Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

SOMMARIO del 29/09/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • I vescovi, “angeli” che portano all’uomo le cose di Dio: nella Festa dei Santi Arcangeli Benedetto XVI ha ordinato in San Pietro sei nuovi vescovi
  • Il Papa nomina il prof. Giovanni Maria Vian nuovo direttore dell'Osservatore Romano. Succede al prof. Agnes, per 23 anni alla guida del quotidiano della Santa Sede
  • Nomina del vice prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano
  • Domani sarà beatificata in Polonia la serva di Dio Maria Merkert, che ha dedicato la propria vita ai poveri e ai sofferenti
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Myanmar: l'esercito carica la folla. Giunto nel Paese l'inviato ONU
  • L'intervento del cardinale Lozano Barragán al Convegno su "Salute, tecnologia e bene comune" organizzato a Roma dall'Istituto Acton
  • Il legame tra Storia e Vangelo al centro del convegno diocesano tenutosi stamani a Roma per gli animatori della pastorale universitaria
  • Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Il cardinale Martino in Ecuador: a rischio una democrazia senza valori
  • India: 70 morti per nuove piogge nel nordest. L’aiuto dei cattolici alle popolazioni dell’Orissa
  • Perù. Attesa per il II Congresso missionario nazionale, in programma ad ottobre
  • Il cardinale Caffarra al Convegno dell’Azione Cattolica: il cristiano non si lasci sedurre dai compromessi
  • “I problemi tra le Chiese si possono trasformare con l’amore evangelico”: è il messaggio dell’arcivescovo di Praga al termine del convegno dei Focolari
  • Repubblica Democratica del Congo: 24 casi di ebola nel Kasai occidentale. Il Sudan chiude il confine per paura del contagio
  • Al via, domani a Milano, l’Anno oratoriano 2007-2008. Il cardinale Tettamanzi: “La vita dell’oratorio, superficie riflettente per ogni famiglia”
  • Il cardinale Rodé a Grottaferrata per celebrare la professione perpetua di nove Figlie di San Camillo
  • 24 Ore nel Mondo

  • Afghanistan: Kharzai disposto a negoziare con i talebani, pronti al rilascio dei 4 operatori della Croce Rossa Internazionale, rapiti nel Paese - Disordini in Pakistan dopo l'ammissione di Musharraf alle prossime presidenziali
  • Il Papa e la Santa Sede



    I vescovi, “angeli” che portano all’uomo le cose di Dio: nella Festa dei Santi Arcangeli Benedetto XVI ha ordinato in San Pietro sei nuovi vescovi

    ◊   Gli uomini dovrebbero diventare “angeli gli uni per gli altri”, ma questo compito è certamente proprio di un vescovo, chiamato per grazia e ministero a essere un mediatore fra Dio e gli uomini. Sono i pensieri con i quali stamattina, in una Basilica di San Pietro gremita da migliaia di fedeli, Benedetto XVI ha presieduto e accompagnato la consacrazione di sei nuovi presuli, nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa dei tre Arcangeli, Michele, Gabriele e Raffaele. Riviviamo alcuni momenti della cerimonia, nella sintesi di Alessandro De Carolis:

    Messaggeri fra il cielo e la terra, fra la grandezza di Dio e le miserie dei suoi figli. Angeli come Michele, che fa spazio al divino di cui talvolta l’uomo vorrebbe sbarazzarsi. Angeli come Gabriele, che porta Cristo nel cuore dell’uomo, come l’Arcangelo fece con Maria il giorno dell’Annunciazione. Angeli come Raffaele, il medico che purifica l’amore tra uomo e donna, che sana la cecità di chi non vede le cose del cielo. Il vescovo è colui che apre il cielo e la terra, come gli Angeli che stanno al cospetto di Dio e portano il suo tocco all’umanità.

     
    (canto)

     
    Con un’omelia di grande intensità, Benedetto XVI ha tratteggiato l’unicità della missione episcopale. Lo ha fatto in una Basilica di San Pietro che presentava il colpo d’occhio delle giornate più solenni, nel giorno in cui le mani del Papa si sono posate sul capo di sei uomini, consacrati alla dignità e al ministero di vescovi. Un polacco, mons. Mieczysław Mokrzycki, arcivescovo coadiutore del cardinale, Marian Jaworski, nell’arcidiocesi ucraina di Leopoli dei Latini, mons. Gianfranco Ravasi, di recente nominato dal Papa a capo del dicastero vaticano della Cultura e delle Pontificie Commissioni per i Beni culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra. E ancora, l’arcivecovo Tommaso Caputo, che svolgerà il ruolo di nunzio apostolico a Malta e in Libia, l’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro, pastore dell’arcidiocesi italiana di Camerino-San Severino Marche, il neoprefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, mons. Sergio Pagano, e il segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, mons. Vincenzo Di Mauro. A loro, Benedetto XVI ha ricordato come nella Chiesa antica i vescovi venissero “qualificati come angeli”, perché il loro servizio richiama la natura stessa di queste creature celesti:

     
    “Essi sono messaggeri di Dio. Portano Dio agli uomini, aprono il cielo e così aprono la terra. Proprio perché sono presso Dio, possono essere anche molto vicini all’uomo. Dio, infatti, è più intimo a ciascuno di noi di quanto non lo siamo noi stessi. Gli Angeli parlano all’uomo di ciò che costituisce il suo vero essere, di ciò che nella sua vita tanto spesso è coperto e sepolto. Essi lo chiamano a rientrare in se stesso, toccandolo da parte di Dio. In questo senso anche noi esseri umani dovremmo sempre di nuovo diventare angeli gli uni per gli altri – angeli che ci distolgono da vie sbagliate e ci orientano sempre di nuovo verso Dio”.
     
    Dunque, ha osservato Benedetto XVI, se la Chiesa della prima ora chiamava i vescovi “angeli” intendeva dire proprio questo:

     
    “I vescovi stessi devono essere uomini di Dio, devono vivere orientati verso Dio. 'Multum orat pro populo' – 'Prega molto per il popolo', dice il Breviario della Chiesa a proposito dei santi vescovi. Il vescovo deve essere un orante, uno che intercede per gli uomini presso Dio. Più lo fa, più comprende anche le persone che gli sono affidate e può diventare per loro un angelo – un messaggero di Dio, che le aiuta a trovare la loro vera natura, se stesse, e a vivere l’idea che Dio ha di loro”.

