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SOMMARIO del 16/09/2007
L’amore di Dio, con il ricordo di Giovanni Paolo II grande apostolo della Misericordia; i nuovi Beati e la questione ambientale: al centro delle parole del Papa all’Angelus a Castel Gandolfo
◊ L’amore misericordioso di Dio al centro delle parole del Papa all’Angelus, recitato a Castel Gandolfo, con il ricordo di Giovanni Paolo II, grande apostolo della Divina Misericordia. Un pensiero particolare poi ai tre Beati proclamati tra ieri e oggi a suo nome in Francia e in Polonia. Ma anche un appello in tema ambientale nel 20esimo anniversario dell’adozione del “Protocollo di Montreal” sulla questione dell’ozono. Il servizio di Fausta Speranza:
La vera religione consiste nell’entrare in sintonia con il Cuore ricco di Misericordia di Dio: così il Papa riflette sulla pagina del Vangelo di Luca dedicata alla parabola del Figliol Prodigo. Dio che è amore ci chiede di amare tutti, anche i lontani e i nemici, ricorda Benedetto XVI sottolineando che il Padre celeste “rispetta la libertà di ciascuno ed attira tutti a sé con la forza invincibile della sua fedeltà”. E’ la strada che Gesù mostra ai suoi discepoli, afferma sottolineando che “nel nostro tempo l’umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio”. E a questo proposito Benedetto XVI vuole sottolineare che a capire “quest’urgenza pastorale, in modo profetico” è stato Giovanni Paolo II, grande apostolo della divina Misericordia. In particolare Benedetto XVI ricorda l’invito a rivolgersi alla Misericordia del Padre dopo i tragici fatti del settembre 2001.
“Dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001, che oscurarono l’alba del terzo millennio, egli invitò i cristiani e gli uomini di buona volontà a credere che la Misericordia di Dio è più forte di ogni male, e che solo nella Croce di Cristo si trova la salvezza del mondo”.
Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ricorda i tre beati proclamati tra oggi e ieri dai cardinali Bertone e Martins a suo nome. Rispettivamente il beato il P. Stanislao Papczyński, Fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani, proclamato stamane in Polonia e suor Maria Celina della Presentazione della Beata Vergine Maria, monaca professa del Second’Ordine di San Francesco, proclamata in Francia. Benedetto XVI ricorda il primo come “un sacerdote esemplare nella predicazione, nella formazione dei laici, padre dei poveri e apostolo della preghiera di suffragio per i defunti”; e la suora come una religiosa capace di far diventare “la sua vita segnata dalla croce un segno di amore a Cristo”. Ricorda poi P. Basilio Antonio Maria Moreau, fodnator dela Congregazione della Santa croce, beatificato ieri a Le Mans.
"All’intercessione di questi nuovi beati affido in modo speciale i loro figli spirituali, perché ne seguano con ardore la luminosa testimonianza di profeti di Dio, Signore di ogni vita".
Il Papa poi rivolge un appello forte in tema ambientale, ricordando che “ricorre oggi il 20° anniversario dell’adozione del “Protocollo di Montreal” sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono provocando gravi danni all’essere umano e all’ecosistema”.
“Negli ultimi due decenni, grazie ad una esemplare collaborazione nella comunità internazionale tra politica, scienza ed economia, si sono ottenuti importanti risultati, con positive ripercussioni sulle generazioni presenti e future. Auspico che, da parte di tutti, si intensifichi la cooperazione, al fine di promuovere il bene comune, lo sviluppo e la salvaguardia del creato”.
Nei saluti in varie lingue il Papa torna a ricordare l’esemplare parabola del Figliol prodigo, invitanto in francese ad avere sempre fiducia in Dio e a rivolgersi a Lui in particolare con il sacramento della Riconciliazione. Anche in inglese l’invito a chiedere perdono a Dio per le mancanze con fiducia. In tedesco un pensiero agli appartenenti all’Associazione Aiuto alla Chiesa che soffre, presenti a CastelGandolfo nel 60esimo della fondazione. In spagnolo la raccomandazione a ricordare che la condizione di figli di Dio chiama alla fraternità tra uomini. In polacco un saluto particolare ai fedeli del nuovo beato. In italiano un saluto particolare al Priore Generale e ai confratelli dell’Ordine di Sant’Agostino che stanno celebrando in questi giorni il Capitolo Generale. Ad essi il Papa assicura “un ricordo nella preghiera, affinché il Signore favorisca con grazie abbondanti i lavori capitolari e la vita dell’intero Ordine, nei diversi Paesi del mondo in cui è presente”.
Il segretario di Stato, cardinale Bertone ha presieduto, a nome del Papa, la cerimonia di beatificazione in Polonia del fondatore dei Padri Mariani, Giovanni Papczynski
◊ La Chiesa polacca vanta un nuovo Beato. A salire agli onori degli altari, nella solenne cerimonia presieduta oggi a Lichen a nome del Papa dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, è stato il fondatore dei Padri Mariani, Giovanni Papczynski, conosciuto come Stanislao di Gesù Maria. La collega della nostra redazione polacca, Beata Zajaczkowska, ha chiesto al cardinale Bertone una riflessione sul valore della santità nel 21.mo secolo, sulla scorta del messaggio lasciato dal nuovo Beato:
R. – Io vengo per la prima volta come legato papale per una beatificazione e devo dire che la santità, l’accensione di queste scintille, di queste luci dei Santi, nel cammino del popolo di Dio e nella storia delle città e dei Paesi è veramente un dono per ogni epoca della Chiesa. Da una parte, è il dono di Dio, perché Dio gratuitamente manda, accende queste luci che ravvivano anche i periodi più oscuri dell’umanità. Pensiamo anche a tutti i Santi, soprattutto i martiri del XX secolo, che hanno illuminato i periodi così oscuri del nazismo e del comunismo militante. Ma sono anche i segni della risposta dell’uomo e della donna all’azione di Dio, all’invito di Dio, alla sollecitazione di Dio, ai doni di Dio, ai talenti che Dio comunica, a tanti uomini e donne, giovani, adulti e anziani. Quindi, questo dimostra che la santità è un fenomeno presente in ogni epoca, in ogni generazione umana, presso tutti i popoli. Sono stato in Perù e lì si ricordano soprattutto due Santi straordinariamente affascinanti: Santa Rosa da Lima e San Martino de Portes. Santi semplici: Santi che non hanno avuto una professionalità nella vita pubblica e tanto meno nella vita accademica, come ad esempio il nostro Beato, che è stato anche professore, che è stato divulgatore di temi teologici importanti per la dottrina della Chiesa e autore di libri. Questo è il segno che i Santi sono un fenomeno di ogni epoca, di ogni generazione e che tutti siamo chiamati alla santità. Anche dalla disumana cella, dove è stato rinchiuso padre Massimiliano Kolbe, parte un moto, un impulso di santità, di offerta, di amore che può trasformare il mondo. Quindi, da ogni punto della vita umana, fosse anche la situazione più disumana, può partire un raggio di santità.
