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Sommario del 12/07/2008
Benedetto XVI in volo verso Sydney, dove arriverà domattina. Giovedì, il suo primo incontro con i giovani della GMG. Le parole del Papa sull'aereo: sarà "una festa della fede". Interviste con il cardinale Stanislaw Rylko, padre Federico Lombardi e il missionario padre Atanasio Gonelli
◊ "Una grande festa della fede", che "apre nuove frontiere di unione tra le culture". Ancora in volo sull'Europa, diretto verso la meta più lontana dei suoi viaggi apostolici finora raggiunta, Benedetto XVI ha subito offerto la sua lettura della Giornata mondiale della gioventù, che da giovedì prossimo lo vedrà a diretto contatto con le decine di migliaia di giovani che da giorni stanno prendendo "possesso" di Sydney. Conversando con i giornalisti a bordo del B777 dell'Alitalia - decollato questa mattina alle 10.30 dall'aeroporto di Fiumicino - Benedetto XVI ha toccato alcuni dei temi di stretta attualità - come la tutela delle risorse della terra - o già affrontati nel corso della sua visita negli Stati Uniti, come quello degli abusi sessuali all'interno della Chiesa.
Sulla questione ecologica, il Papa ha affermato che essa sarà molto presente alla GMG australiana perché c'e' una “responsabilita'” dell’uomo nei confronti della Creazione, anche se, ha specificato, non spetta alla Chiesa intervenire in ambito tecnico e politico quanto piuttosto fornire impulsi essenziali che sollecitino il mondo politico a rispondere alla sfida dell'ambiente. Sulla vicenda degli abusi sessuali in ambito ecclesiale, attualmente fonte di dibattito anche in Australia, Benedetto XVI ha ribadito che l’essere sacerdote è incompatibile con gli abusi sessuali. Ed ha rassicurato - come del resto fatto negli USA - sull’impegno della Chiesa nella formazione del clero, teso ad evitare che gli abusi, e sulla cura pastorale di risanamento delle vittime e delle loro famiglie. Ma ascoltiamo un passaggio del dialogo del Papa con i cronisti:
"Io vado con sentimenti di grande gioia in Australia. Ho bellissimi ricordi della GMG di Colonia. Non è stato semplicemente un avvenimento di massa: è stata soprattutto una grande festa della fede, un incontro di persone nella comunione in Cristo. Abbiamo visto come la fede apre le frontiere e abbia realmente una capacità di unione tra le diverse culture, che crea gioia. Spero la stessa cosa accada adesso in Australia: perciò sono felice di vedere molti giovani, e di vederli uniti nel desiderio di Dio e nel desiderio di un mondo realmente umano. Il messaggio essenziale è indicato dalle parole che costituiscono lo slogan di questa GMG: parliamo dello Spirito Santo che ci fa suoi testimoni".
Le circa 20 ore di viaggio, per un totale di oltre 16 mila Km., che porteranno Benedetto XVI e il suo seguito a Sydney sono cominciate con il tradizionale scambio di saluti con i capi di Stato dei Paesi sorvolati dal Pontefice, tra i quali quelli di Albania, Grecia e Turchia. Nel telegramma al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, il Papa ha detto di recarsi in Australia per incontrare “i giovani di tutto il mondo ed esortarli a diventare coraggiosi testimoni dell’amore di Cristo di fronte alle attese e alle speranze degli uomini d’oggi”, in particolare “dei loro coetanei”. “Al di là del suo altissimo significato spirituale, la Giornata mondiale della gioventù - si legge nel telegramma del presidente Napolitano a Benedetto XVI - costituisce, per ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo, l'occasione di confrontarsi e arricchirsi attraverso il dialogo fra culture e tradizioni diverse, riconoscendo la matrice comune della famiglia umana”. Un confronto che a Sydney è in scena già da diversi giorni, come ci riferisce il nostro inviato nella metropoli australiana, Roberto Piermarini:
Sono stati la Croce e l’Icona mariana, simboli della GMG, a segnare la strada dei giovani pellegrini che stanno giungendo sempre più numerosi a Sydney, da tutte le parti del mondo. Croce e Icone che insieme al “message stick”, il bastone di legno degli aborigeni, inciso con i segni di benvenuto della loro lingua, martedì prossimo faranno il loro ingresso sul molo di Barangaroo per la messa di apertura di questa 23.ma Giornata mondiale della gioventù. Nell’immenso Paese australiano, questi segni hanno visitato 400 comunità e incontrato 400 mila persone. In molte città sono stati accolti da detenuti e detenute.
Tra i grattacieli di Melbourne l’accoglienza è stata sorprendente con migliaia di cristiani e non credenti, al loro passaggio. Ad Echuca, abitata da migliaia di aborigeni, la Croce è stata accolta da un gruppo di danzatori ed a bordo del cacciatorpediniere Broome ha raggiunto la Grande Barriera corallina al largo di Cains, a significare che il messaggio cristiano non conosce confini. Nelle ultime settimane, 2500 studenti delle scuole cattoliche si sono offerti come volontari per allestire gli zaini del pellegrino che vengono consegnati ai giovani che giungono a Sydney. All’interno libri, penne, una bandana, il passaporto del pellegrino, buoni per fare shopping, la corona del rosario, un poncho, una torcia ricaricabile e una coperta termica. Nessuna traccia di preservativi quindi, come qualche organo di stampa locale, che osteggia la visita, lasciava intendere nei giorni scorsi.
I 225 mila giovani previsti a Sydney rappresenteranno 170 Paesi del mondo ma i più numerosi saranno ovviamente gli australiani “che giocano in casa”: gli statunitensi, gli italiani, i tedeschi, i filippini, i neozelandesi, i francesi, i canadesi ed i polacchi. Sarebbero stati molti di più se le compagnie aeree che operano in questo Paese non avessero alzato i prezzi. Tra gli altri motivi, anche le difficoltà per molti giovani di Paesi del Terzo Mondo, ad ottenere il visto d’ingresso. Moltissimi dei giovani provenienti dall’estero hanno trovato alloggio nelle famiglie di Sydney e c’è stata una forte risposta anche da parte delle autorità politiche australiane, che hanno stanziato diversi fondi per la riuscita di questo evento ecclesiale.
Disponibilità anche da parte delle altre chiese cristiane, delle comunità ebraica e musulmana. Il Centro islamico di Sydney ad esempio, ha accolto 220 giovani provenienti dall’Argentina. Significativa la testimonianza dei 25 mila giovani del Cammino neocatecumenale, che hanno raggiunto le altre città australiane come Darwin, Adelaide, Canberra, Melbourne e Brisbane e prima di arrivare a Sydney stanno annunciando il Vangelo per le vie e le piazze delle località che incontrano. Una risposta a quanto chiesto dal Papa nel suo Messaggio per questa GMG: “lo Spirito del Signore oggi invita voi giovani ad essere portatori della buona notizia di Gesù ai vostri coetanei”.
