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Sommario del 29/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Dal 12 al 15 settembre, il Papa in Francia per il suo 10.mo viaggio apostolico incentrato sul 150.mo anniversario delle apparizioni di Lourdes
  • Prosegue la visita "ad Limina" dei vescovi cubani
  • L’Orchestra Filarmonica Cinese eseguirà, in onore e alla presenza del Papa, il Requiem di Mozart, il 7 maggio in Vaticano
  • Messaggio del cardinale Tauran per la festa del Vesakh: cristiani e buddisti uniti per “un mondo pulito, sicuro ed armonioso”
  • Sviluppare politiche efficaci per affrontare la crisi alimentare: l’appello di mons. Tomasi, dopo il vertice UNCTAD in Ghana
  • L'influenza di Internet nella società e l'annuncio del Vangelo nei media e nel web. L'opinione di mons. Giordano dopo l'incontro in Vaticano dell'episcopato europeo
  • L'omelia del cardinale Saraiva Martins alla Beatificazione di Madre Candelaria a Caracas: è stata "un fiore" di carità per il Venezuela
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Italia, Schifani nuovo presidente del Senato. Le interviste ad Alemanno e Zingaretti
  • Chiesa e Società

  • Canada: il Papa pronuncerà via satellite l'omelia di chiusura del 49.mo Congresso eucaristico internazionale di Quebec
  • Visita apostolica in Etiopia e Gibuti del cardinale Ivan Dias, inviato speciale del Papa alle celebrazioni per il Nuovo Millennio Cristiano
  • Le celebrazioni a Mosca della Pasqua ortodossa, presiedute dal Patriarca Alessio II
  • Povertà e instabilità minano la sanità in Africa. I temi al centro di un vertice in Burkina Faso
  • Forte l’impegno della Chiesa nei confronti dei malati di Aids nella città di Ho Chi Minh City
  • Più aiuti per l’emergenza alimentare in diversi Paesi. L’impegno della Caritas Svizzera
  • Colpito da un tumore, il cardinale Shan di Taiwan testimonia la forza della fede raccontando il viaggio di addio alla vita terrena
  • "Una coppia e non due individui all’origine della società". Così mons. Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace
  • Sette leader religiosi appoggiano in una lettera il presidente dell’Uruguay, contrario alla depenalizzazione dell’aborto
  • Perù: ha preso il via la Grande Missione di Lima per aiutare le persone ad entrare in relazione con Cristo
  • Cambogia: posa della prima pietra per l'Istituto universitario di studi "San Francesco"
  • Nelle Filippine, sempre più diffusa la “Catena dell’armonia”, una preghiera che implica il dialogo e la pace
  • Mons. Orlando Quevedo riconfermato segretario generale della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia
  • Polemiche in Perù per l’esclusione della Chiesa dal Consiglio dei diritti umani
  • Omaggio dei concittadini di Padre Pio ieri a San Giovanni Rotondo dove sono custodite le spoglie del Santo
  • Negli Stati Uniti, cresce il numero dei laici impegnati nella Chiesa
  • In Svizzera, "Scalabrini-Fest" di Primavera sul tema: "Lasciarci incontrare ed inviare da Cristo"
  • Il ruolo del comunicatore nella Chiesa al centro di un seminario internazionale a Roma
  • Sport e famiglia: la nuova sfida del Centro Sportivo Italiano
  • A Roma, convegno dell’UCIIM su “Cittadinanza e Solidarietà” per un nuovo modo di insegnare
  • 24 Ore nel Mondo

  • Per l’emergenza cibo nel mondo l’ONU annuncia una task force
  • Il Papa e la Santa Sede



    Dal 12 al 15 settembre, il Papa in Francia per il suo 10.mo viaggio apostolico incentrato sul 150.mo anniversario delle apparizioni di Lourdes

    ◊   Benedetto XVI compirà un viaggio apostolico in Francia, dal 12 al 15 settembre, in occasione del Giubileo del 150.mo anniversario delle apparizioni di Lourdes. L’annuncio, ieri, in un comunicato stampa dei vescovi francesi. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Benedetto XVI si farà pellegrino tra i pellegrini al Santuario di Lourdes. Il suo decimo viaggio apostolico internazionale vivrà anche un momento significativo nella capitale francese. Il Papa arriverà a Parigi il 12 settembre e farà visita al Collège des Bernardins dove terrà una conferenza indirizzata al mondo della cultura. Sarà dunque alla cattedrale Notre-Dame de Paris per celebrare i vespri con il clero. Quindi, si rivolgerà ai giovani riuniti sul sagrato. Il 13 settembre, Benedetto XVI presiederà la Messa sull’Esplanade des Invalides e nel pomeriggio lascerà Parigi alla volta di Lourdes. La sera, al termine della processione mariana aux flambeau, indirizzerà un messaggio ai pellegrini. Domenica 14 settembre, il Papa presiederà la Messa solenne, quindi incontrerà la Conferenza episcopale francese e concluderà la processione eucaristica. L’ultimo giorno della visita, il 15 settembre, il Pontefice amministrerà l’unzione agli infermi nel corso di una celebrazione eucaristica, infine, nel pomeriggio farà ritorno a Roma. Durante la visita, informa il comunicato dei vescovi francesi, il Papa incontrerà anche i responsabili delle altre confessioni cristiane e alcuni rappresentanti della comunità ebrea e della comunità musulmana. A Lourdes, i fedeli aspettano con trepidazione la visita di Benedetto XVI, mentre ricordano che - proprio al Santuario mariano - quattro anni fa, Papa Wojtyla compì il suo ultimo viaggio apostolico. Ecco la testimonianza di padre Mario Biffi, responsabile dei cappellani di lingua italiana di Lourdes, raggiunto telefonicamente nella cittadina francese:

    R. - Quell’emozione provata nel 2004 è ancora presente in tutto il Santuario. Evidentemente, sentiamo il valore di una nuova presenza del Santo Padre, qui a Lourdes.

     
    D. - Lourdes richiama immediatamente la speranza anche di fronte alla sofferenza umana...

     
    R. - Per quello che personalmente ho potuto scoprire, leggendo i moltissimi testi di Papa Benedetto, la speranza è la sua parola fondamentale. E’ la parola che più ripete, è la parola che più sottolinea nel mondo di oggi, come abbiamo visto ultimamente nel suo viaggio negli Stati Uniti. La speranza deve essere sempre di più la chiave di volta per un rinnovamento universale del cuore umano.

     
    D. - Con quali sentimenti i fedeli aspettano il Papa a Lourdes?

     
    R. - Un particolare molto significativo che ci è stato comunicato dal vescovo di Lourdes è stato che il Papa fin dai suoi primi mesi ha scritto una lettera autografa al vescovo di Lourdes, sperando di poter partecipare come pellegrino durante questo anno giubilare. Già questo aspetto manifesta come il suo desiderio di venire da pellegrino con i pellegrini e tra i pellegrini è proprio questo essere pastore in mezzo al popolo universale, al popolo della fede, della sofferenza, al popolo dei giovani, al popolo delle famiglie.

     
    D. - Questo viaggio apostolico in Francia di Benedetto XVI avrà anche una parte dedicata a Parigi. Quindi, non è soltanto un Papa che si fa pellegrino a Lourdes, ma un Papa che parla a tutta la Chiesa, a tutto il popolo francese...

     
    R. - Esatto, l'aspetto evidente nel Papa è proprio quello di voler fare prima di tutto tappa alla nazione di Francia. Quindi, viene a parlare direttamente al popolo francese, invitando la Francia a riscoprire le sue radici.

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    Prosegue la visita "ad Limina" dei vescovi cubani

    ◊   E’ in corso la visita ad Limina dei vescovi di Cuba, che si protrarrà fino al prossimo 3 maggio. Benedetto XVI ieri mattina ha ricevuto in udienza un primo gruppo di presuli caraibici guidati dal cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo di San Cristóbal de la Habana. L’incontro con il Santo Padre avviene nell’anno in cui si celebra il decimo anniversario della storica visita di Giovanni Paolo II in terra cubana. Il servizio di Stefano Leszczynski.

    Nel 1998, Giovanni Paolo II esortò Cuba ad aprirsi al mondo e il mondo ad aprirsi a Cuba. Ci sono voluti 10 anni perchè si iniziassero a muovere i primi piccoli passi in questa direzione. Tra le ultime Repubbliche socialiste del pianeta, Cuba è stata guidata per 49 anni da Fidel Castro, uno dei principali artefici della rivoluzione, che nel 1959 rovescia il regime di Fulgencio Batista. Solo recentemente, il 19 febbraio scorso, il cosiddetto “leader maximo” ha lasciato, per motivi di salute, la guida del Paese e ha passato il testimone al fratello Raul. Il nuovo presidente ha avviato da subito una politica di timide riforme, tese a migliorare la condizione economica di Cuba ed ad ampliare la sfera delle libertà personali dei singoli cittadini. I cattolici sull’isola rappresentano il 59,7 per cento degli oltre 11 milioni di abitanti. La Chiesa cubana conta tre arcidiocesi metropolitane, Camaguey, San Cristobal de la Habana, Santiago de Cuba, e otto diocesi suffraganee. Attuale presidente della Conferenza episcopale cubana è monsignor Juan Garcia Rodriguez, arcivescovo di Camaguey. La Conferenza ha un delegato permanente presso il CELAM, la Conferenza episcopale latinoamericana, e pubblica un notiziario on-line intitolato "Nostros Hoy" ed è raggiungibile all’indirizzo Internet www.iglesiacubana.org. Impegnata nel sociale, la Chiesa locale predica la riconciliazione tra i cubani. Infine, un importante passo avanti nelle relazioni tra Stato cubano e Chiesa è avvenuto in seguito alla visita del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone tra il 21 e il 26 gennaio del 2008. Tra le preoccupazioni espresse dal porporato anche quella per la difficile situazione economica che i cubani soffrono a causa di un embargo che già Giovanni Paolo II aveva definito “inaccettabile, dannoso per il popolo cubano e carente di etica”.

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    L’Orchestra Filarmonica Cinese eseguirà, in onore e alla presenza del Papa, il Requiem di Mozart, il 7 maggio in Vaticano

    ◊   Il 7 maggio prossimo, nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, alle ore 18, l’Orchestra Filarmonica Cinese eseguirà in onore del Santo Padre Benedetto XVI, alla sua presenza, il “Requiem” di Wolfgang Amadeus Mozart, con la collaborazione del Shanghai Opera House Chorus.