     
    (canto litanie)

     
    I segni della consacrazione, che il Papa ha presieduto attorniato da cardinali e vescovi, hanno dato forma sacramentale alle parole di Benedetto XVI. L’imposizione delle mani, sue e degli altri presuli, ai candidati in ginocchio, il libro del Vangelo aperto sul loro capo, l’unzione con l’olio del crisma, la consegna dell’anello, della mitra e del pastorale hanno rappresentato le insegne di un’investitura spirituale, i cui fondamenti sono stati ravvisati dal Pontefice nella missione svolta dai tre Arcangeli. Michele, ha detto il Papa “difende la causa dell’unicità di Dio”, contro l’eterna “presunzione” di chi ritiene che Dio sia un “ostacolo” alla nostra libertà e del quale bisognerebbe sbarazzarsi. Al contrario, ha obiettato Benedetto XVI:

     
    “Chi accantona Dio, non rende grande l’uomo, ma gli toglie la sua dignità. Allora l’uomo diventa un prodotto mal riuscito dell’evoluzione. Chi accusa Dio, accusa anche l’uomo. La fede in Dio difende l’uomo in tutte le sue debolezze ed insufficienze: il fulgore di Dio risplende su ogni singolo. È compito del Vescovo, in quanto uomo di Dio, di far spazio a Dio nel mondo contro le negazioni e di difendere così la grandezza dell’uomo”.

     
    L’Arcangelo Gabriele, che annunciò la nascita di Gesù a sua Madre, è colui che manifesta il desiderio di Cristo di entrare nel cuore dell’uomo. “Il Signore - ha affermato il Papa - sta alla porta – alla porta del mondo e alla porta di ogni singolo cuore”. Un compito per il quale, in modo analogo, i vescovi per primi sono chiamati a prestare quotidianamente le loro forze e la loro intelligenza:

     
    “Anche oggi Egli ha bisogno di persone che, per così dire, gli mettono a disposizione la propria carne, che gli donano la materia del mondo e della loro vita, servendo così all’unificazione tra Dio e il mondo, alla riconciliazione dell’universo. Cari amici, è vostro compito bussare in nome di Cristo ai cuori degli uomini. Entrando voi stessi in unione con Cristo, potrete anche assumere la funzione di Gabriele: portare la chiamata di Cristo agli uomini”.

     
    Infine, San Raffaele, il sanatore delle ferite dell’anima negli uomini che non conoscono o rifiutano la verità e la carità. La tradizione sacra, ha ricordato Benedetto XVI, attribuisce a Raffaele la guarigione dell’amore umano, perché “scaccia i demoni” che disturbano la comunione tra uomo e donna. E inoltre, porta la guarigione anche agli “occhi dei ciechi”:

     
    “Sappiamo tutti quanto oggi siamo minacciati dalla cecità per Dio. Quanto grande è il pericolo che, di fronte a tutto ciò che sulle cose materiali sappiamo e con esse siamo in grado di fare, diventiamo ciechi per la luce di Dio. Guarire questa cecità mediante il messaggio della fede e la testimonianza dell’amore, è il servizio di Raffaele affidato giorno per giorno al sacerdote e in modo speciale al vescovo”.

     
    (canto)

    inizio pagina

    Il Papa nomina il prof. Giovanni Maria Vian nuovo direttore dell'Osservatore Romano. Succede al prof. Agnes, per 23 anni alla guida del quotidiano della Santa Sede

    ◊   Il Santo Padre ha nominato oggi il prof. Giovanni Maria Vian, nuovo direttore responsabile dell’Osservatore Romano. Il prof. Vian succede al prof. Mario Agnes, per 23 anni alla guida del giornale della Santa Sede, e a cui il Papa ha conferito il titolo di direttore emerito dell’Osservatore Romano. Vice-direttore del quotidiano è stato nominato Carlo Di Cicco, già redattore capo all’Agenzia Asca, responsabile per l’informazione sociale e vaticana. Il servizio di Sergio Centofanti.


    Il prof. Giovanni Maria Vian, a cui vanno i più sentiti auguri dalla Radio Vaticana, diventa l'undicesimo direttore dell'Osservatore Romano, il prestigioso quotidiano della Santa Sede fondato 146 anni fa, il 1° luglio 1861, pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia. Il prof. Vian, 55 anni, romano, è uno storico del cristianesimo, professore ordinario di Filologia patristica presso l’Università di Roma “La Sapienza” e docente a contratto presso l’Università “Vita Salute San Raffaele” di Milano, dove insegna Storia della tradizione e della identità cristiane. Dal 1999 è membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Oggetto dei suoi studi sono il giudaismo ed il cristianesimo antichi, la storia della tradizione cristiana, nonché il papato contemporaneo. Autore di un’ottantina di studi specialistici, ha curato alcuni libri, edito criticamente i “Testi inediti dal commento ai Salmi di Atanasio” (1978) e pubblicato i volumi “Bibliotheca divina. Filologia e storia dei testi cristiani” (2001, tre edizioni; traduzione spagnola, 2005, due edizioni), e “La donazione di Costantino” (2004, tre edizioni). Dal 1976 è redattore e consulente scientifico dell’Istituto della Enciclopedia Italiana. Iscritto come pubblicista all’Ordine nazionale dei giornalisti dal 1976, è editorialista di “Avvenire” e del “Giornale di Brescia”, nonché collaboratore di diversi quotidiani e periodici, tra cui lo stesso Osservatore Romano (1977-1987) e la rivista bimestrale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “Vita e Pensiero”. E non possiamo dimenticare che il prof. Vian ha collaborato per parecchi anni anche con la Radio Vaticana presso il Servizio di Documentazione e più recentemente rilasciando interviste e commenti sull'attualità ecclesiale e socio-culturale. Nel 1984 ha sposato Margarita Rodríguez, scomparsa prematuramente nel 2000.

     
    Il nuovo vicedirettore dell’Osservatore Romano, Carlo Di Cicco, è nato il 9 luglio 1944 ed è giornalista professionista dai primi anni settanta. E' stato Redattore capo all'Agenzia Asca, responsabile per l'informazione sociale e vaticana. Ha collaborato con numerose testate giornalistiche quotidiane e periodiche e con riviste specializzate. Tra le altre: GiornaleRadio Rai, il Mattino, il Giorno, Jesus, Vita Pastorale, Servizio della Parola, Critica Sociologica, Bollettino Salesiano. Ha avviato e curato per la parte giornalistica "Vidimus Dominum", il primo giornale internazionale quotidiano on line sulla vita consacrata. Con l'Asca ha realizzato in Italia la prima esperienza di informazione quotidiana sulle politiche sociali, ambientali e il volontariato. Ha pubblicato "I guardiani dei sogni con il dito sul mouse educatori nell'era informatica" (Elledici 1999), tradotto in spagnolo, portoghese, sloveno; "Ratzinger Benedetto XVI e le conseguenze dell'amore" (Memori 2006); Don Luigi Della Torre (Queriniana 2007). Ha collaborato al dizionario "La Comunicazione: dizionario di scienze e tecniche", curato da Lever, Rivoltella, Zanacchi (Eri, Elledici, Las 2002). E' sposato, padre di due figli.

