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Sommario del 28/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Iniziati gli incontri tra Benedetto XVI e i vescovi di Cuba in visita "ad Limina"
  • L'appello di Benedetto XVI per la Somalia, il Burundi, il Darfur: un commento di Raffaello Zordan
  • Il Papa chiede ai cristiani di valorizzare la cultura per promuovere i valori della persona umana: sulle intenzioni di preghiera del Pontefice per il mese di maggio, la riflessione dell’arcivescovo Ignazio Sanna
  • Le Sacre Scritture suscitano grande interesse ma solo un terzo degli europei ha letto un brano della Bibbia nell'ultimo anno. Il dato emerge da una ricerca presentata oggi in Vaticano
  • Il cardinale Zenon Grocholewski ha inaugurato a Valencia i lavori del primo Congresso internazionale sull'educazione cattolica per il XXI secolo
  • Oggi in Primo Piano

  • Al via la Settimana della comunicazione promossa dalla Famiglia paolina
  • Preghiera, commozione e compostezza tra le decine di migliaia di fedeli già transitati davanti alle spoglie di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo. Intervista con padre Antonio Belpiede
  • L'uso delle cellule staminali discusso al Master in Bioetica, promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia
  • Chiesa e Società

  • Riunione d'emergenza a Berna delle Agenzie dell'ONU per fronteggiare la crisi alimentare nel mondo
  • Dal 3 al 5 giugno, Vertice della FAO a Roma per affrontare l’emergenza alimentare
  • Nel messaggio per il 1° maggio, i vescovi del Québec chiedono di promuovere un’agricoltura sostenibile e solidale
  • L’ONU chiede maggiori aiuti per sostenere gli sfollati dalla Somalia, tra i Paesi ricordati ieri dal Papa al Regina Coeli
  • Sri Lanka: l'esercito ha riconsegnato alla diocesi di Mannar il santuario di Madhu
  • Per il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, "Pasqua è per tutti i cristiani, la vittoria di Gesù sulla morte"
  • Ecuador: i valori della vita, della famiglia e della libertà educativa al centro del documento finale dei vescovi
  • A Roma, dal 3 al 5 maggio, il Forum internazionale sull'impegno di religiosi e religiose contro l'Aids nel mondo
  • Il commercio di organi umani è “moralmente inaccettabile”: la denuncia dei vescovi filippini che chiedeno al governo leggi più severe
  • L’impegno della Chiesa Indonesia per contrastare la violenza domestica sulle donne e sostenere le vittime
  • I Francescani da 40 anni in Libano per portare un annuncio di pace e di speranza
  • Da Egitto e Grecia piano di valorizzazione e restauro del monastero di Santa Caterina sul Sinai
  • La Chiese della Danimarca rispondono alla lettera dei 138 saggi musulmani: il dialogo è necessario per evitare conflitti violenti
  • Si apre domani, presso la Pontificia Università Lateranense, il Fondo Oriana Fallaci, con più di 630 volumi donati dalla giornalista
  • A Venezia, mercoledì prossimo, veglia diocesana con il cardinale patriarca, Angelo Scola, per il 1° maggio
  • Roma: al via la prima edizione della "Festa del cinema bulgaro in Italia"
  • 24 Ore nel Mondo

  • Morti 4 bambini in un raid israeliano a nord della Striscia di Gaza
  • Il Papa e la Santa Sede



    Iniziati gli incontri tra Benedetto XVI e i vescovi di Cuba in visita "ad Limina"

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, stamani, un primo gruppo di vescovi di Cuba, in visita ad Limina guidati dal cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo di San Cristóbal de la Habana. La visita ad Limina dei presuli centroamericani si protrarrà fino al prossimo 3 maggio ed avviene nell’anno in cui si celebra il decimo anniversario della storica visita di Giovanni Paolo II in terra cubana.

    Sempre nella mattinata, il Papa ha ricevuto in udienza l’arcivescovo Joseph Marino, nunzio apostolico in Bangladesh, con i famigliari.

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    L'appello di Benedetto XVI per la Somalia, il Burundi, il Darfur: un commento di Raffaello Zordan

    ◊   L’appello in favore della stabilizzazione in varie zone dell'Africa, levato ieri da Benedetto XVI al Regina Coeli, giunge in un momento molto particolare per il continente. Il riacutizzarsi delle tensioni in Burundi, Kenya, Somalia, Sudan e Repubblica Democratica del Congo rischia di destabilizzare ulteriormente i già fragili equilibri africani. Ma quanto possono influire le parole del Papa su queste crisi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Raffaello Zordan, redattore della rivista dei padri Comboniani “Nigrizia”:
     
    R. - Ci auguriamo tutti che possano influire, nel senso che la comunità internazionale non deve distogliere l’attenzione da alcune realtà specifiche. Naturalmente, se pensiamo alla Repubblica Democratica del Congo, il Paese è attraversato da un processo di transizione verso la democrazia. Nel nord-est però - cioè nell’area vicina a Uganda, Rwanda, Burundi - ci sono storicamente delle destabilizzazioni croniche e bisogna lavorare. Ci sono truppe ONU, c’è l’attenzione internazionale: il Papa rafforza l’idea che bisogna mantenere un presidio e accompagnare questa democrazia. Per il Darfur, invece, la cosa è ancora più complicata, perché stiamo nel bel mezzo di un processo di pacificazione. Il Darfur è utilizzato come "merce" di scambio dal governo di Karthoum per fare pressioni sul Sud Sudan, per allontanare la possibilità che si arrivi alle elezioni ed anche eventualmente all’autodeterminazione del Sud Sudan.

     
    D. - Come realizzare nel concreto, secondo te, le parole del Pontefice, che ha parlato della necessità di porre solide fondamenta alla pace e allo sviluppo?

     
    R. - Concretamente, in ogni momento in cui la comunità internazionale si riunisce, ragiona - pensiamo all’Europa - sui temi africani, l’Africa deve trovare un suo specifico spazio, essere presente anche nei giornali, quindi nell’opinione pubblica: trovare insomma maggiori momenti per essere presa in considerazione, anche perché quelle crisi possono riverberarsi qui da noi.

     
    D. - Le parole del Papa, secondo te, lasceranno comunque un segno?

     
    R. - Sicuramente lasceranno un segno in tutti quegli operatori che, a vario titolo, hanno relazioni con il continente africano e hanno intenzione di operare in quel continente con dei criteri, nel rispetto dell’uomo e dei suoi diritti. Poi la comunità internazionale sappiamo che ha i suoi tempi, le sue priorità. Molto spesso si fa invischiare in tentativi poco chiari anche di mediazione. E forse queste parole possono indicare una pista o per lo meno ridisegnare la mappa delle priorità. Certo, sappiamo che sono indicazioni che non sono vincolanti per gli Stati e per chi fa la politica.

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    Il Papa chiede ai cristiani di valorizzare la cultura per promuovere i valori della persona umana: sulle intenzioni di preghiera del Pontefice per il mese di maggio, la riflessione dell’arcivescovo Ignazio Sanna

    ◊   “Perché i cristiani valorizzino di più la letteratura, l’arte e i mass media per favorire una cultura che difenda e promuova i valori della persona umana”: è l’intenzione generale affidata da Benedetto XVI all’Apostolato della Preghiera per il mese di maggio. Un invito sul quale Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione dell’arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, membro del comitato per il progetto culturale promosso dalla Chiesa italiana:
     
    R.- Sappiamo quanto sia importante oggi la difesa della persona umana. Ci sono delle correnti, nella letteratura, nell’arte e un po’ nel mondo delle comunicazioni in genere che minano l’importanza e la centralità della persona, sia nella vita di famiglia come nella vita della società e, direi, anche nella vita politica, nella vita economica. Richiamare l’importanza della persona vuol dire sempre mettersi dalla parte dell’uomo, contro gli assalti che vengono talvolta attraverso questi - chiamiamoli pure - messaggi subliminali. Uno legge un romanzo e vede che viene descritto un tipo di orientamento nei confronti dei valori della vita. Leggendo non si rende conto, ma poi interiorizza degli schemi e delle categorie che lo inducono a comportarsi in un determinato modo.

     
    D. - E dunque, i cristiani come possono promuovere e sviluppare una letteratura, un’arte ed anche una comunicazione mass-mediale che difenda la persona umana?

     
    R. - Il mondo cattolico ha difficoltà ad imporsi con i romanzi o con i film o con le riviste, perché spesso già il fatto di essere cattolico viene etichettato come di parte, come reazionario. Non si capisce, invece, la scuola di libertà che è all’interno della fede cristiana. In fondo, i cristiani devono essere promotori di libertà. Occorrerebbe fare forse qualche sforzo in più per essere presenti nel mondo delle comunicazioni sociali, nel mondo della letteratura …

     
    D. - Quindi, in questo senso c’è anche un grande, paziente lavoro da fare alla base, nelle scuole, nelle famiglie…

     
    R. - Sì. Il Papa anche parla di emergenza educativa. Penso che ci sia molto da fare all’interno della famiglia, all’interno della scuola. Ci dev’essere anche una integrazione tra famiglia e scuola, perché spesso la scuola va per la sua strada e la famiglia delega alla scuola. Ma questa non ha sempre la capacità di trasmettere determinati valori. Quindi ci dev’essere sicuramente una grande attenzione al mondo della famiglia e al mondo della scuola.

