Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

Sommario del 05/04/2008

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI: aborto e il divorzio sono “colpe gravi”, ma nei confronti di chi le compie la Chiesa deve “accostarsi con amore e delicatezza"
  • Ripartire dai nonni, presenza viva nella famiglia, per rispondere alla mentalità individualistica: così il Papa alla plenaria del dicastero per la Famiglia. Intervista con il cardinale Claudio Hummes
  • Telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per l'assassinio, a Baghdad, di un sacerdote siro-ortodosso: "Il popolo iracheno trovi la via della pace"
  • Venerdì prossimo, nella Basilica Vaticana, il cardinale Sandri presiede una Messa in suffragio dell’arcivescovo Caldeo di Mossul, Rahho
  • Il cardinale Kasper inviato del Papa ad Amalfi, l'8 maggio prossimo, per l'ottavo centenario della traslazione delle reliquie di Sant'Andrea
  • Il culto della Divina Misericordia, esperienza che trasforma il cuore. La testimonianza di padre Daniel Ange, fondatore della comunità "Jeunesse Lumiere"
  • Spirito e immagine nel Pontificato di Giovanni Paolo II: una riflessione di padre Federico Lombardi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Dopo il summit NATO-Russia, domani faccia a faccia Putin-Bush
  • Il dialogo interreligioso, un valore che va perseguito e mostrato al mondo nella sua praticabilità. L'opinione del rabbino, Jack Bemporad, a Roma per una conferenza
  • Migliaia di volontari da Milano a Palermo per aprire al pubblico i monumenti italiani, nella 16.ma Giornata di primavera promossa dal FAI
  • Il commento al Vangelo della terza domenica di Pasqua del teologo, don Massimo Serretti
  • Chiesa e Società

  • Il settimanale americano “Time” dedica la copertina a Benedetto XVI in vista del viaggio apostolico negli Stati Uniti
  • Il prossimo 10 aprile, a Juba, la firma degli accordi per la pace in Nord Uganda. Lo ha annunciato la Comunità di Sant’Egidio
  • L’UNICEF denuncia che la denutrizione cronica colpisce circa la metà dei bambini del Guatemala. Si tratta dell’indice più alto dell’America Latina
  • Le Pontificie opere missionarie lanciano un nuovo sito internet dedicato ai giovani per sensibilizzarli alla missione evangelizzatrice nel mondo
  • Gli organizzatori della GMG di Sydney chiedono agli anziani e ai malati di pregare per i giovani che parteciperanno all’evento
  • Da martedì, in esposizione a Roma i 18 progetti commissionati dalla CEI per i nuovi complessi parrocchiali in tre diocesi italiane, a nord, centro e sud
  • L’attività ludica per scacciare gli incubi della guerra fra i giovani: prosegue in Sri Lanka il lavoro dell’associazione cattolica "Lakrivi"
  • Intervento del vescovo belga di Namur, Leonard, in programma per l'8 aprile alla festa annuale dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
  • 24 Ore nel Mondo

  • Ancora violenze in Tibet: almeno 11 persone sarebbero morte a seguito degli scontri con la polizia cinese nella provincia del Sichuan
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI: aborto e il divorzio sono “colpe gravi”, ma nei confronti di chi le compie la Chiesa deve “accostarsi con amore e delicatezza"

    ◊   In un contesto culturale segnato da un crescente individualismo, dall’edonismo, e troppo spesso, anche da mancanza di solidarietà e di adeguato sostegno sociale, “la libertà umana, di fronte alle difficoltà della vita, è portata nella sua fragilità a decisioni dolorose: tra queste, l’aborto e il divorzio sono “colpe gravi” ma nei confronti di chi le compie la Chiesa deve “accostarsi con amore e delicatezza”. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI incontrando, stamani, i partecipanti al Congresso internazionale “L’olio sulle ferite”. Una risposta alle piaghe dell’aborto e del divorzio”, promosso dal Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Le sofferenze sulla via dolorosa dell’aborto e del divorzio possono trovare conforto nella luce del Vangelo della Misericordia, che si rivolge all’uomo concreto e peccatore “per risollevarlo da qualsiasi caduta, per ristabilirlo da qualsiasi ferita”. Presentando questo inscindibile legame tra l’affidamento all’amore misericordioso e decisioni in contrasto con il rispetto dovuto alla vita umana o con l’indissolubilità del patto coniugale, Benedetto XVI indica la direzione della Chiesa per affrontare le piaghe, sperimentate da molte persone, dell’aborto e del divorzio:

    “A queste persone la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna, per annunciare la vicinanza misericordiosa di Dio in Gesù Cristo. E’ lui infatti, come insegnano i Padri, il vero Buon Samaritano, che si è fatto nostro prossimo, che versa l’olio e il vino sulle nostre piaghe e che ci conduce nella locanda, la Chiesa, in cui ci fa curare, affidandoci ai suoi ministri e pagando di persona in anticipo per la nostra guarigione”.

    Divorzio e aborto - spiega il Papa - sono scelte di natura differente, “talvolta maturate in circostanze difficili e drammatiche, che comportano spesso traumi e sono fonte di profonde sofferenze per chi le compie”. Queste piaghe - aggiunge il Santo Padre - colpiscono anche vittime innocenti: il bambino appena concepito e non ancora nato, i figli coinvolti nella rottura dei legami familiari”. E lasciano ferite che segnano la vita indelebilmente:

    “Il giudizio etico della Chiesa a riguardo del divorzio e dell’aborto procurato è chiaro e a tutti noto: si tratta di colpe gravi che, in misura diversa e fatta salva la valutazione delle responsabilità soggettive, ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita. E tuttavia la Chiesa, sull’esempio del suo Divino Maestro, ha sempre di fronte le persone concrete, soprattutto quelle più deboli e innocenti, che sono vittime delle ingiustizie e dei peccati, ed anche quegli altri uomini e donne, che avendo compiuto tali atti si sono macchiati di colpe e ne portano le ferite interiori, cercando la pace e la possibilità di una ripresa”.

    I "no" che la Chiesa pronuncia nelle sue indicazioni morali, e sui quali - fa notare il Papa - talvolta si ferma in modo unilaterale l’attenzione dell’opinione pubblica, sono in realtà dei grandi "sì" alla dignità della persona umana, alla sua vita e alla sua capacità di amare. Benedetto XVI spiega poi che, anche le ferite più laceranti dell’anima, possono essere curate affidandosi all’amore misericordioso:

    “A partire da questa misericordia la Chiesa coltiva un’indomabile fiducia nell’uomo e nella sua capacità di riprendersi. Essa sa che, con l’aiuto della grazia, la libertà umana è capace del dono di sé definitivo e fedele, che rende possibile il matrimonio di un uomo e una donna come patto indissolubile, che la libertà umana anche nelle circostanze più difficili è capace di straordinari gesti di sacrificio e di solidarietà per accogliere la vita di un nuovo essere umano”.
     
    Il programma del buon samaritano e dei discepoli del Signore - prosegue il Santo Padre - è “un cuore che vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente”. Di fronte al dramma del divorzio, l’attenzione solidale e pastorale dovrà mirare a far sì che i figli, quando si spezza il patto coniugale, non siano vittime innocenti dei conflitti tra i genitori. Riferendosi alla piaga dell’aborto il Papa rivolge poi una viva esortazione, contenuta nell’Enciclica Evangelium vitae, alle donne che portano nell’anima questa profonda ferita:

    Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità. Se ancora non l'avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino”.
     
    Uomini e donne dei nostri giorni si trovano talvolta spogliati e feriti, ai margini delle strade che percorriamo, “spesso senza che nessuno ascolti il loro grido di aiuto e si accosti alla loro pena, per alleviarla e curarla”. “Solo nell’atteggiamento dell’amore misericordioso - afferma infine Benedetto XVI - ci si può avvicinare per portare soccorso e permettere alle vittime di rialzarsi e di riprendere il cammino dell’esistenza”.


    inizio pagina

    Ripartire dai nonni, presenza viva nella famiglia, per rispondere alla mentalità individualistica: così il Papa alla plenaria del dicastero per la Famiglia. Intervista con il cardinale Claudio Hummes

    ◊   Valorizzare la presenza dei nonni nelle famiglie: è l’invito di Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti alla XVIII assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la Famiglia, che ha avuto per tema: “I nonni: la loro testimonianza e presenza nella famiglia”. Il Papa ha rivolto un affettuoso pensiero al cardinale capo dicastero, Alfonso López Trujillo, assente per malattia, augurandogli una pronta guarigione. L’indirizzo di saluto è stato rivolto dal Papa al cardinale Ricardo Vidal, membro del Comitato di presidenza del pontificio consiglio. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    I nonni sono “un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni”: Benedetto XVI invita a ripartire dai nonni per rispondere alla crisi della famiglia. Fondamentale, ha detto, è la loro “robustezza di valori e progetti”, “non si può infatti progettare il futuro senza rifarsi ad un passato carico di esperienze significative e di punti di riferimento spirituale e morale”:

     
    “Ritornino i nonni ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società. Per quanto riguarda la famiglia, i nonni continuino ad essere testimoni di unità, di valori fondati sulla fedeltà ad un unico amore che genera la fede e la gioia di vivere”.
     
    Una sfida ancor più urgente, è stato il suo richiamo dinanzi a quei cosiddetti “nuovi modelli di famiglia” ed al “relativismo dilagante” che “hanno indebolito” i valori fondamentali del nucleo familiare. Da più parti, ha rilevato, “sembra purtroppo avanzare la cultura della morte, che insidia anche la stagione della terza età. Con crescente insistenza si giunge persino a proporre l’eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili”:

     
    “Oggi, l’evoluzione economica e sociale ha portato profonde trasformazioni nella vita delle famiglie. Gli anziani, tra cui molti nonni, si sono trovati in una sorta di 'zona di parcheggio': alcuni si accorgono di essere un peso in famiglia e preferiscono vivere soli o in case di riposo, con tutte le conseguenze che queste scelte comportano”.

     
    Per questo, è stata la sua esortazione, “la vecchiaia, con i suoi problemi legati anche ai nuovi contesti familiari e sociali a causa dello sviluppo moderno, va valutata con attenzione e sempre alla luce della verità sull’uomo, sulla famiglia e sulla comunità”:

     
    “Occorre unirsi per sconfiggere insieme ogni emarginazione, perché ad essere travolti dalla mentalità individualistica non sono solo loro - i nonni, le nonne, gli anziani - ma tutti. Se i nonni, come spesso e da più parti si dice, costituiscono una preziosa risorsa, occorre mettere in atto scelte coerenti che permettano di valorizzarla al meglio”.

     
    “Occorre sempre reagire con forza a ciò che disumanizza la società”, ha ribadito il Papa. Quindi, ha esortato le comunità parrocchiali e diocesane “a venire incontro alle moderne esigenze degli anziani”. Pensando ai nonni “alla loro testimonianza di amore e di fedeltà alla vita”, ha detto ancora, “vengono in mente le figure bibliche di Abramo e Sara, di Elisabetta e Zaccaria, di Gioacchino e Anna”, tutti costoro “ci ricordano come in ogni età il Signore chiede a ciascuno l’apporto dei propri talenti”. Benedetto XVI ha, infine, rivolto lo sguardo al VI Incontro Mondiale delle Famiglie, che si celebrerà in Messico nel gennaio del 2009. “Tutte le famiglie cristiane del mondo - ha affermato - guardano a questa nazione ‘sempre fedele’ alla Chiesa, che aprirà le porte a tutte le famiglie del mondo”.

    Dunque, con l’udienza del Papa, nella tarda mattinata di oggi, si sono conclusi i lavori dell’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Per una visione di insieme di quanto è stato discusso in questi giorni, Giovanni Peduto ha intervistato il cardinale Claudio Hummes, membro del dicastero della Famiglia, nonché prefetto della Congregazione per il Clero, il quale ha seguito i lavori dell’Assemblea plenaria:


    R. - Si tratta di un profilo senz’altro positivo. Sono stati studiati e discussi, durante i lavori della plenaria, i problemi che i nonni devono affrontare in questa nuova cultura, in questo nuovo momento storico, in questa nuova realtà caratterizzata da alcuni cambiamenti nei rapporti familiari e dove alcuni nonni ed alcune nonne non sembrano trovarsi molto ben inseriti. Quello che è emerso da questi giorni di studio è anzitutto il fatto che i nonni non rappresentano assolutamente un peso nella società, così come non rappresentano un peso all’interno stesso della famiglia. Anzi la figura dei nonni rappresenta una ricchezza che le famiglie devono riconoscere, accogliere, amare e alla quale dare tutto il sostegno possibile. E questo perché i nonni rappresentano una ricchezza non certo relativa al progresso tecnologico e scientifico di oggi, ma una ricchezza della saggezza della vita, dell’esperienza della vita, del senso fondamentale della vita e del senso della storia della vita umana e della società umana, perché non possiamo rinunciare al nostro passato. E’ fondamentale la memoria del passato per comprendere la vita e per comprendere i nostri compiti nella vita stessa. I nonni - come è stato detto - sono una “biblioteca viva” della memoria della vita, del senso e della saggezza della vita. E noi oggi abbiamo un gran bisogno di questo senso della vita, soprattutto in un mondo dove sembra mancare e nel quale sembra quasi si debba aver paura, alcune volte, di interrogarsi sul senso stesso della vita. C’è chi, semplicemente, rifiuta il fatto che la vita abbia un senso maggiore, più grande e trascendente. Per tutto questo, i nonni rappresentano veramente una grande ricchezza, ma devono anche essere presenti riguardo all’aspetto evangelico, alla vita della fede. Ai nipoti, i nonni riescono a passare soprattutto un amore ed una testimonianza di fede e di pratica della fede, ma passano ai nipoti anche un esempio di vita, e l’esempio è più forte di molte parole. Io mi ricordo di mia nonna, la madre di mio padre, l’unica che purtroppo ho conosciuto dei miei nonni, che per noi è stata sempre un esempio fortissimo di vita religiosa. Mia nonna, tutte le domeniche, andava ad ascoltare la Messa e lo faceva in quella realtà non facile che caratterizzava la vita rurale in Brasile, camminando per almeno un’ora. Ma tutte le domeniche lei andava in Chiesa e questo io lo ricordo con grande piacere, perché per noi nipoti era veramente una persona che ci dava un esempio molto grande ed importante.

