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Sommario del 19/07/2008
"Credete nella potenza dello Spirito Santo per trasformare il mondo!". Così il Papa ai giovani durante la Veglia della GMG
◊ “Riconoscete e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita” per trasformare il mondo! Questo l’invito del Papa ai tantissimi giovani radunati all'ippodromo di Randwick a Sydney per la Veglia della 23.ma Giornata mondiale della gioventù. Benedetto XVI ha svolto una intensa catechesi sullo Spirito Santo, che – ha detto – è "la Persona dimenticata della Santissima Trinità". Tuttavia, "benché silenzioso e invisibile" e difficile da conoscere, è proprio lo Spirito ad essere "l’artefice delle opere di Dio". Il Papa ha anche ricordato che lo Spirito realizza l’unità nell’amore contro ogni tentazione di divisione e contro quelle utopie spirituali che vogliono costruire comunità perfette scavalcando le debolezze e i fallimenti umani. Ma ascoltiamo sulla Veglia il servizio del nostro inviato a Sydney Roberto Piermarini.
(Canti e applausi)
L’immenso ippodromo di Randwick come un nuovo Cenacolo. Lo spirito della Pentecoste ha aleggiato questa sera sui 200 mila giovani giunti a Sydney da ogni parte del mondo per la Giornata mondiale della gioventù. Applausi scroscianti, cori ritmati e un agitarsi frenetico di bandiere di ogni colore hanno salutato l’arrivo del Papa, accompagnato da 12 pellegrini, sul gigantesco palco rosso sormontato da una croce luminosa e il “Marjorie’s bird”, l’immagine dello Spirito Santo dipinta da un’artista aborigena.
(Inno della GMG)
Con l’inno di questa GMG cantato da un coro di 300 elementi in tutte le lingue, il suo ingresso è stato preceduto dai segni della Giornata – la croce e l’icona della Vergine. Quando una ragazza aborigena ha acceso una candela, dal fuoco del cero pasquale, simbolo di Cristo e dello Spirito Santo, 12 giovani lo hanno offerto a tutti i presenti. Improvvisamente la grande spianata si è trasformata in un cielo stellato. Quindi 7 giovani hanno invocato lo Spirito Santo per l’intercessione dei Patroni della GMG.
“In accepting the power of the Holy Spirit you too can transform…
Accogliendo la potenza dello Spirito Santo potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni. Fate sì che i doni di sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza!”.
Questa la consegna del Papa ai giovani raccolti a Randwick. Il suo discorso è stato un inno allo Spirito Santo, che dobbiamo conoscere – ha detto – se vogliamo diventare suoi testimoni . Benedetto XVI ha riaffermato che davanti ad un mondo frammentato che ha bisogno di pace e di armonia, non possiamo raggiungere l’unità e la riconciliazione mediante i nostri sforzi ma soltanto in Dio e nella Chiesa. Chi vi farà aiutare i vostri amici che non hanno un senso alla vita? ha chiesto il Papa. “Dal bimbo derelitto in un campo nel Darfur ad un adolescente turbato, ad un genitore in ansia in una qualsiasi periferia, emerge un grido che anela all’unità. Chi ci guiderà alla verità per dare testimonianza? Lo Spirito Santo che porta a compimento l’opera di Cristo. Chi è tentato di ricercare un certo appagamento fuori di Dio – ha proseguito il Papa – sta fuggendo da se stesso. “Dio è in noi nella realtà della vita e non nella fantasia. La realtà va affrontata non sfuggita. Ed è sempre lo Spirito Santo che ci attira in ciò che è vero e reale e ci riporta alla comunione con la Santissima Trinità, che è il centro della vita cristiana. Una realtà difficile da comprendere. E il Papa ha ripreso Sant’Agostino per parlare dello Spirito Santo come vincolo di unità all’interno della Santissima Trinità: unità come comunione dove il Padre e il Figlio si donano l’uno all’altro; unità come amore durevole, dove lo Spirito fa dimorare Dio in noi che è amore; ed unità come dono dove lo Spirito Santo è Dio che eternamente si dona.
“It is the Holy Spirit who brings about the wonderful communion…
E’ lo Spirito Santo a realizzare la meravigliosa comunione dei credenti in Cristo Gesù. Fedele alla sua natura di datore e insieme di dono, egli è ora all’opera mediante voi giovani. Ispirati da Sant’Agostino fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida e l’amore che si dona la vostra missione”.
La Chiesa – ha detto – deve crescere nell’unità, deve rafforzarsi nella santità, ringiovanirsi e costantemente rinnovarsi, grazie allo Spirito Santo. Dopo il discorso del Papa momenti di forte raccoglimento e preghiera con l’esposizione del Santissimo Sacramento.
Quindi rivolgendosi ai gruppi presenti, ha salutato anche i giovani italiani:
“Custodite la fiamma che lo Spirito Santo ha acceso nei vostri cuori, perché non abbia a spegnersi, ma anzi arda sempre più e diffonda luce e calore a chi incontrerete sulla vostra strada, specialmente a quanti hanno smarrito la fede e la speranza. La Vergine Maria vegli su di voi in questa notte ed ogni giorno della vostra vita”.
Benedetto XVI ha concluso il suo discorso con una frase della beata australiana Mary McKillop:
“Believe in the whisperings of God to your heart!”...
“Credi a ciò che Dio sussurra al tuo cuore!” - ha esortato il Papa citando la Beata. E ha aggiunto: "Credete in Lui! Credete alla potenza dello Spirito dell’amore”.
La notte per i giovani trascorrerà con l’Adorazione eucaristica alternata a momenti di silenzio e meditazione. Resteranno lì sotto le stelle, tra coperte e sacchi a pelo ad attendere il Papa per la Messa di domani che concluderà la Giornata mondiale della gioventù. Avranno modo di ammirare la costellazione della “Croce del sud”, visibile solo dall’emisfero australe e che da oggi darà il nome a tutta l’area di Randwick, teatro di questa nuova Pentecoste.