    inizio pagina

    Nomina del vice prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano

    ◊   Il Santo Padre ha nominato vice prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano il padre gesuita Marcel Chappin, finora officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.

    inizio pagina

    Domani sarà beatificata in Polonia la serva di Dio Maria Merkert, che ha dedicato la propria vita ai poveri e ai sofferenti

    ◊   Domani verrà proclamata beata a Nysa, in Polonia, Maria Merkert, cofondatrice e prima superiora generale della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta. La cerimonia si svolgerà nella chiesa dei Santi Giacomo e Agnese e sarà presieduta dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che rappresenterà il Santo Padre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    La nuova beata è nata il 21 settembre 1817 a Nysa, nella regione della Slesia. L’atmosfera religiosa, che regnava nella sua casa paterna, influì molto sulla sua formazione e ispirò il suo servizio caritativo verso i bisognosi. Maria Merkert, con costanza e grande gioia assisteva malati, poveri ed emarginati. Nel 1842 fondò la Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta, approvata dal vescovo di Breslavia nel 1859. Fu strumento nelle mani di Dio mobilitando centinaia di cuori giovanili a soccorrere i malati, a portare loro aiuto fraterno e sollievo nelle sofferenze. Nel suo slancio caritatevole influì anche l’essere nata in un territorio, la regione della Slesia, dove la cultura slava e quella tedesca hanno trovato importanti punti di incontro ma anche di frizione. Ascoltiamo, al microfono di Beata Zajączkowska, il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi:

     
    R. - Certamente l’ambiente in cui si nasce e si cresce ha una grande incidenza morale, spirituale. Perciò aver vissuto in un contesto di incontro–scontro tra la cultura slava e quella tedesca non può non aver generato nella nuova beata, già da piccola, una mentalità aperta alla luce del Vangelo ai diversi modelli culturali. E non può averla pertanto portata a preferire la via dell’incontro a quella dello scontro. In questo senso, si può dire benissimo che la nuova beata è stata davvero un segno profetico della solidarietà che supera tutte le frontiere culturali, etniche e sociali.

     
    Dedicò la propria vita all'attività caritatevole e nelle persone bisognose vedeva le sofferenze del Signore. La serva di Dio Maria Merkert viene chiamata “la samaritana della Slesia”. Ma come interpretare oggi il suo messaggio? Ancora il cardinale José Saraiva Martins:

     
    R. - E’ un bel titolo essere chiamata la samaritana della Slesia. Questo ci porta un messaggio quanto mai importante ed attuale. Decidendo di curare le membra sofferenti del corpo di Cristo, assistendo i malati, poveri ed abbandonati nelle loro case e di prestar loro aiuto sia materiale che spirituale la nuova beata ci invita a mettere questo in pratica nella nostra vita il precetto dell’amore, e in particolare, verso coloro che ne hanno più bisogno. Ci invita a non dimenticare le parole di Gesù: tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli lo avete fatto a me. E questo è la più scottante attualità perchè purtroppo, nella società odierna, si dimentica troppo facilmente la categoria dei poveri. Sono milioni di nostri fratelli che vivono in una situazione di estrema povertà. Quindi il messaggio della nuova beata è estremamente importante e molto attuale.
     
    La nuova beata, scomparsa il 14 novembre 1872, oltre ad attuare il carisma: “aiutare dove più è necessario l’aiuto”, si impegnò poi nel dare alle proprie consorelle un’istruzione adeguata e, soprattutto, una formazione spirituale e morale, caratterizzata da profonda umiltà. Il suo impegno caritatevole prosegue anche oggi: la Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta è fortemente impegnata, infatti, nel dare il proprio contributo in questa preziosa attività al servizio dei poveri e dei sofferenti.

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - "Siate 'angeli custodi' delle Chiese che vi sono affidate": Benedetto XVI, nella festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, ordina nella Basilica Vaticana sei Vescovi chiamati a svolgere mansioni diverse a servizio della Chiesa.

    Servizio estero - Afghanistan: sanguinoso attentato suicida nel centro di Kabul.

    Servizio culturale - Un articolo di Pietro Petraroia dal titolo "Trasmigrazioni di arte e di fede tra le sponde dell'Adriatico": Dalmazia, Titano e Montefeltro dal primo Cristianesimo al Rinascimento al centro di una mostra a San Marino.

    Servizio italiano - In rilievo il tema della finanziaria.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Myanmar: l'esercito carica la folla. Giunto nel Paese l'inviato ONU

    ◊   Dopo una mattinata di calma, l’esercito birmano è tornato ad attaccare un gruppo di manifestanti scesi in strada a Yangon, città presidiata dai militari e dove vige lo stato d’assedio. Tra arresti e cariche è iniziata la missione dell’inviato dell’ONU, Ibrahim Gambari, che ha il difficile compito di spegnere gli animi. Intanto l’Unione Europea ha deciso di inasprire le sanzioni nei confronti del Myanmar. Benedetta Capelli:

     
    Il notevole dispiegamento di militari e le piogge monsoniche, che hanno colpito Yangon, non hanno scoraggiato i circa cento manifestanti riuniti presso il ponte di Pansoedan. La folla, accerchiata dai soldati, ha applaudito al loro indirizzo, in segno di protesta, scatenando così la dura reazione. Cinque gli arresti, un numero esiguo rispetto ai giorni scorsi. Continua intanto a mancare il collegamento ad internet, ripristinato oggi soltanto per due ore e poi interrotto. In questo clima è giunto nel Paese, proveniente da Singapore, l’inviato dell’ONU, Ibrahim Gambari. L’ex ministro degli Esteri nigeriano si è trattenuto per poco nella capitale ed è volato alla volta di un villaggio in mezzo alla giungla, situato 385 chilometri più a nord, sede del quartiere generale della giunta militare. L’emissario di Ban Ki-moon avrà il difficile compito di convincere i vertici del regime a rinunciare alla violenza e ad aprire al dialogo. Tentativi che, negli ultimi 19 anni, la comunità internazionale ha cercato di fare, fallendo sempre. Gambari ha espresso l’intenzione di parlare con tutte le forze sociali, alludendo all'ex leader dell’opposizione e premio Nobel, Aung San Suu Kyi , trasferita dagli arresti domiciliari ad un carcere di massima sicurezza. Intanto l’Unione Europea ha convocato l’incaricato d'affari del Myanmar a Bruxelles, annunciando la preparazione di sanzioni più dure nei confronti del Paese. Un appello alla Cina perché favorisca la mediazione è giunto dall’Alto Rappresentate della politica estera dell’UE, Solana. Il primo ministro cinese, Wen Jiabao, già ieri aveva chiesto alla giunta militare di usare "metodi pacifici" mentre la Russia, vicina come l’India al Myanmar, ha detto di considerare le eventuali sanzioni una misura “prematura”.A far sentire la loro voce anche i vescovi cattolici dell'Asia che hanno manifestato la loro "più profonda preoccupazione" per "gli sconvolgenti avvenimenti " in corso in Myanmar. Infine, il PAM, Programma Alimentare Mondiale, ha reso noto che la giunta militare ha ostacolato la distribuzione degli aiuti, fondamentali per 500mila persone, nelle zone più povere del Paese. L’agenzia ONU ha chiesto quindi di avere libero accesso per portare sostegno a tutti.