D. – Secondo lei che cosa nel messaggio del futuro Beato polacco è particolarmente attuale per l’uomo di oggi? Che cosa ci può attrarre in questo religioso che ha vissuto tre secoli fa?
R. – Il culto del nostro Beato, di padre Papczynski, si sviluppa in tante parti del mondo e questo è molto bello, perchè a volte noi dimentichiamo i Santi dei secoli passati. Ma la varietà dei Santi che sono espressione di ogni epoca, di ogni generazione, perché ogni generazione gode dei doni di Dio, dei carismi che Dio distribuisce, ebbene non dovrebbe nascondere o non dovrebbe scartare i Santi delle epoche precedenti, dei secoli precedenti. Qui abbiamo l’esempio di un Santo del ‘700, che è di un’attualità straordinaria. Questo è il bello! E’ chiaro che è un Santo fortunato questo, è un Beato fortunato, perchè ha dietro di sé una Congregazione religiosa che lo porta, lo presenta – e lo presenta bene – in ogni parte del mondo. Dove sono i chierici mariani è ovvio che il culto, la venerazione e il ricordo del Beato Stanislao sia presente. E questo è il merito delle Congregazioni religiose. Però, non è solo per questo, perché se leggiamo la storia della Polonia di quel tempo e l’intervento, la testimonianza del Beato Stanislao, noi vediamo tante analogie con il nostro tempo: un uomo che ha annunciato il Vangelo, che ha avuto una storia personale, come sappiamo, e da pastorello è diventato poi pastore di popoli, grande evangelizzatore, in un momento cruciale della storia della Polonia, della Lituania, della storia dell’Europa centrale; un uomo che testimonia il Vangelo, che porta il Vangelo nella vita pubblica: il Vangelo non deve essere un seme nascosto che rimane infruttuoso, ma deve cambiare la società. Quindi, ha un messaggio di grande attualità, non solo per la Polonia di oggi, ma per la società di oggi. E pensiamo in modo particolare all’Europa di oggi. Quindi, anche se viene dal 17.mo secolo conserva e accresce la sua attualità.
D. – Il padre Stanislao Papczynski ha fondato la prima congregazione maschile in Polonia. Qual è il ruolo delle Congregazioni religiose oggi? Alle volte ho l’impressione che la Chiesa riponga più speranza nel laicato?
R. – Egli ha fondato la prima Congregazione maschile in Polonia e adesso in Polonia ci sono tanti religiosi, tante Congregazioni, che operano in Polonia, con tante presenze soprattutto educative, anche nell’attività pastorale parrocchiale. Questo primato è interessante. Questo vuol dire che la vita religiosa, la vita consacrata è idonea ad ogni popolo. Noi vediamo, quando si annuncia il Vangelo a nuovi popoli, che arrivano ad annunciare il Vangelo molte congregazioni religiose dall’Europa o da altri Paesi, da altri continenti. E poi il fenomeno che si svela, che si produce è molto interessante: nel popolo stesso, appena evangelizzato, nascono nuove Congregazioni religiose. Questo vuol dire che la vita consacrata è nel DNA della comunità cristiana e di ogni popolo, naturalmente con le peculiarità proprie di ogni popolo. La volta precedente in cui sono stato in Perù, nel 2005, ho inaugurato un monastero sulle Ande, a 4500 metri di altezza, per sette ragazze di quelle popolazioni andine, che concepivano la vita claustrale, la vita contemplativa come adatta e conforme alla loro indole, unendo alla vita contemplativa un’attività caritativa di assistenza, di aiuto ai poveri villaggi sparsi sulle Ande, aiuto soprattutto agli anziani, aiuto nel lavoro di campagna e aiuto nell’assistenza agli ammalati. Quindi, con i ritocchi, con gli aggiustamenti propri delle situazioni delle diverse regioni, delle diverse comunità, dei diversi popoli, la vita consacrata è nel cuore della vita cristiana e, anzi, è nel cuore della santità della Chiesa, esprime la santità della Chiesa. Quindi, benvenute a tutte le Congregazioni religiose antiche e moderne. E non finiremo di stupirci della creazione della fondazione di nuove Congregazioni religiose. Oggi come oggi, senza dubbio, abbiamo assistito, dopo il Concilio Vaticano II, all’esplosione dei movimenti laicali, ma questa esplosione di movimenti laicali, questi carismi che lo spirito distribuisce e ha distribuito nella Chiesa, non dovrebbero preoccuparci, non dovrebbero farci dimenticare il valore apostolico delle Congregazioni religiose. Quindi, viviamo in piena comunione, religiosi, persone consacrate e laici, dediti all’apostolato con tutti i carismi che lo Spirito ha distribuito nella storia umana.
Sarà proclamata Beata oggi pomeriggio a Bordeaux, in Francia, Maria Celina della Presentazione, monaca francescana morta nel 1897
◊ Oggi pomeriggio, a Bordeaux, in Francia, sarà proclamata Beata Maria Celina della Presentazione, al secolo Giovanna Germana Castang, monaca professa del Secondo Ordine di San Francesco, morta nel 1897. La cerimonia si svolgerà in cattedrale alle ore 16.00. Rappresenterà il Santo Padre il cardinale José Saraiva Martìns, prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Il vice-postulatore della Causa di beatificazione, padre Gianni Califano, traccia un profilo della nuova Beata francese, al microfono di Giovanni Peduto:
R. - Vissuta in un ambiente ricco di fede, ma anche di grande povertà, si sforzò di piacere al Signore, abbracciando le croci della vita e riempiendo di amore ogni piccolo gesto. La sua vicenda umana è paragonabile ad una vera e propria Kenosi. Infatti le numerose prove a cui abbiamo accennato non fecero di lei una povera infelice, ma la confermarono nel suo fermo proposito di consegnarsi completamente a Cristo. Generosamente realizzò così il suo proposito: “Ho scelto di essere un viola di umiltà, un giglio di purezza, una rosa di carità, per Gesù”.
