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Sommario del 07/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI ai vescovi delle Antille: rafforzate l'identità cristiana attraverso le scuole cattoliche e i seminari, perché l'etica del Vangelo si oppone ai drammi sociali causati da droga, commercio d'armi e turismo selvaggio
  • La visita del Papa alla Basilica di San Bartolomeo per onorare i martiri del XX secolo
  • I martiri cristiani, testimoni dell’amore di Dio, nel magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
  • Altre udienze
  • Domani in Sala Stampa la presentazione del viaggio del Papa negli Stati Uniti
  • Il cardinale Cordes incontra i vescovi d'Inghilterra e Galles
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Le conseguenze dei cambiamenti climatici al centro della Giornata mondiale della salute
  • Presentate a Roma le proposte del Movimento per la Vita a 30 anni dalla legge 194
  • Concluso a Roma il Colloquio internazionale promosso dal Rinnovamento Carismatico cattolico: intervista con Oreste Pesare
  • Chiesa e Società

  • Grande commozione ai funerali del sacerdote siro-ortodosso ucciso a Baghdad
  • Liberate Ingrid Betancourt! Appello del presidente dei vescovi della Colombia al leader delle FARC
  • Concluso l'incontro dei vescovi cileni e argentini della Patagonia
  • I vescovi del Messico: trasformare le realtà laceranti del Paese in esperienze d’amore
  • Incontro internazionale a Cuba sulla vita e l’opera di Fra’ Bartolomeo de Las Casas, evangelizzatore dell’America e difensore degli indigeni
  • Sydney 2008: a meno di 100 giorni dalla GMG, sono 213 mila le registrazioni
  • Thailandia: a Bangkok cristiani e buddisti ricordano Chiara Lubich
  • Chiesa e Ong cattoliche promuovono istruzione e sviluppo nelle zone povere del sud della Thailandia
  • Francia: concluso ieri a Benoîte-Vaux il congresso della pastorale dei nomadi
  • Spagna: il vescovo di Almeria invita a sostenere nel mondo la maternità
  • Presentati oggi a Tubinga i risultati di una ricerca sul dialogo tra cattolici e luterani
  • www.religion.ch: è l’indirizzo del nuovo sito internet di informazioni su Chiesa e società in Svizzera
  • Aggregate due Congregazioni di ispirazione carmelitana presenti in Italia, Messico ed India
  • Lutto nella Famiglia Camilliana per la scomparsa di padre Ercole Meschini, fondatore della “Fiaccole della Carità”
  • Domani mattina nella cattedrale di Faenza i funerali di Franco Bettoli, già presidente del Movimento internazionale Emmaus
  • Celebrazioni nelle Marche a 60 anni dalla morte del pittore d’arte sacra Biagio Biagetti, direttore dei Musei Vaticani
  • “L'Osservatore Romano: da Roma al mondo”: inaugurata ieri all’Università Cattolica di Milano la Mostra sulle vicende del giornale vaticano fondato nel 1861
  • 24 Ore nel Mondo

  • Manifestazioni pro-Tibet anche a Parigi: spenta la fiaccola olimpica

  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI ai vescovi delle Antille: rafforzate l'identità cristiana attraverso le scuole cattoliche e i seminari, perché l'etica del Vangelo si oppone ai drammi sociali causati da droga, commercio d'armi e turismo selvaggio

    ◊   La spiritualità cristiana e la lunga tradizione cattolica delle Antille hanno permesso di radicare nelle popolazioni dell’arcipelago centroamericano quei valori fondamentali, oggi ancor più necessari per contrastare le derive del materialismo e del relativismo etico che non risparmiano l’area. Benedetto XVI ha ricevuto stamattina i presuli delle Antille che hanno terminato la visita ad Limina, e li ha incoraggiati a porre grande attenzione alla formazione giovanile, sia quella vocazionale nei seminari, sia quella culturale nelle scuole cattoliche. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    L’appellativo di “paradisi” naturali, conferito loro dalla straordinaria bellezza del paesaggio terrestre e marino, e i nomi delle dozzine e dozzine di isole - da Cuba alle Barbados, da Haiti alle Bahamas a Trinidad e Tobago - che evocano scenari esotici ambiti dai tour operator di tutto il mondo celano, a una lettura superficiale, le piaghe sociali che feriscono questo lungo arco di territori - anglofoni, francofoni e di lingua olandese - che punteggiano i Caraibi dalla Florida alle coste settentrionali del Sudamerica. Piaghe con le quali la Chiesa locale delle Antille si confronta quotidianamente e che Benedetto XVI non ha ignorato nel loro impatto, spesso devastante, sulla popolazione locale e sul territorio. ”In gradi diversi - ha riconosciuto il Pontefice - le vostre sponde sono state colpite da aspetti negativi dell’industria dello spettacolo, dello sfruttamento turistico, del flagello del commercio di armi e di stupefacenti; influenze che non solo minano la vita familiare e scuotono le fondamenta dei valori culturali tradizionali, ma tendono ad influenzare negativamente la politica locale”.

     
    Problemi che, sul versante opposto, rappresentano, ha detto il Papa, “notevoli sfide” per i 13 episcopati che compongono la Conferenza dei vescovi delle Antille. “Di vitale importanza - ha puntualizzato Benedetto XVI - è l'instancabile promozione delle vocazioni insieme con la guida e la formazione permanente dei sacerdoti”. Sostenete “con attenzione” i seminari locali, ha raccomandato il Pontefice ai presuli caraibici - e verificate la formazione dei giovani sacerdoti, perché possano contare su un’offerta di “regolari programmi di formazione permanente”, necessari “per la costruzione dell’identità sacerdotale”. E riaffermando, in modo analogo, anche l’importanza della cura per le vocazioni religiose, registrate in calo, il Papa - alternando alla lingua inglese quella francese - ha esortato i vescovi delle Antille su un’altra questione molto attuale. “Cari fratelli - sono state le sue parole - ognuno di voi avverte la grande responsabilità a fare tutto il possibile per sostenere il matrimonio e la vita familiare, la fonte primaria di coesione all'interno della comunità e quindi di primaria importanza agli occhi delle autorità civili. A questo proposito, la grande rete delle scuole cattoliche nella vostra zona può giocare una differenza sostanziale”.

     
    “Dei buoni giovani cristiani sono buoni cittadini”, ha asserito poco dopo il Pontefice, dicendosi certo “che tutto sarà fatto per incoraggiare la specificità della vostra scuola cattolica che, lungo le generazioni, ha reso un notevole servizio al vostro popolo”. Nonostante le innegabili difficoltà, Benedetto XVI ha voluto terminare con una esortazione alla speranza, della quale - ha auspicato - i vescovi devono essere i primi “araldi”: “Siate audaci testimoni della luce di Cristo, che indica una direzione e una meta alle famiglie, e siate grandi predicatori della potenza del Vangelo, che deve permeare il loro modo di pensare, i loro standard di giudizio, e le norme di comportamento. Sono fiducioso - ha concluso il Papa - che la vostra testimonianza vissuta nello straordinario ‘sì’ di Dio all'umanità, incoraggerà le vostre popolazioni a respingere le distruttive tendenze sociali e a cercare ‘la fede in azione’, che abbraccia tutto ciò che genera la nuova vita di Pentecoste”.

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    La visita del Papa alla Basilica di San Bartolomeo per onorare i martiri del XX secolo

    ◊   Ricordare ed onorare la memoria dei testimoni della fede del XX secolo: con questo spirito oggi pomeriggio, alle 17.30, Benedetto XVI si recherà in visita alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, memoriale, appunto, dei martiri dei nostri giorni, e vi presiederà la celebrazione della Parola. La nostra emittente trasmetterà la cronaca dell’evento a partire dalle 17.20, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Ad accogliere il Papa, saranno, tra gli altri, il cardinale Vicario, Camillo Ruini, e i responsabili della Comunità di Sant’Egidio a cui, nel 1993, fu affidata la Basilica di San Bartolomeo. Ma quale atmosfera si respira, in queste ore, nella Comunità? Isabella Piro lo ha chiesto al presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo:


    R. – Un’atmosfera pasquale, di gioia, per questo dono che riceveremo dal Papa che visita una delle Chiese cui noi siamo più affezionati, più legati, perché la Chiesa di San Bartolomeo all’Isola Tiberina ci fu affidata da Giovanni Paolo II per il 25.mo anniversario della Comunità. È una Basilica che conserva le reliquie dell’Apostolo Bartolomeo e anche del grande Sant’Adalberto che fu l’evangelizzatore della Polonia. Dopo qualche anno, durante il Giubileo del 2000, quando Giovanni Paolo II ebbe l’idea di celebrare, di onorare i nuovi martiri e i testimoni della fede del XX secolo, questa Basilica ne divenne luogo memoriale e venne affidato alla Comunità perché Sant’Egidio ha questa forte vocazione ecumenica: i nuovi martiri sono martiri di tutte le Chiese cristiane.

     
    D. – Quest’anno ricorre il 40.mo anniversario della Comunità di Sant’Egidio: la visita del Papa ha dunque un significato particolare?

     
    R. – Sì, un grande significato: i 40 anni, nel linguaggio biblico, sono l’uscita dal deserto, sono il tempo della Terra Promessa. Per noi, è un grande anniversario che ha un grande significato soprattutto da un punto di vista spirituale. Siamo quindi molto felici che il Papa benedica questi 40 anni di storia, iniziati in anni travagliati, come erano quelli del ’68, gli anni della contestazione, in cui la Comunità non ha mai perso il riferimento della Parola di Dio e dell’amore per la Chiesa, anzi: ne è stata sempre guidata.

     
    D. – Nella Basilica di San Bartolomeo sono conservate numerose reliquie dei martiri del XX secolo. Cosa ci insegnano?

     
    R. –Che la fede viene prima di ogni altra cosa, ci insegnano la fedeltà agli insegnamenti della Chiesa. I martiri non sono degli eroi, sono persone normali come tutti, che hanno saputo, per amore della fede, per amore della Chiesa e molti per amore del Papa, vivere fino in fondo la loro fede, come Gesù sulla Croce: quando tutti gli gridavano “Salva te stesso!”, non scese dalla Croce, ma accettò il martirio fino in fondo. Ed è un testamento che giunge fino al XXI secolo. In fondo, il martirio, purtroppo, non è finito: fino a poco tempo fa, abbiamo pregato e pianto per la morte dell’arcivescovo caldeo di Mossul.

     
    D. – Sull’Isola Tiberina c’è anche l’ospedale “Fatebenefratelli”: quali sono i rapporti tra questa struttura e la Comunità di Sant’Egidio?

     
    R. – Sono rapporti ottimi! Siamo “vicini di casa” e spesso molte persone che vanno a visitare i malati all’ospedale vengono poi a pregare nella nostra Chiesa: c’è una cappellina con un’antichissima immagine della Madonna che è frequentatissima dai parenti dei pazienti dell’ospedale. In fondo, l’Isola Tiberina è stata sempre un luogo in cui si è chiesta la guarigione: sin dall’epoca dei Romani, c’era il Tempio di Esculapio e quindi per millenni è stata un’isola di guarigione. In questo senso, all’interno della Basilica c’è un pozzo scavato all’epoca dei Romani perché sembrava che da lì sgorgasse un’acqua miracolosa. Ecco: noi abbiamo conservato questo pozzo anche come segno della preghiera di guarigione per i malati.

     
    D. - Cosa vi aspettate dalla visita di Benedetto XVI, quali speranze, quale nuovo slancio sperate di ricavare da questo incontro?

     
    R. – Noi speriamo di essere benedetti nel nostro cammino e soprattutto nell’essere confermati da questo amore per la Chiesa che ci porta sulle grandi frontiere del mondo. La Comunità di Sant’Egidio è ormai diffusa in 70 Paesi del mondo e dovunque c’è la Comunità di Sant’Egidio c’è un po’ di spirito romano, ovvero un po’ di spirito universale, quel respiro universale della Chiesa che ci fa prendere cura delle ferite del mondo e soprattutto della vita dei più poveri. Ecco: noi speriamo e crediamo che la visita di Papa Benedetto XVI ci aiuti a vivere questa vocazione pienamente.

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    I martiri cristiani, testimoni dell’amore di Dio, nel magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI

    ◊   Con la visita di Benedetto XVI, oggi pomeriggio, alla Basilica di San Bartolomeo all’isola Tiberina, si porrà l’accento sulla straordinaria testimonianza dei martiri cristiani del XX secolo. Un tema fortemente presente nel Magistero del Papa e del suo predecessore Giovanni Paolo II che volle proprio dedicare la chiesa di San Bartolomeo ai testimoni eroici della fede del secolo scorso. Il servizio di Alessandro Gisotti:
     
    (musica)

     
    “Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi militi ignoti della grande causa di Dio”: Giovanni Paolo II lo sottolinea con forza nella Lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente del 1994. E aggiunge: “Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze”. Proprio per rispondere a questa esigenza, Giovanni Paolo II nell’Anno Giubilare presiede al Colosseo una commemorazione ecumenica dei testimoni della fede del XX secolo. “Quanti cristiani – avverte - in ogni continente, nel corso del Novecento hanno pagato il loro amore a Cristo anche versando il sangue”. Ed anche ai giovani, nell’indimenticabile GMG di Torvergata del 2000, Papa Wojtyla rammenta l’attualità del martirio che sempre accompagna la vita della Chiesa:
     
    “Anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e dei testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino, per seguire ‘l’Agnello dovunque va’”.
     
    Due anni dopo il Giubileo, Giovanni Paolo II decide di associare la Basilica di San Bartolomeo alla memoria degli eroici testimoni della fede del Novecento. A suggellare questa nuova dimensione della Basilica del X secolo è una solenne celebrazione ecumenica presieduta, il 12 ottobre 2002, dal cardinale vicario Camillo Ruini e dal Patriarca ortodosso romeno Teoctist. San Bartolomeo diventa dunque “Luogo memoriale dei Nuovi Martiri del XX secolo”. Come il suo predecessore, anche Benedetto XVI mette l’accento sulla fecondità del martirio cristiano. Ecco come ne tratteggia il significato all’Angelus del 26 dicembre scorso, solennità di Santo Stefano Protomartire:

     
    “Il martire cristiano attualizza la vittoria dell’amore sull’odio e sulla morte. Preghiamo per quanti soffrono a motivo della fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Maria Santissima, Regina dei Martiri, ci aiuti ad essere testimoni credibili del Vangelo, rispondendo ai nemici con la forza disarmante della verità e della carità”.

     
    Già nella prima uscita pubblica dopo l’elezione alla Cattedra di Pietro, visitando la Basilica di San Paolo il 25 aprile del 2005, Benedetto XVI aveva sottolineato che “il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”. Dunque, era il suo auspicio, “all’inizio del terzo millennio è lecito attendersi una rinnovata fioritura della Chiesa, specialmente là dove essa ha maggiormente sofferto per la fede e per la testimonianza del Vangelo”. E proprio la memoria, il ricordo è il messaggio che s’irradia da San Bartolomeo all’Isola Tiberina: sono ben 13 mila le testimonianze del martirio custodite nei locali della Basilica. Raccontano storie conosciute come quella di don Andrea Santoro, del vescovo Oscar Romero, di padre Massimiliano Kolbe, ma anche, come richiamato da Karol Wojtyla, di militi ignoti della grande causa di Dio.

     
    (musica)

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    Altre udienze

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Ha quindi incontrato la presidenza della Conferenza episcopale del Venezuela: il presidente mons. Ubaldo Ramón Santana Sequera, arcivescovo di Maracaibo; il primo vice-presidente mons. Roberto Lückert León, arcivescovo di Coro; il secondo vice-presidente cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, arcivescovo di Caracas; il segretario generale mons. Ramón José Viloria Pinzón, vescovo di Puerto Cabello. Il Santo Padre ha ricevuto ieri il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna.

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    Domani in Sala Stampa la presentazione del viaggio del Papa negli Stati Uniti

    ◊   Domani mattina alle 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa, terrà un briefing per illustrare il programma del viaggio apostolico del Santo Padre negli Stati Uniti d’America e della visita alla sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (15 - 21 aprile 2008). Nel corso del briefing sarà presentato anche il breve Messaggio video indirizzato da Benedetto XVI al popolo americano alla vigilia della sua visita.

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    Il cardinale Cordes incontra i vescovi d'Inghilterra e Galles

    ◊   Su invito della Conferenza episcopale d’Inghilterra e Galles (CBEW), il cardinale Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, incontrerà i vescovi d’Inghilterra e Galles, riuniti nella loro Assemblea plenaria a Hinsley Hall (Leeds) dal oggi al 10 aprile. "Scopo della visita - riferisce un comunicato del dicastero - è quello di dialogare con i presuli, alla luce della prima Enciclica di Benedetto XVI, Deus caritas est, sulla promozione dell’identità cattolica delle organizzazioni caritative ecclesiali, in un contesto caratterizzato sia da mutamenti repentini che da nuove sfide poste al tradizionale impegno della Chiesa in questo campo. Sebbene la Chiesa in Inghilterra e Galles - prosegue la nota - abbia raggiunto con opere efficaci quanti si trovano nel bisogno, i cambiamenti storici e culturali rendono necessaria una riflessione sul ruolo del vescovo quale primario responsabile dell’attività caritativa della Chiesa". Durante la visita, il cardinal Cordes incontrerà anche i responsabili diretti dell’attività caritativa della Chiesa, sia nel Paese che all’estero, e proprio allo scopo di incoraggiare una riflessione approfondita, nel pomeriggio di domani, terrà una conferenza pubblica all’Istituto Maryvale dell’arcidiocesi di Birmingham, impegnato nella formazione permanente e a distanza in teologia, evangelizzazione e catechesi.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   La cronaca dell'inaugurazione, da parte del cardinale Tarcisio Bertone, dell'anno giovanneo nel bergamasco.

    La fame e la povertà sono un'offesa alla dignità umana: nell'informazione internazionale: l'intervento dell'arcivescovo Celestino Migliore alla sessantaduesima sessione dell'Assemblea generale dell'ONU.

    In cultura, la relazione del direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, alla sessione conclusiva delle celebrazioni per il centenario della nascita di Cesare Brandi.

    Le bombe su Montecassino che rivelarono nuovi manoscritti: stralci della Lectio magistralis di Philip A. Stadter - professore emerito dell'Università di Chapel Hill (North Caroline) - cui domani, all'Università Cattolica del Sacro Cuore, sarà conferita la laurea honoris causa in filologia, letteratura e civiltà del mondo antico.

    La poesia è come l'Araba Fenice: Andrea Monda illustra i contenuti del quinto convegno nazionale, a Reggio Calabria, dell'associazione culturale "Pietre di Scarto".

    La "Congregatio clericorum" del vescovo Andrea: Felice Accrocca analizza uno studio fondamentale per l'identità storica della Chiesa di Perugia.
     Adriano Roccucci sul concetto di confine nell'identità russa.

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    Oggi in Primo Piano



    Le conseguenze dei cambiamenti climatici al centro della Giornata mondiale della salute

    ◊   Si celebra oggi la Giornata mondiale della salute, sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il tema prescelto, “Proteggere la salute davanti ai cambiamenti climatici”, è un’occasione per riflettere sui rischi crescenti per la sicurezza sanitaria internazionale. “E’ giunto il momento – si legge nel messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon – di dare voce a questa realtà troppo spesso trascurata, assicurandoci che la protezione e la salvaguardia della salute umana siano inserite tra le tematiche centrali del cambiamento climatico”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
     
    Le emissioni di gas serra stanno causando un aumento della temperatura, provocando molteplici, gravi conseguenze tra cui una sempre più preoccupante intensità delle ondate di calore, una diminuzione della produttività agricola ed una maggiore frequenza delle inondazioni. A questi effetti si deve poi aggiungere un possibile deterioramento delle condizioni di salute per milioni di persone. Quali sono, dunque, le priorità per rendere i sistemi sanitari in grado di affrontare queste minacce? Risponde la dottoressa Bettina Menne, responsabile del programma globale sul Cambiamento climatico e salute di OMS Europa.

    “Potenziare gli interventi sanitari per l’adattamento al cambiamento climatico: bisogna adottare per esempio, misure adeguate per quanto riguarda acqua, igiene, alimenti sicuri, immunizzazione, sorveglianza delle malattie infettive. Si deve anche garantire un’opportuna preparazione alle emergenze estreme climatiche. Poi vorremmo che si rafforzassero i servizi sanitari per facilitare la collaborazione fra i Paesi, per rispondere alle emergenze sanitarie, legate al cambiamento climatico. E’ anche necessario stimolare delle azioni nei settori in cui le riduzioni delle emissioni di gas serra possano produrre degli effettivi benefici per la salute”.

    La temperatura media della superficie terrestre è aumentata negli ultimi 100 anni, a livello globale, di circa 0,74°C. In Europa, tra la fine del 20.mo secolo e la fine del 21.mo, si prevede un incremento che varia, a seconda dello scenario, dai 2,3 ai 6°C. In questo quadro aumentano i rischi di patologie cardiovascolari, renali, metaboliche e soprattutto respiratorie:
     
    “Per quanto riguarda le malattie respiratorie ci sono, in particolare, tre fattori che ci preoccupano: il cambiamento climatico può aggravare la qualità dell’aria all’interno delle città. Le ondate di calore causano morti, abbastanza frequentemente a causa di problemi respiratori. C’è poi anche il discorso dell’anticipazione della stagione dei pollini nell’emisfero nord”.

    Per rispondere ai cambiamenti climatici è anche necessaria una collaborazione tra governi, imprese ed organizzazioni non governative per fronteggiare i problemi sanitari legati ad eventi meteorologici. Ma questa sinergia, auspicata da tutti, è realmente funzionate? Ancora la dottoressa Bettina Menne:

    “Secondo me, deve essere più sistematicamente messa in atto. E’ vero che c’è uno strumento globale come quello della convenzione sul clima, quello di Kyoto e quello che seguirà Kyoto, ma non basta. Dobbiamo cominciare da noi stessi”.

    La malnutrizione e le malattie legate al clima colpiranno soprattutto i più deboli: bambini, anziani e malati. Le aree più colpite saranno quelle più disagiate: “Entro il 2020 – si legge infine nel messaggio del segretario generale dell’ONU – quasi 250 milioni di africani dovranno far fronte ad una maggiore scarsità di acqua che comporterà una conseguente diminuzione dei raccolti”.

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    Presentate a Roma le proposte del Movimento per la Vita a 30 anni dalla legge 194

    ◊   Il Movimento per la Vita ha tenuto stamani un incontro con i giornalisti presso la Sala stampa della Camera dei deputati per rilanciare, in modo trasversale a tutti i partiti, le proposte in difesa del nascituro. Nel corso della conferenza è stato presentato il libro di Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, dal titolo “A trent’anni dalla Legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza”: Emanuela Campanile lo ha intervistato:

     
    R. – Il tema della legge 194, che compie - proprio nel 2008 - trent’anni, deve essere messa al centro della valutazione del popolo sia ora che dopo le elezioni: ora nella scelta libera – noi non diamo suggerimenti specifici – e dopo perchè crediamo che la prossima legislatura sia veramente una legislatura che dovrà affrontare, insieme agli altri problemi di bioetica, anche questo argomento. Il libro, che si intitola “A trent’anni dalla legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza”, vuole essere un sussidio semplice per smetterla di dire sciocchezze e bugie sulla legge 194 e se ne sentono dire tutti i giorni di cose inesatte, e per stimolare una riflessione di popolo, ma anche a livello di parlamentari, affinché si apra un dialogo che tenda a modificare una situazione che è diventata francamente intollerabile dopo trent’anni: siamo ormai a cinque milioni di aborti e quindi una regione intera che è sparita in trent’anni per aborti volontari e non è scomparso l’aborto clandestino, come dimostrano i fatti di questi giorni.

     
    D. – Quali basi auspicate ci siano per un dialogo costruttivo con il mondo politico?

     
    R. – Al fondo la questione è una sola: la legge s'intitola “Norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza”. Ma in realtà la frase “per la tutela sociale della maternità” è un inganno, perchè la legge è stata applicata e di fatto è diretta esclusivamente a favorire l’interruzione volontaria della gravidanza. Noi vorremmo allora che fosse riletta questa legge, tenendo conto invece di questa sicura certezza: nell’aborto è coinvolta la vita di un essere umano, di un figlio. Non c’è soltanto il problema della madre – che ovviamente esiste – ma c’è anche il problema della vita del figlio; la prima cosa da fare, quindi, è quella di scrivere nella legge quello che nella legge non si volle scrivere a suo tempo: “La Repubblica tutela la vita umana fin dal suo inizio”, ma non si dice quale sia questo inizio e quale sia la forma di questa tutela. Noi vogliamo che si dica, come si è detto nella legge 40 e come ha detto anche la Corte Costituzionale, che la Repubblica difende il diritto alla vita fin dal concepimento. Dopodiché noi crediamo che non sia possibile oggi ribaltare la legge, nel senso di ritornare ad una difesa della vita attraverso lo strumento penale, ma pensiamo che sia possibile prendere esempio dai Centri di aiuto alla vita e creare un sistema di solidarietà e di condivisione in qualche modo possibile a tutte le donne in difficoltà, reso praticabile a tutte in modo tale da dimostrare che lo Stato quando rinuncia a punire, non rinuncia però a difendere il diritto alla vita. In questo senso occorre una grande riforma dei consultori familiari.

     
    D. – Perché sui temi etici si scatenano dibattiti così aspri?

     
    R. – Perchè sono i temi veri, che riguardano il senso di tutti i diritti dell’uomo, il senso degli Stati. Se lo Stato autorizza l’uccisione di esseri umani, non è più uno Stato vero. Il problema è veramente decisivo per l’idea stessa di democrazia, di diritti umani, di diritto, di legalità, di laicità. Si stracciano le vesti, infatti, dicendo: 'Noi siamo laici e non possiamo accettare questo'. No, no! Perchè la laicità è proprio questa: riconoscere un solo valore al di là delle diverse fedi religiose che è il valore della vita umana e che è scritto non soltanto nei documenti della Chiesa, ma nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, di cui celebriamo quest’anno i 60 anni. Ecco perchè non se ne vuole parlare, perchè si capisce che se se ne parla si rimette in questione tutto.

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    Concluso a Roma il Colloquio internazionale promosso dal Rinnovamento Carismatico cattolico: intervista con Oreste Pesare

    ◊   Si sono conclusi ieri a Roma i lavori del Colloquio internazionale teologico-pastorale promosso dal Rinnovamento Carismatico cattolico in collaborazione con il Pontificio Consiglio per i Laici sul tema dei carismi. Sull'evento, Giovanni Peduto ha intervistato Oreste Pesare, direttore esecutivo del servizio del Rinnovamento Carismatico Cattolico Internazionale:


    R. – Voglio dire che questo momento è stato veramente significativo, anzitutto ad intra del Rinnovamento Carismatico. E’ stato un momento in cui abbiamo ripreso coscienza delle radici dalle quali il Movimento Carismatico nasce: una chiamata, una nuova grazia dello Spirito Santo per tutta la Chiesa cattolica e la riscoperta che lo Spirito Santo quando visita la sua Chiesa e la vita dei singoli porta dei doni carismatici, che ci aiutano a servire la Chiesa e a metterci anche a disposizione in tutti i modi nel mondo intero. Quindi abbiamo riscoperto che c’è bisogno di questa potenza dello Spirito Santo per essere veramente apostoli vivi e concreti al giorno d’oggi.

