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Sommario del 14/02/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il sacrificio di Cristo nelle meditazioni del cardinale Vanhoye nel quinto giorno degli Esercizi spirituali per la Quaresima, alla presenza del Papa
  • Sostenere i cristiani di Terra Santa materialmente e spiritualmente: l’invito della Congregazione per le Chiese Orientali in occasione della Quaresima
  • A tre anni dalla morte di suor Lucia, il Papa dispone una deroga ai 5 anni per l'avvio della Causa di Beatificazione della veggente di Fatima. Ai nostri microfoni, la gioia del vescovo di Leiria-Fatima
  • Il Magistero di Benedetto XVI al centro di un incontro alla Radio Vaticana con mons. Fisichella
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Tensione in Libano per i funerali di un capo Hezbollah e l'anniversario dell'assassinio dell'ex premier Hariri
  • Le Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù festeggiano il primo centenario dell'istituzione dell'adorazione perpetua
  • Chiesa e Società

  • Filippine: i vescovi denunciano la corruzione dilagante nel Paese
  • I vescovi congolesi chiedono salari giusti per minatori e forestali
  • Domenica, in Messico, si celebra la prima "Giornata per la vita, la famiglia e il Messico”
  • L’arcivescovo dell'Avana, cardinale Jaime Ortega, annuncia e spiega il significato della visita del cardinale Bertone a Cuba
  • Inondazioni: continua l'emergenza in Bolivia
  • A Vienna il Forum sulla lotta alla tratta di esseri umani. L'intervento di mons. Marchetto
  • Il cardinale Martino presenta il Compendio della dottrina sociale in lingua ucraina
  • Medici del mondo: “assicurare a tutti, senza discriminazioni, l’accesso alle cure”
  • Nuovi progetti di solidarietà verso i bambini poveri ed emarginati nelle diocesi tribali dell’India nordorientale
  • Ripensare in modo radicale la società dei consumi: così la CEI per la Giornata per la salvaguardia del Creato
  • Il cardinale Caffarra: non si emargini la proposta cristiana nella scuola
  • Si conclude oggi a Roma il Consiglio dei governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo
  • Myanmar: 50 mila fedeli al pellegrinaggio nazionale al Santuario della Madonna di Lourdes a Nyaunglebin
  • Presentate oggi a Roma le nuove proposte 2008 dell’Opera Romana Pellegrinaggi
  • 24 Ore nel Mondo

  • In due gravi episodi di violenza in Iraq uccisi 5 civili e un'intera famiglia
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il sacrificio di Cristo nelle meditazioni del cardinale Vanhoye nel quinto giorno degli Esercizi spirituali per la Quaresima, alla presenza del Papa

    ◊   Il sacrificio di Cristo ed il ruolo dello Spirito Santo nel Mistero pasquale: sono stati i temi delle meditazioni proposte stamane dal cardinale Albert Vanhoye, nel quinto giorno di Esercizi spirituali per la Quaresima in Vaticano, alla presenza del Papa e della Curia Romana. Nella meditazione di ieri pomeriggio il porporato si è invece soffermato sul tema di “Cristo mediatore della Nuova Alleanza nell’Ultima Cena”. Gli Esercizi, iniziati domenica scorsa nel Palazzo Apostolico, si chiuderanno sabato. Il servizio di Roberta Gisotti:

    “Il sacrificio di Cristo”, meditato attraverso la Lettera agli Ebrei. Se nel linguaggio corrente la parola sacrificio - ha premesso il cardinale Vanhoye - assume una valenza piuttosto negativa, nel senso religioso ha invece un significato molto positivo:

     
    “Sacrificare, infatti, non significa privare, significa rendere sacro, come santificare significa rendere santo, semplificare rendere semplice. Quindi, il sacrificio è un atto molto positivo e fecondo che valorizza immensamente un’offerta”.
     
    Il sacrificio di Cristo comprende infatti l’intero Mistero pasquale, ovvero la morte e la glorificazione:

     
    “Senza la glorificazione sarebbe incompleto, non avrebbe fondato la Nuova Alleanza perché Cristo non avrebbe raggiunto Dio e non avrebbe attuato il collegamento tra la nostra miseria e la santità di Dio”.
     
    Ha ricordato quindi il porporato come nell’Antico Testamento, lo scopo del sacrificio fosse di cambiare la disposizione di Dio, di ottenere i suoi favori, in cambio dei doni offerti. Diversamente avviene nel sacrificio cristiano, come spiega la Lettera agli Ebrei:

     
    “L’autore, invece, dice che lo scopo del sacrificio è cambiare la disposizione dell’uomo, non le disposizioni di Dio. Il suo scopo è quello di rendere perfetto nella coscienza l’offerente, di dare un cuore purificato e docile a Dio”.
     
    Un’aspirazione religiosa non basta però per cambiare la coscienza di un peccatore:

     
    “Ci vuole una mediazione efficace. Il peccatore deve essere aiutato da un mediatore che non sia lui stesso un peccatore e che gli apra la via del contatto, della comunione con Dio, questo è il problema dell’Alleanza”.
     
    Nella seconda meditazione il cardinale Vanhoye, ha poi approfondito il ruolo de “Lo Spirito Santo nell’oblazione di Cristo”, che apre la via verso Dio:

     
    “Gesù invece è stato vittima degna e sacerdote capace. Vittima degna perché aveva una perfetta integrità morale e religiosa, era senza macchia, come disse l’autore, era santo, innocente, l’immacolato. E’ stato sacerdote capace in quanto era pieno della forza dello Spirito Santo”.
     
    Di “Cristo mediatore della Nuova Alleanza nell’Ultima Cena” ha invece parlato il cardinale Vanhoye nella meditazione di ieri pomeriggio. Gesù sa già che sarà tradito, rinnegato, ucciso, anticipa questi eventi di morte e li trasforma in una vittoria dell’amore:

     
    “Quando celebriamo l’Eucaristia e ci comunichiamo, riceviamo in noi questo intenso dinamismo di amore, capace di trasformare tutti gli eventi in occasione di vittoria dell’amore”.

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    Sostenere i cristiani di Terra Santa materialmente e spiritualmente: l’invito della Congregazione per le Chiese Orientali in occasione della Quaresima

    ◊   Come da tradizione, all’inizio del periodo Quaresimale, la Congregazione per le Chiese Orientali rinnova l’invito ai fedeli a “sostenere spiritualmente e materialmente la comunità cattolica” della Terra Santa. L’appello è contenuto in una lettera, indirizzata ai pastori e ai fedeli cattolici di tutto il mondo, dal cardinale Leonardo Sandri che pubblica anche un rapporto sommario sui progetti sostenuti per il 2006-2007 con i fondi raccolti in favore della Terra Santa. Questa iniziativa che culmina nella Colletta del Venerdì Santo si svolge ogni anno per mandato pontificio: la prima Colletta risale a Papa Martino V, che stabilì nel 1421 le norme circa la raccolta delle offerte. Ma torniamo alla lettera del cardinale Sandri, nel servizio di Alessandro Gisotti:


    “E’ l’assenza di una stabile pace ad acuire nei Luoghi Santi antichi problemi e povertà e a generarne di nuovi”. E’ quanto sottolinea il cardinale Sandri, che aggiunge: “I cristiani che abitano in Terra Santa “meritano la prioritaria attenzione della Chiesa cattolica e delle altre Chiese e Comunità ecclesiali” che “hanno sempre bisogno del vivente carisma delle origini e della singolare vocazione ecumenica e interreligiosa di cui essi sono portatori”. In tale contesto, scrive il porporato, assume un suo “speciale rilievo” la Colletta del Venerdì Santo. Questa, ricorda, è collocata dai Sommi Pontefici “in un giorno tanto significativo per attestare la comune appartenenza alla Terra” che, come ha rilevato Benedetto XVI, “nel fluire della storia rimane la silenziosa testimone della vita terrena del Salvatore”. Il capo dicastero auspica dunque che “possa crescere il movimento di carità” al fine di “garantire alla Terra Santa, in modo ordinato ed equo, il sostegno necessario alla vita ecclesiale ordinaria e a particolari necessità”. E spiega che tra le urgenze da affrontare c’è “sempre l’inarrestabile fenomeno dell’emigrazione, che rischia di privare le comunità cristiane delle migliori risorse umane”.

    Il cardinale Sandri assicura che la comunità latina raccolta attorno al Patriarcato di Gerusalemme e alla Custodia Francescana, ma anche le altre Chiese Orientali cattoliche” potranno “beneficiare della carità di tutti i cattolici, non in termini occasionali, bensì con la sufficiente sicurezza e continuità che consenta di guardare con speranza al futuro”. D’altro canto, scrive il porporato, “tramite la comunità cattolica”, la carità “si espanderà senza distinzione religiosa, culturale e politica, soprattutto a favore delle giovani generazioni che potranno anche “continuare ad usufruire della qualificata e diffusa opera educativa cattolica”. Il cardinale elogia dunque le Chiese particolari per quanto fanno in favore della Terra Santa, “specialmente grazie ai pellegrinaggi e alle iniziative promosse da crescenti forme di volontariato” e all’impegno delle parrocchie e delle famiglie religiose, come di storiche istituzioni, fondazioni e associazioni.

     
    Con la Lettera, il cardinale Sandri ha pubblicato anche un documento sui progetti sostenuti negli ultimi due anni dalla Custodia di Terra Santa. Si tratta di opere in favore dei giovani, delle famiglie, ma anche di sostegno scolastico e, ancora, per la costruzione di appartamenti per i poveri e le giovani coppie.

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    A tre anni dalla morte di suor Lucia, il Papa dispone una deroga ai 5 anni per l'avvio della Causa di Beatificazione della veggente di Fatima. Ai nostri microfoni, la gioia del vescovo di Leiria-Fatima

    ◊   Un annuncio accolto con gioia da tantissimi fedeli in tutto il mondo: Benedetto XVI ha concesso, in deroga al quinquennio disposto dalla norma canonica, che si possa avviare la fase diocesana della Causa di Beatificazione di suor Lucia dos Santos, a soli tre anni dalla sua morte. Ieri sera, informa una nota della Sala Stampa vaticana - nella Cattedrale di Coimbra in Portogallo - il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha celebrato una Messa nel terzo anniversario della morte della religiosa carmelitana, nota nel mondo come una dei tre veggenti di Fatima. Al termine della celebrazione, il porporato ha dunque annunciato che il Papa, accogliendo benevolmente l’istanza presentata dal vescovo di Coimbra, mons. Albino Mamede Cleto, e condivisa da numerosi vescovi e fedeli di ogni parte del mondo, ha concesso l’abbreviazione dei termini per l’inizio della Causa di Beatificazione di suor Lucia. Al microfono di Giovanni Peduto, il vescovo di Leiria-Fatima, mons. Antonio Augusto dos Santos Marto, testimonia la gioia con la quale la notizia è stata accolta nel Santuario mariano:


    R. – Parlo a nome mio personale, ma anche a nome del Santuario e dei pellegrini. La notizia e anche la novità dell’annuncio venuto dal Vaticano sulla dispensa del tempo canonico per iniziare il processo di Beatificazione di suor Lucia è stato accolto da tutti noi con gioia e anche con riconoscenza al Santo Padre. E’ il riconoscimento del significato della Santità di un testimone delle apparizioni e del messaggio di Fatima, che ha vissuto in prima persona quella Santità a cui richiama lo stesso messaggio di Fatima. Per noi, è stata veramente una gioia; ci sentiamo contenti proprio perché risalta anche l’importanza del messaggio di Fatima.

     
    D. – Eccellenza, vuole tratteggiare le virtù che hanno distinto suor Lucia, il messaggio che ci viene da questa donna, da questa religiosa?

     
    R. – Suor Lucia è stata testimone e memoria viva del messaggio di Fatima lungo quasi un secolo, perché è morta a 97 anni di età. La sua virtù principale è che lei stessa ha cercato di vivere il messaggio nella sua semplicità. Soprattutto è una innamorata della bellezza di Dio, come si legge nelle sue memorie e anche nell’esempio di vita. L’ha vissuta con la semplicità e allo stesso tempo con la gioia dell’innamoramento di Dio, ed in questo è stata contagiosa perché il popolo l’ha sentito e per questo accorreva a vederla e a sentirla, anche, quando era possibile. Questo si è visto quando sono stati celebrati i funerali a Coimbra: c’è stata una moltitudine di fedeli che l’ha accompagnata. Questa santità così semplice, popolare in quanto accessibile a tutti, che lei ha testimoniato, e anche le meditazioni che ci ha lasciato nei libri che ha scritto, fanno vedere la trasparenza della sua anima, del suo cuore che ha cercato di comunicare ai fedeli.

     
    D. – Lei è il pastore di questa terra benedetta con la presenza di Maria, vescovo di Fatima. Quale messaggio al mondo d’oggi viene dalla sua terra?

     
    R. – Quello che ci colpisce nel messaggio, a prima vista, è che non è limitato soltanto alla vita personale dei veggenti ma è un orizzonte universale, si riferisce agli avvenimenti più drammatici e più tragici della storia del XX secolo, alle sofferenze dell’umanità e anche alle sofferenze della Chiesa, ai martiri del XX secolo e alla causa della pace. Il cuore del messaggio è la conversione nel senso più teologale e anche nel senso più globale; è un richiamo a portare l’adorazione di Dio nel suo mistero di amore trinitario al centro della vita della Chiesa e del mondo. Poi, un richiamo alla conversione dei cuori verso questo Dio di amore e alla riparazione, che era il linguaggio dell’epoca, ma che ha un significato profondamente attuale perché è un richiamo ai fedeli a non rassegnarsi alla banalità e alla fatalità del male nel mondo, e quindi a sentirsi chiamati a riparare, cioè a rinnovare, la propria vita e il mondo a incominciare dal rinnovamento dei cuori. A mio avviso è un messaggio di consolazione, di misericordia e anche di una grande speranza per la Chiesa e per il mondo.

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    Il Magistero di Benedetto XVI al centro di un incontro alla Radio Vaticana con mons. Fisichella

    ◊   Una sintesi ragionata dei principali contenuti del magistero di Benedetto XVI: è stata quella offerta stamani da mons. Rino Fisichella, Rettore della Pontificia Università Lateranense e vescovo ausiliare di Roma, durante un incontro tenutosi presso la Sala Marconi della nostra emittente. Nel suo intervento, il presule ha messo in luce le linee guida del Pontificato di Benedetto XVI, a quasi tre anni dalla sua elezione. Ma quali sono questi punti fermi? Ce li spiega lo stesso mons. Fisichella, al microfono di Isabella Piro:


    R. - Credo che il primo punto fermo sia la figura quanto mai profonda ed espressiva di Papa Benedetto XVI stesso, che con il suo insegnamento crea un tutt’uno. Penso che la testimonianza più grande sia quella dell’attenzione che viene data a ogni sua parola, ogni suo discorso: le piazze sono stracolme, c’è un’attenzione silenziosa quando il Papa parla e soprattutto sappiamo che molti meditano i suoi discorsi e il suo insegnamento. Poi dovremmo inevitabilmente aggiungere quelli che sono i contenuti che forse potrei sintetizzare in tre punti fondamentali. Il primo mi sembra una grande attenzione ai cambiamenti nella cultura contemporanea; il Papa esprime la sua preoccupazione per l’identità stessa dell’essere credenti e delle popolazioni che portano con sé una ricchezza di tradizione e di storia. Sulla base di questo mi sembra di poter riconoscere anche il costante richiamo alla dignità e alla sacralità della vita personale. Dobbiamo essere capaci di tenere sempre in primo piano l’attenzione, la vigilanza per la vita: davanti all’esigenza del progresso, della scienza, della tecnica, c’è il richiamo forte, costante, vigile, di Papa Benedetto XVI, a far sì che il progresso della scienza e della tecnica non abbiano a intaccare la dignità e la sacralità dell’esistenza personale. Mi sembra che un altro punto che emerge con grande forza sia il tema della verità: promuovere la verità e soprattutto la necessità di fare in modo tale che ci sia sempre la piena consapevolezza che la dignità della persona umana si può coniugare e realizzare nella misura in cui c’è una costante indagine e ricerca della verità. La grande sfida che all’epoca il cardinale Joseph Ratzinger aveva lanciato, di vivere nel mondo “Veluti si Deus daretur”, come se Dio esistesse, credo sia intimamente collegata con il tema della verità. Una persona non può mettere Dio fuori dal proprio orizzonte perché ne va della propria dignità, si impoverisce, non riesce a raggiungere la pienezza di quella umanità che possiede. E, da ultimo, il grande tema della chiesa che deve essere capace di esprimere nel migliore dei modi la credibilità del Vangelo. Mi sembra che uno dei punti fondamentali del pensiero di Benedetto XVI sia quello della universalità della missione della Chiesa, quindi l’universalità si coniuga con la missionarietà. Un impegno concreto della testimonianza del saper superare anche i momenti difficili che si hanno, attraverso la certezza della speranza. Tutto questo penso si possa riportare alla grande intuizione della teologia di Joseph Ratzinger. Il Papa comprende la fede con due termini che sono in lui caratteristici - "stehen" e "verstehen" - queste due parole che significano "stare" e "comprendere". La fede ci impone, ci provoca, ci chiede di essere presenti nel mondo ma di fare anche un grande sforzo di comprendere quello che avviene nel mondo e per il mondo.

     
    D. – Benedetto XVI si è proposto come Pastore “mite e fermo”, un richiamo alla Prima Lettera di Pietro in cui si dice: “Date ragione della vostra speranza ... con dolcezza e rispetto” …
     
    R. - Certo. La Prima Lettera di Pietro direi che è la Magna Charta della teologia fondamentale. L’apostolo dice proprio questo: siate pronti a rispondere a chiunque chiede ragione della speranza che è in voi ma questo sia fatto con dolcezza, con rispetto, e con retta coscienza. Non dimentichiamo che la mitezza biblica ha un suo significato: Mosè è indicato come l’uomo mite! Non è l’uomo silenzioso, l’uomo che si ritira. La mitezza è la forza del coraggio che viene per l’annuncio del Vangelo.

     
    D. - Fra poco ci sarà la GMG di Sidney; il primo viaggio internazionale di Papa Benedetto XVI è stata la GMG di Colonia; nel frattempo, si è svolta l’Agorà dei giovani a Loreto …
     
    R. - Io credo che i giovani vorrebbero stare sempre più vicini a Papa Benedetto XVI, lo vorrebbero tenere soltanto per loro. Il Papa li provoca alla riflessione, li provoca a prendere in seria considerazione la loro giovinezza e li provoca anche a guardare al futuro con speranza, con serenità. Io credo sia questo il messaggio di cui i giovani hanno bisogno: guardare al proprio futuro senza dimenticare il proprio presente, di fondare nel presente la propria vita e, soprattutto, su questo presente il poter essere capaci di costruire un futuro che sia pienamente significativo. Il Papa li richiama a questo, a delle scelte coraggiose che hanno bisogno però anche di un’intelligenza e di un entusiasmo.

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Croazia mons. Mario Roberto Cassari, arcivescovo titolare di Tronto, finora nunzio apostolico in Costa d’Avorio.

