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Sommario del 07/07/2008
Nomine
◊ Negli USA, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Wilmington, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Michael A. Saltarelli. Al suo posto, il Papa ha nominato mons. William Francis Malooly, finora ausiliare di Baltimore. Il nuovo presule, 64 anni, ha studiato filosofia e teologia presso il Saint Mary's Seminary a Baltimore. Ordinato sacerdote, è stato, fra l'altro, viceparroco, membro e poi vicepresidente del Direttivo per il Clero, amministratore dello Arcidiocesan Youth Retreat Center, cancelliere e vicario generale dell’arcidiocesi. Inoltre, Mons. Malooly è stato direttore arcidiocesano dei preparativi per la visita pastorale del Santo Padre a Baltimore nel 1995. Nominato vescovo titolare di Flumenzer ed ausiliare di Baltimore il 12 dicembre 2000, è stato ordinato vescovo il primo marzo successivo.
Sempre negli USa, il Pontefice ha nominato vescovo di Saint Thomas mons. Herbert A. Bevard, del clero dell’arcidiocesi di Philadelphia, finora parroco della Saint Athanasius Parish a Philadelphia. Il neo vescovo ha 62 anni ed è originario di Baltimore (Maryland). Al Saint Charles Borromeo Seminary di Philadelphia, dove ha conseguito il Master of Divinity. Dopo l'ordinazione, ha ricoperto i seguenti incarichi: vicario parrocchiale, cappellano, avvocato presso il Tribunale Metropolitano di Philadelphia, parroco della Saint Athanasius Parish sempre a Philadelphia. E' membro della Interparochial Cooperation Commission, del Pastors’ Review Board, del Collegio dei consultori e del Consiglio presbiterale.
L’eco di Benedetto XVI sul G8 apertosi oggi in Giappone. Il commento alle parole del Papa dell’economista Leonardo Becchetti e di Paolo Beccegato di Caritas Italiana
◊ All’indomani del pressante appello alla solidarietà lanciato da Benedetto XVI per chiedere ai Paesi più industrializzati di aiutare gli Stati più poveri, si è aperto in Giappone a Toyako, nell’isola di Hokkaido, il vertice del G8. Il summit prenderà in esame la crisi alimentare, l’aumento del prezzo del petrolio, cambiamenti climatici e sostenibilità delle economie deboli. Il segretario generale dell’ONU ha esortato i Paesi del G8 a mantenere le loro promesse e a promuovere lo sviluppo dell’Africa. Il servizio di Chiaretta Zucconi:
Giornata di inaugurazione del vertice degli otto grandi della terra, caratterizzata dalle manifestazioni no-global e all’insegna delle polemiche e delle spaccature tra i Paesi membri. Gli Stati Uniti non ritengono necessaria l’apertura del G8 alle economie emergenti, dal momento che - come ha fatto sapere il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca - l’attuale sistema permette la partecipazione degli altri Paesi alle sessioni di lavoro. La proposta di ampliamento, contro la quale si è espresso anche il Giappone, era stata formulata dal presidente francese, Nicolas Sarkozy. Ma qualche incomprensione oggi c’è stata anche tra Russia e Stati Uniti. Durante l’incontro con il presidente Bush, il leader del Cremlino, Medvedev ha definito inaccettabile che gli USA possano installare in Lituania elementi dello scudo spaziale, dicendosi invece pronto a cooperare con Washington sulla questione iraniana. E mentre gli attivisti delle organizzazioni non governative hanno accusato alcuni Paesi del G8, in particolare Francia, Canada e Italia di non impegnarsi abbastanza in materia di aiuti all’Africa, è arrivata questa mattina la proposta del presidente della Commissione europea, Barroso, di creare un fondo di aiuti agricoli di un miliardo di euro a favore dell’agricoltura dei Paesi in via di sviluppo. Un fondo da erogare nel prossimo anno e mezzo e destinato a finanziare fertilizzanti e sementi.
Vasta eco, dunque, ha ricevuto l’accorato appello rivolto ieri all’Angelus da Benedetto XVI ai partecipanti del G8. L’auspicio del Santo Padre è che “si realizzino gli impegni assunti nei precedenti appuntamenti del G8 e si adottino coraggiosamente tutte le misure necessarie per vincere i flagelli della povertà estrema, della fame, delle malattie, dell’analfabetismo”, che colpiscono ancora tanta parte dell’umanità. Queste le parole del Papa:
“Mi rivolgo quindi ai partecipanti all’incontro di Hokkaido-Toyako, affinché al centro delle loro deliberazioni mettano i bisogni delle popolazioni più deboli e più povere, la cui vulnerabilità è oggi accresciuta a causa delle speculazioni e delle turbolenze finanziarie e dei loro effetti perversi sui prezzi degli alimenti e dell’energia. Auspico che generosità e lungimiranza aiutino a prendere decisioni atte a rilanciare un equo processo di sviluppo integrale, a salvaguardia della dignità umana”.
Le preoccupanti tendenze indicate dal Papa sono alcune delle più gravi dinamiche che alimentano la difficile situazione economica mondiale. E l’attuale scenario è anche il frutto di gravi crisi che si sono succedute negli ultimi anni. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il professore Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Tor Vergata di Roma e responsabile nazionale della Comunità di Vita cristiana:
R. - C’è una grande massa di liquidità, di somme di denaro da investire. In passato, questa grande massa di liquidità si indirizzava verso i titoli hi-tech. Poi, c’è stata la crisi del marzo 2000, lo scoppio della bolla, e dopo si è andati sui mercati immobiliari e anche lì oggi c’è una crisi. E infine, in questa terza fase, l’investimento si dirige verso il petrolio, verso le materie prime agricole. Questa è una fase più grave dal punto di vista sociale, in quanto, mentre l’aumento dei titoli hi-tech non agiva in maniera particolarmente grave sulle persone più povere, in questo caso stiamo parlando dell’energia. Tale processo, poi, va ad incidere sui costi di trasporto di quasi tutte le attività economiche.
D. - Questo cosa comporta, nello specifico, per le popolazioni povere? Perché si arriva a queste situazioni così gravi denunciate dal Papa?
R. - Comporta appunto un aumento del costo di quelli che sono i beni necessari per vivere. E si deve sottolineare anche il fatto che il prezzo dei beni agricoli sia aumentato non vuol dire affatto che gli agricoltori stiano necessariamente meglio. Infatti, una parte di quelli che vivono sotto la soglia di povertà sono produttori agricoli. L’aumento dei prezzi non necessariamente li favorisce, in quanto spesso loro vendono materie prime a prezzi molto bassi e non hanno gran potere contrattuale per negoziare i prezzi finali con gli intermediari.
D. - Un altro aspetto, sottolineato dal Papa, è quello delle speculazioni e dei loro effetti perversi sui prezzi degli alimenti e dell’energia...
R. - Oggi, ci sono nel mondo 58 trilioni di euro, una somma equivalente al PIL mondiale, e quindi esiste una quantità di denaro enorme. E il vero problema che poi ha portato alla grande crisi finanziaria attuale è che non vengono immessi nel mercato soldi propri. Manca un’adeguata regolamentazione del mercato. Questo è il grosso problema che abbiamo. Sono cose su cui si può assolutamente intervenire, aumentando la regolamentazione e, soprattutto, intervenendo su quello che oggi è il mercato ITC, cioè il mercato principale su cui si scambiano i "derivati" (titoli il cui valore è basato sul valore di mercato di altri beni - ndr). Questo settore è completamente sottratto ad ogni tipo di regolamentazione.
D. - Il presidente dell’OPEC ha recentemente affermato che il dollaro debole non è nell’interesse di nessuno, perché essendo ancora l’unica moneta per scambiare le materie prime, la sua debolezza non fa che continuare ad alzare i prezzi del petrolio, ingenerando poi una crisi a catena. A questo punto, quali provvedimenti si devono prendere?
R. - Il problema è che la dinamica del dollaro dipende dalle decisioni delle banche centrali americana ed europea, che in questo momento non sono affatto coordinate. La Banca centrale europea (BCE) alza i tassi, quella americana li riduce, e questo non può che rafforzare l’euro e indebolire il dollaro. Quindi, ci vorrebbe più coordinamento da questo punto di vista.
D. - Dal G8 quali risposte auspicabili possono arrivare?
R. - Ci vogliono delle iniziative molto decise per convogliare queste grandi energie della finanza in una direzione che sia socialmente utile per tutti. Intanto, una maggiore regolamentazione sui mercati e, soprattutto, invece di regolamentare in maniera eccessiva quelle che poi sono le attività meno rischiose – come i prestiti delle banche a clienti normali - cominciare ad intervenire su investimenti sommersi. Mi riferisco allo scambio di derivati sull’ITC. Credo che un’altra cosa fondamentale sia quella di indirizzare la finanza verso la solidarietà. Credo che sia dovere dei mercati finanziari, che muovono queste somme enormi, di far sì che una parte di queste vengano destinate ad iniziative di solidarietà, ovviamente efficaci ed efficienti. Non possiamo lasciare che questo sia demandato solamente alla libertà di coscienza dei singoli magnati.
Si deve dunque incentivare la dimensione della solidarietà e rispondere all’appello del Papa che ha chiesto ai partecipanti al G8 di aiutare i Paesi poveri del mondo. Ma cosa manca alla rete internazionale della solidarietà per combattere efficacemente flagelli quali povertà, malattie, analfabetismo? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale della Caritas Italiana:
R. - La prima cosa che manca è una visione unitaria dell’uomo e dei suoi problemi. Spesso si affrontano le questioni in termini settoriali: c’è il problema del rincaro del petrolio, il problema dell’aumento dei prezzi del cibo, quello ambientale. Ognuno di questi sembra un problema a sé stante. Il Papa mette sempre al centro l’uomo con tutta la sua dignità, tutto l’uomo e tutti gli uomini. Se entriamo in questa logica e cerchiamo il bene comune, il bene dell’uomo, troveremo delle soluzioni degne della dignità dell’uomo. Altrimenti, avremo sempre dei tamponi che però non risolvono il problema.
D. - Il Papa ha anche chiesto maggiore generosità e lungimiranza. Come diffondere, allora, questi semi di speranza per invertire la pericolosa rotta dell’attuale economia mondiale?
R. - Il Papa lancia questo appello anche in relazione alla campagna “Obiettivi di sviluppo del millennio” e quindi chiede di tradurre il tema della dignità umana nei diritti umani e nel reale conseguimento del diritto alla vita, alla salute, all’istruzione. Ora, questo diventa anche una sorta di agenda politica da indirizzare ai capi di Stato, ma anche a ciascuno di noi, in chiave educativa, negli stili di vita e nei comportamenti. Tutto questo è al centro del messaggio papale. E’ un messaggio molto forte e molto alto.
D. - Come cerca, in particolare la Caritas, di rispondere ai bisogni delle popolazioni più deboli, più povere?
R. - Cerchiamo di collegare questa azione nelle emergenze, nella riabilitazione, nello sviluppo, all’azione cosiddetta di lobby, di advocacy, di pressione. In particolare, abbiamo messo a fuoco la grande questione dei cambiamenti climatici e la loro connessione con i poveri, con l’aumento dei danni legati alle emergenze. Pensiamo a tutte le catastrofi che, nell’arco di questi ultimi anni e decenni, continuano ad aumentare in termini di vittime e di danni. Cerchiamo quindi di collegare l’attenzione, che giustamente il Papa mette al centro del suo messaggio verso l’uomo, a quella verso l’ambiente e verso, per esempio, la pace. Dall’appello di Benedetto XVI ricaviamo che se non lavoriamo, per esempio, per mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici, avremo più poveri, più guerre e più danni, non solo all’ambiente ma anche all’intera società.
D. - Di fronte a queste emergenze, anche alla luce dell’appello di ieri del Papa, cosa si può chiedere dunque concretamente al G8?
R. - Il Papa mette molto l’accento su alcune questioni fondamentali: per esempio il non primato della finanza rispetto all’uomo. Un secondo punto molto importante da chiedere ai grandi della terra è di prendere con grande serietà queste sfide e quindi di indirizzare verso la soluzione di questi problemi più risorse di quanto non facciano attualmente. Serve maggiore responsabilità internazionale. Nel discorso che il Papa ha fatto all’ONU, questo è stato un punto centrale, di grandissima importanza. Quando ad esempio si parla di ambiente, non si possono far prevalere logiche di breve periodo rispetto a quelle di lungo. Quindi, sono necessari investimenti nel lungo periodo perché i poveri siano al centro dell’agenda internazionale.
La musica sacra fa sentire la voce di Dio: così, sabato scorso, Benedetto XVI al gruppo di Ratisbona che ha intitolato al Papa l'organo della "Vecchia Cappella" di Regensburg
◊ L’organo come strumento musicale di evangelizzazione, che accende nel cuore di chi lo ascolta una scintilla di divino. E' la visione di Benedetto XVI che sabato scorso, nel salutare a Castel Gandolfo un gruppo di connazionali provenienti da Ratisbona, è riandato con la memoria al 13 settembre di due anni fa quando, durante il suo viaggio apostolico in Germania, fece sosta nella “Vecchia Cappella” di Regensburg per benedire il nuovo organo a lui dedicato, il “Benedikt-Orgel”. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Le note dell’organo come “voce” di Dio, come veicolo sonoro che accende “lo splendore della fiamma dello Spirito” direttamente nell’anima di chi sa godere della bellezza della musica sacra. Per Benedetto XVI la visita nella residenza di Castel Gandolfo del gruppo proveniente da Ratisbona è stata un tuffo nella memoria e un’occasione per ribadire l’importanza della musica in ambito liturgico:
“Es bleibt mir unvergessen…
Resta indimenticabile nella mia memoria come, nell’armonia dell’eccellente organo, del coro guidato dal Signor Kohlhäufl e della bellezza di quella chiesa luminosa, abbiamo sperimentato la gioia che viene da Dio - non soltanto una ‘scintilla degli dei’, di cui parla Schiller, ma veramente lo splendore della fiamma dello Spirito Santo, che ci ha fatto sentire nel nostro intimo ciò che sappiamo anche dal Vangelo di Giovanni: che cioè Egli stesso è la gioia. E questa gioia veniva comunicata a noi”.
E sono lieto che quest’organo, ha soggiunto il Pontefice:
“Weiterhin dort erklingt…
Continui a suonare ed aiuti così la gente a percepire qualcosa dello splendore della nostra fede - uno splendore acceso dallo stesso Spirito Santo. Con ciò l’organo svolge una funzione evangelizzatrice, annuncia il Vangelo a modo suo".
“Noi - ha proseguito Benedetto XVI accennando alla sua residenza estiva - non possiamo qui offrire né un organo, né un coro, ma abbiamo la bellezza del ‘Castello’ e la bellezza del Sud che si diffonde tutt’intorno. Anche se il sole in questo momento irradia il suo calore in modo forse un po’ troppo abbondante, resta tuttavia - ha concluso - la luce del Sud come una piccola festa che sarà per tutti voi un bel ricordo da portare a casa”.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Nell'informazione internazionale, i testi della missiva inviata dal premier britannico a Benedetto XVI in vista del vertice del G8 in Giappone (che si è aperto oggi) e della lettera di risposta - a nome del Papa - del cardinale segretario di Stato. I temi centrali del carteggio sono la solidarietà della globalizzazione e il rispetto dei diritti umani.
In cultura, Emanuela Ghini illustra l'edizione Art'è del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Competenze diverse per giungere a una verità tutta intera: Mauro Mantovani sui discorsi di Benedetto XVI per l'università.
Andrea Monda racconta la storia di conversione dello scrittore Clive Staples Lewis.
Nella stagione dei premi letterari italiani c'è posto per tutti: Claudio Toscani evidenzia i rischi di una democrazia culturale sottosviluppata e mediatica.
Conto alla rovescia per l’inizio della GMG. Dalla diocesi italiana di Crema in partenza uno dei gruppi piu’ folti. Interviste con il responsabile, don Giancarlo Scotti, e uno dei ragazzi, Luca Paesetti
◊ Entusiasmo e gioia. Sono i sentimenti che animano i tanti giovani in partenza per Sydney, dove dal 15 al 20 luglio si svolgerà la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. Saranno, per gli organizzatori, oltre 125 mila visitatori stranieri per un evento che ieri il Papa all’Angelus ha definito la “nuova tappa del grande pellegrinaggio giovanile attraverso il mondo”, una festa che si preannuncia come “una rinnovata Pentecoste”. In Italia, la diocesi di Crema, che conta 100 mila abitanti, sarà in proporzione la più presente in Australia. A don Giancarlo Scotti, responsabile della Pastorale giovanile della città lombarda, Fabio Colagrande ha chiesto come si sia riusciti a coinvolgere così tanti ragazzi:
R. - Essendo una piccola diocesi, noi abbiamo dei rapporti molto stretti con i giovani delle singole parrocchie. Dopo Loreto, appena abbiamo annunciato la possibilità di iscriversi a questa nuova esperienza, alla GMG di Sydney, immediatamente abbiamo avuto il sentore che c’era una richiesta notevole da parte dei giovani.
D. - Chi sono i giovani che vogliono andare a Sydney? Cosa cercano?
R. - Nella nostra realtà, abbiamo avuto una buona risposta soprattutto nei giovani della fascia di età compresa tra i 17 e i 22-23 anni. Che cosa cercano? Ovviamente, l’esperienza innanzitutto di un rapporto con altri giovani che riempiono il loro cammino di fede. Penso che si cerchi il conforto dell’appartenenza, il conforto di sentirsi parte di un gruppo, di una comunità, di una Chiesa. Per questo, penso che sia la cosa più bella sentire che l’esperienza di fede è un’esperienza condivisa da altri e questo sentirsi in tanti è proprio vivere appieno quest’esperienza. Naturalmente, come ogni giovane, si va alla ricerca anche di qualche segno di speranza e penso che la GMG sia un motivo per trovare slancio interiore nel proprio cammino.
D. - Si parla di emergenza educativa, di secolarizzazione. Chi sono i giovani che invece fanno questa scelta? Sono diversi dagli altri?
R. - No, assolutamente, non sono diversi. I nostri giovani vivono le stesse contraddizioni presenti nella società di oggi. L’emergenza educativa è sentita anche da noi, nella nostra diocesi, ne abbiamo parlato anche in un recente convegno. Non sono quindi ragazzi a essere diversi e - attraverso la capillare diffusione delle nostre iniziative - abbiamo risposte positive nonostante anche loro vivano le contraddizioni tipiche di questo tempo. Dunque, partecipano alla nostra attività, ma non per questo non affrontano le crisi adolescenziali e giovanili anche nei confronti del messaggio cristiano, soprattutto del messaggio che la Chiesa trasmette su alcuni punti, quali quelli etici. Però, di fatto, c’è la possibilità almeno di un confronto costante con una prospettiva e una modalità di interpretazione che li porta a riflettere. Non è, però, che siano esenti da tutti quelli che sono i rischi e le difficoltà di oggi.
Saranno 91 i giovani della diocesi di Crema che prenderanno parte alla GMG di Sydney. E’ forte l’attesa fra loro per questo viaggio lungo, faticoso ma di grande significato spirituale, come sottolinea al microfono di Fabio Colagrande il diciottenne Luca Paesetti:
R. - Si parte sabato per un viaggio che non vuole essere solamente un regalo per la maturità, anzi, ha un contenuto molto più pregnante, sicuramente più significativo. Si parte per condividere con tanti altri amici e con tante altre persone un’esperienza che sicuramente lascerà il segno. Un’esperienza che vuole metterci in contatto non solo con il Papa - nelle giornate in cui condivideremo dei momenti con lui - ma sarà un viaggio in cui speriamo di riuscire a riproporre dentro di noi un più stretto contatto con la nostra intimità religiosa, un andare oltre quelli che sono i momenti della vita quotidiana, per ricercare una maggiore intimità e un maggiore rapporto con il religioso.
D. - E’ la tua prima Giornata mondiale della gioventù?
R. - Abbiamo già partecipato all’incontro dell’Agorà, l’anno scorso a Loreto, ma questa è la prima GMG. Forse la possibilità di partecipare l’anno scorso all’Agorà ha rinsaldato ancora di più la volontà e la disponibilità e anche la voglia di partecipare a quest’incontro: un incontro forte, sicuramente indimenticabile, che ci metterà in contatto e in relazione con un qualcosa di diverso, un qualcosa di grande.
D. - Chi sono i giovani che vanno alla GMG, secondo te?
R. - Sono dei giovani normali, né indottrinati ma neppure bigotti. Sono solamente dei giovani che sentono ancora il bisogno e la necessità di far parte di un tutto, che sentono Dio e sentono che comunque c’è qualcos’altro. Sono giovani che hanno voglia di mettersi in gioco, che hanno voglia di partecipare e che hanno anche tanta voglia di condividere e di stare insieme.
D. - Difficoltà pratiche: ti spaventa questo viaggio?
R. - Il viaggio è lungo, indubbiamente, ci saranno momenti di difficoltà. Ma siamo sicuri che, dandoci un po’ tutti una mano, mettendo da parte le fatiche e i momenti di maggiore stanchezza, sarà un’esperienza sicuramente indimenticabile e dal forte sapore di gioia. Spero di condividere questo momento di felicità con tutti gli altri ragazzi che, come me, saranno a Sydney nei prossimi giorni.
Ubriacarsi per scelta: l'ultima frontiera dello "sballo" giovanile cattura fasce d'età sempre più basse. Intervista con Massimo Di Gianantonio
◊ Sono quasi raddoppiati in dieci anni gli adolescenti italiani che consumano alcol. E l’ultima moda del sabato sera per i giovani tra i 14 e i 17 anni, e soprattutto per le ragazze, è ubriacarsi. Lo fa uno su dieci. In Italia si comincia a soli 11 anni, rispetto ai 13 della media UE. A lanciare l’allarme, l’ultimo un rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità. Silvia Gusmano ne ha parlato con Massimo Di Gianantonio, psichiatra esperto di adolescenza:
R. - Il problema sono le campagne pubblicitarie e il fatto che non ci sia stata una stigmatizzazione rispetto all’uso dell’alcol, così come è stato per quanto riguarda il tabacco negli ultimi 15 anni. Tutto ciò fa sì che i giovani utilizzino l’alcol come se fosse una sostanza socialmente accettabile, positiva.
D. - Preoccupante l’aumento soprattutto tra le ragazze: per quale motivo?
R. - Sicuramente, la relazione con le ragazze dello stesso sesso e i primi modelli appresi dalla televisione e dalle riviste di moda in quella fascia di età comporta un grosso impegno personale, soprattutto per le ragazze, di messa a rischio della propria immagine. L’alcol, con la sua capacità di disinibizione e di socializzazione, favorisce queste dinamiche e diminuisce le difficoltà personali.
D. - Pesanti gli effetti sull’organismo che fino a 16 anni è meno atto a metabolizzare l’alcol: una cosa che pochi ragazzi sanno...