    E la Caritas Internationalis si sta preparando ad accogliere eventuali flussi di rifugiati provenienti dal Myanmar nella vicina Thailandia. Massimiliano Menichetti ha raggiunto telefonicamente in una città al confine tra i due Paesi un rappresentante del Network Caritas che per ragioni di sicurezza ha chiesto l’anonimato:


    R. – Non è ancora chiaro che livello di scontro con le forze del governo si possa raggiungere. La stessa mancanza di informazioni che subiscono le persone all’interno del Paese porta ad una situazione di insicurezza.

     
    D. – Dalle informazioni che trapelano la situazione a Yangon sarebbe molto più grave di quanto viene raccontato...

     
    R. – Quello che è certo è che dopo la morte di un numero di persone che, purtroppo, è ancora indefinito, ci si chiede se adesso la situazione verrà ricomposta e in che modo. Le proteste pacifiche devono poter continuare, non possono essere represse con la violenza dal governo birmano. Dall’altra parte, la comunità internazionale deve riuscire ad usare tutti gli strumenti per poter fare opera di convincimento soprattutto su quei Paesi e su quelle strutture che hanno una forza di pressione reale sul Myanmar, come l’India e la Cina, e poter fare forte pressione per il rispetto dei diritti umani.

     
    D. – Cosa farà la Caritas rispetto a questa situazione in Myanmar?

     
    R. – Uno, continuare l’attività di pressione con tutti quanti i canali e gli strumenti possibili. Altro elemento importante è che all’interno del Paese comincia ad avvertirsi la pressione anche verso la Thailandia. Ci si sta organizzando in collaborazione con Caritas Thailandia per poter eventualmente far fronte alla pressione dei profughi e dei rifugiati in fuga dalla repressione del Paese birmano.

    inizio pagina

    L'intervento del cardinale Lozano Barragán al Convegno su "Salute, tecnologia e bene comune" organizzato a Roma dall'Istituto Acton

    ◊   Il legame tra opportunità create dal rapido sviluppo delle tecnologie e le condizioni che promuovono il completo benessere della persona umana, è stato al centro del Convegno “Salute, tecnologia e bene comune”, tenutosi ieri a Roma nella sede della Pontificia Università Gregoriana. Alla Conferenza, organizzata dall’Istituto Acton, ha partecipato anche il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute. Il porporato ha sottolineato come oggi si confondano, sempre più frequentemente, benessere e felicità. Ascoltiamo, al microfono di Viktoria Somogyi, il cardinale Barragán:


    R. – Giovanni Paolo II nel messaggio dell’anno giubilare del 2000 dice che la salute è una tensione verso l’armonia fisica, psichica, sociale e spirituale; non è soltanto la carenza di malattie, che rende capace l’uomo, la persona, di adempiere alla missione che il Signore gli ha affidato, secondo le varie tappe della vita.

     
    D. – Oggi la cultura attuale definisce la salute come uno stato di perfetto benessere, ma paradossalmente combatte la vita stessa. Quali sono le condizioni vere che promuovono il completo il benessere della persona umana, ovvero il bene comune?

     
    R. – Il perfetto benessere non esiste in questa terra, perché il Signore ci ha promesso la felicità, non il benessere. L’errore fondamentale, dunque, di tutta questa concezione attuale post-moderna, è la confusione tra benessere e felicità. Una persona può non avere benessere ed essere felice o avere molto benessere ed essere molto infelice, come provano i casi di suicidio nelle società più sviluppate che hanno tanto benessere e tanta infelicità.

    Alla Conferenza è intervenuto anche mons. Jean Laffitte, vice-presidente della Pontificia Accademia per la Vita, con una relazione sul tema: “La salute come elemento del benessere della persona. Analisi della teologia morale cattolica”. Sul rapporto tra qualità della vita e criteri etici, ascoltiamo proprio mons. Laffitte, intervistato da Christopher Altieri.


    La qualità della vita è un tema sul quale è necessario riflettere, soprattutto in un contesto mondiale in cui la vita non ha la stessa qualità per tutti, e quindi ci sono molte problematiche legate anche alla giustizia, all’impegno politico e sociale. L’altro punto è la questione della fine della vita. Siamo in un campo sterminato di riflessione, a livello etico e teologico, e per dirlo semplicemente, la qualità della vita in quel contesto deve certamente preoccuparsi del modo in cui i malati, in fin di vita, vivono. Quindi, in questo, rientrano tutte le procedure per poter alleviare la sofferenza delle persone e provare a migliorare la qualità della loro vita. La qualità della vita non deve sostituire nuovi criteri etici ai criteri fondamentali, uno dei quali è il carattere inviolabile della vita umana. E questo è veramente importante: la qualità della vita non deve giustificare che si porti a termine un gesto, deliberato, personale.

    inizio pagina

    Il legame tra Storia e Vangelo al centro del convegno diocesano tenutosi stamani a Roma per gli animatori della pastorale universitaria

    ◊   “Testimoni del Risorto in Università”. E’ il tema del convegno diocesano per gli animatori di pastorale universitaria tenutosi oggi a Roma presso il Seminario Romano Maggiore. A mons. Sergio Lanza, della Pontificia Università Laternanese, Francesco Vitale ha chiesto quale sia il legame tra Vangelo e Storia:


    R. - Il tema Vangelo e Storia è coerentemente connesso a quello più prospettico della testimonianza del Risorto. Indica con chiarezza che la grande notizia di Gesù Cristo è il rinnovamento della storia, è per dirla con il Vangelo di Luca il centro della storia, laddove il progetto di Dio mostra la sua verità totale, anche se non la esaurisce, perché riapre il cammino della storia verso una realizzazione compiuta, che si ha con la venuta del Signore nell’ultimo giorno. Il rapporto Vangelo-Storia è, dunque, un rapporto intrinseco, chiaramente legato all’altro tema, quello originario della creazione, perché il Vangelo è la nuova creazione. Se noi apriamo i Vangeli troviamo immediatamente questa connessione trattata in vario modo dagli evangelisti. I Vangeli indicano, dunque, chiaramente che la bella notizia di Gesù riguarda la storia dell’uomo, la vicenda umana, nel suo spessore concreto, nel suo farsi, responsabilmente consegnato alle mani dell’uomo.

