Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 16/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Calorosa accoglienza per il Papa negli USA: oggi l'incontro con Bush alla Casa Bianca nel giorno in cui Benedetto XVI compie 81 anni
  • Il colloquio del Papa con i giornalisti a bordo dell'aereo: "vado negli Stati Uniti con la gioia di incontrare un grande popolo e una grande Chiesa"
  • Mons. Garcia de Cardenas: la visita di Benedetto XVI negli USA porti tante persone a riscoprire Cristo
  • Nomine
  • Il ruolo e il futuro degli ospedali cattolici al centro di una tavola rotonda promossa a Roma dal Pontificio Consiglio per la pastorale della salute
  • Smentita del cardinale Martino riguardo sue presunte dichiarazioni sulla Lega Nord
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Sciagura aerea in Congo: decine i morti.Tra i sopravvissuti, due missionari italiani
  • La fame colpisce anche la Corea del Nord: a rischio 6 milioni di persone
  • Giornata mondiale contro la schiavitù infantile: 400 milioni i minori coinvolti
  • Convegno a Rimini su povertà e patologie mentali
  • Chiesa e Società

  • Appello dell'ONU a non respingere alle frontiere i 'profughi per fame'
  • Filippine: la Chiesa chiede misure urgenti per sconfiggere la crisi alimentare
  • Costa D'Avorio: appello dei vescovi dopo l'annuncio della data delle prossime elezioni
  • Delegazione olandese in visita ai rifugiati cristiani nel nord dell'Iraq
  • Sul sito del Patriarcato russo-ortodosso, Alessio II risponde ai 138 dotti musulmani
  • Il Consiglio d'Europa chiede l'aiuto dei musulmani del continente per contrastare l’estremismo islamico
  • Europa ancora lontana dal pieno rispetto dei diritti umani
  • Paraguay: nota della nunziatura e messaggio dei vescovi in vista delle presidenziali
  • Messico: la Chiesa riafferma il suo sì alla vita
  • Parte dal Galles un campagna per la pace in Colombia
  • Celebrati i funerali di fratel Brian Thorp, missionario inglese ucciso in Kenya
  • India: dalla Corte Suprema aiuti umanitari per i profughi cristiani dell'Orissa

  • Vietnam: il governo annuncia che restituirà i terreni del Santuario di La Vang
  • Myanmar: l’impegno del volontariato internazionale a sostegno dei collegi della Chiesa per i bambini più poveri
  • Stati Uniti: dal 27 aprile al 3 maggio, Settimana cattolica di sensibilizzazione per una sanità accessibile a tutti
  • Hong Kong: inaugurata una mostra per i 120 anni della Cattedrale della città
  • Cardinale Scola: per un'autentica laicità le religioni devono ripensare la loro soggettività pubblica
  • Convegno della CEI a Roma: le Chiese siano belle e compatibili con l’ambiente
  • 24 Ore nel Mondo

  • Scontri a Gaza tra israeliani e palestinesi: oltre 10 le vittime
  • Il Papa e la Santa Sede



    Calorosa accoglienza per il Papa negli USA: oggi l'incontro con Bush alla Casa Bianca nel giorno in cui Benedetto XVI compie 81 anni

    ◊   Accoglienza calorosa ieri per Benedetto XVI, giunto negli Stati Uniti nel primo pomeriggio, le nostre 22.00, accolto all'aeroporto militare di Washington dal presidente degli Stati Uniti, George Bush, con la moglie e la figlia. Un saluto del tutto informale, fuori del protocollo, in segno di rispetto e di amicizia: il tempo di accompagnare il Papa alla sua macchina, per il trasferimento alla nunziatura apostolica della capitale statunitense. La cerimonia ufficiale di benvenuto si svolgerà oggi alla Casa Bianca, proprio nel giorno in cui il Pontefice compie 81 anni. Il servizio del nostro inviato, Pietro Cocco:

    L’arrivo del Papa all’aeroporto di Washington ed il saluto cordiale da parte del presidente Bush e della presidenza dei vescovi americani guidati dal cardinale Francis George, ma senza discorsi ufficiali, accompagnato da una folla festosa, e da una massiccia presenza di giornalisti e televisioni, hanno offerto un’immagine significativa delle attese che accompagnano questo ottavo viaggio apostolico di Benedetto XVI. C’è un grande desiderio di ascoltare la sua parola, il suo incoraggiamento in un passaggio importante e delicato per la storia del Paese e della Chiesa. Il Papa ne è consapevole e già nel colloquio con i giornalisti sull’aereo che lo portava qui negli Stati Uniti ha parlato del suo viaggio come di un momento di riflessione sul passato ma soprattutto sul futuro, su come rispondere alle grandi sfide del nostro tempo.

     
    Un sentimento di gioia è l’altra caratteristica che sembra segnare fin dall’inizio la sua visita che ha come tema “Cristo, nostra speranza”. “Vado proprio con gioia”, ha detto Benedetto XVI ai giornalisti, e con grande calore è stato salutato al momento della sua partenza in macchina per la nunziatura di Washington, dove si trova in questo momento, da una folla festosa che ha intonato un coro di "tanti auguri a te". Oggi infatti Benedetto XVI compie 81 anni.

     
    Il giorno del suo compleanno sta iniziando in questi minuti (sono le otto del mattino a Washington) con una Messa celebrata nella piccola cappella della nunziatura vaticana, dove il Papa alloggerà fino a venerdì prossimo, quando si sposterà a New York. E’ una Messa in famiglia, ha sottolineato l’arcivescovo Pietro Sambi, nunzio a Washington, prima del trasferimento in "papamobile" alla Casa Bianca, primo appuntamento pubblico di questa visita. La cerimonia ufficiale di benvenuto alla Casa Bianca, oltre ai discorsi del presidente Bush e di Benedetto XVI, prevede anche un colloquio privato nello Studio ovale. Per l’occasione, il presidente americano ha invitato in onore del Papa, nel giardino della Casa Bianca, oltre cinquemila persone per fare festa. (Dagli Stati Uniti, Pietro Cocco, Radio Vaticana)

    inizio pagina

    Il colloquio del Papa con i giornalisti a bordo dell'aereo: "vado negli Stati Uniti con la gioia di incontrare un grande popolo e una grande Chiesa"

    ◊   Il Papa, dunque, come abbiamo detto, ha illustrato ai giornalisti, durante il volo verso Washington, alcune tematiche che affronterà nel suo viaggio negli Stati Uniti. Ascoltiamo nel dettaglio il servizio di Adriana Masotti:
     
    “Vado proprio con gioia, conosco questo grande Paese, la grande vivacità della Chiesa nonostante tutti i problemi; sono contento di poter incontrare in questo momento storico sia della Chiesa, sia delle Nazioni Unite, questo grande popolo e questa grande Chiesa”. E’ lo stato d’animo del Papa in viaggio verso gli Stati Uniti. I giornalisti vogliono sapere quali sono gli obiettivi principali della sua visita e Benedetto XVI ne indica due:

     
    “Il primo obiettivo è la visita alla Chiesa in America negli Stati Uniti e naturalmente anche a tutta la Nazione. Il secondo obiettivo è la visita alle Nazioni Unite. Anche qui c’è un motivo particolare: i 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani".

    Dichiarazione universale dei diritti umani che, spiega il Papa, “è la filosofia fondante delle Nazioni unite e il fondamento umano e spirituale sul quale sono costruite”. La Dichiarazione riflette “un’antropologia che riconosce l’uomo un soggetto di diritto precedente a tutte le istituzioni e valori comuni validi per tutti”. Proprio in questo momento di "crisi dei valori", afferma Benedetto XVI, è importante cogliere l’occasione di questo anniversario per "riprendere coscienza" di questa concezione fondamentale. Una Chiesa grande quella statunitense, ma anche sofferente per i casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti. Al Papa un giornalista chiede quale sarà il suo messaggio per questa Chiesa:
     
    “It is a great suffering for the Church in the United States and for the Church in general…”

     
    “E una grande sofferenza per la Chiesa negli Stati Uniti e per la Chiesa in generale e per me personalmente, il fatto che tutto ciò sia potuto accadere, afferma Benedetto XVI. Mi riesce difficile comprendere come sia stato possibile che alcuni sacerdoti abbiano potuto fallire in questo modo nella missione di portare l’amore di Dio a questi bambini. Provo vergogna per questo e faremo tutto il possibile affinché questo non si ripeta in futuro".

     
    Il Papa afferma che i pedofili verranno esclusi dal sacerdozio e ribadisce l’importanza di aiutare le vittime che sono profondamente provate. Non si può dimenticare però, dice, che le persone colpevoli hanno bisogno di guarire e perciò di aiuto e di riconciliazione. In quanto ai nuovo sacerdoti, i vescovi e i rettori dei seminari, continua Benedetto XVI, “faranno il possibile per esercitare un discernimento molto molto severo, perché è più importante avere buoni sacerdoti che averne molti”.

     
    C’è poi il tema dell’immigrazione che tocca profondamente gli Stati Uniti e che oggi incontra nella società un crescente movimento di intolleranza: il Papa risponde che sa quanto sia vasto il problema e mette l’accento sulla grave questione della separazione delle famiglie degli immigrati che vanno decisamente sostenute:

     
    “La soluzione fondamentale è che non ci sia più bisogno di emigrare perché ci sono posti di lavoro sufficienti, un tessuto sociale sufficiente perché nessuno abbia più bisogno di emigrare per trovare questo. Quindi, dobbiamo lavorare tutti perché ogni Paese abbia la possibilità di offrire ai propri cittadini lavoro ed un futuro. E anche su questo punto vorrei parlare con il presidente, perché soprattutto gli Stati Uniti devono aiutare i Paesi in via di sviluppo. E’ nell’interesse di tutti, non solo di questi Paesi, ma degli Stati Uniti e del mondo”.