(Canti)
I ragazzi hanno dunque vissuto, in queste ore, l’esperienza di una nuova Pentecoste. Un avvenimento che ci viene descritto con viva emozione da Giovanni Piccolo, giovane neocatecumenale italo-australiano, raggiunto telefonicamente all’ippodromo di Randwick da Alessandro Gisotti:
R. – Vedere tutta la folla dei giovani che cantavano, ballavano, che annunciavano la Parola del Signore è stato commovente, è stato bellissimo! Non me lo sarei mai aspettato di vedere una partecipazione del genere qui a Sydney, in Australia. Poi questa vicinanza col Papa, questo amore che ha per i giovani mi commuove sempre e anche questa fratellanza con i ragazzi, qui, è bellissima. Questa GMG è un segno dell’amore che Dio ha per me nella mia vita, che mi dona sempre qualcosa di più bello, sempre più bello!
D. – Il tema della GMG è lo Spirito Santo: quale forza potrà dare lo Spirito Santo ai giovani?
R. – Io spero la forza che ci spinga a partecipare alla missione, non solo a credere ma a vivere questa fede come una missione, non nel senso di convincere l’altro ma di vivere la fede nella vita, essere un segno per il mondo, per le nuove generazioni.
D. – Che cosa porterai ai ragazzi che non sono stati alla GMG e che magari sono lontani dalla Chiesa?
R. – Gli porterò una gioia inimmaginabile, una freschezza, una possibilità di un nuovo cristianesimo dove veramente si può vivere questa vicinanza al Signore nella vita quotidiana di tutti i giorni!
E questo entusiasmo, questa gioia radicata nella fede ha pervaso anche i vescovi che hanno accompagnato i giovani a Sydney. Ecco la testimonianza di mons. Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, raccolta da Alessandro Gisotti:
R. – Stamattina ho fatto con loro un pezzo di pellegrinaggio che li portava dalle loro postazioni fino a Randwick. E’ stata un’emozione straordinaria, di immersione proprio nel cuore, nella vita di questi ragazzi, che cantavano, pregavano con una forza interiore, perché non si cammina per chilometri e chilometri in quel modo senza una motivazione forte. E’ stata un’esperienza straordinaria che in qualche modo mi ha investito e ha fatto diventare giovane anche me che sono abbastanza vecchio!
D .– Mons. Mazza, la gioia, l’entusiasmo, lo vediamo anche attraverso le immagini, ma che spazi hanno la meditazione, la preghiera, la riflessione in questi giorni a Sydney?
R. – Ho visto i ragazzi estremamente attenti, certamente non tutti, perché non bisogna mai esagerare, ma la grande maggioranza ascolta le catechesi; le domande che facevano rispondevano a quanto si era detto, quindi, c’era una coerenza tra l’ascolto e la parola. Vuol dire che avevano ascoltato bene e questo mi pare un evento di grande rilevanza spirituale che potrebbe durare nel tempo. Sono stato insieme con loro, gli ho rivolto delle domande, ho cercato di capire. La percezione era proprio di sentirsi in qualche modo colti nel profondo del proprio io.
D. – Cosa secondo lei i giovani e i loro pastori, come lei, si porteranno a casa di questa esperienza di Sydney?
R. – Credo che l’incontro con il Santo Padre rimanga fondamentale. Come abbiamo visto l’altro giorno, quando è stato accolto a Barangaroo, i ragazzi si sentono attirati da questa figura che sembra così lontana eppure così vicina a loro. Quindi, l’incontro con il Santo Padre - certamente un incontro più simbolico che reale, effettivo, fisico - in qualche modo li pervade e le parole che dice, anche se apparentemente sembrano volare un po’ alto, di fatto colgono l’anima dei ragazzi, ciò di cui i ragazzi hanno bisogno.
D. – Il Papa fin dall’inizio del Pontificato, lo dimostra anche in questa GMG, non sottovaluta i giovani…
R. – Assolutamente no. Lui è molto pensoso, proprio per il suo carisma porta non a una facile euforia delle cose, anche se non è assente dal Papa la gioia. Manifesta sempre un volto molto sorridente, ma è un volto che porta alla riflessione, porta alla pacatezza, all’interno della persona, all’interiorità.
Il Papa contro la "vergogna" della pedofilia nella Chiesa: sono addolorato per le sofferenze delle vittime. L'esortazione ai seminaristi e ai novizi: combattete l'indifferenza verso Dio con la santità della vostra vita
◊ Una condanna dura e senza appello per la pedofilia che si annida nel clero, “vergogna” della Chiesa. E un nuovo invito a non ridurre Dio a una “devozione personale” lontana dalla sfera pubblica: tentazione dalla quale non sono immuni nemmeno i sacerdoti e i consacrati. Il sabato di Sydney è cominciato così per Benedetto XVI: con una Messa concelebrata in Cattedrale assieme al clero australiano - ma soprattutto con il futuro di questa Chiesa, i seminaristi, i novizi e le novizie - e con un nuovo atto di solidarietà del Papa verso le vittime degli abusi sessuali commessi da sacerdoti nel Paese. La cronaca della celebrazione nel servizio di Alessandro De Carolis:
"Indeed, I am deeply sorry for the pain and suffering…
Davvero, sono profondamente dispiaciuto per il dolore e la sofferenza sopportate dalle vittime e assicuro loro, che come loro Pastore, condivido la loro sofferenza".
C’è commozione nelle parole del Papa quando, aprendo una parentesi in un’omelia tutta dedicata al dover essere di un’anima che si dona a Dio, il discorso scivola per un non evitabile contrasto sulla più abietta delle derive che un consacrato possa imboccare: quella della violenza sessuale sui più innocenti, i bambini. E quella commozione - un sussulto spontaneo, non previsto dal discorso ufficiale - nei riguardi di chi ha subito la violenza in prima persona o per immediato riflesso - i genitori - diventa indignazione poco prima e poco dopo, senza sconti, quando Benedetto XVI usa termini come “vergogna”, “misfatti”, “giustizia”:
“Here I would like to pause to acknowledge the shame…
Desidero qui fare una pausa per riconoscere la vergogna che tutti abbiamo sentito a seguito degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni sacerdoti o religiosi in questa Nazione (...) Questi misfatti, che costituiscono un così grave tradimento della fiducia, devono essere condannati in modo inequivocabile. Essi hanno causato grande dolore ed hanno danneggiato la testimonianza della Chiesa. Chiedo a tutti voi di sostenere e assistere i vostri Vescovi e di collaborare con loro per combattere questo male. Le vittime devono ricevere compassione e cura e i responsabili di questi mali devono essere portati davanti alla giustizia".