    Ma quale testimonianza sono chiamati a dare docenti e studenti cristiani nelle Università? Risponde il cappellano dell’Università di Roma Tor vergata, padre Mauro Oliva:


    R. – La testimonianza che il giovane docente e gli studenti dell’Università sono chiamati a dare è una testimonianza che parte proprio dalla serietà dell’impegno professionale, di studio e di ricerca. Si tratta di operare, di agire e di vivere l’esperienza universitaria proprio con quel cuore rinnovato dello Spirito Santo, che il cristiano ha e che può in qualche modo mettere a disposizione anche dei fratelli, con i quali camminare verso una conoscenza più grande di quelle che sono le verità che si possono accogliere attraverso lo studio della scienza, ma che devono poi far approdare alla conoscenza della verità con la “V” maiuscola, che appunto è Dio.

    inizio pagina

    Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica

    ◊   In questa XXVI Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta la parabola del ricco epulone: un uomo ricco, che tutti i giorni banchettava lautamente, mentre un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Alla morte di entrambi, il povero viene portato dagli angeli nel seno di Abramo, mentre il ricco soffre i tormenti dell'inferno. Alle tardive richieste di aiuto del ricco Gesù fa dire ad Abramo queste parole:

    “Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso”.

    Sul significato di questa parabola, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    Nella prima parte della parabola ci viene presentata la storia di un uomo ricco che dopo la sua morte si trova nell’inferno. La parabola non dice che quell’uomo abbia compiuto in vita qualcosa di male ma ci dice che non ha compiuto il bene che, secondo giustizia, era dovuto. Essa ci richiama all’assoluta insufficienza dell’astensione dal male e alla necessità di un’attività creativa ed intraprendente in direzione del bene e regolata dalla necessità della giustizia. E’ questa solerzia attiva nel bene che fa guadagnare all’uomo un nome, che lo rende degno di un nome. Infatti i dottori dicevano che il nome della persona è un nome di dignità, “nomen dignitatis”, e per questo il ricco epulone nella parabola non ha un nome. La seconda parte, invece, contiene una rivelazione sulla condizione dei dannati. Essi sono posti in una condizione di separazione: “Tra noi e voi, dice Abramo, è stabilito un grande abisso”. Questa separazione non è altro che la prosecuzione di quello che il ricco aveva stabilito tra sé e Lazzaro quando era ancora in vita. C’è una continuità tra la nostra vita presente e quella futura.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Il cardinale Martino in Ecuador: a rischio una democrazia senza valori

    ◊   “La Chiesa conosce i pericoli e i rischi che affronta oggi la democrazia: oligarchie che considerano indiscutibili la loro supremazia e i loro privilegi … gruppi che si concentrano attorno a un potere di fatto, dimentico della libertà dei cittadini; democrazia di Pilato, che in maniera più o meno manifesta tratta con scettica ironia la questione della verità; democrazia di Nerone o di Barabba, che pretende di sottomettere al voto la verità, affidandola al consenso urlato di masse acefale”.

    Sono parole forti del cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che ha inaugurato stamani a Quito, in Ecuador, una Conferenza internazionale sulle responsabilità sociali delle classi dirigenti alla luce della Dottrina sociale della Chiesa e nel contesto della realtà politica dell’America Latina.

    Il porporato, che ha iniziato oggi una visita di 12 giorni nel continente latino americano con tappe – oltre che in Ecuador – anche in Brasile e in Argentina, ha ricordato che la democrazia autentica non è solo il risultato di un rispetto formale delle regole, ma il frutto dell’accettazione convinta dei valori che ispirano i procedimenti democratici. Una democrazia senza valori, infatti, secondo il chiaro insegnamento di Giovanni Paolo II, si converte facilmente in un totalitarismo aperto o subdolo, come dimostra la storia.

    Il cardinale Martino ha quindi richiamato le esigenze del bene comune, valore principe della democrazia, in stretta relazione con il rispetto e la promozione integrale della persona e dei suoi diritti umani fondamentali e inalienabili: l’impegno per la pace, la corretta organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell’ambiente, la prestazione dei servizi essenziali per le persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell’uomo, come l’alimentazione, l’abitazione, il lavoro, l’educazione e l’accesso alla cultura, il trasporto, la salute, la libera circolazione delle informazioni e la tutela della libertà religiosa.

    Sul tema della lotta alla povertà, che condanna milioni di uomini, donne e bambini a situazioni di miseria e di disperazione, il presidente di Giustizia e Pace ha ricordato che la Chiesa chiama tutti ad un impegno non violento, senza alimentare messianismi effimeri e demagogie populiste, con promesse impossibili a realizzarsi. Secondo la Dottrina sociale della Chiesa – ha ricordato il cardinale Martino a Quito – la lotta alla povertà va orientata secondo i principi della solidarietà e della sussidiarietà, che devono integrarsi a vicenda, per stimolare lo spirito d’iniziativa e non cadere nella tentazione di guardare e trattare i poveri come un problema, bensì come soggetti e protagonisti di un futuro nuovo e più umano per tutto il mondo. La lotta alla povertà va inoltre orientata dal principio della giustizia sociale, che solo può evitare la scandalosa sproporzione tra la ricchezza di pochi e la miseria di molti. (A cura di Paolo Scappucci)

    inizio pagina

    India: 70 morti per nuove piogge nel nordest. L’aiuto dei cattolici alle popolazioni dell’Orissa

    ◊   Sono 70 i morti delle nuove piogge nel nordest dell’India. Da una settimana la pioggia intensa sta cadendo sugli Stati del West Bengala, Orissa, Assam e Bihar. Calcutta è sotto la pioggia, tanto che le autorità hanno deciso, nei giorni scorsi, la chiusura delle scuole e degli uffici. La situazione, comunque, sta lentamente migliorando. La maggior parte dei morti si conta nello Stato dell'Orissa, dove il Catholic Relief Service (CRS) sta fornendo aiuti alla popolazione: ricoveri temporanei, medicinali e cibo, ma anche assistenza sanitaria e conforto spirituale. Secondo i dati del governo, sono oltre 800 mila le persone che quest'anno hanno perso casa e lavoro a causa dei monsoni. “Centinaia di case sono andate distrutte - spiega Caroline Brennan, incaricata del CRS per l’Asia meridionale - e migliaia di persone sono venute a cercare aiuto da noi e dai nostri partner”. Tra questi, spicca Caritas indiana, che ha fornito assistenza immediata a 2.400 famiglie. Molto attive anche le parrocchie locali e la Società per i servizi sociali di Balasore, che è riuscita a coprire le necessità di 500 nuclei familiari. Secondo Brennan, i principali problemi da affrontare con urgenza sono “il rifornimento di acqua pulita, fondamentale per prevenire le epidemie, e il cibo, che deve essere igienizzato e preparato con molta attenzione”. Molto spesso – aggiunge – “questi drammi colpiscono gli strati sociali più emarginati, che non hanno le risorse economiche per ricominciare”. Proprio per questo, “già da diversi anni il CRS ha preparato dei piani di intervento speciale, per intervenire con forza in queste emergenze. Con diverse tipologie di intervento – conclude Brennan – cerchiamo di aiutare le comunità a recuperare i loro mezzi di sussistenza e non legarli così al nostro aiuto. Dopo queste tragedie, devono ricominciare a camminare da soli”. (R.M.)

