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Sommario del 19/01/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa incontrando il Collegio Capranica ribadisce il primato della dimensione spirituale nella formazione dei sacerdoti. Il cardinale Ruini esprime affetto e solidarietà a Benedetto XVI dopo i fatti della Sapienza
  • Migliaia di fedeli ma anche tanti non credenti attesi domani al’Angelus in segno di solidarietà col Papa: i commenti di mons. Mauro Parmeggiani e Salvatore Martinez
  • Il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del malato 2008: nell'Eucaristia il senso salvifico del dolore, nella Vergine la Madre che consola
  • Il dolore del Papa per l'assassinio di padre Roda, il missionario oblato ucciso nelle Filippine martedì scorso
  • Il Papa riceve il presidente del Togo
  • Altre udienze e nomine
  • Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: la riflessione di padre Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Eletto il nuovo preposito generale della Compagnia di Gesù: è padre Adolfo Nicolás, 71 anni spagnolo, già Moderatore della Conferenza Gesuita dell’Asia Orientale e Oceania
  • Vigilia di elezioni a Cuba
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • In Sri-Lanka la Caritas contro l’aborto: “un’inaccettabile strage”
  • Aborti, separazioni e scarsi aiuti pubblici minano la famiglia in Spagna
  • Giovani indonesiani di diverse fedi manifestano contro la crescente intolleranza religiosa nel Paese
  • In Brasile nel 2007 è aumentata del 40% la violenza contro gli indigeni
  • Appello della Conferenza episcopale cilena per la risoluzione del conflitto Mapuche
  • Caritas Internationalis per la prima volta presente al Forum economico mondiale di Davos
  • A Damasco nuovo programma della Caritas per offrire istruzione gratuita a giovani in difficoltà
  • Preghiera speciale domani a Venezia nella Basilica di San Marco per tutti gli operai morti sul lavoro
  • Crisi economico-finanziaria per gli ospedali gestiti dalle congregazioni religiose in Italia
  • Chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione di don Umberto Terenzi
  • Il Movimento dei Focolari lancia la sua università che si chiamerà “Sophia”
  • Don Giorgio Zucchelli confermato presidente della FISC
  • 24 Ore nel Mondo

  • Libano: dure accuse a Israele dal leader degli hezbollah
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa incontrando il Collegio Capranica ribadisce il primato della dimensione spirituale nella formazione dei sacerdoti. Il cardinale Ruini esprime affetto e solidarietà a Benedetto XVI dopo i fatti della Sapienza

    ◊   Il primato della dimensione spirituale nella formazione dei futuri sacerdoti è stata sottolineata stamani dal Papa nell’udienza ai superiori e agli alunni dell’Almo Collegio Capranica di Roma, guidati dal cardinale vicario Camillo Ruini. Un incontro che si svolge tutti gli anni in prossimità della festa di Sant’Agnese, patrona del Collegio che vanta tra i suoi studenti Giacomo della Chiesa ed Eugenio Pacelli, ovvero i futuri Pontefici Benedetto XV e Pio XII. Il cardinale Ruini, nel suo saluto ha espresso affetto e solidarietà al Papa dopo le vicende che hanno portato all'annullamento della sua visita università romana della Sapienza. Il servizio di Sergio Centofanti.


    Il cardinale Ruini esprime in modo particolare la gioia di questo tradizionale incontro del Collegio Capranica col Successore di Pietro:

     
    "Padre Santo, quest'anno un tale privilegio è stato particolarmente grande e a noi gradito perchè possiamo esprimerle in maniera diretta e ravvicinata quei sentimenti di affetto per la sua persona, di filiale e totale solidarietà, di piena condivisione che pervadono l'animo della Chiesa e della gente di Roma come dell'intero popolo italiano dopo la triste vicenda consumatasi nei giorni scorsi nella più antica università di Roma. Padre Santo, il discorso che ella aveva preparato per quell'occasione è per ciascuno di noi fonte di arricchimento intellettuale e spirituale ... Padre Santo, ci benedica tutti, le vogliamo un grande bene".
     
    (applausi)

     
    Il Papa, dopo aver ringraziato il cardinale Ruini per le sue "cortesi espressioni", ha ricordato la “storia secolare” e la “lunga tradizione di fedeltà alla Chiesa e al suo supremo Pastore” dell’Almo Collegio, fondato nel 1457 dal cardinale Domenico Capranica di cui quest’anno ricorrono i 550 anni della morte. Un porporato – ha detto - “esemplare e lungimirante … che con forza e concretezza seppe sostenere l’anelito di riforma che … un secolo più tardi, avrebbe contribuito a determinare gli orientamenti e le decisioni del Concilio Tridentino”. Il cardinale Capranica – ha affermato il Papa – intuì “che la riforma auspicata non avrebbe dovuto riguardare soltanto le strutture ecclesiastiche, ma principalmente la vita e le scelte di coloro che nella Chiesa erano chiamati ad essere, a qualunque livello, guide e pastori del Popolo di Dio”. Curò quindi in modo particolare “la dimensione spirituale nella formazione dei futuri ministri” regolando “in maniera completa i diversi aspetti della formazione dei giovani alunni”:
     
    “In tal modo egli manifestò la sua attenzione per il primato della dimensione spirituale e la consapevolezza che la profondità e la conseguente perseveranza di una salda formazione sacerdotale dipendono, in maniera decisiva, dalla compiutezza ed organicità della proposta educativa”.

     
    “Queste scelte – ha proseguito il Papa - acquistano oggi un rilievo ancora maggiore, considerando le molteplici sfide con cui deve misurarsi la missione dei presbiteri e degli evangelizzatori”:

     
    “A questo proposito, in più circostanze ho ricordato a seminaristi e sacerdoti l’urgenza di coltivare una profonda vita interiore, un contatto personale e costante con Cristo nella preghiera e nella contemplazione, un anelito sincero verso la santità. Infatti, senza un’amicizia vera con Gesù è impossibile per un cristiano, a maggior ragione per un sacerdote, portare a compimento la missione che il Signore gli affida. Per il presbitero essa comporta certamente anche una seria preparazione culturale e teologica”.

     
    Benedetto XVI ha poi auspicato che la permanenza a Roma dei giovani studenti, che provengono da ogni parte del mondo, li arricchisca “di uno spirito marcatamente cattolico, con una sensibilità ecclesiale più piena e di respiro universale” facendo esperienza di “quell’intreccio di culture e mentalità che è tipico della vita odierna”. “Inoltre, la presenza nel Collegio Capranica di alunni appartenenti alla Chiesa Ortodossa di Russia – ha detto il Papa - imprime un ulteriore impulso al dialogo e alla fraternità e alimenta la speranza ecumenica”. “Coltivate un’intima relazione con l’Agnello immacolato – ha concluso il Pontefice - imitando Sant’Agnese che lo seguì fedelmente sino al sacrificio della vita”.

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    Migliaia di fedeli ma anche tanti non credenti attesi domani al’Angelus in segno di solidarietà col Papa: i commenti di mons. Mauro Parmeggiani e Salvatore Martinez

    ◊   Un momento di preghiera da vivere con gioia assieme al Santo Padre, senza strumentalizzazioni. Si prevede una Piazza San Pietro gremita di fedeli, ma anche di tanti non credenti, domani, per l’Angelus di Benedetto XVI. Intanto, di ora in ora, crescono le adesioni all’invito del cardinale vicario Camillo Ruini ad esprimere vicinanza a Benedetto XVI, dopo l’annullamento della visita a “La Sapienza”. “Non sarà un comizio”, come ha tenuto a ribadire il porporato, ma un “gesto d'affetto e di serenità, espressione della gioia che proviamo nell’avere Benedetto XVI come nostro vescovo e nostro Papa”. Al microfono di Alessandro Gisotti, il responsabile della pastorale giovanile del Vicariato, mons. Mauro Parmeggiani, mette l’accento sul significato autentico dell’Angelus di domani:


    R. - Noi vogliamo soltanto unirci a lui nella preghiera: non è una manifestazione politica, non deve essere strumentalizzata per nessun fine politico. E’ l’Angelus, quindi è una preghiera mariana alla quale partecipiamo per testimoniare la nostra vicinanza al Successore di Pietro, logicamente senza rivendicare nulla contro nessuno, senza manifestare contro qualcuno ma a favore del Papa, a favore della sua parola, del suo esempio, della sua missione.

     
    D. - Tantissimi giovani pregheranno domani all’Angelus in una dimensione di festa, in un momento di gioia, di serenità: la risposta migliore all’intolleranza manifestata nei giorni scorsi a “La Sapienza”?

     
    R. - Io direi proprio di sì: i giovani sono positivi e non dobbiamo credere che siano tutti come quei pochi giovani - e neanche tanto giovani, direi, perché guardando le immagini l’altro giorno, vedevo che in mezzo alla folla c’erano anche dei giovani abbastanza cresciuti, abbastanza "fuori corso", a mio avviso. I giovani non sono così, i giovani anzi apprezzano l’insegnamento del Papa che sa andare al cuore dei problemi e quindi è molto ascoltato dai giovani. Per cui, credo che i giovani partecipino per questo, perché sono rispettosi e perché appunto ammirano il Santo Padre.

     
    D. - Per sintetizzare, dunque, l’invito è ad andare domani a Piazza San Pietro con il Rosario in mano e non certo con bandiere di partito…

     
    R. - I credenti, con i Rosari; chi non è credente, ugualmente è invitato ad un momento di preghiera: la preghiera dell’Angelus sono tre Ave Maria intercalate dal ricordo del Verbo che si è fatto carne, quindi Dio stesso che in Cristo è entrato nella storia dell’umanità. Quindi, vogliamo essere presenti a questa preghiera di grandissimo significato ma non certo per manifestare contro qualcuno, per fare polemiche, ma deve essere una manifestazione gioiosa, serena, di affetto. In questi giorni, tanta gente che non sa neanche il ruolo che svolgo, ma solo perché mi vedevano vestito da prete, mi ha avvicinato per dire: “No, al Papa queste cose non si fanno”. Mi ha stupito sentire anche tante persone, in genere tiepide verso la Chiesa, che si sono sentite ferite, ferite nella loro "romanità", che avvertono profondamente il fatto di appartenere a Roma e all’Italia dove la cultura è profondamente cristiana.

    Tra i primi ad aderire con entusiasmo all’invito del cardinale Ruini, sono stati i movimenti ecclesiali e le parrocchie della diocesi di Roma. Al microfono di Alessandro Gisotti, il presidente di “Rinnovamento nello Spirito”, Salvatore Martinez spiega l’importanza dell’essere domani in Piazza San Pietro per ascoltare Benedetto XVI:


    R. - Un gesto filiale, un gesto d’amore verso un padre ed è anche un gesto di fraternità condivisa con quanti, e sono tanti - direi la stragrande maggioranza degli italiani - riconosce laicamente il desiderio di ascoltare una guida illuminata. Un uomo, Benedetto XVI che ha speso la sua vita per rendere la sapienza divina, la ragione umana, amica, amica vera degli uomini. Io ritengo che in un tempo che rigetta sempre più violentemente ogni forma di autorità, di paternità costituita, il Papa si erge ancora nel mondo come uno dei pochi riferimenti morali e spirituali certi e andiamo quindi numerosi in piazza per pregare con il Papa. Questa è la forma con la quale i cristiani sanno strare in comunione tra di loro e in comunione con il cielo.

     
    D. – Da questa vicenda, sicuramente triste, dell'Università "La Sapienza", può nascere però una possibilità di dialogo fecondo tra i cattolici e i laici, gli autenticamente laici?

     
    R. – Noi vogliamo riaffermare la laicità piena che è nella nostra fede, la laicità piena, umanizzante dei cattolici. La Chiesa ha promosso la vera laicità che include ogni differenza, che promuove lo sviluppo, la ricerca. Pertanto, io direi che proprio quando i cristiani sono visibilmente rifiutati, oltraggiati, non perdono la misura della loro fede, la misura della loro testimonianza, in fondo il martirio è sempre stato e rimane il sale della vita cristiana. Per questo noi ribadiamo, domenica, una responsabilità nei confronti del nostro Paese; è facile protestare mentre è molto più difficile proporre, costruire. E noi possiamo essere, dobbiamo essere per il nostro Paese questi “costruttori della civiltà dell’amore”, questi testimoni della cultura della Pentecoste. Benedetto XVI ci ha invitato a sperare e diceva che chi spera, nella sua Enciclica, è portatore di uno stile di vita nuova ed è in fondo questo, la gioia, la serenità, il desiderio di pace, di dialogo che i cristiani hanno sempre testimoniato.

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    Il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del malato 2008: nell'Eucaristia il senso salvifico del dolore, nella Vergine la Madre che consola

    ◊   “Valorizzare appieno” la coincidenza proposta dal calendario 2008 degli eventi ecclesiali che prevede, fra gli altri, la celebrazione del 150° anniversario delle apparizioni di Lourdes e il Congresso eucaristico internazionale di Québec, nel giugno prossimo. A chiederlo è Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata mondiale del malato del prossimo 11 febbraio, giorno delle apparizioni della Vergine alla grotta di Massabielle. Per il Papa, esiste una “stretta connessione” tra il “Mistero eucaristico, il ruolo di Maria nel progetto salvifico e la realtà del dolore e della sofferenza dell’uomo”. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    Da un lato, l’Eucaristia che, nel contemplare il sacrificio di salvezza di Cristo, instilla la pace nel cuore di chi, pur malato, vive il suo dolore aperto alla fede. Dall’altro lato, la Madonna, considerata da chi soffre la madre consolatrice per eccellenza. Su questo vincolo spirituale tra il sacrificio di Cristo e sua Madre, Benedetto XVI impernia il Messaggio per la Giornata mondiale del malato 2008, tradizionalmente fissata all’11 febbraio, giorno in cui la giovane Bernadette Soubirous vide apparire la “Bianca Signora” in un anfratto roccioso della campagna di Lourdes. E proprio quella Grotta, diventata un luogo di preghiera e un simbolo di speranza per milioni di malati, sarà al centro - fino all’8 dicembre di quest’anno, del Giubileo per il 150.mo delle apparizioni dell’Immacolata Concezione. Meditare su di lei, scrive il Papa nel Messaggio, offre ai malati un primo insegnamento: “Lasciarsi attrarre dal ‘sì’ che l’ha congiunta mirabilmente alla missione di Cristo, redentore dell’umanità - afferma - è lasciarsi prendere e guidare per mano da Lei, per pronunciare a propria volta il ‘fiat’ alla volontà di Dio con tutta l’esistenza intessuta di gioie e tristezze, di speranze e delusioni, nella consapevolezza che le prove, il dolore e la sofferenza rendono ricco di senso il nostro pellegrinaggio sulla terra”.

     
    Tuttavia, prosegue il Papa, “non si può contemplare Maria senza essere attratti da Cristo” e questo legame, spiega, “lo avvertiamo, in maniera misteriosa, nel Sacramento dell’Eucaristia”. Ecco perché a Lourdes, constata Benedetto XVI, la liturgia eucaristica è un “forte e costante richiamo”, insieme con le altrettanto frequenti adorazioni del Santissimo Sacramento e le benedizioni dei malati. Dunque, il tema del prossimo Congresso eucaristico internazionale in programma in terra canadese, evidenziando l’Eucaristia come “dono di Dio per la vita del mondo”, arriva a suscitare nei cristiani - afferma il Pontefice - “un’attenzione amorevole per i sofferenti e gli ammalati”, poiché l’Eucaristia “spinge ogni credente a farsi ‘pane spezzato’ per gli altri”. Dunque, “è proprio dall’Eucaristia”, riflette Benedetto XVI, che la pastorale della salute “deve attingere la forza spirituale necessaria a soccorrere efficacemente l’uomo e ad aiutarlo a comprendere il valore salvifico della propria sofferenza”.

     
    Il Papa termina il messaggio invitando anzitutto a valorizzare “appieno” quella che definisce la “felice coincidenza” tra il 150.mo anniversario delle apparizioni di Lourdes e il Congresso eucaristico internazionale. E poi, invoca la protezione di Maria su quanti, dice, sono provati dalla malattia, sugli agenti sanitari, sugli operatori della pastorale sanitaria ovvero, scrive, su “chiunque con fattiva dedizione si occupa di servire, nel corpo e nell’anima, gli ammalati e i bisognosi”. Se a Québec, conclude Benedetto XVI, “si contempla il mistero dell’Eucaristia dono di Dio per la vita del mondo, nella Giornata Mondiale del Malato, in un ideale parallelismo spirituale, non solo si celebra l’effettiva partecipazione della sofferenza umana all’opera salvifica di Dio, ma se ne possono godere, in certo senso, i preziosi frutti promessi a coloro che credono. Così il dolore, accolto con fede, diventa la porta per entrare nel mistero della sofferenza redentrice di Gesù e per giungere con Lui alla pace e alla felicità della sua Risurrezione”.

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    Il dolore del Papa per l'assassinio di padre Roda, il missionario oblato ucciso nelle Filippine martedì scorso

    ◊   Benedetto XVI rende omaggio “al coraggio e alla fedeltà" mostrata dal missionario Oblato di Maria Immacolata, padre Jesus Reynaldo Roda, ucciso nelle Filippine il 15 gennaio scorso. In un telegramma di cordoglio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa definisce padre Roda "generoso sacerdote” e lo addita come esempio per i religiosi e i fedeli in tutta la regione, specialmente per i giovani. Padre Roda, 54 anni, è stato assassinato a Tabawan, isoletta nell’arcipelago di Mindanao, una zona a maggioranza musulmana, mentre cercava di resistere a un tentativo di rapimento ai suoi danni. Condannando la brutalità dell’accaduto, il Pontefice chiede ai responsabili del gesto di “rinunciare alla violenza” e di contribuire alla “costruzione di una società giusta e pacifica, nella quale tutti possano vivere insieme in armonia”. Padre Roda lavorava nella regione da 10 anni: era parroco della chiesa del Santissimo Rosario e direttore della scuola Notre Dame, frequentata per lo più da musulmani. Il missionario oblato era molto amato dalla popolazione. "Predicava a voce alta per la pace e lo sviluppo, ma non aveva nemici" - rileva AsiaNews, che ha dato la notizia dell'assassinio. La polizia segue la pista del fondamentalismo islamico che conduce al gruppo estremista di Abu Sayyaf, vicino ad Al Qaeda, che mira a creare nel sud delle Filippine uno Stato islamico indipendente. Dall'inizio delle violenze, nel 1970, si sono registrare oltre 150 mila vittime. I religiosi sono spesso nel mirino dei guerriglieri. L'ultimo missionario rapito era stato padre Giancarlo Bossi del PIME, nell'estate dello scorso anno: allora la vicenda si era conclusa con la sua liberazione.

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    Il Papa riceve il presidente del Togo

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto oggi il presidente della Repubblica del Togo, Faure Gnassingbé, che successivamente ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, e mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.

    “Durante i cordiali colloqui – rende noto un comunicato della Sala Stampa vaticana - si è espresso compiacimento per le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e il Togo e ci si è soffermati sul contributo dei cattolici al progresso integrale del popolo togolese”. Inoltre, “sono state sottolineate la necessità di giungere ad una piena riconciliazione nazionale e la urgenza di soccorrere i numerosi rifugiati e le vittime delle inondazioni dello scorso mese di ottobre”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina anche il cardinale Sergio Sebastiani, presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede; mons. Paul Hinder, vescovo titolare di Macon, vicario apostolico di Arabia (Emirati Arabi Uniti), e mons. Paul Dahdah, arcivescovo titolare di Are di Numidia, vicario apostolico di Bairut (Libano), in visita "ad Limina Apostolorum". Il Santo Padre riceverà questo pomeriggio il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

    Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kimbe (Papua Nuova Guinea), presentata da mons. Alphonse Liguori Chaupa, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

    In Italia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Parma presentata da mons. Silvio Cesare Bonicelli, per raggiunti limiti di età. Gli succede il rev. Enrico Solmi, del clero dell’arcidiocesi di Modena - Nonantola, finora responsabile diocesano della pastorale familiare e direttore dell’Ufficio regionale di pastorale familiare dell’Emilia Romagna. Il rev. Enrico Solmi è nato a San Vito di Spilamberto, provincia e arcidiocesi di Modena, il 18 luglio 1956. Ha frequentato il Seminario minore, poi quello maggiore di Modena ed ha completato la formazione sacerdotale nell’Istituto interdiocesano di Reggio Emilia. È stato ordinato presbitero il 28 giugno 1980 a Modena. Inviato a Roma a perfezionare gli studi, ha conseguito il dottorato in Teologia Morale presso l'Accademia Alfonsiana e la specializzazione in bioetica presso l'Università Cattolica. Dal 1986 è insegnante di teologia morale presso lo Studio Teologico interdiocesano di Reggio Emilia e dal 1987 presso l'Istituto di Scienze religiose di Modena. Nel 1991 ha ricevuto l’incarico di delegato arcivescovile per la pastorale familiare e dal 1996 dirige il Centro diocesano per la pastorale familiare. Nel 2005 è stato nominato vicario episcopale. È stato, inoltre, vicario parrocchiale a San Felice sul Panaro e a Santa Rita. Attualmente è anche direttore dell'Ufficio regionale di pastorale familiare dell'Emilia Romagna.

    Infine, il Papa ha nominato vescovo di Maumere (Indonesia) mons. Gerulfus Kherubim Pereira, S.V.D., finora vescovo di Weetebula (Indonesia).

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    Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: la riflessione di padre Lombardi

    ◊   Secondo giorno oggi della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Ieri il Papa, ricevendo una delegazione ecumenica della Finlandia, ha affermato che è lo Spirito Santo a guidare i discepoli di Gesù lungo la strada verso la piena comunione e che è dunque la preghiera "la porta regale dell'ecumenismo". Ascoltiamo in proposito il commento del nostro direttore padre Federico Lombardi:


    “Pregate continuamente” è il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Quest’anno si ricorda il centenario dell’istituzione dell’Ottavario di preghiera, poi diventato Settimana, celebrato appunto la prima volta dal 18 al 25 gennaio 1908. Da allora il movimento ecumenico ha fatto un lungo cammino, ma la sua anima profonda rimane sempre la preghiera: perché l’unione dei cristiani non può essere che un dono di Dio, da domandare con costanza ed insistenza.

