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Sommario del 06/02/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • All'udienza generale, Benedetto XVI parla della Quaresima e lancia un appello alla riconciliazione per il Ciad. Il saluto del Papa alla mamma di Ingrid Betancourt
  • Nel pomeriggio il Papa presiede i riti per l'inizio della Quaresima sull'Aventino. La riflessione del cardinale Arinze
  • Il Papa incontra il presidente sloveno Danilo Türk
  • Messaggio di Benedetto XVI per la Campagna di fraternità, che dà inizio al tempo di Quaresima in Brasile, dedicata al tema della vita
  • Il Papa modifica la Preghiera per gli Ebrei, della Liturgia del Venerdì Santo, contenuta nel Missale Romanum del 1962
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Il dramma dei profughi in Ciad. La testimonianza di un missionario comboniano
  • Affermazioni di Hillary Clinton e John McCain nel "supermartedì" elettorale
  • Il Pontificio Consiglio per i Laici promuove a Roma un Convegno internazionale a 20 anni dalla "Mulieris dignitatem"
  • Esposta a Novara la più grande immagine esistente al mondo della Sacra Sindone
  • Chiesa e Società

  • Messaggio per la Quaresima dell'arcivescovo di Lima
  • La Quaresima ci può aiutare a sconfiggere la violenza: così i vescovi dello Stato messicano di Oaxaca-Antequera
  • Nota della Cattolica sulla produzione di un embrione da tre genitori nel Regno Unito
  • Riunito a Johannesburg il Comitato permanente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar
  • Sudafrica: la Chiesa cattolica condanna il raid compiuto dalla polizia in una chiesa metodista contro rifugiati dello Zimbabwe
  • I vescovi del Canada chiedono al governo di facilitare le procedure per il rilascio dei visti ai rifugiati iracheni
  • Il vescovo di Palencia, in Spagna, incoraggia la lettura della nota dei vescovi spagnoli in vista delle elezioni politiche
  • Cina: la comunità cattolica promuove nuove iniziative di solidarietà e di evangelizzazione alla vigilia del capodanno cinese
  • A Manila nelle Filippine una Fraternità di professionisti diffonde il messaggio cristiano

  • Convegno a Roma a cento anni dalla nascita di Amintore Fanfani
  • 24 Ore nel Mondo

  • Sciolte le Camere in Italia. Elezioni anticipate il 13 e 14 aprile
  • Il Papa e la Santa Sede



    All'udienza generale, Benedetto XVI parla della Quaresima e lancia un appello alla riconciliazione per il Ciad. Il saluto del Papa alla mamma di Ingrid Betancourt

    ◊   La Quaresima come “grande ritiro spirituale”, che permette ai cristiani di fare esercizio di conversione e di solidarietà con i poveri e così riscoprire che è questo che dà gioia alla loro vita. Ma anche un appello perché cessino le violenze in Ciad - al quale il Papa ha fatto giungere una donazione tramite Cor Unum - e perché la Terra Santa cammini verso la pace. E infine, un ricordo di Pio IX, nel 130.mo della morte, definito un “indomito” servitore della verità in un’epoca di secolarizzazione. E’ stata un’udienza generale densa di spunti, quella che Benedetto XVI ha tenuto questa mattina in Aula Paolo VI, di fronte a circa cinquemila fedeli. La cronaca, nel servizio di Alessandro De Carolis:


    La secolarizzazione non è un male solo contemporaneo. La combatté con coraggio anche Pio IX un secolo e mezzo fa. Ed è in queste epoche di erosione dei valori cristiani che un periodo di riflessione, preghiera e digiuno dal materialismo come la Quaresima possono aiutare, anzitutto le persone di fede, a riscoprire che la gioia che riempie il cuore sta nel confidare in Dio e nell’aiutare i più poveri. Benedetto XVI ha spiegato che i quaranta giorni prima della Pasqua - così come un tempo la preparazione dei catecumeni rendeva più evidente - sono un tempo di rinnovamento interiore proprio perché:

    “Aiuta a mantenere desta la consapevolezza che l’essere cristiani si realizza sempre come un nuovo diventare cristiani: non è mai una storia conclusa che sta alle nostre spalle, ma un cammino che esige sempre un esercizio nuovo”.
     
    Le parole-guida della Quaresima - conversione e penitenza - sono, ha sostenuto il Papa, tanto più stringenti oggi se si pensa a quanto la “suggestione delle ricchezze materiali pervada in profondità la società moderna”:

     
    “Quando proclama la sua totale autonomia da Dio, l’uomo contemporaneo diventa schiavo di sé stesso e spesso si ritrova in una solitudine sconsolata. L’invito alla conversione è allora una spinta a tornare tra le braccia di Dio, Padre tenero e misericordioso, a fidarsi di Lui, ad affidarsi a Lui come figli adottivi, rigenerati dal suo amore”.

     
    Del resto, ha incalzato poco dopo Benedetto XVI con le parole del Vangelo di Marco, “che giova guadagnare il mondo intero, se poi si perde la propria anima?”:

     
    “La conquista del successo, la bramosia del prestigio e la ricerca delle comodità, quando assorbono totalmente la vita sino ad escludere Dio dal proprio orizzonte, conducono veramente alla felicità? Ci può essere felicità autentica a prescindere da Dio? L’esperienza dimostra che non si è felici perché si soddisfano le attese e le esigenze materiali. In realtà, la sola gioia che colma il cuore umano è quella che viene da Dio: abbiamo infatti bisogno della gioia infinita”.

     
    Antidoto, quasi, all’avidità accesa dal miraggio della ricchezza o del benessere ad oltranza è il suo contrario: il dono di beni, il dono di se stessi a chi è nel bisogno. Il Papa lo ha sottolineato parlando dell’elemosina, elemento tipicamente quaresimale e al centro del recente Messaggio dedicato dal Pontefice a questo tempo liturgico. Se l’elemosina, ha affermato, viene “praticata con profondo spirito di fede, diviene un mezzo per capire e realizzare meglio la nostra stessa vocazione cristiana”:

     
    “Quando infatti, gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell’esistenza, ma l’amore”.
     
    Ricco anche il dopo-catechesi, con Benedetto XVI a più riprese impegnato sul versante della cronaca internazionale, a cominciare da questo appello per lo Stato del Ciad, uno degli ultimi teatri africani insanguinati da conflitti intestini e patria di migliaia di civili in fuga:

     
    “Affido anche alla vostra preghiera e alla vostra solidarietà questi fratelli e sorelle che soffrono, chiedendo che siano loro risparmiate ulteriori violenze e venga assicurata la necessaria assistenza umanitaria, mentre rivolgo un accorato appello a deporre le armi e a percorrere la via del dialogo e della riconciliazione”.

     
    Poco prima il Papa, rivolgendosi a un gruppo di funzionari di governo libanesi, iracheni e giordani presenti in Aula Paolo VI, li aveva esortati a promuovere la riconciliazione, la giustizia e la pace nella regione del Medio Oriente. Poi, terminata l’udienza, è stata la volta di Yolanda Betancourt - mamma di Ingrid, la candidata alle elezioni presidenziali colombiane da sei anni ostaggio della guerriglia locale - accogliere l’incoraggiamento del Pontefice per questa lunga e dolorosa vicenda.

     
    Infine, ampio risalto è stato dato da Benedetto XVI al 130.mo anniversario della morte di Pio IX. Il Papa ha salutato la delegazione del Comitato omonimo, proveniente da Senigallia, è si è soffermato con parole di grande apprezzamento sulla figura di un Pontefice che, ha detto, “espletò con eroica carità la missione di pastore universale della Chiesa, avendo sempre come obiettivo la salvezza delle anime”:

     
    “Nel suo lungo pontificato, segnato da avvenimenti burrascosi, egli cercò di riaffermare con forza le verità della fede cristiana di fronte a una società esposta ad una progressiva secolarizzazione. La sua testimonianza di indomito e coraggioso servitore di Cristo e della Chiesa costituisce anche oggi un luminoso insegnamento per tutti”.