(canto)
Davanti ai 65 vescovi presenti nella Cattedrale di Sydney, davanti ai novizi e alle novizie degli istituti religiosi, davanti a seminaristi australiani, Benedetto XVI aveva cominciato la celebrazione con il rito di dedicazione del nuovo altare. Nell’odierna liturgia, ha osservato, “la Chiesa ci rammenta che, come questo altare, anche noi siamo stati consacrati, messi ‘a parte’ per il servizio di Dio e l’edificazione del suo Regno”:
“All too often, however, we find ourselves immersed in a world…
Troppo spesso, tuttavia, ci ritroviamo immersi in un mondo che vorrebbe mettere Dio ‘da parte’. Nel nome della libertà ed autonomia umane, il nome di Dio viene oltrepassato in silenzio, la religione è ridotta a devozione personale e la fede viene scansata nella pubblica piazza. Talvolta una simile mentalità, così totalmente opposta all’essenza del Vangelo, può persino offuscare la nostra stessa comprensione della Chiesa e della sua missione”.
Anche noi, ha insistito il Papa con realismo, “possiamo essere tentati di ridurre la vita di fede ad una questione di semplice sentimento, indebolendo così il suo potere di ispirare una visione coerente del mondo ed un dialogo rigoroso con le molte altre visioni che gareggiano per conquistarsi le menti e i cuori dei nostri contemporanei”. Ma la storia, inclusa quella del nostro tempo - ha proseguito Benedetto XVI - “ci dimostra che la questione di Dio non può mai essere messa a tacere, come pure che l’indifferenza alla dimensione religiosa dell’esistenza umana in ultima analisi diminuisce e tradisce l’uomo stesso”. Laddove “l’uomo viene sminuito, è il mondo che ci attornia ad essere sminuito”. Viceversa, ha affermato, è solo in Gesù, Parola incarnata, che “giungiamo a comprendere la grandezza della nostra stessa umanità”.
Benedetto XVI ha raccomandato, specialmente ai seminaristi, alle novizie e ai novizi, di vivere la disciplina che esige la propria formazione “con sincerità e in maniera profonda”, mettendo al centro della vita di ogni giorno la celebrazione dell’Eucaristia:
“Never forget that celibacy for the sake of the Kingdom means…
Non dimenticate mai che la castità per il Regno significa abbracciare una vita dedicata completamente all’amore, un amore che vi rende capaci di dedicare voi stessi senza riserve al servizio di Dio per essere pienamente presenti ai fratelli e alle sorelle, specialmente a quanti sono nel bisogno. I tesori più grandi che condividete con altri giovani – il vostro idealismo, la generosità, il tempo e le energie – sono questi i veri sacrifici che deponete sull’altare del Signore. Possiate sempre tenere in gran conto questo stupendo carisma che Dio vi ha dato per la sua gloria e per l’edificazione della Chiesa!”.
(canto)
Prima della veglia, il saluto del Papa ai numerosi presuli e sacerdoti, tra cui il cardinale Bede Clancy, ospiti di una casa di riposo a Randwick
◊ Nella serrata agenda dei suoi appuntamenti, Benedetto XVI ha voluto trovare spazio per recarsi in visita ad una casa di riposo di Sydney, la St Josephs Home - che sorge a Randwick, nella zona dell'ippodromo dove sono radunati i giovani della GMG - per portare un saluto ai diversi sacerdoti e presuli ospiti della struttura, gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri. Poco prima di dare inizio alla Veglia, dunque, il Papa ha reso visita all'84.enne cardinale Edward Bede Clancy, arcivescovo emerito di Sydney. E un saluto Benedetto XVI lo ha rivolto anche ai vescovi emeriti William Brennan e William Murray, nonché a numerosi sacerdoti presenti nella residenza.
Nel corso della visita, durata circa 20 minuti, il Papa ha potuto inoltre incontrare Rosemarie Goldie, 92 anni, di Sydney, ex sottosegretaria del Pontificio Consiglio per i Laici, la prima donna a ricoprire un ruolo così di rilievo in Vaticano.
La Via Crucis di Sydney: intervista con il giovane attore che ha impersonato Gesù
◊ Surreale silenzio e intenso raccoglimento hanno accompagnato la Via Crucis della Giornata Mondiale della Gioventù, che ha avuto ieri per teatro il centro storico di Sydney. Un gigantesco spazio teatrale all'aperto per un cast di 100 interpreti, sotto la direzione artistica di padre Franco Cavarra, ex regista di opere liriche. Molti maxischermi in vari punti di Sydney e poi oltre 200 mila pellegrini raccolti in sei località attorno alla baia di Sydney per assistere alle 13 stazioni della Via Dolorosa che sono state trasmesse in diretta Tv mondiale con un’audience di almeno 500 milioni di persone. Ma ascoltiamo dalla voce di chi ha interpretato il ruolo di Cristo, il 27/enne italo-australiano Alfio Stuto, che cosa abbia significato questa esperienza. L’intervista è del nostro inviato a Sidney, Sean Lovett:
R. – What I was doing is basicly…
Quello che ho fatto è stato fondamentalmente riflettere sulla mia vita e sulle emozioni che stavo vivendo, perché quello che vivo mi influenza. Quindi, per esempio, quando sono stato trascinato verso la Croce sulla rampa, la mia visione allora era quella della morte ed ero spaventato. Certamente, realisticamente, l’emozione prende il sopravvento e diventi vulnerabile, perché vedi i soldati nei loro occhi, e ti senti intimidito. E’ un processo in cui ognuno si apre all’altro e mette la propria emozione, che gli appartiene nella vita, in relazione con l’opera di Dio: la fede, la storia e così via.
D. – Cosa volevi che arrivasse alla gente di questo?
R. – A connection, a spiritual connection…
Una connessione, una connessione spirituale con la storia di Cristo, essere toccati dall’amore di Gesù e dalla ragione per cui ha fatto questo. C’è così tanto amore. E’ così per tutti quelli che credono che Gesù sia il figlio di Dio. E chiaramente quelli che credono, che hanno i valori cristiani, i credenti possono avvicinarsi a Dio, possono davvero risvegliarsi. Quindi, tutto questo è stato proprio un modo di avvicinarsi a Dio, di capire lo spirito e tutto il resto. E’ stato fatto per tutti.
