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SOMMARIO del 26/09/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Costruire città con un'anima e un volto cristiano, solidali con i poveri: così Benedetto XVI all'udienza generale, dedicata ancora a S. Giovanni Crisostomo
  • Messaggio del Papa per il numero 3000 dell'edizione francese de "L'Osservatore Romano"
  • Concerto a Castel Gandolfo alla presenza del Papa per i 110 anni dalla nascita di Paolo VI
  • Nomine
  • Inaugurato in Vaticano il nuovo Museo Filatelico e Numismatico
  • "Il turismo, porta aperta per le donne". E' il tema della Giornata Mondiale del Turismo che si celebra domani
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Myanmar: pugno di ferro dei militari contro la protesta pacifica guidata dai monaci buddisti
  • ONU e Parlamento europeo affrontano la moratoria della pena di morte
  • Dieci anni fa, il terremoto in Umbria e Marche

  • La Caritas Ambrosiana presenta il Rapporto sulle nuove povertà a Milano
  • Al via a Cecchina, in provincia di Roma, il "Laboratorio di arte per la Liturgia", curato dalle Pie Discepole del Divin Maestro, esperte di architettura e arte sacra
  • Oggi e domani su Raiuno la fiction su San Giuseppe Moscati, il medico dei poveri
  • Chiesa e Società

  • Le alluvioni fanno slittare l'anno scolastico in molti Paesi africani
  • Presentata alla stampa la nuova chiesa della Santissima Trinità costruita nel Santuario di Fatima
  • Intervento dei vescovi della Costa Rica in vista del referendum sul Trattato di Libero Commercio

  • Nel solco della Grande Missione Continentale si è concluso il X Incontro Continentale della Rete Informatica della Chiesa in America Latina
  • Il Parlamento europeo ha definito i tre finalisti del premio Sacharov per i difensori dei diritti umani
  • A febbraio la prima chiesa cattolica del Qatar
  • In India prosegue l’impegno della chiesa cattolica contro l’AIDS: prevista l’apertura di 45 nuovi centri per l’assistenza dei malati
  • I Francescani hanno festeggiato i 70 anni di presenza in Corea del Sud
  • Sinodo dei giovani in Cambogia per la salvaguardia del Creato
  • Si è conclusa la plenaria autunnale dei vescovi della Scandinavia
  • In Spagna una religiosa è stata insignita con la medaglia d’argento al merito sociale penitenziario
  • Stilata una classifica sul buon governo nei Paesi africani: al primo posto le Mauritius
  • Padre Gianfranco Ghirlanda riconfermato per altri tre anni come rettore della Pontificia Università Gregoriana
  • 24 Ore nel Mondo

  • Almeno 27 persone uccise in tre esplosioni in Iraq - Nuova mattinata di violenze nella zona limitrofa alla Striscia di Gaza - Almeno 104 Talebani e un soldato della Coalizione uccisi in combattimenti nel Sud dell'Afghanistan
  • Il Papa e la Santa Sede



    Costruire città con un'anima e un volto cristiano, solidali con i poveri: così Benedetto XVI all'udienza generale, dedicata ancora a S. Giovanni Crisostomo

    ◊   Con San Giovanni Crisostomo “comincia la visione di una città costruita dalla coscienza cristiana”, nella quale l’uomo, anche il più povero, ha un suo posto e una sua dignità. E’ una delle considerazioni di Benedetto XVI, all’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro. Il Papa è ritornato per il secondo mercoledì consecutivo sulla figura del Crisostomo, mettendone in luce il valore degli insegnamenti che lo resero, ha affermato, uno dei precursori della Dottrina sociale della Chiesa. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    Un uomo austero in mezzo allo sfarzo della corte bizantina. Affascinato dal modello della prima comunità cristiana unita da una fraternità, che non attribuiva importanza alle persone in base alla posizione sociale, ma le considerava in un’ottica di fede. Ecco presentato ai 20 mila fedeli in Piazza San Pietro il volto di un Santo di 1600 anni fa, in fondo rivoluzionario anche per gli standard attuali. Il suo “cuore buono” - che si eprimeva nel suo modo di fare “cordiale e paterno” - non lo mise al riparo da contrasti e persecuzioni i quali, ha ricordato Benedetto XVI, costarono a San Giovanni Crisostomo due esili, l’ultimo dei quali concluso con la sua morte, nel 407. Tuttavia, nella grande Costantinopoli dei palazzi imperiali e degli intrighi di corte, il Crisostomo - ha spiegato il Papa - non si nascose fra gli agi ma scelse l’austerità - a partire dal suo palazzo espicopale - e fuori di esso i poveri e le famiglie, primi obiettivi della sua cura pastorale. A ispirarlo fu il “modello della Chiesa primitiva” che gli consentì di sviluppare la visione di una “città ideale”:

     
    “Crisostomo sosteneva con Paolo il primato del singolo cristiano, della persona in quanto tale, anche dello schiavo e del povero. Il suo progetto corregge così la tradizionale visione greca della 'polis', della città, in cui larghi strati della popolazione erano esclusi dai diritti di cittadinanza, mentre nella città cristiana tutti sono fratelli e sorelle con uguali diritti”.

     
    Giovanni Crisostomo, ha proseguito il Pontefice, aveva compreso che “la vecchia idea della polis greca” andava “sostituita dall’idea di una città ispirata dalla fede” nel Vangelo. Ecco perché con lui, ha rilevato Benedetto XVI, “comincia la visione di una città costruita dalla coscienza cristiana”, che “ci fa tutti uguali, fratelli e sorelle, e ci obbliga - ha sottolineato il Papa - alla solidarietà”:

     
    “Si trattava infatti di dare un'anima e un volto cristiano alla città. In altre parole, Crisostomo ha capito che non è sufficiente fare elemosina, aiutare i poveri di volta in volta, ma è necessario creare una nuova struttura, un nuovo modello di società; un modello basato sulla prospettiva del Nuovo Testamento. È la nuova società che si rivela nella Chiesa nascente”.

     
    Celebre per la sua brillante oratoria, anche nella “Nuova Roma”, cioè Costantinopoli, il Crisostomo si confermò maestro di fede e testimone di carità. Benedetto XVI ha individuato nella sua spiritualità quattro “passi”. Il primo riguarda la sensibilità del Santo antiocheno verso la Creazione - vista come atto supremo dell’amore di Dio - e il secondo l’attenzione che egli dedicò alla spiegazione della Sacra Scrittura la quale, secondo la visione del Padre della Chiesa, permette - ha osservato il Papa - di “decifrare” la Creazione stessa. Il quarto passo riguarda l’azione dello Spirito Santo nel cuore dell’uomo, ma è il terzo a rivelare tutta l’umanità e la fede dell’antico vescovo di Costantinopoli:

     
    “Dio (…) in definitiva, scende Lui stesso, si incarna, diventa realmente 'Dio con noi', nostro fratello fino alla morte sulla Croce”.
     
    Dopo le catechesi in sintesi nelle varie lingue, Benedetto XVI si è congedato dalla folla rivolgendo, fra gli altri, saluti particolari ai sacerdoti dei Pontifici Collegi San Pietro e San Paolo e dei Legionari di Cristo e ai rappresentanti dell’Unione Consoli Onorari d’Italia e dell’Associazione Ragazzi del Cielo-Ragazzi della terra. “Auspico - ha concluso il Papa - che da questa sosta presso le tombe degli Apostoli, tutti possano ricavare abbondanti frutti sia per la vita personale che per quella comunitaria”.

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    Messaggio del Papa per il numero 3000 dell'edizione francese de "L'Osservatore Romano"

    ◊   Traguardo importante per l’edizione settimanale francese de “L’Osservatore Romano”, che festeggia il numero 3000. Il servizio di Roberta Gisotti:

     
    Un evento suggellato dal ringraziamento di Benedetto XVI, che in un messaggio alla redazione de “L’Osservatore Romano” esprime “gratitudine per il servizio svolto”, dal giornale fondato nel 1861 “allo scopo di far conoscere gli insegnamenti e le attività del Successore di Pietro e della Santa Sede”. Il Papa incoraggia quindi “tutte le persone che vi collaborano a perseverare in questo importante lavoro di evangelizzazione”. “Un compito delicato ed entusiasmante”, come sottolinea oggi il direttore del quotidiano vaticano, Mario Agnes, alla guida del giornale da 23 anni, in una nota dedicata all’edizione francese, “la più antica” de L’”Osservatore Romano”, in lingua diversa dall’italiano, uscita per la prima volta il 16 dicembre del 1949, alla vigilia dell’Anno Santo 1950, con l’intento di aprirsi al pubblico di altri Paesi. All’edizione francese seguirono infatti quella spagnola nel ’51, che ha raggiunto di recente il numero 2000, poi inglese nel ’68, portoghese l’anno seguente, tedesca nel ’71 e ultima nell’80 quella polacca, dopo l’elezione al Soglio pontificio di Giovanni Paolo II. Dal Kazakistan, alla Liberia, dal Canada al Sud Africa, l’”Osservatore Romano” in lingua francese è letto in ben 137 Paesi. Ma chi sono i lettori? Sacerdoti, suore, religiosi, appartenenti ad enti e movimenti ecclesiali ma anche tante persone che hanno a cuore la vita della Chiesa e gli insegnamenti del magistero papale, insieme ad uomini politici, diplomatici e non ultimi i giornalisti.
     