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    Nel pomeriggio il Papa presiede i riti per l'inizio della Quaresima sull'Aventino. La riflessione del cardinale Arinze

    ◊   Oggi pomeriggio il Papa presiederà sull’Aventino, come da tradizione, i riti per l’inizio della Quaresima. Alle 16.30 un momento di preghiera nella Chiesa di Sant’Anselmo precederà la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina, dove Benedetto XVI celebrerà la Messa con il rito di benedizione e di imposizione delle Ceneri. La Radio Vaticana seguirà in diretta questi eventi a partire dalle 16.25. Ma sul significato della Quaresima e sul simbolismo del numero “40”, che sono all’incirca i giorni che preparano al Triduo Pasquale, ascoltiamo il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, intervistato da Giovanni Peduto:


    R. – Il numero 40 è un numero che ritorna nella Sacra Scrittura, è un numero sacro: Nostro Signore è stato per 40 giorni nel deserto per preparare la sua vita pubblica. 40 giorni Mosè è stato sul monte, 40 anni il Popolo di Dio è rimasto nel deserto. Per noi, quindi, questi 40 giorni di Quaresima sono di preparazione per la grande festa di Pasqua. La Quaresima è, quindi, tempo di intensificazione spirituale, è tempo di attesa e di ascolto speciale della Parola di Dio, è tempo di esercizi spirituali, è tempo per leggere la Sacra Scrittura. La Quaresima è il tempo di un maggiore ascolto di Dio che parla.

     
    D. – La Quaresima è tempo di penitenza, incentrata sulla preghiera, il digiuno, l’elemosina; ma anche tempo di gioia …

     
    R. – Certo, di gioia spirituale. Dobbiamo mettere l’accento sempre sullo spirituale. Quella penitenza, quella preghiera, quell’elemosina sono per la preparazione dell’anima alla grande festa della Pasqua. Questo ci dà la gioia, che Dio solo può darci.

     
    D. – Il Papa, nel suo messaggio di Quaresima, si sofferma in particolare sull’elemosina. Come dobbiamo intenderla?

     
    R. – E’ partecipare e condividere con gli altri i beni della terra che Dio ci dà. Anche se una persona è molto onesta per tutto quello che possiede, resta comunque l’obbligo di non dimenticare mai gli altri. Il Catechismo ci parla della destinazione universale dei beni della terra: Dio ci ha dato i beni della terra, ma non possono essere due o tre persone a controllare e monopolizzare le ricchezze che Dio ci ha donato. I ricchi non devono mai dimenticare i poveri e devono, quindi, condividere i loro beni con loro. Non si deve essere come quel ‘ricco epulone’ della Sacra Scrittura, che non faceva alcuna attenzione a Lazzaro.

     
    D. – Il Papa precisa anche che l’elemosina cristiana non è semplice filantropia. Cosa significa questo?

     
    R. – Significa che l’elemosina è espressione della carità. Noi seguiamo le orme di Cristo che ha dato se stesso per il bene degli altri, che è venuto non per essere servito, ma per servire; che dava tutto ciò che aveva e ha dato anzitutto se stesso. Noi dovremmo, quindi, donando agli altri, mostrare che in realtà doniamo noi stessi che è il modo più alto di fare la carità. Non si tratta di donare semplicemente un po’ di denaro, ma si tratta di riuscire a donare amore, carità cristiana. Noi compiamo questo atto in nome di Cristo e come cristiani. Noi non siamo soltanto degli operatori sociali, ma siamo testimoni di Gesù. Come la Beata Madre Teresa di Calcutta diceva alle sue consorelle: non siete operatrici sociali, ma siete testimoni della carità stessa di Gesù.

     
    D. – La Quaresima è tempo di conversione personale,ma quando possiamo dirci veramente convertiti?

     
    R. - Tutti noi abbiamo bisogno continuamente della conversione. Ne hanno bisogno coloro che hanno peccato; hanno bisogno della conversione anche coloro che non hanno grandi peccati – grazie a Dio – ma non devono esserne orgogliosi, perché anche loro devono sempre convertirsi di più, avendo più attenzione per Dio, dando sempre più spazio a Dio nella vita, nei loro desideri e nei loro progetti, per avere più spazio per il prossimo e, quindi, per avere più carità.

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    Il Papa incontra il presidente sloveno Danilo Türk

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto in fine mattinata il presidente della Slovenia Danilo Türk, che successivamente ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e il segretario per i Rapporti con gli Stati mons. Dominique Mamberti.

    “Il colloquio – riferisce la Sala Stampa vaticana - ha permesso di toccare alcuni temi dell’attualità internazionale, in particolare la situazione nei Balcani, alla luce anche del semestre di presidenza slovena dell’Unione Europea (gennaio-giugno 2008). Sul piano bilaterale si sono evocate le buone relazioni esistenti tra la Slovenia e la Santa Sede, come pure alcune questioni aperte tra lo Stato e la Chiesa e la volontà di favorirne una soddisfacente risoluzione”.

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    Messaggio di Benedetto XVI per la Campagna di fraternità, che dà inizio al tempo di Quaresima in Brasile, dedicata al tema della vita

    ◊   Con il Mercoledì delle Ceneri comincia oggi in Brasile l’annuale Campagna di fraternità della Chiesa locale, che tradizionalmente accompagna l’inizio della Quaresima. In questa occasione il Papa ha inviato un Messaggio al presidente della Conferenza episcopale brasiliana, l'arcivescovo di Mariana, Geraldo Lyrio Rocha, invitando a combattere tutte le minacce alla vita. Il servizio di Roberta Gisotti:


    “Scegli, dunque, la vita”: questo il motto indicato dai vescovi brasiliani per la Campagna 2008 d’inizio Quaresima, dedicata al tema “Fraternità e difesa della vita”. Ricorda, Benedetto XVI nel suo Messaggio alla Chiesa del Brasile, che la Quaresima è “un tempo di conversione per tutti i cristiani, nel senso di ricercare una fedeltà ancora più grande a Dio creatore e datore della vita”. Richiamando poi l’enciclica ‘Evangelium vitae’ di Giovanni Paolo II, sottolinea come “la mentalità individualistica ed edonistica” “con una concezione distorta della scienza, è stata causa di nuove violazioni della vita, in particolare dell’aborto e dell’eutanasia”. “Tutte le minacce alla vita devono essere combattute”, scrive il Papa, rievocando quanto il Concilio Vaticano II ha prescritto nella ‘Gaudium et spes’ “nel condannare tutto ciò che si oppone alla vita o viola l’integrità della persona umana e la sua dignità”; “atteggiamenti questi” che “ancor più inquinano coloro che così si comportano, che non quelli che le subiscono, poiché ledono grandemente l’onore dovuto al Creatore”.

    Da qui il rinnovato auspicio del Santo Padre a “che i diversi organismi della società civile desiderino essere solidali con la volontà popolare che, in maggioranza, rifiuta tutte le forme contrarie alle esigenze etiche di giustizia e di rispetto per la vita umana dal suo inizio fino al suo termine naturale”. “I cammini tracciati da una cultura senza Dio e senza i suoi comandamenti o persino contro Dio, finiscono con l’essere – ha ammonito infine il Papa –‘una cultura contro l’essere umano e contro il bene dei popoli latinoamericani’”.

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    Il Papa modifica la Preghiera per gli Ebrei, della Liturgia del Venerdì Santo, contenuta nel Missale Romanum del 1962

    ◊   E' stata pubblicata sull'edizione odierna de “L’Osservatore Romano” una nota che informa della disposizione del Papa di sostituire il testo della Preghiera per gli Ebrei, della Liturgia del Venerdì Santo, contenuta nel Missale Romanum pubblicato nel 1962 dal Beato Giovanni XXIII. La sostituzione decisa dal Papa intende rispondere ad obiezioni sollevate dopo la pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, del 7 luglio 2007. Documento pontificio che, ricordiamo, regolamenta la possibilità di usare l’ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio Vaticano II.