     
    D. - Si è parlato in questi giorni della figura dei nonni in altre culture, ad esempio in quelle africane. Cosa è emerso di significativo dal confronto tra Nord e Sud del mondo su questo argomento?

     
    R. - Io credo che il Nord sia più caratterizzato dalla nuova cultura post-moderna, urbana, pluralista, relativista, mentre il Sud del pianeta è caratterizzato ancora da società forse più religiose. E questo lo si è visto e lo si è sentito anche in questa occasione, durante i lavori dell’Assemblea plenaria.

     
    D. - L’anziano è un "custode della memoria" nella famiglia, che può offrire il suo contributo pedagogico, ma è anche una persona alla quale si deve in molti casi cura ed assistenza. C’è ancora questa sensibilità nelle società occidentali, dove l’idea stessa di infermità viene rimossa insieme con chi ne è colpito?

     
    R. - Credo che questo manchi un po’. Credo che manchi questa cultura che è dovuta, ed è doveroso, agli anziani e ai nonni. Dobbiamo essere più attenti e soprattutto più amorevoli.

    inizio pagina

    Telegramma di cordoglio di Benedetto XVI per l'assassinio, a Baghdad, di un sacerdote siro-ortodosso: "Il popolo iracheno trovi la via della pace"

    ◊   Benedetto XVI ha espresso il suo profondo dolore per l’uccisione del sacerdote siro-ortodosso Yousef Adel Abudi, avvenuta stamani a Baghdad ad opera di un gruppo armato. In un telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, inviato all’arcivescovo siro-ortodosso di Baghdad, Saverius Jamil Hawa, il Papa assicura la sua vicinanza e le sue preghiere ai famigliari e confratelli del sacerdote. Il Pontefice - si legge nel telegramma - "invoca il Signore affinché il popolo iracheno trovi la via della pace per costruire una società giusta e tollerante". La cronaca dell'ennesimo attacco alla comunità cristiana in Iraq nel nostro servizio:


    Si chiamava Youssef Adel, 40 anni, ed era della chiesa di San Pietro. Secondo fonti della stessa chiesa è stato freddato da un gruppo di uomini armati mentre viaggiava a bordo della sua auto. Il tutto è avvenuto intorno a mezzogiorno, ora locale, nel quartiere di Zayiuna, abitato prevalentemente da cristiani. Il sacerdote - riferisce l’agenzia AsiaNews - era direttore di una scuola superiore mista, frequentata cioè da cristiani e musulmani, ragazzi e ragazze. In passato, aveva ricevuto minacce e intimidazioni per lasciare la direzione. Dopo l’agguato, il corpo è stato portato in ospedale. Il personale ha fatto sapere che è stato raggiunto da diversi proiettili. I funerali si svolgeranno domani nella cattedrale siro-ortodossa di Baghdad. L’attacco rappresenta un altro duro colpo per la comunità cristiana locale che ancora piange mons. Rahho, arcivescovo di Mosul, il cui corpo senza vita è stato ritrovato il 13 marzo scorso dopo due settimane di sequestro. Le violenze contro i cristiani iracheni hanno provocato una drastica diminuzione del loro numero nel Paese: si stima che prima dell’inizio del conflitto ve ne fossero all’incirca 80 mila, oggi non sono più 40 mila.

    inizio pagina

    Venerdì prossimo, nella Basilica Vaticana, il cardinale Sandri presiede una Messa in suffragio dell’arcivescovo Caldeo di Mossul, Rahho

    ◊   Ad un mese dal ritrovamento delle spoglie dell’arcivescovo di Mossul dei Caldei, mons. Paulos Faraj Rahho, il prossimo 11 aprile il cardinale prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Leonardo Sandri, presiederà una Messa di suffragio nel trigesimo della morte del pastore iracheno. La celebrazione si terrà all’altare della Cattedra della Basilica Vaticana, alle ore 9.00. Alla preghiera per il riposo eterno di mons. Rahho e di le tutte vittime della guerra irachena – informa una nota del dicastero per le Chiese orientali - seguirà la fervida implorazione al Signore “perché conceda presto la pace, con un ricordo speciale di conforto per gli abitanti di quella nazione e di particolare incoraggiamento per i cristiani che in Iraq, in Terra Santa e in altre regioni del mondo vivono in condizioni di estrema prova a motivo della loro fede”.

    inizio pagina

    Il cardinale Kasper inviato del Papa ad Amalfi, l'8 maggio prossimo, per l'ottavo centenario della traslazione delle reliquie di Sant'Andrea

    ◊   Benedetto XVI ha nominato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei cristiani, come suo inviato speciale alle solenni celebrazioni dell'ottavo centenario della traslazione delle reliquie dell'Apostolo Sant'Andrea ad Amalfi, in Italia, che avranno luogo l'8 maggio 2008.

    inizio pagina

    Il culto della Divina Misericordia, esperienza che trasforma il cuore. La testimonianza di padre Daniel Ange, fondatore della comunità "Jeunesse Lumiere"

    ◊   Tremila iscritti di 66 nazioni, 17 media internazionali: sono anche i numeri a descrivere il grande interesse suscitato dal primo Congresso sulla Divina Misericordia, che si concluderà domani nella Basilica romana di San Giovanni in Laterano, teatro delle quattro conferenze principali che hanno guidato la riflessione dei partecipanti. Il culto della Divina Misericordia è tale se si traduce anche in missione, come ha sattolineato Benedetto XVI il 2 aprile scorso. Ne è prova la testimonianza di padre Daniel Ange, fondatore della comunità “Jeunesse Lumiere”, che ospita giovani emarginati e li forma alla fede. Chiara Calace lo ha intervistato:


     R. - La Misericordia è l’amore che salva, che dà la gioia, che dà la felicità della vita, che dà la gioia di donarsi all’altro. E’ importante, quindi, diventare testimoni ed apostoli della Misericordia e strappare i giovani alla morte, al peccato, alla sofferenza per dare loro la gloria di Dio, la vita di Dio.

     
    D. - Lei ha fondato una scuola per giovani che si chiama “Gioventù luminosa”: quando i giovani vengono da lei, cosa imparano?

     
    R. - Si tratta di un anno consacrato a Dio, un anno per approfondire la loro fede, per vivere una intimità con il cuore di Gesù. Questo permette loro, poi, di andare ovunque, nei diversi Paesi, per annunciare la Misericordia e per donare un incontro personale con Gesù.

     
    D. - Quanto cambia la vita di un giovane dopo che è stato nella sua Comunità?

     
    R. - Per tutta la sua vita, avrà questa gioia di vivere una sua intimità con Gesù. Questa intimità illuminerà tutte le sue situazioni di sofferenza e di prova.

     
    D. - Lei si ricorda un caso particolare? Mi racconta una cosa che è successa ad un giovane che ha conosciuto?

     
    R. - Una ragazza che ha abortito, è diventata poi una ardente apostolo della vita ed ha detto a tutti i giovani: “Non fate mai come me, perchè io sono quali siano le ferite dall’aborto!”. Questa ragazza è una fantastica apostola della vita.

    inizio pagina

    Spirito e immagine nel Pontificato di Giovanni Paolo II: una riflessione di padre Federico Lombardi

    ◊   Da almeno otto anni - da quando guadagnò una universale evidenza liturgica nella Messa della seconda domenica di Pasqua - il culto della Divina Misericordia è indissolubilmente legato alla figura di Giovanni Paolo II, che durante il Giubileo ne canonizzò l'apostola, Santa Faustina Kowalska. In questi giorni di riflessione e di commosso ricordo, la figura e il magistero di Papa Wojtyla hanno conquistato grande spazio nei media internazionali e nei cuori di moltissime persone, grazie anche alle parole di affettuosa riconoscenza pronunciate da Benedetto XVI lo scorso 2 aprile, nella cerimonia di suffragio dedicata al suo predecessore. Su questo aspetto, la riflessione del direttore della Sala Stampa Vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:


    Lo Spirito e l’immagine. La profonda omelia di Benedetto XVI nella Messa di anniversario della morte di Giovanni Paolo II è stata occasione di riflessione anche per chi - come il Centro Televisivo Vaticano - ha seguito con la telecamera in mano per tanti anni quel Pontificato straordinario. Per noi era chiaro che, se si seguiva e si rispettava l’intenzione del Protagonista, attraverso l’immagine doveva passare lo spirito. Benedetto XVI dice: “Bastava osservarlo quando pregava: si immergeva letteralmente in Dio”. Questo valeva sempre, ma noi non possiamo dimenticare quanto sono state desiderate e richieste le immagini della sua preghiera silenziosa quando il mondo disorientato dopo l’11 settembre cercava un punto di appoggio, di conforto e di speranza, e come egli fu pronto e disponibile a concederle. Allora l’immagine della sua preghiera divenne un servizio prezioso per un popolo sconfinato.

     
    Anche nelle grandi Messe pubbliche, non erano le folle che egli cercava, ma lo Spirito che le poteva animare e guidare, come disse esplicitamente in alcune indimenticabili celebrazioni, ad esempio la Pentecoste del primo viaggio a Varsavia. Ma questo era vero sempre, come ha ricordato Papa Benedetto. Non godeva di un trionfo personale, meditava su un “mistero in atto”.

     
    E infine la sofferenza. Sono state definite storiche le inquadrature dell’ultima Via Crucis. Tutti le conosciamo. Noi le abbiamo riprese con indescrivibile emozione, accompagnati dall’interprete più fedele delle intenzioni di Giovanni Paolo II: monsignor Stanislao. Papa Benedetto dice che “quella eloquente scena di umana sofferenza e di fede indicava al mondo il segreto di tutta la vita cristiana”.

     A che cosa devono servire le immagini? Per Giovanni Paolo II, per Papa Benedetto, per noi, a far passare lo Spirito.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   In prima pagina il telegramma del Papa per l'assassinio, oggi in Iraq, di un sacerdote siro ortodosso.

    Benedetto XVI e un'informazione all'altezza dei tempi: sempre in prima pagina, il vice direttore intervista il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, che rilancia la diffusione dell'Osservatore Romano quale giornale del Papa.

    Interazione e integrazione per combattere il razzismo: nell'informazione internazionale, intervento della Santa Sede alla settima sessione ordinaria del Consiglio dei diritti dell'uomo.

    La questione salute nel dibattito sui cambiamenti climatici: Pierluigi Natalia intervista Bettina Menne, responsabile del settore cambiamento globale e salute dell'organizzazione mondiale della sanità in Europa.

    A cinquant'anni dall'elezione di Giovanni XXIII, il vescovo di Bergamo, mons. Roberto Amadei, e il suo antico segretario, arcivescovo Loris Francesco Capovilla, ricordano il Pontefice, "precursore di una nuova stagione per la chiesa e per il mondo".

    Musei Vaticani e Pontificio istituto di archeologia cristiana uniti in un progetto di ricerca scientifica sulla Giovannipoli del IX secolo nel complesso di San Paolo fuori le Mura.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Dopo il summit NATO-Russia, domani faccia a faccia Putin-Bush

    ◊   Dopo il 59.mo summit dell'Alleanza atlantica, ospitato da Bucarest, e l’incontro ieri tra NATO e Russia, George W. Bush e Vladimir Putin saranno protagonisti domani di un vertice a due. Il leader del Cremlino uscente Putin, è già arrivato a Soci, sul Mar Nero, dove domani avrà l’incontro informale con il presidente Usa, Bush, anche lui a quasi fine mandato. Sullo sfondo le dichiarazioni di questi giorni a Bucarest: il presidente russo ha annunciato con decisione misure in risposta alle iniziative di scudo antimissilistico dell’Alleanza, ma ha poi parlato di dialogo, escludendo una nuova guerra fredda. Le riflessioni degli esperti di relazioni internazionali, Vittorio Emanuele Parsi, docente all’Università Cattolica di Milano, e Luigi Bonanate, docente all’Università di Torino: nel servizio di Fausta Speranza:


    Non sarà una nuova "guerra fredda", hanno concordato tutti, ma tra Paesi dell’Alleanza atlantica e Russia è comunque braccio di ferro, come spiega il prof. Parsi:

     
    R. - Guerra fredda, no. Anche perchè mancano tutti gli elementi di una contrapposizione mondiale tra Stati Uniti e Russia, la Russia per quanto in ripresa è lontanissima dalla potenza complessiva che aveva come Unione Sovietica. Ci sono dei dissapori legati al fatto che i russi hanno alcuni interessi precisi che non coincidono con gli interessi dell’Alleanza Occidentale. Su alcune cose si può arrivare ad un compromesso, come è stato per il rinvio dell’ingresso di Ucraina e di Georgia nella NATO. Compromesso, questo, che è stato raggiunto non perchè i russi non fossero contenti - questo deve essere chiaro - ma perchè a noi non conveniva e perchè l’ingresso della NATO in quelle condizioni di Ucraina e Georgia non avrebbe contribuito alla stabilizzazione politica di quegli stessi Stati. Ma su altre questioni è incomponibile il contrasto e una di queste cose è il cosiddetto progetto di difesa spaziale, che è importante che vada avanti per rinsaldare i rapporti occidentali tra Stati Uniti ed Europa, ma che deve andare avanti anche mettendo in conto un certo dissapore con la Russia.