     
    Un’altra domanda riguarda la laicità in America. Il Papa riconosce la bontà del modello americano anche se, dice, l’Europa ha avuto un’altra storia. Ma negli USA la laicità ha trovato fondamento proprio sull’amore alla religione nella sua autenticità, che può essere vissuta solo liberamente.

    inizio pagina

    Mons. Garcia de Cardenas: la visita di Benedetto XVI negli USA porti tante persone a riscoprire Cristo

    ◊   Grandi sono le attese per questo viaggio apostolico di Benedetto XVI negli Stati Uniti. Sentiamo in proposito mons. Javier Garcia de Cardenas, vicario segretario regionale per gli Stati Uniti d’America della prelatura dell’Opus Dei, intervistato da Maria Fernanda Bernasconi:

     
    R. – Quando il cardinale Ratzinger è stato eletto ed è diventato Benedetto XVI non potevamo certamente immaginare che sarebbe venuto negli Stati Uniti tre anni dopo, ma allo stesso tempo direi che questa visita non è inaspettata. E questo perché la Chiesa cattolica negli Stati Uniti è composta da circa 70 milioni di fedeli. Si tratta, quindi, di un gruppo molto grande in un Paese che è grande, in un Paese che – dobbiamo dirlo – è potente. Quello che succede nella Chiesa cattolica degli Stati Uniti, penso che abbia delle conseguenze e delle influenze nella Chiesa cattolica a livello globale.

     
    D. – Nel videomessaggio che Benedetto XVI ha inviato pochi giorni prima del suo arrivo negli Stati Uniti, chiedeva di pregare per i frutti pastorali di questa visita...

     
    R. – Penso che il frutto pastorale che il Santo Padre desidera ed immagina sia l’incontro personale di ogni fedele con Cristo. Penso che questo sia quello che ci chiede: l’incontro personale con Cristo. E’ un tratto molto comune nei discorsi e nelle omelie di Benedetto XVI quello di cominciare con una impostazione teologica molto elevata, ma riuscendo sempre ad arrivare a livello personale, a livello dell’incontro personale di ogni anima con Cristo. Io oserei dire che quello che il Santo Padre si aspetta è che tante persone possano scoprire o riscoprire Cristo.

    inizio pagina

    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Presidente Prudente (Brasile), presentata da mons. José Maria Libório Camino Saracho, per raggiunti limiti di età.

    Gli succede il rev. Benedito Gonçalves dos Santos, del clero della diocesi di Paracatu, finora vicario generale e parroco della Cattedrale della medesima diocesi. Il rev. Benedito Gonçalves dos Santos è nato nella città di Paracatu, nell’omonima diocesi dello Stato di Minas Gerais, il 19 luglio 1958. È stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 1990.

    Il Santo Padre ha nominato vescovo di Jalingo (Nigeria) il rev. Charles Hammawa, del clero di Yola, rettore del Seminario Maggiore di Jos. Il rev. Charles Hammawa, del clero di Yola, è nato il 1° ottobre 1962. È stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987.

    Sempre in Nigeria, il Papa ha nominato vescovo coadiutore della diocesi di Ekiti il rev. Felix Femi Ajakaye, del clero di Ekiti, parroco di St. Michael Catholic Church a Opopogboro (Ado-Ekiti). Il rev. Felix Femi Ajakaye è nato il 25 maggio 1962 a Ibadan. È stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987.

    inizio pagina

    Il ruolo e il futuro degli ospedali cattolici al centro di una tavola rotonda promossa a Roma dal Pontificio Consiglio per la pastorale della salute

    ◊   Il Pontificio Consiglio per la pastorale della salute ha organizzato per domani a Roma una Tavola Rotonda in occasione della pubblicazione degli Atti del terzo Congresso Mondiale dell’Associazione Internazionale delle Istituzioni Sanitarie Cattoliche (AISAC), svoltosi nel maggio 2007. Al centro dell'incontro l'identità e il futuro degli ospedali cattolici: Giovanni Peduto ne ha parlato col segretario del dicastero, il vescovo José Luis Redrado Marchite:

     
    R. – Credo che l’ospedale debba essere “ospedale”, cioè debba svolgere opera di prevenzione e di cura. Se poi ha il “cognome” di “cattolico”, deve integrare i valori che corrispondono a questa realtà cattolica. Direi che gli ospedali cattolici sono opere di Chiesa. Sono e devono essere mezzi di evangelizzazione, e questa è una realtà: altrimenti non hanno senso! Partiamo dall‘esempio di Gesù di Nazareth che insegnava e curava: questa è la nostra sfida, soprattutto nella società in cui stiamo vivendo. L’offerta che fa la Chiesa potrebbe essere di supplenza: ci sono tante, tante nazioni in cui la Chiesa ancora supplisce la mancanza di presenza dello Stato come tale. Un’altra idea è la collaborazione, e la collaborazione la stiamo perseguendo anche se lo Stato può coprire l’assistenza sanitaria. Abbiamo elencato nella Chiesa più di 110 mila strutture sanitarie cattoliche: ospedali, orfanotrofi, ambulatori, eccetera. Gli ospedali cattolici sono necessari e, pertanto, credo che sia importante che gli ospedali cattolici abbiano questa forza e questa identità, perché l’unione tra l’assistenza agli ammalati e la predicazione della Buona Novella sia una realtà nell’identità degli ospedali cattolici.

     
    D. – Mercato e privato stanno entrando sempre di più nel mondo della sanità: il paziente è diventato ormai un cliente? E …chi ha pochi mezzi dovrebbe stare sempre in salute?

     
    R. – Magari potessimo stare sempre in salute! Dobbiamo sforzarci tutti per generare risorse, per formare il personale competente in questa realtà, inserire dei laici nella gestione dell’ospedale e soprattutto presentare questa idea fondamentale, tanto negli ospedali dello Stato, e soprattutto negli ospedali con questa denominazione “cattolica”: mettere al centro il malato. E’ questo il messaggio, soprattutto per gli ospedali cattolici. Quando si mette al centro il malato, sicuramente gli ospedali cambiano.

     
    D. – In questo contesto qual è il ruolo degli ospedali cattolici guidati da congregazioni religiose?

     
    R. – L’identità non è solo prendersi cura dei malati – che già è un fatto importante – ma soprattutto sono gli ambienti nei quali la sofferenza, il dolore, la morte vengono riconosciuti ed interpretati nel loro significato umano e specificamente cristiano. L’identità deve manifestarsi chiara ed efficace. Credo che la ricchezza dell’ospedale cattolico sia grande, perché apporta universalità, senso morale, proclama la dignità della persona, apporta umanizzazione. Mi si potrà rispondere: anche negli ospedali civili! Sì! Però, questo in un ospedale cattolico dev’essere fortemente manifestato. E in un mondo globalizzato, con il pericolo dell’emarginazione, la Chiesa proclama soprattutto accoglienza, solidarietà e presenza tra i più poveri. L’ospedale non è una chiesa, non è una parrocchia. Però, se è cattolico deve emanare un “profumo” diverso. Sicuramente, tanta gente dirà: “Qual è la differenza tra una struttura cattolica ed una laica?”. Direi che non sta nel fatto che la cattolica cura l’ambiente di preghiera, i sacramenti, il servizio pastorale ... Sta nel modo stesso di trattare la sofferenza, cioè in quella impronta dello Spirito che è amore, che è gioia, che è pace. Fino al punto che una persona che non sia cristiana e che vi venga curata arrivi a sentirsi come avvolta nella carità di Dio.

     
    D. – Qual è l’azione del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute?

     
    R. – L’azione del Pontificio Consiglio per la salute naturalmente non è di gestire direttamente opere come tali; però deve suggerire, deve guidare, deve supportare quelle iniziative capaci di produrre risultati efficaci per permettere una collaborazione, un coordinamento più ricco, più forte ...

    inizio pagina

    Smentita del cardinale Martino riguardo sue presunte dichiarazioni sulla Lega Nord

    ◊   Con riferimento a quanto attribuito da agenzie di stampa al cardinale Renato Raffaele Martino in merito ad una sua supposta “sorpresa” e “preoccupazione” per il successo della Lega nelle elezioni politiche italiane, il porporato smentisce seccamente di aver mai fatto affermazioni del genere. Lo rende noto un comunicato del dicastero vaticano.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il testo integrale della conferenza stampa di Benedetto XVI con i giornalisti sull’areo durante il volo verso gli Stati Uniti.

    Quello stile di Chiesa, umile serva del bene comune: in cultura, Roberto Morozzo Della Rocca sul discorso di Paolo VI del 4 ottobre 1965, il primo di un Papa all’assemblea delle Nazioni Unite.

    Un articolo di Inos Biffi sul significato della nuova cattedra di teologia e spiritualità cistercense all’Angelicum.

    Un saggio di Germano Celant sulle opere dello scultore Fausto Melotti in mostra a New York.