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    Concerto a Castel Gandolfo alla presenza del Papa per i 110 anni dalla nascita di Paolo VI

    ◊   Omaggio musicale oggi pomeriggio alle 18.00 a Castel Gandolfo, alla presenza di Benedetto XVI, per il 110.mo anniversario della nascita di Paolo VI, avvenuta proprio il 26 settembre del 1897 a Concesio, in provincia di Brescia. Il concerto, che avrà luogo nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico, è offerto dall’Orchestra del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo, diretta dal Maestro Agostino Orizio, solisti Marco Rizzo al violino e Alexander Romanovsky al pianoforte. Il programma include musiche di Bach, Mozart e Vivaldi. La Radio Vaticana trasmetterà in diretta il concerto a partire dalle 17.50 sull'onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Allievo del leggendario pianista Arturo Benedetti Michelangeli, cui è intitolato il Festival, il maestro Orizio, 85.enne, bresciano come Papa Montini, fu legato al Pontefice da amicizia personale, come racconta al microfono di A.V.:


    R. – Paolo VI – per così dire – lo conosco da sempre, da quando cioè ero ragazzo e frequentavo casa Montini, anche quando era ancora un semplice sacerdote e poi quando è andato in Vaticano l'ho seguito con tutto il cuore, con la mia amicizia per tutta la sua lunga carriera, fin quando non è arrivato al Soglio Pontificio. Sono in grado di ricordare gli incontri a Brescia in casa sua e le vacanze a Ponte di Legno, dove abbiamo passato delle giornate bellissime, rallegrate dalla musica. Io suonavo per loro in veste di pianista ed ho avuto occasione di fare degli omaggi musicali anche in Vaticano, nel suo appartamento, quando era sostituto alla Segreteria di Stato. Mi ha ospitato parecchie volte. La sera invitava i suoi amici e i suoi colleghi.

     
    D. – Cosa amava ascoltare Papa Montini, quali erano le sue musiche preferite?

     
    R. – Le musiche di Bach o alcune altre composizioni vicine ad una ispirazione sacra. Amava molto la musica per organo. Sono riuscito qualche volta nella piccola chiesa di Ponte di Legno a suonare qualcosa per lui e qualche volta sono riuscito anche ad accompagnare la Messa. Quando io suonavo alla Messa, mi chiedeva di fare musica che aiutasse il raccoglimento. Non gradiva l’esibizionismo virtuosistico durante le funzioni religiose: mi diceva sempre di cercare di suonare per aiutare a pregare. Questo ovviamente in Chiesa. Quando era arcivescovo di Milano due o tre volte mi ha chiesto di fare dei concerti per i seminaristi. Lui veniva sempre ai concerti, accompagnato da mons. Macchi. Erano serate molto distensive per lui e di questo mi è stato molto grato.

     
    D. – Venendo invece al concerto a Castel Gandolfo, presenta degli autori particolarmente amati dall’attuale Pontefice Benedetto XVI: Vivaldi, Bach, Mozart…

     
    R. – Esattamente. Sono sicuro che queste composizioni sono particolarmente gradite al Papa. Papa Ratzinger l'ho conosciuto quando è venuto al mio concerto in memoria di Paolo VI. Con il coro di Praga e con la mia orchestra ho partecipato musicalmente a questa grande celebrazione. Il cardinale Ratzinger era presente in prima fila e so che ha anche gradito molto questa esecuzione.

     
    D. – Benedetto XVI è, anch’egli, pianista: c’è una affinità anche nella vostra cultura musicale?

     
    R. – E’ rarissimo che nella mia vita abbia incontrato un alto prelato che si sia dedicato alla musica come lui e non solo per l’ascolto, ma anche per come suona. Io l'ho sentito suonare e devo dire che suona anche bene e con buongusto.

     
    D. – Che cosa vorrebbe chiedere al Papa musicista per il futuro della musica classica in Italia?

     
    R. – Mi auguro che si dia da fare, perché la musica è al servizio di tutti e che sia degno dello scopo per la quale è stata scritta ed è eseguita, sia musica sacra, sia musica classica. Se il Papa farà qualcosa in questo senso, senza dubbio avrà fatto un’opera altamente meritevole per la cultura e per la preghiera, perché la musica aiuta a pregare quando è valida.

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    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha nominato membro della Congregazione per i Vescovi il cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia (Stati Uniti d’America).

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    Inaugurato in Vaticano il nuovo Museo Filatelico e Numismatico

    ◊   I Musei Vaticani hanno un nuovo spazio museale: si tratta del nuovo Museo Filatelico e Numismatico, inaugurato ieri, dove si possono apprezzare straordinari esemplari e collezioni filateliche dei Papi e della Sede vacante. Una sezione è dedicata, poi, a modelli in gesso e bronzo che si usano per coniare monete vaticane dalla creazione dello Stato Pontificio. Si può accedere al Museo con il biglietto dei Musei Vaticani. Su questo importante spazio espositivo, ascoltiamo al microfono di Luca Collodi, il capo ufficio e conservatore del Museo Filatelico e Numismatico, Pier Paolo Francini:


    R. – Sono 80 anni circa di storia contemporanea vaticana. Questo è l’elemento qualificante, a mio avviso, di questo museo: ha una storicità che gli allestimenti, fatti negli anni precedenti, non avevano. Al criterio tradizionale espositivo, cronologico, figurativo, si è sostituito un criterio basato sulla storiografia del francobollo, cioè del suo inserimento nel contesto del periodo storico preso in considerazione. In altre parole, si è cercato di attualizzare ciò che la piccola immagine sul francobollo dà con altre immagini più grandi di natura fotografica; immagini che caratterizzano quell’emissione e, nel caso della Santa Sede, quel pontificato. Noi ci auguriamo che il risultato sia quello di fornire uno strumento più agile di consultazione e maggiormente accessibile.

     
    D. – Il nuovo Museo Filatelico e Numismatico può essere paragonato ad altri in Italia o nel mondo?

     
    R. – Posso dire, sull’esperienza delle visite che ho effettuato, che il nostro museo è diverso. Noi ci riferiamo in particolare al periodo che va dal 1929 al 2007, per la filatelia e la numismatica. All’interno del museo c’è anche una piccola ma nutrita retrospettiva dei francobolli emessi dallo Stato Pontificio. Francobolli che furono emessi tra il 1852, l’anno in cui furono stampati per la prima volta i francobolli dello Stato Pontificio, e il 1870, quando lo Stato Pontificio cessò di esistere. In realtà, si possono fare molte analogie, ma per lo meno a livello europeo, un museo identico come impostazione non c’è.

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    "Il turismo, porta aperta per le donne". E' il tema della Giornata Mondiale del Turismo che si celebra domani

    ◊   “Il turismo è certamente un’opportunità, una porta aperta per le donne nella società e nella Chiesa, ma non è privo di difficoltà e sfide”. E’ quanto si legge nel messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo che si celebrerà domani. Sul significato di questa Giornata, ascoltiamo al microfono Giovanni Peduto, il segretario del dicastero vaticano l’arcivescovo Agostino Marchetto:


    R. - La Giornata è stata istituita nel 1980, e il nostro Pontificio Consiglio ha voluto parteciparvi fin dall’inizio da un punto di vista pastorale, promuovendone la celebrazione nelle Chiese locali di tutto il mondo. Nel nostro relativo messaggio di quest’anno, sul tema generale "Il turismo, porta aperta per le donne", osserviamo come la sensibilità e la duttilità femminile possono trovare nel turismo mille occasioni per manifestarsi ed emergere, dal più umile livello lavorativo alle alte responsabilità. Anzi desidero aggiungere, con le parole del nostro messaggio, che “le doti femminili di creatività, l’inclinazione all’accoglienza, la capacità di sintonizzarsi con il pensiero dell’altro, agevolano le donne a intuire gusti e aspirazioni dei turisti”.

     
    D. - Il turismo è una porta aperta per le donne?

     
    R. - Nei tanti settori dell’industria turistica, che è in continua evoluzione, trovano impiego oltre 200 milioni di persone. Si tratta di un vero motore per l’economia e una grande fonte di lavoro, e la cosa interessa particolarmente le donne, in quanto, secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), sempre più numerose sono quelle senza lavoro. Le donne rappresentano anche – ricordiamolo – una percentuale altissima di poveri del mondo, mentre ancora sussistono disparità nelle loro condizioni di lavoro rispetto agli uomini e nelle retribuzioni salariali.

     
    D. - In che modo il Pontificio Consiglio offre un contributo alla causa delle donne?

     
    R Il nostro Dicastero impegna molte energie per studiare la situazione delle donne in mobilità umana e per cercare di promuovere le loro capacità e doti, salvaguardandone nel contempo la dignità, la sicurezza e le libertà fondamentali. Debbo però aggiungere che il nostro campo di azione è specificamente pastorale. Certamente il lavoro per le donne in campo turistico implica un maggiore impegno, un nuovo modo forse di vivere la maternità e tante difficoltà che si accentuano per la periodicità dei flussi turistici e l’occupazione sovente stagionale, con orari e turni stressanti. Comunque noi sottolineiamo l’impegno pastorale possibile alle donne, che già esiste, del resto, a favore dei turisti. Lo riconosciamo e lo auspichiamo.

     
    D. - In che modo la Chiesa si prodiga per le donne?

     
    R. - Direi che ci assumiamo il compito evangelico di infondere fiducia e far crescere la consapevolezza delle loro capacità, dignità e identità femminile. Lo ha fatto pure Papa Benedetto all’affermare quanto segue: “Io credo che le stesse donne, con il loro slancio e la loro forza, con la loro, per così dire, preponderanza, con la loro potenza spirituale sapranno farsi il loro spazio”. In prima linea ci sono anche alcune Congregazioni Religiose che si prodigano per sostenere e aiutare tante donne e giovanette nel campo del lavoro e della formazione e per cercare di riportare quante lo desiderano a una vita dignitosa, avendola smarrita spesso forzatamente. E qui c’è il dramma pure del turismo sessuale.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - La catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

    Servizio estero - Intervento della Santa Sede sul tema: "Libertà di religione e diritti fondamentali dell'Uomo"

    Servizio culturale - Un articolo di Enrico Dal Covolo dal titolo "Una missione che richiede onestà e carità intellettuale": si è svolto a Zagabria-Granysina l'"Incontro europeo dei delegati nazionali di pastorale universitaria".

    Servizio italiano - In rilievo il tema degli incidenti sul lavoro.

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    Oggi in Primo Piano



    Myanmar: pugno di ferro dei militari contro la protesta pacifica guidata dai monaci buddisti

    ◊   Almeno tre morti e numerosi feriti: svolta violenta, oggi in Myanmar, alle manifestazioni di piazza capeggiate dai monaci buddisti, che da nove giorni protestano contro il regime militare per le strade dell’ex capitale Yangon, sostenuti dalla folla, marciando al grido di ‘democrazia, democrazia’. Stamane la Polizia ha caricato i manifestanti ed arrestato centinaia di persone. Sulla critica situazione in queste ultime ore ci riferisce Roberta Gisotti:

    Gas lacrimogeni, cariche con manganelli e spari, poi centinaia di arresti: sull’asfalto almeno tre morti e 17 feriti tra i monaci buddisti, tra cui un ottantenne. La Polizia - a servizio del regime militare al potere da 45 anni in Myanmar - è passata all’azione repressiva per sedare la protesta prolungata che non accenna a diminuire di intensità e per disperdere decine di migliaia di manifestanti pacifici, che anche oggi si sono radunati in cortei per le strade dell’ex capitale. A nulla è servito il monito che era stato lanciato stamane a Bruxelles dalla Presidenza portoghese dell’Unione Europea alle autorità del Myanmar di usare “la massima moderazione”, pena maggiori sanzioni. Note di dura riprovazione per la svolta violenta sono pure arrivate dal mondo politico in Italia, Francia, Giappone e Gran Bretagna, dove il premier Gordon Brown ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza. La Giunta militare avrebbe commesso “l’errore peggiore e più irreparabile della storia” secondo il partito dissidente guidato dal Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, da anni agli arresti domiciliari, e che ora chiede “l’apertura di un dialogo per risolvere pacificamente tutti i problemi della Nazione”. Nonostante gli scontri i manifestanti continuano a formare una catena umana per le strade di Yangon, dove i monaci nei tradizionali abiti rossi sfilano al centro e i cittadini comuni ai lati, in una alleanza di cuori e di menti. E la protesta si allarga se oggi 15 mila persone, tra cui anche monaci buddisti e numerosi musulmani hanno sfilato anche a Sittwe nell’ovet del Myanmar, sfidando il divieto di raduni imposto dalle autorità di governo. Decine di studenti buddisti hanno inoltre manifestato stamane in segno di solidarietà sotto l’ambasciata del Myanmar, a Giakarta in Indonesia.
     
    Attraverso una nota ufficiale la Conferenza episcopale del Myanmar, spiega l’impegno della Chiesa cattolica nel Paese. Ascoltiamo mons. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon e segretario generale della Conferenza episcopale del Myanmar, al microfono di Christopher Altieri:


    “The Church in Myanmar ...
    La Chiesa nel Myanmar sta pregando per la pace e per lo sviluppo del Paese. E’ un impegno che tutte le parrocchie hanno assunto dal 1° febbraio dello scorso anno. Specialmente in questo difficile momento tutti i cattolici sono impegnati nella preghiera e nell’offerta di Messe speciali. In linea con il Codice di Diritto Canonico e la Dottrina Sociale della Chiesa, i sacerdoti e i religiosi non sono coinvolti nelle attuali proteste e non fanno parte di alcun partito politico. I cattolici, come cittadini, sono liberi di agire secondo coscienza. I sacerdoti e i religiosi possono offrire linee guida appropriate”.

    Cresce dunque l’apprensione in tutto il mondo democratico per quanto sta avvenendo in Myanmar in queste ore. A considerare come una svolta molto importante le proteste dell’opposizione birmana è anche padre Piero Gheddo, missionario del PIME ed esperto dell’area. Sentiamo una sua valutazione della crisi nell’intervista di Stefano Leszczynski:


    R. – La valuto in modo molto positivo se sboccherà in una vera libertà del popolo dalla dittatura; è negativo se invece la dittatura ricomincerà a reprimere, ammazzando molta gente: allora sarà pericoloso perché può riscoppiare una guerra civile che farebbe moltissimi morti ... Quindi, per il momento mi pare molto positivo questo entrare in campo dei monaci! Poi, la gente li ha seguiti ... il governo è costretto a fare qualcosa. Vediamo ...

     
    D. – Cosa potrebbe fermare il governo dal reprimere duramente questa manifestazione?

     
    R. – Ma, io penso che in questa situazione così difficile per quel popolo di 50 milioni di abitanti – non è un popolo di poco conto! – i governi occidentali dovrebbero fare molta più pressione! Io dico, anche il governo italiano, i governi dell’Unione Europea, come già fanno gli Stati Uniti. La Birmania ha un esercito di 500 mila militari, dicono che sia il secondo dell’Asia. Sarà una situazione molto, ma molto positiva se sbocca nella libertà. Negativa se provoca una repressione autentica.

     
    D. – Padre Gheddo, chi sono le persone che manifestano in Myanmar?

     
    R. – Io penso oggi tutto il popolo, quasi tutto il popolo; ricordiamo che nelle elezioni del 1989-'90, quando ha vinto Aung San Suu Kyi, ha preso l’82 per cento dei voti, e il partito del governo – il partito del socialismo birmano – ha preso il 10 per cento; che poi sono i funzionari, le famiglie, le persone che sono legate a quel partito lì e al governo. Quindi, io penso che tutto il popolo, praticamente tutto il popolo, si sta ribellando perché la Birmania – ricordiamolo – nell’ultimo dopoguerra, nel ’46 – ’48, quando è arrivata l’indipendenza, era il Paese più evoluto e più ricco di risorse naturali del Sudest asiatico. Oggi è l’ultimo Paese in tutti i sensi.

     
    D. – Come mai questa protesta è partita proprio dai monaci? Che ruolo hanno nella società?

     
    R. – Perché se lei toglie l’esercito e il partito dominante, una forza popolare non esiste più! Hanno abolito partiti, sindacati, stampa libera, associazioni, anche associazioni che non avevano nulla di politico ... Chi governa, in Birmania, chi domina tutta la situazione è solo, solo, solo il governo e chi sta con il governo!

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    ONU e Parlamento europeo affrontano la moratoria della pena di morte

    ◊   Molti i temi di rilievo al Palazzo di Vetro di New York, dov’è in corso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Diverse crisi internazionali e la questione della riforma dell’ONU sono stati al centro dell’intervento del presidente degli Stati Uniti e di quello del presidente del Consiglio italiano. Ce ne parla da New York, Elena Molinari:

     
    Ha promesso nuove sanzioni economiche contro il Myanmar, ha aggiornato la lista nera dei "regimi brutali", aggiungendo Bielorussia, Siria a Corea del Nord ed Iran e si è detto contento che a Cuba il lungo regno di un dittatore crudele sia vicino alla fine. Il presidente americano Bush nel suo discorso all’Assemblea generale dell’ONU ha posto l’accento sulla responsabilità di tutti i Paesi civilizzati nel combattere la tirannia e la violenza e ha affermato che il mondo ha il dovere di aiutare le giovani democrazie come il Libano, l’Iraq e l’Afghanistan. Quindi, ha fatto una forte apertura al Giappone che, a suo dire, potrebbe entrare a far parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, come membro permanente, insieme ad altre nazioni. Una posizione non gradita all’Italia, che da anni, come ha ribadito ieri Romano Prodi, vuole una riforma dell’ONU che non aggiunga membri permanenti al Consiglio di Sicurezza. E il presidente del Consiglio italiano ha anche promesso di fare un pressing su tutti gli Stati membri, perché questo sia finalmente l’anno dell’approvazione di una moratoria sulla pena di morte. Invece, il presidente iraniano Ahmadinejad ha usato il pulpito dell’Assemblea ONU per dire che considera chiuso il dossier nucleare iraniano. Le nostre attività nucleari - ha detto -sono pacifiche e trasparenti. (Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana)

     
    Mentre il premier italiano Prodi perorava all’ONU la causa della moratoria della pena di morte a livello mondiale, il Parlamento europeo discuteva ieri proprio del testo che l’Unione Europea presenterà alle Nazioni Unite sul tema. L’iniziativa di una moratoria è partita dall’Italia ed è stata portata avanti dalla recente presidenza tedesca dell’UE ma non senza ritardi. Delle resistenze in sede europea e dei possibili frutti in termini di rispetto di vite umane nel mondo, Fausta Speranza ha parlato con la parlamentare italiana Pasqualina Napoletano:

     
    R. – C’è una certa resistenza della burocrazia del Consiglio Europeo e poi ci sono anche delle reticenze interne. Per esempio non sfugge – e ieri si è parlato anche molto di questo – che un Paese grande e importante come la Polonia, rappresentata dal governo e dalla presidenza della Repubblica dei gemelli Kaczyinski, abbia ritirato il suo appoggio alla Giornata europea contro la pena di morte, il 10 ottobre.

     
    D. – Onorevole Napoletano, facciamo un passo in avanti: immaginiamo che l’Unione Europea compatta porti avanti questa iniziativa. A quali Paesi darà più fastidio?

     
    R. – Direi che forse questa moratoria aiuterà molti Paesi, compresi quelli che usano la pena di morte in modo massiccio come la Cina: anche in Cina si è aperta una discussione. Poi, naturalmente, alcuni Stati degli Stati Uniti come il Texas. Nel mondo arabo quello sulla pena di morte è un discorso interessante, perché generalmente loro hanno una moratoria - tranne l’Iran, che non considero nemmeno un Paese arabo, perché non lo è - però, poi, hanno difficoltà a cancellare dai loro ordinamenti la pena capitale. La maggior parte dei Paesi arabi sono nella condizione di appoggiare la moratoria, perché di fatto la applicano, hanno però resistenze alla cancellazione totale dagli ordinamenti della pena di morte. Anche lì bisognerà non fermarsi alla moratoria, ma continuare per l’abolizione.

     
    D. – A livello di Parlamento europeo, di Unione Europea, a parte l’iniziativa della moratoria, c’è comunque un canale aperto con questi Paesi per arrivare a fare passi avanti in temi come questi?

     
    R. – Penso di sì, e la moratoria diventa un primo passo concreto. Spesso alcune Ong hanno contrapposto la moratoria all’abolizione della pena capitale. Questo approccio lo trovo un po’ ideologico. Io penso che se noi otterremo l’approvazione della risoluzione delle Nazioni Unite, quindi la sospensione delle esecuzioni capitali, sarà più facile arrivare alla messa al bando dagli ordinamenti della pena di morte stessa. Per esempio la Turchia l’ha fatto, ma è un’eccezione dal punto di vista del mondo islamico. Come l’ha fatto la Turchia può essere che lo facciano anche altri nel futuro.

