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Sommario del 15/07/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Aperta la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney. Giovedì l'incontro dei giovani col Papa
  • Le testimonianze dei giovani alla GMG di Sydney
  • Le speranze dei giovani a Sydney: gli interventi dei cardinali Angelo Bagnasco e André Vingt-Trois
  • Valorizzare la dimensione spirituale e non solo economica dell’acqua: l’appello di Benedetto XVI nel Messaggio all’Expo di Saragozza. Il Papa chiede politiche basate sulla solidarietà
  • Benedetto XVI riceverà il premier iracheno Al Maliki a Castel Gandolfo il 25 luglio
  • Il Papa eleva la prefettura apostolica delle Galápagos a vicariato apostolico
  • I vescovi anglicani di tutto il mondo si riuniscono nella Conferenza di Lambeth: intervista con il cardinale Kasper
  • Domani a Madrid, la Conferenza interreligiosa promossa dal re dell’Arabia Saudita. Il commento del cardinale Tauran, tra i relatori dell’incontro
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il Sudan respinge la richiesta d'arresto del presidente Bashir avanzata dal Tribunale dell'Aja
  • La Chiesa celebra la memoria di San Bonaventura, mistico dell'amore di Dio
  • Chiesa e Società

  • Appello dei vescovi della RD del Congo: “È tempo di svegliarsi”
  • Giovani iracheni potranno partecipare alla GMG: l'ambasciata australiana ad Amman concede il visto ai pellegrini
  • “Con Gesù, missione e vita in abbondanza” è il tema della Giornata Nazionale della Gioventù, in programma in Uruguay il 6 e 7 settembre
  • Anno Paolino: la comunità cattolica del Nepal punta su formazione ed evangelizzazione
  • A Gerusalemme, celebrata oggi la Solennità della Dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro
  • In Cina si è concluso con successo il corso di formazione permanente per 30 religiosi che hanno compiuto 10 anni di sacerdozio
  • In Vietnam, la difficile opera di evangelizzazione dei missionari alla popolazione montagnard
  • In Somalia molte ONG abbandonano il territorio per problemi di sicurezza e nell’area centrale scoppia un’epidemia di morbillo
  • Sono soprattutto donne straniere a rivolgersi al servizio “Mai più sola” per aiutare le vittime di abusi
  • In varie località della costa romagnola, la Parola in spiaggia per i turisti in ricerca
  • "Non diamo per scontato di aver capito che Dio è amore": così il cardinale Comastri nella cerimonia presieduta ieri nella memoria di San Camillo de Lellis
  • 24 Ore nel Mondo

  • Crisi di governo in Belgio: il premier Leterme non è riuscito a mettere d'accordo fiamminghi e francofoni
  • Il Papa e la Santa Sede



    Aperta la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney. Giovedì l'incontro dei giovani col Papa

    ◊   I giovani di tutto il mondo, convenuti a Sydney, hanno vissuto oggi un momento di intensa partecipazione spirituale con la Messa d’apertura della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù celebrata sul molo di Barangaroo. Proprio in questo luogo della metropoli australiana, giovedì pomeriggio, avverrà il primo incontro dei giovani con Benedetto XVI durante la “Festa dell’Accoglienza”, che già si preannuncia come un avvenimento memorabile non solo per i ragazzi della GMG, ma per tutta la città di Sydney. Alla grande Messa, conclusasi poche ore fa, e presieduta dal cardinale arcivescovo di Sydney, George Pell, hanno preso parte oltre 140 mila giovani. A loro è andato anche il saluto del premier australiano Kevin Rudd che li ha definiti “pellegrini di pace”, portatori di luce nel mondo. La GMG entra dunque nel vivo, come ci racconta da Sydney il nostro inviato, Roberto Piermarini:

    (Canti)

     
    Da oggi Sydney è la capitale dei giovani. Per l’occasione la città ha sfoderato una delle sue giornate più belle: un tiepido sole che ha lasciato cadere i suoi raggi dorati sulle acque della splendida baia della metropoli australiana. Sul grande molo di Barangaroo protetto dai grattacieli della city, e dopo uno spettacolo con canti e balli degli aborigeni ed il saluto del premier australiano Rudd, la Messa di inaugurazione della Giornata Mondiale della Gioventù. Ai piedi del palco sovrastato da una croce azzurra luminosa, sullo sfondo della baia solcata dai battelli, migliaia di giovani con le loro bandiere al vento in rappresentanza di 168 Paesi, i loro canti e la loro gioia di vivere. Ma non sono qui per fare coreografia ma per vivere un grande evento di fede. E l’arcivescovo di Sydney, il cardinale Pell che presiede l’Eucaristia, conosce i loro problemi e all’omelia li invita alla speranza:

     
    “If we take God’s hand, He will do the rest…”

     
    “Se prendiamo Dio per mano, sarà lui a condurci. Il segreto è la fiducia. Dio non ci deluderà”, ha detto il porporato il quale si è rivolto a tutti quei giovani che si sentono smarriti, che faticano a sperare, che soffrono a causa dei problemi legati all’alcool, alla droga, alle crisi familiari, alla solitudine, alla scomparsa di una persona cara oppure al vuoto lasciato da un successo effimero. Prendendo spunto dal passo del profeta Ezechiele scelto per la liturgia di oggi, che parla delle “ossa inaridite”, segno di tutti coloro che hanno perso la speranza, il cardinale Pell ha detto che solo lo Spirito Santo può ricoprire i corpi, ridare la vita a tutti noi. Lo Spirito Santo: il solo che può tramutare l’incertezza e la paura, in fede e speranza. La parabola del seminatore del Vangelo, ha dato occasione al porporato per invitare i giovani a pregare per non disperdere il seme che cade sulla terra buona. “Al mondo cieco e sordo che non risponde alla chiamata del Signore” il cardinale ha chiesto ai giovani di rimanere aperti alla potenza dello Spirito per permettere al Signore di operare attraverso di noi. Per non rimanere “neutrali” di fronte alle scelte della vita, ha indicato il linguaggio della Croce, l’unico che ci porta i frutti dello Spirito che sono pace, gioia e generosità verso il prossimo.

     
    “Don’t spend your life sitting….”

     
    “Non passate la vita senza prendere posizione, pensando che sia meglio non scegliere, perché è prestando fede agli impegni presi che potrete vivere in pienezza”, ha esortato il cardinale Pell il quale ha detto ai giovani di essere grati a Dio per aver potuto partecipare a questa Giornata Mondiale della Gioventù nonostante i costi, le distanze e altre difficoltà di ogni genere, per poter rinvigorire la loro fede. Con l’arcivescovo di Sydney hanno concelebrato il cardinale segretario di Stato vaticano, Bertone, mons. Wilson presidente dei vescovi australiani, mons. Fisher coordinatore di questa GMG e il cardinale Rylko presidente del Pontificio Consiglio per i laici che alla fine della Messa ha augurato di cuore a tutti i giovani - che stanno portando la “primavera” dentro questo inverno australiano e che sono la primavera del mondo e della Chiesa - di rivivere qui a Sydney una nuova Pentecoste. La celebrazione di oggi – la cui liturgia è stata accompagnata dalle danze degli aborigeni e da molti elementi etnici – si è conclusa quando era già buio, illuminata dalla luna e dalle miriadi di luci dei grattacieli che si specchiano sulla baia. Seguirà ora il triduo di preparazione alla Veglia ed alla Messa con il Papa, che sarà caratterizzato dal sacramento della riconciliazione, dall’adorazione eucaristica, dalla preghiera presso la Croce della GMG e dalle catechesi. Inoltre, sul palco di Barangaroo che giovedì accoglierà il Papa ed in altri punti della città, è iniziato questa sera il Festival della Gioventù, che prevede 450 tra incontri, mostre e dibattiti sui temi dello sviluppo sostenibile, sessualità, giustizia sociale e dialogo tra fedi.

     
    Continua, intanto, il periodo di riposo del Papa nella residenza di Kenthurst ad una cinquantina di chilometri dalla città. Anche oggi la Messa la mattina, qualche passeggiata tra i boschi e l’ascolto di un concerto dei giovani del Sydney Symphony Fellows.

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    Le testimonianze dei giovani alla GMG di Sydney

    ◊   Giovani di tutto il mondo continuano ad affluire a Sydney per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Ascoltiamo le testimonianze di alcuni giovani italiani presenti nella città australiana. Le interviste sono di Marina Tomarro:
     
    R. – E’ una gioia immensa che è difficile descrivere. Un’emozione unica ed irripetibile. Un’esperienza che avevo già fatto, ma che sono qui per ripeterla perchè ti lascia tanto.

     
    D. – Cosa vuol dire, per te, essere qui alla GMG, quali sono le tue emozioni e perchè siamo insieme a ragazzi di tutto il mondo?

     
    R. – Secondo me è bello perchè ci rendiamo conto di essere in tanti a credere, di non essere soli. Sono proprio questi momenti che, quando ti prende lo sconforto o la paura di sentirti sola, ti aiutano, ti tirano su il morale e ti fanno vedere l’amore di Dio presente nelle persone vicino a te.

     
    R. – E’ una cosa bellissima, anche perchè è la mia quarta GMG: sono stato a Roma, Toronto, Colonia ed ora qui. Essere in Australia è veramente una sensazione bellissima.

