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Sommario del 06/07/2008
All’Angelus a Castel Gandolfo l’invito del Papa a tutta la Chiesa a sentirsi partecipe della prossima Giornata mondiale della Gioventù a Sydney. Il Santo Padre ha anche lanciato un appello alla solidarietà in vista del G8 di domani in Giappone
◊ Il viaggio apostolico in programma dal 12 al 21 luglio in Australia e il vertice del G8 domani in Giappone sono stati i temi toccati da Benedetto XVI durante l’Angelus nel cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Il Papa ha affidato il viaggio in Australia e l’incontro dei giovani a Sydney alla materna protezione della Vergine Maria. Benedetto XVI ha anche rivolto una invocazione alla Madonna “affinché il periodo estivo possa offrire a tutti l'occasione di un tempo di riposo e di ricarica fisica e spirituale”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il pensiero del Papa all’Angelus è andato al viaggio apostolico a Sydney, in Australia, dal 12 al 21 luglio prossimi, in occasione della Giornata mondiale della gioventù. La “Croce dei giovani” – ha detto il Santo Padre – a Sydney ancora una volta sarà “testimone silenziosa del patto di alleanza tra il Signore Gesù Cristo e le nuove generazioni”. Il 15 luglio è prevista la festa di accoglienza dei giovani, sabato 19 la grande veglia e domenica 20 la celebrazione eucaristica, momento culminante e conclusivo dell’evento.
“Invito tutta la Chiesa a sentirsi partecipe di questa nuova tappa del grande pellegrinaggio giovanile attraverso il mondo, iniziato nel 1985 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II. La prossima Giornata Mondiale della Gioventù si preannuncia come una rinnovata Pentecoste: in effetti, già da un anno le comunità cristiane si preparano seguendo la traccia che ho indicato nel Messaggio sul tema Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.
E’ la promessa – ha aggiunto il Papa – che Gesù fece ai suoi discepoli dopo la risurrezione e che rimane sempre valida e attuale nella Chiesa: “lo Spirito Santo, atteso e accolto nella preghiera, infonde nei credenti la capacità di essere testimoni di Gesù e del suo Vangelo”.
“Soffiando nella vela della Chiesa, lo Spirito divino la spinge a ‘prendere il largo’ sempre di nuovo, di generazione in generazione, per recare a tutti la buona notizia dell’amore di Dio, pienamente rivelato in Cristo Gesù, morto e risorto per noi”.
Benedetto XVI ha poi ricordato che i primi gruppi di ragazzi e ragazze stanno ormai partendo dagli altri Continenti diretti in Australia:
“Sono certo che da ogni angolo della terra i cattolici si uniranno a me e ai giovani raccolti, come in un Cenacolo, a Sydney invocando intensamente lo Spirito Santo, affinché inondi i cuori di luce interiore, di amore per Dio e per i fratelli, di coraggiosa iniziativa nell’introdurre l’eterno messaggio di Gesù nella varietà delle lingue e delle culture”.
Dopo l’Angelus, il Santo Padre ha lanciato infine un accorato appello in vista del vertice del G8 che si aprirà domani in Giappone. L’auspicio del Papa è che “si realizzino gli impegni assunti nei precedenti appuntamenti del G8 e si adottino coraggiosamente tutte le misure necessarie per vincere i flagelli della povertà estrema, della fame, delle malattie, dell’analfabetismo, che colpiscono ancora tanta parte dell’umanità:
“Mi rivolgo quindi ai partecipanti all’incontro di Hokkaido – Toyako, affinché al centro delle loro deliberazioni mettano i bisogni delle popolazioni più deboli e più povere, la cui vulnerabilità è oggi accresciuta a causa delle speculazioni e delle turbolenze finanziarie e dei loro effetti perversi sui prezzi degli alimenti e dell’energia. Auspico che generosità e lungimiranza aiutino a prendere decisioni atte a rilanciare un equo processo di sviluppo integrale, a salvaguardia della dignità umana”.
Nell’Anno Paolino, da domani in Calabria una settimana biblica dedicata alla “strategia di annuncio” dell’apostolo Paolo
◊ “Paolo: una strategia di annuncio – Identikit di una comunicazione d’impatto”: è il titolo della settimana di riflessione biblica che prende il via domani a Capo Rizzuto, in Calabria. Si tratta di una delle iniziative della CEI per l’Anno Paolino, promossa dall’Ufficio catechistico nazionale e dal Settore di apostolato biblico, sotto il patrocinio dell’arcivescovo di Crotone–Santa Severina, mons. Domenico Graziani. Tra i relatori, i biblisti don Rinaldo Fabris (presidente Associazione biblica italiana), don Pasquale Giordano e don Giacomo Perego (Società San Paolo, SAB nazionale). Fausta Speranza ha intervistato l’arcivescovo di Crotone, mons. Domenico Graziani, che innanzitutto riflette sull’espressione “strategia di annuncio” della Parola di Dio:
R. – Si tratta di capire cosa si intenda per strategie. Però noi affermiamo che prima ancora di avere bisogno di strategie, c’è bisogno di una riflessione attenta su quelle che sono le dinamiche della rivelazione, cioè su quello che è l’atto stesso del comunicare, che poi è la rivelazione.
D. – “Paolo, comunicatore in ascolto”. Che cosa significa?
R. – Si può intendere in due modi. In primo luogo che Paolo, proprio perché evangelizzatore ha interesse che la notizia che lui offre, di cui lui si pone al servizio, possa passare. Perchè scatti una sintonia tra il comunicatore e l’interlocutore è necessario che ci sia un rapporto di mutua conoscenza, che consenta all’uno e all’altro di prendersi sul serio. La seconda cosa che si intende è che in fondo in colui che comunica il messaggio – qui entriamo nel pieno del pensiero paolino – questa comunicazione non si sovrappone. Non si pone in contrasto con altri tipi di comunicazione; questa comunicazione presuppone una disponibilità all’accoglienza. Diciamo che Paolo è l’annunciatore, l’evangelizzatore che si pone in ascolto a 360 gradi.