    L’eterno ritorno del diritto naturale: il professor Roberto De Mattei ripercorre la “via americana” al cattolicesimo tracciata da Orestes Augustus Brownson nel XIX secolo.

    Nell’informazione internazionale, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “Ancora largamente insufficiente l’impegno internazionale sugli Obiettivi del Millennio”.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Sciagura aerea in Congo: decine i morti.Tra i sopravvissuti, due missionari italiani

    ◊   Nella Repubblica Democratica del Congo, sono decine i morti in seguito all’incidente aereo avvenuto ieri a Goma, nel nord est del Paese. Tra i pochi sopravvissuti, ci sono anche due missionari saveriani italiani, padre Pietro Rinaldi e padre Pierfrancesco Agostinis. Sulle dinamiche e le cause di questa sciagura ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il missionario saveriano, padre Giuseppe Galli, raggiunto telefonicamente a Goma:


    R. – Li avevamo accompagnati all’aeroporto, li avevamo salutati. Quando l’aereo è partito invece di prendere il volo, è scoppiato uno pneumatico e l’aereo è quindi uscito di pista, sbattendo contro alcune case. Poi il velivolo si è spaccato e incendiato. L’aereo ha anche travolto la gente che era in strada, al mercato, e ha devastato l’abitato. Sono purtroppo morte, quindi, oltre alle persone che erano in aereo, anche persone che erano nel mercato e nelle case. Sull’aereo invece, soltanto una decina di persone, su circa 80 passeggeri, si sono salvate. I nostri due padri, fortunatamente, erano fra loro.

     
    D. – Come sta padre Pietro Rinaldi?

     
    R. – Padre Pietro Rinaldi è rimasto in clinica, perchè essendo stato fra gli ultimi ad uscire, ha respirato il fumo è rimasto intossicato; ha ricevuto ossigeno per alcune ore ed è sotto osservazione. Ha anche delle ustioni.

     
    D. – Per quanto riguarda, invece, le condizioni di salute di padre Pier Francesco Agostinis?

     
    R. – Lui sta sicuramente meglio. Ha preso un colpo alla testa ma ha superato lo shock; è tornato da solo facendosi portare con una motocicletta fino alla parrocchia. Noi siamo infatti in periferia in una parrocchia alla periferia di Goma.

     
    D. – Qual è l’attività, in generale, dei missionari saveriani in Congo, un Paese purtroppo devastato da violenze, povertà, miseria?

     
    R. – La nostra attività è soprattutto svolta nelle parrocchie: siamo a contatto con i giovani. Siamo in questa parrocchia da quattro anni e vogliamo certamente continuare il nostro lavoro, perchè l’area di Goma è ancora una zona di guerra. La nostra presenza è importante, perchè possiamo aiutare a comprendere che oggi, pur nella sofferenza, il Cristo è morto e risorto. Questo è il grande messaggio che diamo e che vogliamo trasmettere.

    inizio pagina

    La fame colpisce anche la Corea del Nord: a rischio 6 milioni di persone

    ◊   La Corea del Nord nuovamente affamata dalla mancanza di generi alimentari di prima necessità. L’allarme è stato lanciato oggi dal Programma Alimentare Mondiale dell’Onu (Pam). Calamità naturali e l’aumento dei prezzi in tutto il mondo soprattutto di riso e grano stanno per provocare una vera e propria tragedia umanitaria per vaste fasce della popolazione che non potrà essere risolta senza urgenti aiuti internazionali. Sono oltre 6 milioni i nordcoreani, su una popolazione di 23 milioni di abitanti, che rischiano di restare senza cibo. Su questa emergenza Giancarlo La Vella ha intervistato Vicky De Marchi del Pam:


    R. – E’ un’emergenza di cui avevamo delle avvisaglie già l’anno scorso, quando c’erano state le grandi inondazioni che avevano colpito soprattutto la parte dei territori che più contribuiscono al prodotto agricolo. Noi abbiamo visto che effettivamente quest’anno c’è un deficit alimentare notevole, aumentato rispetto al 2007. Quindi, un’ampia fetta di popolazione è a rischio di insicurezza alimentare.

     
    D. – Che cosa sta rischiando la popolazione civile?

     
    R. – Oggi con l’aumento dei prezzi che si è verificato anche in Corea del Nord e che ha colpito il riso, il mais, le patate e il frumento, praticamente un terzo di un salario mensile è appena sufficiente per acquistare il riso per qualche giorno. Quindi, c’è stato un aumento rilevante dei prezzi anche lì e la fetta più ampia della popolazione rischia la malnutrizione, soprattutto i bambini e le donne, che già hanno livelli di malnutrizione. Si pensi che attualmente il 37 per cento dei bambini soffre di una malnutrizione acuta e lo stesso avviene per un terzo delle madri con figli piccoli.

     
    D. – La Corea del Nord ha già vissuto l’emergenza carestia, un’emergenza che venne parzialmente risolta. Come mai si è tornati a questo problema?

     
    R. – Ci sono delle debolezze chiaramente strutturali, un’economia debole. Nel 2001 poi ci fu un’enorme siccità. L’anno scorso ad agosto c’è stata una forte inondazione e in un equilibrio già così molto precario dal punto di vista della capacità della popolazione di sfamarsi, basta un evento climatico avverso, perché si creino dei problemi gravissimi. Quindi, noi pensiamo che ci saranno oltre 6 milioni e mezzo di persone che soffriranno una condizione di insicurezza alimentare quest’anno.

     
    D. – La gestione degli aiuti internazionali viene giudicata da voi ottimale?

     
    R. – Il problema è più che altro quello di trovare il giusto equilibrio tra le nostre esigenze e assistere la popolazione anche per poter verificare le condizioni dell’effettività del nostro intervento. Quindi, si tratterà anche di intavolare una discussione con il governo sulle condizioni e sui modi in cui noi possiamo operare per affrontare assieme questa emergenza. Poi, i Paesi donatori rispondono spesso favorevolmente.

     
    D. – Riuscite ad operare con facilità in Nord Corea?

     
    R. – Noi interveniamo laddove possiamo avere anche la possibilità di fare le verifiche sull’arrivo dei nostri aiuti, l’efficacia dei nostri aiuti e le condizioni della popolazione. Noi contiamo di intervenire in circa 50 contee, che è un numero non eccessivo ma abbastanza ampio.

    inizio pagina

    Giornata mondiale contro la schiavitù infantile: 400 milioni i minori coinvolti

    ◊   Non vanno a scuola perché costretti per dozzine di ore davanti ad una macchina per cucire. Non fanno vita di famiglia perché vittime di turismo sessuale o perché la povertà e la mancanza di tutele li hanno trasformati anzitempo in contadini o, peggio, in soldati. Circa quattrocento milioni di bambini, di molte zone del mondo, vivono attualmente in queste condizioni. Per ricordarli, il Movimento culturale cristiano, insieme ad altre organizzazioni di ispirazione cristiana, ha lanciato un’iniziativa chiedendo che il 16 aprile sia celebrato come la Giornata mondiale contro la schiavitù infantile, in ricordo di Iqbal Masiq, il bambino pakistano 12.enne ucciso nel 1995 dalla mafia del settore tessile del suo Paese. Alessandro De Carolis ha parlato di questo drammatico fenomeno con il responsabile della comunicazione di “Save the Children” Italia, Filippo Ungaro:

     
    R. - Oggi, ci sono tante forme di schiavitù e milioni di bambini nel mondo vivono tuttora in condizioni di schiavitù o in una situazione molto simile alla schiavitù. C’è il fenomeno della tratta dei minori, c’è il fenomeno della prostituzione e del lavoro minorile. Esiste una forma di schiavitù domestica, ma c’è anche un lavoro nelle miniere e nei campi. Esiste poi il problema - abbastanza ampio - dei bambini-soldato, ma anche di altre forme di abuso, come quella del matrimonio precoce, che possono essere assimilabili sicuramente a forme di schiavitù.

     
    D. - Quanti bambini e quante bambine sono coinvolte in questa varie forme di sfruttamento?

     
    R. - E’ sempre difficile fare una stima totale e una stima per ciascun fenomeno. Possiamo però fare degli esempi: nel fenomeno della tratta sono coinvolti almeno un milione di bambini ed adolescenti, che ogni anno ne sono vittime verso Paesi dell’Europa occidentale, dell’America e dei Caraibi. Si tratta di un fenomeno che - per così dire - ha un "fatturato" di almeno una trentina di miliardi di dollari l’anno. Nel fenomeno della prostituzione, sono coinvolti almeno un milione e 800 mila bambini in tutto il mondo. Per quanto riguarda poi il lavoro minorile, nella sola India ci sono almeno 15 milioni di bambini che lavorano per ripagare un debito, molto spesso contratto dai loro familiari o da altre persone a loro vicine. Sono almeno 132 milioni i minori che lavorano nel settore dell’agricoltura, mentre sono 250 mila almeno i bambini arruolati come soldati.

     
    D. - Parlando soprattutto di sfruttamento nel campo lavorativo, i dati diffusi dalle Organizzazioni umanitarie puntano il dito contro le imprese multinazionali: come si ferma una multinazionale che punta a realizzare profitti schiavizzando i bambini più poveri?