D. – Mi hai detto di essere stato commosso dal fatto che la gente era fortemente coinvolta. Hai visto delle persone piangere...
R. – Definetely. My heart’s...
Certamente. L’emozione del mio cuore era per il fatto che Dio stava parlando ad ogni persona come individuo, che non sarebbe stato solo un rito. Pregavo perché fosse un fatto intimo. Poi, quando la gente è arrivata, hanno parlato di interazione e, da come è andata, penso sia accaduto proprio così. E quindi non possiamo chiedere di più, come credenti e come attori.
D. – Cosa succederà dopo la GMG. Passando per la città ho visto che hanno già tolto alcuni maxischermi. Cosa avverrà della gioia di questi giorni?
R. – Grab on …
Ci aggrappiamo a quella gioia, perché gli schermi non ci sono più, ma lo Spirito è ancora lì.
A Roma, in concomitanza con la Veglia di Sydney, un incontro di preghiera nella Basilica Lateranense: la testimonianza del cardinale vicario, Agostino Vallini
◊ Dopo la Via Crucis di venerdì e la grande Veglia di oggi, i giovani si ritroveranno con il Papa, domani mattina alle ore 10 di Sydney (le 2 di Roma), sempre all’ippodromo di Randwick per la Messa conclusiva della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. La celebrazione sarà seguita in radiocronaca diretta dalla nostra emittente. Intanto, la GMG viene vissuta intensamente, con diverse iniziative, anche lontano da Sydney. Stamani, in concomitanza con la Veglia in terra australiana, si è svolto nella Basilica Lateranense un incontro di preghiera dei giovani della diocesi di Roma e delle altre diocesi del Lazio. La Messa è stata celebrata dal cardinale vicario Agostino Vallini, che, intervistato da Luca Collodi, racconta le reazioni dei giovani romani:
R. – E’ stata una bella esperienza perché ho sentito il desiderio di questi giovani di un’intensa preghiera. E’ stata una forte esperienza di fede e ho cercato nella omelia della Messa di favorire, di offrire elementi, perché questa preghiera diventasse più intensa e ho detto che eravamo proprio in questo cenacolo del mondo insieme con il Santo Padre che dall’altra parte della terra era lì con queste rappresentanze del mondo intero. Noi ci sentivamo uniti a loro.
D. – Cardinale Vallini, più volte in questi giorni il Papa da Sydney ha invitato i giovani a non buttare via la propria vita, a non trovare scorciatoie. Qual è oggi secondo lei il senso religioso dei giovani?
R. – A me pare che c’è un senso di ricerca. E’ la ragione della vita di questi giovani. Vivono in un contesto pluralistico con mille messaggi, con tante speranze ma anche tante illusioni. E’ come se per molti giovani non si fosse trovato il punto di partenza per dare risposte definitive, stabili, chiare alla propria vita, ma con un grande desiderio di farlo. Questo della Giornata Mondiale della Gioventù è certamente un momento forte di proposta per quelli che partecipano ma anche per quelli che non partecipano e che sono attenti a questi fenomeni mondiali della comunità ecclesiale.
D. – Una Giornata Mondiale della Gioventù è sempre un momento molto forte sia spiritualmente che umanamente. Tornati a casa si rientra nella quotidianità, i giovani quando tornano sono un po’ distratti…
R. – E’ un po’ vero per tutti noi, ma soprattutto forse per i giovani. Certo dipende dalle circostanze se un giovane è inserito in una esperienza positiva in una comunità ecclesiale, certo può avere occasioni propizie per poter continuare un discorso. Io ho visto dei giovani che dopo aver partecipato a una delle Giornate mondiali, poi hanno fatto delle scelte coraggiose, hanno rivisitato tutta la loro vita, si sono messi a leggere il Vangelo, hanno chiesto aiuto, hanno fatto quel passaggio consapevole verso una fede adulta e motivata che poteva giustificare una scelta di vita anche molto impegnativa. Ci sono poi tante persone che hanno ricevuto dei frutti e poi si sono comportati da cittadini e da cristiani impegnati nel sociale, nella vita civile, il che è molto positivo. Certo dipende dal dopo, che cosa si potrà offrire, come aiutarli, perché la proposta forte che viene dal Santo Padre e viene dalle diverse esperienze legate alla Giornata Mondiale della Gioventù, possa avere continuità.
D. – Eminenza, un pensiero a quanti giovani e adulti sono rimasti a Roma, diocesi del Papa e vivono da qua la Giornata Mondiale della Gioventù?
R. – Mi sentirei di raccogliere il brano di Ezechiele che è stato proposto e proclamato stamattina nella Messa della Basilica di San Giovanni. Molte persone oggi, purtroppo, il più delle volte senza loro colpa, vivono come “outsider”, deluse, amareggiate, senza speranze, senza futuro. La grande sfida è di aiutare tutti a scoprire che c’è il Signore che ama e che dona il suo Spirito capace di far rivivere.
Fede e mondo nuovo: l'editoriale di padre Lombardi sulla GMG di Sydney
◊ Il libro del Vangelo viene portato solennemente all'altare su una canoa, per ricordare che la fede cristiana e' giunta alle isole del Pacifico portata dai missionari su fragili imbarcazioni. Quanto coraggio, quanta fede hanno fatto nascere la Chiesa su queste coste così lontane dal centro dell'antico mondo mediterraneo!
Sotto il cielo della Croce del Sud, lungo le rive della splendida baia di Sydney, si capisce di assistere alla nascita di un mondo nuovo, ancora poco popolato, ma di potenzialità immense. Qui la Giornata Mondiale della Gioventù dice che la fede, ovunque venga piantata, è viva e vitale: una forza di futuro, un’offerta di speranza.
Il Papa ricorda ai giovani che viviamo in un mondo ferito, dove la creazione e soprattutto le persone umane soffrono violenza, e bisogna quindi impegnarsi per riconciliarle e rinnovarle. Essere creature nuove per collaborare alla nuova creazione.
La grande città di Sydney guarda con stupore e simpatia il fiume festoso dei giovani di tutto il mondo che la invade e la percorre. L'attenzione dei media, prima ossessivamente concentrata sul tema degli abusi sessuali, si allarga davanti all'evidenza di una realtà positiva, non omogenea ai criteri correnti del mondo secolarizzato. La fede, appunto, con la sua testimonianza di gioia che non invecchia.
"Se vuoi rimanere giovane, cerca Cristo", ci ha ricordato il Papa con Sant'Agostino. Dall'Australia questo messaggio ritorna oggi verso ogni parte del mondo.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Il discorso di Benedetto XVI durante la veglia con i giovani nell'ippodromo di Randwick per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney
L'omelia pronunciata dal Papa durante la Messa celebrata nella cattedrale di Saint Mary, sabato 19 luglio, alla quale hanno assistito vescovi, seminaristi, novizi e novizie australiani
Un editoriale a firma del direttore de "L'Osservatore Romano", Giovanni Maria Vian, dal titolo "Sotto le stelle della Croce del Sud"
Servizi dall'Australia dell'inviato Gianluca Biccini
Nell'informazione internazionale, in primo piano la questione del nucleare iraniano: nuovo incontro a Ginevra tra l'Alto responsabile della Politica estera e di Sicurezza comune dell'Unione Europea, Javier Solana, e il capo dei negoziatori di Teheran, Said Jalili
Pubblicazione di stralci della "lecture" del Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, alla Banca centrale irlandese
Un articolo di Marta Lago sulla Dichiarazione di Madrid a conclusione del vertice interreligioso e interculturale che si è tenuto nella capitale spagnola.
Appello della mamma di un uomo in coma da 13 anni al papà di Eluana Englaro
◊ Domani i sacerdoti delle parrocchie di Roma inviteranno durante la Santa Messa i fedeli ad “invocare il Signore perchè illumini le coscienze sul valore intangibile di ogni vita umana”. Nelle intenzioni di preghiera, proposte dall’Ufficio Liturgico della diocesi, si inviterà a ricordare, soprattutto, la vita nelle situazioni estreme di sofferenza e di dolore, come nel caso di Eluana Englaro, da 16 anni in stato vegetativo. Un nuovo e accorato appello si aggiunge, intanto, a quelli lanciati in questi giorni in difesa della vita di Eluana dopo la recente sentenza della Corte di appello di Milano che ha autorizzato il padre della giovane all’interruzione del trattamento di alimentazione: è quello della signora Mariella Meneghetti, madre di Luca Taverna, in coma da 13 anni in seguito ad un incidente stradale. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, l’appello rivolto dalla mamma di Luca al papà di Eluana:
R. – Non faccio critiche nei suoi confronti, mi sento però di dirgli che non si può sospendere la vita di una persona. Ci vogliono sempre speranza e fede, anche se a volte la speranza non c’è. L’appello che voglio fare, rispettando il suo pensiero, rispettando la volontà della figlia, anche se la figlia effettivamente diceva che non voleva rimanere in quelle condizioni, è di non sospendere la vita di Eluana. E’ vero che ci sono persone che non hanno una vita serena, né loro, né i loro familiari, però non si può togliere la vita donata da Dio.
D. – Dopo questo suo appello, ci uniamo a lei, aggiungendo che non si può prescindere da una profonda comprensione per il dolore di un papà che vede sua figlia in uno stato vegetativo da 16 anni. Io le chiedo, anche alla luce dell’esperienza di Luca, se si può scorgere anche in una situazione così drammatica la forza della vita e dell’amore, una forza che può far andare avanti…
R. – Sì, io lotto per lui. Anche lui sta lottando per la vita perchè ha avuto tanti problemi, tante cose gravi; però, grazie a Dio, si è sempre ripreso. Non riesce né a muoversi né a comunicare. A volte, comunica sorridendo; quando mi sente sorride e per me è già tanto. Dopo 13 anni vedo che mi sorride ed una piccola speranza ce l’ho sempre. Non ho la speranza che torni com’era prima, ma almeno che mi riconosca. Per me è già tanto averlo ancora con me. Sto lottando perchè mio figlio viva, non per farlo morire.
D. – Quindi, suo figlio Luca, quando la vede, si emoziona, sorride… Come gli racconta il mondo che oggi lui non può vedere?
R. – Io gli racconto tutto, quello che sta succedendo intorno a lui, dei nipotini che non ha conosciuto. Lui non vede, non può muoversi, però sentendo la mia voce sorride. Magari non capirà tutto quello che gli dico, però penso che mi riesca a sentire.
D. – E’ difficile capire come una persona possa avere il diritto di decidere di far morire chi non può rispondere. Perchè, secondo lei, l’eutanasia è una strada che non deve essere mai percorsa?
R. – Il mio pensiero è che non si può togliere la vita a una persona. La vita non è nostra: Dio ce la dona e non possiamo noi decidere di interromperla. Anche se ci sono situazioni gravi, un filo di speranza ci deve essere sempre.
D. – In storie drammatiche, come quelle di suo figlio Luca, si intrecciano dolore e amore. Come rendere l’amore più forte di qualsiasi dolore e come far vincere la vita?
R. – L’amore per un figlio è grandissimo: anche se c’è del dolore nelle situazioni come la mia, c'è anche la volontà di fare qualcosa, di aiutarlo. Anche se è impossibile in questo caso, però c'è la voglia di aiutarlo, standogli vicino e amandolo, di volergli un bene al di sopra di tutto: penso più a lui che a me stessa, quello che faccio, lo faccio per lui. Ho altri figli: loro sono sani, hanno le loro famiglie, il loro lavoro. Luca invece non ha niente, ci sono solo io: per lui nutro un amore diverso.
Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
◊ In questa 16.ma Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù racconta una parabola sul regno dei cieli paragonandolo a un campo in cui crescono il grano e la zizzania. A quanti chiedono di estirpare la zizzania, il padrone del campo risponde che occorre attendere la mietitura: raccogliendo subito la zizzania si rischierebbe infatti di sradicare anche il grano. Gesù quindi spiega:
“La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo … Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!”
Sul significato di questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
(musica)
Con la parabola della zizzania il Signore ci offre una rivelazione (1) sull'origine del male, (2) sulla condotta da tenersi nei suoi riguardi e (3) sulla sua fine.
Il cattivo seme, e la mala pianta che da esso si sviluppa, provengono dal «nemico» che è il diavolo. Esso è seminato di notte, quando «tutti dormono». Il male infatti non si può proporre alla luce del giorno, cioè, per quel che è, altrimenti nessuno lo sceglierebbe.
Occulta è l'azione, occulto è il seminatore («venne ...e se ne andò»), occulta è la natura effettiva di quel che viene seminato (la zizzania, che noi latini chiamiamo 'loglio', ha uno stelo e una foglia quasi identici a quelli del grano e solo alla maturazione del seme nero se ne distingue la specie).
La zizzania, come tutto ciò che è seminato dal «nemico», è inutile e la sua semina insensata. Essa assume rilievo solo quale disturbo al buon seme. Così è del male in relazione al bene e del falso in riferimento al vero.
Altra caratteristica fondamentale: il grano è grano fin dall'inizio e la zizzania è zizzania. Non c'è un grano che diventi zizzania o viceversa. Anche quando la differenza risulta invisibile, essa però, nella realtà, è presente, e quel che si manifesta alla fine, è proprio quel che era già così dal principio. Il Giudizio non fa che confermare l'origine. Così sarà per tutti i nostri atti.
(musica)
La GMG di Sydney vissuta dai giovani nel mondo
◊ Gli echi della GMG di Sydney si riverberano e si riflettono nel mondo anche attraverso molteplici iniziative promosse al di fuori dell'Australia: nel sud della Repubblica Ceca, a Velehrad, migliaia di giovani che non hanno potuto raggiungere Sydney, celebrano una GMG simultanea a quella australiana. Tra i partecipanti, ci sono ragazzi provenienti anche da Polonia e Ungheria. L’incontro prevede la Via Crucis, la Veglia e la Messa finale. A Varsavia, i vescovi polacchi hanno organizzato una serie di eventi per far vivere ai giovani rimasti in patria l’atmosfera della GMG: tra questi, dibattiti, spettacoli teatrali e concerti. Grande fermento anche in Spagna, dove in questi giorni i giovani della diocesi di Madrid si incontrano nella cattedrale di Santa María la Real de la Almudena. Per i giovani di Santiago di Compostela l’incontro è nel Seminario Minor de Belvís; quelli di Huelva si ritrovano nella Aldea del Rocio. Per i giovani spagnoli che non sono potuti andare a Sydney, sono in programma veglie di preghiera, celebrazioni eucaristiche, confessioni e momenti musicali. In Svizzera, poi, molti giovani si sono riuniti a S. Maurice, nel canton Vallese: “Ogni giorno – scrivono sul blog della GMG - riceviamo notizie dai nostri 'rappresentanti' alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney e guardiamo ciò che viene vissuto dall’altra parte del mondo, per cui siamo molto felici di poter dire: Anche noi abbiamo visto il Papa!”. I giovani svizzeri stanno costruendo in questi giorni “La via della pace” con pietre sulle quali incidono i loro nomi, segno dell’impegno a favore della pace nel mondo. “Questa Via – spiegano gli organizzatori dell’incontro – vuole essere una risposta all’appello di Giovanni Paolo II ai giovani svizzeri (“È il tempo di agire”), perché il desiderio di pace non rimanga una semplice parola”. L’arcidiocesi di Maracaibo ha esortato i giovani a prendere parte alla ‘Festa della Gioventù 2008’, previsto domani. In Colombia, la cattedrale di Bogotà sarà sede di un incontro con spazi di preghiera, momenti di catechesi e condivisione. L’arcidiocesi di San Paolo del Brasile ha organizzato per oggi una veglia e una celebrazione eucaristica. In Iraq, si è chiusa inoltre, con una processione eucaristica la GMG della diocesi di Erbil e Amadiyah. All’incontro hanno partecipato migliaia di giovani provenienti anche dal Libano, dall’Australia e dalla Francia. Sul tema “Testimoni nella forza dello Spirito” e con la partecipazione di migliaia di giovani provenienti da Francia, Spagna, Germania, Inghilterra e Italia, è in corso infine la “GMG di Lourdes”. I pellegrini possono seguire alcuni eventi di Sydney e unirsi anche alle celebrazioni per il 150.mo delle apparizioni di Lourdes attraverso il “Cammino del Giubileo”. (A.L.)
Conferenza interreligiosa di Madrid: no allo scontro di civiltà
◊ Si è conclusa ieri la Conferenza interreligiosa di Madrid convocata dal re saudita Abdallah cui ha partecipato il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, cardinale Jean-Louis Tauran. Al termine della Conferenza è stata resa nota la “Dichiarazione di Madrid” che rigetta l’idea dello scontro tra civiltà, invitando ad un accordo internazionale per combattere il terrorismo, ritenuto “uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del dialogo e della convivenza”. Si chiede anche all’Assemblea generale dell’ONU di convocare una sessione speciale per la comprensione fra religioni e culture. Nel documento si invita poi il monarca saudita ad adoperarsi a tale fine. Nel suo intervento conclusivo, il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, cardinale Jean-Luis Tauran, ha sottolineato valori comuni, quali “la fede in un unico Dio autore della vita”, la “responsabilità di preservare il creato e le risorse della terra”. Il porporato ha indicato tra i valori condivisi anche “il carattere sacro della persona umana e della sua dignità e i diritti fondamentali che ne derivano”. Il cardinale ha ricordato inoltre “l’imperativo della libertà religiosa”, da considerare “al di là dell'importante necessità di avere luoghi di culto”. Alla Conferenza interreligiosa di Madrid seguirà la creazione di un gruppo di lavoro e da altri incontri. Tra le varie iniziative è in fase di studio il lancio di un canale televisivo satellitare per promuovere il dialogo tra fedi e civiltà. (A.L.)
Spagna: l’Istituto di Politica familiare contro la nuova proposta di legge sull’aborto
◊ L’Istituto di Politica familiare (IPF) spagnolo ha lanciato un appello contro la proposta di legge sull’aborto attualmente in discussione: “Se sarà approvata – ha detto il presidente Eduardo Hertfelder, le cui parole sono state riportate dall’agenzia Fides – nel 2015 la Spagna supererà i 230mila aborti annuali”. Attualmente in Spagna è possibile abortire fino alla dodicesima settimana di gravidanza, inoltre la recente approvazione di un decreto permette che non venga registrato alcun dato in merito. La proposta di legge prevede che gli aborti siano legalizzati fino all’ultima settimana a motivo del cosiddetto “rischio psicologico per la madre”. Secondo le previsioni di IPF, i dati sono allarmanti: a 637 bambini al giorno sarà impedito di nascere, circa uno ogni 2-3 minuti, e il numero di aborti l’anno, che ora nel Paese iberico cresce al ritmo del 10 per cento, subirà una forte accelerazione. Si teme, infine, che l’entrata in vigore della legge provochi “un effetto chiamata” negli altri Paesi dell’Unione Europea. (R.B.)
L’UE condanna l'estensione della pena di morte in Iran
◊ L’Unione Europea, in una nota della presidenza di turno francese, esprime profonda preoccupazione “per la notizia della pubblica esecuzione di dieci iraniani nel corso della sola settimana del 7 luglio”. Preoccupazione viene espressa anche per “la proposta di legge del Parlamento che punta ad allargare il campo delle infrazioni passibili della pena capitale”. Per L’UE il progetto del Parlamento iraniano, “stabilisce un legame sproporzionato tra i fatti commessi e la pena prevista e punta a restringere in modo brutale l'esercizio della libertà d’espressione”. L'UE - recita ancora la nota di Bruxelles - è “fortemente impegnata in favore dell’abolizione universale della pena di morte” e per questo “condanna fermamente la sua applicazione in Iran nonché il progetto del parlamento”. L'UE esorta infine l’Iran “a rispettare le norme internazionali relative ai diritti dell'uomo, a fermare immediatamente ogni esecuzione e ad attuare una moratoria in vista di abolire la pena di morte, in conformità con la risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007”. (A.L.)
Liberia: la Chiesa chiede un tribunale per giudicare chi si è macchiato di crimini di guerra
◊ Un tribunale speciale che giudichi i responsabili dei crimini della guerra civile che ha afflitto la Liberia tra il 1979 e il 2003: è la proposta lanciata al governo dalla Chiesa locale e riferita dall'agenzia Misna. La struttura giuridica potrebbe ricalcare il modello del tribunale creato in Sierra Leone sotto l’egida del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e la proposta è stata avanzata da mons. Andrew Karnley, amministratore apostolico in Liberia, durante la commemorazione del massacro della Chiesa luterana di St. Peter a Sinkor, vicino alla capitale Monrovia, dove il 29 luglio 1990 furono uccise tra le 600 e le duemila persone ad opera delle forze armate liberiane. L’attuale pastore della chiesa, il reverendo Thomas Paye, ha recentemente chiesto l’estensione del mandato della Commissione verità e riconciliazione, incaricata di raccogliere le testimonianze sui fatti e di esprimere pareri e raccomandazioni, ma senza emettere giudizi. (R.B.)
Sudafrica: festa privata per Nelson Mandela che ha compiuto 90 anni
◊ Nelson Mandela ha festeggiato ieri il suo 90.mo compleanno con la famiglia e pochi amici nel suo villaggio natale, Qunu, nel sud-est del Sudafrica. Mandela non ha voluto tuttavia rinunciare a inviare un messaggio alla popolazione, denunciando ancora una volta le disuguaglianze sociali nel Paese: “Ci sono molti ricchi che potrebbero dividere le loro ricchezze con coloro che non hanno possibilità – ha detto – il nostro popolo è preda della povertà e chi è povero ha poche chance di vivere a lungo”. Il leader della lotta anti-apartheid fu arrestato nel 1962 e ha trascorso oltre 27 anni in prigione prima di essere rilasciato nel 1990 grazie all’intervento del presidente sudafricano di allora, Frederick de Klerk, insieme al quale, tre anni dopo, ricevette il premio Nobel per la Pace. Ed è proprio da lui, ex rivale dei tempi della segregazione, che è arrivato uno dei primi messaggi d’auguri. (R.B.)
Anno Paolino: nuova versione della Bibbia pubblicata nello Stato indiano del Gujarat
◊ Nello Stato indiano del Gujarat, nell’India nordoccidentale, sarà diffusa una nuova versione della Sacra Bibbia pubblicata dalla Società di San Paolo proprio in occasione dell’Anno Paolino. Il testo, come riferito dall’agenzia Fides, è stato presentato dalla superiora della comunità locale delle Figlie di San Paolo, suor Rita Joseph, che ha tenuto a citare i contributi e le revisioni di numerosi esperti teologi indiani. La nuova versione della Bibbia sarà pubblicata durante l’Anno dedicato al Santo di Tarso, che per la comunità locale, come ha specificato mons. Thomas Ignatius Macwan, vescovo di Ahmedabad, sarà occasione d’incontro, dialogo e missione, un occasione per portare il Vangelo soprattutto a quanti non hanno ancora ricevuto l’annuncio cristiano. (R.B.)
Nelle Filippine talk-show radiofonico per favorire il dialogo interreligioso
◊ Nelle Filippine il Movimento interreligioso per la pace e la solidarietà (IRSMP) ha lanciato un programma radiofonico per promuovere il dialogo fra le diverse fedi e la coesistenza pacifica fra cristiani e musulmani a Mindanao. La provincia del sud delle Filippine da quasi 40 anni è teatro di una guerra fra le truppe dell’esercito e i ribelli del Fronte islamico Moro, nonostante gli sforzi dei leader cattolici e degli imam moderati musulmani per ristabilire la pace e accrescere lo sviluppo economico della regione. Il programma radiofonico – rende noto l’agenzia AsiaNews – sarà trasmesso in diretta ogni sabato sera dalle 6 alle 7, e si chiamerà “In Solidarity”. E’ curato dall’emittente Radio Mindanao Network e durerà un anno. Verranno trasmessi reportage e servizi curati dagli studenti universitari iscritti al corso di laurea in Scienze della comunicazione di massa. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un documentario della durata di 30 minuti. In questi giorni, intanto, sembra che sia stato compiuto un sensibile “passo in avanti” nei colloqui fra il governo e i ribelli. Il 24 luglio è in programma un incontro volto a stabilire una data per la firma dell’accordo di pace: il governo propone la creazione di uno Stato “federale” – la Regione autonoma musulmana del Mindanao - che verrà ampliata con l’annessione di altri 712 villaggi a maggioranza islamica. (A.L.)
Gli USA presenti a Ginevra ai negoziati sul programma nucleare iraniano
◊ “Un’occasione unica”: così il segretario di Stato statunitense, Condoleezza Rice, ha definito l’incontro che si è aperto stamani a Ginevra sul programma nucleare iraniano, a cui prende parte per la prima volta un diplomatico USA. Diversi i segnali positivi che giungono dai capi delegazione, ma le posizioni di Iran e Stati Uniti restano ancora molto distanti. Ce ne parla Marco Guerra:
Gli occhi della comunità internazionale oggi sono tutti puntati su Ginevra, dove alle ore 11.30 di questa mattina si è aperto l’incontro sul nucleare iraniano tra l'alto rappresentante dell'Unione Europea, Javier Solana, e il capo negoziatore dell'Iran, Said Jalili. I colloqui, a quali partecipano gli altri rappresentanti del cosiddetto gruppo 5+1, saranno seguiti per la prima volta dal sottosegretario al Dipartimento di Stato americano, William Burns. Una presenza di portata storica, se si considera che dal 1980 Washington non ha rapporti diplomatici con Theran. Fra l’altro, i segnali di distensione di questi giorni tra i due Paesi hanno suscitato diverse speranze, ma l’ottimismo è stato stemperato da recenti dichiarazioni che dimostrano la distanza tra le due posizioni. L'Iran spera che l'incontro di Ginevra porti alla definizione di un ''quadro'' entro il quale svolgere i futuri negoziati per trovare una soluzione diplomatica, escludendo però qualsiasi misura di congelamento delle attività di arricchimento dell'uranio. Sulla linea opposta, quanto espresso dal segretario di Stato, Condoleezza Rice, che pur definendo un’occasione unica la presenza americana ai negoziati, ha precisato che gli Stati Uniti sono disposti a negoziare solo dopo la sospensione del programma nucleare.
Iraq
Il parlamento iracheno ha approvato il ritorno nel governo di sei esponenti della maggiore coalizione sunnita del Paese. La svolta politica pone fine a una crisi iniziata un anno fa, quando il "Fronte della Concordia nazionale" aveva abbandonato il governo, lamentando di avere uno scarso peso politico nel gabinetto guidato al Maliki. Quelli assegnati oggi non sono posti-chiave nel governo, che rimane a maggioranza sciita e curda, ma il portavoce del blocco sunnita definisce l'esito del voto del parlamento ''un reale passo in avanti nelle riforme politiche''. Sul fronte diplomatico, si segnala la visita del primo ministro britannico, Gordon Brown, giunto questa mattina a Baghdad per incontrare il suo omologo iracheno, Nouri al-Maliki. Al suo arrivo nella capitale irachena, Brown ha dichiarato che la Gran Bretagna deve seguire la strada del ritiro delle truppe dall’Iraq, ma non fisserà un ''calendario artificiale''. La Gran Bretagna mantiene attualmente circa 4 mila uomini, tutti nella zona di Bassora.
Visita Obama Afghanistan
Il candidato democratico alle presidenziali statunitensi, Barak Obama, è arrivato questa mattina a Kabul, prima tappa ufficiale di una missione diplomatica del Congresso americano, che lo porterà in Medio Oriente e in Europa e che dovrebbe comprendere anche una sosta in Iraq. Sul programma della visita in Afghanistan, c’è il più completo riserbo per ragioni di sicurezza, così come per la tappa irachena. Segretezza che tuttavia è stata violata dal suo avversario, il repubblicano John McCain, che ieri ha parlato esplicitamente del viaggio che Obama si apprestava a fare insieme ad altri senatori americani.
Pakistan
È di almeno 10 morti il bilancio degli scontri tra gruppi rivali della guerriglia talebana nel nordovest del Pakistan. Centinaia di sostenitori del principale leader talebano in Pakistan, Baitullah Mehsud, hanno combattuto contro una fazione di dissidenti nella regione tribale del Mohmand. Nel confronto, sarebbero caduti fra i dieci e quindici integralisti, riferisce un portavoce del governo pachistano.
Nepal
Il parlamento del Nepal si è riunito oggi per eleggere il primo presidente della Repubblica nella storia dello Stato himalayano, la cui Assemblea costituente - dominata dagli ex guerriglieri maoisti, vincitori delle recenti elezioni politiche - il 28 maggio pose fine a 240 anni monarchia, destituendo l'ultimo sovrano indù al mondo, re Gyanendra. La votazione, iniziata a metà giornata, si svolge a scrutinio segreto e a maggioranza semplice. Ramraja Prasad Singh, 73 anni, militante repubblicano di antica data appoggiato dai maoisti, sembra al momento il favorito. L’incarico è comunque poco più che onorifico, sebbene dall'alto valore simbolico.
Ciclone “Kalmaegi” su Taiwan e Cina
Sei morti e numerosi dispersi si sono registrati a Taiwan, a seguito dell'azione distruttiva di "Kalmaegi", il tifone che si è abbattuto sull'isola la notte tra giovedì e venerdì. Le forti piogge hanno provocato diversi smottamenti, frane e inondazioni che hanno intrappolato molta gente nelle abitazioni. Danneggiate strade e ferrovie, mentre 670 mila case sono rimaste senza acqua corrente. La tempesta tropicale "Kalmaegi" si è poi spostata sulla Cina, colpendo nella giornata di ieri la provincia meridionale del Fujian. Più di 360 mila persone sono state fatte sfollare dalle autorità locali e 61 mila pescherecci sono stati richiamati nei porti. "Kalmaegi" si sta ora spostando a nordovest e nelle prossime ore dovrebbe raggiungere la città di Shanghai.
Libano
Migliaia di persone hanno partecipato a Beirut ieri ai solenni funerali di otto miliziani del movimento sciita Hezbollah, morti nell’estate 2006 durante la guerra contro Israele. Le salme sono state restituite mercoledì scorso dallo Stato ebraico, nell’ambito dello scambio mediato dalla Croce Rossa internazionale.
Francia
Il furto di 28 chili di esplosivo semtex dal sito della Protezione civile francese di Lione sta allarmando la sezione dell’Antiterrorismo francese. I timori degli inquirenti sarebbero legati alla qualità dell'esplosivo. Il semtex, infatti, è usato spesso dai gruppi terroristici e, anche se impiegato in piccole quantità, può arrivare addirittura a spezzare in due un aereo.
Argentina
Il governo argentino di Cristina Fernandez de Kirchner ha ritirato ieri il decreto sull’aumento delle tasse delle esportazioni agricole, che aveva suscitato 129 giorni di proteste con migliaia di persone in piazza. Il provvedimento, inoltre, è stato seccamente bocciato nei giorni scorsi al Senato. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 201
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