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Sommario del 17/07/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • A Sydney, il festoso incontro di Benedetto XVI con i 500 mila giovani della GMG. Il Papa: non mettete Dio "in panchina", ma difendete la vita e il Creato
  • Le voci dei ragazzi dal Molo di Barangaroo raccontano l'emozione dell'incontro con il Papa. La testimonianza di mons. Panfilo, vescovo della Papua Nuova Guinea
  • La preghiera di Benedetto XVI sulla tomba di suor Mary MacKillop, la prima Beata dell'Australia: un modello nella difesa dei diritti dei deboli
  • In questi giovani "c'è la gioia di essere cristiani": il commento di uno dei vescovi italiani a Sydney, mons. Michele Pennisi
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Hezbollah in festa, dolore in Israele per lo scambio prigionieri-salme
  • L'integrazione dei minori nomadi in Italia al centro di un incontro alla sede UNICEF con il ministro Maroni
  • Internet e minori: crescono gli abusi. L’Unione Europea lancia un programma di prevenzione
  • Chiesa e Società

  • Le suore che assistono Eluana lanciano un appello al padre: "Lasci sua figlia a noi"
  • Pakistan: due minorenni cristiane costrette a convertirsi all'islam e a sposare due musulmani
  • I vescovi del Venezuela invitano i cattolici a rinnovare la propria vita seguendo il Vangelo
  • I nuovi orientamenti pastorali della Conferenza episcopale del Cile
  • L’episcopato latinoamericano pronto a lanciare la Missione Continentale
  • Incontro tra parlamentari e vescovi delle Filippine sulla questione dell'aborto
  • Anno Paolino: l’arcidiocesi indiana di Bangalore prepara il suo Congresso missionario
  • In Germania, l’arcidiocesi di Colonia ha organizzato un “campo GMG” per chi è rimasto a casa
  • A Fiumicino, maxi schermo sulla spiaggia per seguire la GMG di Sydney
  • Tanzania: incontro dei consultori africani del Pontificio Consiglio della Cultura
  • A Chianciano Terme la 45.ma sessione di formazione ecumenica del SAE
  • 24 Ore nel Mondo

  • Spagna: assolti 4 dei 21 condannati per gli attentati di Madrid dell'11 marzo
  • Il Papa e la Santa Sede



    A Sydney, il festoso incontro di Benedetto XVI con i 500 mila giovani della GMG. Il Papa: non mettete Dio "in panchina", ma difendete la vita e il Creato

    ◊   Se si vuole vivere oggi da cristiani nelle società secolarizzate, non è possibile lasciare Dio “in panchina”. E un cristiano coerente è colui che difende “le meraviglie della Creazione”, senza però dimenticare che è più importante difendere la “dignità” della persona umana, specie se appartenente a una minoranza etnica, come quella degli aborigeni. I primi due discorsi ufficiali pronunciati oggi da Benedetto XVI hanno già lasciato il segno tra le autorità civili ed ecclesiali dell’Australia. Ma lo hanno lasciato soprattutto tra i circa 500 mila giovani che hanno trasformato il molo di Barangaroo, sulla baia di Sydney, e le piazze della città in uno spettacolo a cielo aperto fatto di entusiasmo e di affetto nei confronti del Papa, finalmente, e fisicamente, in mezzo a loro per vivere i giorni “caldi” della GMG. Ripercorriamo, dunque, i momenti salienti di questa intensa giornata nella cronaca del nostro inviato a Sydney, Roberto Piermarini:

    (Canti)

     
    In un tripudio di applausi e di canti, 150 mila giovani hanno accolto il Papa che in un grande battello bianco è giunto al molo di Barangaroo dopo una navigazione tra le insenature della splendida baia di Sydney con 12 imbarcazioni che gli hanno fatto da corona, cariche di giovani. Passando davanti alle vele bianche dell’Opera House, l’edificio simbolo dell’Australia incastonato come una perla nel cuore della baia di Sydney, il Papa è stato attorniato da 16 giovani: 12 dei quattro continenti e 4 australiani.

     
    (Inserto suoni aborigeni)

     
    A Barangaroo Benedetto XVI è stato accolto ancora da una danza aborigena e da un canto nella tipica lingua galidal. A dargli il benvenuto: l’arcivescovo di Sydney, il cardinale Pell, il quale ha accolto Benedetto XVI come successore di Pietro ed ha ricordato “Giovanni Paolo il Grande” che ha indetto queste Giornate mondiali della gioventù e che per ben due volte ha visitato l’Australia. Suggestiva la processione dell’Evangelario portato sul modellino di una canoa perché i popoli dell’Oceania considerano Dio come “il grande pescatore”.

     
    Nel discorso ai giovani il Papa ha ripreso i temi che stanno caratterizzando questa visita. Ha ricordato le sofferenze e le ingiustizie sopportate dagli aborigeni e la salvaguardia dell’ambiente. E lo ha fatto confessando la sua “apprensione per il lungo volo da Roma”, nel quale però, ha potuto ammirare le meraviglie del creato. Ma dobbiamo ammettere - ha osservato Benedetto XVI - “le ferite che segnano la superficie della terra: l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo mentre altri Paesi sono minacciati dall’aumento dei livelli delle acque, dalla siccità”. Ma non si è soffermato solo sulle “ferite ambientali” ma anche su quelle sociali, che sono capaci di distorcere lo scopo per cui siamo stati creati, come l’abuso di alcool e le droghe, la violenza, il degrado sessuale. Questo perché – ha sottolineato il Papa – libertà e tolleranza sono spesso separate dalla verità. Per il mondo non c’è una verità assoluta a guidare le nostre vite. Il relativismo privilegia “l’esperienza” che così è staccata da ciò che è buono e che porta ad “una falsa libertà, ad una confusione morale o intellettuale, alla perdita dell’autostima e persino alla disperazione.

     
    “Christ offers more! Indeed he offers everything!...”

     
    "Cristo offre di più! Anzi, offre tutto! Solo Lui, che è la Verità, può essere la Via e pertanto anche la Vita" che ci viene data attraverso il battesimo. E’ nel battesimo che Dio ci introduce nella santità, ci adotta come figli e possiamo diventare una nuova creatura. Dio non può essere lasciato “in panchina”, la fede non può essere confinata nella sfera individuale, la religione e la fede non possono essere esclusi dalla vita pubblica. E’ una visione secolarizzata – ha osservato Benedetto XVI – che vuole plasmare la società senza un’immagine di Dio, ma questo discostarsi dal Suo disegno, provoca un disordine che ha inevitabili ripercussioni sul resto del creato. Così a livello sociale - si è chiesto il Papa - che posto hanno gli anziani, i poveri, gli immigrati, i senza voce? Come frenare la violenza domestica che tormenta madri e bambini? Come salvaguardare il grembo materno? Non-violenza, sviluppo sostenibile, giustizia, pace, cura dell’ambiente come possono essere rispettati se si vìola la dignità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale che sono conferiti da Dio stesso e sono inviolabili?

