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Sommario del 07/12/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all'Angelus: la Chiesa alza la sua voce per i poveri e per chi subisce violazioni dei diritti. Ma la speranza cristiana va oltre la liberazione politica
  • Domani il Papa a Piazza di Spagna per l'Atto di venerazione all'Immacolata
  • Oggi in Primo Piano

  • Appello dell'arcivescovo di Yangon a non dimenticare le sofferenze del Myanmar
  • Devastanti conseguenze della crisi mondiale sui Paesi poveri
  • Il cardinale Tettamanzi: più dialogo e più moralità in politica
  • Intervista con il nuovo vescovo di Bolzano Karl Golser
  • Tempo di Avvento, tempo di attesa e di silenzio: la riflessione di un monaco camaldolese
  • Chiesa e Società

  • Vaticano: convegno promuove il sostegno allo sviluppo dell'Africa
  • Premio Carlo Magno 2009 ad Andrea Riccardi e alla Comunità di Sant'Egidio
  • Oggetti per bambini dal legno dell'albero di Natale in Piazza San Pietro
  • Al via il Meeting internazionale degli Scalabriniani sulle migrazioni
  • L'appello dell'AIFO in favore di malati e disabili
  • La Caritas Italiana fa il punto su 1230 iniziative in Italia e nel mondo
  • Germania: nasce un Istituto per la Chiesa universale e la missione
  • Anno Paolino: in Marocco incontri sulle lettere dell'Apostolo delle Genti
  • Avvento in Bangladesh cantando il Rosario
  • Diocesi di Birmingham: file scaricabili on line per prepararsi al Natale
  • 24 Ore nel Mondo

  • Obama contro la crisi lancia piano di investimenti nelle infrastrutture
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all'Angelus: la Chiesa alza la sua voce per i poveri e per chi subisce violazioni dei diritti. Ma la speranza cristiana va oltre la liberazione politica

    ◊   La Chiesa leva la sua voce per tutti i poveri del mondo e per quanti vedono calpestati i loro diritti: è quanto ha affermato oggi il Papa all'Angelus in Piazza San Pietro ricordando che l'Avvento è un tempo di speranza. Nello stesso tempo - ha aggiunto - la speranza cristiana va oltre la legittima attesa di una liberazione sociale e politica. Quindi ha rivolto il suo pensiero al Patriarca Alessio II scomparso nei giorni scorsi. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Cristo è la “novità assoluta” della storia ed è “venuto ad abitare in mezzo a questa umanità decaduta per rinnovarla dall’interno”. Il Papa sottolinea che nell’Avvento “risuona un messaggio pieno di speranza, che invita ad alzare lo sguardo all’orizzonte ultimo, ma al tempo stesso a riconoscere nel presente i segni del Dio-con-noi”. Così "anche oggi - ha detto - si leva la voce della Chiesa" per annunciare al popolo di Dio una parola di consolazione, di salvezza e liberazione: "la sua tribolazione è compiuta":

     
    "Per le popolazioni sfinite dalla miseria e dalla fame, per le schiere dei profughi, per quanti patiscono gravi e sistematiche violazioni dei loro diritti, la Chiesa si pone come sentinella sul monte alto della fede e annuncia: ‘Ecco il vostro Dio! Ecco il Signore Dio viene con potenza’(Is 40,11)".

     
    “Questo annuncio profetico – ha detto il Papa - si è realizzato in Gesù Cristo” che “ha inaugurato un esodo non più solo terreno, storico, e come tale provvisorio, ma radicale e definitivo: il passaggio dal regno del male al regno di Dio, dal dominio del peccato e della morte a quello dell’amore e della vita”:

     
    “Pertanto, la speranza cristiana va oltre la legittima attesa di una liberazione sociale e politica, perché ciò che Gesù ha iniziato è un’umanità nuova, che viene ‘da Dio’, ma al tempo stesso germoglia in questa nostra terra, nella misura in cui essa si lascia fecondare dallo Spirito del Signore. Si tratta perciò di entrare pienamente nella logica della fede: credere in Dio, nel suo disegno di salvezza, ed al tempo stesso impegnarsi per la costruzione del suo Regno. La giustizia e la pace, infatti, sono dono di Dio, ma richiedono uomini e donne che siano ‘terra buona’, pronta ad accogliere il buon seme della sua Parola”.

     
    In questa prospettiva, la Vergine Maria “è la ‘via’ che Dio stesso si è preparata per venire nel mondo”:

     
    “Con tutta la sua umiltà, Maria cammina alla testa del nuovo Israele nell’esodo da ogni esilio, da ogni oppressione, da ogni schiavitù morale e materiale, verso ’i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali abita la giustizia’ (2 Pt 3,13). Alla sua materna intercessione affidiamo l’attesa di pace e di salvezza degli uomini del nostro tempo”.

     
    Dopo la preghiera dell’Angelus Benedetto XVI ha ricordato la scomparsa nei giorni scorsi del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II:

     
    “Ci uniamo nella preghiera ai nostri fratelli ortodossi per raccomandare la sua anima alla bontà del Signore, affinché lo accolga nel suo Regno di luce e di pace”.

     
    Il Papa ha poi ricordato che nel pomeriggio di giovedì prossimo, 11 dicembre, incontrerà nella Basilica di San Pietro gli universitari degli Atenei romani, al termine della Santa Messa che sarà presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini. Nell’occasione dell’Anno Paolino consegnerà ai giovani studenti la Lettera ai Romani dell’apostolo Paolo.

     
    Ha quindi rivolto il suo saluto ai Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione, che domani inizieranno il centenario della rinascita e della riforma della Congregazione invitandoli a rimanere sempre fedeli al loro carisma, e, in portoghese, ha espresso la sua vicinanza a quanti sono stati colpiti dalla catastrofe ambientale che ha provocato nei giorni scorsi numerose vittime nello Stato brasiliano di Santa Caterina. Infine, il suo saluto a tutti i pellegrini con un augurio per la Solennità di domani:

     
    "A tutti auguro una buona domenica e una felice festa dell'Immacolata. Grazie!"