    La China Philarmonic Orchestra di Pechino effettua una tournée in Europa, e durante la breve tappa italiana offrirà questo importante concerto in Vaticano.

    Si tratta dell’orchestra sinfonica più nota della Cina, fondata nel 2000 sulla base della precedente China Broadcasting Symphony Orchestra, e diretta dal noto Maestro Long Yu. Consulente dell’Orchestra è la signora Deng Rong, figlia del leader cinese Deng Xiaoping. L’Orchestra ha tenuto numerosi concerti internazionali in tutto il mondo, in Europa, nell’America settentrionale e in Asia. Nel dicembre del 2004 aveva presentato un concerto natalizio a Roma, al Senato della Repubblica italiana, trasmesso in diretta in vari Paesi europei, molto apprezzato dal pubblico.

    Fra i numerosi concerti realizzati in Cina sono da rilevare soprattutto quelli tenuti nel quadro del famoso Beijing Music Festival, il Festival della Musica di Pechino. In occasione del 9° Festival, nel 2006, l’Orchestra, in collaborazione con il Teatro della Scala di Milano, aveva eseguito per la prima volta il “Requiem” di Mozart, in occasione del 250.mo anniversario della nascita del grande musicista. L’esecuzione aveva avuto luogo nella chiesa cattolica di Wang Fujing a Pechino.

    Con questa esecuzione in Vaticano di una grande opera classica della musica europea di ispirazione religiosa, la musica si conferma linguaggio e tramite preziosissimo di dialogo fra i popoli e le culture.

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    Messaggio del cardinale Tauran per la festa del Vesakh: cristiani e buddisti uniti per “un mondo pulito, sicuro ed armonioso”

    ◊   Tradizionale messaggio di auguri del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso alla comunità buddista, in occasione della Festa del Vesakh. Il servizio di Roberta Gisotti:
     
    “Grati amministratori della Terra”, in questo spirito cristiani e buddisti devono prendersi cura del pianeta. E’ l’invito del cardinale Jean-Louis Tauran rivolto ai “cari amici buddisti”, che nella festa del Vesakh, la loro più importante ricorrenza, commemorano la nascita, l’illuminazione e la morte di Buddha, che la tradizione religiosa vuole sia avvenuta con l’entrata nel Nirvana durante la luna piena di maggio. Con gioia il porporato ricorda “le positive relazioni di cui godono, da molti anni, cattolici e buddisti”, fiducioso che si possa “rafforzare ed approfondire” la “reciproca comprensione” “per costruire un mondo migliore” “per l’intera famiglia umana”.
     
    L’esperienza insegna - sottolinea il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso - che il dialogo permette “di avvicinarsi sempre più coraggiosamente agli altri”, per “affrontare le sfide e le difficoltà che possono sorgere”. Tra queste sfide, è certamente la tutela dell’ambiente, “l’ambiente che Dio creatore ci ha dato perché lo abitassimo con creatività e responsabilità” per il “bene di tutti”, come sottolineava Benedetto XVI nella Giornata mondiale della pace 2008, Anno che le Nazioni Unite hanno proclamato del “Pianeta Terra”.
     
    Riferisce nel suo Messaggio il cardinale Tauran che “molti Governi, ONG, compagnie multi-nazionali, ed istituti di ricerca superiore”, “riconoscendo le implicazioni etiche” dello sviluppo economico e sociale, stanno "investendo risorse finanziarie e condividendo conoscenze” su biodiversità, cambiamenti climatici, conservazione dell’ambiente. E così, “anche i leaders religiosi stanno offrendo al dibattito pubblico il loro contributo”, per evitare che “gli sforzi” intrapresi non siano “compromessi dalla cupidigia del singolo o intralciati dagli interessi di particolari gruppi”. Pure, “non possiamo noi cristiani e buddisti, a livello pratico, fare di più?”, si chiede il porporato, citando “il riciclaggio, il risparmio energetico, la prevenzione della distruzione indiscriminata di piante e animali e la protezione delle vie d’acqua”. Infine, il Messaggio si conclude col richiamo “ad essere insieme essere portatori di speranza per un mondo pulito, sicuro ed armonioso”.

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    Sviluppare politiche efficaci per affrontare la crisi alimentare: l’appello di mons. Tomasi, dopo il vertice UNCTAD in Ghana

    ◊   Si conclude oggi, a Berna, la riunione delle agenzie delle Nazioni Unite, presieduta dal segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, sulla crisi alimentare mondiale. Sarà proprio una task-force delle Nazioni Unite a gestire la risposta che la comunità internazionale metterà in atto per fronteggiare l'emergenza. A Berna si è discusso dell'aumento dei prezzi delle derrate di base e dell’energia, del calo degli aiuti, della preoccupante congiuntura che minaccia di vanificare i miglioramenti registrati negli ultimi anni per ciò che riguarda situazione alimentare dell’Africa sub-sahariana. Di questi temi, si era discusso anche al recente vertice promosso dall'agenzia ONU per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD), svoltosi ad Accra, in Ghana. Philippa Hitchen ha chiesto all’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU di Ginevra, mons. Silvano Tomasi, i punti sviluppati in quella occasione:


    R. - L'UNCTAD ha messo l’accento su alcune priorità con le quali si confronta il mondo di oggi. Anzitutto, il segretario generale delle Nazioni Unite ha voluto parlare con forza della crisi di cibo con cui alcuni Paesi devono fare i conti. Parte di questa preoccupazione è dovuta a dimostrazioni di piazza, che la gente ha fatto per mancanza di cibo, come ad Haiti, in Egitto o altri Paesi, soprattutto perché negli ultimi mesi il costo del cibo è cresciuto enormemente. Quindi, la crisi del cibo suscita delle preoccupazioni anche di carattere morale, perché il diritto a mangiare da parte dei più poveri è un diritto naturale, cui dobbiamo rispondere noi come comunità internazionale. Altri punti forti su cui si è discusso molto: il diritto di tutti a partecipare ai benefici della globalizzazione, in modo che non ci siano dei segmenti di popolazione o dei Paesi tagliati fuori. La fase corrente è che un miliardo di persone sono relegate in fondo all’ultimo rango della scala dello sviluppo e che queste persone non ce la faranno ad uscire da questa specie di trappola, se non c’è un’attività e un’azione specifica e decisiva da parte della comunità internazionale. Poi, dato che la conferenza era in Africa, si è guardato con molta attenzione a come dare un nuovo impulso allo sviluppo del continente attraverso l’assicurazione di produzione di cibo, facendo attenzione alla popolazione rurale, perché il 60-70 per cento della popolazione in Africa è ancora legata alla produttività delle loro piccole farms, delle loro campagne e del terreno che coltivano. E ancora, c’è bisogno di favorire la creazione di posti di lavoro, attraverso l’appoggio alla piccola e media industria.

     
    D. - Avete anche parlato della responsabilità di aziende straniere, che vanno spesso nei Paesi in via di sviluppo a cercare manodopera a basso costo. Come fate pervenire questo messaggio etico alle aziende che vanno in quei luoghi soprattutto per abbassare i propri costi?

     
    R. - E’ vero che c’è uno spostamento delle imprese dai Paesi sviluppati verso Paesi in via di sviluppo per, appunto, avvantaggiarsi dei bassi costi del lavoro. Bisogna, però, anche tener conto che la presenza di queste imprese straniere - se è mantenuta all'interno di parametri giusti, etici - può portare grossi benefici: uno scambio di tecnologia, un aiuto a sviluppare posti di lavoro e l’esempio di una gestione efficace della produttività.

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    L'influenza di Internet nella società e l'annuncio del Vangelo nei media e nel web. L'opinione di mons. Giordano dopo l'incontro in Vaticano dell'episcopato europeo

    ◊   Quelli appena trascorsi, sono stati giorni di intensa attività internazionale per l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali. Il presule ha dapprima preso parte allo “European Communication Summit” svoltosi a Bruxelles il 24 e il 25 aprile e quindi all’incontro annuale del Comitato esecutivo della Commissione episcopale per i media (CCEM), terminato domenica scorsa in Vaticano sul tema “La Cultura di Internet e la Chiesa”. Sulle tematiche affrontate da mons. Celli nei due appuntamenti, il servizio di Alessandro De Carolis:


    Come si comunica la fede nel 21.mo secolo, in piena e crescente era della globalizzazione mediatica? E’ la domanda sottintesa alla riflessione sviluppata da mons. Celli a Bruxelles, nella prolusione del Summit al quale hanno partecipato professionisti europei di molti settori della comunicazione. Parlando del “ritorno delle religioni, il capo dicastero vaticano si è detto prima di tutto colpito dall’“idea negativa che la religione venga associata al conflitto”. Credere in Dio, pur nella diversità dei cammini religiosi, “deve disporre i credenti - ha affermato il presule - a guardare gli altri esseri umani come fratelli e sorelle” e dunque, ha aggiunto, la differenza di credo non può legittimare nessuno ad impugnarla come “pretesto per un atteggiamento aggressivo” verso altri esseri umani”. Sottolineando poi che l’insegnamento cattolico, lungi dall’essere fondamentalista, intende però mettere in guardia “dai pericoli del relativismo morale”, mons. Celli ha detto: “La nostra preoccupazione generale nella comunicazione non è dare una particolare angolazione, ma scoprire e comunicare la verità”. “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”, ha detto il presule citando una frase di San Giovanni. Tale affermazione, ha concluso, “offre un aiuto e una guida per affrontare la sfida odierna del lavoro nelle comunicazioni e nei media, una ricerca della verità anche come modo per giungere alla comunione tra individui e popoli”.

     
    Una visione dall’interno del panorama mediatico ecclesiale è stata invece offerta da mons. Celli nei giorni successivi, durante l’annuale incontro della Commissione di esperti facente parte del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE). Partendo dall’analisi sui condizionamenti che il sistema reticolare e capillare indotto da Internet sta avendo sui rapporti sociali e interpersonali, specie fra i giovani - ad esempio, la definizione di valore, che non è più data da un adulto ma da una rete di pari - mons. Celli ha riflettuto sui modi in cui la Chiesa può annunciare e diffondere con efficacia e autorevolezza i valori del Vangelo all’interno del web e dei media in genere. Formazione, maggiore e meglio articolata diffusione di programmi, apertura a nuove forme di presenze audiovisive di "respiro internazionale" sono stati alcuni dei punti segnalati da mons. Celli, che ha concluso: “I media cattolici devono essere una presenza, una compagnia costante, una proposta per queste persone in cerca di Dio”. “Dobbiamo evitare di cadere nell’autoreferenzialità e di parlare solo da cattolici a cattolici dimenticando le persone che non fanno parte delle nostre comunità e che sono in ricerca”.

     
    All'incontro in Vaticano su Chiesa e Internet era presente anche il segretario del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, mons. Aldo Giordano, che al microfono di Luca Collodi si sofferma con una riflessione sulle potenzialità e le caratteristiche della "rete". Ascoltiamo:


    R. - Questo spazio è uno spazio alternativo agli altri media, agli altri colossi mediatici, che di solito dominano la scena. Creano anche una cultura alternativa. Noi vorremmo studiare come Internet sta influenzando la società, come influenza anche la Chiesa e, soprattutto, come la Chiesa è chiamata sia ad essere presente in questo spazio di comunicazione: quali possano essere i rischi di questo spazio e come far sì che sia uno spazio costruttivo e positivo.

     
    D. - Si parla molto dell’influenza di Internet sulla società. Ma come viene utilizzato il web, all’interno della Chiesa, tra i vescovi, i sacerdoti?

     
    R. - Si stanno creando delle pagine Internet presso tutte le diocesi, tutte le Conferenze episcopali e ormai anche presso le parrocchie. Qualche parroco comincia a dirci che sono più numerosi i visitatori della sua pagina Internet che non quelli che visitano la Chiesa la domenica o quelli che cercano un altro contatto. Il nostro problema è che questo spazio non sostituisca i rapporti personali, ma che sia strumentale poi ad un rapporto tra volti, ad un rapporto tra persone. Noi crediamo che il cristianesimo abbia nel rapporto interpersonale il suo luogo privilegiato e la fede va trasmessa di persona in persona e va trasmessa dove c’è una vera esperienza comunitaria. Capiamo, però, che Internet può essere il luogo di un primo annuncio della fede, un luogo dove si suscitano domande, un luogo dove si può prendere contatto e che quindi è strumentale ad uno spazio più maturo di evangelizzazione.

     
    D. - Mons. Giordano, Internet si inserisce in un panorama mediatico più complesso, con la tv, la radio e i giornali. C’è però la sensazione che la Chiesa non sia sempre pronta ad un utilizzo efficace dei media...

     
    R. - Da una parte, direi che la Chiesa è anzitutto molto interessata al mondo dei media, perché la Chiesa è una realtà universale. La Chiesa, siccome nasce dal cristianesimo, crede nella fratellanza universale, crede addirittura alla famiglia mondiale. Quindi, sa che oggi lo strumento forse privilegiato per creare legame mondiale, creare globalità, sono proprio i media. Quindi, la Chiesa ha molto interesse per i mezzi di comunicazione, perché sente che essi sono uno strumento molto vicino alla propria vocazione di cattolicità, alla vocazione di universalità. D’altronde, i media esigono o hanno alle spalle dei potentati finanziari talmente grandi che la Chiesa si sente inadeguata, perché non ha queste possibilità. Allora, la Chiesa cerca delle strade che in qualche maniera siano anche più povere, ma altrettanto efficaci. Quindi, come dicevamo, ciò che riguarda il rapporto personale o dei media resi più umanizzati. La Chiesa deve attrezzarsi e credo che la collaborazione europea che noi vogliamo intensificare sia una delle strade per far sì che i media diventino veramente portatori di un’idea di uomo, di persona umana positiva, e contribuiscano alla convivenza tra i popoli e le culture.

     
    D. - I media cattolici possono fare compagnia, intrattenimento ?

     
    R. - Certamente, oggi noi, per esempio in Europa, registriamo che c’è una grossissima domanda di senso di vita, perchè c’è una crisi sulla domanda di senso di vita, c’è una grossissima domanda di spiritualità, come c’è una domanda di festa, c’è una domanda di amore, c’è una domanda di gioia, c’è una domanda di compagnia. Questa la troviamo tra i giovani e anche i non giovani. Quindi, su questa domanda noi possiamo inserirci. Far vedere attraverso i media che esiste una verità, che esiste un senso della vita, che esiste un bene e che esiste una bellezza. Credo che sia la maniera più grande che abbiamo per far vedere che questi desideri dell’uomo non sono senza oggetto.

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    L'omelia del cardinale Saraiva Martins alla Beatificazione di Madre Candelaria a Caracas: è stata "un fiore" di carità per il Venezuela

    ◊   "Oggi come oggi, piace pensarlo, la Beata ci accompagnerebbe a chinarci sui malati di AIDS, a preoccuparci di alleviare la solitudine degli anziani e le difficoltà di tanti tipi diversi di povertà, a dedicare il tempo necessario alle visite negli ospedali". E' un passaggio dell'omelia pronunciata dal cardinale José Saraiva Martins, domenica scorsa a Caracas, alla cerimonia di Beatificazione di madre Candelaria de San José. Il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha definito la nuova beata come un "fiore del Venezuela" e uno "dei frutti eminenti della storia del cattolicesimo latinoamericano. I vescovi del Paese hanno definito la Beatificazione di madre Candelaria "un fatto significativo non solo per la Chiesa e la famiglia Carmelitana, bensì per tutto il popolo venezuelano, perché ella è un paradigma di vita esemplare, di profonda fede e di solidarietà verso i più poveri e gli emarginati, e per tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.

    "L’entusiasmo dimostrato dal popolo venezuelano ci ha immensamente sorpreso. Non immaginavamo che così tante persone volessero essere qui ad accompagnare la comunità religiosa”, ha dichiarato al quotidiano ‘El Universal’ il responsabile del comitato organizzatore, Carlos Porras, secondo quanto rifewrito dalla MISNA. Madre Candelaria è stata la seconda religiosa venezuelana ad essere beatificata dopo madre María de San José, proclamata beata nel 1995 da Giovanni Paolo II. Nata ad Altagracia di Orituco l’11 agosto 1863, la nuova Beata sin da giovane si distinse nella pratica della carità, consolando e curando gli ammalati e i feriti che le contese belliche avevano lasciato nella sua città natale. Incoraggiata dal sacerdote Sixto Sosa, poi Vescovo di Cumaná, si dedicò al servizio degli ammalati nell’Ospedale “San Antonio”, fondato nel 1903 ad Altagracia di Orituco. Successivamente, insieme a Padre Sosa, in un’epoca in cui fiorirono in Venezuela varie congregazioni femminili, iniziò la fondazione di una nuova congregazione religiosa dedicata al servizio dei poveri, oggi conosciuta come Sorelle Carmelitane Venezuelane o Carmelitane di Madre Candelaria.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In evidenza, nell’informazione internazionale, la notizia dell'istituzione - da parte delle Nazioni Unite - di una task-force per combattere la fame nel mondo.

    Presentati a Napoli gli atti del convegno internazionale per il XVII centenario del martirio di san Gennaro: in cultura, gli interventi dei cardinali Raffaele Farina e Crescenzio Sepe, e di Gennaro Luongo, dell'Università di Napoli Federico II.

    Luca Pellegrini intervista Vera Belmont, la regista del film sulla Shoah “Sopravvivere coi lupi”.

    All’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede e alla Chiesa nazionale spagnola iniziative per la festività di Santa Maria di Montserrat: gli articoli di Bernabe Dalmau e di Marcello Filotei.

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    Oggi in Primo Piano



    Italia, Schifani nuovo presidente del Senato. Le interviste ad Alemanno e Zingaretti

    ◊   Renato Schifani è il nuovo presidente del Senato italiano. L’elezione è avvenuta alla prima votazione alle 12,40 nell’aula di Palazzo Madama. Si apre così la XVI legislatura della Repubblica, dopo le elezioni politiche del 13 e 14 aprile vinte dal Popolo della Libertà. In corso, anche le votazioni alla Camera dei deputati, dove domani dovrebbe essere eletto Gianfranco Fini. Servizio di Giampiero Guadagni:


    E’ dunque Renato Schifani il nuovo presidente del Senato. Nella scorsa legislatura Schifani era il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama. Nel suo discorso di insediamento, Schifani si è impegnato ad essere il garante di tutti. Quella che ci aspetta sarà la stagione delle riforme e della legalità, ha sottolineato ancora il neopresidente del Senato. Prima seduta anche alla Camera, dove i tempi saranno leggermente più lunghi. Solo dalla quarta votazione, in programma domani, basterà la maggioranza semplice. Scontata appare l’elezione a presidente di Gianfranco Fini. Si apre così la XVI legislatura che vivrà nei prossimi giorni momenti importanti con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che affiderà formalmente a Silvio Berlusconi, leader del Popolo della libertà, l’incarico di formare il nuovo governo. Il premier in pectore è da tempo al lavoro per formare la squadra del suo esecutivo. Oggi, ha annunciato la scelta di Gianni Letta come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Berlusconi è tornato anche sulla vicenda Alitalia. Avvisando l’Unione Europea: se dirà no al prestito-ponte deciso nei giorni scorso dal governo in carica, la compagnia di bandiera, afferma Berlusconi, sarà acquistata dalle Ferrovie dello Stato. Intanto, non si spegne l’eco dell’elezione a sindaco di Roma di Gianni Alemanno. Un successo, quello del candidato del PDL, che interrompe 15 anni di egemonia del centrosinistra al Campidoglio. Con alcune eccezioni, prime tra tutti il comune di Vicenza, i ballottaggi di ieri hanno confermato l’onda lunga del centrodestra. Per il Partito democratico di Veltroni si apre una lunga fase di riflessione interna.

     
    A margine dell’insediamento della XVI legislatura della Repubblica italiana, dunque, Gianni Alemanno vive la sua prima giornata da neo sindaco di Roma. Nel ballottaggio di ieri, il candidato del Popolo delle Libertà ha infatti ottenuto il 53,7% dei voti contro il 46,3% di Francesco Rutelli, del Partito Democratico. Ascoltiamo Gianni Alemanno, sindaco di Roma, al microfono di Luca Collodi:


    D. - Sindaco Alemanno, come si sente da nuovo sindaco di Roma ?

     
    R. - E' un impegno fortissimo. Sono molto emozionato e sento anche il dovere di prendere questo impegno con uno spirito di servizio e con grande umiltà.