     
    R. - Da una parte, bisogna anzitutto creare delle leggi precise e far sì che siano rispettate, perchè molto spesso le leggi esistono ma in molti Paesi e in molti Stati si chiude più di un occhio. Dunque, rispetto delle leggi accompagnate anche da sanzioni a livello internazionale se queste leggi non vengono rispettate. Dall’altra parte, però, è necessario combattere quello che è il fenomeno più grande, la causa dello sfruttamento minorile, che è la povertà. Occorre quindi creare dei percorsi che possano permettere a questi ragazzi e ai loro familiari di fare delle scelte o di non essere costretti a diventare vittime del lavoro minorile.

     
    D. - C’è possibilità di recuperare quei bambini che sono stati vittime di sfruttamento?

     
    R. - Assolutamente sì, e lo dimostrano i nostri progetti di “Save the Children”, così come tanti altri progetti di organizzazioni umanitarie ed Agenzie delle Nazioni Unite. Purtroppo oggi, però, questi progetti sono sottofinanziati e quindi un altro aspetto importante è quello di cercare di incrementare la quantità e la qualità degli aiuti, per recuperare i bambini coinvolti in queste forme di sfruttamento.

    inizio pagina

    Convegno a Rimini su povertà e patologie mentali

    ◊   E’ in corso a Rimini, fino a venerdì prossimo, il meeting internazionale incentrato sul tema “Rafforzare i sistemi di salute nei Paesi a basso reddito, organizzato dall’associazione “Cittadinanza” in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. All’incontro partecipano rappresentanti di diversi Stati, tra cui Albania, Mongolia, Thailandia e Tunisia. L’obiettivo è quello di fornire un confronto sul tema della salute mentale e sulle strutture sanitarie nei Paesi poveri. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Il quadro è allarmante: oltre 150 milioni di persone al mondo soffrono di depressione, 50 milioni di epilessia, 25 milioni di schizofrenia, 24 milioni di Alzheimer ed oltre 115 milioni hanno disturbi mentali legati all’abuso di alcol e droghe. Le situazioni più preoccupanti sono quelle dei Paesi poveri: la povertà, infatti, è sia un fattore determinante sia una conseguenza delle malattie mentali. E’ quanto conferma Anita Marini, coordinatrice del meeting di Rimini:

    “Una persona povera ha molte più probabilità di ammalarsi ed una persona che ha una malattia mentale ha molte più probabilità di diventare povero. Sappiamo addirittura che le malattie mentali non sono solo molto più diffuse nei Paesi poveri, ma sono circa il doppio rispetto alle malattie mentali presenti nei Paesi ricchi”.
     
    I sistemi di salute mentale nei Paesi a basso reddito presentano, oltre a gravi lacune, anche alcuni punti di forza, come spiega Maurizio Focchi, presidente dell’associazione “Cittadinanza”:

    “Il primo grande punto di debolezza è sicuramente la carenza di risorse. Anche perchè queste malattie danno – è brutto certamente dirlo – poca mortalità rispetto ad altre patologie e, quindi, non vengono calcolati quelli che sono gli anni di vita persi. Alcuni punti di forza in questi Paesi sono, a volte, la cooperazione sociale e il coinvolgimento familiare, proprio perchè a queste malattie bisogna sempre abbinare presidi di tipo puramente medico – come sono i farmaci – a presidi di tipo sociale ed assistenziale. In questo ambito ci sono anche le ONG, associazioni religiose. Gli attori possono essere utili in questo campo e sono molto importanti, perchè alimentano la creatività: anche nei Paesi poveri, con la creatività e con poche risorse economiche, si riescono a realizzare dei progetti interessanti”.

    Nel mondo, solo il 9 per cento dei 450 milioni di persone con disturbi mentali riceve cure adeguate. Il restante 91 % vive in gran parte nei Paesi poveri.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Appello dell'ONU a non respingere alle frontiere i 'profughi per fame'

    ◊   Un nuovo diritto dell'uomo a favore dei 'profughi per fame': a reclamarlo è Jean Zigler, relatore speciale dell'ONU per il diritto all'alimentazione ed autore del libro ''L'impero della vergogna''. ''I più poveri nel mondo - ha detto Ziegler, intervistato ieri a Ginevra dall’Agenzia ANSA - spendono fino all'80-90% del loro reddito per mangiare”, rispetto al 10-15% di chi vive a Ginevra o a Milano, ed ora devono far fronte “ad un aumento dei prezzi del 53% di riso e all'impennata del prezzo dei cereali''. Tutto ciò ''è micidiale'', ha commentato Ziegler: ''è vero che queste persone attraversano le frontiere in modo clandestino, ma questa illegalità è cancellata dallo stato di necessità'', come per un'ambulanza che passa con il rosso, ha spiegato. ''Gli Stati devono cessare di respingere militarmente e concedere ai rifugiati il diritto ad un'accoglienza provvisoria'', ha detto il professore ed ex parlamentare svizzero, secondo il quale '”le Nazioni Unite devono creare un nuovo diritto dell'uomo, il diritto al ‘non-respingimento’ provvisorio'' per i rifugiati per fame. Nel suo rapporto il relatore speciale propone una moratoria di cinque anni della produzione di biocarburanti. Per Ziegler infatti i biocarburanti ricavati da mais e cereali causano l'aumento dei prezzi di questi ultimi ed aggravano di conseguenza il problema della fame nel mondo. ''I profughi per fame non sono rifugiati economici, ma persone costrette a fuggire. La fame è una minaccia diretta per la loro vita e per quella delle loro famiglie'', afferma nel libro il relatore. Del resto numerose agenzie dell'ONU hanno ribadito l'impatto ''estremamente preoccupante dell'aumento dei prezzi delle derrate alimentari. Molte famiglie - si teme - dovranno compiere rinunce ed il nostro timore è che rinuncino alla scuola per i figli. C'è il rischio molto grande che i bambini siano ritirati dalle scuole per essere mandati a lavorare'', ha paventato la portavoce dell'UNICEF, Veronique Taveau.(R.G.)

    inizio pagina

    Filippine: la Chiesa chiede misure urgenti per sconfiggere la crisi alimentare

    ◊   La Chiesa delle Filippine è in prima linea e mette in campo tutte le sue risorse per scongiurare la crisi alimentare, legata soprattutto al prezzo del riso, che ha investito il Paese. Aiuto alla rete di distribuzione capillare del prezioso alimento; contributo morale spirituale per evitare disordini e rapine; sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni per cercare misure che risolvano il problema: sono queste le linee d’azione lungo le quali la comunità cattolica filippina, nelle sue diverse articolazioni e a diversi livelli, si sta muovendo. Mons. Deogracias Iñiguez, Vescovo di Caloocan, ha chiesto che la crisi venga affrontata con misure d’emergenza ma anche con serie politiche a lungo termine. Essa, ha detto in una dichiarazione ripresa dall'Agenzia Fides, non riguarda solo le fasce più povere della popolazione, che devono provvedere al loro sostentamento, ma è un fenomeno che ha “vaste implicazioni politiche e di sicurezza pubblica”, in quanto la “sicurezza alimentare” è un diritto che è alla base della pacifica convivenza. Per questo, ha sottolineato, è necessario uno sforzo congiunto del governo e delle Ong, che devono individuare insieme i mezzi più appropriati per fronteggiare la crisi. “Dobbiamo capire come operare in rete, mettendo in sinergia le nostre risorse con quelle delle altre agenzie e dell’Autorità Nazionale per l’Alimentazione. La gente - ha messo in guardia il Vescovo - potrebbe passare da una fase di apatia a quella di panico. E il panico porta con sé gesti disperati, rivolte, saccheggi. Proteste di piazza sono scoppiate in paesi come Bangladesh o Haiti, ha ricordato, e anche nelle Filippine c’è il rischio che accadano". La Chiesa ha messo a disposizione la sua capillare presenza nel territorio (con le Caritas, le associazioni e le parrocchie) e, d’accordo con il Dipartimento dell’Agricoltura, si è impegnata a distribuire ai poveri circa 50mila sacchi di riso ogni settimana in diverse parrocchie di Manila. E la diocesi della capitale è solo l’inizio: il progetto si va estendendo e riguarderà ben presto l’intera nazione. Fra le misure a lungo termine preventivate dal governo, vi è il miglioramento delle tecniche di coltivazione e l’impiego di nuove qualità di riso, che hanno una produttività maggiore. La Chiesa insiste anche sul sostegno agli agricoltori. Potenzialmente, infatti, le Filippine possono essere autosufficienti e coprire il fabbisogno nazionale di riso, ma il governo, nota la Chiesa, “dovrebbe sostenere gli agricoltori, aiutandoli per fertilizzanti, irrigazione e trasporto dei prodotti”. (R.P.)

    inizio pagina

    Costa D'Avorio: appello dei vescovi dopo l'annuncio della data delle prossime elezioni

