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Sommario del 19/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Storico discorso di Benedetto XVI all'ONU: pace e giustizia nel mondo se i diritti umani non sono indeboliti dal relativismo ma sono validi per tutti i tempi e tutti i popoli
  • Il Papa negli USA: diritti umani, dialogo con l'ebraismo ed ecumenismo. L'analisi di padre Lombardi
  • Solo con una salda testimonianza del Vangelo i cristiani possono rispondere alle sfide di un mondo che cambia: così, il Papa nell’incontro ecumenico nella chiesa St. Joseph di New York
  • La visita alla Sinagoga di Park East: il Papa incoraggia tutti "a costruire ponti di amicizia"
  • Nel terzo anniversario del suo pontificato, Benedetto XVI celebra oggi la Messa nella Cattedrale di St. Patrick
  • Nomine
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Elezioni presidenziali e parlamentari in Paraguay
  • Appello del cardinale Ruini perché i cristiani promuovano pellegrinaggi in Terra Santa
  • Il cardinale Tettamanzi: le istituzioni sostengano la scuola cattolica
  • Il cardinale Rylko presiede la Messa per il trigesimo della morte di Chiara Lubich
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Ban Ki-moon ipotizza un vertice mondiale sull’emergenza alimentare
  • “Mondo e Missione” pubblica una lista degli Stati con minore libertà religiosa
  • Il Consiglio Ecumenico delle Chiese lancia un appello all’accoglienza dei migranti
  • Dall’UE nessuna corsia preferenziale per i profughi cristiani iracheni richiedenti asilo
  • Una cerimonia indigena accoglierà il Papa a Sydney per la GMG
  • Appello dei vescovi del Cile in difesa della vita
  • Assemblea dei giuristi cattolici dell’America Latina in Ecuador
  • Messaggio di cordoglio dei vescovi congolesi per la sciagura aerea di Goma
  • Conferenza sulle energie rinnovabili a Dakar: l'Africa ha sempre più bisogno di elettricità
  • La Chiesa del Kazakistan è stata ammessa nella federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia
  • Le reliquie di tre Santi in pellegrinaggio nelle basi militari statunitensi
  • In provincia di Lodi inaugurato un museo in ricordo di santa Francesca Saveria Cabrini
  • Stasera concerto di musica barocca nel Santuario di San Francesco di Paola, in Calabria
  • 24 Ore nel Mondo

  • Afghanistan: i talebani rapiscono l'ambasciatore pachistano
  • Il Papa e la Santa Sede



    Storico discorso di Benedetto XVI all'ONU: pace e giustizia nel mondo se i diritti umani non sono indeboliti dal relativismo ma sono validi per tutti i tempi e tutti i popoli

    ◊   L’Organizzazione delle Nazioni Unite come “centro morale, in cui tutte le nazioni del mondo si sentano a casa loro, sviluppando la comune coscienza di essere una famiglia di nazioni”. Cosi Benedetto XVI si è rivolto ieri all’Assemblea generale dell’ONU, dove è stato ricevuto dal segretario generale Ban Ki-moon e dal presidente dell’Assemblea generale, Kerim Srgjan, insieme ai rappresentanti delle 192 nazioni che ne fanno parte. La visita del Papa è durata in tutto circa tre ore ed ha avuto come altri momenti significativi un caloroso incontro con lo staff ed il personale dell’ONU, ed una breve visita nella Stanza della Meditazione. Un luogo, come ha ricordato il segretario generale Ban Ki-moon nel suo saluto al Papa, che pur non essendo una cappella perché l’ONU non ha una religione ufficiale, vuole essere un riconoscimento a Dio che gli uomini pregano con nomi diversi. Il servizio del nostro inviato, Pietro Cocco:

     
    Il desiderio della pace, la ricerca della giustizia, il rispetto della dignità della persona, la cooperazione umanitaria e l’assistenza esprimono le giuste aspirazioni dello spirito umano. Per questo la Chiesa e la Santa Sede vedono nelle Nazioni Unite il luogo nel quale orientare la politica delle singole nazioni verso questi ideali. Benedetto XVI ha esordito così, ieri, nel suo discorso alle Nazioni Unite, con il quale ha elogiato anche il ruolo dell’ONU nel favorire una comune regolamentazione nei rapporti tra gli Stati secondo regole internazionali vincolanti.

     
    Viviamo un tempo di crisi a livello mondiale, ha osservato il Papa, perché al posto di un consenso multilaterale nel cercare la soluzione ai problemi, prevale la decisione di pochi. Al contrario, questioni come la sicurezza, lo sviluppo, la riduzione delle ineguaglianze, la protezione dell’ambiente, delle risorse e del clima richiederebbero una capacità di azione congiunta e tempestiva.

     
    Un problema al quale ha fatto riferimento anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo saluto introduttivo, sottolineando come ci sia una comunanza di vedute con la Santa Sede su questi problemi. Anzi, pur non essendoci una religione ufficiale all’ONU, ha aggiunto Ban Ki-moon, noi che vi lavoriamo spesso abbiamo un linguaggio di fede e sentiamo il nostro lavoro come una missione. E rivolto al Papa ha detto: la nostra missione comune ci unisce.

     
    Un pensiero condiviso anche dal presidente dell’Assemblea generale, Kerim Srgjan, che ha ricordato l’appoggio del Papa al dialogo tra le culture, le nazioni e i popoli. E nel ringraziarlo per la sua visita all’ONU, che ricorda a ciascuno la missione nobile di cui è investito, ha formulato a nome di tutti gli auguri di buon compleanno a Benedetto XVI, ricordando anche la sua elezione al Soglio pontificio avvenuta il 19 aprile di tre anni fa.

     
    Il discorso del Papa, molto articolato, si è quindi soffermato sui fondamenti necessari a garantire un effettivo rispetto dei diritti umani e della dignità della persona umana, a partire dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che festeggia quest’anno il 60.mo anniversario.

     
    Gli effetti della mancanza di rispetto delle regole e della solidarietà, ha osservato il Papa, si vedono soprattutto nelle regioni più deboli del pianeta, dove si sperimentano gli effetti negativi della globalizzazione come nel caso di quei Paesi dell’Africa e di altre regioni del mondo che rimangono ai margini di uno sviluppo integrale.

     
    Ma l’altro elemento tipico dell’azione dell’ONU, sottolineato dal Papa, è la necessità del rispetto delle regole, che deve essere sentito da tutti non come una limitazione della libertà, ma come un aiuto alla realizzazione del bene comune. La libertà infatti coinvolge il legame tra diritti e doveri. Penso, ha detto Benedetto XVI, al modo in cui i risultati delle scoperte della ricerca scientifica e tecnologica sono stati talvolta applicati:

     
    “Tout en reconnaissant les immenses bénéfices que l’Humanité peut…
    ”Nonostante gli enormi benefici che l’umanità può trarne, alcuni aspetti di tale applicazione rappresentano una chiara violazione dell’ordine della creazione, sino al punto in cui non soltanto viene contraddetto il carattere sacro della vita, ma la stessa persona umana e la famiglia vengono derubate della loro identità naturale”.

    Altro fondamento che costituisce la base dei diritti umani è il riconoscimento dell’unità della famiglia umana e l’attenzione alla dignità di ogni uomo e donna, quello che il Papa ha chiamato oggi il “principio di responsabilità”. Significa che se gli Stati non sono in grado di garantire la protezione della popolazione da violazioni gravi dei diritti umani, la comunità internazionale deve intervenire con i mezzi giuridici previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e da altri strumenti internazionali, senza che questo significhi limitarne la sovranità. Al contrario, è l’indifferenza o la mancanza di intervento che recano un danno reale ai popoli.

    Al tempo stesso il Papa ha esortato a cercare nuove vie per prevenire e controllare i conflitti, in grado di esplorare ogni possibile via diplomatica. E soprattutto di prestare attenzione ed incoraggiamento anche ai più flebili segni di dialogo o di desiderio di riconciliazione.