     
    D. - Che coscienza c’è oggi, nelle parrocchie, nelle comunità ecclesiali, della presenza vivificatrice dei carismi?

     
    R. – Io credo che in questo campo ci sia molto da lavorare. Il Concilio Vaticano II certamente ha segnato un nuovo inizio nella Chiesa cattolica per quanto riguarda l’idea dei laici nella Chiesa, come Popolo di Dio, e ha parlato chiaramente dei carismi che vengono dati in maniera straordinaria ed ordinaria ad ogni ordine di persone, ad ogni ordine di discepolo di Gesù Cristo e quindi anche ai laici. E’ chiaro che questa profezia – potremmo dire – deve ancora attuarsi nella Chiesa di oggi. Le parrocchie, sebbene vive e ricche di persone piene di buona volontà, potrebbero veramente fare una esperienza più forte - sia in termini di servizio, sia in termini di evangelizzazione - se lasciassero più spazio allo Spirito Santo di agire attraverso i suoi doni e non soltanto utilizzando i talenti e le capacità umane.

     
    D. - Dal Vaticano II ad oggi, in particolare, la novità dello Spirito, manifestata attraverso i vari carismi, ha cambiato il volto della Chiesa: quale è stato il contributo del Rinnovamento Carismatico?

     
    R. – Il contributo del Rinnovamento non soltanto per il passato, perchè noi abbiamo intenzione di continuare a lavorare e non soltanto per nostra volontà. Credo infatti che la missione che lo Spirito Santo ci ha affidato sia quella proprio di ricordare che noi non stiamo inventando assolutamente niente di nuovo perchè la Chiesa è carismatica. Lo Spirito Santo non è, infatti, appannaggio soltanto di un piccolo gruppo, cosiddetto di esaltati carismatici. Lo Spirito Santo è per tutta la Chiesa e noi non vogliamo appropriarci di nulla. Lo Spirito Santo ha dato di sua propria iniziativa il potere alla Chiesa di poter essere evangelizzatrice nella potenza con segni e prodigi. Noi vogliamo soltanto ricordare questo a tutta la Chiesa cattolica, a tutti i sacerdoti e a tutti i laici. E questo senza crederci degli “insegnanti”: noi vogliamo soltanto, da fratelli a fratelli, ricordare che abbiamo fatto un’esperienza e che questa esperienza può essere fatta da tutti. Questo è quanto noi vogliamo fare.

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    Chiesa e Società



    Grande commozione ai funerali del sacerdote siro-ortodosso ucciso a Baghdad

    ◊   Clima carico di tensione nella comunità cristiana irachena a Baghdad, dove ieri si sono svolti i funerali del sacerdote siro-ortodosso, Youssef Adel, ucciso a sangue freddo lo scorso 5 aprile nella capitale. Le esequie, nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo nel quartiere di Karrada, sono state celebrate dall'arcivescovo siro-ortodosso di Baghdad e Bassora, Saverius Jamil Hawa. Erano presenti diversi fedeli e rappresentanti religiosi di tutte le denominazioni cristiane - riferisce l'Agenzia AsiaNews - tra cui mons. Athanase Matti Shaba Matoka, vescovo siro-cattolico della capitale, il Patriarca dei caldei, card. Emmanuel III Delly e il Nunzio Apostolico in Iraq e Giordania, mons. Francis Assisi Chullikat. Youssef Adel, sposato ma senza figli, aveva circa 40 anni ed era direttore d'una scuola superiore mista, frequentata cioè da cristiani e musulmani, ragazzi e ragazze. È stato assassinato da un gruppo di sconosciuti. In passato aveva già ricevuto diverse minacce. Condanna per l’attentato è stato espresso dal vice presidente iracheno, il sunnita Tareq al-Hashemi e dal Patriarca siro-ortodosso di Damasco. Benedetto XVI, appena arrivata la notizia, ha espresso il suo profondo dolore in un telegramma inviato a Saverius Jamil Hawa nel quale "invoca il Signore affinché il popolo iracheno trovi la via della pace per costruire una società giusta e tollerante". Quest’ultimo omicidio colpisce una comunità ancora scioccata dall’uccisione dell’arcivescovo caldeo di Mosul, mons. Rahho, trovato morto il 13 marzo dopo 14 giorni di sequestro. Per sopravvivere alla persecuzione, molti cristiani fuggono e ormai si parla di appena 400-500 mila fedeli rimasti in patria. Nel 2003 la cifra era intorno al milione. Ma ai funerali del sacerdote ieri c’era anche chi – citato dalle agenzie internazionali – si diceva convinto che rimanere: “è una questione di fede”. I leader cristiani hanno spesso denunciato un piano per cancellare la loro millenaria presenza in Iraq. (R.P.)

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    Liberate Ingrid Betancourt! Appello del presidente dei vescovi della Colombia al leader delle FARC

    ◊   “In passato si è dimostrato sensibile di fronte a ciò che gli è stato chiesto. Ora rinnovo a Joaquín Gómez un appello: gli chiedo un gesto umanitario che permetta la liberazione di Ingrid Betancourt e di tutti gli ostaggi”. Così, l’arcivescovo di Tunja, mons. Luis Augusto Castro Quiroga, presidente della Conferenza episcopale della Colombia durante una conversazione con i giornalisti di “Radio Caracol”, in un appello al leader politico delle FARC. Il presule, ricordando che le condizioni di salute della signora Betancourt “sono estremamente gravi come assicurano diverse fonti autorevoli”, ha informato che il padre Darío Echeverri González, segretario della Commissione per riconciliazione nazionale si sta già adoperando per trovare le vie migliori. Purtroppo, ha precisato mons. Castro Quiroga, in questo momento “non ci sono notizie esatte sulla persona delle FARC alla quale rivolgersi per parlare di accordi umanitari” e, dunque, con le sue parole ha voluto raggiungere la massima istanza politica della guerriglia. Al tempo stesso, padre Darío Echeverri González, ha chiesto ai dirigenti delle FARC “di mettersi in contatto con qualsiasi vescovo o sacerdote per avviare i contatti necessari. Le FARC, ha aggiunto, non possono lasciare morire Ingrid Betancourt. Noi tutti non possiamo abbandonarla. Vogliamo arrivare alle loro orecchie perché sappiamo che vogliamo collaborare in questo gesto umanitario. Occorre salvare vite umane in pericolo e se lo facciamo questo può consentire anche altri accordi umanitari”. Intanto, padre Manuel Mancera, parroco de La Libertad, nel dipartimento di Guaviare, ha affermato che dalle testimonianze che ha raccolto da numerosi contadini della regione “la situazione di Ingrid è allo stremo poiché, come assicurano persone che l’hanno vista, recentemente, vive una profonda depressione”, dopo sei anni di sequestro. Secondo un contadino che avrebbe avvicinato la signora Betancourt, domenica 30 marzo, la sua situazione psicologica è molto delicata: “appare tranquilla, ma è evidente che si trova ai limiti, molto consumata dalla depressione e dalla malattia. Perciò piange spesso”, ha detto il contadino. Sono parole che coincidono con quelle di Heiver Rodríguez, ex medico del Fronte 44 delle FARC, detto "César el médico", che dopo essersi dissociato dall'organizzazione ha dichiarato che Ingrid "è in pericolo di morte perché colpita da molte malattie tra cui un tipo di epatite e di paludismo”. (A cura di Luis Badilla)

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    Concluso l'incontro dei vescovi cileni e argentini della Patagonia

    ◊   Si è concluso a Valdivia, in Cile, l'incontro tra i vescovi patagonesi dell’Argentina e del Cile per riflettere e scambiarsi esperienze su diversi temi della loro azione pastorale, in special modo il fenomeno della migrazione, prendendo spunto dal Documento di Aparecida. Come riferisce l'Agenzia Fides, in un documento emesso al termine dell'incontro, sul tema della migrazione, i presuli hanno proposto alcune azioni pastorali quali: fortificare le Commissioni della Pastorale Migratoria in quei posti dove già esistono e crearne di nuove dove non esistono; stabilire un ponte tra la Chiesa che riceve l’emigrante e quella dalla quale proviene; motivare e formare il personale consacrato e gli operatori laici di pastorale sul tema della mobilità umana; stabilire forme concrete di accoglienza in ogni Diocesi; favorire la promozione umana integrale degli emigranti, che implica la tutela della loro dignità e dei loro diritti, l’esercizio della solidarietà e della sussidiarietà; promuovere l’evangelizzazione degli emigranti, che implica l’accoglienza della loro religiosità, stimandola ed accompagnandola, e allo stesso tempo l’offerta di istanze di catechesi, formazione e spiritualità, affinché loro stessi si trasformino in discepoli e missionari di Gesù Cristo; e infine incoraggiare l’inculturazione. Un altro tema trattato dai Vescovi è stato la loro preoccupazione per la Patagonia, che considerano “come un’unità territoriale di riserva di vita nel Pianeta, con una meravigliosa bio-diversità” e come “un dono di Dio che tutte le persone di buona volontà, specialmente i credenti, dobbiamo amare e proteggere, con saggezza e solidarietà, per la sopravvivenza dell’attuale e delle future generazioni”. Quindi rivolgono un appello a condividere in modo attivo le informazioni, le proposte di progetti, il discernimento e la presa di decisioni che si riferiscono alla Patagonia; accrescere la solidarietà con i più poveri ed indifesi, promuovendo solidarietà e sostentamento; favorire la giustizia, la pace, soprattutto nel lavoro, e la convivenza sociale; promuovere la cultura della vita e l’austerità di beni nella vita di tutti i giorni. Infine, i vescovi si sono soffermati sul 30.mo anniversario della firma del Trattato di pace ed amicizia tra Argentina e Cile, raggiunto grazie alla mediazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II. I presuli hanno proposto alcuni atti concreti: confermare la promessa fatta dagli Episcopati del Cile e dell’Argentina di “innalzare un monumento alla Vergine della Pace sul Monte Aymond, affinché proclami la vittoria della pace”; favorire iniziative ed incontri tra le due Nazioni, affinché lavorino ed educhino in favore della cultura della pace; sollecitare le Conferenze Episcopali del Cile e dell’Argentina a trattare questo tema. (R.P.)

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    I vescovi del Messico: trasformare le realtà laceranti del Paese in esperienze d’amore

    ◊   “Come uomini di fede, come comunità redenta, nel Signore Risorto, siamo un albero con delle radici forti e possiamo dunque affrontare le raffiche dei venti”. Così i vescovi del Messico nel loro documento conclusivo “Signore, resta con noi” dell’Assemblea plenaria di primavera che si è conclusa sabato scorso. “Il nostro impegno - aggiungono i presuli - consiste oggi nel saper offrire alla nostra patria un’azione evangelizzatrice forte, capace di condurre all’incontro vivo con Cristo per trasformare le nostre realtà laceranti in esperienze d’amore e salvezza”. A seguito delle riflessioni sulle sfide dell’evangelizzazione oggi in Messico - sulle quali i vescovi hanno fatto il punto a quasi un anno della V Conferenza generale di Aparecida in Brasile - nel documento finale sottolineano il “desiderio di uscire e camminare con una mentalità nuova, con rinnovato slancio, nella ricerca di ogni fratello affinché, attraverso il dialogo - che nobilita ancora di più i veri ideali - sia possibile facilitare l’incontro personale con Cristo”. “Siamo consapevoli che il cambiamento di epoca scuote le strutture del Paese”, proseguono i presuli; “le forze della Nazione sembravano disarticolarsi, mentre molti cuori, soprattutto nelle regioni più colpite dalla violenza e dalla povertà, si agitano nell’incertezza. Ci preoccupa in modo particolare il narcotraffico, veicolo innegabile di una cultura della morte, così come gli attacchi contro la famiglia e la vita”. “Vogliamo garantire tutti i credenti, prosegue il documento che porta la firma del presidente dell’Episcopato mons. Carlos Aguiar Retes, vescovo di Texcoco, ma anche a coloro che vogliano ascoltare con benevolenza la nostra voce, che nulla è perduto e che la gioia e la salvezza sgorgano da Cristo e dalla sua Chiesa. Non dobbiamo avere paura. Dio continuerà come sempre a guidare la nostra storia ma tocca a noi far sì che Lui possa riavere nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e comunità, il luogo principale”, conclude il documento. La Plenaria episcopale ha inoltre pubblicato altri due documenti: uno sul senso vero e profondo dell’evangelizzazione che “non è proselitismo e neanche antiecumenica” ed un altro incentrato sulla cura pastorale, materiale e spirituale, delle persone colpite dal virus Hiv/Aids. (A cura di Luis Badilla)

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    Incontro internazionale a Cuba sulla vita e l’opera di Fra’ Bartolomeo de Las Casas, evangelizzatore dell’America e difensore degli indigeni

    ◊   In occasione del 280.mo anniversario della fondazione dell’Università de L’Avana a Cuba, i Domenicani hanno organizzato un incontro internazionale sulla vita e l’opera di Fra’ Bartolomeo de Las Casas, per valutare l’attualità del suo insegnamento in campi vitali come la morale pubblica, la responsabilità storica, la giustizia e la dignità umana. L'incontro si apre oggi e proseguirà fino al 10 aprile, ospitato nell’Aula "Fray Bartolomeo de las Casas” ubicata nel Convento San Juan di Letrán de L’Avana. Promotore dell’iniziativa è il domenicano spagnolo Fray Manuel Uña, Vicario dei Domenicani a Cuba. Fra’ Bartolomeo de Las Casas, frate Domenicano spagnolo - vissuto a cavallo tra il 400 e il 500 - cronista, teologo, vescovo di Chiapas in Messico e difensore degli indigeni, svolse un ruolo importante nell’evangelizzazione dell’America ed oggi l’arcidiocesi natia di Siviglia ha avviato il processo di beatificazione. (R.G.)

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    Sydney 2008: a meno di 100 giorni dalla GMG, sono 213 mila le registrazioni

    ◊   A 99 giorni dal suo inizio, si comincia a delineare il numero dei giovani che si sono registrati alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney (15-20 luglio). Secondo quanto riporta il sito ufficiale della GMG, wyd2008.org, ripreso dall’Agenzia Sir, ad oggi i partecipanti europei sono 54 mila, seguiti a ruota dagli americani del Nord con 27 mila, 8 mila quelli dell’America centrale e 4 mila i provenienti dall’America del Sud. Gli africani sono 4 mila, 10 mila gli asiatici e altrettanti dall’Oceania. A queste cifre si aggiungono i 100 mila giovani australiani per un totale di circa 213 mila registrazioni da 170 Paesi. I partecipanti saranno supportati da un team di volontari; secondo gli organizzatori, per la gestione della complessa macchina organizzativa dell’evento, ne serviranno circa 8.000 che si dedichino alla logistica, a garantire l’accesso ai luoghi e alle celebrazioni, a prestare soccorso e assistenza sanitaria per le situazioni di emergenza, a provvedere per l’accoglienza e la distribuzione dei pasti ai pellegrini. Finora il Comitato organizzatore ne ha reclutati circa 4.000, in maggioranza australiani, ma oggi chiede ai giovani e adulti di tutto il mondo di prestarsi a compiere questo servizio di volontariato per la felice riuscita dell’evento che catalizzerà per una settimana l’attenzione dei media mondiali e sarà il maggiore raduno di sempre di giovani in Oceania. Per tutti i volontari è stata preparata una vera e propria uniforme disegnata e realizzata da aziende australiane. Sul piano dell'assistenza religiosa, hanno già offerto la loro disponibilità oltre 700 sacerdoti per il servizio continuo del Sacramento della Riconciliazione, che durerà per l’intera settimana della GMG presso il “Reconciliation Centre” allestito nel “Sydney Convention Exhibition Centre” e nell’Hyde Park. Questo pomeriggio intanto, all’Istituto Patristico Augustinianum di Roma, si tiene l’incontro “Benvenuti a Sydney per la GMG 2008”, promosso dalle Ambasciate di Australia presso la Santa Sede e presso lo Stato italiano. Interverranno gli Ambasciatori presso la Santa Sede, signora Anne Plunkett e presso l’Italia, Amanda Vanstone, il card. George Pell, Arcivescovo di Sydney e don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio Nazionale CEI per la Pastorale Giovanile. (R.P.)

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    Thailandia: a Bangkok cristiani e buddisti ricordano Chiara Lubich

    ◊   In Thailandia cristiani e buddisti hanno ricordato Chiara Lubich, la fondatrice del "Movimento dei Focolari", morta il 14 marzo. Sabato scorso - riferisce l'Agenzia AsiaNews - la cattedrale di Bangkok ha accolto migliaia di persone radunate per assistere alla celebrazione della messa dedicata alla sua memoria. Hanno concelebrato 5 vescovi e 20 sacerdoti, tra cui l’arcivescovo Salvatore Pennacchio, il Nunzio apostolico e il cardinale di Bangkok, Michael Michai Kitbunchu. Durante la messa il porporato ha detto che “la fede di Chiara ha enfatizzato l’importanza della dignità dell’uomo. Nel mondo violento in cui viviamo bisogna tenere viva la speranza e usare la comprensione e la bontà per creare pace autentica. L’amore ci aiuterà a portare pace nella società. Siamo chiamati a usare il coraggio per cambiare i nostri cuori e poter così cambiare il mondo - ha detto - come ha fatto Chiara”. Anche i monaci del tempio buddista Phratat-Srichomthong a Chiang Mai - nel nord del Paese - hanno reso omaggio a Chiara Lubich. In passato Chiara aveva incontrato molte volte monaci e monache buddiste e nel 1997 durante la sua seconda visita in Thailandia, il prof. Thong Sirimungkalo, abate del tempio, l’aveva invitata ad incontrare la comunità di Chiang Mai. Quell'anno Chiara incontrò anche Somdej Phrayanasangworn, il Patriarca supremo dei buddisti, che la incoraggiò a perseguire la strada del dialogo interreligioso per costruire comprensione tra gli appartenenti delle diverse fedi. Il "Movimento dei Focolari", presente in Thailandia dal 1958, è stato stabilito da un missionario salesiano, il defunto padre Pongchione, che ha cercato per 22 anni di riproporre il modello di amore e armonia che Chiara era riuscita ha creare in Italia in una comunità di 1000 persone. Il sogno di Chiara per la Thailandia era quello di una istituire una "Mariapoli" nella provincia di Nakhon Ratchasima nel nordest del Paese, per testimoniare l’armonia tra buddisti e cristiani. La "Mariapoli" è in fase di costruzione e sembra che il sogno si stia realizzando. (R.P.)

