in vita il loro bambino. Avevo detto di pregare i genitori di Santa Teresa perché avevano perso 4 bambini dei 9 che avevano avuto e che ci avrebbero senz’altro aiutati ad accogliere la volontà di Dio, anche se questa era molto dura e difficile. Per cui abbiamo cominciato a pregare i genitori di Santa Teresina per i genitori di Pietro perché non perdessero la fede.

     
    D. – Che tipo di genitori erano quelli di Teresa di Lisieux?

     
    R. – Non avremmo Santa Teresa di Gesù Bambino senza questi genitori. Sono stati non solo una coppia che ha vissuto il matrimonio e la santità del sacramento matrimoniale, ma erano anche impegnati nella ricerca della santità prima del matrimonio e singolarmente come giovani. Trasmisero la fede ai figli, trasmisero l’impegno delle missioni, l’impegno della preghiera, la vita dei sacramenti. E’ una cosa veramente ammirevole, la fede di questi due genitori, l’amore che hanno avuto per la Chiesa, l’ascolto che questi genitori prestavano alla dottrina, ai precetti della Chiesa. Teresa stessa parla del papà e della mamma, definendoli i suoi incomparabili genitori.

    D. – Furono anche genitori che attraversarono la grande sofferenza della perdita dei figli. Quale insegnamento ci rimane di questa loro terribile esperienza?

     
    R. – L’insegnamento è stato proprio di accogliere la vita come dono di Dio, sapendo che questi figli non appartenevano a loro, erano qualcosa da rioffrire, da ridonare al Signore. I figli in questa famiglia non erano vissuti come una proprietà, come qualcosa su cui riversare soltanto la propria affettività e poi averne un ritorno nella vecchiaia. Li educarono tutti alla libertà, a scelte personali, nel massimo del rispetto e della libertà appunto.

     
    D. – I coniugi Martin sono anche un esempio di amore coniugale; nel mondo di oggi sono quindi un modello importante…

     
    R. – L’amore coniugale che hanno vissuto questi coniugi intensamente ha molto da insegnare oggi, se si pensa che per 10 mesi avevano vissuto l’inizio del loro matrimonio rispettando la verginità. Non c’era una ripulsa verso la carnalità, verso la vita sessuale, ma la vita sessuale era espressione dell’amore di Dio. Ognuno dei due coniugi cercava Dio nell’altro, non cercava se stesso. Si amavano senza egoismo, senza ricerca di amore di sé, nel puro amore disinteressato.

     
    D. – La famiglia Schilirò come ha accolto il miracolo che ha raggiunto Pietro?

     
    R. – L’hanno accolto come un dono eccessivo e gratuito da parte di Dio. Soprattutto sia mamma che papà hanno sentito immediatamente di non meritarlo, di essere grati a un dono di pura gratuità di Dio, ottenuto anche con il concorso della preghiera di tantissimi amici. Ed i genitori si sono sempre sentiti, e si sentono, indegni di questo dono, e vivono con tanta riconoscenza nei confronti del Signore.

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    In difesa della vita e della famiglia: l’esperienza del Centro per la Vita di Ostia

    ◊   “Chi salva una vita – si legge nel Talmud – salva il mondo intero”. Una verità che sperimentano concretamente al Centro per la Vita di Ostia, struttura che da 20 anni aiuta le madri in difficoltà a scegliere la vita. Negli anni, il Centro ha ampliato il suo campo d’azione ed oggi è in prima linea nella lotta all’usura e alla tossicodipendenza. Ecco come è nato il Centro per la Vita di Ostia, nel racconto della sua responsabile Flora Tramontana, intervistata da Alessandro Gisotti:

     
    (musica)
     
    R. - Il Centro per la Vita è nato sotto una spinta ben precisa: il tentativo di contrastare, in qualche modo, l’aborto, e di promuovere la maternità. Quando siamo nati, nel 1988, Ostia deteneva il triste primato degli aborti.