Il volo papale atterrerà una prima volta nella base aerea militare di Darwin, nell'Australia settentrionale, per poi ripartire dopo uno scalo tecnico e affrontare le ultime quattro ore di viaggio che porteranno infine Benedetto XVI - quando in Italia saranno le 8 di domattina - a raggiungere Kenthurst: un sobborgo immerso nel verde a 40 km, da Sydney, dove il Pontefice potrà soggiornare in privato fino a mercoledì 16 luglio per recuperare dalle fatiche del viaggio, dopo un "salto" di ben otto fusi orari. Ma quale sarà il volto che l’Australia presenterà agli occhi di Benedetto XVI, terzo Papa a raggiungere questo grande Paese lontanissimo da Roma, dopo Paolo VI e Giovanni Paolo II? Una descrizione è nel servizio del nostro inviato, Roberto Piermarini:
L’Australia, “l’isola felix”, “l’isola continente” grande quanto l’intera Europa è un Paese non solo dai grandi spazi ma anche dai forti contrasti. In questa terra dalla natura prorompente, vive una delle società più ricche del Pianeta con un reddito pro-capite che supera i 700 euro a settimana ed un Prodotto interno che, incurante delle crisi globali, cresce del 3% l’anno, livellando la disoccupazione al 4%.
Ma al di là del benessere, l’Australia deve sempre fare i conti con la condizione precaria degli aborigeni ai quali, nel febbraio scorso, il neo premier, Kevin Rudd, ha presentato formalmente le scuse per le sofferenze e le umiliazioni causate dalle politiche di assimilazione attuate tra il 1910 ed il 1970. Quando il capitano Cook sbarcò in Australia nel 1770 i nativi erano almeno un milione, oggi sono poco più di 500 mila, “con una speranza di vita che rispetto agli australiani, per loro si accorcia di 17 anni” spiega Jackie Huggins, direttrice del Centro Studi aborigeni all’Università statale del Queensland. Ma secondo il centro studi Relationship Australia, oltre al problema degli aborigeni esiste nella società una “male strisciante” che sta intaccando il tessuto familiare: in dieci anni sono aumentate le separazioni ed è cresciuto del 30% il numero delle coppie senza figli, mentre solo il 49% degli adulti è sposato. Per questo, il governo ha lanciato due anni fa il “bonus bebè” per incentivare le nascite cresciute però solo dell’1,4%. Altro dato allarmante: oltre 4 milioni e mezzo di australiani sopra i 20 anni, quasi un quarto dell’intera popolazione australiana, si dichiarano single. Ed è raddoppiato anche il numero di giovani senza tetto: secondo la Commissione nazionale per i giovani, si tratta di 22 mila adolescenti fra i 12 ed i 18 anni.
E’ triplicato anche il numero delle minorenni dedite all’alcool, mentre gli adolescenti consumatori di ecstacy superano il mezzo milione con un 5% di quindicenni che fuma marijuana almeno una volta al mese. Anche le Forze armate restano sotto organico a causa dell’alta incidenza di droghe fra i giovani che riduce drasticamente la scelta di uomini reclutabili. Appaiono profetiche allora le parole di Benedetto XVI nel Messaggio per questa 23.ma Giornata Mondiale della Gioventù, quando invita i giovani di tutto il mondo a recarsi a Sydney per “annunciare la bellezza e la gioia del Vangelo ad una società per molti versi secolarizzata. L’Australia - scrive il Papa - ha bisogno di riscoprire le sue radici cristiane”.
E proprio per riscoprire queste radici la Giornata mondiale della gioventù è un dono provvidenziale per la Chiesa dei nostri tempi, un invito a riscoprire, nella propria vita, lo Spirito Santo. E’ questa la convinzione del cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, intervistato da Pietro Cocco:
R. - Le GMG sono eventi ecclesiali che riguardano la Chiesa in tutte le sue componenti. La diffusione di un cristianesimo stanco, scoraggiato, ci fa sentire forte il bisogno della testimonianza di fede piena di slancio e di entusiasmo, che parte proprio dalle Giornate mondiali della gioventù. In questo senso, esse sono veramente un dono provvidenziale per la Chiesa del nostro tempo.
D. - Qual è l’obiettivo di questa GMG a Sydney?
R. - Questa Giornata mondiale vuole essere come una nuova Pentecoste. Benedetto XVI invita i giovani a riscoprire, nella propria vita, lo Spirito Santo. Questa GMG si prefigge, soprattutto, di aiutare i giovani a capire l’importanza della Confermazione, il Sacramento mediante il quale lo Spirito Santo ci dà forza speciale per testimoniare la nostra fede nel mondo.
D. - Eminenza, le Giornate mondiali della gioventù possono aiutare ad arrivare al cuore dei giovani, anche a quelli che non si identificano con la comunità ecclesiale o che non si riconoscono pienamente in essa?
R. - Le Giornate mondiali della gioventù sono pensate anche, e non da ultimo, per i giovani lontani dalla fede, che non di rado vi arrivano seguendo degli amici, secondo la regola evangelica del “vieni e vedi”. Non è infrequente che la partecipazione alla GMG rappresenti per loro una svolta determinante per la vita. Non è raro che questo evento porti alla riscoperta della fede o perfino alla decisione di farsi battezzare.
D. - A suo avviso, cardinale Rilko, che cosa portano i giovani del mondo a Sydney e che cosa riporteranno a casa dall’Australia?
R. - I giovani portano, innanzitutto, la loro giovinezza che è la loro più grande ricchezza. Portano la loro fede giovane, da professare e celebrare con gioia. Portano le loro esperienze, gli interrogativi, i problemi che vivono nei loro rispettivi Paesi. Da Sydney, invece, porteranno a casa l’esperienza entusiasmante della Chiesa come popolo radunato dalla stessa fede in Gesù Cristo e animato dal suo Spirito. Riporteranno, come bussola sicura che indica la strada, la parola forte del Successore di Pietro. Per molti giovani cristiani, le GMG sono infine diventate un importante serbatoio di coraggio della fede: un efficace antidoto per non sentirsi più soli una volta tornati a casa a vivere la fede in Gesù Cristo.
Ma in Australia, come in altre parti del mondo, non sempre tra i giovani il seme della fede riesce ad attecchire saldamente. Roberto Piermarini ne ha parlato con padre Atanasio Gonelli, religioso Cappuccino da 58 anni cappellano degli emigranti italiani in Australia e in particolare a Sydney:
R. - Molti dei giovani perdono, o almeno trascurano, la fede, le cose di Dio. Quindi, la visita del Papa sarà anche per molti di loro un risorgere spiritualmente.
D. - Ma per quale motivo i giovani si allontanano dalla Chiesa: perché le famiglie non riescono a dare dei contenuti cristiani ai loro figli, oppure perché è la società australiana che li porta fuori dalla Chiesa?
R. - Gli italiani sono arrivati qui in Australia e si sono dedicati al lavoro anima e corpo per avere la possibilità di costruirsi una casa, una famiglia. Quindi, specialmente i papà, hanno trascurato le cose della fede, pur non avendo perso questo dono. I figli, quindi, vivono in questo ambiente. Le donne e le mamme, invece, sono rimaste generalmente ancorate ad una fede viva rivelandosi un buon esempio.
D. - Cosa si aspetta da questa Giornata mondiale della gioventù e dall’arrivo di Benedetto XVI a Sydney?
R. - C’è una gioia grande in tutti noi. Spero che sia proprio il momento di ripresa spirituale per tutti tanti, per tanti di questi giovani che magari vanno alla scuola cattolica, al collegio cattolico e poi, finito il collegio, trascurano le cose della fede.