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    Chiesa e Ong cattoliche promuovono istruzione e sviluppo nelle zone povere del sud della Thailandia

    ◊   Con l’aiuto della Chiesa, l’intraprendenza delle Ong cattoliche e il partenariato con le comunità cattoliche locali, la popolazione del Sud della Thailandia sta cercando di uscire dalla condizione di povertà e miseria, acuitasi dopo lo tsunami del 2004. Si tratta in particolare del territorio della diocesi di Surat Thani, nella penisola di Malacca, dove sono stati avviati e proseguono con intensità i progetti di sviluppo promossi dalla Chiesa locale e da Ong come AVSI, in collaborazione con la Nunziatura Apostolica della Thailandia. Nella diocesi di Surat Thani, nel Sud-ovest della Thailandia, riferisce l'Agenzia Fides, AVSI già dal 2005 ha avviato progetti di sviluppo in partenariato con le suore Salesiane di Maria Ausiliatrice, soprattutto a beneficio della popolazione colpita dallo tsunami del dicembre 2004, privata di casa e dei beni di sussistenza. In Thailandia oltre 400 km di coste furono devastate dallo tsunami, con le province di Ranong, Phang-Nga, Phuket, Krabi, Trang e Satun duramente colpite, per un complesso di oltre 100.000 persone interessate da sfollamento o dalle conseguenze dell’evento, la metà delle quali bambini. I principali interventi di AVSI in Thailandia si svolgono nella zona compresa fra Takua Pa e Phuket e a Krabi, dove la diocesi di Surat Thani ha organizzato gli interventi di emergenza attraverso la costituzione di centri di assistenza che si diramano sul territorio con campi (tende di prima emergenza sostituite da case di legno prefabbricate temporanee). Responsabili dei centri sono i parroci, mentre nei campi operano le religiose. Un progetto prevede assistenza alle famiglie di Takua Pa e attività educative e ricreative per i bambini. In quest’area non esiste acqua potabile nè fognature e le case sono realizzate con lamiere ormai logore e legno. Accanto alla ricostruzione fisica degli edifici e alla ripresa delle attività economiche, un fattore fondamentale da considerare negli interventi di post-emergenza nelle aree colpite dal maremoto, è il contraccolpo psicologico per chi vive in queste zone: il progetto si pone quindi anche l’obiettivo di dare un sostegno psicologico ai bambini, offrendo loro un luogo in cui poter ricominciare a guardare la propria realtà con positività e speranza. (R.P.)

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    Francia: concluso ieri a Benoîte-Vaux il congresso della pastorale dei nomadi

    ◊   Circa 300 tra gitani, rom, nomadi, religiosi e sacerdoti si sono radunati in Francia, a Benoîte-Vaux, per partecipare al Congresso nazionale 2008 della pastorale dei nomadi. Un incontro che ha permesso di “dare nuova linfa al lavoro dei rappresentanti pastorali e di riflettere su cosa fare per evangelizzare i nomadi”, ha detto Padre Claude Dumas, cappellano nazionale della Pastorale dei nomadi. Durante i tre giorni di lavori, che si sono conclusi ieri, i partecipanti si sono confrontati sul tema: “Popolo nomade, abbi fede, Dio ti ama”. Il Congresso ha luogo ogni volta in una regione diversa della Francia: una scelta, ha sottolineato Padre Dumas, dovuta a due motivi: “Questo procedimento dà la possibilità di partecipare, almeno una volta nella vita, alle famiglie che non possono spostarsi troppo lontano. Inoltre, il Congresso raduna i diversi gruppi locali intorno al processo organizzativo, una fase che comporta un grande lavoro, ma dalla quale nasce uno scambio che si protrae ben oltre il singolo avvenimento”. D’altronde, già da qualche anno, alcuni congressi sono organizzati da strutture non religiose: “Ciò ha permesso ai nomadi – ha sottolineato Padre Dumas – di allacciare dei contatti inediti con le popolazioni stanziali, tra cui le comunità cristiane locali, i servizi municipali. È ormai una costante che questi congressi permettano l’incontro fra nomadi e stanziali e contribuiscano anche a far cadere qualcuno dei pregiudizi di cui gli zingari sono vittime”. La cappellania dei nomadi è nata all’indomani della seconda guerra mondiale dalla volontà di alcuni religiosi e laici, coscienti della grande povertà in cui il conflitto aveva lasciato uomini e donne. Agli inizi degli anni ’70, la cappellania dei nomadi è diventata movimento cattolico dei nomadi stessi. Oggi, la pastorale è una delle componenti del Servizio nazionale della Pastorale per i migranti e gli itineranti. (R.P.)

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    Spagna: il vescovo di Almeria invita a sostenere nel mondo la maternità

    ◊   “Miliardi di donne sperimentano oggi una maternità frustrata sia nei paesi occidentali sia in quelli del sud”, scrive mons. Adolfo Gonzalez Montes, vescovo spagnolo di Almeria, nella lettera pastorale della prossima domenica. “La maternità è minacciata: nei paesi del Nord è combattuta dall’egoismo edonista, nei paesi del Sud la fame insieme ai programmi di controllo della popolazione opprimono la maternità e possono decimare intere popolazioni”. Per il presule, riferisce l'Agenzia Sir, la preservazione della salute materna “non può diventare un pretesto per un controllo della natalità che nasconde la mancanza di giustizia sociale nella distribuzione della ricchezza”. A Occidente, mons. Gonzalez Montes denuncia “la frustrazione della maternità in una società permissiva e violenta in cui si ricorre all’aborto come metodo di controllo di una maternità imprevista”. Il vescovo aggiunge che la maternità “non è solo questione della donna ma anche un diritto e un dovere del padre, è il compito e la vocazione di entrambi”. “Perciò – conclude - la Dottrina sociale della Chiesa é assolutamente favorevole alla promozione personale e sociale della donna, e anche ad accrescere la partecipazione del marito nella maternità”. (R.P.)

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    Presentati oggi a Tubinga i risultati di una ricerca sul dialogo tra cattolici e luterani

    ◊   “Fondamento e dimensione oggettiva della fede, secondo la dottrina cattolica romana ed evangelica luterana”: questo il titolo del volume presentato oggi a Tubinga, in Germania, e che verrà riproposto il 9 aprile a Roma, pubblicato in contemporanea dall’editrice tedesca Mohr Siebeck e dalla Lateran University Press in Roma. Il libro - riferisce l’Agenzia Sir - raccoglie i primi risultati di un lavoro di ricerca internazionale su “Temi di teologia fondamentale in prospettiva ecumenica”, avviato nel 2001 presso la Pontificia Università Lateranense, in seguito ad uno scambio di idee tra l’allora cardinale Joseph Ratzinger e Eilert Herms, ordinario di teologia sistematica nella Facoltà teologica evangelica di Tubinga. Comprendersi nella fede: è l’obiettivo del nuovo approccio tra teologi cattolici e teologi luterani, per pensare la fede a partire dai presupposti dell’altro.Nel volume sono riportati i risultati degli incontri avvenuti due volte all’anno a Roma, sui temi della teologia fondamentale. E’ appena iniziata ora una seconda fase della ricerca dedicata a temi ecclesiologici, quali i sacramenti, il ministero, il ruolo dell’autorità, il diritto canonico e la scomunica. (R.G.)

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    www.religion.ch: è l’indirizzo del nuovo sito internet di informazioni su Chiesa e società in Svizzera

    ◊   Contributi di attualità, notizie, avvenimenti: sono questi i contenuti che il nuovo sito www.religion.ch vuole offrire su internet. Il portale d’informazioni religiose inaugurato il 1° aprile intende dare un’immagine viva del panorama religioso svizzero, analizzando i rapporti tra la società e le comunità religiose in Svizzera e ancora quelli tra religione ed economia, politica, diritto, arte, sanità, educazione, affari sociali e scienza. Il sito, elaborato in parte da alcuni studenti di scienze religiose, funziona grazie ad un progetto di volontariato ed è sostenuto dall’associazione “Lernprojekt Religionen in der Welt”, che ha come obiettivo la diffusione delle conoscenze scientifiche delle religioni e dei movimenti religiosi. Il portale riceve un sostegno economico dal gruppo ecumenico dei media - con sede a Zurigo - della Società svizzera di utilità pubblica e delle Chiese riformate di Berna, di Jura e di Soleureche. (T.C.)

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    Aggregate due Congregazioni di ispirazione carmelitana presenti in Italia, Messico ed India

    ◊   Aggregate due congregazioni di ispirazione carmelitana. Lo ha deciso l'organo di governo dell'Ordine Carmelitano. Si tratta delle “Aliadas Carmelitas Descalzas de la Santísima Trinidad” in Messico e delle “Missionary Sisters of St. Therese of Infant Jesus” nel Kerala indiano. La Congregazione messicana è stata fondata nel 1986 e, cinque anni dopo, è stata riconosciuta di diritto diocesano. Il suo carisma speciale è l'attenzione all'infanzia bisognosa e orfana con problemi di salute, agli anziani abbandonati con malattie contagiose e ai poveri in generale. Le religiose vogliono essere messaggere dell’amore trinitario con l’adorazione eucaristica, occupandosi di sacerdoti anziani e malati. L’Istituto ha anche dei collegi e dei centri di evangelizzazione. E' composto da 307 membri con 23 case in Messico e in Italia. Le Suore Missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù sono state fondate nel 1953, ottenendo l'approvazione diocesana 6 anni dopo. Le religiose hanno una devozione particolare per Santa Teresina, per la Madonna del Carmelo e per San Giuseppe. Il loro carisma è incarnare la presenza di Cristo nel popolo, soprattutto tra i poveri e tra quanti non hanno fede, comunicando loro l'annuncio del Vangelo attraverso la testimonianza della propria vita. Hanno 144 religiose professe in 21 case. (A.M.)

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    Lutto nella Famiglia Camilliana per la scomparsa di padre Ercole Meschini, fondatore della “Fiaccole della Carità”

    ◊   Il cordoglio della Famiglia Camilliana per la scomparsa all’età di 82 anni di padre Ercole Meschini, fondatore dell’associazione “Fiaccola della Carità”, associazione fondata nel 1970, ispirata agli ideali caritatevoli di San Camillo de Lellis, riconosciuto da Paolo VI “Patrono della sanità militare e di altri servizi militari sanitari ausiliari”. I funerali di padre Meschini, nativo di Avezzano in Abruzzo, si sono svolti venerdì scorso presso la cappella della casa di cura “Villa Sacra Famiglia”. Il rito, presieduto dall’arcivescovo Oscar Rizzato, è stato concelebrato dal padre generale dei Camilliani padre Renato Salvatore, dal superiore della Provincia romana, padre Emilio Blasi e dal vicario generale della provincia spagnola, padre Jesus Ruiz. La salma è stata sepolta nella cappella della Famiglia Camilliana nel cimitero del Verano, a Roma. (V.V.)

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    Domani mattina nella cattedrale di Faenza i funerali di Franco Bettoli, già presidente del Movimento internazionale Emmaus

    ◊   Saranno celebrati domani mattina nella cattedrale di Faenza, in provincia di Ravenna, i funerali di Franco Bettoli del Movimento Emmaus, per 14 anni presidente Internazionale. Scomparso venerdì scorso a Forlì, all’età di 65 anni, Franco Bettoli ne aveva trascorsi 40 all’interno dell’Associazione fondata nel 1953 dall’Abbé Pierre, di cui era stato valido collaboratore e di cui aveva tenuto nel gennaio 2007 l’orazione funebre nella cattedrale di Notre Dame a Parigi. A portare l’estremo saluto a Bettoli nella natia Faenza saranno membri delle comunità di tutto il mondo. A pronunciare il discorso funebre sarà Giuliano Zoni, presidente di Emmaus Italia. Nel 1972 Franco Bettoli aveva fondato la Comunità di Laterina di Arezzo in una vecchia casa di contadini, accogliendo una media di 20-25 persone ogni mese, molte anziane e con problemi di salute. In seguito aveva esteso la sua attività in Africa, America Latina, Asia e in Bosnia. Le comunità Emmaus sono oggi 250, sparse in 50 Paesi del mondo, di cui 110 in Francia e 10 in Italia. Domenica prossima in memoria di Franco Bettoli si terrà un momento interreligioso nella Comunità di Laterina di Arezzo. (V.V.)

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    Celebrazioni nelle Marche a 60 anni dalla morte del pittore d’arte sacra Biagio Biagetti, direttore dei Musei Vaticani

    ◊   Sono varie le iniziative organizzate per tutto il 2008 a Recanati e Portorecanati, in occasione dei sessant’anni dalla morte di Biagio Biagetti, pittore d’arte sacra, restauratore, storico d’arte. Nato a Portorecanati nel 1877, Biagetti rivestì in Vaticano importanti cariche: nominato da Benedetto XV direttore dei Musei, dello Studio del Mosaico, curatore della Pinacoteca, fondatore dello stolicoudio del Restauro degli Arazzi e delle Pitture. Personalità multiforme, precursore delle moderne teorie del restauro, rinnovatore dell’arte sacra, amante del ‘300-‘400 italiano e convinto cattolico, Biagio Biagetti si forma nell’ambito dei pittori nazareni che nell’‘800 proponevano una riscoperta dell’arte medievale e rinascimentale. Apprende la tecnica lavorando accanto al maestro tedesco Seitz nella Basilica della Santa Casa, santuario dove negli anni Biagetti affrescherà la cappella slava con le storie dei santi Cirillo e Metodio e quella del Crocifisso, catechesi della Passione per immagini rese con la tecnica divisionista. Il suo merito: aver rispettato la tradizione pur affascinato dalla modernità. Antico e nuovo ricorrono in tutta la produzione, inseguendosi, dialogando: dai quadri liberty, ai soggetti sacri, dalle scene di genere come “La storia del Pane” di Montelupone, fino ai mosaici vaticani. Splendidi i disegni: panneggi, studi di figure, nature morte. L’assoluta padronanza del mezzo pittorico fanno di lui uno dei più stimati restauratori. Apice della carriera il lavoro di conservazione degli affreschi michelangioleschi delle Cappelle Sistina e Paolina in Vaticano. (A cura di Paolo Ondarza)

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    “L'Osservatore Romano: da Roma al mondo”: inaugurata ieri all’Università Cattolica di Milano la Mostra sulle vicende del giornale vaticano fondato nel 1861

    ◊   La mostra «L'Osservatore Romano: da Roma al mondo» è stata inaugurata ieri alla Cattolica di Milano. Le vicende del giornale del Papa e degli undici Pontefici che lo hanno sostenuto dal 1861 a oggi, rivivono attraverso le prime pagine del foglio vaticano e alcune fotografie d'epoca. I venti pannelli esposti sono stati curati da due redattori del quotidiano, Raffaele Alessandrini e Gianluca Biccini, in collaborazione con l'Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori. Sulla scia delle mostre precedenti tenutesi a Roma (2006) e a Messina (2007), vengono ripercorsi i principali avvenimenti che hanno segnato la storia ecclesiale e civile dell'Italia e del mondo negli ultimi 147 anni. Un pannello è riservato alla fondazione dell'Università Cattolica ed ai protagonisti della prima ora: padre Gemelli e Armida Barelli. Dalla loro intuizione nel 1921 è nato l'Ateneo, che proprio domenica ha celebrato l'annuale Giornata nazionale. L’esposizione resterà aperta con ingresso gratuito per tutto il mese di aprile. (A cura di Gianluca Biccini)

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    24 Ore nel Mondo



    Manifestazioni pro-Tibet anche a Parigi: spenta la fiaccola olimpica
     

    ◊   È stato interrotto il percorso a piedi della fiaccola olimpica a Parigi e la torcia è stata messa al sicuro a bordo di un autobus ed è stata spenta. Inoltre nella capitale francese sono state fermate almeno quattro persone dalla polizia mentre con altri tentavano di rallentare il passaggio della torcia. Così come ieri a Londra, manifestanti hanno tentato di spegnere la fiaccola per protestare contro le rappresaglie cinesi seguite alle rivendicazioni dei tibetani. Sulla Tour Eiffel, è stato issato un drappo nero con gli anelli olimpici raffigurati come manette. La tappa di Parigi conclude il tour europeo della fiaccola. Per oggi, i tibetani residenti in Francia hanno preannunciato una giornata di solidarietà sulla piazza del Trocadero, intitolata ai diritti umani. Piazza che non si trova sul tracciato della torcia. Intanto, dal Comitato olimpico internazionale (CIO) si esprime seria preoccupazione “per quanto sta accadendo in Tibet” e in particolare per la tappa della fiaccola prevista a Lhasa il 20 e il 21 giugno. Da parte sua, nelle ultime ore il Dalai Lama ha ribadito che i tibetani “non dovrebbero ostacolare in nessun modo” la decisione di disputare le Olimpiadi a Pechino, ma “è diritto legittimo di ogni tibetano lottare per la propria libertà e il rispetto dei propri diritti”. L'esponente religioso ha invitato i tibetani a seguire esclusivamente la strada della non-violenza sottolineando che “la lotta è contro alcuni esponenti della leadership della Repubblica popolare cinese e non con la popolazione cinese”.

    Riprendono i colloqui israelo-palestinesi
    Nella residenza del primo ministro israeliano a Gerusalemme, è iniziato l'incontro fra Ehud Olmert ed il presidente palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas). Si tratta del primo incontro da quando un mese e mezzo fa un attentatore palestinese uccise otto seminaristi ebrei in un collegio rabbinico di Gerusalemme. Il servizio di Fausta Speranza:


    Nella prima parte dell'incontro, le delegazioni israeliana e palestinese pranzano assieme. Nella seconda parte il colloquio tra Olmert e Abu Mazen è a quattr'occhi. Si tratta di un tentativo di imprimere slancio ai negoziati bilaterali condotti dal ministro degli Esteri, Livni, e dall'ex premier, Abu Ala (Ahmed Qurea). Secondo fonti palestinesi, ad Abu Mazen preme ottenere da Olmert l'impegno al congelamento delle attività di colonizzazione ebraica in Cisgiordania e a Gerusalemme est. In Cisgiordania, le forze armate israeliane hanno rimosso un posto di blocco e decine di ostruzioni fisiche su diverse arterie, ma ne restano ancora moltissime. In discussione anche le gravi condizioni di vita della popolazione palestinese a Gaza e la possibilità di riattivare i posti di valico. Intanto, da ieri e fino a giovedì prossimo, l'esercito israeliano ha avviato un'esercitazione senza precedenti in tutto il Paese, alla quale prenderanno parte le Forze armate, le istituzioni e l'intero sistema scolastico israeliano e che prevede la simulazione di attacchi missilistici dal Libano, dalla Siria, dalla Striscia di Gaza e dall'Iran.

    Iraq
    Una bambina è morta e altri tre civili sono rimasti feriti, questa mattina, nell'esplosione di un ordigno nella città settentrionale irachena di Mossul. Nella notte, otto persone avevano perso la vita per un’esplosione nel quartiere al Asdiqa di Bassora. Intanto, sul piano politico, il primo ministro iracheno fa sapere che al movimento sciita guidato da Moqtada al-Sadr verrà impedito di partecipare al processo che porterà alle elezioni nel Paese, se non verrà smantellato l'Esercito del Mahdi, la milizia sadrista.

    Prospettiva di colloqui USA-Iran sulla sicurezza in Iraq
    Gli USA hanno inviato una proposta ufficiale all'Iran per tenere un nuovo round di colloqui sulla sicurezza in Iraq, secondo quanto ha detto il portavoce del Ministero degli esteri di Teheran, Mohammad Ali Hosseini. Gli USA e l'Iran, che da 28 anni non hanno relazioni diplomatiche, hanno tenuto nel 2007 tre sessioni di trattative a Baghdad sulla situazione in Iraq, ma un quarto incontro è stato più volte rinviato, pur essendo stato preannunciato fin dal dicembre scorso. Washington accusa Teheran di fomentare la violenza nel vicino Paese, mentre la Repubblica islamica afferma che la principale causa dell'insicurezza è la presenza delle truppe americane, che devono andarsene.

    Giordania-sciopero nei campi profughi
    Oltre 170 scuole e una ventina tra ospedali e ambulatori sono rimasti chiusi oggi nei 13 campi profughi palestinesi della Giordania, a causa dello sciopero di un giorno indetto dal personale sanitario e scolastico dell'UNRWA, l'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, in segno di protesta per la mancanza dell'atteso aumento di salario. Insegnanti, medici e impiegati dell'dell'UNRWA, nel regno hascemita chiedono che i loro stipendi vengano aumentati per far fronte al crescente costo della vita locale. Il governo di Amman ha recentemente aumentato di 70 dollari i salari mensili degli impiegati pubblici, dopo aver però tolto i sussidi alla popolazione per le spese sul carburante e su altri generi di prima necessità. Nel corso dell'ultimo anno, il costo della vita in Giordania è quasi raddoppiato a causa dell'aumento della benzina e dell'indebolimento del dollaro. Un insegnante UNRWA, che lavora in un campo profughi palestinese nel regno hascemita, non guadagna più di 700 dollari al mese, e il salario di un medico è di poco superiore. In Giordania, sono rifugiati quasi due milioni di profughi palestinesi, su una popolazione totale di circa sei milioni.

    Italia
    Si inaspriscono i toni della campagna elettorale ad una settimana dal voto. Ma a far discutere, più che i programmi, sono i rischi riguardanti la correttezza delle schede elettorali. Silvio Berlusconi chiede di ristamparle e il leader della Lega, Umberto Bossi, alza i toni della polemica. Intanto, sono ore decisive anche per il futuro di Alitalia, sempre sull’orlo del fallimento. Servizio di Giampiero Guadagni:


    I riflettori della campagna elettorale sono accesi sulla vicenda delle schede. In molti chiedono di ristamparle mettendo l’uno accanto all’altro i simboli delle due coalizioni. Lo vuole Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori, lo sollecita il candidato premier del PDL, Berlusconi, lo pretende il leader della Lega, Bossi, con un linguaggio minaccioso, che scatena la dura reazione del candidato premier del PD, Walter Veltroni. A tutti risponde il ministro dell’Interno, Giuliano Amato: cambiare ora le schede è impossibile e incostituzionale. Ma la questione, secondo i partiti minori, dimostra che c’è davvero un accordo tra PDL e PD per un governo insieme nel caso di sostanziale parità. D’altra parte, proprio in questi ultimi giorni di campagna elettorale, poco si parla di programmi. Da PDL e PD arrivano promesse in ordine sparso: ad esempio, Berlusconi annuncia l’abolizione dell’ICI e la detassazione di straordinari e incentivi sulla produttività. Veltroni, per affrontare gli infortuni domestici, pensa all’assicurazione gratuita per la casalinghe. Da parte sua, la Sinistra Arcobaleno incentra la sua attenzione sul lavoro precario, ma a partire dall’abolizione della riforma Biagi. Mentre l’Unione di centro di Pierferdinando Casini punta soprattutto sulle agevolazioni fiscali per le famiglie. Fuori dal dibattito rimangono le questioni etiche, sollevate dalla lista "Aborto no grazie" di Giuliano Ferrara, che è nata e si muove su un tema specifico. Nella partita elettorale è entrata invece da tempo anche la vicenda Alitalia. Berlusconi tifa per una cordata italiana, ma per il momento l’unica offerta in pista è quella di Air France-Klm, che dopo la rottura dei giorni scorsi, deciderà oggi se tornare al tavolo di trattativa con i sindacati.

    L’economia cinese si prepara al sorpasso su Germania e Giappone
    La Cina si prepara a diventare la seconda economia del pianeta, scavalcando il Giappone, subito alle spalle degli Stati Uniti. Nella classifica delle superpotenze economiche del pianeta, il PIL nominale di Pechino ha appena il 10% di possibilità di fare meglio di Tokyo nel 2008, mentre sia nel 2009 sia nel 2010 l'ipotesi di sorpasso diventa probabile in misura superiore al 40%. Sono le proiezioni di uno studio della Shinko Securities, controllata del colosso bancario Mizuho Financial, che dà per certo il terzo posto della Cina quest'anno a spese della Germania. Pechino ha già scalzato negli anni scorsi gli altri Paesi che fanno parte del G7 e, nell'ordine, Canada, Italia, Francia e Regno Unito. Per l'avanzata cinese nel 2008, il rapporto ipotizza un'economia con una crescita lorda del 17% e un rapporto di cambio dollaro/yuan a quota 6,3, che farebbe schizzare il PIL cinese a 4.580 miliardi di dollari. Un valore migliore dei 4.530 miliardi del Giappone, frutto di un’economia in crescita dell'1% nel 2008 e di uno yen stabile a quota 115 sul dollaro. Le posizioni, invece, resterebbero molto distanti quanto a PIL procapite considerando che nel 2006 la Cina si è attestata a quota 2.017 dollari, un diciassettesimo dei 34.252 dollari del Giappone.

    Tre feriti per attentati a Soci, teatro ieri del vertice Russia-USA
    Due poliziotti e un passante sono rimasti feriti in due esplosioni, distinte ma forse collegate tra loro, verificatesi nei giorni scorsi a Soci, dove si è svolto ieri il vertice informale tra i presidenti russo e americano, Vladimir Putin e George Bush. Oggi, è stato reso noto che accertamenti preliminari dimostrano il legame tra le due esplosioni.

    Russia
    La nomina a premier del presidente russo uscente Vladimir Putin sarà approvata l'8 maggio dalla Duma, il ramo basso del parlamento, all'indomani del giuramento del suo successore, Dmitri Medveved. Lo riferisce l'agenzia Ria-Novosti, citando il presidente della Duma, Boris Grizlov, che aveva già prospettato tale possibilità nei giorni scorsi. Grizlov ha annunciato anche che proporrà al presidente uscente e futuro premier Vladimir Putin di assumere la leadership del partito filo Cremlino Russia Unita. Si tratta del partito di maggioranza assoluta.

    Zimbabwe
    Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, ha sollecitato ieri gli abitanti del Paese a proteggere le loro terre dai bianchi, mentre si inasprisce lo scontro seguito alle elezioni legislative e presidenziali dello scorso marzo. “La terra deve restare nelle nostre mani. Questa è la nostra terra, non deve tornare ai bianchi”, ha affermato Mugabe durante il funerale di un parente, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano governativo 'Herald'. Mentre il partito di Mugabe, lo Zanu-Pf, ha accusato l'opposizione di voler annullare la ridistribuzione delle terre ai neri, gruppi di veterani della guerra d'indipendenza - fedelissimi del presidente - hanno invaso alcune delle ultime fattorie rimaste di proprietà di bianchi. La maggior parte sono stati poi dispersi dalla polizia, ma ancora due tenute erano ieri nelle mani dei veterani.

    Conferenza a L’Aja sulle armi chimiche
    Solo un terzo di oltre 8 milioni e mezzo di munizioni chimiche sono state eliminate, a 10 anni dall’entrata in vigore Convenzione internazionale che doveva portare entro il 2007 al bando totale di queste micidiali armi di distruzione di massa, che restano una minaccia per tutta l’umanità. La denuncia è arrivata sul tavolo della Conferenza dell’Organizzazione per la proibizione della armi chimiche, aperta oggi a L’Aja, in Olanda, che farà il punto della situazione, puntando il dito soprattutto su Stati Uniti, Russia, India e Libia, che restano i principali possessori. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 98

     
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