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Sommario del 30/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • All'udienza generale Benedetto XVI ricorda la visita negli Stati Uniti: ho portato la speranza di Cristo nel Paese che valorizza la libertà religiosa a garanzia dei diritti umani
  • Il Papa riceve esponenti islamici e cattolici che hanno partecipato ad un Colloquio su fede e ragione
  • Rinuncia
  • Pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana una edizione speciale delle catechesi del Papa sugli Apostoli
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Al via la task force ONU contro la fame nel mondo: il commento delle ONG
  • La testimonianza cristiana al centro del Meeting dei giovani a Pompei
  • Appello della Chiesa in Calabria contro la 'ndrangheta: i giovani restino nella loro terra per cambiarla
  • A 500 anni dalla sua morte inizia il tour mondiale dell'opera in musica sulla vita di San Francesco da Paola
  • Chiesa e Società

  • I vescovi del Paraguay lodano il coraggio dei giornalisti che cercano la verità
  • “Giustizia, ma nel rispetto dell’uomo”: l’appello del vescovo di Kirkuk all’apertura del processo contro Tareq Aziz
  • Si apre oggi in Brasile il primo incontro tra cattolici ed evangelici del Paese
  • Costruito un nuovo seminario nella capitale cubana
  • Il Senegal ratifica la Convenzione sulla lotta alle armi leggere
  • L'UNICEF lancia l'allarme per le tragiche conseguenze dei cambiamenti climatici sull’infanzia
  • Il fiume Niger a rischio insabbiamento
  • Crisi alimentare nelle Filippine
  • A Rimini 31.ma convocazione nazionale delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo
  • “Daily Telegraph” e “Sunday Telegraph" testate ufficiali della GMG di Sydney 2008
  • Inizia oggi in provincia di Vicenza il Festival internazionale di musica cristiana
  • 24 Ore nel Mondo

  • Approvata in Turchia la riforma sulla libertà di espressione
  • Il Papa e la Santa Sede



    All'udienza generale Benedetto XVI ricorda la visita negli Stati Uniti: ho portato la speranza di Cristo nel Paese che valorizza la libertà religiosa a garanzia dei diritti umani

    ◊   Il recente viaggio apostolico negli Stati Uniti ha costituito il fulcro dell’udienza generale di questa mattina, in Piazza San Pietro. Di fronte a circa 40 mila persone, Benedetto XVI ha ripercorso le singole tappe della sua visita ricordando come, nella patria per eccellenza del pluralismo culturale e della libertà religiosa, abbia potuto annunciare la speranza di Cristo, al di là delle dolorose esperienze vissute dalla Chiesa locale. Prima dell’udienza, il Papa ha anche benedetto la statua di San Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici della Madre di Dio e patrono dei farmacisti. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    L’ONU e la Casa Bianca. L’entusiasmo della gente e il silenzio di Ground Zero. La condanna senza appelli della pedofilia e l’invito a sperare in Cristo nelle sfide della vita. Sedimentate le sensazioni a caldo, ciò che rimane è la consapevolezza di un Paese nel quale la fede cristiana, e cattolica in particolare, costituisce un oceano di valori al quale attingere, più forte delle tempeste che ne hanno spazzato la superficie. Fede che il Papa ha contribuito a rafforzare con la sua presenza e le sue parole, ricevendo in cambio attenzione globale, dedizione, calore. Si è percepito questo dalle parole di Benedetto XVI, che ha portato in Piazza San Pietro il ricordo del suo contatto “con l’amato popolo degli Stati Uniti d’America” e l’eredità di conferme e di nuovi orizzonti che la visita pastorale ha portato con sé. A più riprese, come accaduto nel soggiorno americano, Benedetto XVI ha subito mostrato di ammirare degli Stati Uniti quella che ha definito una “felice coniugazione tra principi religiosi, etici e politici”, che costituisce “un valido esempio di sana laicità”, in cui la religione “non è solo tollerata, ma valorizzata come ‘anima’ della nazione”:

     
    “In tale contesto la Chiesa può svolgere con libertà ed impegno la sua missione di evangelizzazione e promozione umana, e anche di 'coscienza critica', contribuendo alla costruzione di una società degna della persona umana e, al tempo stesso, stimolando un Paese come gli Stati Uniti, a cui tutti guardano quale ad uno dei principali attori della scena internazionale, verso la solidarietà globale, sempre più necessaria ed urgente, e verso l’esercizio paziente del dialogo nelle relazioni internazionali”.

     
    Ripensando alle due tappe di Washington e di New York - rivissute nei singoli momenti - Benedetto XVI ha ringraziato anzitutto il presidente Bush e poi gli americani e la Chiesa del Paese per la festa riservata alla sua persona, anche per via del genetliaco e del terzo anniversario di Pontificato celebrati in quei giorni. Quindi, ha ricordato l’incoraggiamento dato ai vescovi statunitensi perché facciano sentire la loro voce sulle “attuali questioni morali e sociali”, sulla difesa della vita, del matrimonio e della famiglia, come un “buon lievito” in seno a una società che non manca di “contraddizioni” e la cui fede ha dovuto patire una dura prova:

     
    “Pensando alla dolorosa vicenda degli abusi sessuali su minori commessi da ministri ordinati, ho voluto esprimere ai Vescovi la mia vicinanza, incoraggiandoli nell’impegno di fasciare le ferite e di rafforzare i rapporti con i loro sacerdoti. Nel rispondere ad alcuni interrogativi posti dai Vescovi, mi è stato dato di sottolineare alcuni aspetti importanti: il rapporto intrinseco tra il Vangelo e la 'legge naturale'; la sana concezione della libertà, che si comprende e si realizza nell’amore; la dimensione ecclesiale dell’esperienza cristiana; l’esigenza di annunciare in modo nuovo, specialmente ai giovani, la 'salvezza' come pienezza di vita, e di educare alla preghiera, dalla quale germogliano le risposte generose alla chiamata del Signore".

     
    Uno dei motivi centrali che hanno portato due settimane fa il Papa al di là dell’Atlantico è stato l’invito a parlare alle Nazioni Unite, nel 60.mo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo:

     
    “La Provvidenza mi ha dato l’opportunità di confermare, nel più ampio e autorevole consesso sovranazionale, il valore di tale Carta, richiamandone il fondamento universale, cioè la dignità della persona umana, creata da Dio a sua immagine e somiglianza per cooperare nel mondo al suo grande disegno di vita e di pace”.

     
    Parlando di pace, Benedetto XVI non ha mancato di sottolineare la cordialità degli incontri avuti con i rappresentanti di altre fedi e la possibilità di aver potuto evidenziare la “grande responsabilità” che i leader religiosi hanno sia, ha affermato, nell’insegnare il rispetto e la nonviolenza, sia nel tener vive le domande più profonde della coscienza umana. Domande che esigono risposte soprattutto per i giovani, ai quali il Papa ha dedicato un ultimo pensiero:

     
    “Guardando in faccia le tenebre di oggi, che minacciano la vita dei giovani, i giovani possono trovare nei santi la luce che disperde queste tenebre: la luce di Cristo, speranza per ogni uomo! Questa speranza, più forte del peccato e della morte, ha animato il momento carico di emozione che ho trascorso in silenzio nella voragine di Ground Zero, dove ho acceso un cero pregando per tutte le vittime di quella terribile tragedia”.