R. - “Drogare” con l’alcol un corpo che non è ancora arrivato alla fine della propria evoluzione maturativa comporta una serie di problemi molto seri: innanzitutto a livello epatico, poi a livello pancreatico, a livello dei sistemi che sono collegati alla metabolizzazione dell’alcol.
D. - In Italia, è vietato vendere alcol ai minori di 16 anni, un limite quasi sempre violato. Potrebbe aiutare secondo lei innalzare il divieto a 18 anni come più volte è stato proposto?
R. - Per limitare i fenomeni di abuso, bisogna mescolare i due aspetti: quello sanzionatorio e preventivo con quello sanitario. Elevare l’età nella quale si possono consumare gli alcolici è certamente qualcosa in grado di aiutare.
D. - Quali altri interventi occorrono?
R. - Quello che può aiutare è anche far vedere con delle campagne informative gestite dal Ministero della salute, a livello nazionale, cosa può diventare un essere umano quando è tossicodipendente da alcol: non paura, non messaggi terroristici, ma fotografia della realtà possibile.
Teatro e dibattito culturale al centro del rinnovato Festival dei due mondi in corso a Spoleto
◊ Al giro di boa il 51.mo Festival dei Due Mondi di Spoleto, il primo senza il fondatore Giancarlo Menotti. Ma tornano i grandi registi del passato, da Luca Ronconi a Bob Wilson e le stelle della danza al teatro romano. In cartellone, 70 spettacoli fino al 13 luglio. Il servizio è di A.V.:
L’edizione che vuol essere del rilancio e della novità conserva il marchio “Festival dei Due Mondi”, dopo che il Tribunale di Firenze ha respinto il ricorso di Francis Menotti, ma il mondo ormai è uno solo, figlio della globalizzazione. Emblematica in questo senso l’opera-ballet scelta per l’inaugurazione, venerdì scorso, al Teatro Nuovo: è "Padmavati" di Albert Russel, scritta in francese nel 1923 e ambientata in India, contemporanea agli esotismi della Turandot di Puccini, e forse per questo affidata alla regia di Sanjay Leela Bhansali, star del cinema indiano, e che di "Bollywood" assume lungaggini, clichés ed eccessi coloristici. Si tratta di una produzione del Théâtre du Chatelet rappresentata in Italia solo due volte: un allestimento monumentale, sia per le masse artistiche impiegate, tra coro e corpo di ballo, sia per l’imponenza delle scene sulle quali irrompono, con dubbio gusto, anche animali.
E dalla Francia è mutuato gran parte del cartellone proposto dal neo direttore artistico, Giorgio Ferrara, che ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi: a cominciare dall’altro titolo di apertura, “La seconde surprise de l’amour” di Marivaux, messo in scena da Luc Bondy per il Théâtre Vidy di Losanna, ambientando la vicenda ai nostri giorni, con qualche eco anni Sessanta e un carattere stilizzato, dalle scene al tratteggio dei personaggi, quasi marionette in un teatro delle ombre. La Francia è del resto il Paese ospite di questa edizione, che ogni anno sarà dedicata a una diversa nazione, e impronta anche il programma musicale, diretto da Alessio Vlad. Un tempo la musica era asse portante della manifestazione: nel nuovo corso, invece, perde spazio, a cominciare dai celebri “Concerti di Mezzogiorno” ai più recenti momenti musicali de "L’Ora Mistica" nella basilica di Sant’Eufemia. Ne acquista invece il teatro e il dibattito culturale (ad esempio nel contenitore denominato "Idee", coordinato da Ernesto Galli della Loggia, e con le lezioni aperte sulla drammaturgia di Ibsen, tenute da Luca Ronconi) e la sezione danza con le sue étoile: da Bob Wilson, che torna a Spoleto dopo 34 anni con un monologo dal vivo e un video sul suo Amleto, ad Alessandra Ferri, al coreografo praghese Jiri Kylian con 'Birth-day. Mantenuta comunque la tradizionale chiusura in piazza Duomo, il 13 luglio, col concerto della London Symphony diretta da Daniel Harding.
La Chiesa del Kerala insieme a musulmani e induisti contro un testo scolastico che promuove comunismo e ateismo
◊ Cattolici, musulmani e induisti dello Stato indiano del Kerala tutti uniti contro un libro di testo adottato dal Ministero dell’educazione nelle scuole secondarie che promuove la dottrina comunista e l’ateismo. Come riportato dall’Osservatore Romano, le tre grandi religioni chiedono il ritiro del volume, mentre protestanti e ortodossi ritengono l’accusa infondata e anche il governo ha ribattuto che il libro non promuove l’ateismo. L’arcivescovo di Verapoly e presidente dei vescovi locali, Daniel Acharuparambil, ha detto che la Chiesa non accetterà compromessi sul testo che sfida la fede. L’arcivescovo maggiore dei siro-malabresi di Ernakulam-Angamaly, Varkey Vithayathil, ha criticato aspramente il testo pur ribadendo che “la Chiesa non prende posizione sui libri delle scuole pubbliche”. Secondo il portavoce della Chiesa cattolica siro-malabrese, padre Paul Thelakat, nel libro si parla delle tre religioni indiane per dimostrare come promuovano la divisione della società in caste, senza fare cenno alla grande tradizione della Chiesa del Kerala che da sempre lotta contro la disuguaglianza sociale. “Il contenuto del libro è fuorviante - continua il portavoce - equivale a dire che i genitori non debbano insegnare al figlio alcuna morale, né scegliere per lui alcuna scuola, non debbano prendere alcuna decisione e nemmeno curarlo finché sarà adulto”. Secondo la Chiesa cattolica, che ha organizzato anche una marcia di protesta, il testo non parla in modo chiaro contro la religione e a favore del comunismo, ma promuove il messaggio “attraverso aneddoti e dichiarazioni di persone ammirate in India”. (R.B.)
Il Consiglio ecumenico delle Chiese prepara l’incontro per la pace 2011. Tema, la violenza domestica, nuova emergenza mondiale
◊ Il Consiglio ecumenico delle Chiese (WCC), guidato dall’arcivescovo anglicano del Burundi, Bernard Ntahoturi, ha organizzato una serie di visite in tutto il mondo sul tema della violenza domestica come nuova emergenza mondiale, in vista della convocazione internazionale ecumenica per la pace nel 2011. Come riportato dall’Osservatore Romano, l’appuntamento costituirà il momento culminante del decennio 2001-2010 dedicato al superamento della violenza, che ha visto particolarmente attive le Chiese tedesche. Il primo degli incontri, infatti, ha avuto luogo a Francoforte, dove sono stati presentati al gruppo internazionale le esperienze fatte nel sudest del Paese: la giornata è stata promossa dalla Chiesa evangelica del Hessen-Nassau, dalla Chiesa evangelica del Baden, dalla Chiesa evangelica luterana e dalla rete ecumenica del Württemberg, dall’associazione delle Chiese e delle missioni nel sud-est della Germania (EMS). Le congregazioni hanno fatto sapere che una donna su quattro è stata vittima di violenza almeno una volta e il direttore del centro femminile protestante a Francoforte, Eli Wolf, ha spiegato che la maggior parte delle donne che hanno cercato protezione “aveva alle spalle una storia di migrazione, sebbene le violenze domestiche colpiscano ogni parte della società”. (R.B.)
L’appello del cardinale Leonardo Sandri per salvaguardare la presenza dei cristiani in Medio Oriente
◊ “Preghiera e solidarietà”: sono queste le due richieste avanzate dal cardinale, Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, ai cristiani d’Occidente per “venire incontro ai loro fratelli che stanno fuggendo dalla terra nella quale sono nati”. Il porporato, intervistato dal settimanale della diocesi di Trento "Vita Trentina", ha lanciato l’allarme sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente: “Ho visitato recentemente Israele, Palestina e Giordania, incontrato patriarchi e vescovi dell’area, soprattutto i pastori di Libano e Iraq” e rivolto un appello di responsabilità civile al rispetto delle libertà fondamentali della persona, come quella religiosa. Il cardinale ha ricordato come “il Medio Oriente sia la grande speranza e la grande preoccupazione di Benedetto XVI e della Chiesa, speranza affinché la frequentazione ecumenica e quella con le altre religioni possano offrire esperienze e orientamenti per il dialogo che ovunque dobbiamo realizzare”. (R.B.)
In Ucraina, il metropolita di Kiev ha lanciato un appello per l’unità della Chiesa ortodossa
◊ Il capo della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita di Kiev Vladimir Sabodan, ha presentato una relazione nel recente Consiglio dei vescovi della Chiesa ortodossa del Paese, il cui tema è l’unità della Chiesa. “Le divisioni ecclesiastiche degli ultimi 20 anni hanno indebolito la nostra Chiesa - ha riportato l’Osservatore Romano - facilitando il diffondersi delle sette e ostacolando la missione nella società”. Oggi, la Chiesa ortodossa ucraina conta 11 mila parrocchie, ma “milioni di cristiani - ha sottolineato - sono fuori dalla comunione ecclesiastica, privati della grazia dei sacramenti”. Il metropolita di Kiev e dell’Ucraina ha inoltre ricordato lo scisma avvenuto all’indomani della dissoluzione dell’Urss: “È necessario tener conto di tutte le cause, come la politicizzazione della vita della Chiesa, l’ideologia nazionalista su base etnica, l’orgoglio umano e la polarizzazione culturale della società ucraina”. In particolare, a proposito della politicizzazione, il metropolita ha avvertito che “la Chiesa non si assume la responsabilità di determinare una qualsiasi scelta sociale dell’Ucraina e prende le distanze da qualsiasi piattaforma politica e ideologica”. (R.B.)
A Bruxelles, il terzo incontro del Seminario “Europa cristiana e Islam in Europa”
◊ Nei giorni scorsi, a Bruxelles, presso la sede del Parlamento europeo, ha avuto luogo il terzo del ciclo di incontri “Europa cristiana e Islam in Europa”, promosso dalla Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) insieme con la Commissione “Chiesa e società” della KEK, la Fondazione Konrad Adenauer (KAS) e il sostegno di molti partner islamici. Tra gli altri, come riportato dall’agenzia SIR, è intervenuta Sara Silvestri, docente all’università di Cambridge: “Islam e cristianesimo condividono l’attenzione al benessere di ogni uomo, la sacralità della vita e l’impegno dei credenti nella sfera pubblica”. Il metropolita Emmanuel di Francia, rappresentante del patriarcato ecumenico presso l’UE, ha sottolineato che “le sfide interreligiose fanno parte di una società multiculturale” ed evidenziato come i media facciano dell’Islam “una rappresentazione stereotipata e parziale”. L’ultimo incontro del seminario, previsto per l’11 settembre, avrà per tema “Le relazioni esterne dell’Unione europea con i Paesi a maggioranza musulmana e la responsabilità internazionale delle comunità religiose”. (R.B.)
L’esperienza di evangelizzazione dei Legionari di Maria a Quezon City, nelle Filippine
◊ Leggere le Sacre Scritture, pregare insieme e programmare le visite a domicilio a malati e anziani per portare loro aiuto materiale e il conforto della Parola: sono queste le attività svolte, ogni domenica mattina, dai Legionari di Maria di Quezon City, nelle Filippine, che fanno riferimento alla chiesa di Nostra Signora di Lourdes. Come ricorda l’Osservatore Romano, l’evangelizzazione porta a porta, come la catechesi sacramentale per grandi e piccini, la distribuzione di rosari e medagliette votive ai fedeli e la promozione di pubblicazioni cattoliche sono tra i principali compiti dei volontari, che considerano se stessi e il proprio gruppo strumenti dello Spirito Santo. La Legione di Maria è stata fondata nel 1921 da Frank Duff e oggi è un movimento diffuso in tutto il mondo, organizzato secondo il modello delle legioni romane: ogni gruppo che fa riferimento a una parrocchia o a un santuario è detto praesidium; mentre più praesidia formano una curia. Il quartier generale dell’organizzazione, che si trova in Irlanda, a Dublino, è chiamato invece concilium. Il suo comandante è la Vergine stessa, che desidera vedere i propri figli riuniti intorno a Gesù. Gli aderenti alla Legione sono cattolici laici, che vivono una normale vita quotidiana e s’impegnano per comunicare la Buona Novella. (R.B.)
Iniziative della ONG “Children Care Cameroun” in Camerun
◊ In Camerun, biscotti e pane servono a sfamare i bambini e a costruire la solidarietà: accade a Nkongsamba, nella missione di padre Antonio Panteghini, religioso Dehoniano da 16 anni in Camerun, che è anche presidente della Organizzazione non governativa “Children Care Cameroun”, nata nel 2006 per riunire le diverse iniziative umanitarie e di sviluppo dei Missionari dehoniani. Le iniziative della ONG consistono nella costruzione di pozzi, in aiuti sanitari e rifornimenti alimentari. Nell’ambito nutrizionale è stata creata una piccola biscotteria che presto diventerà anche panificio. Qui, vengono prodotti i biscotti “Children”, particolarmente utili per combattere la malnutrizione dei bambini, distribuiti a orfanotrofi, asili o scuole della zona. Grazie al sostegno di alcuni benefattori, inizierà anche la produzione del pane. La ONG “Children Care Cameroun” si occupa di molti progetti per lo sviluppo umano-sociale e spirituale della popolazione camerunese, con particolare attenzione ai bambini. Tra i macro-progetti, vi è la costruzione di edifici e strutture di natura agro-industriale quali panifici, biscotterie, pescicoltura, magazzini per lo stoccaggio e la lavorazione di prodotti agricoli. “L'obiettivo - spiega padre Panteghini all’agenzia SIR - è quello di creare le basi di un auto-sviluppo. I macro-progetti vogliono dare ai giovani la possibilità di un riscatto dalla povertà. Bisogna cercare di risollevare la stentata economia e creare nuovi posti di lavoro”. Tutte le informazioni sulla ONG sono reperibili nel sito ufficiale www.children-care.org.(C.C.)
ANNO PAOLINO: aperta la Settimana biblica a Capo Rizzuto, in provincia di Crotone
◊ Inaugurata ieri sera, a Isola Capo Rizzuto, “La Settimana biblica” sul tema “Paolo: una strategia di annuncio. Identikit di una comunicazione d’impatto”. Il convegno è promosso dall’Ufficio catechistico della CEI e dal Settore apostolato biblico nell’ambito delle iniziative organizzate nell’Anno dedicato dalla Chiesa all’ “Apostolo delle Genti”. Mons. Domenico Graziani, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, ha aperto l’incontro spiegando che “una comunicazione è d’impatto quando stabilisce relazioni. La Rivelazione non trasmette dati, ma racconta storie personali”. Obiettivo della Settimana, infatti, è quello dell’ascolto della Parola di Dio da parte dell’uomo contemporaneo e dei suoi linguaggi. Saranno presenti come relatori tre biblisti e cinque esperti in comunicazione, tra i quali don Rinaldo Fabris, presidente dell’Associazione biblica italiana, don Pasquale Giordano e don Giacomo Perego della Società San Paolo; Carlo de Blasio, caporedattore di RaiNews24, e Leticia Soberón del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. (C.C.)
GMG 2008: 165 concerti per i giovani in tutti i generi musicali
◊ Heavy metal, rock, reggae, gospel e canto gregoriano: questi i generi musicali che saranno proposti a Sydney nell’ambito di ben 165 concerti tenuti da celebrità australiane e band cristiane: da gruppi musicali eclettici capaci di coniugare acid jazz e gregoriano come i Resonaxis, fino a gruppi cattolici rock ed heavy metal, come quello italiano dei Metatrone, che suona heavy metal. Le sonorità celtiche fuse a quelle gitane sono la caratteristica degli Scythian, mentre musica impegnata per promuovere i diritti umani e la giustizia sarà suonata dai Diesel, rock band cristiana. Il programma prevede anche le esibizioni di gruppi caraibici e indiani da USA, Africa e Tonga, di un coro di 80 elementi. Sede dei concerti saranno i luoghi più caratteristici di Sydney e dei suoi sobborghi: “Saranno concerti tenuti da noti artisti cristiani - ha affermato padre Mark Podesta, portavoce della GMG - la musica e il canto sono strumenti per esprimere la nostra fede insieme alla liturgia. La grande varietà dei generi musicali è per venire incontro ai gusti musicali di tutti”. Il programma completo dei concerti è consultabile sul sito ufficiale della GMG 2008: www.wyd2008.org/youthfestival. (C.C.)
A Campobasso, un nuovo laboratorio culturale per seminaristi proposto dall’IRC
◊ Il Servizio nazionale per insegnamento della religione cattolica (IRC) della CEI propone un “laboratorio culturale” sull’IRC ai seminaristi del quinto anno del corso istituzionale (7-10 luglio: L’IRC una risorsa educativa). Il corso avrà inizio questo pomeriggio, a Campobasso, capoluogo del Molise, ed è la prima volta che il servizio si rivolge ai seminaristi perché - come spiega il responsabile, don Vincenzo Annicchiarico all’agenzia SIR - “molti di loro, nell’esercizio del ministero potrebbero, anche nell’immediato, essere impegnati in questo insegnamento, o chiamati a condividere con l’Ordinario diocesano la responsabilità della sua gestione. Una riflessione sull’IRC che li coinvolga in questa fase della formazione può gettare le basi per un loro più efficace coinvolgimento nel mondo della scuola”. “In concreto proponiamo ai seminaristi - spiega don Annicchiarico - un panorama complessivo delle problematiche che contraddistinguono oggi l’IRC e più in generale il mondo scolastico. Con modalità seminariale, poi, affrontiamo alcune questioni legate alla didattica e alla professione docente”. Nella giornata di apertura del “laboratorio culturale” sull’IRC, proposto ai seminaristi, il quadro generale sull’insegnamento della religione in Italia è affidato al prof. Sergio Cicatelli, dirigente scolastico attualmente in servizio al Ministero dell’istruzione. Fino al 10 luglio, i seminaristi potranno confrontarsi con diversi modelli didattici proposti per l’IRC con la pedagogista prof. Rita Minello, misurarsi in attività di progettazione, guidati da un’équipe di formatori e affrontare temi specifici come le competenze degli uffici diocesani nella gestione dell’IRC (mons. Giancarlo Brianti, responsabile regionale del Friuli Venezia Giulia) e la cura della dimensione professionale e spirituale degli insegnanti (mons. Giosuè Tosoni, Rettore del seminario maggiore di Pordenone). Siamo convinti - prosegue don Annicchiarico - che il laboratorio possa offrire un contributo alla formazione complessiva dei seminaristi e proporsi come una risorsa per una migliore comprensione della scuola e dei suoi meccanismi, a vantaggio della comunità cristiana e della scuola stessa”. E’, dunque, una proposta di prospettiva quella che si avvia a Campobasso, in vista di una sempre più efficace e condivisa responsabilità educativa della comunità cristiana nella scuola. (C.C.)
Università Cattolica di Milano: orientamento e informazioni sulle Facoltà per aspiranti matricole
◊ Appuntamento a Milano dall’8 al 10 luglio per gli “Open day, open mind”, giornate nelle quali alcuni laureati dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano illustreranno alle future matricole le varie Facoltà dell’ateneo e cercheranno di indirizzarli nella scelta della facoltà. Una direttrice di tv commerciale, un commissario Consob, l’allenatore di una squadra giovanile di calcio, un broker di borsa, una marketing director: sono questi i laureati “in carriere” che presiederanno gli incontri con i giovani studenti. I ragazzi interessati potranno trovare all’università i desk con informazioni varie sulla vita universitaria, partecipare a “visite guidate”, incontrare psicologi per colloqui individuali di orientamento. Nella sezione “offertaformativa” del sito ufficiale dell’ateneo www.unicatt.it si potranno trovare tutte le informazioni necessarie. Le tre giornate dell’ “Open day” saranno divise in base alle facoltà trattate: martedì 8 luglio facoltà di lettere e filosofia, scienze politiche e scienze linguistiche; mercoledì 9 luglio, economia, scienze bancarie e giurisprudenza; giovedì 10 luglio, psicologia, sociologia e scienze della formazione. (C.C.)
Il Meeting internazionale di San Rossore in Toscana, a 70 anni dalle leggi razziali: "Capire le differenze, valorizzare le diversità"
◊ A 70 anni dalla firma delle leggi razziali, la Regione Toscana ha organizzato il 10 e 11 luglio l’edizione 2008 del Meeting Internazionale di San Rossore. Obiettivo dell’incontro: la convivenza fra le diverse razze nella totale tolleranza reciproca. Tema centrale del convegno proprio quello dell’intolleranza fra i popoli: “Contro ogni razzismo. Capire le differenze, valorizzare le diversità”. Nella tenuta di San Rossore, a Pisa, esattamente 70 anni fa, fu scritta infatti una delle pagine più nere della storia italiana del Novecento, con la firma dei provvedimenti razziali che cancellarono i diritti dei cittadini ebrei. “Il 70.mo anniversario di quella vergogna nazionale sarà l’occasione per ribaltare la storia: a San Rossore, dove quelle leggi furono firmate, quelle stesse leggi verranno strappate e sepolte per sempre”, spiegano all’agenzia SIR i promotori che intendono lanciare a fine Meeting “proposte concrete per capire quanto dobbiamo e possiamo ancora fare perché quello che è avvenuto sotto il fascismo, ma poi anche in Sudafrica, in Ruanda, in Cecenia e altrove, non si ripeta più”. Tra i numerosi relatori, anche Yolanda Pulecio, madre di Ingrid Betancourt. Dopo la notizia della liberazione, è stata invitata la stessa Betancourt, che però non ha ancora confermato la sua presenza. (C.C.)
Telepace consacra una nuova chiesa in occasione del suo trentesimo anno d’attività
◊ Telepace ha celebrato il suo trentesimo anniversario di attività con la consacrazione di una nuova chiesa dedicata a Maria Stella dell’Evangelizzazione a Cerna, un paese tra le colline a circa venti km. da Verona, che vide l’esordio della emittente televisiva nel 1979. La consacrazione, avvenuta sabato 5 luglio, è stata presieduta da mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona. Tra gli invitati d’onore, anche il rettore maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez, don Pierluigi Zuffetti e una rappresentanza degli operatori di Missioni Don Bosco-Media Centre di Torino, che da alcuni anni collabora strettamente con Telepace. La chiesa sorge in un’area donata da una benefattrice e intitolata a Giovanni Paolo II. Tutto è partito dall’idea di alcuni ragazzi, che si recavano in questa zona per i campiscuola diocesani, di trasmettere anche agli altri le cose belle che stavano scoprendo. Nasce una piccola emittente radiofonica, che nel 1977 diventa “Radiopace”, che trasmetteva in diretta alcuni eventi importanti per la diocesi. Pian piano si passa alla televisione, che nel 1979 diventa “Telepace”. Nel 1985, a Telepace viene concesso il privilegio di far parte del seguito papale nei viaggi internazionali di Giovanni Paolo II. Nel 1990 viene aperta, per espresso desiderio dello stesso Pontefice, la sede di Telepace a Roma. L’udienza del mercoledì, l’Angelus, il Rosario, le celebrazioni di Giovanni Paolo II possono così arrivare in ogni casa, accanto ad altri programmi di carattere culturale, spirituale, artistico. Nel 1996 Telepace, che nel frattempo si è allargata con le sedi di Trento, Agrigento e Lodi, inizia a trasmettere anche via satellite in digitale (Hot Bird II), raggiungendo l’Europa, il nord Africa e il Medioriente. Telepace, che è voce di chi non ha voce, vive di carità per la carità. I capisaldi dell’emittente restano il desiderio e l’impegno di diffondere e portare in ogni casa il messaggio del Papa e della Chiesa, di annunciare Cristo ad ogni uomo, soprattutto ai più soli e lontani, e la fiducia nella Provvidenza, per cui tale servizio esclude qualsiasi introito pubblicitario e si fa portavoce di numerosi casi di necessità sociale. Tra le reliquie dei Santi che mons. Zenti ha posto nell’altare della chiesa, ci sono quella di Don Bosco, in segno della stretta collaborazione con “Missioni don Bosco”, e quella di San Domenico Savio al quale è dedicata, insieme a santa Maria Goretti, “Casa Gioiosa”, sede storica della emittente televisiva. La consacrazione della chiesa è stata trasmessa in diretta satellitare su Telepace alle 17.50 (GMT+1) e in streaming su [www.missionidonbosco.tv]. (A.M.)
Autobomba fa strage davanti all’ambasciata indiana a Kabul. Colpita anche la sede diplomatica indonesiana
◊ Quarantuno persone sono morte e più di un centinaio sono rimaste ferite in Afghanistan quando un kamikaze ha fatto esplodere oggi un'autobomba davanti all'ambasciata indiana, in pieno centro della capitale Kabul. Colpita anche la sede diplomatica indonesiana che si trova lì accanto. Cinque poliziotti afghani di guardia all'ambasciata sono morti e due diplomatici sono rimasti feriti. Il servizio di Fausta Speranza:
Secondo Nuova Delhi, tra i morti figurano l'addetto militare, un generale, un diplomatico e due guardie di sicurezza, tutti indiani. L'edificio dell'ambasciata è stato seriamente danneggiato e almeno quattro vetture sono state distrutte dalla potente esplosione. L'India è considerata una fedele alleata del governo afghano. L'attentato ha provocato le dure reazioni della Casa Bianca e della Commissione UE, che ha ribadito che gli attacchi terroristici non sono mai il mezzo per ottenere qualcosa. È il bilancio più pesante per un attentato nella capitale afghana da quando è cominciata l'insurrezione dei taleban contro il governo Karzai. All'organizzazione dell'attentato, secondo il Ministero dell'interno afghano, hanno collaborato Servizi segreti della regione. È un’implicita accusa ai Servizi segreti pakistani, o almeno ad alcuni settori dell'intelligence di Islamabad, che il governo Karzai considera da tempo fiancheggiatori dei taleban. E sempre oggi un soldato canadese della Nato è stato ucciso da una bomba esplosa al passaggio della sua pattuglia nel sud dell'Afghanistan. La vittima era un membro del personale medico dell'esercito.
Sull’acuirsi delle violenze, Giada Aquilino ha intervistato Francesca Marino, esperta di geopolitica della rivista Limes:
D. - Questo succede ogni volta che il governo pakistano si accorda in qualche modo con i gruppi integralisti islamici che operano ai confini tra Pakistan e Afghanistan. È successo quando si è accordato il presidente Musharraf e sta succedendo ora che il governo di Yousuf Raza Gilani ha raggiunto la medesima intesa.
D. - In particolare, per l’Afghanistan qual è la situazione?
R. - Un mese fa, c’è stato l’ennesimo rapporto di un’organizzazione legata alla Casa Bianca che evidenziava il legame strettissimo tra i servizi segreti pakistani e i taleban. È stato notato che, quando si “allenta” il controllo sugli integralisti pakistani, la guerra in Afghanistan ha una recrudescenza. In questo caso, poi, è stata colpita un’ambasciata dell’India: nei mesi scorsi, un alto ufficiale pakistano parlando alle truppe aveva sottolineato di non aver dimenticato la lotta in Kashmir; inoltre ai pakistani non piace affatto un’India forte in Afghanistan.
D. - Da due anni a questa parte, i taleban e i gruppi estremisti legati ad Al Qaeda sembrano essersi riorganizzati. A cosa puntano in particolare?
R. – I taleban, riorganizzatisi con altri gruppi integralisti, hanno ormai sia lo scopo di combattere le truppe NATO in Afghanistan, sia l’obiettivo di contrastare il governo di Islamabad all’interno del Pakistan.
Pakistan - aumenta il numero delle vittime per l’attentato di ieri
È salito a 20, tra i quali 15 poliziotti, il bilancio delle vittime dell'attentato kamikaze di ieri sera ad Islamabad, al termine della manifestazione commemorativa dei “martiri” della Moschea Rrossa. Oltre 40 i feriti, tra i quali alcuni in maniera grave, per cui si teme che il bilancio delle vittime possa aggravarsi. Secondo gli investigatori, l’attentatore era un giovane di 15-16 anni vestito alla maniera di Peshawar, la città nel nordovest del Paese, dove l'esercito pakistano è impegnato da mesi in operazioni contro i talebani e gli infiltrati di Al Qaeda, che vogliono instaurare nell'area la sharia, la legge islamica.
Iraq - kamikaze donna uccide 9 persone tra cui donne e bambini
Almeno nove persone, tra cui diverse donne e bambini, sono morte e 12 altre sono rimaste ferite questa mattina nella città irachena di Baquba quando un’attentatrice suicida si è fatta saltare in aria in un mercato popolare. Lo ha riferito una fonte di polizia della provincia di Diyala, di cui Baquba è il capoluogo, precisando solo che l'attentato è stato messo a segno nel centrale quartiere di al Mafraq. Negli ultimi sei mesi, sono almeno 16 le donne kamikaze, alcune non irachene, che si sono fatte esplodere nella provincia di Diyala. L'ultimo attentato di questo tipo risale al 22 giugno, quando un'attentatrice suicida ha fatto esplodere la carica che aveva indosso provocando la morte di 15 persone ed il ferimento di altre 35, ancora una volta nel centro di Baquba, 66 chilometri a nord di Baghdad.
Nucleare
Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha affermato oggi che è “illegale” la richiesta delle grandi potenze a Teheran di sospendere l'arricchimento dell'uranio per riavviare negoziati. “Si tratta di uno scenario già visto”, ha anche affermato Ahmadinejad, citato dall'agenzia ufficiale iraniana Irna. Intanto, il capo della diplomazia della UE, Javier Solana, ha detto alla stampa a Parigi che spera di incontrare di nuovo “prima della fine del mese” il negoziatore iraniano, Said Jalili, per dirgli che le grandi potenze “stanno discutendo” la risposta di Teheran all'offerta di cooperazione sul nucleare. La risposta iraniana all'offerta non suscita “grandi speranze”, ha detto a sua volta ai giornalisti il ministro francese degli Esteri, Bernard Kouchner, prima dell'inizio di una riunione tra la Unione Europea e la NATO, precisando però di non averla letta direttamente. L'Iran ha consegnato venerdì all'alto rappresentante diplomatico della Ue, Solana, la risposta ufficiale - non resa pubblica - a una proposta di negoziati da parte delle grandi potenze riunite nel gruppo '5+1', relativa alla sospensione delle sue attività nucleari più sensibili.
Immigrazione e Unione Europea
La Spagna è “soddisfatta” delle modifiche che è riuscita ad apportare al testo per un patto europeo sull'immigrazione che la Francia presenta oggi e domani ai ministri degli Interni e della Giustizia della UE, riuniti a Cannes, sulla Costa Azzurra della Francia. Nel corso di negoziati che hanno preceduto l'appuntamento odierno, la Spagna è riuscita a modificare alcune parti della proposta francese, in particolare il “contratto di integrazione” e il divieto di procedere a regolarizzazioni di massa. La proposta che arriva oggi sul tavolo dei ministri sembra dunque depotenziata rispetto alla prima versione voluta dal presidente francese, Sarkozy. Da parte sua, il commissario UEe alla giustizia, Jacques Barrot, al suo arrivo a Cannes ha sottolineato che è importante che la politica di immigrazione comune dell'Unione coinvolga i Paesi terzi di provenienza e quelli di transito, aggiungendo che l’UE vuole mandare un segnale forte a chi sfrutta queste persone”. Intanto, la cronaca racconta di quattordici immigrati clandestini dispersi in mare, dopo il naufragio della loro imbarcazione al largo di Motril, nei pressi della Costa del Sol, nella Spagna sudoccidentale. L'imbarcazione che trasportava gli immigrati, di origine nigeriana, si è rovesciata attorno alle 5.30, quando una nave di soccorso spagnola, arrivata sul posto, era intervenuta mettendo in salvo 23 clandestini. Testimoni sostengono che prima del naufragio gli immigrati sulla barca erano 37. Da qui, la cifra di 14 dispersi.
Zimbabwe
Il presidente americano, George W. Bush, ha detto oggi in Giappone di essere rimasto “estremamente deluso” dalla elezione “truccata” in Zimbabwe. Bush ha parlato ai media durante un incontro al summit G8 con i rappresentati dei Paesi africani.
Serbia
Il parlamento serbo si è riunito in una seduta straordinaria che dovrebbe finire con il voto di fiducia al nuovo governo. La seduta è stata convocata dopo l'accordo raggiunto una settimana fa per la formazione di una coalizione di governo tra il partito socialista serbo (SPS), del defunto presidente, Slobodan Milosevic, e il blocco europeista guidato dal Partito democratico (DS) del presidente Boris Tadic, a quasi due mesi dalle elezioni politiche dell'11 maggio scorso. Nell'intervento dell'ex ministro delle Finanze, Mirko Cvetkovic, incaricato qualche giorno fa ufficialmente dal presidente Tadic per la guida del governo, il premier illustrerà il programma della compagine entrante: incentrato sulle riforme necessarie ad avvicinare la Serbia all'integrazione europea, ma anche sulla conferma del rigido rifiuto dell'indipendenza unilateralmente proclamata del Kosovo, sullo sviluppo dell'economia e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Nel voto di fiducia non sono previste sorprese: il governo di centrosinistra in via di costituzione può contare infatti sul sostegno di almeno 129 deputati su 250, grazie all'accordo tra socialisti e filoeuropei. Accordo cementato anche da una suddivisione degli incarichi: 11 dicasteri al DS, 6 al G-17, 4 allo Sps, 1 Spo, 2 rappresentanti dei bosniaci del Sangiaccato e 2 che non appartengono ai partiti. Dal partito Ds, secondo la stampa belgradese, ai loro posti rimarranno il ministro degli Esteri, Vuk Jeremic, e della Difesa, Dragan Sutanovac, mentre vice primo ministro e ministro degli Interni sarà il capo del Partito socialista, Ivica Dacic.
Austria
Alla luce della latente crisi di governo che da settimane serpeggia nella grande coalizione in Austria fra socialdemocratici (SPOE) e popolari (OEVP), il vicecancelliere, Wilhelm Molterer, ha proposto oggi di andare a nuove elezioni. “Non posso permettere che la crisi della SPOE diventi una crisi dell'Austria”, ha detto Molterer, che è al contempo leader della OEVP. Il vicecancelliere ha in particolare fatto riferimento al cambio di rotta della SPOE nella politica europea (proposta di sottoporre a referendum un eventuale nuovo Trattato UE). In queste condizioni, ha detto, il governo federale non è più in grado di prendere decisioni. Parallelamente, è in corso a Vienna una riunione dei vertici SPOE per esaminare la recente decisione di dividere le cariche di cancelliere, ricoperta da Alfred Gusenbauer, e capo del partito, ricoperta ora dal ministro delle Infrastrutture, Werner Faymann. Decisione che non incontra molto favore nel partito. Come possibile appuntamento per le elezioni anticipate si ipotizza ottobre o novembre. Le ultime politiche erano state nemmeno due anni fa, a ottobre 2006, quando la Oevp dell'ex cancelliere Wolfgang Schuessel fu sconfitta dalla SPOE.
Georgia-Abkhazia
Come preannunciato stamani, il presidente della regione georgiana separatista, Serghei Bagapsh, ha deciso di porre fine ad ogni contatto con Tbilisi in seguito ad una serie di attacchi che ha definito “terrorismo di Stato”. Bagapsh ha anche annunciato la decisione di “rinforzare il confine georgiano-abkhazo”. Il “ministro degli Esterì dell'Abkhazia ha infine invitato il G8, il consiglio di sicurezza dell'ONU e l'OSCE, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, a prevenire la minaccia terroristica proveniente dalla Georgia. Intanto, è salito da due a quattro il numero delle vittime dell'esplosione verificatasi ieri sera in un caffè nella regione di Gali in Abkhazia, regione separatista georgiana che ora minaccia di congelare tutti i contatti con Tbilisi dopo aver chiuso i confini amministrativi martedì scorso. I feriti sono sei.
Corea del Sud
Mini-rimpasto di governo in Corea del Sud. Il presidente, Lee Myung-Bak, ha sostituito i tre ministri che hanno ricoperto ruoli di spicco nella tumultuosa vicenda delle importazioni di carne bovina americana, nel tentativo di riguadagnare consensi dopo settimane di proteste e imponenti manifestazioni di piazza. A perdere il posto sono stati i titolari di Agricoltura, Sanità e Istruzione tra gli esponenti dell'esecutivo finiti nell'occhio del ciclone quali artefici del primo accordo, estremamente impopolare, siglato in aprile per decretare la fine del bando del 2003 alla carne bovina USA. Sulla scia delle diffuse manifestazioni di protesta, il mese scorso tutto il governo aveva presentato le dimissioni: Lee ha deciso tuttavia di effettuare un piccolo rimpasto sostituendo solo i ministri più invisi all'opinione pubblica: una mossa atta a garantire continuità operativa e al tempo stesso dimostrare agli elettori un sostanziale cambiamento di rotta nelle politiche dell'esecutivo. Contro ogni previsione, il presidente ha lasciato al loro posto sia il primo ministro, Han Seung-soo, che il titolare delle Finanze, Kang Man-soo, entrambi fortemente criticati nelle ultime settimane. I nuovi ministri scelti da Lee sono Jang Tae-pyoung (Agricoltura), Ahn Byong-man (Istruzione) e la signora Jeon Jae-hee (Sanità). Nelle scorse settimane, in seguito al via libera ufficiale del Ministero dell'agricoltura per riprendere l'import di carne USA, si sono riversate nelle strade di Seul decine di migliaia di persone che hanno manifestato contro la decisione del governo, in quella che è stata definita dai media locali la più grande protesta popolare degli ultimi 30 anni. Le manifestazioni di protesta dei consumatori hanno costretto Lee (la cui popolarità è crollata in tre mesi sotto il 20%) prima a scusarsi in televisione, per non aver ascoltato le “motivate proteste dei cittadini”, e poi a fare marcia indietro sull'accordo con Washington, strappando un nuova clausola che limita l'import alla carne di animali sotto i 30 mesi di vita. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 189
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