     
    (applausi)

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    Domani il Papa a Piazza di Spagna per l'Atto di venerazione all'Immacolata

    ◊   Domani, 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il Papa presiederà l’Angelus alle 12.00 in Piazza San Pietro. Nel pomeriggio, alle 16.00, si recherà in Piazza di Spagna per il tradizionale Atto di venerazione all’Immacolata. Domani mattina alle 10.00, invece, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone presiederà nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore la Messa per la conclusione romana del 150.mo anniversario delle Apparizioni Mariane di Lourdes. Al rito partecipano anche i malati dell’Unitalsi. Sul rapporto tra il popolo di Dio e il dogma dell’Immacolata Concezione Fabio Colagrande ha sentito il padre servita Salvatore Perella, docente di mariologia al Marianum:

    R. – L’Immacolata è sempre stata ritenuta dal popolo di Dio una grande verità. Al popolo sembrava impossibile, e ancora oggi, che Maria fosse contaminata dal peccato, soprattutto quello originale, che è un peccato che nessuno di noi ha commesso, ma che viene trasmesso. Però una cosa è ciò che ritiene nella fede il popolo di Dio, illuminato dallo Spirito, si chiama “intuizione battesimale”, e un’altra cosa è invece la dimensione teologica di questo avvenimento. Ecco, perché, nel corso della storia ci sono state discussioni enormi tra teologi che ritenevano Maria Santa, ma bisognosa di perdono e di redenzione. Quindi, non affermavano l’immunità, se non in un secondo momento, in vista della maternità di Gesù.

     
    D. – Come dunque si sviluppa il dibattito a livello teologico sull’Immacolata Concezione?

     
    R. - Duns Scoto, francescano, ha iniziato un discorso nuovo e dice: “Cristo chi è? E’ il perfettissimo Redentore e mediatore”, e allora Lui ha redento da par suo sua Madre, prima che Maria venisse contaminata come tutti gli uomini dal peccato originale. La discussione tra la scuola cosiddetta francescana e la scuola domenicana è durata tanti secoli. Gli stessi Pontefici erano un po’ dubbiosi. Però, la festività era celebrata sia nella liturgia, sia nella pietà del popolo. Ma fu Pio IX, nel suo convincimento di responsabilità pontificia, che dopo aver fatto un’indagine tra i vescovi – la maggioranza di essi disse sì al dogma – pronunziò l’8 dicembre, 1854, il dogma: “Maria è stata preservata da ogni macchia di peccato originale, in vista di Cristo”, cioè la Pasqua di Cristo ha realizzato in Maria, se possiamo dire così, in anticipo, ciò che avverrà in noi tramite il battesimo.

     
    D. – Ma che cosa altro dice un dogma come quello dell’Immacolata Concezione al cuore dell’uomo di oggi?

    R. - L’Immacolata è anche il trionfo dell’amore di Dio per l’uomo ed è segno che Dio fa veramente grandi cose. L’Immacolata in fin dei conti restituisce all’uomo, nella creatura Maria, la sua bellezza originaria, che era stata sfigurata con il peccato originale. Quindi, c’è dignità dell’uomo, dignità della donna, dignità della vita umana, bellezza e forza della creatura redenta da Gesù, che è, possiamo così dire, la dimensione estetica dell’Immacolata. Se Cristo è il figlio del Padre, impronta e immagine della sua sostanza, se Cristo è il più bello della Creazione, la sua bellezza di santità l’ha trasmessa in modo peculiare nella Madre sua Maria, fin dal primo istante, come dice Papa Pio IX, della sua Immacolata Concezione.

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    Oggi in Primo Piano



    Appello dell'arcivescovo di Yangon a non dimenticare le sofferenze del Myanmar

    ◊   “Non dimenticate la popolazione del Myanmar”: è l’appello lanciato dall’arcivescovo di Yangon, Charles Maung Bo, in questi giorni a Roma nella sede della Caritas Internationalis per fare il punto sulla ricostruzione dopo il passaggio del ciclone Nargis, nel maggio scorso, che ha provocato circa 200 mila morti e 2 milioni di sfollati. La situazione è aggravata dall’isolamento del Paese confermato anche dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che si è detto deluso davanti al fallimento degli sforzi volti a promuovere la democrazia in Birmania escludendo una sua visita nel Paese asiatico. Ma ascoltiamo l’arcivescovo di Yangon, Charles Maung Bo, al microfono di Liadan O'Connor:
     
    R. – What Caritas Internationalis is helping us through the Caritas Australia …
    La Caritas Internationalis ci sta aiutando tramite la Caritas australiana, la Chiesa ci aiuta nelle aree colpite. In pratica, tutti i lavori vengono fatti attraverso le organizzazioni parrocchiali. Quindi, questo aiuto passa attraverso il sistema della Chiesa cattolica, attraverso i sacerdoti delle parrocchie e i religiosi, per la maggior parte del tempo occupati a portare aiuti. Ci sono ancora molte cose da fare per aiutare la gente. In base ai nostri progetti, ci vorranno ancora due o tre anni per ricostruire la società: non lavoriamo soltanto per i cattolici, ma aiutiamo anche gli altri. Aiutiamo anche molti buddisti …

     
    D. – Parliamo dei rapporti tra i monaci buddisti e la Chiesa cattolica: il dialogo interreligioso è molto intenso? C’è collaborazione tra di voi?

    R. – Especially, after the Nargis effect…
    In effetti, dopo il ciclone Nargis, molti dei nostri programmi sono messi in pratica dai monaci. Per quanto riguarda i nostri rapporti, questi sono pacifici, amichevoli, a livello personale. Ma a livello ufficiale di dialogo interreligioso, non c’è grande attività. Manteniamo un basso profilo, perché il governo, nel nostro Paese, non è molto favorevole al fatto che gente di fede diversa si ritrovi insieme. Tuttavia, tra i preti cattolici ed i monaci buddisti c’è davvero un’atmosfera sana e amichevole.

     
    D. – Quali sono, secondo lei, le sfide che la Chiesa cattolica e i cattolici si trovano ad affrontare in Myanmar?

     
    R. – They consider us as a foreign religion ...
    Ci considerano seguaci di una religione straniera: questa è una delle sfide che dobbiamo affrontare. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che dobbiamo cercare di inserire la nostra fede nella cultura del Paese: anche questa è una delle sfide. Un’altra cosa da dire è che, sebbene ci piacerebbe fare molto nel campo dell’educazione o della sanità, le risorse sono molto limitate e c’è molto controllo da parte del governo. E’ veramente duro e difficile per noi, perciò, attuare programmi pieni e liberi, come vorremmo fare. Siamo molto limitati. Nonostante ciò, cerchiamo di fare del nostro meglio.