    Quindi il Papa ha disposto la seguente ristrutturazione delle circoscrizioni ecclesiastiche latine in Slovacchia:

    1. Ha eretto l’arcidiocesi metropolitana di Bratislava, con sede in Bratislava, per dismembramento del territorio dell’arcidiocesi metropolitana di Bratislava-Trnava;
    2. Ha costituito l’arcidiocesi di Trnava, come suffraganea di Bratislava, con sede a Trnava;
    3. Ha eretto la nuova diocesi di Žilina con territorio dismembrato dalla diocesi di Nitra e dalla
    diocesi di Banská Bystrica, con sede a Žilina, rendendola suffraganea della Chiesa
    Metropolitana di Bratislava;
    4. Ha disposto di ampliare la diocesi di Nitra con 9 decanati della precedente arcidiocesi di
    Bratislava-Trnava, avendo essa ceduto alla diocesi di Žilina 9 decanati.

    Il Papa ha così nominato arcivescovo metropolita di Bratislava mons. Stanislav Zvolenský, finora vescovo titolare di Novasinna ed ausiliare di Bratislava-Trnava. Accogliendo la domanda di mons. Ján Sokol, finora arcivescovo metropolita di Bratislava-Trnava, lo ha confermato come arcivescovo di Trnava. Ha quindi nominato vescovo della nuova diocesi di Žilina mons. Tomáš Galis, finora vescovo titolare di Bita ed ausiliare di Banská Bystrica. Mons. Stanislav Zvolenský è nato a Trnava il 19 novembre 1958. E’ stato ordinato sacerdote il 13 giugno 1982. Il 2 aprile 2004 è stato eletto vescovo titolare di Novasinna e ausiliare di Bratislava-Trnava. È stato consacrato vescovo il 2 maggio 2004. Mons. Tomáš Galis è nato il 22 dicembre 1950 a Selice nella diocesi di Bratislava-Trnava. E’ stato ordinato sacerdote il 6 giugno 1976. Il 28 agosto 1999 è stato nominato vescovo titolare di Bita e ausiliare di Banská Bystrica ed è stato consacrato vescovo il 25 settembre di quello stesso anno.

    In Messico, il Santo Padre ha nominato vescovi ausiliari di Guadalajara i reverendi José Francisco González González, vice-rettore del Seminario Minore di Guadalajara, assegnandogli la sede titolare vescovile di Feradi Maggiore e Juan Humberto Gutiérrez Valencia, canonico e rettore della Cattedrale di Guadalajara, assegnandogli la sede titolare vescovile di Giunca di Bizacena. Il rev. José Francisco González González è nato a Yahualica, Stato di Jalisco, attualmente diocesi di San Juan de Los Lagos, il 17 marzo 1966. Il 4 giugno 1995 è stato ordinato sacerdote. Il rev. Juan Humberto Gutiérrez Valencia è nato a Guadalajara il 27 giugno 1941. E’ stato ordinato sacerdote a Roma il 3 dicembre 1967.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Intervento dell’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sul nuovo Oremus et pro Iudaeis per la Liturgia del Venerdì Santo.

    La Lettera di Benedetto XVI alla comunità cattolica in Cina: riflessioni del vescovo di Hong Kong, cardinale Joseph Zen Ze-kiun.

    Nel servizio internazionale, in primo piano il monito della Russia all’Iran sul nucleare. Mosca non approva le azioni di Teheran che dimostrano chiaramente l’intenzione di proseguire nell’arricchimento dell’uranio.

    In cultura, pubblicati alcuni stralci dal “Racconto dell’Anticristo” del filosofo russo Vladimir Sergeevic Solov’ëv. Andrea Monda, sulla base di una conferenza di Adriano dell’Asta, sottolinea l’attualità dell’opera con il commento “Promettere paradisi. Realizzare inferni”.

    Timothy Verdon propone una riflessione sull’arte sacra contemporanea a partire dalle illustrazioni del nuovo Lezionario della Conferenza episcopale italiana.

    Nel servizio religioso, un articolo di Alessandro Trentin dal titolo “La carità, segno tangibile della fede di ogni cristiano”: l’arcivescovo vicegerente di Roma, Luigi Moretti, all’inaugurazione dell’Emporio della Caritas.

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    Oggi in Primo Piano



    Tensione in Libano per i funerali di un capo Hezbollah e l'anniversario dell'assassinio dell'ex premier Hariri

    ◊   Decine di migliaia di libanesi si sono radunati oggi nel centro di Beirut per commemorare il terzo anniversario della morte dell'ex premier Rafik Hariri, ucciso nella capitale libanese il 14 febbraio del 2005. In città è stata inaugurata anche una statua raffigurante lo stesso Hariri a pochi metri di distanza dal luogo dove venne ucciso insieme con altre 22 persone con un potente camion-bomba. Ma Beirut oggi è blindata anche per i funerali del leader Hezbollah assassinato martedì a Damasco, in Siria. Un clima di tensione che proprio dall’omicidio Hariri sembra non diminuire. Ma cosa è cambiato concretamente in Libano in questi ultimi 3 anni? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere della Sera e grande conoscitore del mondo mediorientale:


    R. – Tre anni fa è nata questa primavera di Beirut, cioè questo movimento che ha portato un nuovo spirito e anche una certa ribellione nei confronti del potente alleato vicino, la Siria, che ha sempre considerato il Libano il suo protettorato. Non ci dimentichiamo che, a partire da quel giorno, c’è stata la risoluzione delle Nazioni Unite che ha imposto alla Siria di ritirare i suoi soldati dal Libano. La Siria è stata costretta a farlo. Anche dal punto di vista politico, c’è stato un nuovo spirito che ha unito, almeno per un certo periodo di tempo, una gran parte dell’opinione pubblica libanese. Gli attentati che hanno accompagnato e, purtroppo, seguito quello all’ex primo ministro Hariri e la frammentazione anche di certi campi a partire da quello cristiano, rendono comprensibili i timori del patriarca maronita Nasrallah Sfeir. Lo stesso patriarca dice: Noi dobbiamo avere la forza di cambiare altrimenti non c’è speranza, altrimenti non è possibile raggiungere un compromesso. Addirittura, in un momento di quasi disperazione, il patriarca ha detto: è necessario che venga qualcuno dall’estero a guidare in questa fase i destini di un Libano che non riesce a trovare un compromesso su un candidato presidente.

    D. - Dopo l’uccisione di uno dei leader di Hezbollah a Damasco si è riproposto, ancora una volta, questo difficile rapporto tra Libano, Siria, ed Israele. Dopo Annapolis, in cui sembrava essersi mosso qualcosa, siamo ancora in una fase di empasse…

     
    R. - Sì e io temo che la situazione sia peggiorata: se noi guardiamo i vari fronti, all’interno del problema israeliano-palestinese, è cresciuta la tensione tra palestinesi, tra la classe dirigente dell’ANP guidata da Abu Mazen e Hamas; e ppoi, ancora, tra Hamas che si trova con una parte più dialogante rappresentata dall’ex primo ministro Haniyeh e dall’altra un rappresentante che vive a Damasco. Per quanto riguarda Hezbollah, poi, l’omicidio mirato di ieri dimostra come alcune componenti di guida, di vertice militare di Hezbollah, avevano trovato rifugio in Siria. E anche lì, abbiamo una parte forse un pochino più dialogante in Libano e poi una parte più dura che, magari, si trova all’estero, a Damasco o altrove. Abbiamo, quindi, una situazione siro-libanese molto tesa, con la Siria che ha paura del processo internazionale e forse teme che questo processo internazionale sull’assassinio di Hariri possa portare alla scoperta e alla conferma di responsabilità da parte dei suoi servizi di sicurezza. Insomma, tutto questo, poi, al di là dell’aggressività iraniana, ci propone un quadro veramente preoccupante.

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    Le Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù festeggiano il primo centenario dell'istituzione dell'adorazione perpetua

    ◊   Oggi, 14 febbraio, le Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù, celebrano il primo centenario dell’esposizione perpetua del Santissimo Sacramento in tutte le loro case; l’adorazione è continua durante le 24 ore del giorno. Quest’adorazione non è mai stata interrotta, nemmeno durante la terribile persecuzione religiosa in Messico. Le Religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù, congregazione di vita contemplativa, vennero infatti fondate a Città del Messico il 3 maggio 1897 dalla Venerabile Serva di Dio Concepciòn Cabrera de Armida. Sul carisma di queste religiose Giovanni Peduto ha intervistato suor Teresa Caligaris, della Comunità di Roma:


    R. - Il nostro carisma è quello di vivere costantemente unite a Cristo Sacerdote e Vittima per offrirLo e offrirci all’Eterno Padre per espiare i peccati del mondo, specialmente delle anime a Lui consacrate e di ottenere grazie di santificazione per tutti gli uomini, ma specialmente per la Chiesa e per i sacerdoti.

     
    D. - Cosa significa essere religiose contemplative oggi?

     
    R. - Significa dare priorità ai momenti di preghiera non per parlare agli uomini di Dio ma per parlare a Dio degli uomini, e qui possiamo fare riferimento a quella frase del Papa Giovanni Paolo II: “Un momento di vera adorazione è più fecondo della più intensa attività apostolica”.

     
    D. - Il mondo capisce il vostro ruolo nella Chiesa e nella società?

     
    R. - È difficile che il mondo di oggi capisca il nostro ruolo nella Chiesa e nella società, ma comunque sembra che adesso cominci a risvegliarsi nelle coscienze delle persone questa necessità della intimità con il Signore attraverso l’adorazione, forse perché cominciano a sentire la stanchezza delle cose inconsistenti. Lo costatiamo vedendo che tante persone vengono a fare preghiera nella nostra cappellina per respirare l’ambiente di pace e di preghiera che trovano in questo luogo, come loro stesse ci dicono.

     
    D. - Qual è l’importanza e quali sono i frutti dell’adorazione eucaristica?

     
    R. - L’adorazione eucaristica è importante quando è fatta in unione con Gesù, perché è Lui stesso che prolunga il Suo sacrificio in noi, e dunque ha il valore dell’azione del Dio-Uomo. I frutti per lo più sono nascosti alle contemplative, ma per fede abbiamo la certezza della sua divina efficacia e questo è ciò che conta. Ma è doveroso dire che gratificano molto le telefonate che giorno e notte riceviamo di persone che ci affidano le loro angosce, i loro malati e i loro desideri di incontrarsi con Dio, sapendo che tutte le loro intenzioni sono davanti al Santissimo.

     
    D. - Quante siete e dove siete?

     
    R. - Siamo più di 300 religiose sparse in vari Paesi: 21 case in Messico, dove siamo nate; una a Madrid, Spagna; una a Roma; una negli Stati Uniti; una nel Guatemala; 2 in Costarica e 1 nel Salvador. Qui a Roma, sull’Appia Nuova, 1468, al Km. 14, siamo una piccola comunità di 9 suore.

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    Chiesa e Società



    Filippine: i vescovi denunciano la corruzione dilagante nel Paese

    ◊   Di fronte agli ultimi episodi di corruzione che ha coinvolto Jose Miguel Arroyo, marito del presidente delle Filippine Gloria Arroyo, per tangenti milionarie pagate nei contratti e negli appalti pubblici, la Chiesa filippina rilancia la questione morale e invita la cittadinanza a intraprendere azioni comuni. Mons. Oscar Cruz, vescovo di Lingayen-Dagupan, afferma che “l’appello all’agire comune” è aperto al contributo di tutti. “Esso intende promuovere una autentica riforma del sistema di governo – continua il presule – che “sarebbe appoggiata dai vescovi, finché naturalmente resta nell’alveo dei procedimenti costituzionali e non comporta violenza o spargimento di sangue”. Occorre un’azione comune, basata sulla buona volontà e sull’impegno di ciascuno - dichiarano i vescovi - e invitano a pensare al bene comune e non al puro interesse personale. “La verità fa male. Ma è la sola che può rendere libera la nazione. Dobbiamo confessare - ha aggiunto il presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, l’arcivescovo di Jaro, Angel Lagdameo – che “la corruzione è la nostra principale vergogna”. Mons. Lagdameo – rende noto l’agenzia Fides - si è soffermato infine sull’attuale mancanza di “coscienza sociale” nel Paese e, ha sottolineato la proliferazione di una corruzione endemica e sistematica. (M.B.)


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    I vescovi congolesi chiedono salari giusti per minatori e forestali

    ◊   I vescovi congolesi hanno rivolto al Paese “un vibrante appello per uno scatto nazionale e per un cambiamento di mentalità” attraverso un Messaggio del comitato permanente della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo. Nel messaggio, dal titolo “Cambiamo i nostri cuori” e ripreso dall’agenzia Fides, si sottolinea che “è in gioco l’avvenire del Paese”. “Non possiamo tacere”, ribadiscono i vescovi che precisano: “lungi dall’essere un semplice grido di allarme per spaventare gli uni e gli altri, il nostro appello vuole essere un messaggio di speranza per affrontare il nostro penoso presente e progettare l’avvenire con ottimismo, realismo, lucidità e responsabilità”. Ad un anno dalla formazione delle nuove istituzioni nate dalle elezioni del dicembre 2006, la Conferenza episcopale congolese osserva che il Paese sembra procedere faticosamente “a causa delle gravi crisi relative alla questione della pace e della giustizia, delle esigenze etiche nella gestione della cosa pubblica”. Tra le sfide, i vescovi indicano il malessere sociale, simbolizzato dallo sciopero degli insegnanti e dei funzionari pubblici, la formazione dei giovani e le questioni di sicurezza e della pace. “Chiediamo al nostro governo – si legge in particolare nel documento - di rendere chiaro e trasparente il quadro giuridico della stipulazione dei contratti minerari e forestali: le imprese minerarie e forestali devono rispettare gli obblighi in materia sociale e ambientale”. La sfida lanciata dalla Chiesa cattolica può essere vinta a patto che vi sia un “cambiamento dei cuori e della mentalità: la Chiesa si impegna ad apportare il suo contributo in questo campo con una riflessione pastorale che illumini l’avvio di una commissione di pacificazione, di riconciliazione e di ricostruzione comunitaria”. (A.L.)

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    Domenica, in Messico, si celebra la prima "Giornata per la vita, la famiglia e il Messico”

    ◊   “Con l’avvicinarsi del 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani ci si chiede: come mai ci può essere un vero impegno in favore dei diritti della persona se, al tempo stesso, non si desidera difendere la vita del più innocente e del più debole”? Così, l’arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera nella lettera indirizzata giorni fa agli organizzatori della “Giornata nazionale per la vita, la famiglia e il Messico” che si celebrerà per la prima volta domenica prossima. Nella missiva alle organizzazioni cattoliche che hanno promosso l’iniziativa, il porporato ribadisce puntualmente la dottrina cattolica sulla vita sottolineando, ancora una volta, che “questo dono di Dio va difeso dal momento del concepimento fino al suo termine naturale”. Inoltre, il cardinale Rivera Carrera ricorda che questa giornata si colloca in continuità con quella voluta dall’Episcopato messicano - il 25 marzo - dedicata “alla vita che sta per nascere”. Tra l’altro, sarà celebrata nelle ore in cui la Corte suprema di giustizia discuterà il ricorso di incostituzionalità presentato da numerose organizzazioni cattoliche e non in merito alla legge che qualche mese fa depenalizzò l’aborto nell’area del distretto federale. “Dobbiamo partecipare poiché - sottolinea l’arcivescovo di Città del Messico - dobbiamo dare voce alla vita, in particolare dare la nostra voce alla vita di coloro che non possono far sentire ancora la propria; la voce della vita contro la morte, della speranza contro il nichilismo”. Domenica, la giornata sarà celebrata in tutto il Paese, ma l’evento principale si svolgerà nella capitale presso la “Glorieta del Ángel de la Independencia”, dove i promotori tra le 11 e le 13 attenderanno “molte persone, migliaia, in particolare famiglie”. Questa importante iniziativa è nata alcune mesi fa sulla scia della pubblicazione di un documento singolare redatto dal sacerdote nonché chimico, padre Pedro Agustín Rivera Díaz. Si tratta di un breve testo, in 10 punti, in cui si espongono e spiegano “i diritti umani del concepito”. Intorno alla prima bozza centinaia di esperti, fra medici, educatori, biologi, teologi e bioetici, hanno dato vita ad un gruppo che concluse il suo lavoro redigendo una proposta sui diritti dal nascituro da presentare alle Nazioni Unite. I patrocinanti propongono, tra l’altro, la proclamazione dell’8 dicembre “Giornata mondiale del concepito”. Il documento (www.derechosdelconcebido.org.mx), afferma che “ogni concepito ha il diritto di essere riconosciuto come un individuo della specie umana, e quindi ha tutti i diritti umani riconosciuti dalle Nazioni Unite, Organizzazioni Internazionali e dalle Costituzioni degli Stati”; “il valore supremo della vita, dunque, deve essere riconosciuto e rispettato in ogni concepito dal momento del concepimento fino alla morte naturale”; “ogni concepito deve essere protetto da qualsiasi tipo di discriminazione per motivo di razza, etnia, condizione genetica, sesso, l’origine sociale e situazione economica”. (A cura di Luis Badilla)

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    L’arcivescovo dell'Avana, cardinale Jaime Ortega, annuncia e spiega il significato della visita del cardinale Bertone a Cuba

    ◊   “E’ come dare continuità alla presenza di Giovanni Paolo II tra noi; è come rivivere momenti di grazia di questa sua storica e indimenticabile visita”. Così ha definito l’imminente viaggio a Cuba del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, l’arcivescovo dell’Avana – cardinale Jaime Lucas Ortega – durante un’intervista rilasciata lo scorso 11 febbraio al più importante telegiornale di Cuba. Il porporato ha confermato alcuni dei principali appuntamenti del cardinale Bertone che arriverà all’aeroporto “José Martí” la sera di mercoledì 20; sarà ricevuto dal ministro degli Affari Esteri, Felipe Pérez Roque. Il suo è un programma intenso e pieno di momenti particolari, ha aggiunto il porporato precisando che la visita del segretario di Stato si concluderà la sera di venerdì 26 e, dunque, “si svolgerà un mese esatto dopo la ricorrenza storica: la visita di Giovanni Paolo II tra il 21 e il 26 gennaio 1998”. Sottolineando alcuni appuntamenti pastorali molto importanti per i cattolici cubani, il cardinale Ortega, che non compariva sulle rete televisiva dal 2 aprile 2005, giorno della morte di Papa Giovanni Paolo II, ha ricordato le celebrazioni eucaristiche che presiederà il cardinale Tarcisio Bertone. Tra queste, quella nella cattedrale della capitale, dove Papa Wojtyla celebrò la sua prima Messa in terra cubana e dove, il sabato 23 il segretario di Stato inaugurerà e benedirà una grande statua “dell’indimenticabile Papa che la Polonia donò al mondo”. “Il suo passaggio ci ha lasciato una Chiesa più viva, più vicina alla realtà del nostro popolo e della nostra società”, all’interno della quale “viviamo ogni giorno per adempiere la nostra missione evangelizzatrice”, ha spiegato l’arcivescovo dell’Avana. Il cardinale ha ricordato, inoltre, altri momenti rilevanti dell’imminente visita del cardinale Tarcisio Bertone. “Il segretario di Stato parlerà presso l’Università dell’Avana dalla stessa tribuna dove parlò a tutta la società cubana Giovanni Paolo II dieci anni fa. Nel suo intervento, “La cultura e i fondamenti etici del vivere umano”,ha precisato il cardinale Ortega, riprenderà il filo già tracciato da Papa Wojtyla che ci offrì una lezione magistrale ricordando che nell’evangelizzazione della cultura è Cristo stesso che agisce”. Il cardinale Bertone visiterà anche il Santuario della Madonna della Carità del Cobre “Patrona e Regina di Cuba”, che Giovanni Paolo II incoronò il 24 gennaio 1998. Infine, l’arcivescovo dell’Avana, nel ricordare il “dolore dei cubani per la morte di Papa Wojtyla ma anche la gioia per l’elezione di Benedetto XVI”, ha aggiunto che il segretario di Stato visiterà la diocesi di Guantánamo-Baracoa, per inaugurare il palazzo vescovile e celebrare il decimo anniversario della sua erezione. (A cura di Luis Badilla)

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    Inondazioni: continua l'emergenza in Bolivia

    ◊   Continua la situazione di allarme in Bolivia a causa delle inondazioni. Il presidente Evo Morales ha decretato ieri lo stato di “disastro nazionale” nel Paese per le gravi inondazioni che hanno causato finora 52 morti, 4 dispersi e 56.634 famiglie sfollate. Il capo di Stato – rende noto l’agenzia Fides ha inoltre chiesto un maggiore sostegno internazionale per affrontare le emergenze che possono durare fino a sei mesi. I danni causati in Bolivia dal fenomeno “La Niña”, che secondo varie fonti sono più gravi di quelli provocati lo scorso anno, manterranno infatti il Paese nella situazione di disastro per diversi mesi e la ricostruzione potrà durare fino ad un anno. Nella città di Trinidad, dove abitano circa centomila persone, si vivono momenti di angoscia perché dallo scorso lunedì, dopo quattordici ore di piogge continue, le acque hanno cominciato ad oltrepassare la diga di contenimento che protegge l’abitato. Al momento, sono stati allestiti 22 rifugi in città e 6 rifugi nelle zone rurali; il numero delle famiglie sfollate supera le 5.000. La “Caritas Beni” continua il lavoro a sostegno di queste famiglie fornendo aiuti di prima necessità. Anche diverse altre autorità stanno collaborando ad affrontare lo stato di emergenza a Beni. La direttrice di “Caritas Beni”, Maria Esther Chiriqui, ha affermato che si è reso necessario l’appoggio alle famiglie poiché in alcuni casi non hanno neppure la possibilità di cucinare, data la precarietà della loro abitazione. Secondo gli ultimi dati, a Beni ci sono 12.603 famiglie sfollate. (A.L.)

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    A Vienna il Forum sulla lotta alla tratta di esseri umani. L'intervento di mons. Marchetto

    ◊   Non si possono ignorare il sangue, il sudore e le lacrime delle vittime del traffico di esseri umani, un turpe fenomeno che alimenta un giro di affari illecito di quasi 32 milioni di dollari. Con questa premessa, si è aperto ieri il primo forum sulla lotta alla tratta, promosso dalle Nazioni Unite e in corso a Vienna. E’ ora che il mondo apra gli occhi di fonte alle nuove e moderne forme di schiavitù, tra cui lo sfruttamento sessuale. Si è anche sottolineato, però, che l’indignazione non basta: si devono rafforzare misure di legge efficaci. Il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti, arcivescovo Agostino Marchetto, ha affermato che la questione del traffico di esseri umani è “un problema multidimensionale”. “La povertà – ha detto il presule – spinge le persone a cercare un futuro migliore nonostante i rischi correlati, rendendole estremamente vulnerabili”. La Santa Sede – ha aggiunto l’arcivescovo Agostino Marchetto – “incoraggia ogni tipo di iniziativa volta a sradicare questo fenomeno immorale e criminale”. Secondo il segretario del Pontificio Consiglio, tutti gli sforzi per contrastare le attività criminali e difendere le vittime dovrebbero porre i diritti umani al centro di tutte le strategie. Occorrono, in particolare, misure per prevenire queste illegalità e consegnare i responsabili alla giustizia attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative. Ma la lotta contro questa piaga presenta molteplici e gravi ostacoli. Il traffico di esseri umani – ha affermato il direttore esecutivo dell’ufficio dell’ONU per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, Antonio Maria Costa – è un mostro di cui forma, ferocia e dimensione si possono solo immaginare. (A cura di Amedeo Lomonaco)

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    Il cardinale Martino presenta il Compendio della dottrina sociale in lingua ucraina

    ◊   Nei giorni scorsi, all’Università di Kyiv-Mohyla Academy, il cardinale Renato Raffaele Martino ha presentato l’edizione in lingua ucraina del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha spiegato che lo scopo della dottrina sociale è quello di praticare la carità come espressione dell’amore di Dio. Il porporato ha ribadito che “la Chiesa esiste nel mondo e per il mondo, ma non è del mondo” ed ha aggiunto che “la missione della Chiesa è quella di insegnare la via per il Regno di Dio, cercando di realizzare pace e giustizia”. Secondo il cardinale, “la proposta della dottrina sociale è quella di realizzare un umanesimo integrale e solidale”. Il metodo per raggiungere questo obiettivo si basa sul principio personalistico, e cioè “che la Chiesa riconosce in ogni persona l’immagine vivente di Dio”. Per questo, la dottrina sociale “sviluppa e afferma l’unicità e l’inviolabilità della persona umana”. Il cardinale Martino – riferisce l’agenzia Zenit - ha poi illustrato quanto la Chiesa sostenga e difenda il bene comune inteso come “pieno e integrale sviluppo degli individui, delle comunità”. “Un altro obiettivo della dottrina sociale – ha aggiunto il porporato – è quello di garantire il principio di sussidarietà”, intesa come funzione di assistenza dei più forti verso i più deboli. “Il principio di sussidarietà – ha sottolineato – deve essere strettamente connesso al principio di solidarietà che comprende la virtù morale ed un'autentica e concreta realizzazione della giustizia”. “Il principio di solidarietà – ha aggiunto il porporato – implica il dovere della comunità internazionale di intervenire in aiuto di quei gruppi la cui sopravvivenza è messa in pericolo e i cui diritti umani sono seriamente minacciati”. Il presidente di Giustizia e Pace ha quindi sottolineato l’importanza dei laici per la realizzazione di un umanesimo integrale e solidale, perchè la “dottrina sociale è il cuore della proclamazione cristiana dell’amore di Dio, ed è intimamente connessa alla carità”. A questo proposito il cardinal Martino ha riproposto l’Enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est”, che proclama la vera essenza di Dio, considerando come gli aspetti umani e sociali dell’amore siano “illuminati e purificati dalla luce dell’amore di Dio”. Il porporato ha concluso affermando che “il piano di Dio per l’umanità è quello di realizzare una civilizzazione dell’amore”. (A.L.)

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    Medici del mondo: “assicurare a tutti, senza discriminazioni, l’accesso alle cure”

    ◊   “Assicurare a tutti, senza discriminazioni etniche, l’accesso alle cure mediche”. Questo, spiega Jérome Larché, medico della missione Medici del mondo in Kenya, l’obiettivo della missione d’urgenza lanciata nella Rift Valley per raggiungere e assistere gli sfollati ancora ai margini degli aiuti umanitari. “Lavoreremo insieme con la Kenyan medical association e con la Croce Rossa Kenya – prosegue il medico – anche per riannodare il legame tra i profughi e i centri sanitari nazionali. La presenza sul territorio delle nostre squadre consentirà inoltre di rendere conto delle eventuali violenze di cui potrebbero essere vittime le popolazioni locali”. Secondo Medici del mondo, dopo le violenze post-elettorali sono circa 600mila gli sfollati. La maggior parte, è concentrata intorno ai commissariati, alle chiese e alle scuole dove vengono assicurati cure e sostegno. Alcuni invece – rende noto l’agenzia SIR - sono ancora in zone isolate e prive di accesso all’assistenza. Medici del mondo si occupa, in particolare, di 4.500 sfollati a Solai, Ol Banata e Bahati, nei dintorni di Nakuru a 150 km da Nairobi. “Per la maggior parte, sono donne e bambini – conclude Larché – esposti a patologie respiratorie e stress post-traumatico”. Di qui, l’importanza di “cure di base ma anche di sostegno psicologico”. (A.L.)


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    Nuovi progetti di solidarietà verso i bambini poveri ed emarginati nelle diocesi tribali dell’India nordorientale

    ◊   Si riconoscono debitori nei confronti dei primi religiosi delle Missioni Estere di Parigi (MEP), che hanno portato il Vangelo fra i tribali nel nord est dell’India, e del “nuovo inizio” segnato dall’arrivo dei missionari salesiani nel 1921. Due vescovi delle diocesi indiane di Miao e Bongaigaon, negli stati di Arunachal Pradesh e Assam, continuano oggi l’opera dei primi coraggiosi missionari, nell’azione pastorale costante a servizio della popolazione tribale, attraverso opere di istruzione, assistenza medica, carità. Mons. George Pallipparambil, vescovo di Miao ha riferito all’agenzia Fides che “la Chiesa, da quando ha ottenuto una maggiore libertà si è fortemente impegnata nel campo dell’istruzione e dello sviluppo sociale, costruendo seminari, scuole, dispensari, ospedali per venire incontro alle esigenze della popolazione”. Mons. Thomas Pulloppillil, vescovo di Bongaigaon, si ritrova ad affrontare i medesimi problemi di povertà, carenza di istruzione e sottosviluppo. Grazie a preti, religiosi, suore di diverse congregazioni e laici, la comunità si fa vicina a quanti sono nel bisogno e prosegue la sua opera evangelizzatrice. In sintonia con queste necessità, nelle due diocesi saranno avviati progetti di costruzione di un complesso chiesa-scuola-ambulatorio, intitolato alla figura di San Pio da Pietrelcina, “Abbiamo offerto – affermano infine i due vescovi - la nostra disponibilità affinché nelle diocesi si approfondisca la conoscenza di Cristo anche attraverso le opere e virtù di San Pio: la missione nel suo nome si traduce in ricchezza spirituale, istruzione e cura per l’infanzia e i bisognosi”. I benefattori di “San Pio Missionario nel mondo” offriranno alla diocesi di Miao i fondi per realizzare il progetto, mentre nella diocesi di Bongaigaon finanzieranno anche l’acquisto di quattro ettari di terreno per l’edificazione di una struttura di dimensioni confacenti alle necessità. “Alla base di questo progetto – concludono i vescovi - vi sarà innanzitutto la preghiera e l'adorazione del Santissimo Sacramento”. (A.L.)

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    Ripensare in modo radicale la società dei consumi: così la CEI per la Giornata per la salvaguardia del Creato

    ◊   “L’impatto ambientale della società dei consumi sta diventando insopportabile per il pianeta”. Così la Conferenza episcopale italiana nel Messaggio per la terza Giornata per la salvaguardia del Creato, che ricorrerà il prossimo primo settembre. Il documento, dal titolo “Una nuova sobrietà per abitare la terra”, si rivolge soprattutto ai Paesi industrializzati, responsabili di “incentivare il desiderio di beni diversi e sempre nuovi. La CEI chiede “una conversione ecologica” e un “profondo rinnovamento delle forme di consumo”. Nel messaggio si denuncia anche il vasto degrado che minaccia oggi il Pianeta danneggiando “anzitutto i soggetti più svantaggiati”. La questione ambientale, scrivono i vescovi, “è indubbiamente collegata a comportamenti e stili di vita ormai tipici dei Paesi industrializzati” e a quella “società dei consumi” che “incentiva il desiderio di beni diversi e sempre nuovi”. Da qui l’appello dell’episcopato alle istituzioni politiche perché promuovano “un nuovo stile di sobrietà, capace di conciliare una buona qualità della vita con la riduzione del consumo”. Centrale, inoltre, il ruolo educativo delle comunità ecclesiastiche che hanno il compito, sottolinea la CEI, di valorizzare nuove forme di essenzialità, scoraggiando “i consumi non realmente necessari” e sostenendo “tutti quegli accorgimenti per la riduzione dell’impatto ambientale messi a disposizione dalla scienza e dalla tecnica”. A cominciare da “un uso efficiente dell’energia”. “Tale dinamica – si legge nel messaggio – potrà trovare alimento in una spiritualità eucaristica, capace di promuovere l’apprezzamento e la gratitudine per quanto ci è dato, orientando a gustare con sapienza la densità dei beni della creazione, senza cedere alla tentazione che induce a volerne sempre di più”. Infine la questione dei rifiuti, un’emergenza “che mette a rischio le stesse modalità di un’ordinata convivenza sociale”. È una responsabilità – scrivono i vescovi – che chiama direttamente in causa le istituzioni” e che deve essere gestita nel segno della solidarietà. D’altra parte, però “una politica dei rifiuti non può essere efficace se gli stessi cittadini non divengono protagonisti della loro gestione attiva, favorendo il diffondersi di comportamenti corresponsabili”. “Laddove crescono relazioni armoniose e giuste – conclude il messaggio – anche la gestione delle risorse diventa “occasione di progresso”. (A cura di Silvia Gusmano)

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    Il cardinale Caffarra: non si emargini la proposta cristiana nella scuola

    ◊   “Se la scuola può farci uscire dall’emergenza educativa in cui ci troviamo, allora la presenza della proposta cristiana dentro di essa, nelle condizioni proprie di una società plurale e a democrazia procedurale, non può essere emarginata o eliminata”. Lo ha affermato il cardinale Carlo Caffarra nella relazione che ha aperto il convegno nazionale dei direttori diocesani e regionali di pastorale scolastica promosso dall’Ufficio nazionale della CEI per l’educazione, la scuola e l’Università e in programma a Bologna fino a sabato sul tema “La professione docente oggi nella scuola che educa”. Soffermandosi sul ruolo della comunità cristiana il cardinale ha sottolineato che la Chiesa è il soggetto vivente di una tradizione, elemento essenziale di quella grande “narrazione della vita” che ha forgiato il nostro popolo. Per questo occorre entrare nel dibattito pubblico esibendo le ragioni che dimostrano la verità della visione cristiana della vita. Un’interpretazione che può e deve essere offerta dentro la scuola gestita dallo Stato come ipotesi educativa sulla quale l’alunno possa compiere la verifica della sua vita”. Presentando il convegno mons. Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale della CEI per l’educazione, la scuola e l’università ne ha ricordato gli obiettivi. “Vogliamo - ha detto - “individuare le priorità pedagogiche e didattiche che contribuiscono oggi a definire l’identikit del docente”. Nella relazione che ha aperto la seconda giornata il pedagogista Cesare Scurati ha parlato della nuova preparazione dei docenti: essa potrà influire sul rinnovamento della scuola, ha ricordato, se costruirà una professionalità fondata su ricerca continua e curiosità intellettuale. (A cura di Stefano Andrini)

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    Si conclude oggi a Roma il Consiglio dei governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo

    ◊   Seconda e conclusiva giornata, oggi, del Consiglio dei Governatori dell’IFAD, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo, riunito a Roma. Nata trent’anni fa come tentativo di risposta delle Nazioni Unite alla forte crisi alimentare che aveva colpito a inizio degli anni settanta il Sahel, da allora l’IFAD si concentra in progetti e programmi contro la povertà nelle zone rurali. Da ieri l’IFAD ha un nuovo presidente del Consiglio dei governatori, di fatto l’organo decisionale dell’intera organizzazione. Si tratta di Aiadi Ruma, ministro dell’agricoltura e risorse idriche della Nigeria. A eleggerlo i 164 delegati che rappresentano i rispettivi Paesi durante lavori del Consiglio. Un evento preceduto, come ormai consuetudine, da un’altra due giorni che ha visto sempre a Roma riunirsi e confrontarsi gli esponenti di decine di associazioni di coltivatori alla ricerca di uno spazio per difendere il proprio modello di sviluppo sostenibile e familiare. Faceva il suo effetto osservare nelle grandi sale del palazzo dei Congressi il gotha della finanza internazionale legata allo sviluppo, accanto a contadini, allevatori e pescatori giunti a Roma da zone spesso remotissime. Un effetto tutto sommato positivo, quanto meno in termini di auspicio e ben riassunto dall’intervento della direttrice della Banca Mondiale, Ngozi Okonjo-Iweala secondo la quale mentre il mondo si concentra sulla crisi finanziaria internazionale legata ai cosiddetti mutui sub-prime, due miliardi di persone continuano a vivere, o meglio a sopravvivere, con meno di due dollari al giorno mentre un altro miliardo deve accontentarsi della metà: un dollaro al giorno. Anche per questo è stato ancora una volta rilanciato l’impegno a raggiungere o quantomeno ad avvicinarsi, entro il 2015, agli otto obiettivi del millennio contro la fame e la povertà nel mondo. L’Italia, ha detto il ministro degli Esteri D’Alema, fa la sua parte, non soltanto ospitando proprio a Roma il polo agro-alimentare dell’ONU, che raggruppa FAO, PAM e IFAD. Ma anche impegnandosi concretamente. Attualmente è al secondo posto nella classifica dei donatori per l’IFAD, con i suoi 51 miliardi di dollari stanziati per il periodo 2007-2009. L’attesa oggi si sposta sulle tre importanti tavole rotonde in programma che affronteranno altrettanti temi cruciali per l’uomo e per l’ambiente: i cambiamenti climatici, i bio o agro carburanti, la crescita dei prezzi dei prodotti agricoli. (A cura di Lucas Duran)

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    Myanmar: 50 mila fedeli al pellegrinaggio nazionale al Santuario della Madonna di Lourdes a Nyaunglebin

    ◊   “E’ stata una grande manifestazione di fede popolare, dove ancora una volta ho potuto constatare la genuina e profonda devozione eucaristica e mariana dei fedeli, accorsi in gran numero da tutto il Paese, facendo grandissimi sacrifici per potersi recare al Santuario Nazionale Mariano, intitolato alla Madonna di Lourdes”. È quanto racconta all’Agenzia Fides mons. Salvatore Pennacchio, delegato apostolico in Mayanmar, dopo aver partecipato al pellegrinaggio nazionale compiuto dai fedeli al Santuario di Nyaunglebnin. “Quest’anno il pellegrinaggio ha assunto un carattere speciale per la coincidenza delle celebrazioni giubilari dei 150 anni delle apparizioni della Madonna a Lourdes: si può dire - ha spiegato mons. Pennacchio - che i due Santuari - Lourdes e Nyaunglebin - sono legati a distanza con un forte legame spirituale per rafforzare la devozione mariana”. Le celebrazioni, alle quali hanno partecipato nel complesso oltre 50 mila fedeli, hanno rappresentato un momento di grande gioia e forte testimonianza per la comunità cattolica in Myanmar. Si è commemorata la fondazione del Santuario, iniziato 106 anni fa ad opera dei missionari delle Missioni Estere di Parigi (MEP). La solenne Eucarestia con l’Ordinazione di nuovi sacerdoti, tenutasi la mattina del 9 febbraio, ha aperto la giornata: vi hanno partecipato migliaia di fedeli giunti da tutto il Paese per esprimere la propria profonda devozione mariana. Mons. Pennacchio ha invitato i nuovi preti a essere “messaggeri di pace e di amore”, a proclamare la Buona novella dell’amore di Dio, a comportarsi nei confronti del popolo prendendo esempio dal “buon Samaritano”. Nel pomeriggio si è svolta poi la solenne processione mariana per le strade della città. La popolazione del luogo, in prevalenza buddista, ha accolto con grande onore e rispetto l’intensa manifestazione di fede della comunità cattolica. (A.L.)

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    Presentate oggi a Roma le nuove proposte 2008 dell’Opera Romana Pellegrinaggi

    ◊   Itinerari biblici e dei Padri della Chiesa, percorsi mariani, Roma Cristiana e i Cammini dell’Europa cristiana, ma anche itinerari missionari. E’ il programma  2008 dei pellegrinaggi presentato oggi a Roma dall’Opera Romana, caratterizzato dal 150.mo Anniversario delle Apparizioni della Madonna a Lourdes, dall’Anno Paolino e dall’impegno dell’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP) per i giovani, in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, con pacchetti di viaggio a basso costo. Filo conduttore, il desiderio di trasformare “i luoghi in volti”, spiega padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’ORP, “per cercare le motivazioni di un pellegrinaggio che rappresenta un’esperienza di incontro con la fede ma anche di amicizia tra i partecipanti”. “Tutto questo, prosegue mons. Liberio Andreatta, vice presidente dell’ORP, con l’unico scopo di  essere al servizio del pellegrino, affinché ogni pellegrinaggio sia un’esperienza che trasformi la vita di coloro che decidono di mettersi in cammino”. Nel 2007, secondo le statistiche elaborate dall’ORP, i pellegrinaggi hanno registrato un incremento rispetto al 2006. Il numero dei pellegrini che hanno raggiunto Lourdes in aereo è cresciuto del 9%. Per Fatima e Santiago de Compostela si registra un più 14%. In particolare le iniziative di pellegrinaggio 2007 in Terra Santa hanno registrato un aumento dell’83%, dopo un 2006 di flessione per la guerra in Libano. Tra le novità 2008, la collaborazione tra l’ORP e la Compagnia aerea del gruppo Poste italiane “Mistral Air”, con la possibilità per i pellegrini di iniziare il viaggio negli aeroporti più vicini alla città di provenienza. Infine, novità anche in rete con il nuovo sito dell’Opera Romana Pellegrinaggi che mette a portata di web tutti gli itinerari proposti, con la possibilità di pianificare un viaggio spirituale e prenotarlo direttamente via internet, all’indirizzo www.josp.com. (A cura di Luca Collodi)

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    24 Ore nel Mondo



    In due gravi episodi di violenza in Iraq uccisi 5 civili e un'intera famiglia

    ◊   Un'autobomba è esplosa, stamani, in un mercato a Baghdad causando la morte di cinque civili e il ferimento di almeno 30 altri. Si tratta del popolare mercato di Mredi, uno dei luoghi più affollati del grande quartiere sciita Sadr City. C’è poi da riferire di un diverso episodio di violenza nella notte: una famiglia di nove persone, appartenente al clan di Saddam Hussein, è stata sterminata a Awja, villaggio natale dell'ex presidente iracheno. Proprio nel villaggio di Awja, vicino a Tikrit, è stato sepolto l'ex presidente iracheno, "giustiziato" nel dicembre del 2006. Intanto, un alto ufficiale americano, il generale Mark Hertling, afferma che l'intensificarsi delle operazioni militari condotte dalle forze americane e irachene e l'aumento del sostegno fornito loro dalle popolazioni locali hanno costretto molti combattenti di al Qaeda a lasciare le città delle regioni del Nord Iraq e a rifugiarsi nelle regioni desertiche o a lasciare il Paese. Nel rapporto del generale si legge che l'operazione “Iron Harvest”, lanciata 45 giorni fa, in quattro regioni del Nord del Paese ha portato a notevoli risultati. Si precisa che fino ad ora sono stati catturati o uccisi “oltre 70 individui di alto valore” e “centinaia” di combattenti nemici, anche grazie ad una maggiore collaborazione della gente locale.

    Afghanistan
    Il maresciallo Enrico Mercuri, 31 anni, ferito ieri nello scontro a fuoco in Afghanistan, è stato sottoposto ad un piccolo intervento alla gamba. Mercuri aveva riportato lesioni giudicate non gravi durante l'attacco: sarà rimpatriato nel tardo pomeriggio di oggi. Intanto, ieri sera è partito verso l’Italia l’aereo con la salma del primo maresciallo Giovanni Pezzullo, ucciso ieri mentre distribuiva viveri e vestiti in un villaggio del distretto di Surobi. Prima della partenza, in un hangar dell’aeroporto militare di Kabul si era svolta la cerimonia di commiato, in modo sobrio ma con commozione. Oltre a commilitoni e comandanti c’erano l'ambasciatore italiano a Kabul, Sequi, e alcuni rappresentanti stranieri di ISAF, la missione della NATO nel cui ambito il maresciallo Pezzulo si occupava di CIMIC, la cooperazione civile-militare. I funerali si terranno sabato mattina alle 10.30 nel Duomo di Oderzo.

    Pakistan
    Tre paramilitari pachistani sono stati uccisi nell'esplosione di una bomba telecomandata al passaggio del loro veicolo in una regione tribale del Nord Ovest del Pakistan. L'attacco è avvenuto vicino a Khar, la città principale della regione di Bajaur, al confine con l'Afghanistan, che è considerata una delle zone dove hanno trovato rifugio militanti legati ad al Qaeda. L'attacco è l'ultimo di una serie di attentati che hanno colpito il Pakistan, in particolare, in questi giorni precedenti le cruciali elezioni legislative del 18 febbraio. Il governo li imputa a militanti filo talebani e legati ad al Qaeda con i quali sta combattendo una vera guerra. Dall'inizio dell'anno, oltre 400 persone sono morte in scontri tra truppe governative e militanti e in attentati.

    Medio Oriente
    Iniziativa di due personalità per una tregua fra Israele e i responsabili di Hamas a Gaza. Protagonisti dell’iniziativa sono il commentatore politico Khaled Ammayreh, molto vicino a Hamas, e il rabbino-colono Menachem Froman, che, in anni passati, ebbe colloqui politici con il presidente Arafat e con il fondatore di Hamas, sceicco Yassin. Del piano parla l’agenzia ANSA, che ne ha ottenuto una copia. Il piano, che riguarda in questa fase la sola Striscia di Gaza dovrebbe poi essere sottoposto anche alla approvazione del presidente dell'ANP, Abu Mazen (Mahmud Abbas), il cui controllo in questa fase è limitato alla sola Cisgiordania. In base al progetto, Israele si impegnerebbe innanzi tutto ad annullare tutte le sanzioni imposte alla Striscia di Gaza e ad autorizzare la ripresa del libero transito di persone e merci attraverso i suoi valichi. Israele dovrebbe anche cessare ogni forma di ostilità e mettere fine alle incursioni, agli attacchi aerei e alle esecuzioni mirate di miliziani palestinesi a Gaza. Le autorità palestinesi a Gaza, ossia i dirigenti di Hamas, si impegnerebbero, da parte loro, a mettere fine ai lanci di razzi verso Israele ed imporrebbero un cessate il fuoco. La verifica del rispetto di questi accordi dovrebbe essere affidato ad una terza entità, non precisata. La principale novità è che, per la prima volta, sembra si distingua fra Gaza e Cisgiordania.

    Terremoti nelle ultime ore in Iran, Grecia e Congo
    Dieci persone sono rimaste ferite in Iran in seguito ad una scossa di terremoto, d'intensità 4,3 sulla scala Richter, avvertita poco dopo la mezzanotte locale nella parte occidentale del Paese. A metà mattina, invece, una violenta scossa di magnitudo 5.8 è stata registrata in Grecia, con epicentro nel Peloponneso. E’ stata avvertita anche nelle regioni italiane di Puglia e Calabria e nell’isola di Malta. Nelle prime ore della mattina, inoltre, un terremoto di magnitudo 5.5 della scala Richter ha colpito la Repubblica Democratica del Congo con ripercussioni avvertite anche in Ruanda: si contano numerosi feriti, ma - sembra - nessun morto.
     
    Kenya
    Non sia concessa alcuna forma di impunità o amnistia per i registi più o meno occulti delle stragi e devastazioni che hanno insanguinato il Kenya dal 30 dicembre: la richiesta è stata avanzata dalla Commissione nazionale keniana per i diritti umani e fa riferimento ai lavori della Commissione per la verità e giustizia, annunciata di recente. I fatti gravi cui si fa riferimento sono quelli scoppiati quando Kibaki è stato proclamato vincitore delle presidenziali: voto ritenuto fraudolento dall'opposizione e dalla maggioranza degli osservatori internazionali. Intanto, prosegue la mediazione tra le parti condotta dall'ex segretario dell'ONU, Kofi Annan, su mandato dell'Unione Africana e con l'appoggio totale della comunità internazionale. Da martedì, i lavori si svolgono nella massima riservatezza ed a porte rigorosamente chiuse in un rifugio vicino a Nairobi.

    La Francia ratifica il Trattato UE di Lisbona
    La ratifica da parte della Francia del Trattato europeo di Lisbona è diventata ufficiale oggi, con la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, con la firma del presidente francese Nicolas Sarkozy. La Francia è il primo Paese europeo a dare il suo assenso al Trattato, 21 mesi dopo il “no” dei francesi che aveva rifiutato il progetto di Costituzione europea. Il Parlamento francese aveva adottato in via definitiva, nella notte tra il 7 e l'8 febbraio, il progetto di legge, autorizzando l'esecutivo a ratificare il Trattato di Lisbona.

    In Italia, elezioni amministrative e politiche il 13 e 14 aprile
    Anticipo delle elezioni amministrative per consentire "l'Election day" il 13 e 14 aprile, approvata la norma che permetterà di andare subito al voto nei Comuni i cui sindaci si sono dimessi per candidarsi alle politiche, quella che consentirà ai militari impegnati in missioni all'estero ed ai lavoratori che si trovano temporaneamente fuori dall'Italia di esercitare il loro diritto di voto. Sono alcuni degli interventi normativi contenuti nel decreto legge elettorale approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento stabilisce inoltre per le elezioni politiche la presenza, presso gli uffici elettorali di sezione, degli osservatori elettorali internazionali dell'OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) e fissa nuove regole per il voto all'estero.

    Spagna
    Barricate sulla Linea 2 della metropolitana di Bilbao e su alcune strade di entrata alla città basca, hanno segnato oggi l'inizio della giornata di "sciopero generale" e mobilitazione decretato dalla sinistra patriottica per protestare contro l'ondata di arresti e lo “stato di eccezione” che sarebbe stato imposto dal governo di Zapatero. Durante la notte vi sono state azioni violente nelle province di Guipuzcoa e Biscaglia e l'attacco in particolare ad una stazione ferroviaria che ha costretto all'interruzione temporanea del traffico. Lo "sciopero generale" per rivendicare il diritto del Paese Basco all'Indipendenza è stato convocato dal partito fuorilegge Batasuna, la cui dirigenza è stata quasi completamente arrestata, e dalle due formazioni indipendentiste Anv e Ehak, anche esse oggetto di numerose detenzioni e sospese per tre anni dal giudice Baltasar Garzon. L'iniziativa è sostenuta dal movimento pro-amnistia Askatasuna e dal sindacato amico Lab e la appoggiano esponenti di alcuni altri sindacati. La centrale UGT non sostiene invece la protesta al pari della formazione indipendentista moderata Aralar che ne contesta la forma ma non le ragioni. Il governo regionale basco ha invitato a rispettare il diritto dei lavoratori, che lo vogliano, a lavorare malgrado lo "sciopero generale".

    Sri Lanka
    L'esercito dello Sri Lanka ha ucciso fino a 50 ribelli Tamil in scontri nel nord del Paese nella giornata di ieri: lo rendono noto oggi fonti militari. Le sanguinose battaglie hanno avuto luogo nei distretti di Vavuniya e Polonaruwa nel nord e in quello di Mannar nel nord-ovest, zona considerata roccaforte del gruppo separatista delle Tigri dell'Eelam Tamil (LTTE), hanno riferito i militari aggiungendo che, sempre ieri, due soldati erano rimasti uccisi e sei feriti nell'esplosione di una mina a Vavuniya, mentre altri sei feriti si erano registrati tra i militari negli scontri in generale. “Continuerà la nostra pressione”, ha detto il portavoce militare, Udaya Nanayakkara, “le nostre azioni continueranno a colpire il LTTE e a causare perdite al fine di riappropriarci delle zone controllate dai ribelli”. I ribelli separatisti non hanno fornito una loro versione sul bilancio delle vittime negli ultimi scontri. Osservatori sottolineano che entrambe le parti tendono a riferire cifre gonfiate a riguardo e che non esiste un conteggio considerato indipendente.

    Ultima conferenza stampa di Putin da presidente della Russia
    Il presidente russo, Vladimir Putin, ha tenuto stamani a Mosca la sua ultima conferenza stampa da presidente. Al centro dell’incontro, al quale hanno partecipato oltre 1300 giornalisti, i temi più attuali di politica interna ed estera. Ci riferisce Giancarlo La Vella:

    A maggio il leader del Cremlino dovrà cederà lo scettro di primo cittadino russo. La costituzione non gli consente, infatti, una terza candidatura. E, proprio parlando di chi prenderà il suo posto, Putin ha detto di aver appoggiato con piacere la candidatura di Dmitri Medvedev alle presidenziali del 2 marzo prossimo. “Sarà capace di lavorare bene come presidente”, ha sottolineato Putin, che ha poi definito il 2007 come un anno di successi per la Russia e questo grazie anche all’intenso lavoro da lui svolto. “Non ho motivo di vergognarmi di fronte al popolo”, ha precisato. Poi i temi internazionali. A proposito delle recente polemica con gli Stati Uniti sul cosiddetto scudo spaziale antimissili, che Washington potrebbe realizzare in Europa, il presidente ha confermato che la Russia sarà costretta a puntare parte dei suoi sistemi missilistici su Ucraina, Polonia, repubblica Ceca e qualsiasi altro Paese dell’ex Patto di Varsavia che apra le porte ad installazioni americane. E ancora, commentando il mancato invio di osservatori dell'OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, alle prossime presidenziali, Putin ha detto che l’organizzazione ha da tempo bisogno di una riforma e che la Russia ha sempre rispettato i suoi obblighi. Bocciatura senza attenuanti, poi, di ogni ipotesi di indipendenza unilaterale del Kosovo. Per Putin, che ha voluto così mandare un chiaro messaggio all’ONU, sarebbe “immorale e illegale” appoggiare una dichiarazione del genere. Infine, a proposito del suo futuro, ha ribadito la sua intenzione di rimanere protagonista delle vicende politiche russe e di essere pronto a diventare primo ministro, collaborando strettamente con Medvedev e continuando a servire il Paese sia pure in un ruolo diverso.

    In Russia ucciso magistrato in prima linea contro la corruzione
    Un magistrato famoso per la sua azione contro la corruzione, procuratore della regione di Saratov (sud della Russia), è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco ieri sera. Lo hanno riferito agenzie di stampa. Evgueni Grigoriev è stato “ucciso con una pallottola in testa” vicino alla sua abitazione a Saratov, hanno precisato ieri sera funzionari di polizia locale. È stata aperta un'inchiesta.

    Turkmenistan
    Il presidente del Turkmenistan, Gourbangouly Berdymoukhamedov, ha decretato l'amnistia per 1.269 detenuti in occasione della festa nazionale della bandiera che si celebrerà nel Paese il prossimo 19 febbraio. Lo riferisce l'agenzia di stampa di Stato TDH. Il testo del decreto e la lista delle persone che ne beneficeranno non è stato ancora pubblicato. L'annuncio giunge in coincidenza con il primo anniversario della presidenza di Berdymoukhamedov ed è la terza amnistia che il capo dello Stato concede dal suo insediamento. L'ultima risale al settembre 2007, fu decretata dopo un viaggio del presidente negli Stati Uniti e riguardava 9000 detenuti. Un mese prima Berdymoukhamedov aveva autorizzato la liberazione di 11 persone, tra cui due condannati per la loro partecipazione ad un tentato colpo di Stato contro il precedente presidente, nel 2002. Le carceri del Turkmenistan, considerato uno dei Paesi più repressivi del mondo, secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani sono piene di prigionieri politici. Berdymoukhamedov ha introdotto alcune modifiche alle politiche adottate dal suo predecessore e sta tentando un nuovo corso per un'economia più aperta, ma nessuna riforma sostanziale è stata attuata per apportare cambiamenti al regime politico del Paese.

    USA: Bush firma misure per l’economia
    Con una breve cerimonia alla Casa Bianca, il presidente George W. Bush ha firmato il "pacchetto di stimolo per l'economia americana", per un valore di 168 miliardi di dollari, che mira a dare “un’iniezione di energia” alla economia americana. Il servizio di Elena Molinari:


    Il pacchetto antirecessione è legge. Il presidente Bush lo ha firmato dopo l’approvazione del Congresso e gli americani cominceranno a ricevere assegni dai 600 ai 1500 dollari ai primi di maggio. Gli incentivi ammontano a quasi 170 miliardi dollari e ne beneficeranno oltre 130 milioni di americani. Quale sarà il loro effetto sull’economia è però ancora incerto. L’obiettivo dei rimborsi fiscali, lo stimolo dei consumi, non è infatti garantito, gli americani si sono talmente indebitati che per la prima volta in quasi venti anni hanno deciso di risparmiare. La maggior parte, dunque, ha intenzione di tenere da parte gli assegni o di usarli per pagare le bollette, solo un quinto spenderà il regalo dello Stato in beni di consumo. Il pacchetto comprende anche agevolazioni fiscali per le aziende per alimentare i loro investimenti e le assunzioni, ma lo stesso Harry Raid, leader della maggioranza al Senato, ha precisato che per fermare la recessione occorre fare di più. Il problema è che il bilancio federale USA è già pesantemente in rosso, il prossimo presidente, dunque, potrebbe dover chiedere agli americani di restituire allo Stato sotto forma di tasse i soldi che hanno ricevuto da Bush. (Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana)

    Birmania
    Il capo dei ribelli Karens, gruppo etnico localizzato principalmente in Birmania e in lotta dal 1948 con la giunta militare al potere di questo Paese, è stato ucciso oggi nella sua abitazione nei pressi di Mae Sot, località al confine con la Thailandia. Lo riferiscono la polizia locale e alcuni oppositori in esilio. Pado Man Sha, 65 anni, era il segretario generale dell'Unione Nazionale Karens (KNU), movimento dissidente con base a Mae Sot, e aveva di recente stabilito dei contatti tra il suo gruppo etnico e l'opposizione democratica in Birmania. Secondo il colonnello Passawat Teangjui, comandante della polizia locale, l'uomo è stato ucciso da tre uomini armati che parlavano karen, idioma del ceppo linguistico tibeto-birmano. Alcuni dissidenti in esilio, tra cui l'oppositore birmano, Aung Naing Oo, hanno dichiarato che l'omicidio potrebbe essere opera di una fazione dissidente interna al movimento Karens, anche se non vengono abbandonate altre ipotesi. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 45

     
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