    Terzo punto richiamato da Benedetto XVI, è il riferimento al significato della trascendenza e della ragione naturale, perché il rispetto dei diritti umani non rimanga una vuota enunciazione di legalità. Non basta infatti un approccio pragmatico, un terreno comune minimale per garantire la dignità dell’uomo e i suoi diritti:

    “Détacher les droits de l'homme de ce contexte signifierait restreindre…
    Tali diritti sono basati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e presente nelle diverse culture e civiltà. Rimuovere i diritti umani da questo contesto significherebbe restringere il loro ambito e cedere ad una concezione relativistica, secondo la quale il significato e l’interpretazione dei diritti potrebbero variare e la loro universalità verrebbe negata in nome di contesti culturali, politici, sociali e persino religiosi differenti”.

    Alla base della Dichiarazione universale, frutto di una convergenza di tradizioni religiose e culturali diverse, c’è la convinzione della “universalità, indivisibilità e interdipendenza dei diritti umani”. La loro promozione, ha osservato il Papa, è la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze sociali, come pure per aumentare la sicurezza. Contro le pressioni di chi vorrebbe re-interpretare i fondamenti della Dichiarazione per soddisfare semplici interessi utilitaristici, il Papa ha messo in guardia dal considerare i diritti come semplici parti staccate tra loro, perché il soggetto è la persona umana. Frammentarla, relativizzarla, significa indebolire la protezione dei suoi diritti.
     
    “This intuition was expressed as early as the fifth century by …
    “Questa intuizione fu espressa sin dal quinto secolo da Agostino di Ippona, uno dei maestri della nostra eredità intellettuale, il quale ebbe a dire riguardo al 'Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te' che tale massima 'non può in alcun modo variare a seconda delle diverse comprensioni presenti nel mondo'” (De doctrina christiana, III, 14).

    E’ vero invece che il dialogo dovrebbe essere riconosciuto sempre più come il mezzo mediante il quale esprimere il proprio punto di vista e costruire il consenso intorno alla verità riguardante valori e obiettivi particolari. E’ proprio della natura delle religioni, ha insistito Benedetto XVI, che esse possano condurre un dialogo di pensiero e di vita che porta grandi benefici agli individui e alle comunità. Certo va tenuta distinta la dimensione del cittadino da quella di credente, ma ovviamente i diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa:

    “It is inconceivable, then, that beliervers should have to suppress…
    “È perciò inconcepibile che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”.
     
    Non si tratta semplicemente di garantire libertà di culto, ha specificato ancora il Papa, ma di considerare la dimensione pubblica della religione e di dare la possibilità ai credenti di fare la loro parte nella costruzione dell’ordine sociale.

    In definitiva, i diritti sono basati e modellati sulla sua natura trascendente, e riconoscere questa dimensione significa sostenere la speranza dell’umanità in un mondo migliore. (Dagli Stati Uniti, Pietro Cocco, Radio Vaticana)

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    Il Papa negli USA: diritti umani, dialogo con l'ebraismo ed ecumenismo. L'analisi di padre Lombardi

    ◊   Sul discorso del Papa all'ONU e gli altri eventi della giornata di ieri ascoltiamo la riflessione del direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, raggiunto telefonicamente a New York da Stefano Lezczynski:

     
    R. – Il discoro è stato un discorso certamente fondamentale. Siamo nel 60.mo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, della Dichiarazione universale, e il Papa ha voluto proprio ricordarne il valore che comincia forse – dopo 60 anni – ad essere un poco dimenticato, ma che invece è assolutamente fondamentale per la tutela della dignità della persona umana in tutto il mondo. Il Papa ha anche toccato un argomento che mi pare abbastanza nuovo e originale: quando parla con molta decisione della “responsabilità di proteggere”, la responsabilità di proteggere la dignità della persona umana e i suoi diritti. Ecco: responsabilità non solo da parte degli Stati ma – quando questi non ne siano capaci – da parte della comunità internazionale rispettando naturalmente i principi dell’ordine internazionale. Ma l’insistenza con cui ha parlato di questo dovere di proteggere i diritti dell’uomo è stato molto forte. Credo che questo darà luogo, con una adeguata riflessione, a degli approfondimenti, forse anche delle novità nei principi e nei modi di guardare all’ordine internazionale e alla responsabilità della comunità internazionale. Quindi sono assolutamente convinto che sia un discorso da meditare e da approfondire.

     
    D. – Una giornata molto intensa, quella di ieri. Subito dopo le Nazioni Unite c’è stato un incontro ecumenico molto importante ...

     
    R. – Sì. Direi che il discorso del Papa ha voluto andare ai fondamenti, ha voluto impegnare tutti i cristiani delle diverse comunità a riflettere sull’importanza di cercare insieme la verità, non accontentarsi di un certo “volersi bene”, diciamo, di una buona volontà generica ma cercare qual è il nostro dovere verso la verità rivelata, quali sono anche – appunto – le esigenze dottrinali che vengono poste all’essere cristiani e su cui tutti dobbiamo confrontarci per essere veramente fedeli alla Parola di Dio, alla rivelazione di Cristo come ci è stata donata. E quindi, anche qui veramente un impegno di onestà, di onestà e di riflessione in cui la vera fede cristiana viene messa in luce anche dall’attenzione alla fedeltà alla tradizione, dalla ricerca di quali sono gli elementi essenziali della professione di fede e che ci sono richiesti dalla Scrittura e dalla Tradizione e su cui, quindi, dobbiamo incontrarci.

     
    D. – Padre Lombardi, un evento che è stato vissuto come di importanza storica dalla comunità ebraica newyorkese è stato l'incontro alla Sinagoga. Qui, il punto principale da sottolineare qual è?

     
    R. – Proprio questo segno di amicizia, di fraternità. Nella imminenza della festa pasquale, il Santo Padre ha voluto passare in una sinagoga. E adesso, forse, ci sembra quasi normale che il Papa vada in una sinagoga, ma è solo la terza volta! Una volta ci è andato Giovanni Paolo II a Roma, due volte ci è andato Benedetto XVI, a Colonia e ora a New York. E a New York si trova probabilmente la comunità ebraica più numerosa, per non dire più importante, del mondo, al di fuori di Israele. E questo segno, quindi, di amicizia, di incontro ha avuto una importanza ed un significato del tutto particolare per ribadire la buona intenzione, il buon rapporto di amicizia, di rispetto tra cattolici ed ebrei che sono i nostri fratelli maggiori.

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    Solo con una salda testimonianza del Vangelo i cristiani possono rispondere alle sfide di un mondo che cambia: così, il Papa nell’incontro ecumenico nella chiesa St. Joseph di New York

    ◊   I cristiani diano testimonianza trasparente delle “ragioni della nostra speranza”, contrastando le ideologie secolarizzate che rigettano la verità trascendente: è l’esortazione rivolta da Benedetto XVI agli esponenti delle confessioni cristiane statunitensi, riuniti ieri sera nella chiesa St. Joseph di New York per un incontro ecumenico con il Papa. Un evento su cui ci riferisce Alessandro Gisotti:  

     
    (canti)
     La Parola di Dio infiammi di speranza i nostri cuori sul cammino dell’unità: è l’auspicio di Benedetto XVI levato nella Chiesa newyorkese di St. Joseph, cornice dell’incontro ecumenico del viaggio apostolico in terra americana. Un evento contraddistinto da un clima di grande cordialità in quella che è sorta come parrocchia nazionale tedesca nel periodo di massima emigrazione dalla Germania verso gli Stati Uniti. All’arrivo, il Santo Padre è stato accolto da alcune mamme con i loro bimbi, ai quali il Papa ha dispensato carezze e gesti di affetto.

     
    “Most Holy Father, welcome to St Joseph parish…”
    Mons. Dennis Sullivan, incaricato per l’ecumenismo dell’arcidiocesi di New York, ha dato il benvenuto al Papa ed ha sottolineato l’interesse dei rappresentanti delle Chiese cristiane statunitensi per il suo Magistero.