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    Devastanti conseguenze della crisi mondiale sui Paesi poveri

    ◊   La crisi economica mondiale avrà un impatto devastante sui Paesi più poveri, in particolare quelli africani. Ma conseguenze drammatiche si attendono anche in quei Paesi del continente ameticano colpiti recentemente dagli uragani come Haiti e la Repubblica Dominicana. Una missione dell’Ifad, il Fondo internazionale per lo svliuppo agricolo ha fatto il punto della situazione, attivando un progetto coordinato con altri organismi di aiuto. Ce ne parla Marco Camagni, dell’Ifad, al microfono di Lucas Duran:

    R. – In Haiti la situazione è ancora molto difficile; ci sono intere comunità che sono praticamente isolate, dove non si possono raggiungere se non in elicottero. C’è un problema di rischio di malattie, c’è il problema di rischio di capacità di produrre il minimo per vivere, quindi la situazione è ancora molto critica. Per fortuna, la comunità internazionale, la cooperazione internazionale, e lo stesso governo, si sono mossi tempestivamente e sono state messe in piedi le attività di emergenza, di appoggio, che stanno, in parte, alleggerendo la situazione.

     
    D. – Quali sono le principali misure dell’Ifad ad Haiti e c’è coordinamento con altri organismi internazionali?

     
    R. – Assolutamente sì: ad Haiti, immediatamente dopo l’emergenza, è stata creata una specie di task-force che include le quattro agenzie principali che lavorano nell’isola e l’Ifad è stata parte di questa task-force. E’ stata fatta una missione immediata per capire cosa stava succedendo e che cosa si poteva fare. I disastri naturali hanno creato un’instabilità istituzionale che ha reso abbastanza difficile una risposta immediata perché ovviamente noi lavoriamo con i governi e non avendo una chiara controparte, era più difficile intervenire. Comunque, nonostante questo, è stato messo in piedi, in tempo record per i nostri standard, nel giro di pochi mesi, un programma di dieci milioni di dollari per appoggiare la ripresa della parte produttiva del Paese - che era completamente distrutta da questi fenomeni naturali - grazie ad un accordo con la Fao. La Fao sarà gestore dei fondi che però vengono dai progetti dell’Ifad.

     
    D. – Rispetto alla crisi causata dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari di cui si è parlato molto ad inizio anno, a che punto siamo, in particolare, ad Haiti?

     
    R. – L’impatto che ha l'aumento dei prezzi sulle popolazioni povere di questi Paesi, è molto alto perché la loro dieta base include molti prodotti che sono importati, che i Paesi non possono produrre. E quindi, l’effetto di una crescita anche lieve dei prezzi internazionali ha un impatto molto maggiore sulla loro capacità di spesa e quindi sulla loro capacità di alimentarsi correttamente. E questo è un problema comune ad entrambi i Paesi anche se, nel caso di Haiti è accentuato dal fatto che il Paese non è capace di produrre, in questo momento, a causa di tutti questi disastri, quasi nulla: quasi tutto è importato.

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    Il cardinale Tettamanzi: più dialogo e più moralità in politica

    ◊   La Chiesa ricorda oggi San'Ambrogio e l'arcidiocesi di Milano festeggia il suo Santo patrono. Le celebrazioni sono inziate venerdì scorso con la liturgia dei Primi Vespri nella Basilica dedicata al Santo: in questa occasione l'arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, ha invitato la città a rilanciare la dimensione del dialogo. Ascoltiamo il porporato in questa intervista di Davide Dionisi:

    R. - Io penso che il dialogo sia oggi una vera e propria emergenza. Questo, perché ci troviamo di fronte al fenomeno della solitudine, che chiude in se stessi ed esclude dagli altri, insieme al fenomeno di una contrapposizione molto accentuata, per cui pare di poter dire che gli uni sono contro gli altri e tutti contro tutti. Ma il dialogo, io penso, sia un tratto fondamentale, addirittura costitutivo della nostra umanità. Proprio per questo diventa urgente domandarsi se oggi sia ancora possibile dialogare. Io risponderei che tante volte è difficile, è difficilissimo, ma è possibile dialogare ad una condizione che si impari a dialogare: questo significa riconoscere l’altro nella sua dignità di persona, rispettarlo nella sua libertà, consentirgli di essere se stesso, avere fiducia negli altri.

     
    D. – La sua è anche un’esortazione all’incontro, a superare le contrapposizioni. In che modo creare i giusti presupposti nelle grandi città per aiutare un dialogo interculturale e interreligioso?

     
    R. – Penso che si debba iniziare con l’abbandonare i pregiudizi e le schematizzazioni. Quando questo verrà abbandonato, io penso, potrà avere inizio il parlare, il discutere con tutti, anche con i credenti delle altre religioni e aggiungo anche con i fedeli dell’islam. Tanti dubbi, certe domande, certo esistono, a proposito delle altre religioni, ma di fronte a tutto questo penso che si debba pure incominciare con un dialogo personale e cercare di capire, di vedere se tutto quello che viene detto corrisponde al vero. Certo, a volte, ci si trova di fronte a degli atteggiamenti singoli che sono gravi, sono da deprecare con grande forza, ma tutto questo non può diventare occasione per guardare con sospetto e per accusare tutti gli appartenenti ad una religione. Per incontrare l’altro, ciascuno di noi dovrebbe incontrare se stesso, la propria interiorità, e in questa interiorità incontrare Dio come Padre di tutti e quindi venire aiutato davvero ad avere un cuore grande, anche se tutto questo esige tanta pazienza, tanta onestà intellettuale, tanto rispetto della libertà dell’altro e tanta capacità di ascolto.

     
    D. – Quale attualità ha ancora oggi il messaggio di Sant’Ambrogio e in che modo può essere applicato nella nostra quotidianità?