    R. – E’ un’emozione grandissima, anche perchè è la mia prima GMG. Era una cosa che desideravo da tempo e non perchè siamo a Sydney, ma perchè siamo qui tutti insieme e condividiamo una gioia comune che è quella di incontrare il Papa.

     
    R. – Sono felicissima nel vedere tanti ragazzi che, come me, condividono un’altra volta, perchè ho già fatto altre GMG, questa bellissima esperienza nel segno dell’incontro con Cristo.

     
    R. – E' bello condividere, soprattutto, la propria fede con gli altri giovani di tutto il mondo ed è bello anche perchè abbiamo la possibilità di conoscere altre persone.

     
    R. – E’ bello portare la nostra testimonianza a 14 mila chilometri dall’Italia e in una terra nella quale non ci sono così tanti giovani che credono. E’ giusto portare anche qui la nostra parola.

     
    Gioia ed entusiasmo, binomio tradizionale delle GMG, si rinnova dunque anche a Sydney. Al di là dell’aspetto festoso, questo raduno ha però un valore particolare, per certi aspetti provvidenziale, per i giovani australiani, non solo cattolici. E’ quanto sottolinea Catherine Smibert dell'ufficio comunicazioni della Conferenza episcopale australiana, intervistata dal nostro inviato Roberto Piermarini:
     
    R. – Questa visita è importantissima per i giovani dell’Australia, perché i giovani australiani rappresentano una cultura che sta aspettando una voce diversa. Qui i giovani si sentono sempre ripetere la stessa cosa: “Tu, puoi fare quello che vuoi e basta!" Loro mi dicono – e questo lo si vede dappertutto – che stanno cercando invece un senso di moralità, un senso dei valori. La cultura che hanno intorno è abbastanza secolarizzata e questo non solo perché la cultura australiana non è una cultura cattolica, ma anche perché non ha alcuna ispirazione in alcun tipo di religione e questo fa sì che vi sia un grande vuoto. Già in questi anni di preparazione è stato visibile un cambiamento nel comportamento dei giovani, che stanno aspettando, con le braccia aperte, una persona - e naturalmente anche la Chiesa attraverso la persona di Papa Benedetto XVI – che rappresenta un qualcosa di più forte, una voce stabile, importante, piena di valori che non cambiano. Questo dice molto ad un mondo che finora non ha mai avuto la chance di avere questo tipo di dimensione. Vedono Benedetto XVI come un padre che se anche dà le regole della casa, lo fa per amore e lo fa per loro.

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    Le speranze dei giovani a Sydney: gli interventi dei cardinali Angelo Bagnasco e André Vingt-Trois

    ◊   Il rispetto delle risorse naturali e della vita, le prospettive per i giovani e la forza propositiva della GMG. Sono alcuni dei temi toccati dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi a Sydney nell’ambito della Giornata Mondiale della Gioventù. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Il cardinale Angelo Bagnasco ha prima di tutto sottolineato la validità della formula della GMG, efficace per la crescita della fede nei ragazzi, e la massiccia presenza in Australia di giovani italiani:

    “La presenza massiccia dei vescovi e soprattutto dei giovani, circa 10 mila giovani italiani, anche a questa Giornata Mondiale della Gioventù, è un segno ulteriormente significativo della fede entusiasta, comunicativa, tipica del popolo italiano e dei giovani”.

    Soffermandosi sulla realtà giovanile, il porporato ha affermato che la Chiesa ha il compito di “presentare i valori che contano nella vita” per rispondere a quanti, anche non credenti, cercano “ideali molto impegnativi ed ardui, ma veri, per cui spendere la vita”. La Chiesa italiana – ha aggiunto – agisce anche su un secondo fronte:

    “Chiede che ci siano delle prospettive per i nostri giovani a livello di lavoro, di impiego, di casa, che ci siano tutte quelle circostanze senza le quali è difficile che un giovane possa affrontare la vita da una parte ma anche programmarsi una famiglia dall’altra”.

    Riprendendo il tema dell’immigrazione, il cardinale ha quindi indicato due vie da seguire, quelle dell’accoglienza e della sicurezza:

    “Lo spirito di accoglienza, di cordialità e di solidarietà non viene certamente meno. Tutto questo va sempre coniugato con quello che è il bisogno di sicurezza, di legalità, il desiderio di integrazione, di rispetto delle regole, che evidentemente è necessario da parte di tutti”.
     
    Parlando dell’attuale crisi energetica, il porporato ha anche chiesto un maggiore rispetto per le risorse naturali ed auspicato “uno stile di vita più sobrio”:

    “E’ giusto ed è necessario che persone responsabili, sia a livello politico che a livello di scienza di ricerca, trovino le sorgenti di energia le più possibili e le più adeguate per poter corrispondere a quelle che sono le esigenze della umanità”.
     
    Il porporato ha poi espresso preoccupazione sul caso di Eluana Englaro, la donna da 16 anni in stato di coma vegetativo, dopo che i magistrati della Corte d'Appello civile di Milano hanno autorizzato la sospensione del trattamento di alimentazione e idratazione:

    “In questo momento viviamo tutti da una parte sentimenti di partecipazione e di rispetto nello stesso tempo, dall’altra non possiamo sicuramente tacere che è un momento molto delicato, difficile e anche drammatico se si dovesse procedere a una consumazione della vita per una sentenza”.

    Il presidente della CEI ha ribadito, infine, che le GMG sono un evento eccezionale e continuano ad attirare anche molti giovani che non frequentano abitualmente la Chiesa: “Prima di una scelta di fede – ha concluso - cercano la vita, la pienezza dell’amore, la felicità vera, gli ideali che non trovano nelle esperienze quotidiane che si bruciano in fretta”.

     
    A Sydney sono giunti per la GMG anche 5mila giovani francesi guidati dal cardinale arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois. Con quale speranza? Roberto Piermarini lo ha chiesto al porporato:

     
    R. – Avec l’espoir de vivre quelque chose de très forte, de très intense, d’écouter…
    Con la speranza di vivere qualcosa di molto forte, di molto intenso, di ascoltare il messaggio del Papa e di scoprire la realtà della Chiesa in Australia… E questo rappresenta certamente una grande scoperta, la scoperta di un Paese lontano e della sua cultura.

     
    D. – Le Giornata mondiali della gioventù portano sempre dei frutti: quella di Parigi che frutti ha portato per la Francia?

     
    R. – Beaucoup. D’abord ça a permit a beaucoup des chrétiennes de découvrir…
    Molti. Ha anzitutto permesso a molti cristiani di scoprire che la fede cristiana può essere visibile nella società. Questo ha rappresentato uno dei punti forti dal quale il cardinale Lustiger è partito per organizzare la “Paris Toussaint 2004”, insieme agli altri cardinali europei per una nuova evangelizzazione. E questo proprio sulla scia della Giornata mondiale della gioventù. Questo è stato certamente un momento molto, molto importante.

     
    D. – La prossima visita di Benedetto XVI sarà in settembre a Parigi e a Lourdes. Quale l’attesa per questa visita?

     
    R. – D’abord pour fêter le 150.me anniversaire des apparitions a Lourdes…
    E’ una visita anzitutto per celebrare il 150.mo anniversario delle apparizioni di Lourdes: questo era il primo motivo del viaggio del Papa in Francia. Era inizialmente il solo motivo, ma il Papa ha poi accettato di fare una piccola deviazione a Parigi, dove resterà 24 ore e dove noi avremo la gioia di riceverlo per celebrare insieme la Messa e per tenere una conferenza dedicata al mondo della cultura.

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    Valorizzare la dimensione spirituale e non solo economica dell’acqua: l’appello di Benedetto XVI nel Messaggio all’Expo di Saragozza. Il Papa chiede politiche basate sulla solidarietà

    ◊   Serve un uso razionale e solidale dell’acqua, diritto fondamentale per la vita di ogni uomo: è il richiamo di Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata della Santa Sede, all’Expo di Saragozza, celebrata ieri. Nel documento, indirizzato al cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del dicastero “Giustizia e Pace”, il Papa sottolinea la dimensione etica e spirituale dell’acqua, a cui è dedicata l’Esposizione internazionale della città spagnola. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    L’acqua, “bene essenziale e indispensabile” donato dal Signore per “mantenere e sviluppare la vita” va protetto “attraverso politiche chiare tanto a livello nazionale quanto internazionale”: è l’esortazione di Benedetto XVI nel messaggio all’Expo di Saragozza. Il Papa sottolinea che “l’uso dell’acqua”, diritto universale e inalienabile, è legato “alle necessità crescenti” delle persone che “vivono nell’indigenza”. Quando si parla di diritto all’acqua, è l’avvertimento del Pontefice, si deve sottolineare che si tratta di “un diritto che ha il suo fondamento nella dignità della persona umana”. In tale contesto, precisa, va perciò vagliato attentamente l’atteggiamento di chi “considera e tratta l’acqua unicamente come un bene economico”.

     
    Il suo uso, è il richiamo del Santo Padre, deve invece “essere razionale e solidale, frutto di una equilibrata sinergia tra il settore pubblico e quello privato”. D’altro canto, il Papa rileva che oggi si considera l’acqua come un bene quasi esclusivamente materiale. Tuttavia, non si devono nascondere “i significati religiosi che l’umanità credente, è soprattutto il cristianesimo, ha sviluppato a partire da essa, dandole un grande valore come bene immateriale che arricchisce la vita dell’uomo sulla terra”. Per questo, ribadisce Benedetto XVI, “il pieno recupero di questa garanzia spirituale è il presupposto di un approccio adeguato ai problemi etici, politici ed economici” che riguardano la gestione dell’acqua tanto in ambito nazionale quanto internazionale.