     
    (applausi)
     
    Nel suo intervento, Benedetto XVI ha offerto un’approfondita riflessione sul movimento ecumenico intrecciandola con un’analisi del fenomeno della globalizzazione:

     
    “Globalization has humanity poised between two poles…”
    “La globalizzazione – ha rilevato – ha posto l’umanità tra due estremi. Da una parte, il crescente senso di interrelazione e interdipendenza tra i popoli”. Una situazione, ha riconosciuto, che “offre la possibilità di migliorare il senso della solidarietà globale e della condivisone della responsabilità per il bene dell’umanità”. Dall’altra, ha aggiunto, “non si può negare che i rapidi cambiamenti che avvengono nel mondo presentano anch’essi segni molesti di frammentazione e di ripiegamento nell’individualismo”.

     
    “The expanding use of electronic communications…”
    “L’impiego sempre più esteso dell’elettronica nel mondo delle comunicazioni – ha proseguito – ha paradossalmente comportato un aumento dell’isolamento”. Per questo, ha detto, “molti giovani” cercano “forme più autentiche di comunità”. D’altro canto, ha osservato, è “fonte di grave preoccupazione il diffondersi dell’ideologia secolarista che mina e addirittura rigetta la verità trascendente”. E’ quanto mai necessaria “una fedele testimonianza del Vangelo”, ha esortato, specie in un periodo nel quale la fede cristiana “è spesso messa in discussione da mode di pensiero ampiamente presenti negli ambienti universitari, nei mass-media e nell’opinione pubblica”. Il Papa ha rilevato con rammarico anche una “frammentazione delle comunità cristiane” e una confusione sullo “stesso messaggio del Vangelo”:

     
    “Scientific discoveries and their application…”
    “Le scoperte scientifiche e le loro realizzazioni”, ha affermato, “offrono senza dubbio all’umanità nuove possibilità di miglioramento”. Tuttavia, ha avvertito, non significa che il “conoscibile sia limitato a ciò che è empiricamente verificabile, né che la religione sia confinata al regno mutevole della esperienza personale”:
     
    “For christians to accept this faulty line of reasoning…”
    “L’accettazione di questa erronea linea di pensiero – ha ribadito – porterebbe i cristiani a concludere che nella presentazione della fede cristiana non è necessario sottolineare la verità oggettiva”. Il risultato, ha proseguito, è “riscontrabile nella continua proliferazione di comunità che sovente evitano strutture istituzionali” e privilegiando “i gusti personali”, “minimizzano l’importanza per la vita cristiana del contenuto dottrinale”. Anche all’interno del movimento ecumenico, ha aggiunto, “i cristiani possono mostrarsi riluttanti ad asserire il ruolo della dottrina per timore che esso possa soltanto esacerbare piuttosto che curare le ferite della divisione”. Parole corredate da una viva esortazione:
     
    “Only by “holding fast” to sound teaching…”
    “Soltanto restando saldi all’insegnamento sicuro – ha detto il Papa – riusciremo a rispondere alle sfide con cui siamo chiamati a confrontarci in un mondo che cambia”. Una testimonianza ferma “alla verità al Vangelo e al suo insegnamento morale”: questo, ha concluso, è il messaggio che “il mondo si aspetta di sentire” dai cristiani. Dopo il discorso, il Papa ha scambiato alcune parole con ognuno dei 15 rappresentanti delle diverse comunità presenti:

     
    “Holiness, may I present Bernice King…”
     
    Tra questi anche Bernice King, figlia del leader del movimento per i diritti civili Martin Luther King, di cui proprio nei giorni scorsi si è celebrato il 40.mo anniversario della morte. Dopo l’incontro, Papa Benedetto ha fatto ritorno alla nunziatura accompagnato da ali festanti di fedeli che lo hanno salutato al suo passaggio.
    (canti)

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    La visita alla Sinagoga di Park East: il Papa incoraggia tutti "a costruire ponti di amicizia"

    ◊   “Rispetto e stima” e un richiamo alla “comune eredità spirituale” sono stati espressi ieri pomeriggio da Benedetto XVI nell’incontro, a New York, con la comunità ebraica della Sinagoga di Park East. “Vi assicuro in modo speciale - ha affermato - la mia vicinanza in questo tempo” speciale, riferendosi alle celebrazioni per la Pasqua ebraica cominciate ieri sera. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    (canto di bambini)

     
    La comunità ebraica della Sinagoga di Park East ha accolto il Papa con il delizioso canto dei bambini e fiori di primavera. Benedetto XVI ha subito contraccambiato il saluto:

     
    “Dear friends Shalom!
    “Cari amici, Shalom”!

     
    “E’ con grande gioia – ha affermato il Papa - che sono venuto qui”. Benedetto XVI ha espresso rispetto e stima e ha rivolto uno speciale saluto di pace alla comunità ebraica degli Stati Uniti e di tutto il mondo:
     
    “I find it moving to recall that Jesus…
    “Trovo toccante – ha detto il Papa - che Gesù, da ragazzo, ascoltò le parole della scrittura e pregò in un luogo come questo”.

     
    Il Santo Padre ha ricordato il valido contributo offerto dalla comunità ebraica “alla vita della città” incoraggiando tutti “a costruire ponti di amicizia”. Ha anche assicurato la propria vicinanza in questo tempo speciale per gli ebrei.

     
    La visita si è svolta, infatti, a poche ore dall’inizio delle celebrazioni per la Pasqua ebraica, la Pesah, che commemora l’esodo dall’Egitto e la liberazione dalla schiavitù. Il Santo Padre è stato accolto con grande affetto dal rabbino Arthur Schneier, che guida dal 1962 la Sinagoga fondata nel 1890 da ebrei austro-ungarici. Il rabbino, sopravvissuto all'olocausto ed emigrato negli Stati Uniti nel 1947, ha parlato di “evento storico”:
     
    “The sun is shining and the heavens are rejocing on this day…
    Il sole sta splendendo e il cielo gioisce in questo giorno; come è bello quando i fratelli sono insieme nella pace e nell’unità”.

     
    Ricordando la comune esperienza della seconda guerra mondiale, il rabbino ha anche ribadito di avere molta fiducia nel “proseguimento del dialogo” fra ebrei e cristiani. Al termine dell’incontro, c’è stato lo scambio dei doni. Il Papa ha regalato alla comunità ebraica una copia di una miniatura del 15.mo secolo, che raffigura un matrimonio ebraico. Al Pontefice è stato donato un piatto per la cena di Pasqua.

     
    Prima della visita nella Sinagoga di Park East a New York, il Papa aveva consegnato giovedì scorso alla comunità ebraica statunitense un messaggio augurale in occasione della Pesah sottolineando la comune eredità spirituale. La Pasqua ebraica – scrive il Santo Padre – è “un memoriale di libertà e redenzione” che dovrebbe essere un richiamo per cristiani ed ebrei a “perseguire la giustizia, la misericordia, la solidarietà”. La celebrazione di Pesah si può comprendere e sperimentare – spiega poi il Papa – in continuità “con la narrazione biblica delle grandi opere che il Signore ha compiuto per il suo popolo”. La Pasqua cristiana e la festività ebraica della Pesah – sottolinea Benedetto XVI – ci uniscono nella comune speranza “centrata su Dio e sulla sua misericordia”. Cristiani ed ebrei – scrive infine il Pontefice – condividono anche la speranza per la pace nel mondo che abbraccia in particolare il Medio Oriente e la Terra Santa: possa la memoria delle misericordie di Dio – auspica il Papa – ispirare tutti i responsabili per il futuro di questa regione “a rinnovati sforzi e specialmente a nuovi atteggiamenti e ad una nuova purificazione dei cuori”.