     
    D. – Onorevole Napoletano, perchè l’Unione Europea dice ‘no’ così fermamente alla pena di morte?

     
    R. – Abbiamo molto discusso di questo. Che cos’è che ci tiene insieme, che tiene insieme questi 27 Paesi? E’ solo il mercato? E’ solo l’economia? E’ solo lo scambio commerciale? E’ solo la moneta? Nell’esperienza tragica che l’Europa ha fatto, da tutti i punti di vista, con le guerre, le repressioni delle minoranze, il non rispetto dei diritti umani - perché tutto questo noi l’abbiamo vissuto - è nata la consapevolezza che mai più bisogna ricorrere ad un metodo barbaro come togliere la vita ad una persona da parte di uno Stato. E’ un valore molto concreto che sta alla base di questa unione.

    E c’è da dire che in Italia, Paese che ha fatto partire l’iniziativa per la moratoria della pena di morte, proprio ieri il Senato ha approvato, in via definitiva, con 231 sì, un no e 4 astenuti la legge che abolisce definitivamente dalla Costituzione italiana la pena di morte, finora prevista solo in caso di applicazione delle leggi militari di guerra.

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    Dieci anni fa, il terremoto in Umbria e Marche
     

    ◊   "Credo si debba oggi ancora una volta rendere omaggio alle vittime del terremoto di dieci anni fa e a tutti coloro che hanno sofferto”. Così a Colfiorito il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, in occasione del decimo anniversario del sisma che colpì Marche ed Umbria provocando 11 vittime, oltre 20 mila sfollati ed ingenti danni strutturali. Ha sottolineato il forte lavoro sinergico, tra le varie componenti della società, per la ripresa del tessuto sociale. I vescovi delle diocesi coinvolte dal sisma, in un incontro organizzato nei giorni scorsi a Nocera Umbra, hanno evidenziato la vicinanza spirituale e materiale, offerta dalle tante parrocchie e volontari, negli anni difficili della ricostruzione e ribadito la necessità di continuare in una decisa azione pastorale soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Massimiliano Menichetti.


    (campane)

     
    Alle 11.42 di oggi le note delle campane della Basilica di San Francesco di Assisi si sono propagate tra i tetti delle case, tra le folle di turisti, nei cuori di migliaia di persone che ricordano il drammatico terremoto che 10 anni fa colpì Marche ed Umbria seminando morte e distruzione. Il suono del campanile come “segno di speranza” - ha detto padre Vincenzo Coli custode del sacro convento. Eco in tante altre chiese che si sono unite all’iniziativa di Assisi in sintonia con il raccoglimento di Colfiorito, sulla montagna folignate, luogo scelto oggi dalle istituzioni per ricordare quel tragico giorno. Il presidente italiano Giorgio Napolitano, giunto nel piccolo paese umbro, ha posto l’attenzione su quei valori di responsabilità e solidarietà che hanno consentito la ricostruzione. In prima linea, in questi anni, tante parrocchie e organizzazioni di volontariato insieme alla protezione civile, alle istituzioni. Mons. Vittorio Nozza, Direttore di Caritas Italiana.
     
    “Hanno costruito un cammino significativo di collaborazione, di comunione, un cammino di carità molto intenso, al punto tale che si è andato installando, costituendo all’interno dei territori dell’Umbria almeno quattro-cinque ‘case della carità’ che risultano essere punto di riferimento per l’intera regione umbra”.

     
    La paura e la devastazione, dieci anni, fa iniziarono alle 2.33 del 26 settembre con una scossa dell'VIII grado della Scala Mercalli, proprio a Colfiorito e Serravalle di Chienti; poi, una sequenza interminabile, circa 11 mila movimenti tellurici fino al giugno del 1998. La mattina del 26 settembre del 1997, alle 11.42, la scossa più forte che provocò, fra l’altro, il crollo delle volte della Basilica Superiore di Assisi dove morirono due tecnici e due frati. 11 in totale le vittime del terremoto, circa 22 mila cittadini evacuati, danni per milioni di euro. Volontari arrivarono da tutta Italia. Immediatamente si attivarono i soccorsi. Don Lucio Gatti, che coordinò il Campo di volontariato e Centro operativo della Caritas Umbria di Case Basse:

     
    R. – Il primo ricordo arrivato qui a Nocera fu l’incontro con le persone, soprattutto quando alcune persone mettevano in discussione il discorso della fede: ‘Dio non c’è, Dio non è un Padre buono perché se fosse stato un Padre buono non avrebbe permesso tutto questo’. E poi, l’arrivo di ragazzi che da tutta Italia chiedevano di venire per rendersi in qualche modo disponibili. Questa richiesta di tanti giovani ... li vedevo come, in fondo, li potrei solo definire così: cercatori dell’amore, che lo trovano attraverso i portatori della sofferenza.

     
    D. – E’ riuscito a dare quella risposta che diverse persone le chiedevano quando le domandavano: ‘Ma Dio, dov’è? Dio non c’è!’ ...

     
    R. – Sì, questa risposta d’altronde metteva in dubbio anche me, perché non è una risposta teorica. La risposta a ‘Dio dov’è?’, è una risposta che si cerca con la vita. E ricordo che solo dopo due anni, una donna in un’intervista, proprio una di quelle che mi disse così, nell’intervista alla televisione disse questa frase: ‘Grazie a tutti i ragazzi abbiamo trovato la risurrezione!’.

     
    Oltre 13 mila i volontari provenienti da tutta Italia che lavorarono per tre anni nel Centro operativo di Case Basse per sollevare, non solo materialmente ma anche spiritualmente, la popolazione devastata dal sisma. Giovanni Paolo II, il 3 gennaio del 1998 visitò alcuni paesi di Marche ed Umbria per portare la consolazione della Croce, per pregare con i tanti fratelli nel dolore.

     
    “Sono rimasto colpito dallo scenario di distruzione che, guardando il territorio attorno all'Appennino umbro-marchigiano, mi si è presentato sotto gli occhi. Da Cascia e Norcia a Spoleto, da Fabriano e Macerata a Camerino, da Foligno ad Assisi, è impressionante e commovente lo spettacolo di case, chiese, palazzi carichi di storia ridotti ad un cumulo di rovine nel giro di pochi momenti”.

     
    Quindi aggiunse:

     
    “L'evento sismico, che inizialmente vi ha fatto sentire deboli ed indifesi, non ha cancellato dai vostri cuori il tesoro più grande: il patrimonio di valori cristiani ed umani, che da secoli tengono unite le vostre comunità. Anzi, il terremoto ha messo in evidenza in modo sorprendente le risorse umane e spirituali di cui disponete. Ammirevoli gesti di bontà, di solidarietà e di condivisione fraterna, opera di piccoli e di adulti, di persone investite di responsabilità e di semplici cittadini, hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare la vita quotidiana delle vostre contrade nel dopo-terremoto”.
     
    Oggi, secondo i dati delle istituzioni la ricostruzione strutturale è arrivata al 90% ma molto rimane da fare. Ancora mons. Nozza che, nel convegno organizzato nei giorni scorsi a Nocera Umbra, dal titolo “Accanto alla Gente... dieci anni dopo”, ha raccolto la sfida che i vescovi delle diocesi più colpite dal sisma oggi si trovano ad affrontare:

     
    “Un vissuto sociale ed ecclesiale recuperati in maniera intensa, bella, forte e, nello stesso tempo, il bisogno di completare questa opera sia nell’insieme delle strutture dei vari Paesi, anche i più piccoli"; dall’altra di continuare in questa azione costante del recupero del tessuto e del vissuto della gente, perché sempre più – pur segnata da questa triste situazione, da questa triste emergenza – possa rivivere con speranza all’interno del proprio contesto di vita.

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    La Caritas Ambrosiana presenta il Rapporto sulle nuove povertà a Milano

    ◊   La Caritas Ambrosiana ha presentato, stamani, il "Sesto rapporto sulle povertà" nella diocesi di Milano. L'indagine è stata condotta dall'Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse su un campione di quasi 15 mila persone. Il Rapporto mette in luce, tra i vari dati, la crescente fragilità delle famiglie indotte a vivere al di sopra delle loro possibilità dall'illusione di crediti facili. Il servizio di Fabio Brenna:


    Straniero, donna, 40.enne è il profilo medio di chi si rivolge ai 63 centri di ascolto della Caritas Ambrosiana. Ma il sesto Rapporto sulle povertà nella diocesi di Milano evidenzia ancora una volta una famiglia in sofferenza, soprattutto a causa dei mutui rincarati oppure per separazioni o dipendenze. Preoccupa inoltre l’aumento continuo del sovraindebitamento delle famiglie e dei singoli, che vi accedono a causa della precarietà lavorativa o attirati da un’offerta sempre più massiccia derivante dal credito al consumo. Ecco allora delinearsi quelli che il sesto Rapporto definisce come “gli equilibristi”, un eterogeneo e vasto gruppo di persone che si muove tra vecchie povertà e bisogni emergenti, in primo luogo quelli legati ad un’occupazione, alla casa e ad reddito.

     
    Il sociologo Eugenio Zucchetti è il curatore del Rapporto:

     
    “Sono saltati i vecchi equilibri della società contemporanea, precisamente sono saltati due grossi cardini, quello del lavoro e quello della famiglia. Da una parte il lavoro, cioè del lavoro a tempo, del lavoro provvisorio, a termine... In questo modo, anche la disoccupazione cambia volto perché non è più una disoccupazione lunga, ma è una disoccupazione breve, cioè è un continuo passaggio tra lavori e lavoretti. Dall’altra parte, io credo siano "saltati" gli italiani: non è saltata la famiglia, in realtà, ma ci sono fenomeni che documentano, come sappiamo, di una maggiore instabilità familiare”.

     
    Sempre più spesso, e soprattutto fra gli italiani, chi si rivolge ai Centri di ascolto Caritas chiede un supporto personale. Don Roberto Davanzo è il direttore di Caritas Ambrosiana:

     
    “Ci accorgiamo che, appunto, questa povertà va a colpire anche fasce che fino a ieri non avremmo mai immaginato, ma la cosa che un po’ umilia è anche scoprire che la forbice di questa povertà si allarga, nel senso che c’è comunque un trend di vita che ostenta ricchezza, che ostenta benessere e dall’altra parte, appunto, un segmento di popolazione che invece da questo benessere si sente sempre più escluso”. (Da Milano per la Radio Vaticana, Fabio Brenna).

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    Al via a Cecchina, in provincia di Roma, il "Laboratorio di arte per la Liturgia", curato dalle Pie Discepole del Divin Maestro, esperte di architettura e arte sacra

    ◊   Il programma iconografico per la casa dove Dio incontra il suo popolo, gli oggetti liturgici, i programmi iconografici nella storia delle vetrate artistiche: sono questi alcuni dei tanti forum di discussione che animeranno il "Laboratorio di arte per la liturgia", l’iniziativa promossa dalla Domus Dei, l’azienda delle Pie Discepole del Divin Maestro che si occupa di architettura sacra, mosaici e vetrate d’arte, opere in bronzo e restauri. Da lunedì prossimo, e per tutta la settimana, nella sede dell’azienda di Cecchina di Albano Laziale verranno proposti approfondimenti in materia di arte sacra, alternati a momenti di lavoro sul campo. Al programma ha aderito l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Ce ne parla suor Maria Agar Loche, intervistata da Davide Dionisi:


    R. - L’iniziativa è nata nell’ambito della scelta fatta dalla nostra Congregazione di acquisire l’azienda della Domus Dei. Questa azienda sembrava, infatti, rispondere a quelle che erano le urgenti sollecitazioni nell’ambito della nostra missione ed uno degli aspetti fondamentali è quello proprio di curare l’aspetto della bellezza nella Liturgia a servizio del popolo di Dio.

     
    D. - Come mai le Pie discepole del Divin Maestro hanno puntato anche alla promozione della formazione liturgica artistica?

     
    R. - Sin dalle origini don Alberione, il nostro fondatore, ha sempre sollecitato i nostri superiori e le nostre sorelle a curare non soltanto l’aspetto concreto di realizzazione, ma anche la formazione sia degli operatori - nell’ambito dell’arte della Liturgia - sia di tutti coloro che usufruiscono di questa arte e quindi il popolo di Dio ed ministri. Questo diventa, quindi, un cammino incarnato in questa nuova realtà apostolica che è la Domus Dei, ma che continua nel filone della tradizione della Congregazione, comprendendo quegli aspetti della Liturgia che richiedono una formazione. La Liturgia, dunque, diventa per noi anche uno strumento di evangelizzazione, così che il popolo di Dio possa veramente pregare nella dignità e nella bellezza.

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    Oggi e domani su Raiuno la fiction su San Giuseppe Moscati, il medico dei poveri

    ◊   Andrà in onda in due puntate, oggi e domani in prima serata, su Raiuno la fiction dedicata a San Giuseppe Moscati, il “medico dei poveri”, canonizzato da Giovanni Paolo II il 25 ottobre 1987. A impersonarlo sarà Beppe Fiorello, visto in altri sceneggiati televisivi nei panni di Salvo D’Acquisto, Joe Petrosino, don Pino Puglisi e Valentino Mazzola. Padre Vito Magno gli ha chiesto quali emozioni abbia provato:


    R. – La sensazione è stata quella di grande gioia nell'interpretare un uomo di grande amore profondità con un senso altissimo per la disponibilità per gli altri senza alcun limite.

     
    D. – Che idea si è fatta di lui?

     
    R. – Di un uomo e di un medico che si è dato soprattutto ai poveri. Non è facile. La società moderna non produce più questo genere di umanità: c’è poco tempo per concentrarsi sulla disponibilità verso gli altri.

     
    D. – Conosceva la storia di Moscati prima di fare il film?

     
    R. – Purtroppo no e purtroppo lo conoscono in pochi. Questo è stato il motivo che mi ha spinto a raccontare questo personaggio e questa storia.

     
    D. – Come ha scoperto questa grande figura di medico e di santo?

     
    R. – L’ho scoperta insieme al produttore, mentre giravamo a Napoli. Scoprimmo questa figura e ci siamo domandati perché non provare a raccontare questa storia. Inizialmente per la televisione sembrava forse un personaggio poco noto e quindi poco coinvolgente. Ma allora sono stato lì ad insistere che proprio per questo andava raccontato. Si doveva raccontare proprio perché lo si conosce poco.

     
    D. – Le è riuscito facile o difficile entrare nel personaggio?

     
    R. – Essere Moscati è stato complesso, anche da un punto di vista religioso. Io sono un uomo che ha ancora molti dubbi. Credo che Dio sia in ogni essere umano; credo in un Dio quotidiano, ma vivo ancora qualche dubbio. Ma credo che il dubbio possa essere un fondamento buono per diventare un buon credente.

     
    D. – Il film, Beppe Fiorello, le ha dunque permesso di guardarsi dentro?

     
    R. – Assolutamente sì e mentre giravo, mi chiedevo: “Sarò mai capace di fare un millesimo di quello che ha fatto Moscati? Sarò mai capace di essere come lui?”. In realtà, poi, le risposte arrivavano semplicemente perché non bisogna ambire a quelle figure così grandi. Quello che questo film ci fa capire è che anche nel piccolo gesto quotidiano ci può essere un grande uomo.

     
    D. – Immagino che durante la lavorazione ha anche pregato San Giuseppe Moscati?

     
    R. – Sì e gli chiedevo di darmi la forza per poterlo interpretare con la giusta dignità.

     
    D. – Delle tante scene girate, quale ha vissuto con più intensità?

     
    R. – C’è un inquadratura dove non ci sono parole, c’è solo uno sguardo: è la prima volta che vediamo Giuseppe Moscati entrare in un ospedale e vedere una distesa immensa di letti con i malati. C’è un’inquadratura molto bella che fa il regista, Giacomo Campitoti, sugli occhi di Giuseppe Moscati, che guarda questo ospedale con un amore profondo, come se avesse visto una donna meravigliosa o dei bambini gioiosi giocare.

     
    D. – A proposito di donne, si parla nel film anche dell’amore umano che Moscati aveva avuto verso una giovane della nobiltà napoletana...

     
    R. – Di questo c’è una parte abbastanza romanzata, perché non abbiamo trovato molti documenti o molte testimonianze al riguardo. C’è un piccola storia, che ha una partenza, ma poi è così forte l’amore che Moscati porta per i malati che quella storia di amore sfuma e diventa un’amicizia. Non è, quindi, una rinuncia. Si tratta di un altro percorso di vita che lo chiama.

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    Chiesa e Società



    Le alluvioni fanno slittare l'anno scolastico in molti Paesi africani

    ◊   Sono circa tre milioni gli studenti di scuole elementari e medie dell’Africa occidentale che quest’anno riprenderanno in ritardo le scuole. Il rinvio – come riporta l’agenzia Misna - a causa delle alluvioni provocate da un’eccezionale stagione delle piogge che ha causato vittime, sfollati e gravi danni in 22 paesi africani. Finora solo Togo e Mali hanno formalmente annunciato il rinvio dell’apertura dell’anno scolastico, tuttavia nei prossimi giorni altri Paesi potrebbero unirsi alla lista. In molti Stati, infatti, gli istituti scolastici pubblici e privati vengono utilizzati per accogliere le centinaia di migliaia di sfollati e senza tetto provocati dalle piogge e dalle alluvioni. La situazione peggiore si registra in Togo. Tutte le scuole del Paese riapriranno agli studenti il 17 ottobre. Il ministro dell’educazione, in un recente discorso televisivo, ha spiegato che il provvedimento riguarda tutti i due milioni di studenti togolesi per non creare squilibri tra gli studenti delle diverse zone del Paese. Le autorità del Togo temono inoltre che migliaia di bambini rischiano di perdere l’intero anno scolastico dal momento che le famiglie hanno perso tutto a causa del maltempo. (E. B.)

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    Presentata alla stampa la nuova chiesa della Santissima Trinità costruita nel Santuario di Fatima

    ◊   E’ una grande struttura circolare bianca, bassa e senza campanili la nuova chiesa della Santissima Trinità costruita nel Santuario di Fatima e illustrata ieri alla stampa a pochi giorni dalla sua consacrazione. Questa avverrà il 12 ottobre nel 90.mo anniversario dell’ultima apparizione della Vergine ai tre pastorelli di Fatima, con la presenza del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano e per l’occasione Legato Pontificio. La nuova chiesa, dove ancora si lavora freneticamente per finire gli ultimi dettagli, chiude l’immensa spianata di Fatima sul lato apposto a quello dove sorge l’antica Basilica inaugurata nel 1953, alla quale – precisa il rettore del Santuario, mons. Luciano Guerra, che recentemente ha celebrato 50 anni di sacerdozio – il nuovo edificio non intende far ombra. L’interno della nuova chiesa è circolare e senza colonne, con un diametro di 125 metri e con circa 9 mila posti a sedere. Esso presenta dietro l’altare un grande Crocifisso ed un immenso pannello di 500 metri quadrati, realizzato quasi interamente in oro. Opera del Centro Aleppi di Roma, organismo legato al Pontificio Istituto Orientale. L'edificio - la più grande opera di questo tipo realizzata in Portogallo - avrà 13 porte: 12 laterali dedicate agli apostoli, in bronzo, ed una porta centrale di 64 metri quadrati con effetti artistici su Dio e la Trinità. Da Milano si attende una statua della Vergine di Fatima in marmo di Carrara ed accanto alla nuova grande Croce, alta 34 metri ed inaugurata in agosto, sarà posta una statua di Giovanni Paolo II. “Il costo dell’opera – ha detto mons. Guerra – è da calcolare fra i 60 e i 70 milioni di euro, raccolti grazie alle offerte dei fedeli. La nuova chiesa è stata progettata da un architetto ortodosso, il greco Alexandros Tombazis il quale ha detto all'Agenzia cattolica Ecclesia di "non aver avuto nessun problema di carattere confessionale nella realizzazione dell'opera. (Da Lisbona, per la Radio Vaticana, Riccardo Carucci)

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    Intervento dei vescovi della Costa Rica in vista del referendum sul Trattato di Libero Commercio
     