     
    Il Papa non manca di esprimere il suo apprezzamento per lo stand della Santa Sede presente all’Expo di Saragozza. Un’iniziativa, scrive, che avvicina i visitatori all’incommensurabile patrimonio di spiritualità, arte e saggezza ispirato all’acqua, che viene custodito dalla Chiesa cattolica.

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    Benedetto XVI riceverà il premier iracheno Al Maliki a Castel Gandolfo il 25 luglio

    ◊   Il prossimo 25 luglio, Benedetto XVI riceverà il premier iracheno Nouri Al Maliki in udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Ne dà notizia la Sala Stampa della Santa Sede, precisando che all'incontro sarà presente anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.

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    Il Papa eleva la prefettura apostolica delle Galápagos a vicariato apostolico

    ◊   In Ecuador, Benedetto XVI ha elevato la prefettura apostolica di Galápagos al rango di vicariato apostolico, con la medesima denominazione e configurazione territoriale. Il Papa ha nominato primo vicario apostolico di Galápagos, mons. Manuel Valarezo Luzuriaga, dell’Ordine dei Frati Minori, vescovo titolare di Questoriana e attuale prefetto apostolico della medesima circoscrizione ecclesiastica.
    La prefettura apostolica di Galápagos – informa una nota della Sala Stampa vaticana – è stata eretta il 6 maggio 1950 e occupa l’omonima regione civile, costituita da 13 isole grandi, 17 piccole e 47 isolotti, in pieno Oceano Pacifico (lontani 927 miglia marittime dal Continente). Nel 1978, l’area è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. La popolazione è di soli 21.000 abitanti, mentre si stima che i turisti che visitano il parco naturale siano 150.000. La sede amministrativa ed ecclesiale è situata nell’Isola di San Cristobal. I cattolici sono circa 16.000. La cura pastorale delle 10 parrocchie è affidata a 9 sacerdoti diocesani, mentre i seminaristi maggiori sono 6 e rappresentano una speranza per il futuro della circoscrizione ecclesiastica. Nel territorio opera un solo religioso, mentre le religiose sono 15.

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    I vescovi anglicani di tutto il mondo si riuniscono nella Conferenza di Lambeth: intervista con il cardinale Kasper

    ◊   Inizia domani a Canterbury, in Inghilterra, la Conferenza di Lambeth, l’incontro decennale di tutti i vescovi anglicani del mondo. L’evento, che si svolge a pochi giorni dal primo “sì” della Comunione anglicana all’ordinazione episcopale delle donne, sarà dedicato al tema “Aiutare i vescovi a compiere il loro ministero pastorale nella missione di Dio”. Dal 28 luglio al 3 agosto seguirà i lavori della Conferenza anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, che ha rivolto i suoi auguri agli anglicani per questo importante incontro. Ascoltiamo il porporato al microfono di Philippa Hitchen:
     
    R. – Il mio augurio è che possano mantenere l’unità della Comunione anglicana, perché nessuno può essere interessato a nuove divisioni. D’altra parte, il mio secondo augurio è di continuare il dialogo, perché il dialogo è importante anche per il mondo di oggi. Le Chiese devono essere unite, affinché possano essere testimoni del Vangelo e possano lavorare insieme per la pace e la giustizia nel mondo. Questi sono i miei due auguri. Abbiamo, però, anche le nostre preoccupazioni per gli ultimi sviluppi nella Comunione anglicana: l’introduzione dell’ordinazione sacerdotale ed episcopale delle donne. Poi, tutte le questioni etiche, l’omosessualità... Queste non sono il centro del Vangelo, ma sono questioni etiche legate all’antropologia ed anche alla testimonianza della Bibbia. Tutto ciò ci fa chiedere come si possa prendere sul serio il Nuovo Testamento, che ha chiare indicazioni sui comandamenti. Dobbiamo parlare di questi problemi e poi riflettere insieme su come continuare il dialogo. Noi siamo pronti a continuare, ma adesso lo scopo del dialogo, la piena comunione, non sembra più realistica. Quindi, il dialogo avrà un carattere diverso e dobbiamo anche vedere quali saranno i nostri partner, quale sarà la configurazione della Comunione anglicana dopo la Conferenza di Lambeth. Sono, dunque, problemi molto importanti, molto preoccupanti, ma, ripeto, vogliamo l’unità della Comunione anglicana e vogliamo anche continuare il dialogo, e non un dialogo qualsiasi, ma un dialogo secondo la volontà espressa da Gesù Cristo alla vigilia della sua morte: “ut omnes unum sint”, "che tutti siano una sola cosa, affinché il mondo creda".

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    Domani a Madrid, la Conferenza interreligiosa promossa dal re dell’Arabia Saudita. Il commento del cardinale Tauran, tra i relatori dell’incontro

    ◊   Un evento di grande significato per il dialogo tra le religioni e la convivenza pacifica tra i popoli: si apre, domani a Madrid, la Conferenza interreligiosa promossa dal re dell’Arabia Saudita, Abdallah, con la partecipazione di autorità religiose musulmane, ebraiche e cristiane. L’iniziativa fa seguito all’incontro convocato in giugno alla Mecca dalla Lega islamica mondiale. Alla conferenza, interverrà anche il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che - intervistato da Helene Destombes della redazione francese della nostra emittente - sottolinea l’originalità di questo avvenimento:
     
    R. - La cosa importante è la singolarità dell’avvenimento, perché è un’iniziativa del re dell’Arabia Saudita, il quale non è soltanto un semplice capo di Stato, ma anche il custode delle due moschee, che sono i luoghi più sacri dell’islam. Ciò dà ovviamente, una dimensione universale alla sua iniziativa. Qual è lo scopo di questa riunione? Io ho sollevato cinque punti: il desiderio di dare un nuovo volto dell’islam, un islam più tollerante, aperto a tutte le religioni. Il desiderio, poi, di presentare all’opinione pubblica mondiale l’appello della Mecca. Quindi, il precisare quale sia il contributo delle religioni alla convivenza. Offrire i valori etici condivisi da tutti i credenti al mondo intero, specialmente per la formazione della gioventù ed aiutare l’umanità a ritornare a Dio. Per quanto riguarda la partecipazione della Chiesa cattolica, il Papa è stato invitato, ed io vado lì a suo nome. Noi accogliamo certamente positivamente l’iniziativa del re, che raduna - e questo è molto importante - le tre religioni. Non è un dialogo islamo-cristiano: è un dialogo giudeo-cristiano-musulmano. Ovviamente, pensiamo sia un atto di coraggio da parte del re. Il Papa, da quando è sul Soglio di Pietro, non ha mancato nessuna occasione per ripetere questa necessità di un dialogo a tre. In un mondo secolarizzato, dunque, è molto bello e necessario che cristiani, musulmani ed ebrei siano testimoni della dimensione trascendente della persona umana e della sua relazione con Dio. Poi, possiamo collaborare, per esempio, per tutto ciò che riguarda la sacralità della vita e la formazione morale della gioventù. Abbiamo da condividere, quindi, tutto il dialogo della carità: aiutare i poveri, gli emarginati, soccorrere i bisognosi in caso di calamità naturale.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nel messaggio per la giornata della Santa Sede all’Expo di Zaragoza 2008 Benedetto XVI chiede politiche solidali a protezione dell’acqua

    Mario Ponzi intervista il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, alla vigilia del congresso in programma a Madrid dal 16 al 18 luglio

    Nell’informazione internazionale, in primo piano la crisi in Sudan: sospesa l’attività della missione internazionale

    Riccardo Petrella interviene sul tema della sete con un articolo dal titolo “Geografia della sete, geografia della povertà”

    In cultura, una riflessione di Giuseppe Fiorentino sull’ultimo romanzo dello scrittore statunitense Don DeLillo, “L’uomo che cade”

    Una pagina a cura di Inos Biffi sul Paradiso di Dante Alighieri dal titolo “Il luogo dei sogni realizzati”

    Un articolo di Antonio Spadaro dal titolo “La gentilezza che spezza il cuore di pietra”: storie di conversione, il personaggio “C33” di Oscar Wilde

    Nell’informazione religiosa, un articolo sulle iniziative delle suore contro il traffico di esseri umani in Thailandia

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    Oggi in Primo Piano



    Il Sudan respinge la richiesta d'arresto del presidente Bashir avanzata dal Tribunale dell'Aja

    ◊   Il Sudan respinge con durezza la richiesta di mandato d’arresto per crimini di guerra nel Darfur, formulata ieri dal procuratore del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, Moreno Ocampo, nei confronti del presidente Omar al Bashir, da 19 anni alla guida del Paese africano. Sulla richiesta dovrà esserci ora il pronunciamento della Camera della Corte per le istanze preliminari che arriverà entro i prossimi due-tre mesi. Intanto, già si delinea una spaccatura in seno alla comunità internazionale. L’ONU - che ha già avviato il trasferimento di 200 operatori - e diversi Paesi occidentali esprimono preoccupazione per l'impatto che questa situazione può avere sui civili e i volontari in Darfur. L’Unione Africana, la Cina e la Lega Araba ritengono inoltre che il mandato d’arresto possa compromettere la stabilità politica della regione. Sulle accuse di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità nei confronti del presidente sudanese Al Bachir, Giada Aquilino ha intervistato Massimo Alberizzi, africanista del Corriere della Sera:

    R. - I Janjaweed, i “diavoli a cavallo” che terrorizzano i villaggi e le popolazioni civili, che bruciano le capanne, che violentano le donne e schiavizzano i bambini, sono milizie organizzate di fatto dal governo. Peraltro, uno degli stessi capi delle milizie, che avevo intervistato tempo fa, aveva detto chiaramente: “Il governo ci finanzia”. E non solo. Aveva detto anche: “Se il governo prova a smantellarci, smantelleremo noi il governo”.