D. - Vuole raccontarci un episodio significativo della sua vita?
R. – Nel 1888 la famiglia attraversava un momento difficilissimo a causa del disastro finanziario del papà. Ridottisi a vivere in una misera abitazione di campagna, poco più che una stalla, i Castang non avevano neppure di che sfamarsi. La piccola Germana, che contava allora appena dieci anni, in un gesto di eroica carità, di sua iniziativa andò a questuare il vitto per i suoi familiari, bussando umilmente alle porte dei vicini, ed ebbe l’ispirazione di offrire la sua vita al Signore, pur di risparmiare altre sofferenze ai suoi cari. Possiamo credere che proprio in seguito a quell’offerta il papà trovò un provvidenziale lavoro a Bordeaux.
D. – Quale messaggio lascia al mondo d’oggi?
R. - Suor Maria Celina ha vissuto in religione e più ancora in famiglia una “piccola via” di santità, che ci ricorda quella della sua contemporanea, Santa Teresa di Lisieux. Crediamo che la sua vicenda umana e spirituale abbia un fascino perenne, che incoraggia tutti a sfidare i falsi criteri di giudizio proposti dal mondo, fidandosi pienamente del piano di Dio. La piccola clarissa di Bordeaux testimonia con forza che “Dio sceglie ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, ciò che è debole per confondere i forti, ciò che è disprezzato per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio.”
Budapest è in questi giorni capitale dell'evangelizzazione: torna per il V anno consecutivo la "missione cittadina" in una grande città europea
◊ Budapest capitale della Nuova Evangelizzazione, da oggi fino al 22 settembre per il Congresso internazionale sul tema “Vi darò un futuro e una speranza”. Il convegno è stato promosso dalle diocesi delle cinque capitali europee tra il 2003 e il 2007. La prima missione si è svolta a Vienna nel 2003, la seconda a Parigi nel 2004, successivamente a Lisbona nel 2005 e poi a Bruxelles nel 2006. Quest’anno, l’incontro ungherese conclude il progetto di evangelizzazione cittadina. Sugli obiettivi del congresso, ascoltiamo al microfono di Marta Vertse, incaricata del nostro Programma ungherese, l’arcivescovo di Esztergom-Budapest e primate d’Ungheria, il cardinale Péter Erdo:
R. - Lo scopo è naturalmente sempre lo stesso: la nuova evangelizzazione dell’Europa. Le grandi città, però, costituiscono un ambiente molto speciale per la nostra missione. In questo contesto, si tratta di una missione nel senso stretto della parola, perchè tanti che abitano nelle nostre città non hanno sentito ancora una voce giusta, autorevole e chiara su Gesù Cristo e sul messaggio del Vangelo. Per questo dobbiamo aprire le nostre chiese, dobbiamo mostrare la ricchezza e la gioia della nostra fede e soprattutto, in una società come la nostra, dobbiamo confermare che abbiamo una speranza che comprende tutta la vita umana, tutta la storia e anche l’eternità. E questa speranza naturalmente ci garantisce il futuro, l’avvenire. Non dobbiamo vivere soltanto per sentirci bene nel momento attuale, ma dobbiamo avere una visione d’insieme. E possiamo averla in base alla nostra fede in Gesù Cristo, in base alla nostra fede nella creazione.
D. – Durante la missione cittadina si farà un pellegrinaggio anche con le reliquie di Santa Teresa di Lisieux. Che significato può avere un pellegrinaggio simile per i fedeli di oggi?
R. – La reliquia di Santa Teresa di Lisieux significa per noi la presenza della patrona delle missioni. Quindi, nella sua persona veneriamo una protettrice potente della nostra missione. Sappiamo che Santa Teresa di Lisieux non è andata né in Africa né in un altro continente lontano, ma ha passato la sua vita giovanile in un solo monastero. Quindi, si può partecipare alla missione anche pregando, anche sacrificandosi. La missione non significa soltanto azione, ma significa anche rinforzamento della nostra comunione con Cristo, che rende possibile anche l’efficacia spirituale di tutto ciò che facciamo, a livello di fatti visibili.
D. – Eminenza, avrà anche un carattere ecumenico la missione cittadina di Budapest?
R. – Questa missione non è una missione comune, non è una missione ecumenica, ma è una missione cattolica. Questo proviene dalla natura delle cose. Purtroppo, la piena comunione di tutti i cristiani non è ancora arrivata. Stiamo pregando e stiamo lavorando per questa piena comunione, per questo non possiamo essere completamente uniti nella missione, ma possiamo essere solidali. A Budapest ci saranno testimonianze di protestanti, luterani e calvinisti, e ci saranno anche ortodossi, che parleranno e che condivideranno la loro esperienza fatta nella fede.
Per questa occasione, Benedetto XVI ha nominato il cardinale Camillo Ruini, vicario per la Diocesi di Roma, suo inviato speciale alle celebrazioni di chiusura delle “Missioni Cittadine Europee”. Marta Vertse lo ha intervistato:
R. – Il messaggio fondamentale è quello della nuova evangelizzazione. Questa nuova evangelizzazione riguarda le persone, le coscienze, riguarda la stessa vita interna della Chiesa che dev’essere sempre rinnovata e fecondata dalla luce del Vangelo; ma riguarda naturalmente anche la società e la cultura nelle circostanze storiche che ogni nazione vive. In Ungheria, appunto, il ritrovamento della propria profonda identità cristiana dopo le sofferenze legate al lungo periodo del dominio comunista.
D. – Dopo Vienna, Parigi, Lisbona e Bruxelles, Budapest è l’ultima tappa delle “missioni cittadine” europee. Quali possono essere i risultati di questa iniziativa che ha come scopo la ri-evangelizzazione del Vecchio Continente?