     
    D. - Infine, è importante combattere questo pregiudizio secondo cui la Chiesa sarebbe contro la cultura quando in realtà basta pensare a quanto le città, in particolare dell’Italia, siano ricche di espressioni proprio del fervore cristiano …

     
    R. - La Chiesa è stata - direi - la madrina della cultura. In fondo, non dimentichiamo che le università sono nate all’ombra delle cattedrali. Ovunque uno vada, in Italia, si trova in un museo all’aperto e i soggetti sono sempre religiosi e gli artisti sono sempre ispirati dalla fede cristiana. Penso che sia più giustificata questa difesa del ruolo centrale della Chiesa nella promozione della cultura.

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    Le Sacre Scritture suscitano grande interesse ma solo un terzo degli europei ha letto un brano della Bibbia nell'ultimo anno. Il dato emerge da una ricerca presentata oggi in Vaticano

    ◊   La lettura della Bibbia suscita sempre interesse ed è ritenuta autorevole. Tuttavia, la percentuale, anche tra i credenti, di chi si accosta alle pagine del Libro sacro non è elevata. Sono alcune delle considerazioni emerse dalla ricerca “La lettura delle Scritture in alcuni Paesi”, patrocinata dalla Federazione Biblica Cattolica in vista del Sinodo dei vescovi, in programma dal 5 al 26 ottobre e incentrato sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Gli Stati presi in considerazione dall’indagine, presentata questa mattina durante una conferenza stampa tenutasi nella Sala Stampa Vaticana, sono Regno Unito, Olanda, Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Italia, Polonia e Russia. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
     
    Dalla ricerca emerge che è larghissima la maggioranza di coloro che ritengono vero e interessante il contenuto delle Scritture. E’ anche alta la percentuale di coloro che considerano la Bibbia attinente alla vita quotidiana. A questi dati, bisogna poi aggiungere quello, meno positivo, riferito alla lettura della Bibbia. Negli ultimi 12 mesi, nell’area presa in esame in Europa hanno letto almeno un brano delle Scritture dal 20% al 38% degli intervistati. Negli Stati Uniti, questo dato arriva al 75%. Secondo il professore Luca Diotallevi, coordinatore del gruppo di ricerca, la vera criticità è il passaggio dalla lettura delle Scritture alla pratica religiosa:

    "Da questi dati ci appare il processo di secolarizzazione come un processo che non estingue il riferimento religioso dal cuore e dalle menti delle persone, ma crea problemi nel passaggio da questo riferimento alla pratica".

    Il presidente della Federazione Biblica Cattolica, il vescovo Vincenzo Paglia, ha poi fatto notare come siano ancora troppo pochi coloro che riconoscono nella Bibbia “il libro della loro vita spirituale”:
     
    "Ecco perchè l’insistenza già di Giovanni Paolo II e la continua insistenza di Papa Benedetto XVI sulla Lectio divina stanno ad indicare qual è una delle prospettive importanti che il Sinodo deve intraprendere; questo anche perchè l’ascolto delle Scritture più facilmente porta ad incontrare il Signore o a fare un’esperienza spirituale".

    Oltre alla conoscenza è dunque anche necessario un ritorno alla scrittura, al testo e alla preghiera per creare un’atmosfera interiore diversa. E’ quanto ha sottolineato l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura:
     "Dobbiamo riconsegnare ancora non soltanto alla teologia, non soltanto alla liturgia, ma anche alla spiritualità privata, personale, l’ascolto e la lettura della Bibbia. Quella Lectio divina deve diventare anche preghiera".

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    Il cardinale Zenon Grocholewski ha inaugurato a Valencia i lavori del primo Congresso internazionale sull'educazione cattolica per il XXI secolo

    ◊   Tre giorni per discutere su quali siano, agli esordi del presente millennio, le sfide della Chiesa nel campo dell’educazione cattolica. E’ l’argomento centrale di dibattito, da oggi a mercoledì prossimo, nella città spagnola di Valencia, teatro del primo primo “Congresso internazionale sull’educazione cattolica per il XXI secolo”, organizzato dall’Università cattolica “San Vicente Mártir” della città spagnola. Ad aprire i lavori, è stato questa mattina il cardinale Zenon Grocholewki, prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica. Il punto sul suo intervento nel servizio di Alessandro De Carolis:


    Il panorama attuale parla di “emergenza educativa”. Riecheggia con forza le parole della recente Lettera di Benedetto XVI sul tema, il cardinale Zenon Grocholewski. Di fronte ai crica 450 congressisti, il porporato ha svolto un’ampia riflessione sul ruolo della Chiesa su questo fronte lungo il quale, ha affermato, il secolarismo dilagante si intreccia sempre più con la “riduzione dell’educazione ad aspetti meramente tecnici e funzionali”. Anche il concetto di laicità ha imboccato la deriva del laicismo che, di fatto, tende ad escludere il fattore religioso dalla vita sociale e pubblica, confinandolo - ha riscontrato il cardinale Grocholewski - “nell’ambito privato e della coscienza individuale”.

     
    Dati tali presupposti, la prassi educativa cattolica del 21.mo secolo deve misurarsi a tutto campo anzitutto ribadendo, ha asserito il prefetto vaticano, il suo “interesse per la persona e la sua vocazione alla verità”. In ciò risiede, ha detto fra l’altro, quell’“atto di carità intellettuale” riguardante la formazione alla verità dei giovani, secondo le intenzioni del Papa che anche nel recente viaggio negli Stati Uniti ha sottolineato il bisogno di una crescita “dell’armonia tra fede e ragione”. Di fronte agli educatori, ai docenti universitari, agli alunni e ai pedagogisti presenti al Congresso di Valencia, il cardinale Grocholewski ha passato in rassegna il rapporto tra l’educazione cattolica e i valori fondamentali, così come il vincolo che lega questa materia alla cultura, ai processi di inculturazione o ai media. In “questo momento particolare dell’umanità” come in passato, ha concluso il prefetto del dicastero pontificio, la Chiesa cattolica “deve disporsi una volta di più” a offrire “il suo originale e positivo contributo alla formazione della persona umana e alla costruzione della società, a partire dalla sua visione specifica del mondo, dell’uomo e della storia, che è andata configurando, e ancora oggi configura, la forma e il contenuto dell’educazione cattolica”.

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    Oggi in Primo Piano



    Al via la Settimana della comunicazione promossa dalla Famiglia paolina

    ◊   Spettacoli, cineforum, convegni, laboratori e concorsi per le scuole, celebrazioni e concerti. Ricco e variegato il programma offerto quest’anno nell’ambito della terza Settimana della Comunicazione, promossa in tutta Italia dalla Famiglia Paolina e dedicata a tre filoni: scuola, informazione e mondo della cultura. L’evento, presentato nei giorni scorsi a Roma presso la sede della Radio Vaticana, si svolge da oggi al 4 maggio, giorno in cui ricorre la 42.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. I particolari nel servizio di Silvia Gusmano:

    Il Beato Giacomo Alberione, all’alba del XIX secolo, precorrendo i tempi, definì i mass media “nuovi pulpiti” che il mondo cattolico non poteva disertare. Tre anni fa, la Famiglia Paolina, da lui fondata, attualizzò quell’intuizione promuovendo sette giorni di eventi e dibattiti che risvegliassero l’attenzione pubblica sulla Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. In oltre 40 città, nelle loro librerie e nei centri culturali, i Paolini e le Paoline spiegheranno e diffonderanno il delicato tema scelto da Benedetto XVI per la 42.ma edizione della Giornata: “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la Verità per condividerla”. Questi i due nodi centrali del messaggio del Pontefice, spiega mons. Giuseppe Scotti, segretario aggiunto del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni:

     
    “Il primo è quello di far sì che i mass media aiutino a riflettere in termini alti sulla cultura contemporanea: se vuoi servire veramente una società, una comunità, devi aiutarla a riflettere sulla parola che sembra ‘tabù’: riflettere sulla verità. E questo è il primo passo che occorre fare se vuole tornare ad essere in una dimensione di servizio. Non si può nascondere la verità, non si può far diventare vero solo ciò che ‘mi piace’ e metto me stesso al centro di tutto. Il secondo aspetto è il discorso sulla info-etica, cioè l’informazione che sia eticamente corretta, perché ci si rende conto che tante informazioni vengono usate, manipolate, vengono tagliate e ricostruire ad uso di quello che io voglio dire”.
     
    Altro tema centrale della Settimana e della Giornata, l’ambiguità del progresso, vettore di potenzialità straordinarie e allo stesso tempo, scrive Benedetto XVI, di “nuovi ed inediti interrogativi e problemi”. Così Myriam Castelli, suora paolina e conduttrice del programma “Cristianità” di Rai International:

     
    “Il progresso, esaltato, diventa ideologia passando sulla pelle della gente e tante volte schiacciandola. Il nostro fondatore diceva: ‘Voi dovete opporre arma ad arma’, e questa ‘arma’ dell’uso dei mezzi di comunicazione per il Vangelo da opporsi all’‘arma’ di chi la usa invece per scagliarla contro il Vangelo”.
     
    Cuore della Settimana sarà il Festival della comunicazione, ospitato quest’anno da Brescia e così descritto dal padre Roberto Ponti, responsabile cultura Paolini e Paoline:

     
    “Un programma molto ampio che va a toccare l’utilizzo di diversi mezzi di comunicazione: il cinema, il teatro, l’espressività artistica e poi l’incontro con giornalisti esperti del mondo della comunicazione. Cito soltanto il direttore de ‘Il Sole 24 Ore’, Ferruccio De Bortoli, il direttore di ‘Famiglia Cristiana’, Antonio Sciortino, e poi altri volti, magari più o meno noti, del mondo dell’informazione e della comunicazione”.

     
    Ad animare ogni iniziativa lo stesso spirito che contraddistingue il carisma dei Paolini e delle Paoline: “Riempire di Vangelo le vie della Comunicazione”.

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    Preghiera, commozione e compostezza tra le decine di migliaia di fedeli già transitati davanti alle spoglie di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo. Intervista con padre Antonio Belpiede

    ◊   Dalla Polonia, dalle Filippine, dalla Bretagna. E nella mattinata di oggi, anche da Pietrelcina, suo Paese natale: il flusso continuo dei devoti di S. Pio non mostra cedimenti di nessun tipo. Da quando le spoglie del Santo francescano sono state esposte alla venerazione dei fedeli, cinque giorni fa, si calcola che almeno 70 mila persone siano transitate nel Santuario di San Giovanni Rotondo. Il numero dei prenotati è circa pari a quello dei non prenotati poiché, com'è noto, sono questi i due percorsi che vengono compiuti in contemporanea, sui due lati della teca che racchiude le spoglie di Padre Pio. Una testimonianza sul clima che si respira in queste ore nel celebre Santuario pugliese viene da frate Antonio Belpiede, portavoce dei Cappuccini di San Giovanni Rotondo durante questa ostensione. L'intervista è di Fabio Colagrande:


    R. - Da un lato e dall’altro delle spoglie mortali di Padre Pio, della teca che lo contiene, si snodano questi due file, con un silenzio e una compostezza, una luminosità sul viso delle donne, degli uomini, dei bambini, dei giovani, degli anziani, che veramente ci tocca. E devo dire che sono stato colpito nel sentire dei colleghi della stampa laica, anch’essi toccati da questo fenomeno evidente: la compostezza e il silenzio armonioso e luminoso di questa folla.

     
    D. - Fra' Antonio, quale invito rivolgete a chi vuole venire a pregare davanti al corpo del Santo, di San Pio?

     
    R. - Non c’è un invito così formalizzato a livello collettivo. Facciamo partecipi i fedeli e i pellegrini di quello che noi stessi ci stiamo dicendo in questi giorni: di essere aperti, in questo tempo straordinario che porta alla Pentecoste, di essere aperti all’effusione dello Spirito, di pregare - quando anche il senso della vita è sollecitato da queste spoglie mortali - dinanzi a queste spoglie, che mostrano la memoria di un grande uomo che è vissuto per Dio e per i fratelli nella carità più profonda. D’altro canto, questo evento ci porta la mente verso la speranza e il rafforzamento della fede nella nostra resurrezione. Che questo possa avvenire con un’apertura totale del cuore, che lo Spirito possa dire a ciascuno, ad ogni coppia, ad ogni famiglia, dove camminare per essere nella sua luce.

     
    D. - Continuate a ricevere prenotazioni. Vuole darci un po’ di cifre...

     
    R. - Il dato più solido è quello dei prossimi tre mesi. Abbiamo già oltre 800 mila prenotazioni. Devo dire, per una corretta lettura statistica, che alcuni quotidiani parlavano nei giorni scorsi - solo alcuni - di 11 mila prenotazioni. Ma non sono solo 11 mila i pellegrini, perché oltre i prenotati c’è un numero più o meno equivalente - e questo può variare a seconda dei giorni - di persone che fanno la fila e non sono prenotate.

     
    D. - Erano cifre che avevate previsto?

     
    R. - Non ci siamo, in tutta franchezza, messi a far di conto. Noi siamo figli - Padre Pio compreso - di un grande poeta che si chiamava Francesco di Assisi, il quale non ha mai voluto i grandi numeri. Anzi, quando l’ordine si ingrandiva, aveva il timore dei grandi numeri. Noi viviamo alla giornata. Cerchiamo di vivere nella letizia e di trasmettere questa letizia alla gente, anche se, come vi dicevo, sta avvenendo che la gente sta donando a noi questa Chiesa pellegrina, che incarna proprio il simbolo fondamentale del Concilio. Questo popolo di Dio in cammino ci sta offrendo una grande comunicazione di gioia e di presenza di Dio nel suo cuore.

     
    D. - Come portavoce provinciale dei frati minori cappuccini, lei, Fra' Antonio. ha rilasciato interviste in occasione di questa ostensione a tutta la stampa internazionale. Quali sono le principali curiosità dei giornalisti di tutto il mondo?

     
    R. - "Jazeera International" mi ha chiesto - e il giornalista era uno scozzese, quindi non un arabo islamico - il senso del pellegrinaggio cristiano, il senso dell'andare verso le spoglie di un Santo. E ho avuto modo, davanti ad una platea internazionale, con molta gente di fede islamica, di dire quello che è il senso cristiano del pellegrinaggio e anche della Chiesa che ha sempre costruito templi sul luono del sangue dei martiri. Credo di aver potuto gettare anche un ponte di tolleranza cristiana, come fece il nostro Francesco, quando al tempo delle Crociate, per oltre un anno, attraversando le doppie file nemiche, quelle cristiane e quelle islamiche, stette nella terra del sultano.

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    L'uso delle cellule staminali discusso al Master in Bioetica, promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia

    ◊   “Ricerca sulle cellule staminali e prospettive terapeutiche”: è il titolo del master in Bioetica e Formazione, organizzato nei giorni scorsi dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. Un’intera giornata di lavori per riflettere sull’impiego delle cellule staminali adulte nella rigenerazione dei tessuti, evitando pericolose derive etiche. Il servizio di Isabella Piro:


    Quale orizzonte terapeutico si apre oggi, grazie all’uso delle cellule staminali adulte? La domanda principale posta dal Master è esattamente questa. E la risposta è altrettanto esatta: le staminali adulte sono il futuro della medicina rigenerativa, poiché permettono di ricreare tessuti affetti da patologia o gravemente danneggiati, come spiega uno dei docenti del corso, il prof. Gianfranco Bottazzo, medico dell’Ospedale pediatrico ‘Bambino Gesù’ di Roma:

    “La cellula staminale del midollo crea il muscolo ed i tessuti ed è, quindi, da lì che il nostro corpo si rigenera. Se è malato o danneggiato, cerco di metterlo al riparo da un ulteriore danneggiamento, ricostruendo le cellule che sono morte”.
     
    La sperimentazione più recente, continua il prof. Bottazzo, dimostra chiaramente che le staminali prelevate, ad esempio, dal midollo osseo danno ottimi risultati:

     
    “Noi, al Bambino Gesù, abbiamo dimostrazione che la cellula staminale adulta, quella che si trova ad esempio nel midollo osseo, può funzionare e far rigenerare tessuti. Le porto alcuni esempi: noi ricostruiamo la calotta cranica di un bambino, fratturatasi in un incidente d'auto o in seguito a una caduta, usando materiale riassorbile tratto da cellule staminali dello stesso bambino - parlo sempre di midollo - e dato che la cellula staminale ha una caratteristica particolarissima di plasticità, quando la cellula staminale tocca una cellula differenziata, come un osso in questo caso, diventa essa stessa osso. Mettendola, quindi, a contatto con la calotta cranica dopo quattro mesi ha ricostruito l’osso. La stessa cosa riusciamo a farla ricostruendo la cornea opacizzata in un coniglio: le cellule staminali stesse del coniglio ricostruiscono la trasparenza della cornea”.
     
    Tra i temi in esame durante il Master, anche la riflessione sul “mito di un mondo senza malattia”, in nome del quale si tentano sperimentazioni anche sulle cellule staminali embrionali. Con risultati scientifici, però, pressoché nulli: le embrionali, spiega ancora il prof. Bottazzo, sono inutilizzabili perché, ad esempio, non si possono iniettare:

     
    “Quelle cellule lì non funzionano, perchè è materiale che ha una difficoltà enorme a riprodursi: sette-otto passaggi e quelle cellule muoiono”.

     
    Quanto agli aspetti legislativi sull’utilizzo delle staminali, esaminati dall’ultima sessione di lavoro del Master, la realtà attuale è diversificata: in Italia, ad esempio, ricorda il prof. Bottazzo, la ricerca sulle staminali embrionali è vietata, mentre in America è permessa solo su quelle congelate. Più a rischio la Gran Bretagna, dove si sono verificati casi di manipolazione genetica, come i così detti “embrioni chimera”, ottenuti introducendo il nucleo di una cellula adulta umana nell'ovocita di una mucca precedentemente privato del suo nucleo.

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    Chiesa e Società



    Riunione d'emergenza a Berna delle Agenzie dell'ONU per fronteggiare la crisi alimentare nel mondo

    ◊   Sono riuniti da stamattina a Berna, la capitale svizzera, i responsabili delle agenzie e organizzazioni dell’Onu, sotto la presidenza del Segretario generale Ban Ki-moon, per elaborare un piano con il quale affrontare l’attuale crisi alimentare nel mondo, il particolare nel Sud, dove l’aumento del prezzo del cibo espone milioni di persone al rischio fame. Dopo una prima riunione stamani a porte chiuse, riferisce l'Agenzia Misna, le discussioni continueranno nel pomeriggio prima di una conferenza stampa attesa per domani mattina, nella quale interverranno, oltre a Ban Ki-moon, i dirigenti del Programma Alimentare Aondiale (PAM), della Banca Mondiale (BM), dell’Organizzazione dell’Onu per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e del Fondo internazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura (IFAD). Venerdì scorso a Vienna, un appello a “un’azione immediata e concertata” per far fronte a una “reale crisi mondiale” era stato formulato dallo stesso Ban Ki-moon. “A breve termine – aveva sottolineato il Segretario generale dell'ONU – ci dobbiamo occupare di tutte le crisi umanitarie che pesano sulle popolazioni più povere nel mondo; a medio termine, la comunità internazionale e i suoi dirigenti dovrebbero riunirsi rapidamente per vedere come possiamo, in un primo tempo, migliorare il sistema economico, i sistemi di distribuzione e come possiamo promuovere la nuova produzione di prodotti agricoli”. (R.P.)

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    Dal 3 al 5 giugno, Vertice della FAO a Roma per affrontare l’emergenza alimentare

    ◊   Sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, bioenergie: questi i temi centrali del prossimo Vertice convocato a Roma dalla FAO dal 3 al 5 giugno, cui parteciperanno capi di Stato e di Governo di tutto il mondo per rispondere all’emergenza internazionale causata dal rialzo dei prezzi delle derrate, escogitando soluzioni immediate, ma anche strategie di lungo periodo per riequilibrare i mercati. In particolare preoccupa il forte incremento dei prezzi dei cereali verificatosi in alcuni tra i principali Paesi produttori. Tra questi – segnale la FAO - spicca l'aumento del 130% dei prezzi all'esportazione del frumento negli Stati Uniti, passati dai 209 dollari alla tonnellata del 2007 agli attuali 481 dollari. Nettamente inferiore, invece, l'incremento del 38% per il prezzo del mais passato negli USA da 170 a 234 dollari. Più contenuto anche l'aumento dei prezzi all'esportazione del mais in Argentina, che ha segnato rispetto al 2007 una crescita del 35% passando da 160 a 216 dollari la tonnellata. Riguardo al riso, invece, il prezzo all'esportazione è cresciuto in Thailandia del 75% passando da 325 a 567 dollari. Si dibatterà dunque nel Vertice di Roma delle sfide alimentati emergenti che pongono a rischio la sopravvivenza di milioni di persone nei Paesi più poveri; si cercheranno modi e mezzi per aiutare gli agricoltori a trarre vantaggio dai prezzi più alti, incrementando la produzione alimentare per una popolazione mondiale in continuo aumento. Al vertice che tratterà di questioni cruciali per il futuro dell’umanità nei prossimi decenni hanno già assicurato la loro presenza il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ed il capo di Stato francese Nicolas Sarkozy. Quest’ultimo dopo un incontro con il direttore della Fao, Jacques Diouf, ha annunciato di voler promuovere ''un partenariato mondiale per l'alimentazione e l'agricoltura per meglio coordinare gli interventi delle Nazioni Unite, delle istituzioni finanziarie internazionali, degli Stati, del settore privato e delle Ong, e creare un nuovo consenso per il rilancio della produzione agricola alimentare in Africa''. Nei giorni scorsi Sarkozy ha annunciato che la Francia raddoppierà il suo stanziamento per gli aiuti alimentari ai Paesi più poveri, portandolo da quest'anno a 60 milioni di euro. (A cura di Roberta Gisotti)

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    Nel messaggio per il 1° maggio, i vescovi del Québec chiedono di promuovere un’agricoltura sostenibile e solidale

    ◊   Maggiori tutele per le piccole imprese agricole locali schiacciate dalla concorrenza delle multinazionali e la promozione di un’agricoltura sostenibile e solidale. È l’appello rivolto dai vescovi del Québec nel tradizionale messaggio per la Festa di San Giuseppe Lavoratore, il 1° maggio, dedicato quest’anno al mondo agricolo. “Abbiamo bisogno di un contratto sociale tra Stato, cittadini e agricoltori e non di politiche a favore dell’industria agro-alimetare”, si legge nel documento preparato dalla Commissione episcopale per gli Affari sociali, ripreso dall'Agenzia Cns. Commentando i dati di un recente studio governativo sull’attuale trend del settore agricolo in Québec, i vescovi rilevano come la concorrenza spietata dei colossi dell’agribusiness internazionale stia mettendo in ginocchio le imprese agricole a conduzione familiare, con pesanti ripercussioni demografiche e sociali. Ma a preoccupare i vescovi è anche la sostenibilità ambientale dell’agricoltura intensiva praticata dalle multinazionali: “È imperativo riportare l’agricoltura alla sua funzione primaria e fondamentale: quella di nutrire comunità locali e nazionali. Per fare questo – sottolineano – occorre ristabilire il legame di solidarietà  tra produttori e comunità”. Questo implica anche un consumo responsabile: “Come consumatori dobbiamo considerare il sistema di funzionamento di tutta la catena alimentare e informarci su quello che acquistiamo. I nostri criteri di scelta devono comprendere considerazioni ambientali, sociali, culturali, etiche e politiche”. La tradizione del Giubileo biblico che vuole che la terra riposi ogni sette anni, ricordano in conclusione i vescovi,  è un invito di Dio ad una “solidarietà etica” tra la terra e il suo popolo, un invito “ad abitarla, non a dominarla”. (A cura di Lisa Zengarini)

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    L’ONU chiede maggiori aiuti per sostenere gli sfollati dalla Somalia, tra i Paesi ricordati ieri dal Papa al Regina Coeli

    ◊   12 mila dall’inizio dell’anno gli sfollati somali, in fuga dalle violenze nel loro Paese, che hanno raggiunto i campi profughi di Dadaab, nel nord del Kenya. Altri 40 mila arriveranno entro l’anno. Un flusso in aumento, che ha registrato di recente fino a 1000 arrivi alla settimana. A lanciare l’allarme sono l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati (UNHCR) ed il Programma Alimentare Mondiale (PAM). Le due agenzia umanitarie chiedono quindi maggior sostegno economico dai Paesi donatori. Ricordiamo in proposito l’appello lanciato ieri dal Papa al Regina Caeli: “Le notizie che giungono da alcuni Paesi africani continuano a essere motivo di profonda sofferenza e viva preoccupazione. Vi chiedo di non dimenticare queste tragiche vicende e i fratelli e le sorelle che vi sono coinvolti! Vi chiedo di pregare per loro e di farvi loro voce!” Benedetto XVI ha voluto ricordare in particolare le tragiche situazioni che vivono le popolazioni civili coinvolte in sanguinosi conflitti in Somalia, nel Darfur e nel Burundi, richiamando alla responsabilità la comunità internazionale: “in Somalia specialmente a Mogadiscio – ha sottolineato il Santo Padre - aspri scontri armati rendono sempre più drammatica la situazione umanitaria di quella cara popolazione, da troppi anni oppressa sotto il peso della brutalità e della miseria”. Riguardo i fuggitivi dalla guerra- ha detto il rappresentante dell’UNHCR in Kenya - “facciamo fatica ad affrontare questa crescita nel flusso di sfollati”, aggiungendo che “le condizioni in Somalia sono andate peggiorando terribilmente negli ultimi mesi”, per cui “la gente che attraversa il confine con il Kenya è disperata e necessita di un immediato aiuto”. Il PAM ha inoltre rilevato un tasso preoccupante di bambini malnutriti tra gli sfollati e numerosi casi di anemia. Nonostante il confine tra i due Stati africani sia stato chiuso lo scorso anno, le autorità kenyote permettono l’accesso ai richiedenti asilo. I profughi somali provengono in gran parte da Mogadiscio, Kismayo e dalle regioni di Middle e Lower Shabelle. L’UNHCR ha previsto 40.000 nuovi arrivi nel 2008. (R.G.)

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    Sri Lanka: l'esercito ha riconsegnato alla diocesi di Mannar il santuario di Madhu

    ◊   Il santuario di Nostra Signora di Madhu è stato riconsegnato alla diocesi di Mannar dopo che l’esercito governativo ha sottratto la zona al controllo dei ribelli delle Tigri tamil. La Tv di Stato ieri ha mostrato le immagini del vicario generale, padre Victor Soosai, che - rispondendo alla richiesta dei vertici militari – sabato scorso ha visitato il santuario insieme al personale dell’esercito. Il sacerdote riferisce all'Agenzia Asianews che i bombardamenti delle ultime settimane hanno causato danni gravi alla chiesa del Sacro Cuore, situata al lato destro del santuario. Questo, invece, ha riportato solo lievi danni lungo il lato sinistro della costruzione e sul tetto. Il comandante delle forze armate dello Sri Lanka, Sarath Fonseka, ha subito chiesto che la statua della Vergine, venerata da tutto il Paese, “venga riportata nel santuario”. In seguito all’intensificarsi degli scontri, il 4 aprile il vescovo di Mannar, mons. Rayappu Joseph, aveva deciso il trasferimento dell’immagine della Madonna nella vicina parrocchia di Thevanpitti, per ragioni di sicurezza. Thevanpitti è territorio sotto controllo dei ribelli delle Tigri tamil. "Abbiamo bisogno della garanzia che Madhu sia dichiarata una volta per tutte 'No war zone' - ha detto lo stesso vescovo in risposta alle autorità - e che Tigri tamil ed esercito cessino le loro operazioni militari nel complesso del santuario". La stessa richiesta è contenuta nella petizione firmata da 25mila abitanti di Mannar, che domani verrà consegnata al presidente Mahinda Rajapakse. Finora il ministro della Difesa ha parlato solo genericamente di “zona di sicurezza”. A breve è previsto un incontro della Conferenza episcopale dello Sri Lanka per discutere la nuova situazione del santuario e per organizzare colloqui con rappresentanti di Colombo e delle Tigri. (R.P.)

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    Per il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, "Pasqua è per tutti i cristiani, la vittoria di Gesù sulla morte"

    ◊   "La resurrezione di Cristo è la vera unica e continua primavera nella vita degli uomini". E’ il fulcro del messaggio pasquale che il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ha rivolto ad una grande folla di fedeli accorsa da tutto il mondo cristiano per festeggiare insieme a lui la Pasqua ortodossa. “Cristo e’ risorto!”, “è risorto dai morti e con la sua morte ha calpestato la morte” ha detto il patriarca. “Gli inferi si sono amareggiati incontrando Lui, non solo perchè ha annullato il loro potere e ha svuotato divinamente le loro tenebrose dimore, donando la vita a coloro che fino a quel momento stavano nei sepolcri, ma perchè dona la vita senza fine e la risurrezione certa a tutti quelli che fino alla fine del tempo crederanno in Lui, vivranno con Lui e manterranno fino alla fine la professione di fede in Lui”. “Il nostro eterno problema - prosegue ancora Bartolomeo I - così, è stato risolto una volta per sempre da Cristo risorto. La nostra angoscia è finita. E’ risorto Cristo e la vita regna! Da allora in poi, la nostra vita e la nostra resurrezione non è una richiesta, non è un sogno, non è una utopia, ma una realtà concreta e palpabile. Realtà che ha una persona e un nome concreto, ‘sopra ogni nome’, Gesù Cristo, davanti al quale ‘ogni ginocchio si piegherà, nei cieli, sulla terra e sotto terra’ e ogni lingua proclamerà che Egli è l’unico Datore di vita e Signore, Lui che vive e regna nei secoli, condividendo benevolmente il suo Regno, la sua gloria e l’eredità del Padre suo, con tutti coloro che sono partecipi della sua croce, della sua morte e della sua risurrezione, come ‘primogenito tra molti fratelli’”. “Dalla nostra martoriata Cattedra Patriarcale ed Ecumenica - ha concluso infine Bartolomeo I - preghiamo continuamente il Signore perchè doni la pace al mondo, la luce della verità e della giustizia alle anime degli uomini, pazienza e soccorso a chi è nella prova, il gusto della salvezza e della vita eterna a tutti i fedeli”. (R.P.)

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    Ecuador: i valori della vita, della famiglia e della libertà educativa al centro del documento finale dei vescovi

    ◊   L’inviolabilità della vita, la protezione della famiglia e la libertà di educazione: questi i passaggi fondamentali del documento finale reso noto dalla Conferenza episcopale dell’Ecuador (CEE), al termine della 120.ma Assemblea Plenaria, che si è svolta a Quito dal 21 al 25 aprile. Rinnovando il loro impegno “nel manifestare l’amore gratuito di Cristo nell’attenzione alle giuste e legittime aspirazioni” della popolazione ecuadoriana, i presuli si appellano alle forze politiche, in particolare all’Assemblea Costituente eletta il 30 settembre scorso, a cui chiedono di attuare “una completa restaurazione istituzionale”. “A nome di tutto il popolo credente – scrivono i vescovi – e con il riscontro di circa un milione di firme, chiediamo all’Assemblea Costituente alcuni punti fondamentali affinché, con l’invocazione della protezione divina, si garantisca l’inviolabilità della vita dal suo concepimento fino alla morte naturale, senza eccezioni; si garantisca la protezione della famiglia, attraverso il riconoscimento dell’unione tra un uomo ed una donna come unico nucleo familiare; si garantisca la libertà di educazione ed il diritto dei genitori a scegliere l’educazione per i propri figli; si mantenga vivo il patrimonio di libertà e di diritti riconosciuti dalla legge fondamentale”. I vescovi dell’Ecuador ricordano poi il dramma delle alluvioni che, nei mesi di febbraio e marzo scorso, hanno colpito la costa del Paese, provocando almeno 42 morti e migliaia di sfollati: “Ribadiamo la nostra collaborazione con gli enti pubblici – si legge ancora nel documento – ed offriamo il nostro appoggio. La colletta quaresimale di solidarietà destinata a “Múnera 2008” è stata dedicata interamente a questo scopo”. Inoltre, la CEE esprime gratitudine a tutta la comunità “per la generosa partecipazione al servizio della Chiesa nel mondo” e manifesta il suo apprezzamento per “l’impegno dei mass media per un’informazione corretta e responsabile”. Da ricordare, infine, che durante i lavori della 120.ma Assemblea Plenaria, sono stati eletti i vertici della CEE per il triennio 2008-2011: come nuovo presidente, è stato scelto mons. Antonio Arregui Yarza, arcivescovo di Guayaquil; al suo fianco, come vicepresidente, ci sarà mons. Victor Corral Mantella, vescovo di Riobamba. Il nuovo segretario generale sarà mons. Angelo Polivio Sánchez Loaiza, vescovo di Guaranda, mentre l’incarico di Segretario generale aggiunto è andato a padre Nicolás Dousdebés Córdova, dell’arcidiocesi di Quito. (A cura di Isabella Piro)

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    A Roma, dal 3 al 5 maggio, il Forum internazionale sull'impegno di religiosi e religiose contro l'Aids nel mondo

    ◊   Si terrà mercoledì prossimo a Roma, nella sede dell’Unione Superiori Generali, la Conferenza stampa di presentazione del Forum Internazionale sull’impegno di religiosi e religiose per contrastare l’Aids nel mondo. Da anni le Congregazioni religiose, maschili e femminili, sono impegnate in un’opera di prevenzione della diffusione del virus HIV e per alleviare gli effetti della malattia verso le persone colpite e le loro famiglie. E’ un lavoro che si svolge in silenzio, negli ambulatori, nei centri sanitari, negli ospedali, nell’assistenza diretta ed indiretta verso malati e le famiglie in tutto il mondo, soprattutto nei paesi africani. Da alcuni anni le due Unioni Internazionali  (USG per i Superiori Generali e l’UISG per le Superiore Generali), hanno varato un progetto comune di ricerca globale sul lavoro svolto e sulle prospettive future. L’indagine si è svolta in collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids e con la Georgetown University. Il Forum, che si terrà dal 3 al 5 maggio sempre nella capitale, è intitolato “In loving service” e presenterà i risultati di tale studio, passando in rassegna i servizi prestati: si va dall’assistenza sanitaria agli aiuti economici ai bambini orfani, dalla prevenzione alle cure palliative. Solo in Africa gli Istituti religiosi  si occupano di 1000 ospedali, più di 5000 dispensari e 800 orfanotrofi. Scrive padre Frank Monks, camilliano, della Commissione salute della Unione Superiori Generali: “Per noi religiosi/e restano aperte ancora molte sfide nell’area della giustizia, della pastorale, dell’etica e dell’educazione; per questo siamo chiamati a superare la frammentazione che esiste al nostro interno per parlare con una sola voce e stabilire una nuova cultura di cooperazione e di comunione. Ci sono Paesi poveri” continua il religioso camilliano “nei quali i cristiani provvedono fino al 40% dei servizi sanitari, ma non hanno voce in capitolo e sono lasciati soli a combattere le loro battaglie, con scarsi risultati”. Alla conferenza stampa di mercoledì saranno presenti suor Maria Martinelli, missionaria comboniana, medico, coordinatrice della ricerca, lo stesso padre Frank Monks e padre Piero Trabucco, Missionario della Consolata, Segretario generale dell’USG. L’USG raccoglie i Superiori generali di 218 Congregazioni ed Istituti religiosi, per un totale di circa 200 mila religiosi nel mondo. L’UISG, Unione Internazionale Superiore Generali, raccoglie le 900 Superiore generali di altrettante Congregazioni di Diritto Pontificio, per un totale di 800  mila suore nel mondo. (A cura di Davide Dionisi)

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    Il commercio di organi umani è “moralmente inaccettabile”: la denuncia dei vescovi filippini che chiedeno al governo leggi più severe

    ◊   Un documento contro il traffico di organi umani, è stato stilato dalla Conferenza episcopale delle Filippine. “Il commercio degli organi umani è moralmente inaccettabile e contrario alla dignità della persona – denunciano i presuli - ed il trapianto di un organo da un donatore sano ad un ammalato non può essere separato da un volontario atto di donazione”. I vescovi chiedono inoltre al Governo leggi più severe contro le persone coinvolte nel traffico illegale di organi, una piaga molto diffusa in questo Paese asiatico a larga maggioranza cattolica. Secondo un rapporto del 2006 del Dipartimento della salute di Manila - di cui riferisce l’Osservatore Romano - il 90% dei trapianti di rene viene effettua da donatori in vita. Di questi, il 68% non sono parenti degli ammalati e provengono dalle classi più povere. Il “National Kidney and transplant institute” ha reso noto che nel 2006 gli interventi per il trapianto del rene nelle Filippine sono stati 690, ma il 41% dei pazienti non era di nazionalità filippina. La responsabile di un Centro per cure renali della città di Davao city ha dichiarato di essere stata avvicinata negli ultimi anni da numerosi uomini che tentavano di vendere un rene. Il costo di quest’organo può arrivare anche a 150 mila pesos, oltre 3500 dollari. (V.V.)

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    L’impegno della Chiesa Indonesia per contrastare la violenza domestica sulle donne e sostenere le vittime

    ◊   Parrocchie contro la violenza sulle donne in Indonesia. L’iniziativa è maturata nella diocesi di Purwokerto per contrastare il fenomeno dei soprusi domestici. Ventidue laiche e due religiose hanno partecipato ad un seminario organizzato dalla “Women’s Partner Network” in cooperazione con il Segretariato per la difesa delle donne della Conferenza episcopale indonesiana e l’Unione cattolica degli studenti universitari. I partecipanti all’incontro hanno identificato le cause principali della violenza domestica: la dipendenza economica delle mogli dai mariti, la bassa alfabetizzazione tra le bambine ed un sistema legale che favorisce gli uomini. Partendo da questi presupposti è stato elaborato un programma di un anno, articolato in quattro piani di azione a livello parrocchiale. Il primo è quello dei corsi tenuti nelle parrocchie per dare alle donne consapevolezza dei loro diritti. Il secondo riguarda il supporto finanziario per le donne coinvolte in episodi di violenza domestica. Il terzo consiste nell’aiuto che la parrocchia offre ai figli delle vittime. E l’ultimo verte sul supporto legale nei casi estremi, quando non ci sia modo di ricomporre l’unità familiare. (V.V.)

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    I Francescani da 40 anni in Libano per portare un annuncio di pace e di speranza

    ◊   Per il 40° anniversario di presenza nella città di Sin el Fil (1968-2008) e per il 20° anniversario dell'inaugurazione della chiesa e del convento dedicati a sant’Antonio (1988-2008), la fraternità francescana conventuale del Libano, ha voluto celebrare queste due ricorrenze lanciando un messaggio di riconciliazione e speranza per il futuro della “Terra dei cedri”. I francescani dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali infatti, riferisce l'Agenzia Fides, svolgono da 40 anni la loro missione in Libano e non si sono lasciati scoraggiare dai problemi, dalle fatiche, dalle violenze che incontrano nella loro missione. Nello spirito di fraternità del Poverello di Assisi, continuano a portare una testimonianza di semplicità, di dialogo, di apertura all’altro, di preghiera anche nelle situazioni che sembrano disperate. Alla presenza del Ministro generale, fra Marco Tasca, i frati della Delegazione per il Medio Oriente si sono riuniti nella chiesa di sant'Antonio di Padova a Sin el Fil per una Celebrazione Eucaristica, a cui hanno partecipato Vescovi, sacerdoti e fedeli cattolici di comunità di diversi riti, giunti da ogni parte del Paese. Nell’Eucarestia, presieduta dal Ministro generale, sono stati ricordati gli inizi della missione, le difficoltà, le prospettive di presenza e impegno in un Paese martoriato dalla guerra civile (1975-1990), da tempo segnato da instabilità politica e economica. Attualmente la fraternità francescana conventuale di Sin el Fil è composta da sette frati, di età e provenienze diverse ed è in cantiere l’apertura di un secondo convento a Zahlé (Bekaa) destinato all'accoglienza delle vocazioni locali, che il Signore sta donando alla fraternità. (R.P.)

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    Da Egitto e Grecia piano di valorizzazione e restauro del monastero di Santa Caterina sul Sinai

    ◊   Il monastero di Santa Caterina sul Sinai e l’area circostante – riferisce l’Agenzia Misna - beneficeranno presto di un programma di restauro e di scavi archelogici co-finanziato dal Governo greco, con 2 milioni di euro, e dalle autorità egiziane. Costruito 15 secoli fa, tra il 527 e il 565 d.C., per ordine dell’imperatore d’oriente Giustiniano, il monastero fortificato sorge a 1500 metri di altezza dove la Bibbia riferisce che Mosè ascoltò la voce dal Roveto ardente e ricevette le Tavole della Legge, ed è uno dei più antichi centri di pellegrinaggio cristiano e punto di riferimento per i viandanti. Il complesso religioso è composto da numerosi edifici di epoche differenti, inclusa una moschea per i viaggiatori musulmani. Particolarmente preziose sono la biblioteca per la sua raccolta di testi antichi e il museo per la collezione di icone bizantine. Inizialmente intitolato alla Trasfigurazione, il monastero fu poi dedicato nel IX secolo a santa Caterina d’Alessandria, la saggia principessa cristiana martirizzata, secondo la storia dei primi martiri, molto venerata nella chiese orientali e in quella ortodossa. Oggi il monastero è sede di una comunità di monaci greco-ortodossi. I finanziamenti serviranno anche a portare avanti scavi archeologici nei dintorni della struttura religiosa, alla ricerca di antiche testimonianze egizie. (R.G.)

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    La Chiese della Danimarca rispondono alla lettera dei 138 saggi musulmani: il dialogo è necessario per evitare conflitti violenti

    ◊   “Il dialogo e la cooperazione interreligiosi e interculturali devono essere visti come una necessità se si vuole promuovere il rispetto autentico ed evitare i conflitti violenti”. È quanto affermano le comunità ecclesiali di Danimarca in risposta alla lettera diffusa lo scorso ottobre da 138 eminenti studiosi musulmani. Il reverendo Anders Gadegaard, decano della cattedrale di Copenaghen e Mads Christoffersen, segretario generale del Consiglio nazionale danese delle Chiese, hanno elaborato la nota, che poi è stata firmata da 16 diverse comunità ecclesiali. Nel testo si esprime apprezzamento per il gesto dei 138 studiosi e si chiede ai leader islamici di Danimarca di proseguire questo scambio basato sul dialogo. “La lettera è un documento ampio, coraggioso e dotto che rappresenta un’apertura nel rapporto con il cristianesimo, unica nella storia mondiale”, sottolinea la missiva di Gadegaard e Christoffersen, pubblicata dal giornale danese “Kristeligt Dagblad”. Lettera che “esorta ad una comprensione comune di ciò che unisce i cristiani e i musulmani in termini teologici ed etici”. “Del resto - evidenziano i rappresentanti delle Chiese di Danimarca - il nostro comune fondamento è la fede nell’unico Dio come Signore e Creatore”. (V.V.)

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    Si apre domani, presso la Pontificia Università Lateranense, il Fondo Oriana Fallaci, con più di 630 volumi donati dalla giornalista

    ◊   Un sala per Oriana Fallaci. Si inaugurerà domani presso la Pontificia Università Lateranense uno spazio destinato ad ospitare il Fondo intitolato alla scrittrice e giornalista. La stanza raccoglierà i volumi che la Fallaci donò, prima di morire, all’Ateneo. Paolo Scuderi, bibliotecario generale della Biblioteca “Beato Pio IX” della Lateranense, ha raccontato all’agenzia Zenit, che nell’estate del 2006 la giornalista decise di lasciare all’Università del Papa, nella persona del suo rettore, mons. Rino Fisichella, una parte del suo patrimonio librario ed archivistico documentario: 636 volumi. “Oriana Fallaci – ha spiegato il Bibliotecario generale - nutriva un amore viscerale per i propri libri e desiderava fortemente che questo suo prezioso patrimonio fosse aperto, accessibile agli studiosi”. “La sola idea che i suoi amati libri potessero finire nascosti - continua - o peggio ancora, messi all’asta, la avviliva”. La sala, è arredata da due poster della scrittrice e da due vetrine che ospitano fotografie ed alcuni dei suoi cimeli, tra i quali lo zaino, ora in prestito per la mostra itinerante “Oriana Fallaci: intervista con la Storia”. (V.V.)

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    A Venezia, mercoledì prossimo, veglia diocesana con il cardinale patriarca, Angelo Scola, per il 1° maggio

    ◊   Rinnovare “la missione di evangelizzazione attraverso la dottrina sociale della Chiesa”: questo, spiegano dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato del patriarcato di Venezia, l’obiettivo della veglia diocesana per il mondo del lavoro promossa mercoledì prossimo nella chiesa parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio a Carpendo, alla presenza del patriarca card. Angelo Scola. Tema dell’iniziativa, riferisce l'Agenzia Sir: “Il sesto giorno. Il lavoro di Dio, il lavoro dell’uomo”, perché proprio il sesto giorno, sottolineano i promotori, “secondo il racconto della Genesi, Dio creò l'uomo a sua immagine”, rendendolo “custode e collaboratore dell’intera creazione”. “Nel solco della tradizione della celebrazione liturgica del 1° maggio, che una volta si faceva nelle piazze delle città e dei paesi – informano i promotori dell’iniziativa -, da alcuni anni abbiamo ripreso la proposta di un segno di vicinanza alla complessità del mondo del lavoro”. La veglia, attraverso riflessioni, testimonianze, ascolto della Parola e preghiera, intende essere “un segno missionario nella vita quotidiana, caratterizzato dalla volontà di orientare l'azione pastorale verso le dimensioni costitutive dell'uomo di oggi: la famiglia, il tempo libero e il lavoro”. (R.P.)

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    Roma: al via la prima edizione della "Festa del cinema bulgaro in Italia"

    ◊   Prende il via oggi a Roma la prima edizione della “Festa del Cinema Bulgaro in Italia” organizzato dall'Associazione Culturale Italo-Bulgara "La Fenice", in collaborazione con l'Istituto Bulgaro di Cultura a Roma, sotto il Patrocinio del Ministro della Cultura Bulgara e del Comune di Roma; le proiezioni si terranno nella capitale, presso la Casa del Cinema e il Palazzo delle Esposizioni. L’articolato programma prevede, accanto alla proposta di film e documentari, incontri e dibattiti con alcuni importanti protagonisti, sia italiani sia bulgari, delle pellicole proiettate nel corso della rassegna. Il 2 maggio è prevista la proiezione de "La masseria delle allodole" dei fratelli Taviani con Stefan Danilov, attore e ministro della Cultura Bulgaro, noto in Italia per l'interpretazione ne "La Piovra 9", "Racket" e "Un caso di coscienza". Il Festival si inserisce tra le manifestazioni organizzate per celebrare il primo anniversario dell'entrata della Bulgaria nell’Unione Europea, in un anno, il 2008, dedicato dall’Europa, al dialogo interculturale. La manifestazione vede il coinvolgimento diretto di RAI Fiction e della Televisione Nazionale Bulgara. L'appuntamento costituisce inoltre l’occasione di annunciare e presentare un gemellaggio con la città di Sofia, previsto per giugno 2008, dove verrà presentata una rassegna del cinema italiano. (R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Morti 4 bambini in un raid israeliano a nord della Striscia di Gaza

    ◊   Quattro bambini palestinesi, tra i 15 mesi e i 6 anni di età, sono stati uccisi da una cannonata israeliana che ha centrato la loro casa durante scontri tra soldati e miliziani - due dei quali pure sono stati uccisi - a Bet Hanun, nel nord della Striscia di Gaza. I bambini sono stati colpiti mentre stavano facendo colazione. La madre è in condizioni molto critiche. In risposta al raid israeliano, dalla Striscia di Gaza sono stati sparati otto razzi Qassam in territorio israeliano: danni a una casa di Sderot ma nessuna vittima. Il duro appello alla vendetta lanciato dalla televisione di Hamas “Al Aqsa” rischia di compromettere le speranze di tregua legate ad un piano presentato dalle autorità egiziane che le milizie palestinesi avevano già accettato, ma che finora era stato respinto da Israele. Intanto, Israele ha revocato stamani il totale isolamento della Cisgiordania, che era stato imposto il 17 aprile scorso, alla vigilia della settimana della Pasqua ebraica.

    Iraq
    Almeno 38 miliziani sciiti sono morti negli aspri combattimenti con i militari americani in corso da ieri nel grande quartiere sciita di Sadr City, alle porte di Baghdad, bastione dell'esercito del Mahdi, la milizia del leader estremista sciita Moqtada Sadr. Il servizio di Fausta Speranza:

    Nel più violento fra gli scontri, 22 miliziani sono stati uccisi durante la notte in un tentativo di attacco a un posto di blocco dei militari statunitensi. Ieri sera una dozzina di razzi sono caduti nelle vicinanze della zona verde di Baghdad, la parte della capitale irachena super protetta che ospita gli uffici governativi e le rappresentanze diplomatiche. Le forze americane e l'esercito iracheno affermano che in un mese sono stati lanciati oltre 700 razzi e colpi di mortaio, molti dei quali diretti contro la "zona verde", e la maggioranza di questi provenivano da Sadr City. Intanto il movimento che fa capo al leader radicale sciita Moqtada Sadr ha respinto le quattro condizioni poste dal premier iracheno Nuri al-Maliki per porre fine alla campagna delle forze regolari contro le milizie. Le condizioni sarebbero: consegnare le armi, non immischiarsi nel lavoro degli organi di governo, evitare di sostituirsi alla polizia e consegnare alle autorità tutti i ricercati. Le forze governative irachene alla fine di marzo hanno lanciato una vasta operazione contro i miliziani sciiti nella città portuale di Bassora, nel sud dell'Iraq, con un bilancio di circa 700 morti.

     
    Iraq partecipa a Seminario sulla riconciliazione nazionale ad Helsinki
    Rappresentanti della principali comunità irachene hanno partecipato a Helsinki a una tre giorni di studio sulla riconciliazione nazionale e su come questo processo è stato attuato in Irlanda del Nord e in Sudafrica. L'incontro, svoltosi a porte chiuse e nella massima riservatezza, era stato organizzato dalla ONG finlandese CMI (Iniziativa per la gestione delle crisi). Hanno partecipato delegati sudafricani, nord-irlandesi e iracheni, tra cui il ministro per il Dialogo e la Riconciliazione nazionale, al-Hakim, e Hamoudi, presidente della commissione per le riforme costituzionali del parlamento di Baghdad. I rappresentanti iracheni torneranno a vedersi a Baghdad ed hanno invitato nella capitale irachena anche Martin McGuinness, un ex capo dei guerriglieri irlandesi dell'IRS che ha aderito agli accordi di pace del 1998, e Cyril Ramaphosa, politico sudafricano che ha contribuito allo smantellamento dell'apartheid nel suo Paese. Domani è prevista una conferenza stampa per illustrare l'iniziativa con maggiori dettagli.

    Afghanistan: morti tre civili nell’attentato contro Karzai
    Hamid Karzai è sfuggito ieri ai razzi e al fuoco dei talebani che hanno attaccato, nel giorno della festa nazionale, una parata militare nel cuore di Kabul, vicino al palazzo presidenziale, causando la morte di tre civili: un bambino di 10 anni, un deputato e un dignitario tribale. Sulle tribune allestite per la grande parata organizzata per celebrare il 16.mo anniversario della caduta del regime filo-comunista - con la partecipazione di circa 3.000 soldati, carri armati e aerei - sono stati lanciati due razzi, forse da un edificio distante alcune centinaia di metri. Poi gli attentatori hanno aperto il fuoco da diverse direzioni. Secondo i talebani era un commando di sei uomini, tre dei quali uccisi, che hanno usato “armi leggere e razzi RPG”. I talebani hanno rivendicato l'azione, nella quale il presidente Karzai è rimasto illeso. Per il presidente Karzai questa è solo l’ennesima occasione in cui sfugge alla morte da quando è arrivato al potere. Ma più audace e violenta è sembrata stavolta l’azione dei talebani, che hanno colpito nel cuore della capitale, e tra rappresentanze internazionali. Al microfono di Gabriella Ceraso, ecco la riflessione di Emanuele Giordana direttore dell'Agenzia giornalistica «Lettera22», specializzata in politica estera:


    R. - "Possiamo colpirvi in qualsiasi momento, possiamo colpire anche il presidente". Questa è la lettura più preoccupante naturalmente. Ma ce n’è anche un’altra che può persino dimostrare una certa debolezza: affidarsi agli attacchi terroristici significa in realtà ammettere che non si è capaci di guadagnare interamente il territorio e soprattutto di conquistare Kabul. Se la NATO vive una situazione di empasse nei territori controllati dai talebani, cioè nelle province di Helmand, Kandahar, Uruzgan, è anche vero che i talebani sanno che non possono uscire da lì e soprattutto non possono raggiungere la capitale. Questo è anche il segnale che l’offensiva di primavera in realtà si riduce all’attacco di qualche disperato che poi sa che va a finire a morire. Se questo è effettivamente un elemento di debolezza in qualche misura è possibile cominciare a fare una trattativa che, anche se per diversi aspetti sotto traccia, è comunque già iniziata. Ciò li può indebolire e cercare di far rientrare una serie di spezzoni di un movimento molto eterogeneo.

    Nuovo record storico per il prezzo del petrolio
    Il prezzo del petrolio al barile ha sfiorato nel "mercato after hours" i 120 dollari a 119,93. Il petrolio è schizzato al rialzo per la chiusura dell'oleodotto di BP che dal Mar del Nord distribuisce circa il 40% della produzione di greggio britannica. La chiusura è stata causata dallo sciopero alla raffineria di Grangemouth che ha tagliato le forniture. Continuano inoltre le tensioni in Nigeria, dove ieri sono stati uccisi 5 poliziotti. Dal 25 aprile, sottolinea la Bloomberg, la produzione è diminuita del 50%. Sui massimi rimane anche il Brent. Il greggio di riferimento europeo con consegna a giugno viaggia infatti sui 117 dollari al barile a un passo dal record storico di 117,56.

    Accordo sul gasdotto tra Iran e Pakistan
    Iran e Pakistan hanno superato tutte le difficoltà sulla realizzazione del "gasdotto della pace" e un accordo verrà siglato a breve in tal senso a Teheran. Lo riferiscono i media pachistani al termine della visita del presidente iraniano Ahmadinejad a Islamabad, dove ha incontrato il suo collega Musharraf e il primo ministro Gilani. I due Paesi hanno deciso il passaggio del gasdotto che, anche attraverso l'India, raggiungerà la Cina percorrendo la storica Karakoram Highway. L'Iran inoltre ha promesso da subito un supplemento di forniture di energia al Pakistan per venire incontro alla crisi energetica di Islamabad.

    Iran
    Un deputato iraniano riformista, Dariush Ghanbari, ha accusato la polizia di aver ucciso sabato scorso tre ragazzi e averne feriti altri 28, sparando contro un gruppo di suoi sostenitori che dimostravano pacificamente nell'ovest del Paese, dopo che si erano sparse notizie di brogli elettorali che avrebbero messo in pericolo la sua rielezione. Le vittime avevano 12, 16 e 17 anni. I disordini sono avvenuti nella cittadina di Ivan Gharb, nella provincia occidentale dell'Ilam, alla fine dello scrutinio del ballottaggio delle elezioni parlamentari. Ghanbari, già deputato uscente, ha conquistato l'unico seggio in palio. Prima dell'annuncio ufficiale, si è sparsa la voce che i risultati sarebbero stati manipolati per privarlo del seggio. Da qui è nata la protesta di circa 500 suoi sostenitori, che si sono messi in marcia verso la sede del Governatorato della provincia, dove hanno trovato la polizia ad aspettarli.

    Nucleare
    L'Iran sta illustrando alla Russia un nuovo “pacchetto di proposte”, diretto anche alle potenze occidentali, per cercare una soluzione al braccio di ferro sul nucleare. Lo ha detto oggi la televisione di Stato, riferendosi a colloqui avviati stamani a Teheran tra il negoziatore iraniano, Said Jalili, e il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale della Russia, Valentin Sobolev. Il piano dovrebbe essere presentato anche al gruppo dei "cinque più uno", i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (USA, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania. Il Consiglio ha già approvato quattro risoluzioni in cui si chiede a Teheran di sospendere l'arricchimento dell'uranio, ma la Repubblica islamica le ha ignorate. Intanto oggi è tornato a Teheran il capo degli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), Olli Heinonen.

    A giorni la nascita del nuovo governo in Italia
    “Il nuovo governo nascerà da qui a non molti giorni”, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita nella provincia autonoma di Bolzano. “Farò fra pochi giorni le consultazioni. Come voi sapete - ha aggiunto - il numero dei gruppi parlamentari nel Parlamento nazionale si è ristretto e questo alleggerisce l'agenda delle mie consultazioni. Naturalmente, ascolterò, anche i rappresentanti delle minoranze e tra queste quello dell'Alto Adige”.

    Immigrazione clandestina sulle coste italiane
    Una cinquantina di immigrati su un barcone in navigazione verso le coste siciliane hanno lanciato l'SOS con un telefono satellitare. Secondo le indicazioni fornite dagli stessi extracomunitari, l'imbarcazione si troverebbe in acque di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di soccorso. Ricerche sono in corso nella zona di mare, che viene perlustrata in questo momento da un velivolo delle forze armate maltesi e da una motovedetta italiana della Guardia di Finanza.

    Prospettive economiche per Eurolandia e Italia
    La Commissione UE ha tagliato ancora una volta le stime di crescita di Eurolandia: il PIL scenderà all'1,7% nel 2008 e all'1,5% nel 2009, dal 2,6% del 2007. A febbraio Bruxelles prevedeva per quest'anno l'1,8%. Giù le previsioni anche per l'UE-27, che crescerà del 2% quest'anno e dell'1,8% il prossimo. Il rallentamento della crescita - spiega Bruxelles - è dovuto alle persistenti turbolenze sui mercati finanziari, al marcato rallentamento dell'economia USA, al crescente livello dei prezzi. Nonostante ciò, Bruxelles sottolinea come l'economia dell'Unione Europea stia reggendo bene grazie ai suoi solidi fondamentali. In particolare per l’Italia, sono al ribasso dello 0,5% le previsioni di crescita dell'economia italiana per il 2008 e dello 0,8% per il 2009. Il gap negativo con la media euro si allargherà dunque ulteriormente.

    Rimpasto di governo in Ungheria
    L'assemblea nazionale del partito liberale ungherese, formazione minore della coalizione di centrosinistra, ha approvato con una larga maggioranza l'uscita dal governo che resta ora minoritario in parlamento. L'uscita dal governo dei liberali, che hanno governato con i socialisti nel periodo 1994-1998 e dal 2002 fino ad oggi, è stata causata dalla destituzione del ministro liberale della Salute e dal rallentamento sulla strada delle riforme. Inoltre i contrasti si sono approfonditi dopo il referendum del 9 marzo promosso dall'opposizione conservatrice Fidesz contro le misure governative in campo di sanità e istruzione, che ha rappresentato una sconfitta grave per la coalizione.

    Precipitato nel Mar Nero un elicottero ucraino
    Diciannove persone hanno perso la vita e una è sopravissuta quando un elicottero ucraino sul quale stavano viaggiando è precipitato nel Mar Nero vicino a una piattaforma per l'estrazione del gas. Lo rivela l'agenzia russa Itar-Tass, che cita la compagnia pubblica ucraina per gli idrocarburi Naftogaz.

    La fiaccola olimpica per la prima volta in Corea del Nord
    La staffetta della fiaccola olimpica ha preso il via a Pyongyang. La fiaccola olimpica è in Corea del Nord, per la prima volta nella storia. Dopo le contestazioni che hanno segnato il suo viaggio intorno al mondo - le più recenti ieri a Seul, nella Corea del Sud - la fiaccola è stata accolta la notte scorsa a Pyongyang da un migliaio di studenti che sventolavano bandiere olimpiche, nordcoreane a cinesi. La corsa della fiaccola è prevista dal monumento alla Juche - l'ideologia nazionalista del governo nordcoreano – fino allo stadio Kim Il-sung.

    Collisione tra treni in Cina: 66 morti
    È salito ad almeno 66 morti il bilancio della collisione fra due treni avvenuta stamani nell'est della Cina, secondo quanto rivela la tv di Stato cinese. I feriti sono almeno 247, 51 dei quali gravi. L'agenzia "Nuova Cina" ha successivamente rivelato che almeno 400 persone sono state portate in ospedale, 70 delle quali sono in gravi condizioni, facendo capire che il bilancio delle vittime è tuttora provvisoria. Quattro dei feriti sono francesi, ricoverati con fratture multiple. I due treni passeggeri, che presumibilmente viaggiavano a piena velocità al momento della collisione, si sono scontrati a Zibo, nella provincia di Shangdong. Si tratta del peggiore incidente ferroviario in Cina dal 1997. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 119

     
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