     (canto)

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    Nel terzo anniversario del suo pontificato, Benedetto XVI celebra oggi la Messa nella Cattedrale di St. Patrick

    ◊   Il Papa oggi, nel terzo anniversario della sua elezione, celebra la Messa nella Cattedrale di St. Patrick a New York: il rito è dedicato in particolare al clero e ai religiosi. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell’evento a partire dalle 15.05 sull'onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Successivamente Benedetto XVI si reca al Seminario di St. Joseph dove avrà un primo incontro con un gruppo di disabili e poi con i i giovani e i seminaristi dell’istituto. La nostra emittente seguirà in diretta anche questo avvenimento a partire dalle 22.20 sulle medesime frequenze. Domani, ultimo giorno del viaggio negli Stati Uniti, si svolgerà l'attesa visita a Ground Zero con la preghiera del Papa in memoria delle vittime degli attentati dell'11 settembre 2001.

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Tombura-Yambio (Sudan), presentata da mons. Joseph Abangite Gasi, per raggiunti limiti di età. Gli succede il rev. Edward Hiiboro Kussala, professore di Teologia Morale al St. Paul’s Seminary, a Khartoum. Il rev. Edward Hiiboro Kussala, è nato il 23 marzo 1964 a Source Yubu, nella diocesi di Tombura-Yambio. E’ stato ordinato il 20 maggio 1994, a Khartoum, ed incardinato nella diocesi di Tombura-Yambio.

    In Kenya, il Santo Padre ha nominato arcivescovo di Nyeri mons. Peter J. Kairo, finora vescovo di Nakuru.

    In Germania, il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato vescovo ausiliare di Paderborn mons. Hubert Berenbrinker, del clero della medesima arcidiocesi, direttore del Dipartimento "Personale Pastorale" della Curia arcivescovile e Canonico del Capitolo Metropolitano di Paderborn, assegnandogli la sede titolare vescovile di Panatoria. Mons. Berenbrinker è nato a Verl (arcidiocesi di Paderborn) il 7 giugno 1950. E’ stato ordinato sacerdote l’11 giugno 1977 a Paderborn. Nel 2005 gli è stato conferito il titolo di Cappellano di Sua Santità.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina, un editoriale del direttore sul discorso del Papa all'Onu.

    Andrea Monda a colloquio con Jacob Neusner, professore di storia e teologia del giudaismo al Bard College, che descrive l'accoglienza riservata a Benedetto XVI negli Stati Uniti.

    "Ground Zero, una voragine nella storia": un articolo di Giuseppe M. Petrone alla vigilia della visita del Papa ai luoghi degli attentati dell'11 settembre.

    Mauro Mantovani sulla figura del domenicano Francisco de Vitoria, il capostipite della scolastica spagnola citato da Benedetto XVI alle Nazioni Unite.

    Anticipazioni della conferenza del gesuita Antonio Spadaro sul tema: "Cultura e spiritualità. E' possibile essere uomini spirituali nel mondo contemporaneo?".

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    Oggi in Primo Piano



    Elezioni presidenziali e parlamentari in Paraguay

    ◊   Vigilia di elezioni in Paraguay, dove domani si vota per il rinnovo del presidente della Repubblica e dei due rami del parlamento ma anche per la scelta di 17 governatori di altrettanti dipartimenti e 18 membri del PARLACEM, il parlamento dell’America Latina. La forte povertà lo rende il Paese più indigente dell’area: un terzo dei quasi 7 milioni di abitanti sono poveri e, tra di essi, oltre un milione sono indigeni. Tre i candidati favoriti alla carica di capo di Stato: Blanca Olevar, vicina all’attuale presidente Nicanor Duarte Frutos, l’ex generale Lino Oviedo e Fernando Lugo, rappresentante dell'Alleanza patriottica per il cambiamento. Ma chi sono realmente i favoriti alla guida del Paraguay? Benedetta Capelli lo ha chiesto a Luis Badilla, esperto dell’America Latina della nostra emittente:


    R. – Tutti i sondaggi continuano ad affermare che dovrebbe essere eletto subito, perchè in Paraguay non c’è ballottaggio, Fernando Lugo, vescovo emerito della diocesi di San Pedro, sospeso a divinis poiché la Santa Sede gli ha comunicato tempestivamente che non avrebbe potuto prendere parte a questa consultazione politica. Lui non ha accettato e quindi è stato “punito”, di questo si tratta, con la sospensione "a divinis".

     
    D. – Il Paraguay è un Paese tra i più poveri dell’America Latina, che cosa rappresentano queste consultazioni?

     
    R. – Sono molto importanti e praticamente per questa nazione rappresentano una svolta politica e storica, perchè il Paese si trova allo stremo dal punto di vista sociale ed economico: la povertà è il problema fondamentale poiché oltre il 60 per cento della popolazione del Paraguay vive al di sotto del limite minimo. E’ probabile, quindi, che se dovessero essere confermate le previsioni riguardanti la vittoria di Lugo, si spiegherebbe non tanto per il fatto che lui è un sacerdote o un vescovo seppur sospeso "a divinis", quanto per il fatto che il cartello dell’opposizione ha saputo interpretare il disagio della nazione.
     
    D. – I vescovi hanno invitato in un messaggio a guardare ai programmi dei candidati, facendo attenzione alla difesa della vita e al bene comune. Quando questo appello potrà essere raccolto?

     
    R. – Se noi andiamo ad analizzare i programmi dei principali candidati sembra che l’appello dei vescovi sia stato accolto, perchè questi elementi ci sono nei programmi. Dobbiamo, però, dire – conoscendo bene l’America Latina – che normalmente la questione non è tanto nel testo dei programmi quanto nel comportamento concreto ed immediato durante il governo e l’amministrazione degli affari pubblici.
     
    D. – Se dovesse essere eletto Fernando Lugo, quindi questo cartello di forze legate alla sinistra, un altro Paese dell’America Latina si aggiungerebbe a quelli che hanno fatto una scelta di questo tipo. Ma negli equilibri geopolitici cosa rappresenterebbe?

     
    R. – Rappresenterebbe un rafforzamento di questa tendenza, che abbiamo orami registrato negli ultimi 7-8 anni, cioè di governi che tendono a spostarsi verso il centro o verso la sinistra e, in alcuni casi, ad opzioni ancora più radicali. La spiegazione a questo fenomeno è molto semplice. In questo sono poi concordi tutti, indipendentemente dalle posizioni politiche ed ideologiche: l’America Latina, in questi ultimi anni, dal punto di vista economico, materiale e della crescita ha aumentato moltissimo la sua capacità ed è un continente che è veramente cresciuto economicamente. Ma al tempo stesso – questo è il paradosso – è aumentata la inequità sociale. C’è molta ingiustizia nonostante la crescita economica, perchè questa tende a concentrasi in piccoli gruppi sociali e non viene poi distribuita.

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    Appello del cardinale Ruini perché i cristiani promuovano pellegrinaggi in Terra Santa

    ◊   Si concluderà lunedì prossimo il pellegrinaggio in Terra Santa della Diocesi di Roma guidato dal cardinale vicario Camillo Ruini. Il pellegrinaggio si svolge in contemporanea con la V edizione della Maratona della pace Betlemme-Gerusalemme intitolata a “Giovanni Paolo II”. Promossa dall’Opera Romana Pellegrinaggi, dal Pontificio Consiglio per i Laici e dal Centro Sportivo Italiano, alla maratona ieri hanno partecipato sportivi italiani, israeliani e palestinesi. Una corsa in cui lo Sport si fa messaggio di pace. Luca Collodi ha chiesto al cardinale Vicario Camillo Ruini, il significato della maratona-pellegrinaggio:


    R. – Significa che c’è stato un grande progresso, ma progresso in che cosa? Nell’avvicinare i due popoli, nel far comprendere che, pur con le loro diversità, appartengono entrambi alla grande famiglia umana ed anche alla grande famiglia che risale ad Abramo. E’ un impegno che la Chiesa cattolica, la diocesi di Roma, attraverso l’Opera Romana Pellegrinaggi, ha preso per favorire la comprensione reciproca e per offrire un futuro più sereno a queste popolazioni. E questo specialmente ai palestinesi che sono qui e che hanno conosciuto momenti veramente molto difficili.