Benedetto XVI lo ha sottolineato qualche ora fa sul volo che lo sta portando in Australia: i giorni della GMG sono solo l'ultimo capitolo di una lunga preparazione che parte da lontano e coinvolge le diocesi di ogni parte del mondo. E quella che tra anni fa, dopo l'ultimo raduno di Colonia, sembrava una scommessa anzitutto organizzativa difficile da vincere, è ormai a un passo dal diventare realtà. Una realtà che ha visto la Chiesa australiana profondere un inesauribile impegno, come afferma in questa nota il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:
Quando tre anni fa, dall’altare della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, Benedetto XVI annunciava che il prossimo incontro sarebbe stato a Sydney nel 2008, i giovani australiani scoppiarono in un applauso irrefrenabile, agitando bandiere e pupazzi di canguri. A noi sembrava un evento molto lontano, nel tempo e nello spazio. Ma ora ci siamo. I giovani e il Papa stanno arrivando, il volto della metropoli australiana si trasforma per diventare per una settimana la capitale mondiale della gioventù, cattolica, ma non solo.
E’ stato un atto di fede e di coraggio del cardinale Pell e della Chiesa australiana invitare a Sydney i giovani del mondo. E’ stato un atto di fede e di coraggio del Papa accettare. E’ un atto di fede e di coraggio delle Chiese locali mandare i loro giovani, nella misura delle loro possibilità, nonostante i costi e le fatiche di un lungo viaggio. Ma nessun luogo nella Chiesa è distante. Lo Spirito conduce i discepoli ad annunciare il Vangelo fino ai confini della terra. E ogni luogo della terra è il centro quando vi si celebra l’Eucarestia. Moltissimi giovani, se non saranno presenti fisicamente a Sydney lo saranno “virtualmente”, in collegamento telematico, moltissimi soprattutto - ciò che più conta - lo saranno spiritualmente, uniti nella preghiera.
I giovani delle passate GMG oggi sono adulti e sanno quanto è stata preziosa nella loro vita l’esperienza fatta. I giovani di oggi, adulti domani, sapranno che anche Sydney è vicina, e che la speranza e l’amore nel futuro della Chiesa e dell’umanità intera dipende anche da loro.
E’ l’amore di Dio la fonte della missione: lo dice il Papa nel Messaggio per l'82.ma Giornata missionaria mondiale: "Servi e apostoli di Cristo Gesù"
◊ “La missione è questione d’amore”: è quanto sottolinea Benedetto XVI nel Messaggio per l’82.ma Giornata Missionaria Mondiale, che quest’anno si celebra domenica 19 ottobre sul tema "Servi e apostoli di Cristo Gesù". Proprio l’amore di Cristo, evidenzia il Papa, dona quella speranza che l’umanità di oggi va ricercando tra mille difficoltà e inquietudini. Nel documento, pubblicato stamani, il Pontefice si sofferma, in particolare, sull’attualità della figura di San Paolo, infaticabile missionario, che anche oggi ci spinge ad annunciare il Vangelo per le vie del mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Guardando all’esperienza di San Paolo, comprendiamo che l’attività missionaria è risposta all’amore con cui Dio ci ama”: è la riflessione di Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata missionaria mondiale, che richiama l'esempio dell'Apostolo delle Genti. Il Papa sottolinea che l’Anno Paolino rappresenta per tutti i fedeli un’opportunità “per propagare fino agli estremi confini del mondo l’annuncio del Vangelo”. E ribadisce che il “mandato missionario continua ad essere una priorità assoluta per tutti i battezzati”. La missione, afferma il Papa, “è questione d’amore”. E’ l’amore di Dio, infatti, che “ci redime e ci sprona verso la missio ad gentes; è l’energia spirituale capace di far crescere nella famiglia umana l’armonia, la giustizia, la comunione tra le persone, le razze e i popoli, a cui tutti aspirano”. E’ Dio che è amore, prosegue il messaggio, “a condurre la Chiesa verso le frontiere dell’umanità”. E avverte che “solo da questa fonte si possono attingere l’attenzione, la tenerezza, la compassione, l’accoglienza, la disponibilità, l’interessamento ai problemi della gente, e quelle altre virtù necessarie ai messaggeri del Vangelo per lasciare tutto e dedicarsi completamente e incondizionatamente a spargere nel mondo il profumo della carità di Cristo”.
Come San Paolo ci insegna, prosegue, è dunque “impellente per tutti annunciare Cristo e il suo messaggio salvifico”. Ancor più nel mondo di oggi, rileva il Papa in cui “l’umanità ha bisogno di essere liberata e redenta”. Il panorama internazionale, si legge nel messaggio, “offre alla nostra attenzione alcune forti preoccupazioni per quanto concerne il futuro stesso dell’uomo”. La violenza, “in non pochi casi, segna le relazioni tra gli individui e i popoli; la povertà opprime milioni di abitanti; le discriminazioni e talora persino le persecuzioni per motivi razziali, culturali e religiosi, spingono tante persone a fuggire dai loro Paesi per cercare altrove rifugio e protezione”. Ancora, Benedetto XVI nota che “il progresso tecnologico, quando non è finalizzato alla dignità e al bene dell’uomo né ordinato ad uno sviluppo solidale, perde la sua potenzialità di fattore di speranza e rischia anzi di acuire squilibri e ingiustizie già esistenti”. E non manca di mettere l’accento sulla “costante minaccia per quanto riguarda il rapporto uomo-ambiente dovuto all’uso indiscriminato delle risorse, con ripercussioni sulla stessa salute fisica e mentale dell’essere umano”. Il futuro dell’uomo, scrive con rammarico il Papa, “è poi posto a rischio dagli attentati alla sua vita, attentati che assumono varie forme e modalità”.
Di fronte a questo scenario, però, non bisogna scoraggiarsi. I credenti sanno infatti che Cristo è “il nostro futuro” e il suo Vangelo “cambia la vita, dona la speranza, spalanca la porta oscura del tempo e illumina il futuro dell’umanità e dell’universo”. San Paolo, ribadisce, aveva ben compreso che “solo in Cristo l’umanità può trovare redenzione e speranza”. Ecco perché anche oggi resta “necessaria e urgente la prima evangelizzazione in non poche regioni del mondo”. “Nessuna ragione - avverte - può giustificare un rallentamento o una stasi”, poiché l’evangelizzazione costituisce “la vita e la missione essenziale della Chiesa”. Il Papa esprime apprezzamento per il contributo delle Pontificie Opere Missionarie all’azione evangelizzatrice della Chiesa ed invita i vescovi ad essere “generosi pastori ed entusiasti evangelizzatori”. Un compito, aggiunge, a cui sono chiamati, “in maniera sempre più rilevante”, anche i fedeli laici che operano nei diversi ambiti della società. Infine, l’esortazione del Papa a prendere il largo “nel vasto mare del mondo”, rammentando con San Paolo che predicare il Vangelo non è un vanto, “ma un compito e una gioia”.
Il cardinale Danneels inviato speciale del Papa alle celebrazioni francesi del millennio del pellegrinaggio in onore di Notre-Dame du Saint-Cordon
◊ Benedetto XVI ha nominato il cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni che avranno luogo a Valenciennes, in Francia, il 14 settembre 2008, nel millennio del pellegrinaggio in onore di Notre-Dame du Saint-Cordon.
Altre nomine
◊ Benedetto XVI ha nominato nunzio apostolico in Kyrgyzstan e Tadjikistan l'arcivescovo Miguel Maury Buendía, finora nunzio apostolico in Kazakhstan.
Il Papa ha nominato membri del Pontificio consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti il cardinale Gabriel Zubeir Wako, arcivescovo di Khartoum (Sudan); il cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi (Francia); Sua Beatitudine Antonios Naguib, Patriarca di Alessandria dei Copti (Egitto); e, ancora, mons. Paul R. Ruzoka, arcivescovo di Tabora (Tanzania); e mons. Paul Hinder, vicario apostolico di Arabia (Emirati Arabi Uniti).
