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Sommario del 24/02/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Appello di Benedetto XVI all’Angelus per le popolazioni dell’Ecuador, colpite da calamità. Poi l’invito a tutti i fedeli ad incontrare Gesù per vincere l’insoddisfazione del vivere
  • Il rischio di una fede contaminata da elementi magici e terreni, sottolineato dal Papa, alla parrocchia romana di Santa Maria Liberatrice
  • Nel quarto giorno della sua visita a Cuba, il cardinale Tarcisio Bertone, incontrerà oggi le nuove autorità dell’isola caraibica. Inaugurato ieri il monumento a Giovanni Paolo II
  • Domani e martedì, al Cairo in Egitto, decimo incontro tra Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ed Università islamica Al-Azhar, presente il cardinale Jean-Louis Tauran
  • Oggi in Primo Piano

  • Il Capitolo generale delle Canossiane, oggi presenti in oltre 30 Paesi nel mondo intero, fedeli al carisma di Santa Maddalena di Canossa
  • L'Inquisizione, tra leggenda nera e verità storica: intervista con il direttore dell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede
  • L’amore annulla le distanze delle disabilità: l’esperienza della Comunità “Il Chicco” di Ciampino, nel solco de “L’Arca” di Jean Vanier
  • Attesa a Los Angeles per la consegna degli Oscar questa notte: tra i favoriti due film sui mali della società americana contemporanea
  • Chiesa e Società

  • Rifletterà sui matrimoni misti la prossima riunione delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa (CCEE), in programma in Bulgaria dal 28 febbraio al 2 marzo
  • “Da 400 anni è la diocesi dei laici”: così il vescovo di Shanghai in una Lettera pastorale per l’anniversario dell’evangelizzazione della diocesi
  • Torna in funzione l’ospedale di Yirol, in Sud Sudan. La ristrutturazione grazie all’impegno della Protezione civile italiana e dell'associazione Medici con l’Africa CUAMM
  • Si intensificano gemellaggi e solidarietà per portare alla GMG di Sydney 2008 i giovani dei Paesi poveri
  • Al via a Lima, in Perù, un nuovo Centro camilliano per siero positivi al virus dell'HIV
  • Due libri del vescovo di Kilwa-Kasenga, in Congo, sull’impegno della Chiesa contro l’AIDS
  • 24 Ore nel Mondo

  • Almeno 40 morti in Iraq in un attentato suicida a sud di Baghdad
  • Il Papa e la Santa Sede



    Appello di Benedetto XVI all’Angelus per le popolazioni dell’Ecuador, colpite da calamità. Poi l’invito a tutti i fedeli ad incontrare Gesù per vincere l’insoddisfazione del vivere

    ◊   Solidarietà alle popolazioni dell’Ecuador colpite da gravi calamità naturali: l’appello del Papa all’Angelus, che nella terza domenica di Quaresima si è soffermato sull’incontro tra Gesù e la Samaritana, riproposto nell’odierna liturgia. Il servizio di Roberta Gisotti.

     
    “Uno dei testi più belli e profondi della Bibbia: il dialogo tra Gesù e la Samaritana”, ha sottolineato Benedetto XVI, invitando tutti a leggere e meditare “personalmente” questa pagina del Vangelo di Giovanni, per capirne la profondità, “immedesimandosi in quella donna che, un giorno come tanti altri, andò ad attingere l’acqua dal pozzo e vi trovò Gesù, seduto accanto, ‘stanco del viaggio’, nella calura del mezzogiorno”, che le parlò di “un’ ‘acqua viva’ capace di estinguere la sete” e “che zampilla per la vita eterna’”.

     
    “La sete di Cristo è una porta di accesso al mistero di Dio, che si è fatto assetato per dissetarci, così come si è fatto povero per arricchirci Sì, Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore”.

     
    “La donna di Samaria invece rappresenta l’insoddisfazione esistenziale di chi non ha trovato ciò che cerca: ha avuto ‘cinque mariti’ ed ora convive con un altro uomo; il suo andare e venire dal pozzo per prendere acqua – ha spiegato il Santo Padre - esprime un vivere ripetitivo e rassegnato”.

     
    “Cari fratelli e sorelle, anche noi apriamo il cuore all’ascolto fiducioso della parola di Dio per incontrare, come la Samaritana, Gesù che ci rivela il suo amore e ci dice: il Messia, il tuo salvatore “sono io, che ti parlo”.

     
    Dopo la recita dell’Angelus, il pensiero di Benedetto XVI è andato alle popolazioni nelle zone costiere dell’Ecuador, devastate dalle recenti inondazioni, che hanno provocato gravissimi danni, e che si aggiungono a quelli già causati dall’eruzione del vulcano Tungurahua.

     
    “Mentre affido al Signore le vittime di tale calamità, esprimo la mia personale vicinanza a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione e invito tutti ad una fraterna solidarietà, affinché le popolazioni di quelle zone possano ritornare, quanto prima, alla normalità della vita quotidiana”.
     
    Il Santo Padre ha ricordato poi l’appuntamento di sabato prossimo 1 marzo, nell’aula Paolo VI in Vaticano, dove presiederà alle ore 17 la Veglia marina con i giovani universitari di Roma, in collegamento radiotelevisivo con studenti di diversi altri Paesi d’Europa e d’America.
     
    “Invocheremo l’intercessione di Maria Sedes Sapientiae, affinché la speranza cristiana sostenga la costruzione della civiltà dell’amore in questi due Continenti e nel mondo intero. Cari amici universitari, vi attendo numerosi!”
     
    Nei saluti finali, un indirizzo particolare agli abitanti della città di Quebec, in Canada, che festeggia quest’anno i 400 anni di fondazione, e che ospiterà nel prossimo giugno il 49mo Congresso eucaristico internazionale.

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    Il rischio di una fede contaminata da elementi magici e terreni, sottolineato dal Papa, alla parrocchia romana di Santa Maria Liberatrice

    ◊   Il rischio di utilizzare Dio “come se fosse al servizio dei nostri desideri e progetti” e di rendere fragile la fede contaminandola con “elementi magici e meramente terreni”. E’ quanto Benedetto XVI ha sottolineato nell’omelia pronunciata nella parrocchia romana di Santa Maria Liberatrice al Testaccio, dove stamane si è recato in visita pastorale. Ai fedeli che quest’anno celebrano il centenario della consacrazione della chiesa affidata alla cura dei salesiani, il Papa ha chiesto di aprire “sempre più il cuore ad una azione pastorale missionaria”. Il servizio di Tiziana Campisi:

     Succede spesso che l’uomo esiga “da Dio che venga incontro alle proprie attese ed esigenze”, che non si abbandoni “fiducioso nelle sue mani” e che nella prova “perda la fiducia in Lui”. E’ la riflessione che Benedetto XVI ha proposto ai fedeli invitandoli a meditare le Scritture della terza domenica di Quaresima dalle quali emerge un messaggio sempre vivo: “Dio ha sete della nostra fede e vuole che troviamo in Lui la fonte della nostra autentica felicità”. Ma per tutta risposta accade diversamente:

     “Il rischio di ogni credente è quello di praticare una religiosità non autentica, di cercare la risposta alle attese più intime del cuore non in Dio, di utilizzare anzi Iddio come se fosse al servizio dei nostri desideri e progetti”.

     
    E anziché conformarci “docilmente alla volontà divina”, ha proseguito il Papa, vorremmo che Dio “realizzasse i nostri disegni ed esaudisse ogni nostra attesa”:

     “… in quante occasioni la nostra fede si manifesta fragile, la nostra fiducia debole, la nostra religiosità contaminata da elementi magici e meramente terreni”.

     
    Benedetto XVI ha esortato a guardare al tempo quaresimale, come ad un invito a percorrere un itinerario di vera conversione, e prendendo spunto dall’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con la Samaritana a Sicar ha aggiunto:
     

     “Se c’è una sete fisica dell’acqua indispensabile per vivere su questa terra, vi è nell’uomo anche una sete spirituale che solo Dio può colmare … Una sete d’infinito che può essere saziata solamente dall’acqua che Gesù offre, l’acqua viva dello Spirito”.

     
    Riscoprire l’importanza e il senso della vita cristiana, il vero desiderio di Dio che vive in noi: a questo, ha affermato il Santo Padre, deve portarci la meditazione del Vangelo in cui si legge “l’invito di Cristo a lasciarci coinvolgere dalla sua esigente proposta”, a fronte della quale vi è sempre l’amore misericordioso di Dio:
     
    “Aprite sempre più il cuore ad una azione pastorale missionaria, che spinga ogni cristiano ad incontrare le persone - in particolare i giovani e le famiglie - là dove vivono, lavorano, trascorrono il tempo libero, per annunciare loro l'amore misericordioso di Dio”.
     

     Con queste parole il Papa ha terminato la sua omelia rivolgendosi ai parrocchiani della chiesa di Santa Maria Liberatrice, esortandoli a portare avanti la loro “opera di evangelizzazione e di educazione umana e cristiana”, a cercare il volto di Gesù senza stancarsi. E alla fine della Messa Benedetto XVI ha incontrato alcuni rappresentanti della parrocchia che gli hanno anche dedicato una poesia in romanesco:

     Willkommen Benedetto! E benedetto pe’ davero, perché er Signore T’ha scerto pe’ continuà a guidà er monno intero. De la Fede la dottrina vera ce insegni a vive ancora in questa nostra era, piena de dubbi e de perplessità che offuscheno un po’ queste verità. Tutto quello che dici l’apprezzamo e in qualche modo Te volemo dà ‘na mano. Vòi sapè allora che faremo? Tu guidece che noi Te seguiremo!

     

     Il Papa ha sorriso e ha risposto così:

     
    “Purtroppo non parlo romanesco … per me è bello essere salutato con questo vostro dialetto,perché si vede che sono parole che vengono dal cuore”.
     

     Quindi Benedetto XVI ha voluto richiamare ancora una volta l’attenzione sulla figura della Samaritana che può apparire come una rappresentante dell’uomo moderno, come uno specchio della nostra vita di oggi e di tutti i suoi problemi, una donna “che fa un uso ampio della sua libertà”, che in realtà non è più libera, ma più vuota:

     
    “… anche vediamo che in questa donna vive un grande desiderio di trovare la vera felicità, la vera allegria; c’è questa sete, così ella rimane inquieta … per me è anche commovente che questa donna che vive una vita apparentemente così superficiale, anche lontana da Dio, nel momento nel quale Cristo le parla, si vede che nella profondità del suo cuore c’è questa domanda: ‘C’è Dio? Chi è Dio? Possiamo adorarlo? Come possiamo farlo?’”. 

     
    “La vera libertà viene dall’incontro con la verità che è l’amore e la gioia”, ha concluso Benedetto XVI augurando ai fedeli di conoscere sempre più Cristo per poterlo annunciare con dinamismo.

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    Nel quarto giorno della sua visita a Cuba, il cardinale Tarcisio Bertone, incontrerà oggi le nuove autorità dell’isola caraibica. Inaugurato ieri il monumento a Giovanni Paolo II

    ◊   Prosegue a Cuba la visita del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nel decimo anniversario dello storico viaggio di Giovanni Paolo II nell’isola caraibica. Fitta di eventi l’agenda del porporato, che oggi incontrerà anche le nuove autorità dello Stato cubano. Il servizio di Luis Badilla.
     
    “È stato proprio qui, il 22 gennaio 1998, che il venerato Giovanni Paolo II ha presieduto per la prima volta la Santa Messa in terra cubana per pregare per le famiglie di questa Nazione. Con un solo cuore, imploriamo dal Signore che continui a sostenere con la sua grazia la generosa e ingente opera evangelizzatrice che pastori e fedeli stanno portando avanti in questa terra”. Così, ieri, il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, nella su omelia della Messa celebrata a Santa Clara, per ricordare il decimo anniversario della visita del Papa Karol Wojtyla. “Vi chiedo - ha aggiunto il porporato a migliaia di fedeli presenti - di trasmettere il saluto e l'affetto di Benedetto XVI a tutte le famiglie di questa diocesi e di altri luoghi, in particolare a quelle dove vi sono persone che soffrono, bambini eanziani”. Alla fine dell’Eucaristia, il cardinale Bertone ha benedetto il complesso monumentale dedicato a Giovanni Paolo II con al centro una statua che raffigura il pontefice scomparso: “monumento eretto qui - ha sottolineato - come un segno che quel suo pellegrinaggio continua ad illuminare oggi la Chiesa e i cubani che anelano ai più alti valori spirituali per loro e per la loro amata Patria”. “D'ora in poi questo spazio monumentale ricorderà ai cristiani che transiteranno qui un evento che ha segnato una svolta nella storia della Chiesa e di Cuba, indicando loro al contempo l'impegno di essere testimoni della verità del Vangelo e di trasmetterla alle nuove generazioni”, ha concluso il cardinale Tarcisio Bertone. Poi, il segretario di Stato si è trasferito a Santiago di Cuba, terza tappa della sua visita, per recarsi al Santuario della Madonna della Caridad del Cobre, dove ha incontrato migliaia di giovani. “A motivo del X anniversario dell'Incoronazione della ‘Virgen de la Caridad del Cobre’, come Regina e Patrona di Cuba, compiuta da Giovani Paolo II durante il suo viaggio apostolico a questa Nazione - ha detto il cardinale Bertone - siamo giunti a questo celebre Santuario mariano per recitare il Santo Rosario. Lo facciamo nell’ambito del IV Centenario dell'apparizione della Vergine, nel quale ricordiamo l'amore che la Madre di Dio, manifestò per questa terra e per i suoi figli, quando tre giovani trovarono la sua immagine nelle acque del mare. Oggi, consapevoli della presenza di Maria nella vostra storia, siete voi che la accogliete nei vostri cuori, con l'eco ancora viva delle parole del Papa pellegrino, con le quali vi ha invitato a non avere paura di aprire il vostro cuore a Dio”. Congedandosi dei presenti, tanti e pieni di entusiasmo, il segretario di Stato ha voluto lanciare un appello: “Siate voce di quanti non hanno voce. Oggi avete dinanzi a voi nuove sfide, nuovi e numerosi problemi, ed anche nuove speranze, soprattutto nei temi che riguardano la dignità della persona e i suoi diritti fondamentali. Difendete la vita dal suo concepimento fino al suo termine naturale e proclamate sempre la verità. La verità sul matrimonio e sulla famiglia, di un valore insostituibile per tutta la società e anche per il vostro popolo. Le famiglie cubane, le vostre famiglie, devono essere esempio di forza nelle prove, e di gioia e di fiducia nel futuro”. Il cardinale Bertone in queste ore si trova già nella quarta e ultima tappa della sua visita, Guantánamo-Baracoa, dove celebrerà l’Eucaristia nella piazza “Pedro Agustín Pérez y Pérez” per ricordare il decimo anniversario dell’erezione di questa diocesi avvenuta proprio quando Giovanni Paolo II nel 1998 si trovava in territorio cubano. Alla fine della giornata il porporato rientrerà a La Habana, ultima tappa della sua visita, e nelle prossime ore incontrerà le nuove autorità dello Stato cubano che saranno elette proprio oggi, domenica 24, nella seduta di insediamento dei 614 membri dell’Assemblea Nazionale eletti il 20 gennaio scorso. (A cura di Luis Badilla)

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    Domani e martedì, al Cairo in Egitto, decimo incontro tra Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ed Università islamica Al-Azhar, presente il cardinale Jean-Louis Tauran

    ◊   Si svolgerà domani e dopodomani al Cairo, in Egitto, l’annuale incontro del Comitato congiunto tra il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e la prestigiosa Università islamica Al-Azhar, con la partecipazione del presidente del dicastero, il cardinale Jean-Louis Tauran. Quale il significato di questo evento? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo Michael Louis Fitzgerald, nunzio apostolico nella Repubblica araba di Egitto e delegato della Santa Sede presso l’Organizzazione della Lega degli Stati arabi, che ha sede al Cairo:


    R. – Questo incontro rappresenta una nuova tappa, un nuovo cammino. Il Comitato misto è stato infatti istituito nel 1998, dunque dieci anni fa, e questo sarà quindi il decimo incontro. E’ anche interessante il fatto che i punti scelti per questo incontro siano la fede in Dio e l’amore per il prossimo come fondamento per il dialogo interreligioso. Spero che questo possa dare nuovo impulso ai rapporti tra cristiani e musulmani nel mondo.

     
    D. - Cosa è cambiato nel dialogo tra cristianesimo e islam dopo il noto discorso di Ratisbona di Benedetto XVI, seguito dalla lettera dei 138 dotti musulmani?

     
    R. – C’è, forse, una maggiore attenzione da parte musulmana, vista la risposta rivolta al Santo Padre e alla proposta di un dialogo. C’è stata dunque una iniziativa da parte musulmana. Ci fa molto piacere vedere questa loro iniziativa. Ciò che è stato veramente nuovo in questa lettera, nel documento di questi 138 dotti musulmani, è che abbiano puntato sull’amore di Dio e sull’amore del prossimo. Questo è, quindi, molto vicino al nostro messaggio evangelico. Questo dà, dunque, una nuova speranza per arrivare ad un dialogo più profondo.

     
    D. - Il dialogo ha detto il Papa si fa tra identità diverse nel rispetto reciproco …

     
    R. – Sappiamo che fra musulmani e cristiani ci sono dei punti comuni, ma non c’è certo una fede comune in Cristo. Dobbiamo, quindi, rispettare le differenze, cercando però di trovare gli ambiti in cui sia possibile collaborare ed aiutarci gli uni e gli altri.

    D. - Cosa si può fare per migliorare i rapporti tra cristiani e musulmani?

     
    R. – Credo che la prima cosa sia anzitutto frequentarsi e quindi conoscersi. Molto spesso non ci si conosce bene, perché ci si conosce soltanto superficialmente. Dobbiamo invece conoscere non soltanto le persone, ma dobbiamo conoscere più approfonditamente e meglio la religione per capire poi le persone. Io credo che ci sia molto ancora da fare in questo campo per arrivare ad avere una conoscenza più profonda con le altre religioni e in special modo con l’islam.

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    Oggi in Primo Piano



    Il Capitolo generale delle Canossiane, oggi presenti in oltre 30 Paesi nel mondo intero, fedeli al carisma di Santa Maddalena di Canossa

    ◊   Le Figlie della Carità Canossiane, Serve dei Poveri, stanno tenendo il loro XV Capitolo generale nel 200.mo anniversario di fondazione. La Congregazione è nata infatti nel 1808, grazie all’iniziativa della religiosa veronese Maddalena di Canossa, con lo scopo di servire Cristo nei poveri. Giovanni Peduto ha chiesto alla suora canossiana Liliana Ugoletti quali sono i tratti salienti della personalità di Maddalena di Canossa, canonizzata da Giovanni Paolo II nel 1988.


    R. – Potremmo dire che è una donna – per certi versi – anche specchio della gioventù di oggi, perché è attraversata da incertezze, da esaltazioni ma anche da profondi momenti di sconforto. E’ una donna che cerca la sua strada e con una notevole testardaggine la ottiene percorrendola anche contro ogni avversità, perché la famiglia si opporrà sempre a questa sua scelta. Potremmo dire, in sintesi, che è una donna moderna, anche perché moderne sono le sue intuizioni, proprio nella modalità del suo impegno sociale, sia per i poveri ma soprattutto per le donne, considerate da lei il perno di un risanamento a tutti i livelli in quel contesto che si accavalla tra il ‘700 e l’‘800, travagliato da mille situazioni molto difficili. Ha un’attenzione particolare per gli ammalati e anche per gli abbandonati. Ma noi possiamo dire che la sua vera avventura prende forma l’8 maggio del 1808, a Verona, in un ex-monastero agostiniano. E diciamo che qui inizia a comporre proprio il complesso mosaico dell’Istituto delle Figlie della Carità Canossiane, Serve dei Poveri. Quando muore, nell’aprile del 1835, noi possiamo constatare che la carità canossiana da lei promossa non conosce limiti. Qual è il dono che ci lascia, alle Figlie ma anche ai Figli – perché c’è anche l’Istituzione dei Canossiani? Cioè, qual è il carisma canossiano? Ecco: è l’amore di Cristo crocifisso che ella impara sotto la Croce, al fianco di Maria, considerata da lei, la vera Madre fondatrice.

     
    D. – Suor Liliana, a distanza di 200 anni, in che modo il vostro istituto incarna oggi il carisma di Maddalena di Canossa?

     
    R. – Diciamo che a 200 anni da quell’inizio, la sua avventura è diventata proprio patrimonio del mondo intero. Noi siamo presenti in ben 33 Paesi nei 5 continenti, con 350 comunità e circa 3 mila madri. Preferisco chiamare “madri” le “suore”, perché Maddalena così desiderava che ci chiamassimo, indipendentemente dal ruolo e dalle responsabilità che ciascuna di noi poteva assumere, proprio per il tratto e per il tono che deve avere una ‘madre’. Oltre a tutta l’istituzione femminile, c’è anche una complessa realtà che compone la grande Famiglia canossiana, che è quella dei Figli della Carità Canossiani, ma anche istituzioni e gruppi che allargano sempre più questa opportunità di presenza nel mondo, considerato un dono prezioso per la missione e che è vissuta con la stessa passione e lo stesso anelito di Maddalena, perché Gesù sia conosciuto ed amato e vissuto nelle scuole, nei centri di accoglienza e di recupero, negli ospedali, nelle parrocchie, nelle diocesi. Ma dico anche soprattutto in quelle terre di frontiera in cui la testimonianza di coraggio e di martirio di tante nostre madri obbliga tutti noi ad interrogarci sui significati di fedeltà e di coerenza al progetto di Dio.

     
    D. – E veniamo all’attualità. Quali sono gli obiettivi del Capitolo generale che state celebrando?

     R. – Ecco, il XV Capitolo generale è iniziato il 5 febbraio e si concluderà il 19 marzo. Un tempo apparentemente lungo, ma in linea con i diversi obiettivi che sono posti all’ordine del giorno. In questo capitolo sono presenti, con la Madre generale ed il suo Consiglio, le 22 Madri provinciali e 38 sorelle elette dalla base. Il tema che funge da filo conduttore nei vari passaggi capitolari è “A motivo di Cristo, con Maddalena, riflettendo sulla consacrazione e i voti”. Si tratta di una ricca opportunità per noi, per rielaborare quanto la nostra Congregazione e la nostra presenza operativa nel mondo lasci un segno positivo tra le persone che incontriamo ogni giorno in questa nostra storia, come lo è stato per Maddalena. Seguirà poi la fase elettiva, cioè quella del nuovo Governo generale, e quindi tutta la sessione delle pratiche da sbrigare.

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    L'Inquisizione, tra leggenda nera e verità storica: intervista con il direttore dell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede

    ◊   Si è chiuso ieri a Roma il Convegno sul tema "A dieci anni dall'apertura dell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede: storia e archivi dell’Inquisizione”. Organizzato dall’Accademia dei Lincei, l’evento ha voluto ricordare l’apertura al pubblico dell'archivio decisa nel 1998 dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Ma qual è stato il risultato dell’apertura di questo archivio? Ci risponde mons. Alejandro Cifres, direttore dell’Archivio stesso, intervistato da Isabella Piro:


    R. – Io, quello che dico sempre, tra il serio e il faceto, è che non c’è nessuno storico che venga al nostro archivio e che esca da esso con un’immagine peggiore dell’Inquisizione di quella che portava con sé. Vedere e studiare le carte può cambiare questa immagine. Di conseguenza, il frutto più importante di questa apertura, è una visione più serena, più ponderata, sicuramente anche più vera di questa istituzione e una migliore comprensione delle ragioni ultime per cui agiva.

     
    D. – L’archivio, lo ricordiamo, fu aperto 10 anni fa dall’allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: un gesto di modernità...

     
    R. – Certamente, un gesto di modernità, un gesto anche di fiducia nel valore perenne della verità. La Chiesa ha avuto sempre, come suo compito, di essere testimone della verità davanti al mondo. Questo fa che la Chiesa non debba assolutamente avere paura che siano indagati i documenti del passato, perché quello che si può scoprire è che le maniere in cui in passato si difendeva la fede, sono maniere che giustamente sono cambiate, ma il compito ultimo della Santa Sede, del dicastero in concreto, della Chiesa in genere, è stato e resta sempre quello di difendere la verità e la fede, soprattutto dei più deboli.

     
    D. – Ricordiamo a questo proposito la giornata del perdono, istituita da Giovanni Paolo II, nel 2000, in cui il Papa chiese appunto perdono per gli atti di violenza, perpetrati da alcuni cristiani, nella difesa della verità...

     
    R. – E non a caso volle affidare questo segmento particolare di quella richiesta di perdono proprio all’allora cardinale prefetto della nostra Congregazione cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto. Appunto perché era soltanto capo del dicastero da sempre incaricato di questa difesa della fede, ma anche l’impulsore convinto, impegnato personalmente per questa apertura e questo approfondimento sui documenti, sulla storia e sulla missione della Chiesa.

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    L’amore annulla le distanze delle disabilità: l’esperienza della Comunità “Il Chicco” di Ciampino, nel solco de “L’Arca” di Jean Vanier

    ◊   “L’Arca non è una soluzione ma un segno, il segno che una società realmente umana deve essere fondata sull’accoglienza e sul rispetto dei più piccoli e dei più deboli”. Fedele a questo principio, da oltre 40 anni il sodalizio fondato da Jean Vanier si fa prossimo, in tutto il mondo, a quanti sono in difficoltà, in particolare a causa di disabilità fisiche o mentali. In Italia, L’Arca è presente da oltre 25 anni. A Ciampino, nei pressi di Roma, si trova una delle sue realtà più belle, la Comunità “Il Chicco”, che accoglie bambini e adulti con gravi disabilità. Per una testimonianza su questo impegno, Alessandro Gisotti ha intervistato Anna Addario, presidente dell’Associazione “Arca Italia”:
     
    (musica)

     
    R. – Siamo nati 25 anni fa seguendo l’esperienza di Jean Vanier che ha fondato “L’Arca”. In che cosa consiste? Molto semplicemente nel vivere insieme, perché il motto di Jean Vanier è quello di creare un ambiente di vita, dove persone con handicap fisico e mentale, e persone che hanno deciso di dare una parte della loro vita o tutta la loro vita per vivere insieme, creano una famiglia. Quindi, noi abbiamo cercato qui a Ciampino di mettere in pratica l’esperienza di Jean Vanier, nel dare un minimo di speranza a queste persone e soprattutto ai loro familiari. Questo affetto, questo senso di famiglia, dà loro qualcosa che credo nessuna attività riabilitativa vera e propria potrebbe dare.

     
    D. – Come è cambiato con il passare degli anni l’impegno della vostra comunità?

     
    R. – La comunità “Il Chicco” è nata 25 anni fa, rivolgendosi soprattutto a bambini con handicap mentali, che erano per lo più abbandonati. Oggi la situazione è completamente cambiata. Le richieste che abbiamo – e ne abbiamo tantissime – sono del tutto diverse . Ora provengono da famiglie che hanno fatto enormi sacrifici in questi anni per tenere i loro congiunti presso di loro, per seguirli e portare avanti questo difficilissimo compito e che non ce la fanno più. Non ce la fanno più in parte perché la famiglia tipo non esiste più, non esiste più la famiglia allargata di una volta. Quindi, cosa cercano? Vogliono trovare un posto dove possano pensare di seguire il loro figlio finché sono in vita e che gli si dia la garanzia per il futuro di un posto dove possa vivere bene.

     
    D. – Il primo marzo si inaugurano delle nuove strutture della comunità “Il Chicco” a Ciampino. Quali sono i suoi auspici?

     R. – Potremo arrivare a 20 persone da accogliere in internato, più 10 soltanto in diurno, portando la comunità appunto a 30 persone con handicap, tra interni ed esterni, che per noi è il massimo. Con un numero maggiore, infatti, diventerebbe un istituto e si perderebbe quello spirito familiare che noi vogliamo dare, per poter cercare di farli progredire o quanto meno non regredire. Abbiamo inoltre creato una struttura per laboratori - laboratori di risveglio sensoriale e laboratori occupazionali - e un’altra casa.

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    Attesa a Los Angeles per la consegna degli Oscar questa notte: tra i favoriti due film sui mali della società americana contemporanea

    ◊   Due film sono tra i favoriti agli Oscar che verranno consegnati questa notte a Los Angeles, entrambi con otto candidature: Il Petroliere di Paul Thomas Anderson e Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen. Descrivono rispettivamente la genesi ed il riprodursi delle malformazioni che affliggono la società americana, nella quale le leggi del capitalismo, la sete di denaro e i fanatismi religiosi producono il moltiplicarsi di violenze e sopraffazioni. Servizio di Luca Pellegrini:


    “C’è un intero oceano di petrolio sotto i nostri piedi e nessuno può arrivarci, tranne me..."

    E’ la sfida che lancia il protagonista, splendidamente interpretato da Daniel Day-Lewis, nell’epico e infiammato film di Anderson, “Il Petroliere”, nel quale a fiotti sgorga l’oro nero dalla terra e il sangue dai cuori di avventurieri e fanatici nell’America del primo capitalismo, avida di ricchezza e di potere. Il film, intenso e costruito alla perfezione, è tra i favoriti agli Oscar, così come “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Coen, amara e formidabile descrizione di un mondo impazzito in cui la sete del denaro scatena ogni sorta di violenza e follia. Corruzione e morte, egoismi e paure: è lo specchio terribile di una società angosciata. Abbiamo chiesto al critico cinematografico Enzo Natta quale America descrive il cupo "Il Petroliere":

    “E’ un ritratto del cuore nero dell’America, è un apologo del potere che genera autodistruzione e che manifesta poi tutta la sua forza seduttiva, la forza seduttiva del potere, attraverso il denaro. Quindi, racconta tutto questo attraverso l’irresistibile ascesa di questo magnate dell’oro nero, che in un impasto di solitudine, di rabbia, di avidità, di egoismo fà il vuoto intorno a sé, facendo terra bruciata di tutto e di tutti”.

    Il film dei Coen ci riporta ai nostri giorni, in cui il male schiaccia le vite e gli orizzonti di una società. Anche in questo caso, è forte la valenza morale del film.

    “C’è anche in questo film, in quello dei fratelli Coen, un terribile atto di accusa, un abbinamento con certi aspetti dell’America di oggi, che sembra aver dimenticato i fondamentali valori che sono alla base della sua storia. Non a caso, la caduta dei valori è proprio la traccia lungo la quale si snoda tutto il film “Non è un Paese per vecchi”. Anche qui il denaro, la rapacità, l’avidità sono al centro di una storia che è emblematica, perché il mito del West, dell’eroe puro ha ceduto il passo alla triste realtà di tutti i giorni, alla banalità del male, all’eroe con la macchia, alla paranoia di una violenza fine a se stessa, ma soprattutto alla nostalgia – ed è la scena finale, che è molto bella – per un mondo irrimediabilmente scomparso e con lui gli ideali che lo sostenevano”.

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    Chiesa e Società



    Rifletterà sui matrimoni misti la prossima riunione delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa (CCEE), in programma in Bulgaria dal 28 febbraio al 2 marzo

    ◊   La preparazione dei fidanzati e l’accompagnamento degli sposi, un vademecum pastorale per i matrimoni misti in Europa, l’Anno Paolino in Turchia. Questi i temi che verranno affrontati nell’ottava edizione dell’incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa, che si svolgerà dal 28 febbraio al 2 marzo a Sofia, in Bulgaria. Sette le Conferenze episcopali rappresentate: Albania, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Romania, la Conferenza episcopale internazionale santi Cirillo e Metodio (Serbia, Macedonia e Montenegro) e la Turchia. L'incontro promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa (CCEE), sarà ospitato da mons. Christo Proykov, esarca apostolico di Sofia e presidente dei vescovi bulgari. Al centro dell'incontro la preparazione dei fidanzati e l’accompagnamento degli sposi, specie nei matrimoni misti (soprattutto quelli tra un cattolico e un battezzato non cattolico) e nei matrimoni con disparità di culto (tra un cattolico ed uno non battezzato). La riflessione, che prosegue quella avviata nel 2007 ad Oradea, in Romania, su matrimoni misti e famiglia in Europa, sarà articolata attraverso varie sessioni dedicate alla preparazione dei fidanzati, ai sacramenti della confessione e del matrimonio e all’accompagnamento degli sposi. Ciascun tema sarà sviluppato tenendo presente, da un lato, la situazione e le esperienze attuali nei diversi Paesi e, dall’altro le possibili prospettive pastorali. Come riporta l’agenzia SIR, i presidenti rifletteranno anche sull’idea di un vademecum pastorale per i matrimoni misti in Europa. Sono previsti interventi anche da parte di Kalin Yanakiev, per la Chiesa ortodossa e del gran Mufti dei musulmani in Bulgaria. (E. B.)

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    “Da 400 anni è la diocesi dei laici”: così il vescovo di Shanghai in una Lettera pastorale per l’anniversario dell’evangelizzazione della diocesi

    ◊   Rispondere alla Lettera del Papa compiendo un pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Sheshan il 24 maggio, giorno in cui tutti sono invitati a pregare per la Chiesa in Cina; rafforzare l’evangelizzazione; intensificare la vita spirituale. Questi i punti sottolineati da mons. Jin Luxian, vescovo della diocesi di Shanghai, in una Lettera pastorale per celebrare i 400 anni dell’evangelizzazione della diocesi. Come riporta l’agenzia FIDES, nella Lettera, suddivisa in due parti, mons. Jin ripercorre dapprima la storia missionaria e dell’evangelizzazione della diocesi, per poi richiamare i metodi concreti dell’evangelizzazione oggi. Secondo il vescovo, la formazione dei fedeli e la vita spirituale sono fondamentali per la diocesi di Shanghai che è stata evangelizzata grazie alla forza dei laici, e si è sviluppata con l’impegno dei laici. Per questo - scrive il presule - “la diocesi di Shanghai da 400 anni è la diocesi dei laici”. Mons. Jin incoraggia quindi i fedeli a prendere “l’arma” del Rosario seguendo le indicazioni del Papa nella sua Lettera del 30 giugno 2007. Benedetto XVI sollecita la preghiera dei cattolici del mondo per la Madonna di Sheshan" e dunque noi che "ci troviamo ai piedi della Madonna di Sheshan - rilancia il vescovo di Shanghai - dobbiamo fare di più per amare e imitare la Madonna, per non deludere il Papa”. (E. B.)

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    Torna in funzione l’ospedale di Yirol, in Sud Sudan. La ristrutturazione grazie all’impegno della Protezione civile italiana e dell'associazione Medici con l’Africa CUAMM

    ◊   Gli abitanti di Yirol, in Sud Sudan, sono in festa per la riapertura del locale ospedale sottratto allo stato di abbandono in cui versava. In prima linea nella riabilitazione della struttura, assieme alle autorità locali, la protezione civile italiana e l’associazione Medici con l’Africa Cuamm, da sempre impegnata nell’aiuto alle popolazioni locali. Nei giorni scorsi, durante la cerimonia di inaugurazione, mons. Luigi Mazzucato, direttore di Medici con l’Africa CUAMM, ha citato l’incoraggiamento di mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumek, che ha sempre esortato a “guidare per mano questa gente a condividere le conoscenze” perché possa formarsi e fornire assistenza e cure al suo stesso popolo. Il presule ha parlato quindi di un traguardo importante che “vede nascere un futuro diverso, di speranza” per l’intera comunità. Il direttore dell’ospedale, il dottor Rinaldo Bonario, ha sottolineato che “molto resta da fare per potenziare la capacità diagnostica”. La struttura, dedicata alla memoria del politico italiano Beniamino Andreatta, è situata nello Stato dei Laghi in una zona dove si concentra la maggior parte della popolazione sud sudanese. Nell’area mancano infrastrutture fondamentali come strade, acquedotti e scuole e gli indicatori sanitari sono tra i peggiori del Paese. L’ospedale fornirà assistenza a 500 mila persone che si stimano essere presenti nella zona. Si tratta in prevalenza di una popolazione seminomade dedita alla pastorizia. In particolare l’intervento garantirà la riapertura della sala operatoria, della sala parto, di un laboratorio di analisi e di uno spazio di degenza per una ventina di persone. Il tutto alla presenza di un medico chirurgo, un internista e di una infermiera, tutti di nazionalità italiana, che si dedicano anche alla formazione del personale locale. (E. B.)

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    Si intensificano gemellaggi e solidarietà per portare alla GMG di Sydney 2008 i giovani dei Paesi poveri

    ◊   La solidarietà fra giovani di Paesi ricchi e quelli di Paesi poveri è sempre stata un tratto caratteristico delle Giornate Mondiali della Gioventù. I pellegrini dei Paesi del Nord del mondo hanno sempre offerto un contributo personale o promosso campagne ad hoc per finanziare la partecipazione di giovani meno fortunati. Questo impegno – sottolinea l’agenzia Fides - ha contribuito a creare nelle grandi assemblee delle GMG uno spirito di fratellanza universale, di speciale comunione e condivisione. Il medesimo spirito continua e vivere nell’organizzazione della GMG di Sydney 2008, specialmente nel rapporto fra l’Australia, Paese dallo stile di vita occidentalizzato, e altre Nazioni dell’Oceania: sono già oltre 400 i gruppi cattolici, le scuole e le parrocchie di tutta l’Australia che si sono attivati per aiutare i giovani delle comunità svantaggiate del continente a partecipare alla GMG di Sydney. L’iniziativa, chiamata “Pilgrim Partnership Support Program” (“programma di sostegno e collaborazione tra pellegrini”) è stata lanciata dalla GMG a maggio 2007 per garantire al maggior numero possibile di comunità dell’Oceania e a quelle indigene australiane di partecipare al più grande evento per giovani al mondo. Il tipo di sussidio offerto comprenderà aiuti per l’acquisto dei biglietti aerei per Sydney, tasse d’iscrizione, coperte o vestiti, a seconda dei casi. Attualmente i giovani beneficiari sono circa 3.500, ma gli organizzatori stanno richiedendo ulteriore assistenza a organizzazioni, istituti e fondazioni locali per riuscire a portare questa cifra, entro luglio 2008, ad oltre 6.00. “Il partenariato locale ha creato legami con 30 comunità indigene in Australia e con altri Paesi dell’Oceania quali la Papua Nuova Guinea, le isole Cook, Fiji, Timor Est, Guam e Samoa”, ha affermato Therese Nichols, responsabile del programma nel settore della Comunicazione della GMG. (E. B.)

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    Al via a Lima, in Perù, un nuovo Centro camilliano per siero positivi al virus dell'HIV

    ◊   Visite domiciliari per l’assistenza alle persone sieropositive. E’ la specializzazione del nuovo Centro Hogar San Camilo, gestito dai camilliani e inaugurato nei giorni scorsi a Lima, in Perù. Il Centro sta anche sviluppando un programma per far nascere bambini sani da madri sieropositive. “Grazie all’accompagnamento con esami, medicinali, un buon appoggio alimentare durante tutta la gestazione – spiega padre Zeffirino Montin, uno dei religiosi camilliani impegnati nel Centro -, siamo riusciti a salvare moltissimi bambini sperando di poter arrivare a trasmissione zero”. Riconosciuto quale Centro d’Eccellenza, l’Hogar San Camilo nel 2004 è stato scelto dal Governo peruviano per distribuire le medicine antiretrovirali in maniera gratuita. Attualmente sono più di 300 i pazienti che ricevono cure mediche ed assistenza, mentre dal 1985, data della sua creazione, l’Hogar San Camilo ha offerto il suo aiuto ad oltre 8 mila persone. “Il carisma camilliano di rendere presente l’amore misericordioso del Signore – afferma ancora padre Zeffirino - e la frase di San Camillo ‘servire il malato come una madre ama e serve il suo unico figlio malato’, sono la nostra guida nel servizio più umano ed umanizzante verso i malati”. (L.Z.)

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    Due libri del vescovo di Kilwa-Kasenga, in Congo, sull’impegno della Chiesa contro l’AIDS

    ◊   L’impegno della Chiesa nella lotta contro l’AIDS, al centro di due libri scritti dal mons. Fulgente Muteba, vescovo di Kilwa-Kasenga, nella Repubblica Democratica del Congo, e presidente della Commissione episcopale delle Comunicazioni sociali congolese. Nel primo volume, intitolato “Combattere efficacemente l’AIDS nell’Africa nera. Temi di riflessione nella prospettiva della teologia pratica”, il presule sostiene che la lotta contro il virus HIV sarà efficace solo se realizzata attraverso la verità e il rispetto dei valori. Inoltre, mons. Muteba ribadisce che la lotta alla patologia dovrebbe consistere anche in un attacco vigoroso alle cause reali di essa, tra cui la povertà. Più pratico del primo, il secondo libro ha come titolo “Comprendere l’impegno della Chiesa nella lotta contro l’AIDS”. Sottolineando l’atteggiamento coerente della Chiesa tra il proprio impegno concreto e la propria dottrina, il vescovo di Kilwa-Kasenga propone alcune linee-guida pastorali e lancia un appello per intensificare la lotta al virus nel rispetto della dignità umana. (I. P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Almeno 40 morti in Iraq in un attentato suicida a sud di Baghdad

    ◊   Ennesima giornata di sangue in Iraq, dove un attentatore suicida si è fatto esplodere questa mattina a Iskadiriyah, località a sud di Baghdad. Secondo quanto riferiscono fonti della Polizia almeno 40 persone sono morte, in una folla di pellegrini sciiti diretti a piedi alla città santa di Kerbala, per la festa dell'Erbai, ed una sessantina sono rimaste ferite.

    Kosovo
    Il precedente del Kosovo sta alimentando le velleità di indipendenza delle minoranze di tutta la regione balcanica. Un rischio che la comunità internazionale ha subito respinto non riconoscendo la risoluzione della Republika Srpska, in cui si reclamava il diritto a sottoporre ad un referendum la secessione dalla Bosnia. Il nostro servizio:


    Dopo proclamazione di indipendenza del Kosovo, sull'area balcanica incombono i fantasmi di un riaccendersi del nazionalismo delle diverse minoranze etniche. Ieri gli ambasciatori dei Paesi dell'Unione europea in Bosnia hanno infatti respinto la risoluzione adottata dal Parlamento della Republika Srpska, in cui si proclamava il diritto a sottoporre a referendum l'indipendenza da Sarajevo dell'entità statale serbo-bosniaca. Il testo - votato dal Parlamento della regione a maggioranza serba e già bocciato dagli Stati Uniti - indica nel Kosovo un precedente per la propria autodeterminazione. Sembrano quindi materializzarsi i timori del presidente Russo Putin, che aveva definito l'iniziativa del Kosovo un precedente orribile che si ritorcerà sull’occidente. Intanto la tensione resta alta anche sul terreno, in particolare nel nord del Kosovo, da dove è stato momentaneamente ritirato il personale dell’Unione europea, a causa della violenta reazione della minoranza serba alla proclamazione d’indipendenza della maggioranza albanese