     
    L’attenzione è focalizzata su quello che definiamo scudo spaziale, ma il prof. Bonanate fa una precisazione:

     
    R. - Un vero scudo spaziale costa una cifra talmente grande che nessuno Stato e nessuna potenza riuscirà mai a farselo. Difatti, lo stesso Bush ha poi guidato gli Stati Uniti al di fuori del sistema complessivo dello scudo spaziale a favore di qualche - diciamo così - piccolo scudo qua e là, in una logica di difesa rispetto al Medio Oriente e oggi in particolare all’Iran. Non bisogna dimenticare che i bombardieri strategici americani e i sottomarini americani sono in grado di colpire e di prevenire chiunque e dovunque e che gli Stati Uniti sono stati pur sempre una grande potenza militare e non dimentichiamo che spendono la metà del bilancio mondiale in armamenti ogni anno. Detto questo, a me sembra che, se invece di mettere dei radar in posti più o meno strategicamente significativi, si facesse più politica andrebbe meglio. La strategia nei confronti dell’Iran meriterebbe, secondo me, più politica e meno muscoli, meno minacce fondate sugli armamenti.

    inizio pagina

    Il dialogo interreligioso, un valore che va perseguito e mostrato al mondo nella sua praticabilità. L'opinione del rabbino, Jack Bemporad, a Roma per una conferenza

    ◊   L'importanza del dialogo interreligioso, e in particolare tra cattolici ed ebrei, è stata sottolineata ieri da due interlocutori d'eccezione: l'arcivescovo di Washington, Donald William Wuerl, e il Rabbino Jack Bemporad, direttore del "Center for Interreligious Understanding" in New Jersey e profugo dell'Olocausto in Italia. Entrambi hanno preso la parola alla prima “Conferenza annuale Papa Giovanni Paolo II sul dialogo fra le religioni", svoltasi presso l’Università Angelicum di Roma. Tema: “I fili che uniscono le religioni mondiali. Un terreno comune per la ricerca della pace nel mondo”. Laura De Luca ha chiesto al rabbino Bemporad in che modo oggi sia possibile collaborare con efficacia per il bene comune dell'umanità, al di là delle differenze religiose:
     
    R. - Mi sembra che questo sia un compito che bisogna seguire con attenzione, perchè noi siamo connessi con il mondo. Il problema è riuscire a trovare il modo in cui tutte queste cose che accadano abbiano un senso, che sia possibile spiegarle. Generalmente, noi dobbiamo spiegare il legame con certi valori che noi crediamo siano permanenti: la fiducia, il concetto della verità, il concetto del bello e del buono. Queste valori sono una strada per domandare a noi stessi: “E’ questa la vera vita? E’ questo il punto della nostra vita?”. Dovrebbe esserci qualcosa di più permanente, che ci dia una maggiore soddisfazione e non nel senso di soddisfazione immediata, ma una soddisfazione che ci dia la forza per affrontare questa vita. I valori trascendentali sono proprio quelli dei quali abbiamo bisogno per poter affrontare la vita.

     
    D. - Rabbino Bemporad, a proposito di ecumenismo, in casa cristiana si dice che dobbiamo cercare piuttosto le cose che ci uniscono che non quelle che ci dividono. Pensa che questo sia un invito che si può esportare anche nell’ambito interreligioso?

     
    R. - Non si tratta soltanto di un qualcosa che si può fare, ma si tratta di un qualcosa che si deve fare, perchè le religioni del mondo hanno un grande potere e questa influenza e questa autorità che hanno rappresenta un qualcosa che si deve vedere in questo nostro mondo. Si deve vedere in che modo queste religioni possono lavorare insieme ed arrivare, quindi, ad un’etica che sia più comune, ad un qualcosa che tutte le religioni possono individuare come i valori basilari, invitando noi seguaci ad implementarli nella nostra vita.

    inizio pagina

    Migliaia di volontari da Milano a Palermo per aprire al pubblico i monumenti italiani, nella 16.ma Giornata di primavera promossa dal FAI

    ◊   Oggi e domani, da Milano a Roma, da Venezia a Firenze, da Bari a Palermo: 550 beni in 240 città italiane aprono al pubblico in occasione della XVI Edizione della Giornata di primavera promossa dal Fondo per l’Ambiente Italiano. Oltre 7 mila i volontari impegnati e circa 11 mila gli apprendisti ciceroni, tra cui molti studenti, per illustrare e promuovere il grande spettacolo di arte e bellezza che l’Italia può offrire. Ce ne parla Cecilia Seppia:


    Un appuntamento speciale da vivere con gli occhi e con il cuore, una festa alla quale gli italiani riconoscono un fondamentale valore culturale: è questa la Giornata di primavera promossa dal FAI e presentata alla stampa nella meravigliosa cornice di Palazzo Farnese a Roma. Milioni sono ormai le persone che vi partecipano, conquistate dalla consapevolezza che si prova quando si avverte che lo svago non è solo fine a se stesso, ma è messo in relazione con un piacere più nobile e profondo: la passione per la conoscenza e la bellezza. Un week-end a disposizione di tutti, dunque, nelle oltre 240 le località coinvolte che apriranno luoghi spesso segreti e inaccessibili, tra le quali biblioteche, ville, castelli, ma anche aree naturalistiche, giardini, teatri. Ma cosa significa partecipare a questa giornata? Marco Magnifico, direttore generale FAI:

     
    "Significa rendersi conto di essere italiani, perchè siamo veramente molto fortunati e non ce ne rendiamo mai conto. Noi ci viviamo e molto spesso dimentichiamo il nostro ruolo di cittadini italiani, quindi di tutori di questo patrimonio. Tutori vuol dire mecenati, vuol dire promotori di cultura, vuol dire promotori della sua tutela, della sua valorizzazione. Molto spesso i monumenti e l’arte vengono visti come qualcosa per chi sa, invece il nostro scopo è quello di parlare non al cervello, ma di parlare al cuore, di fare innamorare la gente".

     
    L’Italia si appresta a stupirci ancora con il suo catalogo di beni preziosi: ora tocca ai mecenati raccontare ad altri quanto sia bello questo Paese.

    inizio pagina

    Il commento al Vangelo della terza domenica di Pasqua del teologo, don Massimo Serretti

    ◊   In questa terza Domenica di Pasqua, la Liturgia ci propone il Vangelo dei discepoli di Èmmaus. Gesù, dopo la sua morte e risurrezione, affianca, non riconosciuto, i due discepoli in viaggio da Gerusalemme verso il loro villaggio. I due manifestano tutto il loro turbamento per la morte di Colui che ritenevano il Messia. Gesù si ferma nella loro casa. E’ riconosciuto solo allo spezzare del pane, ma scompare. I due discepoli dicono:

    "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?".

    Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    (musica)

     
    Quella dei discepoli di Emmaus è un'andata e un ritorno. Un'andata che è un allontanarsi dal luogo della speranza e della comunione nella tristezza. É un camminare che separa.

     
    Il ritorno sui propri passi avviene invece "senza indugio" (eadem hora), nella certezza e nella letizia, con il cuore che ancora arde.

     
    Tra la tristezza di un camminare che è un andar via nella presunzione dell'assenza e il tornare nella certezza della Sua presenza, c'è l'incontro e il riconoscimento, c'è Gesù risorto che va loro incontro senza che loro lo riconoscano, e poi, il miracolo dell'aprirsi degli occhi alla benedizione e allo spezzare del pane. Questo sarà il contenuto della loro stessa testimonianza: "Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane" (35). Non tanto nell'atto del parlare con loro, quanto in quello del Suo parlare col Padre lo riconoscono. Nello spezzare il pane si pronuncia infatti la benedizione: "Benedetto Tu sia, o Signore nostro Dio Re del mondo, che fai uscire il pane dalla terra..." recita la preghiera ebraica (Mozì mazzah dell'Aggada di Pesach).

     
    "Benedetto sei Tu, Signore, Dio dell'universo, dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane...", dice il sacerdote prima della consacrazione.

     
    (musica)

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Il settimanale americano “Time” dedica la copertina a Benedetto XVI in vista del viaggio apostolico negli Stati Uniti

    ◊   Il più importante settimanale americano, "Time", dedica la copertina del suo ultimo numero a Benedetto XVI e al suo prossimo viaggio apostolico negli Stati Uniti. In un lungo servizio intitolato “The American Pope”, si mette l’accento sui punti di sintonia tra il Pontefice e il popolo americano. Secondo "Time", fin da quando era cardinale, Joseph Ratzinger ha sempre nutrito un particolare interesse per la coesistenza negli Stati Uniti di una società profondamente avanzata e di un sentimento religioso molto vivo. E ricorda come il cardinale Ratzinger abbia citato Alexis de Tocqueville, autore del celebre “La Democrazia in America”, in un saggio sulle radici cristiane dell’Europa, pubblicato poco prima di essere eletto alla Cattedra di Pietro. Secondo il settimanale, il 70 per cento dei cattolici americani ha un’opinione positiva del magistero di Benedetto XVI, pur non rispettando gli insegnamenti della Chiesa su aborto e contraccettivi. "Time" si sofferma anche sulle possibili conseguenze che i suoi discorsi in terra americana potranno avere sulla campagna elettorale per la Casa Bianca. E rileva che, pur stimando la democrazia statunitense, ciò non vuol dire che Benedetto XVI sia vicino alle posizioni dell’amministrazione Bush in politica estera. In particolare, il magazine americano rammenta la netta opposizione del Pontefice alla guerra preventiva. Benedetto XVI, conclude "Time", ritiene che l’America non debba contare solo sulla propria forza, ma fare piuttosto appello ai suoi valori fondanti. (A.G.)

    inizio pagina

    Il prossimo 10 aprile, a Juba, la firma degli accordi per la pace in Nord Uganda. Lo ha annunciato la Comunità di Sant’Egidio

    ◊   “Saranno firmati il 10 aprile a Juba gli accordi per la pace in Nord Uganda, una guerra dimenticata per tanti anni, ma divenuta simbolo del dramma dei bambini-soldato”. Lo ha anticipato nei giorni scorsi all’agenzia SIR Mario Giro, responsabile della Comunità di Sant’Egidio per i rapporti internazionali. “Questo accordo - ha spiegato - pone fine ad oltre due anni di trattative, in una guerra terribile che ha prodotto due milioni di profughi su tre milioni di abitanti dell’area. In quasi venti anni - ha aggiunto l'esponente di Sant'Egidio - la guerriglia LRA aveva dimostrato la sua crudeltà, con la gestione di Koni, del suo Esercito del Signore, di tipo mistico farneticante”. Già con l’inizio della fase decisiva delle trattative nell’aprile 2006, ha spiegato ancora Giro, “è cessato il fenomeno della fuga dei bambini dalle città per non essere arruolati, rassicurati da una fase di stallo e non più di incremento del conflitto”. La firma degli accordi avverrà alla presenza di alcuni capi di Stato africani. “Dopo il negoziato - ha concluso Mario Giro - occorre riportare ad una vita normale, attraverso la riconciliazione. Ora un grande ruolo spetta alle istituzioni, ai leader religiosi, alla società”. (E.B.)

    inizio pagina

    L’UNICEF denuncia che la denutrizione cronica colpisce circa la metà dei bambini del Guatemala. Si tratta dell’indice più alto dell’America Latina

    ◊   Quasi la metà dei bambini e adolescenti guatemaltechi soffre di denutrizione cronica. È quanto afferma uno studio stilato dall’UNICEF, l'ente ONU per l’infanzia, e presentato a città del Guatemala nei giorni scorsi. Secondo quanto riportato dall’agenzia MISNA, il 49,3% dei giovani - che rappresentano circa la metà dei 13,3 milioni di abitanti - sono colpiti da un aumento senza precedenti di denutrizione cronica infantile. Si tratta dell’indice più alto dell’America Latina. Per la popolazione indigena, che rappresenta il 60% dei guatemaltechi, i numeri salgono ancora: i bambini che non hanno un’alimentazione sufficiente sono il 69,5%. Lo studio documenta, tra l’altro, che il 63,9% dei giovani del Guatemala vive in condizioni di povertà e il 19,2% in condizioni di estrema povertà: anche in questo caso, se si prende in esame la popolazione indigena, i poveri superano l’82%. Nella lista dei Paesi più colpiti dalla denutrizione dell’America Latina, il Guatemala è seguito dall’Honduras con il 29% dei bambini non sufficientemente alimentati, dalla Bolivia (27%), e dall’Equador (26%). (V .V.)

    inizio pagina

    Le Pontificie opere missionarie lanciano un nuovo sito internet dedicato ai giovani per sensibilizzarli alla missione evangelizzatrice nel mondo