     
    R. – Quando noi pensiamo a Sant’Ambrogio, pensiamo ad un grande vescovo, ad un grande pastore, e direi che occorrerebbe recuperare anche la figura di Ambrogio come politico, o meglio, come vescovo che è coraggioso, al punto che è capace nei momenti di difficoltà di fare chiarezza su uno dei problemi più delicati e più attuali, che è il problema del rapporto tra la politica e la morale. Io penso che da Sant’Ambrogio viene un insegnamento che è particolarmente utile, vorrei dire assolutamente necessario oggi, ed è questo: che davanti alla legge morale - così ha continuato ad insegnare, a testimoniare Sant’Ambrogio - chi detiene il potere politico non è mai nella posizione di chi è sciolto dalla propria responsabilità, anzi, proprio perchè detiene questo potere ha un di più di responsabilità in rapporto alla propria coscienza, in rapporto a tutti gli altri, soprattutto in rapporto a Dio.

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    Intervista con il nuovo vescovo di Bolzano Karl Golser

    ◊   Benedetto XVI lo ha nominato due giorni fa nuovo vescovo di Bolzano-Bressanone, a succedere allo scomparso Wilhelm Egger: si tratta di mons. Karl Golser, nato 65 anni fa in questa stessa diocesi, finora canonico penitenziere e presidente dell'Associazione teologica italiana per lo studio della morale. Dal 1977 al 1982 è stato officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede. Antje Birgitte Dechert gli ha chiesto come abbia accolto questa nomina:

    R. – Senz’altro con un po’ di trepidazione, perchè da una parte il vescovo defunto Wilhelm Egger era molto noto e amato, e poi anche perché abbiamo dei grandi problemi. La diocesi di Bolzano-Bressanone è territorialmente la più estesa d’Italia: abbiamo tre gruppi linguistici, il problema dell’immigrazione e la carenza di sacerdoti. E allora c’è un poco di rassegnazione, mancanza di fiducia, e per questo io ho cercato di stabilire come motto per il mio vescovado: “Cristo, nostra pace”. Da una parte, la pace, la collaborazione, com’era in sintonia anche con il motto “Insieme” del vescovo precedente ma, dall’altra parte, il riferimento a Cristo – siamo inseriti in Cristo. Bisogna lavorare sull’identità cristiana, affinché si sia maggiormente radicati nella fede, in un mondo che è secolarizzato, che è pluralistico.

     
    D. – Quali sono i temi concreti che lei vorrebbe affrontare adesso e nel prossimo futuro?

     
    R. – In primo luogo, direi, il lavoro con i sacerdoti per dare loro maggior fiducia, per fargli capire che sono inseriti in un presbiterio. Ce ne sono alcuni, infatti, che sono abbastanza isolati e si sentono soli. Quindi, dare loro fiducia e lavorare anche per le vocazioni. Naturalmente, poi ci sono i problemi della società. Io mi sono molto battuto per i problemi di bioetica - sono membro del Comitato etico provinciale - con la Conferenza episcopale italiana e il gruppo di lavoro Responsabilità per il Creato. Abbiamo una grande sensibilità per le questioni ambientali. C’è poi il problema della immigrazione, per cui bisogna fare un dialogo basato sulla propria identità: non solo un discorso sulla tolleranza, ma cercare di convivere e di stabilire quale siano i parametri della convivenza.

     
    D. – Ancora qualche parola sul suo rapporto con il Santo Padre che è stato anche nella diocesi quest’estate...

     
    R. – Il Santo Padre è stato in diocesi quest’estate e spero di poterlo invitare di nuovo l’estate prossima. Sono stato suo collaboratore nel periodo in cui lavoravo nella Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinale Ratzinger, ogni tre anni, ha sempre fatto le vacanze nel nostro seminario e io sono stato presente quando Messori ha fatto la sua intervista sul rapporto sulla fede. Quest’estate, il Santo Padre ha voluto invitarmi a fare la prima colazione con lui e poi anche all’incontro con i sacerdoti, quando pubblicamente gli è stata fatta la domanda sulla responsabilità del Creato e ha detto che il prof. Golser sarebbe stato più competente di lui nel rispondere: un elogio pubblico. E per questo se il Santo Padre ha posto tanta fiducia in me, io devo rispondere a questa fiducia.

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    Tempo di Avvento, tempo di attesa e di silenzio: la riflessione di un monaco camaldolese

    ◊   In questo periodo di Avvento, di attesa del Signore che viene, il silenzio e la contemplazione sono, nella frenetica vita quotidiana, alcune vie che la Chiesa da sempre propone per incontrare Dio. Ascoltiamo in proposito la riflessione di padre Arrigo, monaco del monastero di Camaldoli, intervistato da Amedeo Lomonaco:

    R. – L’Avvento è un tempo particolare, favorevole per poter coltivare alcune dimensioni che durante l’anno invece vengono coltivate in maniera non così intensa. Gli uomini d’Avvento sono uomini che desiderano e attendono, che sanno cercare, che non si accontentano. Quindi, devono vincere il rischio di una vita addormentata. Per vincere questo rischio serve stare svegli, essere attenti ai passaggi di Dio che stanno attorno a noi, dentro alla Creazione, dentro le nostre relazioni, dentro al nostro essere Chiesa.

     
    D. – E a proposito di questo stare svegli, come ascoltare la voce di Dio, in un mondo in cui le nuove tecnologie, i mass media spesso riducono il naturale bisogno di silenzio dell’anima?

     
    R. – Dando tempo all’ascolto. Dio ci viene incontro come un dono e questo dono va accolto e l’accoglienza viene nel silenzio, come l’attesa, l’attesa di una vita che nasce, di una nuova creazione, di qualcosa che prima non c’era e che adesso c’è o che sta arrivando. Quindi, il tempo di Avvento è un tempo appunto in cui, per esempio, l’ambiente dominante è il deserto, perché nel deserto le voci si ascoltano con una maggiore intensità, si prende contatto con le proprie povertà, senza aver paura, con i propri limiti, ma è lì proprio che avviene il contatto generante della Parola di Dio, che ricrea.

     
    D. – In una società dominata da sempre maggiori deserti dell’anima, l’utilizzo sempre più diffuso di Internet, telefoni cellulari, computer, rappresenta un ostacolo ad una vita orientata verso la dimensione spirituale?