     
    Sia durante il giro inziale di saluto del Papa ai pellegrini, sia dopo la catechesi, una banda messicana ha intonato le note di alcuni brani caratteristici del Paese, facendo da sfondo ai saluti di Benedetto XVI dedicati, tra gli altri, alle religiose partecipanti all’incontro dell’Unione superiore maggiori d’Italia (USMI). Al termine dell'udienza, il Pontefice si è soffermato alcuni minuti in conversazione con tre esponenti buddisti, tra cui due monaci abbigliati nel tradizionale saio arancione e rosso, che partecipano al terzo Simposio cristiano-buddista, in corso in questi giorni a Castel Gandolfo. Prima di arrivare in Piazza San Pietro, il Papa aveva benedetto la monumentale statua raffigurante San Giovanni Leonardi, iniziatore della Congregazione dei Chierici regolari della Madre di Dio e proclamato, nel 2006, patrono dei farmacisti. La scultura, alta 5 metri e 40 e pesante 27 tonnellate, è opera dell’artista spezzino, Paolo Cavallo.

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    Il Papa riceve esponenti islamici e cattolici che hanno partecipato ad un Colloquio su fede e ragione

    ◊   Subito dopo l'udienza generale in Piazza San Pietro il Papa ha ricevuto nell’Aula Paolo VI i partecipanti al sesto Colloquio (28-30 aprile) promosso a Roma dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e dall'Islamic Culture and Relations Organization di Teheran sul tema ''Fede e ragione nel Cristianesimo e nell'Islam''.

    Al termine del Colloquio i partecipanti hanno pubblicato un comunicato in cui convergono sul fatto che fede e ragione sono entrambi doni di Dio all’umanità e che non si contraddicono: anche se la fede può in alcuni casi andare oltre la ragione non è mai contro di essa; il comunicato afferma inoltre che fede e ragione sono intrinsecamente non violente e quindi non possono essere usate per giustificare la violenza, anche se questo sfortunatamente avviene. Entrambe le parti hanno convenuto di collaborare ulteriormente al fine di promuovere un’autentica spiritualità, i valori morali e il rispetto dei simboli ritenuti sacri, condannando ogni derisione delle credenze religiose. Cristiani e musulmani– aggiunge il comunicato – sono chiamati al rispetto reciproco e devono andare oltre la tolleranza, accettando le differenze pur rimanendo consapevoli di ciò che è comune, ringraziando Dio per questo.

    Si esorta poi ad evitare ogni generalizzazione quando si parla delle religioni: infatti le differenze di confessioni all'interno sia del cristianesimo che dell’Islam, nonché la diversità dei contesti storici, sono fattori importanti da considerare. Inoltre – afferma il comunicato – le tradizioni religiose non possono essere giudicate sulla base di un singolo versetto o brano presente nella Bibbia o nel Corano: una visione olistica e un adeguato metodo ermeneutico sono necessari per una vera comprensione di quei testi.

    I partecipanti hanno espresso la loro soddisfazione per il livello del dibattito e per il fatto che si sia svolto in un clima aperto e cordiale. Si sono detti quindi onorati e felici di essere stati ricevuti dal Papa che a sua volta si è detto particolarmente soddisfatto per la scelta del tema del Colloquio. Il prossimo Colloquio si terrà a Teheran entro due anni. (A cura di Sergio Centofanti).

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    Rinuncia

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Gallup (U.S.A.), presentata da mons. Donald E. Pelotte, della Congregazione del Santissimo Sacramento, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

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    Pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana una edizione speciale delle catechesi del Papa sugli Apostoli

    ◊   La Libreria Editrice Vaticana (LEV) ha pubblicato una speciale edizione delle catechesi del mercoledì che Benedetto XVI ha dedicato agli Apostoli. Il volume, cartonato ed illustrato, di 176 pagine al costo di 28,00 euro  è il primo di quattro libri che vedranno raccolta l’intera predicazione del mercoledì.  I prossimi volumi riporteranno le catechesi sull’origine della Chiesa, sui Padri e su Sant’Agostino. La novità di questa serie è data soprattutto dal percorso artistico e dalla qualità grafica. Oltre 60 illustrazioni d’arte – afferma la LEV - “impreziosiscono, in questo primo titolo, un magistero già di per se stesso ricco di significati”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il lavoro oggi per un futuro comune: sulla ricorrenza del primo maggio – nel segno della crisi mondiale – un articolo, in prima pagina, di Juan Somavia, direttore generale dell’Ufficio internazionale del lavoro.

    Nell’informazione internazionale, un’approfondita analisi della situazione politica italiana, dopo il voto del 13 e 14 aprile, in un’intervista al direttore del “Corriere della Sera”, Paolo Mieli, condotta dal direttore de “L’Osservatore Romano”, Giovanni Maria Vian, e da Marco Bellizi.

    Francesco Petrillo, in cultura, sul solenne gesto d’omaggio del Papa, che ha benedetto la statua di San Giovanni Leopardi, fondatore dei chierici regolari della Madre di Dio e patrono dei farmacisti.

    Un mondo piccolo dal quale si intravede il destino universale: Paolo Gulisano ricorda, nel centenario della nascita, lo scrittore Giovannino Guareschi.

    Stefania Colafranceschi analizza i simboli nell’iconografia di San Giuseppe lavoratore.

    Nell’informazione religiosa, Nicola Gori intervista il presidente della Conferenza episcopale cubana, arcivescovo Juan Garcia Rodriguez.

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    Oggi in Primo Piano



    Al via la task force ONU contro la fame nel mondo: il commento delle ONG

    ◊   La crisi alimentare globale, che minaccia centinaia di milioni di persone, sembra ancora lontana da una soluzione positiva. Per questo, il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha annunciato ieri la creazione di un nuovo organismo, una sorta di task force per raccogliere almeno due miliardi e mezzo di dollari e rispondere all’impennata dei prezzi dei generi alimentari. La principale emergenza è rappresentata dai 75 milioni di sfollati che vivono nelle aree di crisi con gli aiuti alimentari internazionali. Per queste persone non sembra comunque possibile una soluzione diversa da quella dell’assistenza umanitaria. E’ quanto conferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle ONG italiane:


    R. – Penso che per questa popolazione di sfollati che vivono nei campi, bisogna essere molto realisti: non c’è altra soluzione che quella di continuare con gli aiuti alimentari. Discorso completamente diverso, invece, è per il resto della popolazione che vive nei propri luoghi di origine e che si vede molto colpita da questa emergenza alimentare: in questo caso, occorre assolutamente un cambio radicale significativo, quanto meno delle politiche agricole e commerciali decise a livello internazionale e a livello mondiale. Fino ad oggi, queste politiche sono state essenzialmente orientate da due grandi obiettivi: il primo è stato quello di mettere a coltura soprattutto i terreni più fertili per degli alimenti di esportazione e che, quindi, tornano poi sulle tavole dei Paesi industrializzati. Il secondo obiettivo è stato quello della promozione delle produzioni delle grandi multinazionali dei Paesi ricchi.

     
    D. – Oltre a piani di intervento immediati, all’ONU spetta anche il difficile compito di mediare tra i sostenitori del protezionismo e quelli, invece, in favore dell’apertura dei mercati. E’ questa una mediazione possibile?

     
    R. – Più che una mediazione, penso sia un’opera di convincimento rispetto ai fatti, che ormai parlano chiaro: le politiche di liberalizzazione dei mercati e le politiche di internazionalizzazione del commercio non hanno prodotto quei risultati che, secondo alcuni, avrebbero dovuto comportare. Queste politiche hanno dimostrato la loro inefficacia. Bisogna cambiare rotta, bisogna ritornare a proteggere i piccoli agricoltori e le piccole agricolture.

     
    D. – Come evitare in futuro nuove speculazioni e rilanciare l’agricoltura soprattutto nei Paesi poveri?

     
    R. – Quello delle speculazioni è certamente un altro fattore che ha inciso molto nella crisi alimentare. E’ una concausa tra le principali di questa emergenza. Noi da tempo sosteniamo la necessità di regolamentare anche i mercati finanziari. L’agricoltura è il nervo portante del reddito dei Paesi poveri, ma soprattutto è ancora oggi l’unica soluzione per la sopravvivenza di centinaia di milioni di persone. Investire nell’agricoltura è dunque la chiave di volta che potrà consentire, anche nel medio periodo, di affrontare emergenze di questo tipo. Sicuramente consentirà di ingenerare uno sviluppo positivo e, soprattutto sostenibile, per le popolazioni.

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    La testimonianza cristiana al centro del Meeting dei giovani a Pompei

    ◊   “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”. Il tema della GMG di Sydney viene ripreso dal XXII Meeting dei giovani, oggi e domani, a Pompei. Una tavola rotonda, una Veglia di preghiera nel Santuario della Vergine del Santo Rosario, momenti di catechesi scandiscono questi due giorni, che saranno conclusi, domani, da una marcia della pace, dalla celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo-prelato di Pompei e delegato pontificio per il Santuario, mons. Carlo Liberati, e dal musical “Non abbiate paura”, scritto e interpretato dalla “Comunità Cenacolo”. Come ogni anno il Meeting promuove un’iniziativa di solidarietà, diretta nel 2008 alla costruzione di una scuola nella diocesi di Kannur, in India. Al centro del Meeting quest’anno, dunque, il tema della testimonianza, dell’annuncio dell’amore di Dio. Ad intervenire nel pomeriggio anche Alessandro Meluzzi, psichiatra e fondatore delle comunità “Agape-Madre dell’accoglienza” per il trattamento della disabilità mentale e della marginalità sociale. Debora Donnini lo ha intervistato:


    R. – I giovani hanno un grande bisogno di identificazione e di ricerca di verità. Sono testimoni di verità e mendicanti d’amore e questa dimensione ha bisogno di riscontri concreti. Per nessuno come per i giovani la testimonianza è un fatto radicato nell’autenticità della vita e quindi questa dimensione deve spingere ad incontrare nel cristianesimo – che è mistero di un incontro personale, l’incontro con Cristo - la verità della loro vita. E in questo, nessuno ce la può fare da sé, ma è soltanto in una dimensione di comunione e di incontro di cui il Meeting è vera, profonda, matura ed originale ecclesialità.

     
    D. – Perché, secondo lei, è un’esperienza importante per i giovani il fatto di ritrovarsi tutti insieme a Pompei?

     
    R. – Non per fare massa, non per disperdere la persona in una collettività, ma perché questa dimensione della Grazia, che è il mistero di un incontro personale, vive e si rafforza quando vive in un momento di comunione che è condivisione di un dono: il dono dell’incontro, ma anche il dono dell’incontro con Dio, con il Dio Uomo e con l’Uomo Dio che è Gesù Cristo.

     
    D. – Quale sarà il cuore del suo intervento nel pomeriggio, immagino anche a partire dalla sua esperienza personale di psichiatra?

     
    R. – La mia esperienza è un’esperienza di incontro con il dolore e la fatica di vivere, soprattutto nel mondo delle comunità di accoglienza, in cui vengono accolti ragazzi con problemi psichici, problemi con la tossicodipendenza, in alternativa al carcere, all’ospedale psichiatrico giudiziario. Nel mondo delle comunità, la pietra scartata dai costruttori diventa e deve diventare testata d’angolo nella costruzione del Regno. L’incontro con Cristo illumina l’incontro con l’uomo, lo rafforza, lo vivifica e lo fa essere vero, autentico, profondo e dà uno spirito che salva. Altrimenti, la stanchezza, la demotivazione, la ripetitività o il tecnicismo fanno sì che alla fine, stare con il dolore anziché salvarci ed aiutarci a farci vivere, ci faccia ammalare.

     
    D. – Cosa dirà, lei, ai giovani che sono venuti al Meeting?

     
    R. – Dirò loro che l’atto d’amore, l’atto di carità è l’atto in cui noi ri-incontriamo noi stessi, è qualche cosa in cui fare del bene è fare del bene soprattutto a chi lo fa. E questa è stata la mia esperienza. Questa è una frase di San Vincenzo de' Paoli, notoriamente, ma è davvero un’esperienza in cui noi scopriamo che donare dà molta più gioia che ricevere, e prendersi cura – spesso – dà anche più gioia che avere la sensazione che qualcuno si prenda cura di noi. Ma, comunque, è la stessa cosa, perché il mistero d’amore è un mistero di reciprocità.

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    Appello della Chiesa in Calabria contro la 'ndrangheta: i giovani restino nella loro terra per cambiarla

    ◊   Non si ferma la guerra della 'ndrangheta in Calabria: un imprenditore ittico, Gino Benincasa, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco nella notte a Lamezia Terme. L'uomo era stato consigliere del Partito socialista all'epoca in cui il Comune fu commissariato per infiltrazioni mafiose. L’assassinio segue le numerose violenze di questi ultimi giorni, come l’attentato che ha dilaniato un altro imprenditore a Gioia Tauro. Un appello a scrivere una nuova pagina per Gioia Tauro e tutta la Calabria è stato lanciato da mons. Pino de Masi, vicario generale della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e referente dell'associazione "Libera". Fabio Colagrande lo ha intervistato:


    R. – Non sono giorni belli per la Calabria. Credo che se è forte in questo momento la presenza della ‘ndrangheta, più forte deve essere la presenza dell’istituzione e della società civile. Per quanto mi riguarda io ho fatto un appello in cui mi sono rivolto direttamente ai giovani che già purtroppo hanno scelto la strada della mafia, in cui ricordo loro che noi possiamo vincere questa battaglia contro la mafia se anche loro si mettono insieme a noi a costruire una pagina nuova per la Piana di Gioia Tauro. Noi, in questi anni, abbiamo lavorato parecchio a Gioiatauro: sia Libera, sia la comunità ecclesiale. Non dimentichiamoci che a Gioia Tauro è nata la prima cooperativa in Calabria che lavora sui beni confiscati. Nonostante le intimidazioni i ragazzi della cooperativa stanno andando avanti non solo a lavorare e a fare azienda, ma stanno andando avanti nel progetto di educazione alla legalità. I beni confiscati ormai sono mete di scolaresche, di gruppi di giovani per i campi di lavoro, da tutta Italia e finalmente anche dalla Calabria. Credo che la resistenza civile nasca proprio dalla capacità di educare le nuove generazioni.

     
    D. – Anche nella Piana di Gioia Tauro i giovani credono più nella ‘ndrangheta che nello Stato?

     
    R. – Fino a poco tempo fa purtroppo dovevamo dire che credevano più nella ‘ndrangheta. Da qualche tempo a questa parte sono moltissimi i giovani che credono invece nello Stato, ma credono soprattutto in loro stessi, cioè nella loro capacità di poter lavorare, di poter cambiare questa terra. Non a caso lo slogan che sta accompagnando tutti questi giovani è uno slogan molto, molto forte: cambiare per restare, restare per cambiare. Cambiare noi, cambiare dal di dentro, lasciarci da parte la mentalità mafiosa per restare in Calabria e restare in Calabria per cambiarla. Lo Stato è presente in Calabria. Forse, dobbiamo migliorare la presenza e soprattutto i rapporti con i cittadini. Non dobbiamo vedere solo la presenza dello Stato in termini repressivi, ma dobbiamo anche vedere la presenza dello Stato in termini promozionali, in termini di servizi sociali, in termini di una sanità sana. Allora credo che il lavoro più forte sia quello di tagliare questa connivenza con spezzoni della politica e della ‘ndrangheta.

     
    D. – Quanto è importante ribadire che l’affiliazione alla mafia è incompatibile con la fede cattolica?

     
    R. – E’ importantissimo e credo che nel nostro territorio qualcosa sia cambiato seriamente nel momento in cui sulla statale 111 di Gioia Tauro un palazzo di una cosca è diventato centro di accoglienza Caritas ed è diventato sede dell’istituto di scienze religiose della diocesi. Un terreno ancora più avanti, sempre sulla statale 111, è diventato sede di una struttura che ospita una nuova parrocchia. Questi sono stati segnali forti, che stanno facendo capire alla gente che non è possibile conciliare mafia, ‘ndrangheta e Vangelo. La mafia e la ‘ndrangheta sono peccato. Essere dalla parte della ‘ndrangheta significa essere contro il Vangelo. Questo è bene che tutti lo sappiano. Noi ci stiamo sforzando di lavorare in questo senso. Ecco perché chiediamo a tutti i cristiani di scegliere da che parte stare: dalla parte del Vangelo o dalla parte della ‘ndrangheta.

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    A 500 anni dalla sua morte inizia il tour mondiale dell'opera in musica sulla vita di San Francesco da Paola

    ◊   “A chi ama Dio tutto è possibile”. Si riassume in queste poche parole la lunga e travagliata vita di San Francesco da Paola, raccontata nel dramma in musica “Frammenti di Luce”. Dopo il successo dell’estate scorsa in Calabria, l’opera inizia oggi una tournée mondiale attraverso le città visitate dal fondatore dei Minimi o a lui particolarmente devote. L’iniziativa è maturata nell’ambito dei numerosi eventi che nell’anno appena concluso hanno celebrato il quinto centenario della morte del Santo. Il servizio di Silvia Gusmano:


    (musica)

    Sulle orme di San Francesco da Paola attraverso tutto il mondo: dalla sua terra d’origine alla Francia, dal Canada all’America Latina, presso le tante comunità italiane dove ancora profonda è la devozione per il santo protettore della Calabria. Durerà due anni il lungo viaggio di “Frammenti di Luce”, il dramma in musica sulla vita del fondatore dell’Ordine dei Minimi, spentosi a Tour il 2 aprile 1507. Attraverso un linguaggio semplice e incisivo, quasi cinematografico, l’opera intende attualizzare il messaggio di San Francesco, rilanciando - secondo l’auspicio di Benedetto XVI - “la sua proposta di vita”. Così l’ideatrice e regista Virginia Barrett, che ha curato anche la versione radiofonica trasmessa il mese scorso in sei puntate dalla nostra emittente:

    “San Francesco fu un vero rivoluzionario della storia, portando questa sua forza, questa sua energia contro gli oppressori e a favore dei più deboli. Nell’opera c’è questa sua vita, sempre un po’ minacciata dalla presenza di Lucifero e, quindi, con al centro questa lotta tra il bene e il male, in cui esce però sempre vincitore il bene a discapito dell’ombra, della tenebra. L’obiettivo artistico è quello di lasciare un messaggio profondo, anche con una forma di teatro un po’ diversa, quella del dramma sacro, quello che si rappresentava nel lontano ‘500 sui sagrati delle chiese. E’ un po’ il punto di inizio di tutta la storia del teatro”.

    Vissuto 91 anni, Francesco da Paola, fu costretto dalla precoce fama di santità che le sue doti taumaturgiche gli procurarono, a rinunciare all’eremitaggio scelto in gioventù per trasferirsi alla corte del re di Francia, gravemente ammalato. In questo Paese, per quasi 25 anni, portò avanti la sua battaglia contro il potere e le prevaricazioni predicando carità e obbedienza e vedendo crescere la famiglia religiosa da lui fondata. A Frejus, nel 1483, compì il miracolo della guarigione degli appestati. Questo il suo carisma, spiega il superiore generale dell’Ordine dei Minimi padre Francesco Marinelli:

    “Tutta la spiritualità di San Francesco si basa sulla conversione. San Francesco diceva una cosa molto semplice: 'A chi ama Dio, tutto è possibile'. Questo messaggio di Francesco si ripropone con molta forza nella società di oggi, in cui c’è questa perdita del senso di Dio, la perdita della conversione. San Francesco è stato un emigrante, un emigrante di Dio, un viaggiatore di Dio. Si è posto come uomo nuovo nella fase del passaggio tra Medio Evo e Rinascimento”.

    Un Santo moderno dunque, portavoce di Dio e del suo messaggio universale nei secoli.

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    Chiesa e Società



    I vescovi del Paraguay lodano il coraggio dei giornalisti che cercano la verità

    ◊   “L’informazione obiettiva, opportuna e completa fornita dai giornalisti durante le recenti elezioni generali ha dato un contributo al rispetto della volontà della cittadinanza”. Così, mons. Adalberto Martínez Flores, vescovo di San Pedro, responsabile della Commissione episcopale per i mezzi di comunicazione sociale in una dichiarazione in cui, a nome dei vescovi del Paraguay, si complimenta con i giornalisti protagonisti del “delicato compito di informare e formare l’opinione pubblica per cercare e condividere la verità sia nei mass-media nazionali sia in quelli locali ”. “Valutiamo positivamente – si legge nel documento - il coraggio e il contributo che il giornalismo d’inchiesta offre alla verità e che si è tradotto in minacce, persecuzioni e morte come nel caso di Santiago Leguizamón. Mons. Martínez Flores chiede quindi alle istituzioni e agli organismi competenti di continuare le loro ricerche in tutti quei casi in cui gli operatori dell’informazione sono stati vittime di violenze e morte. Riflettendo sulla precaria situazione socio-economica del Paese e sulla realtà politica, fortemente polemica e polarizzata negli ultimi mesi, i presuli esprimono inoltre preoccupazione: in questo scenario – scrivono - questi professionisti sono sottoposti a pressioni e tentazioni rischiose che possono allontanarli dal loro dovere di cercare e condividere la verità”. Riprendendo le parole di Benedetto XVI nel suo messaggio per la 42.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domenica prossima, i vescovi chiamano i giornalisti del Paraguay ad “orientare sempre il proprio lavoro con i valori etici, anche quando la situazione è difficile e ciò sembra impossibile”. Un vero giornalista – spiegano - non rinuncia mai “alla presentazione dei fatti e delle situazioni della società con la massima onestà, con atteggiamento responsabile e in difesa dei valori della vita, delle persone, della famiglia e del bene comune”. Infine, i presuli ricordano che la “verità e il rispetto della dignità umana non può essere mai sacrificata mettendo al primo posto le vendite e le statistiche sulle tirature. Occorre inoltre evitare costantemente la tentazione di aumentare la propria audience facendo leva sulle trasgressioni, la volgarità e la violenza”. (L.B.)

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    “Giustizia, ma nel rispetto dell’uomo”: l’appello del vescovo di Kirkuk all’apertura del processo contro Tareq Aziz

    ◊   “Giustizia, ma nel rispetto dei diritti umani e della dignità della persona, contro ogni condanna capitale”: è l’appello dell’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako, all’apertura del processo che vede imputato l’ex vice premier iracheno Tareq Aziz. Volto pubblico internazionale durante la dittatura di Saddam Hussein, è accusato dell'esecuzione di 42 persone nel 1992: rischia la pena di morte. Unico cristiano ai vertici del regime del raìs, Tareq Aziz ha sempre messo in secondo piano la sua appartenenza religiosa. Erroneamente, infatti, viene citato come prova del favore goduto dalla comunità cristiana sotto la dittatura. Lo afferma l'agenzia Asia News. E' la prima volta, da quando si è arreso alle forze USA nell'aprile 2003, che Aziz risponde delle accuse che gli sono contestate. A presiedere il processo è il giudice curdo Rauf Rasheed Abdel, lo stesso che pronunciò la condanna a morte di Saddam Hussein. Al banco degli imputati, insieme ad Aziz, anche altri gerarchi dell'ex regime: il fratellastro di Saddam, Watban Ibrahim Al Hassan, e “Ali il chimico”, già una volta condannato a morte. (B.B.)

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    Si apre oggi in Brasile il primo incontro tra cattolici ed evangelici del Paese

    ◊   “Sappiamo che molte sfide ci aspettano verso il cammino dell’unità” e accogliamo con gioia l’invito al primo incontro tra cattolici ed evangelici in Brasile: è quanto si legge nel comunicato della Commissione episcopale pastorale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza dei vescovi del Brasile. L’incontro, che si apre oggi a San Paolo, è promosso dalle nuove Comunità cattoliche e da alcuni esponenti evangelici e pentecostali. Superando decenni di distanza – si legge nel documento – “questi fratelli e sorelle hanno sentito l’appello del Signore alla testimonianza”. L’incontro – si sottolinea infine nel comunicato – offre “l’opportunità di vivere un’esperienza di riconciliazione, fondata sul Battesimo. (L.B.)

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    Costruito un nuovo seminario nella capitale cubana

    ◊   Saranno oltre 100 gli studenti che potranno frequentare il nuovo seminario dell’arcidiocesi di San Cristobal de La Habana, il primo ad essere costruito negli ultimi 50 anni della storia cubana. Nelal diocesi si rallegrano per la qualità del progetto architettonico ma soprattutto “per il significato che ha, per la Chiesa e per la storia del Paese”, si legge nella rivista dell’arcidiocesi riportata dall’agenzia SIR. La struttura, situata a 15 chilometri dal centro storico della capitale e immersa in un’area di 22 ettari, prevede quattro edifici di teologia, quattro di filosofia, molte aule, alcuni dormitori, una biblioteca, un’aula magna e una cappella. Il progetto è stato finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), da un gruppo di cattolici francesi, dalla Commissione per l’America Latina della Santa Sede e dai Cavalieri di Colombo. La struttura andrà a sostituire lo storico seminario di San Carlo e di Sant’Ambrogio e prenderà lo stesso nome. Quando i seminaristi si trasferiranno nel nuovo edificio, l’antica struttura sarà trasformata in un grande centro culturale e di studio intitolato al servo di Dio Felix Varela. Sarà aperta al pubblico una grande biblioteca, un museo arcidiocesano e degli spazi per esposizioni di arte, proiezioni e dibattiti. (B.B.)

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    Il Senegal ratifica la Convenzione sulla lotta alle armi leggere

    ◊   Il Senegal ha ratificato la Convenzione sulle armi leggere e di piccolo calibro, diventando il quinto Paese della Comunità degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO) a confermare il suo impegno nella lotta per la riduzione degli armamenti. Il presidente senegalese Abdoulaye Wade - ricorda l'agenzia MISNA - ha così mantenuto fede alla sua promessa di bloccare la proliferazione del commercio illegale, prevenendo l’eccessiva presenza di armi leggere. Oltre al Senegal, gli altri Paesi della comunità che l’hanno già ratificata sono Niger, Mali, Burkina Faso e Sierra Leone. La CEDEAO ha adottato la Convenzione nel 2006, con la firma degli accordi di Abuja, ma l’entrata in vigore è legata alle scelte dei singoli governi. Ora Dakar, capitale del Senegal, dovrà creare una Commissione nazionale incaricata di giudicare i singoli casi ed adeguare le proprie leggi in conformità alle richieste della Convenzione. Controllo delle importazioni, delle esportazioni, della produzione e delle licenze: sono le direttrici attraverso cui si muoverà la campagna per il disarmo. (B.B.)

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    L'UNICEF lancia l'allarme per le tragiche conseguenze dei cambiamenti climatici sull’infanzia

    ◊   Il nuovo rapporto UNICEF pone l’attenzione sul grave impatto dei cambiamenti climatici, nella vita dei bambini. Sono soprattutto quelli più poveri ad essere maggiormente colpiti: Africa e Asia, i Paesi nei quali si prevedono le peggiori conseguenze. Presentato ieri a Londra, il titolo è “Il nostro clima, i nostri bambini, le nostre responsabilità: le conseguenze dei cambiamenti climatici per i bambini del mondo”. Il rapporto elenca le conseguenze climatiche anche nel contesto degli “Obiettivi di sviluppo del millennio” promossi dall’ONU. Il primo Obiettivo, sradicare la povertà, sarà difficile da realizzare se il Prodotto Interno Lordo (PIL) dei Paesi meno sviluppati continuerà a diminuire. Il quarto, ridurre la mortalità infantile, è lontano dal raggiungimento se la temperatura continuerà ad aumentare. Il secondo, garantire l’educazione primaria, sarà sempre più difficile da raggiungere perché i genitori avranno bisogno del contributo dei figli per la sussistenza. Il sesto Obiettivo, combattere le malattie, sarà difficile da garantire perché l’aumento della temperatura potrebbe implicare addirittura un ritorno della malaria. L’UNICEF già lavora con i bambini e le comunità locali per aiutarle ad adattarsi ai cambiamenti climatici, fornendo aiuti alle popolazioni affinché siano preparate a fronteggiare i sempre più frequenti rischi di disastri naturali. (B.B.)

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    Il fiume Niger a rischio insabbiamento

    ◊   Salvare il fiume Niger dalla siccità e garantire il futuro di 110 milioni di persone: è il tema dell'incontro cominciato oggi a Niamey, capitale del Niger. Partecipano i presidenti dei Paesi che compongono l'Autorità del bacino del Niger, un organismo inter-governativo che si occupa della gestione e dello sviluppo delle risorse dei Paesi attraversati dal fiume: la Guinea, il Mali, il Niger, il Benin e la Nigeria. Come riferisce l’agenzia MISNA, due i principali obiettivi dell’incontro: l’approvazione di un finanziamento ventennale, del costo di oltre 5 milairdi di euro, per rallentare il processo di desertificazione e la firma della “Carta dell'acqua” per regolamentare la gestione delle risorse del fiume. Il terzo fiume più lungo d'Africa, dopo il Nilo e il Congo, è minacciato dall'insabbiamento che ne riduce la portata e mette a rischio la navigazione e la fauna. (B.B.)

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    Crisi alimentare nelle Filippine

    ◊   Le Filippine dovranno importare riso, almeno fino al 2013. Lo ha dichiarato il presidente Gloria Arroyo, durante una riunione di governo svoltasi ieri. L’arcipelago – si legge sul sito dell’agenzia Asianews – non riesce ad essere autosufficiente dal punto di vista alimentare: da sempre, infatti, è il maggiore importatore di riso al mondo. Oggi, i prezzi triplicati del riso ed il freno alle esportazioni garantiscono solo metà del fabbisogno: circa 2 milioni di tonnellate di riso sfamano appena 44 milioni di persone. La Thailandia, massimo esportatore di riso, in pochi mesi ha triplicato i prezzi: una tonnellata di riso costa circa 1000 dollari. Inoltre Bangkok, capitale della Thailandia, ha messo un freno alle esportazioni per garantire i rifornimenti di riso in patria. La Arroyo ha promesso di investire fino ad un miliardo di dollari, per incentivare la produzione agricola. Ma i problemi da risolvere sono molti: la terra delle Filippine si presta poco alla coltivazione e i frequenti tifoni estivi distruggono i campi. La crisi dei prodotti alimentari preoccupa molto anche le Nazioni Unite, perchè essa sta creando nuovi poveri e numerose rivolte sociali. (B.B.)

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    A Rimini 31.ma convocazione nazionale delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo

    ◊   Rigenerati dalla parola di Dio. È questo il tema della 31.ma convocazione nazionale dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo (RNS), che si terrà presso la Fiera di Rimini da domani fino a domenica prossima. Oltre 20 mila persone parteciperanno all’ormai abituale appuntamento di primavera del movimento, che in Italia conta più di 200 mila aderenti, raggruppati in 1900 comunità. “Vogliamo ancora ascoltare, pregare, amare, servire la Parola” - ha affermato Salvatore Martinez, presidente nazionale di RNS – “Una Parola che non ha perduto il suo fascino creativo e miracoloso, la sua straordinaria contemporaneità e attualità”. Numerosi gli ospiti attesi: tra questi anche il card. Giovanni Battista Re, prefetto per la Congregazione per i vescovi e il card. Angelo Scola, patriarca di Venezia. Il programma della manifestazione prevede momenti di preghiera, celebrazioni liturgiche e sessioni di approfondimento. Il pomeriggio di venerdì, in occasione del decennale della Veglia di Pentecoste dei Movimenti e delle Nuove Comunità con Giovanni Paolo II in piazza San Pietro il 30 maggio del 1998, sarà dedicato al tema “La Chiesa conta su ciascuno di voi”. Nella sessione pomeridiana del giorno seguente si farà formazione, parlando di famiglia, giovani, sacerdoti, cultura della Pentecoste e coordinatori dei gruppi e delle comunità RNS. Parallelamente alla convocazione nazionale per adulti, sempre presso la Fiera di Rimini, ci saranno meeting anche per bambini e ragazzi. (V.V.)

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    “Daily Telegraph” e “Sunday Telegraph" testate ufficiali della GMG di Sydney 2008

    ◊   I due quotidiani più letti di Sydney saranno i giornali ufficiali della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Si tratta del “Daily Telegraph” e del “Sunday Telegraph”. Ad annunciarlo, a 76 giorni dall’evento, è l’ufficio stampa del Comitato organizzatore in un comunicato reso noto dal SIR. Il “Daily” e il “Sunday” hanno amplissima diffusione: il primo ha una tiratura di circa 375 mila copie, il secondo di 670 mila. La 23.ma GMG, che si svolgerà a Sydney dal 15 al 20 luglio, coinciderà con la prima visita nel continente di Benedetto XVI. Ogni mese, intanto, esce in Australia “Crossroads”, una newsletter che si presenta come una guida per raccontare tutto ciò che si sta facendo nel mondo in preparazione al grande appuntamento: tra le storie di questo mese, quella di una “scuola di liturgia” a Singapore in vista della GMG 2008. (V.V.)

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    Inizia oggi in provincia di Vicenza il Festival internazionale di musica cristiana

    ◊   Appuntamento stasera a Thiene, in provincia di Vicenza, per il nono Festival internazionale di musica cristiana "Il mondo canta Martia". La manifestazione – organizzata dall’Associazione Massimiliano Kolbe e dall’omonima radio, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura – è diventata ormai una tappa fissa nel panorama cattolico internazionale. Tre gli interpreti sul palco: don Giosy Cento, icona della musica cristiana italiana nel mondo, suor Alessandra Falco, animatrice musicale, e il gruppo Janua Coeli capitanati da padre Andrea Righini. Uno, il filo conduttore: trasmettere attraverso la musica un messaggio di fede e di speranza. Il concerto sarà trasmesso in diretta mondiale sulle frequenze di Radio Kolbe Sat e in diretta video sul sito ufficiale del festival www.ilmondocantamaria.it. (B.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Approvata in Turchia la riforma sulla libertà di espressione

    ◊   Il parlamento turco ha approvato una lunga e attesa revisione di una legge criticata dell'Unione Europea, mirata a limitare la libertà di espressione. La riforma riguarda il controverso articolo 301 del Codice penale, utilizzato per perseguire centinaia di scrittori tra cui il Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk, accusato di vilipendio allo Stato turco. La riforma dell'articolo 301 del Codice penale è stata approvata con 250 voti favorevoli e 65 contrari tra le feroci critiche dell'opposizione nazionalista. Dopo la riforma, sarà un crimine insultare lo Stato turco piuttosto che la cosiddetta “turchità”, come era in precedenza, e il Ministero della giustizia avrà il permesso di richiedere l'apertura di un procedimento. La pena massima verrà ridotta da tre a due anni. Bruxelles aveva dato una tiepida risposta alla riforma. In un recente viaggio in Turchia, il presidente della Commissione europea, Barroso aveva sottolineato che il Paese stava compiendo un passo nella giusta direzione. Difendendo la riforma dalle critiche dell'opposizione, il ministro della Giustizia, Mehmet Ali Sahin, ha detto che vi saranno ancora restrizioni a chi insulta la Turchia. “Con questa modifica, non si intende permettere alla gente di insultare liberamente la turchita”, ha detto il ministro al parlamento.

    Yemen
    Sono due le esplosioni avvenute stamani a Sanaa nei pressi dell'ambasciata d'Italia nello Yemen, ma il loro obiettivo non era la sede diplomatica, ma il vicino ufficio delle dogane yemenite. Non ci sono state vittime perché i locali erano vuoti. Sono sette invece i soldati morti e altri 20 quelli feriti ieri sera in un’imboscata tesa da ribelli della minoranza sciita zaidita nella provincia montagnosa di Saada (nord-ovest dello Yemen). Sempre nella provincia di Saada, feudo della ribellione sciita, otto membri della ribellione e tre soldati yemeniti erano stati uccisi in combattimenti, nella notte tra lunedì e martedì. Il Ministero degli esteri italiano sconsiglia i viaggi in Yemen se "non determinati da motivi di effettiva necessità". È presente infatti in tutto il Paese “un elevato rischio di atti terroristici”, che comprendono anche il rapimento di turisti.

    Medio Oriente
    Oltre dieci razzi Qassam sono stati sparati oggi dal nord della Striscia di Gaza verso il Neghev israeliano e in particolare verso la città di Sderot. Non si segnalano vittime, ma fonti locali precisano che uno dei razzi è esploso all'interno del cortile di una scuola mentre le classi venivano aperte. Nella zona del valico di Erez, miliziani palestinesi hanno inoltre aperto il fuoco verso una pattuglia israeliana. Non si ha notizia di vittime. Ieri, in una conversazione con il premier, Ehud Olmert, il sindaco di Sderot, Ely Moyal, ha fatto presente che la popolazione, dopo anni di bombardamenti quasi quotidiani da parte dei palestinesi, è allo stremo. Secondo Moyal, circa il 15% dei 20 mila abitanti ha abbandonato la città. Intanto, viene reso noto che incendi dolosi si sono verificati negli ultimi giorni in tre sinagoghe nel sobborgo ultraortodosso ebraico di Benè Brak, alle porte di Tel Aviv. Guardando alla Cisgiordania, le autorità militari israeliane hanno chiuso oggi i valichi di transito nel timore che attentati palestinesi turbino la "Giornata della Shoah", che in Israele si celebra stasera e domani. La chiusura dovrebbe essere revocata venerdì prossimo.

    Afghanistan
    Non si ferma l’ondata di violenza in Afghanistan. Nelle ultime ore si combatte anche a Kabul. Le Forze di sicurezza hanno ingaggiato una battaglia con un gruppo di taleban. Almeno 5 le vittime, tra le quali due degli autori dell’attacco di domenica scorsa al presidente Karzai. Morti anche la moglie e il figlio di uno dei due. Cinque taleban, inoltre, circondati e assediati dalle forze di sicurezza afghane in una casa vicino a Kabul, si sono suicidati per non essere catturati. L’attentato a Karzai, se pure non riuscito, dimostra la pericolosità dei taleban e la concretezza delle preoccupazioni espresse dal ministro britannico Brown di fronte ai partner della NATO. Ad Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, Stefano Leszczynski ha chiesto se la missione in Afghanistan sia effettivamente in crisi:


    R. - La missione afghana è in crisi nella misura in cui continuiamo a considerare l’Afghanistan un problema di sicurezza militare. Non possiamo pensare che un Paese possa considerare la sicurezza basata soltanto su uomini con i fucili, quando in realtà mancano ancora - dopo tanti anni - le più essenziali infrastrutture. Bisognerebbe costruire molto di più, ma questo vorrebbe dire alzare enormemente i costi della missione e credo che pochi Paesi e forse addirittura nessuno abbiano voglia di accollarsi tali costi.

     
    D. - La Casa Bianca si dimostra, comunque, fiduciosa per l’andamento del conflitto in Afghanistan. C’è effettivamente qualche motivo valido di fiducia sull’Afghanistan?

     
    R. - Decisamente sì. Rispetto al 2001, le cose sono radicalmente cambiate: non c’è più un gruppo di folli ultraortodossi al governo, che nella loro lucida pazzia distruggevano le statue e costringevano migliaia di persone ad uno stato di schiavitù, vietando anche i giochi, vietando il canto degli uccellini, con gli stadi utilizzati soltanto per mostrare le esecuzioni capitali. È stato fatto moltissimo, assolutamente. Ma è necessario fare di più. Non bisogna accontentarsi di ciò che è stato compiuto, ma considerare quanto di buono è stato realizzato così da avere un maggiore sprono e per andare avanti.

     
    D. - Possiamo, quindi, dire che questo è un momento veramente cruciale, in cui deve verificarsi la svolta nella politica afghana?

     
    R. - Direi di sì. Il rischio di stagnazione è elevatissimo e a subirne le conseguenze è, prima di tutto, la popolazione.

     
    Iraq
    Si contano morti anche oggi, in Iraq. Due membri dei Consiglio del risveglio anti al Qaida (Sahwa) sono stati uccisi e altri due feriti nell'esplosione di un ordigno a sud-ovest di Kirkuk. Due soldati statunitensi sono periti in due diversi episodi a Baghdad. Per i militari americani, aprile è stato il mese più sanguinoso dallo scorso settembre. La metà delle 46 vittime statunitensi in aprile ha perso la vita a Baghdad, per lo più nel grande quartiere sciita di Sadr City, roccaforte della milizia sciita del leader radicale Moqtada Sadr, dove da settimane sono in corso scontri strada per strada. Inoltre, sono stati trovati ieri notte a sud-rst di Baquba i cadaveri di cinque studenti universitari iracheni rapiti dieci giorni fa. Una settimana prima, nei pressi di Mossul, 42 studenti erano stati sequestrati ma erano poi stati liberati.

    Colloqui Iraq-Turchia sulla questione dei ribelli curdi
    Il vicepresidente iracheno, Tariq al-Hashimi, arriva oggi ad Ankara per una visita ufficiale di tre giorni, nel corso della quale incontrerà i più alti responsabili del governo turco con cui discuterà, oltre che di relazioni bilaterali, della questione della lotta delle forze armate turche contro i ribelli separatisti curdi del Partito del Lavoratori del Kurdistan (PKK) nell'Iraq settentrionale. Al-Hashimi, come riferisce l'agenzia turca Anadolu, incontrerà oggi il presidente della Repubblica turca, Abdullah Gul, e domani il premier, Tayyip Erdogan, e il ministro degli Esteri, Ali Babacan. Come rilevano osservatori locali, la visita del vicepresidente iracheno in Turchia arriva all'indomani dell'annuncio che Nechirvan Barzani - premier del governo regionale del Kurdistan iracheno, presieduto dal leader curdo Massud Barzani - compirà una visita ufficiale in Turchia entro la fine della primavera. L'invito a Nechirvan Barzani è stato rivolto dopo che giovedì scorso i maggiori leader politici e militari turchi avevano dato il loro benestare all'inizio di colloqui con i curdi iracheni, colloqui respinti per anni in quanto i gruppi curdi del nord Iraq erano sospettati da Ankara di dare appoggio ai terroristi del fuorilegge del PKK.

    Iran
    Diciassette studenti dell'università Sahand di Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran, sono stati ricoverati in ospedale per le conseguenze di uno sciopero della fame. Protestano da molti giorni contro le restrizioni adottate dal Comitato disciplinare dell'ateneo nei confronti di alcuni loro colleghi. Non è stato precisato quante persone stiano scioperando, ma 500 studenti hanno firmato una lettera di protesta rivolta al rettore nella quale chiedono la rimozione del suo vice - giudicato colpevole di “insulti ed errori” - e al ministro dell'Istruzione superiore, affinché intervenga sui problemi dell'Università. Intanto, secondo stime ufficiali, l’inflazione nel Paese si aggira intorno al 20 per cento. Proprio su questo tema la guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha preso oggi le difese del governo del presidente Ahmadinejad, affermando che i problemi dell’economia, come i terremoti o la siccità, sono fenomeni comuni anche in altri Paesi e invitando i cittadini a non essere consumisti.

    Italia - eletto presidente della Camera
    Gianfranco Fini è il nuovo presidente della Camera. È stato eletto questa mattina al quarto scrutinio con 335 voti. Ieri, ricordiamo, Renato Schifani era stato eletto presidente del Senato. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito non di parte il discorso di insediamento del neo presidente della Camera e ha sottolineato di aver particolarmente gradito “il riferimento al tema del lavoro e della sicurezza sul lavoro” fatto nel suo intervento. Il capo dello Stato inizierà le consultazioni nei prossimi giorni e affiderà a Silvio Berlusconi l’incarico di formare il nuovo governo. Il servizio di Giampiero Guadagni:


    Un lungo applauso "bipartisan" ha accolto l’elezione di Gianfranco Fini a presidente della Camera. E "bipartisan" è stato anche il discorso di insediamento. Fini ha detto che intende svolgere il suo ruolo di terza carica dello Stato da uomo di parte, ma garante di tutti e imparziale. Ha ricordato la sua storia personale, ma ha anche reso omaggio al 25 aprile e alla Festa del lavoro del primo maggio: date, ha affermato, che rappresentano valori autenticamente condivisi da tutti gli italiani. Per Fini, la ricostruzione di una memoria condivisa e la pacificazione nazionale sono ormai state raggiunte, anche grazie all'azione di due presidenti della Repubblica, come Cossiga e Ciampi. Oggi, ha detto Fini, la libertà viene minacciata non dalle ideologie ma dal relativismo culturale. Il neo presidente della Camera ha poi reso omaggio al Pontefice, definito "guida spirituale della larghissima maggioranza del popolo italiano" e "indiscussa autorità morale per tutto il mondo". La laicità delle istituzioni, ha aggiunto Fini, è principio irrinunciabile delle democrazie moderne, ma il parlamento deve riconoscere il ruolo di difesa e di formazione dell’identità della nazione italiana che hanno avuto i fondamenti nella religione cristiana. Un intervento, quello di Fini, che va sulla scia di quello pronunciato ieri dal neo presidente del Senato, Schifani, che ha tra l’altro annunciato una stagione di riforme condivise. Entrambi i discorsi sono stati apprezzati dal presidente della Repubblica, Napolitano. Il capo dello Stato inizierà il 6 maggio le consultazioni. E in tempi rapidissimi affiderà a Berlusconi l’incarico di formare il nuovo governo, che potrebbe giurare tra il 9 e il 10 maggio. Il futuro premier sta lavorando in queste ore non senza difficoltà alla lista dei ministri. Intanto, il Partito democratico si prepara all’opposizione e ha aperto una riflessione sulle sconfitte alle elezioni politiche e al comune di Roma. Il segretario Veltroni ipotizza un congresso anticipato.

     
    Italia - approvate nuove linee guida sulla fecondazione assistita
    Sono sostanzialmente due le novità introdotte dalle nuove linee guida, rispetto alle precedenti fino ad oggi in vigore per la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, prevista per le coppie definite infertili. Il primo punto nuovo è il "sì" alla possibilità di effettuare la diagnosi preimpianto sull'embrione da impiantare in utero (prima vietata, eccetto la diagnosi preimpianto di solo tipo 'osservazionalè). Il secondo punto è rappresentato dalla possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), anche per le coppie in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili, e in particolare del virus HIV e di quelli delle epatiti B e C, riconoscendo che tali condizioni siano assimilabili ai casi di infertilità per i quali è concesso il ricorso alla fecondazione assistita. La legge fu approvata definitivamente dalla Camera il 10 febbraio 2004 e le prime linee guida nel luglio 2004.

    Somalia
    Almeno 12 civili sono morti oggi a Baidoa, 250 km a nord-ovest della capitale Mogadiscio, uccisi dai soldati etiopici che hanno aperto il fuoco dopo un attacco armato contro uno dei loro convogli. Sulle ripercussioni di questa nuova violenza in Somalia, ascoltiamo mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, intervistato da Kelsea Brennan-Wessels:

     
    R. - La violenza indica a quale grado di destabilizzazione il centro-sud della Somalia sia arrivato. Tutto questo ci dice quanto la situazione rimanga difficile. Ci sono due gruppi, a mio parere: uno che si trova nell’opposizione, legato ad elementi fondamentalisti, e l’altro legato probabilmente al governo federale di transizione. Stanno cercando a tutti i costi di far deragliare gli ultimi sforzi che si stanno compiendo per avvicinare le posizioni. So che qualche settimana fa c’è stato un incontro tra alcuni membri dell’opposizione che risiede ad Asmara e il governo di transizione. È stato un passo molto positivo e so che verso la metà del mese di maggio si incontreranno di nuovo le forze del governo di transizione e dell’opposizione qui a Gibuti, per cercare di trovare una soluzione amichevole a questi 18 anni di guerra civile in Somalia.

    Egitto
    Nel tentativo di placare gli animi esasperati da un'inflazione che ha gettato nella disperazione gran parte degli egiziani, il presidente Hosni Mubarak ha promesso un aumento generale dei salari dell'80 per cento, a partire dal prossimo mese. “L'importante è lavorare con l'obiettivo di un equilibrio tra i livelli salariali e l'aumento dei prezzi”, ha detto il presidente in un discorso in diretta televisiva in occasione della Festa internazionale dei lavoratori. Mubarak ha chiesto al governo di aumentare i salari del 30 per cento, il doppio di quanto previsto per il 2008. Il parlamento si riunirà domenica per esaminare un progetto di legge a questo riguardo. L'inflazione a marzo ha toccato il 15,8 per cento. Il prezzo dei cereali e del pane è cresciuto del 50 per cento dall'inizio dell'anno e dell'olio del 45,2 per cento. I prodotti alimentari in generale sono aumentati del 23,5 per cento. In aprile, c'è stata una serie di proteste contro il carovita e un'altra giornata è prevista per il 4 maggio, 80.mo compleanno di Mubarak. Almeno il 40 per cento degli 80 milioni di egiziani vive sotto la soglia della povertà, con meno di due dollari al giorno.

    Mauritania
    Le Forze di sicurezza della Mauritania hanno arrestato cinque sospetti terroristi di al Qaida accusati di essere coinvolti nell'uccisione lo scorso dicembre di quattro turisti francesi e nell'attacco all'ambasciata israeliana nella capitale Nouakchott. Fra i cinque c'è anche il 21.enne Sidi Uld Sidna, evaso lo scorso 2 aprile dal palazzo di giustizia della capitale e poi più volte sfuggito alla cattura. Lo si apprende da fonti della polizia Mauritana. “Sono in corso diverse perquisizioni e gli arrestati sono stati trasferiti in un luogo sicuro”, ha detto la fonte, che ha chiesto l'anonimato.

    Vertice informale di otto capi di Stato UE
    È cominciata stamani a Graz, in Austria, la seconda e ultima sessione di lavori del vertice informale di otto capi di Stato europei, di Italia, Germania, Austria, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Polonia e Portogallo. Dopo la prima riunione di ieri pomeriggio sulle prospettive europee del dopo Lisbona, oggi, i capi di Stato affrontano il tema della politica estera e della sicurezza europea. Al tavolo siede anche Mohammed El Baradei, direttore dell'Agenzia internazionale Energia Atomica (AIEA), che ha sede a Vienna. Al termine dei colloqui odierni, i capi di Stato terranno una conferenza stampa congiunta. Il summit fra gli otto capi di Stato fa seguito all'iniziativa dell'allora presidente del Portogallo Jorge Sampaio che invitò i suoi colleghi nel 2003 ad Arriolos. Sono seguiti poi gli incontri di Helsinki (2005), Dresda (2006) e Riga (2007).

    Immigrazione clandestina
    Altri due sbarchi di clandestini si sono registrati all'alba di stamani sull'isola di Lampedusa. I 39 clandestini sono già stati trasferiti nel centro di prima accoglienza e soccorso di Contrada Imbriacola, dove si trovano oltre 800 extracomunitari sbarcati sull'isola negli ultimi giorni. Sono stati inoltre intercettati altri due mezzi: il primo, con 27 clandestini a due miglia circa al largo di Marina di Ragusa; il secondo con 40 immigrati, tutti uomini a circa 60 miglia a sud di Lampedusa.

    La fiaccola olimpica è a Hong Kong
    A 100 giorni esatti dall'inizio dei Giochi Olimpici, la fiaccola olimpica è giunta a Hong Kong, l'ex colonia britannica ad amministrazione controllata. Rimarrà in una località segreta fino a venerdì, giorno in cui partirà il tour cinese. Il primo dei 120 tedofori che sfileranno per le strade di Hong Kong sarà Lee Lai-shan, campionessa olimpica di windsurf nel 1996 ai Giochi di Atlanta. Successivamente, la fiaccola olimpica proseguirà per la vicina Macao, ex colonia portoghese, quindi per l'isola meridionale di Hainan. Secondo le organizzazioni filo-tibetane, le autorità di Hong Kong e Macao, che hanno autonomia in materia di sicurezza, hanno negato i visti di ingresso a molti attivisti. In Vietnam, ieri si è conclusa la staffetta dei tedofori che, senza alcun incidente nè contestazione, ha attraversato Ho Chi Minh City, nel sud del Paese. Inoltre, la Cina ha ufficialmente preso le parti degli studenti cinesi che si sono scontrati con i manifestanti pro-tibetani per le strade di Seul, rispondendo al governo sudcoreano, che aveva annunciato provvedimenti nei loro confronti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 121

     
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