D. – Eccellenza, annunciare ascoltando, oggi significa anche tenere conto dei linguaggi dell’uomo contemporaneo; dunque, anche in ascolto dell’ambiente comunicativo che abbiamo intorno. Come avere però a che fare con la banalità che, purtroppo, campeggia nell’odierno ambiente comunicativo?
R. – Per chi come – e qui siamo in piena teologia paolina – e per chi in qualche modo - il termine non è mio, ma lo faccio mio, perché ormai è di uso comune – riesce a vedere la firma cristologica nel Creato, a questo punto, nel mondo non c’è niente di banale, perchè tutto ciò che è porta il segno di Dio. In Lui siamo, in Lui ci muoviamo. Lui è tutto in tutti. Se a questo punto noi abbiamo a che fare, oggettivamente e moralmente parlando, con quello che ci appare banale, la domanda seria è: Perché si è ridotto alla banalità? E l’atteggiamento che si impone non è tanto l’atteggiamento di colui che giudica la banalità, ma piuttosto l’atteggiamento di colui che non ha pace, fin quando la perla preziosa non riabbia quello splendore che aveva agli occhi e nella mente di Colui che ha creato tutto per la gloria. Per cui cambia anche l’impostazione morale. Intanto, parla delle cose del mondo, perchè nella Parola di Dio trova una teologia del mondo di segno superiore.
D. – All’incontro partecipano animatori biblici, catechisti, insegnanti, operatori della comunicazione, giovani che per definizione vivono nella società della comunicazione. Quando una comunicazione è d’impatto?
R. – Diciamo in termini generali che una comunicazione è d’impatto quando la comunicazione non è trasmissione di dati, ma quando è quasi come una forma di osmosi che non stabilisce soltanto dati, ma relazioni. Allora la rivelazione che cosa fa? La rivelazione non trasmette dati, ma racconta storie personali.
D. – In definitiva, fatti questi discorsi, ad un giovane che vive la comunicazione come una delle dimensioni principali della vita sociale di oggi, quale raccomandazione fare?
R. – Io faccio un’unica raccomandazione: apritevi ad una comunicazione autentica, libera, sincera e responsabile senza porre alcun limite; aprite le porte a Cristo il rivelatore. Ed io mi permetto di dire: apritevi ad una comunicazione sincera, autentica, senza porre alcun limite.
Una trattoria gestita da disabili per dimostrare che non esistono mondi separati: l’iniziativa della “Comunità di Sant’Egidio” nel quartiere romano di Trastevere
◊ La speranza e l’amicizia si fanno strada anche tra i fornelli di un ristorante. Lo sanno bene alla “Trattoria degli Amici”, gestita da una cooperativa promossa dalla “Comunità di Sant'Egidio” che vede fianco a fianco lavoratori disabili e volontari. La Trattoria che si trova nel cuore di Roma, nel quartiere Trastevere, si distingue non solo per le specialità culinarie, ma anche per il clima di cordialità che si respira nel locale. Intervistato da Alessandro Gisotti, il responsabile della “Trattoria degli Amici”, Giuseppe Di Pompeo, ricorda i primi passi di questa originale iniziativa:
R. – Ormai erano anni che eravamo amici di alcune persone disabili che ogni anno, dopo aver fatto due, tre, quattro, anche sei anni di tirocinio, in realtà non riuscivano a trovare un inserimento lavorativo. Insomma, un problema serio, soprattutto per chi, finita la scuola dell’obbligo, ormai non aveva più niente da fare e seguiva questi tirocini. Tirocini che spesso, però, non avevano alcuna finalità. Allora, per rispondere proprio al problema di alcuni di questi nostri amici, abbiamo pensato di metterci in proprio e di aprire una vera e propria trattoria. All’inizio, chiaramente, era una cosa molto piccola. Abbiamo visto subito che i disabili, che in questo locale avevano incominciato a lavorare, erano praticamente “guariti”, cambiati totalmente. Il lavoro è veramente importante! Ha ridato dignità, ha ridato speranza, ha quasi guarito alcune malattie!
D. – La trattoria dimostra che non c’è un mondo diviso in due ...
R. – Esatto! Anzi, addirittura certe volte la disabilità è vista – almeno da noi – come un vantaggio, cioè è vista dalla parte positiva. Fare le cose insieme è già una cosa importante, ma è ancora più importante fare le cose insieme con qualcuno che ha una particolarità, cioè la particolarità che è specifica dell’handicap ... Mi spiego: ci sono persone che si ricordano i nomi di tutti. Si ricordano i nomi dei clienti, si ricordano dei gusti dei clienti ... Questo non è “normale”. Però è anche la cosa bella di una trattoria: c’è anche un vantaggio! C’è una serie di cose: la gentilezza, il sorriso che di per sé, purtroppo, non sono sempre spontanee. E qui, quelle punte di diversità fanno proprio la differenza.
D. – E’ anche un’iniziativa imprenditoriale ben riuscita ...
R. – Sì! Dimostra che in realtà, quando si fanno lavorare dei disabili, si possono far lavorare bene e avere, da un punto di vista gestionale, degli ottimi risultati. Siamo stati “ristorante dell’anno” nel 2002. Tutte le guide più importanti riconoscono il nostro ristorante, ne parlano molto bene ... Ci possiamo permettere, adesso, di assumere altre cinque persone; questa è una cosa molto bella!
D. – E che posto ha la fede in questa “Trattoria degli amici”?
R. – Io penso che la fede sia un po’ il cemento che lega tutta la nostra esperienza, innanzitutto perché è un’esperienza che nasce dalla Comunità di Sant’Egidio. La fede poi penso che sia anche comunicare delle buone notizie, che non sono notizie di sfruttamento ma notizie belle: i disabili possono lavorare insieme con gli altri ed è possibile un mondo integrato. La diversità è un valore, la “Trattoria degli amici” in qualche modo lo racchiude: racchiude una diversità piena di speranza!
A San Severo, in Puglia, il primo Seminario estivo sulla spiritualità di San Pio da Pietrelcina
◊ Cosa caratterizza la spiritualità di San Pio da Pietrelcina? A quali prospettive pastorali apre? A queste e ad altre domande vuole rispondere il primo Seminario estivo sulla spiritualità di padre Pio che si svolge dal 14 al 19 luglio prossimi a San Severo, in Puglia. L’incontro propone lezioni, dibattiti e consultazione di testi e documenti. Ma come inquadrare la spiritualità del frate di Pietrelcina? Tiziana Campisi lo ha chiesto a padre Luciano Lotti, frate minore cappuccino direttore della rivista scientifica “Studi su Padre Pio”, che ha avuto l’idea di organizzare il Seminario:
R. - La sua spiritualità risente senz’altro di tutte quelle figure, di quei modi di preghiera che vengono dalla spiritualità preconciliare. Una spiritualità che si basa sugli elementi fondamentali che sono l’Eucaristia, la devozione alla Madonna, lo spirito di penitenza, l’attaccamento alle virtù, in modo particolare, la scelta di fede. Però è gia una spiritualità molto aperta al Concilio Vaticano perchè padre Pio era un uomo che conosceva benissimo la Sacra Scrittura. Soprattutto, riteneva che la Sacra Scrittura dovesse essere l’elemento fondante di qualsiasi percorso spirituale. Chi voleva essere suo figlio spirituale doveva per forza leggere la Sacra Scrittura, altrimenti lui non accettava la direzione spirituale. Nello stesso tempo c’è proprio questa idea dell’Eucaristia, non vissuta solo come momento individuale, devozionale, ma come momento in cui lui incontrava i figli spirituali; cioè veramente viveva l’Eucaristia come esperienza di vita ecclesiale.
D. - Quali sono invece i tratti più singolari della spiritualità di Padre Pio, quelli più personali?
R. - Sono soprattutto da legarsi a questa radicalità, che senz’altro è una radicalità dei santi. Però in padre Pio arriva alle estreme conseguenze e quindi il Vangelo sino alla fine; nella proposta evangelica era chiaro, non burbero ma molto duro, molto esigente, in chi voleva seguirlo. Ci sono dei tratti carismatici che vengono proprio dal fatto che padre Pio avesse le stimmate, che non sono importanti solo come evento straordinario. Danno un diverso valore al corpo. Nel ventesimo secolo, secolo in cui il corpo dell’uomo viene disprezzato se è brutto e viene esaltato se è bello, Padre Pio prende un corpo oggettivamente brutto pieno di ferite, di piaghe. E’ una persona malata e quel corpo diventa motivo di attrazione per la gente, diventa bello. Padre Pio ci spiega come il dolore offerto per amore, vissuto per amore diventa invece un momento di attrazione, momento di interesse per cui ci parla della bellezza del corpo. Non di una bellezza transitoria ma della bellezza di un corpo abitato da Dio.
D. - Su padre Pio molto è stato detto, tanto è stato scritto e continuano a farsi degli studi. Cosa conosciamo ancora di nuovo di Padre Pio?
R. – Alcuni recenti libri polemici hanno proposto di approfondire meglio e di spiegare meglio molti motivi della storiografia legata a padre Pio, c’è il mondo di padre Pio bambino che è poco conosciuto, le vicende riguardanti i frati che sono vissuti intorno a padre Pio e, soprattutto, gli aspetti pedagogici della sua spiritualità che vanno tutti quanti approfonditi. E' in questa direzione che si stanno muovendo oggi gli studi.
Lo sport ideale è quello capace di trasformarsi in una grande esperienza di educazione alla vita. Così Massimo Achini, neopresidente del Centro sportivo italiano
◊ Guardare allo sport come ad uno strumento imprescindibile nel cammino educativo dei giovani. Il Centro sportivo italiano (CSI) conferma la sua vocazione a promuovere l’attività agonistica come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, per i giovani e per tutti, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo e della storia. Questo l’obiettivo di Massimo Achini, neopresidente del CSI. 42 anni, già alla guida del Comitato di Milano, Achini prende il posto di Edio Costantini, che passa alla presidenza della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport. Ma quale deve essere oggi l’ideale di sport da perseguire? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al neopresidente Achini:
R. - L’ideale di sport è quello di uno sport semplice, sano, popolare, capace di trasformarsi in una grande esperienza di educazione alla vita. Servono, oggi più che mai, modalità concrete, non solo belle parole, per offrire ai ragazzi e ai giovani, esperienze concrete di educazione alla vita. Lo sport può fare tantissimo in questa direzione. Può fare moltissimo se proposto, realizzato e vissuto nel modo giusto, nel modo corretto e non con le esasperazioni che, troppo spesso, accompagnano invece il fenomeno soprattutto dello sport professionistico.
D. – Presidente Achini, su questi temi, c’è un dibattito aperto con le istituzioni?
R. – Il dibattito è sicuramente aperto. Io dico spesso che dobbiamo insieme aprire gli occhi alle istituzioni per fargli vedere un grandissimo tesoro che esiste in questo Paese. Sono quelle centinaia di magliaia di volontari, di allenatori, di dirigenti, di arbitri, di persone che appunto, da volontari, sottraggono tanto tempo alle loro famiglie per spenderlo sui campetti di periferia, nei palazzetti, nei campi spesso 'spelacchiati'. Questo è un patrimonio immenso che questo Paese ha. E’ una ricchezza che tutta Europa 'ci invidia' e che troppo spesso le istituzioni tendono a sottovalutare e a non vedere. In altre parole, dobbiamo aiutare le istituzioni a comprendere e a riconoscere il ruolo sociale dello sport.
D. – In che modo è possibile ricucire quell’eterna dicotomia tra lo sport di base, lo sport amatoriale, e lo sport di vertice, lo sport delle grandi platee?
R. – Credo che serva oggi una grande alleanza tra questi due mondi. Il mondo dei campioni ha tanto da dare al mondo dei ragazzi; basti pensare che, ci piaccia o meno, i campioni sono spessissimo presi come modello di riferimento dai giovani. Ma anche il mondo dei giovani, dei ragazzi, dello sport amatoriale, ha tantissimo da dare, per esempio in umanità, al mondo dello sport professionistico. Per questo credo fortemente in una alleanza tra questi due mondi. Abbiamo realizzato sul territorio esperienze molto significative: penso, per esempio, a Milano - la città da cui provengo - dove con Milan ed Inter abbiamo sottoscritto dei protocolli di intesa molto interessanti in favore dello sport in oratorio. Io credo che sia proprio questo, lo sport in oratorio, il punto di partenza per far riavvicinare, in senso assolutamente costruttivo, il mondo dello sport di base con il mondo dello sport di vertice.
D. – Una eredità che ancora oggi il CSI porta con sé è il Giubileo degli sportivi, vissuto nell’anno 2000 con Giovanni Paolo II. Come vivete quegli insegnamenti?
R. – Con tantissimo entusiasmo. E’ un entusiasmo inesauribile anche se il tempo passa e ci allontaniamo un po’ da quell’appuntamento. Quell’entusiasmo, quelle batterie cariche che ci hanno regalato alcuni momenti particolari, come appunto il giubileo degli sportivi o come una serie di indicazioni del Santo Padre, non si scaricano dentro di noi. Il Centro sportivo italiano è nato all’interno della Chiesa italiana e oggi, più che mai, tende a voler confermare, ribadire, questa sua volontà di essere un piccolo ma significativo strumento al servizio della Chiesa italiana. E proprio da alcuni momenti forti, belli, significativi, come le indicazioni del Santo Padre in termini di educazione, in termini di sport, ricaviamo quella forza per poi, ogni giorno, con passione - nonostante le mille difficoltà e le tante contraddizioni - stare dalla parte dei ragazzi. Per stare insieme con i ragazzi, per trasformare lo sport in strumento di educazione alla vita.
Padova celebra i 250 anni dell’elezione al soglio pontificio di Papa Clemente XIII
◊ Due mesi di festeggiamenti a Padova in onore di Papa Clemente XIII. A 250 anni di distanza dalla sua elezione al soglio pontificio sono previste molteplici iniziative per ricordarne l’impegno pastorale. La regione Veneto, su proposta della Diocesi di Padova, ha predisposto a partire da oggi un calendario di celebrazioni. Il servizio di Monia Mandracchia:
(musica)
Concerti, sontuosi apparati celebrativi, macchine pirotecniche e chiese addobbate con lampioni e palloncini colorati: Padova festeggia così il 250.mo anniversario dell’elezione al soglio pontificio di Carlo Rezzonico con il nome di Clemente XIII. Particolarmente attento alle esigenze pastorali della sua diocesi, si distinse per i suoi provvedimenti in favore dei poveri e per le iniziative nel campo della disciplina ecclesiastica e della formazione del clero. La regione del Veneto ha promosso diverse iniziative per ricordare Papa Clemente XIII. Ascoltiamo Andrea Nante, direttore del Museo diocesano di Padova:
“Le iniziative saranno inaugurate con una solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale da lui consacrata. Poi proseguiranno con i festeggiamenti in piazza; i solisti veneti saranno protagonisti della serata e allieteranno con musiche il clima festoso”.
In calendario altri due appuntamenti: una giornata di studi, il 12 novembre, per indagare dal punto di vista storico l’operato di Rezzonico ed infine una mostra dedicata a Clemente XIII. Ancora Andrea Nante:
“La mostra vuole aprirsi al grande pubblico e far conoscere la figura del pontefice, dalla famiglia in cui è cresciuto fino al momento dell’elezione. Vuole far conoscere il suo pontificato, e si chiuderà con un episodio emblematico per il cambiamento anche della storia del gusto artistico che lo vede da protagonista: Antonio Canova realizza per la famiglia il sepolcro del pontefice nella Basilica di San Pietro”.
Nel percorso espositivo troveranno posto capolavori dei maggiori artisti del tempo, dai ritratti del Papa dipinti da Anton Raphael Mengs e da Pompeo Batoni alle raccolte di incisioni a lui dedicate da Giambattista Piranesi.
Un saluto speciale rivolto oggi, dopo l'Angelus, da Benedetto XVI ai giovani del “Festival Internazionale dei Bambini artisti 2008"
◊ “L’arte e la cultura possono unire i popoli: i bambini rappresentano il futuro della famiglia umana e sono, perciò, chiamati a pieno titolo a costruire un mondo più bello e più umano”. Così Benedetto XVI si è rivolto stamani all’Angelus ai 300 giovani provenienti dalla Cina e da altri Paesi del Mondo, per partecipare al “Festival Internazionale dei Bambini artisti 2008”. “Amore, concordia, armonia e solidarietà – ha detto loro il Pontefice – sono i valori che voi volete promuovere e la vostra presenza mi permette di inviare un augurio di pace e di gioia a tutti i vostri coetanei in Cina e nel mondo”. Il Festival cominciato in Cina nel 1994, giunge quest’anno alla sua terza edizione internazionale e negli anni precedenti, ospitato da Ungheria e Australia ha registrato tra le 10 mila e le 12 mila presenze. In Italia i piccoli artisti si esibiranno a Roma e a Venezia offrendo agli spettatori una visione di allegorie tipiche Cinesi che evidenzino i valori fondanti dell'armonia fra Uomo e creato, con la speranza di contribuire a seminare "un futuro universale di pace e prosperità". Promotrice dell’iniziativa la "Soong Ching Ling Foundation of Italy", costola italiana di dell’omonima associazione che in Cina si occupa di tutela e educazione dell’infanzia e delle donne. La sua attività si ispira all’esempio di Madame Soong Ching Ling, figlia di un grande uomo d'affari e missionario, fondatrice nel 1953 del China Welfare Institute Children's Palace e, per tutto il primo Novecento, vero collante fra la Cina "imperiale e comunista" e l'Occidente. (A cura di Silvia Gusmano)
"La vita è il punto migliore": il messaggio dei vescovi spagnoli per un traffico responsabile
◊ In occasione della Giornata per un traffico responsabile, i vescovi spagnoli hanno pubblicato un messaggio che, facendo riferimento ai punti della patente di guida, è stato intitolato “La vita, è il punto migliore”. La lettera, firmata dalla Commissione episcopale per le migrazioni, vuol essere un commento sintesi alla prima parte del documento pontificio sulla pastorale stradale, del quale si dice che, “nonostante la sua importanza, purtroppo è poco conosciuto in Spagna”. Citando alcuni dati statistici offerti da tale documento, si ricorda che nel ventesimo secolo hanno perso la vita in incidenti stradali circa 35 milioni di persone in tutto il mondo, un milione 200 mila, solo nel 2001. I feriti invece, nello stesso periodo, sarebbero circa un miliardo e 500 milioni. I vescovi denunciano, inoltre, la mancanza di visione spirituale del fenomeno: “I credenti – si legge nel messaggio – troveranno la soluzione a questo problema nella fede, nella relazione con Dio e in una generosa opzione in favore della vita”. E ancora: “Colui che crede in Gesù Cristo è prudente sulla strada, non pensa solo a se stesso e non si lascia dominare dalla fretta di arrivare”. Oltre ad offrire un’analisi delle cause degli incidenti stradali e dei comportamenti degli automobilisti, il documento mette l’accento anche sulla gravità morale di certe situazioni. “Quando qualcuno guida mettendo in pericolo la vita degli altri o la sua, e l’integrità fisica e psichica delle persone, o anche danneggiando beni materiali, si rende gravemente responsabile a prescindere se causa incidenti, poiché di fatto sta creando gravi rischi”. Infine i vescovi mettono in risalto la necessità di formare una coscienza generale e pubblica riguardo alla sicurezza stradale, e di promuovere un’idonea educazione dei conduttori, viaggiatori e cittadini in generale. (Per la Radio Vaticana, padre Ignazio Arregui)
USA: si è svolto a Philadelphia un congresso sull'amministrazione di parrocchie e diocesi
◊ Scongiurare l’immobilismo e promuovere l’eccellenza nella gestione di parrocchie e diocesi cattoliche. Questo il tema dell’incontro di riflessione, svoltosi a Philadelphia, che ha riunito responsabili della finanza e del commercio, sacerdoti e agenti laici di pastorale, direttori dei servizi e della pianificazione parrocchiali, educatori. L’iniziativa, si legge su L’Osservatore Romano, fa seguito alla tavola rotonda organizzata nel 2005, per discutere le numerose sfide poste alla Chiesa dalle trasformazioni culturali e per affrontare la cosiddetta crisi aperta dalle accuse di abusi sessuali rivolte a rappresentanti del clero. Numerosi i terreni di confronto: dall’invecchiamento del clero alla carenza di sacerdoti; dall’incremento dell’immigrazione alla perdita di contatto con i giovani, dalla crisi economica alle sue conseguenze sulla gestione delle parrocchie. Un gruppo di partecipanti è stato incaricato di elaborare un documento che possa infondere speranza e fiducia nella comunità ecclesiale chiamata alla “promozione di una cultura di eccellenza in cui le istituzioni cattoliche si impegnino per raggiungere i più elevati livelli di pastorale, etica e affidabilità”. “La Chiesa non è guidata dalle persone, ma dalla missione”, ha sottolineato il presidente della Catholic Church Extension Society , padre Jack Wall. E dall’intera assemblea è venuto il riconoscimento del nuovo impulso all’evangelizzazione seguito alla visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti. (S.G.)
Cambiamenti climatici: CISDE e Caritas Internationalis chiedono al G8 "più risorse ai Paesi in via di sviluppo"
◊ “A subire le conseguenze dei cambiamenti climatici sono soprattutto i poveri”. E’ quanto denunciano il CISDE (International Cooperation for Development and Solidarity) e Caritas Internationalis, in un documento indirizzato ai leader del G8, in vista del summit che si terrà in Giappone da domani a mercoledì prossimo. Nel testo diffuso dal SIR – al quale hanno contribuito anche Volontari nel mondo-Focsiv e Caritas Italiana – si sottolinea, in particolare, la necessità che i governi donatori assicurino l’aggiunta di risorse per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Tutto ciò in sintonia con la lettera indirizzata ai leader politici, proprio in vista del vertice, sottoscritta dai presidenti delle Conferenze episcopali degli otto Stati (tra cui il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco). “Gli sconvolgimenti del clima e l’accesso alle risorse naturali non rinnovabili - spiega mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana - sono causa di conflitti sempre più frequenti, ma sovente dimenticati”. (S.G.)
Ecuador: la Conferenza episcopale si prepara al Congresso missionario americano
◊ “I veri destinatari dell’opera missionaria del ‘popolo di Dio’ non sono solo le popolazioni non cristiane o quelle delle terre lontane, ma sono anche le realtà socioculturali e, soprattutto, i nostri cuori”. È la riflessione del cardinale Antonio González Zumárraga, arcivescovo emerito di Quito, presidente onorario della Conferenza episcopale ecuadoriana e presidente della Commissione centrale del Terzo Congresso missionario americano (CAM 3), che si svolgerà nel Paese dal 12 al 17 agosto prossimi. Il porporato - informa Aciprensa - ha ricordato che il tema dell’evento, ovvero “America con Cristo: ascolta, impara e annuncia”, invita la realtà ecclesiastica locale “ad essere maggiormente missionaria”, in risposta anche all’impegno assunto dopo la Conferenza di Aparecida. “Che il nostro Congresso Missionario di Quito sia, per la nostra Chiesa, una nuova Pentecoste – ha aggiunto il cardinale González Zumárraga –. Abbiamo bisogno di andare incontro alle persone, alle famiglie, alle comunità e alle popolazioni per comunicare con loro e condividere il dono dell’incontro con Cristo, che ha riempito la nostra vita di significato, di verità, di amore, di gioia e di speranza”. Infine, l’arcivescovo ha ricordato che la Chiesa dell’Ecuador, pur essendo povera, deve “dare e diffondere la gioia della fede, perché i cristiani sono portatoti della Buona Novella per tutta l’umanità”. (I.P.)
Vacanze solidali e missioni: le numerose proposte dell'associazionismo cattolico per un'estate diversa
◊ Non una gita fuori porta né un viaggio di “solo” piacere, ma una vacanza alternativa all’insegna della solidarietà e dell’arricchimento spirituale. Sono sempre più numerose le persone – soprattutto giovani, ma non solo – che scelgono di trascorrere un’estate diversa e di vivere un’esperienza missionaria. Ed ampia è la gamma di offerte messa a disposizione da diverse realtà del mondo cattolico. Queste alcune delle iniziative segnalate dal quotidiano Avvenire: l’associazione Comunità papa Giovanni XXIII ha in cantiere per i giovani un campo in Romania dal 20 luglio al 25 agosto (cell. 348/2488103) e a Scutari, in Albania, dal 15 al 31 luglio (gli interessati possono telefonare al 00355692086327). Pax Christi propone dall'1 al 15 agosto due settimane di 'peacekeeping' con le famiglie dei campi-profughi in Palestina-Israele, con lo slogan 'Ricucire la pace' (per informazioni, nandyno@libero.it). L’associazione Sal (Solidarietà con l’America Latina) ha organizzato viaggi di conoscenza e condivisione per piccoli gruppi in Argentina, Bolivia, Brasile, Colombia, Cile, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Messico e Perù (contattare info@saldelatierra.org.). E ancora: dal 30 luglio al 12 agosto l’associazione 'Un ponte per...', insieme al partner palestinese Beit Atfal Assomoud, invita a partire per il campo profughi di Nahar el Bared, in Libano, dove in due chilometri quadrati vivono circa 30 mila persone. Brasile e Burundi sono poi le mete dei ragazzi dai 20 anni in su che decidono di unirsi ai volontari di Famiglia missionaria della Redenzione (tel. 0425/24004). Il Celim Milano (Centro laici italiani per le missioni), infine, organizza dal 12 luglio al 2 agosto un campo di lavoro a Livingstone, città del Sud della Zambia, a sostegno di un progetto per ragazzi orfani o vulnerabili (fiorini@celim.org). (S.G.)
GMG 2008: record di iscritti in Vietnam
◊ Sono 364 i delegati ufficiali vietnamiti alla Giornata Mondiale della Gioventù di cui 244 laici, 70 tra vescovi e sacerdoti e 50 religiosi. Si tratta di una cifra record per il Vietnam, come ha confermato all’agenzia Ucan mons. Joseph Vu Van Thien, presidente della Commissione episcopale per la pastorale giovanile. Alle precedenti edizioni della GMG erano infatti presenti al massimo qualche decina di giovani vietnamiti. Ma a Sydney sono attesi molti altri partecipanti dal Vietnam che non si sono iscritti ufficialmente e che entreranno in Australia autonomamente, come semplici turisti o per visitare parenti. A rendere possibile questa massiccia partecipazione ha contribuito il basso costo dei voli, a carico dei partecipanti, ma anche il migliore tenore di vita in Vietnam, ha spiegato il vescovo di Hai Phong. I delegati ufficiali partiranno dalle rispettive diocesi per raggiungere Melbourne, dove parteciperanno alle varie attività pastorali preparatorie predisposte nei prossimi giorni, alla vigilia dell’evento. Il 14 si ritroveranno all’Olimpic Park di Sydney per il raduno dei giovani asiatici e il 16 luglio si esibiranno in danze tradizionali. (L.Z.)
Lussemburgo: anche la Chiesa contraria all’aumento della produzione dei biocarburanti
◊ Anche la Chiesa cattolica lussemburghese ha aderito all'iniziativa, promossa da altre 18 organizzazioni della Piattaforma "Agrokraftstoffe" (agro-carburanti), contro l'utilizzo delle derrate alimentari per la produzione di energia. L’iniziativa – informa il SIR Europa – consiste in una lettera di protesta indirizzata al governo del Lussemburgo per esprimere il disaccordo con la proposta della Commissione Europea di innalzare al 10%, entro il 2020, la quota di produzione dei biocarburanti rispetto al fabbisogno energetico nel settore dei trasporti. Questo provvedimento, denunciano le organizzazioni, "distruggerà la sicurezza alimentare di milioni di persone, senza peraltro contribuire alla tutela del clima". La domanda crescente dei Paesi industrializzati influirà infatti sui mercati globali “in modo tale da far sì che vengano coltivate sempre più aree che portano il maggiore profitto, senza considerare la riserva di aree necessaria per la coltivazione degli alimenti". Ciò comporta anche "la razzia di terre, gravi violazioni dei diritti umani e condizioni inumane di lavoro". Persino la riduzione delle emissioni nocive grazie all'impiego dei biocarburanti è dubbia: la loro produzione comporta già ora "la distruzione di ecosistemi naturali, l'emissione di gas-serra in proporzioni drammatiche e la distruzione delle varietà delle specie", avvertono le organizzazioni, che concludono la lettera chiedendo al parlamento e al governo lussemburghesi di adoperarsi per la cancellazione definitiva dell'obiettivo del 10%. (L.Z.)
Apre in Kosovo la prima casa famiglia dell'associazione italiana AI.BI. per bambini con difficoltà familiari
◊ “Un importante riconoscimento”, frutto di “un lavoro biennale che l’associazione ha svolto non solo con le famiglie affidatarie, ma anche con gli operatori sociali e le istituzioni locali per tentare di ricostruire le maglie di una società distrutta da anni di conflitti, partendo dal diritto alla famiglia di centinaia di bambini privi di genitori su cui poter contare”. Così l’AI.BI. (Associazione amici dei bambini) definisce l’accordo firmato con il Ministero del benessere sociale per dare avvio alla prima “casa famiglia” presente in Kosovo. Grazie al progetto - informa il SIR - l'associazione darà la possibilità ad un gruppo di sei bambini, in temporanea difficoltà familiare, di essere accolti da una coppia di genitori sposata e preparata ad accoglierli fino ad un massimo di due anni, in attesa che possano ritornare nella loro famiglia di origine o, laddove non sia possibile, possano essere adottati. La casa famiglia sarà intitolata a Laura Scotti, una volontaria di AI.BI. che ha lavorato con passione per i progetti dell’associazione in Kosovo e che ha perso la vita in un incidente aereo nel novembre del 1999. A quasi dieci anni dalla sua scomparsa, l’esperienza di Laura è ancora molto presente in Kosovo: i bambini di oggi frequentano la scuola di Grabovc, a lei intitolata; i bambini di ieri sono diventati adolescenti o maggiorenni grazie ai progetti avviati da AI.BI. proprio in quegli anni. (S.G.)
Circa 600 i bambini adottati "a distanza" dall'ASCI don Guanella in tutto il mondo
◊ Un “ponte di solidarietà” verso 600 bambini. A costruirlo, l’associazione ASCI don Guanella, nata a Chiavenna 15 anni fa e dedita al sostegno dell’infanzia abbandonata. “Con il progetto delle adozioni a distanza” - ha spiegato Giuliana Abbate, presidente dell’ASCI all’agenzia SIR - “ospitiamo questi bambini nelle case dell’Opera e diamo loro la possibilità di disporre ogni giorno di un sano vitto, assistenza sanitaria, vestiario, un’istruzione scolastica, ma soprattutto tanto amore”. I bambini, seguiti da un team di educatori specializzati, sono accolti nelle diverse comunità guanelliane presenti nel mondo: 180 in India, 11 in Brasile, 53 in Colombia, 26 in Argentina, 130 in Messico, 30 in Guatemala, 20 bimbi con disabilità a Mostar, 39 in Congo, 4 in Ghana, 3 in Nigeria. “Ad adottare scuole intere, famiglie e singoli, parrocchie e gruppi parrocchiali, due associazioni di ex allievi e una scuola materna”, spiega Aldo Ceruti, responsabile del progetto adozioni a distanza. Promozione, istruzione, educazione e avviamento al lavoro: questi gli interventi possibili con una quota di 360 euro all’anno. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.guanelliani.org. (S.G.)
Cambiamenti climatici, crisi alimentare, l'impennata dei prezzi del petrolio e aiuti ai Paesi in via di sviluppo, i temi al centro del G8
◊ L’appello odierno del Papa all’Angelus per una maggiore solidarietà dei Paesi del G8 verso gli Stati in via di sviluppo si aggiunge all’invito rivolto nei giorni scorsi dai presidenti delle Conferenze episcopali degli stessi Paesi riuniti a Tokyo. Appelli ai quali, solitamente,non seguono risposte concrete. E’ quanto sottolinea, al microfono di Luca Collodi il presidente dell'Associazione delle ONG italiane, Sergio Marelli, che sarà al summit in rappresentanza di 160 organizzazioni non governative:
R. - Ancora persiste nella classe politica e tra i decisori della comunità internazionale una visione degli interessi che sono alquanto miopi, di corta durata. E’ come se, ancora oggi, l’insistenza sull’incremento dei profitti e sulla protezione di questo benessere nei Paesi ricchi del nord del mondo, possa essere ancora perpetuata senza avere una prospettiva più di medio-lungo termine. Questa, ad un’analisi un po’ più responsabile ed approfondita, lascia assolutamente intravedere un futuro incerto, insicuro per tutti, anche per questo benessere, per queste ricchezze che viviamo nei nostri Paesi. Se non passa come mentalità comune il fatto che il benessere può essere costruito solo garantendo i diritti e la giustizia, ci avvieremo verso un futuro che, senz’altro, pregiudicherà la vita anche delle nostre nuove generazioni.
D. – Cambiamenti climatici, crisi alimentare, l’impennata dei prezzi del petrolio e aiuti ai Paesi in via di sviluppo, Africa in testa. Sono questi i quattro temi su cui si misureranno gli otto Paesi più industrializzati del mondo. Servono ancora questi summit?
R. – Io resto del parere che questi summit siano utili. Non si può però ipotizzare che il G8 possa sostituirsi agli ambiti più democratici della comunità internazionale a partire dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ma è fin troppo evidente che questi sono gli otto governi capaci con le loro decisioni, e soprattutto con la loro volontà di investire risorse per lo sviluppo diffuso a livello planetario, di condizionare proprio l’evolversi delle decisioni nella comunità internazionale. Quindi, quello del G8 non è sicuramente un ambito legittimato a sostituire le forme democratiche della comunità internazionale, ma se si dovesse incontrare un consenso responsabile nei governi di questi Paesi, si farebbero dei passi da gigante verso un futuro di maggior giustizia.
Spagna
La Spagna di Zapatero punta a rafforzare la laicità dello Stato: una mozione del Partito socialista spagnolo (PSOE) al governo, presentata oggi nel corso del 37.mo congresso dello schieramento politico, propone di “sopprimere progressivamente i crocefissi” e gli altri “simboli e le liturgie religiose negli spazi pubblici e negli atti ufficiali”, come “i funerali di Stato ed i giuramenti dei ministri”. Il documento sottolinea che la Costituzione spagnola non contempla alcun privilegio per la Chiesa Cattolica, e che "una concezione laica dello Stato rappresenta un segno d'identità politica del socialismo". La proposta rientra nell’ambito di una revisione in senso laico della Legge sulla Libertà Religiosa. In quanto documento interno al partito, non si conoscono ancora i termini per l’entrata in vigore.
Cina-Taiwan
Con uno storico volo commerciale tra Cina e Taiwan, nei giorni scorsi è stata data concreta applicazione all’accordo del 13 giugno scorso che ha ripristinato i collegamenti, sospesi dal 1949, tra l’isola - considerata da Pechino una provincia ribelle - e la Repubblica Popolare. Quale significato dare dunque a questo evento? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Stefano Vecchia, esperto di Estremo Oriente:
R. – Questo volo rappresenta un momento importante, perché è un simbolo di apertura nei rapporti fra le cosiddette “due Cine”, dopo 60 anni di blocco nei contatti diretti. Teniamo presente però anche l’aspetto pratico che è quello di un’intensificazione necessaria degli spostamenti tra Taiwan e la Repubblica popolare cinese: i taiwanesi in Cina hanno investito massicciamente e hanno creato strutture industriali e commerciali di primo ordine. Negli ultimi 15 anni Taiwan ha impegnato ben 100 miliardi di dollari sulla madre terra cinese. Nello stesso tempo, è indispensabile per la Cina, che ha bisogno di capitali e dell’esperienza imprenditoriale taiwanese.
D. – Quest’evento può avere dei risvolti anche politici?
R. – Indubbiamente: i colloqui di giugno e i successivi incontri tra la delegazione cinese e taiwanese aprono necessariamente la via a un’integrazione fra i due Paesi, che non sarà solo economica, ma anche politica, probabilmente sul modello di “un Paese e due sistemi”. Si può pensare a quanto già avvenuto per Hong Kong e per Macao, i due ex protettorati britannico e portoghese in territorio cinese.
D. – Questa fase può essere emblema della nuova Cina e del nuovo Taiwan?
R. – Sicuramente è un esempio di che cosa può essere la nuova Cina, che necessariamente dovrà essere un Paese unitario, quanto meno negli intenti. Una Cina che ha messo da parte l’ideologia e che guarda soltanto al concreto e alle necessità di uno Stato unito e forte, di fronte al consesso internazionale.
Israele
Dopo due giorni di chiusura riaprono oggi i valichi per Gaza, ad eccezione di quello di Karni. Erano stati chiusi in seguito al lancio di un razzo palestinese sul territorio israeliano del Neghev. Secondo fonti locali, le forze di sicurezza di Hamas hanno arrestato tre contrabbandieri palestinesi che preparavano un nuovo attacco per provocare la rinnovata chiusura dei valichi.
Iraq
Giornata di sangue oggi in Iraq. Almeno sei morti e quindici feriti questa mattina a Baghdad, per l'esplosione di un’autobomba nei pressi di un mercato popolare. Tra le vittime una donna e tre poliziotti. Lo riferiscono fonti di polizia, secondo cui l’attentato aveva come obiettivo una pattuglia delle forze dell’ordine. Deceduto nella capitale irachena anche un soldato americano il primo in Iraq nel mese di luglio: il comando militare USA informa che “sulla causa del decesso è in corso un'inchiesta”. Intanto a nord della capitale, nella regione di Diyala, l’esplosione di una bomba ha causato altri sette morti, fra cui la moglie e i due figli di un membro di un partito kurdo, lui stesso gravemente ferito.
Emirati Arabi Uniti
Gli Emirati arabi Uniti cancelleranno tutti i debiti contratti dall’Iraq con il Paese. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale del governo.
Libano
E’ attesa entro l’8 luglio in Libano la nascita del nuovo governo di “unità nazionale”. Lo riferisce la stampa locale secondo cui il premier incaricato Fuad Siniora incontrerà oggi i leader della maggioranza filo governativa. Solo ieri Siniora aveva incontrato una delegazione del movimento sciita Hezbollah che guida l’opposizione per appianare le divergenze sulla distribuzione dei ministeri. In base all’accordo firmato a Doha lo scorso 21 maggio, l'esecutivo sarà formato da 30 ministri, di cui 16 della maggioranza parlamentare antisiriana, 11 dell'opposizione e tre nominati dal presidente della Repubblica, Michel Suleiman.
Afghanistan
22 persone sono rimaste uccise oggi in Afghanistan in seguito a scontri nelle regioni orientali del Paese. Secondo la coalizione americana di tratta di ribelli islamici colpiti nel corso di un raid aereo, mentre le autorità locali affermano che tra i morti ci sono diversi civili, tra cui donne e bambini. Intanto, un attentato suicida nel nord del Paese ha colpito oggi una pattuglia di EUPOL, la polizia europea, ferendo quattro persone. Nessun italiano è stato coinvolto.
Iran
Puntare al dialogo, lasciando da parte i pregiudizi. Così il presidente della commissione Esteri e sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Alaeddin Burujerdi, sulla questione del nucleare. Mentre gli Stati Uniti chiedono un incontro con gli alleati per valutare la risposta iraniana al pacchetto UE, ancora ferma sul proposito di portare avanti i programmi nucleari, Burujerdi conferma che responsabile della politica estera dell’Unione Europea, Javier Solana, e il capo negoziatore iraniano, Said Salili, si incontreranno a giorni.
Georgia-Russia
Quattro esplosioni si sono verificate oggi in Georgia, nella regione di Zugdidi, vicino al confine con la provincia separatista dell'Abkhazia. Non si segnalano feriti. E’ solo l'ultimo di una serie di incidenti avvenuti nei giorni scorsi fra la Georgia e le repubbliche separatiste filorusse dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud. Ieri il presidente russo, Dmitri Medvedev, aveva invitato il presidente georgiano Mikhail Saakashvili a non alimentare le tensioni.
Ingrid Betancourt
Rientrerà a giorni in Colombia Ingrid Betancourt, rilasciata lo scorso 2 luglio dopo sei anni di prigionia nelle mani dei guerriglieri delle FARC. Lo ha riferito la stessa Betancourt in una intervista ad un settimanale francese, a cui ha confidato la "fede mi ha aiutato ad andare avanti". Da Parigi, dove è giunta venerdì per ringraziare il governo francese, che ha collaborato alla sua liberazione, ed incontrare il presidente Sarcozy, fanno sapere che le sue condizioni di salute sono buone. Intanto il leader cubano Fidel Castro, in un intervento pubblicato sul sito Cubadebate, ha chiesto alle FARC di “liberare senza condizioni tutti gli ostaggi, ma senza deporre le armi”.
Zimbabwe-GB
Il governo britannico nega l’asilo politico a 11 mila cittadini dello Zimbabwe: dovranno rientrare in patria. Lo denuncia oggi il settimanale Observer secondo cui ai richiedenti asilo vengono recapitate lettere in cui si annuncia che ogni assistenza prestata loro finora verrà a cessare e che devono al più presto lasciare la Gran Bretagna. Molti di loro hanno lasciato il Paese per fuggire dalle violenze. ''Uno scandalo" per il direttore esecutivo del consiglio dei rifugiati, Donna Cowey.
USA-Cina
Mancare ai giochi olimpici di Pechino vorrebbe dire compromettere i rapporti fra Usa e Cina. Così il presidente americano George W. Bush ha spiegato oggi da Tokyo, in Giappone, dove si trova per l’avvio del vertice del G8, le ragioni della sua partecipazione alla cerimonia di apertura dell’evento sportivo in programma per il prossimo 8 agosto. E’ ufficiale anche la presenza del primo ministro giapponese Yasuo Fukuda. (Panoramica internazionale a cura di Claudia Di Lorenzi)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 188
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