     
    R. – Fino a quando non diventano una dipendenza, penso di no, perché facilitano la comunicazione, danno la possibilità di prendere contatto con il mondo che abbiamo attorno a noi. L’Avvento potrebbe essere l’occasione per sperimentare anche questa spoliazione. Posso fare a meno di Internet? Posso fare a meno dei telefonini o di tante esagerazioni che ho nella mia vita, per sperimentare, ritornare a vivere una sobrietà che mi mette maggiormente in contatto con me stesso, con gli altri che ho attorno a me, e mi rende capace di attendere con gioia?

     
    D. – E nella ricerca di questa sintonia, attendere il Signore, significa anche ascoltare la propria coscienza...

     
    R. – Attendere Dio, attendere questo passaggio, non è mai indipendente dal nostro essere, dal nostro cammino spirituale, dalle nostre difficoltà, dalle nostre povertà.

     
    D. – Come far emergere la voce di Dio tra i rumori della società?

     
    R. – Bisogna far decantare i rumori che abbiamo attorno e dentro di noi, per permettere a questa voce delicata e potente di poter essere ascoltata e quindi di produrre quell’effetto germinante che è proprio suo.

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    Chiesa e Società



    Vaticano: convegno promuove il sostegno allo sviluppo dell'Africa

    ◊   Sensibilizzare ai progetti di cooperazione e sviluppo nei Paesi del Sud del Mondo è l’obiettivo del convegno promosso dal “Comitato di collegamento di cattolici per una Civiltà dell’Amore”, il prossimo 9 dicembre presso il Pontificio Consiglio Cor Unum, a Roma. Sul tema “Oltre la crisi, la speranza: aziende per il Sahel con progetti di Civiltà dell’Amore” l’incontro si inserisce in un percorso avviato nel 2007 in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, e intende portare avanti l’impegno a sostegno dei progetti di sviluppo nel continente. “Già sei progetti (…) sono stati finanziati da banche e industriali italiani in vari settori fondamentali” dichiara il Comitato secondo cui i progetti di sviluppo intendono creare “nuovi mercati” aperti ad “una cooperazione economica internazionale, che tenga conto delle ricchezze delle risorse africane a vantaggio di entrambi gli interlocutori”. Attività – aggiungono - che nascono inoltre per creare condizioni economiche e sociali capaci di arginare il “dramma dell’emigrazione forzata in continuo aumento, come unica alternativa alla povertà dell’Africa”. (C.D.L.)

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    Premio Carlo Magno 2009 ad Andrea Riccardi e alla Comunità di Sant'Egidio

    ◊   Il premio internazionale Carlo Magno 2009 è stato assegnato ad Andrea Riccardi e alla Comunità di Sant'Egidio. Il più prestigioso premio tedesco, tra i più importanti premi europei, assegnato in passato a statisti e "grandi europei", tra cui Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Javier Solana, Carlo Azeglio Ciampi, Giovanni Paolo II e l'anno scorso al cancelliere tedesco Angela Merkel, viene attribuito nella sua cinquantesima edizione al fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Nella motivazione per l'assegnazione del premio si legge tra l'altro: "per il suo straordinario impegno civile in favore di un'Europa più umana e solidale all'interno e all'esterno delle sue frontiere, per la comprensione tra i popoli, le religioni e le culture, per un mondo più pacifico e giusto. Egli vive l'Europa dei valori". Il presidente della Comunità di Sant'Egidio, prof. Marco Impagliazzo, alla notizia del conferimento del Premio Carlo Magno 2009 ha dichiarato: "E' un grande onore e una felice sorpresa che questo prestigioso premio sia stato conferito ad Andrea Riccardi e alla Comunità di Sant'Egidio. E' un premio che rafforza il lavoro della Comunità per il dialogo tra culture e religioni diverse e che incoraggia l'opera quotidiana di migliaia di membri che si impegnano per una società del vivere insieme e non dello scontro e per avvicinare Europa e Africa".

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    Oggetti per bambini dal legno dell'albero di Natale in Piazza San Pietro

    ◊   Servirà a costruire piccoli e grandi oggetti per bambini il legno dell'abete che da venerdì scorso svetta in Piazza San Pietro accanto all'obelisco e al presepe a grandezza naturale in fase di allestimento. Lo riferisce l’Osservatore Romano. Il progetto, coordinato da un tecnico forestale, verrà affidato ad alcune ditte che con quel legno realizzeranno prodotti semilavorati - da complementi di arredo per spazi verdi, come panchine e gazebo, a piccoli oggetti quali tavole, quadretti, scatole - destinati a laboratori scolastici dove gli stessi bambini provvederanno alla loro rifinitura. È un'iniziativa, spiegano i responsabili, ispirata alla consapevolezza che il legno costituisce un prezioso accumulo di carbonio "nobile" trasformato dalla natura: da non sciupare, quindi, e anzi da riutilizzare proprio a beneficio delle nuove generazioni del pianeta. L'abete di quest'anno è alto oltre trenta metri e viene dalla zona di Gutenstein, nella valle di Piesting, in Bassa Austria.

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    Al via il Meeting internazionale degli Scalabriniani sulle migrazioni

    ◊   Sul tema “Da mare frontiera a mare cerniera: le migrazioni e la società mediterranea del futuro” si apre domani, e fino al 12 dicembre, ad Ancona e Loreto, l’XI Meeting internazionale sulle migrazioni" (MIM) promosso dall’Agenzia scalabriniana per la cooperazione e lo sviluppo. “Un momento di riflessione e dibattito sul ruolo delle migrazioni balcaniche e mediterranee” – spiegano gli organizzatori secondo il SIR – che, attraverso un confronto attivo su tematiche di carattere economico, sociale, culturale e politico, intende favorire “la convivenza pacifica delle diversità culturali, etniche e religiose che caratterizzano questa parte del mondo”. “Con la caduta del muro di Berlino i Balcani sono esplosi e diventati un luogo di “scontro delle civiltà” – spiegano i promotori dell’iniziativa - ma in questo contesto “l’entrata progressiva di alcuni Paesi in Europa”, e gli stessi processi migratori, che rendono possibile l’incontro fra popoli e culture diverse, rappresentano oggi un elemento di promozione del “processo di pacificazione e di convivenza” dell’intera area. Tra i temi in programma anche il progetto politico dell’UE verso i Balcani e il Nord Africa ed un approfondimento, nel giorno conclusivo, sulle migrazioni di cristiani ortodossi, con una tavola rotonda a cui parteciperanno rappresentanti cattolici e ortodossi di Serbia, Romania ed Albania. Nel corso dell’evento sarà inoltre assegnato il “Premio MIM 2008”, dedicato a realtà e persone che hanno acquisito un merito particolare nel settore delle migrazioni. Quest’anno a riceverlo sarà padre Bruno Mioli, già direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati della Fondazione Migrantes ed oggi consulente dello stesso organismo della CEI. All’incontro interverranno, tra gli altri, il vescovo di Loreto mons. Giovanni Tonucci; il vicario generale degli scalabriniani, Livio Stella; il rettore dell’Università delle Marche, Marco Pacetti, ed Enisa Bukvic dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). (C.D.L.)