     
    “Our heart and minds are yearning for a vision of life…”

     
    "Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo" che ci dona il suo spirito attraverso il battesimo e la confermazione. Tra i saluti in varie lingue, anche quello per i giovani italiani:

     
    “Vi invito a vivere con grande impegno interiore queste giornate: aprite il cuore al dono dello Spirito Santo, per essere rafforzati nella fede e nella capacità di rendere testimonianza al Signore Risorto”.

     
    Benedetto XVI è rientrato nella residenza della cattedrale tra due ali di folla festante. E’ stato confermato così quello che i media definivano il “Super Thursday”, il “Super giovedì”, con la visita pubblica del Papa il quale, come primo atto, questa mattina si è recato nella residenza del primo ministro australiano Rudd per la cerimonia di benvenuto. Nel suo discorso il premier ha definito Benedetto XVI “voce di speranza e apostolo di pace” e – su loro richiesta - lo ha salutato anche a nome degli aborigeni. In proposito nel suo discorso Benedetto XVI non ha mancato di ringraziare il governo australiano che nei mesi scorsi ha riconosciuto le ingiustizie commesse nel passato nei confronti degli aborigeni, invocando però una loro maggiore integrazione nel campo educativo ed economico. Ha ripreso il tema della salvaguardia dell’ambiente ed ha ricordato il contributo dell’Australia per il mantenimento della pace nel sud-est asiatico. Poi il pensiero alla GMG, scopo del suo viaggio:

     
    “World Youth Day fills me with confidence for the future…”

     
    “La Giornata mondiale della gioventù mi riempie di fiducia per il futuro della Chiesa e per il futuro del nostro mondo”, ha detto il Papa, perché i giovani – che hanno intrapreso un viaggio lungo e faticoso – vogliono ritrovarsi insieme per approfondire la propria fede e condividere un’esperienza gioiosa di comunione nella sua Chiesa. Infine l’invito a tutti i giovani riuniti a Sydney, ad avere il coraggio di diventare santi perché questo è ciò di cui il mondo ha oggi bisogno. Benedetto XVI si è quindi recato a pregare nella cappella della Beata Mary McKillop prima del colloquio privato con il governatore Jeffery ed il premier Rudd. Momenti che ci racconta il nostro direttore al seguito papale padre Federico Lombardi:

     
    R. – La Beata Mary McKillop è una famosa fondatrice di un ordine religioso di suore, le Sister of St. Joseph ed è la prima beata australiana, che fu beatificata da Giovanni Paolo II proprio durante l’ultimo precedente viaggio qui in Australia. C’è una grande devozione nei suoi confronti. E’ una bella figura, anche molto attiva, della carità, dell’impegno sociale della Chiesa per i poveri, gli emarginati. Il Papa si è, poi, recato per la visita di cortesia alle stesse autorità, che gli avevano dato prima il benvenuto, in un’altra casa importante, l’Admiral Tee House, dove ha avuto dei colloqui privati – ma anche con alcuni dei suoi collaboratori – con il governatore generale e con il primo ministro. Con il governatore generale il tema principale è stato quello della responsabilità ambientale, così come quello dell’educazione ai valori delle giovani generazione; mentre con il primo ministro il tema principale è stato quello del dialogo interreligioso, proprio perché ci troviamo in un’area multietnica e multireligiosa in cui si costruisce la pace e la convivenza fra i popoli grazie proprio all’impegno interreligioso. Questi sono stati i temi principali. L’accoglienza della città è molto positiva: c’è molta gente lungo le strade, gente festante e, quindi, diciamo che il viaggio sembra essere cominciato nel modo migliore.

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    Le voci dei ragazzi dal Molo di Barangaroo raccontano l'emozione dell'incontro con il Papa. La testimonianza di mons. Panfilo, vescovo della Papua Nuova Guinea

    ◊   Che cosa ha spinto tanti giovani ad affrontare voli intercontinentali per essere oggi sul Molo di Barangaroo e nelle strade di Sydney a festeggiare Benedetto XVI? Marina Tomarro lo ha chiesto per noi ad alcuni ragazzi:


    R. – Forse è proprio il poterlo vedere dal vivo per la prima volta.

     
    D. – Cosa vuol dire per te la figura di Benedetto XVI?

     
    R. – E’ un grande pastore, è un grande uomo di fede che vive il Vangelo.

     
    R. – E’ una emozione grandissima poter essere qui e finalmente incontrare Benedetto XVI. Dopo un cammino di preparazione, siamo finalmente oggi qua ad accoglierlo, pieni di gioia. Quello che lui ci ha detto: “Riceverete forza dallo Spirito Santo e ne sarete testimoni”, diventa vero e da qui abbiamo veramente il mandato di continuare questa missione che oggi lui ci affida.

     
    R. – Lo abbiamo aspettato tanto; abbiamo desiderato tanto questo viaggio e siamo venuti qui facendo tante ore di viaggio, ma siamo qui ed è una emozione grandissima. Siamo tantissimi ed è una gioia enorme.

     
    R. – E’ stupendo vedere così tante persone tutte insieme, tutte per lo stesso motivo. Dà una grande forza ed un grande entusiasmo per quando torneremo nelle nostre città.

     
    R. – E’ bellissimo essere qui. Abbiamo lavorato e ci siamo preparati per tre anni per esserci… ed è veramente una emozione grandissima poter essere qua. Grazie alla forza che ci ha dato lo Spirito Santo.

     
    D. – Cosa vuol dire per te la figura di Benedetto XVI?

     
    R. – E’ il Papa che ha continuato ad amare i giovani come Giovanni Paolo II. Non ci ha deluso nelle nostre aspettative, dopo il suo predecessore.

     
    R. – Papa Benedetto XVI è per me come un padre, che mi accompagna ed accompagna tutti i giovani in questa straordinaria esperienza e in tutta la vita.

     
    R. – Io penso che sia - soprattutto da parte di noi europei – l’occasione per scoprire una terra che per molti versi ci appare quasi inesplorata e troppo lontana, comprendendo anche che ci sono cattolici anche qui, che ci sono persone che vivono la nostra stessa esperienza di fede e che quindi sono unite a noi in Gesù Cristo.

    Ma non solo per le decine di migliaia di giovani provenienti dall’Europa il viaggio verso la GMG ha offerto l’opportunità di vedere una terra poco conosciuta. Anche per il gruppo di ragazzi e ragazze giunti della Papua Nuova Guinea, l’approdo in Australia ha rappresentato la possibilità di una scoperta. Ne parla, al microfono di uno dei nostri inviati, Sean Lovett, il vescovo della Papua Nuova Guinea, Francesco Panfilo:

    R. - Noi non siamo mai riusciti a partecipare a una Giornata Mondiale della Gioventù a causa delle spese e della povertà di questi giovani. Questa volta era così vicino, alla nostra portata perché da Papua arrivare a Sydney non ci vuole molto, da Port Moresby a Brisbane sono 2 ore e 40 minuti di volo. Poi abbiamo fatto 15 ore col pullman: questa volta, i giovani non volevano perdere l’occasione. Nella mia diocesi, inoltre, è già da un anno e mezzo che ci preparavamo per questo evento e abbiamo fatto il pellegrinaggio della croce perché abbiamo costruito una croce delle stesse dimensioni della croce della GMG! L’ho fatta andare di parrocchia in parrocchia con delle difficoltà enormi viste le distanze, abbiamo usato anche la barca, ma è stata una cosa straordinaria che ha portato lo Spirito.