R. – Negli anni 1996-99, una prima “missione cittadina” è stata svolta a Roma per volontà di Giovanni Paolo II. Abbiamo visto in quell’occasione come, andando in mezzo alla gente, non aspettando che la gente venga alla Chiesa, è possibile riproporre davvero Gesù Cristo a tutti. E questa è missione nel senso proprio del termine! I risultati ottenuti a Roma ci dicono che tutto questo è molto utile ed efficace. La sfida è fare sì che non si tratti soltanto di un evento di qualche giorno o, come fu a Roma, di qualche anno, ma di un atteggiamento permanente che rimane nella vita e nella pastorale della Chiesa. E questo è anche l’augurio che vorrei fare dopo la “missione cittadina” a Budapest: che da lì scaturisca un impulso che rimanga e che si estenda anche da Budapest al resto dell’Ungheria e dia nuovo slancio apostolico alla Chiesa ungherese.
D. – Eminenza, lei presiederà la solenne celebrazione eucaristica nella Basilica di Esztergom che custodisce le spoglie mortali del cardinale Joszef Mindszenty. Quale messaggio può avere per i giovani di oggi la testimonianza di tanti martiri cristiani del secolo scorso?
R. – Penso che abbia una grandissima importanza perché gli uomini di oggi, e direi gli uomini di sempre, sono più sensibili ai testimoni che ai maestri. E i primi testimoni sono i martiri. La fede non può essere trasmessa soltanto con le parole, ma la fede dev’essere testimoniata perché è una verità legata alla vita, una verità che coinvolge la persona e la nostra concreta esistenza. Per questo, la Chiesa ungherese deve guardare alle sofferenze che ha attraversato non soltanto come ad un peso, ma soprattutto come ad uno stimolo e ad un tesoro che potrà arricchire il suo futuro.
Sul nucleare, i riflettori sono accesi su Iran e Corea del Nord ma sono i 'grandi Stati' ad avere le armi atomiche. Così, ai nostri microfoni, l'ex direttore dell'AIEA, Hans Blix
◊ Il dialogo ecumenico, la salvaguardia dell’ambiente e le minacce legate alla proliferazione di armi nucleari sono state alcune delle tematiche al centro del simposio “Artico: specchio di vita”, conclusosi mercoledì in Groenlandia. Il ciclo di studi, organizzato dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I e dal Movimento “Religione Scienza e Ambiente”, è stato anche l’occasione per rilanciare l’appello di Benedetto XVI durante l’Angelus dello scorso 29 luglio: in quell’occasione, il Papa aveva sottolineato l’urgenza “di promuovere un progressivo e concordato disarmo nucleare”. Una priorità, questa, indicata anche dall’ex direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e già capo degli ispettori ONU in Iraq, Hans Blix, intervistato in Groenlandia dalla nostra inviata Giada Aquilino:
R. – I think is very welcomed...
Credo che sia benvenuto l’appello del Papa, perchè la realtà di questi 16, 17 anni dalla fine della Guerra Fredda è di un mondo sotto lo stress delle armi, che ha bisogno di rinnovare il dialogo. I colloqui sulle armi durante la Conferenza di Ginevra sono stati sospesi per oltre 10 anni e la Conferenza del 2005 sul Trattato di non proliferazione è finita catastroficamente. Gli inglesi hanno preso la decisione di prolungare la discussione sulle armi nucleari e il governo statunitense sta chiedendo lo sviluppo di nuovi standard da applicare al nucleare. I cinesi lo stanno utilizzando per il clima e i russi lo stanno sviluppando per i missili. Quindi, quello di cui abbiamo bisogno disperatamente oggi è un nuovo disarmo e questo è quello che io sto chiedendo. Sono stato presidente di una Commissione sulle armi di distruzione di massa e ho incontrato il Papa. Ho portato a Benedetto XVI alcune copie del nostro Rapporto, intitolato “Le armi del terrore: armi nucleari, biologiche e chimiche” (Weapons of terror: nuclear, biological and chemical weapons), che affronta il problema di come liberare il mondo dal nucleare. E’ stato distribuito un po’ ovunque ed è stato ben accolto, ma certo abbiamo bisogno del governo per cambiare atteggiamento ed affrontare il disarmo.
D. - Nel mondo ci sono diverse emergenze legate allo sviluppo di programmi nucleari, ritenuti con scopi non pacifici. Quali sono in particolare le situazioni di Iran e Corea del Nord?
R. – There are a lot of spotlights...
Ci sono molti riflettori accesi sull’Iran, sulla Nord Corea e sul rischio che il terrorismo possa mettere mano alle armi nucleari. Ma non dimentichiamo che le armi nucleari esistenti sono nelle mani dei grandi Stati. Ci sono ancora 25 mila testate nucleari nel mondo e la maggior parte di esse si trovano negli Stati Uniti o in Russia. E a meno che tali Stati non comincino a smantellare queste testate, forse anche altri saranno tentati di usarle in futuro. Quindi, abbiamo bisogno di nuove iniziative. L'ex segretario di Stato USA, Henry Kissinger, e molti altri le sostengono, avendo vissuto la Guerra Fredda, e le sollecitano. C’è la speranza che se tutti noi lavoriamo duro su questo, così come facciamo per il riscaldamento globale, potremmo ottenere il disarmo. Le spese militari nel mondo ammontano a circa 1300 miliardi di dollari e la metà delle spese sono americane. Questi soldi potrebbero essere usati meglio per proteggere il nostro ambiente. Per quanto riguarda la Nord Corea, c’è ottimismo, comunque, e gli Stati Uniti se ne sono resi conto e hanno dato credito a Pyongyang per averlo fatto. Erano stati piuttosto duri nei toni in principio con la Nord Corea, ma adesso hanno capito: lo stesso Bush ha capito che è necessario usare la diplomazia piuttosto che le minacce. Penso che abbiano tutti la speranza che il problema della Nord Corea venga risolto. E si stanno ora concentrando sul problema iraniano, sulla possibilità di risolvere questo problema con la diplomazia.