     
    D. – Come, in questi 20 anni, ha lavorato concretamente il Centro per la Vita?

     
    R.- Abbiamo anzitutto attivato una rete intorno alle persone, perché l’esperienza, ed anche l’intuito, all’inizio, ci faceva capire che molto spesso una delle cause che potevano spingere una donna a scegliere per l’aborto era la solitudine. C’era, quindi, la difficoltà di affrontare le varie problematiche, da soli. Ci siamo dati da fare per ricostruire, laddove mancava, e promuovere e sostenere laddove c’era, anzitutto la rete familiare, poi la rete amicale, la rete dei servizi locali, istituzionali. Laddove la mamma poteva avere dei problemi sanitari, l’accompagnavamo presso le strutture sanitarie. Una volta nato il bambino abbiamo continuato ad aiutare la mamma e la famiglia, e questo penso che sia stato il motivo fondamentale per cui poi la gente ha cominciato e ha continuato ad avere fiducia in noi.

     
    D. – Quindi, se vogliamo, la mamma trova proprio quella rete di amicizia che forse le mancava. Un’assenza che la stava portando ad una scelta drammatica, innanzitutto per lei...

     
    R. – Certo! Questo è quello che tentiamo di fare da sempre. Tutti quanti gli aiuti concreti che noi diamo alla mamma, ripeto, a cominciare dal latte per il bambino; tutti questi aiuti sono proprio finalizzati a sostenere, a creare e a mantenere una rete di solidarietà, in modo che la mamma o la famiglia non si sentano soli. Quando la mamma o la famiglia sentono la vicinanza e il calore della comunità, tirano fuori tutte le risorse che loro hanno. Abbiamo seguito una mamma e due bambini per diversi anni e l’abbiamo accompagnata a fare un percorso di formazione, per l’inserimento lavorativo. Durante tutto questo tempo, come l’abbiamo aiutata? Proprio con la vicinanza e facendoci carico dei suoi bambini nel momento in cui lei doveva seguire questo corso. Adesso noi possiamo dire che questa famiglia, che quando è arrivata da noi era veramente in un momento disastrato – addirittura anche a rischio di separazione – ha ora un’altra prospettiva davanti. Ha fatto gran parte del lavoro proprio grazie alla forza di volontà della mamma, ma lei l’ha potuto fare perché ha trovato degli aiuti concreti, e soprattutto un accompagnamento che ha saputo cogliere quelle che erano le problematiche e aiutarla a risolverle.

     (musica)

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    Chiesa e Società



    I vescovi del Venezuela lanciano il “Piano pastorale della Chiesa solidale”

    ◊   Rendere ogni fedele venezuelano parte integrante della Chiesa. E’ l’obiettivo del “Piano pastorale della Chiesa solidale” promosso dai vescovi del Venezuela al termine della loro Assemblea Plenaria, celebrata dal 7 al 12 luglio scorso. Un piano ispirato al Concilio Plenario dello scorso anno. “Coscienti che la nostra Chiesa vive situazioni difficili, particolarmente per quanto riguarda l’ambito economico e sociale – si legge nell’esortazione pastorale riportata da Fides - sentiamo l’urgenza di proporre al popolo di Dio una dottrina ed una pratica della solidarietà attraverso i beni che abbiamo, secondo il proposito di Dio Creatore del mondo”. I presuli invitano i fedeli a rispondere al “dovere di aiutare economicamente la Chiesa nelle sue necessità” e ricordano altresì il dovere dei pastori di disporre e di amministrare correttamente questi beni. I vescovi ricordano che la Chiesa ha ricevuto da sempre il mandato di continuare la missione evangelizzatrice del Signore, compito al quale tutti sono chiamati. Pertanto è necessario vivere una comunione di beni, “indispensabile per capire la vita della Chiesa” e “vivere in comunione con gli altri”. "In effetti – si legge - una vera comunità cattolica deve essere partecipe delle gioie, dei dolori e dei bisogni delle altre comunità cristiane”. Pertanto, ricordano i presuli, il principio della comunione è valido per tutti gli ordini della vita ecclesiale, incluso quello economico ma non solo, "perché - evidenzia l’esortazione - quando parliamo di beni da condividere, in ordine all’evangelizzazione, includiamo le nostre persone, con tutto ciò che siamo ed abbiamo: talento, tempo e tesoro”. “L’insegnamento di Cristo - continuano i vescovi - ci rende consapevoli, inoltre, che l’abbondanza di alcuni deve supplire alla povertà di altri, poiché Dio è il padrone assoluto delle ricchezze che ci dà. Ce le dona affinché le amministriamo non solo per il nostro profitto, ma specialmente per condividerle con i più bisognosi”.(B.C.)

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    Il cardinale Scola: la famiglia, risorsa decisiva per l’intera società

    ◊   "La famiglia è in se stessa la prima forma di società”. Così ieri il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, nel corso dell’omelia in occasione della Festa del Santissimo Redentore. Il Patriarca, rivolgendosi ai fedeli, ha tenuto una lunga riflessione sulle difficoltà della famiglia italiana di oggi definita però una “risorsa decisiva per il progresso dell’intera società”. Il porporato ha evidenziato come in Italia è esiguo il numero delle coppie che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo del matrimonio, e come il tasso di divorzio è tra i più bassi d’Europa. Sottolineando poi il valore della famiglia come “luogo educativo” e “la via privilegiata per cogliere e sviluppare la propria identità personale, il cardinale Scola ha evidenziato come “fino ad oggi la forza della famiglia ha compensato la spinta destabilizzante di scelte compiute a livello politico sociale in un’ottica prettamente individualistica”. Proprio su questo punto, il porporato ha ribadito la necessità di favorire il nucleo famigliare nel suo “ruolo sociale”. “Essa – ha detto il Patriarca di Venezia - è il luogo normale della soddisfazione dei bisogni elementari dei suoi membri, anche attraverso il godimento dei beni e dei servizi che vi vengono autoprodotti”. Il cardinale ha evidenziato l’importanza del lavoro femminile e della famiglia come “luogo di cura dei piccoli, degli anziani”, pertanto “il suo ruolo economico” deve essere compreso e valorizzato. “E’ urgente – ha detto il porporato - che lo Stato e le istituzioni pubbliche comprendano quali sono le strategie più opportune per tutelare e promuovere la famiglia”. “Un’autentica politica familiare – ha continuato - non va confusa con una generica politica di lotta alla povertà. Deve essere un insieme interconnesso d’interventi, in cui la coerenza è garantita dal fatto che l’obiettivo finale è il potenziamento delle relazioni familiari tra i sessi e le generazioni”. Sono due i campi di intervento indicati dal porporato: l’equità fiscale e la conciliazione tra famiglia e lavoro. Sottolineando l’importanza di un “fisco a misura di famiglia”, il cardinale ha affermato che una buona politica famigliare costituisce “una misura estremamente efficace nella prevenzione della povertà, facendo contribuire ciascuno secondo le reali disponibilità economiche, ma lasciando alle persone e alle famiglie risorse sufficienti per rispondere in modo libero e responsabile ai propri bisogni”. Urgente poi “un ampio ripensamento culturale a partire dal riconoscimento delle reciproche implicazioni delle due sfere di vita: famiglia e lavoro”. L’ultima parte della riflessione del Patriarca di Venezia è stata poi dedicata ad un importante interrogativo: a quale famiglia si fa riferimento? “L’aggettivo ‘famigliare’- ha aggiunto il cardinal Scola - deve essere sempre riferito ad un nucleo di coniugi, anche separati, con i propri figli. Solo così - ha continuato - appare chiaro il duplice intreccio tra sessi e generazioni che costituisce l’autentica famiglia. Quindi una valorizzazione dell’istituto matrimoniale è imprescindibile se si vuol perseguire il bene della famiglia quale cellula costitutiva della società”. Certo è che la stessa famiglia “non può pretendere di essere la risposta esauriente e definitiva alla domanda di salvezza che abita il cuore degli uomini”. Promuovendo la famiglia fondata sul matrimonio indissolubile tra l’uomo e la donna e aperta alla vita, ha aggiunto il cardinale Scola, umilmente la Chiesa continua a perseguire il mandato del Suo fondatore. “Il Vangelo della famiglia e della vita - ha concluso - è infatti il cuore del Vangelo del Dio incarnato”.(B.C.)

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    Emergenza umanitaria in Somalia: allarme del PAM

    ◊   Dilaniata da una terribile guerra civile che ha provocato migliaia di morti e centinaia di migliaia di profughi, oggi la Somalia si trova di fronte a "un drammatico bivio". L'allarme arriva dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam), che ha sottolineato come i continui attacchi dei gruppi armati agli operatori umanitari e i pericoli per le navi che trasportano gli aiuti alimentari stiano mettendo a serio rischio le vite di milioni di civili bisognosi di urgente assistenza alimentare. Lo riferisce l’Osservatore Romano. "Se nei prossimi mesi non verranno incrementati gli aiuti alimentari e altri generi di assistenza umanitaria", ha dichiarato Peter Goossens, direttore del Pam in Somalia nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Londra, "alcune zone del Paese potrebbero facilmente trovarsi nella morsa di un disastro simile a quello sofferto durante la carestia del 1992-1993, quando morirono decine di migliaia di persone". Le condizioni di insicurezza, la siccità e successivi raccolti falliti o estremamente ridotti "stanno aggravando la sofferenza di milioni di somali", ha insistito il funzionario delle Nazioni Unite, "spingendone centinaia di migliaia nella povertà estrema". La situazione è aggravata dalla debolezza dello scellino somalo rispetto al dollaro, in un contesto già segnato dall'aumento dei prezzi di cibo e petrolio. Goossens ha sottolineato con forza come le peggiorate condizioni di sicurezza stiano complicando seriamente le consegne di cibo via terra e via mare. Il Pam ha già lanciato un appello ai Governi affinché forniscano scorte navali per proteggere le navi cariche di cibo dagli attacchi dei pirati. Goossens ha spiegato che le scorte navali - fornite da Francia, Danimarca e Olanda, negli ultimi otto mesi - si sono dimostrate fondamentali. Da giugno, l'agenzia Onu non ha ricevuto altre offerte di scorte navali a partire, ma il novanta per cento del cibo che distribuisce in Somalia arriva via mare. Inoltre, l'ondata di uccisioni e rapimenti di personale delle Nazioni Unite e di organizzazioni non governative avvenuti negli ultimi mesi minacciano di sabotare la risposta all'emergenza. L'Onu stima che il numero complessivo delle persone che hanno bisogno di assistenza alimentare raggiungerà molto presto i tre milioni e mezzo entro dicembre. Il Pam deve quindi raddoppiare il numero di persone che sfama, passando da un milione al mese a 2,4 milioni entro dicembre. All'agenzia, che sta acquistando in Sudafrica il cibo per la Somalia, mancano 210 milioni di dollari necessari fino a marzo 2009.


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    Lo Zimbabwe emette una banconota da 100 miliardi di dollari locali

    ◊   La Banca centrale dello Zimbabwe metterà in circolazione una nuova banconota da 100 miliardi di dollari locali che vale appena un dollaro USA. I nuovi tagli, a undici zeri, saranno disponibili da domani per "agevolare i consumatori nei loro acquisti", spiega una nota ufficiale. Attualmente, i cittadini sono costretti a usare centinaia di monete e banconote anche per comprare il pane o il latte. Tuttavia la nuova banconota non basterà a comprare un filone di pane, il cui costo si aggira attorno ai 120 miliardi di dollari locali. Il tasso di inflazione annuo in Zimbabwe, il più alto del mondo, ha battuto un nuovo record, attestandosi ora a 2,2 milioni per cento. La riforma agraria, voluta dal governo, con la ridistribuzione indiscriminata delle terre, ha portato ad un crollo della produzione agricola provocando una crisi economica senza precedenti. Il disastro economico s'inserisce nella crisi politica in corso, con il ballottaggio presidenziale del giugno scorso che, nonostante le proteste dell’opposizione e della comunità internazionale per le palesi irregolarità, ha riconfermato alla massima carica dello Stato l’uomo forte del Paese, Mugabe, da 28 anni al potere. Prosegue intanto la mediazione del presidente sudafricano Thabo Mbeki per risolvere la crisi. (S.C.)



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    Rapporto ONU: nei Paesi meno sviluppati cresce l’economia ma non diminuisce la povertà

    ◊   E’ un paradosso quello dei Paesi meno sviluppati che, in base ad un rapporto dell’ONU riferito agli anni 2005-2006, sviluppano un’economia che cresce più della media globale ma di contro il livello di povertà non accenna a diminuire. I Paesi, come riporta l’agenzia MISNA, sono duramente colpiti dall’impennata dei prezzi dei generi alimentari di base e dei derivati petroliferi. Negli anni presi in esame, il documento evidenzia che il prodotto interno lordo di questi 50 Paesi – tra i quali 34 africani e 9 asiatici - è cresciuto in media di oltre il 7 per cento ma si tratterebbe però di “realtà esposte a rischi gravissimi” perché, secondo le Nazioni Unite, sono caratterizzate “da bassi livelli di investimento e mobilitazione delle risorse interne” da “uno sviluppo molto debole delle industrie manifatturiere” da “un’alta dipendenza nel settore dei servizi e un insufficiente miglioramento delle capacità di esportazione”. Le stime citate riferiscono di un rapido aumento della popolazione nelle zone più depresse della Terra dove 581 milioni di persone su un totale di 767 vivono con l’equivalente di meno di due dollari al giorno. In tal caso è decisivo il peso delle importazioni di generi alimentari e derivati degli idrocarburi, i cui prezzi squilibrano le bilance commerciali. Più colpite le famiglie povere “che – sottolinea il documento ONU - spendono nell’acquisto di cibo tra il 50 e l’80 per cento dei loro guadagni”. (B.C)

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    Grande partecipazione in America Latina alla GMG di Sydney

    ◊   Dal Messico al Cile, nelle grandi città ma anche in quelle piccole, nelle piazze e nelle chiese, nei campus universitari o nei campi sportivi, i giovani latinoamericani hanno accompagnato “virtualmente” il grande momento conclusivo della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney. La Santa Messa presieduta dal Papa, la sua omelia, l’Angelus e l’annuncio della scelta di Madrid quale sede della GMG 2011 sono stati seguiti attraverso collegamenti televisivi con gli inviati in Australia. In molte di queste trasmissioni, giovani latinoamericani pellegrini a Sydney hanno raccontato ai loro conterranei l’esperienza di fede vissuta in questi giorni a migliaia di chilometri di distanza. Alcuni di loro - cileni, boliviani, messicani, argentini e brasiliani - hanno raccontato di aver potuto salutare il Santo Padre e, in alcuni casi, di avergli offerto i doni portati dai loro Paesi. In molti di questi luoghi, la notte scorsa, come a Sydney, l’annuncio della Spagna come sede per ospitare la XXIV GMG è stato accolto da prolungati applausi e festeggiamenti anche perché, per i latinoamericani, questa volta sarà più facile raggiungere la sede dell’incontro. (B.C.)

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    Domani a Sydney l'Incontro internazionale agostiniano per i giovani

    ◊   Inizia domani a Collaroy (Sydney) il nono Incontro internazionale agostiniano per i giovani, sul tema “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune” (At 2,44). L’appuntamento “prolunga” la riflessione della GMG invitando i giovani a testimoniare il Signore Risorto con la forza dello Spirito attraverso la ricchezza della vita comunitaria; viene posta in particolare rilievo la concezione agostiniana di “comunità” nei suoi diversi elementi: preghiera, giustizia sociale, diversità, unità.

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    Anno Paolino: nuovo slancio missionario nella comunità cattolica cinese

    ◊   Tutte le comunità cattoliche cinesi stanno vivendo intensamente l’Anno Paolino in comunione con il Papa e con la Chiesa Universale. Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, l’Anno Paolino indetto da Benedetto XVI sta permeando la vita dei cattolici cinesi e delle comunità. Nonostante i disastri naturali subiti nei mesi scorsi, l’ondata di gelo ed il tremendo terremoto, le parrocchie della diocesi di Gui Yang stanno vivendo attivamente l’Anno Paolino. Oltre alle consuete attività che scandiscono la vita parrocchiale, è stata aggiunta, ogni giovedì, la condivisione della Sacra Scrittura con un occhio particolare alle Lettere di San Paolo. Mons. Li Jing, vescovo di Ningsia, ha sottolineato come sia necessario “incidere questa frase di San Paolo nella nostra testa, per sempre: ‘guai a me, se non evangelizzassi’! Si deve approfittare al massimo dell’Anno Paolino – ha aggiunto - per rilanciare l’evangelizzazione in tutti i campi. Ognuno di noi è un missionario”. La parrocchia di Xiao Dian della diocesi di Tai Yuan, ha celebrato il VI° Congresso dell’evangelizzazione all’apertura dell’Anno Paolino, sul tema della missione di Gesù. I partecipanti hanno condiviso ed individuato l’urgenza e la necessità della missione, quindi hanno lanciato un nuovo e forte appello all’evangelizzazione perché “tutti imitino San Paolo nell'esercizio del proprio dovere cristiano”. (A.L.)

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    L’UE propone una scuola per la formazione di volontari di Protezione civile

    ◊   Si svolgerà dal 29 al 31 luglio in Francia, ad Aix-en-Provence, il seminario promosso dall’UE dal titolo “Scambi di esperienze e prospettive su formazione, equipaggiamento e assistenza mutua europea”, dal quale potrebbe prendere vita l’istituzione di un collegio europeo per la formazione di addetti e volontari di Protezione civile dell’Unione. Un meccanismo europeo di Protezione civile fu creato già nel 2001 e rafforzato nel 2007 con lo stanziamento di un budget dedicato pari a 25 milioni di euro l’anno, ma “il numero crescente di catastrofi negli ultimi anni ha fatto insorgere nuovi bisogni per quanto riguarda la Protezione civile”, si legge in una nota del Consiglio UE riportata dal SIR. Rafforzare la Protezione civile a tutela dei cittadini e del patrimonio sia pubblico che privato è diventato, quindi, una necessità impellente. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Bombe dell'ETA in Spagna: non si segnalano vittime

    ◊   In Spagna torna a colpire l’ETA che ha rivendicato le esplosioni di alcuni ordigni: due a Laredo, nella Cantabria, nel nord del Paese; l’altro nella città di Noja. Prima delle deflagrazioni, i separatisti baschi avevano telefonato alle forze dell'ordine per avvertire della presenza di quattro ordigni pronti a saltare in aria. Fortunatamente in tutti i casi non ci sono notizie di vittime. L'ETA lotta da decenni per l'indipendenza della regione basca. Il gruppo, inserito tra le organizzazioni terroristiche da Spagna, Stati Uniti e Unione Europea, ha ucciso oltre 800 persone dal 1968. Oltre 750 membri dell'ETA sono stati arrestati dal 2000.

    Medio Oriente-Iraq-Gran Bretagna
    Un appello per la liberazione degli ostaggi britannici in Iraq è stato lanciato oggi dal premier Gordon Brown in visita in Medio Oriente. Una richiesta che arriva dopo la consegna al Sunday Times di un video nel quale i rapitori dei cinque cittadini britannici, sequestrati a Baghdad nel maggio 2007, mostrano il suicidio di uno degli ostaggi. Un filmato definito “ripugnante” dal ministero degli Esteri di Londra, per il quale però non esistono “prove immediate” a conferma della morte di uno dei rapiti. Nella sua visita di due giorni in Israele e nei Territori, il premier britannico è stato ricevuto dal presidente israeliano Shimon Peres, previsti colloqui anche con il premier Olmert e il presidente dell’ANP Abu Mazen. Per Brown si tratta della prima visita da quando è diventato capo del governo britannico nel giugno 2007 e s’inquadra negli sforzi di Londra per far avanzare il processo di pace in Medio Oriente. Domani l'inquilino di Downing Street terrà un discorso alla Knesset in occasione del sessantesimo anno di vita dello Stato ebraico.

    Afghanistan
    Ennesima ondata di violenza in Afghanistan. Le autorità locali hanno riferito della morte di 9 poliziotti afghani, avvenuta nella provincia occidentale di Farah, dopo il bombardamento della loro caserma da parte delle forze della coalizione. Quattro i civili rimasti uccisi per errore nella provincia di Paktika, nella parte orientale del Paese, dalle truppe della NATO. Intanto a Kabul si è svolto l’incontro tra il presidente afghano Karzai e il candidato democratico alla Casa Bianca Barack Obama, giunto ieri a sorpresa nel Paese asiatico. Il senatore dell’Illinois ha già visitato il contingente americano e nei prossimi giorni è atteso in Iraq, Giordania, Israele, nei Territori occupati e in Europa.
     
    Iran-nucleare
    Il governo iraniano ha parlato di “un passo in avanti” nei negoziati sul programma nucleare di Teheran che si sono chiusi ieri a Ginevra. Vi ha preso parte il gruppo dei “5+1”, composto dagli USA - che per la prima volta hanno inviato il numero tre della diplomazia americana: il sottosegretario di stato Williams Burns -, la Cina, la Russia, la Germania, la Gran Bretagna e la Francia, più una delegazione iraniana. Al termine del vertice, l’Alto rappresentante della politica estera dell’UE, Solana, ha detto di voler attendere altre due settimane per aver risposte chiare sulla sospensione del processo di arricchimento di uranio da parte di Teheran. Il capo delegazione iraniano Saeed Jalili ha precisato però che il suo Paese non intende discutere dell'eventuale congelamento dei suoi programmi atomici nelle future trattative. Intanto la Repubblica Islamica guarda anche verso il Sudamerica, il presidente ecuadoriano Rafael Correa ha annunciato che sia l’Iran che la Cina sono pronte ad investire nella grande raffineria in costruzione sul Pacifico e realizzata insieme dall’Ecuador e dal Venezuela.

    Turchia-liberazione
    Dopo più di dieci giorni di prigionia, sono stati liberati i tre alpinisti tedeschi rapiti dal PKK, Partito dei Lavoratori del Kurdistan, nella zona del monte Ararat. I tre, secondo quanto riferisce il ministero degli Esteri turco, sono in buone condizioni ma non è chiaro se ci sia stato un blitz o se i sequestratori li abbiano rilasciati volontariamente. Il PKK aveva annunciato che il rilascio non sarebbe avvenuto fino a quando Berlino non avesse definitivamente rinunciato ad azioni ostili contro il gruppo, inserito nella lista delle “organizzazioni terroristiche” dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti e dalla Turchia. Intanto c’è incertezza sulla paternità dell’azione che ha provocato ieri la morte di 4 civili in un villaggio nella parte orientale del Paese. Da stabilire se si sia trattato di un’esecuzione legata ad una faida famigliare o di un attacco condotto dal PKK.

    Grecia-elezioni
    Secondo i sondaggi, il partito Nuova Democrazia del premier Karamanlis sarebbe favorito nelle elezioni legislative di oggi nei confronti del partito socialista Pasok di Papandreou, anche se non godrebbe della maggioranza assoluta per governare. Le consultazioni sono fortemente condizionate dalla situazione economica del Paese; l’inflazione in giugno ha toccato il 4,9 per cento mentre il governo ha approvato una serie di misure per il contenimento dei prezzi, definite “inefficaci” dall’opposizione.

    Colombia-manifestazione
    Nel giorno della festa nazionale, in Colombia, migliaia di persone sono chiamate a manifestare per la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani delle FARC, le Forze Armate Rivoluzionarie colombiane. Saranno numerose le iniziative anche in altri Paesi come a Parigi dove si trova Ingrid Betancourt, la politica franco-colombiana rapita sei anni fa dai guerriglieri e rilasciata più di due settimane fa.

    Darfur-Lega Araba
    Giornata di consultazioni a Khartoum dove è atteso il segretario della Lega Araba. Amr Mussa concorderà una linea rispetto alla richiesta, avanzata al Tribunale dell'Aja, di incriminazione per il genocidio in Darfur del presidente sudanese Omar al Bashir. Intanto la stessa Lega Araba ha approvato un documento conclusivo nel quale si esprime solidarietà al capo di Stato e si riafferma il ruolo della giustizia sudanese. Inoltre nel documento si chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di seguire con attenzione la vicenda.

    Cina-inquinamento
    In vista delle prossime Olimpiadi, la Cina ha deciso diverse misure anti-inquinamento. Da oggi a Pechino è entrata in vigore la norma che prevede la circolazione a targhe alterne per oltre tre milioni di veicoli. Per ovviare ai disagi, il governo ha annunciato per i prossimi tre mesi uno speciale sconto sulle tasse per la circolazione e per la manutenzione delle strade.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 202

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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