     
    D. - Lei ha scritto una lettera a Papa Benedetto XVI e alla comunità ebraica: perché?

     
    R. - Perché si tratta di due enormi risorse di questa città. Ovviamente, a cominciare dal mondo cattolico che rappresenta l’identità portante di questa città, sia sul versante dei valori sia sul versante della solidarietà sociale. Si tratta di due enormi risorse con cui noi dobbiamo non solo collaborare, ma realizzare forti sinergie per dare un messaggio alla città e a tutto il mondo.

     
    D. - Sindaco Alemanno, quanto conta l’elemento religioso nel suo ruolo di sindaco di Roma, una realtà che coinvolge non solo cristiani ed ebrei, ma anche i musulmani?

     
    R. - Io credo che la religione sia un’enorme risorsa per costruire il dialogo fra i popoli e per confermare la dimensione universale della nostra città. Per me, il senso religioso è la prima molla che mi spinge all’impegno politico, al mio impegno sociale. E questo è un mio fatto personale. Ma dal punto di vista del dibattito pubblico, i valori che vengono dal mondo cattolico, dal mondo ebraico, i valori che vengono dalle religioni, sono un punto di riferimento da cui non si può prescindere.

     
    D. - Come si può coniugare la sicurezza, che i cittadini chiedono, con l’accoglienza?

     
    R. - Io credo che siano due elementi strettamente legati ed inscindibili. Senza il rigore, senza la serietà nel rispetto delle leggi, è impossibile fare accoglienza.

     
    D. - Un primo atto che lei prenderà nella prima riunione di giunta comunale…

     
    R. - Guardi, la prima riunione di giunta sarà appunto sulla sicurezza. Io voglio andare innanzitutto dal vedovo della signora Reggiani a salutarlo, a portargli ancora la mia solidarietà e dirgli che mai più deve avvenire un atto come quello che sua moglie ha subito. E poi, voglio convocare il Consiglio provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica per fare in modo che ci sia un ragionamento serio sulla sicurezza e sull’attenzione al territorio, in maniera tale da compiere una svolta vera nella città. Una svolta che, ripeto, sarà premessa per interventi di carattere sociale e solidaristico.

     
    Nicola Zingaretti, candidato del Partito democratico (PD), è invece il nuovo presidente della Provincia di Roma. Al ballottaggio ha riportato il 51,5% dei voti, contro il 48,5% del candidato del Popolo delle Libertà, Alfredo Antoniozzi. Luca Collodi ha chiesto un commento a Nicola Zingaretti, all'indomani della sua affermazione:


    D. - Presidente Zingaretti, come sta?

     
    R. - Bene. A questo punto, un po’ rilassato, ma sento una responsabilità importante per i prossimi mesi.

     
    D. - Il ruolo della Provincia è un po’ particolare rispetto a Regione e Comune…

     
    R. - Sì: la Provincia è l’Ente di prossimità, di vicinanza sia con i comuni, sia con le persone; è l’Ente preposto a gestire le strategie politiche che fanno altri livelli istituzionali.

     
    D. - Sul territorio della Provincia di Roma vi sono presenze importanti: cattolici, ebrei, musulmani. Che riflessione fa?

     
    R. - Io ho innanzitutto riscontrato una capillarità straordinaria della presenza cattolica sul territorio e che vedo come una grande energia, perché interviene nei mille risvolti dei bisogni dell’uomo e della persona. Spesso, anzi, sopperisce un po’ alle assenze delle istituzioni; sicuramente, interviene in positivo nel merito dei problemi. Poi, certo, Roma in particolare è anche luogo della capitale mondiale della religione e quindi riveste un ruolo straordinario, tanto più in questo nuovo secolo dove vediamo quanto sia importante vivere la propria condizione religiosa in piena e assoluta libertà e anche nel pieno e assoluto rispetto degli altri. Da questo punto di vista, Roma parla al mondo, davvero.

     
    D. - Come coniugare la sicurezza con l'accoglienza?

     
    R. - In primo luogo, penso che sbaglino quei politici che cavalcano le paure senza indicare soluzioni. Proprio perché il tema della sicurezza è un problema che colpisce in primo luogo le fasce sociali più deboli dei cittadini, penso che chi ha responsabilità politica di governo, abbia il dovere morale più che predicare paure, di indicare soluzioni. E penso che la solidarietà e la sicurezza siano due pilastri della stessa politica, perché aggredendo il tema della sicurezza, in fondo, si garantisce anche la possibilità alla solidarietà di spiegarsi. L’insicurezza nega la libertà alle persone, nega la libertà di muoversi, di vivere, di creare, di spostarsi: ghettizza migliaia di persone dentro casa.

     
    D. - Presidente Zingaretti, quale sarà il primo impegno che prenderà nella prima riunione della giunta provinciale?

     
    R. - Già da tempo, penso che la modernizzazione umana della mia Provincia debba essere un obiettivo strategico. Lavoreremo per garantire l’accesso alla rete internet a tutti i Comuni della provincia, attraverso il collegamento wireless. Può sembrare stravagante, ma noi dobbiamo garantire a questo nostro territorio - culla mondiale della cultura, della creatività - di rimanere al passo con i tempi per dare a tutti, a prescindere dal ceto, la possibilità di sfruttare le opportunità che il moderno, e il moderno sano, offre all’uomo.

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    Chiesa e Società



    Canada: il Papa pronuncerà via satellite l'omelia di chiusura del 49.mo Congresso eucaristico internazionale di Quebec

    ◊   Il Cardinale Marc Ouellet, Arcivescovo di Québec, ha rivolto uno speciale invito alla popolazione della città per partecipare alla cerimonia di chiusura del 49º Congresso Eucaristico Internazionale 2008, durante il quale l’omelia sarà pronunciata in diretta da Roma da Benedetto XVI e sarà ritrasmessa via satellite e diffusa attraverso maxi schermi allestiti sul posto. La cerimonia, precisa l'Agenzia Fides, avrà luogo il 22 giugno 2008 nella località denominata “Pianure di Abramo”, di fronte al Museo Nazionale di Belle Arti di Québec. Le attività avranno inizio intorno alle ore 9, con uno spettacolo di musica ed animazione, come apertura dell’evento ufficiale del 400º Anniversario della Città di Québec. È prevista la partecipazione della cantante e pianista Florence K. e Natalie Choquette così come dei Pueri Cantores, un coro formato da circa 500 giovani, tra gli 8 ed i 16 anni. “La Società del 400º Anniversario della Città di Québec si associa con grande soddisfazione alla presentazione dello spettacolo che precederà la cerimonia di chiusura del 49º Congresso Eucaristico Internazionale. L’inizio della Concelebrazione Eucaristica è previsto per le ore 11 e vedrà la presenza di numerosi Cardinali, Vescovi, Diaconi e Sacerdoti. Il Cardinale Jozef Tomko, Inviato Speciale del Santo Padre, presiederà la celebrazione cui si prevede la partecipazione di circa 50.000 persone. Seguirà poi una festa. Il 49º Congresso Eucaristico Internazionale si celebrerà dal 15 al 22 giugno 2008 sul tema “L’Eucaristia, dono di Dio per la vita del mondo”. (R.P.)

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    Visita apostolica in Etiopia e Gibuti del cardinale Ivan Dias, inviato speciale del Papa alle celebrazioni per il Nuovo Millennio Cristiano

    ◊   Il cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, compirà una visita in Etiopia, dove, come Inviato speciale del Papa, domenica prossima concluderà ad Addis Abeba le celebrazioni per il Nuovo Millennio Cristiano in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale. Durante questo viaggio inoltre, riferisce l'Agenzia Fides, il cardinale Dias visiterà il Vicariato apostolico di Meki e la diocesi di Gibuti. Il programma della visita del cardinale Dias prevede l’arrivo ad Addis Abeba il 1° maggio. Seguirà l’incontro con il Presidente della Repubblica Ato Girma Woldeghiorghis e con il Patriarca di Etiopia Abba Paulos. Il primo incontro con i fedeli avverrà nella Cattedrale cattolica di Addis Abeba. Venerdì il cardinale Dias celebrerà la Santa Messa nella Cattedrale di Addis Abeba, cui parteciperanno in particolare le persone consacrate appartenenti a Congregazioni e Istituti di vita apostolica presenti in Etiopia. Nel pomeriggio l’incontro con seminaristi, professori e formatori all’Istituto filosofico e teologico “St. Francis”; la visita alla sede provvisoria dell’Università cattolica di Etiopia “St. Thomas Aquinas” e al Centro gestito dalle Missionarie della Carità, ad Asco, per i bambini sieropositivi orfani. Sabato sarà dedicato alla visita al Vicariato apostolico di Meki: in programma la Santa Messa nella Cattedrale, l’incontro con il Vicario apostolico, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici. Il cardinale Dias visiterà inoltre alcune istituzioni gestite dalla Chiesa. Domenica mattina, avrà luogo la Solenne Concelebrazione Eucaristica a chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale, nella chiesa parrocchiale “Mary help of Christians” dei Salesiani, a Mekanissa, Addis Abeba. La liturgia, in rito orientale e lingua amarica, sarà presieduta da Mons. Berhaneyesus D. Souraphiel, arcivescovo di Addis Abeba e presidente dell’Assemblea dei Vescovi di Etiopia mentre sarà il cardinale Dias a tenere l’omelia. Nel pomeriggio il porporato incontrerà i Vescovi per uno scambio di vedute sulla situazione, le sfide e i problemi della Chiesa cattolica in Etiopia. Lunedì 5 maggio sarà dedicato all’incontro con la Chiesa di Gibuti. Il Card. Dias, dopo la visita di cortesia al Presidente della Repubblica, Ismail Omar Guelleh, presiederà la concelebrazione eucaristica nella cattedrale di Gibuti, recentemente restaurata e infine parteciperà al ricevimento in occasione del III anniversario dell’elezione di Benedetto XVI. Martedì prossimo il porporato lascerà Gibuti per Addis Abeba, da cui, in serata, farà rientro a Roma. (R.P.)