    inizio pagina

    Perù. Attesa per il II Congresso missionario nazionale, in programma ad ottobre

    ◊   “Chiesa peruviana, è l’ora della missione”: è questo lo slogan che dall’11 al 14 ottobre accompagnerà il II Congresso missionario nazionale peruviano, organizzato dall'arcivescovado di Lima, insieme alle Pontificie opere missionarie (POM) e al Centro missionario nazionale (CENAMIS). Uno degli obiettivi – riferisce l’agenzia Fides – è risvegliare lo spirito e la coscienza missionaria in tutta la Chiesa del Perù, adempiendo all’impegno missionario cui ha chiamato Benedetto XVI durante la V Conferenza generale dell'Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, svoltasi nel maggio scorso ad Aparecida, in Brasile. Il Congresso sarà inaugurato e concluso dall'arcivescovo di Lima, il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne. I temi previsti sono: "Cristo ha fondato una Chiesa missionaria"; “Ambiti e sfide della Missione”; “Grandi Missionari del Perù”; “Giovanni Paolo II, il più grande missionario del secolo XX"; “Maria: la stella della nuova Evangelizzazione”. Contemporaneamente, dal 9 al 13 ottobre, si realizzerà anche la II Esposizione missionaria nazionale, al fine di mostrare la testimonianza concreta e reale dell'attività missionaria della Chiesa peruviana, attraverso le sue giurisdizioni ecclesiastiche e diverse istituzioni, nel Paese e oltre le frontiere. (R.M.)

    inizio pagina

    Il cardinale Caffarra al Convegno dell’Azione Cattolica: il cristiano non si lasci sedurre dai compromessi

    ◊   “Non spezzate la continuità con il martirio di Cristo, anche se la seduzione di Satana è costante e anche se la testimonianza cristiana si scontra con la mentalità di questo secolo. E quindi non sottoscrivete compromessi, non ritiratevi in un’interiorità illusoria”. E’ questo il monito forte con cui il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha aperto stamani la seconda giornata del Convegno nazionale dell’Azione Cattolica italiana, in corso fino a domani a Castel San Pietro Terme, nel bolognese. L’appuntamento è vissuto dai vertici dell’organizzazione come una rilettura della scelta religiosa. A 40 anni da quella svolta, l’Azione Cattolica presenta un manifesto al Paese in cui si parla di una società sospesa tra un mondo che muore e uno che nasce e si ripropone il primato del Vangelo. L’entusiasmo per le grandi pagine di apostolato dell’organizzazione, l’umile desiderio di purificazione di quest’esperienza, sono colti dal messaggio che il presidente della Conferenza episcopale italiana, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, ha inviato al Convegno al quale stamani è intervenuto il vicepresidente della CEI, mons. Agostino Superbo. Il filo rosso del Convegno, che si concluderà domattina con l’intervento del presidente Luigi Alici, è però tutto nella preoccupazione evidenziata dal cardinale Caffarra. “Colui che chiamiamo il diavolo - ha puntualizzato l’arcivescovo di Bologna - possiede un immenso potere di seduzione: nella verità di Dio mette la sua falsità”. Di fronte ai vertici dell’Azione Cattolica, il porporato ha indicato i tre punti in cui la continuità della testimonianza cristiana è insidiata: la verità circa la persona umana, pensata sempre più come un fortuito risultato di processi naturali; la verità circa il rapporto uomo donna nel matrimonio; infine, la verità circa il sociale, che oggi è sempre più pensato prescindendo dal bene comune. “E’ questa – ha detto Caffarra – la terza grande seduzione”. (Da Castel San Pietro Terme, Bologna, per la Radio Vaticana, Paolo Viana)

    inizio pagina

    “I problemi tra le Chiese si possono trasformare con l’amore evangelico”: è il messaggio dell’arcivescovo di Praga al termine del convegno dei Focolari

    ◊   Si è concluso giovedì scorso a Praga il 26.esimo convegno internazionale dei vescovi amici del Movimento dei Focolari. All'incontro, durato una settimana, hanno partecipato 43 vescovi provenienti da 17 diverse Paesi. Obiettivo del convegno dal titolo “La mia notte non ha oscurità: per una cultura della risurrezione”: realizzare un dialogo sottolineando gli elementi religiosi che le diverse Chiese hanno in comune, a partire dal battesimo. “Tornerò in Australia e porterò le altre Chiese nel mio cuore - ha detto il vescovo anglicano David Murray di Perth - Camminerò mano nella mano con gli altri vescovi”. Durante la cerimonia di chiusura riflessioni, testimonianze e visite culturali. “Non ignoriamo i problemi che ci sono nelle Chiese e fra le Chiese, - ha detto l’arcivescovo di Praga, il cardinale Miloslav Vlk - ma siamo convinti che con l’amore evangelico, con l’amore soprattutto per Gesù crocifisso e abbandonato, si possano trasformare”. In agenda, già i prossimi appuntamenti: nel 2008 in Libano e nel 2009 a Wittenberg, in Germania. (B.B.)

    inizio pagina

    Repubblica Democratica del Congo: 24 casi di ebola nel Kasai occidentale. Il Sudan chiude il confine per paura del contagio

    ◊   Con sette nuovi casi accertati, sale a 24 il numero di persone affette dal virus Ebola nella provincia del Kasai Occidentale, nel sud della Repubblica Democratica del Congo. Lo ha riferito all’agenzia MISNA Cristiana Salvi, portavoce della missione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel Paese. “Su 24 casi accertati, su 53 prelievi sanguigni, i decessi confermati sono sei”, precisa Salvi. Il virus Ebola è letale, in quanto provoca una dispersione di fluidi; il tasso di mortalità per una persona affetta varia tra il 50 e il 90 per cento. “Cerchiamo di rompere la catena di contagio – aggiunge la rappresentante dell’OMS – perciò quando una persona risulta positiva al test, viene subito isolata. Si cerca poi di aiutarla reidratandola, perché non esistono farmaci da somministrare”. Due laboratori mobili di analisi sono operativi in questi giorni a Luebo e Mweka, nel Kasai occidentale. Negli ultimi cinque mesi, nella regione, si sono ammalate circa 400 persone, con casi anche di tifo, shigella e diverse patologie minori. Intanto, circa 1300 chilometri più a nordest, il governo sud-sudanese ha ordinato la chiusura del confine con la regione congolese dell’Ituri per paura del virus. Lo ha detto, secondo radio Okapi, il capo della località di Kakwa, in territorio congolese. Il passaggio tra i due Paesi sarebbe interrotto da martedì scorso e le forze armate del governo sud-sudanese sarebbero dispiegate lungo il confine per impedire i movimenti di popolazione. (R.M.)

    inizio pagina

    Al via, domani a Milano, l’Anno oratoriano 2007-2008. Il cardinale Tettamanzi: “La vita dell’oratorio, superficie riflettente per ogni famiglia”

    ◊   La famiglia al centro dell’attenzione dell’oratorio. Sarà lei la protagonista dell’Anno oratoriano che, nella diocesi di Milano, si aprirà ufficialmente domani e che svilupperà il tema del piano pastorale proposto dal cardinale arcivescovo Dionigi Tettamanzi, “Famiglia comunica la tua fede”. “Nell’attuale contesto di indebolimento o di perdita della fede cristiana, di ritorno al paganesimo e di indifferenza religiosa – scrive il porporato nel suo messaggio agli oratori, ripreso dall’agenzia SIR - è proprio all’interno di ogni famiglia, tra le mura domestiche, che può e deve riprendere vigore il primo annuncio della fede”. “La vita dell’oratorio – prosegue l’arcivescovo - può rappresentare per ogni famiglia una singolare superficie riflettente: mentre i vari membri della famiglia sono coinvolti in qualcuna delle attività oratoriane, ricevono di riflesso un impulso di fiducia a vivere bene all’interno del proprio nucleo familiare e a maturare maggiore consapevolezza e scioltezza nel comunicare con gioia agli altri la 'buona notizia' dell’amore di Dio che abita nelle nostre case e chiede di essere riconosciuto, accolto, vissuto e testimoniato”. “Dimmi perché” è lo slogan scelto dalla Fondazione oratori milanesi (FOM) per l’Anno oratoriano. “Dimmi perché – scrive il cardinale Tettamanzi - vuole significare, con la vivacità istruttiva del logo e delle iniziative che l’accompagnano, l’intreccio delle domande e delle risposte che piccoli e grandi possono ricevere e donare, in famiglia, nella stupenda avventura di comunicare la fede, nel vivo di relazioni personali affettive intense e autentiche e nella continua accoglienza della Parola che fa nuove tutte le cose”. (R.M.)

    inizio pagina

    Il cardinale Rodé a Grottaferrata per celebrare la professione perpetua di nove Figlie di San Camillo

    ◊   “Amore di Dio e amore del prossimo, intimamente ed esistenzialmente uniti: questa la vostra missione. Nella contemplazione amorosa del vostro Sposo troverete la forza per il servizio delicato, amorevole e misericordioso nei confronti dei fratelli infermi e nei confronti degli operatori sanitari, con i quali costantemente vi trovate a svolgere il vostro servizio”. Il prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, il cardinale Franc Rodé, ha esortato così le Figlie di San Camillo, che questa mattina, presso la casa generalizia di Grottaferrata, hanno pronunciato il loro sì definitivo a Cristo. Nel rievocare le parole del Salmo 137, il porporato ha sottolineato: “Noi tutti possiamo indovinare il sentimento che emerge su tutti gli altri: quello della gratitudine. Una gratitudine profonda, che nasce nell’intimo del vostro cuore e che si legge chiaramente nella bellezza dei vostri volti e del vostro sorriso”. Il cardinale Rodé ha poi rievocato uno dei passaggi più importanti del discorso pronunciato da Benedetto XVI in Austria, ai sacerdoti e alle persone consacrate (Vespri Mariani nella Basilica di Mariazell, ndr), indicando a ciascuno la via maestra dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. “La vita al seguito di Cristo – ha spiegato – è, di fatto, un’impresa rischiosa, perché siamo sempre minacciati dal peccato, dalla mancanza di libertà e dalla defezione”. Nove in tutto le religiose che hanno emesso i loro voti perpetui, sei delle quali africane e 3 indiane. Il tutto, nello splendido scenario della Casa-Santuario delle Figlie di San Camillo, dove riposano le spoglie dei beati fondatori, madre Giuseppina Vannini e padre Luigi Tezza. Presente alla solenne cerimonia la superiora generale, madre Laura Biondo, che nel ringraziare il cardinale Rodé, ha ricordato l’impegno e la missione dell’Istituto: “Gli uomini e le donne della presente generazione – ha evidenziato – hanno grande bisogno di incontrare il Signore e il suo liberante messaggio di salvezza”. “La risposta del nostro Istituto - ha concluso la superiora generale – è quella della generosa dedizione evangelica e le tante consorelle, che spesso operano in situazioni disagevoli, testimoniano che il seme gettato dai beati fondatori ha dato, e continua a dare, buoni e copiosi frutti”. (A cura di Davide Dionisi)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    Afghanistan: Kharzai disposto a negoziare con i talebani, pronti al rilascio dei 4 operatori della Croce Rossa Internazionale, rapiti nel Paese - Disordini in Pakistan dopo l'ammissione di Musharraf alle prossime presidenziali

    ◊   Mano tesa del presidente afghano Karzai ai talebani. Il capo di Stato si è detto pronto a negoziati di pace con il leader degli insorti, Mullah Omar. Proprio oggi però i talebani hanno rivendicato l’attentato kamikaze, avvenuto a Kabul, e che ha provocato almeno 31 morti e 21 feriti, tra civili e soldati. L’esplosione, violentissima, ha spezzato a metà l’autobus sul quale viaggiavano i militari. Inoltre i ribelli hanno annunciato che oggi saranno rimessi in libertà i quattro operatori della Croce Rossa Internazionale, tra cui due stranieri, sequestrati quattro giorni fa nella provincia di Wardak mentre stavano mediando per il rilascio di un ostaggio tedesco.

    - Sono arrivate le scuse al governo iracheno da parte dell’esercito americano che ieri ha compiuto un raid aereo su Bagdad uccidendo donne e bambini. Secondo fonti ospedaliere, l’azione ha provocato almeno 10 vittime. Fonti USA hanno spiegato che l’attacco era diretto contro un gruppo di insorti che poco prima avevano sparato colpi di mortaio. Violenza anche a Mosul, dove tre soldati iracheni sono rimasti uccisi in un attentato compiuto con un’autobomba che è saltata in aria al passaggio del loro convoglio.

    - In Pakistan, oltre 200 persone hanno manifestato questa mattina ad Islamabad, davanti alla commissione elettorale, che ha ammesso la candidatura del capo dello Stato Musharraf alle prossime elezioni presidenziali. Si è reso necessario l’intervento della polizia: decine gli arresti e circa venti il numero dei feriti. I manifestanti chiedono che Musharraf si dimetta dalla guida dell’esercito, prima delle elezioni previste il 6 ottobre.