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    L'appello dell'AIFO in favore di malati e disabili

    ◊   Contro le discriminazioni e le disuguaglianze sociali è necessario promuovere l’attuazione dei diritti umani. E’ l’appello - secondo il SIR - dell’Associazione italiana amici di Raoul Follereau (AIFO) in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani che ricorre il 10 dicembre, in coincidenza con il 60.mo anniversario della Dichiarazione Universale ONU. In un messaggio indirizzato a tutti gli attori internazionali, nazionali e locali l’AIFO esprime l’auspicio che “la Dichiarazione riceva concreta attuazione soprattutto nei confronti delle persone più marginalizzate della comunità mondiale: i malati di lebbra, le persone con disabilità, i bambini in contesti di grave disagio sociale” e chiede al governo italiano di non tagliare i fondi a sostegno dei Paesi poveri del mondo. Dall’associazione anche la testimonianza di Desmond Tutu, arcivescovo anglicano di Città del Capo e Nobel per la pace, che parla delle quotidiane sofferenze della popolazione locale: “Vengo quotidianamente a contatto con la realtà” di “bambini senz’acqua potabile, madri che guardano i loro figli morire perché non possono acquistare neanche le medicine più essenziali, bambini che possono solo sognare di andare a scuola”. Una condizione di grave sofferenza che – sottolinea infine Desmond Tutu - trova motivo di speranza nei piccoli e grandi gesti quotidiani di tutte quelle “persone che lavorano duramente per uscire dalla povertà”. (C.D.L.)

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    La Caritas Italiana fa il punto su 1230 iniziative in Italia e nel mondo

    ◊   Si è concluso a Roma l’incontro che ha riunito i vertici della Caritas Italiana per fare il punto sui numerosi progetti in corso: circa 1230 iniziative - riferisce l'Osservatore Romano - articolate in opere di carità, assistenza, formazione e progetti di sviluppo, attivate fra il 2000 e il 2007 con il coinvolgimento delle 220 strutture diocesane presenti sul territorio nazionale, in favore delle categorie svantaggiate in Italia e delle vittime dei conflitti bellici e delle emergenze umanitarie nel resto del mondo. Progetti finanziati attraverso una quota dell’otto per mille o con fondi provenienti da collette nazionali, che – è emerso dai lavori – a fronte della crisi finanziaria globale richiedono una sempre maggiore incisività per portare sostegno a coloro che più degli altri risentono della drammatica congiuntura economica e sociale. Detenuti nelle carceri e persone affette da disagio mentale, vittime dell’emarginazione, della fame e della povertà e sfollati in fuga da conflitti armati e violenze: sono solo alcuni dei destinatari delle iniziative di Caritas Italiana. Dalla presidenza un appello ai donatori affinché sia possibile garantire generi di prima necessità per circa 15.000 famiglie italiane e sostenere le attività di Caritas Congo e Caritas Georgia a sostegno dei profughi, con aiuti d’urgenza e interventi strutturali, come scuole, luoghi di aggregazione e progetti di sviluppo. (C.D.L.)

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    Germania: nasce un Istituto per la Chiesa universale e la missione

    ◊   In Germania, tra alcuni mesi, la Chiesa potrà disporre di un Istituto per la Chiesa universale e la missione. Il progetto è stato presentato a Sankt Georgen, presso Francoforte, dalla Conferenza episcopale del Paese. La nascita dell'Istituto è prevista per il 29 giugno 2009. Esso avrà sede presso la facoltà di teologia e di filosofia dell'Università di Sant Georgen retta dai gesuiti. Il direttore della fondazione e primo titolare di una cattedra di missionologia e di dialogo interculturale sarà Alkbert-Peter Rethmann, attuale responsabile all'Università Carlo di Praga del centro studi sulle migrazioni. Obiettivi di questo nuovo Istituto saranno lo sviluppo della ricerca sul ruolo della missione della Chiesa universale e la promozione di adeguati progetti pastorali missionari. L'augurio espresso durante la presentazione dell'Istituto per la Chiesa universale e la missione, è che esso sappia suscitare in Germania interesse intorno alla Chiesa stessa. (A. M.)

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    Anno Paolino: in Marocco incontri sulle lettere dell'Apostolo delle Genti

    ◊   Nelle parrocchie e nelle comunità della diocesi di Rabat sono arrivate una serie di schede bibliche dal titolo “Anno di San Paolo – Studi biblici sulla Prima lettera ai Tessalonicesi e sulla Prima lettera ai Corinti”. Si tratta degli schemi per organizzare 8 incontri di gruppo durante l’Anno Paolino dedicati allo studio ed all’approfondimento di queste due Lettere dell’Apostolo. Preparate da una equipe della diocesi di Oran (Algeria), le schede sono destinate soprattutto ai gruppi di studenti che vivono nel Maghreb, ma con gli opportuni adattamenti possono essere utilizzate anche da gruppi di adulti per la catechesi e la formazione biblica. Ogni scheda si articola in cinque tappe: guardare la nostra vita (partire dalla realtà, dall’esperienza); ascoltare la Parola di Dio; illuminare la vita con l’esperienza di fede trasmessa dalla Bibbia; pregare (ogni incontro prevede un tempo destinato alla preghiera che riprenda quanto è stato scambiato, condiviso, scoperto dai partecipanti); passare dalla preghiera alla vita, dalla riflessione all’azione. Come riporta “Ensemble”, il notiziario della diocesi di Rabat, ripreso dall'agenzia Fides, nelle intenzioni dei redattori, il lavoro proposto in ogni scheda consentirà a tutti di conoscere meglio San Paolo in questo Anno Giubilare del bimillenario della sua nascita e sarà anche l’occasione per una verifica su come i partecipanti all’incontro vivono la loro vita di cristiani nel Maghreb, lasciandosi interpellare dalla parola di Dio. (V.V.)

