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Sommario del 26/02/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • I vescovi del Salvador in visita "ad Limina" da Benedetto XVI: intervista con l'arcivescovo Fernando Sáenz Lacalle
  • Telegramma di cordoglio del Papa per l'incidente aereo avvenuto in Venezuela
  • Il cardinale Bertone a Cuba: oggi l'incontro con Raúl Castro. Il porporato definisce inaccettabile l'embargo contro l'isola
  • Una visita dagli importanti risvolti ecumenici e interreligiosi: dal 2 al 9 marzo il cardinale Bertone in Armenia e Azerbaigian
  • Si chiude oggi il Congresso internazionale promosso in Vaticano dalla Pontificia Accademia per la Vita sul tema dei malati inguaribili
  • Ecologia e ideologie ecologiste nel nuovo libro di mons. Crepaldi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Sui temi della vita, c’è troppa confusione. La RU 486 non è un’aspirina: così il vicepresidente dei Medici Cattolici Italiani Franco Balzaretti
  • Allarme dell'Osservatorio Tratta su prostituzione e sfruttamento minorile. Con noi, Marco Bufo e Pietro Grasso
  • La pratica quaresimale degli esercizi spirituali, una sosta per ritrovare freschezza interiore. Intervista con il padre carmelitano Bruno Secondin
  • Chiesa e Società

  • Gli aiuti del Papa all’Ecuador colpito dalle alluvioni
  • Visita in Terra Santa del cardinale Sandri
  • Un bambino su cinque a rischio povertà in Europa
  • Il futuro e le sfide dell’ecumenismo al centro dell’incontro tra CCEE e KEK
  • La religiosa salesiana belga Lutgardis Craeynest eletta presidente dei superiori e delle superiore d’Europa
  • Appello dei vescovi indiani per far fronte agli attacchi anti-cristiani nell'Orissa
  • India: oltre 800 suicidi di contadini in sei mesi
  • In un convegno in Indonesia, sottolineata l’importanza dell’impegno politico dei cristiani nel Paese
  • Amnesty International chiede alla Russia di garantire libertà di associazione e di stampa
  • A Cipro, speranze e attese del vicario patriarcale dopo l’elezione del nuovo capo di Stato
  • Il ruolo del sacerdote ed il ministero della catechesi illustrati dal cardinale Hummes durante una conferenza a Madrid
  • Nel Regno Unito “una cultura abortista” pervade la professione medica. E’ quanto denuncia un’associazione pro-vita
  • I vescovi del Kazakistan faranno parte della Federazione delle Conferenze episcopali d’Asia
  • Messa a Genova del cardinale Bagnasco per l'anniversario della morte di don Giussani
  • Spagna: alla "Stella Maris" di Barcellona il premio per il dialogo interreligioso
  • 50&Più Fenacom pronta a collaborare con altre associazioni per anziani
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Iraq, ancora attentati e un rapimento di civili
  • Il Papa e la Santa Sede



    I vescovi del Salvador in visita "ad Limina" da Benedetto XVI: intervista con l'arcivescovo Fernando Sáenz Lacalle

    ◊   Una preghiera perché l'incontro con il Papa possa fornire una "guida sicura" al "compimento della nostra missione". L'hanno chiesta ai fedeli i vescovi della Repubblica di El Salvador poco prima di partire per la visita ad Limina, iniziata ieri in Vaticano e in programma fino a sabato prossimo. Il piccolo Stato centroamericano - cattolico all'80% - vive, dal punto di vista pastorale, gli effetti del "dopo-Aparecida". Sulle linee della Conferenza dello scorso anno, i presuli salvadoregni hanno impostato una serie di interventi che mirano a rispondere ai bisogni della famiglia e, in particolare, ad arginare due questioni difficili: il dilagare delle bande giovanili e lo sfruttamento delle miniere di preziosi, definito "inaccettabile" per il modo nel quale è condotto. Al microfono di Alina Tufani, della redazione spagnola della nostra emittente, l'arcivescovo di San Salvador e presidente della Conferenza espicopale locale, mons. Fernando Sáenz Lacalle, affronta queste tematiche, a aprtire dal problema dell'emigrazione:


    R. - Hay un fenomeno de inmigracion interna...
    La popolazione, grazie a Dio, sta crescendo, nonostante una forte emigrazione verso gli Stati Uniti, tuttavia, abbiamo a che fare anche con una forte migrazione interna. Noi ci stiamo ponendo seriamente il problema di come dare un’assistenza pastorale adeguata a questa parte della popolazione, che implica la necessità di creare nuove parrocchie. Questo è il problema dei vescovi delle aree dove si sta verificando questa crescita demografica. Grazie a Dio, abbiamo abbastanza vocazioni e sacerdoti giovani e crediamo di formarli bene, dunque non abbiamo bisogno di cercare aiuti esterni.

     
    D. - All’ultima plenaria della Conferenza episcopale si è parlato anche del problema dello sfruttamento delle miniere metallifere, sul quale i vescovi si sono già pronunciati invitando a riflettere sulle ripercussioni negative di uno sfruttamento indiscriminato di questa risorsa sulla popolazione e sull’ambiente. Ci può chiarire la situazione?

     
    R. - Me llamaron, la semana pasada, ...
    Recentemente, ho incontrato i deputati della Commissione parlamentare incaricata della stesura del progetto di legge che vuole regolamentare lo sfruttamento delle miniere e ho posto un problema molto serio. Tanto per cominciare, c’è una grande ingiustizia: solo il 3% dei proventi delle miniere va al Paese, mentre il 97 % va alle imprese minerarie. Ma la questione più grave è il cianuro [usato per l’estrazione dei metalli, n.d.r.] che è molto inquinante e il Salvador è intensamente popolato. Le acque che si usano in tutto il Paese provengono dal nord e la contaminazione della popolazione è molto evidente. E’ quindi logico che lanciamo l’allarme su questo problema.

     
    D. - Alla plenaria, l’episcopato ha manifestato la sua preoccupazione per l’avanzamento di progetti di legge contrari alla vita, tra cui l’aborto. Qual è la situazione a livello governativo e legislativo?

     
    R. - Gracias a Dios, hace unos años...
    Grazie a Dio, da qualche anno a questa parte, grazie all’azione concertata di molte organizzazioni cattoliche, abbiamo raccolto molte firme e ottenuto, con il voto di più dei due terzi dei deputati, un emendamento al primo articolo della Costituzione che parla del rispetto della vita, includendovi la specificazione “dal momento del concepimento”. E’ stato un grande risultato che ha permesso di difendere la vita, impedendo qualsiasi legislazione che faciliti o permetta l’aborto. Ora stiamo combattendo per ottenere un’altra riforma costituzionale che definisca, o ridefinisca, il matrimonio quale unione tra un uomo e una donna, per impedire qualsiasi tipo di unione che non sia quello del matrimonio. Inoltre, volgiamo fare in modo che l’adozione sia concessa solo a persone eterosessuali regolarmente sposate.

     
    D. - Gli emigrati negli Stati Uniti sono più di due milioni e mezzo e in un certo modo sostengono l’economia salvadoregna con le rimesse in dollari. Ma senza dubbio, tale fenomeno rappresenta un problema sociale che colpisce soprattutto la famiglia. Cosa fa la Chiesa in questo ambito?

     
    R. - La familia salvadoreña es un poco ampia...
    La famiglia salvadoregna è una famiglia larga: comprende nonni, zii…Una conseguenza negativa dell’emigrazione è che le rimesse dall’estero vengono destinate ai beni di consumo e non investite per qualcosa di produttivo. La situazione più preoccupante riguarda gli emigrati illegali che non possono rientrare, ma solo inviare denaro, senza quindi poter vedere i propri figli che vengono educati dai nonni. Un’azione molto concreta della Chiesa è di cercare di mantenere i contatti con gli emigrati. Molti vescovi del Salvador accettano volentieri di visitare le comunità salvadoregne all’estero, ma ci sono anche molti sacerdoti che vengono assegnati a queste comunità. Inoltre, stiamo inviando seminaristi a un seminario in Messico, fondato dal cardinale Roberto Rivera Carrera, per preparare sacerdoti a svolgere il loro ministero tra gli emigrati in Nord-America.

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    Telegramma di cordoglio del Papa per l'incidente aereo avvenuto in Venezuela

    ◊   Benedetto XVI ha levato preghiere di suffragio per le vittime dell’incidente aereo avvenuto giovedì scorso in Venezuela, quando un un aereo della compagnia locale “Santa Barbara Airlines”, in volo fra Merida e Caracas, si è schiantato contro una parete rocciosa a circa 4.100 metri di quota, provocando la morte delle 46 persone a bordo. Il Santo Padre, si legge nel telegramma di cordoglio a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, “offre suffragi per il riposo eterno delle vittime e leva ferventi preghiere affinché il Signore conceda il suo conforto a quanti soffrono per la dolorosa tragedia”.

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    Il cardinale Bertone a Cuba: oggi l'incontro con Raúl Castro. Il porporato definisce inaccettabile l'embargo contro l'isola

    ◊   Ultima giornata oggi della visita a Cuba del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone: il porporato incontrerà il neopresidente Raúl Castro. Momenti forti di ieri, la conferenza all'Università dell'Avana e l'incontro con i giornalisti. Il cardinale Bertone ha definito inaccettabile l'embargo contro Cuba e ha salutato positivamente la recente liberazione di detenuti. Il servizio di Luis Badilla:


    “La cultura è più di una semplice volontà individuale di acquisire nuove conoscenze. Possiede una fondamentale dimensione storica e comunitaria”. Con queste parole il cardinale Tarcisio Bertone ha aperto ieri la sua allocuzione presso l’Università dell’Avana fondata nel lontano 1728. “La cultura - ha rilevato - è sempre caratterizzata da una tensione che la porta a superare continuamente se stessa, in una duplice direzione: in senso orizzontale, verso le altre culture, con un arricchimento reciproco, e in senso verticale, verso la trascendenza, verso la fonte ultima della verità, la bellezza e il bene”.

     
    Sviluppando il tema della “cultura e i fondamenti etici del vivere umano”, il segretario di Stato, rifacendosi alle parole pronunciate da Giovanni Paolo II dieci anni fa nello stesso luogo, ha ribadito che “la Chiesa cattolica non si identifica con nessuna cultura in particolare, ma è vicina a tutte con spirito aperto”. Ha quindi sottolineato che oggi “il relativismo morale sostiene che un'affermazione etica sarebbe vera solo nel contesto di una determinata cultura. Non vi sarebbero pertanto convinzioni né principi etici migliori di altri, e nessuno avrebbe diritto di dire ciò che è bene e ciò che è male”. Il segretario di Stato, tra applausi e gesti di affetto, ha poi ribadito: “La Chiesa non intende imporre la sua visione delle cose a tutti gli uomini, come se avesse l'esclusiva del discernimento morale. Non può però rinunciare alla profonda conoscenza che ha dell'uomo e della società”. “Come contributo dei cristiani alla costruzione della società, l'allora cardinale Ratzinger - ha ricordato il porporato - ha lanciato al mondo una proposta che mi permetto oggi di ricordare a tutti voi: “il tentativo, portato all'estremo, di plasmare ciò che è umano facendo completamente a meno di Dio ci conduce sempre di più sull'orlo dell'abisso, verso l'accantonamento totale dell'uomo. Dovremmo, allora, capovolgere l'assioma degli illuministi e dire: anche chi non riesce a trovare la via dell'accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita come se Dio ci fosse”.

     
    Durante la conferenza stampa dopo un incontro di lavoro con il ministro degli Esteri Felipe Pérez Roque, il porporato ha precisato: “Credo che il nuovo presidente Raúl, il nuovo Consiglio di Stato e la Chiesa cattolica stessa stanno provando ad intercettare le aspirazioni del popolo cubano e a rispondere in tutti i modi possibili, tenendo conto delle difficoltà, soprattutto per via dell'embargo economico" che, ripetendo quanto già affermato da Papa Giovanni Paolo II, ha descritto come “inaccettabile, dannoso per il popolo cubano e carente di etica”. Rispondendo alle domande dei giornalisti il cardinale Bertone ha rilevato di “non aver chiesto nessuna amnistia bensì gesti di riconciliazione” e ha aggiunto che la Chiesa saluta “come gesti positivi la liberazione di prigionieri” come è accaduto negli ultimi tempi.

     
    Tracciando un primo bilancio della sua visita il porporato si è soffermato soprattutto sul ruolo e sul contributo dei giovani “che sono - ha detto – il futuro di Cuba, di Cuba libera, di Cuba come nazione sviluppata nel rispetto della sua autonomia”. In questi giorni, ha precisato, “ho incontrato moltissimi giovani, molto entusiasti, uomini che lottano per l’indipendenza di Cuba contro ogni potere oppressivo esterno ma anche interno”.

     
    Intanto la Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba in un breve comunicato formula “con speranza cristiana voti di fiducia” riguardo all’elezione delle nuove autorità cubane e chiedono alla Madonna della Caridad del Cobre che le aiuti a “portare avanti con decisione le misure importanti che sappiamo dovranno essere graduali ma che già adesso possono soddisfare le ansie e le inquietudini espresse dai cubani”.

     
    Oggi, ultimo giorno della visita, il cardinale Bertone inizierà il suo programma celebrando la Santa Messa per la comunità dei Salesiani e delle Salesiane. Poi farà visita alla Scuola Latinoamericana di Medicina (Elam), presso la quale studiano centinaia di giovani di 14 Paesi dell’area. Infine, poco prima della sua partenza per Roma il segretario di Stato incontrerà il neo-presidente della Repubblica Raúl Castro e altri ministri.

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    Una visita dagli importanti risvolti ecumenici e interreligiosi: dal 2 al 9 marzo il cardinale Bertone in Armenia e Azerbaigian

    ◊   Una doppia visita nei Paesi del Caucaso per portare il saluto del Papa alle comunità cristiane locali ma soprattutto per ribadire l’impegno della Chiesa nel dialogo ecumenico e interreligioso. E’ l’obiettivo del viaggio che dal 2 al 9 marzo il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, effettuerà in Armenia e in Azerbaigian. La prima fase del viaggio, dal 2 al 6, vedrà il cardinale Bertone impegnato negli incontri con le autorità civili e religiose armene: in particolare, il segretario di Stato sarà ricevuto dal supremo Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, al quale consegnerà una Lettera autografa di Benedetto XVI, con la quale il Papa – si legge in una nota ufficiale – “conferma la sua stima e il desiderio dalla Chiesa cattolica di procedere nel cammino ecumenico insieme alla Chiesa Apostolica Armena”.

    Dal 6 al 9 marzo, poi, il cardinale Bertone si sposterà in Azerbaigian, dove incontrerà il capo dei musulmani del Caucaso, lo Sheik ul-Islam Allashukur Pashazade, e altri responsabili religiosi ai quali - afferma ancora il comunicato della Santa Sede - il segretario di Stato esprimerà “la volontà della Chiesa cattolica di collaborare al comune impegno in favore della pace, della concordia fra i popoli e del bene della famiglia umana”. Importante, fra gli altri impegni, la cerimonia alla quale presenzierà il cardinale Bertone nella città di Baku: l’inaugurazione della nuova chiesa cattolica, costruita sul terreno donato a Giovanni Paolo II dall’allora presidente Heydar Aliyev, padre dell'attuale capo dello Stato azero. (A cura di Alessandro De Carolis)

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    Si chiude oggi il Congresso internazionale promosso in Vaticano dalla Pontificia Accademia per la Vita sul tema dei malati inguaribili

    ◊   Seconda e ultima giornata di lavoro, nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano, del Congresso internazionale promosso dalla Pontificia Accademia della Vita sul tema “Accanto al malato inguaribile e al morente: orientamenti etici ed operativi”, aperto ieri con il saluto del presidente del Dicastero, il vescovo Elio Sgreccia Il servizio di Roberta Gisotti:

     
    Scienziati di tutto il mondo, interpellati su aspetti scientifici, sociali, psicologici, etici dell’assistenza sanitaria ed umana rivolta al paziente più fragile, il più afflitto oltre che dalla patologia, sovente anche dalla solitudine, spesso coscienti di dovere morire a breve, come sottolineato dal vescovo Elio Sgreccia. “La vita, dono d’amore”, ha evidenziato nella sua prolusione il cardinale Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute; dono da tutelare, fronteggiando la crescente secolarizzazione nelle società contemporanee e il tentativo di prescindere nel dibattito pubblico da qualsiasi riferimento a Dio, anche in tema di malattia, dolore, morte. Si è dibattuto quindi degli sviluppi della moderna medicina, di conquiste e di rischi, di mezzi ordinari e straordinari di conservazione della vita, tra eccesso terapeutico e abbandono del paziente, di proporzionalità di cure e accanimento terapeutico, nei pazienti moribondi o in stato di coma irreversibile.

     
    Stamane si è in particolare trattato su come distinguere tra decisioni colpevoli e decisioni eticamente giuste alla luce del rifiuto di cure per prolungare la vita; un aspetto scottante, collegato all’eutanasia e al controverso diritto all’autodeterminazione. Poi ancora si è parlato di quando il medico debba ‘arrendersi’ prima di rendere impossibile una morte degna, ed anche del desiderio giunti all’estremo della vita di accogliere la morte e non fare più uso dei mezzi disponibili per prolungare l’esistenza, che nulla a che fare con il suicidio. Si è discusso pure di come accompagnare nel migliore dei modi il morente, una responsabilità da condividere tra personale sanitario, familiari, volontari impegnati nell’assistenza. Altra questione sollevata l’interruzione volontaria della vita nei neonati con gravi patologie. Si è affrontato infine il nodo dell’informazione medica al malato terminale, il problema di dire la verità ma senza imporla, ovvero senza dire ciò che non occorre che sappia o che non vuole sapere. Tanti e complessi gli interrogativi emersi senza facili e univoche risposte. I lavori del Congresso proseguiranno nel pomeriggio.

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    Ecologia e ideologie ecologiste nel nuovo libro di mons. Crepaldi

    ◊   ‘Ecologia ambientale ed ecologia umana: politiche dell’ambiente e Dottrina sociale della Chiesa’: è il titolo di un libro uscito in questi giorni e scritto dal segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il vescovo Giampaolo Crepaldi, assieme al professor Paolo Togni. Il volume riferisce le preoccupazioni e l'impegno della Chiesa per la salvaguardia del Creato e nello stesso tempo critica la cosiddetta ideologia ambientalista. Ascoltiamo in proposito lo stesso mons. Crepaldi al microfono di Giovanni Peduto:
     
    R. – I fautori dell’ecologismo come ideologia sono spesso così solerti nel rispetto della natura fino però ad arrivare a bloccare lo sviluppo economico. Non battono, però, ciglio quando la tecnica e la bioingegneria invadano l’uomo stesso e lo fabbricano in laboratorio. Si preoccupano per i rischi di estinzione della tigre in India, ma passano poi sopra il sacrificio di embrioni umani. Quello che il libro cerca di individuare e di denunciare è che la lacuna principale di un certo tipo di ambientalismo odierno è quello di voler salvare la natura, concentrandosi soltanto sulla natura. Per riuscire, però, ad ottenere dei risultati è necessario invece concentrarsi non sulla natura, materialmente intesa: questo è il messaggio che ci viene dalla Dottrina sociale della Chiesa. E’, quindi, necessario concentrarsi sull’uomo, sulla sua vocazione e, in fin dei conti, anche su Dio che ha voluto associare e unire l’uomo alla sua creazione. Ecco il limite delle ideologie ambientaliste odierne.

     
    D. - Cosa si dice nel volume a proposito del legame fra attività umana e cambiamenti climatici?

     
    R. – E’ fuori dubbio che al giorno d’oggi assistiamo a dei cambiamenti climatici e su questo l’accordo è ovviamente unanime. L’accordo non c’è più, invece, quando si vanno ad individuare le ragioni ed i motivi dei cambiamenti climatici. E si formano due posizioni fortemente polarizzate e noi al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace abbiamo avuto la possibilità di costatarlo nei seminari che abbiamo tenuto sui cambiamenti climatici. Da una parte ci sono coloro che imputano alle attività umane la colpa e trovano lì il peccato originale di tutti i cambiamenti climatici: questa è una posizione che ha per certi versi un po’ di ragione, ma non ha certo tutte le ragioni. Dall’altra parte ci sono invece coloro che dicono che i cambiamenti climatici sono solo un fattore, un fenomeno di carattere naturale e che avvengono quindi ciclicamente nella storia della natura ambientale e dell’ambiente: anche questa, però, è una posizione un po’ radicale. La Dottrina sociale della Chiesa pone una strada, una linea mediana di equilibrio, in cui invita l’uomo a non sfruttare la terra perché è un dono di Dio, ma neanche ad immaginare un rispetto tale della terra che lo porti a non utilizzarla, a non coltivarla, a non renderla una creatura a servizio dell’uomo. E’ proprio questa posizione di equilibrio che il volume vuole indicare, fra queste due posizioni polarizzate e che sono posizioni che riguardano non soltanto il tema dei cambiamenti climatici, ma riguardano anche l’utilizzo delle biotecnologie, degli organismi geneticamente modificati. C’è anche la comunità scientifica che si trova in questa condizione di forte contrasto, di forte polarizzazione.

     
    D. - Lei parla anche di energia: per uno sviluppo sostenibile quali strade percorrere?

     
    R. – Il problema dell’energia è un problema molto, molto, molto attuale ed è diventato ormai dirompente: da una parte lo constatiamo ogni giorno noi che viviamo nei Paesi occidentali con il continuo aumento del prezzo del petrolio; e, dall’altra parte si stanno affacciando sullo scenario economico mondiale Paesi e straordinarie potenze economiche che sono in una fase di grande sviluppo economico e che hanno bisogno di una grande energia. Faccio evidentemente riferimento sia alla Cina che all’India. Io credo che siamo in una fase iniziale di problemi molto complessi, che dovranno essere affrontati con grande sapienza. Vedo che il tema dell’energia è entrato ripetutamente nei discorsi e nel magistero di Benedetto XVI. Voglio qui richiamare soprattutto i due messaggi della Giornata Mondiale della Pace: quello dello scorso anno e quello di quest’anno. Il Santo Padre invita la comunità internazionale a riflettere attentamente sul tema dell’energia in modo che questa riflessione possa portare ad un governo nel segno della solidarietà internazionale, affinché i Paesi poveri non vengano ulteriormente tagliati fuori da questa grande problematica.

     
    D. - Alla fine del libro c’è un decalogo per un ambiente a misura d’uomo: come sintetizzarlo?

     
    R. – Lo potrei sintetizzare in questa maniera: l’uomo non è nemico della natura. Il progresso, lo sviluppo, l’aumento della popolazione non sono nemici della natura. Non è con il pauperismo o con la decrescita che si riuscirà a limitare il degrado ambientale, ma è necessaria una nuova assunzione di responsabilità e quindi ricostruendo l’ecologia umana, la coscienza morale delle persone, i veri valori dello stare insieme. Nell’ultima Enciclica “Spe salvi”, Benedetto XVI parla dei monaci di San Bernardo di Chiaravalle ed afferma che i monaci dissodavano i boschi, ma non senza dissodare le anime. “Nessuna positiva strutturazione del mondo – si legge nell’Enciclica – può nascere laddove le anime inselvatichiscono”. Questa è un po’ la sintesi del decalogo che propongo alla fine del volume.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Nell’informazione religiosa, intervista di Nicola Gori a don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana.

    Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, in visita a Cuba ha sottolineato che l’embargo statunitense è “eticamente inaccettabile”.

    Articolo di Ettore Gotti Tedeschi su “Prezzo del petrolio e sviluppo economico”.

    Nell’informazione internazionale, in primo piano la crisi Iraq-Turchia. Gli Stati Uniti sollecitano Ankara ad accorciare al massimo i tempi dell’offensiva militare contro il PKK.

    In cultura, la presentazione dell’edizione aggiornata del libro di Joseph Ratzinger “La teologia della storia di San Bonaventura” alla Pontificia Università Antonianum. Sono pubblicati stralci dalle relazioni dell’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina delle Fede, di Paolo Vian, scriptor latinus e direttore del dipartimento dei manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana, e dall’intervento conclusivo di Barbara Faes del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

    Timothy Verdon interviene sul tema “L’arte materializza la promessa di Dio: il potenziale morale dell’immagine”.

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    Oggi in Primo Piano



    Sui temi della vita, c’è troppa confusione. La RU 486 non è un’aspirina: così il vicepresidente dei Medici Cattolici Italiani Franco Balzaretti

    ◊   Alla fine la verità è venuta a galla. La Federazione degli Ordini dei Medici, la FNOMCEO, non ha mai votato un documento sull’aborto e la pillola RU 486. Il testo era in realtà soltanto una delle 14 relazioni oggetto di confronto al Consiglio degli Ordini. Eppure la grande stampa, con poche eccezioni, l’ha presentata come la posizione ufficiale dei medici italiani. Il quotidiano della CEI, “Avvenire”, che già sabato scorso aveva svelato il giallo, parla oggi di “conformismo incomprensibile” e di “deficit di buon giornalismo”. Sulla vicenda, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Franco Balzaretti, vicepresidente nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani:


    R. – Sono rimasto veramente sconcertato da questa vicenda, anche perché auspicherei una maggiore coerenza e compattezza da parte di tutti i medici, soprattutto quando si parla di questi importanti temi etico-morali. Questa confusione non fa bene a nessuno. Si tratta di agire sempre nell’interesse dei pazienti, degli ammalati e dei loro familiari.

     
    D. – Venendo alle questioni di merito. La RU 486, la pillola abortiva, ha una mortalità per le donne dieci volte superiore all’aborto medicalmente assistito. Perché allora c’è questa forte spinta all’introduzione di questo prodotto che, peraltro, lascia ancora più sole le donne in un momento così drammatico?

     
    R. – Sul discorso della pillola RU 486 c’è molta confusione, perché viene propagandata come una sorta di “aborto fai da te”. In realtà, il primo giorno si assume questa pillola RU 486 che uccide l’embrione e il terzo si assume un altro farmaco che ne favorisce l’espulsione. Ma che cosa succede? Succede che rispetto all’aborto chirurgico - che è effettivamente una manovra invasiva, ma che ha un bassissimo rischio di mortalità - in questo caso ci sono dei rischi veramente elevati, soprattutto quando questa pratica avviene non in un ospedale, ma presso il domicilio della paziente. E’ una pillola che può avere dei gravi effetti collaterali ed anche una certa mortalità, che favorisce infezioni ed emorragie. C’è poi l’aspetto psicologico: non dimentichiamo che queste povere donne che prendono tale decisione non possono essere trattate come un paziente che ha l’influenza e prende un’aspirina. Si tratta di donne che subiscono dei gravissimi traumi a livello psichico ed hanno, quindi, bisogno di avere dei supporti psicologici. Cosa, questa, che presso le loro famiglie spesso non avviene.

     
    D. – La legge 194 recita nel titolo “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Secondo lei, c’è o c’è stato uno sbilanciamento nell’attuazione di questa legge?

     
    R. – Questa legge, mi dispiace dirlo, viene applicata soltanto in alcuni aspetti. Anche questi personaggi, più o meno illustri, che parlano di difesa della 194, proprio queste persone che dicono di voler difendere la legge 194, in realtà difendono soltanto alcuni aspetti. E cioè quelli che tutelano il diritto a decidere da parte della madre, senza tenere in nessuna considerazione altri aspetti importanti della legge. Questo lo si è visto anche in alcune polemiche che ci sono state proprio di recente a seguito del documento stilato dai ginecologi di Roma sulla tutela dei feti nati vivi. Hanno contestato addirittura il documento dicendo che bisogna per prima cosa considerare il consenso della madre, senza preoccuparsi minimamente del fatto che questo feto che nasce è un bambino a tutti gli effetti. Qui non si tratta di falsare quello che è il principio della legge 194, ma di adeguarla alle attuali tecnologie: la legge 194 è stata approvata 30 anni fa, quando non c’erano delle tecnologie in grado di garantire la sopravvivenza dei feti della 21.esima, 22.esima, 23.esima settimana. Da questo punto di vista, limitatamente a questi aspetti, si dovrà rivedere la legge. Abbiamo rivisto una Costituzione in Italia, non vedo perché non si possa rivedere la legge 194.

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    Allarme dell'Osservatorio Tratta su prostituzione e sfruttamento minorile. Con noi, Marco Bufo e Pietro Grasso

    ◊   Prostituzione e lavoro minorile, adozioni internazionali illegali ed espianto di organi. Sono numerose le facce della moderna schiavitù, un fenomeno in espansione. Ad analizzarne la diffusione in Italia, nell’ambito di un progetto europeo, è l’Osservatorio Tratta che ieri a Roma ha presentato i risultati raccolti in quasi tre anni di lavoro. Tra le novità più rilevanti l’istituzione di un Osservatorio nazionale permanente. Il servizio di Silvia Gusmano.


    Tra il 2000 e il 2006, 45 mila vittime di tratta sono entrate in contatto con i programmi di protezione sociale; oltre undicimila, tra cui quasi 800 minori, hanno poi aderito ai servizi offerti. È una percentuale minima rispetto al numero complessivo delle persone sfruttate, ma superiore a quella di altri Paesi europei. L’Italia vanta, infatti, in materia una delle legislazioni più avanzate e un’estesa ed efficace rete di enti pubblici e privati impegnati nel settore. Ancora insufficienti, tuttavia, i fondi stanziati e da potenziare il coordinamento degli interventi a livello nazionale ed europeo. Tratta, inoltre, non è solo prostituzione, ma anche sfruttamento minorile e lavoro forzato. Il responsabile del progetto Osservatorio Tratta, Marco Bufo:

    “Bisogna fare ancora molto rispetto, per esempio, ai vari settori del mercato del lavoro, in cui le persone vengono sfruttate in maniera molto grave, prevalentemente uomini, ma anche donne, e in alcuni casi minori. E c’è un problema: queste persone vengono viste come dei criminali, come “la prostituta”, come “l’accattone”, piuttosto che vittime di sfruttamento. Quindi, è una responsabilità di tutti, degli operatori sociali, ma anche delle varie forze dell’ordine, lavorare per un cambiamento culturale”.

    E di necessaria cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti parla anche il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, i cui uffici sono competenti per il reato di tratta:

    “Non si può pensare di combattere la criminalità organizzata senza avere un occhio attento alle vittime. Sono due aspetti dello stesso problema, anche perché le vittime alimentano le indagini. Le indagini danno "ristoro" anche morale alle vittime, perché vedono i loro persecutori responsabilmente colpiti. Quindi, è un fenomeno che va visto in questa complessità”.

    Proprio per affrontare il fenomeno nella sua complessità e monitorarne i continui cambiamenti, è stato istituito un Osservatorio permanente sulla Tratta che, basandosi sul lavoro congiunto di ministeri competenti e Terzo Settore, metterà a punto una strategia di contrasto e tutela delle vittime a livello nazionale.

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    La pratica quaresimale degli esercizi spirituali, una sosta per ritrovare freschezza interiore. Intervista con il padre carmelitano Bruno Secondin

    ◊   La Quaresima, tempo di "rinnovamento interiore". E' un insegnamento antico quanto la Chiesa, che Benedetto XVI ha ribadito più volte in questi giorni e che ha personalmente vissuto, in questo mese di febbraio, dando spazio alla riflessione interiore, sul filo degli esercizi spirituali predicati dal cardinale Albert Vanhoye a tutta la Curia Romana. Anche quella degli esercizi spirituali è una pratica di secolare esistenza nella vita della Chiesa, e molti sono gli "specialisti" che in questo periodo invitano sacerdoti, religiosi e laici ad un periodo di introspezione spirituale, lontano dalle frenesie quotidiane. Giovanni Peduto ne ha parlato con uno di questi specialisti, il padre carmelitano Bruno Secondin:
     
    R. - Nella vita cristiana, c’è sempre bisogno di fare un attimo di attenzione, di mettersi a riflettere sul cammino che si fa, di rivedere i sentieri percorsi per purificare situazioni che possono essersi confuse, oppure per riprendere nuovo slancio e reincontrare il Signore con freschezza interiore.

     
    D. - Come sono nati gli esercizi spirituali?

     
    R. - Già nella Bibbia troviamo dei periodi speciali che vivono alcuni, per esempio Abramo, Mosé, Davide: vivono nel deserto, vivono nella solitudine per superare crisi, per affrontare passaggi molto decisivi della loro vita. Gesù fa lo stesso: pensiamo ai 40 giorni nel deserto, tentato da Satana. Lui stesso ha invitato a volte i discepoli a ritirarsi in disparte, un attimo, per riposare, per confidarsi anche con più libertà. E poi pensiamo agli eremiti, ai primi monaci: hanno sempre avuto l'attenzione a ritagliarsi dei periodi particolari di solitudine, di deserto, di penitenza e questo è durato fino ad oggi. Durante il Medio Evo c’erano tra i monaci dei momenti speciali, come la Quaresima, durante i quali si teneva la Lectio divina con particolare cura. Intorno al 1300, si è iniziato ad organizzare le cose in maniera più individualistica e personale, perché la spiritualità della devotio moderna tendeva a questa interiorità più personale, un po’ unica. Si è introdotta una metodologia simile a quella degli esercizi spirituali che poi, con Sant'Ignazio, diventerà una terminologia ed una metodologia di grande valore e di grande compattezza.

     
    D. - Quali sono gli elementi specifici degli esercizi spirituali?

     
    R. - Si sono avvicendati vari modi di fare esercizi spirituali. Chi è più anziano ricorda, forse anche con un po’ di tristezza, l'esperienza di quando si facevano quattro prediche al giorno in un clima penitenziale veramente abbastanza triste. Oggi, invece, gli elementi principali di solito sono: due riflessioni bibliche, due Lectio - una al mattino e una alla sera - una liturgia ben curata, la possibilità di dialoghi anche fra gruppi e poi il dialogo con la guida, se c’è. E ancora, la possibilità di un’esperienza di riconciliazione celebrata insieme. Sono elementi più incoraggianti, più facili anche da vivere, ma, nello stesso tempo, con molta serietà interiore.

     
    D. - Una componente degli esercizi è certamente il silenzio. Cosa vuol dire “fare silenzio”?

     
    R. - “Fare silenzio” non vuol dire mantenere la bocca chiusa, ma vuol dire lasciare che il cuore si metta in ascolto di Colui che parla, e di solito i testi sono commenti alla Scrittura, per cui il silenzio è necessario se uno vuole ascoltare. Dev’essere l’orecchio del cuore che ascolta, non tanto la bocca che non parla. E perciò, anche i movimenti, lo sguardo, tutto l’atteggiamento del corpo deve avere una specie di tranquillità e di auto-sobrietà per poter davvero vivere il silenzio dell’ascolto.

     
    D. - Lei ha già accennato alla Lectio divina come elemento degli esercizi. Come affrontare, come farsi penetrare dalla Parola di Dio?

     
    R. - Ecco, oggi quasi tutti negli esercizi usano questo metodo della Lectio divina, che vuol dire proporre un testo, aiutare a penetrarne la ricchezza e poi invitare ciascuno a riprenderlo da solo nella rilettura, nel confronto personale, per far risaltare ciò che quel testo dice a me, come mi chiama ad una nuova stagione di fedeltà. Gli esercizi spirituali non servono tanto a rinfrescare le cose, ma anche a riprendere slancio: a "leggersi" nella storia, leggere come si sta evolvendo la propria identità e leggersi nelle chiamate, nei segni dei tempi come persone impegnate a portare la propria testimonianza e la propria capacità di fermentare la storia, perché giunga verso il Regno. Perciò, la Parola di Dio ci apre a questa prospettiva: non è un testo di consolazione, ma un testo provocatorio per una nuova missione.

     
    D. - Un suo invito ai nostri ascoltatori a come vivere questa Quaresima...

     
    R. - Viverla, sì, anche secondo la forma tradizionale della penitenza, dell’elemosina, della preghiera: ma viverla soprattutto sapendo che si va incontro alla Pasqua, al grande mistero. Viverla con il cuore desideroso di contemplare Colui che per noi si è donato e Colui che è la nostra vittoria e la forza della nostra vita. Mettere al centro il Gesù pasquale che ci tira e ci attira attraverso il tempo quaresimale.

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    Chiesa e Società



    Gli aiuti del Papa all’Ecuador colpito dalle alluvioni

    ◊   Il Pontificio Consiglio Cor Unum ha immediatamente inviato, a nome del Santo Padre, un primo aiuto economico di emergenza alle 11 diocesi colpite dal flagello delle inondazioni in Ecuador. Il Papa domenica scorsa all’Angelus aveva invitato “tutti ad una fraterna solidarietà affinché le popolazioni di quelle zone possano ritornare quanto prima alla normalità della vita quotidiana”. Nel Paese, intanto, la situazione è sempre più grave: l’ultimo bilancio è di almeno 16 morti e di oltre 265 mila sfollati. Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha dichiarato già dalla scorsa settimana lo stato di emergenza nazionale in 9 delle 11 province colpite dalle alluvioni. Sono stati mobilitati oltre 4 mila militari per soccorrere la popolazione ma i soccorsi sono ostacolati dalle precarie condizioni di molte vie di comunicazione. Secondo l’istituto di meteorologia, inoltre, le piogge continueranno e si prevedono inondazioni fino al mese di aprile, con possibilità di straripamento delle dighe di sbarramento. Desta preoccupazione, infine, la grande quantità di acqua stagnante che aumenta il rischio della diffusione di malattie. In questa situazione - fa notare l'agenzia Fides - cominciano anche a scarseggiare gli alimenti. (A.L.)

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    Visita in Terra Santa del cardinale Sandri

    ◊   Il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, si trova in questi giorni in Terra Santa, per la prima visita ufficiale dalla sua nomina. Dopo l'incontro, avuto ieri mattina a Gerusalemme con il Patriarca latino e il custode di Terra Santa, nel pomeriggio, malgrado la forte pioggia, il cardinale Sandri è stato accolto con solennità e calore dai rappresentati delle diverse chiese di Gerusalemme; secondo la tradizione, lo hanno accompagnato dal Patriarcato latino fino alla basilica del Santo Sepolcro, dove era atteso per il suo ingresso solenne. Insieme con il Patriarca di Gerusalemme Michel Sabbah e i vescovi e canonici del patriarcato Latino, il cardinale Sandri è giunto alla Basilica della Risurrezione. Qui il porporato è stato accolto dal Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, che secondo il rituale fissato dallo "status quo" ha pronunciato il suo caloroso benvenuto presso la pietra dell'unzione: "la fonte e l'apice della nostra fede è qui in questo luogo - ha detto -. Qui Gesù è stato crocifisso, qui Cristo è risorto. Qui questi misteri si sono compiuti, qui è la nostra casa, qui è anche la sua casa". Il Patriarca Michel Sabbah ha pronunciato il suo discorso di fronte ai delegati ecumenici presso l'edicola della Risurrezione. Quindi, anche il cardinale Sandri ha espresso la sua gratitudine per l'accoglienza, mettendo in risalto l'unità della fede di tutte le denominazioni cristiane nel Signore Gesù. "Gioisco nel confessare il nome di Gesù Cristo in questo luogo, tra i più santi della cristianità", ha detto. "Insieme a tutte le chiese proclamiamo la nostra fede nel figlio di Dio che si fece uomo, nacque, mori e risuscitò", ha proseguito, sottolineando il grido comune della nuova evangelizzazione elevato da tutta la Chiesa. Il cardinale Sandri proseguirà la sua visita in Terra Santa con l'ingresso solenne nella chiesa della Natività a Betlemme domani pomeriggio, mentre giovedì entrerà solennemente nella basilica di Nazareth dove incontrerà anche la comunità francescana. (Da Gerusalemme, per la Radio Vaticana, Sara Fornari)

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    Un bambino su cinque a rischio povertà in Europa

    ◊   Oltre 78 milioni di persone sono esposte al rischio di povertà nonostante i recenti progressi sul fronte delle riforme. Di questi, più di 19 milioni sono bambini. La loro povertà – si legge nel rapporto sulla “Protezione sociale” presentato ieri dalla Commissione Europea – dipende da varie cause, tra cui la disoccupazione dei genitori, l’inadeguatezza dei salari o l’assenza di iniziative appropriate a sostegno dei redditi. Le realtà più preoccupanti sono quelle di Italia, Lituania, Ungheria, Romania, Lettonia e Polonia. Tra i settori su cui concentrare gli sforzi per contrastare la povertà infantile, la Commissione Europea indica, in particolare, l’ambito scolastico: “occorrono politiche sociali mirate – si legge nel rapporto – e si deve fare in modo che ogni bambino renda meglio a scuola se si vogliono assicurare pari opportunità per tutti”. Lo studio mette in evidenza anche notevoli differenze nei modelli pensionistici, nelle retribuzioni e nei sistemi sanitari. Da questo quadro emerge che la soglia di povertà cambia da Paese a Paese: negli Stati dell’Europa occidentale si ritiene necessario per un nucleo di 4 persone un reddito mensile lordo di 1500 – 1900 euro. Negli Stati dell’est sono invece necessari 400 – 650 euro al mese. Tra i Paesi più virtuosi ci sono Danimarca, Finlandia, Slovenia, Germania e Francia che, secondo la Commissione Europea, hanno adottato mirate e adeguate politiche sociali. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Il futuro e le sfide dell’ecumenismo al centro dell’incontro tra CCEE e KEK

    ◊   Diffusione e conoscenza della Bibbia in Europa, dialogo interreligioso, salvaguardia del creato, migrazioni e pace. Sono stati questi i temi al centro dell’incontro annuale del Comitato Congiunto del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE) e della Conferenza delle Chiese Europee (KEK), conclusosi a Londra domenica scorsa. E’ stata sottolineata inoltre “l’esigenza – si legge in un comunicato diffuso dall’agenzia Zenit - di avviare una riflessione sulla riconfigurazione del movimento ecumenico in Europa”. Dall’incontro sono emerse anche diverse priorità. Il presidente della KEK, il reverendo Jean- Arnold de Clermont, ha indicato in particolare tre sfide: la globalizzazione, che chiede di aumentare la consapevolezza ecumenica; la secolarizzazione dell’Europa; la necessità di ripensare le strutture della cooperazione ecumenica tra le Chiese in vista di una rinnovata testimonianza comune. Il cardinale Jean-Pierre Ricard, vicepresidente del CCEE ha sottolineato, poi, la necessità di “allargare l’esperienza della fraternità ecumenica”, soprattutto in un’epoca in cui si rischia “di essere scoraggiati dalla lentezza dei progressi ecumenici”. Il Comitato congiunto del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa e della Conferenza delle Chiese Europee ha poi annunciato che si terrà a Malines e a Bruxelles, in Belgio, dal 20 al 23 ottobre una conferenza incentrata sul tema: “Essere cittadini europei e credenti. Cristiani e musulmani come partner attivi nelle società europee”. La conferenza – ha spiegato all’agenzia Sir mons. Aldo Giordano, segretario generale del CCEE – affronterà le questioni relative alla laicità. Le Chiese intendono incoraggiare, soprattutto, l'esigenza di realizzare un Islam europeo: “bisogna cogliere i segnali – ha affermato mons. Aldo Giordano – che ci sono stati da parte del mondo musulmano”. Il prossimo incontro annuale del Comitato congiunto avrà luogo a Esztergom e a Budapest dal 19 al 22 febbraio 2009. Il CCEE riunisce i presidenti delle 34 Conferenze episcopali europee. La KEK riunisce invece circa 125 Chiese ortodosse, protestanti, anglicane e più di 40 organizzazioni associate. (A.L.)

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    La religiosa salesiana belga Lutgardis Craeynest eletta presidente dei superiori e delle superiore d’Europa

    ◊   E’ stato eletto recentemente il nuovo Comitato Esecutivo dell’Unione delle Conferenze europee di superiori e superiore maggiori (UCESM). Come presidente – rende noto l’agenzia Zenit - è stata nominata la religiosa salesiana belga Lutgardis Craeynest. Vicepresidente è stato eletto il religioso portoghese devoniano, Manuel Joaquim Gomes Barbosa. Il nuovo Comitato è stato designato durante la XIII Assemblea Generale dell’UCESM, tenutasi a Torhout, in Belgio, dall’11 al 17 febbraio. All’incontro, che si svolge ogni due anni, hanno assistito partecipanti di 38 Conferenze di religiosi e religiose di 26 Paesi d’Europa. Si è riflettuto, in particolare, sul “senso della vita religiosa vissuta in comunità, come luogo di fraternità e di comunione nella fede e nella solidarietà all'interno della società, dove la riconciliazione e la speranza sono possibili”. Nel corso dei secoli, i religiosi e le religiose europei – hanno sottolineato i partecipanti all’Assemblea - “hanno contribuito all’identità culturale, umana e spirituale” dell'Europa. Adesso – hanno concluso - “vogliamo fare la nostra parte perché l'Europa non perda le sue radici più profonde”. (A.L.)

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    Appello dei vescovi indiani per far fronte agli attacchi anti-cristiani nell'Orissa

    ◊   La Chiesa cattolica indiana ha indicato, durante la recente Assemblea plenaria a Jamshedpur, diverse priorità: tra queste, un maggiore coordinamento per le attività in ambito sociale e civile. Sono anche stati sottolineati i valori della preghiera e della non violenza. I vescovi hanno ribadito, poi, l’importanza dell’unità ecumenica tra i cristiani di differenti confessioni. Ricordando i recenti attacchi contro comunità cattoliche nello Stato di Orissa, i presuli hanno discusso, inoltre, di strategie che i credenti sono chiamati ad attuare dopo la campagna di odio lanciata da gruppi estremisti. Il vescovo di Cuttack–Bhubaneswar ha invocato, in particolare, l’unità di tutta la Chiesa per rispondere in modo univoco. I presuli indiani – riferisce l’agenzia AsiaNews - hanno anche espresso il timore che il dramma delle violenza possa ora infiammare altre zone del Paese. E’ stato rivolto, infine, un nuovo appello perché vengano finalmente abolite le attuali discriminazioni contro i dalit cristiani. In base ad una controversa disposizione introdotta nel 1950, gli ex fuori casta convertiti al cristianesimo o all’islam sono esclusi, infatti, dagli aiuti statali previsti dalla Costituzione indiana a favore delle caste più basse. Di tali aiuti beneficiano, invece, i dalit indù, buddisti e sikh. La questione dei diritti civili dei dalit cristiani e musulmani è da anni al centro del dibattito politico in India. Contro il loro riconoscimento si è sempre schierato il partito nazionalista Bharatiya Janata Party (BJP). (A.L.)

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    India: oltre 800 suicidi di contadini in sei mesi

    ◊   Sono oltre 800 i suicidi tra i contadini indiani registrati nei primi sei mesi del 2007 in quattro Stati dell’Unione. Il dato, diffuso dal governo, evidenzia il fallimento dei piani multimilionari promossi dalle autorità per migliorare le condizioni di vita di questa fascia della popolazione, che a causa del forte indebitamento non vede altra scelta che togliersi la vita. Come riferisce l'Agenzia AsiaNews, a fornire il tragico bilancio è lo stesso governo indiano. Lo Stato più colpito dal fenomeno è il Maharashtra, con 607 casi tra i coltivatori di cotone. Secondo le statistiche del governo, al Maharashtra segue l’Andhra Pradesh con 114 suicidi, il Karnataka con 73 e il Kerala con 13. La maggior parte della comunità agricola in India è molto povera. I contadini sono costretti a chiedere prestiti agli usurai del villaggio a tassi di interessi mensili del 10%. I loro debiti lievitano quando il raccolto va male o i prezzi dei generi alimentari calano. Su una popolazione di 1,1 miliardi di abitanti, in India 600 milioni vivono di agricoltura; ma questo settore contribuisce solo per il 5% al prodotto interno lordo del Paese. La Chiesa indiana è da sempre in prima linea nella lotta a questa piaga. La Caritas locale nel 2007 ha lanciato il programma “Salva i contadini – Salva l’India”. L’organizzazione cattolica si è rivolta ai coltivatori di Maharashtra e Gujarat con l’istituzione di gruppi di micro-credito e il potenziamento delle loro capacità produttive attraverso lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali. (R.P.)

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    In un convegno in Indonesia, sottolineata l’importanza dell’impegno politico dei cristiani nel Paese

    ◊   In vista delle prossime elezioni generali nel 2009, i cristiani indonesiani sono stati esortati a impegnarsi e a competere attivamente nella vita politica nazionale per promuovere l’unità e il pluralismo nel loro Paese. L’invito è scaturito da un incontro organizzato nei giorni scorsi nella capitale Giakarta dal Forum della Comunicazione cristiana (NCCF), associazione ecumenica fondata nel 1996 alla quale aderiscono anche esponenti cattolici. Al convegno, intitolato “La politica cristiana in occasione delle elezioni del 2009”, hanno partecipato un centinaio tra laici e religiosi di varie denominazioni. Al centro dei vari interventi, l’importanza dell’impegno pubblico dei cristiani per costruire una nazione migliore, ma anche per contrastare quelle ideologie e movimenti di stampo fondamentalista che oggi minacciano i principi costituzionali su cui si basa la pacifica convivenza tra le diverse etnie e religioni in Indonesia. Una battaglia, è stato evidenziato, che i cristiani non possono e non devono condurre da soli, ma insieme ai loro connazionali, quale che sia la loro appartenenza religiosa. “Non abbiamo bisogno di partiti cristiani - ha spiegato all’agenzia Ucan Teophilus Bela, presidente cattolico della sezione di Giakarta del Forum – quanto piuttosto di un movimento di pressione che sensibilizzi il governo e il parlamento sui problemi delle nostre Chiese”. (L.Z.)

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    Amnesty International chiede alla Russia di garantire libertà di associazione e di stampa

    ◊   “Evitare il ricorso a leggi, come quella per combattere le attività estremiste, per reprimere l’operato delle organizzazioni civili e degli organi di stampa; formare al rispetto della libertà d’associazione gli agenti di polizia; garantire che i giornalisti possano svolgere il proprio dovere professionale senza subire interferenze arbitrarie; avviare indagini approfondite e imparziali su tutte le denunce di violazioni ai danni degli attivisti per i diritti umani, dei giornalisti e degli appartenenti all’opposizione politica” e “garantire l’applicazione degli standard internazionali in materia di processi equi, nei procedimenti contro i presunti responsabili di queste violazioni”. È quanto Amnesty International chiede oggi alle autorità di Mosca a tutela della libertà di espressione, associazione e riunione, nell’imminenza delle elezioni in programma nel Paese il prossimo 2 marzo. Questa libertà “è la pietra miliare di una società civile attiva. Le autorità russe la stanno restringendo, nell’ambito della loro strategia di contrasto alla cosiddetta influenza occidentale. In questo modo, violano gli obblighi, nazionali e internazionali”: è l’allarme lanciato da Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa-Asia centrale di Amnesty International. Proprio in vista della consultazioni, denuncia Duckworth, “la negazione della libertà d’espressione e d’associazione si è fatta più evidente. Le autorità hanno fatto ricorso alla forza per disperdere manifestazioni dell’opposizione” e “la polizia ha disturbato l’azione di giornalisti e attivisti per i diritti umani”. Nel Paese inoltre, le televisioni e molti altri mezzi di stampa sono controllati dallo Stato. (R.P.)

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    A Cipro, speranze e attese del vicario patriarcale dopo l’elezione del nuovo capo di Stato

    ◊   Un clima di attesa caratterizzato dalla speranza di una nuova fase del dialogo. Così padre Umberto Barato, vicario patriarcale per Cipro, commenta all’agenzia Sir l’elezione del leader comunista greco cipriota, Dimitris Christofias, alla carica di capo di Stato. Sono circa 35 anni – ha aggiunto – che a Cipro non si è mai fatto nulla per arrivare ad una soluzione. “Riprendere i negoziati – ha poi spiegato padre Barato – è la volontà di tutti ma non sappiamo in che modo potrà avvenire”. Christofias ha vinto con oltre il 53% dei voti. Il suo sfidante Cassoulides, moderato di destra, ha ottenuto quasi il 47% dei consensi. Dunque – ha fatto notare il vicario patriarcale per Cipro – “il Paese resta diviso”. Christofias – ha concluso - è l’unico capo di Stato comunista in tutta l’Unione Europea. (A.L.)

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    Il ruolo del sacerdote ed il ministero della catechesi illustrati dal cardinale Hummes durante una conferenza a Madrid

    ◊   Il sacerdote è “il primo catechista della parrocchia” e “i catechisti hanno bisogno della presenza del parroco per essere animati”. E’ quanto ha dichiarato il prefetto della Congregazione per il Clero, cardinale Cláudio Hummes, durante una conferenza tenutasi ieri a Madrid, presso la Facoltà di Teologia “San Damaso”. “Molti parroci non accompagnano i loro catechisti”, ha poi spiegato il porporato ricordando che il compito del sacerdote deve essere di “aver cura dell’orientamento di fondo nella catechesi”. Il cardinale – rende noto l’agenzia Zenit – ha anche constatato che è necessaria una “unità tra fede e vita”. La finalità della catechesi – ha infatti sottolineato il cardinale Cláudio Hummes - è quella di “aprire il cuore e prepararlo a una totale coesione con Gesù Cristo”. Secondo il porporato, l’opera catechetica deve poi essere “un processo di iniziazione alla vita della fede”, “una vita di fede in comunità”, “un processo permanente di educazione nella fede” ed “un filo conduttore che porta a Gesù Cristo”. “L’azione della catechesi – ha affermato - trasforma le strutture di peccato della società umana, alla luce del Vangelo”. Il prefetto della Congregazione per il Clero ha terminato il suo intervento ricordando che il “fine proprio della catechesi” è di “garantire un’adeguata presentazione del contenuto della fede”. (A.L.)

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    Nel Regno Unito “una cultura abortista” pervade la professione medica. E’ quanto denuncia un’associazione pro-vita

    ◊   Il movimento per la vita britannico ha accolto con soddisfazione le dichiarazioni di voto del leader conservatore, David Cameron, che ha annunciato di appoggiare la riduzione a 20 settimane (dalle 24 attuali) del termine entro il quale sarà possibile interrompere la gravidanza. Ma noi - ha spiegato all’agenzia Sir Greg Clovis, direttore di ‘Human Life International Uk’, associazione pro-vita – “chiediamo di più di una riduzione del limite legale; vogliamo una completa abolizione dell’aborto”. “Purtroppo – ha aggiunto - una cultura abortista pervade la professione medica”. Tra qualche settimana è prevista nel Regno Unito la discussione parlamentare della legge sulla fecondazione in vitro e sulla sperimentazione degli embrioni. Il primate cattolico, cardinale Murphy-O’Connor, teme che il governo laburista voglia impedire ai propri parlamentari di votare secondo coscienza. Per questo, il porporato ha esortato tutti i fedeli a scrivere al parlamentare del proprio collegio per chiedere che voti contro una ulteriore liberalizzazione dell’aborto e della sperimentazione sugli embrioni. (A.L.)

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    I vescovi del Kazakistan faranno parte della Federazione delle Conferenze episcopali d’Asia

    ◊   Dopo dieci anni di associazione nella Federazione della Conferenza dei vescovi asiatici (FABC), i presuli del Kazakhstan ne stanno per divenire a tutti gli effetti membri effettivi. Quando la Commissione Centrale della FABC si riunirà a metà aprile, a Bangkok, probabilmente accetterà la richiesta della Conferenza dei Vescovi Cattolici in Kazakhstan. Agli inizi del nuovo millennio, la Chiesa dell'ex repubblica sovietica annoverava tra le sue fila solamente un vescovo; ma grazie all'energico e costante lavoro dei religiosi, ora il Kazakhstan ne conta ben 5. Molto sentito dai cattolici kazakhi è anche lo spirito interreligioso: sono già molte le chiese e piccole comunità infatti, a darsi da fare nel perseguire un dialogo con i musulmani. Si cerca anche di creare delle "Comunità Cristiane di base" per quelle minoranze cattoliche che vivono isolate dal centro cattolico. (A.L.)

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    Messa a Genova del cardinale Bagnasco per l'anniversario della morte di don Giussani

    ◊   L'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco ha celebrato ieri sera una messa nel capoluogo ligure in occasione dell'anniversario della morte di mons. Luigi Giussani, fondatore di "Comunione e Liberazione". “Quello che stiamo vivendo è un momento storico bello ed impegnativo - ha affermato il porporato nell'omelia ripresa dall'Agenzia Sir - nel quale emerge con sempre maggiore chiarezza una grande sfida, che già don Giussani aveva visto, ossia "l'emergenza educativa". "C'è un grande bisogno di educazione - ha sottolineato il cardinale Bagnasco - ma soprattutto c'è una grande richiesta che noi come credenti, con umiltà ma con intelligenza, vogliamo decifrare perché ben sappiamo che ogni ombra soprattutto nel mondo giovanile, ogni oscurità, anche la più feroce e la più violenta, è anche e sempre una richiesta di aiuto, soprattutto una richiesta di educazione". C'è bisogno - ha aggiunto - di persone che sappiano "indicare ideali veri, non fittizi" che siano in grado di "aiutare a scoprire ciò che è sostanzioso da ciò che è soltanto apparente, e troppo appariscente, ma vuoto". “La sfida fondamentale del tempo moderno” è soprattutto in Europa e “come ricorda spesso il Santo Padre, la sfida educativa” perché "senza una maturazione completa, senza uomini autentici, non esiste soluzione ad alcun problema". Il cardinale ha poi citato Romano Guardini quando diceva che “la luce si accende solo con la luce e la vita si accende solo con la vita”. (R.P.)

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    Spagna: alla "Stella Maris" di Barcellona il premio per il dialogo interreligioso

    ◊   È andato all'Apostolato del mare (Stella Maris) dell'arcidiocesi di Barcellona il primo premio per la convivenza sociale e dialogo interreligioso. Consegnato, ieri sera, alla presenza di Montserrat Coll, direttore generale di Affari religiosi del governo catalano, il riconoscimento è un'iniziativa del Gter (Gruppo di lavoro stabile interreligioso) che riunisce i rappresentati delle religioni più significative in territorio catalano. Il premio ha voluto sottolineare “l'impegno a favore delle persone del mare, aldilà delle loro origini o religioni”. L'Apostolato del mare, riferisce l'Agenzia Sir, svolge nel porto di Barcellona un ruolo di accoglienza con strutture per marinai, assistenza legale, giuridica e anche religiosa. Il direttore della Stella Maris, Ricardo Martos, ha ricevuto il premio per “l'impegno non soltanto a terra con i marinai ma anche sulle barche di carico che ogni giorno arrivano a Barcellona con tutti i problemi derivanti da una vita lontana da casa”. Il Gter, nato nel 2004, è stato presentato alla Santa Sede come un modello di dialogo interreligioso che coinvolge anche le autorità, i comuni e non soltanto associazioni o gruppi di base di fedeli. (R.P.)


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    50&Più Fenacom pronta a collaborare con altre associazioni per anziani

    ◊   AARP Global ha annunciato che 50&Più Fenacom, organizzazione italiana con sede a Roma impegnata a migliorare la qualità di vita degli italiani con più di 50 anni, è entrata a far parte del proprio Network. L'associazione statunitense che conta quasi 40 milioni di iscritti di età superiore ai cinquanta anni, riunisce le organizzazioni nazionali che operano per soddisfare le esigenze delle popolazioni over 50 nei loro rispettivi Paesi. AARP Global Network è una iniziativa indipendente che aiuta i propri membri a soddisfare le esigenze e gli interessi di quello specifico e dinamico segmento di popolazione al cui servizio operano nei loro rispettivi paesi di appartenenza. Istituita nel 1974 su iniziativa di Confcommercio, 50&Più Fenacom, vanta più di 400.000 associati, 800 uffici in tutta Italia e 19 uffici all’estero in 7 diversi Paesi. L’organizzazione mette a disposizione della popolazione italiana in età matura una serie di risorse tra cui una rivista mensile con un milione di lettori, una vasta gamma di conferenze annuali e workshops dedicati espressamente a temi di interesse per gli over 50. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Iraq, ancora attentati e un rapimento di civili

    ◊   Due attentati nella città irachena di Mossul e un rapimento nei pressi di Baquba. Due poliziotti iracheni sono stati uccisi stamani nell'esplosione di un ordigno a Mossul nelle stesse ore in cui un attentatore suicida si faceva saltare in aria in un autobus, provocando la morte di un numero di persone ancora non precisato, ma senz’altro superiore alla decina. Intanto, nei pressi di Baquba, ventuno civili, fra cui almeno una donna, che viaggiavano a bordo di due pulmini sono stati rapiti da uomini armati.

    Afghanistan
    Almeno cinque poliziotti afghani uccisi da un ordigno telecomandato nascosto sul ciglio della strada che è esploso al passaggio del veicolo: stavano recandosi al lavoro nel distretto di Sabri, provincia di Khost, nel sud-est dell'Afghanistan. La polizia ha accusato i taleban dell'attentato.

    Medio Oriente
    Il capo dei servizi segreti egiziani si incontrerà la prossima settimana con responsabili israeliani sull'embargo imposto alla Striscia di Gaza e della necessità di ''mettere fine alle sofferenze'' dei palestinesi. Lo ha annunciato oggi al Cairo, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas), che ha ribadito la necessità di applicare con Israele l'accordo del 2005, quando Fatah controllava ancora la Striscia di Gaza, per cui il varco di Rafah deve essere controllato da osservatori dell'Unione Europea, con telecamere che permettono a Israele verifiche in tempo reale. L'accordo è respinto da Hamas. Intanto, il primo ministro israeliano, Olmert, in visita in Giappone, si è detto scettico sulla possibilità di giungere a un accordo con i palestinesi entro il 2008, pur ribadendo l’impegno assunto. Secondo Olmert, oggi non c'è una “opportunità migliore” di pace. Speriamo di concludere un accordo che conduca a una soluzione con due Stati: uno Stato palestinese e uno Stato d'Israele”. Olmert è arrivato ieri a Tokyo: partecipa a un Forum economico e ha diversi incontri con le autorità ai massimi livelli.

    Gaza
    Elementi di al Qaida sono riusciti nelle ultime settimane a entrare nella Striscia di Gaza approfittando dello stato di confusione creatosi dopo l'abbattimento del muro di confine con l'Egitto. Lo ha affermato oggi alla Knesset, il parlamento israeliano, il capo dell'intelligence militare di Israele, il generale Amos Yadlin. Secondo Yadlin, nella Striscia sono anche entrati quadri militari palestinesi addestratisi in Siria e in Iran.
     
    Israele
    La Corte Suprema israeliana ha approvato oggi la formula di compromesso elaborata dal capo della procura, Mazuz, riguardo le gravi accuse rivolte da tre ex dipendenti all'ex capo dello Stato Katzav. Katzav - che ha concluso il suo mandato nel luglio scorso - non può dunque essere incriminato per violenza sessuale, anche se ha amemsso di aver compiuto atti impropri e molestie nei confronti di due delle tre segretarie. La vicenda era esplosa nel luglio 2006.

    Siria
    Un altro oppositore è finito in carcere a Damasco nell'ambito della campagna di arresti avviata tre mesi fa dalle autorità siriane. Lo ha riferito oggi l'Organizzazione nazionale per i diritti umani in Siria (ONDUS). Al-Muil è membro del consiglio direttivo della “Dichiarazione di Damasco”, piattaforma di dissidenti siriani creata nel 2005 e tollerata fino al dicembre scorso. Con l'arresto di al-Muil, sono ora 13 gli appartenenti alla “Dichiarazione di Damasco” finiti dietro le sbarre. L’ONDUS ha diffuso la settimana scorsa il documento di un detenuto siriano di etnia curda.

    Sfida televisiva in Spagna
    Faccia a faccia senza esclusione di colpi ieri sera, a Madrid, davanti a più di 10 milioni di telespettatori fra il premier socialista, Josè Luis Zapatero, e lo sfidante conservatore, Mariano Rajoy, leader del Partido popular, in vista delle elezioni politiche del 9 marzo. Tra i temi più discussi, l’economia e il terrorismo. La seconda e ultima sfida televisiva fra i due leader spagnoli è prevista lunedi prossimo 3 marzo.

    Italia
    E' Gianni Alemanno il candidato del PDL a sindaco di Roma. L’annuncio è arrivato ieri. Si confronterà per la guida della capitale con Francesco Rutelli. Intanto, aumentano i temi in discussione nella campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile. Il servizio di Giampiero Guadagni
     
    “Realistico ed ambizioso”: Veltroni definisce così il programma del Partito Democratico (PD). Tra i cardini: il merito, la lotta alla precarietà e la sicurezza. E per dare segnali in questo senso, Veltroni annuncia una proposta di legge contro la pedofilia e candida nelle sue liste il prefetto Achille Serra. Ma nel programma ci sono anche i temi etici: il PD intende prevenire l’accanimento terapeutico attraverso il testamento biologico e promuove il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi. Veltroni dice “no” ad una nuova divaricazione tra laici e cattolici. Una risposta indiretta - la sua - alle forti perplessità sull’alleanza coi Radicali espresse dal quotidiano Avvenire e dal settimane “Famiglia Cristiana”, che in questo numero parla di “pasticcio veltroniano in salsa pannelliana”. Sul fronte opposto, il Popolo delle Libertà (PDL) assicura che il proprio programma è diverso sui valori di riferimento e più credibile sui contenuti. Berlusconi contesta i sondaggi che parlano di una rimonta del PD e annuncia alcuni dei candidati del PDL: l’ex comandante della Guardia di Finanzia, Roberto Speciale, oltre a Eugenia Roccella, una dei portavoce del Family Day, e all’ex governatore di Nassiriya, Barbara Contini. Berlusconi torna poi ad attaccare i centristi: “I voti dati all’UDC - dice - favoriscono Veltroni”. “Pubblicità ingannevole, ma gratuita” risponde ironico Casini. Intanto, PDL ed UDC sono alleati in Sicilia, dove il candidato comune è il leader del Movimento per le autonomie Lombardo. Il PDL ha anche annunciato la candidatura a sindaco di Roma di Gianni Alemanno, dirigente di AN ed ex ministro dell’Agricoltura, che avrà come avversario Rutelli, che torna così a correre per il Campidoglio dopo aver perso nel 2006 la sfida con Veltroni. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

    Ancora rapimenti in Nigeria
    Una donna che lavora come segretaria per la compagnia petrolifera francese Total e due bambini figli di un uomo d'affari sono stati rapiti in due episodi differenti, ieri sera e stamani, da uomini a Port Harcourt, nella regione petrolifera del delta del Niger, nel sud della Nigeria. Nella zona operano, compiendo attacchi contro le compagnie petrolifere e rapimenti, sia i guerriglieri separatisti del MEND (Movimento per l'emancipazione del delta del Niger), sia bande di delinquenti comuni.

