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Sommario del 25/08/2008
Vasta eco per le parole di Benedetto XVI sul pericolo dei nazionalismi. Il prof. Giovagnoli: l'appello del Papa sia raccolto dalla diplomazia internazionale
◊ Preoccupazione per il risorgere dei nazionalismi, che rischiano di suscitare nel mondo antiche paure, ed esortazione accorata a ripudiare la violenza in favore di altri strumenti più idonei a costruire la pace ad ogni latitudine. Le parole pronunciate ieri all’Angelus da Benedetto XVI hanno suscitato una eco vastissima. Il Papa ha invitato ogni Paese a “costruire relazioni feconde e sincere”, per assicurare alle generazioni presenti e future “tempi di concordia e di progresso morale e civile”. Alessandro De Carolis ha chiesto un’opinione in merito al prof. Agostino Giovagnoli, docente di storia contemporanea all’Università Cattolica di Milano:
R. – Dal punto di vista storico, c’è indubbiamente il peso di un’esperienza che è poi quella dell’Europa del '900 alla quale lo stesso Benedetto XVI fa riferimento: e cioè ai danni, ai pericoli gravissimi che il nazionalismo è stato in grado di portare alla pace in Europa, che oggi sembrano inaspettatamente riemergere all’inizio del XXI secolo.
D. - Dietro questa impennata dei nazionalismi, che Benedetto XVI stigmatizza, secondo lei cosa c’è? Siamo davvero a rischio, come dicono alcuni, di un ritorno al passato, di una nuova deriva di guerra fredda?
R. - I ritorni al passato sono improbabili nella storia, però il pericolo è grave, questo indubbiamente sì. Tuttavia, parlale di "guerra fredda" è fuorviante: non c’è dubbio che siamo in presenza di una tensione crescente - il Papa usa questa parola, giustamente - che rischia di essere molto destabilizzante per quanto riguarda la pace in Europa e nel mondo. Nel Caucaso, ci sono questioni molto antiche, il pericolo nazionalista è endemico, come del resto anche nei Balcani. Il vero problema è quando si alterano improvvisamente degli equilibri con interventi anche esterni che possono far divampare la tensione in modo molto rapido. E da questo punto di vista occorre, come dice il Papa, fare una scelta di combattere il pessimismo e di far crescere la fiducia e poi di operare, instancabilmente, attraverso la via delle trattative, senza mai affermare nessun principio in modo assoluto, fosse quello dell’autodeterminazione dei popoli o altri ancora.
D. - A questo proposito, ieri il Papa ha detto di evitare di affrontare le nuove situazioni con vecchi sistemi, indicando, per l’appunto, direi alla diplomazia internazionale, le strade della forza del diritto, dell’equità nei negoziati. Che valore hanno questi principi, secondo lei, nelle crisi che sono in atto oggi?
R. - Io credo che sia molto opportuno richiamare questi principi. Le diplomazie si sono mosse male nella crisi del Caucaso: o seguendo simpatie ideologiche, oppure logiche geopolitiche piuttosto discutibili. Quando il Papa parla della pace, dell’unità della famiglia umana, delle Nazioni, non sono solo affermazioni di principio: sono anche obiettivi di grande respiro che purtroppo le diplomazie sembrano smarrire, perdendosi in una quotidianità, in un giorno per giorno, che poi, alla fine, rischia di aumentare le tensioni.
D. - Lei, prima, ha ricordato che Benedetto XVI ha invitato all’ottimismo. Molti altri analisti internazionali sono invece pessimisti sui destini della pace del pianeta. Qual è la sua visione?
R. - Io credo che il Papa sia realista, quindi, in questo senso, non è che si faccia illusioni, ma proprio il realismo, in un certo senso, è ciò che spinge a combattere il pessimismo. Perché con la guerra - che è lo spettro che si aggira - “tutto è perduto” diceva Pio XII. E dunque, l’ottimismo è sì una scelta della volontà, ma è anche una risposta realistica alla gravità dei problemi sul tappeto.
Franz Schubert è un genio della musica che onora la grande cultura e spiritualità dell'Austria cristiana: così ieri Benedetto XVI al concerto in suo onore a Castel Gandolfo
◊ Una bella serata trascorsa a riascoltare alcuni celebri brani musicali che hanno suscitato emozioni e suggestioni spirituali profonde. Ed anche un’occasione per “vedere il felice accostamento della poesia alla musica”. Sono queste alcune delle parole di ringraziamento pronunciate da Benedetto XVI al termine del concerto in suo onore tenutosi ieri nella residenza pontificia di Castel Gandolfo. Yvonne Timoianu al violoncello e Christoph Cornaro al pianoforte hanno eseguito l’opera “Viaggio d’inverno” di Franz Schubert, composta sulle liriche di Wilhelm Müller. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
(musica)
Dopo l’’intreccio melodico ordito da Franz Schubert nella nota opera “Viaggio d’inverno”, sono risuonate nella Sala degli Svizzeri del Palazzo apostolico le parole di Benedetto XVI, accompagnate da una profonda e appassionata conoscenza musicale: la musica di Schubert - ha affermato il Santo Padre - “penetra nell’anima con dolcezza portando anche chi l’ascolta a provare lo stesso struggente rimpianto avvertito dal musicista”. Nelle annotazioni del Papa, il vortice di note ideato dal compositore austriaco è visto soprattutto come un “viaggio interiore” che si apre alla realtà, al quotidiano:
“Nasce così un affresco che parla di schietta quotidianità, di nostalgia, di introspezione, di futuro. Tutto riaffiora lungo il percorso: la neve, il paesaggio, gli oggetti, le persone, gli eventi, in un fluire struggente di ricordi”.
L’universo sonoro presente in “Viaggio d’inverno”, abilmente accostato da Schubert ai versi poetici di Wilhelm Müller, è stato proposto ieri in una versione nuova: le vibranti pennellate musicali del violoncello hanno infatti sostituito la voce umana. La scelta è stata particolarmente apprezzata da Benedetto XVI:
“Non sentivamo le parole della poesia, ma il loro riflesso ed i sentimenti in esse contenuti espressi con la ‘voce’ quasi umana del violoncello”.