    Tante, dunque, le emozioni e i momenti significativi di questa giornata, che ha coinvolto tutta la città di Sydney e non solo il Molo di Bargangaroo. Ce ne parla Alessandro Gisotti:

    (Inno GMG)

     
    Sydney oggi si addormenta più bella, arricchita dalla gioia dei giovani venuti da tutto il mondo per incontrare il Papa. Una gioia incontenibile, quella dei ragazzi che hanno potuto conversare con Benedetto XVI sulla barca che lo portava al molo di Barangaroo. Intervistati dall’agenzia SIR, alcuni di loro sembrano quasi non credere a quanto accaduto. Rodha ha parlato al Papa del suo Sudan, Robert della sua India. A tutti il Santo Padre ha mostrato attenzione, interesse ed ha assicurato le sue preghiere. Lontana l’Australia, ma non irraggiungibile anche per chi come Marco, giovane disabile pellegrino dell’UNITALSI, ha dovuto affrontare un viaggio impegnativo. Ma il sacrificio è stato già ripagato ampiamente. Intanto, i siti Internet dei principali giornali australiani seguono in diretta questo “Super giovedì” del Papa a Sydney. C’è stupore per le dimensioni della partecipazione all’evento. Ridimensionate perfino le Olimpiadi del 2000. Per i ragazzi sono giorni di festa, ma anche di meditazione, di riflessione. I vescovi che li accompagnano guidano le catechesi incentrate sullo Spirito Santo, filo conduttore di questa XXIII GMG. Oltre 200 i luoghi di ritrovo nella metropoli australiana, che diventa così un nuovo immenso cenacolo. E anche l’Opera House, simbolo di Sydney, da “casa della musica” si trasforma in “casa della fede”.

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    La preghiera di Benedetto XVI sulla tomba di suor Mary MacKillop, la prima Beata dell'Australia: un modello nella difesa dei diritti dei deboli

    ◊   La Chiesa australiana ha un modello di vita cristiana cui ispirarsi e Benedetto XVI lo ha significativamente indicato all’inizio della sua prima uscita pubblica di oggi, fermandosi in preghiera sulla tomba di Suor Mary MacKillop, la prima Beata del Paese. “I suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio pratico di santità sono divenuti - ha detto più tardi di lei il Papa - sorgente di ispirazione per tutti gli australiani”. Ma chi era Mary MacKillop? Lo racconta in questo servizio Alessandro De Carolis:

    (musica)

     
    Mary MacKillop è anzitutto una donna coraggiosa. Una donna energica, moderna nel suo affrontare le difficoltà la vita, nonostante la sua parabola esistenziale si consumi nella seconda metà dell’Ottocento. Primogenita di scozzesi trapiantati nell’entroterra di Melbourne, conduce un’esistenza modesta e a 18 anni ottiene il suo primo incarico di maestra nello Stato dell’Australia meridionale. Quel lavoro le spalanca un orizzonte che l’incontro con un sacerdote, padre Giuliano Tenison Woods, le permette di trasformare in un’opera straordinaria. Mary MacKillop diventa la prima di un gruppo di maestrine senza paga. Lei, e le ragazze che presto la seguono, insegnano ai bambini poveri, gratuitamente. Materie culturali e Vangelo. L’opera diventa un Istituto religioso, quello delle Suore Giuseppine. Il vescovo le approva nel 1868, ma già Mary ha aperto una seconda scuola ad Adelaide. E’ instancabile. Si sposta a cavallo da un posto all’altro sulle abissali distanze australiane, una volta viaggia di notte per assistere una suora che sta morendo, un’altra si getta in un fiume burrascoso che sta per travolgere un bambino, adotta una bambina abbandonata.

     
    Come spesso accade, il suo zelo e la sua coerenza cristiana fanno emergere contrasti, gelosie di bassa lega. Maria della Croce, questo il suo nome da religiosa, è osteggiata, anche con accuse infamanti, che le costano la scomunica. Suor Mary obbedisce, docilmente, e la verità viene a galla. Il vescovo ritira la scomunica, scusandosi con la religiosa. Che intanto è proiettata verso Roma: nel 1873 è ricevuta da Pio IX, nel 1883 Leone XIII approva la Regola. Suor Mary ha 46 anni e l’Istituto da lei fondato si trapianta anche in Nuova Zelanda. Con l’età e il logorio di una vita spesa senza risparmio, la salute di Suor Mary si deteriora. A cederle è quel cuore diventato una casa per tanti ragazzini australiani senza casa e senza mezzi. Muore l’8 agosto 1909 e nel 1995, durante il suo viaggio in Oceania, Giovanni Paolo II la proclama Beata. Oggi, Suor Mary rivive nelle 900 suore che ne seguono le orme, il gruppo più numeroso di religiose presenti in Australia, ma esteso fino al Perù.

     
    (musica)

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    In questi giovani "c'è la gioia di essere cristiani": il commento di uno dei vescovi italiani a Sydney, mons. Michele Pennisi

    ◊   Domattina, quando in Italia sarà l’1.30 di notte, Benedetto XVI inizierà la sua seconda giornata di impegni pubblici di questo suo nono viaggio apostolico. Dopo un saluto con le autorità civili, il Papa avrà un incontro ecumenico e uno interreligioso nella Cattedrale di Sydney e successivamente si tratterrà a pranzo con alcuni giovani. Poi, alle 15 ora locale, il momento tradizionale e spiritualmente denso delle Giornate mondiali della gioventù: la Via Crucis per le strade di Sydney, con Benedetto XVI che guiderà la preghiera della prima e dell’ultima stazione. Atteso, infine, anche l’incontro che chiuderà la giornata, quando il Papa vedrà un gruppo di giovani disadattati e rivolgerà loro un discorso. Giornata intensa, dunque, come quella appena trascorsa, sulla quale si sofferma il vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi, raggiunto telefonicamente a Sydney da Fabio Colagrande:

    R. – E’ stata un’accoglienza festosa, multicolore. Mi è sembrato di essere proprio in un grande cenacolo all’aperto, perché c’erano giovani di ogni razza, di ogni lingua, che con il solo sorriso già testimoniavano la loro fede. Mi ha colpito molto, quando il Santo Padre ha detto che non possiamo lasciare Cristo in panchina, ma dobbiamo metterlo al centro della vita. Veramente ho visto in questi giovani la gioia di essere cristiani, la gioia di essere testimoni di Cristo con la forza dello Spirito Santo.