    ◊   Sensibilizzare i giovani alla missione evangelizzatrice nel mondo, anche usando le nuove tecnologie informatiche. Questo l’obiettivo delle Pontificie opere missionarie (PP.OO.MM.) che il prossimo 7 aprile lanceranno un nuovo sito internet: www.catholicmission.org.au. A darne notizia, l’Osservatore Romano, che precisa che all’interno dello spazio web verranno presentati, in modo dinamico, con filmati e musiche, alcuni dei progetti che le Pontificie opere missionarie sostengono in oltre centosessanta Paesi del mondo. Il sito internet - riferisce l’agenzia Fides - permetterà in alcuni casi di compiere un viaggio virtuale fornendo tutte le informazioni necessarie per conoscere in maniera più dettagliata i vari progetti. Il sito intende diventare anche una fonte di dati con statistiche sulle condizioni sociali, economiche e con informazioni circa le aree culturali dei diversi Paese. “Questa iniziativa - sottolinea Patrick Fox, responsabile dell’Ufficio per l’istruzione delle PP.OO.MM - rappresenta, per gli studenti e per le loro famiglie, un modo stimolante di imparare qualcosa sul contributo che le Pontificie Opere Missionarie offrono a tutto il mondo”. Tale iniziativa diventa altresì un occasione privilegiata per un cammino personale di crescita nelle fede. La missione infatti rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana, dona un rinnovato entusiasmo e nuove motivazioni. Insomma “la fede si rafforza donandola” - sottolinea ancora il responsabile per l’istruzione - e le Pontificie opere missionarie sono appunto “mezzi sia per infondere nei cattolici, fin dall’infanzia, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire un’adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo le necessità di ciascuno”. (E.B.)

    inizio pagina

    Gli organizzatori della GMG di Sydney chiedono agli anziani e ai malati di pregare per i giovani che parteciperanno all’evento

    ◊   Il comitato organizzatore della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Sydney 2008 ha chiesto alle persone anziane e in particolare a quelle malate che risiedono negli istituti di cura di “di sostenere i giovani partecipanti con la preghiera”. “Nel condividere la loro esperienza di vita e saggezza - spiega il vescovo coordinatore della GMG, mons. Anthony Fisher, ripreso dall’agenzia SIR - la gente anziana di Australia può dare un prezioso contributo nell’instillare nelle nuove generazioni pace, comprensione e compassione”. “Chiediamo loro - ha affermato ancora - di pregare per i nostri giovani e di incoraggiarli a partecipare alla GMG”. Tuttavia, l’impegno chiesto agli anziani non si ferma solo alla preghiera. Coloro che lo vogliono, infatti, possono anche mettere a disposizione la loro casa per accogliere i pellegrini, iscriversi come volontari, acquistare gadget con il marchio della Giornata per finanziare la partecipazione di giovani dei Paesi poveri. (E.B.)

    inizio pagina

    Da martedì, in esposizione a Roma i 18 progetti commissionati dalla CEI per i nuovi complessi parrocchiali in tre diocesi italiane, a nord, centro e sud

    ◊   Promuovere un innalzamento della qualità complessiva delle nuove chiese: questo l’intento della Conferenza episcopale italiana (CEI) nel proporre la quarta serie di concorsi nazionali per la progettazione dei complessi parrocchiali. I 18 progetti saranno esposti da martedì presso la Galleria Sala 1 in piazza Porta San Giovanni a Roma, in una mostra dal titolo “Nuove chiese italiane 4”. La presentazione dei concorsi avverrà alla presenza di mons. Giuseppe Betori, segretario generale della CEI, e dell’architetto Carla Di Francesco, direttore generale della PARC, la Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee. I concorsi, indetti nel 2006, riguardano la realizzazione di complessi parrocchiali in tre diocesi italiane, rappresentative delle tre aree geografiche, nord, centro e sud. In particolare, si tratta della diocesi di Ascoli Piceno, con il complesso parrocchiale di Santa Maria, Castel di Lama, la diocesi di Avellino - nel complesso parrocchiale di Santa Maria del Carmine, Atripalda - e la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, con il complesso parrocchiale del Sacro Cuore. Il Servizio nazionale per l’edilizia di culto ha curato la procedura dei progetti pilota, con la partecipazione dell'Ufficio liturgico nazionale e dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici. (V. V.)

    inizio pagina

    L’attività ludica per scacciare gli incubi della guerra fra i giovani: prosegue in Sri Lanka il lavoro dell’associazione cattolica "Lakrivi"

    ◊   Promuovere la conoscenza e l’amicizia attraverso incontri e giochi. Questa è una delle missioni dell’associazione di volontariato cattolica "Lakrivi", che si dedica all’assistenza dei bambini e delle bambine dello Sri Lanka, un Paese devastato da una lunga lotta interetnica che causa ancora numerose vittime tra gli innocenti. Secondo quanto riporta l’agenzia Ucanews, ripresa dall’Osservatore Romano, 120 ragazzi sono stati accolti nei giorni scorsi da 50 operatori volontari cattolici, sacerdoti e suore Francescane, aderenti al movimento Lakrivi, nella diocesi di Anuradhapra, nella provincia nord-centrale, in un padiglione allestito presso l’istituto scolastico superiore Na-Agala Kanda, retto da un’associazione buddista. Grazie all’attività dei volontari, i giovani hanno trascorso serenamente una giornata impegnati in giochi di gruppo, attività ricreative e gare sportive, rimuovendo per un breve periodo i problemi che il conflitto causa allo svolgimento normale della loro vita. L’appuntamento con i giovani ha coinvolto anche dei monaci buddisti che apprezzano l’impegno della Chiesa cattolica in questo ambito. Lakrivi è il ramo srilankese del Movimento internazionale per l’apostolato dei fanciulli e conta sulla di circa 500 tra volontari per assistere, si calcola, oltre 15 mila giovani. (E.B.)

    inizio pagina

    Intervento del vescovo belga di Namur, Leonard, in programma per l'8 aprile alla festa annuale dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

    ◊   In occasione dell’annuale festa dell’ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che si svolgerà martedì prossimo 8 aprile, alle 10,30, il vescovo di Namur, in Belgio, André-Mutien Léonard terrà una lectio magistralis sul tema “La nuova apologetica nel contesto teologico e culturale odierno”. Ne da notizia l’agenzia SIR. “Il nostro giovane ateneo - spiega il rettore, padre Pedro Barrajon - vuole essere un luogo di dialogo fecondo tra fede e ragione, tra teologia, filosofia, scienza e cultura, in cui ritrovare quella sapienza cristiana capace di guardare l’essenziale e di dare risposte adeguate ai nuovi problemi della società contemporanea, nel solco di una motivata fedeltà al Magistero della Chiesa”. L’Università Pontificia, prosegue il rettore, “vuole mettersi al servizio della Chiesa, in modo particolare del Santo Padre, nel delicato compito di formare sacerdoti, religiosi e laici, altamente qualificati per portare avanti questa missione evangelizzatrice”. Al “Regina Apostolorum” (www.upra.org) sono attive le facoltà di Teologia, Filosofia e Bioetica, oltre a Master in bioetica, in psicologia di consultazione (per medici, psicologi, sacerdoti, consacrati e consacrate), in scienza e fede, in scienze ambientali e in architettura, arti sacre e liturgia. (E.B.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Ancora violenze in Tibet: almeno 11 persone sarebbero morte a seguito degli scontri con la polizia cinese nella provincia del Sichuan