     
    D. - Eminenza, ci sono molte persone che vorrebbero venire in Terra Santa in pellegrinaggio, ma temono per la mancanza di sicurezza...

     
    R. - Vedo con grande piacere che quest’anno i pellegrini sono moltissimi, e fra questi c’è un gran numero di italiani: già con il pellegrinaggio di Roma siamo circa 700 persone. Vorrei lanciare un piccolo messaggio a tutti coloro che desiderano venire, ma che hanno timore della situazione e dei pericoli. Per i pellegrini non ci sono pericoli. E questo perchè i punti di conflittualità sono ben delimitati ed i pellegrini stanno lontano da essi. La grandissima parte della Terra Santa è in una situazione pacifica, in una situazione anche di progresso e di sviluppo. E’ così importante per ogni cristiano, che voglia approfondire le radici della sua fede, vedere con i propri occhi questi luoghi nei quali la fede cristiana è nata, non come un mito ma come una realtà storica, che ha delle radici profonde nel passato e si protende verso il futuro.

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    Il cardinale Tettamanzi: le istituzioni sostengano la scuola cattolica

    ◊   Un appello ad investire sulla scuola come atto di fede nel futuro rilanciando l’alleanza fra scuola e famiglia. E’ il messaggio lanciato questa mattina dalla ventottesima edizione della “Andemm al Domm”, la marcia delle scuole cattoliche per il centro di Milano. Il servizio di Fabio Brenna:

     
    Almeno quindicimila persone - bambini, ragazzi, insegnanti e genitori - hanno ricordato con la loro presenza che solo a Milano oltre la metà delle scuole, 484 su un totale di 802 sono cattoliche. Nel territorio diocesano sono oltre 1.100, con circa 92.000 studenti. Al termine della camminata hanno ascoltato in Piazza Duomo l’arcivescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha chiesto un investimento convinto sulla scuola, come atto di fiducia nel futuro:

     
    “La cura riservata alla scuole è lo specchio che dice il coraggio di un Paese di mirare al bene di tutti, guardando in avanti. Sì, guardando in avanti con fiducia e con vivo senso di responsabilità”.
     
    Un impegno preciso ed una richiesta altrettanto precisa rivolta soprattutto alle istituzioni:

     
    “Per questo alle istituzioni, io e tutti voi insieme con me, vogliamo dire: 'non tiratevi indietro dall’investire nella scuola. Sì, sì la scuola, la scuola cattolica e tutte le scuole siano uno dei vostri primi capitoli di attenzione e di impegno. Sono le famiglie, sono gli alunni e soprattutto è il futuro stesso del nostro Paese a chiedervelo!'”.
     
    Sollecitando, poi, una forte alleanza educativa fra scuola e famiglia, il cardinale Tettamanzi ha chiesto a chi è impegnato nel mondo dell’educazione di condurre gli studenti a scoprire il senso vero della vita; ai genitori di impegnarsi e partecipare di più alla vita della scuola ed infine, ad alunni e studenti, di non sciupare il tempo della scuola perché è una grande occasione - ha detto - per formarsi alla bellezza e alla gioia di una vita che ama la verità.(Da Milano, per Radio Vaticana, Fabio Brenna)

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    Il cardinale Rylko presiede la Messa per il trigesimo della morte di Chiara Lubich

    ◊   “Un’anima toccata da Dio, che ha lasciato come testamento spirituale l’amore scambievole”. Così ieri il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricordato Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, durante la Messa celebrata nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore per il trigesimo della sua morte, avvenuta il 14 marzo scorso. A precedere la liturgia brevi testimonianze sul dialogo di rappresentanti di movimenti ecclesiali, varie confessioni cristiane e altre religioni. Da tutti la gratitudine e l’impegno a restare fedeli all’ideale dell’unità. Il servizio è di Gabriella Ceraso:


    Non un’omelia, ma un Magnificat guidato dalla Vergine e, quindi, un rinnovato rendimento di grazie per le grandi opere che Dio ha compiuto nella vita della sua umile serva, Chiara. “Questo vogliamo fare nel trigesimo del suo ritorno alla casa del Padre”. Così il cardinale Rylko, facendosi interprete di tutti i presenti nella Basilica dedicata a Maria, “figura determinante nella vita di Chiara – ricorda il cardinale – e chiave – come lei diceva – per entrare nel Vangelo”.

    Il porporato ripercorre la vita ricolma di doni naturali e soprannaturali della giovanissima maestra di Trento, la cui prima e ultima parola, il 14 marzo scorso, è stato un umile sì a Dio e ai suoi progetti. Una vita inscindibilmente legata al Movimento dei Focolari – ricorda il porporato - che ha portato avanti a partire solo dalla volontà di vivere l’ideale evangelico, che l’aveva affascinata:

    “La Provvidenza la chiamava ad aprire nuovi itinerari di vita cristiana, ma per andare avanti ci voleva coraggio. E lei rispose: “Sì”. Che cosa le dava tanta forza? Chiara attingeva forza dal suo amore appassionato alla Chiesa, al Papa, ai vescovi, dei quali si fidava senza riserve”.

    Poi il cardinale Rylko torna al cuore del carisma sorgivo del Movimento dei Focolari: “Credere nell’amore di Dio su ciascuno e amarsi a vicenda, perché tutti siano uno, in una unità basata su Gesù abbandonato”. Questa - ripete il porporato - resta la risorsa dell’Opera di Maria, di cui straordinari sono i frutti, soprattutto per il dialogo ecumenico e interreligioso.

    Tutto porta a dire - conclude il cardinale Rylko - che la si possa annoverare nell’albo delle grandi donne cristiane del XX secolo, in cui con forza e bellezza, si è manifestato il genio femminile. E a chi si chiede come sarà il futuro senza di lei, il cardinale Rylko - rinnovando l’appoggio del Pontificio Consiglio per i Laici - non può che ripetere le parole della fondatrice: “Il futuro non lo conosco, è scritto in cielo. A noi adempierlo con l’aiuto di Dio come fatto finora e meglio ancora”:

    “Ecco la via maestra da percorre: lasciarsi guidare dal Signore e cercare sempre e soltanto la sua volontà”.

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    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa quinta Domenica del Tempo di Pasqua la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù esorta i discepoli ad avere fiducia perché nella casa del Padre vi sono molti posti. Ma i discepoli replicano: qual è la via per arrivarci? E Gesù risponde:
     
    «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». 

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:

     
    (musica)

     
    E’ un’altra grande dimostrazione d’amore quella che Gesù porge ai suoi. “Vi prenderò con me – dice Gesù – perchè siate anche voi dove sono io” (Gv 14, 3). L’amore si dimostra, tra l’altro, dalla capacità che fornisce di superare le molteplici e ripetute difficoltà che l’amato frappone. La distanza tra Lui e i suoi è ancora enorme: essi non credono, fraintendono, esigono, non comprendono, non vedono.
     
    L’amore possiede un’altra grande caratteristica: la volontà di rendere l’amato partecipe del bene più prezioso che si possiede. E il bene più grande che il Figlio possiede è il legame del Padre con Lui e il suo legame col Padre. “Io sono nel Padre e il Padre è in me” (Gv 14, 10s).
     
    L’amore, inoltre, chiede la conoscenza: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?”. (Gv 14, 9).
     
    Un errore e una riduzione vanno evitati sulla via della conoscenza di Cristo: il primo è quello di ritenere che ci sia una via per andare a Lui che non sia Egli stesso; la seconda è quella di non incontrare e non riconoscere il Padre in Lui e quindi di non vedere neppure Lui.
     L’Amante però vuol essere conosciuto! E conosciuto in verità!

     
    (musica)

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    Chiesa e Società



    Ban Ki-moon ipotizza un vertice mondiale sull’emergenza alimentare

    ◊   Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon pensa di convocare un summit mondiale per discutere dell’emergenza alimentare causata dai forti rincari dei prezzi del grano, del riso e dei carburanti che colpiscono soprattutto le popolazioni più deboli del pianeta. Lo ha affermato la portavoce del numero uno del Palazzo di Vetro, Michelle Montas, che tuttavia non ha aggiunto altri particolari sulla riunione. Nei giorni scorsi Ban Ki-moon aveva lanciato un appello alla Comunità Internazionale per “un’azione urgente” a riguardo. Non è la prima volta – sottolinea l’Osservatore Romano - che le Nazioni Unite lanciano l’allarme sulla crisi alimentare che rischia di vanificare i già non sufficienti progressi nell’attuazione degli obiettivi di sviluppo del millennio fissati nel 2001. Secondo le stime delle Nazioni Unite, ad ogni rincaro dell’1% dei generi di prima necessità, 16 milioni di persone precipitano nell’insicurezza alimentare. In pratica da oggi fino al 2015 potrebbero essere un miliardo e duecento milioni gli affamati cronici. La Banca Mondiale, che nell’ultimo anno ha individuato un aumento del 75% del riso e del 129% del grano, ha chiesto un'iniezione veloce di fondi in favore del Programma Alimentare Mondiale (PAM) invitando la comunità internazionale ad impegnarsi concretamente per affrontare i rischi geopolitici di questi rincari. Nei giorni scorsi l’OCHA, l’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento delle operazioni umanitarie, in una nota diffusa dal quotidiano Le Monde, aveva elencato i pericoli legati alle “sommosse da fame” in diversi contesti, chiedendo piani di emergenza specifici per rispondere ai bisogni delle popolazioni urbane finora risparmiate dalla malnutrizione. (E.B.)

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    “Mondo e Missione” pubblica una lista degli Stati con minore libertà religiosa

    ◊   Iran, Arabia Saudita, Afghanistan, Pakistan e Cina. Sono questi i primi quattro Paesi nella classifica” degli Stati dove c’è minore libertà religiosa, stilata da “Mondo e missione. Il mensile del PIME (Pontificio istituto missioni estere) ha elaborato la lista, pubblicata sul numero di aprile, in base a dati delle Nazioni Unite e del Dipartimento di Stato americano. Nei quattro Paesi a maggioranza islamica vige la pena di morte per l’apostata dell’islam o per chi commette atti blasfemi contro Maometto e la religione coranica. Inoltre in Iran, Arabia e Afghanistan – segnala Mondo e Missione al SIR – c’è “un’assenza pratica di libertà religiosa”. Numerosi sono gli episodi di intolleranza contro le minoranze religiose non islamiche, oltre che verso minoranza islamiche di diversa appartenenza. (V.V.)

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    Il Consiglio Ecumenico delle Chiese lancia un appello all’accoglienza dei migranti

    ◊   Accogliere gli stranieri non è un’opzione facoltativa: lo ha ribadito il Consiglio Ecumenico delle Chiese (COE), al termine della Conferenza ecumenica mondiale sulle migrazioni che si è svolta a Beirut, in Libano. In un’epoca in cui “il fenomeno migratorio assume nuove connotazioni”, ha affermato il segretario generale uscente del COE, Samuel Kobia, la Chiesa deve “difendere il diritto delle persone sia di circolare liberamente nei loro Paesi, sia di lasciare le proprie case e vivere altrove, in cerca di una vita dignitosa, un diritto donato loro da Dio”. Dal suo canto, il segretario generale della Conferenza cristiana d’Asia, Prawate Kid-am, ha richiamato la necessità di un approccio positivo con i migranti: “le migrazioni – ha detto – sono un’espressione coraggiosa della volontà degli individui di superare le difficoltà e di vivere una vita migliore”. Quanto al traffico di esseri umani, Kid-am ha sottolineato l’importanza di “fornire vie legali ai migranti, praticando una politica della migrazione e del lavoro adeguata alle normative nazionali dei singoli Paesi”. Una valutazione sostenuta anche da Doris Peschke, segretario generale della Commissione delle Chiese sui migranti in Europa, il quale ha poi invitato ad affrontate il fenomeno migratorio “tramite programmi di sostegno sociale e di integrazione”. (I.P.)

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    Dall’UE nessuna corsia preferenziale per i profughi cristiani iracheni richiedenti asilo

    ◊   Il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Interni dell’UE, riunitosi ieri a Lussemburgo, ha annunciato che l’Unione non è pronta a creare un accesso preferenziale alle richieste di asilo da parte dei cristiani iracheni, perseguitati nel loro Paese. Al termine della discussione - riporta Avvenire -, Dragustin Mate, ministro degli Interni sloveno e presidente di turno della riunione, ha spiegato che in seno all’UE non sono ancora maturate le condizioni per dare la precedenza ai membri di una minoranza religiosa, etnica e nazionale, con il rischio di limitare in questo modo le possibilità di altri gruppi di richiedere asilo. A sollevare il problema degli esuli cristiani iracheni era stato il ministro tedesco dell’Interno, Wolfang Shaeuble sottolineando che a migliaia fuggono dalla morte, dalla violenza e dalla persecuzione. “Penso che l’UE e la Germania – ha precisato - debbano offrire loro, in particolare ai profughi cristiani, una casa in Europa fino a quando non potranno tornare in Patria”. Nei giorni scorsi la proposta di aprire le porte a 60 mila profughi iracheni, cristiani e di altre minoranze, era stata avanzata dal presidente della commissione degli episcopati dell’UE, COMECE, mons. Adrianus van Luyn che, a capo di una delegazione, si era recato a Lubiana per colloqui e che già nello scorso mese di gennaio aveva scritto una lettera al ministro Mate. Nel Parlamento europeo, però, solo esponenti del gruppo del Partito Popolare hanno sostenuto la causa, definendo drammatica la situazione dei profughi iracheni che riguarda il 37,5% dei cristiani e che rischia di assumere connotati sempre più preoccupanti. (E.B.)

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    Una cerimonia indigena accoglierà il Papa a Sydney per la GMG

    ◊   Entrano nel vivo i preparativi per la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Sydney, in programma la prossima estate. Il comitato organizzatore ha fatto sapere che Benedetto XVI sarà accolto al suo arrivo con una cerimonia tipicamente indigena. L’agenzia Sir riporta infatti che si stanno organizzando tutta una serie di eventi proprio per far conoscere la cultura aborigena ai pellegrini in arrivo. Oltre alla cerimonia di benvenuto si parla di esibizioni di artisti e musicisti indigeni e di mostre d’arte aborigena. I sacerdoti, vescovi e cardinali avranno inoltre i paramenti sacri con simboli e colori della cultura indigena. “Mostreremo al mondo la faccia indigena della chiesa cattolica di Australia” ha dichiarato la leader della comunità indigena di Sydney, Elsie Heiss. Il Comitato organizzatore ha voluto che nel pellegrinaggio della Croce e dell’icona, in corso nelle diocesi australiane, fosse aggiunto il tradizionale ‘message stick’ aborigeno, un vero e proprio invito per i giovani indigeni alla GMG. (E.B.)

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    Appello dei vescovi del Cile in difesa della vita

    ◊   Con un accorato appello in difesa della vita e della convivenza pacifica, si sono conclusi ieri a Punta de Tralca i lavori della 95.ma Assemblea plenaria dell’episcopato cileno. Ad illustrare alla stampa i sei punti ritenuti fondamentali dai presuli è stato il presidente della Conferenza episcopale cilena il vescovo di Rancagua, mons. Alejandro Goic. In particolare i vescovi hanno espresso preoccupazione per il livello di aggressività tra i politici e le istituzioni del Paese: “Squalificare o delegittimare le decisioni delle istituzioni quando ciò che affermano non concorda con la propria posizione - precisano - è un’abitudine arbitraria”. Altro tema chiave è la difesa della vita e in particolare il dibattito sulla cosiddetta “pillola del giorno dopo”, che l’episcopato ha già rifiutato condannando la sua distribuzione e la sua commercializzazione. La vita, sottolineano, “si difende con adeguate politiche in favore della famiglia, aumentando le opportunità educative e i posti di lavoro”. Il Paese – sottolineano – ha bisogno di una politica capace di dare risposte vere ai problemi “offrendo ai cittadini un vero clima di amicizia civica con un dibattito culturale alto”. Secondo i vescovi si deve dare “onestà e trasparenza” al dibattito politico e ai suoi protagonisti. La “mancanza di queste due condizioni - spiegano - erode la fiducia pubblica”. Infine, i presuli invocano soluzioni per le “gravi difficoltà che affrontano soprattutto i ceti più poveri, in particolare nell’ambito del carovita, del lavoro e del rifornimento energetico nonché della sicurezza”. L’auspicio dei vescovi è che le tutele siano estese anche ai popoli indigeni, che – affermano – rappresentano un contributo ed una ricchezza enorme per il Paese. (A cura di Luis Badilla)

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    Assemblea dei giuristi cattolici dell’America Latina in Ecuador

    ◊   La capitale ecuadoriana Quito ha ospitato, dal 10 al 13 aprile scorso, la terza assemblea dei giuristi cattolici dell’America Latina e dei Caraibi, JUCALAYC, sul tema “identità e missione del giurista cattolico”. Fra i relatori – riporta l’agenzia Fides - padre Salvatore Valadez Fuentes, direttore dell’Istituto Teologico Pastorale del CELAM, le conferenze episcopali del continente sudamericano, che ha illustrato i fondamenti biblico-dottrinali del giurista cattolico, il discepolato e sua la missione oggi. Suor Izabel Arantes del dipartimento giustizia e solidarietà del CELAM ha invece affrontato il tema della migrazione con i suoi risvolti nell’ambito legislativo. Presentati inoltre gli statuti alla base dell’associazione dei giuristi cattolici. L’istituzione dell’Assemblea JUCALAYC risale al 2001, a margine dell’incontro latino-americano e caraibico di pastorale penitenziaria. In quella occasione fu redatto il documento che definisce le basi dottrinali per una rete di giuristi dell’America Latina e dei Caraibi. Il consiglio è composto da coordinatori delle quattro regioni del CELAM: regione Centro-Americana e Messico, regione Caraibica, Bolivariana e Cono Meridionale. Vi è poi un’assemblea composta da due delegati di ogni Paese ed un consigliere, sacerdote. A completare la struttura gruppi: nazionali, diocesani e parrocchiali. (A. M.)

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    Messaggio di cordoglio dei vescovi congolesi per la sciagura aerea di Goma

    ◊   I vescovi della Repubblica Democratica del Congo hanno espresso, in un messaggio, il loro cordoglio per l’incidente aereo avvenuto il 15 aprile a Goma, nel nord est del Paese, in cui sono morte decine di persone. Ad innescare la sciagura, sarebbe stato lo scoppio di una ruota del velivolo che è quindi uscito di pista, schiantandosi contro alcune abitazioni e prendendo fuoco. “La Conferenza episcopale nazionale del Congo (CENCO) - si legge in un comunicato a firma del di mons. Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa e presidente della CENCO – ha appreso con viva costernazione la tragica notizia dell’incidente aereo che ha coinvolto il DC 9 della Compagnia Hewa Bora. Un incidente che immerge, ancora una volta, il Paese nel lutto”. La CENCO – continua la nota - “chiede con sollecitudine al governo, alle organizzazioni umanitarie, alla Caritas nazionale e agli uomini di buona volontà di portare i soccorsi necessari ai numerosi feriti ricoverati negli ospedali ed alle famiglie sfollate e di seppellire le vittime in modo dignitoso”. Inoltre, i presuli della Repubblica Democratica del Congo chiedono alle autorità del Paese “di tenere nella giusta considerazione l’appello urgente a migliorare il settore aereo della nazione, ovvero la viabilità dei velivoli e le infrastrutture aeroportuali”. Infine, la CENCO assicura preghiere e benedizioni in suffragio dei defunti. (I. P.)

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    Conferenza sulle energie rinnovabili a Dakar: l'Africa ha sempre più bisogno di elettricità

    ◊   L’Africa ha bisogno di elettricità: più di 600 milioni di persone non hanno la possibilità di utilizzarla e 35 stati sui 53 del continente rischiano assiduamente di subire interruzioni nella fornitura di corrente. È quanto è emerso durante la Conferenza internazionale sulle energie rinnovabili che si è conclusa ieri a Dakar, in Senegal. Ed è proprio alla luce di questa situazione che Bernard Zoba, commissario alle infrastrutture dell’Unione africana, ha sollecitato la produzione di energia solare, eolica, geotermica, idroelettrica e quella derivata dalle biomasse. “ In simili condizioni – ha dichiarato all’agenzia Misna - le energie rinnovabili sono una soluzione reale per le zone più isolate del continente”. La conferenza, cui hanno partecipato esperti e responsabili politici di tutti i paesi del Continente, è stata organizzata dall’Unione Africana in collaborazione con il governo senegalese, il ministero tedesco per la cooperazione economica e l’agenzia dell’Onu per lo sviluppo industriale. (A cura di Virginia Volpe)

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    La Chiesa del Kazakistan è stata ammessa nella federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia

    ◊   La conferenza episcopale del Kazakistan è stata formalmente accettata come nuovo membro della federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (FABC). E’ avvenuto – secondo quanto riporta l’agenzia Zenit - durante l’incontro del comitato centrale della federazione, in svolgimento a Bangkok fino a domani. In base a dati diffusi dalla FABC, il 60% dei 15 milioni di abitanti del Kazakistan è costituito da musulmani sciiti e il 40% da cristiani, per la maggior parte ortodossi. Nel Paese, con un’estensione di 2,71 milioni di chilometri quadrati, sono circa 250 mila i cattolici. La presenza della Chiesa in Kazakistan è antichissima e risale al II secolo. Il sito internet dei vescovi locali sottolinea che i primi cristiani furono i soldati romani fatti prigionieri dopo una battaglia persa contro i Persiani. Nel quarto secolo esisteva nella zona una sede episcopale, e, verso l’inizio del quinto secolo, c’era anche un monastero melchita. Durante il XX secolo il leader sovietico Stalin ordinò la deportazione di cattolici, soprattutto membri del clero, in campi di concentramento dell’Asia Centrale, incluso il Kazakistan. Dopo la sua morte la maggior parte venne liberata e un certo numero di presbiteri preferì rimanere in Kazakistan per aiutare a costruire la Chiesa locale. Fu Giovanni Paolo II, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, a stabilire nel 1991 l’amministrazione apostolica. Nel 1999 venne elevata la diocesi di Karaganda, nel 2003 l’arcidiocesi di Astana e la diocesi di Almaty, mentre nel 1994 presero il via le relazioni diplomatiche con la Santa Sede. (E. B.)

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    Le reliquie di tre Santi in pellegrinaggio nelle basi militari statunitensi

    ◊   Inizierà martedì prossimo, 22 aprile, il pellegrinaggio, nelle basi militari degli Stati Uniti, delle reliquie di tre grandi Santi: Sant’Antonio da Padova, patrono dei marinai; Santa Teresa di Lisieux, patrona dei piloti; e Sant’Ignazio di Loyola, patrono dei soldati. A dare il via al pellegrinaggio sarà la celebrazione della Santa Messa a Washington, nella sede dell’Ordinariato militare statunitense, presieduto dall’arcivescovo Timothy Broglio. A rendere possibile il trasporto delle sacre spoglie sarà, tra gli altri, l’Apostolato delle Sacre Reliquie (ASR), presieduto da Thomas Serafin. “In un’epoca come la nostra – afferma – in cui gli uomini e le donne sotto le armi affrontano quotidianamente vere sfide, compresa la morte, questo pellegrinaggio delle reliquie vuole offrire loro l’opportunità di pregare e di riflettere sul fatto che non sono soli!”. “Speriamo – conclude il presidente dell’ASR – che la possibilità di venerare queste reliquie dia loro l’ispirazione e la forza spirituale necessaria per affrontare situazioni che la maggior parte di noi non può neppure immaginare”. (I. P.)

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    In provincia di Lodi inaugurato un museo in ricordo di santa Francesca Saveria Cabrini

    ◊   Una testimonianza storica. È questo il valore del museo dedicato a santa Francesca Saveria Cabrini (1850-1917) aperto nei giorni scorsi a Cologno, in provincia di Lodi, dalle Missionarie del Sacro Cuore, in onore della loro fondatrice, prima santa statunitense, nata a Sant'Angelo Cologno nel 1859, morta a Chicago nel 1917 e proclamata Patrona degli emigranti. Attraverso l’esposizione dei suoi oggetti – riporta l’Osservatore Romano - si può ripercorrere la vita della Santa e la storia della sua comunità missionaria. Il luogo prescelto per il museo è stato il primo istituto fondato da madre Cabrini. Là si possono vedere gli oggetti tipici della vita di una religiosa dell’Ottocento, come la medaglia della sua prima comunione, la biancheria di tela con ricamato, da lei stessa, il Sacro Cuore e “la Crociata”, reliquario che madre Cabrini portava sempre con sé in ogni viaggio. (V. V.)

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    Stasera concerto di musica barocca nel Santuario di San Francesco di Paola, in Calabria

    ◊   “Un’esperienza inedita e un momento eccezionale e unico”. Così, il maestro Alessandro Ciccolini, del Conservatorio di Cosenza, definisce il Concerto di musica barocca per soli coro e orchestra, che verrà eseguito stasera nel Santuario di San Francesco di Paola, in Calabria. A rendere speciale quest’evento la collaborazione tra quattro conservatori: Cosenza, Palermo, Terni e Monopoli. I musicisti sono dunque tutti studenti: “alcuni – spiega ancora Ciccolini – già avviati alla musica antica, altri senza una precedente esperienza del repertorio barocco, ma grazie al clima di passione e gioco instauratosi dall’inizio è stato facile coordinarli”. L’iniziativa rientra nelle celebrazioni per il quinto anniversario della morte di San Francesco di Paola che, afferma ancora il direttore dell’orchestra, “noi vogliamo ricordare anche attraverso l’Oratorio di Pasqua” di Bach; la musica, d’altronde, è sempre stata “compagna fedele delle celebrazioni eucaristiche, grazie alla sua capacità di esprimere la fede e il sentimento religioso”. Oltre a Bach, l’orchestra eseguirà “La Follia” di F. Geminiani, e il “Concerto con tre trombe, due oboi, archi e basso continuo” di G. Ph. Telemann. La Radio Vaticana trasmetterà l’evento in differita nell’ambito dei programmi musicali. (S.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Afghanistan: i talebani rapiscono l'ambasciatore pachistano

    ◊   Preoccupazione in Pakistan dopo il video trasmesso dalla televisione Al Arabiya nel quale viene mostrato l’ambasciatore di Islamabad in Afghanistan che dice di essere stato rapito dai talebani. Il diplomatico chiede inoltre al suo governo di soddisfare le richieste dei sequestratori. Intanto, nel Paese asiatico prosegue la violenza: sessantotto presunti terroristi pachistani sono stati arrestati dalle autorità afgane nella provincia meridionale di Kandahar. Ad Herat è giunta stamani il neo ministro della Difesa spagnolo Carmen Chacon, prima donna alla guida del dicastero nel Paese iberico e al settimo mese di gravidanza. Sono oltre 700 i militari di Madrid che partecipano alla missione ISAF.

    Medio Oriente-violenza
    Prosegue l’ondata di violenza in Medio Oriente. Sono tre i palestinesi uccisi dalle truppe israeliane nel tentativo di sventare un attentato suicida al valico di Keren Shalom, respingendo l’incursione di un commando. L’azione, rivendicata dal braccio armato di Hamas, ha causato il ferimento di 12 soldati, due in modo grave. Il transito è solitamente usato per il passaggio di aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza. L’attacco di oggi precede di alcune ore l’inizio della Pasqua ebraica, solo ieri le autorità israeliane avevano chiuso i valichi in Cisgiordania per il timore di attentati. Nella notte un militante di Hamas era stato ucciso e un altro ferito da un missile sparato da un elicottero israeliano che stava proteggendo l'incursione di un carro armato nella Striscia di Gaza. Intanto, fonti di stampa, riferiscono di un nuovo incontro questa mattina a Damasco, in Siria, tra l’ex presidente americano Jimmy Carter e il leader di Hamas Khaled Meshaal. Sul tavolo il piano di pace israelo-palestinese e la liberazione del soldato israeliano Shalit, ostaggio del movimento integralista da giugno 2006.

    Iraq-violenza
    Nuova offensiva dell’esercito iracheno contro la milizia del leader radicale sciita Moqtata Al Sadr a Bassora. Dopo intensi bombardamenti da parte dell’aviazione americana e britannica, le truppe irachene sono riusciti a prendere il controllo del quartiere Hayaniya, una delle roccaforti di Al Sadr. Non si hanno notizie di morti e feriti.

    Thailandia-Fiaccola olimpica
    Tra imponenti misure di sicurezza la fiaccola olimpica, da ieri in Thailandia, ha attraversato la città di Bangkok. Il governo aveva scoraggiato le manifestazioni pro-Tibet promettendo tolleranza zero. Intanto, proteste si sono svolte davanti all'ambasciata e alla scuola francese a Pechino per manifestare contro l’atteggiamento critico di Parigi nei confronti della Cina su quanto accaduto nella regione hymalayana. L’Unione Europea ha annunciato che non inviterà il Dalai Lama a Bruxelles, per incontrare i ministri degli Esteri dei Ventisette, come ventilato da Parigi. Infine, fonti di stampa cinesi hanno reso noto che il Tibet sarà riaperto presto al turismo.

    Pakistan-nucleare
    Ha avuto successo il primo test missilistico con capacità nucleare effettuato dal Pakistan. Il missile ha una raggio di due mila km e può trasportare sia testate nucleari che convenzionali. Si tratta del secondo esperimento dopo quello svoltasi nel febbraio dello scorso anno.

    Zimbabwe-politica
    In Zimbabwe si sta procedendo al riconteggio delle schede in 23 delle 210 circoscrizioni nelle quali si è votato lo scorso 29 marzo. L’opposizione, che si dichiara vincitrice delle consultazioni, ha criticato la decisione cercando di bloccarla attraverso il ricorso alla magistratura. Secondo alcuni osservatori, è possibile anche un ribaltamento del risultato delle elezioni parlamentarii andate al partito di Morgan Tsvangirai; per le presidenziali la commissione elettorale non ha mai fornito alcune risultato. La maggior parte delle circoscrizioni dove si effettua il riconteggio sono roccaforti del presidente Robert Mugabe.

    Russia-Georgia
    L’Unione Europea ha invitato ieri la Russia a “non applicare” la decisione di rafforzare le sue relazioni con le Repubbliche separatiste della Georgia, Abkhazia e Ossezia del sud. Preoccupazione per la posizione assunta da Mosca è stata espressa ieri anche dagli Stati Uniti.

    Russia-spazio
    Atterraggio con errore per la Soyuz Ma12. La navicella spaziale, con a bordo tre cosmonauti, ha toccato la steppa del Kazakhstan ma ha mancato di ben 400km il punto previsto per l’atterraggio. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 110

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

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