30 anni fa usciva definitivamente di scena Maria Callas: oggi molte le iniziative per ricordare la straordinaria voce del melodramma
◊ Il 16 settembre del 1977 moriva a Parigi Maria Callas, una delle più straordinarie personalità artistiche nella storia del melodramma. Numerose le iniziative per ricordarla, tra le quali l’anteprima mondiale questa sera al Teatro alla Scala di Milano del film Callas assoluta di Philippe Kohly ed una mostra nel Foyer sulla sua presenza milanese. Nella giornata di oggi e di domani, poi, il Festival MITO organizza al Conservatorio di Torino un convegno sul tema “Una voce dal futuro” dedicato allo studio della vocalità del grande soprano. Sulla figura di Maria Callas il commento di Luca Pellegrini:
Eterea e altera: come sacerdotessa dei Druidi, come artista del mondo. Questa è stata Maria Callas per tutti noi: una vestale del tempio, quello ove la musica e il canto riflettono la bellezza e la trasparenza dell’anima e del creato. Maria è stata una stella polare per il melodramma e un’icona per i teatri: a cinquant’anni dall’apice folgorante della sua indimenticabile carriera, depositata in rari filmati e molti dischi ormai oggetto di collezione, prima diva assoluta dell’era moderna, è oggi con maggior pacatezza e lucidità che si possono ripercorrere le sue gesta artistiche ed è con maggior serietà che si è capaci di tracciare una biografia più autentica, abbandonando le mondane interpretazioni sul suo essere stata musa ispiratrice per molti registi e direttori d’orchestra che l’hanno amata e a volte anche capita, primi fra tutti Luchino Visconti. Voce morbida e piena, assolutamente nuova sui palcoscenici dei più importanti teatri da lei frequentati: attesa dagli ammiratori e insieme da coloro che nessuna delle rare imperfezioni le perdonavano, Maria seppe coraggiosamente impostare un nuovissimo stile sia nell’affrontare le asperità del bel canto, trasformandolo da vacuo contenitore di note a veicolo drammatico di emozioni, sia nel riproporre le appassionate volute del canto italico. Soprattutto, artista consapevole che non era più sufficiente soltanto cantare: era necessario saper recitare, agire drammaticamente con un corpo che lei volle perfetto. Come perfetti erano i suoi gesti, la sua recitazione. Da allora, il teatro d’opera non fu più lo stesso. Mito quasi rivoluzionario, dunque, per il melodramma. E come tutti i miti, intramontabile: nessuno fu più come lei, nessuno lo era stato prima. La sua carriera, la sua vita hanno collezionato una lunga serie di gioie e di dolori: la “stranezza” di Violetta nella Traviata le si addiceva appieno, era un percorso così simile. Le si perdona molto, oggi, delle sue intemperanze, delle sue debolezze. Se di una cosa non ci si riesce a dar pace, è della sua morte così immersa nella solitudine e nella penombra di Parigi. E’ vissuta davvero di sola arte e di solo amore. Quando capì che entrambi si stavano spegnendo, lei si spense con loro.
In Iraq è in atto una vera persecuzione: è la denuncia di padre Najim, alla vigilia della visita alle comunità caldee europee
◊ “Non si può negare che in Iraq sia in atto una vera persecuzione dei cristiani": così mons. Philip Najim, procuratore della chiesa caldea presso la Santa Sede, alla vigilia della visita alle comunità cattoliche caldee europee. Il viaggio toccherà Germania, Danimarca, Norvegia e Svezia. Nella prima tappa, a Essen e Mönchengladbach, verrà presentato il nuovo sacerdote padre Sami Al-Rais, rapito il 4 dicembre 2006 e rilasciato dopo 6 giorni. "Incontrerò le famiglie e le comunità dei fedeli per raccoglierne i bisogni e far sentire loro la presenza unificante e consolatoria della chiesa, spiega padre Najim, all’agenzia SIR aggiungendo che è chiaro che per queste persone che immaginavano un futuro diverso e che si sono ritrovati negli scomodi panni di rifugiati, la realtà sia dura e per questo hanno bisogno di aiuto materiale e di conforto morale”. (B.B.)
Myanmar, il Paese con meno libertà d’espressione al mondo: lo stabilisce il rapporto Worldwide Governance Indicators, della Banca Mondiale
◊ Il Myanmar è il Paese con meno libertà d’espressione al mondo. È quanto afferma l’ultimo rapporto Worldwide Governance Indicators (WGI), redatto dalla Banca Mondiale. Il progetto ha analizzato la condizione di 212 Paesi dal 1996 al 2006, in particolare in riferimento ai settori della libertà d’espressione e responsabilità; della stabilità politica e della mancanza di violenza; dell’efficacia di governo; della qualità delle norme; dello stato di diritto e controllo della corruzione. In fondo alla classifica, insieme all’ex Birmania, Cina e Vietnam. In cima, come riporta l’agenzia AsiaNews: Danimarca, Canada e Australia. (B.B.)
Rinviata in India la legge anti-conversione religiosa. La Chiesa denuncia il provvedimento definendolo “anti-costituzionale”
◊ Il governatore dello Stato del Chhattisgarh, nell’India centro-orientale, ha
rinviato l'entrata in vigore della legge anti-conversioni. Con questo atto, entrerebbe in vigore una legislazione che risulta fra le più strette e lesive della libertà di coscienza in India, soprattutto per i fedeli delle minoranze religiose. La nuova legge “Chhattisgarh Freedom of Religion Act 2006” afferma: “Chiunque desideri cambiare la propria religione deve chiedere il permesso di un magistrato locale 30 giorni prima. Il magistrato può concedere l’autorizzazione o respingere la domanda e negare il permesso”. Opponendosi pubblicamente al provvedimento, la Chiesa cattolica lo ha definito “anti-costituzionale”. Accanto alla Chiesa si è schierato il Partito del Congresso, che funge da opposizione nel Parlamento dello Stato, e numerose associazioni civili che operano per la difesa dei diritti umani. In Chhattisgarh, su una popolazione complessiva di 270 milioni di persone, circa 400 mila sono cristiani: 320mila sono cattolici, spesso vittime di intimidazioni e minacce. (B.B.)