     
    D. - Secondo l’alto magistrato, Al Bashir aveva un piano politico per distruggere gruppi etnici del Darfur. Perché?

     
    R. - C’è una differenza etnica molto forte tra gli arabi che governano il Paese e i musulmani di origine africana, che invece vivono in Darfur e che sono le popolazioni autoctone. E’ un conflitto che si protrae da parecchi anni perché la desertificazione ha fatto scendere le popolazioni arabe nomadi verso sud, dove invece ci sono le popolazioni di origine africana, che sono contadini stanziali. A questo punto, quattro o cinque anni fa è scoppiata la rivolta di tali popolazioni e per domare la rivolta è stata organizzata una “controrivoluzione”, che però ha riguardato tutti, anche le popolazioni civili. Questa non è stata indirizzata contro i miliziani del Sudan Liberation Army (SLM) o del Justice and Equality Movement (JEM).

     
    D. – Al Bashir sostiene che la Corte dell’Aja non ha giurisdizione in Sudan. Cosa succederà adesso?

     
    R. – La Corte ha giurisdizione universale. È il Sudan che non ha firmato il Trattato di Roma nel 1998. Ricordo benissimo che in quell’aula della FAO, a Roma, sette Paesi si schierarono contro, tra cui il Sudan, gli Stati Uniti, la Cina, la Libia. Ma non avere sottoscritto il Trattato, che poi peraltro è stato firmato e ratificato da 106 Paesi, non vuol dire che la Corte penale non abbia giurisdizione.

     
    D. – Quali ripercussioni ci saranno sul terreno?

     
    R. – Quello che ci si può aspettare è una ritorsione del governo sudanese, che non vuol dire necessariamente una ritorsione violenta. Ma, per esempio, vuol dire non far viaggiare più i funzionari. In Sudan ci vogliono i permessi di viaggio: per andare in Darfur è sempre un calvario. Quindi, ci sono molteplici ostacoli per impedire ai funzionari delle Nazioni Unite di lavorare. Consideriamo che di ostacoli ce ne sono molti già tutti i giorni. Anche per esempio la distribuzione del cibo è molto complicata e difficile.

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    La Chiesa celebra la memoria di San Bonaventura, mistico dell'amore di Dio

    ◊   La Chiesa ricorda oggi San Bonaventura, frate minore francescano vissuto nel XIII secolo, maestro di teologia, per 17 anni generale del suo ordine, poi creato cardinale e consacrato vescovo di Albano Laziale. Autore di diverse opere, scrisse anche la “Legenda maior”, definita la biografia ufficiale di San Francesco. Ebbe diversi incarichi pontifici, viaggiò molto e conservò sempre uno spirito semplice, dando saggio di sapienza, prudenza e spiccato equilibrio. Il servizio di Tiziana Campisi:

    (Canto)

     
    Amore e carità: negli insegnamenti di San Bonaventura si impara che “non basta la speculazione senza la devozione … l’intelligenza senza l’umiltà; lo studio senza la grazia”. Lo si apprende anche dal buon senso, pratico e speculativo, che ha caratterizzato la personalità del frate minore francescano, quello con il quale dispensava parole tranquillizzanti e incoraggianti. Come a frate Egidio, quando questi gli chiese come avrebbe potuto salvarsi lui, privo di ogni scienza teologica: “Se Dio dà all’uomo soltanto la grazia di poterlo amare – rispose Bonaventura – questo basta … Una vecchierella può amare Dio anche più di un maestro di teologia”. “Cristo è la via e la porta” scrive nell’“Itinerario della mente in Dio”, lì dove spiega che fissando lo sguardo su Cristo crocifisso l’uomo affronta il passaggio, fa Pasqua con Gesù, riposa con lui “nella tomba come morto esteriormente, ma sente, tuttavia … ciò che in croce fu detto al buon ladrone, tanto vicino a Cristo con l’amore: ‘Oggi sarai con me nel paradiso’. “Ma perché questo passaggio sia perfetto – prosegue San Bonaventura – è necessario che, sospesa l’attività intellettuale, ogni affetto del cuore sia integralmente trasformato e trasferito in Dio”; fatto mistico e straordinario. “Se … vuoi sapere come avvenga tutto ciò, interroga la grazia, non la scienza – aggiunge il santo francescano – il desiderio non l’intelletto, il sospiro della preghiera non la brama del leggere … non la luce ma il fuoco che infiamma tutto l’essere e lo inabissa in Dio con la sua soavissima unzione e con gli affetti più ardenti”. Nel corso della sua esistenza San Bonaventura ha difeso e riproposto la tradizione patristica, in particolare il pensiero e l'impostazione di Sant'Agostino; ha combattuto l'aristotelismo, acquisendone però alcuni concetti, ed ha valorizzato tesi della filosofia arabo-ebraica. Per il noto teologo, che riconobbe in Cristo “la bellezza di ogni bellezza”, la filosofia serve a dare aiuto alla ricerca umana di Dio, e può farlo, come diceva il vescovo di Ippona, solo riportando l'uomo alla propria dimensione interiore (cioè l'anima), e, attraverso questa, ricondurlo infine a Dio. “Nessuno può giungere alla beatitudine se non trascende sé stesso, non con il corpo, ma con lo spirito – si legge nell’“Itinerario della mente in Dio” - ma non possiamo elevarci da noi se non attraverso una virtù superiore. Qualunque siano le disposizioni interiori, queste non hanno alcun potere senza l'aiuto della Grazia divina. Ma questa è concessa solo a coloro che la chiedono (...) con fervida preghiera”.

     
    (Canto)

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    Chiesa e Società



    Appello dei vescovi della RD del Congo: “È tempo di svegliarsi”

    ◊   “È tempo che ci svegliamo”: esordisce così il messaggio dei vescovi congolesi inviato alla popolazione al termine della loro assemblea plenaria e in coincidenza con il 48.mo anniversario dell’indipendenza del Paese africano. Come riferisce l’agenzia Fides, i mali che affliggono la Repubblica Democratica del Congo, individuati dai vescovi, sono: corruzione, miseria sociale, insicurezza e debolezza dello Stato. “Il sogno di un Congo migliore è ancora lontano – scrivono – la situazione impone un cambio di mentalità e l’adozione di riforme profonde, in particolare strutturali, ma il Paese può farcela a uscire dalla crisi”. Un messaggio di speranza cristiana, dunque, fondata sul fatto che “la storia presente non è chiusa su se stessa, ma è aperta al Regno di Dio”. “Siamo convinti – scrivono ancora – dell’urgenza imperiosa di affrontare il problema dello sfruttamento irregolare, illegale, massiccio e abusivo delle risorse minerarie e forestali del nostro Paese. Invece che contribuire allo sviluppo della nostra popolazione, i minerali, il petrolio e la foresta sono diventati causa dei nostri mali”. I presuli hanno ricordato anche l’incontro tra il Papa e il presidente congolese Joseph Kabila, in cui il Pontefice aveva affrontato la questione dell’insicurezza del nord e sud Kivu: regioni dell’est del Paese dove la guerra civile non è mai terminata del tutto. (R.B.)

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    Giovani iracheni potranno partecipare alla GMG: l'ambasciata australiana ad Amman concede il visto ai pellegrini

    ◊   Il sogno dei ragazzi iracheni di partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, diventa realtà: l'ambasciata australiana ad Amman, in Giordania, ha concesso 27 visti per poter prendere parte all’evento. “Ringrazio davvero tutti”, ha affermato padre Rayan Atto, parroco della chiesa di Mar Qardagh ad Erbil e organizzatore del viaggio. “Ci sono i visti – ha aggiunto il sacerdote - per 27 persone delle quali 21 in partenza da Erbil e le altre sei da altri luoghi”. “Desideriamo testimoniare al Santo Padre, ma anche a tutto il mondo – ha spiegato padre Rayan Atto - la nostra fede, erede di una tradizione millenaria ed ancora viva nei nostri cuori”. L’ambasciata australiana in Giordania nei giorni scorsi – ricorda l’agenzia Zenit - aveva espresso dubbi sulla concessione dei visti sostenendo che nella maggior parte delle richieste ricevute mancavano i documenti relativi alla situazione di impiego e finanziaria dei singoli. Dati che avrebbero rappresentato una sorta di garanzia del loro ritorno in Iraq. “Siamo orgogliosi - ha dichiarato mons. Anthony Fisher, vescovo coordinatore della GMG di Sydney - del lavoro svolto dal dipartimento per l’emigrazione australiana per dare soluzione alla questione dei visti”, “La presenza dei giovani iracheni – ha sottolineato infine il presule - permetterà loro di sfilare con la bandiera nazionale alla Via Crucis del 18 luglio”. (A.L.)