    ◊   Nuove proteste e scontri tra tibetani e forze di sicurezza cinesi sono scoppiati giovedì nella provincia del Sichuan. Secondo alcune organizzazioni pro-Tibet, almeno 11 tibetani sarebbero rimasti uccisi negli scontri vicino al monastero di Donggu. Il presidente francese Sarkozy ha deciso, intanto, che non presenzierà alla cerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici Estivi di Pechino 2008 se la Cina non aprirà al dialogo con il Dalai Lama. Il nostro sevizio:


    Torna ad essere alta la tensione in Tibet. Almeno 11 persone, tra monaci e civili, sono rimaste uccise a seguito degli scontri con la polizia cinese nei disordini scoppiati giovedì sera nei pressi di un monastero nella provincia del Sichuan. E' la stessa che, alla fine del mese scorso, è stata teatro dei violenti scontri costati la vita ad una ventina di persone. A riferirlo sono l'emittente Radio Free Asia e l’organizzazione “Campagna internazionale per il Tibet”. La notizia era già trapelata ieri dall'agenzia ufficiale Nuova Cina che aveva però parlato di un attacco alla sede del governo locale. Un attacco che aveva costretto le forze di sicurezza a reagire. Testimonianze di segno opposto arrivano naturalmente dalle fonti locali vicino al governo tibetano in esilio e dalle organizzazioni pro-Tibet; secondo tali fonti, la polizia ha aperto il fuoco su una folla di diverse centinaia di persone che protestavano dopo l’arresto di alcuni monaci del vicino monastero Donggu, per essersi opposti alla campagna di ''educazione patriottica'' condotta dalle autorità cinesi. E nella ridda di smentite e contro smentite, si segnalano intanto le dure dichiarazioni del presidente francese Sarkozy che, a meno di due giorni dal passaggio della fiaccola olimpica per le strade di Parigi, ha annunciato che non presenzierà alla cerimonia d'apertura delle olimpiadi di Pechino 2008 se la Cina non aprirà al dialogo con il Dalai Lama per risolvere pacificamente la crisi.

    Iraq
    Ancora violenze in Iraq, dove tre civili sono morti e altri 16 sono rimasti feriti in attentato dinamitardo a bordo di un bus avvenuto questa mattina a Baghdad. Fonti delle forze di sicurezza irachene riferiscono che l'esplosione si è verificata mentre il veicolo stava allontanandosi dal quartiere sciita di Sadr City. Prosegue, intanto, la lotta delle forze di sicurezza governative contro le milizie terroristiche: un'importante base di al QaEda è stata scoperta oggi su un'isola del fiume Tigri all'altezza della città di Samarra, nel nord del Paese. Nell'operazione è stato arrestato anche un responsabile religioso dell'organizzazione terrorista e sono state rinvenute circa 1500 armi di tutti i tipi, ordigni esplosivi pronti all'uso, molti documenti e materiale di propaganda.

    Medio Oriente
    È stato confermato l’incontro di lunedì tra il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ed il premier israeliano, Ehud Olmert, nel quadro dei negoziati di pace in corso tra le due parti, avviati dopo la conferenza di Annapolis dello scorso novembre. A riferirlo oggi a Ramallah il negoziatore della presidenza palestinese. Si registra poi che la scorsa notte 12 detenuti, tutti membri delle Brigate dei martiri di al-Aqsa, braccio armato di Fatah, sono evasi dal carcere di Nablus, in Cisgiordania. Il gruppo era già evaso lo scorso febbraio, ma si era riconsegnato alle forze di sicurezza palestinesi in cambio dell'impegno a non essere consegnati ad Israele, dove sono ricercati per una serie di attentati.
     
    Zimbabwe
    Il Movimento per un cambiamento democratico (MDC), il principale partito di opposizione dello Zimbabwe, ha annunciato che oggi si rivolgerà alla Corte suprema di Harare nel tentativo di ottenere l'immediata diffusione dei risultati delle elezioni presidenziali della settimana scorsa. Secondo un portavoce del partito il ritardo nella pubblicazione dei dati sta creando molta tensione nel Paese. In attesa che la commissione elettorale renda noto il risultato delle presidenziali di sabato scorso, il partito al potere, lo Zanu-Pf, ha intanto deciso che il presidente Robert Mugabe correrà al ballottaggio contro il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai.

    Somalia
    Una lussuosa imbarcazione francese con a bordo 30 uomini di equipaggio, è stata abbordata e sequestrata ieri da pirati al largo delle coste somale, nel golfo di Aden. Il Ponant stava trasferendosi dalle Seychelles verso il Mediterraneo. Ancora nessun contatto stabilito con le autorità di Parigi.
     
    Colombia
    Ingrid Betancourt è affetta da malaria e soffre di una infiammazione al fegato e di malnutrizione: è la diagnosi tracciata da un medico membro delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) - che tengono in ostaggio la donna da oltre sei anni - arrestato due settimane fa. Ieri, intanto, decine di migliaia di colombiani hanno manifestato chiedendo la liberazione di tutti i 2800 ostaggi nelle mani delle FARC, sfilando nelle strade delle più grandi città del Paese. Per la prima volta in Colombia l’immagine della Betancourt era onnipresente, sui cartelli, sui manifesti, sugli abiti dei manifestanti, sulle finestre degli edifici. Prosegue infine la missione umanitaria francese giunta nel Paese per cercare di entrare in contatto con la franco-colombiana Ingrid Betancourt.
     
    Montenegro
    Domani circa 500 mila cittadini del Montenegro andranno alle urne per eleggere il nuovo presidente della piccola repubblica ex jugoslava. In quattro concorreranno per il mandato quinquennale della più alta carica dello Stato. Al termine di una campagna elettorale incentrata su riforme, corruzione e criminalità nel Paese, il favorito resta il presidente uscente Vjukanovic.

    FMI: Frena l’economia europea
    La crisi dei mutui subprime investe anche l’Europa, rallentandone pesantemente la crescita, fino all’1,3%, nel 2008. E’ la fotografia scattata dal Fondo monetario internazionale, che non lascia adito a dubbi: per l’economia globale il 2008 sarà di sicura frenata, forse anche di recessione. Preoccupa soprattutto l’Italia, il cui Pil salirà di un modesto 0,3%. Dal canto suo, il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, valuta eccessivamente pessimiste le stime del FMI. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 96

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina