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Sommario del 08/02/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Si deve difendere il bene della famiglia davanti a tutte le istanze competenti: così, Benedetto XVI ai vescovi della Costa Rica, in visita ad Limina
  • Un uomo di alta cultura, impegnato in difesa dei più deboli: così, il Papa ricorda il Gran Maestro dell’Ordine di Malta Frà Bertie, scomparso ieri all’età di 78 anni
  • Benedetto XVI negli Stati Uniti, dal 15 al 20 aprile. Il Papa visiterà la sede ONU di New York e la capitale Washington
  • Altre udienze e nomine
  • Piena occupazione e condizioni di vita dignitose soprattutto per i giovani: le raccomandazioni di mons. Migliore all’ONU
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Vita e famiglia in primo piano nella seconda giornata del convegno sulla donna, promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici
  • Telefonia al servizio della fede: la riflessione di mons. Celli su questo nuovo fenomeno mediatico
  • Al via, ieri a Roma, l'Assemblea nazionale della Federazione Italiana Esercizi Spirituali, incentrata sull'Eucaristia: con noi, il cardinale De Giorgi
  • Dopo i combattimenti dei giorni scorsi, in Ciad è emergenza profughi. La Caritas italiana in prima linea sul fronte degli aiuti
  • Un politico impegnato per il progresso della società italiana: il costituzionalista Mirabelli ricorda la figura di Amintore Fanfani a cento anni dalla nascita
  • Chiesa e Società

  • A cinque giorni dal terremoto, scosse di assestamento e piogge rallentano la ripresa della Repubblica Democratica del Congo e del Rwanda
  • La Quaresima, occasione per approfondire il senso dell’essere cristiani: è il messaggio del presidente della Conferenza episcopale del Perù
  • Ecuador: inizia “Munera 2008”, la Campagna quaresimale di solidarietà, per i bisognosi dell’America meridionale
  • In Cile, Campagna di fraternità a favore dei bambini che vivono in uno stato di povertà e grave rischio sociale
  • L’arcivescovo di Aparecida inaugura un congresso in difesa della vita
  • Le Figlie di San Paolo inaugurano una fondazione a Juba, in Sudan
  • Rapporto dell’UNHCR sui profughi cristiani e yazidi dalla Siria
  • I cattolici protestano contro la proposta del governo pakistano di introdurre tribunali islamici
  • In Vietnam, i Redentoristi chiedono la restituzione del terreno della parrocchia di Thái Hà, ad Hanoi
  • In Sri Lanka, dopo l’attentato del 29 gennaio, la Chiesa locale chiede la protezione dei santuari
  • Al via la “Colletta 2008”: l’iniziativa della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti a favore della Chiesa dell’Europa dell’Est
  • In Australia, inizia una nuova stagione di pace: il 13 febbraio, il governo chiederà scusa alla “generazione rubata”
  • Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, sulla questione delle risorse idriche all’Assemblea Generale di New York
  • Vita, caso e coscienza si intrecciano nei primi film in programma alla 58.ma Berlinale, aperta ieri sera
  • 24 Ore nel Mondo

  • Secondo fonti governative serbe, il Kosovo si dichiarerà indipendente il prossimo 17 febbraio
  • Il Papa e la Santa Sede



    Si deve difendere il bene della famiglia davanti a tutte le istanze competenti: così, Benedetto XVI ai vescovi della Costa Rica, in visita ad Limina

    ◊   Benedetto XVI ha indicato stamani ai vescovi della Costa Rica, ricevuti in occasione della loro visita ad Limina, la necessità di difendere l’istituzione familiare, di promuovere un rigoroso discernimento nella formazione dei seminaristi e di evitare i rischi di una vita di fede debole e superficiale. La grande speranza dell’uomo – ha detto il Papa - è “quella che resiste, nonostante tutte le delusioni”. Questa speranza, ha aggiunto, può essere solo Dio. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    “E’ necessario promuovere il bene della famiglia e difendere i suoi diritti davanti a tutte le istanze competenti” così come promuovere lo sviluppo di un'attenzione pastorale che la protegga e la aiuti nelle difficoltà. Il Papa indica queste priorità ai vescovi della Costa Rica, esprimendo anche preoccupazione “per il crescente deterioramento dell’istituzione familiare, con gravi ripercussioni tanto nel tessuto sociale quanto nella vita ecclesiale”.

    Tampoco se han de olvidar los grupos de matrimonios y familias…
    “E nemmeno si deve dimenticare - ha aggiunto - di aiutare gli sposi e le famiglie a completare la loro alta e indispensabile vocazione, né tanto meno i servizi specifici che alleviano situazioni penose, prodotte dalla separazione, dalla precarietà economica o dalla violenza domestica, di cui sono vittime soprattutto le donne”.

    Il compito, indicato ai presuli dal Santo Padre, è quello “di cercare nuovi modi di annunciare Cristo” in una situazione caratterizzata da rapide e profonde trasformazioni, accentuando “il carattere missionario di tutta l’attività pastorale”. Con questa predisposizione, la Conferenza generale dell’episcopato latino americano e dei Carabi tenutasi ad Aparecida – ricorda poi il Papa - ha posto rilievo “su come accogliere e fare proprio il messaggio del Vangelo”. Il popolo della Costa Rica, sottolinea quindi Benedetto XVI, ha bisogno di rivitalizzare costantemente “le sue antiche e profonde radici cristiane, la sua vigorosa religiosità popolare e la sua sviscerata pietà mariana”.

    Queridos Obispos, conoscéis bien los riesgos…
    “Cari vescovi - ha detto - conoscete bene i rischi di una vita di fede languida e superficiale quando si infrange in falsi richiami come il proselitismo delle sette e di gruppi pseudoreligiosi e la moltitudine di promesse di un benessere facile e immediato, che però si concludono nel disinganno e nella disillusione, o nella diffusione di ideologie che, proclamando l’esaltazione dell’essere umano, in realtà lo banalizzano”. E’ di inestimabile valore l’annuncio della grande speranza dell’uomo, “quella che resiste, nonostante tutte le delusioni, e che può essere solo Dio”.

    Un testimonio vivo de esta esperanza…
    “Una testimonianza viva di questa grande speranza - ha proseguito - trova riscontro nei religiosi, nelle persone consacrate che sono chiamate, per la loro stessa vocazione, ad essere prima di tutto segno del Regno di Dio”. Dopo aver illustrato la missione dei fedeli laici, il Papa ha sottolineato che il patrimonio di tutta la Chiesa si custodisce e si arricchisce con “una diligente attenzione ai seminaristi”. Sono necessari, osserva Benedetto XVI, “orientamenti e criteri chiari”, e una “formazione costante”. L’idoneità dei seminaristi – aggiunge - richiede “un discernimento rigoroso” e non basta una formazione astratta e formale, poiché si preparano a vivere le stesse parole dell’apostolo Giovanni: ‘Vi annunciamo quello che abbiamo visto e sentito affinché voi siate in comunione con noi”.

    Además, ésta es una perspectiva que puede suscitar…
    "Questa - ha concluso - è inoltre una prospettiva che può suscitare nei giovani l’entusiasmo per Gesù e la sua missione salvatrice, facendo germogliare nei loro cuori il desiderio di partecipare come sacerdoti e consacrati".

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    Un uomo di alta cultura, impegnato in difesa dei più deboli: così, il Papa ricorda il Gran Maestro dell’Ordine di Malta Frà Bertie, scomparso ieri all’età di 78 anni

    ◊   Benedetto XVI esprime il proprio dolore per la scomparsa del Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, Frà Andrew Willoughby Ninian Bertie, morto ieri a Roma all’età di 78 anni. In un telegramma indirizzato a Frà Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sangunetto, Luogotenente ad interim dell'Ordine, il Papa ricorda “l’opera di autorevole uomo di cultura” di Frà Bertie e “l’impegno generosamente profuso nello svolgimento del suo alto incarico specialmente in favore de più bisognosi come pure l’amore alla Chiesa” e, ancora, la sua “luminosa testimonianza dei principi evangelici”. Ripercorriamo i momenti salienti della vita del Gran Maestro Frà Bertie, nel servizio di Alessandro Gisotti:

    Frà Andrew Bertie è stato il primo britannico eletto Gran Maestro nel corso dei 900 anni di storia dell’Ordine. Nato il 15 maggio 1929, ha compiuto i suoi studi alla scuola Benedettina, Ampleforth College nello Yorkshire, e si è laureato in Storia Moderna alla Christ Church di Oxford. Frà Bertie ha inoltre frequentato la Scuola di Studi Africani e Orientali alla London University. Dopo aver prestato servizio militare presso la Guardia Scozzese, ha lavorato come giornalista in campo finanziario nella City a Londra, per poi dedicarsi all’insegnamento di lingue moderne (francese e spagnolo) presso la Worth School nel Sussex. Accolto nell'Ordine nel 1956, ha preso i voti perpetui nel 1981 ed ha fatto parte del Sovrano Consiglio (il governo dell'Ordine) per i successivi sette anni prima di essere eletto Gran Maestro l’8 aprile 1988.

     
    Frà Andrew Bertie, sottolinea una nota dell’Ordine di Malta, ha promosso diversi cambiamenti nell'Ordine “dando il via ad un approccio moderno ai programmi umanitari, incrementando il numero dei membri e la capacità di offrire aiuti ai poveri ed ai bisognosi nelle regioni più lontane”. Frà Bertie, prosegue la nota, ha aumentato da 49 a 100 le missioni diplomatiche bilaterali dell'Ordine, “la cui delicata missione consiste nell'offrire aiuto ai Paesi afflitti da conflitti o da disastri naturali”. Ha anche promosso conferenze internazionali per contribuire alle strategie umanitarie. Il Gran Maestro ha sempre incoraggiato i membri dell’Ordine ad un impegno sempre maggiore rispondente alla missione spirituale dell'Ordine: aiutare i malati e i poveri, offrendo un esempio di vita secondo i principi cristiani. A Frà Bertie, conclude la nota, va anche il merito di “aver modernizzato la struttura interna e l'amministrazione dell'Ordine”.

     
    Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, conosciuto come Sovrano Militare Ordine di Malta, ha una duplice natura. E' uno dei più antichi Ordini religiosi cattolici, essendo stato fondato a Gerusalemme intorno all'anno 1048. Allo stesso tempo è sempre stato riconosciuto dalle nazioni come ente primario di diritto internazionale. La missione dell'Ordine, che nel 1999 ha celebrato i 900 anni dalla fondazione ufficiale, è sintetizzata nel binomio "Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum" che significa difesa della fede e servizio ai sofferenti.

     
    Per un ricordo sul Gran Maestro Frà Bertie, Linda Bordoni ha raccolto la testimonianza del Grande Ospedaliere dell’Ordine di Malta, Albrecht Boeselager:


    The Grand Master was elected in 1988, just one year before the Iron Curtain …
    "Il Gran Maestro era stato eletto nel 1988, appena un anno prima della caduta della Cortina di ferro. In questo periodo di 20 anni, l’Ordine si è fortemente diffuso in molti Paesi, e l’estensione nell’Europa orientale, appena un anno dopo la sua elezione, è solo uno dei segni del grande sviluppo dell’Ordine. Era un uomo calmo e pio, il suo giudizio era saggio. Noi abbiamo veramente perso un grande maestro, che sapevamo di avere alle nostre spalle, che sosteneva l’operato dell’Ordine in tutto il mondo. Aveva viaggiato molto e conosceva molto bene l’Ordine e – posso dirlo – era amato da tutti i membri e da tutti i volontari dell’Ordine".

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    Benedetto XVI negli Stati Uniti, dal 15 al 20 aprile. Il Papa visiterà la sede ONU di New York e la capitale Washington

    ◊   La Sala Stampa della Santa Sede rende noto che, dal 15 al 20 aprile prossimo, il Papa compirà un viaggio apostolico negli Stati Uniti d’America ed una visita alla sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Nel suo ottavo viaggio internazionale, Benedetto XVI si recherà dunque a New York e nella capitale statunitense Washington.

    Benedetto XVI partirà il 15 aprile dall'aeroporto di Fiumicino alla volta di Washington. Nella capitale statunitense, il Papa si tratterrà fino a venerdì 18 quando si trasferirà a New York. Il ritorno è in programma per il 21 aprile, all'aeroporto di Ciampino.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Oggi pomeriggio, Benedetto XVI riceverà in udienza il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Benedetto XVI ha nominato membri del Pontificio Consiglio della Cultura i cardinali Marc Ouellet, arcivescovo di Québec, e Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
     
    Il Papa ha nominato capo della Cancelleria del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica il reverendo Paweł Malecha, finora notaro nel suddetto Tribunale.

    In Sud Africa, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Umtata, presentata da mons. Oswald Georg Hirmer, per sopraggiunti limiti d’età. Il Santo Padre ha nominato come suo successore il reverendo Sithembele Anton Sipuka, del clero di Queenstown, rettore del Seminario Maggiore “St. John Vianney” di Pretoria.

    In India, il Papa ha nominato vescovo di Kurnool, il reverendo. Anthony Poola, del clero di Cuddapah, Direttore del Christian Foundation for Children and Aging e Consultore Diocesano.

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    Piena occupazione e condizioni di vita dignitose soprattutto per i giovani: le raccomandazioni di mons. Migliore all’ONU

    ◊   Piena occupazione e lavoro dignitoso per tutti e, in particolare per i giovani, un impiego a lungo termine: è quanto ha chiesto mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, nel suo intervento alla 46.ma Sessione della Commissione per lo sviluppo sociale (ECOSOC), ieri a New York. Il servizio di Fausta Speranza:


    “I giovani che cercano il primo impiego scoprono senso e fiducia nel futuro quando trovano un lavoro a lungo termine”: lo afferma mons. Migliore aggiungendo: “Con l’opportunità per una meritata promozione”. Più in generale, mons. Migliore chiede “piena occupazione e dignitoso lavoro per tutti” sottolineando che “politiche economiche che aiutino persone con salari bassi a vivere dignitosamente dovrebbero essere una priorità di ogni sana società che meriti questo nome”. La mancanza di tutto ciò e “l’associata povertà e disintegrazione del sociale offendono la dignità umana”.

     
    L’Osservatore permanente della Santa Sede all’ONU indica strade da percorrere: ascoltare le persone e “tenere concretamente in considerazione i loro bisogni”. E obiettivi concreti: “Proteggere i salari delle famiglie e tutelare i lavoratori dai crolli finanziari”; evitare che nel continuo "balletto" tra annunci di crescita economica e preavvisi o denunce di recessione i sistemi economici più forti assumano misure che “esasperino la situazione di economie in via di sviluppo”. Ricordando gli obiettivi dell’ONU di sradicare la povertà e assicurare integrazione sociale, mons. Migliore ribadisce l’appello della Santa Sede perché i bisogni dei poveri siano considerati priorità aggiungendo che non si può fare questo lasciandoli “senza voce” ai consessi internazionali e chiedendo, dunque, una piattaforma che dia loro voce “nella ricerca delle soluzioni ai problemi che li riguardano” e “strutture che li rendano in grado di avere parte attiva nelle decisioni”. A livello mondiale, mons. Migliore raccomanda in tema di economia “un dialogo senza precondizioni”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   I testi integrali delle domande dei parroci e delle risposte del Papa in occasione del tradizionale incontro con il clero della diocesi di Roma.

    In rilievo, nell’informazione internazionale, il Vicino Oriente: Blair esorta Israele a rispettare la Road map. Intanto gli Stati Uniti chiedono la fine dell’embargo su Gaza.

    In Kenya resta incerto l’esito del negoziato, mentre nuovi scontri nell’ovest minacciano di far riesplodere la crisi.

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    Oggi in Primo Piano



    Vita e famiglia in primo piano nella seconda giornata del convegno sulla donna, promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici

    ◊   “Il nuovo femminismo è la possibilità di testimoniare la profonda alleanza della donna con la vita”: sono le parole di Olimpia Tarzia, tra le fondatrici del Movimento per la Vita, intervenuta oggi a Roma al Convegno “Donne e uomo: l’humanum nella sua interezza”, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Giunto alla seconda giornata dei lavori, il congresso celebra il XX anniversario della Lettera apostolica “Mulieris Dignitatem” di Giovanni Paolo II. Il servizio è di Isabella Piro:


    Ogni anno, nel mondo, si praticano 53 milioni di aborti, pari ai morti della Seconda Guerra mondiale. E’ il dato drammatico emerso dalla relazione di Olimpia Tarzia. Il 41 per cento della popolazione mondiale – ha aggiunto la studiosa – vive in Paesi in cui l’aborto è legalizzato e, citando Madre Teresa di Calcutta, ha sottolineato che non può esserci pace se non si salva ogni singola vita. Un discorso di ampio respiro, quello della Tarzia, che si è poi soffermata sull’importanza dell’educazione alla vita e alla famiglia. L’ipertrofia di affetti – ha detto – porta i giovani di oggi a non credere più nel “per sempre”, ossia nella famiglia fondata sul matrimonio. Quanto al dibattito tra cultura laica e cultura cristiana, la Tarzia ha sottolineato che lo Stato laico si basa su principi democratici e il primo di essi è il diritto alla via che non ha colore politico.

     
    Sui rapporti tra uomo e donna, si sono invece soffermati i sociologi Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola. Senza Dio – hanno affermato – la donna risulterebbe mera immagine dell’uomo, poiché le trappole dell’uguaglianza portano inevitabilmente all’occultamento di essa. I due studiosi hanno poi puntato il dito contro la confusione di generi. Perché – si sono chiesti – parlare di biodiversità solo per la natura e non per l’uomo? Perché parlare di ecologia dell’ambiente senza far riferimento anche alla persona umana? Il rischio – hanno concluso – è quello di esaltare le minoranze e beffeggiare le maggioranze. (Dall’Hotel Carpegna di Roma, Isabella Piro, Radio Vaticana)

    Ma qual è oggi l’attualità della Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II? Isabella Piro lo ha chiesto ad una delle relatrici del convegno, suor Grazia Loparco, salesiana e docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia facoltà di Scienze dell'Educazione “Auxilium” di Roma:


    R. – Credo che sia uno stimolo per una riappropriazione della dignità femminile in una società che cambia in ordine a tanti aspetti, che vanno dalla comunicazione all’affermazione del mondo economico, in cui non si vede però che le donne abbiano espresso il meglio di loro stesse. Questa Lettera, dunque, mi sembra essere un seme che non ha ancora, forse, espresso pienamente i frutti di quello che annunciava e di quello che è nel Vangelo, che ha tanto da dirci. Anche in una società cambiata, il Vangelo ha ancora tanto da esprimere a livello antropologico, a livello sociale, a livello culturale.

     
    D. – Giovanni Paolo II mette in guardia dai rischi di una emancipazione femminile che si trasformi in maschilismo. Come evitare questo rischio?

     
    R. – Io rifletto, a volte, su questa “via femminile” nella Chiesa e penso come sia stata feconda la via della carità: le donne, secondo me, hanno potuto esprimere il volto materno di Dio sotto il profilo della carità, della misericordia, della Provvidenza che si concretizza in chi cura, in chi consola, in chi riesce a fare del bene a chi ha bisogno. Sento però che questa “via femminile” ha bisogno – forse anche - di essere riconosciuta. Questo genio femminile ha molto, mi sembra, da dire e da esprimere nella Chiesa e nella società di oggi in ordine proprio ad una coerenza con una propria vocazione, che non ha bisogno di assimilarsi ad un maschile nella Chiesa, ma ha invece bisogno di prendere più coscienza del proprio dono e, dunque, di esprimerlo, perché esprima davvero una reciprocità nella Chiesa, in cui le componenti femminile e maschile possano essere questo riflesso di Cristo stesso e della Chiesa.

     
    D. – Indubbiamente ci sono stati molti passi avanti nella difesa e nella valorizzazione della dignità della donna. Ci sono, però, alcuni Paesi – pensiamo all’Africa o all’Afghanistan – in cui l’elemento femminile è sottovalutato e in alcuni casi è sottomesso. Cosa si può fare?

     
    R. – Io credo che puntare su una antropologia che sia il più possibile vicina a quell’immagine di Dio, che è stata iscritta nel cuore di ciascuno, lavorare perché ci si possa avvicinare a questo tipo di concezione di persona umana e riconoscere la donna come persona umana rappresentino la base per poter poi costruire percorsi un po’ più elaborati anche dal punto di vista culturale e sociale.

     
    D. – Per le giovani, come far capire loro l’importanza di essere femminili?

     
    R. – Le giovani hanno un desiderio di autenticità e di pienezza anche nel modo di vivere la femminilità, per cui credo che attraverso dei percorsi di accompagnamento oltre che di proposta di valori alti del femminile sia possibile far percepire come la bellezza sia – per esempio – una via privilegiata per arrivare a conoscere meglio se stessi nel progetto di Dio, ma come sia anche necessario ragionare sulla bellezza, su quali siano i canoni fondamentali su cui si regge e su cui può reggersi una vita. Fare, dunque, un cammino verso l’interiorità perché poi possa esprimersi in un modo più pieno. Quando ci sono delle opportunità e quando le donne si impegnano, mostrano di saper vivere pienamente delle responsabilità, ma quasi lottando contro dei pregiudizi che non sono solo negli altri, ma che tante volte sono anche dentro loro stesse, dentro una mentalità dominante.

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    Telefonia al servizio della fede: la riflessione di mons. Celli su questo nuovo fenomeno mediatico

    ◊   Messaggi religiosi corredati da immagini e suoni sul cellulare: si va diffondendo sui nuovi media l’offerta di servizi spirituali volti a promuovere il Magistero ecclesiale, nella persona del Papa, dei Santi, dei grandi pensatori cristiani. Sms e Mms per alimentare la fede e sostenere moralmente i fedeli. Il tutto a pagamento per i clienti interessati. Il fenomeno apre interrogativi sul piano della comunicazione e dell’etica. Roberta Gisotti ha interpellato al riguardo l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali:


    D. – Eccellenza, telefonino e spiritualità possono convivere? C’è, forse, il rischio di mercificare la fede od anche di banalizzare l’annuncio evangelico?

     
    R. – Credo che il fenomeno vada osservato con una certa simpatia, ma anche con una certa attenzione. Simpatia, perché ritengo che ogni volta che possiamo utilizzare le tecnologie moderne, messe a nostra disposizione, per poter dare una più ampia diffusione ai messaggi della fede o a contenuti spirituali di un alto livello – penso al Magistero del Santo Padre oppure a citazioni di testi spirituali scritti da Santi ben conosciuti dai fedeli - sia bene farlo. Ritengo che la cosa potrebbe avere un suo significato positivo. C’è dunque simpatia per ciò che le tecnologie possono darci e comunicarci, perché, ancora una volta, vengono incontro a determinate esigenze spirituali della nostra popolazione ed anche a molta gente che magari non frequenta la Chiesa ma ha una profonda nostalgia di Dio. Credo che questo possa aiutare. Certo, sono cose molto semplici! Non si tratta di libri o di testi ulteriormente e profondamente elaborati. Sono pillole di spiritualità che potrebbero avere un proprio significato in questo cammino dell’uomo. Un domani, però, il rischio che si corre è di banalizzare un poco questi contenuti; innegabilmente non sono cammini di grande spiritualità.

     
    D. – Forse, proprio in questo ambito, servirebbe, come suggerisce Benedetto XVI nel Messaggio per la prossima Giornata della Comunicazioni Sociali, sviluppare una nuova forma di ‘infoetica’ per guidare i media – scrive il Papa – al bivio oggi tra protagonismo e servizio?

     
    R. – Credo che questo sia uno degli aspetti più forti delle problematiche delle comunicazioni sociali. Non mi sentirei però di applicarlo al caso concreto analizzato in questa sua intervista. Il Papa pensava a ben altre cose e a problematiche più complesse e sofisticate. Su questo tema, il mio timore è solamente quello di una banalizzazione dell’aspetto spirituale. Vorrei vedere, come dicevo prima, in che modo andranno avanti le cose, quali sono i veri contenuti e, quindi, quali sono le esatte dimensioni di questa presenza nel mondo della telefonia.

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    Al via, ieri a Roma, l'Assemblea nazionale della Federazione Italiana Esercizi Spirituali, incentrata sull'Eucaristia: con noi, il cardinale De Giorgi

    ◊   “Per una spiritualità cristiana autenticamente eucaristica”: è questo il tema della 23.ma Assemblea nazionale della FIES (Federazione Italiana Esercizi Spirituali) apertasi ieri a Roma. Il convegno trae ispirazione dalla “Sacramentum Caritatis”, l’Esortazione apostolica postsinodale di Benedetto XVI, pubblicata il 22 febbraio 2007. Obiettivo dell’Assemblea è quello di approfondire il significato dell’Eucaristia. Ma perché si avverte questa necessità? Al microfono di Isabella Piro, risponde il presidente della FIES, il cardinale Salvatore De Giorgi:


    R. – Anzitutto, perché l’Eucaristia – fonte e culmine di tutta la vita e della missione della Chiesa – è il mistero della fede che comprende e sintetizza tutte le verità della fede, nelle quali gli Esercizi Spirituali sono un momento forte e privilegiato di accoglienza, di comprensione, di meditazione, di preghiera, di contemplazione. E’ chiaro, se gli Esercizi Spirituali tendono a promuovere la spiritualità cristiana non possono prescindere da questa fonte di santificazione dell’Eucaristia.

     
    D. – Come si possono rilanciare gli Esercizi Spirituali alla luce, appunto, dell’Esortazione Apostolica “Sacramentum Caritatis”?

     
    R. – Gli Esercizi Spirituali sono un tempo forte, privilegiato e particolarmente favorevole per l’incontro più intimo, più disteso, più intenso con il Padre nel clima di silenzio e di preghiera che lo favorisce e lo rende più attraente, facendoci gustare quanto è buono il Signore che ci conduce nel deserto e ci attira a sé con la forza del Suo spirito, per donarci la capacità del discernimento in ordine alla purificazione del cuore, alla conversione della vita e alla sequela di Cristo.

     
    D. – “La Quaresima ci invita ad ‘allenarci’ spiritualmente, anche mediante la pratica dell’elemosina, per crescere nella carità”: lo scrive il Papa nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno. Gli Esercizi Spirituali sono quindi un aiuto in questo “allenamento”?

     
    R. – Indubbiamente. Se la Quaresima è il corso di Esercizi Spirituali annuali nel cuore dell’Anno Liturgico, gli Esercizi Spirituali devono assumerne le connotazioni che si muovono in triplice e indissociabile dono della preghiera, del digiuno e dell’elemosina. E quindi costituiscono un allenamento costante a questo triplice impegno. D’altra parte, la conversione del cuore e della vita ha il suo traguardo nella carità operosa la cui sorgente è l’Eucaristia.

     
    D. – Per i laici, in particolare, che valore hanno gli Esercizi Spirituali?

     
    R. – Già Pio XI nell’Enciclica “Mens nostra” – la prima e forse l’unica enciclica sugli Esercizi Spirituali – auspicava che questo dono di Dio, che sono gli Esercizi Spirituali, si estendessero a tutti i laici. Oggi, in modo particolare, in una società così convulsa, i laici devono essere aiutati a sottrarsi alle aggressioni di un mondo sempre più secolarizzato, per tendere più agevolmente alla santità che è la vocazione di tutti, privilegiando anche poi il compito proprio della Chiesa nel mondo, ossia l’animazione cristiana delle realtà temporali con l’annuncio coraggioso e competente del Vangelo, in ogni ambito della vita. Ed è significativo che nella nostra assemblea partecipano 60 giovani, animatori di Esercizi Spirituali: è veramente, questa, una particolarità notevolissima che davvero ci da speranza, perché quando i giovani riescono ad animare gli Esercizi Spirituali per altri giovani, si realizza quello che già Giovanni Paolo II diceva ai giovani – e Papa Benedetto lo ripete: di essere loro i primi apostoli tra i giovani.

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    Dopo i combattimenti dei giorni scorsi, in Ciad è emergenza profughi. La Caritas italiana in prima linea sul fronte degli aiuti

    ◊   In Ciad, potrebbe essere schierato entro una settimana il contingente militare EUFOR, un dispiegamento di 3.700 soldati dell’Unione Europea molto atteso dal presidente ciadiano, Idriss Deby, che ieri ha nuovamente esortato le autorità di Bruxelles a fare presto. Intanto, il governo di N’Djamena si trova a fronteggiare anche l’emergenza profughi. Secondo le Nazioni Unite sono infatti oltre 20 mila gli sfollati giunti in Camerun dal Ciad e fonti ecclesiali prevedono l’arrivo di altri 50 mila per il fine settimana. Si registra, infine, la vasta eco destata dalle parole in favore della pace espresse dal Papa, come testimoniato dal nunzio apostolico in Ciad, mons. Pierre Nguye'n Van Tot. Sulla situazione della Chiesa nel Paese africano Luca Collodi ha sentito Silvio Tessari, dell’area internazionale della Caritas italiana, già volontario per 12 anni in Ciad:


    R. – Il Ciad è diviso in due parti: la parte Nord, diciamo da N’Djamena fino alla Libia, è praticamente pieno deserto, quindi lì la Chiesa ha dei piccoli insediamenti. Nella parte Sud, nelle diocesi meridionali, che sono cinque, la Chiesa è abbastanza forte, direi che è bene organizzata, soprattutto sul piano sociale. Della Caritas direi invece che è ben presente un po’ dovunque e lavora molto, con molti missionari italiani, tra l’altro.

     
    D. – Di fatto, oggi la Chiesa in Ciad e voi anche, come Caritas italiana e come Caritas internazionale, siete impegnati nell’aiuto per l’emergenza umanitaria che questo scontro militare ha provocato?

     
    R. – Sì. La cosa è un po’ più grave dalla parte del Nord del Camerun, dove il grosso dei rifugiati si sta dirigendo; adesso, voci dicono anche che in parte stanno ritornando. Certo è che nella cittadina di Kousseri, che è proprio nell’estrema punta Nord del Camerun, di fronte alla città di N’Djamena, la capitale del Ciad, ci sono almeno 50 mila persone. Noi siamo in contatto con il responsabile delle attività sociali sul posto, della parrocchia di Kousseri, il quale ci ha fatto un elenco: stanno comprando riso, olio, zucchero per almeno 3 mila persone che si sono rifugiate nei locali della parrocchia. C’è il problema dell’acqua, tra l’altro, anche perché di punto in bianco l’unico posto che c’è, nella parrocchia, deve dare da bere ad un sacco di persone, quindi devono darsi un po’ da fare per raccoglierne anche in giro. Direi che la risposta è stata buona e si danno da fare. In caso di necessità, noi certamente cercheremo di aiutarli anche con dei fondi, sostanzialmente, perché per esempio il punto chiave è che il miglio, l’alimento di base, è passato da 9.000 franchi a 17.000 franchi in valuta locale, cioè è raddoppiato di prezzo in due giorni, e quindi capite che la situazione economica di colpo si è aggravata.

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    Un politico impegnato per il progresso della società italiana: il costituzionalista Mirabelli ricorda la figura di Amintore Fanfani a cento anni dalla nascita

    ◊   Si tenuta ieri a Roma presso l’Auditorium Fintecna la cerimonia inaugurale del centenario della nascita del politico cattolico italiano Amintore Fanfani. Alla commemorazione del leader della Democrazia Cristiana, sono intervenuti, tra gli altri, il cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali e il presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Al microfono di Marco Biggio, il prof. Cesare Mirabelli, presidente della Fondazione Fanfani, si sofferma sull’attualità della politica dello statista italiano:


    R. – Fanfani aveva un’attenzione particolare per quella che veniva chiamata la “povera gente” e per i bisogni delle persone. Un impegno che è al fondamento della vita sociale per la dignità delle persone che devono essere anche il punto di riferimento per la vita politica ed istituzionale. Fanfani ha cercato allora il miglioramento delle condizioni delle persone - e quindi l’abitazione alle famiglie, la scuola per tutti, i libri di testo gratuiti – ridare condizioni di equilibrio e di parità nelle opportunità delle persone e creare sviluppo. Creare sviluppo con un assoluto disinteresse personale.

     
    D. – Oggi viviamo in un contesto socio-culturale in cui il dibattito tra il mondo laico e quello cattolico è sempre all’ordine del giorno, anche e soprattutto per quanto riguarda la sfera politica. Come intendeva Fanfani il rapporto tra Stato e Chiesa e come si sarebbe posto oggi?

     
    R. – Il rapporto tra Stato e Chiesa è stato già delineato nella nostra Costituzione. In questo c’è il contributo di Dossetti, degli altri “professorini” che con Fanfani e La Pira contribuirono enormemente a quella stagione culturale, prima ancora che politica. Laicità non significa irrilevanza dell’elemento religioso, come non significa irresponsabilità dell’azione politica, che ha una sua sfera di autonomia e che non coinvolge evidentemente nell’opera degli uomini politici la responsabilità della Chiesa.

     
    D. – Per celebrare questo centenario la Fondazione, con il concorso di un folto numero di autorevoli studiosi, promuove un triennio di manifestazioni e di iniziative…

     
    R. – Le celebrazioni del centenario con un Comitato nazionale - come accade spesso per personalità illustri o per ricorrenze di particolare rilievo - è l’occasione per una discussione libera e non di esaltazioni o di agiografie di Fanfani, ma di discussione seria e serena, di confronto di idee, perché ciascuno possa recuperare i valori che ci sono nell’azione politica di Fanfani, ma prima ancora nel fondamento culturale che l’ha ispirata, e perché su questo si possa discutere e ci si possa confrontare in maniera alta.

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    Chiesa e Società



    A cinque giorni dal terremoto, scosse di assestamento e piogge rallentano la ripresa della Repubblica Democratica del Congo e del Rwanda

    ◊   Ancora scosse di assestamento nella Repubblica Democratica del Congo e in Rwanda, a cinque giorni dal terremoto. Domenica scorsa, infatti, una forte scossa ha causato ingenti danni materiali e numerose vittime: 7 in Congo e 38 in Rwanda. A rendere più difficile la ripresa, l’inizio delle precipitazioni. “Le forti piogge – ha detto all’agenzia MISNA, Mathilde Muhindo esponente della società civile congolese e responsabile del Centro di accoglienza OLAME – non permettono più alle persone rimaste senza tetto, di dormire fuori all’addiaccio”. La Caritas locale ha già fornito un primo soccorso di base. La Federazione Nazionale dei Commercianti (FEC) ha offerto cibo e denaro ai maggiori ospedali dei Paesi, che con fatica riescono a prestare assistenza ai numerosi feriti. Ci si augura che le attività riprenderanno rapidamente. Forse, già ci sono i primi segnali. Nelle scuole elementari e superiori che non sono state danneggiate, le lezioni sono già riprese. Invece per gli alunni che non hanno più un edificio, perché crollato dopo il terremoto, sono state attrezzate aule di emergenza. (B.B.)

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    La Quaresima, occasione per approfondire il senso dell’essere cristiani: è il messaggio del presidente della Conferenza episcopale del Perù

    ◊   “La Quaresima, che ci invita alla preghiera, al digiuno e all’elemosina, è per tutti noi un’occasione provvidenziale per approfondire il senso del nostro essere cristiani”. Così mons. Héctor Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo e presidente della Conferenza Episcopale del Perú, nel messaggio per il periodo quaresimale. Il presule sottolinea che questo tempo liturgico “ci invita ad una sorte di allenamento spirituale che possiamo e dobbiamo vivere nella pratica dell’elemosina”. Inoltre, ci aiuta a crescere nella carità, riconoscendo nel povero Cristo stesso. Al paralitico che chiedeva elemosina all’ingresso del tempio, mons. Cabrejos ricorda che Pietro rispose: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do. Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!”. Riprendendo alcuni brani del messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2008, il presidente dell’episcopato peruviano rileva che “l’elemosina rappresenta un modo concreto di aiutare i bisognosi ma al tempo stesso è anche un esercizio ascetico per liberarsi dai beni terreni, che spesso esercitano su di noi una forte seduzione. L’elemosina ci aiuta a vincere questa tentazione costante, ci insegna a prestare soccorso ai nostri fratelli e ci spinge a condividere con gli altri ciò che possediamo. Dunque, – conclude il presule – alla purificazione interiore si può aggiungere un gesto di comunione ecclesiale”. “Gli insegnamenti evangelici ci rammentano che non siamo i proprietari dei beni che possediamo, anzi, siamo gli amministratori e perciò non dobbiamo considerare questi beni una nostra proprietà esclusiva. Essi sono un mezzo. Un mezzo della Provvidenza divina” per relazionarci con il prossimo. "Come ci insegna San Paolo, Cristo ha donato per noi se stesso: la Quaresima deve spingere tutti noi a seguire il suo esempio. Seguendo i suoi insegnamenti possiamo imparare a fare della nostra vita un dono totale”, rivela mons. Cabrejos e poi spiega: “Imitando Gesù possiamo disporci a donare, non tanto ciò che possediamo quanto noi stessi. Il cristiano, quando offre gratuitamente se stesso, dà una testimonianza di amore e quindi ricorda che non è la ricchezza materiale quella che regola la legge dell’esistenza”. Infine, Il presidente dei vescovi del Perú, richiamandosi al messaggio di Benedetto XVI, sottolinea le principali caratteristiche dell’elemosina: “l’opera di carità oltre ad essere discreta e silenziosa, deve avere come suo scopo finale rendere lode a Dio”. Intanto, nelle diverse diocesi del Perú, è in corso l’annuale Campagna di solidarietà in risposta ai bisogni che le rispettive comunità ecclesiali hanno definito sotto la guida del vescovo. Quest’anno, in molti luoghi, si è scelto di assistere i bambini delle regioni colpite l’anno scorso dal violento terremoto: ad agosto furono decine le vittime e migliaia di peruviani senza casa e senza lavoro. (A cura di Luis Badilla)

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    Ecuador: inizia “Munera 2008”, la Campagna quaresimale di solidarietà, per i bisognosi dell’America meridionale

    ◊   Al via “Munera 2008”: la Campagna quaresimale di solidarietà promossa dalla Conferenza Episcopale Ecuadoriana (CEE). “La dignità umana: impegno per tutti”: è il titolo del progetto di quest’anno. Come ricorda l’agenzia Fides, l’obiettivo della Campagna è la raccolta fondi per aiutare le persone bisognose dell’America meridionale. Il segretario generale della CEE, mons. Luis Sánchez Armijos, durante la conferenza stampa ha sottolineato la necessità di intensificare la preghiera e la solidarietà, per avvicinarsi alle persone che hanno bisogno di aiuto. Infatti, nel 1976 la Campagna è nata per favorire azioni di sostegno dei poveri di spirito e per gli emarginati. I fondi raccolti negli anni precedenti sono stati impegnati in diverse azioni sociali. In particolare a favore dei bambini malnutriti, dei disabili, degli sfollati, dei malati di AIDS e degli anziani. Il denaro è stato utilizzato anche per la costruzione delle abitazioni danneggiate da eruzioni vulcaniche, terremoti e maremoti. (B.B.)

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    In Cile, Campagna di fraternità a favore dei bambini che vivono in uno stato di povertà e grave rischio sociale

    ◊   Dal mercoledì delle Ceneri e fino alla Domenica di Pasqua, la Conferenza Episcopale Cilena promuove la Campagna “Quaresima di fraternità 2008”. L’obiettivo è raccogliere fondi a favore dei 200 mila bambini con meno di 6 anni, che si trovano in condizioni di povertà, vulnerabilità e grave rischio sociale. L'iniziativa coinvolge tutte le diocesi del Paese. L’evento vuole incentivare una più profonda consapevolezza del significato della Quaresima. Il progetto si inserisce nell’ambito delle pratiche penitenziali suggerite dalla Chiesa, ovvero: più preghiera, maggiore penitenza e numerosi atti di carità. “Una Quaresima vissuta nella fraternità è la preparazione migliore per la Pasqua del Signore”, ha detto mons. Cristián Contreras, vescovo ausiliare di Santiago del Cile e segretario della Conferenza Episcopale. "Nel nostro caso - ha aggiunto mons. Contreras - celebriamo la Quaresima guardando i bambini in età pre-scolare che, per le loro condizioni di vita sono a rischio. Aiutando loro – ha concluso – aiutiamo anche le loro famiglie, ove spesso annidano le cause del disagio infantile". Notevoli i successi registrati nella raccolta di fondi, dal 1982 sino ad oggi. Addirittura, la Campagna del 2007 ha visto un aumento delle donazioni del 13%. (L.B. – B.B.)

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    L’arcivescovo di Aparecida inaugura un congresso in difesa della vita

    ◊   L'arcivescovo di Aparecida e presidente del CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano), mons. Raymundo Damasceno Assis, ha inaugurato mercoledì scorso il I Congresso Internazionale in Difesa della Vita nel Santuario di Nostra Signora Aparecida, a circa 150 km da San Paolo. L'evento riunirà fino a domenica prossima personalità di fama mondiale nel campo della bioetica. Nell'omelia della Messa celebrata nella Basilica nazionale, davanti a 13 mila fedeli, mons. Damasceno Assis ha ricordato che il Congresso è iniziato in concomitanza con la Quaresima, periodo in cui la Chiesa in Brasile propone nel contesto della Campagna della Fraternità la riflessione su un tema di ambito nazionale, che quest'anno è la difesa della vita. “In questa Quaresima siamo invitati a riflettere sul tema della vita, a rifiutare tutto ciò che attenta contro questo bene primario, base di tutti gli altri diritti della persona umana, e a riaffermare la nostra opzione a favore di questo valore sacro e inviolabile dal concepimento alla fine naturale”, ha detto l'arcivescovo. Tre grandi reti televisive cattoliche brasiliane hanno trasmesso la celebrazione in tutto il Paese. Il Congresso Internazionale prevede un'intensa programmazione di conferenze, tavole rotonde, momenti di preghiera, riflessione e discussione, fino a domenica prossima. Al termine dell'evento verrà emessa una Dichiarazione di Aparecida in Difesa della Vita. (C.C.)

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    Le Figlie di San Paolo inaugurano una fondazione a Juba, in Sudan

    ◊   In occasione dell'anniversario della morte della cofondatrice del loro Istituto, le Figlie di San Paolo hanno dato vita a una nuova Fondazione a Juba, in Sudan. Le Figlie di San Paolo il 25 gennaio si sono recate nella città sudanese “pronte a collaborare con la Chiesa locale nell’evangelizzazione e promozione umana attraverso i mezzi della comunicazione sociale”. Juba, descrivono, “è come un grande villaggio. Abitazioni distrutte, strade sterrate, poche costruzioni e molta gente che, ritornando, deve adattarsi a vivere nelle capanne, anche in città. Ovunque si vedono lavori di costruzioni in corso. Questo dà una sensazione di 'futuro', nonostante la vita molto dura che la gente deve affrontare”. L’arcivescovo di Juba, mons. Paolino Lukudu, ha offerto alle Figlie di San Paolo una sala vicino alla cattedrale. “La presenza della Figlie di San Paolo e il loro apostolato – osserva il comunicato – può aiutare a riscoprire la realtà positiva del popolo sudanese che può essere per la Chiesa e per la società ricchezza di cultura, di doni, di religiosità e di fede”. L'anniversario della morte di suor Tecla Teresa Merlo, cofondatrice della Figlie di San Paolo, è stata anche l'occasione per l'uscita di un nuovo libro su di lei, scritto da Maria Luisa Di Blasi. Suor Tecla, ricorda il comunicato, è stata “una donna di grande personalità: umile, coraggiosa e tenace nel perseguire con spirito profetico le mete indicate dal Fondatore, il Beato Giacomo Alberione”. Suor Tecla “ha condotto la giovane Congregazione con mano ferma, senso materno, forti capacità intuitive e ampia visione di futuro; e soprattutto con una fede incrollabile nel disegno di Dio, che passo dopo passo si veniva delineando”. Quella che emerge dal libro è quindi “la figura di una donna 'nuova' che si è lasciata plasmare dallo Spirito e in questo modo diventa un modello per le religiose, ma anche per le altre donne”. (C.C.)

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    Rapporto dell’UNHCR sui profughi cristiani e yazidi dalla Siria

    ◊   Un recente rapporto dell’UNHCR, l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati, smentisce le cifre del governo iracheno sull’alto numero di profughi che rientrano dalla Siria: sono 1200 al giorno quelli che varcano il confine, rispetto ai 700 che tornano. Il 46% di chi rimpatria lo fa per motivi economici e il 25% perché non può rinnovare il permesso di soggiorno. Tra i profughi gli unici che si dimostrano più propensi al rientro sono i musulmani, raccontano da Damasco alcune famiglie caldee. “Per i cristiani, gli yazidi e per chi lavorava con ditte occidentali o con le forze Usa – continuano le fonti – tornare a Baghdad, Mosul o Samarra significa andare incontro a morte certa”. “La consistenza del flusso di cristiani in fuga dall’Iraq è diventato un vero e proprio esodo”, secondo mons. Benjamin Sleiman, arcivescovo latino di Baghdad. Il presule racconta che “la situazione della popolazione cristiana irachena è quella di una comunità che ha perso fede nel proprio Paese”. E dal nord iniziano a programmare la fuga anche i membri della minoranza yazida. Kayiri Shankali, direttore per gli affari degli yazidi presso il ministero dei Beni religiosi del governo regionale del Kurdistan Iracheno, ha dichiarato che più di 200 famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni per non subire nuovamente minacce e attacchi terroristici condotti allo scopo di spaventare gli abitanti ed impossessarsi delle loro proprietà per lo più terriere. (C.C.)

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    I cattolici protestano contro la proposta del governo pakistano di introdurre tribunali islamici

    ◊   I cattolici in Pakistan protestano contro il Governo che vuole sostituire, in una zona del Paese, alcuni tribunali regolari con tribunali basati sulla legge islamica. La protesta dei cattolici si unisce a quella di alcuni partiti politici ed organizzazioni non governative dopo l’annuncio dato dal Governo lo scorso 23 gennaio di cambiare ufficiali giudiziari ordinari con giudici islamici, chiamati “qazi”. I “qazi” sarebbero incaricati di gestire tutti i casi riguardanti musulmani e non, insieme alla Corte federale “shari’a”. Solo in alcune materie civili che coinvolgono le comunità non musulmane, come diritto di famiglia e questioni religiose, i casi sarebbero decisi in base alle leggi di queste comunità. “Non c’è alcun bisogno di una separata corrente giuridica che, in futuro, potrebbe dare più forza ai talebani”, ha detto Mehboob Sada, del Centro studi cristiani di Rawalpindi. Per padre Bonnie Mendes, del Centro per lo sviluppo umano di Toba Tek Singh, “il governo non ha il diritto di introdurre una normativa di questo tipo, che è invece sotto la responsabilità del parlamento". (C.C.)

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    In Vietnam, i Redentoristi chiedono la restituzione del terreno della parrocchia di Thái Hà, ad Hanoi

    ◊   I cattolici della parrocchia di Thái Hà, ad Hanoi, ieri sera hanno rinnovato la loro richiesta dei 60 mila metri quadrati di terreno di proprietà della loro chiesa, occupati da edifici statali. La pacifica manifestazione si è mossa subito dopo la celebrazione del rito delle Ceneri: portando una grande croce, i Redentoristi ai quali è affidata la parrocchia, sono andati in processione fino alla parrocchia di cui chiedono la restituzione. La situazione è analoga a quella che ha visto la diocesi di Hanoi chiedere la restituzione dell’edificio della ex delegazione apostolica. Il terreno di Thái Hà, fu acquistato dai Redentoristi nel 1928. Nel 1954, con la conquista del potere da parte dei comunisti e la divisione del Vietnam, i 60 mila metri quadrati del loro terreno furono ridotti a 2.700. Da allora, a più riprese, sono state avanzate petizioni per chiedere la restituzione dei terreni, sui quali è stato costruito un ospedale e sono state fatte cessioni a compagnie statali e membri del governo. Il 7 gennaio è intervenuto il superiore provinciale dei Redentoristi, p. Giuseppe Cao Dinh Tri, che in un messaggio ha denunciato la confisca illegale di un terreno dei Redentoristi in cui stavano costruendo una compagnia statale. Lo stesso giorno le autorità dichiaravano che la costruzione sarebbe stata fermata, ma il giorno dopo il Comitato popolare di Hanoi autorizzava la compagnia a mandare avanti i lavori. Sentendosi beffati, i parrocchiani hanno iniziato la protesta, che continueranno anche nel periodo della Quaresima. (C.C.)

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    In Sri Lanka, dopo l’attentato del 29 gennaio, la Chiesa locale chiede la protezione dei santuari

    ◊   Il prossimo impegno della Chiesa dello Sri Lanka è l'istituzione di una zona di pace, intorno ai luoghi santi di pellegrinaggio. Si tratta in particolare di proteggere il più importante centro spirituale di Madhu, situato nel nord del Paese. Già lo scorso 29 gennaio, il santuario è stato teatro di un attentato: l’esplosione di una mina antiuomo causò la morte di 18 fedeli ed il ferimento di molti altri. Tra le vittime, numerosi bambini. A questi fatti è seguito il reciproco scambio di accuse sulla responsabilità dell’accaduto, tra il governo ed i ribelli della minoranza Tamil. La regione colpita è infatti controllata dai ribelli LTTE (Tigri di Liberazione dell’Eelam Tamil), che rivendicano l’autonomia delle zone del nord e dell’est dell’isola. Nel resto del Paese la maggioranza etnica è, invece, costituita da cingalesi. “Se questo audace progetto della creazione di una zona di pace fosse stato sostenuto da entrambe le parti, – ha detto il vescovo anglicano di Colombo – le perdite civili sarebbero state minori”. (B.B.)

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    Al via la “Colletta 2008”: l’iniziativa della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti a favore della Chiesa dell’Europa dell’Est

    ◊   “L’Amore è l’unica luce”: è il tema della "Colletta 2008", la raccolta fondi a sostegno della Chiesa dell’Europa dell'Est e dell’Europa centrale. L’iniziativa è promossa annualmente dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, durante il periodo di Quaresima. “La storia della Chiesa dell’Europa dell’Est – ha affermato all’agenzia Fides, James McCann, direttore del progetto – è una storia di vitalità e crescita, una storia di costanza e speranza. Laddove un tempo sembrava regnare l’oscurità, ora regna la luce dell’amore”. Le offerte raccolte in tutte le parrocchie degli USA nel mercoledì delle Ceneri e nella prima domenica di Quaresima, costituiscono il fondo della Colletta. L’iniziativa offre ai cattolici l’opportunità di partecipare al rinnovamento spirituale dei Paesi cui vengono indirizzati gli aiuti. Con i fondi raccolti durante gli scorsi anni, gli Stati Uniti hanno contribuito alla costruzione di parrocchie, alla ristrutturazione di chiese, al sostegno di programmi di servizio sociale e alla creazione di seminari. Dal 1991, anno in cui è nato il progetto, sono stati raccolti più di 100 milioni di dollari. Più di 3500 chiese, in 25 Paesi ne hanno beneficiato. (B.B.)

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    In Australia, inizia una nuova stagione di pace: il 13 febbraio, il governo chiederà scusa alla “generazione rubata”

    ◊   Il 13 febbraio il governo australiano porgerà le scuse ufficiali agli aborigeni del Paese, per non dimenticare il fenomeno della “generazione rubata”. Durante il secolo scorso, infatti, centinaia di bambini aborigeni vennero sottratti dalle loro famiglie per essere educati secondo gli standard occidentali. La violenza fisica e morale inflitta dalla popolazione bianca dominante può essere ancora oggi testimoniata da numerose persone. La Commissione Episcopale per le Relazioni con gli Indigeni ha affermato all’agenzia Fides, che la cerimonia di scuse aiuterà la comunità aborigena a guardare il proprio futuro con maggiore ottimismo e determinazione. Con questo gesto, il governo australiano vuole avviare una stagione di pace, rispetto, riconciliazione, sviluppo sociale e crescita culturale. L’obiettivo è chiudere una delle vicende più triste e dolorose della storia del Paese. La Conferenza Episcopale dell’Australia è favorevole e ottimista. In questo processo di accoglienza e accettazione, la Chiesa australiana ha sempre dato il suo contributo offrendo agli aborigeni istruzione, cure mediche e assistenza sociale. (B.B.)

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    Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, sulla questione delle risorse idriche all’Assemblea Generale di New York

    ◊   “Molti degli attuali conflitti vengono alimentati o inaspriti dalla scarsità di risorse idriche e il cambiamento climatico non fa altro che aggravare la situazione”: così si è espresso il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, all’Assemblea Generale di New York. “Trovo questa tendenza decisamente preoccupante, soprattutto per il motivo che tali carenze sono destinate ad aumentare nel corso dei prossimi anni", ha dichiarato il Segretario dell’ONU, aggiungendo che l’acqua è anche alla base delle principali sfide di sviluppo mondiali riguardanti cibo, ambiente, salute e benessere economico. La carenza d’acqua è al centro di molti degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, uno dei quali è quello di dimezzare entro il 2015 il numero delle persone prive di accesso sicuro all’acqua potabile. Ban Ki-moon ha sottolineato che la cooperazione internazionale è fondamentale per contrastare il problema e che i governi, la società civile e il settore privato devono contribuire attivamente a questa causa. Il 2008 è stato proclamato dall’Onu l’Anno Internazionale dei Servizi igienici, per intervenire su una più equa distribuzione dell’acqua. (C.C.)

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    Vita, caso e coscienza si intrecciano nei primi film in programma alla 58.ma Berlinale, aperta ieri sera

    ◊   Alla 58.ma Berlinale aperta ieri sera da "Sine of Light", vibrante omaggio di Martin Scorsese alla musica dei Rolling Stones. Monumenti a se stessi, i controversi musicisti della band inglese, al contrario dei loro coevi i “Beatles”, continuano imperterriti nelle loro tournées in giro per il mondo. E’ durante una di queste, al Teatro Beacon di New York, che Scorsese li riprende. Sul palco essi conservano la stessa energia di un tempo, ma i volti – che sembrano scolpiti nel legno – rivelano anime consumate, così come gli sguardi che si lanciano tra loro, durante il concerto. Al di là della musica trascinante, il film – opera di uno strabiliante lavoro di montaggio – ci consegna dunque dal vivo persone che si confrontano con la loro storia, con i loro errori, con la loro esperienza. Il destino domina anche negli altri tre film in programma nella giornata odierna: “In love We Trust” del cinese Wang Xiaoshuai, “There Will Be Blood”, dell’americano Paul Thomas Anderson, e “Black Ice” del finlandese Petri Kotwica. Nel primo, una coppia divorziata da anni scopre come il loro unico figlio, ammalato di leucemia, possa essere salvato solo da un trapianto di midollo proveniente da una sorellina che non ha mai avuto il tempo di esistere. Nel secondo, ambientato all’inizio del secolo scorso, un minatore americano scopre un enorme giacimento di petrolio; se ne impadronisce e da il via ad un vortice di corruzione e di degrado. Nel terzo, una donna che ha scoperto l’amante del marito, finisce per diventarne amica per la pelle. Se il regista cinese, già noto in Italia per “Le biciclette di Pechino”, confeziona un melodramma di taglio realistico dal forte valore morale, Anderson riprende lo stile fiammeggiante di “Magnolia” per raccontare le depravazioni dell’animo umano. Quanto al film di Kotwica, esso è una conferma dello spirito bizzarro che anima i Paesi scandinavi. Tutti raccontano l’imprevedibilità della vita, la sua fragilità, la sua oscura bellezza e anche la superbia degli uomini, che si credono superiori ad essa. (Da Berlino, Luciano Barisone per la Radio Vaticana)

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    24 Ore nel Mondo



    Secondo fonti governative serbe, il Kosovo si dichiarerà indipendente il prossimo 17 febbraio

    ◊   Il Kosovo potrebbe dichiarare la sua indipendenza unilaterale dalla Serbia il prossimo 17 febbraio. Lo ha reso noto il ministro serbo per la regione a maggioranza albanese, Slobodan Samardzic. In una nota ha precisato inoltre che l’Unione Europea non può aspettarsi che Belgrado accetti l’indipendenza di Pristina che rappresenta “uno scippo del territorio serbo” con la creazione di un "finto Stato" e la violazione della risoluzione 1244.

    Russia-Putin
    Nel suo ultimo discorso televisivo da presidente, Putin ha affermato che il mondo è entrato in una nuova tappa della corsa agli armamenti ma che questo non dipende dalla Russia. In modo indiretto ha attaccato gli Stati Uniti che, mettendo basi in altri Paesi, non rispettano gli accordi internazionali. Davanti al Consiglio di Stato, organo che raggruppa il governo, i governatori regionali e responsabili delle agenzie statali, ha fatto il punto sul prossimo sviluppo della Russia che punta ad un miglioramento economico e sociale con l’obiettivo di innalzare la prospettiva media di vita. Sulla Cecenia ha chiarito che il separatismo è stato sconfitto e che Mosca non è più nelle mani degli oligarchi.

    Russia-OSCE
    L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa non invierà propri osservatori alle elezioni presidenziali che si terranno in Russia il prossimo 2 marzo, così come aveva deciso per le legislative del dicembre scorso. Il rifiuto, secondo Mosca, non delegittimerà quello che viene già annunciato come un plebiscito in favore del candidato sostenuto dal Cremlino, Dmitri Medvedev, e del futuro premier, il presidente uscente Vladimir Putin. Sulla decisione dell’OSCE, il servizio di Giuseppe D’Amato:

    E’ la seconda volta che ciò accade dal ’93, quando Boris Ieltsin aprì definitivamente le porte della Federazione Russa. In queste ultime settimane i contatti fra Mosca e Vienna, per ricucire il precedente strappo, sono stati continui ma non hanno prodotto risultati. Era stata concordata la presenza di un numero ridotto di osservatori - in tutto 75 - ma le divisioni sono diventate insanabili sulla data di arrivo della missione. L’OSCE insisteva per il 15 febbraio e la Russia per il 20; l’OSCE ha indicato nelle limitazioni imposte da Mosca la causa delle rottura e la Russia parla di decisione inaccettabile. Dispiacere è stato espresso dall’Unione Europea. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)

    Russia-Ucraina
    Potrebbe riaccendersi lo scontro tra Gazprom e l’Ucraina, già al centro due anni fa di un braccio di ferro sul gas. Ieri il colosso energetico russo aveva minacciato Kiev di tagliare le forniture per mancati pagamenti, ma la compagnia ucraina ha oggi negato il debito di 500 milioni di dollari. Intanto, la Commissione europea ha lanciato un appello perché la situazione si risolva senza alcuna ripercussione sull’Europa.

    Iran
    L’Iran ha iniziato la costruzione di una nuova centrale nucleare. Ad annunciarlo l’ambasciatore iraniano in Russia che ha aggiunto che Teheran risponderà alle “inquietudini” di Mosca sul test missilistico di alcuni giorni fa.
     
    Medio Oriente
    Il primo ministro palestinese Salam Fayyad, in visita negli Stati Uniti, ha affermato ieri di ritenere improbabile che venga concluso un accordo di pace duraturo con Israele nel 2008, malgrado i rinnovati sforzi diplomatici per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Questa dichiarazione scompagina i piani della Casa Bianca. Nel suo primo viaggio in Medio Oriente, lo scorso gennaio, il presidente George W. Bush aveva infatti affermato di ritenere che un trattato di pace fra Israele e palestinesi sarebbe stato concluso prima della fine della sua presidenza. Quali sviluppi ci si può aspettare ora? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Eric Salerno, esperto di area mediorientale del quotidiano “Il Messaggero”:


    R. – Sicuramente la dichiarazione di Fayyad fatta negli Stati Uniti è un messaggio a Washington ancora più che ad Israele. E’ un segnale delle difficoltà che ci sono in questo momento e della necessità per gli Stati Uniti di fare pressione su Israele – quello che stanno chiedendo i palestinesi da molti giorni – per fermare le continue incursioni a Gaza, ma soprattutto in Cisgiordania, dove l’Autorità Nazionale, sotto Fayyad e sotto il presidente Abbas, sta cercando di normalizzare la situazione. Teoricamente è possibile fare un accordo entro l’anno, la questione è il clima. Perché certamente questo clima non può consentire un negoziato serio.

     
    D. – Le azioni diplomatiche internazionali e in primis quella statunitense, secondo lei, sono state efficaci o c’è stato quale elemento che ha ritardato o che ha di fatto non evidenziato reali problemi?
     
    R. – Io credo che i problemi siano chiari a tutti. Non è improbabile che sia in corso, nonostante tutto quello che sta dicendo Fayyad, un negoziato segreto, che mi sembrerebbe l’unica maniera per far avanzare in qualche modo il processo. Al di là di questa trattativa segreta, è chiaro che è necessario un altro clima. Abbas deve far capire al suo popolo che le cose vanno meglio con lui, che tutto sommato Hamas è isolata e che la questione di Gaza si risolverà in qualche modo. Assistiamo invece al rafforzamento di Hamas dopo l’accordo con l’Egitto sul valico di Rafah ed assistiamo all’incertezza degli israeliani che non sembrano in grado di decidere quale strada prendere, anche in merito agli insediamenti. Si continua a costruire mentre dovevano essere abbattuti una serie di avamposti di altri insediamenti. E’ molto difficile, quindi, per Abbas e per la sua gente convincere il popolo – ma questo sarà necessario un giorno, quando ci sarà forse un accordo scritto – di andare avanti su quella strada.

    USA primarie
    Dopo il Super martedì, in casa repubblicana si registra un’altra defezione nella corsa per la candidatura alla Casa Bianca: Mitt Romney ha deciso di ritirarsi dalla campagna elettorale. Una scelta che apre la strada al senatore dell'Arizona, John McCain, che ormai sente la vittoria alle primarie a portata di mano.
     
    USA – Pacchetto economia
    Un contributo di centocinquanta miliardi di dollari elargito sotto forma di agevolazioni a coppie e single e di incentivi alle imprese. E’ lo “stimulus plan” il pacchetto per il rilancio dell’economia americana varato dal governo statunitense e approvato ieri dal Senato e dalla Camera dei Rappresentati. Il presidente Bush, che aveva esortato il Congresso ad approvare il “prima possibile” il provvedimento, ha messo la firma sulla “manovra anti recessione”.
     
    Italia-politica
    Manovre in corso per le elezioni del 13 e 14 aprile, giorni nei quali in Italia si voterà sia per le amministrative che politiche, anche se l’ufficialità in tal senso arriverà solo dal Consiglio dei Ministri di giovedì prossimo. Forza Italia e AN hanno deciso di dar vita ad una lista unica con il simbolo del Popolo della libertà e che sarà federata con la Lega. Un progetto che, ha detto Berlusconi, sarà aperto anche all’UDC. Restano le distanze tra il Partito Democratico, che andrà solo alle urne, e la "Cosa Rossa". In un incontro, la formazione di estrema sinistra ha chiarito che non ci saranno accordi né politici né tecnici.

    Italia-mafia
    Colpito duramente, ieri, il crimine organizzato italiano: arrestato, nel napoletano, il superlatitante della camorra Vincenzo Licciardi, che era nella lista dei 30 latitanti più pericolosi. Scattata, invece, tra Palermo e New York una grande operazione antimafia, che ha portato all’arresto di 77 persone. Ce ne parla Salvatore Sabatino:


    Old bridge: vecchio ponte. Così gli investigatori italiani e statunitensi hanno voluto chiamare la più grande retata antimafia dai tempi dell’operazione internazionale "Pizza Connection". Un ponte ideale tra Palermo e New York, e due famiglie - Inzerillo e Gambino - che da una parte e dall’altra dell’Oceano, avevano organizzato una rete di traffici senza precedenti. Diversi milioni di dollari – secondo gli inquirenti – il volume d’affari dell’organizzazione, che puntava di fatto a ristabilire il dominio mafioso dei corleonesi in territorio americano, a distanza di due decenni. Sono stati, però, fermati dopo due anni di pedinamenti, intercettazioni e indagini senza sosta. Novanta le ordinanze di custodia cautelare: 33 eseguite in Italia, 54 negli Stati Uniti. E dall’FBI promettono: “Andremo avanti”, con la ferma intenzione di far luce su quel vecchio ponte tra Stati Uniti e Italia.

    Spagna-terrorismo
    In Spagna, un ordigno attribuibile all’ETA è esploso all’alba di oggi davanti al tribunale di Vergara, nella provincia basca della Guipuzcoa. La deflagrazione, che non ha provocato vittime, era stata preannunciata pochi minuti prima da una telefonata anonima. Poche ore dopo l’attentato il giudice Baltasar Garzon ha ordinato la sospensione delle attività di due partiti indipendentisti baschi. Lo stesso magistrato, ieri, aveva deciso di trasformare in arresto il fermo di Penando Barena, ultimo portavoce libero dell'organizzazione indipendentista fuori legge, Batasuna.

    Pakistan-Bhutto
    Il partito di Benazir Bhutto ha ufficialmente respinto le conclusioni di Scotland Yard, chiamata a far luce sull’attentato dell’ex premier pachistano, uccisa a Rawaplindi lo scorso 27 dicembre. La relazione, che conferma la versione del governo di Islamabad, spiega che la Bhutto è morta per l’onda d’urto provocata dall’esplosione e non per un proiettile alla testa. Inoltre per gli agenti britannici ad entrare in azione è stato un unico attentatore che prima avrebbe sparato alcuni colpi e poi si è fatto saltare in aria.

    Sri Lanka-violenza
    Nuova fiammata di violenza in Sri Lanka. Ieri, secondo fonti dell’esercito, oltre 30 ribelli delle Tigri Tamil sono morti in due diverse operazioni delle truppe di Colombo. Dal mese scorso quando è stato interrotto il cessate-il-fuoco, sono ripresi in maniera continuativa i combattimenti che dal 1983 hanno provocato oltre 70mila vittime.

    Repubblica Ceca-presidente
    Il parlamento ceco sceglie oggi il nuovo capo dello Stato. I 200 deputati e gli 81 senatori sono chiamati a pronunciarsi tra il presidente uscente, Vaclav Klaus, candidato del partito conservatore di governo ODS (Civici Democratici) e il candidato dei socialdemocratici all'opposizione, Jan Svejnar, un economista ceco con passaporto anche americano. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Marco Guerra)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 39

     
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