Schubert - ha sottolineato il Papa - fece risuonare la poesia e parlare la musica. Nel suo capolavoro “Viaggio d’inverno”, il compositore austriaco esprime “un’intensa atmosfera di triste solitudine”. Uno stato d’animo di prostrazione - ha aggiunto il Santo Padre - causatogli dalla lunga malattia e dal susseguirsi di non poche delusioni professionali e sentimentali:
“Il giovane Schubert, spontaneo ed esuberante, è riuscito a comunicare anche a noi questa sera ciò che egli ha vissuto e sperimentato. Meritato è pertanto il riconoscimento che universalmente viene tributato a questo illustre genio della musica, che onora la civiltà europea e la grande cultura e spiritualità dell’Austria cristiana e cattolica”.
Il celebre musicista austriaco scrisse “Viaggio d’inverno” nel 1827, un anno prima della prematura morte, che lo colse a 31 anni. L’opera porta chi l’ascolta - ha osservato infine il Papa - ad avvertire il “richiamo di quelle verità del cuore che vanno al di là di ogni raziocinio”.
(musica)
Il primo settembre il Papa riceverà in udienza Ingrid Betancourt. Lo rende noto un comunicato della famiglia dell'ex candidata alla presidenza della Colombia, liberata dalle FARC il 2 luglio
◊ Il primo settembre, Ingrid Betancourt, la cittadina franco-colombiana liberata all'inizio dello scorso mese dopo oltre sei anni di prigionia, sarà ricevuta da Benedetto XVI a Castel Gandolfo. A comunicarlo è stata la famiglia della donna, precisando che si realizza così il desiderio espresso dalla stessa Ingrid Betancourt lo scorso 2 luglio, subito dopo la liberazione.
Il programma della visita in Italia è ricco di appuntamenti. Al termine dell’udienza con il Papa, l’ex candidata alla presidenza della Colombia incontrerà i giornalisti. Il 2 settembre, la signora Betancourt si recherà al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Subito dopo, sarà ricevuta in Campidoglio per un colloquio con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Roma è stata tra le prime città in Italia a concedere la cittadinanza a Ingrid Betancourt, rapita il 23 febbraio del 2002 da uomini delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC). La visita si concluderà il prossimo 3 settembre, quando la Betancourt sarà a Firenze per ricevere la cittadinanza onoraria e il Giglio d’Oro.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Nell’Angelus di domenica 25 agosto Benedetto XVI invita a operare per ripristinare un clima internazionale di fiducia e collaborazione: “Nei rapporti tra le Nazioni la violenza va ripudiata”
In prima pagina, un editoriale a firma del Direttore de L’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, dal titolo, “Mostrato piuttosto che dato: trent’anni fa la parabola di Giovanni Paolo I”
“Il compimento dell’uomo è la conoscenza di Dio”. Il messaggio del cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, inviato al vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, in occasione del Meeting per l’amicizia tra i popoli
Nell’informazione internazionale, in rilievo la crisi nel Caucaso: Medvedev minaccia la rottura delle relazioni con l’Alleanza Atlantica. Un articolo di Luca M. Possati dal titolo “Nato e Unione europea in crisi di identità”
“Duttile e fermo, ma capace di parlare alla gente”. Gianpaolo Romanato sui trent’anni dall’elezione di Giovanni Paolo I
“La semplicità del dire e del fare presa in prestito da Trilussa”. Vincenzo Bertolone, vescovo di Cassano all’Jonio, ricorda la lezione di vita di Giovanni Paolo I
Anticipazione dell’omelia del cardinale Patriarca di Venezia, Angelo Scola, che sarà tenuta nella celebrazione eucaristica del 26 agosto a Canale d’Agordo in occasione dei trent’anni dall’elezione al Pontificato di Giovanni Paolo I
Secondo giorno di lavori al Meeting di Rimini. Intervista al cardinale Bagnasco sul ruolo sociale e politico dei cattolici : "Accettabile un federalismo che aiuti lo Stato e non divida il Paese"
◊ Secondo giorno al Meeting di Rimini, promosso da Comunione e liberazione, dove aumenta di ora in ora il numero dei visitatori. Ieri, l’inaugurazione che ha visto l’applaudito intervento del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), ma anche presentazione di mostre e testimonianze, come quella dei fondatori del Movimento dei lavoratori senza terra del Brasile. I particolari della nostra inviata a Rimini, Debora Donnini:
“'Intaccare direttamente i valori spirituali e morali di una comunità e di un Paese è attaccare la sua integrità”. Un monito rivolto soprattutto all’Europa quello del cardinale Bagnasco. Oggi, ha detto, si vorrebbe negare la dimensione pubblica della fede, ma è scorretto ridurre ogni posizione assunta dai credenti a una scelta confessionale: certi valori, come la famiglia e la vita, anche se sono illuminati dalla fede, sono bagaglio della ragione. Ma come ogni anno, il Meeting è anche presentazione di libri e mostre. Come quella sulla primavera di Praga che con una serie di foto racconta il tentativo fallito di un socialismo dal volto umano, nato all’interno della società cecoslovacca. Siamo nel 1968 e a sedare la domanda di libertà a Praga arrivano i carri armati russi. Un avvenimento condensato in una delle foto: la gente chiede "perché" ai soldati russi e loro non sanno rispondere di fronte alla menzogna che li ha portati lì.
Il vero senso del protagonismo, cuore di questo Meeting, non può non ritrovarsi nell’esperienza dei fondatori del Movimento dei lavoratori senza terra del Brasile, Marcos e Cleuza Zerbini, raccontata ieri davanti ad una folla commossa. Il loro impegno comincia nel 1986. Marcos e Cleuza aiutano migliaia di persone ad uscire dalla miseria. Grazie al loro movimento, oggi 17 mila famiglie povere hanno un lotto, 10 mila di loro vivono in case già costruite, mentre 47 mila studenti frequentano l’università. Arriva poi la frattura con il partito di sinistra e con la teologia della liberazione. Ma il loro impegno continua. Negli anni, però, Cleuza e Marcos perdono l’entusiasmo, sopraggiunge la stanchezza. E’ allora che l’incontro con Comunione e Liberazione, in cui poi confluirà l’associazione, è determinante. “Abbiamo capito - ha detto Marcos - che da noi dipendeva il Sì, mentre l’esito dipendeva da Cristo. E allora è come se ci avessero tolto 200 chili dalle spalle”. Perché essere protagonisti è dire Sì a Dio.
Come detto, l'intervento del cardinale Angelo Bagnasco ha catalizzato molta dell'attenzione al primo giorno del Meeting di Rimini. Il nostro inviato, Luca Collodi, lo ha intervistato, chiedendogli anzitutto se si possa parlare oggi di un fondamentalismo ideologico laico, che stia minacciando in questo momento il cristianesimo in Italia e in Europa:
R. - La tentazione dei fondamentalismi è una tentazione che attraversa la storia di ieri e di oggi e, purtroppo, forse anche di domani. Perché fa parte dell’animo umano il dovere di ritrovare continuamente delle punte di equilibrio, anche da un punto di vista culturale. Non so in questo momento, con precisione, se si possa parlare di fondamentalismo anticlericale o anticattolico in Europa, in termini di assolutezza e di certezza. Certamente mi sembra siano innegabili dei fenomeni che qua e là si sono verificati in termini non positivi, non benevoli, verso la presenza della comunità cristiana. La risposta della comunità cristiana, della Chiesa messa insieme, è una risposta di fedeltà al Vangelo e di amore all’uomo, a partire proprio dall’annuncio del Vangelo di Cristo, dalla promozione della difesa della ragione, della buona ragione, che oggi è messa sotto accusa, messa in crisi, come se non riuscisse ad arrivare a cogliere la verità, e anche dal punto di vista della concezione antropologica.
D. – Qui, cardinale Bagnasco, nasce la riflessione che fa la Chiesa sull’impegno in politica dei laici cristiani. Quando la Chiesa tocca questo punto vi sono molte interpretazioni: ci sono distinguo, ci sono polemiche, anche qualche strumentalizzazione. Ma come possiamo invece parlare con serenità di questo, chiarire una volta per tutte cosa significa impegno politico per un cristiano?
R. – Intanto, è opportuno ricordare quanto il Santo Padre ha detto al Convegno ecclesiale di Verona, quando con molta chiarezza e puntualità ha affermato che la Chiesa non è, in quanto tale, un soggetto politico. Ha aggiunto immediatamente che ciò non significa neutralità di fronte a qualunque posizione - sociale, culturale e via discorrendo - proprio perché la Chiesa ha come missione l’annuncio del Vangelo, l’annuncio di Cristo, e Cristo salva completamente, radicalmente, la persona umana in tutte le sue dimensioni, sia personali che sociali, comunitarie e relazionali. Quindi, la Chiesa non è, e non può essere, neutra o indifferente rispetto a qualunque posizione, anche se come soggetto in quanto tale non entra nell’agone politico. I credenti, come tutti i cittadini, entrano nella politica, nel gioco della democrazia, con la propria coscienza, come tutti, e all’interno del dinamismo democratico portano avanti una visione delle cose che, in parte, nasce chiaramente dalla propria fede e, in altra parte, anche dalla luce della ragione. Quindi, non necessariamente tutte le posizioni dei politici cattolici o, comunque, della comunità cristiana quando si esprime - o degli stessi vescovi a volte, quando si esprimono sui principi generali - sono di tipo confessionale. Bisogna distinguere: alcuni sì, ma altri, per quanto riguarda il valore della persona umana, della vita umana, della società, della famiglia e così via, sono valori che sono di ordine innanzitutto naturale, razionale.
D. - Protagonista del dibattito parlamentare del prossimo periodo, in Italia, sarà il federalismo. Può, secondo lei, il federalismo rappresentare una nuova esperienza di solidarietà per il popolo italiano?
R. - Perché un popolo sia tale e quindi ogni persona si possa sentire parte di un popolo, con il desiderio anche di sacrificarsi per questo popolo, per questa comunità - perché la sente come la sua casa, la sua famiglia - è necessario avere un senso di appartenenza, di unità, senza il quale non vi è possibilità di creare storia. Se ognuno va per se stesso, per la propria strada, evidentemente non trova la ragione per spendersi per la cosa comune, per la cosa pubblica. Quindi, se il federalismo viene ad essere un modo per servire meglio dentro a questa unità di popolo che è il nostro Paese, ma come per qualunque altro Paese, certamente è una cosa buona. E’ a completamento e a traduzione di quello che è il compito dello Stato, che è la giustizia. Se il federalismo aiuta la giustizia dello Stato è un bene.
D. - In conclusione, che cosa può dare la Chiesa all’Italia di oggi?
R. - La Chiesa desidera continuare ad essere con umiltà un punto di riferimento per le molte comunità parrocchiali, sparse per tutto il territorio nazionale: un grande servizio a tutta la nazione, a tutto il Paese, in forza del proprio messaggio religioso, in forza di quel senso di carità cristiana o di solidarietà evangelica che è tradizione, è patrimonio essenziale della Chiesa e che è a disposizione non di alcuni - i cosiddetti credenti - ma di tutti, come già avviene.
Chiuse le Olimpiadi, Pechino si appresta ad essere teatro delle "Paralimpiadi": protagonisti gli atleti diversamente abili. L'opinione di Luca Pancalli
◊ Archiviate le XIX Olimpiadi di Pechino, a vincere e a restare nella storia dello sport sono come sempre gli atleti, il loro coraggio e i loro nomi. Lo stesso varrà, con un significato ancora più simbolico, per gli atleti che prenderanno parte ai primi di settembre ai Giochi Paralimpici, ovvero le Olimpiadi ‘parallele’ riservate ad atleti portatori di handicap. Atleti veri e propri - sottolinea Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico italiano - che meritano una giusta attenzione da parte dei media e degli appassionati. La grande speranza - conclude Pancalli - è che l’evento paralimpico di Pechino possa rilanciare una seria riflessione sull’importanza dello sport per tutte le persone, senza distinzioni. Stefano Leszczynski lo ha intervistato:
R. - Al nostro interno c'è un movimento che è rappresentativo di una dimensione agonistica a tutti gli effetti, ma c’è anche un grandissimo movimento all’interno del quale si è mantenuta quella dimensione a contenuto sociale che lo caratterizza. Penso a tantissimi ragazzi, ad esempio, con disagio intellettivo e relazionale, o con disabilità più gravi o gravissime, per le quali magari la possibilità di una paralimpiade sarà sempre un sogno, ma che però amano praticare dello sport, consapevoli che sia poi un modo di occupare il proprio tempo libero, un modo di divertirsi giocando, utilizzando le potenzialità di questo formidabile strumento.