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    “Con Gesù, missione e vita in abbondanza” è il tema della Giornata Nazionale della Gioventù, in programma in Uruguay il 6 e 7 settembre

    ◊   La Giornata Mondiale della Gioventù, attualmente in corso a Sydney, non si esaurirà il 20 luglio, ultimo giorno dell’evento, ma darà il via ad altri incontri nazionali destinati ai ragazzi dei singoli Paesi. Uno tra tanti sarà l’Uruguay: la Commissione della Pastorale giovanile della Conferenza episcopale locale ha organizzato, infatti, per il 6 e 7 settembre prossimi, la Giornata Nazionale della Gioventù. Giunto alla 30.ma edizione, l’evento avrà come tema “Con Gesù, missione e vita in abbondanza” e si svolgerà a Iporà, nella diocesi di Tacuarembò. Si stima che saranno quattromila i giovani presenti. Nell’annunciare l’incontro, il vescovo locale, mons. Julio Bonino, ha invitato i fedeli a collaborare nell’accoglienza dei pellegrini, offrendo loro cibo ed ospitalità. Nel frattempo, una delegazione di 60 giovani uruguayani è in volo per Sydney, dove sarà accolta dalle famiglie degli immigrati del loro Paese d’origine, naturalizzate australiane. (I.P.)

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    Anno Paolino: la comunità cattolica del Nepal punta su formazione ed evangelizzazione

    ◊   Una lettera del vicario apostolico in Nepal, mons. Anthony Francis Sharma, diffusa in tutte le parrocchie, scuole e realtà ecclesiali, ed un folto programma di iniziative caratterizzano l’Anno Paolino nel Paese asiatico. La piccola comunità cattolica locale – riferisce l’agenzia Fides - intende celebrarlo come occasione di formazione al suo interno e di evangelizzazione verso l’esterno. Su alcuni temi tratti dalle Lettere di San Paolo saranno formati 50 nuovi catechisti, in un percorso di approfondimento che durerà da ottobre 2008 alla Quaresima 2009: lo scopo è di preparare gli operatori pastorali in modo che possano poi riportare gli insegnamenti alle comunità locali, alle parrocchie e associazioni, contribuendo a diffondere capillarmente la spiritualità paolina. Altri appuntamenti incentrati sulla vita e le opere dell’apostolo delle genti saranno rivolti a preti, religiosi e fedeli del vicariato: specifici seminari si terranno presso il centro pastorale di Kathmandu dal 9 all’11 e dal 28 al 30 ottobre 2008. La finalità è anche quella di promuovere un incontro delle diverse componenti della Chiesa nepalese. Ritiri spirituali rivolti a clero e religiosi sono previsti, inoltre, dal 23 al 29 marzo e dal 30 marzo al 5 aprile. In ogni comunità locale del vicariato è stato poi diffuso materiale di animazione: un libretto con preghiere e meditazioni su San Paolo e un video che racconta la vita e l’opera dell’apostolo. Il vicario apostolico ha dato disposizione, infine, che in ogni parrocchia, una volta al mese, si tenga un’omelia o una catechesi sull’Anno Paolino e si promuovano attività per bambini, ragazzi e giovani ispirate a San Paolo. (A.L.)

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    A Gerusalemme, celebrata oggi la Solennità della Dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro

    ◊   Questa mattina a Gerusalemme si è celebrata la Solennità della Dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro, cuore della cristianità, che sorge sulla collina del Golgotha e sulla tomba del Signore. La Basilica, chiamata dagli ebrei "Knessiat ha Kever", Chiesa del Sepolcro, esprime nel nome datogli dagli arabi ("Kanisah al Qiama"), Basilica della Risurrezione, l'evento storico avvenuto in questo luogo. La scelta della data del 15 luglio per la Dedicazione della Basilica del Santo Sepolcro risale ai Crociati, che la stabilirono per commemorare il cinquantesimo anniversario della loro entrata vittoriosa in Gerusalemme nel 1099. E se del primo edificio fatto costruire dall'imperatore Costantino – e dedicato nell'anno 335 - non sono ci sono resti, negli elementi architettonici e decorativi della Basilica attuale è ancora possibile  individuare le tracce della chiesa ricostruita dai cavalieri crociati, alla fine dell'XI secolo. Alla celebrazione eucaristica raccolta e solenne, presieduta dal Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, hanno partecipato soprattutto religiosi e cristiani della città vecchia, ma anche pellegrini: una liturgia in lingua latina, che ha raccolto intorno all'Anastasis fedeli di diverse nazionalità. Ancora una volta, l'annuncio della Risurrezione è salito al cielo dalla Cappella dell'Angelo antistante la Tomba vuota del Signore. Nella liturgia che si svolge in questa Basilica, il Vangelo, le preghiere e gli inni ripetono che "qui", proprio in questo luogo, il Signore è Risorto. (A cura di Sara Fornari)

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    In Cina si è concluso con successo il corso di formazione permanente per 30 religiosi che hanno compiuto 10 anni di sacerdozio

    ◊   Si è concluso a Macao il corso di formazione permanente cui hanno preso parte una trentina di sacerdoti cinesi che avevano compiuto 10 anni dall’ordinazione. Il corso, diviso in due parti, si è svolto dal 19 al 24 giugno in continente e dal 25 giugno al 9 luglio nella diocesi di Macao guidata da mons. José Lai Hung-seng e ha dato l’opportunità ai partecipanti di approfondire la spiritualità generale e sacerdotale, la formazione umana e quella dei catechisti in parrocchia, la teologia ecclesiale e la dottrina sociale della Chiesa. Molte le testimonianze positive raccolte dall’agenzia Fides sul corso organizzato dal Faith Institute for Cultural Studies insieme a Jinde Charities e in collaborazione con la diocesi di Macao che i religiosi hanno avuto la possibilità di visitare ammirando le chiese famose e prendendo contatto con la comunità locale. “Un’opportunità unica per conoscere, scambiare, condividere e approfondire tanti aspetti spirituali”, è stato il commento unanime dei sacerdoti convenuti. (R.B.)

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    In Vietnam, la difficile opera di evangelizzazione dei missionari alla popolazione montagnard

    ◊   Un’opera difficile per i missionari, quella dell’evangelizzazione nelle zone degli altopiani centrali del Vietnam, comprendenti le diocesi di Kontum, Pleiku, Ban Me Thuot, Qui Nhon e Da Lat, dove vive la popolazione montagnard. Discriminazioni da parte delle autorità governative, un numero insufficiente di religiosi, la difficoltà degli spostamenti connessa all’assenza di mezzi di trasporto e a una rete viaria adeguata sono i principali problemi incontrati dai sacerdoti attivi nella regione, come riportato dall’agenzia AsiaNews. Per ovviare a tutto ciò i missionari, impegnati non soltanto nell’attività di portare la Parola del Signore, ma anche in progetti a sostegno della popolazione spesso afflitta da malnutrizione, hanno intrapreso diverse iniziative, come la traduzione della Bibbia e delle preghiere principali nelle lingue e dialetti parlati dalle varie minoranze etniche, approvata dalla Conferenza episcopale vietnamita. Nella zona la lingua di riferimento è il Banhar, ma molto parlati sono i dialetti Jrai e Xôñaêng. (R.B.)

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    In Somalia molte ONG abbandonano il territorio per problemi di sicurezza e nell’area centrale scoppia un’epidemia di morbillo

    ◊   I rappresentanti di alcune organizzazioni non governative attive in Somalia si sono riuniti a Mogadiscio per discutere del peggioramento delle condizioni di sicurezza nel Paese in cui, dall’inizio dell’anno, tre operatori sono stati uccisi e quattro sequestrati. Il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha appena deciso di ritirarsi da Baidoa, la seconda città della Somalia, sede del Parlamento, in seguito all’omicidio del coordinatore locale, mentre la ONG nota come Dbg ha fatto sapere che sospenderà l’attività dopo l’uccisione del suo vicedirettore. L’abbandono del territorio da parte delle organizzazioni non governative, giudicato dal governatore della regione, Abdifatah Gesay, “sbagliata e immotivata”, rischia di drammatizzare la già precaria situazione in cui versa la maggior parte della popolazione somala. In alcuni villaggi della zona centrale, ad esempio, si è scatenata un’epidemia di morbillo che ha già fatto una ventina di vittime tra i bambini. La malattia, che si diffonde per via aerea, secondo le fonti dell’agenzia Misna “si propaga come un incendio” nell’area a nord della capitale e del capoluogo Jowhar, dove mancano strutture ospedaliere e personale medico adeguato. (R.B.)

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    Sono soprattutto donne straniere a rivolgersi al servizio “Mai più sola” per aiutare le vittime di abusi

    ◊   Risposte in arabo, italiano, inglese e francese ed oltre 3600 chiamate ricevute dall’inizio della sua attivazione, nel novembre del 2007. Sono alcuni dei dati del servizio “Mai più sola”, attivato in Italia per aiutare donne vittime di abusi. A chiamare al numero vede (800.911.753) sono state soprattutto marocchine e tunisine. Telefonate arrivano anche da ospedali, forze dell’ordine e vicini di casa perché, spesso, le donne maltrattate sono analfabete, non conoscono l’italiano e vivono in una condizione di quasi totale isolamento. A rivolgersi al numero verde sono soprattutto le donne tra i 20 e i 45 anni ma si deve registrare anche una percentuale del 2,8% di minorenni. Il progetto – sottolinea il quotidiano Avvenire – prevede primo soccorso, aiuto psicologico, assistenza legale. Per questo, opera in stretto collegamento con i Centri antiviolenza e i Centri di accoglienza italiani. (A.L.)

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    In varie località della costa romagnola, la Parola in spiaggia per i turisti in ricerca

    ◊   “Le vacanze possano essere un periodo in cui riscoprire il valore dell’amicizia, rinsaldare la vita di famiglia, nutrire di più la vita di fede”. E’ l’augurio rivolto ai fedeli e ai turisti dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Giuseppe Verucchi. “L’evangelizzazione – spiega il presule – deve continuare anche in spiaggia, sotto l’ombrellone, perché molta gente durante le vacanze è più disponibile e interessata alla fede, alla riflessione e alla preghiera”. Sono anni ormai, che l’arcivescovo promuove la lectio divina serale per turisti e residenti di varie località della costa romagnola. Lo schema di questa iniziativa è quello classico e prevede l’introduzione da parte del presule, la lettura del Vangelo, la riflessione comunitaria e spunti per la traduzione della Parola nel quotidiano. “Al termine di ciascuna serata – sottolinea mons. Giuseppe Verucchi – la gente si ferma a parlare con molta familiarità; pone domande di approfondimento, si confida e apre il proprio cuore”. La diocesi di Ravenna-Cervia – rende noto il quotidiano Avvenire - ha diffuso un depliant in tutte le parrocchie di località di mare, con il programma di celebrazioni e iniziative. Il 18 luglio si terrà un incontro di preghiera a Lido Adriano, il 21 a Lido di Savio ed il 24 a Pinarella. I commenti dei turisti sono sempre positivi: “abbiamo partecipato per caso – spiegano alcuni giovani romani – ma adesso abbiamo il desiderio di approfondire la conoscenza della Bibbia”. “Prendiamo parte volentieri alla spiegazione dell’arcivescovo – aggiungono alcuni amici di Verona – che ci fa vivere la Scrittura come alimento della spiritualità”. Nella lettera di presentazione di questa iniziativa, l’arcivescovo invita i villeggianti “ad accogliere i benefici del sole e del mare”, li esorta “a vivere nella serenità le vacanze” e rivolge loro una viva esortazione: “Accogliete il Signore nella preghiera, mettetevi in ascolto della sua Parola, incontrandolo nei sacramenti e nell’Eucaristia”. (A.L.)

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    "Non diamo per scontato di aver capito che Dio è amore": così il cardinale Comastri nella cerimonia presieduta ieri nella memoria di San Camillo de Lellis

    ◊   Si è svolta ieri sera nella cappella dell’Ospedale Madre Giuseppina Vannini di Roma, la solenne cerimonia eucaristica, presieduta dal cardinale Angelo Comastri, per la festa di San Camillo de Lellis. Come ogni anno i fedeli della zona sud est della Capitale, unitamente al personale sanitario e amministrativo del nosocomio, hanno risposto numerosi all’invito delle Figlie di San Camillo a stringersi attorno a chi soffre proprio nel giorno della ricorrenza dell’Apostolo di Bucchianico. Durante l’omelia, il porporato ha ricordato: “Oggi sicuramente c’è più scienza di un tempo, più tecnica, ma meno amore”. Quell’amore che, come ci ricordava Padre Pio da Pietrelcina, guarisce molte malattie. Rivolgendosi alle suore, il cardinale ha poi detto: “Voi avete il carisma di portare l’amore agli ammalati e questa è una missione mai superata perché chi soffre avrà sempre bisogno d’amore. Quella croce rossa che portate sul petto è il distintivo di ciascun cristiano. Vi esorto, quindi, a ricordarci ogni giorno il Vangelo, a provocarci con la vostra carità. Solo guardandovi, noi sappiamo che lì c’è la carità, una carità libera e disinteressata, una carità da corsia, quella che però salva gli uomini”. Poi un appello ai fedeli e al personale sanitario: “Non diamo per scontato di aver capito che Dio è amore. Gesù ci ricorda che non basta appartenere alla cosiddetta categoria dei buoni per essere buoni veramente. E lo fa raccontando la vicenda del Buon Samaritano. Si è buoni solo se si vive la carità, quella concreta, così come descritta con parole semplici, ma molto efficaci, da Madre Teresa di Calcutta: "Un bicchier d’acqua dato con amore vale più di una biblioteca sulla carità”. Al termine della cerimonia, la superiora generale delle Figlie di San Camillo, madre Laura Biondo, ha ringraziato il cardinale Comastri e, nel suo indirizzo di saluto al personale medico e amministrativo dell’Ospedale Vannini, ha sottolineato: “Per quanto concerne il nostro carisma possiamo dire che è di una attualità estrema, tenendo presenti in modo particolare le nuove povertà quali l’AIDS e la droga. Siamo chiamati, quindi, ad essere una testimonianza profetica e mistica di Cristo Buon Samaritano e di conseguenza la nostra fedeltà al carisma di San Camillo e allo spirito dei nostri Beati Fondatori è un imperativo assoluto, per poter essere testimoni della presenza di Dio in un mondo disorientato e confuso”. Confermata a maggio scorso per il prossimo sessennio, nel corso del 18esimo capitolo generale ordinario, alla guida della Congregazione delle Camilliane, Madre Laura Biondo ha ricordato: “La missione delle Figlie di San Camillo è quella di testimoniare al mondo l’amore sempre presente di Cristo verso gli infermi attraverso il ministero spirituale e corporale, esercitato anche con il pericolo della vita secondo lo spirito dei nostri Beati Fondatori, Madre Giuseppina Vannini e Padre Luigi Tezza”. (A cura di Davide Dionisi)

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    24 Ore nel Mondo



    Crisi di governo in Belgio: il premier Leterme non è riuscito a mettere d'accordo fiamminghi e francofoni

    ◊   Il re del Belgio, Alberto II, ha dichiarato questa mattina, in un comunicato, che si riserva di decidere sulle dimissioni offerte, ieri sera, dal primo ministro Yves Leterme, dopo il fallimento del tentativo del premier di strappare un accordo su una riforma delle istituzioni. Il premier Yves Leterme, dal 15 luglio dello scorso anno, tra crisi annunciate e rientrate, non è riuscito a mettere d'accordo le due principali comunità che vivono nel Paese - fiamminghi e francofoni - su una riforma dello Stato. La ricca regione delle Fiandre e i partiti che ne sono espressione, a partire da quello a cui fa riferimento Leterme, i cristiano-democratici, chiedono una maggiore autonomia, soprattutto in materia fiscale e sociale. I francofoni che vivono nella regione del sud, la Vallonia, invece, temono per le sorti dello Stato sociale e della solidarietà nei confronti dei territori più deboli e alla fine paventano la dissoluzione stessa del Belgio a favore di una semplice confederazione. Per mesi Leterme - ex presidente delle Fiandre e vincitore delle elezioni politiche del giugno 2007 - ha cercato una quadratura del cerchio fino all'epilogo della notte scorsa quando ha rassegnato le dimissioni davanti al re Alberto II, che si è riservato di decidere forse nella speranza, come già accaduto in passato, di trovare una via d'uscita per evitare le elezioni anticipate. Tra le soluzioni indicate in queste ore, anche la possibilità che Leterme possa lasciare il posto al suo vice, Didier Reynders, potente presidente dei liberali francofoni, attuale ministro delle finanze. Di fronte ad una difficile situazione economica ed un'inflazione tra le più alte dei Paesi UE, il Belgio non può restare a lungo senza una guida, fa notare più di un commentatore.

    Iraq
    È salito a 28 morti e oltre 60 feriti il bilancio del duplice attentato suicida di questa mattina in un centro reclutamento dell'esercito iracheno nei pressi di Baquba, capoluogo della provincia settentrionale a maggioranza sunnita di Diyala. Da anni i centri di reclutamento di esercito e polizia sono tra gli obiettivi pivilegiati del terrorismo in Iraq. La regione, da tempo, è divenuta una nuova roccaforte dei terroristi di al Qaeda e, da gennaio scorso, le forze irachene e americane hanno lanciato una massiccia operazione di sicurezza. In particolare Baquba, nelle settimane scorse, è stata teatro di una serie di micidiali attentati che hanno causato la morte di decine di persone. Intanto, fanno rumore le dichiarazioni di Barak Obama sulla presenza americana in Iraq. Il candidato democratico alla Casa Bianca si è detto favorevole ad un ritiro dal Paese del Golfo nel 2010 delle truppe statunitensi, che dovrebbero essere impiegate in Afghanistan, "che si sta confermando – ha detto Obama – il vero fronte della guerra contro il terrore". Sulla praticabilità di un’eventualità del genere, Giancarlo La Vella ha intervistato don Renato Sacco di "Pax Christi", rientrato da poco dall’Iraq:

    R. – Mi sembra comunque una cosa con tanti se. Basta ricordare che gli Stati Uniti stanno costruendo la più grande ambasciata del mondo proprio a Baghdad. Poi, credo anche che lì in questo momento siano in gioco tante spartizioni di potere; altri si stanno spartendo il Paese, è stato appaltato il petrolio alle grandi compagnie. Ci sono, quindi, grandi interessi. Credo che chi è in Iraq dovrebbe lavorare per il bene comune, questa è la cosa più importante. Sulla fattibilità o meno del ritiro, io ritengo ancora che sia, nel bene o nel male, una cosa impraticabile.

     
    D. – Una cosa di cui si parla poco sono le condizioni difficilissime della gente irachena. Una situazione umanitaria che rischia di giorno in giorno di diventare sempre più grave...

     
    R. – Certo. Il problema è proprio questo. Le notizie che abbiamo sono che a Mossul la situazione è ancora di forte tensione e invivibilità. In più c’è tutta la condizione dei profughi, c’è la mancanza dei beni fondamentali. Anche se dall’Iraq, mi sembra giusto ricordarlo, in questi giorni ci viene un bel segno proprio dai giovani: ci sarà nei prossimi giorni un incontro di 5 mila giovani, che non vanno a Sydney, ma che si trovano lì, con tutte le difficoltà, a vivere insieme per due giorni, al nord dove è più vivibile, a condividere una speranza di pace con tutti i giovani del mondo. Bisogna notare che sono stati negati molti visti, forse per paura che poi questi ragazzi non tornino. Questo non è un bel segno: significa proprio togliere le speranze a chi vuole comunque scommettere sulla convivenza e sulla pace.

     
    Turchia
    Le forze armate turche hanno annunciato oggi che “22 terroristi del Pkk”, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, sono stati uccisi “fra l'11 e il 14 luglio” in combattimenti nel sud est della Turchia, sulle montagne di Incebe e nella città di Sirnak.

    Afghanistan
    Due turchi, impiegati in una compagnia privata di costruzioni, sono stati rapiti - ieri sera - nei pressi della città di Islam Qada, nell'ovest dell'Afghanistan al confine con l'Iran, insieme al loro autista interprete, da due uomini armati ancora non identificati. Lo ha reso noto il capo della polizia locale, Abdul Rauf Ahmadi, il quale ha specificato che i due turchi si trovavano in Afghanistan per un progetto di costruzione a Islam Qala. I rapimenti da parte di bande criminali con richiesta di riscatto avvengono regolarmente nella zona di Herat, città situata non lontano dal confine con l'Iran. In alcuni casi i criminali hanno venduto gli ostaggi ai talebani. Da quando sono stati cacciati dal potere alla fine del 2001, gli stessi guerriglieri integralisti islamici sono stati responsabili di decine di rapimenti di civili afghani e stranieri. Alcuni di essi sono stati uccisi, ma la maggior parte è stata liberata incolume. Lo scorso anno i talebani rapirono 23 sudcoreani, due di loro furono uccisi e gli altri liberati dopo più di un mese di prigionia.

    Cisgiordania
    Prosegue anche oggi a Nablus, per l'ottavo giorno consecutivo, la pressione militare israeliana contro esponenti di organizzazioni asseritamente legate ad Hamas. Fonti locali riferiscono che nelle ultime ore le forze israeliane hanno compiuto, in città, diversi arresti. In particolare, sono stati presi in custodia dai soldati due dirigenti del municipio, Hussam Qataluny e Khulud al-Masri. All'origine di queste operazioni, viene spiegato in Israele, la sensazione che in Cisgiordania sia stata messa a punto una complessa rete di associazioni assistenziali che finanzia ogni anno Hamas con decine di milioni di dollari. Queste affermazioni sono state respinte con collera da Hamas.

    Annullata la visita di Blair a Gaza
    L'emissario del Quartetto (USA, UE, Russia, ONU) Tony Blair era atteso oggi a Gaza dove su iniziativa dell'UNRWA - l'Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi – doveva compiere una visita di aggiornamento sulle condizioni umanitarie nella Striscia. Ma all’ultimo momento la missione è stata annullata. I motivi del repentino mutamento dei programmi non sono stati resi noti. Non è escluso che possano esserci state “considerazioni di sicurezza”.

    Israele
    L'accordo per uno scambio di prigionieri con gli Hezbollah libanesi è stato approvato “a malincuore, con il cuore pesante” dal governo israeliano. I ministri hanno dichiarato soddisfacente il rapporto presentato dagli Hezbollah sulla sorte di Ron Arad, il navigatore di un Phantom caduto a Sidone nel 1986. Secondo gli Hezbollah sarebbe morto in Libano 20 anni fa, anche se il luogo di sepoltura resta ignoto. Olmert ha espresso delusione per il contenuto di quel rapporto, ma il governo ha approvato egualmente a grande maggioranza l’intesa con gli Hezbollah, mediata dalla Germania. Dopo il voto del governo, il capo dello Stato, Shimon Peres, dovrà concedere l'amnistia a Samir Kuntar, un druso libanese condannato a cinque ergastoli per aver partecipato, 30 anni fa, ad un grave attentato terroristico a Naharya (Galilea). In base agli accordi, Israele libererà con lui anche quattro miliziani libanesi e inoltrerà in Libano le salme di 200 libanesi, per lo più miliziani. In cambio, Israele riceverà i due soldati rapiti dagli Hezbollah nel luglio 2006: fu quello appunto l'episodio che innescò un conflitto durato oltre un mese. Non si sa se sia morto solo uno dei due o entrambi.

    Iran
    Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha detto che “discussioni su diverse questioni” potrebbero svolgersi con gli USA in “un futuro prossimo”, anche se ha ribadito la posizione sempre espressa da Teheran secondo la quale tali colloqui dovranno avvenire in “condizioni giuste”. Lo ha fatto in un'intervista televisiva, andata in onda ieri sera, e ripresa oggi dall'agenzia IRNA. Un'affermazione ormai da anni entrata nel linguaggio corrente delle autorità iraniane. “La futura amministrazione USA - ha aggiunto il presidente iraniano - non ha altra opzione che quella di avviare colloqui costruttivi con l'Iran”. Gli USA e l'Iran hanno avuto tre incontri, lo scorso anno, a livello di ambasciatori e di esperti a Baghdad per discutere della situazione della sicurezza in Iraq. Per quanto riguarda il programma nucleare iraniano, l'amministrazione americana ha detto più volte di essere pronta ad avere un dialogo diretto se Teheran accetterà di sospendere l'arricchimento dell'uranio, come chiesto dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Ma la Repubblica islamica continua a rifiutare.

    Nuovo record per l’euro e per il petrolio
    Nuovo record storico dell'euro, che ha raggiunto toccato 1,6038 contro il dollaro. E il petrolio torna a salire, dopo il nuovo record storico dell'euro sul dollaro: è arrivato a toccare 146,55 dollari al barile nelle contrattazioni "after hours". In rialzo anche il Brent a Londra, scambiato a 145,31. L'ultimo record del greggio a New York, toccato l'11 luglio scorso, è di 147,27 dollari al barile, mentre lo stesso giorno il Brent si era portato fino a 147,50 dollari al barile.

    In Italia il voto alla Camera dei deputati sul decreto sicurezza
     È in programma,questo pomeriggio alla Camera la votazione sulla fiducia al decreto sicurezza, che contiene tra l’altro la controversa norma "sospendi processi". Intant,o scalpore nel mondo politico per l’arresto del governatore dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità regionale. Il servizio di Giampiero Guadagni:

    Dovrà passare tre giorni in isolamento prima di poter essere interrogato, Ottaviano Del Turco, il presidente della Regione Abruzzo, arrestato ieri insieme ad una decina di assessori e funzionari. Le accuse sono pesanti: associazione per delinquere, concussione, corruzione, riciclaggio, falso e abuso d’ufficio. Gli inquirenti contestano agli arrestati di aver preteso soldi - "una marea di soldi", spiegano – dalle strutture sanitarie private. Del Turco in particolare è accusato di aver incassato una tangente di quasi sei milioni di euro. Ci sono le prove, fa sapere la Procura della repubblica di Pescara titolare dell’inchiesta avviata due anni fa. Una vicenda che ricorda quella del 1992, quando l’intera giunta regionale abruzzese fu arrestata per irregolarità nella distribuzione dei fondi comunitari. Siamo tornati ai tempi di Tangentopoli, commenta il leader dell’Italia dei Valori ed ex pm Antonio Di Pietro. Ma in genere i commenti del mondo politico sono improntati a grande cautela. Del Turco, ricordiamo, in passato è stato anche segretario generale della CGIL, e poi dirigente del Partito socialista. Stupore e amarezza vengono espressi dal segretario del Partito democratico Veltroni, che auspica sia fatta piena luce sulla vicenda nel più breve tempo possibile. Da parte sua, Berlusconi parla di strano teorema accusatorio, provocando la risentita replica dell’Associazione nazionale magistrati. Ma il premier torna a sollecitare una riforma radicale del sistema giudiziario italiano. E a tal proposito, oggi pomeriggio, voto di fiducia della Camera sul decreto sicurezza che contiene tra l’altro la norma "blocca processi", profondamente cambiata, in parte secondo le richieste dell’opposizione. Che, tuttavia, resta contraria e definisce un esproprio delle prerogative del Parlamento il ricorso del Governo alla fiducia.

