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Sommario del 01/01/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa implora, per intercessione di Maria, Madre di Dio, il dono della pace per le famiglie e per il mondo intero e avverte: chi osteggia la famiglia minaccia la pace
  • Maria e la pace, un rapporto inscindibile: intervista con il cardinale Comastri
  • Abbiamo bisogno della speranza cristiana per vincere il deficit di fiducia dell'umanità: così il Papa durante i Primi Vespri e il Te Deum di fine anno
  • Oggi in Primo Piano

  • I giovani di tutta Europa, riuniti a Ginevra dalla Comunità ecumenica di Taizé, ripartono dalla città elvetica con l’impegno della riconciliazione
  • Chiesa e Società

  • La Chiesa cattolica del Kerala proclama il 2008 "Anno della Parola di Dio"
  • Sospese in Colombia le operazioni per il rilascio da parte delle FARC di tre ostaggi
  • Capodanno nel mondo tra speranze e attese
  • Ecumenismo e difesa della famiglia al centro della Marcia della Pace a Bergamo
  • Si apre a Roma l’Anno Laurentiano per ricordare San Lorenzo nel 1750.mo anniversario del suo martirio
  • La Chiesa greco-cattolica in Ucraina proclama il 2008 “Anno della Vocazione cristiana”
  • 2008, Anno internazionale delle Lingue, proclamato dall’ONU per favorire il multilinguismo patrimonio dell’umanità, veicolo di unità nella diversità
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Kenya, sale il numero delle vittime degli scontri in seguito alla rielezione di Kibaki
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa implora, per intercessione di Maria, Madre di Dio, il dono della pace per le famiglie e per il mondo intero e avverte: chi osteggia la famiglia minaccia la pace

    ◊   Benedetto XVI invoca la pace sulle famiglie e sul mondo intero: nella Messa presieduta questa mattina nella Basilica di San Pietro nella Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio, e nella 41.ma Giornata Mondiale della Pace, ha ricordato che negare i diritti della famiglia significa minacciare gli stessi fondamenti della pace. All’Angelus, ha affidato il nuovo anno “alla celeste protezione della Madonna”. Il servizio di Sergio Centofanti:


    (Canto)

     
    “Iniziamo quest’oggi un nuovo anno e ci prende per mano la speranza cristiana; lo iniziamo invocando su di esso la benedizione divina ed implorando, per intercessione di Maria, Madre di Dio, il dono della pace: per le nostre famiglie, per le nostre città, per il mondo intero”.

     
    Il Papa durante l’omelia ha ricordato che “tutti aspiriamo a vivere nella pace, ma la pace vera – ha precisato - non è semplice conquista dell’uomo o frutto di accordi politici; è innanzitutto dono divino da implorare costantemente e, allo stesso tempo, impegno da portare avanti con pazienza restando sempre docili ai comandi del Signore”. Quindi, rievocando il suo messaggio per questa Giornata “Famiglia umana, comunità di pace”, ha ribadito che esiste “uno stretto legame” tra “la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna” e la pace. Un concetto ripreso all’Angelus:

     
    “Chi anche inconsapevolmente osteggia l’istituto familiare … rende fragile la pace nell’intera comunità, nazionale e internazionale, perché indebolisce quella che, di fatto, è la principale ‘agenzia’ di pace”.

     
    E aggiunge: “la negazione o anche la restrizione dei diritti della famiglia, oscurando la verità dell’uomo, minaccia gli stessi fondamenti della pace”. Il Papa invita ogni uomo e ogni donna a prendere più lucida consapevolezza che l’umanità è un’unica “grande famiglia”. Da questa convinzione dipende “una pace vera e duratura”: “non viviamo gli uni accanto agli altri per caso - ha affermato - stiamo tutti percorrendo uno stesso cammino come uomini e quindi come fratelli e sorelle”:

    “E’ allora veramente importante che ciascuno assuma le proprie responsabilità davanti a Dio e riconosca in Lui la sorgente originaria della propria e dell’altrui esistenza. Da questa consapevolezza scaturisce un impegno a fare dell’umanità una vera comunità di pace, retta da una legge comune, che aiuti la libertà ad essere veramente se stessa … e che protegga il debole dal sopruso del più forte”.

     
    (Canto)

     
    La seconda parte dell’omelia il Papa l’ha dedicata alla Solennità di Maria Santissima, Madre di Dio. “Il titolo di Madre di Dio – ha detto - è, insieme a quello di Santa Vergine, il più antico ed è il fondamento di tutti gli altri titoli” con cui i fedeli venerano la Madonna in Oriente e in Occidente. L’Incarnazione del Verbo e la maternità divina di Maria sono misteri grandi non facili “da comprendere con la sola umana intelligenza”: “il bambino che vagisce nella mangiatoia …è Dio, vero Dio e vero uomo”. “Maria – scrive San Luca - serbava queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). “Il verbo greco usato “sumbállousa” – sottolinea il Pontefice - letteralmente significa ‘mettere insieme’ e fa pensare a un mistero grande da scoprire poco a poco”:

     
    “Alla scuola di Maria però possiamo cogliere con il cuore quello che gli occhi e la mente non riescono da soli a percepire, né possono contenere. Si tratta, infatti, di un dono così grande che solo nella fede ci è dato accogliere pur senza tutto comprendere. Ed è proprio in questo cammino di fede che Maria ci viene incontro, ci è sostegno e guida”.

     
    Il Papa prosegue: “solo conservando nel cuore, mettendo cioè insieme e trovando un’unità di tutto ciò che viviamo, possiamo addentrarci, seguendo Maria, nel mistero di un Dio che per amore si è fatto uomo e ci chiama a seguirlo sulla strada dell’amore; amore da tradurre ogni giorno in un generoso servizio ai fratelli”. Quindi il Pontefice esorta i fedeli ad “avanzare in quella conoscenza del cuore, che è la sapienza dei santi” che non si stancano di cercare il volto del Signore:

     
    “Possiamo esserne certi: se non ci stanchiamo di ricercare il suo volto, se non cediamo alla tentazione dello scoraggiamento e del dubbio, se pur fra le tante difficoltà che incontriamo restiamo sempre ancorati a Lui, sperimenteremo la potenza del suo amore e della sua misericordia. Il fragile Bambino che la Vergine quest’oggi mostra al mondo, ci renda operatori di pace, testimoni di Lui, Principe della pace. Amen!”

     
    (Canto)

     
    Il Papa al termine dell’Angelus ha ringraziato il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano per gli auguri rivoltigli ieri durante il messaggio di fine anno in TV:

     
    "Ricambio ben volentieri il suo augurio, formulando ogni migliore auspicio per la sua alta missione e per la concordia e la prosperità dell'amato popolo italiano".

     
    Quindi Benedetto XVI ha lodato le innumerevoli iniziative promosse dalle Comunità ecclesiali in ogni continente in occasione della Giornata Mondiale della Pace, ricordando in particolare la manifestazione "Pace in tutte le terre" organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio a Roma e in molte altre città del mondo. Infine ha salutato, tra gli altri, gli aderenti al Movimento dell’amore familiare, che questa notte hanno vegliato in Piazza San Pietro pregando per le famiglie e ha benedetto la “Fiaccola della Pace” che un maratoneta recherà in Terra Santa.

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    Maria e la pace, un rapporto inscindibile: intervista con il cardinale Comastri

    ◊   La Chiesa unisce oggi il mistero di Maria, Madre di Dio e la pace. Ma qual è il rapporto tra Maria e la pace? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano:


    R. – C’è evidentemente un nesso tra Maria e la pace, perché Maria essendo la Madre di Gesù è la Madre della pace. E in modo particolare Maria, avendo accolto Dio nel suo cuore e avendo aperto la sua libertà a Dio, ci ha insegnato anche la via della pace: la via della pace è accogliere Dio. Nella misura in cui l’uomo rifiuta Dio, l’uomo diventa incapace di pace, perché soltanto con il cuore pieno di Dio, con il cuore abitato da Dio, il cuore diventa pacificato. Perché San Francesco è stato un grande pacificatore? Perché era un uomo pacificato, un uomo che aveva accolto Gesù. L’aveva accolto imitando Maria, imitando l’apertura del cuore di Maria. Se vogliamo che nel mondo cresca la pace, deve crescere nel mondo la presenza di Dio. Nella misura in cui l’uomo si allontana da Dio, si affanna a cercare la pace, ma non la trova, perché la pace non è fuori, la pace è dentro. Se non è nel cuore dell’uomo, non sarà neanche fuori. Non sono le armi che uccidono, ma è l’uomo che uccide attraverso le armi. Non sono le bombe che uccidono, è l’uomo che uccide attraverso le bombe. Se non cambia il cuore dell’uomo non ci sarà mai la pace. E chi può cambiare il cuore dell’uomo se non soltanto Dio? Ecco perché fra Dio e la pace c’è un rapporto inscindibile e Maria è colei che ci dice: “Apritevi a Dio, dite a Dio ‘eccomi’, come gliel’ho detto io, perché soltanto accogliendo Dio voi diventerete una culla di Betlemme, dove gli angeli cantano ‘pace agli uomini che Dio ama’”.

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    Abbiamo bisogno della speranza cristiana per vincere il deficit di fiducia dell'umanità: così il Papa durante i Primi Vespri e il Te Deum di fine anno

    ◊   "E' Cristo la nostra speranza affidabile" di fronte alle difficoltà della vita e Maria è la "Stella della speranza" che "collabora all'iniziativa di salvezza dell'intera umanità": così ieri il Papa durante la Celebrazione, nella Basilica Vaticana, dei Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il Te Deum di ringraziamento a conclusione dell’anno. Nell’omelia, Benedetto XVI ha ricordato il “deficit di speranza e di fiducia nella vita” inteso come male “oscuro” della società occidentale ed ha invitato a lavorare per rispondere all’attuale “emergenza educativa”. Presente al rito anche il sindaco di Roma Walter Veltroni. Al termine il Santo Padre ha sostato in preghiera davanti al presepe collocato in Piazza San Pietro. Il servizio di Benedetta Capelli:


    Cantare la gratitudine per l’anno che tramonta e per quello che si intravede. Un anno che porta a volgere lo sguardo verso Colui che è eterno ma affidandosi a “Maria di Nazaret, donna singolare” chiamata a condividere, perché Madre del Salvatore, la missione del Figlio. “Missione per noi e per la salvezza di tutti gli uomini”: così il Papa ricordando ciò che scrive San Paolo nella Lettera ai Galati durante la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il Te Deum. “ContemplandoLa – aggiunge Benedetto XVI- la Chiesa scorge in Lei i tratti della propria fisionomia":

     
    "Maria vive la fede e la carità; Maria è una creatura, salvata anch’essa dall’unico Salvatore; Maria collabora all’iniziativa di salvezza dell’intera umanità. Così Maria costituisce per la Chiesa la propria immagine più vera: Colei nella quale la Comunità ecclesiale deve continuamente scoprire il senso autentico della sua vocazione e del proprio mistero".

     
    Ma perché ringraziare con il Te Deum? Perché “il Verbo incarnato - dice il Papa - trasforma dall’interno l’esistenza umana. Si è fatto come noi per farci come Lui: figli nel Figlio, dunque uomini liberi dalla legge del peccato”. E nella preghiera chiederemo l’aiuto del Signore affinché soccorra le nostre città dove “gravi carenze e povertà - aggiunge il Santo Padre - pesano sulla vita delle persone e delle famiglie, impedendo di guardare al futuro con fiducia”. Il Papa ha parole anche per i giovani:

     
    "Sono attratti da una falsa esaltazione o, meglio, profanazione del corpo e dalla banalizzazione della sessualità; come enumerare poi le molteplici sfide che, legate al consumismo e al secolarismo, interpellano i credenti e gli uomini di buona volontà? Per dire tutto in una parola, anche a Roma si avverte quel deficit di speranza e di fiducia nella vita che costituisce il male 'oscuro' della moderna società occidentale".

     
    Tante ombre dunque accanto alle quali non manca la speranza, al centro dell’ultima Enciclica. Speranza nell’impegno verso la “grande emergenza educativa” una sfida già ricordata l’11 giugno scorso dal Papa nell’incontro con i partecipanti al Convegno pastorale della Diocesi di Roma. Benedetto XVI esorta la comunità a trasmettere i valori-base dell’esistenza e del retto comportamento, esalta il lavoro portato avanti in tal senso dalle parrocchie, dai movimenti ecclesiali e dalle associazioni per la pastorale familiare. Ricorda le iniziative missionarie che coinvolgono i giovani, pronti a impegnarsi per testimoniare il Vangelo. Giovani fermi nel loro sì alla Chiesa come i 28 diaconi che saranno ordinati in aprile a Roma dove si sente la necessità di nuove chiese soprattutto nelle periferie e dove però almeno otto sono in costruzione. “Il Signore - ricorda il Papa - è la nostra speranza:
     
    "Ma la nostra speranza è sempre essenzialmente anche speranza per gli altri, e soltanto così essa è veramente speranza anche per ciascuno di noi. Cari fratelli e sorelle della Chiesa di Roma, chiediamo al Signore che faccia di ciascuno di noi un autentico fermento di speranza nei vari ambienti, perché si possa costruire per l’intera città un futuro migliore".

     
    Un augurio affidato alla materna intercessione di Maria, Madre di Dio e Stella della Speranza come Benedetto XVI La ama definire nella sua “Spe salvi”. Al termine della celebrazione il Papa si è recato in Piazza San Pietro per rendere omaggio al presepe inaugurato lo scorso 24 dicembre.

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    Oggi in Primo Piano



    I giovani di tutta Europa, riuniti a Ginevra dalla Comunità ecumenica di Taizé, ripartono dalla città elvetica con l’impegno della riconciliazione

    ◊   40 mila giovani di ogni parte d’Europa lasceranno oggi Ginevra, dove hanno partecipato al “Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra”, organizzato ogni anno dalla Comunità ecumenica internazionale di Taizé, fondata – lo ricordiamo - da Frère Roger nel 1940. Inaugurato nel 1978, all’indomani dell’elezione di Giovanni Paolo II, e giunto alla 30ma edizione, l'incontro per la prima volta ha fatto tappa in Svizzera, nella città che vide le origini della Comunità di Taizé, poi trasferitasi nella Borgogna francese. Ieri sera i giovani hanno animato in tutte le parrocchie ginevrine le Veglie di preghiera per la Pace, per poi concludere il raduno con la Festa dei popoli. Roberta Gisotti ha intervistato Fratel Alois, nuovo priore della Comunità di Taizé, dopo la scomparsa due anni fa di Frère Roger:


    D. – Fratel Alois, lei quest’anno ha consegnato ai giovani riuniti a Ginevra una lettera scritta a Kochabamba, in Bolivia, nell’ottobre scorso, in occasione di un incontro di 7 mila giovani latinoamericani che vivono contesti socioculturali molto diversi da quelli europei. Allora, quali valori comuni ha voluto sottolineare per i giovani di tutto il pianeta?

     
    R. – La riconciliazione è l’impegno di tanti giovani in Bolivia, ma la situazione non è facile. La Chiesa, però, può aiutare per una riconciliazione nel Paese. Io penso che questa riconciliazione sia importante anche in Europa, per i giovani. Per questo ho scritto la lettera di Kochabamba su questo tema, perchè la riconciliazione significa andare verso gli altri. Non è facile, però nemmeno complicato. Dobbiamo andare, uscire dal nostro piccolo mondo per andare verso gli altri e questo abbiamo fatto in questi giorni a Ginevra. Speriamo che i giovani continuino in questo impegno di riconciliazione.

     
    D. – Per la prima volta la comunità di Taizé ha raccolto i suoi giovani a Ginevra, dove ha avuto origine la stessa comunità. C’è stato qualche segno particolare che ha caratterizzato questo raduno?

     
    R. – Sì, una chiamata ai cristiani perché si riconcilino. Questa era l’intuizione di Frère Roger, dall’inizio. Qui a Ginevra abbiamo ripreso questa intuizione, perchè i cristiani cerchino un’unità visibile. Non dobbiamo abbandonare questo impegno.

     
    D. – In particolare, quale tesoro porteranno con sé i giovani al ritorno da Ginevra, una volta rientrati nel loro Paese, nelle loro famiglie, tra i loro amici?

     
    R. – La cosa più importante è che i giovani credano alla presenza di Dio nella loro vita, perchè oggi non è facile credere per i giovani. Per molta gente Dio è qualcuno lontano.

     
    D. – Fratel Alois questo permetterà ai giovani di portare qualcosa anche a chi è lontano dalla fede?

     
    R. – Sì, la riconciliazione significa anche questo: allargare la nostra amicizia a tutti, andare verso gli altri. Abbiamo parlato per esempio degli immigrati, che qui in Europa sono così vicini a noi, ma anche tanto lontani. Dobbiamo andare verso di loro.

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    Chiesa e Società



    La Chiesa cattolica del Kerala proclama il 2008 "Anno della Parola di Dio"

    ◊   In India, la Chiesa cattolica del Kerala ha dichiarato il 2008 “Anno della Parola di Dio”, in vista della XII Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, convocata per il prossimo ottobre in Vaticano, sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. L’iniziativa desidera offrire l’opportunità per uno speciale approfondimento della sorgente della fede, per una verifica del posto della Parola di Dio nella vita personale e per una risposta alla domanda di senso dei cristiani di fronte ai problemi esistenziali; l’obiettivo è quello di “spostare la Bibbia dall’armadio alla pratica di vita”, incarnandone i valori nei gesti e comportamenti quotidiani. La Commissione per la Bibbia del Consiglio dei vescovi del Kerala, l’organismo promotore, ha elaborato diversi programmi a contenuto biblico destinati a diocesi, parrocchie e famiglie dei riti siro-malabarese, latino e siro-malankarese; le attività vanno da corsi per animatori a incontri di biblisti, dalla celebrazione della “Domenica della Bibbia” ad iniziative formative per corrispondenza; sono anche in programma speciali concorsi di conoscenza biblica (“Logos Quiz”) e pellegrinaggi in Terra Santa. Benedetto XVI più volte ha ricordato con San Girolamo che “l’ignoranza delle Sacre Scritture è ignoranza di Cristo”. Il Papa ha caldamente raccomandato l’antica pratica, della “Lectio divina” che, letteralmente significa “lettura di Dio”, affermando che “l’assidua lettura della Sacra Scrittura accompagnata dalla preghiera realizza quell’intimo colloquio in cui, leggendo, si ascolta Dio che parla e, pregando, Gli si risponde con fiduciosa apertura del cuore”.(S.C.)

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    Sospese in Colombia le operazioni per il rilascio da parte delle FARC di tre ostaggi

    ◊   "Sospesa", in Colombia, l'operazione umanitaria che avrebbe restituito la libertà a Consuelo González, Clara Rojas e a suo figlio di tre anni Emmanuele, ostaggi delle FARC. Subito si sono riaccese le polemiche. In un comunicato - letto in tv dal presidente del Venezuela Hugo Chávez - le Forze armate rivoluzionarie colombiane, accusano che "l'intensa attività militare" dell'Esercito di Bogotá "rende impossibile l'operazione". Pochi minuti dopo è arrivata la risposta del presidente della Colombia, Alvaro Uribe: "Non è vero, – ha detto - esiste una zona senza una nostra presenza militare. La verità è che Emmanuele, con il nome di Juan David Gómez Tapiro, già si trova a Bogotá, e quindi la guerriglia ora non sa cosa fare”. Il presidente Chávez ha assicurato che "l'operazione umanitaria andrà comunque in porto fino al suo successo”. Chávez, in polemica con Uribe da diverse settimane, ha ribadito la sua sfiducia verso il governo colombiano, scaricando su Bogotá tutta la responsabilità della "sospensione". Sono accuse che contrastano con quanto il presidente colombiano dichiara di avere confermato ai rappresentanti dei sette Paesi garanti: la sua "totale disponibilità a creare un corridoio strategico che consenta il successo della consegna degli ostaggi". E’ difficile, se non impossibile, conoscere la verità. L’unica cosa certa, come hanno dichiarato diversi esponenti del Comitato internazionale della Croce Rossa, è che dal 18 dicembre, giorno in cui fu annunciato l’accordo per il rilascio, questi ostaggi, i loro parenti, e tante altre persone sequestrate che attendono di essere liberate, come Ingrid Betancourt, o gli statunitensi Thomas Howes, Marc Gonsalves e Keith Stansell, continuano ad essere ‘pedine’ di un gioco geopolitico del tutto indifferente alle loro sofferenze. Intanto la Croce Rossa resta sul posto, alcuni ‘garanti’ rientrano ai loro Paesi, e la stampa locale tralascia la questione della liberazione e si dedica al giallo del bambino che, secondo Uribe, si trova in un’istituzione per l’infanzia abbandonata, dove un presunto ‘zio’ lo avrebbe consegnato il 16 giugno 2005, gravemente denutrito e con un braccio fratturato, dichiarando che era figlio di Marta Gómez Tapiero, 22 anni, e di padre sconosciuto. (A cura di Luis Badilla)

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    Capodanno nel mondo tra speranze e attese

    ◊   I primi fuochi d’artificio ieri nel Pacifico, intorno alle 14 ora italiana, lungo il 180.mo meridiano, nelle isole di Tonga, Fiji e Kiribati, nell'isola di Chahtam e in Nuova Zelanda. L'anno nuovo ha fatto poi il giro del mondo con il suo carico di speranze e attese, di rimpianti e nostalgie, di gioie e di dolori. E cosi si è festeggiato in piazza, nei locali pubblici e in famiglia, come sempre per tradizione, ci si è raccolti nei luoghi della fede, e anche molti hanno atteso in solitudine, a volte voluta, sovente subita, quel passaggio alla mezzanotte. Nelle grandi capitali le folle sono scese per le vie: a Parigi in 400 mila sotto la pioggia battente sugli Champs Elysees; a New York, è stata una giovane reduce della guerra in Iraq ad accendere sul palco di Times Square la grande palla di luce, simbolo da 100 anni della notte di San Silvestro; ed anche a Baghdad, ferita da una guerra in corso, migliaia di persone, giovani e famiglie si sono riversate per le strade del centro blindate da misure di sicurezza; più di un milione gli australiani che hanno assistito nella baia di Sidney allo spettacolo pirotecnico; due ore dopo ad Hong Kong s’illuminava il porto Victoria; sotto il freddo e la neve i giapponesi hanno ascoltato i 108 rintocchi di campane nei templi buddisti; a Taiwan l’appuntamento principale è stato sotto il grattacielo Taipei 101; a Mosca riuniti nella piazza Rossa insieme a Nonno Gelo, il nostro Babbo Natale per assistere ai fuochi d’artificio; a Vienna il primo vagito di un neonato in Europa, Brian, 8 secondi dopo l’ultimo rintocco del Duomo di Santo Stefano; a Londra 700 mila i londinesi tra Trafalgar Square e lungo il Tamigi per vedere i fuochi sparati dal London Eye, la grande ruota inaugurata nel 2000, mentre il Big Ben echeggiava i suoi rintocchi; un milione i Berlinesi sotto la Porta di Brandeburgo, incantati da scoppiettanti luci nel cielo. E dopo i festeggiamenti, i brindisi, le urla, e anche i pianti liberatori arriva il conto drammatico degli incidenti che purtroppo non mancano mai nella notte di Capodanno. Tra i bilanci più gravi: in Italia 1 morto nel napoletano e 473 feriti; e ancora nelle Filippine, circa 450 i feriti da pallottole vaganti e botti. E per chiudere un segno di riconciliazione: i leader della comunità musulmana britannica hanno comprato intere pagine sui principali giornali per fare ai cristiani del mondo intero gli auguri di un felice anno nuovo.(A cura di Roberta Gisotti)

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    Ecumenismo e difesa della famiglia al centro della Marcia della Pace a Bergamo

    ◊   “Dobbiamo renderci conto che non difendendo la famiglia ci tagliamo l’erba sotto i piedi, dobbiamo rendercene conto anche noi cattolici, perché, come ci insegna il Papa, non si può lavorare per la pace se nel frattempo qualcuno distrugge la famiglia”. Con queste parole mons. Arrigo Miglio, presidente della commissione CEI per la pastorale sociale e del lavoro, ha illustrato il senso della 40.ma Marcia della pace che si è tenuta ieri a Bergamo ed è stata caratterizzata da una marcata ispirazione ecumenica. Dalla città orobica la Marcia per la pace dei cattolici italiani, frutto dell’impegno congiunto della CEI, della Caritas e di Pax Christi, aveva mosso i suoi primi passi nel 1968, quando Paolo VI decise di fare del Capodanno la Giornata della pace. Da allora, ha ricordato il vescovo Miglio, il Magistero in questo campo è cresciuto enormemente, fino al messaggio di quest’anno, con cui Benedetto XVI salda i destini della pace a quelli della famiglia. Consapevoli di vivere un tempo di dure polemiche sul matrimonio e di feroci attacchi alla vita, tremila fedeli hanno deciso di riflettere e di pregare a Bergamo su questo legame e sugli altri punti nodali del messaggio, la difesa dell’ambiente e il disarmo, tornato d’attualità con la crisi pakistana. Degli sforzi fatti dalla diplomazia vaticana per la pace nel mondo ha parlato, aprendo la marcia a Sotto il Monte, città natale di Giovanni XXIII, mons. Loris Capovilla, che del "Papa buono" è stato il segretario particolare. “Papa Giovanni scrisse che noi serviamo l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici e che se la linea della Chiesa è cambiata nel tempo non vuol dire che il Vangelo sia cambiato ma solo che noi cominciamo a comprenderlo meglio”, ha spiegato il vescovo, sottolineando anche che “non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono, non c’è perdono senza amore”. E proprio all’amore fraterno che unisce cristiani, ebrei e musulmani in quanto figli di Abramo è stata dedicata la Marcia, dalla preghiera ecumenica che si è tenuta a Seriate, al dibattito sul dialogo in Medio Oriente, ultima tappa del cammino che si è concluso con la Messa di mezzanotte nel seminario di Bergamo alta. L’ha celebrata, con numerosi vescovi lombardi e piemontesi, mons. Roberto Amadei. Il vescovo di Bergamo ha voluto ospitare la Marcia anche per inaugurare l’Anno giovanneo, con cui Bergamo ricorda i 50 anni dall’elezione di Papa Roncalli. “L’educazione alla pace – ha spiegato mons. Amadei nell’omelia – è necessaria quanto faticosa perché implica una conversione continua ma solo se saremo noi stessi persone di pace potremo dare un vero contributo”. Infine, l’appello del vescovo di Troyes, Marc Stenger, presidente di Pax Christi France: “Una delegazione sta partendo per l’Iraq, venite anche voi italiani, i cristiani di quel Paese hanno bisogno di tutti noi”. (A cura di Paolo Viana)

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    Si apre a Roma l’Anno Laurentiano per ricordare San Lorenzo nel 1750.mo anniversario del suo martirio

    ◊   Con una solenne concelebrazione, presieduta dal cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, comincia oggi pomeriggio, nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, l’Anno Laurentiano, indetto per il 1750.mo anniversario del martirio del Santo. Come noto, nella Basilica si conservano i resti del Santo Protodiacono della Chiesa di Roma, martirizzato nell’anno 258 sotto l’imperatore Valeriano, sull’attuale Via Panisperna e sepolto nelle catacombe dell’ager Veranus. Il suo volto è conservato in Vaticano. Le manifestazioni per l’Anno Laurentiano comprendono convegni, pellegrinaggi delle parrocchie romane e di altre dell’Italia centrale che portano il suo nome; una solenne processione il 10 agosto per tutto il quartiere, particolarmente legato al Santo, soprattutto dopo che lo spaventoso bombardamento del 19 luglio 1943 coinvolse la Basilica nella distruzione collettiva. Non mancherà un particolare ricordo a Pio IX, devotissimo di San Lorenzo e sepolto per suo volere nell’ex nartece della primitiva basilica, splendente di mosaici di fine ottocento. La stessa cosa potrebbe accadere per Alcide De Gasperi, la cui tomba si conserva sotto il portico della Basilica dal tempo di Pio XII, il Pontefice che accorse a confortare la gente subito dopo l’attacco aereo, e ricordato in un monumento sul Piazzale. Per volere di Pio IX la Basilica è affidata ai Frati Minori Cappuccini che la custodiscono gelosamente dal 1855. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    La Chiesa greco-cattolica in Ucraina proclama il 2008 “Anno della Vocazione cristiana”

    ◊   Il nuovo anno 2008 è stato dedicato dalla Chiesa greco-cattolicia in Ucraina alla “Vocazione cristiana”. Nel presentare l’iniziativa, l’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc, il cardinale Lubomyr Husar, ha messo in luce “il compito particolare e unico affidato dal Signore ad ogni cristiano, compito chiamato popolarmente ‘vocazione’; tale speciale chiamata - ha spiegato il porporato - non è solo prerogativa di sacerdoti e religiosi ma coinvolge tutti i cristiani con lo stesso obiettivo, quello di realizzare l’impegno battesimale nella quotidianità della vita”. Le attività dell’Anno saranno quindi rivolte ad illustrare non solo le vocazioni di speciale consacrazione, ma anche la risposta dei laici all’appello del Signore, con particolare riferimento ai giovani, ai quali il Sinodo greco-cattolico ha dedicato una sessione di riflessione sul tema “I giovani nella Chiesa del Terzo Millennio”. (R.G.)

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    2008, Anno internazionale delle Lingue, proclamato dall’ONU per favorire il multilinguismo patrimonio dell’umanità, veicolo di unità nella diversità

    ◊   Inizia oggi l’Anno internazionale delle Lingue, stabilito dall’Assemblea generale dell’ONU con l’intento di riconoscere il ruolo del multilinguismo nella promozione dell’unità nella diversità e nella comprensione internazionale; il compito di coordinare le attività dell’Anno è stato affidato all’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Nel presentare il significato dell’iniziativa, l’agenzia dell’ONU pone anzitutto in rilievo l’importanza delle lingue ai fini del raggiungimento di alcuni Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). In particolare, come fattore di integrazione sociale, le lingue giocano un ruolo strategico nell’eliminazione della povertà estrema e della fame; come sostegno all’alfabetizzazione e all’apprendimento, sono essenziali nella conquista dell’istruzione elementare universale e nella lotta all’HIV-AIDS, poiché per essere efficaci le relative campagne sanitarie devono utilizzare le lingue delle popolazioni alle quali sono rivolte. La salvaguardia dei saperi e delle culture indigene a garanzia della sostenibilità ambientale è poi intrinsecamente collegata alle lingue autoctone. Esiste tuttavia il rischio - avverte l’UNESCO - che, nello spazio di alcune generazioni, oltre il 50 per cento delle 7.000 lingue attualmente parlate nel mondo possano scomparire; di fatto meno di un quarto di esse sono comunemente usate nelle scuole e nel ciberspazio, mentre migliaia sono assenti dai sistemi educativi, dai media e dall’editoria. E’ quindi necessario e urgente, a parere dell’Agenzia ONU, sviluppare politiche linguistiche che consentano ad ogni comunità di usare la propria lingua materna il più ampiamente possibile ed incoraggiare al contempo il dominio della lingua nazionale e di una lingua internazionale. Di qui l’invito a governi, organizzazioni della società civile ed istituti educativi ad incrementare le attività finalizzate alla promozione e al rispetto di tutte le lingue, particolarmente di quelle a rischio, nei contesti individuali e collettivi; si intende infatti puntare al riconoscimento nazionale e internazionale del multilinguismo nei sistemi educativi, amministrativi e legislativi, nelle espressioni culturali e nei media, nel commercio e nei nuovi strumenti tecnologici, sia a livello nazionale e regionale, sia in ambito internazionale. La data del 21 febbraio 2008, in cui si celebra l’Ottava giornata internazionale della Lingua Materna, costituirà un’occasione significativa per il lancio di iniziative volte ad accentuare il valore del patrimonio linguistico dell’umanità e l’importanza della sua salvaguardia. (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Kenya, sale il numero delle vittime degli scontri in seguito alla rielezione di Kibaki

    ◊   In Kenya è salito ad oltre 250 il bilancio delle vittime, in seguito agli scontri scoppiati dopo la riconferma di Mway Kibaki come presidente della Repubblica. Mentre il segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon invita alla calma, il candidato sconfitto Raila Odinga indice una manifestazione di protesta. Il servizio di Giulio Albanese:00:01:13:82


    Finalmente una notte tranquilla nelle baraccopoli di Nairobi, in particolare nessuno scontro o incidente a Kibera, feudo del leader dell’opposizione, Raila Odinga, che ieri ha lanciato ai suoi sostenitori un chiaro messaggio alla calma, annunciando però una grande manifestazione per il 3 gennaio ad Uhuru Park, al centro di Nairobi. Sono attese almeno un milione di persone, ma forse anche di più. Ma anche se stamani la situazione appare più calma, cresce con il passare delle ore il bilancio delle vittime. Ormai si ipotizza un bilancio di ben oltre 200 morti e c’è addirittura chi parla di 500 vittime. Ma non c’è nulla per ora di ufficiale. Solo a Kisumu, culla dell’etnia Luo, quella di Odinga, tra gli epicentri degli scontri dove vige tuttora il coprifuoco, nell’obitorio ci sono circa un centinaio di cadaveri, quasi tutti uccisi a colpi di arma da fuoco, ma anche con macete. Intanto, l’Unione Europea ha sfiduciato il risultato scaturito dalle elezioni presidenziali, che hanno portato alla rielezione di Mway Kibaki, stigmatizzando il fatto che la tornata elettorale si è rivelata ben al di sotto degli standard internazionali di democrazia.
     
    Sudan
    In Sudan, spari contro un’auto dell’ambasciata statunitense: un funzionario USA è stato ferito gravemente e il suo autista sudanese è stato ucciso. Lo rivela una fonte diplomatica di Khartoum. Secondo le prime ricostruzioni i due sono stati colpiti mentre tornavano a casa, poco dopo la mezzanotte. Ancora nessuna rivendicazione dell’attentato.
     
    Stati Uniti
    Intanto ieri, il Presidente degli Stati Uniti Bush ha firmato una legge che consente alle autorità USA di troncare qualsiasi legame commerciale o finanziario col Sudan, a causa della violenza nella regione orientale del Darfur. Lo stesso presidente americano, nel messaggio diffuso dalla Casa Bianca per inaugurare il nuovo anno, ha sottolineato che “Gli Stati Uniti proseguiranno l'opera per diffondere la libertà e la pace nel mondo”. Bush ha sottolineato la forza dell’economia americana e la sua determinazione “nello sconfiggere i terroristi e gli estremisti” e nel proseguire "l'offensiva contro i nemici della libertà”.
     