D. - Abbiamo assistito a degli atleti portatori di handicap che hanno lottato per poter gareggiare con i normodotati: questo fa bene allo sport paralimpico?
R. - Io credo assolutamente di sì, perché si evidenziano anche delle criticità, delle contraddizioni. Il movimento paralimpico si è sempre dovuto confrontare con la necessità di garantire equità nei punti di partenza, per cui è evidente che il nostro sport, in alcune discipline, faccia uso di tecnologia. Quella tecnologia che, come nell’automobilismo, piuttosto che in qualsiasi attività dove si usa un mezzo - penso al ciclismo - può fare la differenza. Si tratta comunque di un risultato positivo: anche solo per l’attenzione mediatica che ha avuto, voi immaginate che tipo di speranza possa suscitare questo tipo di messaggio in tanti altri ragazzi magari che vivono la medesima condizione di Oscar Pistorius.
D. - Forse possiamo mettere una punta polemica, anche se non maliziosa, sul fatto che la stessa attenzione non c’è in quella che è la vita quotidiana dei portatori di handicap...
R. - Questa è una profonda verità. Lo sport rappresenta, nonostante tutto, un’isola felice, e le difficoltà nella vita quotidiana, soprattutto per i disabili più gravi, gravissimi per le loro famiglie, sono ancora infinite. Però, se lo sport può rappresentare uno strumento di aiuto in questo processo di crescita culturale e di crescita di attenzione nei confronti delle problematiche vissute dalle persone disabili quotidianamente, ben venga.
D. - Cosa significa, per questi ragazzi, poter ricominciare a fare qualcosa di così importante?
R. - Innanzitutto, praticare dello sport è un modo per prendere coscienza dei propri limiti, questo sì, ma anche delle proprie enormi possibilità. E’ un modo di avanzare velocemente in un processo di inclusione, perché poi praticare dello sport significa anche vivere di squadra con altri ragazzi, significa viaggiare, partecipare a gare, uscire di casa.
D. - Un auspicio finale?
R. - Che si possano raggiungere i risultati che noi auspichiamo, in termini ovviamente di medagliere, perché è un fatto agonistico ed è giusto che sia trattato come puro e semplice fatto agonistico. Dall’altro, però, la speranza è che questi grandi eventi possano, con l’aiuto dei media, trovare quella giusta amplificazione, perché spesso non si ha idea di quanto possano essere importanti per attivare delle speranze, degli stimoli in tanti ragazzi che magari hanno subito incidenti da poco, in tanti ragazzi magari che non hanno ancora scoperto quel meraviglioso mondo sportivo che noi rappresentiamo, ecco. Quindi, la vera speranza che lo sport possa diventare un diritto di tutti e un diritto accessibile a tutti ecco.
Convegno internazionale a L'Aquila in occasione della Perdonanza Celestiniana. Intervista con padre Giuseppe De Gennaro
◊ Perdono, spiritualità e giustizia sono stati ieri pomeriggio al centro di un Convegno internazionale che si è svolto a L’Aquila nell’ambito delle manifestazioni per la 714.ma Perdonanza Celestiniana. Obiettivo dell’incontro, far riflettere sull’importanza di riscoprire il vero senso del perdonare che l’umanità nei secoli ha troppo spesso dimenticato. Ma cosa è il perdono? Federico Piana lo ha chiesto al padre gesuita Giuseppe De Gennaro, docente di cultura e letteratura mistica spagnola e uno dei relatori del convegno:
R. - E’ stato definito da Gesù, il quale ha detto nel Vangelo che esiste un solo perdono ed è il perdono che Dio dà all’umanità peccatrice. Quindi, l’umanità peccatrice, se vuole perdonare, deve fare come fa Dio. Dio perdona noi, uomini peccatori, tutti chiusi nel peccato, e noi dobbiamo fare la stessa cosa con i nostri fratelli e sorelle. Per cui esiste un solo perdono, il giusto perdono: non c’è un "perdono A", un "perdono B", un "perdono C". Secondo il Vangelo, esiste il perdono di Dio.
D. - Padre Giuseppe, come si fa a riscoprire il perdono? Perché l’umanità l’ha un po’ dimenticato...
R. - Se l’umanità non scopre il dono di Dio, che è lo Spirito, lo Spirito Santo-Dio, quello che Gesù con la sua morte ha conquistato per ciascun essere umano, noi non potremo mai capire di che si tratta.
D. - Perdonare delle volte sembra quasi impossibile. Come lo può fare, ad esempio, una mamma che ha visto uccidere il proprio figlio?
R. - Purtroppo abbiamo, nella storia dell’umanità, questi delitti. Dio stesso ha avuto il Figlio suo schiacciato, eliminato dal nostro peccato. E Dio, con il Figlio morto, ha perdonato. Questa potenza del perdono è dunque un dono che Dio dà a ogni essere umano.
D. - Come mai, però, per l’uomo perdonare è così difficile?
R. - E’ molto difficile perché manca la preghiera, manca la spiritualità, manca il silenzio: non si percepiscono questi grandi doni di Dio, che si perdono quando c’è la confusione, la superficialità, il mercantilismo.
India: nuovi attacchi alla popolazione cristiana nello Stato dell’Orissa
◊ Sono riprese le violenze contro la popolazione cristiana dell’Orissa, Stato dell’India orientale, riferisce l'agenzia AsiaNews. Da ieri mattina, migliaia di indù, legati al gruppo militare Vhp (Vishwa Hindu Parishad), stanno uando violenze contro i cattolici e radendo al suolo chiese e cappelle per vendicare l’assassinio del loro leader Swami Laxanananda Saraspati, avvenuto lo scorso 23 agosto. I movimenti radicali indù hanno accusato la componente cristiana della popolazione di aver organizzato l’omicidio del leader fondamentalista e in queste ore esortano la folla alla distruzione dei luoghi di culto della comunità cristiana. L’organizzazione di Laxanananda è infatti nota per la sua opposizione all’impegno sociale dei cristiani e incolpa vescovi, sacerdoti e suore di proselitismo. La zona dei nuovi scontri è quella del distretto di Kandhamal, nella diocesi di Cuttack-Bubaneshwar, dove nel dicembre scorso avevano perso la vita tre cristiani ed erano state date alle fiamme 13 chiese. (D.B.)