     
    La preghiera dona la forza di lasciarsi plasmare dall’azione di Dio, che ci purifica e ci dà la sua grazia per obbedire al suo piano di salvezza. La preghiera cambia la mentalità ed aiuta i cristiani a considerare gli altri fratelli, figli dello stesso Padre. La preghiera educa ed accompagna, propone e trasmette la verità, la luce, la vita, l’amore che è Cristo, Salvatore dell’umanità.

     
    L’appuntamento ecumenico di gennaio è divenuto una prassi comune di tutte le confessioni cristiane, ed è di grande importanza per la riconciliazione, la fratellanza e l’unità dei cristiani, per la realizzazione della preghiera di Gesù: “perché tutti siano uno”. Il testo ispiratore di quest’anno è tratto dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi (1 Ts 5, 17) e ribadisce appunto il ruolo essenziale della preghiera nella comunità cristiana: “pregate continuamente”. Sottolinea che la vita della comunità cristiana è realmente esultante e prospera solo attraverso una vita di preghiera, che contribuisce alla sua crescita spirituale, morale, sociale e culturale, e costruisce ponti di amore, di pace e di speranza. Una più profonda e vera unione con Dio è la via più sicura per rifondare e ricreare l’unione fra tutti i credenti in Cristo.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Cuore e ragione. In prima pagina l'editoriale del direttore sull'Angelus di domani, che avrà un significato speciale dopo le vicende che hanno portato alla mancata visita del Papa alla Sapienza.

    In cultura, Luca Possati recensisce la nuova edizione aggiornata del libro di Joseph Ratzinger su san Bonaventura.
    Un contributo di Pietro Messa, preside della Scuola superiore di studi medioevali e francescani.
    Proposti brani del volume tratti dalla prefazione all'edizione americana, dai capitoli primo e terzo, e dalle conclusioni.

    Mons. Inos Biffi sull'inno di Ambrogio a Sant'Agnese, una femminista del quarto secolo, della quale lunedì ricorre la memoria liturgica.

    Nell'informazione internazionale, due articoli di approfondimento sulla situazione in Africa e in Iraq di Pierluigi Natalia e di Gabriele Nicolò.

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    Oggi in Primo Piano



    Eletto il nuovo preposito generale della Compagnia di Gesù: è padre Adolfo Nicolás, 71 anni spagnolo, già Moderatore della Conferenza Gesuita dell’Asia Orientale e Oceania

    ◊   Lo spagnolo padre Adolfo Nicolás è il nuovo preposito generale dei Gesuiti. Ad eleggerlo, stamani, la 35.ma Congregazione generale della Compagnia di Gesù. Gli elettori riuniti a Roma erano in tutto 217, con una maggioranza di 109 voti richiesta per la nomina. Il nome del nuovo preposito è stato immediatamente comunicato al Papa. Padre Nicolás succede a padre Peter-Hans Kolvenbach. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Padre Adolfo Nicolás, 71 anni, è il 29.mo successore di Sant’Ignazio di Loyola alla guida della Compagnia fondata nel 1540, che oggi conta oltre 19 mila membri e serve la Chiesa in 112 nazioni e 5 continenti. Nato il 29 aprile del 1936 a Palencia, in Spagna, il nuovo preposito generale dei Gesuiti è entrato nel 1953 nel noviziato di Aranjuez della Provincia Toletana. Dopo la Licenza in Filosofia, in Spagna, il successore di Sant’Ignazio ha studiato teologia a Tokyo, dal 1964 al 1968. Proprio nella capitale nipponica, viene ordinato sacerdote il 16 marzo 1967. Nel 1971 consegue un Master in Teologia Sacra alla Pontificia università Gregoriana e nello stesso anno diventa professore di Teologia Sistematica alla Sophia University di Tokyo.

     
    Dal 1978 al 1984, padre Nicolás ricopre l’incarico di direttore dell’Istituto Pastorale di Manila. Successivamente, dal 1991 al 1993, è Rettore dello Scolasticato di Tokyo. Quindi, dal 1993 al 1999 Provinciale della Provincia di Giappone. Ultimo incarico, prima dell’elezione a preposito, è quello di Moderatore della Conferenza Gesuita dell’Asia Orientale e Oceania, che padre Nicolás ha rivestito dal 2004 al 2007. Padre Nicolás parla 5 lingue: spagnolo, giapponese, inglese, francese ed italiano. Domani, alle ore 16, i padri della Congregazione generale concelebreranno una Messa di ringraziamento nella Chiesa del Gesù.

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    Vigilia di elezioni a Cuba

    ◊   Domani oltre 8 milioni di cubani sono chiamati alle urne per rinnovare l’Assemblea nazionale. Organismo che definirà prossimamente la presidenza del Consiglio di Stato. Il servizio di Luis Badilla:

     
    Fidel Castro, al contrario di quanto si pensava, alla fine ha presentato la sua candidatura e, dunque, potrà essere ancora confermato presidente. A questo punto però si pone un problema rilevante: fino a quando suo fratello Raúl potrà essere capo di Stato ad interim, carica che ormai ricopre da 18 mesi? E’ chiaro che Fidel non è in grado di tornare alla pienezza delle sue funzioni per gravi motivi di salute ma è ugualmente chiaro che il suo sostituto non può portare avanti un incarico provvisorio a tempo indeterminato. La soluzione potrebbe arrivare nelle prossime settimane dalla nuova Assemblea nazionale, cioè da una riforma costituzionale che dovrebbe consolidare il potere esecutivo di Raúl in una cornice definitiva, lasciando al presidente Fidel Castro un ruolo quasi “monarchico” ma simbolico. Tutti i candidati, se vogliono evitare il ballottaggio, devono superare al primo turno il 50 per cento dei voti ma andare alla urne a Cuba non è obbligatorio. Negli ultimi dieci anni, i votanti non sono mai stati al di sotto del 95 per cento. Nello scorso mese di ottobre, nelle elezioni municipali sono stati eletti anche 1.291 membri alle Assemblee provinciali. Domani dunque si completerà un lungo e complesso processo elettorale nel quale partecipano solo candidati del partito unico, il Partito Comunista, che però al suo interno da diversi anni aveva avviato la cosiddetta “selezione dei migliori”. Domenica le 14 Assemblee del potere popolare si costituiranno formalmente e dovranno eleggere il presidente, il vice e il segretario. Intanto il leader cubano Fidel Castro ha detto di essere troppo debole per parlare in pubblico, 17 mesi dopo un'operazione chirurgica che lo ha costretto a cedere il potere a suo fratello. La lunga convalescenza di Castro - apparso per l'ultima volta in pubblico il 26 luglio 2006 - ha fatto aumentare le speculazioni su un eventuale suo ritiro dalla vita politica, che potrebbe essere annunciato a marzo. Il leader 81enne è apparso debole nelle immagini televisive, diffuse dalla tv cubana, che lo ritraevano martedì scorso in un incontro con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa seconda Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Giovanni il Battista, vedendo Gesù venire verso di lui, dice:

    «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui … che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».
     Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    La Legge, afferma san Paolo, è stata per noi come un pedagogo che ci ha condotti per mano fino a Cristo (Gal 3, 24s). Nella celebrazione annuale della Pasqua ebraica c’era l’agnello, il cui sangue aveva fatto sì che l'Angelo sterminatore “passasse oltre”. Così anche nella celebrazione dello Yom kippur, del giorno dell’Espiazione, il Sommo Sacerdote, dopo aver immolato l’agnello, metteva a contatto il suo sangue con l'oro del coperchio dell’Arca dell'Alleanza. Quando Giovanni il Battista quel giorno, sulle rive del fiume Giordano, additando Gesù disse: “Ecco l’agnello di Dio!” il popolo d’Israele conobbe la verità di quel che da lunghi secoli stava già celebrando. É Gesù l’Agnello. É Lui che, secondo il duplice significato del verbo usato da Giovanni, “prende su di sé” e “toglie via” il peccato del mondo. É Lui l’Agnello del riscatto, l’Agnello mite e mansueto. É Lui che entra nel Santuario del Cielo e passa attraverso, non il “velo” di stoffa del tempio di Gerusalemme, ma il “velo” che è il Suo corpo (Eb 10, 20). É Lui l’Agnello di fronte al quale i ventiquattro anziani si prostrano e che riceve come sua Sposa la Chiesa, è ancora Lui la luce della città dei santi, la Gerusalemme celeste (Ap 21, 23). É a Lui che noi continuiamo a gridare, insieme allo Spirito: Vieni!

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    Chiesa e Società



    In Sri-Lanka la Caritas contro l’aborto: “un’inaccettabile strage”

    ◊   Sono 700 al giorno gli aborti praticati in Sri Lanka, 250mila l’anno. Contro “questa strage inaccettabile” si batte in prima fila la Caritas locale, che trova l’appoggio anche delle altre strutture religiose. Con diversi programmi e iniziative l’organizzazione cattolica cerca prima di tutto di sensibilizzare le donne sul tema dell’interruzione di gravidanza, portandole a conoscenza anche delle alternative possibili e dei modi per evitarla. Tra le cause principali che spingono all’aborto vi sono “l’ignoranza, un’errata vita sessuale e una scarsa conoscenza del problema”, ha affermato p. Damian Fernando della Caritas locale all’interno di un recente incontro sulla questione dell’aborto in Sri-Lanka. “Di tutti gli aborti praticati – ha proseguito padre Fernando - il 94 per cento riguarda donne sposate, e il 4 per cento sono studentesse”. “E’ molto importante sensibilizzare le donne sul lato oscuro dell’aborto, sulle tecniche usate, sulle conseguenze psicologiche e spiegare con chiarezza che si tratta di un omicidio”, hanno aggiunto il metodista Sisil Oscar e il monaco buddista Rathanajothi Thero presenti all’incontro. Gli incontri anti-aborto andranno avanti in altre diocesi. Suor Kathleen Fleming, del desk Donne della Caritas, lancia un appello perché “tutti proteggano la vita”. Ricorda infine che “in tutto il Paese vi sono case gestite dalla Chiesa che accolgono i bambini indesiderati e se ne prendono cura”, senza bisogno di ucciderli. (C.C.)

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    Aborti, separazioni e scarsi aiuti pubblici minano la famiglia in Spagna

    ◊   Pubblicato nei giorni scorsi a Madrid dall’Istituto di Politica Familiare (IPF) il “Resoconto sull’evoluzione della famiglia in Spagna 2007” che denuncia la crisi dell’istituzione familiare imputandola tra l'altro all’incremento degli aborti. Secondo il rapporto, dal 1985, anno della legalizzazione della pratica, ne sono stati eseguiti più di un milione mentre ogni anno se ne registrano più di 100 mila. L’IPF ritiene difficile realizzare un vero ricambio generazionale: nel 2006 sono nati circa 90 mila bambini in meno rispetto al 1980, con un calo del 15,7%, nonostante l’incremento della popolazione, che, dal 1908 al 2006, è passata da 37 a 45 milioni di persone. Nello stesso tempo – aggiunge il documento – la Spagna continua ad invecchiare: uno spagnolo su sei ha più di 65 anni e il 5% della popolazione supera gli 80 anni. In questo quadro il numero di matrimoni diminuisce, mentre le separazioni sono aumentate dell’81% tra il 1996 e il 2006. Si calcola che si rompa un matrimonio ogni 6 minuti, con i divorzi che hanno superato quota un milione in Spagna: dal 2005, quando si è introdotto il ‘divorzio lampo’, al 2007 si è giunti a quasi 350 mila casi, raggiungendo in soli 27 mesi la stessa cifra ottenuta nei 102 mesi precedenti. Data questa situazione l’IPS non ha dubbi: serve “una vera politica integrale della famiglia, non esclusivamente assistenziale, che promuova la famiglia come istituzione, aiutando i genitori ad avere i figli che desiderano, integrando in modo realmente umano e costruttivo i diversi ambiti di sviluppo lavorativo e familiare”. Secondo le proposte dell’Istituto serve un ministero per la Famiglia per destinare maggiori risorse in questo ambito, seguendo lo spirito della Costituzione e allineando la Spagna agli standard europei. (E. B.)

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    Giovani indonesiani di diverse fedi manifestano contro la crescente intolleranza religiosa nel Paese

    ◊   Giovani cristiani, indù e musulmani di una trentina di associazioni giovanili indonesiane hanno manifestato nei giorni scorsi per dire basta alle violenze a sfondo religioso che hanno segnato il Paese nell’anno appena trascorso e per riaffermare il principio della pacifica convivenza tra le religioni. “Siamo differenti ma siamo sempre indonesiani”, “le religioni sono contro la violenza”, “l’Indonesia non è uno Stato confessionale” sono stati alcuni degli slogan risuonati per le strade della città di Yogykarta, a sud-est di Giakarta. Le 30 associazioni, tra cui la “Gioventù cattolica”, hanno deciso di costituire l’Alleanza per un’Indonesia pacifica (AJI Damai) e diffuso una dichiarazione in cui chiedono al presidente della Repubblica Susilo Bambang Yudhoyono “di garantire il pluralismo religioso sancito dalla Costituzione e la libertà di fede di tutti i cittadini” e di “difendere l’unità della Nazione, senza piegarsi alle pressioni di movimenti che considerano altri gruppi come sette deviate legittimando i propri atti di violenza in nome della religione”. In questi ultimi anni si sono moltiplicati in Indonesia gli atti di intolleranza. Tra i bersagli anche i cristiani. Secondo un recente rapporto della Conferenza episcopale e delle Chiese protestanti indonesiane fra il 2004 e il 2007, 108 edifici cristiani, muniti di regolare autorizzazione per il culto, hanno ricevuto minacce o sono stati costretti a chiudere i battenti a causa delle manifestazioni di gruppi fondamentalisti. I musulmani in Indonesia sono circa l’85 per cento della popolazione di 220 milioni di abitanti, mentre i cristiani rappresentano in totale il 10 per cento di essa. I cattolici sono circa 6 milioni. (L. Z)

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    In Brasile nel 2007 è aumentata del 40% la violenza contro gli indigeni

    ◊   In Brasile lo scorso anno la violenza contro gli indigeni è aumentata del 40% rispetto al 2006. Nel 2007 infatti sono stati uccisi 76 indigeni, mentre l’anno precedente 48. A diffondere questi dati, in attesa del rapporto annuale che verrà diffuso in aprile, è il CIMI, il Consiglio indigenista missionario, organismo legato alla Conferenza episcopale brasiliana. Il numero di omicidi registrato nel 2007 è “il maggiore in assoluto”, secondo quanto riporta l’agenzia Sir. Nel solo Mato Grosso del Sud sono state assassinate 48 persone, con un aumento del 150% rispetto al 2006. Per Roberto Liebgott, vicepresidente del CIMI, le ragioni dell’inasprimento della violenza vanno ricercate nella “negligenza del governo federale rispetto alla realtà indigena, che non demarca, né protegge le terre di questi popoli”. Per esempio, i popoli Guarnì, Kaiowà e Dourado, sono complessivamente 12 mila e vivono in un area di 3000 ettari: uno spazio ridotto che provoca una situazione di “confinamento che acutizza i conflitti interni”. Perciò, al fine di diminuire la densità abitativa, il CIMI ha chiesto alla Fondazione nazionale dell’indigeno (FUNAI), un organismo legato al governo, di demarcare le 32 aree che appartengono tradizionalmente al popolo Dourado. Tuttavia, nella regione amazzonica, esistono più di 40 popoli che vivono isolati, dimenticati anche dal governo. (E. B.)

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    Appello della Conferenza episcopale cilena per la risoluzione del conflitto Mapuche

    ◊   Nella sua dichiarazione “La pace nell’Araucanía, frutto della giustizia”, il presidente della Conferenza episcopale cilena, mons. Alejnadro Goic Karmelic, manifesta l’invito della Chiesa cattolica a cercare una soluzione nel conflitto Mapuche. Per il presule la situazione è molto complessa, tanto che nasce “in un contesto di ignoranza, di pregiudizi e discriminazione verso gli indigeni, dove le politiche si sono dimostrate inadeguate e vige una forte strumentalizzazione da parte di alcune persone che ostacolano i possibili accordi di pace con agitazioni e violenze”. Inoltre “la preoccupazione per il popolo mapuche, che ampi settori della cittadinanza dicono di nutrire, non viene accompagnata da uno sforzo reale di ascolto della voce dei suoi rappresentanti, anche al fine di comprendere la loro cultura”. In tal senso si è espresso anche il vescovo di Tecumo, mons. Manuel Camilo Vial, dicendo che “il conflitto mapuche è essenzialmente un problema culturale, poiché nella zona esistono diversi popoli che devono convivere insieme; non solo il cileno e l'indigeno, ma sono presenti anche il tedesco, l'ebreo e l'arabo”. E’ importante perciò “cercare di favorire la conoscenza reciproca anche con il popolo mapuche, conoscere le sue abitudini e il suo modo di interpretare le questioni giuridiche. A livello nazionale essi si sentono infatti cileni, ma vogliono comunque conservare la loro identità mapuche”. (C.C.)

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    Caritas Internationalis per la prima volta presente al Forum economico mondiale di Davos

    ◊   Per la prima volta Caritas Internationalis, la confederazione che riunisce 162 realtà cattoliche di tutto il mondo, parteciperà al Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera, dal 23 al 27 gennaio e chiederà ai leader politici ed economici di impegnarsi sui temi dei “cambiamenti climatici, la povertà e lo sviluppo, il governo globale, le migrazioni, il dialogo interreligioso e la pace”. Il Forum di Davos è stato più volte accusato dalle organizzazioni non governative di essere un luogo di decisioni dei potenti sulle spalle dei poveri. In alternativa, le organizzazioni della società civile hanno creato il Forum sociale mondiale, che quest’anno si svolgerà il 26 gennaio in oltre 110 città. Proprio per questo, la Caritas Internationalis ha deciso di prendervi parte: vuole infatti dimostrare - ha detto il segretario generale dell'organismo Lesley-Anne Knight - che “la sua presenza è un’eccellente opportunità per fare in modo che i poveri del mondo non siano dimenticati quando i leader politici ed economici pianificano il nostro futuro”. Knight assicura che cercherà “ogni occasione per chiedere ai leader del mondo, in particolare a quelli delle nazioni più ricche, di onorare gli impegni di raggiungere gli Obiettivi del Millennio entro il 2015”. (C.C.)

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    A Damasco nuovo programma della Caritas per offrire istruzione gratuita a giovani in difficoltà

    ◊   Sono oltre 450 le ragazze irachene che potranno usufruire del servizio gratuito di istruzione offerto dalla Caritas siriana a Damasco. Si tratta degli “Education Courses” che offrono lezioni di informatica, inglese e ripetizioni delle materie scolastiche per profughe musulmane e cristiane che, spesso, a causa di difficoltà economiche e della mancanza di posti nelle scuole pubbliche, sono costrette a lavorare in condizioni di sfruttamento, fino alla prostituzione. I profughi iracheni in Siria sono attualmente più di un milione secondo l’ACNUR, l’Alto Commissariato per le Nazioni Unite per i rifugiati e di questi l’80 per cento è concentrato nella capitale, Damasco. Il sovraffollamento rende serio e urgente il problema dell’istruzione: nelle scuole ci sono oltre 40 bambini a classe e molto spesso gli ultimi arrivati non trovano posto. Per questo motivo è nata l’iniziativa degli “Education Courses”, grazie al sostegno dell’UNICEF. Le studentesse vengono divise in due categorie e il programma si articola in cicli di sei settimane. Per le lezioni la Caritas ha affittato alcune stanze nella cattedrale siro-cattolica nel quartiere di Bab Sharki, nella città vecchia. Il costo del progetto è di circa 50 mila dollari ogni sei mesi, sostenuti grazie ai finanziamenti dell’ACNUR a cui la Caritas presenta regolarmente proposte e rapporti sulle necessità più urgenti. Questa iniziativa degli “Education Courses” è solo una delle ultime iniziative della Caritas a Damasco per affrontare la crisi umanitaria che colpisce i profughi iracheni. (C.C.)

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    Preghiera speciale domani a Venezia nella Basilica di San Marco per tutti gli operai morti sul lavoro

    ◊   I morti sul lavoro, in particolare Paolo Ferrara e Denis Zanon, i due operai deceduti ieri a Porto Marghera, saranno ricordati con una speciale preghiera durante la Messa di domani pomeriggio, nella Basilica di San Marco, che il Patriarca di Venezia, Angelo Scola, concelebrerà in occasione della 28 esima edizione della Festa diocesana della famiglia. “Durante la Messa di quest'anno - ha anticipato mons. Silvio Zardon, responsabile diocesano della pastorale per gli sposi e la famiglia - desideriamo ricordare in modo particolare le vittime delle numerosissime tragedie avvenute nel campo del lavoro: sono stati ben 1047 i caduti in Italia nell’ultimo periodo". Intanto "vicinanza e solidarietà” alle famiglie dei due operai è stata espressa dal Patriarcato di Venezia in una nota firmata da mons. Fabio Longoni, delegato per l’azione sociale e il lavoro, e da mons. Dino Pistolato, delegato per l’azione caritativa e responsabile per i lavoratori del Porto di Venezia. In particolare – si legge nella nota riportata dall’agenzia Sir - “auspichiamo che questi incidenti non vengano archiviati senza provocare una più profonda e seria verifica delle condizioni di lavoro, a rischio per tanti operai, e quindi una decisa assunzione di responsabilità da parte di coloro che hanno il compito del controllo delle misure di sicurezza, in modo che non si verifichino mai più tali tragedie”. (E. B.)

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    Crisi economico-finanziaria per gli ospedali gestiti dalle congregazioni religiose in Italia

    ◊   I responsabili delle congregazioni religiose che gestiscono ospedali, case di cura e centri di riabilitazione in Italia, stanno protestando in questi giorni a causa della grave crisi economico-finanziaria in cui versano le loro strutture. Padre Pietro Cicinelli, superiore della provincia romana dei Fatebenefratelli, l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, si è espresso in tal senso: “Gli ospedali retti da associazioni religiose sono stati posti dallo Stato sullo stesso piano delle strutture pubbliche e sono stati previsti per tali centri sanitari criteri di finanziamento identici a quelli per il pubblico”. L’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio solo in Italia conta 20 strutture sanitarie e socio-assistenziali, tra le quali 9 ospedali classificati, ossia retti da congregazioni religiose, ed un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Secondo padre Cicinelli la crisi finanziaria è diventata inarrestabile dal 1995, anno in cui si è deciso di cambiare il sistema di finanziamento degli ospedali classificati. “Tra i motivi principali - secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire nelle parole di padre Cicinelli – c’è la mancata copertura degli oneri per i rinnovi biennali dei contratti di lavoro del personale degli ospedali classificati e il mancato adeguamento, almeno triennale, delle tariffe previste per le prestazioni erogate”. Alla preoccupazione dei Fatebenefratelli si è aggiunta quella dei Camilliani, altro storico ordine ospedaliero, fondato da San Camillo de’ Lellis. “Se dovesse continuare così per tutto il 2008 le nostre strutture saranno costrette a licenziare dipendenti e chiudere le strutture”, ha detto padre Emilio Blasi, direttore della Casa di Cura Villa Immacolata, in provincia di Viterbo. (C.C.)

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    Chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione di don Umberto Terenzi

    ◊   Si è conclusa ieri nell’aula della Conciliazione del Palazzo del Vicariato di Roma la fase diocesana della causa di beatificazione di don Umberto Terenzi. Il sacerdote nato a Guardino, nel Frusinate, nel 1900, fu il primo rettore e parroco del Santuario della Madonna del Divino Amore, situato nelle campagne a sud della capitale. I documenti e le testimonianze raccolte dalla commissione dell’inchiesta diocesana, avviata il 23 gennaio 2004, passano ora alla Congregazione delle Cause dei Santi che curerà la seconda fase del processo di beatificazione. Alla cerimonia, presieduta dal cardinale vicario della diocesi di Roma, Camillo Ruini, hanno partecipato i sacerdoti e le suore appartenenti agli ordini fondati da don Terenzi, figli oblati e figlie della Madonna del Divino Amore, presenti oggi in Italia, Francia Colombia, Nicaragua, Brasile, Perù, Filippine e India. (E. B.)

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    Il Movimento dei Focolari lancia la sua università che si chiamerà “Sophia”

    ◊   Al via il prossimo autunno l’Istituto universitario “Sophia”, nato da un’intuizione della fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich, e promosso da un gruppo internazionale di docenti. Il nuovo istituto è stato ufficialmente eretto dalla Santa Sede con decreto del 7 dicembre 2007. L’Istituto, con sede a Loppiano (Firenze), "cittadella" del Movimento, a partire dall'anno 2008/2009, offrirà un master di due anni in “Fondamenti e prospettive di una cultura dell’unità”. In questa fase iniziale sono previsti 50 studenti circa ogni anno. Preside dell’Istituto è don Piero Coda, attualmente professore di Teologia sistematica presso l’Università Lateranense di Roma. Il decreto di erezione è firmato dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, che, nella lettera a Chiara Lubich che lo accompagna, esprime i suoi auguri per “questo importante progetto, ben radicato nella tradizione accademica ma nel contempo coraggioso e prospettico”. Su questo nuovo Istituto accademico si è pronunciato anche il cardinale segretario Tarcisio Bertone, in occasione di un incontro con i sacerdoti diocesani del Movimento dei Focolari, definendolo “un dono per la Chiesa e per la società del nostro tempo”. (E. B.)

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    Don Giorgio Zucchelli confermato presidente della FISC

    ◊   Don Giorgio Zucchelli, direttore del settimanale diocesano di Crema, "Il Nuovo Torrazzo", è stato confermato presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici (FISC), cui aderiscono 168 testate diocesane. Zucchelli è stato rieletto, per il prossimo triennio, dal Consiglio nazionale che si è riunito ieri a Roma per la prima volta dopo l’assemblea nazionale elettiva FISC dello scorso novembre. Nell’occasione Zucchelli ha dichiarato che l’impegno più importante da portare avanti nei prossimi tre anni è quello della promozione dei “valori non negoziabili” che il magistero del Papa ci ha proposto e ci propone costantemente. Ha proseguito poi commentando che la vicenda dell’Università La Sapienza di Roma ha dimostrato drammaticamente il degrado culturale e democratico nel quale versa l’Italia. I fedeli, secondo Zucchelli, sono chiamati a difendere non solo il pluralismo dell’informazione, ma anche la libertà di espressione e i valori tipici del popolo italiano le cui radici culturali affondano nel cristianesimo. “Le sfide” che attendono la FISC nel prossimo triennio per Zucchelli sono la formazione culturale permanente dei direttori e dei collaboratori dei giornali; il rilancio dei settimanali seguendo la linea lanciata al Convegno di Verona di un settimanale per ogni diocesi; e la necessità, infine, di promuovere iniziative stabili di sinergia tra i media di ispirazione cristiana per creare un’area informativa forte e protagonista in Italia. (C.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Libano: dure accuse a Israele dal leader degli hezbollah

    ◊   A distanza di un anno, il leader hezbollah in Libano, Nasrallah, è riapparso in pubblico, alla periferia di Beirut, per assistere alla festività sciita dell’Ashura. Parlando alla folla, ha nuovamente attaccato Israele, colpevole a suo giudizio di aver imposto l’isolamento ai “fratelli palestinesi” chiudendo i valichi nella Striscia di Gaza. Il nostro servizio:


    Parole dure e pesanti sono quelle dette da Nasrallah, il super ricercato da Israele dopo il conflitto del 2006. Nel suo discorso, pronunciato a Beirut nell’ultimo giorno della festività sciita dell’Ashura, ha sfidato lo Stato ebraico parlando dei cadaveri di soldati israeliani nelle mani di Hezbollah e di un possibile scambio di prigionieri. Nasrallah è intervenuto anche sulla situazione nella Striscia di Gaza, facendo appello ai “governanti arabi” per “intervenire direttamente” e rompere l’assedio imposto ai “fratelli palestinesi”. Il riferimento è alla decisione di Israele di impedire l’accesso a Gaza anche alle organizzazioni umanitarie. Una misura presa in risposta al continuo lancio di razzi Qassam verso la città di Sderot. Nel suo atteggiamento di sfida, il leader Hezbollah ha affermato che “la resistenza islamica ha tutti i mezzi necessari” per fronteggiare qualsiasi attacco di Israele. “Non esiteremo un istante - ha detto - a rispondere con un'offensiva che muterà il destino di tutta la regione”. L’ultima volta che Nasrallah era stato visto risaliva ai giorni successivi al cessate-il-fuoco con Israele, nel 2006, quando aveva radunato i suoi fedeli per “celebrare la vittoria sul nemico sionista”.

    Medio Oriente
    Ancora raid israeliani nella Striscia di Gaza: due militanti di Hamas sono rimasti uccisi in due diverse azioni. Alcuni testimoni, hanno riferito inoltre di una nuova incursione ebraica con una decina di carri armati. Intanto, Hamas ha fatto appello al governo egiziano perché intervenga con quello israeliano per revocare il provvedimento di chiusura dei valichi nella Striscia di Gaza, deciso in risposta al continuo lancio di razzi Qassam, e consentire così l’ingresso di aiuti umanitari.

    Iraq-violenza
    In Iraq, a Kerbala, città santa sciita, sono massime le misure di sicurezza per la celebrazione dell’Ashura, festività che ricorda il martirio dell’imam Hussein. Sono attesi nella zona almeno due milioni e mezzo di fedeli. Intanto, nell’Iraq meridionale imperversano gli scontri tra le forze di sicurezza e i miliziani di una setta messianica. A Bassora e Nassiriya, sono 74 le vittime ed un centinaio i feriti.
     
    Pakistan
    E’ stato arrestato ieri sera, nel nord del Pakistan, un ragazzino di 15 anni, sospettato di essere coinvolto nell’attentato di Rawalpindi, nel quale ha perso la vita l’ex premier Benazir Bhutto. Sarebbe uno dei componenti del commando costituto da 5 persone ed entrato in azione il 27 dicembre scorso. Il giovane era pronto a compiere un attentato suicida per la ricorrenza della Ashura. Intanto, prosegue l’offensiva delle forze pakistane nella turbolenta regione del Waziristan, al confine tra il Pakistan e l’Afghanistan. Almeno 40 miliziani islamici sono stati catturati dalle truppe di Islamabad, dopo che altri 90 erano stati uccisi soltanto ieri in due diverse battaglie. Combattimenti si sono registrati anche nella zona di Ladha. Lunedì prossimo, il presidente pakistano, Pervez Musharraf, è atteso a Bruxelles per una serie di incontri con i rappresentanti delle istituzioni europee.
     
    Afghanistan
    Al confine con il Pakistan, nella provincia di Kunar, le forze afghane e della coalizione hanno ucciso 20 talebani mentre almeno una decina sono rimasti feriti. I ribelli avrebbero oltrepassato il confine per lanciare attacchi contro obiettivi militari.

    Spagna-terrorismo
    Vasta operazione contro il terrorismo islamico in Spagna. Quattordici persone sono state arrestate a Barcellona dalla polizia: con ogni probabilità stavano preparando un attacco dinamitardo nella città spagnola. Numerose le perquisizioni effettuate: le forze dell’ordine hanno requisito bombe, esplosivi e altro materiale per confezionare ordigni.
     
    USA-primarie
    Due nuove tappe per i candidati alla Casa Bianca. In programma, oggi, le primarie repubblicane in South Carolina mentre le democratiche sono fissate per il 26 gennaio. Nella corsa resta favorito John McCain a seguire Mike Huckabee e Mitt Romney. In Nevada, è giorno di “caucus”: le assemblee del partito democratico. Nuovamente di fronte i due candidati più accreditati: l’ex firts lady Hillary Clinton e il senatore dell’Illinois Barack Obama.

    Italia-politica
    La politica italiana chiude una settimana di grande tensione e si appresta a viverne un’altra ancora più difficile. Le vicende giudiziarie si intrecciano in modo sempre più contorto al già tormentato sviluppo della legislatura. In primo piano, martedì prossimo, la mozione di solidarietà chiesta dall’UDEUR sulle dichiarazioni in aula alla Camera dell’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Servizio di Giampiero Guadagni:


    E’ una settimana decisiva la prossima per le sorti del governo Prodi. Il primo scoglio da superare sarà il voto della Camera, probabilmente martedì, sulla mozione di solidarietà presentata dall’UDEUR per le dichiarazioni sulla magistratura in aula a Montecitorio dell’ormai ex guardasigilli, Mastella, dimessosi perché indagato assieme alla moglie nell’inchiesta su una presunta lobby politico-affaristica in Campania. L’UDEUR minaccia la crisi di governo senza il sostegno sulle parole di Mastella, sia sullo stato della giustizia in generale, sia sulle accuse specifiche a certi giudici estremisti. Molti partiti dell’Unione, in primo luogo l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, fanno sapere che la richiesta è inaccettabile. Mentre il premier Prodi, ministro della Giustizia ad interim, è convinto che il voto riguarderà esclusivamente la relazione sullo stato della giustizia. Mercoledì, poi, il governo dovrà affrontare un’altra spinosissima questione, stavolta al Senato: la mozione di sfiducia individuale presentata dalle opposizioni al ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, per la vicenda dei rifiuti in Campania. Ma le fibrillazioni non finiscono qui. Fa discutere la condanna a cinque anni del presidente della regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, nel processo per le "talpe" alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Cuffaro è stato riconosciuto colpevole di favoreggiamento semplice: esclusa dunque l’aggravante di aver favorito la mafia. In attesa dell’appello, Cuffaro non intende per ora dimettersi. E dalla Procura di Napoli è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi, nell’ambito dell’inchiesta su raccomandazioni alla Rai. Infine, la notizia che la Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura (CSM) ha disposto il trasferimento da Catanzaro e ad altre funzioni del pubblico ministero De Magistris, titolare di inchieste su intrecci tra politica, massoneria e magistratura. In tale contesto, appare assai difficile il confronto sulla legge elettorale: la prossima settimana sarà discussa in parlamento la bozza Bianco, uno degli ultimi tentativi di evitare il referendum in programma la prossima primavera.

    Kenya-vittime
    Cresce ancora il numero delle vittime in Kenya, travolto dalle violenze dopo la riconferma del presidente Kibaki nelle elezioni di dicembre. Sono 8 le persone morte nell’ultimo dei tre giorni di proteste indette dell’opposizione per contestare l’esito delle urne. Ieri, l’annuncio del leader Odinga di procedere con altre iniziative come il boicottaggio delle aziende vicine al governo. Per martedì, è previsto l’arrivo nel Paese africano dell’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. Intanto, resta alta la tensione: la polizia ha perlustrato le strade di Nairobi, mentre tribù rivali si sono fronteggiate in una città del sud-ovest. Nella parte orientale del Paese, ieri ha perso la vita un cittadino britannico in una rapina a mano armata. La sua morte non sarebbe però legata alle violenze post-elettorali.

    Thailandia-politica
    Nuovi risvolti politici in Thailandia, dove gli alleati dell’ex premier, Thaksin Shinawatra, in esilio da oltre un anno, hanno presentato una coalizione di sei partiti per formare il nuovo governo. Nelle elezioni del 27 dicembre scorso, il Partito del potere del popolo (PPP) aveva ottenuto 230 seggi sui 241 necessari per governare da solo per questo è stato necessario allargare ad altre formazioni politiche. Il nuovo esecutivo subentra alla giunta militare al potere dopo il colpo di stato del settembre 2006 nel quale è stato rovesciato lo stesso Thaksin.
     
    Sri Lanka-scontri
    Nuova escalation di violenza in Sri Lanka. Sono 35 i ribelli Tamil uccisi nel corso di duri scontri con l’esercito di Colombo nei quali ha perso la vita anche un soldato. Teatro dei combattimenti i distretti di Vavuniya e Jaffna. Da mercoledì, giorno della fine della tregua firmata nel 2002 tra gli insorti e il governo srilankese, si sono susseguite numerose battaglie.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)
      Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 19

     

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