I vescovi del Cile lamentano gli episodi di violenza accaduti la notte dell’11 settembre, a Santiago e in diverse città del Paese
◊ Martedì scorso, durante la notte, bande di giovani delinquenti legati al mondo del narcotraffico sono stati protagonisti di numerosi tumulti ed episodi di violenza nelle principali città del Paese, culminati con la morte del poliziotto Cristián Vera e con numerosi feriti. I vescovi nella nota diffusa dall’agenzia Fides mostrano preoccupazione “per la violenza irrazionale di persone che si nascondono nell'oscurità e nel tumulto per ferire, aggredire e saccheggiare, per la delinquenza ed il narcotraffico che si impadroniscono di molte persone, quartieri e vie pubbliche; per il gran numero di aggressioni e l'apparire di armi nelle mani di irresponsabili che spingono al caos". Inoltre, aggiungono che “la violenza si va infiltrando in diversi ambiti della nostra vita". La soluzione è parlare del problema nelle scuole, nelle case, nelle organizzazioni comunitarie e sociali e attraverso i mezzi di comunicazione. Inoltre, conclude il comunicato, “dobbiamo apprezzare di più la testimonianza coerente delle persone di pace, delle istituzioni incaricate di proteggere l'ordine e la sicurezza, e delle persone di buona volontà che affrontano le aggressioni con il dialogo e con l’amore". (B.B.)
Un manuale per opporsi al divorzio: è l’iniziativa dei vescovi australiani, per combattere il fenomeno nel Paese
◊ “Il divorzio e la Chiesa cattolica”: è il titolo del manuale pubblicato dalla Conferenza Episcopale Australiana e distribuito in tutte le diocesi per opporre valide ragioni alla pratica del divorzio, che nella società australiana cresce sempre di più. Il manuale definisce il Matrimonio come “una vocazione donata da Dio attraverso cui un uomo e una donna si donano l’un l’altro per la vita intera. E’ un’opportunità per sperimentare un amore che risponde alle aspirazioni più profonde della vita umana. Per questo - prosegue il manuale - la rottura di un Matrimonio ha un grave effetto di dolore e disillusione”. Il testo spiega anche i casi in cui è possibile annullare un Matrimonio ed illustra la delicata questione riguardante le possibilità dei divorziati di ricevere l’Eucaristia. La versione completa del libretto, in lingua inglese, è consultabile all’indirizzo internet: www.acbc.catholic.org.au/documents/20070913267.pdf. “Speriamo che il testo fornisca una guida e un incoraggiamento a tutti coloro che vivono l’esperienza dolorosa del divorzio e in particolare con le implicazioni nella vita dei suoi membri”, conclude la Commissione episcopale austaliana. (B.B.)
Iniziativa dei vescovi di Inghilterra e Galles rivolta a chi si è allontanato dalla fede e partecipa raramente alla Messa
◊ In occasione della “domenica missionaria nazionale”, i vescovi di Inghilterra e Galles lanciano un’iniziativa rivolta a coloro che si sono allontanati dalla fede. “Dove sono ora”, questo il titolo dell’iniziativa, è una missione domestica: ogni persona ha il compito di invitare amici e parenti a ritrovare la fede ed ascoltare le loro esperienze. La Chiesa – si legge nel comunicato – non è un corpo esclusivo aperto solo ad un’elite, ma una rete contenente pesci di ogni genere. Tra i sussidi pastorali approntati per la circostanza, figurano particolari intenzioni di preghiera, orientamenti per le omelie e un opuscolo intitolato “Benvenuto a casa”. (B.B.)
Oltre 800 mila chilometri quadrati di campi minati in Monzambico: allarme di governo e ONG
◊ Più di 800 mila chilometri quadrati del Mozambico sono ricoperti da mine inesplose. Lo rivela l’Organizzazione non governativa (ONG) internazionale “Handicap international”. Più di 440 località sono coinvolte: molti campi minati sono vicino a zone abitate, scuole, strade, ospedali e fonti d'approvvigionamento di acqua. Come riferisce l’agenzia Misna, in Mozambico rimangono ancora da bonificare dalle mine 100 milioni di metri quadrati, dopo 15 anni di impegno. Oltre al numero di vittime innocenti che provocano, le mine rappresentano un vero ostacolo allo sviluppo economico del Paese poiché le terre non possono essere coltivate. Aurelio Mavie, capo dell'Istituto Nazionale per Sminamento (IND) del Mozambico, aveva apertamente dichiarato che la campagna per liberare il Paese dagli ordigni inesplosi è lontana dalla conclusione e difficilmente il Paese potrà essere dichiarato “libero dalle mine” per il marzo del 2009: termine ultimo stabilito dalla convenzione di Ottawa delle Nazioni Unite. Infatti, secondo l’ultimo rapporto dell’IND, quasi 1 milione di persone vivono in aree ancora cosparse di mine antipersona. (B.B.)
La diocesi di Piacenza ricorda suor Leonella Sgorbati, la missionaria uccisa un anno fa in Somalia insieme alla sua guardia del corpo
◊ Si è celebrata questa mattina la cerimonia in ricordo di suor Leonella Sgorbati, la missionaria uccisa in Somalia insieme alla sua guardia del corpo, un anno fa. La Messa presieduta dal vescovo di Brescia, Luciano Monari, è stata celebrata nella chiesa di Rezzanello: il paese natale della suora. Domani pomeriggio alle 18:30 sarà il vicario diocesano per la vita consacrata, padre Sisto Caccia, a presiedere una Celebrazione Eucaristica nella cattedrale di Piacenza. La vita di suor Leonella è raccontata nel libro “Sacrificio e perdono”, scritto da don Eugenio Fornasari. La prefazione è di mons. Monari che ricorda la missionaria dicendo: “Verso i musulmani nutriva rispetto, a tutti proponeva un modello di convivenza civile, franco e sincero". Per questo – conclude mons. Monari – era amata dalle donne e stimata dai suoi allievi. (B.B.)
Partirà il 24 settembre ad Assisi un convegno per definire lo spirito con cui operano i missionari in Europa
◊ “La Chiesa in dialogo con il mondo”: è il titolo del convegno che si svolgerà ad Assisi dal 24 al 28 settembre, promosso dalle Missioni Cattoliche Italiane (MCI) in Germania e Scandinavia e in collaborazione con quelle di Benelux e Francia. “Più che interrogarci su quello che stiamo facendo come operatori pastorali, o sul futuro delle nostre comunità, - afferma don Pio Visentin, delegato delle MCI in Germania e Scandinavia - vogliamo soffermarci un attimo per verificare chi siamo e con quale spirito operiamo”. L’ambiente francescano di Assisi può aiutare per “ritornare ad uno stile di lavoro in cui ci sia più spazio per la spiritualità e per un approccio misericordioso all’uomo, – conclude poi, don Pio Visentin - uno spazio nel quale la priorità viene data all’ascolto della sua vita e dei suoi problemi”. Secondo i dati del “Rapporto Italiani nel mondo 2006” diffusi dall’agenzia SIR, in Europa operano 227 missionari in 194 centri pastorali, per aiutare e sostenere quasi 2 milioni di italiani. (B.B.)
Diffondere il Vangelo attraverso l’aiuto di internet: è uno degli obiettivi della rete informatica della Chiesa in America Latina
◊ L’evangelizzazione attraverso internet: sarà l’argomento della 10.ma riunione continentale della Rete informatica della Chiesa in America Latina (RIIAL), in programma a Tegucigalpa, capitale dell'Honduras, dal 17 al 21 settembre. All'incontro parteciperà mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. Tre in particolare gli obiettivi della riunione: tracciare nuove forme di servizi della RIIAL in America Latina, approfittare al massimo del nuovo panorama tecnologico e culturale multimediale ed offrire ai vescovi nuove pratiche volte a rendere più efficace la presenza evangelizzatrice della Chiesa nella cultura digitale. “Il nostro problema come uomini di Chiesa è quello di dare significato ad una realtà mediatica che esiste. Ecco perchè – afferma mons. Celli - intendiamo utilizzare gli strumenti tecnologici per creare una comunione nelle diocesi e fra le diocesi”. Il progetto della rete RIIAL nasce nel 1993, quando Internet non era ancora una realtà mondiale, mettendo in comunicazione appena tre diocesi. Nel 1995 con l'esplosione di Internet e la collaborazione del Consiglio Episcopale dell'America Latina (CELAM), sono sempre più le diocesi connesse tra loro. Oggi la RIIAL si estende su tutto il continente, in lingua spagnola e portoghese. (B.B.)
Numerosi i disabili iscritti alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Sydney dal 15 al 20 luglio del prossimo anno
◊ Sono circa 2 mila i disabili iscritti, finora, alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), che si terrà a Sidney dal 15 al 20 luglio 2008. Lo afferma il Comitato organizzatore della GMG australiana, attraverso un comunicato diffuso dall’agenzia SIR. “Al momento ci sono iscrizioni da oltre 150 Paesi: tra cui Cina, Iraq e Timor Est, afferma il vescovo coordinatore della GMG, mons. Anthony Fisher,. I gruppi più numerosi provengono dagli Stati Uniti e dall’Europa. Con la collaborazione di organizzazioni specializzate in pellegrinaggi per persone disabili, verrà garantita ai giovani che giungeranno a Sydney un’assistenza speciale. Per saperne di più o richiedere assistenza, visitare il sito www.worldyouthday2008.eu. (B.B.)
Almeno cento morti nello schianto di un aereo in Thailandia - Ancora attentati mortali in Iraq - Proseguono le operazioni dell’esercito israeliano contro le milizie palestinesi nei territori occupati
◊ Proseguono le operazioni dell’esercito israeliano contro le milizie palestinesi, oltre i confini dello Stato ebraico. Secondo L’agenzia spagnola EFE, nel corso di un’incursione a Nablus, in Cisgiordania, le truppe israeliane hanno ucciso un membro delle Brigate dei martiri di Al Aqsa nel campo profughi di Balata. Un altro palestinese è rimasto ferito da colpi di arma da fuoco sparati dai soldati. Ieri, invece, i carri armati israeliani sono penetrati nella Striscia di Gaza per contrastare il lancio di missili Qassam. Nell’operazione militare un ragazzo palestinese è stato gravemente ferito. Tensione che a Gaza resta alta anche sul fronte interno, dopo che stamani le forze di sicurezza fedeli a Hamas hanno annunciato di aver disinnescato, nella notte, una bomba piazzata davanti all'ingresso del Parlamento.
Nonostante l’inizio del mese sacro del Ramadan, in Iraq continuano gli attentati contro la popolazione civile. Stamani, un attentato suicida in una località a 180 chilometri a nord di Baghdad ha causato almeno 14 morti e 18 feriti. Violenze anche a Baghdad dove si registrano sei morti a seguito di tre distinti attentati. La tensione resta alta anche sul fronte interno americano, dove l’amministrazione Bush fa i conti con il crescente malcontento dell’opinione pubblica. Ieri, a Washington, nel corso di un corteo contro la guerra cui hanno partecipato migliaia di attivisti, sono state arrestate circa 200 persone che si erano sdraiate sul prato antistante la sede del Congresso americano per raffigurare i soldati uccisi nel conflitto. Si segnalano, poi, le dure parole di Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve, secondo il quale “nella guerra in Iraq è in gioco soprattutto il petrolio". Valutazioni negative sul conflitto giungono perfino dal generale Peter Pace, capo di Stato maggiore americano, che ammette di aver fatto un consistente errore di valutazione quando, prima dell’intervento, pensava di poter scommettere sulla solidità dell'esercito iracheno. Esercito che poi è stato presto smantellato.
Continuano in diverse zone dell’Afghanistan gli attacchi della guerriglia talebana. Almeno 12 miliziani islamici sono rimasti uccisi a seguito di violenti scontri con militari afghani e della coalizione internazionale, nel sud del Paese. Nella provincia di Ghor un agente afghano è invece morto nel corso di un conflitto a fuoco con trafficanti di droga locali che trasportavano circa una tonnellata di oppio. Infine si segnala l’ennesimo rapimento di un cittadino straniero. Si tratta di un operatore umanitario del Bangladesh, catturato da sei uomini nella sede del suo ufficio a sud di Kabul.