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ In prima pagina un articolo di Gianluca Biccini sul viaggio di Benedetto XVI a Sidney per celebrare la XXIII Giornata mondiale della gioventù
Messaggio del Papa per la Giornata missionaria 2008
Nell’informazione internazionale, in primo piano la formazione del nuovo Governo di unità nazionale in Libano
Intervento dell’Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite, alla LXII sessione dell’Assemblea generale dell’Onu dal titolo “Rinnovati sforzi per combattere l’Aids”
In cultura, una pagina a cura di Silvie Barnay (Università di Metz) sulla mostra al Centre Pompidou di Parigi dedicata ai segnali di spiritualità nella creatività del XX secolo
Un articolo di Fiorenzo Facchini sulla posizione dei cattolici sulla teoria dell’evoluzione
Nell’informazione religiosa, la lettera del monsignor Aldo Giordano e di Colin Williams, segretari generali, rispettivamente, del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e della Conferenza delle Chiese europee, ai partecipanti alla terza assemblea ecumenica europea a Sibiu.
Crescono i frutti dell'impegno della Comunità di Sant'Egidio per sconfiggere l'AIDS in Mozambico. Intervista con Marco Impagliazzo
◊ Cresce l’impegno della Comunità di Sant’Egidio in Mozambico contro l’AIDS. Grazie al programma “Dream” avviato nel 2002, ad oggi sono in cura circa 45 mila persone sieropositive, di cui 13 mila in trattamento con i farmaci antiretrovirali, in 10 centri di cura e con il supporto di 4 laboratori di biologia molecolare. A 40 anni dalla sua fondazione, la Comunità ha fatto il punto della situazione su questo progetto con un incontro, in questi giorni, tra il professor Andrea Riccardi e le 120 Comunità presenti in Mozambico. Alessandro Guarasci ha intervistato il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo:
R. - Il punto importante è che abbiamo portato in Africa lo stesso modello di cura che c’è nel nord del mondo, in Europa, negli Stati Uniti. Sono sei anni che questo programma “Dream” è ormai attivo in Mozambico. Vorrei ricordare che le cure per gli africani sono totalmente gratuite, e ormai più di mezzo milione di persone, in un modo o nell’altro, sono entrate in contatto con questo programma. Attualmente, abbiamo circa 35 mila persone sieropositive che sono in assistenza. Che cosa vuol dire assistenza? Vuol dire che sono assistiti dai nostri centri, che prendono i farmaci antiretrovirali, eccetera. Il programma ha come obiettivo quello di impedire la trasmissione del virus dalla madre al bambino. Possiamo calcolare che già 4 mila bambini sono nati sani da madri sieropositive.
D. - Ma questo vuol dire che c’è stato anche l’appoggio delle istituzioni locali?
R. - Debbo dire che all’inizio ci sono stati dei problemi, delle resistenze, soprattutto perché il discorso, che veniva dall’Occidente - quello che le grandi organizzazioni internazionali diffondevano - era che la cura dell’AIDS poteva essere solo la prevenzione. Quindi, abbiamo dovuto scavalcare questo discorso della sola prevenzione per dire che la vera prevenzione era curare.
D. - Secondo lei, questo tipo di programma è esportabile anche in altri Paesi dell’Africa?
R. - Sì. Attualmente, il modello “Dream” è già stato esportato: siamo già presenti - non naturalmente con le stesse cifre del Mozambico - in dieci Paesi africani. Ogni anno, noi abbiamo un incontro con i ministri della Sanità africani a Roma e ogni anno c’è qualche Paese in più che ci chiede di inserire il programma “Dream” nei protocolli sanitari nazionali. Il problema è se noi ce la faremo ad affrontare tutto questo sforzo: per ora, abbiamo raggiunto 10 Paesi e debbo dire che un altro fatto molto significativo è che tutto il personale che opera su questo programma in Africa è personale africano, che viene formato da noi, in vari posti di formazione, sia per medici, sia per infermieri. Quindi, è veramente un programma euro-africano nel senso pieno del termine.
Il commento al Vangelo della domenica del teologo, don Massimo Serretti
◊ La liturgia della XV Domenica del Tempo ordinario presenta il passo del Vangelo di Matteo nel quale Gesù racconta, dopo essere salito una barca per rivolgersi ad una folla radunatasi intorno a Lui, la parabola del seminatore, spiegando così il senso del seme caduto nei vari tipi di terreno:
“Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato (…) Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende”.
Sul significato di questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
(musica)
Il Signore è il seminatore, il seme è la Sua Parola, noi siamo la terra.
La parabola che Gesù racconta ci insegna tre cose. La prima è l'azione di Dio in noi. Essa è prima anche perché è precondizione di tutte le altre. Dio agisce in molti e diversi modi su di noi e in noi. Qui la Sua azione consiste nel dono della Sua Parola che, in qualità di Parola divina, è viva, efficace e, come il seme, porta in sé una potenza fruttificatrice.
La seconda cosa che ci insegna è che il dono del seme gettato nella nostra vita deve essere compreso, ricevuto, tenuto, diversamente il diavolo lo ruba. L'intelligenza del dono si oppone positivamente all'opera del maligno.
La terza cosa che ci viene insegnata è la nostra chiamata ad essere «buona terra» e quindi a tener lontane, come spiega Tommaso d'Aquino, la vacuità, la durezza e la proliferazione delle male piante che sono i vizi (Super Matthaeum, c. 13, l. 1), «le preoccupazioni del mondo», «l'inganno della ricchezza», «l'incostanza» che ci blocca ad ogni minimo accenno di difficoltà. Il seme divino è puro dono, la sua crescita e la qualità del suo frutto sono grazia. Ma sta a noi far sì che la nostra vita, la nostra umanità sia una «buona terra», una «terra buona» (kale).