    ◊   I vescovi della Costa Rica intervengono in vista del referendum sul Trattato di Libero Commercio (TLC) con gli Stati Uniti, che si svolgerà nel Paese il 7 ottobre. Ne dà dovizia l’agenzia Fides. In un comunicato, i presuli, che ritengono di non poter restare ai “margini della lotta per la giustizia, riaffermano il loro impegno di “illuminare a partire dal Vangelo e dall'insegnamento Sociale della Chiesa” e invitano in primo luogo tutti i costaricani a partecipare al voto esercitando così un dovere civico. Il TLC è uno strumento di politiche commerciali ma – spiegano – “non può giustificarsi solo con il beneficio di pochi, bensì con quello di tutti i gruppi cittadini”. Da questo punto di vista i presuli richiamano “i principi di giustizia, equità, solidarietà, opzione preferenziale per i poveri, libertà, autonomia, partecipazione, dialogo e rispetto per l’ambiente”. Sottolineando che non spetta a loro dire se bisogna votare si o no nel referendum, il documento pone una serie di interrogativi relativi alla capacità del TLC di risolvere la povertà e il divario sociale. Quindi l’esortazione a tutti i settori sociali affinché, dopo il referendum, “si rispetti lo stato di diritto e si accetti il risultato con maturità e serenità, evitando tutto quello che possa minacciare la pace sociale”. I vescovi, che si sono pronunciati più volte sul voto, hanno manifestato la loro preoccupazione per il clima di tensione e di aspro confronto che si vive nel Paese già da vari mesi. Proprio in nome della pace sociale, la commissione arcidiocesana delle missioni, insieme alle Pontificie Opere Missionarie della Costa Rica, sta organizzando il secondo Rosario Missionario per sabato 6 ottobre. Il Rosario si celebrerà in una zona centrale della capitale e culminerà con una Santa Messa nella Cattedrale che sarà presieduta dall’arcivescovo di San José, Mons. Hugo Barrantes. Vi parteciperanno gruppi missionari laicali, rappresentanti di differenti parrocchie dell’arcidiocesi, religiosi e religiose, mentre si invitano anche tutti i missionari dell'America Latina ad unirsi spiritualmente ai costaricani. (E.B.)

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    Nel solco della Grande Missione Continentale si è concluso il X Incontro Continentale della Rete Informatica della Chiesa in America Latina

    ◊   Si è conclusa nelle Honduras, a Tegucigalpa, la decima riunione continentale della “Rete Informatica della Chiesa per l’America Latina”(RIIAL). I partecipanti, circa 86 rappresentanti tra vescovi, sacerdoti, religiose e laici, si dedicano alla pastorale informatica e della comunicazione, ovvero specifica dello scenario legato ai nuovi media. Diversi gli obiettivi generali dell’incontro: dotare la Chiesa di un mezzo di comunicazione agile ed economico, diffondere la Parola di Dio e gli insegnamenti della Chiesa attraverso le nuove tecnologie, progettare nuove forme di presenza e di servizio della RIIAL nel Continente. Tutto nell’ottica di partecipare alla “Missione Continentale” lanciata dalla V Conferenza Generale dell'Episcopato latinoamericano e dei Carabi, svoltasi in Brasile, ad Aparecida, in maggio. Mons. Claudio Maria Celli, presidente del pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, che ha preso parte alla riunione e si è detto felice dei risultati raggiunti nel corso di essa, ha invitato ad una “comunicazione missionaria”, incoraggiando i partecipanti a dedicarsi con professionismo alla “diaconia della cultura digitale”. L'incontro si è concluso con una Messa solenne, presieduta dal Cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e presidente della Conferenza Episcopale locale, nel Santuario dedicato alla Vergine di Suyapa, patrona dell’Honduras. Alla fine della celebrazione Mons. Celli ha consegnato ad ogni delegato una Croce ed un Rosario, in segno dell’impegno per la missione evangelizzatrice che ognuno deve compiere. (V.F.)

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    Il Parlamento europeo ha definito i tre finalisti del premio Sacharov per i difensori dei diritti umani

    ◊   Le commissioni affari esteri e sviluppo del Parlamento europeo hanno definito i tre finalisti del Premio Sacharov 2007 per la libertà di pensiero, istituito nel 1988, assegnato annualmente ai difensori dei diritti umani e della democrazia nel mondo. La scelta – afferma l’agenzia Sir - dopo una selezione fra numerose personalità indicate dai gruppi politici che siedono nell’Assemblea Ue. Uno dei finalisti è Salih Mahmoud Osman, un avvocato sudanese per i diritti umani - si legge nelle motivazioni espresse dal Parlamento - che lavora con l’organizzazione sudanese contro la tortura e fornisce la sua assistenza legale alle vittime della guerra civile nel suo Paese. Nella lista anche una segnalazione alla memoria Anna Politkovskaya, la giornalista russa e attivista dei diritti umani, “nota per la sua opposizione al conflitto ceceno”, uccisa il 7 ottobre 2006. Zeng Jinyan e Hu Jia sono indicati invece come “difensori dei diritti umani in Cina”: in questo caso i deputati intendono lanciare un messaggio a Pechino, anche in vista delle Olimpiadi del prossimo anno. Il prossimo 25 ottobre i presidenti dei gruppi politici dell’Europarlamento selezioneranno il vincitore, che riceverà il premio nel corso della sessione plenaria a Strasburgo l’11 dicembre. (E. B.)

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    A febbraio la prima chiesa cattolica del Qatar

    ◊   Sarà inaugurata a febbraio la prima chiesa cattolica del Qatar. Dedicata a Nostra Signora del Rosario la chiesa servirà i circa 140mila cattolici che vivono in un Paese a maggioranza musulmana di quasi 800mila abitanti, per lo più immigrati. Secondo quanto riporta l’agenzia Asia News il complesso comprende un centro conferenze, una residenza per accoglienze temporanee, una libreria ed un bar. I lavori per costruire il luogo di culto costeranno in totale circa 15 milioni di dollari: i cattolici di tutta la Penisola arabica, per la maggior parte filippini ed indiani, hanno dato il loro contributo. La chiesa è stata costruita su un terreno nella periferia meridionale della capitale Doha, donato dall’emiro Amir Hamad bin Khalifa Al Thani, che nel corso degli ultimi anni ha portato avanti una politica di dialogo interreligioso e nel 2002 ha istaurato rapporti diplomatici con la Santa Sede. L’edificio non avrà né campanile né croce e non sarà aperto al pubblico, ma sarà riservato. Felice il futuro parroco, p. Tom Veneration. “Dopo oltre 20 anni di richieste formali – afferma - il governo ha concesso alle confessioni cristiane i terreni per costruire i propri edifici di culto”. Fino ad ora – ha concluso – “abbiamo pregato nelle case o in piccole cappelle all’interno del campus americano e di quello filippino di Doha”. (E. B.)

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    In India prosegue l’impegno della chiesa cattolica contro l’AIDS: prevista l’apertura di 45 nuovi centri per l’assistenza dei malati

    ◊   La Commissione per la salute della Conferenza Episcopale indiana (CBCI) aprirà a breve 45 Centri comunitari di assistenza per sieropositivi e malati di HIV in cinque Stati indiani. Il progetto, presentato in questi giorni a New Delhi dal presidente della Commissione mons. Bernard Moras, è finanziato dal Fondo Globale ONU per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria e sarà realizzato in collaborazione con la Caritas India e con le autorità locali dei cinque Stati coinvolti: l’Orissa, il Bengala Occidentale, il Bihar il Chattisgarh e il Gujarat. L’obiettivo è di garantire alle persone contagiate l’accesso alle terapie, di migliorare i protocolli di cura e la prevenzione, di integrare i vari servizi di assistenza e sostegno nelle strutture esistenti e aiutare le comunità locali ad erogarli. Questi centri entreranno in funzione già a partire da questo ottobre, mentre entro la primavera del 2009 saranno operativi gli altri 40. È la prima volta che il Fondo Globale dell’ONU per la lotta contro l’AIDS stanzia fondi a favore della Chiesa indiana, da anni impegnata con programmi all’avanguardia, nella prevenzione, nell’assistenza alle persone colpite dal contagio, ma anche contro le discriminazioni nei loro confronti. Nell’agosto 2005 la CBCI ha lanciato un piano organico nazionale di intervento intitolato “Un impegno alla compassione e all’assistenza”. Oggi nel Paese sono più di settanta le istituzioni cattoliche dedite esclusivamente ai malati di AIDS emarginati e abbandonati dalla società. La Commissione episcopale per la salute ha anche istituito una cattedra presso l'Università nazionale “Indira Gandhi” con corsi di studio specifici in materia. (L. Z.)

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    I Francescani hanno festeggiato i 70 anni di presenza in Corea del Sud

    ◊   Dare un’anima alla società coreana, secolarizzata, pervasa dalle nuove tecnologie che spesso disumanizzano le relazioni fra persone. E’ la vocazione e la missione dei Francescani che hanno festeggiato i 70 anni di presenza in terra coreana, trascorsi evangelizzando nella povertà e nella semplicità, secondo lo stile di vita del Poverello di Assisi. Come ricorda l’agenzia Fides, la presenza francescana in Corea si è caratterizzata fin dal principio come un’attività eminentemente spirituale, che insegna a mettere al primo posto “le cose di Lassù”, il rapporto con Dio, spesso penalizzato nella società dei consumi e dell’efficientismo: attraverso la catechesi, la celebrazione dei Sacramenti, l’organizzazione di giornate e settimane di ritiro spirituale. Accanto alla direzione spirituale di tanti fedeli e famiglie, sacerdoti e suore, i francescani non hanno tralasciato l’evangelizzazione e le opere sociali, come sottolinea un video realizzato per l’occasione del 70. esimo anniversario, in cui si mostrano i frati e i laici francescani all’opera in lebbrosari, istituti per disabili, centri di accoglienza per poveri ed emarginati, sempre più numerosi nella società coreana. I primi due religiosi francescani giunsero nella penisola coreana dal Canada nel 1937 e fondarono la prima comunità francescana a Daejeon nel 1938. Vent’anni dopo l’arrivo i frati eressero, e tuttora gestiscono, un lebbrosario nella provincia di Gyeongsangnam, 300 km a Sud di Seul, che oggi ospita oltre 200 malati. La presenza dei frati è cresciuta anche grazie a vocazioni locali: così nel 1987 l’Ordine dei Frati Minori ha eretto ufficialmente la Provincia coreana che oggi comprende circa 150 religiosi ed ha anche contribuito alla missione ad gentes, inviando frati in Cina, Israele, Giappone, Russia e Kazakhstan. Attualmente un nuovo campo di assistenza spirituale di evangelizzazione e promozione sociale prescelto dalla comunità francescana in Corea è quello degli immigrati, specialmente filippini, che costituiscono una parte sempre più rilevante della società coreana e vivono problemi di ambientamento culturale, di sistemazione logistica, di orientamento spirituale. (E. B.)

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    Sinodo dei giovani in Cambogia per la salvaguardia del Creato

    ◊   “Dio pose l’uomo nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2,15). Come afferma l’agenzia Fides, da questo versetto del Vangelo è partita la riflessione degli oltre 300 ragazzi che hanno preso parte alla quarta edizione del “Sinodo dei giovani cattolici cambogiani”. Nella capitale Phnom Penh per quattro giorni i partecipanti si sono confrontati, hanno pregato e partecipato ad incontri di catechesi. Meditando sul ruolo di Dio “Creatore del cielo e della terra, delle cose visibili e invisibili”, i giovani hanno analizzato i problemi dell’ecosistema terrestre e l’intervento dell’uomo sull’ambiente. Partendo dal principio che, per la difesa dell’ambiente, bisogna “pensare globalmente e agire localmente”, la Chiesa, per motivare un impegno responsabile, deve far cogliere la stretta connessione tra il degrado locale e quello su scala mondiale. I giovani delegati delle tre circoscrizioni ecclesiastiche della Chiesa cambogiana hanno illustrato le differenti situazioni locali e si sono impegnati a lanciare iniziative di sensibilizzazione e di azione, nel rispetto dello spirito di “Giustizia, Pace e salvaguardia del Creato”. (V.F)

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    Si è conclusa la plenaria autunnale dei vescovi della Scandinavia

    ◊   Ecumenismo e liturgia. Questi i temi principali della plenaria autunnale della Conferenza episcopale scandinava riunitasi a Goteborg. L’amministratore apostolico dell’Estonia, mons. Philipp Jourdan, ha partecipato ad alcune sessioni del meeting. Il 15 settembre, i vescovi luterani dei Paesi nordici hanno incontrato i propri omologhi cattolici. L’incontro - si legge in un comunicato – ha dimostrato che i capi della Chiesa affrontano molte sfide simili e che sono disposti non solo a parlarne ma anche a cooperare, ove sia possibile. I vescovi hanno quindi fornito informazioni circa le situazioni nei rispettivi Paesi, con particolare riguardo all’educazione e alla pratica religiosa dei giovani tra i 15 e i 30 anni, nonché all’intercomunione e a “determinate questioni etiche”. Tra gli altri temi in discussione la pastorale dei Rom, dei Sinti e degli itineranti, il prossimo Sinodo episcopale previsto a Roma nel 2008 e il contributo della Scandinavia alla missione della Chiesa. “Una delle lettere pastorali previste nei prossimi anni – annuncia la plenaria - sarà dedicata alla santificazione della domenica, un’altra alla catechesi degli adulti”. I vescovi scandinavi hanno inoltre invitato i fedeli a partecipare al prossimo ‘Katholikentag’, la giornata dei cattolici, in programma ad Osnabrück in Germania nel maggio 2008, sulla base degli “stretti legami tra la Scandinavia e la diocesi” che ospita l’evento. Il comunicato finale annuncia infine che i vescovi luterani e quelli cattolici si incontreranno nuovamente nel 2009. (A. M.)

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    In Spagna una religiosa è stata insignita con la medaglia d’argento al merito sociale penitenziario

    ◊   In occasione della festività liturgica della Madonna della Mercede, invocata ogni anno il 24 settembre nel mondo delle carceri, una religiosa è stata insignita in Spagna con la medaglia d’argento al merito sociale penitenziario. Si tratta di Suor Balbina Melendez, di 82 anni, appartenente all’ istituto delle Religiose della carità di Sant'Anna che continua a lavorare ormai da 36 anni nel carcere Martutene di San Sebastian in Spagna. L’ onorificenza è stata decisa dalla Direzione generale penitenziaria nazionale. Suor Balbina fa parte di una comunità di cinque suore che si occupano a tempo pieno di alcuni servizi fondamentali del carcere. Era presente alla celebrazione il vescovo di San Sebastian Mons. Juan Maria Uriarte. Nell’omelia dell’eucaristia alla quale hanno partecipato un gran numero degli carcerati il vescovo ha detto tra l’altro: “Dio ci accoglie così come siamo e ci aiuta a riconciliarci con noi stessi, con il nostro passato e con la società”. Ha aggiunto che il sistema carcerario non riesce, in tanti casi, a rendere fattibile la riabilitazione. Ed ha aggiunto: “Siate sicuri che non vi dimenticheremo mai e che continueremo a fare tutto il possibile per rendere più umana la vita in questo centro”. Dopo l’eucaristia il Direttore del carcere, accompagnato dal vescovo e dal delegato del governo ha consegnato la onorificenza a Suor Balbina che ha ringraziato poi questo riconoscimento con parole di forte emozione. (A cura di Ignazio Arregui)

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    Stilata una classifica sul buon governo nei Paesi africani: al primo posto le Mauritius

    ◊   Le Isole Mauritius sono il Paese africano con il miglior livello di buongoverno nel continente, mentre il peggiore appartiene alla Somalia. A stabilirlo è la classifica, pubblicata oggi a Londra e Città del Capo, della fondazione creata dall’imprenditore sudanese Mo Ibrahim, fondatore del principale operatore di telefonia mobile africano. L’“Indice Ibrahim per la Governance in Africa” assegna punteggi simbolici sulla base analisi di cinque valori: sicurezza; stato di diritto, trasparenza e corruzione; partecipazione politica e diritti umani; sviluppo economico durevole e sviluppo umano. L’indice Ibrahim è stato calcolato, esaminando i dati provenienti da 48 paesi dell’Africa sub-sahariana, da un gruppo di accademici africani coordinati dal professor Robert Rotberg, dell’Università di Harvard, in collaborazione con la Kennedy School of Government. Dopo le Mauritius, la vetta della classifica spetta a Seychelles, Botswana, Capo Verde e Sudafrica. Diversa la classifica dedicata specificatamente alla sicurezza: al primo posto il Gabon, ultimo il Sudan e terzultimo il Sudafrica. Come riferisce l’agenzia Misna, esaminando attentamente la classifica contenuta nell’indice, emerge chiaramente come Paesi più conosciuti e considerati più avanzati siano spesso scavalcati da nazioni “minori”, soprattutto in termini economici o mediatici. (V.F.)

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    Padre Gianfranco Ghirlanda riconfermato per altri tre anni come rettore della Pontificia Università Gregoriana

    ◊   È stato riconfermato per un secondo mandato triennale come rettore della Pontificia Università Gregoriana (www.unigre.it) il padre Gianfranco Ghirlanda, S.I., docente di diritto canonico e consultore di otto Congregazioni vaticane, tra cui la Congregazione per la Dottrina della Fede, nonché Referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Come precisa l’agenzia Zenit, la nomina del Rettore della Gregoriana è una nomina operata dal Papa (su proposta di tre nomi da parte del Preposito Generale della Compagnia di Gesù), dato che la Gregoriana è un’opera affidata dai Pontefici ai Gesuiti, come lo stesso Benedetto XVI - che qui ha insegnato nel 1972 - ha ribadito e rinnovato in occasione di una sua visita all'Università il 3 novembre 2006. Per questo negli statuti dell’Università si afferma che il Romano Pontefice governa la Gregoriana tramite il cardinale prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, che per tale ragione è il gran cancelliere di questa Università, che conta circa 3.000 studenti, provenienti da 130 Paesi. Padre Ghirlanda, nato a Roma nel 1942, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1966; è stato ordinato sacerdote nel 1973 ed ha fatto la professione solenne nel 1979. Il sacerdote è autore di numerosi libri e articoli tradotti in varie lingue come ‘Il diritto nella Chiesa mistero di comunione - Compendio di diritto ecclesiale’ o ‘Introduzione al diritto ecclesiale’. L’Università Gregoriana deve il suo nome a Papa Gregorio XIII che nel 1584 inaugurò la nuova sede del Collegio Romano, eretto nel 1551 da Sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, e formato inizialmente da una Scuola di Grammatica e di Dottrina Cristiana, che però, già da 1556, rilasciava i titoli accademici in Filosofia e Teologia. (E. B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Almeno 27 persone uccise in tre esplosioni in Iraq - Nuova mattinata di violenze nella zona limitrofa alla Striscia di Gaza - Almeno 104 Talebani e un soldato della Coalizione uccisi in combattimenti nel Sud dell'Afghanistan

    ◊   Almeno 27 persone sono rimaste uccise e diverse decine ferite in diversi attacchi nel nord dell’Iraq. Due autobomba sono scoppiate a pochi minuti di distanza l'una dall'altra in una cittadina a nord di Tikrit. Un’altra a Umm al Thiban, un villaggio a maggioranza yazide in una zona del nord che il 14 agosto è stata teatro del peggior attentato del dopo Saddam, vale a dire una raffica di esplosioni che hanno causato oltre 500 morti e centinaia di feriti, secondo il bilancio fornito alcuni giorni dopo dalla Mezza Luna Rossa. Attentato anche a Mosul: in un’ora quattro esplosioni.

    - Nuova mattinata di violenze nella zona limitrofa alla Striscia di Gaza. Miliziani palestinesi, riferiscono fonti locali, hanno sparato a ripetizione razzi e colpi di mortaio contro il vicino territorio israeliano: colpita la città di Sderot. Non si segnalano vittime. Immediata la reazione dell'aviazione militare israeliana, che ha attaccato una postazione adibita al lancio di razzi nella località palestinese di Beit Hanun, nel nord della Striscia. Anche qui non si ha notizia di vittime. Un portavoce militare a Tel Aviv ha poi riferito che a Beit Hanun, a nord di Gaza, l'aviazione ha distrutto due piattaforme di lancio di razzi Qassam. Da parte sua, a Gaza un portavoce delle brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, ha rivendicato un attacco a colpi di mortaio lanciato stamane in direzione del kibbutz israeliano di Kissufim, a ridosso della striscia di Gaza. E c’è da dire che il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha detto che "sta arrivando il momento di una vasta operazione a Gaza" definendola “un’operazione non semplice, lunga, il cui scopo sarà non solo di mettere fine ai continui lanci di razzi ma anche di indebolire il regime di Hamas a Gaza”.

    - Almeno 104 Talebani e un soldato della Coalizione internazionale antiterrorismo sono rimasti uccisi in combattimenti iniziati ieri e ancora in corso dopo 24 ore nella regione di Helmand, nel sud dell'Afghanistan. Quattro altri soldati della Coalizione sono rimasti feriti. L'operazione congiunta continua nei pressi del villaggio di Regay, contro estremisti Talebani che vi hanno trovato rifugio. Intanto un volo speciale sta rimpatriando il militare italiano rimasto ferito in modo grave nel blitz per liberarlo. Con lui sul volo anche il collaboratore afghano ferito. Il Falcon dovrebbe arrivare in Italia in serata. Il secondo militare italiano, rimasto ferito in modo meno grave, dovrebbe essere rimpatriato sempre in giornata ma, a quanto si apprende, con un diverso volo. E sembra confermato che i due agenti italiani del Sismi, rapiti sabato scorso in Afghanistan e liberati lunedì, siano stati feriti dal fuoco dei talebani. A sostenerlo è il maggiore Charles Anthony, portavoce dell'ISAF, la missione NATO in Afghanistan, in dichiarazioni rese oggi all'ANSA.

    - Quattro persone ferite e diverse altre fermate dalla polizia. E' questo il bilancio dell'intervento compiuto la notte scorsa dai reparti anti-sommossa a Skopje, capitale della repubblica ex jugoslava di Macedonia, per impedire un improvviso tentativo d'irruzione nel Parlamento di militanti di due fazioni rivali della minoranza etnica albanese. I disordini si sono verificati dopo che ieri i lavori parlamentari erano stati sospesi a tempo indeterminato a causa d'una rissa - scatenatasi in aula e allargatasi poi ad altri ambienti dell'edificio - fra deputati di due partiti albanofoni: il PDP (che attualmente fa parte della coalizione interetnica al governo in Macedonia) e l'UDI (all'opposizione).

    - Il presidente del Parlamento libanese Nabih Berri potrebbe convocare l'Assemblea legislativa per eleggere il nuovo capo dello Stato prima della seduta convocata per il 23 ottobre, se i due contrapposti schieramenti politici concorderanno un candidato consensuale. Lo ha riferito oggi il quotidiano An-Nahar. Il quotidiano ha aggiunto che Berri, che è anche un leader sciita dell'opposizione guidata da Hezbollah, ha avuto in nottata colloqui con il leader della maggioranza parlamentare antisiriana Saad Hariri, nel quadro dei tentativi per trovare un successore ''consensuale'' all'attuale presidente della Repubblica, il filosiriano Emile Lahud. ''Se raggiungiamo un accordo, potrei convocare i deputati immediatamente, e probabilmente prima del 23 ottobre'', ha detto Berri, citato da An-Nahar. Ieri, Berri ha rinviato al 23 ottobre l'elezione del nuovo capo dello Stato dopo che i deputati dell'opposizione hanno boicottato la seduta del Parlamento convocata allo scopo, facendo mancare il richiesto quorum di due terzi.
    L'opposizione insiste sulla necessità di un quorum di due terzi per eleggere il presidente, che, a suo dire, deve essere ''consensuale''; ma la maggioranza - che conta su 68 seggi su 128 - sostiene di potere eleggere il nuovo capo dello Stato con una maggioranza semplice di 65 voti.

    - In Algeria, cinque bombe artigianali sono esplose tra lunedì e ieri a Elma Elabiadh, vicino a Tebessa causando un morto e cinque feriti, tutti soldati dell'esercito. Secondo quanto scrive El Khabar, che cita fonti delle forze di sicurezza, l'esercito è impiegato da giorni in una vasta operazione di rastrellamento nella regione, non lontano dal confine tunisino. Un uomo di 46 anni è stato invece assassinato lunedì sera poco prima della cena che al tramonto rompe il digiuno del Ramadan, davanti alla sua abitazione a Koudiet Laarayes, nella zona di Boumerdes, in Cabilia 50 km ad est di Algeri. Tre uomini, a quanto sembra appartenenti ad un gruppo terroristico della zona, hanno aperto il fuoco con armi automatiche contro l'uomo, guardia in un carcere della regione. A Costantina, 400 km ad est di Algeri - scrive il qutodiano Liberte' - domenica sera una bomba è stata disinnescata dalla polizia. L'ordigno si trovava lungo la strada nei pressi dell'ospedale, nello stesso luogo dove il 16 maggio scorso, alla vigilia delle elezioni legislative, un'esplosione aveva ucciso un poliziotto e ferito dieci passanti.

    - Dopo l’episodio di panico tra i correntisti nelle settimane scorse in Gran Bretagna, la Northern Rock vola alla borsa di Londra. La svolta è stata l’annuncio ieri di essere in contatto con altri istituti per esserne acquisita. Le azioni della banca, che è dovuta ricorrere ad alcuni finanziamenti d'emergenza, sono salite dell'11% a 180,4 pence. I colloqui - ha precisato Northern Rock - sono ancora preliminari e ancora non si è parlato di un prezzo. Da quando il 14 settembre ha reso noto un finanziamento d'emergenza da parte della Banca d'Inghilterra, spingendo molti correntisti a mettersi in coda agli portelli per ritirare i propri soldi, Northern Rock aveva ceduto in borsa il 71%.

    - Sono sempre più numerose le bandiere nero-giallo-rosso - i colori nazionali del Belgio - che negli ultimi giorni vengono appese alle finestre dei palazzi di Bruxelles. Una reazione spontanea della gente, si apprende, alle minacce per l'unità nazionale belga e una protesta per la formazione di un governo che, 100 giorni dopo le elezioni, sembra ancora un miraggio. Sabato scorso, in occasione della 177.ma ricorrenza della creazione del Belgio, un migliaio di persone hanno sfilato con le bandiere nazionali e con il distintivo 'Giù le mani dal mio Belgio'. Con l'acuirsi della crisi politica, sempre più si sono rincorse nelle ultime settimane le ipotesi di una spaccatura del Belgio: da una parte i fiamminghi, abitanti del nord più ricco che secondo i sondaggi sarebbero già in maggioranza per la separazione, dall'altra i valloni del sud, francofoni. Bruxelles, secondo alcune ipotesi circolate, nel caso di separazione del Belgio rimarrebbe un distretto autonomo.

    - Il nuovo governo giapponese varato dal premier Yasuo Fukuda è da oggi ufficialmente in carica dopo la cerimonia di investitura celebrata questa mattina dall'imperatore Akihito. E all'indomani dell'insediamento del nuovo premier Yasuo Fukuda la politica giapponese verso la Corea del Nord ha immediatamente subito un'importante svolta. Lo ha indicato oggi il negoziatore americano ai colloqui internazionali a sei sul disarmo nucleare nordcoreano, l'assistente segretario di Stato, Christopher Hill, incontratosi a Tokyo con il collega Kenichiro Sasae. L'accresciuta sintonia fra Giappone e USA, ha detto Hill, "è molto importante perchè penso che non saremmo in grado di conseguire le nostre mete nell'intero processo senza qualche reale miglioramento nelle relazioni fra Pyongyang e Tokyo". Hill partirà in giornata per Pechino, dove si incontrera' subito con il collega nordcoreano Kim Kyegwan in vista di una ripresa del negoziato internazionale in programma domani. I colloqui, cui partecipano anche Corea del Sud, Cina, Russia e Giappone, dovrebbero focalizzarsi sulle misure per rendere completo e irreversibile il disarmo atomico di Pyongyang, avviato a metà luglio, in cambio di forniture energetiche e assistenziali. Ultimamente, tuttavia, il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha confermato anche la prospettiva di un disgelo diplomatico, che troverebbe Tokyo su posizioni quanto mai arretrate rispetto alle tendenze internazionali.

    - Almeno 60 operai sono morti e un altro centinaio è disperso dopo che un ponte che stavano costruendo nella città di Can Tho, in Vietnam meridionale, è crollato all'improvviso. Lo hanno detto fonti della polizia e delle ditte appaltatrici. ''Al momento dell'incidente c'erano circa 100 operai proprio sotto la sezione del ponte dove è crollata l'impalcatura, e altri 150 erano sopra il ponte'', ha detto un ufficiale della polizia di Can Tho (170 km a su di Ho Chi Minh City, raggiunto per telefono. ''Le cifre sulle vittime continuano a essere aggiornate ma per adesso qualcosa come 100 persone possono essere morte o disperse'', ha aggiunto. Al momento dell'incidente lavoravano sul ponte circa 250 persone fra ingegneri e operai di tre ditte appaltatrici giapponesi - Taisei, Kazima e NipponSteel - ma non si sa se fra le vittime ci siano cittadini nipponici.

    - La diga delle Tre Gole sul fiume Yangtze, la più grande della Cina e del mondo, potrebbe causare un ''disastro'' ecologico. Lo hanno affermato esperti cinesi, citati dall'agenzia Nuova Cina, in un convegno che si è tenuto nella capitale. La diga, che sorge nel sudovest del Paese, ha cominciato a generare elettricità ed ha avuto una funzione positiva nel limitare le inondazioni ma ''esistono ancora molti problemi ecologici ed ambientali riguardo alle Tre Gole'', ha sostenuto uno degli esperti. ''Se non verranno prese misure preventive - ha aggiunto - il progetto potrebbe risolversi in una catastrofe''. All’inizio di settembre il problema dei danni ecologici che la diga potrebbe provocare è stato discusso dal Consiglio di Stato (il governo), su sollecitazione del primo ministro Wen Jiabao. La diga è costata circa 25 miliardi di dollari e l'acqua del suo bacino ha sommerso 116 città e siti archeologici. Gli sfollati sono stati 1,4 milioni secondo le cifre ufficiali e circa due milioni secondo i gruppi ecologisti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)



    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 269

     
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