    Pakistan
    Rinviate a febbraio, le elezioni legislative e provinciali previste in Pakistan per l'8 gennaio. Ma il Partito del popolo pachistano, guidato ora dal figlio di Benazir Bhutto, Bilawal, non è d’accordo con la decisione della Commissione elettorale. Intanto il presidente Pervez Musharraf prepara il discorso alla Nazione, previsto per domani sera. Il servizio di Barbara Schiavulli:00:00:46:92


    Non è ancora ufficiale, ma le elezioni legislative in Pakistan, secondo fonti governative, dovrebbero slittare almeno di un mese dall’8 gennaio prossimo, data troppo vicina alla morte dell’ex premier, Benazir Bhutto. E mentre la Commissione elettorale, di fatto, non ha ancora deciso, domani il presidente Musharraf annuncerà la data in un discorso alla Nazione. Ma il partito della Bhutto, ereditato dal figlio diciannovenne appena partito da Sukkur per riprendere gli studi ad Oxford, non ci sta. Il Partito popolare già favorito non vuole rinvii, cavalcando l’onda dell’emozione che ha suscitato l’omicidio dell’ex premier. Mentre lo sfavorito, qualora si tenessero elezioni, sarebbe proprio il movimento politico di Musharraf, la cui già fragile popolarità è in caduta libera, accusato dai pakistani di non essere riuscito a proteggere la Bhutto.
     
    India
    Sospetti militanti islamici hanno attaccato una postazione della polizia federale a Rampur, nell'India settentrionale. Sette agenti e un civile sono morti. Lo hanno riferito fonti locali. Secondo le prime ricostruzioni, l'agguato è avvenuto all’alba: durante i festeggiamenti del nuovo anno. Sull'incidente non sono stati forniti altri particolari, ne è giunta finora alcuna rivendicazione.

    India – Sonia Gandhi
    Sonia Gandhi, presidente del Partito del Congresso al potere in India, è stata ricoverata in un ospedale di New Delhi per un'infezione polmonare. A riferirlo, alcuni media locali. La leader del maggior partito indiano è stata ricoverata ieri sera: secondo le prime indicazioni dei medici, le sue condizioni sono stabili.
     
    Medio Oriente
    Scontri nella Striscia di Gaza, tra le due rivali fazioni palestinesi di Hamas e di Al Fatah. Nella nottata, 8 persone hanno perso la vita e decine sono rimaste ferite. Gli incidenti più gravi sono avvenuti nella zona meridionale della Striscia. All'origine degli scontri, il divieto imposto per ragioni di ordine pubblico, da Hamas ai seguaci di al Fatah, di festeggiare l'anniversario della fondazione del loro movimento. Segnali positivi, invece, per i 550 palestinesi che da circa 4 mesi sono bloccati nei territori egiziani. Da ieri, Israele ha autorizzato il rimpatrio nella Striscia di Gaza passando attraverso il suo territorio. Lo rivelano fonti della polizia di frontiera. Rimangono, invece, ancora bloccati in Egitto i 2 mila palestinesi di ritorno dalla Mecca. Slovenia
    Inizia oggi il semestre di presidenza dell’ Unione Europea, guidato dalla Slovenia. Il governo di Lubiana ha già annunciato di voler lasciare il segno e lavorare, in particolare, sulla spinosa questione del Kosovo e dei Balcani occidentali. Il Paese ha proclamato l'indipendenza nel 1991 ed è entrato nell'Ue nel 2004. Con 2 milioni di abitanti, la Slovenia è il primo Paese tra i nuovi entrati dell'Europa centro-orientale a guidare il semestre di presidenza europea. Il secondo semestre 2008 sarà sotto la presidenza della Francia.

    Cipro e Malta
    Cipro e Malta festeggiano l'ingresso in Eurolandia e, da oggi, adottano la moneta europea. Le banche sono state attrezzate per erogare banconote in euro, fin dalle prime ore del mattino. Inoltre, già da diverse settimane, veniva distribuito ai cittadini un kit per familiarizzare con la nuova moneta. Tanto entusiasmo, ma anche un po’ di preoccupazione a causa dell'inflazione e dei cambi. Con l’ingresso di Cipro e Malta, arrivano a 15 i Paesi che aderiscono all'euro.

    Egitto
    A quasi due anni dalla sua prima apparizione in Egitto, l’aviaria ancora miete vittime. Un nuovo decesso si è registrato nelle ultime ore, in Egitto. Salgono così a 19 le vittime dell’influenza aviaria, nel Paese. Intanto in Bangladesh circa 20 mila polli sono stati abbattuti in seguito all'individuazione di una infezione dal virus.

    Italia
    “Non c'è da abbandonarsi alla sfiducia: ma da proporre, decidere, operare”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incitato gli italiani nel discorso di fine anno, trasmesso ieri sera a reti unificate. Un cenno sulla necessità di alcune riforme in campo istituzionale e sulla speranza di creare un nuovo e più costruttivo clima politico. Napolitano ha poi ricordato l’importanza del dialogo con la Chiesa e della partecipazione dell’Italia alle missioni di pace. Particolare attenzione alle difficoltà economiche quotidiane, all’aumento del costo della vita e alla sicurezza sul posto di lavoro: problemi di cui gli italiani sono troppo spesso vittime. A questo proposito, il presidente ha ricordato con commozione gli operai morti nelle fabbriche della Thyssen Group di Torino.


     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 1

     
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