(musica)
In Venezuela i vescovi esprimono preoccupazione per la fondazione della nuova Chiesa cattolica riformata
◊ Condividendo i concetti già espressi giorni fa dall’arcivescovo di Maracaibo e dal vescovo di Cabimas, i presuli del Venezuela, alla chiusura della loro 90.ma assemblea plenaria, hanno espresso in un comunicato il “loro profondo dolore per il comportamento di due sacerdoti che insieme con due pastori luterani, hanno fondato un’aggregazione religiosa denominata Chiesa cattolica riformata”. I vescovi esprimono anche perplessità “per la pretesa ‘ordinazione episcopale’ di uno dei due sacerdoti, del clero di Cabimas, che ha provocato una certa confusione nel popolo cattolico venezuelano”. L’episcopato “rifiuta totalmente la pretesa dei fondatori della citata organizzazione che, per portare confusione tra il popolo di Dio e nell’opinione pubblica, fa credere che si tratti di una divisione della Chiesa cattolica”. I vescovi del Venezuela, in totale armonia con i presuli delle diocesi di Maracaibo e Cabimas, ribadiscono poi l’appello “ai fedeli cattolici affinché non si lascino ingannare, restando fedeli alla vera Chiesa cattolica e ai suoi legittimi pastori, il Santo Padre Benedetto XVI, i vescovi, successori degli apostoli”. “Ribadiamo – si legge quindi nel documento - la nostra volontà di continuare il cammino del dialogo ecumenico con le altre confessioni religiose esistenti in Venezuela, con le quali ci unisce la fede in Gesù, Signore e Salvatore, nel rispetto delle differenze e nella continuità della ricerca dell’unità desiderata”. “Esortiamo i fedeli cattolici - concludono i vescovi del Venezuela - a pregare incessantemente Dio Padre, invocando l’intercessione della Madonna di Coromoto, Patrona del Venezuela, perché la Chiesa animata dallo Spirito, cresca e si rinforzi nella sua fede in Gesù Cristo, sotto la guida dei suoi legittimi pastori”. (A cura di Luis Badilla)
Eletto il nuovo presidente della Conferenza episcopale del Congo, mons. Nicolas Djomo
◊ Mons. Nicolas Djomo, vescovo di Tshumbe, è stato eletto nuovo presidente della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo durante la 44.ma Assemblea pleanaria dell’Episcopato della Repubblica che si è tenuta a Kinshasa lo scorso 10 luglio. Il nuovo presidente - come riporta l’agenzia FIDES - succede a mons. Laurent Monsengwo, arcivescovo di Kinshasa. Mons. Joseph Banga, vescovo di Buta, è stato eletto vicepresidente, e succede a mons. Tharcisse Tshibangu, vescovo di Mbuji-Mayi. Come segretari aggiunti sono stati eletti mons. Donatien Nshole, sacerdote della diocesi di Inongo, e mons. Félicien Mwanama, della diocesi di Luiza. L'Assemblea Plenaria, che vede riuniti i circa cinquanta vescovi congolesi, ha iniziato i suoi lavori il 7 luglio presso la sede del segretariato generale della Conferenza episcopale, a Kinshasa-Gombe. Come di consueto, all'inizio dei lavori il nunzio apostolico, mons. Giovanni d'Aniello, ha inviato un messaggio ai vescovi e l'Assemblea, a sua volta, ha scritto al Papa e al cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Oltre ai membri della presidenza della Conferenza episcopale, anche la maggior parte dei presidenti delle undici Commissioni episcopali hanno terminato il loro mandato. Le Commissioni si erano riunite dal 26 al 28 giugno scorsi per stendere i rapporti sulle principali questioni che interessano la vita della Chiesa e la situazione sociale e pastorale della nazione. (C.C.)
Il messaggio dei vescovi del Congo sulla crisi alimentare in cui versa il Paese
◊ “È scandaloso e inaccettabile che gli abitanti di un Paese dotato di così tante potenzialità agricole, forestali, lacustri, fluviali, debbano continuare a nutrirsi grazie ai programmi d’aiuto umanitario”: scrivono così i vescovi congolesi in un messaggio sul tema della crisi alimentare diffuso nel corso della 44.ma assemblea plenaria organizzata dalla Conferenza episcopale (CENCO) presso il Centro interdiocesano di Kinshasa. Non solo. Come riportato dall'agenzia MISNA, i presuli denunciano “lo sfruttamento irregolare, illegale, massiccio e abusivo delle risorse minerarie e forestali e la cupidigia di congolesi e stranieri attratti dal guadagno”. Al governo di Kinshasa i vescovi fanno presente la necessità di “promuovere il diritto all’alimentazione” e di combattere il dilagante fenomeno della corruzione, da cui non sono immuni neppure coloro che si professano cristiani. Il CENCO, infine, dà risalto al problema di migliaia di civili perennemente sfollati e alle ripetute violazioni al cessate il fuoco, tanto che le milizie “continuano a svolgere attività autonome e nocive, addirittura ricominciano ad arruolare bambini”. (R.B.)
ANNO PAOLINO: celebrazioni della Chiesa russo-ortodossa di Roma
◊ La Chiesa russo-ortodossa di Roma ha festeggiato oggi, secondo i tempi del Calendario Giuliano, la solennità liturgica dei Santi Pietro e Paolo, riunita intorno al suo arcivescovo Innokentij, venuto da Parigi - ove risiede - e al vescovo Mark, vicepresidente del Comitato per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Le celebrazioni sono cominciate ieri nella Basilica di San Paolo Fuori le mura, ove i due vescovi, accompagnati da sacerdoti, religiosi e da un gruppo di fedeli, sono stati accolti dall’abate benedettino, padre Edmund Power, e salutati dall’arciprete cardinale Andrea di Montezemolo. Sono stati condotti quindi alla confessione, davanti al sepolcro dell'Apostolo Paolo per una liturgia di preghiera che, presieduta dall’arcivescovo Innokentij, è stata accompagnata da parte del coro della parrocchia ortodossa romana di Santa Caterina d’Alessandria, tanto suggestiva da fermare l’attenzione di tutti i pellegrini presenti nella Basilica. Nel pomeriggio, un’analoga cerimonia si è svolta nella Basilica di San Pietro. Per queste straordinarie celebrazioni, che segnano anche per la Chiesa russo-ortodossa l’anno Paolino, un sentito ringraziamento alle autorità della Chiesa cattolica è stato espresso oggi dall’arcivescovo Innokentij, al termine della solenne liturgia nella Chiesa di Santa Caterina al Gianicolo. (A cura di Graziano Motta)
ANNO PAOLINO: l’itinerario proposto dall’Opera Romana Pellegrinaggi
◊ In occasione dell’Anno paolino, iniziato il 28 giugno scorso fino al prossimo 29 giugno 2009, l’Opera romana pellegrinaggi (ORP) ha dato il via a Roma ad un itinerario speciale, realizzato appositamente per celebrare il bimillenario della nascita dell’Apostolato delle Genti. Grazie alla collaborazione fra l’ORP e ATAC Spa, che integra il servizio di Open Bus, è previsto per tutti i pellegrini un biglietto speciale “Vatican & Rome”. A ciò si aggiunge il kit dell’Anno Paolino, con tanto di credenziale, chiamata “La Paolina”, la visita con audioguida alla Basilica di San Paolo (tutti i giorni alle 15), un portadocumenti e una brochure con la mappa dell’itinerario. Al fine di far conoscere San Paolo e tutti i luoghi legati al suo cammino, l’ORP ha cercato di creare un itinerario con tappe meno note rispetto ai luoghi più famosi del suo passaggio a Roma, ma altrettanto importanti come testimonianza della grande devozione che si è manifestata verso di lui nel corso dei secoli. Quattro dunque sono le tappe fondamentali (le Basiliche di San Pietro, San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le Mura e l'Abbazia delle Tre Fontane) più altri luoghi meno famosi quali San Paolo alla Regola e Santa Maria in Via Lata, considerati rispettivamente la prima e la seconda dimora di San Paolo; la Basilica e le catacombe di San Sebastiano, dove nacque la Memoria Apostolorum, un centro di devozione, dedicato a Pietro e Paolo; la Chiesa di Santa Prisca all’Aventino, dove si trovava la casa dei Santi Aquila e Priscilla, due discepoli e collaboratori di San Paolo e il Carcere Mamertino, nel quale gli apostoli Pietro e Paolo vissero i loro ultimi giorni prima di subire il martirio. Il pacchetto è valido 1 o 3 giorni (al costo rispettivamente di 19 e 25 euro a persona, gratis per i bambini fino a 12 anni) ed è acquistabile presso gli uffici ORP di San Pietro e San Giovanni, l’agenzia QuoVadis e a bordo degli Open Bus, mentre il solo biglietto ‘Vatican & Rome’ è in vendita nei punti ATAC. (C.C.)
La Chiesa del Kazakhstan partecipa al dibattito sulla nuova legge riguardante la religione e i culti
◊ “Il nuovo progetto di Legge sulla libertà religiosa in discussione in Kazakistan rappresenta un’opportunità per il governo e per tutti i credenti: occorre rispettare le garanzie, la libertà di coscienza e i diritti fondamentali di tutti i cittadini e delle comunità religiose” E’ quanto afferma in una nota la Conferenza episcopale del Kazakhstan, commentando la nuova “Legge sulle religioni” che il parlamento sta esaminando e che verrà sottoposta alla decisione finale del presidente Nursultan Narzabev entro la fine di quest’anno. La Chiesa locale segue con attenzione questa fase dei lavori. Mons Tomash Peta, arcivescovo di Astana e presidente della Conferenza episcopale, ha auspicato che “sia tutelata la libertà di coscienza e di religione, secondo lo spirito della legislazione attualmente in vigore” e ha invitato i fedeli “a pregare incessantemente perchè sia protetta la libertà di coscienza in Kazakistan”. L’arcivescovo ha ricordato che una prima bozza conteneva alcuni punti molto discutibili, che limitavano fortemente la libertà religiosa per tutte le comunità. Nel corso del dibattito, molti aspetti negativi sono stati corretti, anche se ne rimangono ancora alcuni come quello dell’“obbligo per le comunità religiose di dare allo Stato un rendiconto economico delle proprie attività; la richiesta del consenso di entrambi i genitori per far partecipare i bambini ad attività religiose; l’obbligo per le comunità religiose di registrarsi nuovamente, anche per quelle già riconosciute legalmente. “Si tratta di alcune imperfezioni - ha commentato mons. Peta - che speriamo vivamente siano corrette. Sono personalmente convinto che il risultato finale della discussione della Legge sulle Religioni sarà positivo”. La Chiesa in Kazakistan conta circa 200 mila fedeli su 15 milioni di abitanti, in larga maggioranza musulmani. (A.M.)
Medici senza frontiere (MSF) denuncia rimpatri forzati di profughi laotiani dalla Thailandia
◊ L’organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere (MSF) ha denunciato il rimpatrio forzato nel Laos, avvenuto a fine giugno, di 800 rifugiati hmong da parte del governo thailandese, che ha annunciato di volerne rimpatriare altri 6700 ospitati nel campo di Nam Khao, nella provincia di Petchabun. Sembra che i rimpatri siano seguiti a una protesta di circa cinquemila profughi all’indomani dell’accordo sulla questione siglato tra i governi laotiano e thailandese: “Molti laotiani hanno paura a tornare nel loro Paese - afferma Gilles Isard, capomissione MSF in Thailandia - nel campo sono oltre 150 le persone con ferite da arma da fuoco che sostengono di aver ricevuto anni fa nella giungla dall’esercito laotiano. Volevano garanzie prima di rientrare in patria”. L’organizzazione umanitaria fa appello alla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, del 1951, secondo la quale il rimpatrio non può essere imposto a un individuo che teme per la propria sicurezza. MSF dal 2005 è operativa anche in Thailandia e fornisce assistenza medica e psicologica, cibo, acqua e rifornimenti a circa ottomila persone; è pronta a intervenire anche in Laos “purché venga garantito l’accesso alle equipe mediche”. (R. B.)
Chiuse le iscrizioni per il Terzo Congresso missionario americano che si terrà in Ecuador ad agosto
◊ Si sono da poco chiuse le iscrizioni al Terzo Congresso missionario americano (CAM 3) che si terrà a Quito, capitale dell’Ecuador, dal 12 al 17 agosto prossimi. A riferirlo è l’agenzia Fides. Al CAM 3 parteciperanno 21 delegazioni internazionali e 23 interne, in rappresentanza delle Chiese particolari dell’Ecuador; inoltre, si prevede la partecipazione come invitati speciali dei presidenti delle varie conferenze episcopali e diversi delegati nazionali da Italia, Nuova Guinea, Etiopia, Portogallo, Spagna, Colombia, Brasile, Messico, Cile, Bolivia e Honduras. L’arcivescovo di Quito, mons. Raúl Vela Chiriboga, primate dell’Ecuador, ha invitato i fedeli a vivere la sei giorni come una “festa missionaria” e ha spinto tremila famiglie ad accogliere i partecipanti presso di sé: “Le famiglie s’impegnino nella missione evangelizzatrice della Chiesa – ha detto - e si mettano al servizio della nuova evangelizzazione e della missione Ad Gentes”. Il presule ha quindi esortato le famiglie ad aprire la loro casa ed il loro cuore per condividere la gioia di amare e conoscere le esperienze missionarie in altre parti del mondo. A disposizione di queste famiglie è stato messo un opuscolo sui corsi di formazione e animazione: diviso in tre parti (ricordo dei precedenti Congressi, storia e obiettivi nella prima; ruolo della famiglia missionaria nel mondo di oggi nella seconda; sintesi geografica dei cinque continenti nella terza) fungerà da guida nel cammino di preparazione all’evento. Anche l’arcivescovo emerito di Quito e presidente della commissione centrale del CAM 3, cardinale Antonio J. González Zumárraga, ha parlato dell’incontro augurandosi che rappresenti “una nuova Pentecoste per le nostre Chiese”. Durante il congresso, avrà luogo anche un’esposizione dell’editoria missionaria cattolica. (R.B.)
In Irlanda, durante il pellegrinaggio di Sant'Oliver a Drogheda è stato ricordato don Collins, salesiano ucciso in Sudafrica
◊ Quest’anno, durante il tradizionale pellegrinaggio al santuario di sant’Oliver di Drogheda, è stata commemorata la figura di don Declan Collins, salesiano nativo di Drogheda ucciso nel 2002 a Ennerdale in Sud Africa. Presenti alla celebrazione e al pellegrinaggio il nuovo nunzio apostolico per l’Irlanda, mons. Giuseppe Leanza, e il cardinale Seán Cardinal Brady, arcivescovo di Armagh, don John Horan, ispettore dei salesiani dell’Irlanda, ed il sindaco e i membri del consiglio comunale di Drogheda. L’omelia è stata tenuta da don John Campion, direttore dell’opera salesiana di Milford, compagno di noviziato di don Collins. Presenti alla celebrazione anche la madre del salesiano ucciso, la signora Monica, e alcuni suoi familiari. San Malachy e sant’Oliver Plunkett sono i santi patroni dell’arcidiocesi di Armagh. La processione con le reliquie di san Oliver Plunkett ha attraversato le strade della città Drogheda, guidata da una delegazione in alta uniforme degli Scout del luogo e da una rappresentanza delle organizzazioni cattoliche della città e di pellegrini. Ad aprire la processione, la banda di cornamuse di “Carlingford”. I Cavalieri di Colombo hanno portato le reliquie del santo. Ogni anno migliaia di pellegrini si recano nella cappella di san Oliver Plunkett, ubicata nella chiesa di san Peter a Drogheda, nell’arcidiocesi di Armagh, per venerare le reliquie del santo e conoscere la sua storia, per pregare per i malati e i sofferenti e i propri familiari e amici. In particolare, i pellegrini si rivolgono a sant’Oliver, martirizzato nel 1681 per la sua fede durante le persecuzioni anti-cattoliche in un’epoca di confusione politica, religiosa e sociale, perché interceda nelle situazioni di conflitto in patria e all’estero. (A. M.)
Incontro internazionale fra le superiore di Comunità a Roma
◊ Si terrà a Roma dal 14 al 21 luglio un incontro internazionale fra le Superiore di Comunità presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. L’incontro è organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze religiose dell’Ateneo e vedrà la partecipazione di 161 superiore provenienti da Italia, Spagna, Francia, Repubblica Dominicana, Perù, Inghilterra e Stati Uniti. “Obiettivo dell’incontro - riporta il comunicato ricevuto da ZENIT - è quello di offrire un aiuto teologico, pastorale e spirituale per la formazione di comunità religiose sane, equilibrate, amanti del proprio carisma istituzionale e al servizio delle necessità della Chiesa”. Tra gli argomenti che verranno affrontati nelle giornate di studio, figurano “la vita fraterna in comunità; la missione e il vero senso dell'apostolato; la formazione della persona consacrata; dialogo e comunicazione nella vita religiosa”. Padre Pier Giordano Cabra, uno dei massimi esponenti della Teologia della vita consacrata, presenterà il documento dal titolo “Il servizio dell’autorità e l’obbedienza”, redatto dalla Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita Apostolica. Tra i numerosi relatori c'è anche il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione autrice del documento, che terrà una conferenza sul tema “Le sfide della superiora di comunità nel XXI secolo”. L'Incontro internazionale di superiore di Comunità ha il patrocinio morale della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e la Società di Vita Apostolica, delle USMI (Unione Superiore Maggiori d'Italia) della Regione Umbria, della Diocesi di Napoli e di quella di Bologna, del DAR (Departamento de Atención a Religiosas del Messico), delle superiore generali della Polonia. L'Istituto di Scienze Religiose dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, collegato alla Facoltà di Teologia, è nato nel 1999 con lo scopo di formare i diversi membri del popolo di Dio nelle aree accademiche di loro competenza, con un forte senso pastorale che permetta di svolgere efficacemente l'apostolato nella Chiesa, tramite la Chiesa e per la Chiesa. (C.C.)
In Italia, un numero verde per le donne immigrate di cultura islamica vittime di violenze
◊ I primi risultati dell'attività e i dati relativi al numero verde antiviolenza 'Mai più sola!' saranno diffusi lunedì a Roma in un convegno presso la Camera dei Deputati. Per la prima volta saranno presentati i dati statistici relativi al numero verde, unico in Italia, a tutela delle donne immigrate di cultura islamica, vittime di violenza dentro le mura domestiche. Inaugurato nel novembre scorso, il servizio è il primo in Italia a rispondere in lingua araba, oltre che in italiano, francese e in inglese. Attraverso questo progetto, promosso dall'Associazione Acmid-Donna Onlus, e realizzato con il contributo della Fondazione Nando Peretti, il numero verde risponde alle telefonate ventiquattro ore su ventiquattro. Grazie a questo fondo dedicato, le donne vittime di violenza ricevono l'assistenza specialistica di legali e psicologi. Dal momento della chiamata, vengono accompagnate in un percorso di tutela e di soccorso che comprende la mediazione con le forze dell'ordine, con le strutture medico ospedaliere e la sistemazione presso case di accoglienza in tutta Italia e all'estero. Interverranno alla conferenza il presidente dell'associazione Acmid-Donna Onlus, Souad Sbai, il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna, il deputato PDL, Isabella Bertolini. Parteciperanno il coordinatore della Fondazione Nando Peretti, Stefano Palumbo, e il responsabile settore legale numero verde 'Mai piu' Sola', Paolo Liberati. Il convegno sarà moderato da Valeria Coiante, giornalista del programma 'Un Mondo a colori' di Raitre.(C.C)
Nuovo sito internet della Conferenza episcopale francese
◊ E’ online il nuovo sito internet della Conferenza episcopale di Francia: www.eglise.catholique.fr. Valorizzare le iniziative locali di associazioni ecclesiali, oltre che offrire un’informazione di qualità: sono alcuni degli obiettivi del nuovo sito che si propone, come nuovo volto, semplice ed accessibile, della Chiesa cattolica in Francia. All’interno della rubrica “Conferenza episcopale di Francia” si potranno consultare i testi di dichiarazioni, pubblicazioni ed interventi dei vescovi. Il nuovo sito contiene anche la rubrica “Fede e vita cristiana”. L'obiettivo - afferma la responsabile editoriale Anne de Ladonchamps come riportato dall’agenzia SIR - è di “spiegare i fondamenti del credere attraverso elementi di catechismo, un ‘lessico’ di 500 vocaboli, video, domande e risposte elaborate in base agli interrogativi che ci vengono rivolti più di frequente”. Il nuovo sito sarà presentato ufficialmente il prossimo settembre. (C.C.)
Morto a Nassau John Templeton, fondatore dell’omonimo premio religioso
◊ Sir John Templeton, il noto finanziere e filantropo di origini americane fondatore dell’omonimo premio religioso, è morto martedì di polmonite a Nassau all’età di 95 anni. La morte è avvenuta al “Doctor Hospital” della capitale delle Bahamas, dove risiedeva dagli anni Sessanta acquisendo la cittadinanza britannica. Nato nel 1912, nel Tennessee, Templeton aveva cominciato la sua carriera a Wall Street nel 1937. In tarda età, aveva deciso di abbandonare la carriera finanziaria e di dedicarsi alla filantropia. Il suo interesse per la religione, in particolare, risale al 1972, anno in cui istituì il “Templeton Prize”, un premio annuale destinato a persone che hanno contribuito “al progresso nella ricerca o alle scoperte sulle realtà spirituali”. Il primo riconoscimento è stato conferito alla Beata Madre Teresa di Calcutta, nel 1973, quando era conosciuta solo fra i poveri della grande città indiana. Tra i successivi vincitori, si ricordano Frère Roger, fondatore della Comunità Ecumenica di Taizé (1974) il cardinale Leo Jozef Suenens, l’arcivescovo di Malines-Bruxelles scomparso nel 1996 descritto come “un pioniere nella ricerca e nella tematica del movimento del Rinnovamento Carismatico”, la fondatrice del Movimento dei Focolari (Opera di Maria), Chiara Lubich, e lo scrittore e dissidente sovietico Aleksandr Solzhenitsyn (1983). Il vincitore dell’edizione 2008 è stato il sacerdote e cosmologo polacco, Michael Heller. La dotazione economica del premio, pari a 1,5 milioni di dollari, è la più elevata del mondo. Templeton ha stabilito che il suo valore dovesse essere sempre superiore a quello del Nobel, per sottolineare che la ricerca e i progressi nelle scoperte spirituali possono essere quantitativamente più significativi di quelli delle discipline riconosciute dal premio fondato da Alfred Nobel. (L.Z.)
Riaperta al pubblico a Palermo la Chiesa di Santa Cristina la Vetere
◊ E’ stata riconsegnata alla città di Palermo, in Italia, la Chiesa di Santa Cristina la Vetere, antica chiesa di fondazione normanna del centro storico della città. La Chiesa è stata riaperta al culto e alle visite grazie all’iniziativa, promossa dall’assessorato al Turismo, dell’associazione Itimed, che si occupa della valorizzazione di nuovi itinerari culturali appartenenti al patrimonio storico-architettonico del bacino del Mediterraneo. “L'itinerario monumentale di Palermo - ha detto l'assessore comunale al Turismo, Raoul Russo - si arricchisce di un altro prezioso tassello, sconosciuto alla grande maggioranza dei palermitani. Si tratta di una splendida iniziativa che contribuirà ad una migliore conoscenza della nostra memoria storica e che, certamente, sarà apprezzata dai numerosi turisti che in questo periodo visitano la nostra città”. Piccola, quasi una cappella, a pianta quadrata e a croce greca, la chiesa di Santa Cristina la Vetere contiene alcuni sarcofagi funerari e splende per la sua nuda bellezza. Essa si trovava sulla rotta dei pellegrini e dei cavalieri del Santo Sepolcro di ritorno dalla Terra Santa. A seguito della stipula di un protocollo d'intesa con la Luogotenenza dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Italia - Sicilia, l'associazione Itimed ha dato avvio ad un progetto lungo gli itinerari storico-culturali e spirituali legati ai Cavalieri. Così, per ricostruire il loro percorso nel Medioevo, Itimed ha individuato e promosso, su tutto il territorio regionale, i luoghi legati alla presenza storica dei Cavalieri del Santo Sepolcro e al loro stretto rapporto con la Terra Santa. (C.C.)
Protocollo d’intesa tra forestali e Scout sulla tutela ambientale
◊ Il Corpo forestale dello Stato e la Federazione italiana dello scoutismo hanno firmato un protocollo d’intesa sulla difesa ambientale che riguarderà, in particolare, la prevenzione degli incendi boschivi, l’educazione ambientale, la tutela degli animali e delle foreste. Grazie a questo accordo, circa 200 mila Scout potranno collaborare con i forestali a una serie di progetti comuni per la salvaguardia della natura. La presentazione del protocollo avverrà martedì 15 luglio presso la riserva pilota per la biodiversità “Monte Corvo” di Popoli, in provincia di Pescara, alla presenza del capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, e del presidente della Federazione dello scoutismo, Chiara Sapigni. La cerimonia d’inaugurazione dell’ “Operazione Silvano” si svolgerà in un vero campo Scout montato a 1300 metri di quota, dove i giovani esploratori apprenderanno le principali tecniche di prevenzione e contrasto agli incendi boschivi e le nozioni di base per l’avvistamento e la segnalazione dei roghi, e potranno conoscere da vicino i mezzi utilizzati dalla Forestale in questo tipo di attività. Al termine della giornata, saranno liberati alcuni esemplari di rapaci curati presso il Centro recupero fauna selvatica del Corpo forestale di Pescara. (R.B.)
In Libano, varato il governo di unità nazionale guidato da Fuad Siniora: 30 i ministri
◊ Il Libano ha, da ieri, un nuovo governo di unità nazionale, guidato dal premier Fuad Siniora. Un passo importante verso la normalizzazione del Paese dei Cedri, dopo un lungo periodo di impasse politica e di scontri tra le fazioni vicine alla maggioranza parlamentare e i miliziani di Hezbollah. Intanto, sale l’attesa per il summit costitutivo dell’Unione per il Mediterraneo che si terrà domani a Parigi, dove si ritroveranno tutti i leader dell’area mediorientale. Per il punto della situazione, il servizio di Marco Guerra:
Con un decreto del presidente Michel Suleiman, ieri, è stata sancita la formazione del nuovo governo di unità nazionale libanese presieduto da Fuad Siniora. Il secondo esecutivo del leader sunnita è composto da 30 ministeri, 16 dei quali assegnati alla maggioranza parlamentare e 11 all’opposizione filo-siriana guidata da hezbollah che avrà anche il potere di veto. I restanti dicasteri sono stati affidati a personalità indipendenti. Per il Paese dei Cedri, si tratta di una svolta importantissima, arrivata dopo un anno e mezzo di impasse politica generata dall’uscita del "Partito di Dio" dal vecchio esecutivo. Il primo obiettivo della nuova squadra di governo sarà ridare la fiducia ai cittadini nelle istituzioni e traghettare il Paese nella piena stabilità alle lezioni legislative del 2009. L’insediamento dell’esecutivo è previsto per mercoledì, ma nel corso del fine settimana si terra il vertice costitutivo dell'Unione per il Mediterraneo. Un altro evento che potrebbe rivelarsi decisivo per il percorso di pace di tutta l’area mediorientale. L’ambizioso progetto lanciato da Sarkozy vedrà la luce domenica a Parigi, alla presenza di oltre 40 leader europei e della sponda sud del mediterraneo, fra cui il presidente libanese Suleiman, il palestinese Abu Mazen, il capo di Stato siriano, Bachar al-Assad e il premier israeliano Ehud Olmert.
Zimbabwe
Polemiche e sconcerto nella comunità internazionale, dopo che, ieri, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha respinto le sanzioni al governo di Mugabe, riconfermato alla guida dello Zimbabwe a seguito delle contestatissime elezioni che hanno visto il ritiro dell’opposizione. A bloccare l’ufficializzazione di sanzioni delle Nazioni Unite nei confronti del governo di Harare sono state Russia e Cina, che ritengono il provvedimento un ''pericoloso precedente'' di ingerenza negli affari interni di un Paese. Contro l'adozione di sanzioni hanno votato anche Sudafrica, Libia e Vietnam. Mugabe si è detto "contento" per la scelta di Cina e Russia, mentre Londra ha criticato duramente il veto posto dai due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.
Afghanistan
Un bambino e due soldati sono stati uccisi in un attentato suicida contro un convoglio militare nel sud dell'Afghanistan. Lo ha annunciato la polizia afghana secondo la quale l’attacco è stato sferrato da un kamikaze a piedi. Intanto, nelle zone di confine tra Afghanistan e Pakistan tornano a colpire i talebani. In un doppio attacco, che aveva lo scopo di provocare incidenti alla frontiera, quattro agenti afghani e 8 militari pakistani sono rimasti feriti. A riferirlo è una nota dell'ISAF, precisando che sono stati subito individuati i due punti da cui provenivano gli attacchi, ambedue in territorio afgano, che sono stati respinti dai militari della forza multinazionale.
Iraq
In Iraq, sono stati ritrovati i corpi di due soldati americani, dispersi da più di un anno a seguito di un'imboscata di Al-Qaeda. I resti di un terzo militare, che faceva parte della pattuglia attaccata, Joseph Anzack, erano stati trovati nei mesi scorsi. Nell'attacco, furono uccisi altri 4 soldati americani e un iracheno. Intanto, proseguono i raid delle forze statunitensi a Baghdad e nelle città settentrionali. Ieri, i militari della coalizione hanno arrestato nove presunti militanti di Al-Qaeda. Tra i fermati, secondo quanto precisano fonti dell'esercito americano, figura un alto esponente sospettato di far parte di una cellula di attentatori kamikaze.
Georgia
Resta alta la tensione tra Russia e Georgia a causa delle turbolente repubbliche filo-russe dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia. Ieri, Tbilisi ha minacciato di abbattere tutti gli aerei russi che sorvoleranno il suo territorio senza permesso, mentre Mosca ha respinto la proposta americana di una mediazione internazionale e ha chiesto alla Georgia di firmare un documento in cui si impegna a non usare la forza con le province separatiste e a ritirare le sue truppe dall'Abkhazia.
Francia
L’Autorità per la sicurezza nucleare francese ha imposto ieri alla Socatri, società filiale del colosso energetico "Areva", di cessare le attività di una delle due stazioni di trattamento nella centrale di Tricastin, nel sud-est del Paese. Nei giorni scorsi, infatti, si è verificata una fuoriuscita di acque contenenti uranio.
Somalia
In Somalia, un operatore umanitario somalo è stato ucciso ieri a sud di Mogadiscio, raggiunto dai colpi di alcuni uomini armati. Si tratta del terzo caso del genere in poche settimane: la scorsa domenica è stato, infatti, assassinato il responsabile locale del Programma ONU per lo Sviluppo. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 194
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.