    UE e Italia
    Tra il presidente della Commissione europea Barroso e il ministro Maroni è in atto uno scambio di informazioni sull'iniziativa del Ministero dell'interno italiano di identificare coloro di cui non si è a conoscenza della certezza dell'identità, cioè sulla questione dei rom. Lo ha confermato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, al termine di un incontro, stamani a Montecitorio, con il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Durao Barroso. Fini sottolinea che da parte dell'esecutivo UE “non ci sono dubbi sul fatto che l'Italia sia garante dei due principi, della sicurezza e della piena solidarietà e integrazione”. “Le altre due questioni pendenti nel rapporto tra la Commissione e l'Italia - ha ricordato Fini rispondendo ai cronisti sui temi dell'incontro con Barroso - sono quella relativa al prestito per l'Alitalia, che è oggetto di valutazione da parte della Commissione, e quella relativa ai rifiuti”.

    Le prospettive della neonata Unione per il Mediterraneo
    All’indomani della nascita dell’Unione per il Mediterraneo l’attenzione di tutti è centrata sulle prospettive di pace per il Medio Oriente. Restano, tuttavia, da definire l’essenza del nuovo organismo internazionale e la sua effettiva capacità di guidare il processo di pace mediorientale. Il servizio di Francesca Pierantozzi:

    Nata sotto il segno della pace in Medio Oriente, l’Unione per il Mediterraneo comincia da subito a scontrarsi con i problemi di una regione lacerata da profonde divisioni economiche e politiche. Da Parigi, il presidente francese Nicolas Sarkozy, grande promotore dell’iniziativa, ha voluto prolungare la festa fino al 14 luglio, invitando i capi di Stato e di governo venuti a Parigi ad assistere alla tradizionale sfilata militare sugli Champs-Élysées per la festa nazionale. Nonostante le grandi speranze suscitate dalle dichiarazioni del premier israeliano Olmert, che dopo un incontro con il capo dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, aveva assicurato che la pace non era mai stata così vicina, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, è stato costretto a smorzare gli entusiasmi, precisando che proprio un disaccordo israelo-palestinese ha bloccato all’ultimo minuto la dichiarazione finale della neonata Unione per il Mediterraneo. Molte questioni sono ancora da risolvere: innanzitutto la scelta della città che ospiterà la sede dell’Unione, richiesta da Marocco, Tunisia, Malta e Spagna; ancora da stabilire anche come avverrà il finanziamento dei progetti regionali, destinati a dare un contenuto concreto all’Unione per il Mediterraneo.

     
    Immigrazione clandestina
    Sono riprese all'alba di stamani le ricerche dei circa venti dispersi dell'ultimo naufragio, avvenuto ieri nel Canale di Sicilia, a 75 miglia a Sud Est di Lampedusa. Nel rovesciamento di un gommone sono morti almeno tre immigrati, i cui cadaveri non sono stati ancora recuperati. La nave "Fenice" della Marina Militare italiana, che ieri ha soccorso i 47 naufraghi, tra poco attraccherà nel porto di Lampedusa per sbarcare i superstiti. Nelle operazioni, coordinate dalla centrale operativa di Malta, sono coinvolte unità navali di diversi Paesi dell'UE, impegnate nell'operazione "Frontex", e anche un aereo americano decollato dalla base di Sigonella (Catania). Le ricerche riguardano anche un gommone, con una cinquantina di clandestini, che ieri era stato segnalato tra Malta e Lampedusa.

    Birmania
    Una persona è morta e un'altra è rimasta ferita nell'esplosione di una bomba piazzata su un autobus che stava viaggiando verso la capitale birmana Rangoon. Lo ha reso noto il giornale della giunta al potere, "New Light of Myanmar", secondo il quale la vittima è un uomo di 55 anni e il ferito, di 46, è stato colpito al ventre dall'esplosione. L'autobus passeggeri assicura il collegamento tra la città di Kyaukkyi (nella regione a maggioranza Karen) e la capitale e l'attentato è avvenuto all'altezza della città di Daik Oo, 135 km a nord est di Rangoon. I karen sono un'etnia minoritaria in Birmania da sempre in lotta per una maggiore autonomia dal governo centrale. All'inizio di luglio le autorità birmane avevano cominciato a rafforzare le misure di sicurezza a Rangoon all'indomani dell'esplosione artigianale che non aveva causato vittime.

    Cina
    Centinaia di lavoratori si sono scontrati con la polizia a Kanmen nella provincia cinese del Zhejiang la scorsa settimana. Lo ha confermato l'agenzia governativa "Nuova Cina". Lo scontro, che ha provocato il ferimento di tre poliziotti, è scaturito da un conflitto tra la polizia e un lavoratore immigrato dalla provincia del Sichuan. Zhang Zhongfu, questo il nome dell'uomo, si era presentato nell'ufficio di polizia locale per chiedere la registrazione temporanea necessaria per lavorare, ma senza carta d'identità. Le proteste in difesa di Zhang da parte di centinaia di altri lavoratori, che avrebbero lanciato pietre e dato fuoco a motociclette e automobili, hanno portato all'arresto di 23 persone (30 secondo l'organizzazione "Center for human rights and democracy" di Hong Kong, che ieri aveva anticipato la notizia). Dopo il rilascio di 22 persone, tra i quali Zhang, la situazione sarebbe tornata alla normalità. In Cina, il problema dei lavoratori che migrano dalle aree rurali negli agglomerati urbani è al centro dell'agenda del governo. Gli 'immigrati interni', decine di milioni, non godono dei servizi offerti ai residenti, non hanno status legale e sono facilmente vittime di soprusi, spiegano i ricercatori dell'associazione americana per i diritti umani "Human Rights Watch".

    Giappone
    Pescatori giapponesi in sciopero contro il caro gasolio, per la prima assoluta di un'iniziativa di questo genere nel Paese del Sol Levante. Oltre 200.000 pescherecci sono rimasti fermi oggi nei porti in segno di protesta contro gli aumenti record registrati dai prezzi dei carburanti, una situazione che rischia di mettere in crisi l'intero settore ittico che già versa in precarie condizioni. L'iniziativa, che registra la partecipazione della stragrande maggioranza dei pescatori nipponici sotto la guida delle principali organizzazioni di categoria, non ha precedenti: per la prima volta, infatti, i pescatori dell'arcipelago incrociano le braccia a livello nazionale manifestando per una causa comune. Le proteste dei pescatori puntano il dito, in particolare, contro la corsa al rialzo che ha interessato negli ultimi anni il carburante di tipo "Bunker À", solitamente utilizzato dai pescherecci, rincarato dal 2004 di oltre il 150% a 106.800 yen (632 euro) per chilolitro. L'associazione nazionale del settore ha limitato l'agitazione a un solo giorno, cercando così di contenere il più possibile i disagi per i consumatori finali. Tuttavia, a Tsukiji, il mercato del pesce più grande al mondo situato nel centro di Tokyo, già da stamani sono stati registrati prezzi in aumento rispetto al solito.

    Coree
    In un'atmosfera mista di tensione e incredulità si è svolto a Seul il funerale della donna sudcoreana uccisa, venerdì scorso, da un soldato del Nord sul monte Kumgang, noto sito turistico al confine tra le due Coree. Al rito funebre ha voluto partecipare simbolicamente anche il presidente sudcoreano Lee Myung-bak, che ha inviato una corona di fiori in rappresentanza delle istituzioni. Continua, intanto, il pressing di Seul su Pyongyang, attraverso tutti i canali a disposizione, per ottenere una spiegazione più convincente sull'accaduto, che a oggi presenta ancora numerosi punti oscuri. La Corea del Nord, anzi, si è rifiutata di fornire dettagli ulteriori e ha anzi chiesto scuse formali al governo sudcoreano, ritenuto "responsabile" del tragico incidente di venerdì. "Stiamo tentando senza sosta di contattare funzionari del Nord - dichiara a Seul Kim Ho-nyoun, portavoce del ministero per l'Unificazione - ma finora Pyongyang non ha risposto alla richiesta di dialogo". Secondo la ricostruzione dei fatti, riportata dall'operatore turistico attivo nella zona in contatto con fonti del Nord, la turista 53enne Park Wang-ja è stata freddata da colpi di arma da fuoco, dopo essere entrata in una zona militare interdetta ai civili e aver ignorato spari d'avvertimento che le intimavano di fermarsi, tentando invece la fuga. A questo punto un militare del Nord ha aperto il fuoco, colpendo la donna all'addome e alle gambe, facendola morire sul colpo. La Corea del Sud ha, immediatamente, deciso di sospendere il turismo nell'area speciale del monte Kumgang, dove ogni anno si recano migliaia di turisti sudcoreani.

    Sri Lanka
    Trentadue vittime, tra cui 28 ribelli - delle Tigri Tamil - e quattro soldati dell'esercito dello Sri Lanka. Questo per ora è il bilancio dei nuovi scontri accaduti oggi nei distretti di Jaffna, Mannar e Polonnaruwa. È quanto riportano fonti vicine al governo di Colombo. Le Tigri Tamil, che non hanno ancora commentato l'accaduto, si battono per creare uno Stato indipendente dell'etnia Tamil nel nord e nell'est dell'attuale Sri Lanka. Si calcola che, dall'inizio dalla guerra civile, nel 1983, siano morte circa 70 mila persone. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 197

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