    - Un vertice mondiale sulle emergenze climatiche entro la metà del 2008. E’ quanto ha annunciato il presidente statunitense Bush, parlando a Washington alla conferenza sul clima che ha visto riuniti i 16 principali Paesi maggiormente responsabili dell’inquinamento. Sentiamo Elena Molinari:


    Obiettivi comuni a tutti i Paesi ma autonomia di ogni nazione su come ridurre le emissioni dei gas inquinanti. Questa la filosofia di George Bush per la lotta al surriscaldamento globale, espressa nella sua conferenza sul clima di Washington. Un contro vertice, come è stato ribattezzato dai suoi critici, che il presidente americano ha organizzato in parallelo alla conferenza dell’ONU cui gli Stati Uniti non hanno partecipato. Il capo della Casa Bianca ha ribadito il suo no a trattati come quello di Kyoto, dal quale Bush aveva ritirato gli Stati Uniti non appena diventato presidente. Ha poi, ancora una volta, contestato le riduzioni obbligatorie imposte ai Paesi industrializzati, e ha parlato della necessità di riconoscere il problema del riscaldamento globale, ma pur sempre – ha detto – mantenendo le nostre economie in crescita. Bush ha inoltre annunciato la creazione di un fondo internazionale per finanziare la ricerca su energie alternative e ha lanciato l’idea di una riunione di capi di Stato entro la prossima estate, che fissi un obiettivo di lungo termine per la riduzione delle emissioni dei gas serra.(Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana)

    - Vigilia di elezioni in Ucraina, chiamata al voto per il rinnovo del Parlamento. Una tornata elettorale considerata molto importante anche dall’Unione Europea che ha inviato una missione di osservatori. Nonostante la tensione politica che ha caratterizzato la campagna elettorale, tutto sembra svolgersi in un clima disteso. Favorito nei sondaggi il filorusso Yanukovic. Da Kiev, Giuseppe D’Amato:

     
    Fuochi d’artificio, balli in piazza, concerti: così si è conclusa la campagna elettorale in Ucraina. La speranza generale è che si trovi una soluzione all’ingovernabilità nella quale è caduto il Paese dopo la “rivoluzione arancione” dell’autunno 2004. Venti sono le formazioni in lista: oltre 4000 i candidati per i 450 seggi alla Rada. I sondaggi parlano chiaro: in testa sono segnalati i regionali del premier russofono Viktor Yanukovic, attestati sul 32 per cento; segue il blocco Biut dell’ex primo ministro Timoshenko con il 21, quindi il partito del presidente Viktor Yuschenko, Nostra Ucraina, con il 15 per cento. Il grande dubbio è quanti altri partiti supereranno la barriera del 3 per cento per entrare alla Rada. I socialisti e i comunisti rischiano di rimanere clamorosamente fuori, la dispersione dei voti fra le tante compagini potrebbe essere alta. Si temono falsificazioni. La situazione è calma ma non sono escluse proteste e scandali. (Da Kiev, Giuseppe D'Amato per la Radio Vaticana).

     
    - Cambio al vertice del Psd, il principale partito di opposizione in Portogallo. Eletto alla guida della formazione politica: Luis Felipe Menezes. Il nuovo sindaco di Vila Nova de Gaia, nelle vicinanze di Porto, ha ottenuto il 54% dei voti. Appena nominato, ha espresso l’intenzione di guidare il partito alla vittoria nelle tre elezioni in programma nel 2009: comunali, europee e politiche.

    - Una manovra di svolta, leggera nei numeri, corposa nei provvedimenti. Così questa mattina in conferenza stampa il premier Romano Prodi ha presentato la legge finanziaria 2008 da 11 miliardi di euro varata questa notte all’unanimità dal Consiglio dei ministri. L’opposizione parla invece di manovra preelettorale di un Governo in agonia. Servizio di Giampiero Guadagni:


    La Finanziaria è per ogni governo la legge più importante dell’anno. E per il governo Prodi rappresenta anche il banco di prova più impegnativo per la tenuta della maggioranza. L’Esecutivo ha superato dunque il primo scoglio, quello del varo della manovra. Una manovra leggera, 11 miliardi di euro, un terzo rispetto allo scorso anno. In più c’è un decreto da 7 miliardi, che si basa sulle maggiori entrate fiscali. Tante le buone notizie, assicura Palazzo Chigi. I frutti della lotta all’evasione, ha spiegato il premier Prodi, vanno dalla redistribuzione delle imposte: già quest’anno ci sarà una riduzione tributaria in favore delle famiglie più deboli. Dal prossimo anno, poi, sconto sull’Ici e per gli affittuari con redditi bassi. Sempre sul fronte sociale, a fine anno in arrivo un assegno per gli incapienti. E ancora: sconti per le spese scolastiche e fondi per la non autosufficienza. Risorse anche per un piano casa e per le infrastrutture, con l’attuazione tra l’altro del progetto: “mille treni per i pendolari”. Novità importanti anche per le imprese, con il taglio dell’Ires (l’imposta sul reddito delle società) e dell’Irap (l’imposta sulle attività produttive). Non ci sarà, almeno per ora, l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, chiesto a gran voce dalla sinistra radicale che ha invece ottenuto il rinvio del collegato da inserire nella Finanziaria nel protocollo su welfare e pensioni sottoscritto a luglio con le parti sociali. Un rinvio che preoccupa però i centristi di Lamberto Dini. C’è poi un capitolo sulla riqualificazione della spesa: risparmi nella pubblica amministrazione e tagli ai costi della politica, con l’impegno dell’esecutivo a ridurre il numero dei parlamentari: 315 alla Camera, 200 al Senato. Insomma, la mediazione delle ultime ore da parte di Prodi sembra aver trovato un faticoso e provvisorio compromesso tra le istanze dell’ala riformista e quelle della sinistra della coalizione. Mentre l’opposizione è pronta a dare battaglia contro la manovra. L’unica buona notizia, ha commentato Berlusconi, sarebbe quella di mandare a casa Prodi. Ora la partita decisiva si sposta in Parlamento e soprattutto al Senato, ogni votazione sarà una dura prova per il Governo. (Per la Radio Vaticana Giampiero Guadagni)

    - Notte di sangue in Somalia. Una serie di battaglie tra insorti e truppe governative hanno provocato la morte di numerose persone. Ancora imprecisato il numero delle vittime. Sembra che gli insorti abbiano attaccato alcune postazioni governative nella zona sud di Mogadiscio. Già ieri in seguito a duri scontri, alcune fonti avevano segnalato la morte di almeno 4 soldati ed i loro alleati etiopici. Il governo della Arabia Saudita ha proposto una soluzione: il ritiro delle truppe etiopiche e l’arrivo di contingenti arabo-africani, sotto il controllo dell’ONU. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Beatrice Bossi)
      
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 272

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina