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Sommario del 05/07/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Aspettiamo con gioia di ascoltare la parola del Papa: così, il vescovo di Albano, mons. Semeraro, alla vigilia dell’Angelus di Benedetto XVI a Castel Gandolfo
  • Il Papa concede l'indulgenza plenaria a chi prenderà parte ai riti durante la GMG di Sydney e l'indulgenza parziale ai fedeli che pregheranno per il raduno giovanile nelle altre parti del mondo
  • Il cardinale Poupard Inviato speciale del Papa al Congresso mariologico mariano internazionale di Lourdes
  • Dal 9 al 12 luglio, a Guadalajara in Messico, la riunione del CdA della Fondazione Populorum Progressio per deliberare il finanziamento di progetti per l’America Latina
  • L'Anno Paolino, strada ecumenica verso l'unità della Chiesa. Una riflessione di padre Federico Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Dopodomani, in Giappone, l'avvio del G8: temi sul tappeto, l'aumento del petrolio e il caroprezzi alimentare. L'opinione di Riccardo Moro
  • I mutamenti del clima analizzati dal documento dell'Alleanza cooperativa internazionale in occasione della Giornata ONU delle cooperative
  • Il gioco d'azzardo e l'aumento delle rate dei mutui tra le cause che in Italia alimentano l'usura: ai nostri microfoni, il segretario della Consulta nazionale antiusura, mons. Alberto D'Urso
  • Anziani e assistenza domiciliare, "cuore" del progetto "A casa è meglio!" promosso dalla Comunità di Sant'Egidio e Enel Cuore Onlus
  • Il canto gregoriano dei monaci dell'Abbazia austriaca di Heiligenkreuz: pubblicato un CD con 29 brani. Intervista con padre Karl Wallner
  • Il commento del teologo don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • A Cebu City, nelle Filippine, il quarto Convegno della gioventù
  • Ecuador: prime consultazioni nazionali sui rifugiati in America Latina
  • Dichiarazioni dei vescovi del Guatemala sulle decisioni della Comunità Europea e degli Stati Uniti sul tema degli immigrati
  • In Indonesia, i cattolici a lezione di dottrina sociale
  • In Corea del Sud, l’arcidiocesi di Seoul crea una banca di microcredito per il reinserimento dei detenuti nella società
  • Il 6 luglio 2008 ricorre la Giornata per la vita organizzata dalla Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles, dedicata alla malattia mentale
  • A Ho Chi Minh City, in Vietnam, 11 nuovi sacerdoti della Congregazione del Santissimo Salvatore
  • In Vietnam, l'impegno delle Suore di San Paolo di Chartres per i figli dei lebbrosi
  • L'appello di mons. Philip Najim ad aiutare i cristiani a restare in Iraq e i profughi a tornarvi
  • Concluso il seminario "Libertà religiosa: verso un islam europeo", svoltosi a Varese
  • Messaggio dell'Apostolato spagnolo del Mare per la festa della Madonna del Carmelo, Patrona dei marinai
  • Il 23 agosto il tradizionale pellegrinaggio dei “Tre popoli", quest'anno verso Lubiana
  • ANNO PAOLINO: la diocesi di Manila promuove incontri dedicati all’Apostolo delle genti
  • Eletti i nuovi presidente e vicepresidente dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER/EBU)
  • La Comunità di Villaregia ha scelto Cesenatico e Terracina per l’evangelizzazione sulla spiaggia dell’estate 2008
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ingrid Betancourt da Parigi smentisce le voci del pagamento di un riscatto per la sua liberazione
  • Il Papa e la Santa Sede



    Aspettiamo con gioia di ascoltare la parola del Papa: così, il vescovo di Albano, mons. Semeraro, alla vigilia dell’Angelus di Benedetto XVI a Castel Gandolfo

    ◊   La comunità di fedeli di Castel Gandolfo e di tutta la diocesi di Albano attende con gioia l’Angelus di domani, primo appuntamento pubblico di Benedetto XVI da quando, mercoledì sera, si è trasferito nella sua residenza sui Castelli Romani. Per una testimonianza sul clima che si vive a Castel Gandolfo alla vigilia dell’incontro con il Papa, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro:

    R. - La presenza del Santo Padre nel Palazzo Apostolico a Castello è sempre una presenza attesa e gradita. E’ anche un motivo di gioia e di conforto per i parrocchiani di Castel Gandolfo e i fedeli della diocesi. Naturalmente, l’Angelus della domenica assume sempre il tono della festa e anche dell’attesa della parola del Papa. Egli commenta la pagina del Vangelo e questo ci aiuta a vivere il giorno della domenica, accompagnati dalla riflessione e dalla benedizione del Papa.

     
    D. - Quindi, ovviamente, è anche un’occasione di approfondimento per i fedeli, non solo di gioia e di affetto per il Santo Padre...

     
    R. - Questa indicazione ci può accompagnare settimanalmente a vivere in corrispondenza alla Parola del Signore, tanto più che al termine di questo periodo estivo ci sarà poi, al momento del rientro in ottobre, l’assemblea generale del Sinodo sul tema della Parola di Dio. Quindi, anche la parola, il commento del Papa ci aiuta a muoverci in questa direzione e a vivere adeguatamente questo momento di vita della Chiesa.

     
    D. - Gli spazi del Palazzo Apostolico, del cortile, sono molto più raccolti rispetto, ovviamente, a Piazza san Pietro e questo comporta anche una maggiore vicinanza dei fedeli al Papa, anche delle manifestazioni di affetto ricambiate dal Santo Padre...

     
    R. - E’ vero. Questa è una caratteristica della preghiera dell’Angelus, degli incontri che si vivono qui a Castello. Le distanze non sono quelle grandi e maestose di piazza San Pietro e il contesto è molto più familiare. Il Papa vede, ascolta anche i saluti dei pellegrini e questo è un ulteriore motivo di gioia. Si vede che il Papa, soprattutto quando ascolta delle frasi caratteristiche nelle diverse lingue di saluto, si compiace ed è contento di questo affetto dei fedeli.

     
    D. - Tutta la Chiesa è proiettata verso la GMG di Sydney. Come i giovani, i ragazzi della sua diocesi guardano a questo evento? Non tantissimi, per la distanza, vi potranno partecipare, ma il Papa ha chiesto a tutti i giovani di essere in comunione spirituale con i ragazzi a Sydney...

     
    R. - Sì, i giovani della diocesi di Albano, per esempio, stanno svolgendo in questi giorni una missione di invito all’ascolto della Parola nelle località di mare della diocesi. Insieme con tanti giovani del Lazio, i nostri parteciperanno alle iniziative che si vivranno sia nelle diverse diocesi, sia a Roma, per accompagnare - anche se non con la presenza fisica, ma morale e spirituale - la grande Giornata mondiale della Gioventù. Se pochi, per comprensibili ragioni, potranno andare in Australia, moltissimi saranno quelli della diocesi a vivere questa sintonia particolare con il Papa e con tutti gli altri giovani della GMG.

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    Il Papa concede l'indulgenza plenaria a chi prenderà parte ai riti durante la GMG di Sydney e l'indulgenza parziale ai fedeli che pregheranno per il raduno giovanile nelle altre parti del mondo

    ◊   Così come avvenne per la GMG di Colonia del 2005, anche per la prossima Giornata mondiale della gioventù di Sydney Benedetto XVI ha disposto la concessione dell’indulgenza plenaria a chi parteciperà all’evento e l’indulgenza parziale a chi vi si unirà spiritualmente in preghiera, in qualsiasi parte si trovi. Dunque, al 15 al 20 luglio prossimi, precisa un comunicato della Penitenzieria Apostolica, per chi parteciperà ai riti in programma nella metropoli australiana sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni: confessione, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa. I fedeli non presenti a Sydney, invece, potranno ottenere l’indulgenza parziale purché - spiega ancora la nota - “con animo contrito, eleveranno le loro preghiere a Dio Spirito Santo, affinché spinga i giovani alla carità e dia loro la forza di annunziare con la propria vita il Vangelo”. Intanto, fervono ovunque i preparativi delle centinaia di migliaia di giovani in partenza per l’Australia. Fabio Colagrande ha parlato dei ragazzi italiani con don Nicolò Anselmi, responsabile della Pastorale giovanile della CEI:

    R. - Desideriamo vivere con un senso di gratitudine questa bellissima opportunità che abbiamo, perché non tutti riescono ad averla e siamo veramente dei privilegiati, dei fortunati. E la seconda cosa che vorrei ricordare a me stesso e a tutti è lo scopo ultimo della GMG, che è uno scopo sostanzialmente spirituale, missionario: noi andiamo in Australia per donare qualcosa alla Chiesa australiana, per renderci testimoni della nostra gioia in terra australiana.

     
    D. - Don Nicolò, è previsto l’arrivo in Australia di circa 10 mila italiani. Quali sono le principali diocesi di partenza? Come sono stati organizzati i diversi viaggi verso Sydney?

     
    R. - I 10 mila italiani vengono senz’altro da tutte le regioni ecclesiastiche; l’Italia sarà totalmente rappresentata, dal sud al nord e dall’est all’ovest. Avremo con noi anche la gioia di avere 35 vescovi, che anch’essi provengono da tutte le regioni ecclesiastiche. Molte regioni hanno partecipato insieme: mi vengono in mente le Marche, la Liguria, la Campania, la Toscana, che si sono organizzate a livello regionale...

     
    D. - C’è attesa a Sydney per l’arrivo dei giovani italiani?

     
    R. - Forse più che in altre occasioni, perché magari c'è chi dei parenti in Australia, che all’inizio degli anni Cinquanta - e ancora adesso - è stata una méta di forte emigrazione, dal Friuli fino alla Calabria. Dunque, c’è una grandissima attesa, specialmente dalla comunità italiana.

     
    D. - Quale sarà, in queste giornate di GMG, il coinvolgimento del gruppo italiano?

     
    R. - Il gruppo italiano parteciperà alle proposte che il Comitato australiano ci farà, che sono quelle della catechesi e dei vari incontri con il Santo Padre e con il cardinale di Sydney, il George Pell. Avremo due momenti tipicamente nostri: uno sarà il pomeriggio del 16 luglio, in cui ci sarà una “Festa degli italiani” presso una grande arena al centro di Sydney chiamata “Viva Agorà”, dove faremo un incontro tra i giovani italiani invitando anche un po’ di giovani australiani. Poi, chiuso il sipario sulla GMG, ci sarà - il 22 luglio, a Sydney - un pellegrinaggio di tanti italiani alla cattedrale, come ringraziamento. Nelle settimane precedenti, gli italiani - in particolare - saranno accolti a Brisbane, a Melbourne ed in alcune altre città e anche lì avranno dei momenti tipicamente loro.

     
    D. - Parliamo invece di coloro che, invece, resteranno a casa: si stanno organizzando nelle diocesi italiane, nelle parrocchie delle GMG - potremmo dire - “alternative” ...

     
    R. - Ho notato una grandissima voglia di esserci, per cui molti giovani, piccole parrocchie, piccoli gruppi, anche diocesi, regioni addirittura stanno organizzandosi: mi viene in mente così la Calabria, che si ritroverà su una spiaggia, o la Lombardia che andrà in cima ad un monte o anche l’Umbria che andrà al Sacro Convento di Assisi, o i giovani della Campania che si ritroveranno a Pompei. Sarà anche possibile inviare delle e-mail ai vescovi che faranno le catechesi e che poi risponderanno da laggiù all’Italia...

     
    D. - Don Nicolò, chi sono i giovani che, sia in terra australiana sia qui, in Italia, vogliono partecipare a questa giornata mondiale della gioventù?

     
    R. - La stragrande maggioranza dei giovani sono quelli che fanno un cammino ordinario nelle nostre parrocchie, nelle nostre associazioni. La GMG non è un fungo che nasce così, ma è all’interno di un cammino pastorale quotidiano, feriale. Certo, questi giovani in occasioni così, che hanno il sapore un po’ dell’avventura, riescono anche a portare con sé dei loro amici che magari vivono un pochino ai margini della comunità cristiana e che in queste occasioni si riavvicinano. Questo è un fenomeno senz’altro frequente: sono esperienze forti che riescono a coinvolgere anche i giovani cosiddetti “lontani”.

     
    D. - Come vivere nel modo più appropriato la dimensione spirituale di questo pellegrinaggio in terra australiana?

     
    R. - Il Papa con il suo splendido messaggio, “Procederete in forza dello Spirito Santo, mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra”, ha dato un’impronta spirituale molto forte. Il Papa ha caratterizzato molto questa GMG in questo senso: del primato della vita secondo lo spirito, un invito proprio alla preghiera, all’interiorità.

     
    E sempre in vista del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Australia, le Poste Vaticane hanno predisposto uno speciale annullo raffigurante lo stemma papale, realizzato su bozzetto della Direzione stessa delle Poste vaticane. Il materiale filatelico - informa una nota della Direzione delle telecomunicazioni del Governatorato della Città del Vaticano - potrà essere obliterato con l'annullo entro il 20 agosto. Inoltre, dal primo settembre 2008, verrà emesso un altro annullo speciale, in occasione del 650.mo anniversario del Trittico di Rocciamelone. In questo caso, conclude la nota, il bozzetto è opera dell'Ufficio filatelico e numismatico del Governatorato: l'annullo sarà disponibile fino al prossimo primo ottobre.

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    Il cardinale Poupard Inviato speciale del Papa al Congresso mariologico mariano internazionale di Lourdes

    ◊   Benedetto XVI ha nominato il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, Suo Inviato Speciale a presiedere il 22.mo Congresso Mariologico Mariano internazionale, che avrà luogo a Lourdes dal 4 all'8 settembre 2008.

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    Dal 9 al 12 luglio, a Guadalajara in Messico, la riunione del CdA della Fondazione Populorum Progressio per deliberare il finanziamento di progetti per l’America Latina

    ◊   Si terrà a Guadalajara, in Messico - dal 9 al 12 luglio - l'annuale riunione del Consiglio di amministrazione della Fondazione Populorum Progressio per deliberare sul finanziamento dei progetti in favore delle comunità indigene, meticcie ed afroamericane contadine dell'America Latina e dei Caraibi. Sono stati presentati quest'anno 230 progetti, dislocati in 17 Paesi. Si tratta di iniziative in diversi settori: produttivo (strumenti agricoli, produzione e commercializzazione dei beni), sanitario, formazione professionale, realizzazione di centri comunitari, educazione scolastica, costruzione di case agricole, formazione umana integrale. Sarà presente alla riunione anche una delegazione del Comitato della Conferenza episcopale italiana per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, che è il principale sostenitore della Fondazione.

    Momenti salienti della riunione saranno le celebrazioni eucaristiche che scandiranno i tre giorni di lavoro. La sera del 9 luglio, nella Basilica di Zapopán, il cardinale Juan Sandoval Iñiguez, arcivescovo di Guadalajara presiederà l'Eucaristia. Il 10 luglio, l'arcivescovo di Manizales, mons. Betancur Tirado, presiederà la celebrazione nella Chiesa parrocchiale di Santa Clara de Asís, mentre l'Eucaristia conclusiva sarà celebrata nella Chiesa parrocchiale di San Enrique Emperador. Questi tre solenni momenti offriranno anche l'opportunità per un più diretto incontro con la popolazione locale.

    La Fondazione Populorum Progressio, affidata al Pontificio consiglio "Cor Unum", è stata istituita da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1992, in occasione del V Centenario dell'inizio dell'Evangelizzazione dell'America Latina, rilanciando le intenzioni di Paolo VI. Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum e della Fondazione è il cardinale Paul Josef Cordes. Il presidente del Consiglio di amministrazione è attualmente mons. Fabio Betancur Tirado, arcivescovo di Manizales. Benedetto XVI, nell'incontro avuto con il Consiglio di amministrazione nel giugno 2007, ha dato un nuovo impulso alle attività della Fondazione.

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    L'Anno Paolino, strada ecumenica verso l'unità della Chiesa. Una riflessione di padre Federico Lombardi

    ◊   Una settimana fa, Benedetto XVI apriva solennemente nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura l'Anno giubilare dedicato all'Apostolo delle genti. Da quel momento, le Chiese di ogni parte del mondo hanno cominciato a dedicare iniziative le più varie a questo evento, tutte mirate alla riscoperta delle parole di San Paolo, del suo slancio apostolico, della sua efficacia missionaria. Ma, in particolare, è stato ed è tuttora il dato ecumenico a brillare in questo inizio dell'Anno Paolino, come sottolinea nella sua nota il direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:

    La solenne apertura dell’Anno paolino a San Paolo, la celebrazione della solennità dei Santi Pietro e Paolo nella Basilica di San Pietro, con la partecipazione di diversi rappresentanti di chiese e comunità cristiane e in particolare del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, sono state un nuovo momento intenso di incontro ecumenico. Ed è effettivamente nell’annuncio del Vangelo e nella celebrazione liturgica che si può misurare meglio la temperatura dell’ecumenismo fra i cristiani, perché lì si ha il contatto con l’origine comune e solo da lì può ripartire il cammino dell’unità. Anche il Patriarca ecumenico ha proclamato il 2008 “Anno dell’apostolo Paolo”.

     
    San Paolo, autore degli scritti più antichi e più ampi del Nuovo Testamento, appassionato e conquistato da Cristo, missionario di orizzonti universali, ci ha insegnato a vedere concretamente la Chiesa come il corpo di Cristo.

     
    “Come avete potuto lacerare il mio Corpo?”. E’ la domanda che il Papa si è riproposto e ci ha riproposto nei giorni scorsi meditando sulla divisione fra i cristiani.

     
    Nella grande celebrazione eucaristica, il Papa e il Patriarca sono stati insieme presso l’altare per la liturgia della parola, l’omelia e la professione di fede, come pure per l’abbraccio di pace e la benedizione finale; ma non hanno potuto essere insieme nella liturgia eucaristica. Perciò continua ad essere necessaria l’ardente preghiera: “Riportaci insieme, Signore, da tutte le divisioni. C’è un solo pane, perciò noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo”. A quando la comunione più piena? Dipende anche dalla nostra preghiera, dalla nostra carità e dalla nostra fede.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   L’Unione africana si astiene su Mugabe: nessuna condanna, nessuna sanzione; così, in prima pagina, Antonio Chilà sullo Zimbabwe.

    Un articolo di Francesco Citterich sul vertice del G-8 in Giappone dal 7 al 9 luglio.

    In cultura, l’arcivescovo Fernando Filoni sulla presenza dei cristiani in Iraq, che è “un bene per tutti”.

    Un saggio di Inos Biffi sul “Paradiso” di Dante, che coniuga estasi mistica e contemplazione intellettuale.

    Gianpaolo Romanato ricorda, nel 250 anniversario dell’elezione, Papa Clemente XIII, il difensore dei gesuiti che tenne testa ai lumi. 

    Mario Ponzi intervista Gianluigi Marrone, giudice unico dei Tribunali dello Stato della Città del Vaticano.

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    Oggi in Primo Piano



    Dopodomani, in Giappone, l'avvio del G8: temi sul tappeto, l'aumento del petrolio e il caroprezzi alimentare. L'opinione di Riccardo Moro

    ◊   Al via lunedì prossimo, a Toyako, nel nord del Giappone, il vertice del G8, che vede la partecipazione dei capi di Stato e di governo dei 7 Paesi più industrializzati della Terra più la Russia. I problemi ambientali e lo sviluppo del continente africano saranno i due temi principali sui quali si confronteranno le delegazioni. Ma quanto la crisi economica che sta scuotendo il mondo influirà su questo incontro? Salvatore Sabatino lo ha chiesto all’economista Riccardo Moro, direttore della Fondazione “giustizia e solidarietà”:

    R. - Ci si augura influisca in un modo consistente, quanto meno per cercare di promuovere una riflessione su come governare questa situazione. La riflessione che abbiamo fatto negli ultimi mesi è che lasciar fare al mercato, in un mercato che è largamente non equilibrato, significa portare a situazioni di crisi come quella che abbiamo visto e in cui i più vulnerabili pagano un prezzo molto più alto degli altri. Occorrono regole e il G8 non è la sede istituzionale per definire regole mondiali, però è sicuramente un tavolo importante di riflessione, di costruzione, di consenso, perché nelle istituzioni titolate a far questo si possa trovare una forma di regole, un sistema di regole per governare la situazione.

     
    D. - Al centro delle discussioni, saranno anche l’aumento delle quotazioni del petrolio e la crisi alimentare: ci possiamo aspettare, secondo lei, qualche risultato concreto?

     
    R. - E’ sempre difficile da dire: il G8 di volta in volta è stato presentato - talvolta anche dagli stessi protagonisti - come il governo mondiale o come una semplice tavola rotonda di confronto. Negli ultimi anni, obiettivamente, i risultati sono sempre stati estremamente rarefatti: sono state fatte molte promesse e poi, spesso, è stato chiesto - ma non è sempre seguito - un "sì" preciso sugli impegni assunti. Io credo questo: che la crisi di cui si parla sia fondamentalmente una crisi pesantemente influenzata dalle speculazioni finanziarie e ha il suo aspetto più evidente nella vicenda del petrolio, nella vicenda dei prezzi dei prodotti alimentari. Come dicevo prima, occorre immaginare degli strumenti di governance. Non è il G8 da solo, sicuramente, che li può definire. Ci si augura, però, che ci sia un’assunzione di responsabilità da parte di questi Paesi per provare ad avviare una riflessione: riflessione che, ad esempio, nel vertice della FAO di qualche settimana fa è stata monca, è finita: il documento finale è risultato molto debole perché i Paesi non hanno avuto il coraggio o la capacità di trovare un consenso.

     
    D. - Insomma, il rischio è quello di uscire da questo vertice senza risultati?

     
    R. - Io non amo fare la parte del pessimista, però un po’ sì. Ci sono dei piccoli segnali positivi: ad esempio, il Fondo monetario internazionale sta dicendo delle cose anche relativamente irrituali rispetto alla sua tradizione, a proposito dell’esigenza di trovare degli strumenti di governo per evitare la speculazione.

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    I mutamenti del clima analizzati dal documento dell'Alleanza cooperativa internazionale in occasione della Giornata ONU delle cooperative

    ◊   Ricorre oggi la Giornata internazionale delle cooperative sotto l'egida dell'ONU. Al centro del messaggio diffuso dall’Alleanza cooperativa internazionale i cambiamenti climatici, e come affrontali in maniera efficace. Il servizio di Virginia Volpe:

    Crisi alimentare, disastri naturali, cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile: questi i punti centrali della lettera diffusa oggi, in occasione della Giornata internazionale delle cooperative dall’Alleanza cooperativa internazionale, organismo rappresentativo con sede a Ginevra. “Riconoscendo che il cambiamento climatico è una delle maggiori sfide globali dei nostri tempi - si legge nel messaggio - abbiamo affermato il nostro impegno ad affrontarne le cause e a ridurne l’impatto. Passi avanti sono stati fatti, ma le sfide e le pressioni sull’ambiente continuano ad aumentare e per questo è richiesta maggiore attenzione da parte di tutti”. “Le cooperative sono state attive promotrici dello sviluppo sostenibile da 150 anni, perchè - continua il comunicato - imprese democraticamente controllate, la cui attività è regolata da valori e principi come la responsabilità sociale e l’impegno verso la comunità. Mentre alcune sono impegnate nella riduzione delle emissioni di gas serra e di anidride carboniche, tutte lavorano nella direzione della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.

     
    Negli anni, molte cooperative hanno, inoltre, assunto ruoli di leadership a livello internazionale avviando collaborazioni con il programma ambientale delle Nazioni Unite “Climate Neutral Network”, impegnandosi, ad esempio, nella piattaforma operativa Global Compact Caring for Climate dell’ONU. Ugualmente importanti le attività ordinarie delle piccole realtà, dato che ogni sforzo può contribuire all’impatto prodotto dai cambiamenti climatici. La lettera si conclude poi con un appello dell’Alleanza cooperativa internazionale alle cooperatrici e ai cooperatori di tutto il mondo a rafforzare le proprie attività in favore dello sviluppo sostenibile, in una comunità internazionale minacciata dalla crisi alimentare.

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    Il gioco d'azzardo e l'aumento delle rate dei mutui tra le cause che in Italia alimentano l'usura: ai nostri microfoni, il segretario della Consulta nazionale antiusura, mons. Alberto D'Urso

    ◊   Una piaga sempre più preoccupante in Italia è quella dell'usura. Si stima che i gruppi familiari indebitati gravemente e a rischio insolvenza siano il 19,6 per cento. Su questo grave fenomeno si è soffermato, al microfono di Federico Piana, il segretario della Consulta nazionale antiusura, mons. Alberto D'Urso:

    R. - Noi vediamo oggi un indebitamento crescente in Italia, dal sud al nord. Per quanto riguarda l’usura, dobbiamo dire che di questo problema prendiamo sempre più coscienza perchè il fenomeno, ancora tanto sommerso, cerca un po’ alla volta di emergere.

     
    D. - Le leggi sono tante, ma forse non sono sufficienti: probabilmente, serve un testo unico ancora più aggiornato...

     
    R. - Le leggi saranno perfezionate. Per esempio, se una persona caduta nell’usura vuole denunciare, ha bisogno di un’assistenza legale, ma questa assistenza oggi manca. Se una persona, una famiglia, oggi, è stata vittima dell'usura non può ricorrere al Fondo antiusura affidato al commissario governativo nazionale. Non può ricorrervi perché hanno accesso a questo fondo soltanto i commercianti.

     
    D. - Nel recente convegno di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco ha sostenuto che bisogna fare qualcosa per riuscire a sostenere le famiglie...

     
    D. - Bisogna agire sulla famiglia e bisogna intanto promuovere in favore della famiglia le iniziative che servono ad educare alla sobrietà. Accanto a questo sforzo, bisogna assistere la famiglia perché non si senta abbandonata. Nelle famiglie il tentativo di ricorrere all’usura nasce proprio dall’estremo bisogno di avere il denaro a disposizione. Si ricorre anche all'azzardo, alla fortuna. Ma non è certo questa una opzione opportuna: l’incentivazione all’azzardo, purtroppo, è oggi un’incentivazione che parte dai bambini e dai ragazzi e finisce con le persone anziane.

     
    D. - Però, non c’è solo questo: molte famiglie si indebitano per bisogni fondamentali, per il mutuo della casa...

     
    R. - I mutui sono aumentati e la gente non riesce più ad onorarli e dunque, oggi, molti sono costretti a venderla. Il governo deve intervenire per far sì che questi aumenti possano essere pagati, per esempio allungando il mutuo o con altre strategie. Noi oggi stiamo aiutando queste persone, mettendo a disposizione straordinariamente la disponibilità di somme di denaro, perché non vi siano date arretrate da onorare. Quindi, le banche non chiedono il rientro immediato, con tutte le conseguenze che questo può provocare presso le sezioni del tribunale che sono addette alle vendite delle case. D’altra parte, uno dei compiti che noi ci siamo imposti è quello di accompagnare le persone, le famiglie, con il consiglio. Una volta aiutata una persona ad uscire da questa esperienza, dall’essere incatenata praticamente, cerchiamo di accompagnarla perché non faccia più passi azzardati. L'obiettivo è che non ripeta gli stessi errori ma che scelga una vita molto più sobria: vita che, certamente, l’attuale società, l’attuale cultura del consumismo, non facilita.

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    Anziani e assistenza domiciliare, "cuore" del progetto "A casa è meglio!" promosso dalla Comunità di Sant'Egidio e Enel Cuore Onlus

    ◊   “A casa è meglio!” è il progetto presentato dalla Comunità di S. Egidio in collaborazione con Enel Cuore Onlus, nell’ambito del programma “Viva gli anziani”, per favorire e diffondere l’assistenza domiciliare agli anziani soli, soprattutto nei periodi di emergenza come quelli estivi. Il servizio di Marina Tomarro:

    In Italia, gli ultrasessantenni sono circa il 20 per cento della popolazione, dei quali un 4 per cento composto da coloro che vivono la terza età in maniera più difficoltosa. Questi sono gli ultimi dati diffusi dalla Comunità di Sant’Egidio, in occasione della presentazione “A casa è meglio”, un progetto che pone l’obiettivo di aiutare gli anziani, offrendo loro servizi socio assistenziali domiciliari, al posto di inutili e costosi ricoveri negli ospedali. Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio:

     
    "Noi oggi abbiamo un modello, l’abbiamo sperimentato per cinque anni, prima a Roma e poi in altre città d’Italia, e dice che tutti gli anziani, oltre i 75 anni, possono essere seguiti: diminuisce la loro paura, non c’è il problema di ricorrere sempre al pronto soccorso, si ricrea un ambiente solidale, dal vicino a quello che fa la spesa, a quello che fa l’iniezione a casa. Si muore di meno, aumenta la qualità della vita, rinasce il quartiere solidale, e il tutto a 200 euro all’anno per ogni anziano. E se pensiamo che una giornata in ospedale costa 1000 euro al giorno, capiamo come - se noi seguiremo a casa tutti gli anziani - gli ospedali saranno migliori e tutti noi avremo un futuro meno imbarbarito".

     
    I problemi più comuni per la terza età, che è destinata ad aumentare sempre di più nei prossimi anni, sono soprattutto la solitudine, la povertà e la salute precaria. E proprio il Lazio si rivela come una delle regioni con un più alto numero di anziani in Italia. Ascoltiamo ancora Mario Marazziti:

     
    "Nel Lazio abbiamo 500 mila anziani ultrasessantacinquenni. Ne abbiamo 250 mila però che sono soli, quindi dove i problemi di salute aggravati dalla solitudine possono diventare terribili o tragici. Noi possiamo avviare un programma in pochissimi anni, che arrivi a coprire tutti gli anziani ultrasettantacinquenni. Noi ci aspettiamo che questo porti ad una riduzione dei ricoveri in ospedale, ad abbattere radicalmente il ritorno in ospedale ad un mese dalla dimissione di molti anziani. Addirittura, quasi uno su cinque vive questa esperienza".

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    Il canto gregoriano dei monaci dell'Abbazia austriaca di Heiligenkreuz: pubblicato un CD con 29 brani. Intervista con padre Karl Wallner

    ◊   Un vero "miracolo": il canto gregoriano conquista le classifiche pop europee grazie ai monaci cistercensi dell’Abbazia di Heiligenkreuz, in Austria, che hanno pubblicato di recente il CD: “Chant: Music for Paradise”. I 29 brani di cui si compone si dividono in quattro momenti: in Paradisum, Messa da Requiem, Compieta e Spiritus Domini, una serie di preghiere allo Spirito Santo. Marco Di Battista ha chiesto a padre Karl Wallner, monaco dell’Abbazia e rettore della scuola intitolata a Benedetto XVI, il perché della scelta di canti che insistono tanto fortemente sulla dimensione trascendente dell’uomo:

    (canto)
     
    R. - Yest, that’s right. We wanted to touch the heart ...
    Sì, è vero. Volevamo arrivare al cuore della gente ed è per questo che, per esempio, abbiamo scelto le prime due parti dell’Ufficio delle preghiere per i morti. Quest’anno, nel nostro monastero c’è stato un evento speciale: infatti, a febbraio è morto un monaco - aveva 100 anni - e sette giorni dopo è morto un altro monaco, a 97 anni, e un altro una settimana dopo ancora. Avevamo tanti monaci giovani e nessuno di loro aveva mai assistito alla celebrazione di un funerale. Sono rimasti molto colpiti dai canti gregoriani eseguiti al funerale. I canti del Requiem sono così potenti, così carichi di speranza e di gioia: ecco, questa è musica da paradiso e ti fa guardare al cielo, alla méta dell’uomo. Questo ha determinato la scelta del programma per questo CD.

     
    D. - In che modo si studia il canto gregoriano a Heiligenkreuz?

     
    R. - It’s very easy. When I entered the monastery, I didn’t learn anything. …
    E’ molto facile. Quando io sono entrato nel monastero, nessuno mi ha insegnato niente. Mi hanno messo nel coro e mi hanno dato un grosso libro, un breviario, ed ho iniziato a cantare. Nel canto gregoriano, infatti, impari più ascoltando gli altri che aprendo la bocca per cantare. Ed è proprio questo che poi fa la grande unione e la grande armonia. Da questa raccolta si sente che cantiamo in grande unione, di cuore e di melodia, e questo è un aspetto affascinante del canto gregoriano.

     
    D. - All’inizio abbiamo parlato della dimensione trascendente del CD. Ma la vendita di un prodotto ci riporta all’immanente: come conciliare questi opposti?

     
    R. - First, I think, God has chosen us by this cd-project …
    Credo, innanzitutto, che Dio ci abbia scelto, con questo progetto di raccolta in CD, per fargli un po’ di pubblicità: è tutta opera Sua. Non siamo saliti sul palcoscenico a gridare e schiamazzare: guardateci tutti, come siamo belli, noi monaci canterini. No. Ovviamente, questo progetto comprende anche un aspetto finanziario e questo non è male, perché noi abbiamo bisogno del denaro: abbiamo una Facoltà teologica frequentata da 180 studenti e, tra questi, 16 vengono dal Vietnam e dalla Nigeria e useremo il denaro che ricaveremo dalla vendita di questo cd per accogliere ancora seminaristi dal Vietnam, dall’Africa, dallo Sri Lanka, per dare loro una buona formazione e per fare di loro buoni sacerdoti per il Terzo Mondo.

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    Il commento del teologo don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   La liturgia della 14.ma Domenica del Tempo ordinario presenta il passo del Vangelo di Matteo nel quale Gesù, raccolto in preghiera, ringrazia il Padre per aver tenuto nascoste le cose del Regno "ai sapienti e agli intelligenti" e averle "rivelate ai piccoli" per poi aggiungere:

    "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".

    Sul significato di questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:
     
    (musica)

     
    Il Vangelo di questa domenica contiene una preghiera, una rivelazione e un invito.
    Gesù vede l'azione del Padre, vede negli incontri, nelle circostanze, nelle persone, il Padre che agisce. Questa percezione e questo sguardo è tutto filiale.
    Il Padre agisce, in questo caso, rivelando e tenendo nascosto quel che riguarda Sé e il Figlio.
    Gesù vede che sono i semplici, i piccoli quelli che il Padre sceglie per rivelare i misteri di Dio. Dio infatti sceglie "quel che nel mondo è nulla", quel che è disprezzato, «per ridurre a nulla le cose che sono» (! Cor 1, 28).
    Ma il più piccolo e il più semplice, il più umile e il più povero è proprio Lui, è proprio il Figlio. Lo si capisce quando dice di sé: "Tutto mi è stato dato dal Padre mio", che significa: Io di mio non ho nulla, tutto mi è stato dato, tutto quello che ho è quello che mi è stato dato.
    Lo si capisce anche quando afferma: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore".
    In questa piccolezza divina che tutto riceve si trova il vero "riposo", la quiete non solipsistica né 'trascendentale', ma comunionale e filiale dell'anima: il vero "ristoro".

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    A Cebu City, nelle Filippine, il quarto Convegno della gioventù

    ◊   “Riflettere sul volto compassionevole di Gesù”. Questo il titolo scelto per i Convegno della Gioventù che si terrà l’11 e 12 luglio nella città di Lahug, nelle Filippine. L’arcidiocesi filippina di Cebu ha indetto questo convegno in preparazione della GMG 2008 per ricordare ai giovani il volto compassionevole di Gesù nella Bibbia, tema che si ricollega anche all’anno pastorale in corso. “Per i giovani – spiega padre Kit Sestoso, vicepresidente della Commissione diocesana per i giovani di Cebu – Gesù è il volto compassionevole di Dio. La gioventù ha bisogno della compassione dal momento che viene chiamata ad essere compassionevole”. “La compassione – continua mons. Sestoso – è essere solidali con le sofferenze degli altri e spesso include il desiderio di aiutare gli altri. I giovani soffrono perché sono confusi: se mostriamo loro la compassione, aiutandoli a capire chiaramente la realtà, li rendiamo capaci di agire con responsabilità negli ambiti che li riguardano direttamente, come le loro famiglie e le loro comunità”. Tra i temi in esame durante il convegno, la spiritualità dei giovani ed il rapporto dei ragazzi con l’ambiente. (C.C.)

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    Ecuador: prime consultazioni nazionali sui rifugiati in America Latina

    ◊   L’Ecuador è il primo Paese dell'America Latina che tiene questo genere di consultazioni promosse dal Programma sul rafforzamento della capacità di protezione (Strengthening Protection Capacity Project) dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ed è uno degli otto Paesi pilota al mondo a far parte del Programma di valutazione globale dei bisogni (Global Needs Assessment) dell'UNHCR. I rifugiati provenienti da tutto il Paese stanno prendendo parte alla due giornate di consultazioni a Quito, consultazioni che termineranno venerdì con l'adozione di un piano d'azione volto ad affrontare le principali sfide che riguardano i rifugiati e le comunità locali. L'evento, organizzato dal Ministero degli Esteri dell'Ecuador, ha riunito più di 100 persone, tra le quali il direttore dell'UNHCR per le Americhe. L'Ecuador ospita la più numerosa popolazione di rifugiati dell'America Latina, provenienti soprattutto dalla vicina Colombia. I rifugiati convivono con la popolazione ecuadoriana poiché nel Paese non esistono campi profughi. Circa la metà dei rifugiati vive nelle città o nei Paesi più grandi o nei loro dintorni, mentre l'altra metà è dislocata in aree rurali, alcuni in zone molto remote e sottosviluppate, come la giungla amazzonica ecuadoriana, in cui mancano i servizi di base e le infrastrutture. L'accesso alla sanità, all'istruzione, alla sicurezza e ad una documentazione adeguata sono alcune delle principali priorità identificate come cruciali per aiutare sia i rifugiati che le comunità locali. Circa 150 mila colombiani vivono in Ecuador in una situazione simile a quella dei rifugiati. A circa 18 mila di loro è stato riconosciuto lo status di rifugiati. Gli altri stanno aspettando che la loro richiesta di asilo venga esaminata o, nella maggior parte dei casi, non sono mai stati registrati, cosa che rende difficile la loro assistenza. L'Ecuador si sta pertanto impegnando per cercare di regolarizzare la loro situazione e per aiutare sia loro che le comunità locali. (C.C.)

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    Dichiarazioni dei vescovi del Guatemala sulle decisioni della Comunità Europea e degli Stati Uniti sul tema degli immigrati

    ◊   La Conferenza Episcopale del Guatemala, a seguito delle decisioni prese di recente dalla Comunità Europea e dagli Stati Uniti nei confronti degli immigrati, ha diffuso un comunicato mostrando le proprie perplessità in merito. “In questi momenti tanto difficili per gli immigrati ed i loro familiari – si legge nel comunicato - chiediamo a Dio che illumini le menti e i cuori dei governanti che hanno assunto posizioni antisolidali affinché offrano un trattamento umano e degno a quanti emigrano”. I vescovi esprimono “solidarietà, appoggio morale e spirituale a tutti gli immigrati che soffrono in questi momenti le persecuzioni, le retate e le deportazioni negli Stati Uniti”, come a “quanti con disperazione sono sul punto di subire leggi e politiche xenofobe ed illegali che violano i diritti umani fondamentali nell’Unione Europea”. Condannano inoltre le retate e le deportazioni di massa di guatemaltechi provenienti dagli Stati Uniti e dal Messico, perché “questi atteggiamenti di ostilità e persecuzione non risolvono minimamente la problematica migratoria; sono azioni controproducenti e disumane”. Per i vescovi, di fronte ad una simile situazione urgono innanzitutto “misure governative necessarie per il reinserimento dei lavoratori deportati ed un programma vero di accoglienza, attenzione ed integrazione sociale e lavorativa dei guatemaltechi deportati”. In merito alla “Direttiva di rimpatrio” in discussione in seno all’Unione Europea i vescovi dichiarano: “E’ eccessivamente restrittiva e non offre garanzie sufficienti per il rispetto dei diritti umani degli immigrati, dato che si stabiliscono procedimenti come la possibilità di essere trattenuti fino a 18 mesi in centri di reclusione per stranieri, senza aver commesso alcun reato”. Allo stesso tempo, la normativa stabilisce che “una volta scoperti in clandestinità, sarà fissato un termine tra i 7 e i 30 giorni affinché abbandonino volontariamente il Paese”. Agli immigrati espulsi “sarà vietato per un periodo fino a 5 anni di rientrare legalmente nel territorio dell’Unione Europea”. I vescovi del Guatemala lanciano pertanto un appello a riflettere “alle nazioni che formano l’Unione Europea, agli Stati Uniti e al Messico, affinché agiscano in maniera solidale senza danni per gli immigrati che, spinti da ragioni estreme (povertà, disoccupazione, insicurezza, disastri naturali, guerra), sono usciti dalle proprie nazioni per sopravvivere e salvaguardare la loro integrità fisica”. Ugualmente chiedono agli immigrati di essere “forti davanti a tali prove e di rimanere uniti e solidali per affrontare tali avversità”. Al governo del Guatemala viene chiesto di reagire con “scelte e politiche vere di attenzione immediata ai deportati”. Ed infine, alla Comunità Centro-americana ed al Sistema di Integrazione Centroamericana (SICA) è chiesto di assumere “posizioni comuni e sostanziali di fronte alle disposizioni della Comunità Europea, affinché insieme e nel rispetto degli interessi comuni, possano incidere e richiamare alla riflessione l’Unione Europea, per mettere fine a tali atteggiamenti contro gli immigrati”. (C.C.)

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    In Indonesia, i cattolici a lezione di dottrina sociale

    ◊   Dopo il grande successo del ciclo di lezioni per la formazione degli operatori pastorali, la Chiesa indonesiana ha promosso un altro programma di formazione, stavolta incentrato sulla dottrina sociale, da svolgersi nella diocesi di Bandung. Nel corso degli appuntamenti settimanali, i 50 partecipanti provenienti dalle varie parrocchie, saranno guidati nell’opera di mettere in pratica la fede nel contesto sociale in cui vivono. L’obiettivo dell’attività, come spiegato dal segretario del Consiglio pastorale, Yulianus Ruchiyat, all’agenzia Uca News e riportato dall’Osservatore Romano, è consentire ai fedeli laici di comprendere la visione diocesana della realizzazione di comunità di base che siano aperte alle altre chiese e religioni e che siano impegnate nella vita sociale nell’ambito della solidarietà con i poveri e gli oppressi. Tra gli strumenti utilizzati per raggiungere l’obiettivo, ci sono l’enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est”, gli insegnamenti di ecclesiologia e dottrina sociale nel contesto delle realtà delle diocesi, della nazione e del Terzo Mondo. In occasione del nuovo ciclo, inoltre, si discuterà anche di Stato, del rapporto con i cittadini e con le religioni e s’imparerà a socializzare e interagire con gli altri, specialmente gli emarginati. Il corso, che rappresenta anche una sorta di benvenuto al nuovo vescovo, mons. Johannes Maria Pujasumarta, ha già portato risultati concreti nella vita della comunità: al programma teorico, infatti, saranno accompagnate esercitazioni sul campo e il percorso didattico si concluderà con una cerimonia liturgica. (R.B.)

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    In Corea del Sud, l’arcidiocesi di Seoul crea una banca di microcredito per il reinserimento dei detenuti nella società

    ◊   L’arcidiocesi di Seoul ha inaugurato nei giorni scorsi la “joy and hope bank – banca della gioia e della speranza”, istituto di microcredito che offrirà prestiti a tasso d’interesse agevolato agli ex detenuti che vogliono aprire un’attività lavorativa in Corea del sud e reinserirsi così nella società. La banca, come riferito dall’agenzia Uca News e riportato dall’Osservatore Romano, è nata grazie al sostegno di 300 benefattori e ha l’obiettivo, come detto dal vescovo ausiliare di Seoul, Lucas Kim Woon-hoe, nella cerimonia d’apertura presso la Coste Halle della cattedrale Myenong-dong, “di rendere autonomi gli ex detenuti”. “Resistere alla tentazione di tornare a delinquere è la sfida più difficile una volta usciti dal carcere – spiega, infatti, padre Thomas Lee Young-woo, cappellano dell’istituto penitenziario di Seoul – e per resistere ci vuole stabilità nella famiglia, negli affetti, nel lavoro e ci si deve sentire accolti dalla società”. Già 22 ex detenuti hanno seguito un corso di formazione sulla ricerca di mercato e la pianificazione commerciale: ora potranno chiedere il loro prestito (fino a 10 milioni di won, cioè 10 mila dollari USA a un interesse del 2 per cento) per iniziare una nuova attività e una nuova vita. (R.B.)

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    Il 6 luglio 2008 ricorre la Giornata per la vita organizzata dalla Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles, dedicata alla malattia mentale

    ◊   “La malattia mentale è qualcosa che può capitare a tutti: un’esperienza che una persona su quattro fa nella propria vita”: è questo il messaggio della Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles in occasione della Giornata per la vita che ricorre domenica 6 luglio e nel 2008 è dedicata proprio alla salute mentale. L’obiettivo dell’iniziativa è di sensibilizzare le persone ai bisogni del malato mentale, della sua famiglia e dei suoi amici e conoscere i benefici che può dare sia il supporto specialistico che quello della comunità parrocchiale d’appartenenza. La giovane mamma in depressione post-parto, l’uomo d’affari affetto da stress, il parroco, l’uomo che ha recentemente perso la moglie a causa di un cancro o un giovane che ha perso la fede: sono tutti esempi di persone con disagio temporaneo che possono essere paragonati ai malati mentali che devono combattere con la malattia per tutta la vita. “Il compito della Chiesa è diffondere la cultura dell’accoglienza – ha detto il vescovo ausiliare di Westminster, Bernard Longley – la paura della differenza ci può condurre a rifiutare e stigmatizzare gli altri”. Pensiero confermato anche da Sheila Hollins, presidente dell'Ordine degli psichiatri: “Molti pensano che se fossero cattolici migliori non si ammalerebbero – testimonia – credono che la malattia sia un segno di debolezza. C’è grande confusione intorno al tema della malattia mentale”. Le donazioni raccolte serviranno a finanziare la creazione di un operatore speciale per il coordinamento delle iniziative proposte dalla Chiesa cattolica britannica in questo ambito. (R.B.)

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    A Ho Chi Minh City, in Vietnam, 11 nuovi sacerdoti della Congregazione del Santissimo Salvatore

    ◊   Sei dei sacerdoti, che fanno parte della Congregazione del Santissimo Salvatore, andranno in zone di missione, tre serviranno la tradizionale missione della Congregazione di predicare sulla grazia della Salvezza, due lavoreranno con i malati di Aids e gli immigrati. Sono questi gli 11 preti ordinati da mons. Paul Tinh Nguyen Binh Tinh nella chiesa di Our Lady of Help. “La Congregazione – ha detto mons. Paul Tinh Nguyen Binh Tinh durante la cerimonia di ordinazione – lavora e vive nello spirito missionario della Chiesa. I nuovi sacerdoti - riferisce Asianews - debbono far parte e sviluppare la missione che Gesù ha affidato ai discepoli. Padre Vinh Son Pham Trung Thanh, provinciale della Congregazione, ha espresso la propria gratitudine ai sacerdoti della parrocchia, alle famiglie dei nuovi ordinati, ai benefattori ed agli amici che si sono presi cura e hanno aiutato i nuovi preti negli anni passati. I nuovi sacerdoti hanno scelto di andare in missione nelle zone più difficili del Paese per aiutare le persone che vivono in condizione precarie. (C.C.)

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    In Vietnam, l'impegno delle Suore di San Paolo di Chartres per i figli dei lebbrosi

    ◊   Donare un futuro migliore ai bambini figli di famiglie lebbrose: è la preziosa missione delle Suore di San Paolo di Chartrers nella regione vietnamita di Pleiku. All’interno del loro convento, infatti, le religiose gestiscono un centro educativo destinato ai minori che provengono da famiglie colpite dalla lebbra. Appartenenti alle minoranze etniche della zona, come i Sedang e i Jarai, questi bambini sono spesso oggetto di discriminazione sociale. Le suore offrono loro, invece, vitto, alloggio e formazione scolastica. Complessivamente, le religiose ospitano circa 160 giovani: per coloro che lo desiderano, c’è la possibilità di frequentare la scuola dalle elementari ai primi anni delle superiori. Ma oltre allo studio, i ragazzi possono approfondire le loro conoscenze religiose, praticare sport e imparare la musica. Infine, un centro di accoglienza giornaliero è in grado di curare circa 200 bambini al giorno. Le Suore di San Paolo di Chartres sono al servizio dei lebbrosi della regione dal 1962 e, al di fuori del centro educativo di Pleiku, garantiscono l’assistenza a circa 700 malati ogni giorno. (I.P.)

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    L'appello di mons. Philip Najim ad aiutare i cristiani a restare in Iraq e i profughi a tornarvi

    ◊   Il procuratore caldeo presso la Santa Sede e visitatore apostolico dei caldei per l’Europa, mons. Philip Najim, ha esortato con una certa urgenza la Chiesa e la comunità internazionale ad aiutare i cristiani iracheni a restare in Iraq perché il Paese non deve svuotarsi della presenza cristiana. Mons. Najim ha riaffermato la necessità di trovare linee di intervento comuni per alleviare le sofferenze del popolo. “Tale scelta – ha spiegato al SIR – avrebbe effetti positivi anche sugli iracheni attualmente rifugiati nei Paesi confinanti, come Siria, Giordania, Libano e Turchia. Paesi che potrebbero cominciare a programmare un rientro in patria, compatibilmente con le migliorate condizioni di sicurezza e di stabilità”. “Quanto stanno vivendo i nostri compatrioti in questi Paesi è molto grave. Sono lontani dalla loro terra, senza lavoro, senza un riconoscimento del loro status, senza casa, facili prede di gente senza scrupoli che sfrutta la loro disperazione”. Da qui la denuncia: “molte famiglie irachene, disperate, vendono i loro bambini, bambine, ragazze che poi vengono sfruttate a fini sessuali nei Paesi del Golfo. Si tratta di un grave fenomeno che non tocca solo i cristiani ma tutti gli iracheni e che deve terminare al più presto”. Per affrontare il problema degli iracheni rifugiati in Europa mons. Najim ribadisce il concetto già espresso dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, di coordinare tutte le azioni, anche diplomatiche, per trovare una soluzione utile e lungimirante. Bisogna adoperarsi per creare nuovi progetti per favorire la permanenza dei cristiani in Iraq – conclude mons. Najim – e il ritorno nel Paese dei profughi. (C.C.)

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    Concluso il seminario "Libertà religiosa: verso un islam europeo", svoltosi a Varese

    ◊   "Esiste la possibilità di costruire un Islam europeo. Ed è l’unica strada che preserverà il Vecchio continente dalle derive di fanatismo e razzismo". E’ la conclusione maturata al termine del seminario ospitato a Villa Cagnola di Gazzada, nuova tappa del percorso sulla libertà religiosa come fondamento della nuova Europa, inaugurato dal Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone lo scorso ottobre. L’editorialista e docente universitario, Khaled Fouad Allam, ha spiegato che "già in Asia centrale ed in Indonesia l’islam ha vissuto un processo di adattamento e di modifica che lo rende profondamente differente da quello del mondo arabo. Allo stesso modo può crearsi un Islam europeo, incentrato sul rispetto delle regole democratiche, basate sui principi di libertà ed eguaglianza, che avrebbero per i musulmani un immediato impatto sul rapporto uomo-donna, ad esempio". "Punto di partenza ed obiettivo insieme, questo si realizza praticando l’integrazione e coltivando l’Islam moderato e tollerante", ha affermato padre Samir Khalil Samir, gesuita egiziano, docente all’università di Beirut. Padre Samir ha parlato proprio dell’esempio libanese come mescolanza di più culture, modello che esclude i fondamentalismi per costruire una convivenza basata sul rispetto. Un percorso impegnativo che dovrà affrontare il passaggio dal dibattito accademico e fra studiosi - tutti concordi sulla necessità di questo Islam europeo - alla prova della società. In tal senso sarà fondamentale il ruolo delle comunità cristiane che – secondo mons. Luigi Mistò, esperto di relazioni fra religioni e stati - dovrebbero essere protagoniste di un dialogo come metodo, desiderose di una vera conoscenza reciproca, prerequisiti questi per realizzare una convivenza pacifica con un Islam europeo. “Assistiamo spesso ad uno scontro delle ignoranze” ha affermato mons. Mistò, “fondamentale è invece la conoscenza perché il problema della convivenza è già reale e non si può affrontare solo ignorando gli altri, ma sottolineando gli aspetti positivi che ci sono e camminando insieme nelle regole e principi fondamentali”. (Da Milano per Radio Vaticana, Fabio Brenna)

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    Messaggio dell'Apostolato spagnolo del Mare per la festa della Madonna del Carmelo, Patrona dei marinai

    ◊   In occasione della festa della Madonna del Carmelo, Patrona dei Marinai, il giorno 16 luglio, l’Apostolato spagnolo del Mare ha pubblicato un messaggio intitolato “Attraverso Maria ci giunge la Parola di Dio”. Il tema scelto – si legge nel testo, a firma di mons. Luis Quinteiro Fiuza, vescovo promotore dell’Apostolato – verte sull’argomento del Sinodo dei Vescovi che si terrà a Roma il prossimo ottobre e che rifletterà su “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Mons. Fiuza traccia un paragone fra il percorso da seguire in vita e la rotta che dovrebbe tenere una imbarcazione in mare per giungere a destinazione. “Ad una barca che mantiene una rotta ben determinata – afferma il presule - sono favorevoli tutti i venti”. In tal senso mons. Fiuza esorta le gente a conoscere il Vangelo, la verità che Cristo ha rivelato. Per questo, aggiunge il presule, “per portare avanti la nostra vita e raggiungere la Casa del Padre, la nostra meta, dobbiamo mantenere la rotta sicura della dottrina di Gesù Cristo e delle sue strade di salvezza, ovvero vivere nella fede di Chiesa”. Il vescovo spagnolo cita poi Benedetto XVI: “Il Papa – scrive il presule – ci dice che in una società assetata di autentici valori umani e che soffre per le tante divisioni e fratture, la comunità dei credenti deve essere portatrice della luce del Vangelo, con la certezza che la carità è, anzitutto, comunicazione della verità. Solo in Dio, l’uomo, che è sua creatura, trova la pace, la gioia e la vera felicità”. Quindi, il pensiero di mons. Fiuza va alle tante vittime del mare, in particolare quelle dell’ultimo anno, ed invita i fedeli a pregare per loro, ricordando il naufragio della “Nuevo Pepito Aurora”, avvenuto nel settembre 2007 a largo della Costa di Cadice o anche il sequestro della flotta della “Playa de Bakio”: “Già le condizioni di lavoro in mare sono dure – sottolinea il presule – ma ora sorgono anche altri pericoli e minacce, come l’azione criminale di gruppi di persone senza morale né principi”. In tal senso il promotore dell’Apostolato del Mare esorta le autorità spagnole a rendere migliori le condizioni di lavoro dei marinai e delle loro famiglie. A conclusione del messaggio, mons. Fiuza invoca la protezione della Madonna del Carmelo su tutta la gente del mare, marinai, pescatori, sportivi e militari. (C.C.)

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    Il 23 agosto il tradizionale pellegrinaggio dei “Tre popoli", quest'anno verso Lubiana

    ◊   Si svolgerà il 23 agosto l’edizione 2008 del pellegrinaggio dei “Tre popoli”, iniziativa voluta 26 anni fa dall’allora arcivescovo di Udine, Alfredo Battisti, per riconciliare friulani, carinziani e sloveni divisi dalla cortina di ferro. Ogni anno, scrive il SIR, il pellegrinaggio coinvolge le diocesi italiane di Udine e Gorizia, quelle slovene di Lubiana, Maribor e Capodistria e quelle austriache di Klagenfurt e Graz, una delle quali fa da ospite. Quest’anno la prescelta è l’arcidiocesi di Lubiana, all’interno della quale c’è il santuario di Brezje, nella regione della Gorenjska, poco distante da Bled, che sarà meta del pellegrinaggio dal tema “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”. “Ci recheremo a venerare l’immagine della Madonna invocata con il titolo di ausiliatrice – ha detto l’arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo – ripercorrendo il cammino di Giovanni Paolo II che vi sostò in preghiera il 17 maggio 1996, in occasione della sua prima visita al popolo sloveno”. L’arcivescovo ha infine ricollegato l’esperienza dei “Tre popoli” alla figura di San Paolo, proprio nel bimillenario dalla sua nascita, che annunciava una Chiesa “di tutti, aperta e accogliente”. (R.B.)

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    ANNO PAOLINO: la diocesi di Manila promuove incontri dedicati all’Apostolo delle genti

    ◊   In occasione dei festeggiamenti per i 2 mila anni dalla nascita di San Paolo, l’arcivescovo di Manila, cardinale Gaudencio Rosales, ribadisce la centralità e l’attualità degli scritti dell'apostolo. Essi aiutano a cogliere “l’essenza della verità che è Gesù Cristo”. In tal senso ha proposto una serie di incontri dedicati alle lettere dell’apostolo, lo scorso 30 giugno, nel corso della messa inaugurale che ha dato il via alle celebrazioni. L’iniziativa riguarda diversi centri della capitale: durante gli incontri il pubblico – composto da studenti e professionisti – ascolterà dei brani presi delle lettere del Santo, che servono poi per spiegare i bisogni e le esigenze di ciascuno nella vita di tutti i giorni. “Facciamo in modo che anche oggi – ha sottolineato il cardinale Rosales all’agenzia ASIANEWS – l’apostolo San Paolo ci parli con la sua viva voce: non dalla piazza, ma nelle scuole e negli auditorium egli ci guidi, attraverso la sua parola, a cogliere l’essenza della verità che è Gesù Cristo, morto sulla croce e risorto per noi”. L’inizio dell’Anno Paolino è stato celebrato anche nelle diverse parrocchie dell’arcidiocesi di Manila, chiedendo grazie e rivolgendo speciali intenzioni all’apostolo; ognuna di loro ha inviato una propria delegazione alla solenne celebrazione officiata dal cardinale Rosales. (C.C.)

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    Eletti i nuovi presidente e vicepresidente dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER/EBU)

    ◊   Durante l’Assemblea Generale dell’Unione Europea di radiodiffusione, di cui la Radio Vaticana è membro fondatore, sono stati eletti i nuovi presidente e vicepresidente, rispettivamente Jean-Paul Philippot, RTBF (Belgio) e Richard Sambrook, BBC (Gran Bretagna). Il primo andrà a sostituire il presidente attualmente in carica, Fritz Pleitgen ARD (Germania), che continuerà comunque a ricoprire il suo ruolo fino alla fine del 2008. Il neo eletto vicepresidente andrà invece a sostituire Boris Bergant, RTVLSO (Slovenia). La decisione di eleggere Philippot è stata presa a Budapest durante l’Assemblea Generale dell’EBU, che è stata organizzata grazie al supporto della televisione pubblica ungherese, MTV. Dopo l’elezione alla carica di presidente, Philippot ha dichiarato: “E’ stato un onore per me essere stato eletto presidente. Insieme al vicepresidente e a tutti i membri, lavoreremo per assicurare un ruolo di primo piano alle emittenti del servizio pubblico attraverso i media tradizionali e i nuovi media”. Il presidente in carica, Fritz Pleitgen, ha accolto l’elezione di Philippot e ha detto che “ci sarà ancora tanto lavoro da svolgere per portare a termine tutto il processo di riforma che è iniziato con la mia presidenza”. Lo European Broadcasting Union (EBU) è la più grande associazione di emittenti nazionali del mondo, con 75 membri attivi e 45 membri associati. L’associazione offre a tutti i membri servizi sia dal punto di vista tecnico-organizzativo che da quello legale, e coordina un crescente rifornimento di contenuti di qualità per radio, televisione e nuove piattaforme. (C.C.)

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    La Comunità di Villaregia ha scelto Cesenatico e Terracina per l’evangelizzazione sulla spiaggia dell’estate 2008

    ◊   Presto le spiagge di Cesenatico e Terracina saranno invase da “Un’onda di vita”: si chiama così, infatti, la missione di evangelizzazione 2008 a cura della Comunità missionaria di Villaregia, dal 1981 in prima linea nell’attività di evangelizzazione dei popoli che non hanno ancora conosciuto Dio e nel sostegno alle giovani chiese. Come riportato dall'agenzia Fides, questa estate la comunità, che opera in diverse città italiane e nelle periferie di metropoli dell’Africa e dell’America latina con i suoi 550 membri consacrati e 150 mila aggregati, invierà 300 giovani sul lungomare tirrenico e adriatico. Lo scopo è di sensibilizzare le persone alla causa delle ‘comedores populares di Lima’, le mense popolari che sfamano migliaia di bambini e famiglie nella capitale peruviana. I missionari spingeranno i bagnanti a recarsi nei vicini supermercati per effettuare una spesa solidale. Non solo: le giornate dell’8, 9 e 10 agosto a Cesenatico e dall’1 al 13 agosto a Terracina, saranno animate da giochi per bambini e mostre e ci sarà la possibilità di fare adorazione notturna. A questo scopo resteranno aperte fino alle 2 di notte la chiesa del Santissimo Salvatore di Terracina e quella di San Giacomo a Cesenatico. (R.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Ingrid Betancourt da Parigi smentisce le voci del pagamento di un riscatto per la sua liberazione

    ◊   Ingrid Betancourt ha smentito, oggi, che il blitz che ha portato alla sua liberazione sia stata una messinscena per nascondere il pagamento di un riscatto. "Quella che ho vissuto è stata un'operazione militare e le persone che vi hanno partecipato hanno corso rischi immensi", ha affermato l'ex ostaggio delle FARC, liberata mercoledì con un blitz militare dopo quasi sei anni e mezzo di prigionia. E a tre giorni dalla liberazione si parla già di un suo futuro impegno politico. Ma quale apporto potrebbe dare alla scena politica l’ex candidata alle presidenziali colombiane? Monia Mandracchia lo ha chiesto a Roberto Da Rin de "Il Sole 24 ore":

    R. – Ingrid Betancourt è conosciuta in tutto il mondo e ha un’immagine di donna forte che ha combattuto il narcotraffico e saputo resistere a sei anni di prigionia molto dura nella selva colombiana. L’apporto di Ingrid Betancourt potrebbe essere buono perché è una persona a cui viene riconosciuta una profonda onestà intellettuale e buone capacità politiche.

     
    D. – Alla notizia della liberazione della Betancourt, il presidente venezuelano si è chiuso nel silenzio: come mai?

     
    R. – Il presidente Chavez non è stato tra i primi a felicitarsi con Uribe, il presidente colombiano, per la liberazione di Ingrid Betancourt, ma ha rilasciato una dichiarazione di complimenti al governo colombiano. E’ vero che Chavez non ha avuto un successo pieno perché la liberazione non è avvenuta tramite i canali venezuelani, ma va chiarito che è stato Chavez, alcuni mesi fa, a consentire la diffusione del video in cui si dimostrava che la Betancourt fosse viva e quindi si riallacciassero i negoziati.

     
    D. – L’improvvisa soluzione della vicenda Betancourt può far pensare ad un ulteriore ridimensionamento del ruolo delle FARC in Colombia?

     
    R. – Le FARC attraversano un periodo di grande crisi, perché è morto il vecchio leader, Manuel Marulanda; ora, capire come andrà a finire è difficilissimo perché è una guerriglia che ha 45 anni di vita e quindi potrebbe avere le forze e i mezzi per superare questo periodo di difficoltà. Comunque, è un gruppo che negli ultimi tempi si è dedicato al narcotraffico; certamente, l’auspicio di tutti sarebbe quello di una sua sconfitta.

     
    Medio Oriente
    Le delegazioni delle diplomazie israeliana e palestinese si rivedranno tra dieci giorni a Washington, alla presenza di rappresentanti dell'amministrazione statunitense. Ne ha dato notizia oggi il portavoce del presidente dell'ANP, Abu Mazen. L'incontro servirà a rilanciare i negoziati con la speranza di arrivare ad un accordo di pace entro la fine dell'anno, prima della fine del mandato del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush. Ieri, il quotidiano "Haaretz " aveva attribuito al presidente israeliano Peres espressioni in merito alla riuscita dei negoziati. Intanto, il ministro israeliano della Difesa, Ehud Barak, ha dato ordine di demolire la casa del palestinese che mercoledì scorso si è lanciato contro un autobus di civili, a Gerusalemme. Stesso ordine anche per l’abitazione dell’uomo responsabile dell’attacco, dello scorso marzo, contro una scuola rabbinica, in cui persero la vita otto studenti.

    Libano
    La formazione di un nuovo governo in Libano dovrebbe essere imminente. E’ quanto riferisce in un comunicato della Lega Araba a firma del segretario Amr Mussa, secondo cui sarebbero stati fatti passi concreti per la composizione di un nuovo esecutivo entro i prossimi giorni. Mussa dice di aver avuto contatti intensi con diverse parti sia arabe che libanesi.

    Afghanistan
    Non si ferma la violenza in Afghanistan, dove proseguono gli scontri tra le milizie talebane e le forze della coalizione internazionale. Un raid areo statunitense, ieri, ha provocato 16 vittime. Secondo il governatore locale, i morti sarebbero civili, ma il comando USA smentisce affermando di aver colpito due veicoli con a bordo dei ribelli integralisti. Per i particolari, il servizio di Marco Guerra:

    È un Afghanistan ancora molto lontano dalla pacificazione e dalla stabilità quello che emerge dalla violente cronache di questi giorni. Sul terreno proseguono infatti i duri scontri tra le milizie talebane e le forze della coalizione NATO. Nella provincia orientale del Nuristan, 16 persone ieri hanno perso la vita a seguito di un attacco aereo statunitense. Secondo il governatore locale, i morti sarebbero dei civili, tra cui donne e bambini, che viaggiavano a bordo di due camionette. L’attaco è stato confermato anche dal comando USA che però sostiene che le vittime fanno tutte parte di un gruppo di ribelli in fuga che aveva appena attaccato una postazione militare. Altri dieci talebani sono morti, ieri sera, per lo scoppio di una bomba. Ma la violenza, in questi giorni, non risparmia neanche gli esponenti politici: nella notte un deputato del parlamento afghano è stato ucciso in un agguato nella provincia di Kandahar. Il mese di luglio conferma, quindi, quella scia di violenze che dall'inizio dell'anno, in Afghanistan ha fatto registrare il record negativo di vittime della coalizione e la morte di quasi 700 civili, il 50% in più rispetto ai primi sei mesi delle scorso anno.

     
    Iran
    Nulla di fatto sul tavolo diplomatico tra Iran e comunità internazionale in merito al programma nucleare di Theran. Ieri, Il governo di Ahmadinejad ha respinto il pacchetto di incentivi proposto dal gruppo dei 5 + 1. La risposta ufficiale è stata consegnata all’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Javier Solana, al quale è stato fatto sapere che l’Iran non intende rinunciare al suo programma di arricchimento dell’uranio, neppure a fronte di un alleggerimento delle sanzioni.

    Siria
    In Siria, venticinque detenuti sono morti durante una rivolta nella prigione di Saydnaya, a nord di Damasco. E’ quanto reso noto dall’Osservatorio siriano per i diritti dell’uomo, un’organizzazione non governativa con sede a Londra, secondo cui ci sarebbe stato uno scontro diretto fra prigionieri e forze di sicurezza. L'organizzazione nel suo sito web rende noto che gli scontri proseguono e che le guardie continuano a sparare contro i prigionieri con proiettili veri. Secondo l'Osservatorio, alcuni detenuti sono saliti sui tetti. Le autorità siriane non hanno al momento reagito a queste notizie.

    Armenia
    Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza, ieri a Erevan, in Armenia, per protestare contro il governo. I dimostranti hanno chiesto le dimissioni del presidente Serzh Sarkisian e nuove elezioni, non riconoscendo la vittoria presidenziale dello scorso febbraio. L’opposizione ritiene che il risultato sia stato truccato. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 187

     
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