    Darfur
    A cinque anni dall'inizio del conflitto che ha provocato 400 mila morti e 2,8 milioni di sfollati, e “nonostante la grande mobilitazione mondiale su questa tragedia, in Darfur si continua a morire”. In un comunicato diffuso oggi, Italians for Darfur, promotore in Italia della campagna per la regione del Sudan insanguinata dalla guerra, ricorda, tra l’altro, che dal 18 febbraio scorso il governo sudanese ha ripreso i bombardamenti aerei sulla regione: ufficialmente, voleva colpire i ribelli del Movimento per la Giustizia e l'eguaglianza (JEM), uno dei gruppi che si contrappongono al regime di Khartoum, ma, secondo il coordinamento delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari, “le vittime dell'attacco erano tutti civili”. Secondo i dati inviati all'organizzazione da Save Darfur Coalition e International Crisis group, “negli ultimi 10 giorni hanno perso la vita circa seicento persone, per lo più donne e bambini. Gravi anche le conseguenze logistiche e umanitarie per la popolazione. Almeno 20 mila sono i senzatetto in quest'area, molti dei quali hanno deciso di raggiungere il Ciad per trovare rifugio nei campi profughi del Paese.

    Sahara occidentale
    Il presidente algerino, Bouteflika, ha ancora una volta espresso il suo sostegno all'autodeterminazione del popolo saharaoui, in un messaggio inviato al suo omologo del Sahara Occidentale, Mohamed Abdelaziz, alla vigilia del 32.mo anniversario della creazione della RASD (Repubblica araba saharaoui democratica) il 27 febbraio 1976. L'Algeria accoglie nei campi vicino a Tindouf, nel Sahara algerino, circa 150 mila profughi saharaoui oltre ai rappresentanti del RASD e del suo braccio armato, il Fronte Polisario. Iniziati in giugno, i negoziati diretti tra Marocco e Sahara occidentale, previsti dall'ultima risoluzione dell'ONU (1754) e “destinati al raggiungimento di una soluzione politica mutualmente accettabile che garantisca il diritto all'autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale”, non hanno portato fino ad oggi a nessun risultato. La disputa sull'ex colonia spagnola, occupata dal Marocco subito dopo la sua indipendenza nel 1975, continua a dividere il Maghreb da oltre 30 anni. Mentre il Marocco ha proposto un piano di autonomia dei territori del Sahara occidentale sotto sovranità marocchina, il Polisario continua a reclamare l'organizzazione di un referendum per l'autodeterminazione.

    Immigrazione clandestina
    Sono 126 i clandestini, tra cui sette donne, giunti nel porto di Lampedusa dopo che la loro imbarcazione era stata intercettata dalla Guardia di Finanza. Al momento, sono in corso le procedure di identificazione degli immigrati, per la maggior parte nigeriani. Sempre stamani, tre clandestini, due tunisini e un palestinese, sono stati arrestati dai carabinieri di Lampedusa con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo i militari dell'Arma, i tre extracomunitari sarebbero gli scafisti di un’imbarcazione di clandestini giunta nei giorni scorsi a Lampedusa.

    Bielorussia
    Le autorità della Bielorussia hanno rilasciato temporaneamente il dissidente detenuto Aleksandr Kozulin per consentirgli di partecipare ai funerali della moglie, morta di cancro durante il fine settimana. Lo rivela stamani l'avvocato dell'attivista. Nelle ultime ore Stati Uniti e Unione europea si sono spesi per ottenere dalle autorità di Minsk un permesso per Kozulin, in carcere con una condanna a 5 anni e mezzo per “teppismo” comminatagli nel 2006 per aver partecipato a una manifestazione contro la rielezione del presidente Aleksandr Lukashenko, che l'Occidente considera l'ultimo dittatore d'Europa.

    Cina-USA
    Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, è a Pechino per una serie di colloqui incentrati soprattutto sul cosiddetto processo a sei, per mettere fine al programma nucleare della Corea del Nord. Il capo della diplomazia statunitense ha esortato la Cina ad usare tutta la sua influenza sulla Corea del Nord affinché si superi lo stallo nel negoziato, interrotto negli ultimi mesi dell'anno scorso quando Pyongyang si è rifiutata di mantenere gli impegni presi nel 2005 con l'accordo per il disarmo siglato grazie alla mediazione di Stati Uniti, Corea del sud, Russia, Cina e Giappone. Ma come sono oggi i rapporti tra Pechino e Washington? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Francesco Sisci, corrispondente a Pechino per il quotidiano La Stampa:
     
    R. - I rapporti si trovano in un momento molto positivo. È difficile fare paragoni col passato, perché le condizioni sono molto diverse. Oggi, il China Daily, che è il quotidiano ufficiale in inglese, salutava l’arrivo della Condoleezza Rice con una lunga analisi in cui spiegava il ruolo strategico globale della collaborazione tra Stati Uniti e Cina. C’è, quindi, un interesse da parte cinese ad una collaborazione stretta, ferma, con gli Stati Uniti. E mi sembra di capire che anche da parte degli Stati Uniti vi sia un interesse ad aumentare lo spessore ed anche i campi di collaborazione, che non sono più semplicemente la questione dei diritti umani e dei diritti religiosi, ma si rivolgono anche a questioni strategiche come la Nord Corea o la Birmania o addirittura alla questione più ampia della stabilità del Pacifico, con una ipotesi di colloqui a tre tra Cina, Giappone e Stati Uniti.

    D. - Il viaggio di Condoleezza Rice in Cina giunge a pochi giorni dalla fine del tour diplomatico di Bush in Africa. Continente che subisce una forte influenza economica da parte di Pechino. Sono viaggi più politici o più economici, secondo te?

     
    R. - Tra la politica e l’economia, il confine è spesso limitato. Una delle grandi questioni su cui l’America sta spingendo è anche la possibilità di ricevere investimenti dal nuovo fondo sovrano cinese in America, con disponibilità di portafoglio di 200 miliardi di dollari. Cosa, questa, che da una parte favorisce certamente la Cina, perché va ad acquistare a prezzo di sconto. Naturalmente, rappresenta anche un’iniezione di fiducia da parte della Cina in America per cercare di superare questo momento difficile di quasi recessione che sta toccando l'America.

    Colombia
    Il governo della Colombia ha concesso le necessarie autorizzazioni affinchè possa svolgersi una operazione umanitaria mirata al rilascio, domani, da parte delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) di quattro ex parlamentari, da sei anni nelle mani dei guerriglieri. Lo ha reso noto il comandante delle Forze armate colombiane, il generale Freddy Padilla, che ha confermato che i contatti fra Caracas e Bogotà “per espletare le formalità burocratiche” sono terminati e che il governo del presidente Chavez, che coordina l'operazione di rilascio, ha ottenuto l'autorizzazione per inviare due elicotteri in territorio colombiano con a bordo una delegazione, guidata da uomini del Comitato internazionale della Croce rossa.

    Russia
    Ultime battute della campagna elettorale per le presidenziali russe del 2 marzo: da oggi è vietato pubblicare sondaggi sui probabili vincitori. Lo ricordano i giornali russi, annunciando che il 29 febbraio il presidente, Vladimir Putin, terrà il suo ultimo discorso in televisione da capo di Stato. Putin, stando a fonti del Cremlino, rivolgerà un appello agli elettori perchè vadano alle urne e difenderà il corso seguito negli otto anni dei suoi due mandati, in un velato spot a favore del "delfino", Dmitri Medvedev. Ma, assicurano le fonti, non farà i nomi di nessun candidato.

    Kazakhstan
    Più di 12 mila persone hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni in Kazakhstan, in una delle regioni più popolose del Paese al confine con l'Uzbekistan, a causa dello straripamento dei fiumi gonfi per le alluvioni di questi giorni. Le alluvioni primaverili sono un problema ricorrente in tutta l'Asia Centrale, ma un aumento improvviso delle temperature il 20 febbraio scorso, registrato dopo settimane di grande freddo, ha ingigantito il problema: lo straripamento dei fiumi ha distrutto case (circa 2000), strade, edifici pubblici e ha provocato un morto, oltre all'abbattimento di numerosi capi di bestiame.

    Cambogia
    Si è inginocchiato a terra e ha pianto l'ex capo torturatore del regime dei Khmer Rossi cambogiani, Kaing Guek Eav, noto come Duch e accusato di crimini contro l'umanità: lo ha fatto quando è stato condotto dalle autorità in visita alle fosse comuni del liceo Tuol Sleng, trasformato nel famigerato campo di sterminio S-21 da lui diretto. Vi morirono fra le 14 e le 16 mila persone, tra cui numerosi bambini e stranieri accusati di essere spie della Cia. Duch era accompagnato da 80 fra giudici, avvocati e altri funzionari del tribunale creato a Phnom Penh col patrocinio delle Nazioni Unite per giudicare i crimini del regime di Pol Pot, accusato di aver ucciso fra uno e due milioni di persone fra il 1975 e il 1979. Kaing Guek Eav, detenuto dal 1999 e divenuto nel frattempo cristiano, è considerato un testimone chiave per i processi di altri leader Khmer. Il capo del regime, Pol Pot, morì per cause naturali nel 1998. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 57

     
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