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    Le celebrazioni a Mosca della Pasqua ortodossa, presiedute dal Patriarca Alessio II

    ◊   Tutte le chiese ortodosse del mondo che seguono il calendario giuliano, domenica scorsa hanno celebrato la Pasqua. Anche Benedetto XVI ha fatto gli auguri agli ortodossi, auspicando un progresso nel dialogo per arrivare ad "una più completa comunione tra tutti i discepoli" di Gesù. Nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, ricostruita dopo la distruzione per ordine di Stalin nel 1934, la liturgia pasquale è stata celebrata dal patriarca Alessio II, alla presenza di 4.500 persone, fra cui il presidente uscente Vladimir Putin e quello eletto Dmitrij Medvedev. Fra gli ospiti il nunzio apostolico presso la Federazione russa mons. Antonio Mennini e l'arcivescovo cattolici di Mosca mons. Paolo Pezzi. La liturgia - scrive da Mosca l'inviato di Avvenire Giovanni Bensi - è stata trasmessa integralmente dalla televisione russa. Alessio II ha letto un messaggio ai fedeli, nel quale, ricordando i non lontani decenni dell' "ateismo di Stato", ha rilevato che oggi "interi popoli dalle tenebre dell'incredulità vanno verso la luce di Cristo, risorgendo e rinnovandosi spiritualmente. Camminiamo dunque fermamente sul cammino di Cristo. Questa luminosa speranza illuminerà la vita delle nostre famiglie, comunità e popoli, di una luce spirituale - ha affermato il patriarca - mentre la pace e la felicità regneranno nelle nostre case, città e villaggi". Secondo i dati del ministero degli interni, alle liturgie pasquali in Russia, hanno preso parte oltre 7 milioni di persone. Nelle 254 chiese di Mosca, sono stati presenti oltre 112 mila fedeli. (R.P.)

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    Povertà e instabilità minano la sanità in Africa. I temi al centro di un vertice in Burkina Faso

    ◊   “I programmi di ‘aggiustamento strutturale’ degli anni ’80, il peso del debito estero e le crisi politiche da cui scaturiscono flussi migratori sono tra le ragioni del malfunzionamento dei sistemi sanitari in Africa”. Sono le parole, riportate dalla Misna, di Luis Gomes Sambo, direttore dell’ufficio regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in apertura della conferenza internazionale di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. Un congresso al quale partecipano fino a domani oltre 300 delegati provenienti da 46 Paesi. Povertà, instabilità economica, mancanza di personale qualificato “fanno sì che i sistemi sanitari attuali in Africa – ha continuato Sambo - non riescano a rispondere alla loro funzione”. Esistono però delle eccezioni come lo stesso Burkina Faso: nel Paese è disponibile un centro sanitario ogni 9800 abitanti, nel 1985 ce n’era appena uno ogni 25mila persone. Il tasso di incidenza dell’Aids negli ultimi dieci anni è sceso dal 7,14 al 2% mentre alcune malattie come ad esempio la poliomelite sono in via di eliminazione. (B.C.)

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    Forte l’impegno della Chiesa nei confronti dei malati di Aids nella città di Ho Chi Minh City

    ◊   Sono 5mila i cattolici che prestano il loro aiuto in favore dei malati di Aids nella ex Saigon. Una presenza costante nonostante la limitatezza dei mezzi e le difficoltà di assistenza nei confronti di una larga parte dei 38mila malati presenti sul territorio. L’Aids colpisce l’intero Paese e per fronteggiarlo, il cardinale Pham Minh Man, arcivescovo di Ho Chi Minh Villem, ha lanciato iniziative e concrete attività di aiuto. Come riporta l’agenzia Asianews, oltre ai trattamenti medici e psicologici, gli operatori sociali cattolici hanno promosso attività di prevenzione. Esistono circa 65 centri che lavorano con i ragazzi di strada e portano avanti progetti di risparmio e credito per i poveri.(B.C.)

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    Più aiuti per l’emergenza alimentare in diversi Paesi. L’impegno della Caritas Svizzera

    ◊   La Caritas svizzera intensifica i suoi aiuti a favore delle popolazioni colpite dalla crisi alimentare provocata dall’aumento esponenziale dei costi dei cereali. Nei giorni scorsi l’organizzazione caritativa cattolica ha annunciato lo stanziamento di mezzo milione di franchi svizzeri, pari a circa 311mila euro, per la distribuzione di derrate alimentari ad Haiti, nel Sud Sudan, nel Bangladesh e alla frontiera tra Thailandia e Myanmar. I fondi stanziati serviranno in particolare a sfamare per tre mesi 20mila famiglie povere haitiane e a distribuire semenze a 10mila contadini dell’isola. In collaborazione con altre organizzazioni non governative, la Caritas Svizzera sta inoltre distribuendo riso, olio, fagioli e sale nei campi profughi lungo la frontiera thailandese con la ex Birmania, mentre nel Sudan meridionale sta aiutando le famiglie prive di mezzi che hanno fatto rientro nella regione dopo la firma del trattato di pace. Gli aiuti di emergenza – precisa il comunicato - si aggiungono a diversi programmi a lungo termine promossi dall’organizzazione a sostegno delle economie rurali in diversi Paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia. L’obiettivo di questi progetti è di promuovere un’agricoltura sostenibile, in grado di garantire la sicurezza alimentare e prevenire carestie. (L.Z.)

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    Colpito da un tumore, il cardinale Shan di Taiwan testimonia la forza della fede raccontando il viaggio di addio alla vita terrena

    ◊   A 85 anni, da due colpito da un tumore ai polmoni, il cardinale Paul Shan, vescovo emerito di Kaohsiung, non rinuncia ad evangelizzare. Ha tenuto ben 50 discorsi in 14 università, 8 prigioni e anche presso molte organizzazioni di 7 diocesi sparse in tutta l’isola di Taiwan. Un itinerario scandito dal suo “Dialogo che non tramonta mai - viaggio di addio alla vita (terrena) del cardinal Paul Shan”. Un libro nel quale è contenuta la sua testimonianza di fede, nel quale il porporato si definisce “un canguro del Signore, che corre dovunque” e che parla della sua malattia come di un “secondo angelo custode che mi fa ricordare che devo tenere caro ogni minuto rimasto per terminare ‘la mia corsa’, come dice San Paolo”. Sapendo di avere un male incurabile, il cardinale ha voluto impiegare il suo tempo per annunciare il Vangelo ai non cristiani, per raccontare i suoi 60 anni di vita come gesuita e testimoniare la fede cattolica che “è semplice, che è Amore” ha detto il porporato in un’intervista riportata dall’agenzia Fides. Il fatto che un 85enne con un tumore al polmone da quasi 2 anni riesca a reggere le fatiche di un discorso di oltre 3 ore, affrontando viaggi lunghi, ha stupito oltre 100 specialisti. Il cardinale a loro ha sempre risposto che si può affrontare tutto questo solo “grazie a una medicina a cui voi non avete dato importanza, la mia fede”. (B.C.)

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    "Una coppia e non due individui all’origine della società". Così mons. Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace

    ◊   Di fronte ad un divorzio ogni trenta secondi in Europa, monsignor Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, invita a riflettere sull’importanza del matrimonio. “All’origine della società – scrive in una nota riportata da Zenit - c’è una coppia e non due individui”. Il presule sottolinea come la Chiesa insista su questo tema non per “motivi di fede” ma perché “l’importanza del matrimonio per la società e, quindi, il valore anche politico della famiglia si fondano anche su motivi di ragione”. Uomo e donna rappresentano infatti “una comunità di due individui che così si completano a vicenda e – scrive ancora monsignor Crepaldi - aperti alla vita nascente, generano la comunità: comunità da comunità”. Secondo il segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, “la società non sta in piedi senza mantenere e sviluppare l’accoglienza della vita e senza accogliere e sviluppare la famiglia come comunità originaria, prima comunità che fonda tutte le altre”. Infine conclude il presule “accettando di fondarsi sulla sessualità, ossia sulla differenza e sulla complementarietà sessuale, la società accoglie dentro di sé reciprocità e donazione”. (B.C.)

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    Sette leader religiosi appoggiano in una lettera il presidente dell’Uruguay, contrario alla depenalizzazione dell’aborto

    ◊   “La polemica sulla legalizzazione dell’aborto porta ad una falsa contrapposizione tra il bene della madre e il bene del ‘bambino che sta per nascere’. In effetti, il bene dell’una e quello dell’altro non si escludono, piuttosto sono essenziali l’uno per l’altro”: è quanto scrivono in una lettera al presidente dell’Uruguay Tabaré Vázquez la Conferenza episcopale del Paese e i rappresentanti di sei Chiese cristiane appoggiando il suo divieto alla depenalizzazione dell’aborto. “Non si puo’ tutelare il vero bene della donna – affermano i leader religiosi – senza tutelare quello del figlio, così come non si può tutelare il bene del figlio prescindendo da quello della madre”. Nella lettera firmata dal vescovo di Salto mons. Pablo Jaime Galimberti di Vietri e dai rappresentanti della diocesi anglicana dell’Uruguay, della Chiesa apostolica armena, della Chiesa battista, della Chiesa greca ortodossa, della Chiesa mennonita e della Chiesa pentecostale nascente, vengono espresse anche alcune idee per una eventuale legge alternativa che possa definirsi “legge per la protezione delle donne incinte”. Tra i suggerimenti: la riduzione della penalizzazione della donna che consente all’aborto quando è soggetta a pressioni psicologiche, economiche, sociali, familiari e culturali; l’applicazione di una penalizzazione aggravata per quanti collaborano direttamente o indirettamente all’aborto e nella vendita di prodotti abortivi; la creazione ed il potenziamento di centri di sostegno per le donne in gravidanza; la riforma e lo snellimento della regolamentazione della adozione dei bambini appena nati e la promozione delle adozioni a distanza da coordinare attraverso l’aiuto offerto dalle organizzazioni non governative. Per i leader religiosi che firmano la missiva al presidente Vázquez, la “legge sulla salute riproduttiva” proposta in Uruguay è incostituzionale e contraria all’irrinunciabile principio etico della difesa della vita. (T.C.)