    Turchia: attacco dei ribelli curdi
    Al terzo giorno di pesanti scontri tra l’Esercito turco e le milizie curde, il PKK ha affermato di aver abbattuto un elicottero delle forze di Ankara. Al momento non sono stati però forniti dettegli sul numero delle vittime e non è giunta nessuna conferma da parte turca. Il Partito dei lavoratori del Kurdistan ha inoltre lanciato un proclama, invitando i curdi che vivono nelle città turche a sollevarsi e combattere. Il riesplodere delle violenze coincide con la pesante offensiva nel Nord dell'Iraq dell’Esercito turco per porre fine alle azioni armate della guerriglia separatista curda.  
    Medio Oriente
    Una marcia di protesta contro l'assedio imposto da Israele alla striscia di Gaza è stata organizzata per domani da un apposito comitato. Lo ha anticipato il suo organizzatore, l'ex rettore della Università islamica e deputato Jamal al-Khoudary. Israele ha intanto alzato lo stato di allerta militare nella zona limitrofa a Gaza. La misura è stata presa nell’eventualità che Hamas cerchi di forzare l'isolamento della Striscia nel corso di manifestazioni di massa, superando i recinti come avvenuto il mese scorso al valico di Rafah con l’Egitto. I timori per un’azione di Hamas sono saliti dopo che il movimento integralista ha chiesto all'opinione pubblica internazionale, in particolare al mondo arabo, l'organizzazione di manifestazioni popolari di protesta contro l'isolamento. I territori tra lo Stato ebraico e la Striscia di Gaza continuano intanto ad essere teatro di violenze. Ieri è infatti proseguito il lancio di razzi verso la cittadina israeliana di Sderot e tre palestinesi sono stati uccisi in un raid israeliano contro miliziani di Hamas.

    Cuba
    Giornata storica a Cuba, dove i 614 membri dell’Assemblea, eletti il 20 gennaio scorso, sono stati convocati all’Avana, alle ore 10:00 locali, per designare il successore del presidente Fidel Castro. Dopo cinquant’anni di potere incontrastato del 'lider maximo', con molta probabilità sarà “consegnato il testimone” al fratello di Fidel, Raul, che guida da sempre le Forze armate. Tuttavia il passaggio di oggi rimane delicato poiché fino a ieri tutte le cariche istituzionali di Cuba erano accumulate nella persona di Fidel Castro, mentre è altamente improbabile che Raul assuma contemporaneamente tutti gli incarichi del fratello. Alla vigilia di questa importante seduta Castro è tornato comunque ad escludere ogni ipotesi di cambiamento radicale del sistema dopo l'elezione del suo successore.

    Cipro – Presidenziali
    Urne aperte a Cipro, dove oltre mezzo milione di elettori sono chiamati a scegliere il sesto capo dello Stato dall'indipendenza dalla Gran Bretagna. Dopo il primo turno di domenica scorsa è la volta del ballottaggio che vede affrontarsi l’europeista della Destra moderata, Ioannis Cassoulides, e Dimitris Christofias, segretario generale del Partito comunista Akel, che in questi giorni ha incassato l’appoggio del Partito Democratico dello sconfitto presidente uscente, Tassos Papadopoulos. Secondo molti osservatori internazionali si tratta di una sfida tutta da giocare dal momento che, con tutta probabilità, molti elettori del Partito conservatore dell’ex presidente non raccoglieranno l’invito a votare il candidato comunista.

    Italia – Politica Archiviata, almeno per il momento, l’ipotesi di larghe intese dopo il voto di aprile; al centro di questa fase di campagna elettorale sono ancora le alleanze e le candidature. Crescono intanto i malumori dei cattolici del Partito Democratico per l’ingresso dei Radicali ed è polemica sul documento dell’ordine dei medici a proposito di aborto e pillola del giorno dopo. Il servizio di Giampiero Guadagni:


    C’è un'accelerazione nel processo di scomposizione e ricomposizione degli schieramenti politici, importante in questo senso l’accordo raggiunto ieri tra il Popolo delle Libertà di Berlusconi e Fini e il movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, accordo che vale per le elezioni politiche in tutto il Centro Sud e che da il via libera alla candidatura di Lombardo alla presidenza della Regione Sicilia, candidatura sostenuta anche dall’UDC riproponendo, in questo caso, l’alleanza rotta a livello nazionale. Il partito di Casini sta poi definendo in queste ore l’intesa elettorale con la Rosa Bianca di Tabacci e Pezzotta, con il probabile avvio di una fase costituente per la creazione di una nuova formazione di centro. Ma a tenere banco sono soprattutto i temi etici che molti vorrebbero tenere fuori dalla campagna elettorale e che invece ne stanno diventando una caratteristica. Fa discutere l’ingresso dei Radicali nel Partito Democratico con la sicura candidatura dell’oncologo Veronesi e quella probabile del ginecologo Viale, portatori - scrive oggi il quotidiano “Avvenire” - di una visione libertaria da cui derivano conseguenze sulle scelte politiche che influenzano temi come famiglia, matrimonio e adozioni. Irrompe poi nel dibattito il controverso documento dell’Ordine dei Medici che definisce solida e moderna la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza e si schiera a favore della pillola del giorno dopo, provocando la dura reazione dei medici cattolici e dell’associazione “Scienza e Vita”. Altro motivo di serrato e concreto confronto politico è la difesa di salari e pensioni dopo che l’ISTAT, per la prima volta, ha registrato un’inflazione molto più alta di quella ufficiale e che riguarda i prodotti maggiormente acquistati. Per il Centro-Sinistra è la conferma che occorre una seria politica dei redditi con Veltroni che propone il salario minimo per i precari. Per il Centro-Destra l’ISTAT conferma invece le responsabilità del Governo Prodi e la necessità di ridurre le tasse per favorire la crescita economica.(Per la Radio Vaticana Giampiero Guadagni)

    Lampedusa – Sbarchi
    600 clandestini sono sbarcati a Lampedusa, in Sicilia, nelle ultime 48 ore. Gli ultimi 77 sono giunti sull’isola nella notte dopo essere stati soccorsi in mare dalla Marina italiana. A seguito di questa ingente ripresa degli sbarchi, favorita dalle buone condizioni meteo, il nuovo Centro di accoglienza di contrada Imbriacola a Lampedusa è nuovamente saturo. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)  


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 55

     

     
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