    Il nuovo testo della Preghiera per gli Ebrei, secondo una nostra traduzione non ufficiale, recita: “Preghiamo per gli Ebrei. Il Signore Dio Nostro illumini i loro cuori perché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini. Dio Onnipotente ed eterno, Tu che vuoi che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità, concedi propizio che, entrando la pienezza dei popoli nella tua Chiesa, tutto Israele sia salvo”. Va sottolineato che l’ipotesi che venga utilizzato il Missale Romanum del 1962 durante il Triduo Sacro è comunque del tutto eccezionale e riguarderebbe solo gruppi particolari.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il messaggio, nell’informazione religiosa, del cardinale Tarcisio Bertone per i cinquant’anni di Misereor, l’Opera assistenziale della Conferenza episcopale di Germania.

    Sulle motivazioni e finalità del secondo Congresso nazionale rurale, intervista di Roberto Sgaramella al vicepresidente della Conferenza episcopale filippina.

    “Tutto come previsto o quasi”: nell’informazione internazionale, un’analisi di Giuseppe Fiorentino del “supermartedì” elettorale negli Stati Uniti.

    Dalle carrube alla Grande Mela, il figlio prodigo a New York. In cultura Andrea Monda sulla mostra a Museum of Biblical Art di Manhattan in cui è centrale il tema della misericordia.

    Gianpaolo Romanato sul fenomeno dell’emigrazione italiana in Brasile.

    Elzeviri e elzeviristi, due specie che non temono estinzione. Marco Testi illustra una raccolta di scritti di Fernando Salsano.

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    Oggi in Primo Piano



    Il dramma dei profughi in Ciad. La testimonianza di un missionario comboniano

    ◊   N’Djamena, la capitale del Ciad, è di nuovo sotto il controllo delle autorità governative dopo gli aspri combattimenti dei giorni scorsi tra i ribelli e l’esercito fedele al presidente Idriss Deby. Sulle strade della capitale restano le auto carbonizzate e i corpi delle vittime, il cui numero è ancora imprecisato. Intanto, nel Paese si profila un crisi umanitaria, e la Commissione europea ha annunciato uno stanziamento urgente di due milioni di euro per beni di prima necessità. Tuttavia, Bruxelles ha deciso di mantenere in sospeso la missione militare "Eufor", mentre il governo francese si è schierato apertamente a sostegno del regime del presidente Deby. Alla frontiera con il Camerun continua intanto il flusso di persone in fuga. Secondo alcune stime, tra i 15.000 e i 20.000 cittadini di N'Djamena avrebbero attraversato il confine. A confermare la gravità della situazione è padre Renzo Piazza, missionario comboniano in Ciad, raggiunto telefonicamente da Stefano Leszczynski:

     
    R. – La situazione si sta lentamente normalizzando nella capitale. Il vero problema resta il fatto che molta gente è partita ed ha lasciato il Ciad: sono decine di migliaia. Mancano i generi di prima necessità, bisogna pagare anche l’acqua.

     
    D. – Ci sono stati combattimenti molto violenti nella capitale. I ribelli hanno lasciato completamente l’area o sono ancora nella zona?

     
    R. – Dalle ultime informazioni che ho avuto, pare che un gruppo di ribelli sia ancora non molto lontano dalla capitale, diciamo nella zona verso l’est. Questa mattina ho osservato un via vai di elicotteri. Secondo la radio, è l’ultima resistenza. Altri mi hanno, invece, detto di camion militari che ancora si dirigevano verso l’uscita della città. Ieri sera hanno cominciato a raccogliere i morti sulle strade, mentre i combattimenti ci sono stati tra sabato e domenica.

     
    D. – Questa coalizione di ribelli si è capito da dove provenisse? Se dal vicino Sudan o se si è formata all’interno del Ciad?

     
    R. – La coalizione è composta da dissidenti dell’attuale governo. Uno dei capi era il collaboratore strettissimo del presidente, altri componenti della coalizione hanno collaborato con l’attuale governo, che avevano lasciato per le difficoltà di spartizione del potere. Dietro c’è poi sicuramente il Sudan, che in modo molto forte li ha appoggiati e questo per due ragioni: anzitutto perché l’attuale presidente ha appoggiato la ribellione sudanese nel Darfur e poi perché non vuole che siano presenti europei dell’ “Eufor” alla frontiera del Sudan che dovevano arrivare proprio in questi giorni e che è stato ora ovviamente bloccato.

     
    D. –Si riuscirà a portare a termine questa missione europea o c’è scetticismo al riguardo?

     
    R. – Adesso è stata intanto rinviata, perché si aspetta che ci siano delle condizioni più favorevoli. Fa comunque un po’ sorridere il fatto che ci sia una grande missione europea per difendere dei campi profughi, lasciando però il Paese nella situazione attuale.

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    Affermazioni di Hillary Clinton e John McCain nel "supermartedì" elettorale

    ◊   Confronto all’ultimo voto nel “supermartedì” delle primarie americane per la definizione dei candidati, democratico e repubblicano, che concorreranno nel novembre prossimo alla presidenza degli Stati Uniti. Si è votato in ben 22 Stati e l’incertezza regna soprattutto in campo democratico, dove Hillary Clinton ha avuto la meglio di misura su Barack Obama, mentre per i repubblicani si rafforza la leadership di John McCain. Sentiamo Giancarlo La Vella:


    Nelle primarie di ieri, 8 gli Stati andati alla Clinton; vittoria importante soprattutto in California, che assegna ben 370 delegati. 13 gli Stati andati ad Obama, ma nel calcolo dei delegati la ex first lady risulta in testa con buon vantaggio. Un risultato, questo, che non può, però, ancora definire il nome del candidato democratico, anche se i due parlano ormai già da leader nelle prime dichiarazioni rilasciate. “Il cambiamento sta arrivando in America" – ha detto Obama, che potrebbe essere il primo presidente nero e di origine araba degli Stati Uniti. Per lui hanno votato soprattutto la popolazione di colore e i giovani. “Questa è la notte dell’America” – ha invece detto Hillary, che potrebbe essere il primo presidente donna della storia. A lei il voto proprio delle donne e degli ispanici, Un testa a testa che, dunque, andrà avanti probabilmente per tutto il periodo delle primarie. Altro scenario, invece, in campo repubblicano, dove John McCain vince in 9 Stati, contro i 6 andati a Mitt Romney e i 5 a Mike Hckabee. “Oggi siamo molto più vicini alla vittoria, per la quale abbiamo lavorato duramente” – ha dichiarato il senatore dell'Arizona McCain, che si avvia così a diventare l’interprete del dopo Bush per il partito repubblicano.

    Si va, dunque, delineando il novero dei candidati che parteciperanno alle presidenziali americane del novembre prossimo. Chi tra i democratici Obama e Clinton potrebbe avere più chance per conquistare la Casa Bianca in un confronto col candidato repubblicano? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Paolo Mastrolilli, esperto di Stati Uniti e responsabile esteri del Tg1 della Rai:


    R. – L’indicazione degli elettori sembra quasi quella di volerli insieme per questa corsa alla Casa Bianca. Naturalmente Hillary Clinton in questo momento è in vantaggio ed ha vinto più delegati e ha vinto soprattutto gli Stati più importanti in questo “supermartedì” e quindi New York, California e New Jersey. Ma dall’altra parte Obama ha la sua forza, quella cioè di attirare nuovi elettori e soprattutto i giovani. Ha creato un fenomeno negli Stati Uniti. Probabilmente, quindi, Hillary ha la macchina più forte e più collaudata mentre Obama rappresenta di più la verità: gli elettori democratici vorrebbero, forse, vederli insieme in un ticket unico.