Sembra che almeno cento persone hanno perso la vita nello schianto in fase di atterraggio di un aereo all'aeroporto dell'isola di Phuket, in Thailandia. Vi erano a bordo 123 passeggeri, molti dei quali stranieri e europei e 5 membri di equipaggio. Secondo fonti locali, l'aereo, della compagnia low cost thailandese "One-to- go", cadendo si è spezzato in tre parti e poi ha preso fuoco. Il velivolo veniva da Bangkok e sembra precipitato a causa del maltempo.
Con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, oggi poco meno di dieci milioni di elettori greci sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento. A sfidarsi sono il partito di centro-destra "Nuova democrazia", guidato dal premier Costas Karamanlis, e i socialisti di George Papandreou. I sondaggi danno per favorita la coalizione di governo, tuttavia potrebbe riservare sorprese una vasta area dell’elettorato ancora indecisa. A segnare la campagna elettorale sono stati soprattutto uno scandalo relativo alla vendita di titoli di Stato e una controversa gestione dell'emergenza incendi del mese scorso. Il primo ministro sembra puntare a un nuovo mandato per promuovere una più decisa azione di riforma nel settore della politica economica.
Migliaia di sfollati e quasi un centinaio di morti in Africa occidentale per le gravi alluvioni provocate dalla stagione delle piogge. Tra i Paesi maggiormente colpiti figurano: Eritrea, Uganda, Burkina Faso, Gambia, Rwanda, Costa d’Avorio, Liberia, Mali, Mauritania, Nigeria, Senegal e Ghana. Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme umanitario e molti governi locali si sono già messi in moto per aiutare le popolazioni colpite. La Croce Rossa Internazionale ha previsto uno stanziamento di 800 mila dollari di aiuti. A preoccupare maggiormente, tuttavia, sono le piogge che devono ancora cadere: la stagione piovosa in Africa è, infatti, soltanto all’inizio. Stefano Leszczynski ha raggiunto telefonicamente in Rwanda, padre Oreste Incimatata:
R. – Sì, è vero che il Rwanda è stato colpito, ma non in una misura così grande come i Paesi vicini, Uganda, Kenya, Tanzania. E’ stata una catastrofe limitata. Abbiamo perso 15 persone e altre sono rimaste ferite. Tanti sono gli sfollati, che hanno perso le case e sono circa 800 le case distrutte, che devono essere ricostruite. La situazione adesso, però, è sotto controllo. Sono intervenute le autorità politiche, amministrative ed anche ecclesiastiche.
D. – Ci si sta preparando in qualche modo anche per affrontare la stagione delle piogge, che potrebbe provocare, forse, delle tragedie più gravi...
R. – Adesso siamo proprio all’inizio della stagione delle piogge. Speriamo che in ottobre e in novembre, quando le piogge saranno più abbondanti, non ci saranno le disgrazie che abbiamo conosciuto adesso. Speriamo non ci saranno altre alluvioni.
La crescita record degli immigrati in Spagna e il piano per mano d’opera qualificata proveniente da Paesi extracomunitari annunciato dal vicepresidente dell’UE, Franco Frattini, hanno riacceso il dibattito sulle politiche dell’immigrazione negli Stati europei. Ce ne parla padre Ignazio Arregui:
Un progetto della Commissione europea riguardo all'immigrazione di mano d’opera qualificata proveniente da Paesi extracomunitari ha riaperto il dibattito sull’immigrazione nella comunità. Il piano annunciato da Franco Frattini ha suscitato forti critiche da parte di alcuni governi, riguardo al modo di affrontare il problema. Secondo dati statistici recenti, la Germania occupa il primo posto nella classifica dei Paesi comunitari, per numero totale di abitanti extracomunitari con 5.075.000 di immigrati. Nei posti successivi vengono poi la Spagna con 2.300.700, la Francia con 2.186.000, la Gran Bretagna con 1.982.000 e l'Italia con 1.931.300. Cambia la classifica per quanto riguarda il rapporto tra popolazione ed immigrati extracomunitari dove la Germania si trova al quinto posto e la Spagna al settimo. In Spagna, il numero totale di immigrati in generale ha registrato un incremento spettacolare negli ultimi sei anni. Secondo la OCDE, oggi il numero di immigrati in Spagna raggiunge la cifra totale di 4.800.000, il che rappresenta un 11% della popolazione. E’ molto diversa la loro provenienza, ma, allo stato attuale, la maggior parte vengono dai Paesi latinoamericani. Negli ultimi due anni, con l’allargamento a 27 dei Paesi membri dell'Unione Europea c’è stato un forte incremento degli immigrati dai Paesi dell’est europeo, in particolare la Romania. Dal punto di vista sociale è motivo di preoccupazione la situazione di molti lavoratori temporanei, che in condizioni di grande povertà accettano, in particolare nel settore agricolo, forme illegali di contrattazione. Anche in Spagna, preoccupa sempre di più la mancanza della necessaria preparazione professionale degli immigrati in particolare di quelli che vengono dall’Africa. Come conferma il rapporto di Franco Frattini, sono sempre più numerose le richieste di mano d’opera qualificata.
E’ braccio di ferro sulla crisi dei mutui tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente della Banca Centrale Euoropea, Jean Claude Trichet. In un’intervista al quotidiano Le Monde, il capo dello Stato francese ha definito ''singolare immettere liquidità senza abbassare i tassi'', riferendosi all’intervento della BCE nella crisi finanziaria legata ai mutui subprime statunitensi. Il capo dell’Eliseo ha poi spiegato che “così si creano delle facilitazioni per gli speculatori e si complica il compito degli imprenditori”. Critiche subito rigettate al mittente dal presidente dell'istituto di Francoforte, Jean Claude Trichet, che ha affermato che la BCE "protegge i cittadini europei" e tutela gli attori del mercato che "agiscono in modo corretto".
E' di almeno sei morti il bilancio provvisorio delle vittime dell’incidente che ha visto un elicottero da trasporto MI8 precipitare e prendere fuoco in una regione dell'estremo oriente russo. A bordo dell'elicottero c'erano tre membri di equipaggio e quattro passeggeri tra cui due polacchi. Secondo le autorità russe, solo il pilota è stato ritrovato vivo, ma al momento versa in condizioni molto gravi. Ancora ignote le cause dello schianto, ma, intanto, gli esperti hanno messo sotto accusa il modello di elicottero MI8, che risulterebbe poco affidabile vista l’età dei mezzi in servizio. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 259
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