    ◊   “Ora che la data delle elezioni è nota, chiediamo agli ivoriani di mobilitarsi per lavorare nella calma per preparare le elezioni, perché siano oneste e trasparenti”. È l'appello lanciato a nome dei vescovi della Costa d'Avorio, da Mons. Barthélemy Djabla, Arcivescovo di Gagnoa e vicepresidente della Conferenza Episcopale Ivoriana, al termine di un incontro con Henri Konan Bédié Presidente del Partito Democratico della Costa d'Avorio, e uno dei candidati alle prossime elezioni presidenziali che si terranno il 30 novembre. La data della consultazione elettorale, più volte rimandata, riferisce l'Agenzia Fides, è stata annunciata lunedì scorso dopo una riunione straordinaria del governo, ed è stata concordata tra il Presidente Laurent Gbagbo, il Premier Guillaume Soro e i due principali leader dell'opposizione, Konan Bédié e l'ex Premier Alassane Ouattara. La comunicazione della data delle elezioni è stata accolta positivamente degli ivoriani che vedono nello scrutinio una tappa decisiva nel processo di stabilizzazione del Paese, avviato con gli accordi di Ouagadougou del marzo 2007, che prevedevano lo svolgimento delle elezioni all'inizio del 2008. Lo scrutinio è stato rimandato per permettere il censimento dell'elettorato. Anche la Chiesa cattolica ha espresso il suo apprezzamento per l'annuncio della data della consultazione. “Questo ci conforta” ha affermato Mons. Djabla. Il Vicepresidente della Conferenza Episcopale Ivoriana ha ribadito che la Chiesa è al servizio di tutta la popolazione, sia cristiana sia di altre confessioni religiose, ed ha specificato che i Vescovi hanno voluto incontrare il Presidente del Partito Democratico ivoriano perché vogliono portare il loro contributo nell'ambito del processo di pace. I Vescovi hanno già incontrato Alassane Ouattara e il Premier Soro. Mons. Djabla ha infine sottolineato che la Chiesa, in quanto istituzione divina, non si immischia nelle vicende politiche, ma ha il dovere di intervenire per aiutare i dirigenti del Paese a far rispettare i diritti dell'uomo e la dignità dell'essere umano creato a immagine di Dio. (R.P.)

    inizio pagina

    Delegazione olandese in visita ai rifugiati cristiani nel nord dell'Iraq

    ◊   “I cristiani iracheni sono stati sradicati dalla loro terra e la comunità internazionale deve proteggerli”. Sono queste le conclusioni cui è pervenuta una delegazione di politici e di giornalisti olandesi che dal 28 marzo al 5 aprile si è recata nell’Iraq del nord per incontrare profughi, leader assiri, Ong operanti nel territorio oltre che membri dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i rifugiati e della Croce Rossa. Secondo quanto riferito dall’agenzia assira Aina ripresa dal Sir, che riporta la notizia, il parlamentare olandese, Joel Voordewind, ha dichiarato che “in questa zona del nord i cristiani sono relativamente al sicuro ma mancano i presupposti per la loro integrazione, come l’impossibilità di accedere al lavoro presso enti di governo se non si è iscritti al partito curdo, Kdp, o il possesso di terreni confiscati dai Curdi”. Nel resto del Paese continuano gli attacchi degli islamisti contro le famiglie. Si calcola che circa il 95% degli sfollati abbia perso almeno un membro della famiglia a causa dei terroristi islamici. La speranza del parlamentare olandese è che “la comunità internazionale si adoperi maggiormente per le comunità cristiane così che queste non siano più costrette a lasciare la loro terra”. (R.P.)

    inizio pagina

    Sul sito del Patriarcato russo-ortodosso, Alessio II risponde ai 138 dotti musulmani

    ◊   La Chiesa russo-ortodossa risponde alla lettera dei 138 dotti musulmani ai leader cristiani. Il testo del documento - ripreso dall'Agenzia AsiaNews - è stato pubblicato sul sito del Patriarcato di Mosca ed è a firma dello stesso Alessio II. Nella missiva il Patriarca russo esprime prima di tutto gratitudine per l’iniziativa. Si dice, poi, concorde sul fatto che cristiani e musulmani abbiano fini comuni per il raggiungimento dei quali possono unire le loro forze. “Oggi – scrive Alessio II - il cristianesimo e l’islam svolgono un ruolo importante: ricordano al genere umano l’esistenza di Dio e la dimensione spirituale dell’uomo e del mondo”. Allo stesso tempo sottolinea che “la collaborazione non può avvenire se non avverrà un chiarimento sulla concezione dei rispettivi valori religiosi. Questo è il motivo per cui saluto con favore l’intenzione della comunità musulmana di dare il via ad un dialogo aperto e sincero con i rappresentanti delle Chiese cristiane a livello scientifico e intellettuale”. Descrivendo i punti in comune tra le due religioni, il Patriarca sostiene che il comandamento dell’amore per Dio e il prossimo le rende più vicine. Alessio II propone di vedere ogni punto dell’insegnamento cristiano e islamico in connessione profonda con “il suo posto unico nell’intero sistema teologico”. Tiene a specificare che il dialogo interreligioso deve rispettare l’identità di ciascun interlocutore, evitando che si arrivi ad un pericoloso sincretismo. Il Patriarca individua due piani su cui costruire un possibile dialogo: “a livello dottrinale potrebbe affrontare importanti questioni quali Dio, l’uomo, il mondo”; mentre a livello più pratico si potrebbe realizzare nella “difesa del ruolo della religione nella vita sociale, nel combattere la xenofobia e l’intolleranza, nella promozione di iniziative comuni di pace”. Alessio II definisce “più attivo” l’attuale stato del “dialogo dottrinale” tra islam e ortodossia in Russia e lamenta l’esistenza di “nemici intenzionati a creare scontri tra cristiani e musulmani”. Ricorda, infine, che la Russia è “uno dei rari Stati multi-religiosi e multi-razziali”, a cui è importante guardare come esempio di convivenza tra islam e cristianesimo. (R.P.)

    inizio pagina

    Il Consiglio d'Europa chiede l'aiuto dei musulmani del continente per contrastare l’estremismo islamico

    ◊   Una “azione in sinergia tra Stati membri e comunità musulmane” presenti nel continente europeo “per combattere l’estremismo politico nel nome dell’Islam”. In una risoluzione adottata oggi all’unanimità, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sollecita un contrasto risoluto agli atteggiamenti islamofobici, ai discorsi che incitano all’odio e alla violenza e chiede di “vigilare sul rispetto del diritti dell’uomo nel predisporre misure antiterrorismo”. Nel testo - di cui riferisce l’agenzia Sir - steso dal rappresentante portoghese João Bosco Mota Amaral, si indica ai 49 Paesi aderenti al Consiglio d’Europa di affrontare le cause remote dell’estremismo, fra cui “la discriminazione, l’esclusione sociale, l’ineguaglianza delle opportunità” e di “promuovere l’integrazione e la partecipazione politica e civile degli immigrati”. Il testo afferma inoltre che, nel quadro della laicità delle istituzioni politiche, gli Stati devono garantire la libertà di religione. D’altro canto si chiede alle comunità islamiche in Europa “di condannare chiaramente il terrorismo e l’estremismo”. (R.G.)

    inizio pagina

    Europa ancora lontana dal pieno rispetto dei diritti umani

    ◊   In Europa, si è complessivamente ''ancora lontani'' dal pieno rispetto dei diritti umani. La denuncia, del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è giunta in occasione della presentazione, ieri a Strasburgo, del Rapporto 2007. Preoccupazione è stata espressa da Hammarberg riguardo in particolare il razzismo e l'omofobia, ma dall'attività di monitoraggio condotta dal Consiglio d'Europa sono emersi tanti problemi anche su molte altre questioni. A cominciare dai diritti degli immigrati, sovente poco rispettati, alle varie forme di discriminazione che colpiscono la popolazione Rom residente in Europa. Tra le note dolenti, anche la violenza tra le mura domestiche, tanto da sollecitare campagne di sensibilizzazione per combatterla. Nel rapporto caldeggiate infine riforme ed altri interventi per assicurare l'indipendenza della Magistratura, garantire condizioni accettabili di detenzione in carceri troppo spesso sovraffollate e rafforzare il diritto, ancora troppo ''fragile'', alla libertà di espressione. (R.G.)

    inizio pagina

    Paraguay: nota della nunziatura e messaggio dei vescovi in vista delle presidenziali

    ◊   Secondo la stampa locale, domenica prossima, il nuovo presidente della Repubblica del Paraguay dovrebbe essere uno dei due principali candidati: Blanca Ovelar, del partito “Colorado” attualmente al Governo con il leader uscente Nicanor Duarte o il vescovo emerito di San Pedro, sospeso “a divinis” oltre un anno fa, Fernando Lugo, sostenuto da una coalizione di forze politiche. Per ora i sondaggi continuano a dare come favorito Fernando Lugo, ma nel frattempo non accenna a diminuire la polemica sul fatto che lui sia un sacerdote e, dunque - secondo la Carta costituzionale - impedito di fare politica. In questo contesto, nei giorni scorsi si è innescata una nuova polemica riguardo l’attuale rapporto canonico tra Lugo e la Chiesa. Lo scorso 14 aprile la Nunziatura, con un breve comunicato scritto, ha voluto precisare che la "Sede Apostolica processa i fatti, quando si sono registrati" e non prima; che la posizione della Chiesa cattolica, “espressa in documenti della Santa Sede e della Conferenza episcopale del Paraguay, sull'attività politiche e partitiche di mons. Lugo, non è cambiata”. Infine, il comunicato aggiunge, che “la sospensione "a divinis" del vescovo è una sanzione e non una facoltà”. Per il Paese sudamericano, colpito da una grave crisi economica e politicamente molto polarizzato, le consultazioni di domenica sono di particolare importanza e perciò i vescovi hanno rivolto un Messaggio ai consacrati, ai laici impegnati e a tutti gli uomini di buona volontà per invitarli a un discernimento sull’importanza del voto ai fini del bene del Paese. Davanti alla “situazione lacerante” che sta attraversando la Nazione per la mancanza di coerenza nella vita socio-politica e nella fede dei cristiani, i vescovi – chiamati ad essere “seminatori di speranza” - espongono alcune considerazioni sul significato e le implicazioni dell’appuntamento elettorale. Sottolineando anzitutto che il voto è “un diritto e un obbligo”, i presuli si soffermano su alcuni requisiti di fondo dei candidati: preoccupazione per tutti e disponibilità al servizio di tutti, rettitudine e onestà di vita, conoscenza sufficiente della responsabilità che assumono. E’ inoltre indispensabile – si legge ancora nel Messaggio - “conoscere i programmi di governo: chiari, realistici, democratici, basati sui valori etici e rispettosi dei valori religiosi”. Programmi “che devono tener conto dei problemi sociali e delle necessità fondamentali del popolo, soprattutto dei poveri e dei giovani”. “La Chiesa – ribadiscono i vescovi – non appoggia candidati, ne svolge campagne politiche a favore di una determinata parte della popolazione, poiché la sua natura e la sua missione universale non possono ridursi a una situazione politica settoriale; tuttavia, come cattolici, dobbiamo “operare un discernimento sui programmi elettorali e considerare quelli che difendano e promuovano la vita dal concepimento alla morte naturale e che tutelino la famiglia, la dignità umana e il bene comune, programmi che scaturiscono dalla morale e dall’etica. (A cura di Luis Badilla)

    inizio pagina

    Messico: la Chiesa riafferma il suo sì alla vita

    ◊   Nel contesto delle celebrazioni giubilari dell’Arcidiocesi di Acapulco, che sta per compiere i 50 anni della sua erezione, il Seminario del Buon Pastore, ha organizzato un Congresso di Bioetica sul tema “L’eutanasia e l’aborto: sfide in Messico”. All’iniziativa hanno preso parte alcuni specialisti della materia. Il Congresso, riferisce l'Agenzia Fides, è stato celebrato nell’imminenza del verdetto della Suprema Corte di Giustizia della Nazione sul giudizio di incostituzionalità avanzato dalla Commissione Nazionale dei Diritti umani e dalla Procura Generale della Repubblica, a seguito dell’approvazione dell’interruzione legale della gravidanza nel Distretto Federale. Davanti alla cultura della morte, “la Chiesa vuole continuare ad insistere nel suo sì alla vita, che proviene dal messaggio del Vangelo di Gesù Cristo e che non può essere negoziabile né prescindibile” si legge nel comunicato dell’Arcidiocesi di Acapulco. “Il sì alla vita lo intendiamo in una maniera integrale, cioè, dal concepimento fino alla morte naturale, dato che la vita è un dono del Creatore”, cosa che include necessariamente l’attenzione a tutte le situazioni nelle quali la vita si vede minacciata, quali ad esempio “le grandi minacce presenti nei nostri Paesi legate alla denutrizione, alla disoccupazione, ai salari da fame, alle assuefazioni, alla violenza, al crimine organizzato”. Attenzione anche a tutte quelle circostanze “che incidono sul deterioramento della vita e della dignità delle persone, soprattutto di chi vive in situazioni di alta vulnerabilità come coloro che non sono ancora nati, gli anziani, gli indigenti, i malati, le donne ed i bambini” continua il comunicato. L’Arcidiocesi considera inoltre che “il diritto alla vita è un diritto naturale, riconosciuto dalla sana ragione”, è dunque “un tema di diritti umani, il primo e fondamento di tutti gli altri. Da questa prospettiva razionale la Chiesa vede e difende il diritto alla vita, che non può né deve essere intaccato da legislazioni che la minacciano o l’annientano”. Per questo la Chiesa lancia un appello ad approvare legislazioni che promuovano e difendano la vita. L’Arcivescovo di Acapulco, Mons. Felipe Aguirre Franco, durante il Congresso ha affermato che l’aborto degrada la società. “Noi sacerdoti conosciamo il dramma di chi si sente responsabile di un aborto. Il dolore di avere ucciso il proprio figlio si porta sempre nella coscienza” ha detto l’Arcivescovo, che allo stesso tempo ha ricordato che abortire significa uccidere, un crimine condannato dalla legge di Dio e dalla Costituzione del Messico, ma “con leggi permissive, sono migliaia i bambini assassinati negli ospedali da una mentalità edonista dei partiti che cercano di mascherare la cura della salute riproduttiva”. (R.P.)

    inizio pagina

    Parte dal Galles un campagna per la pace in Colombia

    ◊   Un conflitto che dura da 40 anni ed ha causato una delle crisi umanitarie più gravi del mondo”: accade in Colombia, ha denunciato mons. Rubén Salazar, arcivescovo di Baranquilla, quarta città del Paese latinoamericano, in visita nei giorni scorsi in Inghilterra e Galles. “Più di tre milioni di persone, quasi l’equivalente della popolazione del Galles ” - ha spiegato il presule - sono state costrette nel mio Paese, a lasciare, “a causa dei guerriglieri e dei gruppi paramilitari, le proprie case e vivere in povertà nelle baraccopoli alla periferia delle città”. Incontrando gli alunni delle scuole, gli studenti universitari, i fedeli nelle parrocchie britanniche, mons. Salazar ha aggiunto: “Non possiamo più vivere in conflitto. La nostra società ha bisogno di un vero cambiamento”. Di qui la richiesta - di cui riferisce l’agenzia Sir - di sottoscrivere una petizione che impegni il Governo colombiano a fornire aiuti adeguati ai sopravvissuti del conflitto. Centinaia di persone, tra cui l’arcivescovo di Cardiff, Peter Smith e gli europarlamentari Jonathan Evans, Plaid Cymru e Jill Evans, oltre a cittadini comuni e studenti, hanno promesso il proprio appoggio per una campagna di giustizia e di pace in Colombia. Una gigantesca bandiera del Galles con le firme della popolazione verrà presentata dall’arcivescovo Salazar alla conferenza di pace che si terrà a Bogotà nel prossimo agosto. (R.G.)

    inizio pagina

    Celebrati i funerali di fratel Brian Thorp, missionario inglese ucciso in Kenya

    ◊   La Chiesa del Kenya ha dato l’estremo saluto a fratel Brian Thorp, il missionario inglese della Società Missionaria di San Giuseppe di Mil Hill, ucciso mercoledì scorso nella sua abitazione durante un tentativo di rapina. Il sacrificio di fratello Thorp era stato anche ricordato dal Papa domenica scorsa durante il Regina Caeli. Le esequie, che si sono svolte a Lamu, parrocchia di fratel Thorp, sono state presiedute dal vescovo di Malindi, mons. Francis Baldacchino ed il corpo del missionario è stato sepolto nel cimitero inglese alla periferia del villaggio di Shela. Ed è proprio per garantire la sicurezza dei cittadini che i vescovi del Kenya hanno indirizzato una lettera al nuovo Governo di grande coalizione costituito domenica scorsa dal presidente Emilio Mwai Kibaki e dal suo avversario politico Raila Odinga, nominato primo ministro. Nella lettera - riferisce l’agenzia Misna - si auspica che i membri del Governo lavorino insieme per il bene del popolo. Tra le priorità anche l’emergenza dei 170 mila sfollati dei campi profughi, l’equa ridistribuzione delle terre e la garanzia della sicurezza alimentare. (V.V.)

    inizio pagina

    India: dalla Corte Suprema aiuti umanitari per i profughi cristiani dell'Orissa
     

    ◊   Il Tribunale ha annullato una decisione presa lo scorso gennaio dalla Magistratura dello Stato federale, che impediva alle istituzioni religiose di aiutare le vittime della violenza degli estremisti indù. Sono circa 3500 i contadini cristiani appartenenti a gruppi tribali minoritari che vivono da gennaio in campi per rifugiati, privi di acqua potabile, cibo ed assistenza medica. Sono stati attaccati alla vigilia dello scorso Natale da un gruppo di fanatici induisti che hanno bruciato 500 case ed edifici cristiani nell’arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, oltre 1700 km a sud-est di Nuova Dehli. L’11 gennaio la Magistratura locale aveva proibito di aiutare le vittime dell’intolleranza religiosa con la motivazione che questo avrebbe creato tensioni nell’area. La “Human rights law network”, un’associazione di avvocati che si battono in difesa dei diritti umani, si era dunque rivolta alla Corte suprema. L’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, Raphael Cheenath, si è detto felice e sollevato di poter finalmente confortare la sua gente, che ha sofferto per mesi. L’arcidiocesi ricostruirà le case distrutte e, nel frattempo, ha anche promosso tre centri di assistenza legale per alcuni cristiani incarcerati perché accusati di attacchi contro gli indù. (A cura di Virginia Volpe)

    inizio pagina

    Vietnam: il governo annuncia che restituirà i terreni del Santuario di La Vang

    ◊   Sarà restituito al santuario di Nostra Signora di La Vang – il principale del Vietnam - il terreno che circonda la basilica e che era stato preso dal governo nel 1975. La decisione è stata annunciata dal vicepresidente del Comitato del popolo di Quang Tri, Nguyen Duc Chinh, nel corso di un incontro con l’arcivescovo d Hue, Stephen Nguyen Nhu The, ed il coadiutore mons. Francis Le Van Hong. La decisione del governo provinciale - scrive l'Agenzia AsiaNews - riguarda un’area di circa 21 ettari che circonda la basilica e rappresenta la maggior parte degli oltre 23 ettari che erano stati espropriati. La basilica di La Vang è il santuario nazionale mariano del Vietnam, che accoglie, specialmente per il 15 agosto, decine di migliaia di fedeli. Il luogo nel quale la Vergine apparve nel 1798 è stato colpito negli anni da conflitti e tifoni. Micidiali armi si sono abbattute tutt’intorno ancora negli anni ’70, durante la guerra, ma il santuario è ancora lì, a proteggere il popolo e la Chiesa di tutto il Vietnam. (R.P.)

    inizio pagina

    Myanmar: l’impegno del volontariato internazionale a sostegno dei collegi della Chiesa per i bambini più poveri

    ◊   Per molti bambini del Myanmar abitare in un collegio dei missionari è l’unica possibilità per andare a scuola. Sovente i piccoli alunni più poveri e quelli che abitano lontano vengono ospitati in case-collegi-orfanotrofi gestiti dalla Chiesa. L’obiettivo dell’Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale) è proprio quello di aiutare il mantenimento dei collegi a Pekhon e Taunggyi perché la crescita del costo dei servizi e l’impoverimento del Paese rendono impossibile ai sacerdoti locali la gestione degli istituti. Oggi tutte le scuole del Myanmar sono di proprietà dello Stato ed anche quelle create dai missionari sono state espropriate ma la Chiesa ha potuto mantenere la proprietà delle case-collegi, dove i bambini bisognosi possono ricevere aiuto, cibo e assistenza medica. (V.V.)

    inizio pagina

    Stati Uniti: dal 27 aprile al 3 maggio, Settimana cattolica di sensibilizzazione per una sanità accessibile a tutti

    ◊   L’Associazione sanitaria cattolica degli Stati Uniti promuove dal 27 aprile al 3 maggio una Settimana di sensibilizzazione per un sistema sanitario che sia effettivamente accessibile a tutti. “Cover the Uninsured Week” è il titolo dell’iniziativa giunta quest’anno alla sua quinta edizione. L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche sulle carenze dell’attuale sistema sanitario negli Stati Uniti. Il numero dei cittadini americani privi di assicurazione sanitaria, senza la quale è possibile accedere solo alle strutture di emergenza, ha quasi raggiunto la cifra di 47 milioni di dollari. Le statistiche confermano che queste persone sono esposte a un maggiore rischio di mortalità, anche perché escluse dalle visite di controllo e di medicina preventiva. Inoltre pagano di più per le cure che ricevono rispetto alle persone assicurate. Questa drammatica realtà riguarda anche una parte significativa della classe media con un lavoro stabile. L'Associazione è da tempo impegnata su questo fronte e chiede che siano destinate più risorse pubbliche alla sanità. Un impegno che sta intensificando in questi mesi in vista delle prossime presidenziali: “Il voto - ha detto la presidente dell'Associazione sanitaria, Suor Carol Keehan - ci offre un’occasione straordinaria per creare un movimento di consenso attorno alla riforma e per aprire un dialogo sulla dottrina sociale della Chiesa”. Nelle scorse settimane l’Associazione ha diffuso un opuscolo intitolato “Our Vision for US Health Care”, in cui elenca i valori a cui dovrebbe ispirarsi la riforma: la difesa della dignità umana, il bene comune, la solidarietà, l’attenzione per i poveri e ai più vulnerabili, la giustizia e il pluralismo delle strutture sanitarie. (L.Z.)

    inizio pagina

    Hong Kong: inaugurata una mostra per i 120 anni della Cattedrale della città

    ◊   Commemorare la storia e rilanciare l’Evangelizzazione: questo il motivo della Mostra commemorativa in occasione dei 120 anni di fondazione della Cattedrale della diocesi di Hong Kong intitolata “La grazia del Signore rimane sempre, andiamo avanti verso il futuro”. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese ripreso dall'Agenzia Fides), la mostra, inaugurata nei giorni scorsi, fa parte delle diverse iniziative per festeggiare i 120 anni di fondazione della Cattedrale dedicata all’Immacolata Concezione. Nella solenne Concelebrazione Eucaristica, il Vescovo di Hong Kong ha ringraziato il Signore per questa splendida opera spirituale ed artistica ed ha esortato a “tenere cara l’eredità degli antenati, per arricchire la nostra fede”. La diocesi ha organizzato tante iniziative per ricordare questo importante anniversario. L’8 dicembre 1883 la chiesa di Hong Kong pose la prima pietra della Cattedrale. Cinque anni dopo fu consacrata e inaugurata la nuova Cattedrale. Nel 2003 l’Unesco ha attribuito alla Cattedrale un Premio per la protezione del patrimonio culturale. La mostra si divide in cinque temi principali: una breve storia della Cattedrale e dell’architettura, Vita liturgica, Servizio Caritativo, Vocazione, Evangelizzazione. “Oltre ad essere un ricordo collettivo del percorso della storia diocesana, la mostra vuole soprattutto richiamare il senso della missione dei fedeli” affermano gli organizzatori. (R.P.)

    inizio pagina

    Cardinale Scola: per un'autentica laicità le religioni devono ripensare la loro soggettività pubblica

    ◊   “Oggi le religioni sono chiamate a ripensare la loro soggettività pubblica per non cedere al fondamentalismo ma, al contrario, per potenziare” una “vita democratica autenticamente laica”. Lo ha detto questa mattina il Patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, intervenendo all’inaugurazione del nuovo anno dello "Studium generale marcianum", il polo pedagogico-accademico diocesano di cui il Patriarca è Gran cancelliere. “Nella società civile in Europa” e “nel nostro Paese” ha osservato il card. Scola ripreso dall'Agenzia SIR, “convivono molteplici concezioni di vita”; occorre pertanto “il concorso delle diverse posizioni per l’affermarsi di una vita buona”, indispensabile “per la convivenza civile”. In questo orizzonte, avverte il Patriarca, “solo la tensione ad un giudizio comune può fare di persone e corpi intermedi così diversi un unico popolo, capace di progettare un futuro verso il quale muoversi insieme. Al contrario un tasso di conflittualità ogni giorno più elevato favorisce la tentazione di una reattività immediata e mai sufficientemente meditata. E con il risultato di rendere il quadro complessivo ancora più confuso e conflittuale”. Di qui l’urgenza, per il cardinale Scola, “di luoghi di pensiero, elaborazione culturale, educazione in cui poter recuperare uno sguardo più distaccato e insieme sim-patetico sulla realtà, a partire dal quale operare un confronto con tutti”. (R.P.)

    inizio pagina

    Convegno della CEI a Roma: le Chiese siano belle e compatibili con l’ambiente

    ◊   Chiese non solo belle e riconoscibili, ma anche compatibili con l’ambiente. E’ un’attenzione che d’ora in poi deve accompagnare sempre chi progetta e costruisce i nuovi edifici di culto. L’indicazione è emersa nel corso del Convegno “Costruire bene per vivere meglio”, organizzato dalla Conferenza episcopale italiana e conclusosi questa mattina a Roma, con alcune indicazioni operative. “Esistono molti esempi alti di architettura contemporanea – ha detto don Stefano Russo, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici – e noi dobbiamo avere il coraggio di metterci in dialogo positivo con la contemporaneità. Non facciamoci prendere dalla fretta di costruire le chiese subito e spendendo il meno possibile”, ha raccomandato. Occorre invece che “l’edificazione di una chiesa sia il frutto di un dialogo a più voci”. Anche e soprattutto per la ricerca delle migliori condizioni termiche e di risparmio energetico. Invece a volte si finisce per trattare una chiesa allo stesso modo degli edifici di civile abitazione o dei capannoni industriali”. La soluzione sta nella bioarchitettura, cioè un modo di costruire che tiene conto dell’ambiente. Come ha fatto notare Luigi Fusco Girard dell’Università di Napoli, progetti che non si basino esclusivamente su soluzioni estetiche od economiche, ma prendano in esame anche l’ecologia. (A cura di Mimmo Muolo)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Scontri a Gaza tra israeliani e palestinesi: oltre 10 le vittime

    ◊   Fiammata di violenza nella Striscia di Gaza. Nei combattimenti tra l’esercito israeliano e i miliziani palestinesi, 5 membri di Hamas e 3 soldati israeliani hanno perso la vita, altri 3 militari sono rimasti feriti. Intanto, sono caduti numerosi razzi sparati dalla Striscia di Gaza sul Neghev e le città di Sderot e di Ashqelon, senza provocare vittime. Rinviata a domani la distribuzione di carburante da parte di Israele verso l’area, dopo la sospensione dovuta all’attentato della scorsa settimana al terminal di Nahal-Oz, nel quale hanno perso la vita due civili israeliani. Risolto il caso dell’ex presidente Jimmy Carter, che ieri si era visto negare il permesso di visitare la Striscia di Gaza: incontrerà due dirigenti di Hamas nel pomeriggio al Cairo. Venerdì prossimo, poi, l'ex presidente statunitense dovrebbe avere un colloquio con il leader di Hamas in esilio a Damasco, Khaled Mashaal.
     
    Iraq-Turchia
    Nuova incursione turca nel Kurdistan iracheno. Aerei militari di Ankara hanno colpito un gruppo di militanti del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, che tentavano di passare il confine turco. L’azione arriva all’indomani di numerosi attentati nel Paese del Golfo costati la vita ad oltre 60 persone.
     
    Iran-nucleare
    Il nucleare iraniano al centro della riunione che si apre oggi a Shangai, in Cina. Al vertice partecipano i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Cina, USA, Gran Bretagna, Francia e Russia) più la Germania. Sul tavolo, un’intesa sul futuro del programma atomico di Teheran che la Repubblica Islamica intende portare avanti. I sei negoziatori sono pronti ad offrire nuovi incentivi per abbandonare il progetto di arricchimento dell'uranio. Intanto, fanno discutere le parole del presidente iraniano Ahmadinejad, che ha rilanciato la tesi del complotto per spiegare gli attentati negli Stati Uniti contro le Torri Gemelle nel 2001.
     
    Afghanistan
    Cresce il numero delle perdite nelle file della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza della NATO in Afghanistan. Due soldati, di cui non si conosce ancora la nazionalità, sono stati uccisi per l’esplosione di un ordigno nel sud del Paese. Altri due militari sono rimasti feriti.

    Petrolio-euro
    Giornata di record in Borsa. Il prezzo del petrolio ha macinato un nuovo primato, toccando a New York quota 114,24 dollari. Vola anche il brent a Londra, dove ha raggiunto i 112,16 dollari. Record anche per l’euro che ha toccato il picco storico a 1,5967 sul dollaro. Un movimento favorito dall'inatteso rialzo dell'inflazione nell’Eurozona che, a marzo, ha registrato un +3,6 per cento su base annuale. Si tratta del maggior incremento negli ultimi 16 anni.
     
    Russia-Putin
    Vladmir Putin ha ottenuto ieri l’incarico di guidare il partito “Russia Unita”, che ha la maggioranza assoluta alla Duma. Oltre a questo nuovo ruolo, dal 7 maggio - giorno del passaggio di consegne al Cremlino al successore Medvedev - Putin diventerà primo ministro. Per la prima volta, quindi, la Russia avrà un governo presieduto dal leader del partito che ha vinto le legislative. Si tratta di una trasformazione istituzionale o di un evento legato alla figura di Putin che in queste ore si sposta in visita in Libia? Risponde Fabrizio Dragosei, corrispondente del Corriere della Sera da Mosca, intervistato da Giada Aquilino:
     
    R. - Direi che sicuramente è un evento legato alla figura di Putin, perché lasciando il Cremlino Putin aveva bisogno di ritagliarsi un ruolo di leader. Il primo ministro è - come in Francia - l’uomo che risponde al presidente. Ufficialmente, si occuperà di governare e, quindi, di far funzionare la Russia: il presidente dà solamente delle indicazioni generali e sceglie gli uomini. Poi toccherà al governo attuare le misure richieste. Putin dovrà, quindi, fare tutto ciò che lui stesso ha chiesto di fare ai suoi in questi otto anni e che non è stato fatto: portare avanti la Russia, incoraggiare lo sviluppo, migliorare le condizioni di vita della popolazione, combattere l’inflazione, ma allo stesso tempo assicurare la crescita economica e soprattutto - questo è un ruolo che Putin potrebbe tentare di svolgere - lottare contro la corruzione dilagante nel Paese.

    D. - Al centro degli incontri tra Putin e Gheddafi, in queste ore in Libia, la cooperazione energetica. E’ una nuova alleanza?

     
    R. - La Russia si sta certamente allargando nella sponda meridionale del Mediterraneo. Aveva iniziato a prendere contatti con l’Algeria e adesso con la Libia: si tratta di relazioni che - ricordiamolo - sono sponsorizzate anche dall’Italia. Gazprom, che è la società russa che controlla tutto il gas che viene dalla Siberia e dal Mar Caspio, ha infatti raggiunto un accordo proprio con l’italiana ENI per uno scambio di proprietà in Libia.

    Zimbabwe-politica
    Tensione in Zimbabwe. E’ fallito lo sciopero generale, indetto ieri dall’opposizione, per protestare contro la mancata pubblicazione dei risultati delle presidenziali tenutesi lo scorso 29 marzo. Circa 50 attivisti del Movimento per il cambiamento democratico del leader Tsvangirai sono stati arrestati dalle forze dell’ordine per aver impedito a molte persone di recarsi al lavoro.

    ONU-crisi africane
    Zimbabwe e Darfur sono i temi caldi che verranno affrontati nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, convocata per oggi al Palazzo di Vetro di New York. Un vertice al quale partecipano numerosi capi di Stato africani, ma anche il premier britannico, Gordon Brown, e quello italiano uscente, Romano Prodi. Delle emergenze del continente africano, hanno parlato ieri il presidente americano, George W. Bush, e il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon.

    Italia-politica
    Dal  voto amministrativo, arrivano molte conferme in relazione a quello politico nazionale, che ha visto la netta affermazione del Popolo della Libertà. Il centrodestra infatti si conferma in Sicilia, conquista il Friuli Venezia Giulia e costringe al ballottaggio il centrosinistra nel comune e nella provincia di Roma.  Sostanziale pareggio invece nel voto degli italiani all’estero. Intanto, Berlusconi indica le priorità del suo prossimo governo. Il servizio di Giampiero Guadagni:
     
    Popolo della Libertà (PDL) e Partito Democratico (PD) si dividono dunque il voto degli italiani all’estero. Il PDL ottiene tre seggi al Senato e quattro alla Camera. Il PD due al Senato e sei alla Camera. Nel prossimo parlamento, dunque, il PDL avrà 344 deputati e 174 senatori; il PD 246 deputati e 132 senatori. C’è poi l’Unione di centro (UDC), con 36 deputati e 3 senatori. Insomma, un parlamento fortemente bipolare, con  la scomparsa della sinistra, dei socialisti e della destra. Nel voto locale, le alleanze sono state di diversa natura, ma la tendenza appare sostanzialmente confermata. Il PDL, dopo la conferma in Sicilia, conquista anche il Friuli Venezia Giulia, dove a perdere è l’ex governatore, Illy. Dura sconfitta per il PD anche a Brescia, governata da dieci anni dai DS, dove passa al primo turno il candidato sindaco di PDL e Lega. Un’altra sorpresa arriva dalle provinciali è a Massa Carrara: il presidente uscente, Angeli del PD, è in testa ma di poco e dovrà vedersela al ballottaggio con Sandro Bondi, scelto dal PDL  per insidiare una storica roccaforte della sinistra. Il centrosinistra vince subito a Benevento e Vibo Valentia. Ballottaggi negli altri principali comuni  e province, compresa Roma, la sfida politicamente più attesa e significativa. Il centrosinistra non è riuscito a vincere al primo turno né con Rutelli per il Campidoglio né con Zingaretti per la provincia. E il ballottaggio del 27 e 28 aprile con Alemanno e Antoniozzi si presenta incerto. A decidere saranno gli apparentamenti. Berlusconi si rivolge agli elettori di UDc e La Destra perché appoggino i candidati del PDL. Il futuro premier ha ieri indicato le priorità del suo governo: la soluzione dell’emergenza rifiuti e della vicenda Alitalia. Ha annunciato i primi provvedimenti: abolizione dell’ICI e bonus di mille euro per i nuovi nati. Apertura al confronto con l’opposizione sulle riforme istituzionali, chiusura invece sulla possibilità di rinunciare alla presidenza di una delle due camere. Una decisione  criticata dal leader PD, Veltroni, che da parte sua annuncia la formazione di un ‘governo ombra’.

    Tibet-Cina-fiamma olimpica
    Tappa in Pakistan per la fiaccola olimpica. Il governo di Islamabad, alleato della Cina, ha annunciato che non ci saranno manifestazioni pro-Tibet. La staffetta si correrà all’interno dello stadio. Domani, la torcia arriverà in India dove si respira tutt’altro clima. New Delhi ha già predisposto imponenti misure di sicurezza chiudendo l’area dove passerà la fiaccola. Ieri, una ventina di tibetani sono stati fermati durante le prove del percorso mentre inscenavano una contro-staffetta. Infine, sono state proibite manifestazioni filo-tibetane nello Stato indiano dell’Arunachal Pradesh, al confine con la Cina che ne rivendica il possesso.

    Nepal-elezioni
    Risultati quasi definitivi in Nepal dove si sono svolte, il 10 aprile scorso, le elezioni per l’Assemblea costituente. Secondo gli ultimi dati, sarebbe più che netta l’affermazione degli ex ribelli maoisti, con 118 seggi sui 216 totali. Le consultazioni aprono la strada al varo della nuova Costituzione e al passaggio dalla monarchia alla Repubblica. Secondo gli analisti, è possibile anche un rimpasto di governo vista la vittoria dei maoisti.

    India-Pakistan-Bangladesh incidenti
    Drammatico il bilancio di tre incidenti stradali nel sub-continente indiano, costati la vita ad oltre 70 persone. Il più grave è avvenuto in India dove circa 45 passeggeri, in maggioranza studenti, hanno perso la vita a bordo di un autobus che è precipitato in un canale del fiume Narmada, non lontano da Vadodara, nello stato nord-occidentale indiano del Gujarat. Secondo una prima ricostruzione, l’autista avrebbe perso il controllo del mezzo. E quattordici anche le vittime di un incidente simile, avvenuto nella Neelum Valley della regione di Azad, nel Kashmir pakistano. Le cattive condizioni meteorologiche hanno provocato la caduta del bus nel fiume. In uno scontro tra un pullman ed un treno in Bangladesh, a 80 km da Dacca, 17 persone hanno perso la vita.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 107

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina