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Sommario del 09/12/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa: il dialogo interculturale e interreligioso è una priorità, ma non si ceda al relativismo
  • Benedetto XVI nomina il cardinale Cañizares prefetto della Congregazione per il Culto Divino
  • Nel 2009 il Papa visiterà Montecassino, San Giovanni Rotondo e Viterbo
  • L'omaggio del Papa all'Immacolata con l'appello alla solidarietà per i piccoli e i poveri
  • Il cardinale Poletto a Lourdes: rivolgersi a Maria per ritrovare la speranza
  • La Congregazione per il Clero rinnova la sua pagina web
  • Oggi su "L'osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Cresce la fame nel mondo: quasi un miliardo le persone sottonutrite
  • I funerali di Alessio II a Mosca. Presente una delegazione vaticana
  • Atene: scontri davanti al parlamento
  • Il Coro delle Matite Colorate in concerto per sostenere i bambini della Casa Bernadette
  • Chiesa e Società

  • Vietnam: condannati sette fedeli della parrocchia di Thai Ha
  • I vescovi delle Filippine: vergogna per la corruzione nel Paese
  • Epidemia di colera in Zimbabwe: a rischio 60 mila persone
  • Fine anno con la Comunità di Taizé: 40 mila giovani a Bruxelles
  • Il cardinale Sepe denuncia i mali di Napoli
  • A Trento il primo forum cattolico-ortodosso sulla famiglia
  • Conferenza su etica e autonomia dello sport ad Atene
  • Oggi a Parigi il primo convegno europeo sull’innovazione
  • All’Istituto di scienze religiose di Caserta incontro con i “Testimoni della comunicazione”
  • Concerto del Coro Santa Cecilia di Firenze nella Basilica di San Paolo fuori le Mura
  • 24 Ore nel Mondo

  • Israele riapre parzialmente i valichi di Gaza per il transito degli aiuti umanitari
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa: il dialogo interculturale e interreligioso è una priorità, ma non si ceda al relativismo

    ◊   Il dialogo è una priorità per l'Europa e la diversità è un dato positivo, ma non si ceda al relativismo: sono alcuni dei concetti contenuti nel messaggio del Papa al cardinale Jean-Louis Tauran e all’arcivescovo Gianfranco Ravasi che hanno promosso nei giorni scorsi una Giornata di studio dedicata al tema: Culture e Religioni in dialogo. Il messaggio è stato reso noto oggi. Benedetto XVI ha ribadito che le radici cristiane dell’Europa sono vive anche se molti sembrano ignorarle. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Il dialogo interculturale e interreligioso è “una priorità per l’Unione Europea”: il Papa lo dice con chiarezza. “La diversità – dunque - va accolta come dato positivo” ma “occorre fare in modo che le persone accettino non soltanto l'esistenza della cultura dell'altro, ma desiderino anche riceverne un arricchimento”.

     
    Benedetto XVI ribadisce che “l’Europa contemporanea … è frutto di due millenni di civiltà” e affonda le sue radici sia nell'ingente e antico patrimonio di Atene e di Roma sia, e soprattutto, nel fecondo terreno del Cristianesimo, che si è rivelato capace di creare nuovi patrimoni culturali pur recependo il contributo originale di ogni civiltà. Il nuovo umanesimo, sorto dalla diffusione del messaggio evangelico, esalta tutti gli elementi degni della persona umana e della sua vocazione trascendente, purificandoli dalle scorie che offuscano l'autentico volto dell'uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio. Così, l'Europa ci appare oggi come un prezioso tessuto, la cui trama è formata dai principi e dai valori scaturiti dal Vangelo, mentre le culture nazionali hanno saputo ricamare una immensa varietà di prospettive che manifestano le capacità religiose, intellettuali, tecniche, scientifiche e artistiche dell’Homo europeus. In questo senso – scrive il Papa - possiamo affermare che l'Europa ha avuto e ha tuttora un influsso culturale sull'insieme del genere umano, e non può fare a meno di sentirsi particolarmente responsabile non solo del suo futuro ma anche di quello dell'umanità intera”.

     
    “Proprio in quest’ora, talvolta drammatica – prosegue il Papa - anche se purtroppo molti Europei sembrano ignorare le radici cristiane dell'Europa, esse sono vive, e dovrebbero tracciare il cammino e alimentare la speranza di milioni di cittadini che condividono i medesimi valori”.

     
    “La Chiesa – ribadisce – deve entrare in dialogo” con il “mondo pluralistico” in cui essa vive e i credenti devono essere “sempre pronti a promuovere iniziative di dialogo interculturale e interreligioso, al fine di stimolare la collaborazione su temi di interesse reciproco, come la dignità della persona umana, la ricerca del bene comune, la costruzione della pace, lo sviluppo”. Ma “per essere autentico, un tale dialogo deve evitare cedimenti al relativismo e al sincretismo ed essere animato da sincero rispetto per gli altri e da generoso spirito di riconciliazione e di fraternità”. Benedetto XVI incoraggia “quanti si dedicano alla costruzione di un'Europa accogliente, solidale e sempre più fedele alle sue radici” e invita “i credenti affinché contribuiscano non solo a custodire gelosamente l'eredità culturale e spirituale che li contraddistingue e che fa parte integrante della loro storia”, ma a ricercare “vie nuove per affrontare in modo adeguato le grandi sfide che contrassegnano l'epoca post-moderna”: tra queste, “la difesa della vita dell'uomo in ogni sua fase, la tutela di tutti i diritti della persona e della famiglia, la costruzione di un mondo giusto e solidale, il rispetto del creato, il dialogo interculturale e interreligioso”.

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    Benedetto XVI nomina il cardinale Cañizares prefetto della Congregazione per il Culto Divino

    ◊   Benedetto XVI ha nominato oggi nuovo prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti il cardinale Antonio Cañizares Llovera, finora arcivescovo di Toledo e primate di Spagna. Succede al cardinale Francis Arinze, che ha presentato la rinuncia per raggiunti limiti d'età.

    Il cardinale Antonio Cañizares Llovera è nato 63 anni fa a Utiel, arcidiocesi di Valencia. E’ stato ordinato sacerdote a 24 anni. Come vescovo di Ávila, arcivescovo di Granada e poi di Toledo ha creato numerose opere sociali e centri per malati di Aids, anziani, disabili psichici, tossicodipendenti e disoccupati. Inoltre ha dotato di nuove strutture i seminari e promosso la costruzione di chiese, il restauro di edifici e di opere del patrimonio storico-artistico e istituti di scienze religiose. Dal 1995 è membro della Congregazione per la Dottrina della Fede ed ha collaborato alla redazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e alla sua versione in lingua spagnola. Intensa la sua attività accademica in particolare presso l'Università Pontificia di Salamanca per le materie «Teologia Pastorale» e «Catechetica Fondamentale». Ha tenuto conferenze e diretto corsi in tutta la Spagna, e ha partecipato a congressi, simposi e altri incontri scientifici anche in Italia, Francia, Portogallo, Gerusalemme, Stati Uniti e Brasile. Fondatore e primo grande cancelliere dell'Università Cattolica «Santa Teresa de Jesús» di Avila (1994-'97), cancelliere e promotore dell'Università Cattolica «Sant'Antonio di Padova», in Murcia (febbraio - ottobre 1998) è stato direttore e fondatore di riviste specializzate. Nel 2006 è stato creato cardinale da Benedetto XVI.

    Il cardinale Arinze, che il primo novembre scorso ha compiuto 76 anni, lascia il dicastero dopo 8 anni. Giovanni Paolo II lo aveva chiamato a guidarlo nel 2002. Ordinato sacerdote nel 1958, era diventato arcivescovo di Onitsha nel 1967 e dal 1979 presidente della Conferenza episcopale nigeriana. Nel 1985 Giovanni Paolo II lo creava cardinale, nominandolo presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, carica mantenuta fino al 2002.

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    Nel 2009 il Papa visiterà Montecassino, San Giovanni Rotondo e Viterbo

    ◊   Montecassino, San Giovanni Rotondo, Viterbo: sono queste le destinazioni di tre visite pastorali che Benedetto XVI compirà in Italia nel corso del 2009. L’annuncio è stato fatto ieri, in contemporanea, nelle diocesi che accoglieranno il Pontefice nei prossimi mesi. Il servizio di Alessandro Gisotti:

    San Benedetto, San Pio da Pietrelcina e San Bonaventura: saranno all’insegna di questi tre grandi Santi le visite pastorali di Benedetto XVI in Italia nel 2009. Si inizia il prossimo 24 maggio con Montecassino. Oltre all’abbazia benedettina, il Papa visiterà anche il vicino cimitero polacco dove tanti soldati alleati persero la vita, nel 1944, tentando di conquistare l’altura. Ai nostri microfoni, l’abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli, testimonia la gioia di tutta la comunità benedettina:

     
    R. - L’entusiasmo è stato incontenibile. Devo dire che ho avuto tanti attestati di felicità, di gioia. Oggi ancora continuano, perché questa visita arriva dopo 29 anni dall’ultima visita di un Pontefice a Montecassino, e a 5 anni dall’ultima visita del cardinale Ratzinger, che visitò Montecassino nel novembre del 2004. In quell’occasione, celebrò una Messa per la Pontificia Accademia delle Scienze, e dopo pochi mesi venne eletto Papa col nome di Benedetto.

     
    D. – Sappiamo quanto, Ratzinger cardinale prima e Benedetto XVI adesso, indichi proprio in San Benedetto un modello da seguire, anche per l’Europa di oggi…

     
    R. – Ho incontrato l’ultima volta il Santo Padre il 20 settembre scorso a Castel Gandolfo. Ho avuto la possibilità di ringraziarlo personalmente per la bellezza del discorso che lui ha tenuto in Francia, al Collegio des Bernardines, un discorso tutto intessuto di spiritualità monastica benedettina. Parlava agli uomini della cultura di Francia, ma direi agli uomini della cultura europea. E richiamava il significato simbolico, storico, forte, che hanno avuto i monaci benedettini nella costruzione della nuova Europa. Certamente in questa visita, credo che il Papa vorrà ancora rivolgere una parola al mondo monastico benedettino proprio per renderlo sempre più cosciente e responsabile di questa missione che i monaci benedettini hanno, non solo in Europa, ma nel mondo.

     
    Il 21 giugno sarà la volta di San Giovanni Rotondo, dove il Papa si recherà per pregare sulla tomba di San Pio da Pietrelcina. La visita avviene in concomitanza con l’ostensione delle spoglie del Santo cappuccino. Sentimenti di gratitudine al Papa vengono espressi, ai nostri microfoni, dall’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio:

    R. – Era un desiderio di tutta la comunità, ma soprattutto dell’immensa famiglia dei devoti a vario titolo di San Pio. Ho visto ieri sera, dando l’annunzio nel Santuario a San Giovanni Rotondo, la gioia di tutti, in particolare dei confratelli di San Pio, i padri cappuccini. Perché è bello che il Papa sia tra noi? Perché il suo ministero è quello di confermare i fratelli nella fede: noi abbiamo bisogno di sentirci, ancora una volta, garantiti in questo impegno nella fede, che poi assume una particolare caratteristica data la spiritualità e la santità di Padre Pio.

     
    D. – Il Papa sarà anche all’ospedale di San Giovanni Rotondo. Quindi, un’occasione anche d’incontro con chi soffre…

     
    R. – Certo. L’ospedale è la grande realizzazione della carità di San Pio, e il Papa verrà anche lì a dare una parola di speranza e un incoraggiamento a quanti operano secondo l’idea di Padre Pio, che ha fatto dell’ospedale un “tempio di preghiera e di scienza”.

     
    La terza visita pastorale, il 6 settembre, toccherà due cittadine laziali: Viterbo e Bagnoregio. Anche la comunità dei fedeli della diocesi viterbese attende con gioia la visita del Santo Padre. Ecco la testimonianza del vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli:

    R. – C’è stata una grande esplosione di gioia. La comunità sente il bisogno di essere confermata nella fede. Questo incontro con il Pastore supremo esprime il bisogno di esperienza di Chiesa e questo è molto bello. Noi ci prepareremo lungo questa scia, non solo all’interno della Chiesa, ma nel contesto del territorio. Le istituzioni civili hanno dato risonanza molto ampia a questo avvenimento. La realtà culturale poi della Università, l’istituto teologico che abbiamo aggregato al Sant’Anselmo, le realtà che vivono nel territorio sentono fortemente il legame con il Successore di Pietro.

     
    D. – Il Papa sarà a Viterbo, ma anche a Bagnoregio… il richiamo immediato è a San Bonaventura...

     
    R. – Il Santo Padre ha cara la figura e l’opera di San Bonaventura, come studioso e come teologo. A lui ha dedicato la sua tesi dottorale. E come il Papa era stato a Pavia per Agostino, così mi aveva detto un giorno: “Bagnoregio sarà un punto di riferimento!”.

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    L'omaggio del Papa all'Immacolata con l'appello alla solidarietà per i piccoli e i poveri

    ◊   “Insegnaci, Maria, ad essere solidali con chi è in difficoltà; aiutaci a coltivare il senso del bene comune, del rispetto di ciò che è pubblico, spronaci a sentire la città come patrimonio di tutti”. Questa l’invocazione che il Papa ha rivolto ieri pomeriggio alla Vergine nel tradizionale omaggio all’Immacolata in Piazza di Spagna. Prima una sosta breve davanti alla Chiesa della Santissima Trinità, per accogliere l’omaggio dell’Associazione dei Commercianti di Via Condotti, poi da lì l’ingresso nella piazza davanti alla colonna che reca in cima la statua della Vergine, le braccia aperte verso il cielo e il capo cinto da una corona di 12 stelle. Ce ne parla Gabriella Ceraso:

    (canto)

     
    “Immacolata Concezione”: ripete questo nome misterioso con commozione il Papa, giunto pellegrino tra applausi e il canto del Magnificat, ai piedi della statua della Vergine, nel cuore di Roma. "Tota pulchra est Maria" canta la folla in un tiepido pomeriggio invernale, e il Papa torna col pensiero a tre mesi fa alla visita a Lourdes a 150 anni dalle Apparizioni mariane, celebrazioni, dice, che si concludono in questa solennità dell’Immacolata Concezione perché con questo nome stupendo la Vergine si rivelò a Bernadette …

     
    “Come un figlio alza gli occhi al viso della mamma e, vedendolo sorridente, dimentica ogni paura e ogni dolore, così noi, volgendo lo sguardo a Maria, riconosciamo in lei il 'sorriso di Dio', il riflesso immacolato della luce divina, ritroviamo in lei nuova speranza pur in mezzo ai problemi e ai drammi del mondo”.

    E proprio le rose bianche che sin dall’Ottocento il Papa reca in omaggio a Maria, l’8 dicembre, per dirle amore e devozione, sono il simbolo, spiega Benedetto XVI, sì delle gioie ricevute durante l’anno ma anche, con le loro spine, delle preoccupazioni e dei mali che vogliamo confidare alla Madre, sicuri del suo conforto. Alla Vergine Maria, con un pensiero speciale, il Papa affida i piccoli di Roma:

    “Soprattutto quelli gravemente malati, i ragazzi disagiati e quanti subiscono le conseguenze di pesanti situazioni familiari: veglia su di loro e fa che possano sentire nell’affetto e nell’aiuto di chi sta loro accanto, il calore dell’amore di Dio”.
     
    Poi con loro, gli anziani, soli, gli immigrati, le famiglie con problemi economici e i disoccupati, per tutti un’unica invocazione a Maria:

    “Insegnaci, Maria, ad essere solidali con chi è in difficoltà, a colmare le sempre più vaste disparità sociali; aiutaci a coltivare un più vivo senso del bene comune, del rispetto di ciò che è pubblico, spronaci a sentire la città – e più che mai questa nostra Città di Roma – come patrimonio di tutti, ed a fare ciascuno, con coscienza ed impegno, la nostra parte per costruire una società più giusta e solidale”.

    La visita a Piazza di Spagna si conclude con un’ultima invocazione per i giovani di oggi e per tutti i cristiani perché siano anima del mondo in questa non facile stagione della storia, dice il Papa, sul modello di Maria che ci aiuta a credere con più fiducia nel bene, nella gratuità, nella non violenza, nella forza della verità e soprattutto che ci incoraggia a non cedere alla tentazione di facili evasioni.
     
    (canto)

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    Il cardinale Poletto a Lourdes: rivolgersi a Maria per ritrovare la speranza

    ◊   In un clima di profonda commozione si è chiuso ieri a Lourdes l’Anno giubilare per i 150 anni dalle Apparizioni mariane a Bernadette Soubirous. A suggellare l’evento si è celebrata ieri sulla spianata del Rosario una Santa Messa internazionale presieduta dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, alla quale hanno partecipato migliaia di fedeli uniti dalla grande gioia di vivere una giornata ‘particolare’, come racconta il porporato al microfono di Roberta Gisotti.

    R. – Il clima della Messa di chiusura è stato un clima di festa e di eccezionalità per l’evento; la gente ha avvertito - anch’io sono stato lì tre giorni – che l’Anno giubilare è stato un evento straordinario; rispetto agli altri pellegrinaggi si notava una gioia più grande, un entusiasmo più forte. E poi, quello che io ho avvertito, personalmente, è stata la ‘fame’, la ‘fame’, la ‘fame’ di confessori, che pure ce n’erano di preti in giro a confessare e anche nella Cappella delle confessioni, ma io che domenica - la seconda domenica d’Avvento – avevo la Messa alla Grotta per gli italiani alle 10.00, sono andato un’ora prima per pregare, mi hanno visto e mi han detto: “noi cerchiamo dei confessori!”. Ed ho risposto: “sono qui, pronto”, mi son seduto e si è subito fatta la fila e per un’ora ho confessato. Ho detto alla Madonna: “dovevo pregare, ma ho confessato”, quindi quale preghiera più bella di aver potuto ascoltare le confessioni dei fedeli?

     
    D. - Ricordiamo l’invito rivolto da Benedetto XVI, nel settembre scorso durante il suo pellegrinaggio a Lourdes, ‘volgetevi a Maria’, ha detto il Papa “a quanti soffrono, lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita”. Eminenza come saper aprire il cuore alla Madonna nei momenti di tormento esistenziale?

     
    R. – Guardi, io sono convinto che nei momenti di tormento esistenziale, la grazia di Dio tocca il cuore della gente. Quindi, quando una persona è tentata di sentire che la vita non gli dà più niente, che quindi non ha più significato, ha due soluzioni: o la disperazione, o la grazia di Dio che tocca il cuore e che dev’essere accolta. Io mi auguro e spero e penso - perché constato - che molta gente in quel momento sente che c’è solo la speranza di aggrapparsi al Signore e alla Madonna, che nella sua tenerezza materna media tra Dio e noi.

     
    D. – Eminenza, Lei crede che sia più difficile, oggi, in tempi che denunciamo sovente di esasperato materialismo, di relativismo morale, accogliere il messaggio che la Madonna ha lasciato un secolo e mezzo fa attraverso Bernadette?

     
    R. – Guardi, la mia risposta è duplice. A livello epidermico, cioè di impressione immediata, direi sì, è più difficile oggi rispetto ad allora perché siamo secolarizzati, materializzati, presi dal consumismo, ecc…; però, io sono convinto che questa strada imboccata della secolarizzazione, quando ci farà toccare il fondo e ci accorgeremo che non porta gioia, serenità, non porta alla realizzazione di noi stessi, allora ci verrà la nostalgia di Dio. Quindi io credo che ci sarà un grande ritorno alla fede. Anche questa crisi economica mondiale di questo tempo fa pensare, fa riflettere, fa rientrare in se stesse tante persone e da un male verrà un bene.

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    La Congregazione per il Clero rinnova la sua pagina web

    ◊   La Congregazione per il Clero ha rinnovato la sua pagina web www.clerus.org che ha ormai dieci anni. In un comunicato del dicastero a firma del cardinale prefetto Cláudio Hummes e del segretario, arcivescovo Mauro Piacenza – reso noto ieri 8 dicembre – si ricorda che “dieci anni fa, in questo stesso giorno, nel quale la Chiesa celebra la Solennità dell’Immacolata Concezione, la Congregazione per il Clero offriva a tutti i Sacerdoti, Diaconi e Catechisti di tutto il mondo la novità della propria pagina web in Internet. Con essa (anche per tutti coloro che si avvicinassero ad essa) si voleva, non solo offrire un aiuto specifico ai diretti destinatari, ma anche interpretare la missione che Internet deve dare a tutti gli utenti: ‘Perché solo quando si contempli il volto di Cristo e si ascolti la Sua voce… si convertirà Internet in uno spazio veramente umano, perché se non c’è spazio per Cristo non può esistere spazio per l’uomo… Il Signore benedica coloro che lavorano con il suddetto proposito” (Giovanni Paolo II)’. Sono passati dieci anni – prosegue il comunicato - e con il trascorrere del tempo siamo stati introdotti nel Nuovo Millennio del Cristianesimo. La Chiesa e il mondo camminano con le luci e le ombre dell’alba del Terzo Millennio. La strada da percorrere è ancora lunga, ma i passi della Chiesa e della società sono stati illuminati con la ‘luce della speranza’: questa è la forza che ci incoraggia ad andare avanti perché, come ci insegna il Papa Benedetto XVI, ‘siamo salvi mediante la speranza’. E’ la speranza di offrire ‘qualcosa di nuovo’ che ci ha motivati a rinnovare la nostra Pagina Web, per un aiuto molto più efficace alla grande sfida dell’evangelizzazione che, tramite i Sacerdoti, i Diaconi e i Catechisti, la Chiesa deve accettare e sostenere: La Parola di Dio mediante le nuove tecniche di comunicazione. A Maria Santissima, Maestra del dialogo con Dio e con gli uomini – conclude il comunicato - offriamo ed affidiamo nuovamente la nostra pagina web appena rinnovata, convinti che Ella benedice il nostro sforzo e tutto il lavoro di coloro che, con la forza della speranza, si avvicineranno a questo sito con spirito evangelizzatore ed apostolico”.

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    Oggi su "L'osservatore Romano"

    ◊   Le radici cristiane dell’Europa sono vive: in prima pagina, il messaggio di Benedetto XVI in occasione della giornata di studio su “Culture e religioni in dialogo” organizzata dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e dal Pontificio Consiglio della Cultura

    Quando la corsa alle vittime oscura la realtà: una riflessione, in prima pagina, di Lucetta Scaraffia su Chiesa e diritti umani

    Mai più vittime delle mine antiuomo: nell’informazione internazionale, l’intervento della Santa Sede alla nona riunione degli Stati parte della Conferenza di Ottawa

    Nuove speranze per la riunificazione di Cipro: Elisabetta Galeffi intervista il presidente cipriota Demetrios Christofias e il leader turcocipriota Mehemet Ali Talat

    In cultura, Enrico Raggi e Marcello Filotei sul dibattito - riapertosi dopo decenni - in merito alla produzione del compositore francese Olivier Messiaen, nel centenario della nascita

    Un articolo di Angelo Maffeis dal titolo “Parola e verità, uno stesso volto”: il 10 dicembre 1968 scompariva il teologo protestante Karl Barth

    Lo studente dissoluto che divenne trappista: Piero Viotto ricorda Thomas Merton a quarant’anni dalla morte

    Un articolo di Luca Pellegrini dal titolo “E’ ancora lunga e faticosa la salita che porta al rispetto dei diritti umani”: anche il cinema italiano ricorda, con un’opera collettiva di trenta corti, la firma della Dichiarazione

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    Oggi in Primo Piano



    Cresce la fame nel mondo: quasi un miliardo le persone sottonutrite

    ◊   La fame avanza inarrestabile e miete sempre più vittime: oggi nel mondo sono quasi un miliardo le persone sottonutrite. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto della Fao sullo “Stato dell’insicurezza alimentare nel mondo”, diffuso stamani in conferenza stampa a Roma. Il direttore dell’agenzia delle Nazioni Unite, Jacques Diouf, commentando la richiesta di 30 miliardi di dollari all’anno avanzata lo scorso mese di giugno durante il vertice tenutosi a Roma, ha affermato che questa somma costituisce “l'8 per cento di quanto i Paesi sviluppati hanno speso nel 2007 per i sussidi all'agricoltura”. “Trenta miliardi di dollari – ha aggiunto - non sono nulla rispetto a quanto si spende in armamenti o quanto si sta spendendo in tutto il mondo per la crisi finanziaria”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

    Sono 963 milioni le persone sottonutrite, 115 milioni in più rispetto al biennio 2003-2005. Alla base di questo drammatico e rapido incremento c’è secondo la Fao l’impennata dei prezzi delle materie prime agricole. Il crescente aumento del costo della vita ha inoltre provocato una drastica riduzione delle spese familiari nei settori della salute e dell’istruzione, con ripercussioni immediate soprattutto su bambini, donne incinte e mamme. L’aumento dei prezzi, che ha causato la riduzione del cibo a disposizione di milioni di poveri, può però aprire anche spiragli di speranza: secondo gli esperti della Fao, può diventare un’opportunità di sviluppo per milioni di piccoli agricoltori poveri favorendo l’espansione dei mercati regionali con la creazione di nuovi posti di lavoro.

     
    Le strade indicate dall’Onu prevedono il rafforzamento del settore agricolo con l’aumento della produttività e l’avvio di programmi di protezione sociale per le categorie più vulnerabili. Lo scenario mondiale è oggi allarmante. Il vicedirettore dell’Agenzia alimentare delle Nazioni Unite e curatore del rapporto, Hafez Ghanem, ha spiegato che “per milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo riuscire a mangiare ogni giorno una quantità di cibo sufficiente per poter condurre una vita sana è ancora un sogno lontano”. In Asia sono 583 milioni le persone che soffrono la fame. Nell’Africa sub-sahariana una persona su tre è cronicamente affamata. In America Latina, dove negli anni scorsi si erano registrati importanti progressi, il numero delle persone affamate è salito a 51 milioni. La situazione potrebbe ulteriormente deteriorarsi: per il futuro si prevede un peggioramento di questo scenario a causa dell’attuale crisi finanziaria ed economica.

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    I funerali di Alessio II a Mosca. Presente una delegazione vaticana

    ◊   Mosca si è fermata stamani per rendere l’ultimo, commosso saluto ad Alessio II, morto venerdì scorso all’età di 79 anni. Ai funerali del Patriarca della Chiesa ortodossa russa hanno partecipato migliaia di fedeli, le più alte cariche dello Stato, la delegazione vaticana, guidata dal cardinale Walter Kasper, e il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. Dalla capitale russa, il servizio di Giuseppe D’Amato:

    Alessio II riposa nella cattedrale dell’Epifania al fianco di altri Patriarchi della Chiesa ortodossa russa. Questa era la sua volontà, che è stata rispettata. Stamani, alle 8, è iniziata la liturgia funebre officiata dal metropolita Kirill, attualmente reggente della Chiesa di Mosca. Migliaia erano le persone alla Cattedrale di Cristo Salvatore, oltre alle delegazioni ufficiali; quella vaticana era guidata dal cardinale Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, accompagnato dal cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito di Giustizia e Pace, dall'arcivescovo Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede nella Federazione russa, da padre Milan Žust, officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e da mons. Ante Jozić, segretario di nunziatura a Mosca. La bara scoperta, con le spoglie mortali del Patriarca, era in posizione centrale; un fazzoletto bianco - come vuole la tradizione - era stato posto sul viso di Alessio, che nella mano destra teneva una croce di legno. Un requiem è stato letto dal Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo. Il metropolita Kirill, in una breve omelia, ha sottolineato la grave perdita per la scomparsa di Alessio e i suoi grandi meriti nella rinascita della Chiesa ortodossa dopo il comunismo: migliaia di chiese sono state costruite. I funerali sono stati trasmessi in diretta su tutte le principali televisioni federali; le telecamere si sono spesso soffermate su una donna vestita umilmente, che piangeva tenendo in mano una foto di Alessio. Quattro cori hanno cantato insieme creando un clima suggestivo. Grande commozione durante il suono di una campana a morto; il feretro ha successivamente lasciato la cattedrale di Cristo Salvatore, per raggiungere quella dell’Epifania per l'inumazione, in una Mosca blindata, con migliaia di poliziotti per le strade. Il centro della capitale è rimasto chiuso al traffico per ore.

     
    Ma come stanno vivendo questi momenti gli ortodossi russi? Adriana Masotti lo ha chiesto a padre Alessio Yastrebov, parroco della chiesa delle Sante Donne Mirofore a Venezia:

    R. – Certo sono sentimenti di grande lutto, quelli che vivono non soltanto i fedeli ortodossi, praticanti, ma anche i cittadini semplici, che magari non sono tanto praticanti e magari non sono neanche ortodossi. Sua Santità è riuscito in questi 18 anni a stabilire dei rapporti molto amichevoli con le altre comunità cristiane e non cristiane. Certamente c’è anche un sentimento di grande serenità, perché per un cristiano non c’è la morte, per un cristiano c’è sempre continuazione, e in questo senso noi tutti siamo adesso uniti in preghiera, tutte le comunità, sia all’estero che in patria, per l’anima del defunto Patriarca.

     
    D. – Per che cosa il Patriarca Alessio II sarà ricordato in modo particolare?

     
    R. – Il tempo del suo Patriarcato è stato molto difficile da tutti i punti di vista: è stato un periodo di passaggio. Quindi, lui ha dovuto guidare la Chiesa in tempi difficilissimi, quando sono cambiati i governi, i presidenti, quando la struttura dello Stato è cambiata, quando c’è stata una svalutazione del rublo incredibile. Ma dal punto di vista della libertà religiosa sono stati tempi eccezionali, e Sua Santità è riuscito a mobilitare le risorse della Chiesa, è riuscito a portare ad un livello molto alto l'istruzione religiosa, in modo tale che adesso abbiamo più di 30 seminari, abbiamo accademie, università teologiche. E poi sono stati completamente rivisti i rapporti con il potere: adesso la Chiesa è molto indipendente. Quindi, Sua Santità ha portato ad una grande rinascita della Chiesa russa.

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    Atene: scontri davanti al parlamento

    ◊   Proseguono in Grecia le manifestazioni di protesta, infiammatesi per l’uccisione, sabato scorso, di un giovane dimostrante da parte della polizia. Oggi ad Atene i funerali del ragazzo. Ieri, terza giornata di manifestazioni, si sono registrate nuove gravi tensioni soprattutto nella capitale. Anche oggi stato di allerta: indette nuove dimostrazioni in vista dello sciopero generale di domani. Disordini stamani di fronte al parlamento di Atene mentre il premier Karamanlis, in un colloquio con il presidente greco, Papoulias, ha lanciato un appello a tutte le forze politiche. Il capo dello Stato ha definito la morte del ragazzo una ferita per la democrazia. Il servizio di Giancarlo La Vella:

    “Sono giorni difficili”. Così il capo dello Stato greco, Karolos Papoulias, ha accolto il premier Costas Karamanlis per discutere la situazione dopo tre giorni di disordini seguiti all'uccisione dello studente da parte della polizia. Oggi ad Atene sono in programma altre manifestazioni. Il governo ha smentito, tuttavia, che possa essere dichiarato lo stato di emergenza. Il premier in prima persona ha chiesto collaborazione a tutte le forze politiche, esortando tutti i partiti a condannare la violenza. Ieri sera il ministro dell'Interno Pavloupoulos aveva parlato di tolleranza zero nei confronti delle dimostrazioni di piazza. Intanto, la Grecia si interroga su quanto sta avvenendo. Il clima da guerriglia urbana, con auto date alle fiamme, barricate e negozi devastati – lo stesso vissuto negli anni scorsi in altri Paesi europei – rischia di innescare tensioni politiche e sociali di difficile soluzione. Comunque la morte di Alexis Grigoropoulos, il 15enne ucciso da un agente, rappresenta una ferita dolorosa nel tessuto sociale e politico del Paese. Il ministro dell’Interno difende l’operato della polizia, accusata dall’opinione pubblica di non aver saputo prevenire i tumulti e i saccheggi di Atene e Salonicco. Secondo alcuni osservatori quanto sta avvenendo in Grecia è qualcosa di diverso da una semplice protesta studentesca. E' quanto sottolinea Antonio Ferrari, inviato speciale ed analista del Corriere della Sera, raggiunto telefonicamente ad Atene:

     
    R. – E’ una cosa molto importante, prevista perché c’era un malessere crescente, che non riusciva a trovare né sfogo politico né pure rappresentanza; il governo risultava troppo assente per tutti i problemi legati agli scandali, anche pesanti, che hanno riguardato il governo greco, quindi la riforma universitaria e la crisi economica. Era come se si attendesse passivamente un detonatore. Il detonatore è arrivato con questo tragico incidente che alcuni definiscono senza mezze parole “assassinio”. L'agente che ha sparato è stata arrestata per omicidio volontario. Questo è diventato il detonatore: andare a toccare il mondo studentesco in un Paese che deve agli studenti la rivolta del ’73, che segnò l’inizio della fine della dittatura militare. E’ una cosa che ha oltrepassato il mondo universitario, il mondo dei giovani, ed è entrata nella società. Il secondo aspetto è che poi ci sono le violenze cieche di gruppi di fanatici, di estremisti che, inseriti all’interno delle manifestazioni pensano soltanto a compiere atti vandalici.

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    Il Coro delle Matite Colorate in concerto per sostenere i bambini della Casa Bernadette

    ◊   “Magiche bolle blu”: si chiama così il nuovo cd del coro Le Matite Colorate che sarà presentato domani a Roma, alle 20.30, all’Auditorium Conciliazione. Festeggeranno così 70 ragazzi di età compresa fra i 6 e i 18 anni il 60.mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, in collaborazione con l’Unitalsi e invitando a guardare particolarmente al mondo dell’infanzia. La serata, infatti, intende sostenere il Progetto Bambini “Casa Bernadette”, struttura che ospita le famiglie dei piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù. Il servizio di Tiziana Campisi:

    (musica)

     
    Canteranno per ricordare agli adulti che nel mondo non sempre i diritti dell’infanzia sono tutelati. Che lo sguardo verso l’altro va conservato con amore. Per questo proporranno il loro repertorio fatto di testi ispirati alla Sacra Scrittura e ai grandi valori dell’umanità. Le Matite Colorate, il coro, nato nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, che prende il nome dalla beata Madre Teresa di Calcutta, la piccola Matita nelle mani di Dio, che ha benedetto i piccoli cantori nel maggio del ’96, faranno conoscere così “Magiche bolle blu”. Con il loro cd vogliono anche ricordare Nennolina - parrocchiana di Santa Croce in Gerusalemme - la bimba che a soli sei anni dovette subire l’amputazione di una gamba per osteosarcoma e che percorse una lunga via crucis fino alla morte, nel luglio 1937. Di lei resta un diario e più di cento letterine - rivolte a Gesù, Maria e Dio Padre - che rivelano una intensa vita mistica. Ma qual è l’idea legata alla nuova produzione musicale? Ce ne parla padre Luca Zecchetto, monaco cistercense, priore della comunità di Santa Croce in Gerusalemme a Roma:

     
    R. - E’ un disco dedicato, in modo particolare, al mondo dell’infanzia. La parola “Magiche”, nel titolo del cd, va intesa nel senso che nel bambino, ogni stagione, ogni vita, ogni passo, contiene qualcosa di magico, perché il bambino sente che la vita sta nascendo e può fluire, mentre a volte l’adulto è un po’ spento e un po’ più stressato, e avverte meno la forza della vita, soprattutto oggi. Quindi, questo rapporto con il mondo dell’infanzia è un rapporto bello a cui sentiamo di dare ma dal quale anche riceviamo tantissimo.

     
    D. - Dalla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, la voce delle Matite Colorate, chi vuole raggiungere?

     
    R. – Vuole raggiungere l’altro, anche quell’altro che non appartiene strettamente al mondo religioso. Noi abbiamo fatto diversi cd, diversi brani, che nascono dalla Parola di Dio, ma l’idea era di permettere, a questa Parola di Dio, di uscire a volte un po’ anche dai nostri confini e raggiungere l’uomo.

     
    D. – Adesso vi impegnerà un nuovo ciclo di concerti…

     
    R. – Abbiamo lavorato per due anni, c’è stata la partecipazione di diversi artisti. Abbiamo in programma varie date e ci aspetta anche la Terra Santa. I nostri spettacoli, i nostri momenti, li accostiamo sempre a progetti per sostenere i bambini in difficoltà, e soprattutto, quelle case, vicine agli ospedali per bambini, dove trovano accoglienza ed ospitalità i genitori, i parenti.

     
    Lo spettacolo di domani all’Auditorium Conciliazione, patrocinato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sarà tradotto anche in braille, un gesto attraverso il quale le “Magiche bolle blu” raggiungeranno anche chi non può vedere le Matite Colorate.

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    Chiesa e Società



    Vietnam: condannati sette fedeli della parrocchia di Thai Ha

    ◊   In Vietnam, sono stati condannati a pene detentive sette degli otto fedeli che hanno preso parte alle veglie di preghiera della parrocchia di Thai Ha e chiesto la restituzione del terreno parrocchiale requisito dallo Stato. La corte ha emesso sentenze di condanna che prevedono dai 12 ai 15 mesi di carcere. Uno degli otto imputati ha ricevuto un’ammonizione. Le pene, al momento, sono sospese. Gli otto cattolici sono stati accusati di “disordini” e “danni alla proprietà dello Stato”. In realtà – riferisce AsiaNews – “hanno solo partecipato a  veglie di preghiera organizzate dalla parrocchia di Thai Ha per ottenere la restituzione del terreno della loro chiesa, requisito dal governo”. Prima della sentenza, oltre 2 mila persone hanno partecipato alla Santa Messa pregando per gli 8 cattolici chiamati a comparire davanti al tribunale. Al termine della cerimonia liturgica, i parrocchiani hanno raggiunto l’ufficio del Comitato del popolo, sede del processo. Lungo il percorso, i fedeli hanno recitato il rosario e portato ramoscelli di palma. Non sono mancati momenti di grande tensione: le forze di sicurezza – rende noto AsiaNews – sono intervenute per impedire ai fedeli di entrare nell’ufficio. Gli otto imputati si sono infine dichiarati innocenti e hanno chiesto al governo di dimostrare che la proprietà requisita fosse posseduta legalmente dal governo. (A.L.)

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    I vescovi delle Filippine: vergogna per la corruzione nel Paese

    ◊   La ricorrenza della Giornata internazionale per i diritti umani, domani, dovrebbe essere per le Filippine fonte di “vergogna e imbarazzo”. E’ quanto esprime la Conferenza episcopale cattolica nelle Filippine in un documento firmato dal presidente, mons. Angel Lagdameo, arcivescovo di Jaro. “Proviamo profonda vergogna – si legge nel comunicato ripreso dal Sir - nel sapere che il nostro Paese viene considerato il più corrotto in Asia e al secondo posto nel mondo, per una serie di violazioni dei diritti umani di varia gravità”. Violazioni che “restano senza spiegazioni e senza soluzione oppure soggette a insabbiamento”, prosegue mons. Lagdameo. Tuttavia resta la speranza, in questo periodo legata soprattutto alle elezioni del 2010. “Non perdiamo la fiducia che si possa trovare candidati che siano onesti e sinceri, uomini di visione e di integrità, competenti”, ha concluso il presidente della Conferenza episcopale. “Dovremmo imparare dalla nostra storia passata e affrontare con speranza il nostro futuro”. (A.L.)

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    Epidemia di colera in Zimbabwe: a rischio 60 mila persone

    ◊    In Zimbabwe, l’Unicef ha lanciato un piano di risposta alla crisi umanitaria per i prossimi 120 giorni, attivando un team dedicato esclusivamente alla lotta all'epidemia di colera. Il piano si fonda sul potenziamento dei servizi sanitari nelle comunità, sulla fornitura di alimenti supplementari e sull'estensione dell'accesso all'acqua sicura. Tra gli obiettivi del piano – si legge nel comunicato del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia - vi sono la fornitura di farmaci essenziali per il 70% della popolazione, la vaccinazione di 1,5 milioni di bambini, l’assistenza diretta a circa 250.000 bambini orfani e l’adozione di misure per incentivare il ritorno al lavoro di infermieri e insegnanti. In Zimbabwe, la situazione resta drammatica, a causa di una gravissima crisi economica e sociale. Il colera è una ulteriore piaga che affligge il Paese africano. Il governo ha riconosciuto ufficialmente, mercoledì scorso, il collasso del sistema sanitario di fronte all'epidemia dichiarando lo stato di calamità nazionale. Le stime ufficiali parlano di 589 morti a causa dell'epidemia, con 13.960 casi di contagio: in 9 delle 10 province del Paese africano sono stati accertati focolai di infezione. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, fino a 60 mila persone potrebbero contrarre il colera nel caso in cui cui l’epidemia sfugga al controllo. L'epidemia è stata scatenata già nel mese di agosto dalla carenza di acqua potabile e dalle pessime condizioni igieniche. Ad amplificarla, secondo l’Unicef, è soprattutto l'incapacità del governo di fronteggiare l'emergenza. (A.L.)


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    Fine anno con la Comunità di Taizé: 40 mila giovani a Bruxelles

    ◊   Oltre 40 mila giovani di tutta l’Europa e di altri continenti si riuniranno a Bruxelles dal 29 dicembre al 2 gennaio per rispondere all’invito della comunità di Taizé. Dopo Ginevra, Zagabria, Milano, Lisbona, Amburgo, l’incontro di Bruxelles sarà il 31.mo incontro europeo dei giovani animato da Taizé. Questa nuova tappa farà seguito ad un recente incontro in Africa, a Nairobi in Kenya, dal 26 al 30 novembre, che ha raccolto 7000 giovani da 15 Paesi africani. In occasione dell’incontro di Bruxelles, frère Alois, il successore di frère Roger, pubblicherà la “Lettere dal Kenya” che servirà come base per la riflessione durante l’incontro europeo. “Tutti – scrive frère Alois - possono partecipare ad una civilizzazione segnata non dalla sfiducia ma dalla fiducia. Nella storia talvolta sono state sufficienti poche persone per far pendere la bilancia verso la pace. Osiamo creare anche partendo da ciò che non è perfetto. Troveremo una libertà”. Sono previsti 180 punti di accoglienza da Malines a Nivelles, da Alost a Louvain. Per preparare l’incontro, le Chiese cattoliche, protestanti e ortodosse del Belgio hanno lavorato durante gli scorsi mesi in collaborazione con la comunità di Taizé. Migliaia di famiglie apriranno le loro porte ai giovani. Per avere maggiori informazioni, si può consultare il sito www.taize-bru.be (A.L.)

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    Il cardinale Sepe denuncia i mali di Napoli

    ◊   Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, nel messaggio rivolto ieri ai fedeli e alle autorità cittadine nella solennità dell’Immacolata Concezione, ha indicato i mali del capoluogo partenopeo: “Abbiamo imparato, fin troppo bene, che l’intreccio dei suoi mali – ha scritto il porporato - è alla fine il suo male peggiore, pur se la matrice di questa deriva è intrisa di odio e di prepotenza e si chiama violenza, sopraffazione, camorra”. “Ma – ha aggiunto il cardinale - si chiama anche inerzia, inefficienza, inadeguatezza e illegalità”. Secondo l’arcivescovo di Napoli, “le trame di questi mali non solo distruggono vite umane, ma offendono la città, la feriscono, fiaccano le attese della comunità”. Aggrediscono anche “il terreno di ogni resistenza, minando ogni legittima speranza”: così – si legge nel testo – “tutto sembra oscurato negli antri di un percorso infido e velenoso che non scorre nei sotterranei della città, ma viene in superficie, quasi con arroganza e impudenza, ne guasta l’aria, la prende alla gola senza lasciarla respirare”. “Si può morire – ha spiegato il cardinale – anche perché non si ama veramente la città, perché non si prende coscienza dei limiti oggettivi, non si riesce a trovare la forza per reagire”; si soccombe anche perché “non si sopporta che la dignità di un uomo diventi carta straccia”. Si può morire – ha proseguito l’arcivescovo di Napoli – perché si vede “una città disorientata, quasi smarrita: si resta senza forze” perché cercando di guardare oltre, non si riesce a difendersi “dalle ombre che oscurano le città”. “I nostri occhi – ha scritto il cardinale Sepe – sono stanchi di vedere la violenza che non muore, le tante illegittimità che condizionano la nostra vita quotidiana, le miserie umane che cercano di farsi largo, le difficoltà di tante famiglie, le povertà vecchie e nuove che aumentano sempre di più e indeboliscono la stessa dignità dell’uomo”. “Gli occhi non bastano perché Napoli in questo momento ha più bisogno del cuore”. Ciò che Napoli non può sopportare – ha avvertito il porporato – è “il peso dell’egoismo, dell’individualismo, del pessimismo, dell’indifferenza”. “Napoli – ha affermato – è diventata una drammatica scelta di campo: chi non mette in gioco tutto ciò che porta e parte dal cuore – il coraggio, la fede, una forma cristiana ma anche laica di speranza – è fuori dalla partita”. “Questa città – ha concluso - non può accontentarsi del poco” perché non basterebbe: “C’è un impegno a tempo pieno, senza rischio di nessuna forma di precariato, da assolvere prima di ogni altro”. Tale impegno – ha detto il cardinale rivolgendosi ai giovani napoletani – è di “voler bene alla città”, avendone cura e dandole affetto come a qualcosa di proprio. (A.L.)

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    A Trento il primo forum cattolico-ortodosso sulla famiglia

    ◊   “La famiglia: un bene per l'umanità”. questo il tema del primo Forum cattolico-ortodosso che si svolgerà a Trento dall’11 al 14 dicembre, organizzato dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) con la collaborazione dell’arcidiocesi di Trento. Da giovedì prossimo, 7 esperti di chiese ortodosse d’Europa si confronteranno insieme con 7 esperti cattolici di Conferenze episcopali sul tema della famiglia. In particolare – informa una nota del Ccee -, la riflessione sarà articolata attorno all’aspetto teologico della famiglia nel progetto della creazione. Verrà affrontato – rende noto il Sir – anche l’aspetto giuridico–culturale con un confronto sulle definizione della famiglia nelle diverse legislazioni nazionali e internazionali. Il cardinale Péter Erdő, Primate d’Ungheria e presidente del Ccee, ha sottolineato come siano stati “i cambiamenti storici e culturali avvenuti in Europa negli ultimi decenni a fare sì ché si avviasse una riflessione sull’opportunità di creare in Europa un Forum cattolico-ortodosso per affrontare insieme temi pastorali di comune interesse”. (A.L.)

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    Conferenza su etica e autonomia dello sport ad Atene

    ◊   “Libertà d'azione e moralizzazione dello sport: etica e autonomia”. E’ il titolo della conferenza, che si apre domani ad Atene, dei ministri dello Sport dei 49 Stati aderenti alla Convenzione culturale europea. L’incontro - spiegano i promotori - “intende rispondere a nuove sfide etiche, quali doping genetico, incontri truccati, scommesse sportive on line e corruzione. La conferenza - sottolinea il Sir - affronterà anche la questione dell'autonomia finanziaria delle federazioni sportive internazionali come il Cio o l’Uefa. Verranno adottate tre risoluzioni: sull’autonomia dello sport, sull’etica e sulla cooperazione paneuropea. Oltre a diversi ministri interverranno, fra gli altri, i presidenti dell’Agenzia mondiale antidoping, John Fahey, del Comitato olimpico europeo, Patrick Hockey, e dell’Uefa, Michel Platini. Tra gli obiettivi, c’è anche quello di aggiornare il Codice d’etica sportiva. Tra i temi in agenda particolare risalto verrà dato, infine, alla tratta degli esseri umani nello sport e la discriminazione nell’accesso agli impianti. (A.L.)

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    Oggi a Parigi il primo convegno europeo sull’innovazione

    ◊   “Lanciare un processo volto a rendere più dinamica l’innovazione in Europa, come elemento di risposta alla crisi economica e finanziaria nel contesto della globalizzazione”: è l’obiettivo del primo “Convegno europeo sull’innovazione” che si tiene oggi a Parigi. Promosso nell’ambito del semestre di presidenza francese a tre settimane dall’inizio del 2009, proclamato dall’Unione Europea Anno europeo della creatività e dell’innovazione, l’incontro risponde alla “volontà di rinnovamento della strategia di Lisbona”. L’obiettivo – ricorda il Sir – “è di fare dell’economia della conoscenza, ossia la ricerca, l’innovazione e la valorizzazione economica della ricerca, il motore di sviluppo dell’Europa”. Saranno prese in esame le modalità per migliorare il finanziamento delle giovani imprese innovative e per valorizzare la ricerca pubblica. Saranno anche valutate strategie per mobilitare tutte le risorse necessarie, umane, finanziarie e politiche, per stimolare la creatività e l’innovazione. (A.L.)

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    All’Istituto di scienze religiose di Caserta incontro con i “Testimoni della comunicazione”

    ◊   Sarà il giornalista Massimo Franco a inaugurare il nuovo anno accademico dell’Istituto superiore di scienze religiose (Issr) di Caserta, affiliato alla Facoltà teologica dell’Italia Meridionale. L’inaugurazione avverrà il 13 dicembre nell’aula Magna dell’Issr, a Caserta. Il giornalista del Corriere della Sera terrà una Lectio magistralis sul tema “L’inchiesta e la biografia politica”. L’appuntamento con Franco, oltre ad inaugurare l’anno accademico dell’Issr, chiude il ciclo di incontri autunnali con i “Testimoni della comunicazione” organizzato dal corso per addetti stampa associativi, parrocchiali e per enti attivo presso l’Issr di Caserta, “unico in Italia nel suo genere di carattere universitario”. La Lectio magistralis – rende noto il Sir - sarà anche l’occasione per consegnare i diplomi di specializzazione del corso di comunicazione, promosso da Issr, Ucsi, Assostampa Caserta con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti, agli allievi del 2007/2008. “Il nostro obiettivo – spiega il direttore don Nicola Lombardi – è approfondire con attenzione ogni aspetto della comunicazione e dei media oggi. Una questione fondamentale della nostra società, senza la cui conoscenza siamo indifesi”. (A.L.)

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    Concerto del Coro Santa Cecilia di Firenze nella Basilica di San Paolo fuori le Mura

    ◊   Le invocazioni in slavo antico “Signore pietà”, “Gloria a Dio”, “Dio ti ringraziamo” della tradizione liturgica bizantina sono echeggiate ieri sera nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, tempio privilegiato in quest’Anno Paolino dell’impegno ecumenico della Chiesa, all’inizio del concerto di musica sacra del Coro Santa Cecilia di Firenze. Composto da cantori di alta professionalità e da solisti di grande bravura, ha infatti aperto il programma con due composizioni (“Alleluja” e “Inno al sorgere del sole”) del suo direttore, il maestro Alessandro Benassai, su testi della Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo. Sempre del suo direttore gli altri brani eseguiti, la maggior parte dei quali ispirati a testi tratti dalla Sacra Scrittura ( “Te Deum”, “Ave Maria”, “Missione Universale”, “Salmo 110”, “Salmo 150”); ma uno, che ha avuto particolare successo, “Vergine Madre”, composto sulla preghiera di San Bernardo alla Vergine del 33.mo Canto del Paradiso dantesco; ed uno infine, “Il Santo” di ispirazione paolina. Opere tutte, dice il maestro Benassai, “concepite secondo i canoni della musica sacra… e la cui esecuzione avviene secondo il ritmo libero, come vuole la tradizione che risale a Sant’Ambrogio e San Gregorio Magno”. Alle composizioni, ricche di sonorità ed espressività liriche, impeccabilmente eseguite, è stato tributato un caloroso successo dalle più di mille persone presenti nel Transetto. L’Arciprete della Basilica, cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, si è alla fine complimentato con il compositore-direttore maestro Benassai, e con tutti gli interpreti, in particolare con le voci soliste, soprani Debora Beronesi e Cecilia Casagni, il tenore Sergio Puccim, il baritono Giancarlo Gelli e il basso Mauro Martini. Fra gli ultimi eventi dell'Anno Paolino nella Basilica Ostiense da segnalare la commemorazione da parte della "Famiglia Idente"  - istituzione di vita consacrata diffusasi dalla Spagna in molte nazioni di Europa, Asia, Africa e delle Americhe - del quarto anniversario della chiamata alla Casa del Padre del suo fondatore Fernando Rielo Pardal ( 1923-2004). La Messa solenne presieduta dal cardinale Camillo Ruini ha riunito quasi un centinaio di sacerdoti, fra cui il presidente degli "Identes" padre Jesús Fernández Hernández. E’ stata quasi una “prova generale” della celebrazione dei 50 anni della "Famiglia Idente" che, con la riunione di quasi tutti i suoi membri, comincerà il 25 giugno prossimo sempre vicino al Sepolcro dell'Apostolo delle Genti, quando l’Anno Paolino starà per concludersi. Questo legame con San Paolo emerge dal suo carisma, quello appunto di vivere e trasmettere il Vangelo. “Idente” è un sillogismo dell’imperativo spagnolo “Id” (andate) che, con la desinenza del participio latino, è diventato appunto “Identes”, coloro che vanno nel mondo per annunziare il Vangelo. La "Famiglia Idente" nasce dall’ “Istituto Id di Cristo Redentore, Missionari e Missionarie Identes” fondato da Fernando Rielo Pardal ed oltre che operare nel mondo giovanile e universitario, “chiama ad aspirare alla santità gli sposi, in virtù della dignità propria del sacramento del matrimonio che Cristo conforma ad esempio della sua mistica unione con la Chiesa". (A cura di Graziano Motta)

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    24 Ore nel Mondo



    Israele riapre parzialmente i valichi di Gaza per il transito degli aiuti umanitari

    ◊   Il ministro israeliano della Difesa, Barak, ha autorizzato oggi una parziale riapertura dei valichi di transito con la Striscia di Gaza. Nel corso della giornata, dovrebbero entrare a Gaza dai valichi di Kerem Shalom e Karni una settantina di camion carichi di viveri e di prodotti di carattere umanitario. Nell'ultimo mese questi valichi sono rimasti quasi sempre chiusi per il ripetersi di incidenti di confine e di lanci di razzi dalla Striscia verso il Neghev israeliano. Sul piano strettamente politico, ieri è stata messa a punto la lista dei candidati alle elezioni politiche del febbraio 2009 che sarà caratterizzata da una presenza piuttosto folta di cosiddetti “falchi”. Critica la prima reazione del partito centrista Kadima, secondo cui il Likud ha dimostrato di essere un partito “molto sbilanciato a destra”, che non potrà dunque - secondo il partito di Tzipi Livni - trovare alcuna intesa con i palestinesi.

    Nuove tensioni tra India e Pakistan
    Il governo di Islamabad ha annunciato che non consegnerà a New Delhi le venti persone arrestate per gli attentati di Mumbai del 26-29 novembre che hanno causato almeno 172 morti. “Giudicheremo noi stessi coloro che sono stati arrestati in base alla legge pakistana”, ha detto il capo della diplomazia di Islamabad. Tra gli arrestati, appartenenti all'organizzazione separatista kashmira "Lakshar-e-Taiba", vi sarebbe il presunto organizzatore degli attacchi terroristici di Mumbai, Zakiur Rehman Lahwi. È stato catturato insieme ad altre 14 persone in un campo di addestramento per fondamentalisti islamici in Kashmir. Ieri, nella zona nord-ovest del Pakistan, tre bambini sono rimasti feriti a causa dell'attacco di un kamikaze mentre stavano partecipando alle celebrazioni per la ricorrenza di Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio, uno degli appuntamenti più importanti del calendario religioso islamico.

    Guantanamo
    Al via nella base militare Usa di Guantanamo, a Cuba, l’udienza preliminare del processo militare in corso alla presunta mente degli attacchi dell’11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed, e ad altri quattro imputati per le stragi del 2001. I cinque si sarebbero accordati ad inizio novembre per confessare le proprie responsabilità. Il servizio da New York di Elena Molinari:

     
    Vogliono essere visti come martiri e non come pedine del sistema giudiziario americano. Con un annuncio a sorpresa, i cinque detenuti di Guantanamo, accusati di aver architettato gli attacchi dell’11 settembre, si sono dichiarati colpevoli. Durante un’udienza preliminare del processo militare in corso, nella base militare Usa a Cuba, i cinque hanno chiesto che il processo parta al più presto, per "farla finita – hanno detto – con questo gioco". Portavoce del gruppo è stato Khaled Sheikh Mohammed, che durante gli interrogatori – c'e il sospetto di torture della Cia – ha già confessato di essere la mente delle stragi. I cinque presunti terroristi rischiano la pena di morte ma il fatto potrebbe cambiare dopo l’insediamento di Barack Obama che si è già detto contrario all’esistenza del tribunale militare di Guantanamo. E per la prima volta, ieri, alle udienze a Guantanamo, erano presenti alcuni familiari delle vittime delle stragi di sette anni fa, estratti a sorte fra 150 parenti che hanno chiesto di assistere ai processi.

     
    Turchia
    Oltre il 18% della popolazione turca ha vissuto nel 2007 sotto il livello di povertà mentre lo 0,5% ha dovuto far fronte alle esigenze della vita quotidiana sotto il minimo livello di sopravvivenza. Lo rende noto il quotidiano Today’s Zaman riferendo i risultati di una ricerca condotta dall'Istituto Centrale di Statistica (Turkstat). Secondo Turksat, nel 2006 il 17,81% della popolazione ha vissuto sotto il livello di povertà e lo 0,74% sotto il minimo livello di sopravvivenza. Nel 2007 il minimo livello di sopravvivenza è stato calcolato intorno ai 130 euro mentre il livello di povertà ammontava a 300 euro mensili. Il tasso di povertà è direttamente proporzionale al numero dei componenti il nucleo familiare e diminuisce con l’aumentare del livello di scolarizzazione.

    Somalia
    I ministri degli Esteri della Ue hanno dato il via libera ieri pomeriggio alla prima missione navale militare mai intrapresa dall'Unione Europea. Destinata a contrastare la pirateria che infesta le acque antistanti al Corno d'Africa, la missione Eunavfor Atalanta può contare sul sostegno di almeno otto Paesi. Germania, Belgio, Spagna, Francia, Grecia, Olanda e Gran Bretagna hanno deciso di mettere a disposizione navi, aerei e uomini per scortare, in base a un mandato delle Nazioni Unite, i cargo che trasportano gli aiuti umanitari del Programma alimentare mondiale Pam dell'Onu, destinati alla popolazione somala. Inoltre, le navi Ue avranno anche il compito di difendere dagli attacchi dei pirati che infestano la zona le altre navi mercantili che attraversano quelle acque, se necessario anche aprendo il fuoco. La prima flotta europea sarà composta da sei navi da guerra e tre aerei da ricognizione che dovranno sorvegliare un'area che si estende per circa due milioni di chilometri quadrati e in cui rientra il Golfo di Aden. A guidare Atalanta sarà una nave ammiraglia greca, che raggiungerà la zona delle operazioni solo verso il 16 dicembre. Nell'azione di pattugliamento dell'area la flotta europea subentrerà a quattro navi della Nato che incrociano nelle acque antistanti la Somalia dalla fine di ottobre.

    Mini vertice ieri a Londra: a colloquio con Gordon Brown, Sarkozy e Barroso
    Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha detto di non aver gradito il mancato invito al cancelliere Angela Merkel al mini-vertice sulla crisi dell'economia mondiale, che ieri ha visto riuniti a Londra il premier britannico Gordon Brown, il presidente francese Nicholas Sarkozy e il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Il servizio di Sagida Syed:

    Ospiti di Gordon Brown, Nicolas Sarkozy e Josè Manuel Barroso, si sono incontrati con il premier britannico per delineare un piano economico da presentare al summit dei Paesi dell’Unione Europea giovedì prossimo. Ingenti investimenti nelle infrastrutture e nello sviluppo dell’energia alternativa in collaborazione con i partner europei: questa la visione anti-crisi dei due leader, che già dai primi segni di recessione hanno individuato in una forte iniezione pubblica nel settore bancario e nelle grandi aziende private - soprattutto le case automobilistiche – il rilancio economico dell’Europa. Le grandi opere pubbliche - secondo Brown e Sarkozy- dovrebbero creare milioni di nuovi posti di lavoro, rilanciando anche lo sviluppo tecnologico, come la diffusione di Internet a banda larga in tutta la Ue e la creazione di forme di trasporto a bassa emissione di carbonio. I colloqui, che si sono estesi anche ai rappresentanti di importanti aziende della telefonia, compagnie petrolifere ed assicurazioni e grandi catene di supermercati, hanno creato qualche frizione diplomatica con la Germania, per non essere stata invitata al meeting.

    Al via la missione civile europea Eulex in Kosovo
    È finalmente operativa la missione civile europea Eulex in Kosovo. A quasi nove mesi dalla sua approvazione, con il dispiego iniziale di un migliaio di funzionari ed esperti, la mandato di polizia e giustizia dell'Unione Europea in Kosovo ha ufficialmente preso il via dalla mezzanotte. Il servizio di Federica Andolfi:

    Saranno circa 1400 i membri del personale internazionale di Eulex e 500 quelli del personale locale impegnati su tutto il territorio del Kosovo. Prenderanno posizione anche nella parte settentrionale, dove vive una maggioranza di serbi. E proprio i serbi residenti in Kosovo sono stati a lungo ostili al dispiegamento di Eulex nelle loro zone, ma questa opposizione si è progressivamente attenuata dopo l'approvazione della missione da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu avvenuta il 26 novembre. Ma la Serbia, che considera il Kosovo come una sua provincia meridionale, ha presentato ricorso alla Corte internazionale di giustizia contro la sua indipendenza. Eulex, composta soprattutto da poliziotti, giudici e doganieri rimpiazzerà progressivamente la missione Unmik dell'Onu e a primavera, quando sarà completato il dispiegamento, potrà contare su 1900 dipendenti europei e 1100 agenti locali. Si tratta della più importante missione civile mai messa in campo dall'Unione Europea ed avrà il compito di assicurare lo stato di diritto nella regione. L'obiettivo di Eulex, infatti, è quello di affiancare le giovani istituzioni kosovare nella transizione dopo l'auto-proclamata indipendenza dalla Serbia. L'Onu, che ha negoziato per mesi con Belgrado il "via libera" della Serbia all'invio dell'Eulex nell'ex provincia è arrivata, lo scorso mese, ad un compromesso, ovvero la dichiarazione di neutralità della missione rispetto allo status del Kosovo.

     
    Irlanda: allarme diossina nella carne
    Circa 900 persone sono state licenziate da quattro allevamenti irlandesi a Offaly, Leitrim e Tipperary in seguito al blocco sul commercio di carne di maiale irlandese a rischio di contaminazione da diossina. Secondo il sindacato Siptu, i posti di lavoro a rischio sarebbero in totale 6 mila. Dopo i casi di contaminazione riguardanti i maiali, anche alcune partite di mangime destinato ai bovini irlandesi sarebbero state contaminate dalla diossina.

    Diversi arresti in relazione ad attentati dell’ETA
    Sono tre gli arresti compiuti in Spagna tra le fila del gruppo separatista basco Eta. L’operazione della polizia spagnola è collegata con la cattura, avvenuta poche ore prima in Francia, del presunto successore di “Txeroki”, capo militare del gruppo, che a sua volta era stato arrestato a febbraio scorso.

    Thailandia
    È tornato ad essere pienamente operativo l’aeroporto internazionale Suvarnabhumi di Bangkok, bloccato per giorni a causa della protesta dei manifestanti antigovernativi. Le attività erano state sospese la notte del 25 novembre, a seguito dell'occupazione da parte dei dimostranti del Pad, Alleanza Popolare per la Democrazia, che da agosto chiedevano le dimissioni del governo. L’assedio dei manifestanti è terminato dopo che la Corte Costituzionale, il 2 dicembre ha deciso di sciogliere i partiti della coalizione ritenuti colpevoli di brogli elettorali e di vietare ai principali esponenti dei partiti al governo, tra cui il premier Somchai Wongsawat, di fare politica per i prossimi cinque anni. Intanto il partito democratico, principale partito d'opposizione in Thailandia, ha reso noto il nome del leader che proporrà alla carica di premier quando, probabilmente il 12 dicembre, si riunirà il Parlamento. Si tratta di Abhisit Vejjajiva, 44 anni, uomo politico di Bangkok che ha studiato ad Oxford, finora principale leader d'opposizione in Thailandia.

    Canada
    Il primo ministro liberale del Québec, Jean Charest, è stato riconfermato al governo della provincia canadese dopo le elezioni legislative regionali di ieri che gli hanno assegnato una ristretta maggioranza. Già l’anno scorso il Partito liberale del Québec (Plq) di Charest aveva vinto di misura le elezioni e il suo leader aveva condotto un fragile governo di minoranza. Le elezioni di ieri sono state contraddistinte da una netta ripresa degli indipendentisti del Partito del Québec che lo scorso anno avevano subito una sconfitta cocente, e che questa volta hanno ottenuto il loro miglior risultato dell'ultimo decennio. Secondo i risultati quasi definitivi i liberali di Charest hanno conseguito 66 dei 125 seggi dell'assemblea provinciale; ne avevano 48. Gli indipendentisti hanno 51 seggi, mentre solo sette seggi sarebbero andati ad Azione Democratica, il piccolo partito di destra di Mario Dumont, che alle precedenti elezioni aveva fatto registrare una imprevista avanzata.

    Più grave del previsto la crisi economica in Giappone
    Nel terzo trimestre dell'anno, il Prodotto interno lordo in Giappone registra una flessione dell’1,8%, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente: un calo decisamente più marcato delle previsioni che attestavano la flessione allo 0,4%. Il 2009 sarà "un anno difficile", ha infatti ammesso il ministro delle Politiche economiche e fiscali. Un forte peso nella revisione al ribasso l'hanno avuto le imprese che, dovendo prepararsi a una robusta contrazione della domanda, hanno già ridotto le scorte aziendali. Prosegue, intanto, il taglio occupazionale nella Corporate Japan: Nomura ridurrà il personale di oltre 100 unità nelle attività Asia-Pacifico e eliminerà 8mila posti a livello globale nel settore dell'elettronica. Mentre, come ipotizza il quotidiano Yomiuri Shimbun, il governo Aso, sempre più in difficoltà, potrebbe tentare una manovra disperata e approvare un piano di stimolo economico triennale più corposo, del valore di 160-210 miliardi di dollari.

    Isole contese tra Giappone e Cina
    Il premier giapponese, Taro Aso, porterà la questione delle isole contese Senkaku, amministrate da Tokyo ma rivendicate anche da Pechino e Taiwan, al vertice trilaterale Giappone-Cina-Corea del Sud di sabato prossimo a Fukuoka, protestando con il premier cinese Wen Jiabao in merito allo sconfinamento di lunedì nell'area di due navi da prospezioni cinesi. Lo ha riferito oggi a Tokyo il ministro degli Esteri del Paese del Sol Levante, Nakasone, che ha rivendicato le istanze del Giappone in merito al gruppo di isole disabitate nel Mar della Cina orientale. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 344

     
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