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    Avvento in Bangladesh cantando il Rosario

    ◊   I fedeli del Bangladesh vivono il periodo dell’Avvento recitando e cantando con fede la preghiera del Rosario, racconta all’agenzia Fides il missionario Saveriano padre Silvano Garello. “In Bangladesh – dice il religioso – tra i canti del repertorio religioso quelli dedicati a Maria sono tra i più carichi di fede e di entusiasmo. Il Rosario è la preghiera che ci aggancia alla Trinità e ci immerge nel Vangelo. Questo è il posto di onore di Maria. Per questo suggeriamo alla gente che recita il Rosario nelle proprie case di tenere davanti ai loro occhi una Bibbia aperta, di esporre un’icona mariana e di accendere una candela. La devozione alla Madonna sta nel cuore del cristianesimo ed è molto forte nella comunità dei fedeli bengalesi, come si vede in questo periodo di Avvento”. Dalla preghiera al canto, il passo è stato breve: “In questo contesto – continua – è nato in me il desiderio di far cantare il Rosario, per permettere a ogni cristiano di entrare nella storia della salvezza con lo sguardo e il cuore di Maria. L’animo bengalese ha una spiritualità canora. Il sigillo di una devozione popolare lo si trova quando essa è consacrata dal canto”. Per questo il missionario si è rivolto ad un compositore bengalese cristiano, Clement Nanok Das, con il progetto di dare una cornice musicale alla preghiera del Rosario. Gli ha consegnato la lettera apostolica sul Rosario di Papa Giovanni Paolo II, suggerendo tre piste poetico-musicali: l’enunciazione del mistero nel suo significato centrale; un pensiero di meditazione; una invocazione lirica a Maria. È nato così un libretto che accompagna i fedeli nella preghiera e due CD che insegnano a cantare le parti musicate: “Dopo questa introduzione, le dieci Ave Marie diventano immersione spontanea nel mistero pregato e contemplato”, sottolinea. “Il CD, lanciato dal Centro Catechistico Nazionale di Jessore, sta avendo un buon successo nelle parrocchie. È un nuovo stimolo alla creatività liturgica. Io credo che anche Maria sia felice dei nostri canti che, alla fine, sono un commento alle sue parole di congedo: Fate quello che vi dirà’’, conclude padre Silvano. (V.V.)

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    Diocesi di Birmingham: file scaricabili on line per prepararsi al Natale

    ◊   Arriva in Inghilterra l'Avvento on line. Otto podcast saranno messi in rete per guidare i fedeli nel percorso di preparazione al Natale, specie quelli che non possono andare in chiesa perché malati o con handicap. “Cjm Music”, un gruppo che produce musica per chiese e eventi religiosi, in collaborazione con l’arcidiocesi di Birmingham, ha prodotto file musicali che possono essere scaricati gratuitamente da internet e che accompagnano i fedeli nel periodo dell'Avvento e nel tempo natalizio. L’iniziativa, voluta dall’arcivescovo di Birmingham mons. Vincent Gerard Nichols, si intitola “Walk with me”, ovvero “Cammina con me”, e comprende otto registrazioni, una per ognuna delle settimane dall’inizio dell’Avvento fino al battesimo di Gesù, che possono essere usate insieme a una serie di libretti pubblicati dall’editore “Alive Publishing” e sono disponibili sul sito di “Cjm Music". La registrazione settimanale, rende noto il Sir, si serve di passaggi delle Scritture, musica, riflessioni e temi tratti dalle letture della domenica insieme alle riflessioni fatte da Benedetto XVI nella GMG di Sydney del luglio scorso. Una curiosità: tra i testi anche un ritiro natalizio organizzato dall’allora arcivescovo Joseph Ratzinger nel 1977. (V.V.)

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    24 Ore nel Mondo



    Obama contro la crisi lancia piano di investimenti nelle infrastrutture

    ◊   Il presidente eletto degli Stati Uniti, Barack Obama, nel discorso radiofonico settimanale del sabato, ha annunciato il più grande piano di investimenti sulle infrastrutture dagli anni '50 ad oggi. Obiettivo dell’intervento è rilanciare l’economia americana con la creazione di circa due milioni e mezzo di posti di lavoro. Il nuovo corso prevede anche misure di sensibilità ambientale, volte a rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico, e la promozione di una maggiore possibilità di accesso a internet. Si cerca così di dare un’iniezione di fiducia dopo la pubblicazione dei drammatici dati sul tasso di disoccupazione americano che, con il 6,5% di novembre, oltre 500 mila posti di lavoro in meno in un solo mese, tocca il livello più alto degli ultimi 15 anni. E la crisi economica che investe tutto il mondo si sente decisamente anche in Italia. Negli ultimi 11 mesi, non meno di dieci mila imprese dell'industria, dell'artigianato e dei servizi hanno messo in cassa integrazione 362 mila lavoratori. E' il quadro allarmante contenuto in uno studio della Cgil. Della situazione italiana Fausta Speranza ha parlato con l’economista Alberto Quadrio Curzio:

    R. – L’Italia non può certo sottrarsi ad una crisi che è europea, internazionale, mondiale. Tuttavia, io credo che il nostro Paese sia molto più solido di tanti altri. Purtroppo si prevede certamente un aumento del tasso di disoccupazione, ma non tanto quanto in Germania o in Francia, non parliamo della Spagna che arriverà al 15%. Ciò detto, io spero che il rapporto banca-impresa abbia a migliorare significativamente nei prossimi mesi, e spero anche che le misure adottate dal governo per sostenere le fasce più deboli diano una qualche spinta alla domanda.

     
    D. – Perché l’Italia, che in questi anni obiettivamente è rimasta indietro rispetto allo slancio della Spagna, dovrebbe adesso essere meno mortificata dalla crisi?

     
    R. – Perché l’Italia ha un sistema bancario meno attratto dai funambolismi globali e quindi più solido, e perché il tessuto delle nostre piccole e medie imprese del manifatturiero e del “made in Italy” ha creato dei formidabili surplus commerciali; ed infine, non bisogna dimenticarlo, perché l’intersezione tra il nostro sistema di welfare e il nostro sistema solidaristico delle tante medie città, funziona ancora bene. L’Italia è un Paese che ha grossi problemi – energetico, debito pubblico, Sud che non decolla – ma ha anche grossi punti di forza.
     
    Incontro Sarkozy – Dalai Lama
    È gelo tra Cina e Francia dopo l'incontro tra il presidente di turno dell’Unione Europea Sarkozy e il Dalai Lama, avvenuto ieri a Danziaca, in Polonia, in occasione della cerimonia per il 25.mo anniversario della consegna del premio Nobel al fondatore di Solidarnosc, Lech Walesa. “Un approccio opportunistico e avventato alla questione tibetana” è stato definito il colloquio tra i due dal governo cinese, in una nota diffusa dall’agenzia “Nuova Cina”. In segno di protesta, già nei giorni scorsi Pechino aveva annullato un vertice con l'UE. Da parte dei consumatori cinesi è stato inoltre lanciato un appello su internet a boicottare i prodotti francesi.

    Grecia
    Mobilitazioni e scontri in tutta la Grecia da ieri sera, a seguito dell’uccisione, ad Atene, di un giovane di 15 anni, colpito dal fuoco di un agente mentre assaliva, con un gruppo di anarchici, un'auto della polizia. Stamane nella capitale gli studenti hanno occupato il politecnico, mentre proseguono gli scontri con le forze dell’ordine con decine di auto date alle fiamme, barricate nelle strade e vetrine dei negozi e delle banche infrante. Per il primo pomeriggio l'estrema sinistra ha poi convocato una manifestazione di protesta davanti alla direzione della polizia al centro di Atene. Disordini si registrano anche nelle città di Salonicco, Patrasso, Ioannina e Komotini. Intanto, il ministro dell'Interno, Prokopis Pavlopoulos, e quello delle politiche giovanili, Panayotis Hinofotis, hanno presentato le dimissioni che sono state però subito respinte. Lo stesso ministro dell’Interno ha quindi promesso un'approfondita indagine interna e che i responsabili saranno puniti.

    Pakistan
    Un convoglio di mezzi militari, destinato alle truppe della coalizione internazionale in Afghanistan, è stato assaltato e completamente distrutto dai militanti islamici nel nord-ovest del Pakistan. L’attacco alla colonna di 96 camion, che ha causato una vittima tra le guardie della scorta, è avvenuto nei pressi della città di Peshawar, in piena notte, lungo una delle strade più utilizzate per il trasposto di rifornimenti militari, già teatro di altre imboscate. Il capo della polizia locale ha intanto annunciato che sono in preparazione rastrellamenti nella regione per porre fine alla minaccia rappresentata dagli insorti legati al Qaeda.

    Afghanistan
    È di 12 talebani morti il bilancio dell’ennesima giornata di combattimenti in Afghanistan. Tre miliziani sono stati uccisi nel corso di un’operazione delle forze della Coalizione a comando americano nella provincia di Kapisa, non lontano dalla capitale Kabul. Altri nove combattenti islamici sono rimasti sul terreno in un conflitto a fuoco con la polizia locale nel sud del Paese. Ma nelle ultime 24 ore si segnalano vittime anche tra le truppe della coalizione internazionale, si tratta di tre soldati canadesi caduti ieri nella provincia meridionale di Kandahar.

    Iran
    Proseguono le manovre militari dell’Iran nello stretto di Hormuz, porta di accesso al Golfo persico. Oggi Tehran ha annunciato di avere testato con successo un nuovo missile superficie-superficie, che ha colpito il bersaglio designato ad una distanza di 30 chilometri.

    Medio Oriente
    Importante segnale di distensione tra Israele e l'Autorità nazionale palestinese alla vigilia dell’inizio della Festa islamica del Sacrificio. Un’apposita commissione ministeriale dello Stato ebraico ha approvato la liberazione di 250 detenuti palestinesi. Il provvedimento, è stato precisato, riguarda in prevalenza militanti di al-Fatah che non hanno partecipato ad attentati. Resta alta invece la tensione con la Striscia di Gaza. Stamane la polizia israeliana ha sequestrato nel porto di Jaffa un’imbarcazione diretta a Gaza con sette tonnellate di aiuti umanitari. A bordo dovevano salire diversi deputati arabi israeliani per esprimere solidarietà agli abitanti dei territori controllati da Hamas. La navigazione è stata impedita poiché la legge vieta a cittadini israeliani di entrare a Gaza, in quanto area “ostile”.

    Zimbabwe
    L'epidemia di colera che ha già provocato almeno 600 morti in Zimbabwe è conseguenza delle sanzioni imposte dai Paesi europei. È quanto si sostiene oggi sulle pagine del settimanale controllato dal governo “The Sunday Mail”. E proprio un ulteriore indurimento delle sanzioni contro il Paese africano potrebbe essere deciso domani dai ministri degli esteri europei, a partire dall'allungamento della lista di persone alle quali è proibito entrare in Europa. L’Unicef, da parte sua, prevede un quadruplicarsi dei casi di colera nelle prossime settimane. Intanto, dopo la lapidaria frase di condanna pronunciata ieri dal premier britannico Gordon Brown contro il presidente Robert Mugabe, anche l'arcivescovo di York, John Sentamu, una delle massime autorità religiose anglicane si è scagliato contro il leader africano: ''è giunto il momento che Mugabe renda conto dei suoi crimini contro l'umanità e contro i suoi concittadini – ha detto secondo quanto scrive The Observer - Giustizia deve essere fatta dato che il vento che in passato portava speranza allo Zimbabwe si è trasformato in un uragano che porta distruzione, con il diffondersi del colera, la fame e sistematici abusi di ogni genere''. L’arcivescovo ha quindi lanciato la campagna perché si dia una sterlina allo Zimbabwe per ogni regalo di Natale acquistato”.(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
     

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 342

     
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