     
    D. – Da parte repubblicana si va delineando la vittoria di McCain. Come potrà il senatore dell’Arizona diversificare la sua posizione da quella di George Bush?

     
    R. – McCain, in vista delle elezioni di novembre, ha un vantaggio nel fatto di essere percepito come un moderato ed era un po’ l’outsider del Partito Repubblicano. Ha assunto posizioni diverse rispetto a Bush non sulla guerra in Iraq, ma su altri temi, e questo gli potrebbe consentire di fare una campagna elettorale originale e diversa da quelle che hanno caratterizzato gli otto anni di Bush. Ha però un problema: è vero che sta conquistando la nomination, ma i suoi avversari Romney ed Hckabee stanno conquistando molti Stati e molti delegati, soprattutto fra i conservatori e cioè fra la base conservatrice del Partito Repubblicano. Per riuscire a vincere le elezioni McCain deve convincere questa base a votarlo.

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    Il Pontificio Consiglio per i Laici promuove a Roma un Convegno internazionale a 20 anni dalla "Mulieris dignitatem"

    ◊   “Donna e uomo, l’humanum nella sua interezza” è il tema del Convegno internazionale, promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, nel 20º della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II "Mulieris dignitatem", in programma da domani a sabato prossimo a Roma. I partecipanti saranno più di 260, provenienti da 49 Paesi dei 5 continenti. Vi saranno delegazioni di 40 Conferenze episcopali, nonché rappresentanti di Movimenti ecclesiali e Nuove Comunità, associazioni femminili cattoliche, Istituti religiosi femminili e donne leader nei diversi campi della cultura. Giovanni Peduto ha chiesto alla dottoressa Rocío Figueroa, officiale del Pontificio Consiglio per i laici e organizzatrice dell’incontro, quale sia l’attualità della "Mulieris dignitatem":


    R. – Possiamo vedere che attualmente ci sono delle correnti, delle tendenze nei diversi femminismi. Da una parte, si tende qualche volta a fare opposizione fra la donna e l’uomo, e da un’altra parte, si tende ad eliminare le differenze scritte dalla natura umana. Secondo me, con queste problematiche culturali, la lettera apostolica "Mulieris dignitatem", è tremendamente attuale, perché Giovanni Paolo II risponde alla questione antropologica, parlando sia dell’unità - e l’uguaglianza è nella dignità tra uomo e donna - sia anche della differenza, una differenza che non è abissale, ma che è iscritta anche nella natura umana. Allora, Giovanni Paolo II parla di questa unidualità, che risponde alla vocazione originaria della persona umana.

     
    D. – In che misura “il genio femminile” della donna riesce a realizzarsi nella Chiesa? Pensiamo anche a ruoli di responsabilità…

     
    R. – Il genio femminile è sempre stato presente nella Chiesa, basti pensare oggi a tutte le chiese, che di solito sono più piene di donne che di uomini. Il genio femminile si realizza e la donna è sempre stata presente nella dimensione carismatica della Chiesa. Pensiamo soltanto alla famiglia, all’educazione, ai diversi ambiti. E’ vero, però, che bisogna anche, secondo me, che questo genio femminile si esprima di più, si realizzi di più nella dimensione più pubblica, nei posti di responsabilità, nelle strutture della Chiesa. E questa è una cosa positiva che sta diventando sempre più attuale. Ci sono sempre più donne protagoniste, come laiche, come cattoliche nella Chiesa, nel mondo e nella società.

     
    D. - Un tempo si parlava di parità uomo-donna: oggi sempre di più sembra perdersi questa distinzione, tanto che talora non si parla di sessi ma di “generi” più o meno identificati…

     
    R. – Secondo me, questo è un grande problema, perché attualmente viviamo in una cultura post-moderna, dove ci troviamo di fronte ad un decostruttivismo, c’è un relativismo, una mancanza nel pensare che si possa veramente arrivare alla verità. Tutto diventa una costruzione culturale e non c’è più un dato antropologico vero. Secondo me, questo è un grande problema, perché tradisce la verità dell'essere umano. Oggi si sta perdendo questa distinzione, perché si sta perdendo l’identità dell’essere umano, e cioè che in origine siamo stati creati uomo e donna. Quindi, non si può opporre la dimensione sessuale alla dimensione culturale. Tutte e due sono parti fondamentali, fondanti di chi è l’essere umano. Allora, bisogna sempre unire la natura con la dimensione culturale. Una dimensione culturale però che parte da una base antropologica, che è la natura umana.

     
    D. - Nel Regno Unito c’è una proposta governativa per vietare che nelle comunicazioni scolastiche compaiono i termini “papà e mamma” per non discriminare i bambini che hanno genitori dello stesso sesso…

     
    R. – Qui vediamo che, secondo me, siamo di fronte ai problemi delle leggi, che tantissime volte esprimono un diritto positivo che si allontana dalla legge naturale, rispettando la dignità umana e rispettando le verità fondamentali dell’essere umano. Quando ci sono delle leggi che vanno contro questa natura umana, per esempio contro la famiglia, che è la base della società e il futuro della società, stiamo veramente tradendo l’essere umano e pertanto l’umanità. Allora, bisogna cercare che le leggi rispondano alla dignità e alla verità di chi è l’essere umano.

     
    D. - Cosa può dare la femminilità all’umanità?

     
    R. – Possiamo dire che c’è un fatto caratteristico dell’essere donna, di cui l’umanità ha bisogno: la donna è madre, così come l’uomo è padre, ed è madre non soltanto in senso fisico, ma in senso lato. E la maternità implica tante cose: la nostra capacità di proteggere la vita, di custodirla, di preoccuparsi della persona concreta, la capacità di sacrificio, di un amore forte, di una forza profonda, spirituale. Sono tutte dimensioni di cui il mondo ha bisogno. Il mondo in qualche modo è un po’ orfano sia di padri che di madri. Allora, bisogna che le donne vivano fino in fondo la propria vocazione come madri, ma anche come protagoniste, per costruire, edificare, una cultura più umana, più riconciliata. C’è bisogno, dunque, di questa presenza femminile nei diversi ambiti della cultura.

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    Esposta a Novara la più grande immagine esistente al mondo della Sacra Sindone

    ◊   E’ stata presentata oggi in Piazza Duomo a Novara la più grande immagine esistente al mondo della sacra Sindone: l’immagine, grande 21 metri (circa) per 6, è il risultato di una ripresa fotografica ad alta definizione realizzata durante il temporaneo spostamento della Sindone per il controllo della teca in cui è custodita, nel Duomo di Torino. Rimarrà esposta fino a Pasqua. La riproduzione della Sindone costituisce anche il logo di "Passio 2008", un progetto composto da circa 150 eventi di cultura, arte e spiritualità che tra febbraio e marzo animeranno il territorio della diocesi di Novara. Su questo evento ascoltiamo don Silvio Barbaglia, responsabile del progetto “Passio”, al microfono di Fabio Colagrande:


    R. – Ci è sembrato interessante. E’ partito proprio da questa grande immagine per evocare tutti i valori relativi all’uomo del dolore, l’uomo della Passione che rimanda, evidentemente, alla figura evangelica di Gesù Cristo. Ecco. Questo è stato un po’ l’incipit. Quindi, articolare un po’ tutto il “Progetto Passio” intorno all’idea della riscoperta delle origini cristiane, oggi tra l’altro fortemente poste – anche queste – sotto critica. Quindi, questo è un po’ il fulcro dell’operazione culturale che non vuole essere di una bassa apologetica, ma vorrebbe essere invece di un’offerta alta di un approfondimento culturale, utilizzando tutte le metodiche a disposizione.

     
    D. – Don Barbaglia, oggi avete presentato questa gigantografia della Sindone di circa 130 metri quadri. Come è stata realizzata? E poi, che destinazione avrà questa eccezionale fotografia ingrandita?

     
    R. – Quest’anno, mettendo la Sindone al centro, abbiamo voluto elaborare questa gigantografia: si tratta di circa 21 metri di lunghezza, 6 metri di altezza, svolta però su tre pannelli. Ha finalità didattica, se vogliamo anche catechistica perché concretamente, nel pennello centrale è presentata tutta la Sindone in dimensioni circa tre volte tanto, con commenti evangelici proprio sulle tracce dell’uomo della Sindone. Sono svolti in cinque lingue per motivi molto semplici: che questa tripartizione con le dimensioni che prima ho ricordato, verrà poi inviata a Sydney quando ci sarà l’incontro mondiale dei giovani con il Santo Padre Benedetto XVI.

     
    D. – Come è stato possibile fotografare la Sindone, anche dal punto di vista tecnico. E poi, che tipo di diffusione avrà questa fotografia ...

     
    R. – Di fatto, l’operazione è stata possibile grazie ad un controllo di routine del gas inerte presente nella teca supertecnologica che contiene la Sindone. Il comitato torinese che consegna la richiesta al Custode della Sindone, cardinale Poletto, ha valutato che potesse essere messa in combinazione l’una e l’altra cosa, cioè un controllo tecnico della teca e, già che era fuori la Sindone, potere fare queste due riprese ad altissima risoluzione, una di carattere fotografico, l’altra – invece – sotto il profilo proprio della ripresa filmica. La foto della Sindone è blindata per il semplice fatto che è di proprietà della Santa Sede, non possono essere messe a disposizione le immagini elettroniche ma semmai solo vederle in stampa. Quindi, probabilmente, verrà pubblicato un testo che documenterà tutto questo e nel medesimo tempo, l’esposizione a Novara è l’unica possibile per vedere il frutto di questa immagine, sia la gigantografia in Piazza Duomo sia l’immagine della pellicola 1 a 1, quindi 4 metri per 40 per 1,13–1,14, all’interno del Duomo, retroilluminata: ecco, queste due immagini sono di fatto la possibilità unica di vedere l’operato di HAL9000.

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    Chiesa e Società



    Messaggio per la Quaresima dell'arcivescovo di Lima

    ◊   La Quaresima è tempo propizio per ricordare che “la misericordia deve essere slancio anche per seminare la pace”: è quanto afferma l’arcivescovo di Lima, cardinale Juan Luis Cipriani Thorne che in un suo messaggio sottolinea come la carità cammini insieme alla giustizia. Invitando i fedeli a “vivere adeguatamente il periodo quaresimale”, il porporato rileva che in queste settimane “la Chiesa ci spiega la vicinanza del momento più alto della Redenzione, cioè, la passione, morte e risurrezione di Cristo, dunque il passaggio dal peccato alla vita”. Si tratta - ha aggiunto il cardinale - di “saper cogliere la ricchezza e importanza del momento” e poter così “seminare nei nostri cuori questa straordinaria dimensione” che offre la Quaresima: “la misericordia, la giustizia illuminata dalla carità”. “Un’azione decisa da parte nostra può far sì che la misericordia ci dia slancio per seminare la pace nell’ambito familiare, sociale, nonché nelle dimensioni del lavoro, del tessuto sociale e della politica sia interna sia internazionale. Nella sua omelia di domenica scorsa, il porporato ha anche riflettuto a lungo sulle Beatitudini ricordando che “sono un codice della morale evangelica”. “Non va mai dimenticato, ha spiegato, che spesso ciò che in questo tempo appare come un fallimento e una condanna, non è altro che la strada per camminare verso il regno dei cieli”. Il porporato ha parlato anche dell’importanza e dell’attualità della Dottrina sociale della Chiesa poiché i suoi insegnamenti “possono illuminare le risposte che ciascuno deve dare a partire della morale della Chiesa”. Le meditazioni quaresimali dell’arcivescovo di Lima sono proseguite nel suo popolare programma radiofonico “Dialogo di fede” durante il quale ha richiamato l’attenzione dei fedeli sugli elementi forti della quaresima: la penitenza, il digiuno e l’elemosina. “Ricordatevi - ha concluso - che la penitenza ci aiuta a sottomettere il disordine del peccato, l’elemosina è anche un antidoto alla frenesia dell'accumulare a tutti costi e forse a rubare; infine, il digiuno, ci insegna a sopportare la fame come sano esercizio del dominio degli istinti”. (A cura di Luis Badilla)

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    La Quaresima ci può aiutare a sconfiggere la violenza: così i vescovi dello Stato messicano di Oaxaca-Antequera

    ◊   “Il periodo quaresimale ci può essere di grande aiuto in queste ore così difficili. Ci può anzitutto dare una mano a sconfiggere la violenza (…) per creare così le condizioni necessarie alla difesa e alla promozione della vita, parte integrante del comandamento dell’amore”. E' quanto affermano i vescovi dello Stato messicano di Oaxaca-Antequera, arcivescovo José Luis Chávez Botello e il vescovo ausiliare Oscar Campos Contreras, nel loro messaggio di ieri dopo la ripresa della violenza che, domenica scorsa, ha superato un confine preoccupante: l’esecuzione extragiudiziaria di Alejandro Barrita Ortiz, direttore della Polizia ausiliaria bancaria, industriale e commerciale. Lo Stato di Oaxaca-Antequera, da alcuni anni, è uno dei più instabili del Messico a causa di numerose realtà che s’intrecciano in un groviglio dove sono scomparsi, gradualmente, i confini tra la violenza politica e quella delinquenziale e dove, inoltre, il “caudillismo” politico ha creato un sistema clientelare basato sulla corruzione, l’intimidazione e una vera “giustizia parallela”. I conflitti sociali e sindacali da diversi anni sono all’ordine del giorno e le parti al posto del dialogo e del confronto tendono spesso a privilegiare le “prove di forza”. Le vittime in questi anni sono state moltissime e, come dicono i vescovi, “la vita non vale più nulla”. I presuli prendono spunto da quest’ultimo tragico fatto per ribadire quanto hanno detto in questi anni: “Occorre una vera conversione, poiché occorre un cambiamento di mentalità, eliminando tutte le menzogne che si annidano nei cuori ma anche le idee che danneggiano la convivenza; è necessario svuotare i cuori dai risentimenti, dai rancori, dalle corruzioni. Se ogni famiglia lotta per consolidare questi valori, proponendoli ai figli nella loro formazione, la luce della vita, della giustizia e della pace si aprirà strada e domani potremmo contare su uomini e donne responsabili e onesti”. I vescovi ricordano poi l’impegno della Chiesa al riguardo e ribadiscono: “Continueremo a dare il nostro contributo con chiarezza per servire la vita, la giustizia e la pace”, poiché “a prescindere del nostro modo di pensare e valutare le situazioni ingiuste e i fatti di violenza, nessuno si può sottrarre allo sforzo congiunto in favore della riconciliazione, cosa necessaria per ricostruire la nostra società e così sradicare ogni forma d’ingiustizia e di violenza”. Infine, i presuli ricordano l’importanza della Quaresima e invitano tutti i fedeli a “riflettere profondamente e seriamente su quanto sta accadendo per trovare a tempo debito le risposte urgenti e necessarie”. (A cura di Luis Badilla)

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    Nota della Cattolica sulla produzione di un embrione da tre genitori nel Regno Unito

    ◊   Ha destato clamore la notizia di una nuova scoperta, proveniente da ambienti scientifici britannici, presentata come una possibile soluzione ad una serie di malattie: alcuni scienziati britannici hanno dichiarato, ieri, di aver creato un embrione da un uomo e da due donne. Secondo il Centro di ateneo di bioetica dell’Università cattolica, si tratta "dell’ennesimo esperimento su esseri umani allo stadio embrionale" e testimonia come stia lentamente cadendo "la barriera culturale e morale che ci impediva di trattare i nostri simili, come puro materiale biologico". Secondo il team dell’Università di Newscastle, questa nuova procedura potrebbe rivelarsi “rivoluzionaria” per la cura di malattie ereditarie. L’opinione pubblica – si legge nella nota del Centro di bioetica – viene emotivamente coinvolta quando viene annunciata “la possibilità di dare figli sani a coppie segnate da malattie genetiche”. Ma così – si precisa nel documento – si impedisce di comprendere quale sia la vera posta in gioco, ovvero “il fatto che queste tecniche stravolgono alla loro radice il significato antropologico della generazione umana”. Si introduce quindi “l’dea che esista una sorta di diritto a programmare e a manipolare geneticamente i propri figli, in nome della loro salute”. Le varie carte dei diritti si trasformano così – si legge ancota nella nota – “in diritti di carta laddove ci sono soggetti che non sono in grado di rivendicarli e di farli rispettare”. Gli scienziati britannici sostengono che la creazione di un embrione da tre genitori consente di risolvere il problema della trasmissione di malattie gravi tra madre e figlio. Si potrebbe così ovviare, in particolare, ai difetti del mitocondrio, micro organismo responsabile di una cinquantina di malattie conosciute. L’annuncio arriva dopo la recente notizia, sempre dal Regno Unito, della sperimentazione su topi di una tecnica che potrebbe consentire di prelevare delle cellule staminali dal midollo osseo della donna per creare spermatozoi e avere figli senza il concorso dell’uomo. Secondo Josephine Quintavalle di Comment on Reproductive Ethics (CORE), la creazione di un embrione con il DNA di un uomo e di due donne, è un ulteriore passo verso la creazione di “bambini su misura”. “E’ inconcepibile – ha aggiunto in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘Avvenire’ – giocare in questo modo con la creazione”. Il vice presidente del comitato nazionale di bioetica italiano, Lorenzo D’Avack, ha affermato, inoltre, che così “si mette in discussione l’identità del nascituro”. Per Bruno Dallapiccola, presidente di “Scienza e vita”, si tratta di un “obbrobrio”. (A cura di Amedeo Lomonaco)



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    Riunito a Johannesburg il Comitato permanente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar

    ◊   E’ in corso a Johannesburg, in Sudafrica, la prima riunione del 2008 del Comitato permanente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar. Tra le questioni in esame, ci sono i preparativi per il secondo Sinodo africano nel 2009 e il rapporto sul seminario, tenutosi dal 13 al 20 novembre del 2007, in occasione del bicentenario dell’abolizione della schiavitù in Africa occidentale. Durante la riunione - rende noto l'agenzia Fides - è previsto anche l’intervento del presidente del Comitato permanente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar, il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar es Salaam, in Tanzania. La relazione del porporato, dal titolo “La giustizia per i poveri in Africa”, illustra gli sforzi promossi per promuovere in Africa il buon governo, lo sviluppo economico, la giustizia sociale e la pace. Dopo la conclusione dei lavori, i vescovi parteciperanno ad una conferenza internazionale della MISEREOR, organizzazione della Conferenza episcopale della Germania che si terrà a Joannesburg dall’8 al 10 febbraio. La conferenza si concluderà con una Messa nella chiesa “regina Mundi” a Soweto. (A.L.)

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    Sudafrica: la Chiesa cattolica condanna il raid compiuto dalla polizia in una chiesa metodista contro rifugiati dello Zimbabwe

    ◊   I vescovi sudafricani condannano il blitz compiuto nei giorni scorsi dalla polizia sudafricana in un centro metodista di Johannesburg che accoglieva dei rifugiati provenienti dallo Zimbabwe. In una dichiarazione inviata all’Agenzia Fides, l’arcivescovo di Durban e presidente della Conferenza dei vescovi dell’Africa del Sud, cardinale Wilfrid Napier, condanna l’operazione degli agenti. “Ci uniamo al vescovo Paul Verryn della Chiesa metodista – si legge nel testo - nel denunciare la violazione dello status della Chiesa come luogo di culto”. “Dando un rifugio ai senzatetto agli stranieri e ai rifugiati - scrive il cardinale - la Chiesa stava eseguendo il comando di Gesù Cristo”. Secondo i termini della Convenzione sui rifugiati dell’organizzazione dell’Unione Africana, i cittadini dello Zimbabwe devono essere visti come rifugiati. Non è questo – conclude il cardinale Wilfrid Napier – il modo con cui “esseri umani devono essere trattati da ufficiali di uno Stato che si è assunto l’impegno di difendere la dignità umana”. (A.L.)

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    I vescovi del Canada chiedono al governo di facilitare le procedure per il rilascio dei visti ai rifugiati iracheni

    ◊   I vescovi del Canada hanno rivolto un accorato appello al primo ministro, Stephen Harper, affinché il governo riservi “un’ attenzione particolare ai cristiani iracheni” che chiedono un visto per entrare nel Paese. In una lettera al capo dell’esecutivo, il presidente della Conferenza episcopale canadese, mons. James Weisberger, denuncia come “i cristiani che vivono in Iraq subiscano una spirale di violenza che non cessa di aggravarsi”. Da due anni, infatti, “i cristiani sono vittime di omicidi, rapimenti e minacce di ogni tipo e non hanno alcuna protezione dalla milizia e dalle autorità politiche”. Estremisti cercano di convertirli con la forza all’Islam e non possono più professare la loro fede; quelli che decidono la strada dell’esilio - prosegue il presidente della Conferenza episcopale del Canada - “possono a giusto titolo essere considerati dei veri e propri rifugiati politici”. “Di fronte all’inerzia e all’indifferenza di alcuni – si legge quindi nel documento - il Canada può aiutare ad alleviare il dolore delle persone vittime di ingiustizie e rappresaglie assurde”. La lettera chiede quindi di facilitare le procedure per il rilascio dei visti e di aumentare le quote riservate ai rifugiati iracheni , come si è fatto durante la guerra del Kosovo e in Sierra Leone. La Chiesa canadese, insieme con altre organizzazioni umanitarie, si sta mobilitando per aiutare i rifugiati cristiani iracheni. Come ha confermato in questi giorni l’arcivescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman, la loro emigrazione si sta trasformando in un vero e proprio esodo. (L.Z.)

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    Il vescovo di Palencia, in Spagna, incoraggia la lettura della nota dei vescovi spagnoli in vista delle elezioni politiche

    ◊   Mons. José Ignacio Munilla, vescovo di Palencia, incoraggia una lettura diretta della nota della Commissione permanente della Conferenza episcopale spagnola in vista delle prossime elezioni politiche (9 marzo). Mons. Munilla offre alcune riflessioni sulle dichiarazioni dei vescovi ponendo l’accento, oltre che sulla pluralità di pensiero, anche sull’atteggiamento dei vescovi nei confronti della politica. I presuli, infatti, hanno chiesto semplicemente libertà e rispetto per proporre liberamente il loro modo di vedere le cose, senza che nessuno si senta minacciato. Il loro unico obiettivo, hanno detto, è “collaborare sinceramente all’arricchimento spirituale della nostra società, al consolidamento dell’autentica tolleranza e della convivenza nel mutuo rispetto, nella libertà e nella giustizia, come fondamento imprescindibile della vera pace”. Mons. Munilla chiarisce, quindi, che è completamente falsa l’affermazione secondo cui la Chiesa cattolica sarebbe “entrata in campagna elettorale”. L’intento della nota - chiarisce mons. Munilla – è quello di offrire ai cattolici una serie di criteri morali per orientarsi prima di decidere liberamente la propria preferenza”. Aggiunge poi il vescovo di Palencia che “la nota non vuole giudicare il differente atteggiamento dei partiti politici, ma si limita a dichiarare una dottrina morale consolidata, senza fare riferimento ad alcuno in particolare”. Mons. Munilla conclude la sua lettera con un appello di speranza: la possibilità di iniziative laico-cattoliche che sviluppino una vocazione politica coerente con l'ideale cristiano. (C.C.)


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    Cina: la comunità cattolica promuove nuove iniziative di solidarietà e di evangelizzazione alla vigilia del capodanno cinese

    ◊   Le varie comunità cattoliche della Cina intensificano le attività di evangelizzazione in vista dei festeggiamenti del capodanno cinese, che ricorre domani. Alcuni sacerdoti e fedeli di Pechino hanno anche manifestato all’agenzia Fides la loro gioia per gli auguri espressi domenica scorsa dal Papa all’Angelus. “Facciamo del nostro meglio – hanno aggiunto – per continuare a conservare e a valorizzare queste belle e fruttuose tradizioni di vita familiare a beneficio del nostro Paese, ma anche del mondo”. Trasformiamo la festa del capodanno – hanno spiegato – “in una opportunità per evangelizzare”, per far capire alla gente quanto ci vuole bene Benedetto XVI. Le iniziative sono molteplici. La parrocchia di San Michele della diocesi di Qi Qi Ha Er ha diffuso, ad esempio, la tipica decorazione rossa, che si attacca sulla porta di casa per creare l’atmosfera di festa e di augurio, accompagnata da un messaggio cristiano. Sono anche molto richieste immagini che ripercorrono la storia della Bibbia e disegni ritagliati nella carta a forma di pesce, pane e croce. Secondo un sacerdote cinese che si occupa della comunità della diaspora, negli ultimi anni si è assistito ad una sempre maggiore “inculturazione della comunità cinese nei Paesi che la ospitano”: il capodanno cinese – ha detto infine il sacerdote – è il “momento privilegiato per promuovere questo inserimento armonico ed anche fraterno”. (A.L.)


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    A Manila nelle Filippine una Fraternità di professionisti diffonde il messaggio cristiano
     

    ◊   Portare Cristo negli ambienti economici del Paese e vivere la propria professione senza perdere la fede: sono questi gli obiettivi della Fraternità dei professionisti e dirigenti cristiani (BCBP), che in 28 anni è riuscita a formare una rete composta da oltre 30 mila membri, sparsi per tutte le Filippine. L. Fernandese, giudice di una Corte di Manila, dice: “Siamo divenuti moderni evangelizzatori, che operano sul posto di lavoro. E’ una piattaforma da cui possiamo condividere esperienze personali e di fede. La mia esperienza personale si è molto arricchita nei 20 anni che ho trascorso nella Fraternità”. Fra le varie professioni presenti nella Fraternità vi sono medici, avvocati, ingegneri ed infermiere: ognuno di loro ha deciso di portare i valori del Vangelo sul posto di lavoro, e testimoniarli con il proprio operato. La BCBP nasce nel luglio del 1980, quando alcuni professionisti cattolici si incontrarono per condividere esperienze e progetti di vita professionale in chiave cristiana. Da allora, in due anni il gruppo è cresciuto così tanto da renderne obbligatoria una forma più ufficiale, la Fraternità, che ad oggi conta 51 sezioni sparse per il Paese e persino due in California. Il direttore spirituale della Fraternità, il padre gesuita Herbert Scheider, dice: “I membri della Fraternità sono divenuti veri evangelizzatori delle professioni. Lo scopo del gruppo è quello di educare, migliorare ed interpretare con occhio cristiano ciò che accade nell’arena economica. E’ necessario che questa si trasformi secondo i valori cristiani, ma per farlo servono operatori del ramo che conoscano il messaggio di Cristo e siano pronti a testimoniarlo”. (C.C.)


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    Convegno a Roma a cento anni dalla nascita di Amintore Fanfani

    ◊   Un francobollo commemorativo ed un convegno nel pomeriggio a Roma, all’Auditorium di via Veneto, al quale è prevista la partecipazione, tra gli altri, del cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, e dell’ex capo di Stato, Oscar Luigi Scalfaro. Sono alcune delle iniziative promosse per commemorare oggi il centenario della nascita di Amintore Fanfani, una delle figure più importanti e longeve della Democrazia Cristiana. Nato il 6 febbraio 1908 a Pieve Santo Stefano (Arezzo) in un’umile e numerosa famiglia cattolica, ha avuto in politica estera un ruolo cruciale nella mediazione tra Gamal Abdel Nasser, presidente egiziano dal 1956 al 1970, e le potenze occidentali per risolvere la crisi di Suez. Per quanto riguarda la politica interna, vanno ricordate importanti decisioni, quali quelle che hanno portato alla nazionalizzazione dell’energia elettrica, all’istituzione della scuola media unica - con libri di testo gratuiti per i non abbienti – e alla definitiva industrializzazione italiana. Per approfondire i densi capitoli sulla storia d’Italia dal 1949 al 1990, la Fondazione Amintore Fanfani ha annunciato anche la pubblicazione integrale dei diari del politico, con informazioni di eccezionale interesse. Il presidente della Fondazione intitolata all’uomo politico, Cesare Mirabelli, sottolinea inoltre, in un’intervista rilasciata al quotidiano “L’Osservatore Romano”, come ricordare i cento anni della nascita dello statista toscano implichi “una riflessione a tutto campo quanto a significati, discorsi di metodo, di contenuti, di azione culturale e politica"; a partire – aggiunge il presidente emerito della Corte Costituzionale – “da una testimonianza di vita dove, in termini emblematici, risaltano i caratteri di tutta una generazione di cattolici al servizio del bene comune”. Entro giugno di quest’anno si terranno infine due convegni, a Roma e ad Arezzo, sul contributo di Fanfani alla stesura della Costituzione repubblicana e sul congresso delle “Nouvelles équipes internationales”, tenutosi nel 1957. In tale occasione – ricorda il quotidiano della Santa Sede - Fanfani illustrò le ragioni morali e civili dei cattolici europei nel confronto con i Paesi liberi e l’imperialismo sovietico prevedendo la crisi del comunismo mondiale. (A.L.)

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    24 Ore nel Mondo



    Sciolte le Camere in Italia. Elezioni anticipate il 13 e 14 aprile

    ◊   Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato questa mattina il decreto di scioglimento delle Camere, controfirmato dal premier dimissionario, Romano Prodi. Il Consiglio dei ministri ha fissato la data delle elezioni politiche per il 13 e 14 aprile. Ieri intanto, il governo aveva messo in agenda il 18 maggio il referendum elettorale, ma la consultazione slitterà al prossimo anno. Servizio di Giampiero Guadagni.


    Si chiude dunque la XV legislatura, la seconda più breve della storia repubblicana, con i suoi 650 giorni di vita. Il capo dello Stato, dopo aver preso atto con rammarico del fallimento del mandato esplorativo di Franco Marini, ha sciolto le Camere e ha avviato l’Italia verso le nuove elezioni. Un ritorno alle urne così fortemente anticipato, ha osservato questa mattina Napolitano, costituisce una anomalia. Ma, ha aggiunto, si tratta di una decisione obbligata. Il presidente delle Repubblica, lo ha ribadito oggi, avrebbe preferito un accordo politico ampio per un governo funzionale alla riforma della legge elettorale. Napolitano invita le forze politiche a non tornare indietro sulla strada del dialogo sulle riforme, dialogo definito un’esigenza ineludibile del Paese. E in questo senso qualche segnale incoraggiante sta arrivando, almeno nei primissimi confronti di una campagna elettorale di fatto già iniziata. Per il momento, gli schieramenti sono occupati soprattutto a ridisegnare le loro alleanze. Il Partito democratico (PD) di Veltroni sembra ormai deciso a presentarsi da solo con un proprio programma. Sostegno dal premier dimissionario Prodi che però, ha confermato, non si ricandiderà alle elezioni. La sinistra pensa ad un accordo tecnico al Senato con il PD e potrebbe puntare su Fausto Bertinotti come candidato premier. Il processo di semplificazione messo in moto da Veltroni condiziona in qualche modo anche le scelte del centrodestra. Che ha ritrovato compattezza intorno alla leadership di Silvio Berlusconi, ma non vuole presentarsi all’elettorato con troppi simboli di partito. Sabato prossimo, peraltro l’UDEUR deciderà se entrare in questa alleanza. Forza Italia sollecita Mastella in tal senso. Ma deve vincere le perplessità di AN e Lega, contrari a nuovi ingressi nella Casa delle libertà. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)

    Gaza
    Un militante palestinese è rimasto gravemente ferito da un missile sparato questa mattina da un aereo israeliano presso il campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha confermato il raid, affermando che era diretto contro una squadra di militanti pronti a sparare razzi contro Israele. Intanto, forze israeliane hanno arrestato la scorsa notte a Hebron, in Cisgiordania, il padre di uno dei due kamikaze dell'attentato suicida di lunedì scorso a Dimona, riferisce la radio Voce della Palestina. L'arresto di Salim Hirbawi, padre di Mohammed Hirbawi, è giunto dopo che ieri sera Hamas ha rivendicato formalmente l'attentato, nel quale è morta una donna israeliana. Il comunicato di Hamas è stato diramato a 30 ore dell'attentato, dopo che l'attacco era stato già rivendicato congiuntamente dal Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (PFLP) e da una frangia delle Brigate dei martiri di al Aqsa, legate al partito Fatah del presidente palestinese Abbas.

    Pakistan
    Un elicottero militare pakistano si è schiantato nelle zone tribali al confine con l'Afghanistan, nel Waziristan del sud, provocando la morte di almeno otto persone che si trovavano a bordo. Fra le vittime, il generale Javed Sultan, comandante delle forze basate a Kohat da cui dipende la massiccia offensiva in corso contro i talebani in corso nella regione. In un’intervista alla BBC, un portavoce militare ha assicurato che le cause dello schianto sono state un problema tecnico e il maltempo. Intanto, si profila una nuova sfida all'establishment militare a Perwez Musharraf. Generali e ammiragli in pensione, compreso un ex campo di Stato maggiore, si sono riuniti per la terza volta in due settimane a Rawalpindi - formalmente si trattava di un seminario sul Kashmir - per chiedere le dimissioni del presidente, fino allo scorso dicembre capo di Stato maggiore delle Forze armate. Ma l'occasione si è' presto trasformata in un’inedita manifestazione, in cui decine di uomini hanno sfilato lungo la strada principale della roccaforte militare pakistana scandendo slogan e canzoni contro Musharraf. La prima iniziativa di questo gruppo di pressione, la Società degli ex militari, risale allo scorso 22 gennaio, quando fu scritta anche una risoluzione in cui si chiedevano esplicitamente le dimissioni del presidente. Il generale Jamshed Gulzar Kiani, ex comandante di Rawalpindi mentre Musharraf era capo di stato maggiore, ha ricordato che nel 1999, subito dopo il golpe, Musharraf aveva definito un piano di azione in sette punti, nessuno dei quali, denuncia, è stato attuato.

    Apertura in calo delle Borse europee dopo il forte ribasso delle asiatiche
    La Borsa di Tokyo ha chiuso gli scambi in forte ribasso a -4,70%. La Borsa di Hong Kong ha aperto in forte ribasso. L'indice Hang Seng sprofonda a -5,4% per i timori di recessione negli Stati Uniti. Parigi, Francoforte, Milano e Londra aprono in calo. Nella seduta di ieri, complessivamente, le Borse europee hanno mandato in fumo 241 miliardi di capitalizzazione.

    Rinviato l'accordo UE-Serbia
    E' stata rinviata la firma dell'accordo politico tra UE e Serbia prevista per domani. Lo ha confermato il commissario europeo all'Allargamento, Olli Rehn. Il nostro servizio:


    “Ostacoli politici e procedurali impediscono la decisione che autorizzi la firma dell'accordo politico”. E’ quanto spiega Olli Rehn, augurandosi che il problema possa essere risolto al più presto. Esprime grandissimo rammarico sottolineando che resta l’impegno e l'invito per quando sarà pronta la Serbia. La ragione del rinvio sta nelle violente polemiche deflagrate a Belgrado sul significato dell'accordo, proposto dai ministri degli Esteri dei Ventisette, la scorsa settimana a Bruxelles. Era un accordo proposto come tappa intermedia visto che alcuni stati membri chiedono come condizione per il vero e proprio Accordo di Stabilizzazione e associazione (ASA) la consegna al Tribunale internazionale dell'Aja dell'ex generale serbo-bosniaco, Ratko Mladic. Il nodo centrale, però, sembra essere tutto nella missione civile UE in Kosovo. Lunedì scorso, le capitali europee hanno confermato il via libera anche se resta da definire la data dell'avvio. Durissime le parole del premier Kostunica, ma anche il rieletto presidente europeista Tadic ha detto che "non vi è alcuna base legale per una missione UE in Kosovo".

    26 morti per il tornado nel sud degli Stati Uniti
    E’ stato aggiornato a 26 morti il bilancio delle vittime della serie di tornado che hanno colpito il sud degli Stati Uniti durante il "Supertuesday" elettorale. In Tennessee, dove un tornado ha colpito la città di Memphis e la contea di Nashville, le vittime sono salite a 12. Il bilancio si è aggravato anche in Arkansas con 11 morti, oltre alle tre persone che hanno perso la vita in una casa mobile in Kentucky.

    Braccio di ferro Osce-Mosca sull'invio di osservatori alle presidenziali russe
    L'OSCE potrebbe boicottare le elezioni presidenziali russe del 2 marzo, a causa delle restrizioni imposte da Mosca all'invio di ossservatori. Un tentativo di compromesso avanzato ieri dalla commissione elettorale russa è stato respinto dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che lo ha giudicato ancora insufficiente. In sostanza, l'OSCE vorrebbe che un primo gruppo di osservatori sia sul posto già a partire dal 15 febbraio. Il Cremlino, che in prima battuta aveva autorizzato il soggiorno solo a partire dal 28 febbraio, ha ora anticipato di una settimana. Troppo poco, ribatte l'ufficio di monitoraggio, per poter certificare l'assenza di irregolarità nei preparativi del voto. Il braccio di ferro rischia di esacerbare ulteriormente le polemiche in corso tra Russia e Unione Europea sulla correttezza di uno scrutinio che il candidato appoggiato dal Cremlino, il presidente di Gazprom, Dmitry Medvedev, è sicuro di vincere, con un margine di consenso intorno al 70 per cento. Uno scenario che consentirebbe a Vladimir Putin di lasciare la presidenza per assumere la carica di primo ministro.

    Ucraina
    La richiesta di avviare la procedura per entrare nella NATO provoca una zuffa al parlamento ucraino. Il presidente, Viktor Yushchenko, è stato costretto a rinviare il previsto discorso annuale sullo stato della nazione a causa delle proteste dell'opposizione. Il governo di Kiev ha chiesto all'Alleanza atlantica di autorizzare il Paese al primo passo nella lunga procedura che porta all'adesione. L'opposizione filorussa accusa l'esecutivo di andare contro la volontà dell'opinione pubblica. In effetti, secondo i sondaggi, 6 ucraini su 10 sono contrari all'ingresso nella NATO, con cui l'Ucraina comunque collabora fin dalla metà degli anni '90. Il governo va avanti promettendo un referendum se e quando verrà il momento vero e proprio dell'adesione al Trattato dell'Atlantico del nord. La Russia minaccia ritorsioni. Intanto Kiev, che ha bisogno della Russia, sostiene l'ingresso della Russia nell'organizzazione mondiale del commercio. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 37

     
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