     
    D. – Il Papa ha sottolineato il fatto che, purtroppo, libertà e tolleranza sono spesso separate dalla verità...

     
    R. – Certamente, non si può separare la libertà dalla verità e dalla carità. Lo Spirito Santo è Spirito di libertà, ma proprio perché lo Spirito è lo Spirito di Cristo, ci tiene uniti a Cristo, che è la verità. E lo Spirito Santo mi pare importante venga riscoperto dai giovani, come una forza dinamica, capace di rinnovare la vita, di rinnovare il mondo, ma anche di mandare i giovani in missione nella vita ordinaria ed essere testimoni di Cristo in mezzo ad altri giovani.

     
    D. – Lei viene da una terra, la Sicilia, che ha una natura bellissima, però che soffre molto. Il Papa ha ricordato la necessità di curare l’ambiente, anche parlando ai giovani oggi...

     
    R. – Certamente, è importante rispettare l’opera della creazione e poi qui in Australia, dove c’è un ambiente naturale molto vario e bello, è importante vedere nella creazione il segno di Dio, il segno della presenza di Dio e, quindi, di rispettarlo, perché il rapporto con Dio ci riconcilia con noi stessi, ma ci riconcilia anche con la natura.

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Mbanza Congo (Angola), presentata da mons. Serafim Shyngo-Ya-Hombo, dell’Ordine dei Frati Minori, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

    Il Papa ha nominato vescovo della diocesi di Mpika (Zambia) il rev. Ignatius Chama, del clero di Mansa, direttore dell’Ufficio per lo sviluppo della diocesi e cappellano della Congregazione diocesana delle Sisters of Mercy, a Mansa. Il rev. Ignatius Chama è nato il 12 agosto 1957, a Mutomo-Kawambwa, nella diocesi di Mansa. E’ stato ordinato sacerdote il 12 agosto 1984 ed incardinato nella diocesi di Mansa.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il discorso di Benedetto XVI durante la cerimonia di benvenuto a Sydney per la XXIII Giornata mondiale della gioventù. Le parole di benvenuto del premier australiano Kevin Rudd

    Un editoriale del direttore de “L’Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian, dal titolo “Il vento di Sydney”

    Nell’informazione internazionale, in primo piano lo scambio di prigionieri tra Israele e Hezbollah: il dolore degli israeliani e l’esultanza di Hezbollah

    In cultura, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “Le università tra aiuti umanitari e tentazioni autoreferenziali”: negli atenei mancano modelli didattici per una reale cooperazione tra nord e sud del mondo

    Silvia Guidi intervista madre Dolores Hart, negli anni Cinquanta star del cinema e oggi suora di clausura.

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    Oggi in Primo Piano



    Hezbollah in festa, dolore in Israele per lo scambio prigionieri-salme

    ◊   Sentimenti contrastanti hanno accompagnato lo scambio di prigionieri tra il movimento sciita Hezbollah e Israele, avvenuto ieri nei pressi del valico costiero di frontiera tra Libano e Stato ebraico. I miliziani hanno consegnato le bare di due soldati israeliani catturati nel 2006. Enorme lo strazio delle famiglie, che stamattina hanno partecipato alle esequie con gli onori militari dei loro congiunti. Di contro, l'euforia di Hezbollah, che ha ottenuto la liberazione di cinque detenuti libanesi e i resti di 185 miliziani sciiti e combattenti palestinesi. Ancora in corso oggi manifestazioni nella parte meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah. Ma che lettura dare a tale contrapposizione? Ascoltiamo Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle Relazioni internazionali all’Università di Firenze, intervistata da Giada Aquilino:

    R. - Da parte di Hezbollah, e in particolare del leader Nasrallah, c’è non solo l’ostentazione di un successo, ma di un successo che lo pone come capo politico di primissimo rilievo per tutto il Libano. Perché Samir Quntar - uno dei 5 prigionieri rilasciati - non è soltanto una persona che ha ucciso un uomo e una bambina durante un’azione terroristica di molti anni fa. Non è nemmeno uno sciita o un uomo di Hezbollah. Pare che sia un druso libanese del movimento palestinese. Quindi, liberando Quntar, Nasrallah ha dimostrato sia di sapere usare le leve e gli strumenti giusti, sia di avere una capacità mediatica e politica di primissimo rilievo. Alla “vittoria”, chiamiamola così, di Nasrallah si aggiunge lo sconforto di Israele che, ricordiamolo, è nel pieno di una crisi politica legata ad Olmert, che ormai si trascina da parecchi mesi, sia sul piano politico, sia sul piano personale, con accuse di corruzione. E appunto Israele ha non solo obbedito a quello che è un obbligo sentito da tutti di riportare a casa i soldati prigionieri o i loro resti, ma ha anche obbedito a quello che è in parte un bisogno religioso: non solo per dare degna sepoltura agli uomini, ma anche per dare certezza alle famiglie, permettendo in particolare alle mogli -dichiarate ufficialmente vedove - di continuare la loro vita.

     
    D. - Quale sarà la linea di Israele nei confronti degli Hezbollah libanesi?

     
    R. - La linea è di estrema preoccupazione, anche perché Hezbollah gioca un ruolo proprio, ha dei suoi obiettivi in Libano. Hezbollah, in pratica, non vuole nulla da Israele, non ci sono controversie di confine, a parte le fattorie di Sheeba che, in realtà, sono una controversia tra il Libano e la Siria, non certo tra Hezbollah e Israele. Per cui Hezbollah vuole un suo ruolo all’interno del Libano, vuole che la componente sciita libanese conti sempre di più. E’ chiaro che, in questo gioco, c’è dentro tutto: c’è dentro la Siria, c’è dentro l’Iran. Tutti soggetti che, per Israele, hanno importanza primaria. E, ancora una volta, Nasrallah è molto abile nell’usare a suo favore il grande gioco mediorientale, le paure, le preoccupazioni di Israele, nonché la debolezza del governo libanese.

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    L'integrazione dei minori nomadi in Italia al centro di un incontro alla sede UNICEF con il ministro Maroni

    ◊   Collaborare per promuovere politiche di tutela sociale, inclusione ed educazione dei minori nomadi in Italia. Con questo obiettivo si è tenuto, ieri, un incontro presso la sede romana dell’UNICEF tra il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e oltre 30 associazioni in difesa dei minori, sul “Pacchetto Sicurezza”. C’era per noi Claudia Di Lorenzi:

    Garantire la sicurezza nei campi nomadi e promuovere la tutela e l’integrazione dei minori stranieri in Italia. Questi i punti che hanno trovato d’accordo, ieri a Roma, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ed oltre 30 associazioni in difesa dei minori, in un incontro sul “Pacchetto Sicurezza”. Un tavolo interassociativo, che ha posto l’accento sulla necessità di abbandonare i provvedimenti d’emergenza sulle problematiche minorili per dare spazio ad interventi legislativi ordinari. E sull’approvazione dell’emendamento che estende a tutti i cittadini italiani l’obbligo del rilevamento delle impronte digitali ecco la riflessione del ministro Maroni:

     
    “Il Parlamento ha esteso a tutti una misura che noi abbiamo previsto per i campi nomadi, confermando che questa è una strada giusta, che prendere le impronte, e comunque rilevare l’identità, è una questione che garantisce i più alti livelli di sicurezza. I fronti sono tanti: c’è anche un’azione per porre fine a quello scempio che sono i campi nomadi abusivi dove non si vive in condizioni umane.”

     
    E a chiedere politiche integrate che favoriscano la tutela e l’inserimento dei minori nomadi in Italia è intervenuto il presidente di UNICEF Italia, Vincenzo Spadafora:

     
    “La nostra sollecitazione di riprendere il piano nazionale per l’infanzia, che per l'Italia è fermo al 2004, è uno dei primi obiettivi. Ci sono alcuni elementi molto specifici all’interno del "Pacchetto sicurezza", cito i due che ci preoccupano di più: l’espulsione dei bambini extracomunitari e la decadenza automatica della patria potestà del genitore. Anche perché ci sono dei casi in cui i bambini sono costretti ad alcuni atti da organizzazioni criminali, e quindi in quel caso bisognerebbe incentivare la lotta all’accattonaggio, e ci sono dei casi dove purtroppo i bambini sono anche costretti a compiere certi atti per magari sostenere la loro famiglia. Anche in questo caso bisogna prevedere misure di sostegno e di integrazione dei bambini".

     
    Più utile - ha concluso Spadafora - sarebbe destinare le risorse disponibili alla formazione del personale che si occupa dei minori alla scolarizzazione e all’accesso alle cure sanitarie.

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    Internet e minori: crescono gli abusi. L’Unione Europea lancia un programma di prevenzione

    ◊   Negli ultimi dieci anni il numero dei siti on line pedopornografici si è moltiplicato del 1500 %. Di fronte a questo dato e ad altri fenomeni di abusi nel rapporto tra internet e minori, l’Unione Europea stanzia 55 milioni di euro per un programma di prevenzione. Ad annunciarlo è stata Roberta Angelilli, relatore del Parlamento europeo sul Programma comunitario per la protezione dei minori che usano internet e altre tecnologie della comunicazione, in una conferenza stampa, stamane a Roma, insieme con il direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni della Polizia di Stato italiana, Domenico Vulpiani. Ma non c’è solo la pedopornografia, spiega nell’intervista di Fausta Speranza Roberta Angelilli:

    R. - Non c’è soltanto la pedopornografia, che io voglio considerare come la punta dell’iceberg. Ci sono nuovi fenomeni come il cyber-bullismo, quindi una serie di molestie, di intimidazioni, di minacce che avvengono sulla rete utilizzando Sms, Mms, riversando su Youtube video “artigianali” ma che però rappresentano per la vittima della molestia un sopruso continuativo, 24 ore su 24, vero e proprio. Abbiamo il nuovo fenomeno del “grooming”, in inglese “groom” significa prendersi cura, curare, porre attenzione: l’adulto non fa una richiesta specifica di tipo sessuale, ma stabilisce una manipolazione psicologica che porta in un tempo anche abbastanza lungo a determinare un rapporto di confidenza, di amicizia, di solidarietà e di complicità tra l’adulto e il minore, fino a quando il minore si sente così a suo agio che accetta l’incontro, l’incontro fatale, da cui poi scaturisce l’abuso vero e proprio. Quando il minore viene sollecitato direttamente, quindi quando l’adulto fa l’adescamento esplicito, non sempre ma in alcuni casi il bambino riferisce ai genitori, agli amici, all’insegnante, si confida con qualcuno. Quando invece si instaura questa lunga complicità fatta di tanti piccoli gesti di affetto, di attenzione, regali, allora il bambino non percepisce la gravità del problema, non lo dice a nessuno, è il suo piccolo segreto, il suo bel segreto, e casca nella rete del pedofilo in maniera irreversibile.

     
    D. - La risposta dell’Europa di fronte a tutto questo?

     
    R. - Coinvolgere non solo i minori ma le scuole, i genitori, colmare il cosiddetto “divario tecnologico generazionale”. Sappiamo che i bambini a 5, 6, 7 anni cominciano a navigare in rete con grande familiarità e i loro genitori, magari soltanto trentenni, non sanno accendere un computer e talvolta non sanno neanche mandare degli Sms. Quindi, partecipazione, informazione come obiettivo primario perché l’obiettivo è la prevenzione. Certo, quando c’è un abuso bisogna agire, individuare il colpevole, il responsabile, la legge ovviamente deve fare la sua parte così come la polizia, ma quando l’abuso è consumato il minore è segnato a vita: bisogna intervenire prima.

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    Chiesa e Società



    Le suore che assistono Eluana lanciano un appello al padre: "Lasci sua figlia a noi"

    ◊   Con profonda comprensione per il dolore di Beppino Englaro, le Suore Misericordine lanciano un accorato appello al padre di Eluana chiedendo di “non uccidere la speranza”. “La sua vita – dice suor Albina Corti, responsabile della clinica “Beato Luigi Talamoni” dove la giovane è ricoverata – è un mistero, ma continua”. L’impressione – aggiunge – è che Eluana, in stato vegetativo da 16 anni, avverta qualcosa. Ad un altro appello, quello lanciato dall’associazione Scienza & Vita per evitare che una sentenza decreti la morte di Eluana, si unisce intanto anche un gruppo di neurologi. In una lettera, rivolta alle massime istituzioni italiane, sottolineano che “il paziente in stato vegetativo non necessita di alcuna macchina per continuare a vivere, non è attaccato ad alcuna spina”. “Non è un malato in coma, né un malato terminale – scrivono i neurologi - ma un grave disabile che richiede solo un’accurata assistenza di base”. Eluana è alimentata solo di notte con il sondino e vive senza l’ausilio del medico. A questo parere si aggiunge il pensiero di chi ha sperimentato indicibili sofferenze: Salvatore Crisafulli, uscito nel 2005 da due anni di coma, racconta che durante il suo stato, definito allora permanente, avvertiva la fame e la sete, capiva quello che gli succedeva intorno e sentiva dire dai medici che la sua morte sarebbe stata questione di tempo. Oggi afferma che se applicata, la sentenza della Corte di appello di Milano, può dare inizio alla “nuova era dell’eutanasia con l’eliminazione di tutti i disabili gravissimi che aspettano e sperano anche nella scienza”. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Pakistan: due minorenni cristiane costrette a convertirsi all'islam e a sposare due musulmani

    ◊   Per un giudice pakistano della sezione di Muzaffargarh due sorelle cristiane di 13 e 10 anni, Saba e Anila, “sono state convertite in maniera legittima all’islam” e per questo non possono essere “restituite alla famiglia”. Archiviando la richiesta del padre di riottenere la custodia delle figlie, il giudice ha anche ammesso la “validità” del matrimonio fra le ragazze e due musulmani. Le giovani - riferisce l'agenzia AsiaNews - sono state rapite lo scorso 26 giugno nella provincia del Punjab, dove si erano recate per andare a trovare lo zio, che ha poi denunciato il sequestro. L’uomo ha anche chiesto l’aiuto degli organi di informazione e delle associazioni per la difesa dei diritti umani. Si teme che le persone coinvolte nel rapimento abbiano sequestrato le ragazze per avviarle sulla strada della prostituzione. “Per questa gente senza scrupoli – denuncia infatti il coordinatore locale della Commissione cattolica di giustizia e pace del Paese – il matrimonio è un pretesto per poter disporre della loro vita e sfruttarle per i loro affari”. La comunità cattolica pakistana ha annunciato che contesterà la decisione del giudice distrettuale e farà in modo che le ragazze “vengano restituite ai genitori”. (A.L.)

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    I vescovi del Venezuela invitano i cattolici a rinnovare la propria vita seguendo il Vangelo

    ◊   “Invitiamo tutta la nostra Chiesa a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo in una nuova Pentecoste, infiammati dal nuovo ardore apostolico e missionario che ci chiedeva il Papa Giovanni Paolo II, per il rinnovamento spirituale e la trasformazione della nostra Patria”. È questa l’esortazione che i vescovi del Venezuela rivolgono a tutto il popolo cattolico, invitandolo ad un vero rinnovamento spirituale, in un documento pubblicato al termine della loro Assemblea plenaria ed intitolato “Rinnoviamo la mente ed il cuore”. Il testo è ispirato ai lineamenti pastorali del Concilio plenario del Venezuela, celebrato lo scorso anno, e al Documento finale di Aparecida. In primo luogo, i vescovi sottolineano alcuni recenti frutti di conversione, solidarietà e riconciliazione, e la migliore conoscenza della Parola di Dio. I presuli rimarcano anche il rinvigorimento dell’unità nella Chiesa e la maggiore adesione delle espressioni di religiosità popolare verso la pietà eucaristica e mariana. Tuttavia, ricordano che esistono anche gravi difetti morali nel campo sociale, familiare ed economico. Criticità che si riflettono su diverse di queste forme e colpiscono i figli della Chiesa: relativismo etico, tendenza secolarizzante, diminuzione della pratica religiosa e della celebrazione dei sacramenti, aumento delle sette, di ideologie e nuove correnti spiritualistiche. Per questo, i vescovi propongono di vivere un’autentica spiritualità cristiana che nasca dall’incontro personale con Gesù Cristo in una comunione con Dio e con i fratelli. I vescovi avanzano poi alcune proposte, tra cui l’invito a tutti gli operatori pastorali “a formarsi nella spiritualità di comunione con Dio e con i fratelli, coltivando nelle famiglie, nelle comunità e nelle parrocchie, la vita di preghiera, il dialogo fraterno e la partecipazione alla vita comunitaria”. Chiedono in particolare ai sacerdoti di proporre ai fedeli la Parola di Dio “come dono del Padre per l’incontro con Gesù Cristo vivo”. Alle comunità raccomandano che siano “autentiche scuole di preghiera”. Per fare ciò devono “intensificare il culto eucaristico e la preghiera della Liturgia delle ore”. Chiedono anche ai sacerdoti e agli operatori pastorali di incoraggiare il popolo di Dio affinché la domenica sia vissuta come il “giorno speciale della fede, festa cristiana e commemorazione settimanale della Pasqua”, incentivando la partecipazione dei fedeli. Sempre ai sacerdoti, come ministri del Sacramento della riconciliazione, è chiesto “di offrire con generosità ai fedeli la pratica di questo Sacramento, fonte unica del perdono e della grazia”. Oltre alla Confessione, si deve favorire anche la dimensione spirituale, che “è un mezzo efficace per la crescita e la maturazione del credente”. Un altro punto raccomandato dai vescovi è la pratica penitenziale che “orientata alla sequela di Cristo, esige rinuncia e sforzo costante”. A questo proposito invitano i fedeli “a vivere lo spirito penitenziale, specialmente nei tempi e nei giorni di penitenza indicati dalla Chiesa durante l’anno liturgico, e le pratiche del digiuno e dell’astinenza, condividendo il pane con i poveri”. I vescovi si impegnano infine a promuovere le comunità ecclesiali di base, i gruppi di dialogo e “tutto quello che favorisca la crescita spirituale e la pietà del Paese di Dio”. Raccomandano alle famiglie di pregare unite il Rosario, di recitare la preghiera di benedizione prima dei pasti, di invocare la presenza del Signore nei momenti solenni della vita dei suoi membri, di santificare il lavoro e l’offerta quotidiana. (L.B.)

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    I nuovi orientamenti pastorali della Conferenza episcopale del Cile

    ◊   “Un Paese rispettoso della dignità delle persone, dell’attenzione alla vita nelle sue diverse manifestazioni e dei valori e delle tradizioni cristiane, fondanti la nostra cultura”: è così che i vescovi del Cile si augurano diventi presto il Paese sudamericano e il loro contributo in questa direzione è dato dagli Orientamenti pastorali per il cammino della Chiesa locale, presentati il 14 luglio scorso, come riportato dall’agenzia Fides. Il presidente della Conferenza episcopale cilena, mons. Alejandro Goic, ha spiegato gli obiettivi dei nuovi orientamenti: approfondire la conversione personale e pastorale, affinché i fedeli possano incontrarsi con la figura di Gesù, proclamare il suo amore e vivere in un atteggiamento di permanente missione. In questa prospettiva, la Chiesa cilena si unirà alla Missione Continentale in comunione con le diocesi dell’America latina e dei Caraibi. Nella redazione del testo, la Chiesa ha utilizzato il metodo vedere-giudicare-agire: guardare la realtà, riflettere su questa alla luce del Vangelo e proporsi determinate azioni. I destinatari principali degli orientamenti pastorali sono le famiglie, gli adolescenti, i giovani, gli operatori educativi, i poveri e gli esclusi, i costruttori della società, compresi i cattolici lontani dalla Chiesa, i non cattolici e i non credenti. (R.B.)

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    L’episcopato latinoamericano pronto a lanciare la Missione Continentale

    ◊   La Grande Missione Continentale, voluta dalla Conferenza di Aparecida del maggio 2007, e che prenderà il via il prossimo 17 agosto, sarà il nucleo centrale della riunione del coordinamento del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM). L’incontro si terrà dal 22 al 24 luglio, alla presenza dei vescovi presidenti di tutti i dipartimenti, responsabili di singole sezioni e segretari esecutivi di numerosi centri. Complessivamente, saranno 60 i presuli presenti all’incontro e provenienti da diverse parti dell’America Latina. In agenda l’analisi dei rapporti sulla situazione economica di ciascun settore e il resoconto dei progetti realizzati nell’anno pastorale 2007/2008. Quindi si passerà al bilancio di previsione per il 2009, con particolare attenzione per i progetti destinati alle agenzie di cooperazione, che finanziano i lavori del CELAM. Al termine delle singole riunioni dei dipartimenti e dei centri, si terrà l’Assemblea plenaria che pianificherà le iniziative pastorali congiunte per il nuovo anno pastorale. (I.P.)

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    Incontro tra parlamentari e vescovi delle Filippine sulla questione dell'aborto

    ◊   S’incontreranno per appianare le divergenze e discutere delle questioni morali che la normativa comporta, i politici filippini sostenitori della legge sulla pianificazione familiare, Reproductive health (RH), e i vescovi della Chiesa locale contrari al provvedimento perché “a favore dell’aborto”. “I cattolici devono battersi per promuovere una cultura della vita”, hanno ribadito i presuli, chiedendo ai membri del Parlamento di “ripensare in piena coscienza alla loro posizione sulla normativa” che è in attesa di approvazione alla Camera dei deputati, come specificato da AsiaNews. Secondo la Conferenza episcopale delle Filippine, il problema della povertà nel Paese non è dovuto alla sovrappopolazione, bensì a “inadeguate politiche sociali ed economiche” e a “sperequazioni e una cattiva distribuzione della popolazione sul territorio”, visto che molti si sono trasferiti dalle campagne nelle città, soprattutto nella capitale Manila. (R.B.)

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    Anno Paolino: l’arcidiocesi indiana di Bangalore prepara il suo Congresso missionario

    ◊   In occasione dell’Anno Paolino, l’arcidiocesi di Bangalore, in India, sta organizzando il proprio Congresso missionario per rilanciare l’impegno nell’attività di evangelizzazione nelle singole realtà locali. L’idea, come riferito dall’agenzia Fides, è venuta in seguito alla partecipazione al Congresso missionario della Chiesa in Karnataka, Stato dell’India sud-occidentale, nel novembre 2007. “Predicare la buona Novella non è un optional – ha detto l’arcivescovo Bernard Blasius Moras – ma un obbligo per ogni battezzato”. Il Congresso si concentrerà sulla necessità di celebrare e proclamare la Parola di Dio in ogni parrocchia, movimento, scuola e associazione, nel lavoro e nella società, anche perché, come ricorda padre Paul Puthanangady, vicario episcopale per i religiosi, “la Chiesa è per sua natura missionaria”. Nel Karnataka, su 738 milioni di persone, i cattolici sono l’1,4 per cento: nell’arcidiocesi di Bangalore su una popolazione di 27 milioni di abitanti, sono 410mila. (R.B.)

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    In Germania, l’arcidiocesi di Colonia ha organizzato un “campo GMG” per chi è rimasto a casa

    ◊   Offrire ai giovani che non sono potuti andare in Australia un contesto di condivisione: è questo lo spirito con cui l’arcidiocesi di Colonia, in Germania, ha ideato e allestito un “campo GMG” a Odenthal-Altenberg che ospita circa duemila persone, mentre seimila sono i ragazzi che compongono la delegazione tedesca a Sydney. “Non vogliamo ripetere la grande GMG – ha detto il presidente della Federazione dei giovani cattolici tedeschi di Colonia (BDKJ) all’agenzia tedesca KNA e ripreso dal SIR – ma non sono triste per non essere andato in Australia”. Alla costruzione dell’evento ha collaborato la pastorale per i giovani dell’arcidiocesi, la BDKJ, la pastorale scolastica e l’associazione Jugend 2000. In programma, in contemporanea con Sydney, una Via Crucis, una veglia tra il 19 e il 20 luglio e una Messa conclusiva che verrà celebrata di notte, per via del fuso orario. (R.B.)

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    A Fiumicino, maxi schermo sulla spiaggia per seguire la GMG di Sydney

    ◊   Sabato prossimo, sulla spiaggia della Salute di Fiumicino, si potrà seguire su un maxi schermo la veglia della GMG di Sydney. E’ stata anche allestita una tenda eucaristica alta 8 metri con 160 posti a sedere. Si prevedono, inoltre, varie iniziative per l’animazione e l’evangelizzazione tra i giovani e i bagnanti. La giornata si concluderà con l’adorazione eucaristica al chiarore di fiaccole e lumini. L’appuntamento, intitolato “Una luce nella notte…splende verso Sydney”, è promosso dal Movimento giovanile della Congregazione Figli di Maria Immacolata e dalle Sentinelle del Mattino. L’evangelizzazione di spiaggia vedrà mobilitati un centinaio di animatori: “In un ideale filo diretto con il Papa e tutti i giovani a Sydney – spiegano alcuni ragazzi – vogliamo portare l’annuncio del Vangelo”. Abbinata all’evento, domenica prossima, è la Giornata dedicata alla donazione del sangue, nella parrocchia di Porto, dalle 7.30 alle 11.30, su iniziativa della Croce Rossa Italiana. Per maggiori informazioni si possono consultare i siti www.movimentogiovanile.com e www.sentinelledelmattino.org. (A.L.)

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    Tanzania: incontro dei consultori africani del Pontificio Consiglio della Cultura

    ◊   Un nuovo impulso alla pastorale della cultura a partire dal tema “Prospettive pastorali per la nuova evangelizzazione nel contesto della globalizzazione ed i suoi effetti sulle culture africane”: è questo l’argomento centrale dell'incontro, dal 23 al 26 luglio, dei membri e consultori africani del Pontificio Consiglio della Cultura. Momento fondamentale di questo apputamento sarà l’intervento del cardinal Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam, membro del Pontificio Consiglio della Cultura e presidente del Simposio Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar (SECAM), che proporrà una relazione sul tema “La Chiesa, la famiglia di Dio e la risposta alle sfide poste dalla diffusione di modelli culturali estranei alle culture africane”. La riunione, alla quale parteciperanno i vescovi responsabili della pastorale della cultura nelle loro rispettive Conferenze episcopali, avrà luogo in Tanzania, presso il Centro culturale cattolico dei Padri spiritani nella città di Bagamoyo, che in lingua swahili significa “deponi il tuo cuore”, quasi a sottolineare lo spirito dell’iniziativa. Il luogo non è stato scelto a caso: considerato uno dei più grandi porti per il commercio degli schiavi che partivano dall’Africa centrorientale e venivano dirottati a Zanzibar, nel 1868 a Bagamoyo fu aperta una missione per riscattare le persone vittime della tratta. Oggi la secolarizzazione, evidenziano i vescovi, è una forma di schiavitù moderna non meno opprimente o lesiva rispetto a quella del passato. (R.B.)

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    A Chianciano Terme la 45.ma sessione di formazione ecumenica del SAE

    ◊   Si svolgerà dal 27 luglio al 2 agosto a Chianciano Terme la 45.ma sessione di formazione ecumenica del Segretariato delle Attività Ecumeniche (SAE). I lavori prenderanno il via dalla prima Lettera di San Paolo ai cristiani di Corinto: “Non sono forse libero? Spazi e confini della libertà”. “Si tratta di quella libertà radicale che viene da Cristo – ha spiegato il presidente del SAE, Meo Gnocchi, intervistato dal SIR - ma che si traduce nella disponibilità a farsi servo di tutti perché la libertà si esprime e si spende nell’amore, nella solidarietà e nella condivisione della sorte altrui”. Ogni giorno verrà approfondito un tema sul quale interverranno rappresentanti di diverse confessioni cristiane: “Libertà di Dio, libertà dell’uomo”; “I confini della libertà umana”; “Cristianesimo e libertà”; “Problemi etici”; “Religioni e democrazia”. In programma anche la Cattedra dei giovani, in cui saranno chiamati a confrontare le proprie esperienze, lavori di gruppo sul tema della libertà e la tavola rotonda “L’ecumenismo in Italia dopo Sibiu”. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Spagna: assolti 4 dei 21 condannati per gli attentati di Madrid dell'11 marzo

    ◊   Quattro dei 21 condannati per gli attentati ai treni dell’11 marzo del 2004 a Madrid sono stati assolti in appello dal Tribunale supremo spagnolo, che ha inoltre confermato l’assoluzione in primo grado di cui aveva beneficiato ''Mohamed l'Egiziano'', accusato di essere il cervello della strage di matrice islamica che costò la vita a 191 persone. Ora torneranno in libertà Basel Ghalyoun e Mohamed Almallah Dabas, condannati in primo grado a 12 anni di carcere per appartenenza a un organizzazione terrorista, Abdelilah El Fadual El Akil, condannato in primo grado a 9 anni per collaborazione con una organizzazione terrorista e Raul Gonzalez Pena, condannato a cinque anni per fornitura di esplosivi.

    Iraq
    Ennesima giornata di sangue in Iraq, dove si registrano almeno diciassette morti e 95 feriti, dei quali trenta in condizioni critiche, in seguito all’esplosione di un’autobomba a Tal Afar, nel nordovest del Paese. Si tratta del peggiore attentato perpetrato dall'agosto 2007 nella cittadina dalla popolazione a maggioranza turcomanna. Le violenze non fermano però l’impegno sul fronte diplomatico delle autorità irachene. Il premier iracheno, Nuri al-Maliki, ha ricevuto stamani a Baghdad il leader della maggioranza parlamentare libanese, Saad Hariri. I due hanno discusso degli sviluppi politici in corso nella regione. Maliki ha evidenziato l'importanza del ritrovato accordo libanese che ha portato al nuovo governo ''di unità nazionale''. Dal canto suo, Hariri ha elogiato Maliki per i successi in ottenuti dal governo di Baghdad, in particolare sul fronti della stabilità e della sicurezza. Il primo ministro iracheno partirà lunedì prossimo per un tour europeo, durante il quale farà tappa in Germania e in Italia per rafforzare le relazioni politiche e rilanciare gli investimenti Iraq. Nel corso del soggiorno in Italia, al-Maliki sarà ricevuto dal Santo Padre in Vaticano.

    USA – Afghanistan
    Si concretizzano le intenzioni del Pentagono di cambiare le proprie priorità, spostando parte delle truppe dall’Iraq all’Afghanistan. Il segretario alla Difesa, Robert Gates, ha annunciato ieri che è al vaglio degli esperti un piano per far fronte alla crescente minaccia rappresentata dai talebani. "Stiamo chiaramente lavorando molto duro per vedere se ci sono le opportunità per inviare prima ulteriori truppe", ha detto Gates ai giornalisti al Pentagono. Gli Stati Uniti hanno circa 36 mila soldati in Afghanistan. Circa 17.500 nell'ambito di una forza di 53 mila uomini a guida NATO, mentre il resto opera sotto l'egida di una separata missione USA.

    Irlanda
    “Non ci lasceremo intimidire da nessuno”. Si è espresso così ieri il ministro degli Esteri irlandese, Michael Martin, rispondendo seccamente a Nicolas Sarkozy, secondo il quale l’Irlanda dovrà tornare a votare sul trattato europeo di Lisbona, da loro già clamorosamente bocciato al referendum popolare del 12 giugno. Ancora più polemici i movimenti che si sono battuti per la bocciatura della carta di Lisbona, che parlano di natura antidemocratica di quanto succede a Bruxelles. Sarkozy è atteso lunedì prossimo a Dublino per una ''visita di ascolto'' nella sua veste di presidente di turno dell'UE.

    Egitto
    Almeno quaranta persone sono morte e 40 sono rimaste ferite a seguito di un rocambolesco maxitamponamento, che ha coinvolto anche un treno, nel nord del’Egitto. Fonti di sicurezza riferiscono che un camion, con i freni fuori uso, si è scontrato con un'auto e un bus fermi ad un passaggio a livello: i tre veicoli sono finiti quindi sulle rotaie e sono stati colpiti dal treno in arrivo. L'alta incidenza di incidenti stradali è una vera è propria piaga dell’Egitto, che patisce un sistema stradale in cattive condizioni e un Codice della strada permissivo.

    Somalia
    Non si ferma la violenza in Somalia dove almeno cinque civili, tra i quali una donna e i suoi due figli, sono rimasti uccisi nelle prime ore di oggi in un attacco degli insorti somali contro un campo militare etiope a Mogadiscio. Gli insorti e i soldati si sono scambiati colpi di artiglieria pesante nel quartiere du Huruwa, una delle zone più instabili della capitale somala. Nel Paese africano resta quindi alto il livello dello scontro tra le milizie islamiche e le truppe etiopiche filogovernative, sebbene nel giugno scorso si stato firmato un accordo di pace tra il governo somalo e parte dell’opposizione.

    Sudan
    Resta alta la tensione in Sudan dopo che la Corte penale internazionale ha avanzato una richiesta d'arresto nei confronti del presidente, Omaral-Beshir, per i crimini commessi in Darfur. Un militare della forza internazionale dell'ONU è stato ucciso oggi proprio in Darfur, mentre stava effettuando operazioni di pattugliamento nella zona occidentale della regione. La nazionalità del militare non è stata resa nota. L'episodio accresce il timore dei responsabili della missione congiunta di Nazioni Unite e Unione Africana, che hanno già cominciato a ritirare dal Darfur il personale definito ''non essenziale''. Sul fronte politico, il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, ha fatto sapere che visiterà Khartum domenica prossima dopo il meeting straordinario dei ministri degli Esteri arabi, che si svolgerà sabato in Egitto.

    Alpinismo
    Stanno bene Simon Kehrer e Walter Nones, i due compagni di cordata di Karl Unterkircher, l’alpinista precipitato sul Nanga Parabat. I due sono stati localizzati con potenti cannocchiali: si trovano a circa 6.800 metri di quota e stanno continuando a salire. Lo si apprende al Comando generale dei carabinieri, che ha contattato Agostino Da Polenza, direttore del comitato "Everest K2-Cnr".

    Cambogia-Thailandia
    Stanno peggiorando i rapporti tra Cambogia e Thailandia: il livello di tensione al confine tra i due Paesi si sta alzando, come ha dichiarato il primo ministro cambogiano, Hun Sen, che ha lanciato anche un appello per il ritiro delle truppe thailandesi nell’area. L’esponente del governo ha scritto una lettera al suo omologo thailandese, Samak Sundaravej, per spiegare che lo schieramento dell’esercito thai ha complicato le relazioni tra i due Paesi. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 199

    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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