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    Perù: ha preso il via la Grande Missione di Lima per aiutare le persone ad entrare in relazione con Cristo

    ◊   Davanti a migliaia di persone, con una solenne Santa Messa e con la processione dell’immagine e di una reliquia di Santo Toribio di Mogrovejo, di cui si celebrava la solennità, ieri ha avuto inizio la Grande Missione di Lima. Il Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima, ha salutato i membri della Chiesa, sacerdoti, religiosi, religiose, membri di Confraternite e fedeli radunati nella Basilica Cattedrale ed ha ricordato nella sua omelia, ripresa dall'Agenzia Fides, che la missione primaria della Chiesa è evangelizzare. “La missione è Cristo in azione - ha aggiunto -. È Cristo che vuole servirsi di noi per agire nelle anime, per arrivare a tanta gente che lo aspetta, consolare, illuminare e convertire perché c’è una profonda sete di Dio”. Per l’Arcivescovo di Lima oggi è più che mai necessaria l’unità della famiglia. “Le sfide del mondo attuale richiedono anche una preparazione morale, una coscienza rettamente formata. Rispettare la vita dal suo concepimento fino alla sua fine naturale; rispettare la famiglia: uomo e donna, matrimonio cattolico-cristiano indissolubile. La famiglia è il posto primario della nuova evangelizzazione ed anche il posto privilegiato della Grande Missione”. Allo stesso tempo il Cardinale ha raccomandato di “ritornare alla Messa domenicale ed al Santo Rosario in famiglia. Non sono cose antiche, non sono passate di moda, oggi è più necessaria che mai l’unità della famiglia. La famiglia che prega unita, rimane unita” ha aggiunto. Il porporato ha segnalato anche gli obiettivi proposti dalla Grande Missione: “adorazione del Santissimo Sacramento, contemplazione dei Misteri del Rosario e celebrare i Sacramenti dell’iniziazione cristiana”. (R.P.)

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    Cambogia: posa della prima pietra per l'Istituto universitario di studi "San Francesco"

    ◊   Grazie all’accordo siglato fra l’Università Reale dell’Agricoltura e la Chiesa Cattolica cambogiana, è nato nella provincia di Takeo un nuovo Istituto universitario dei Studi intitolato a San Francesco di Assisi. Come comunica all’Agenzia Fides la Chiesa locale, di recente, su un terreno di circa due ettari, comprato dalla Chiesa cattolica nel 2006, si è svolta la solenne cerimonia di posa della prima pietra del nuovo Istituto, alla presenza del Ministro dell’Agricoltura cambogiano e del Vicario Apostolico di Phnom Penh, Mons. Emile Destombes. Qui sorgerà un complesso universitario comprendente aule per le lezioni, una biblioteca, un laboratorio agroalimentare, strutture di accoglienza per oltre 100 studenti. L’Istituto ha già siglato un accordo anche con un’università di Singapore e potrà così offrire una licenza anche in “Scienze e tecnologie dell’informazione”. Il Ministro ha ringraziato la Chiesa per il suo impegno nel campo dell’istruzione e della formazione delle giovani generazioni. “Ma la nostra presenza in questo campo è ancora modesta” ha sottolineato padre Olivier Schmitthaeusler, iniziatore del progetto. L’Istituto servirà i giovani delle province di Takeo, Kampot, Kep e Kompong Speu e rappresenta il contributo della Chiesa nell’offrire alla nazione cambogiana un’istruzione di qualità, che contempli creatività, spirito di iniziativa, sempre nel rispetto dei valori e della dignità dell’uomo. (R.P.)

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    Nelle Filippine, sempre più diffusa la “Catena dell’armonia”, una preghiera che implica il dialogo e la pace

    ◊   Si rafforza la “Catena dell’Armonia”, preghiera interconfessionale che accomuna il cammino spirituale di comunità sparse nelle Filippine e in tutto il mondo, promossa dal movimento per il dialogo “Silsilah”, termine che nella mistica islamica sufi significa “catena”. Per l’anno in corso è stato scelto come tema: “Apertura alla luce e alla volontà di Dio”. Il Centro Silsilah, che nel 2009 festeggerà il 25° della sua fondazione, opera per incrementare il dialogo e la pace nelle Filippine ma soprattutto aiuta ragazzi e giovani. Il movimento, negli ultimi tempi, sta raccogliendo sempre più consensi; come riporta l’agenzia Fides, di recente è stata aperta una nuova “comunità dell’armonia” a Manila, nella scuola parrocchiale di Sant’Antonio, dove un gruppo di oltre 40 persone si riunisce regolamene per pregare per la pace in unione a tanti altri popoli e nazioni. Gli organizzatori spiegano però che la Catena non è una preghiera di devozione ma porta con se uno spirito di dialogo e un impegno per lasciarsi trasformare dal dono della pace interiore. Si recita anche nelle scuole e nelle università in particolare in quella di Buug, a Mindanao ed è stata cantata durante la cerimonia ufficiale del “Giorno di fondazione” della città. Ora questa preghiera fa parte del programma di educazione alla pace presso i due istituti. (B.C.)

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    Mons. Orlando Quevedo riconfermato segretario generale della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia

    ◊   Mons. Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato ed ex presidente della Conferenza episcopale filippina, è stato confermato segretario generale della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (FABC). E' stato rieletto dal Comitato centrale della Federazione, la sua più alta istanza decisionale dopo l’Assemblea generale, riunitosi nei giorni scorsi a Bangkok, in Thailandia. Oltre all’elezione del segretario e vice-segretario, la riunione ha esaminato le attività dei vari dipartimenti e discusso i futuri appuntamenti della FABC, in particolare la prossima Assemblea Generale che si svolgerà nel 2009 a Bangalore, in India, sul tema: ”Vivere l’Eucaristia in Asia”. L’Assemblea si tiene ogni cinque anni e l’ultima, nel 2004, è stata dedicata alla famiglia in Asia. Costituita con lo scopo “di promuovere fra i suoi membri solidarietà e corresponsabilità per il benessere della Chiesa e della società in Asia, di difendere e operare il bene comune” la FABC è attualmente composta di 15 Conferenze episcopali asiatiche e dieci membri associati. L’ultima ad aderire è stata la Conferenza episcopale del Kazakistan in Asia Centrale. Tra le iniziative più rilevanti di questi ultimi anni si ricordano il Congresso Missionario Asiatico, organizzato nel 2006 in Thailandia in collaborazione con la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il primo Meeting internazionale delle donne asiatiche, nell'agosto 2005 ad Hong Kong, e l’Asia Youth Day, istituita nel 1999 sul modello della Giornata Mondiale della Gioventù. (L. Z.)

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    Polemiche in Perù per l’esclusione della Chiesa dal Consiglio dei diritti umani

    ◊   A sorpresa il Governo peruviano ha deciso di escludere 64 organizzazioni non governative raggruppate nella Coordinatrice Nazionale dei Diritti Umani ma anche i rappresentanti della Chiesa cattolica dal Consiglio Nazionale dei Diritti Umani, l’ente statale che si occupa del tema. Ufficialmente Lima ha affermato che i rappresentanti delle organizzazioni, essendo osservatori, non hanno l’obbligo di mantenere il segreto sugli argomenti in discussione. In realtà, come si legge su Avvenire, le ragioni potrebbero essere legate all’esclusione di un’organizzazione, Aprodeh, travolta dalle critiche dopo una lettera inviata al Parlamento europeo che, la scorsa settimana, ha deciso di non inserire nella lista dei gruppi terroristici il Movimento Tupac Amaru (MRTA) responsabile di numerosi omicidi. Nella missiva Aprodeh avrebbe assicurato che MRTA non è più attivo. Dopo le esclusioni, molti analisti hanno accusato l'esecutivo di Alan Garcia di intolleranza. (B.C.)

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    Omaggio dei concittadini di Padre Pio ieri a San Giovanni Rotondo dove sono custodite le spoglie del Santo

    ◊   Più di mille fedeli, quasi un terzo della popolazione di Pietrelcina, hanno raggiunto ieri San Giovanni Rotondo per pregare davanti alle spoglie di san Pio nell’antico santuario della Madonna delle Grazie di San Giovanni Rotondo. Una giornata che si è conclusa con una speciale funzione religiosa celebrata dall'arcivescovo di San Giovanni Rotondo-Manfredonia-Vieste, monsignor Domenico D'Ambrosio. A Pietrelcina, intanto, per il prossimo 25 maggio, data di nascita di Padre Pio, si svolgeranno una serie di manifestazioni che saranno aperte il giorno prima con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Campobasso-Boiano, mons. Giancarlo Maria Bregantini. Secondo alcune stime diffuse, sono state oltre diecimila le persone che, nella prima domenica dall'inizio dell'ostensione del corpo del santo, hanno prenotato per poter venerare le spoglie del frate di Pietrelcina: tra queste un gruppo proveniente dalla Bretagna, circa 30 fedeli provenienti dalle Filippine ed oltre 50 polacchi. (B.C.)

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    Negli Stati Uniti, cresce il numero dei laici impegnati nella Chiesa

    ◊   Mentre è ancora forte l’eco della visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti, la Chiesa americana definisce sempre di più la propria specificità. In base ad uno studio presentato nei giorni scorsi e commissionato da sei organizzazioni cattoliche, si rivela che la Chiesa americana si affida in modo consistente ai laici. Come rivela l’Osservatore Romano, cresce dunque il numero dei cattolici ma contemporaneamente diminuisce quello dei sacerdoti, in questo senso è necessario riorganizzare le parrocchie con maggiori spazi, anche di responsabilità amministrativa e di rappresentanza legale, riservate ai diaconi permanenti e ai laici. Inoltre c’è da segnalare un’altra tendenza: è raddoppiato negli ultimi 15 anni il numero delle parrocchie cattoliche prive di un sacerdote residente. “La vita parrocchiale come l’abbiamo conosciuta nei passati decenni –sottolinea Marti R. Jewell,responsabile del rapporto - non è più la stessa”. Una condizione dettata non solo dalla crisi di vocazioni ma soprattutto dall’incremento dei cattolici dovuto alla forte immigrazione latinoamericana. Pertanto si fa necessariamente più stretta la collaborazione tra clero e laici, una relazione che implica però alcuni problemi dal punto di vista delle risorse umane. L’accesso dei laici a ruolo guida nelle parrocchie, ha evidenziato il bisogno di una preparazione specifica e civile e, dallo studio, è emerso che meno del 40% delle parrocchie statunitensi è in grado di fornire un’adeguata formazione. Altra questione è quella riguardante la diversità etnica e culturale che, con l’andare del tempo, comincerà a pesare fortemente nel futuro della Chiesa. Jewell ha sottolineato che bisogna imparare a “ricevere la ricchezza dei ricchi dono gli uni dagli altri”. (B.C.)

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    In Svizzera, "Scalabrini-Fest" di Primavera sul tema: "Lasciarci incontrare ed inviare da Cristo"

    ◊   Dal 25 al 27 aprile, nella cittadina svizzera di Solothurn, la sede principale dell’Istituto Secolare delle Missionarie Secolari Scalabriniane, ha ospitato la Scalabrini-Fest di Primavera, per conoscere e sperimentare la dimensione della cattolicità della Chiesa. Tra i circa 400 partecipanti, riferisce l'Agenzia Fides, persone differenti non solo per provenienza e lingua ma anche per età (bambini, giovani, adulti), per condizione sociale (autoctoni, migranti, rifugiati) ed esperienza religiosa. Erano rappresentate 28 nazioni ed anche minoranze cattoliche originarie di paesi in cui prevalgono altre religioni o confessioni, come i cristiani dell’Iraq o gli ungheresi della Romania. “Lasciarci incontrare e inviare da Colui che ha il «primato su tutto: Cristo, capo del corpo» era il tema della Scalabrini-Fest di quest’anno, che ha tratto spunto dal motto episcopale del Vescovo di Basilea, Mons. Kurt Koch, Presidente della Conferenza Episcopale Svizzera e principale relatore dell’incontro. Il primato di Cristo su tutte le cose, proclamato da San Paolo nella sua lettera ai Colossesi, è oggi di frequente messo in discussione, a volte proprio in nome del dialogo interreligioso. Il Vescovo Koch, rispondendo con grande competenza e vicinanza alle domande rivolte da alcuni partecipanti, ha ricordato che ogni dialogo autentico deve partire da convinzioni profonde, radicate nel cuore della fede cristiana. La Santa Messa, concelebrata da padre Gabriele Bortolamai, missionario scalabriniano, da don Paul Rutz, parroco della Cattedrale di Solothurn, e da don Danku Balazs, parroco a Satu Mare (Romania), è stata l’occasione per riconoscere e vivere insieme il primato di amore di Cristo, che invia ogni cristiano a compiere passi di riconciliazione e di accoglienza in tutti gli ambienti e le situazioni della vita. (R.P.)

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    Il ruolo del comunicatore nella Chiesa al centro di un seminario internazionale a Roma

    ◊   “Comunicazione della Chiesa e cultura della controversia” è il titolo del convegno organizzato a Roma dalla facoltà di comunicazione della Pontifica Università della Santa Croce. Al centro della tre giorni di lavori - a cui partecipano 300 professionisti tra docenti ed esperti di uffici stampa, conferenze episcopali di oltre 60 Paesi - il ruolo del comunicatore chiamato a gestire in un modo competente e nuovo la controversia. Importante il tema scelto da Marc Carroggio, docente della facoltà di comunicazione della Santa Croce, che ha incentrato la sua relazione su cosa si attende un vescovo dal proprio ufficio di comunicazione e viceversa cosa si aspetta un esperto dal proprio vescovo. Ieri nella prima giornata si sono poi susseguiti gli interventi di Eugenia Roccella e di Mario Marazziti. La portavoce del Family Day, come riporta Avvenire, ha sottolineato come nelle questioni antropologiche sia necessario mantenere un approccio comunicativo aperto ed ha citato l’esempio dell’associazione donne marocchine in Italia attiva nel territorio. La giornalista ha anche puntato l’accento sulla necessità di un atteggiamento critico e competente riguardo all’informazione in ambito bioetico. Il portavoce della comunità di Sant’Egidio ha invece analizzato il ruolo della stessa comunità nelle trattative di pace in Mozambico. Un successo che nel Paese africano ha aperto la strada alla formazione sanitaria e all’educazione alla prevenzione. (B.C.)

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    Sport e famiglia: la nuova sfida del Centro Sportivo Italiano

    ◊   “Mettere in rete quattro delle agenzie di socializzazione che sono alla base della nostra società - famiglie, oratori/parrocchie, scuola e sport - con l'obiettivo di aiutare i genitori a vivere pienamente il loro difficile ruolo”. Così, come riporta l’agenzia Sir, il CSI, Centro Sportivo Italiano, spiega lo scopo del progetto di attività ludiche-motorie-sportive a sostegno della genitorialità: “Quando lo sport mette in gioco la famiglia”. Iniziativa che si conclude domani a Roma con il convegno “Soggetti educativamente modificabili. Famiglia, scuola e ragazzi per una sfida formativa attraverso lo sport”. Partito ad Assisi l’8 dicembre 2006 è proseguito per tutto il 2007 toccando vari capoluoghi: Ascoli Piceno, Pescara, Frosinone, Siena, Pistoia, L'Aquila, Perugia, Taranto, fino ai primi mesi del 2008 il progetto, possibile grazie al finanziamento del ministero della Solidarietà, è riuscito a coinvolgere, tra feste della famiglia, giornate di approfondimento e attività di vario genere, 2500 persone su tutto il territorio nazionale. Con questa iniziativa, il CSI è riuscito a finanziare e portare avanti quattro progetti di impresa sociale: ad Acireale, a Bologna, a Foggia, ed uno gestito dal comitato regionale della Puglia. (B.C.)

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    A Roma, convegno dell’UCIIM su “Cittadinanza e Solidarietà” per un nuovo modo di insegnare

    ◊   In occasione dei 60 anni della Costituzione italiana e della Dichiarazione universale dei Diritti Umani, l’UCIIM Lazio (Associazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori) ha tenuto stamani a Roma un convegno sul tema “Cittadinanza e solidarietà”. Nell’anno delle pari opportunità e dell’intercultura, l’UCIIM intende rilanciare un nuovo modo di insegnare e apprendere la cultura della cittadinanza per lo sviluppo integrale della persona. Obiettivi dell’iniziativa: educare gli studenti al dialogo e alla comunicazione e alla partecipazione per una società giusta e per il bene comune. Moderatori del convegno sono stati la prof.ssa Maria Vittoria Cavallari, vicepresidente nazionale UCIIM e il prof. Massimo Angeloni, presidente UCIIM Lazio. “Educazione, democrazia e cittadinanza”: questo il trinomio su cui si sono concentrati gli interventi. Assieme all’UCIIM, il convegno è stato promosso dall’Associazione italiana “Amici di Raoul Follereau”, l’E.I.P. Italia, l’OPAM (l’Opera per la Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo) e il Centro Astalli. (A.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Per l’emergenza cibo nel mondo l’ONU annuncia una task force

    ◊   Una task force dell'ONU gestirà la risposta della comunità internazionale alla crisi alimentare mondiale. Lo ha annunciato a Berna il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon al termine di un vertice sull'emergenza cibo, ieri ed oggi a Berna (Svizzera). Intanto è probabile che i prezzi del grano e del riso resteranno alti: lo ha affermato il presidente della Banca mondiale Zoellick. Per il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, il “drammatico aumento del prezzo del cibo" costituisce una "sfida globale senza precedenti che colpisce i più vulnerabili". Sono necessarie misure a breve, medio e lungo termine, ha detto Ban Ki-moon. La prima priorità sarà di nutrire gli affamati, ha detto lanciando un appello ai Paesi donatori a rispondere alle domande di fondi delle organizzazioni.

    Medio Oriente
    Nuova giornata di violenza nella zona di frontiera fra la Striscia di Gaza e il territorio israeliano all'indomani dell’uccisione di una donna palestinese e dei suoi quattro figli durante combattimenti fra miliziani e reparti israeliani. Il primo ministro israeliano Olmert ha espresso oggi “profondo dolore” per la morte della madre e dei suoi quattro figli. Dalla prima mattina, da Gaza sono stati lanciati una ventina di razzi verso il vicino territorio israeliano, in particolare mentre le scolaresche raggiungevano le loro scuole. A Sderot un edificio è stato centrato e cinque persone sono rimaste ferite. Nel vicino kibbutz di Kissufim è stato colpito un ambulatorio. Della situazione della Striscia di Gaza, Giada Aquilino ha parlato con la professoressa Marcella Emiliani, docente di Sviluppo politico del Medio Oriente all’Università di Bologna:

    R. – La Striscia di Gaza amministrata com’è da Hamas non vuole riconoscere lo Stato d’Israele e soprattutto non vuole riconoscerlo nei termini in cui lo pretende Israele. Lo Stato ebraico vorrebbe un riconoscimento automatico. Hamas finora ha offerto alla controparte soltanto una tregua. Sul valore di questa tregua naturalmente si può discutere. Certo è che siamo di nuovo ad una contrapposizione frontale.

    D. – Per la famiglia palestinese rimasta uccisa a Beit Hanun, il premier Olmert ha espresso profondo rammarico. Ma l’esercito accusa gli estremisti di lanciare razzi da zone altamente popolate. È un copione che si ripete, purtroppo: perché?

     
    R. – Nella Striscia di Gaza gli spazi strategici in cui operare giochi militari di vario genere non ci sono. È un territorio, comunque, densamente popolato. Poi è vero che nella storia della lotta palestinese, sia quella di Hamas, sia prima di Hamas - le varie formazioni OLP, Fatah compresa, e viene in mente quando erano in Libano, ad esempio negli anni ’80 - c’è questa abitudine militare di insediare le proprie postazioni dentro le città, il che significa ovviamente usare i civili come scudi.

     
    D. – Ma superare questa strategia si può?

     
    R. – Certo che si può; si deve. La cosa drammatica è che dopo la Conferenza di Annapolis non si è mosso assolutamente nulla sul terreno della pacificazione tra le due anime dei palestinesi, cioè Hamas e Fatah. Se non si passa per questa, non si può arrivare ad alcun tipo di accordo, né tra palestinesi ed Israele né tra arabi ed Israele.

     
    Iraq
    Vari attentati in Iraq. Un alto funzionario governativo iracheno ucciso e due guardie del corpo ferite nella parte Nord-Ovest di Baghdad. Due volontari dei Consigli del Sahwa (Risveglio) che si battono assieme alle forze USA e irachene contro il terrorismo uccisi e altri dieci feriti nei pressi di Baquba da una donna kamikaze. Oggi, inoltre, il comando USA fa sapere che un soldato statunitense è stato ucciso in un attacco lunedì pomeriggio a Baghdad. Intanto, inizia il processo all'ex vice primo ministro iracheno Tareq Aziz. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    Tareq Aziz comparirà nel pomeriggio di oggi alla sbarra per la prima volta dalla caduta del regime del partito unico Baath, assieme al famigerato "Ali il Chimico" e altri sei ex alti gerarchi accusati per l'esecuzione nel 1992 di una quarantina di commercianti ritenuti colpevoli di avere speculato sui prezzi dopo l'imposizione nel 1990 delle sanzioni ONU all'Iraq, per l'invasione del Kuwait. Aziz, che sotto Saddam è stato anche ministro degli Esteri e che si arrese alle forze americane nell'aprile del 2003 ed unico cristiano ad aver raggiunto le alte sfere del potere durante la dittatura di Saddam, era apparso come testimone nei primi processi a membri del deposto regime, e questo sarà il primo caso in cui viene coinvolto in prima persona. “Tariq Aziz si presenterà per il processo presso il tribunale speciale riguardante l'esecuzione di una quarantina di commercianti nel 1992”, ha detto Jaafar Moussawi, pubblico ministero dell'Alto tribunale creato per giudicare i massimi esponenti del regime di Saddam Hussein. E sulle imputazioni a suo carico, ha aggiunto: “Si ritiene che sia coinvolto”. Tra gli imputati, oltre ad Aziz (72 anni) e ad "Ali il Chimico" - al secolo Ali Hassan al Majid, già condannato a morte per lo sterminio di decine di migliaia di curdi - sarà alla sbarra per la stessa vicenda anche l'ex ministro degli Interni e fratellastro di Saddam, Watban Ibrahim al Hassan.

     
    Iran
    Un membro del clero sciita è rimasto ferito in Iran in un attentato tesogli nella città di Zahedan, nel sud-est del Paese, popolata da una forte minoranza sunnita. Il religioso preso di mira, riferisce oggi la stampa, è l'hojatoleslam Hassan Bijari, imam di una moschea della città. Due uomini lo hanno atteso domenica mentre usciva dopo aver guidato la preghiera del mezzogiorno e gli hanno sparato tre colpi di pistola mentre saliva sulla sua auto. Bijari è stato ricoverato in ospedale con ferite ad un braccio e al petto, ma non è giudicato in pericolo di vita. Nessuna organizzazione ha rivendicato l'agguato. Nella provincia del Sistan-Baluchistan, di cui Zahedan è capoluogo, è attivo da anni un gruppo armato separatista sunnita, Jundullah (Soldati di Dio), che ha compiuto diversi attentati. Lo scorso autunno un altro religioso sciita era stato ucciso nella moschea di un villaggio del Sistan-Baluchistan da due uomini che gli avevano sparato mentre guidava la preghiera. In Iran il 94 per cento della popolazione è musulmana sciita, così come il regime teocratico che guida il Paese.

    Afghanistan
    Almeno 15 persone sono morte e 25 sono state ferite in un'esplosione causata probabilmente da un attacco suicida in una piccola città dell'est dell'Afghanistan, regione teatro di frequenti scontri tra le forze statunitensi unite a quelle afghane, e i militanti talebani. Intanto fonti della NATO fanno sapere che le truppe americane e britanniche hanno lanciato lunedì una vasta offensiva in un'ampia area controllata dai talebani nel sud dell'Afghanistan. L'operazione è la più importante condotta da mesi nella provincia di Helmand, al confine con il Pakistan. L'offensiva lanciata ieri è stata battezzata "Siate liberi".

    Negoziati intensi per l’accordo UE - Serbia
    I ministri degli Esteri della UE, riuniti a Lussemburgo, hanno deciso la firma oggi pomeriggio dell'Accordo di associazione e stabilizzazione con la Serbia. Lo rende noto il portavoce della rappresentanza italiana presso l'UE, Manuel Jacoangeli. “Si tratta di un forte segnale alle forze più europeiste della Serbia anche in vista delle elezioni anticipate dell'11 maggio e di un obiettivo per il quale l'Italia si è sempre fortemente battuta”, ha rilevato il portavoce. Per la firma dell'ASA, la presidenza slovena di turno della UE ha invitato il presidente serbo Boris Tadic a Lussemburgo, oggi pomeriggio alle 16. Secondo il ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, la firma dell'Accordo di associazione e stabilizzazione “è un momento storico per la Serbia e per la UE”.

    Immigrazione clandestina
    Sono giunti a Lampedusa in nottata gli ultimi 33 clandestini, tra cui due donne, soccorsi da un elicottero e da una motovedetta della Guardia di Finanza mentre si trovavano su un gommone a 65 miglia a sud dell'isola. Inoltre, un barcone con 26 immigrati, tutti nordafricani, è stato intercettato al largo nell'estremo lembo meridionale della Sicilia. Nella giornata di ieri erano stati complessivamente circa 300 gli immigrati arrivati a Lampedusa e Pantelleria in sei sbarchi consecutivi.

    Yemen
    Sei ribelli sciiti e due membri di una tribù filogovernativa sono stati uccisi nella provincia nord occidentale yemenita di Saada, lo ha dichiarato oggi un funzionario governativo. Alcuni combattenti fedeli al leader ribelle Abdul-Malik al-Houthi si sono scontrati con membri della tribù e con l'esercito yemenita, provocando il ferimento di quattro soldati. Secondo le fonti i combattimenti sono ancora in corso. Centinaia di persone sono state uccise dall'inizio del conflitto scoppiato nel 2004 tra i ribelli seguaci di Al Houthi e le forze governative, mentre migliaia hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni di Sadaa.

    Si consegna alle autorità il leader dei ribelli di Timor est
    Il capo dei ribelli di Timor est si è arreso. Si tratta di Gastao Salsinha, successore del leader Alfredo Reinado, rimasto ucciso durante l’attentato che aveva gravemente ferito il presidente Jose Ramos Horta. Lo scorso febbraio Salsinha aveva guidato il fallito attacco contro il premier Xanana Gusmao. La trattativa con le autorità governative era in corso, con la mediazione di sacerdoti cattolici, da venerdì scorso. Oggi Gastao Salsinha si è consegnato con altri 11 alla polizia e ha avuto il permesso di condurre una cerimonia di riconsegna delle armi davanti al palazzo del Governo nella capitale Dili. Lo stesso Ramos Horta, visibilmente commosso, ha preso in consegna le armi e in segno di riconciliazione ha stretto la mano a tutti e 12. Fra questi il ribelle che gli aveva sparato, Marcelo Caetano, che è scoppiato in un pianto e gli ha baciato la mano. Il premier ha confermato che i ribelli dovranno comparire in tribunale per spiegare le loro azioni, ma ha dichiarato che la loro resa è segno di un nuovo inizio per Timor est. Altri quattro ribelli sono stati arrestati giorni fa e sono ora in detenzione a Dili.

    Condanne e arresti in Cina e in Vietnam in seguito alle manifestazioni pro Tibet
    La fiaccola olimpica continua il suo viaggio tra le proteste anti-Pechino e vari arresti. Tre manifestanti sono stati arrestati ad Hanoi. Il gruppo di attivisti per i diritti umani Viet Tan ha riferito di una dozzina di fermi tra studenti, insegnanti, artisti e agricoltori che denunciano le violazioni dei diritti umani e le rivendicazioni di Pechino sulle isole Spratly del Mare della Cina del sud. La fiaccola è giunta ieri sera in Vietnam, proveniente dalla capitale nordcoreana Pyongyang e ha da poco iniziato il suo percorso a Ho Chi Min Ville. Intanto in Cina diciassette tibetani, tra laici e monaci, sono stati condannati con pene tra i tre anni e l’ergastolo, da un tribunale cinese per i fatti di Lhasa del marzo scorso. È scontro sulle cifre delle manifestazioni: secondo la Central Tibet Administration, il governo tibetano in esilio in India, sarebbero 203 i morti, oltre 1000 feriti e 5715 arrestati in Tibet dal 10 marzo al 25 aprile. Secondo la stampa ufficiale di Pechino, i morti invece sarebbero in tutto 23. Oggi Pechino, che insiste nell’indicare nel Dalai Lama il responsabile di tutti gli incidenti, ha di nuovo invitato il leader tibetano a scegliere la via del dialogo. Il Dalai Lama si è sempre dichiarato disponibile ad un incontro e il suo entourage ha fatto sapere venerdì di attendere ufficialmente l’invito.

    Il governo delle Filippine approva misure contro la vendita di organi
    Il governo delle Filippine ha vietato la vendita di organi a stranieri, a causa di un aumento del commercio illegale di reni e di altri organi prelevati da poveri: lo ha dichiarato oggi il ministro filippino per la Salute, Francisco Duque. Duque ha precisato che è in corso in seno al governo una revisione della sua politica in materia di trapianti di organi e sta promuovendo l'utilizzo di organi prelevati da persone decedute e da familiari donatori al fine di scoraggiarne il fiorente commercio illegale. “Traggono vantaggio dalla nostra poverta”', ha detto Duque in una conferenza stampa riferendosi ai trafficanti di organi e ha aggiunto che i donatori illegali, impoveriti e spesso mal istruiti, riescono ad ottenere tra i 600 e i 5000 euro per un rene.

    Cuba
    Il presidente cubano Raul Castro ha convocato per il secondo semestre del 2009 il sesto congresso del Partito Comunista Cubano che si sarebbe dovuto tenere nel 2002, al fine di fissare gli obiettivi politici ed economici del Paese. “L'ufficio politico considera necessaria l'organizzazione del sesto Congresso del Partito e noi allora abbiamo proposto che abbia luogo alla fine del secondo semestre dell'anno prossimo”, ha affermato Raul Castro in una riunione plenaria del Comitato Centrale del Partito Comunista Cubano. L'ultimo Congresso del PCC, il quinto, è stato celebrato nel 1997 a L'Avana e si sarebbe dovuto svolgere di nuovo cinque anni dopo nel 2002. Raul Castro ha anche annunciato che le pene di morte di più condannati saranno commutate e che sono all'esame i casi di un salvadoregno e di un guatemalteco, accusati di attentato con esplosivo nel 1997. Le condanne a morte saranno commutate per alcuni in trent'anni di prigione e per altri nel carcere a vita. Il presidente cubano non ha però indicato il numero esatto dei beneficiari di queste misure. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 120

     
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