Conferenza internazionale su razzismo e xenofobia, da oggi ad Abuja in Nigeria
◊ Da oggi e per tre giorni ad Abuja, capitale della Nigeria, si svolge il convegno internazionale dedicato ai temi del razzismo, della xenofobia e altre forme di intolleranza. Lo riferisce il servizio d’informazione delle Nazioni Unite, precisando che “l’incontro in corso in questi giorni servirà come base preparatoria per la Conferenza internazionale sul razzismo, in programma nell’aprile 2009 a Ginevra”. Responsabili ONU, rappresentanti dei Paesi africani e della società civile sono stati convocati nella capitale nigeriana per delineare misure concrete e iniziative per combattere tutte le forme di discriminazione legate alla razza, all’etnia, alla religione. Valutando, al tempo stesso - precisa la nota dell’ONU - “l’efficacia dei meccanismi attuali e la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione”. (R.G.)
Nuova impiccagione in Iran, secondo Paese al mondo per numero di esecuzioni capitali
◊ Nuova esecuzione capitale oggi in Iran, dove un uomo condannato a morte è stato impiccato nel carcere di Tabriz nel nordovest del Paese. Lo riferisce il quotidiano Etemad. La condanna a morte è stata eseguita Tabriz. Questa impiccagione porta ad almeno 174 il bilancio delle esecuzioni in Iran dall'inizio dell'anno. Secondo Amnesty International, l'Iran, con 317 condannati a morte nel 2007, è il secondo Paese al mondo, dopo la Cina, per numero di esecuzioni capitali.(R.G.)
Amazzonia: l’ONU invia un osservatore nella riserva dello Stato di Roraima per dirimere i contrasti tra indigeni e agricoltori
◊ Le Nazioni Unite hanno deciso di inviare un osservatore speciale in Roraima, Stato del nord del Brasile, nel tentativo di stemperare le tensioni presenti nella riserva amazzonica di Raposa Serra do Sol, dove popolazioni indigene e agricoltori locali si fronteggiano da tempo per l’occupazione dei terreni coltivabili. Per preparare al meglio questa missione, James Anaya, inviato speciale dell'ONU per i Diritti dei Popoli indigeni, ha avuto nei giorni scorsi degli incontri interlocutori con il governatore di Roraima, Josè Anchieta Junior, e con i vari capi dell’etnia guarnì-kaiowa, coinvolti nella contesa. Questi ultimi hanno denunciato “la silenziosa e costante invasione della riserva”, chiedendo che si proceda al più presto “alla demarcazione delle terre” promesse alle popolazioni indigene dal presidente Lula. L’osservatore ONU, da parte sua, si è limitato a prendere nota delle posizioni delle autorità di Roraima e del Consiglio indigeno della riserva, promettendo di stilare un ''rapporto imparziale'' sul conflitto. Nei giorni scorsi, la Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani (CNNB) aveva espresso preoccupazione per la possibile divisione in tante unità della riserva indigena di Raposa. Una frammentazione che potrebbe favorire gli interessi delle industrie minerarie, a scapito delle popolazioni indigene. Il governo di Roraima ha chiesto in tal senso un pronunciamento al Supremo tribunale federale brasiliano. La decisione è attesa per il 27 di agosto. (D.B.)
Aperto ieri a Firenze il XV Convegno internazionale sull'origine della vita
◊ Trecentocinquanta scienziati, provenienti da tutto il mondo, sono riuniti da ieri a Firenze per partecipare al XV Convegno internazionale sull'Origine della Vita, che si concluderà il 29 agosto. Tra i relatori, il Premio Nobel per la medicina Christian de Duve, il direttore dei programmi scientifici dell'Agenzia spaziale statuninense (NASA), Carl Pilcher, il chimico Albert Eschenmoser dell'Università della California. Il Convegno, con cadenza triennale, per la prima volta organizzato in Italia, presenterà i risultati scientifici più rilevanti ottenuti nei vari settori di ricerca riguardo gli studi sull’origine della vita sulla Terra, che vanno dall'astrofisica alla biologia, dalla chimica alla geologia fino alla storia della scienza. Il convegno è promosso dalla Società scientifica internazionale per gli studi sull'origine della vita (Issol), uno dei temi fondamentali e più affascinanti di tutta la scienza in generale. (R.G.)
Nascerà a Rocca di Papa il “Centro Chiara Lubich” per tramandare l'eredità spirituale della fondatrice del Movimento dei Focolari
◊ Mantenere sempre attuale e tramandare alle generazioni future l’eredità spirituale e carismatica di Chiara Lubich. Risponderà a questo obiettivo il nuovo Centro intitolato alla fondatrice del Movimento dei Focolari, scomparsa lo scorso 14 marzo. “Questo progetto - ha spiegato la neo-presidente del Movimento, Maria Emmaus Voce - avrà lo scopo di conservare e mettere a disposizione del pubblico, per il tempo presente e futuro, il ricco patrimonio che Chiara ha lasciato con la sua vita, con le sue lettere e con i suoi discorsi”. Il Centro, che sorgerà prossimamente a Rocca di Papa, nei pressi di Roma, sarà presieduto da Eli Folonari, segretaria personale di Chiara Lubich per 50 anni, e raccoglierà gli scritti, i circa 8 mila video e le oltre 22 mila cassette audio che riproducono dal vivo gli avvenimenti principali del Movimento e i numerosi interventi pubblici della sua fondatrice. Al progetto, prenderanno parte anche le prime e i primi focolarini, “testimoni oculari dell’intensa opera carismatica della Lubich”. (D.B.)
Anno Paolino: la figura di San Paolo riprodotta nei francobolli e nelle immaginette al centro di una mostra nella Basilica ostiense
◊ L’Anno Paolino, che fin dal giorno della sua apertura viene celebrato dal mondo filatelico con annulli e valori postali, sarà segnato dal 28 agosto al 14 settembre prossimi da una spettacolare mostra di francobolli sull’Apostolo delle Genti, oltre che di alcune raccolte di sue immaginette nella storia dell’arte e nella tradizione religiosa popolare. Promossa dall’Associazione Filatelica Terra Santa e dalla Società San Paolo, viene allestita nella sala Barbo della Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, che ha dato il patrocinio. La mostra filatelica si articola in diverse sezioni tematiche: la più estesa è naturalmente dedicata a San Paolo, le altre scorrono sulla Palestina, l’antica Roma, la Bibbia, la vita di Gesù, gli Apostoli, i Papi che hanno assunto il nome di Paolo, gli Istituti religiosi che si richiamano a San Paolo. I francobolli sono stati emessi dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri da nazioni di ogni continente: i più rappresentativi sono quelli dello Stato della Città del Vaticano. Le immaginette raffigurano tutte l’Apostolo, stampate con varie tecniche dal Settecento in poi, parecchie in speciali occasioni o da istituzioni paoline. Per le sorprendenti visioni che offre, la mostra non solo “illumina il passato, il presente, la cultura, la religiosità” sulla figura di San Paolo, ma “parla anche molte lingue ed è uno specchio delle nostre nazioni”: così scrive il sacerdote paolino, don Giancarlo Rocca, in un volume bilingue, italo-inglese, di circa cento pagine, nel quale illustra le opere presentate. (A cura di Graziano Motta)
La comunità di fedeli di Ostia si appresta a celebrare il suo Patrono Sant’Agostino
◊ I fedeli di Ostia si preparano a festeggiare il loro Patrono, Sant’Agostino, da mercoledì 27 a domenica 31 agosto. Una festa giovane per la comunità lidense, istituita solo quattro anni fa quando ebbe come testimone d’eccezione l’allora cardinale Joseph Ratzinger, che si recò ad Ostia per benedire una statua dedicata al Vescovo di Ippona. Due i momenti culminanti della Festa agostiniana: il 27 agosto, la Messa per la Solennità di Santa Monica, madre del Dottore della Chiesa, nella parrocchia intitolata alla Santa e il giorno dopo la Messa per la Festa di Sant’Agostino nella Chiesa di Regina Pacis. Entrambe le celebrazioni saranno presiedute da mons. Giovanni Falbo, prefetto della XXVI prefettura della diocesi di Roma. Domenica 31 agosto, la festa patronale si concluderà con il saluto del sindaco capitolino, Gianni Alemanno, e l’immancabile spettacolo pirotecnico. L’evento è promosso dall’Associazione Ostia-Incontro, per la parte più popolare-tradizionale, e dall’Associazione culturale Sant’Agostino, che nell’ambito dei festeggiamenti propone la lettura di alcuni brani delle "Confessioni", l’opera più celebre dell’Ipponate. Don Salvatore Tanzillo, assistente ecclesiale dell’Associazione Sant’Agostino, afferma che scopo del suo sodalizio è “non solo sviluppare il pensiero cristiano nelle Chiese, o al chiuso di qualche sala, ma cogliere l’occasione di una festa popolare e un po’ rumorosa di una piazza moderna per annunciare il Vangelo e far conoscere la profondità e l’ampiezza del pensiero agostiniano”. Don Salvatore, viceparroco della Chiesa di Santa Monica ad Ostia, sottolinea che il pensiero agostiniano è “sempre attualissimo per i giovani e meno giovani” e offre “al territorio di Ostia una forte identità cristiane e cattolica, nel tempo della multiforme varietà di messaggi religiosi”. (A cura di Alessandro Gisotti )
Venezia, l’educazione cristiana dei giovani tema centrale del Convegno diocesano il 5 e 6 settembre prossimi
◊ “L’educazione cristiana dei giovani nella Chiesa di Venezia”. Questo il tema del Convegno diocesano - di cui riferisce l’agenzia SIR - che avrà luogo il 5 e il 6 settembre prossimi nella città lagunare, sotto la guida patriarca Angelo Scola. Chiamati a confrontarsi i responsabili degli Uffici della Curia, gli operatori pastorali, i rappresentanti del mondo giovanile, i delegati di associazioni e i movimenti. “Il tema ci vedrà tutti impegnati a misura delle nostre responsabilità - dichiara il vescovo ausiliare, Beniamino Pizziol - nel testimoniare la fede alle giovani generazioni” all’interno del “cammino pastorale della diocesi senza cioè pensare di isolare il mondo giovanile dalla vita globale e integrale di tutto il popolo di Dio”. “Si vuole poi indicare - osserva ancora mons. Pizziol - la continuità che deve esistere tra l’iniziazione cristiana dei ragazzi” e la loro partecipazione attiva “alla vita delle comunità parrocchiali”. (R.G.)
I monaci ortodossi del Monte Athos, in Grecia, collegati ad Internet
◊ La rete Internet a servizio dei monaci che vivono sul Monte Athos, in Grecia, dove ha sede una comunità ortodossa che ha sempre preservato con determinazione il proprio isolamento. Come riporta l’agenzia MISNA, un'impresa di telecomunicazioni ha installato sul monte un aggiornato sistema di collegamento senza fili (Wi-max), che mette in rete sei dei 20 monasteri o "laure" che formano la Santa Comunità dei monaci ortodossi. Abitato da circa 1500 monaci, il Monte Athos è un’“entità teocratica indipendente” in cui l’ingresso è sottoposto a una particolare giurisdizione restrittiva: per entrarvi è infatti necessario uno speciale permesso di soggiorno per quattro giorni, il "Dhiamonitirion", che viene concesso solo agli uomini, in grado di dimostrare di avere interesse di carattere religioso o scientifico. Patrimonio culturale dell’umanità protetto dall’UNESCO, il monte Athos custodisce numerosi tesori artistici: antichi manoscritti, icone, affreschi dipinti dai più illustri rappresentanti della pittura bizantina. (R.G.)
La Duma approva la secessione di Ossezia del sud e Abkhazia e Mosca si dice pronta a qualsiasi decisione in caso di aggravamento dei rapporti con i Paesi NATO
◊ La Duma russa ha approvato una risoluzione nella quale chiede al Cremlino di riconoscere l'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del sud. Sudosseti e abkhazi si sono già pronunciati, in referendum con maggioranze schiaccianti, per la secessione, e i due parlamenti hanno votato all'unanimità la richiesta di riconoscimento a Mosca. Il servizio di Fausta Speranza:
Mosca invita i Paesi della NATO ad evitare l'ulteriore aggravamento dei rapporti con la Russia, che si dice pronta a prendere qualsiasi decisione, fino alla cessazione della cooperazione: è quanto ha affermato il presidente russo Medvedev incontrando il rappresentante permanente della NATO Rogozin. Inoltre, il vicecomandante dello stato maggiore russo, Nogovitsin, dichiara che la Russia dispone di “serie informazioni” da parte dei suoi servizi segreti sulla presunta preparazione di un attacco georgiano contro l'Abkhazia, allo scopo di conquistare la 'capitale' Sukhumi. Sono le mosse delle ultime ore in una crisi che non può dirsi conclusa e nella quale il premier Putin traccia il primo bilancio relativo ai danni arrecati all'Ossezia del sud dall'attacco georgiano: si tratterebbe di un miliardo di dollari. Da parte sua, il presidente della Georgia fa sapere che il riconoscimento di Abkhazia e Ossezia del sud “avrà dei risultati disastrosi” e lo definisce “un tentativo di cambiare con la forza le frontiere dell'Europa”. Saakashvili ringrazia in particolare il presidente della Repubblica francese Sarkozy, per l'impegno nelle trattative con la Russia e nel raggiungimento di un cessate-il-fuoco. E l’impegno dell’Europa prosegue: il primo settembre a Parigi si terrà il vertice dei leader europei sulla situazione georgiana. Resta da dire che il comando russo ha riconfermato il "no" espresso ieri dal ministro degli Esteri sull'eventualità di un passaggio della missione di interposizione dai militari russi all'OSCE. E in Georgia è ripreso regolarmente il traffico sulla linea ferroviaria lungo la quale, ieri, un treno merci carico di combustibile era saltato in aria per una mina. Si tratta di un tratto della ferrovia, non lontano da Gori al centro delle operazioni armate dei giorni scorsi tra Russia e Georgia, usata dai convogli che trasportano il petrolio dall'Azerbaigian verso Occidente.
Darfur
Militari sudanesi hanno attaccato un campo profughi nel sud del Darfur, lasciando sul terreno almeno 18 morti, decine di feriti, secondo quanto affermano leader dei ribelli e alcuni testimoni. Il campo di Kalma ospita circa 90.000 profughi ed è uno dei più travagliati: secondo il governo sudanese in esso trovano rifugio ribelli del Darfur e loro sostenitori, mentre i residenti dicono che il campo è perennemente sotto attacco delle milizie arabe sudanesi filo-governative. Secondo un portavoce dei ribelli del Sudan Liberation Army (SLA), le truppe di Khartoum sono entrate nel campo di Kalma per sgomberarlo. “Si tratta di un messaggio di sfida (da parte del governo sudanese) alla comunità internazionale. Facciamo appello ai peacekeeper (ONU) dell'UNAMID di fare il loro dovere di difendere i profughi”, ha detto il portavoce dell'SLA. “Mi trovo all'interno del campo di Kalma e stanno ancora sparando”, racconta un testimone residente, un capo tribale del Darfur. “Sono entrati nel campo e hanno ucciso delle persone. Ci sono case che bruciano”, ha aggiunto il testimone. Secondo le organizzazioni internazionali, sono almeno 2 milioni e mezzo gli abitanti del Darfur costretti a vivere nei campi profughi per essere sfuggiti alle stragi e ai combattimenti.
Medio Oriente
Israele ha liberato oggi 198 detenuti palestinesi. A Ramallah gli ex detenuti sono stati accolti dal presidente dell'ANP, Abu Mazen, che ha assicurato che non intende dimenticare “gli altri 11 mila palestinesi reclusi in Israele. Non ci sarà pace fra i palestinesi ed Israele", ha detto ancora Abu Mazen, fino a quando non saranno stati liberati tutti i detenuti. Fra quanti hanno ottenuto oggi la libertà figurano due palestinesi che hanno compiuto attentati terroristici contro Israele: Said al-Atabah e Abu Ali Yatta. Il primo ha scontato 32 anni di carcere, il secondo 28. Con loro è stato liberato anche un parlamentare di al-Fatah, Hussam Khader, recluso da sei anni per aver sostenuto la rivolta armata palestinese. La loro liberazione è stata duramente criticata da esponenti del Likud (opposizione nazionalista) secondo cui è difficile credere che il "gesto di buona volontà" del governo di Olmert possa, così come nelle intenzioni, rafforzare Abu Mazen. Il provvedimento avviene a poche ore dall'inizio di una nuova spola diplomatica fra Gerusalemme e Ramallah del segretario di Stato USA, Condoleezza Rice.
Iraq
Un poliziotto iracheno è stato ucciso e altri tre sono stati feriti stamani dall'esplosione di un ordigno a Est di Falluja. Nelle stesse ore, a Baquba, a nord di Baghdad, sono state fermate una donna e una ragazzina di 13 anni che erano in procinto di compiere attentati suicidi. Baquba, capoluogo della provincia di Diyala, è da mesi teatro di una serie di attacchi commessi da attentatrici suicide, tanto che allo stesso tempo l'esercito iracheno e le forze di polizia hanno arruolato un crescente numero di donne da impiegare in particolare nelle perquisizioni femminili ai posti di blocco. Proprio nella provincia di Diyala, circa 150 donne si sono inoltre unite volontariamente lo scorso luglio ai cosiddetti Consigli del Risveglio, i comitati popolari anti al Qaeda, per essere impiegate in operazioni anti-terrorismo. Questi episodi sono avvenuti mentre lo stadio di calcio di Baghdad registrava il tutto esaurito. Nello spareggio per l'assegnazione dello scudetto, l'Arbil, formazione della regione a maggioranza curda, ha battuto lo squadrone di casa Az-Zawra, in un clima entusiasmante di festa e di tifo appassionato nonostante le violenze che martoriano, appunto, ancora il Paese. In tribuna d'onore era presente Ali Dabbagh, rappresentante del premier Nuri al-Maliki, oltre ad alcuni ministri del governo, che comprende sciiti, curdi e sunniti. Al termine, il rappresentante del premier Al Maliki ha consegnato a entrambe le squadre un premio di 84.000 dollari.
Kirghizistan
Sul Boeing 737 dell'Itek Air caduto poco dopo il decollo dall'aeroporto Manas presso Bishkek, capitale del Kirghizistan, sono morte 71 persone. Lo ha detto il Ministero della Sanità kirghizo. Il governo di Bishkek poco prima aveva parlato di 87 morti. “Secondo le nuove informazioni ci sono 71 vittime” accertate, ha detto la portavoce del ministero, Elena Baialinova, aggiungendo che il bilancio è provvisorio e “potrebbe essere superiore perchè la ricerca dei morti e dei feriti continua”. “Al momento - ha aggiunto la portavoce - 15 feriti sono ricoverati all'ospedale di Bishkek, fra cui due sono in rianimazione”, mentre altri sono in via di trasporto. Il numero complessivo dei sopravissuti resta per ora incerto. In precedenza, il Ministero per le emergenze aveva detto che erano 25.
Iran
La guida suprema dell'Iran Ali Khamenei ha manifestato oggi il suo chiaro appoggio ad un secondo mandato presidenziale per Ahmadinejad, avvertendolo che comunque deve trovare il modo di porre un freno all'inflazione. L'ayatollah Khamenei, massima autorità del Paese, ha affermato che sostiene “con maggiore calore” il governo di Ahmadinejad rispetto a quello che lo precedeva, guidato dal riformista Mohammed Khatami. Tra dieci mesi si svolgono le elezioni presidenziali e le parole di Khamenei, pronunciate durante un incontro con membri del governo, suonano come un chiaro appoggio a Ahmadinejad, al quale è stato detto di comportarsi come se fosse sicuro di aggiudicarsi un secondo mandato. È la prima volta che Khamenei evoca così chiaramente la rielezione di Ahmadinejad, il quale ai suoi occhi ha il merito di avere arrestato “la pericolosa occidentalizzazione e secolarizzazione” del Paese.
Immigrazione irregolare
Non si arrestano gli sbarchi di migranti sulle coste siciliane. Quindici extracomunitari, riusciti ad approdare direttamente a terra, a Marsala, sono stati intercettati e fermati dalla Guardia Costiera. A un miglio dall'Isola dei Conigli, a Lampedusa, invece, una barchetta in legno di 6 metri, con 12 persone a bordo, è stata avvistata dalla Capitaneria. I migranti sono stati poi portati al CPA. Nella maggiore delle Pelagie dalla notte scorsa erano giunti, in tre distinti sbarchi, oltre 300 extracomunitari. Un barcone con 45 persone era stato avvistato, invece, nel pomeriggio a sud di Capo Passero, nel siracusano.
India
È salito a tre morti, tutti civili, e 70 feriti il bilancio degli scontri tra manifestanti e polizia nella capitale estiva del Kashmir indiano, Srinagar. Nonostante il coprifuoco imposto nella città e in altri dieci distretti dello Stato indiano, centinaia di manifestanti indipendentisti sono scesi in piazza per chiedere l'indipendenza della loro regione a maggioranza musulmana dall'India. Le violenze sono scoppiate due settimane fa, quando il governo locale ha deciso di concedere un terreno appartenente a musulmani, che sono maggioranza nello Stato, a pellegrini induisti che ogni agosto si recano ad un loro santuario in quella zona. Dallo scoppio degli scontri, sono morte 20 persone.
Malaysia
Il governo malaysiano sta negoziando con i pirati nel Golfo di Aden il rilascio dei 39 membri dell'equipaggio della nave cargo appartenente alla compagnia malaysiana "Misc" sequestrata la scorsa settimana a largo della costa somala. Lo ha detto il vice primo ministro del Paese, Najib Razak. La pirateria è estremamente diffusa in Somalia. Gli ufficiali della marina hanno fatto sapere che almeno 30 imbarcazioni sono state sequestrate quest'anno a largo delle sue coste, quattro solo la scorsa settimana.
Nucleare
Corea del Sud e Cina rilanciano il processo del “dialogo a sei” per la soluzione della questione nucleare della Corea del Nord, “auspicando più cooperazione”. Nella nota diffusa al termine del faccia a faccia tra il presidente cinese, Hu Jintao, in visita per due giorni a Seul, e il suo omologo sudcoreano, Lee Myung-bak, si rimarca il fatto che le “due parti sottolineano l'importanza delle discussioni e della cooperazione dei colloqui a Sei, che coinvolgono Cina, le due Coree, Russia, USA e Giappone. Secondo i due leader, la cooperazione è l'unica forma possibile per attuare la denuclearizzazione della penisola coreana e l'abbandono reale dei piani sulla lavorazione del plutonio da parte di Pyongyang. A fine giugno, la Corea del Nord ha consegnato una corposa documentazione sulle sue attività nucleari, ma gli Stati Uniti - dopo un'iniziale apertura - si sono rifiutati di cancellare Pyongyang dalla lista nera dei Paesi sospettati di aiutare il terrorismo, volendo verificare il processo di reale abbandono.
L’UE e il Trattato
L'Irlanda dovrà tenere un secondo referendum sul Trattato europeo se vorrrà evitare l'isolamento visto che gli altri 26 membri dell'UE sembrano propensi a ratificarlo. È quanto sostiene il ministro irlandese per gli Affari europei Dick Roche. “La mia opinione personale è che un referendum sarebbe la risposta appropriata data la situazione in cui ci troviamo”, ha detto Roche in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano "Irish Independent". Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell'UE, in una sua visita a Dublino il mese scorso era stato accolto da manifestanti con cori dello slogan "No vuol dire no". Il ministro degli Esteri irlandese, Martin, il mese scorso aveva detto che l'Irlanda chiarirà la sua posizione rispetto all'UE entro il vertice europeo di dicembre. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 238
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