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SOMMARIO del 15/09/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • I limiti della razionalità senza valori morali e religiosi al centro del discorso del Papa al nuovo ambasciatore d’Irlanda
  • Il Papa alle Clarisse di Albano Laziale: anche se il mondo non parla di voi, la vostra preghiera è fondamentale per la Chiesa e la società
  • Altre udienze e nomine
  • A Le Mans, in Francia, il cardinale Saraiva Martins proclama Beato Basilio Moreau, fondatore della Congregazione della Santa Croce
  • Il cardinale Bertone in Polonia per la Beatificazione del Servo di Dio, Stanislao di Gesù Maria: "Un'Europa sanamente laica accoglie il patrimonio di spiritualità e di umanesimo di ogni religione"
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Dieci milioni di elettori domani al voto in Grecia per scegliere il nuovo premier. L'analisi di Antonio Ferrari
  • Dalle baraccopoli di Nairobi l'inizio simbolico della prossima Marcia della pace Perugia-Assisi del 7 ottobre
  • Il rapporto tra la pluralità delle fedi e lo Stato laico al centro di un intervento, a Roma, del sociologo tedesco Jürgen Habermas. Il commento di mons. Vincenzo Paglia
  • Oggi la Chiesa celebra la memoria della Vergine Addolorata: una riflessione di padre Ermanno Toniolo
  • Il commento del teologo, don Massimo Serretti, al Vangelo della Domenica
  • Chiesa e Società

  • Presentato negli Stati Uniti il Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo. Situazione a rischio in Cina e Iran. Miglioramenti in Vietnam e Bangladesh
  • Rientra una parte dei congolesi che si era rifugiata in Uganda per sfuggire alle violenze del Nord Kivu
  • Allarme dell’ONU: “Gli abusi sessuali ai danni di donne e bambini continuano senza impunità in tutto il Sudan”
  • Campagna internazionale per aiutare le comunità del Nicaragua, gravemente danneggiate dall’uragano Felix
  • Celebrazione Eucaristica per ricordare le vittime del terremoto che un mese fa devastò il Perù meridionale
  • Sensibilizzare le famiglie all’accoglienza: è il messaggio dell’arcivescovo di Città del Messico in occasione della giornata mondiale dell’emigrante
  • “Fermare il traffico di esseri umani”: l’appello dei vescovi statunitensi all’opinione pubblica e al governo
  • La mafia uccideva don Pino Puglisi 14 anni fa, nel giorno del suo 56.mo compleanno. A Palermo le iniziative per ricordare il sacerdote
  • Celebrazione eucaristica domani alle 11 alla chiesa romana di Santa Maria della Scala, per il quinto anniversario della morte del cardinale Van Thuan
  • Al via il 40.mo convegno sui problemi relativi al commercio internazionale, organizzato dall’Istituto Nicolò Rezzara di Vicenza
  • L’Agenzia AsiaNews premiata a Saint Vincent, come migliore testata giornalistica on-line
  • 24 Ore nel Mondo

  • Dure reazioni negli Stati Uniti al discorso di Bush sulla nuova linea americana in Iraq - Allarme dell'ONU per le alluvioni in Africa: più di un milione di persone rischiano la vita
  • Il Papa e la Santa Sede



    I limiti della razionalità senza valori morali e religiosi al centro del discorso del Papa al nuovo ambasciatore d’Irlanda

    ◊   Ragione, fede e religione: al centro del discorso che Benedetto XVI ha rivolto al nuovo ambasciatore di Irlanda, Nouel Fahey, ricevuto per la presentazione delle Lettere credenziali. Il Papa chiede scelte politiche che siano ispirate da valori e principi etici e non da “pragmatici calcoli di vantaggi e svantaggi”. Il servizio di Fausta Speranza:

     
    Chiesa e governo del Paese; fede e religione e una società democratica e pluralista. Il Papa va diritto alla questione centrale: “La Chiesa ha i titoli per dare un contributo alla governance”? “Fede e religione devono rimanere nell’ambito della sfera privata”? Benedetto XVI affronta la questione riproponendo lui stesso tali domande. La risposta è articolata e nello stesso tempo semplice: la ragione non è all’altezza della complessità e della dignità dell’essere umano. Il Papa ricorda la storia fatta di brutali regimi totalitari, o lo scetticismo contemporaneo nei confronti della retorica politica, la crescente difficoltà e l’assenza di punti di riferimento in relazione alle scoperte scientifiche - basta pensare al terreno della bioingegneria: tutto ciò - chiama a riflettere il Papa - mette in luce i limiti della sola razionalità e evidenzia l’importanza di “una riscoperta di principi morali ed etici e il bisogno di riconoscere tali limiti e capire l’essenziale relazione di complementarietà con fede e religione”. Dunque, Benedetto XVI parla di scelte politiche, “sempre più determinate dall’opinione pubblica, di valori oscurati da procedure e obiettivi”. E anche di scelte che non si basano sulla valutazione di ciò che è bene e ciò che è male ma cedono il passo ad un “pragmatico calcolo di vantaggio e svantaggio”. Il Papa ricorda che per oltre seicento anni la cristianità è stata parte della cultura, dell’identità morale e spirituale del popolo irlandese e sottolinea che la fede cristiana non ha perso nulla del significato rappresentato per la società: “Tocca la più profonda sfera dell’uomo e dà senso alla sua vita nel mondo”. A proposito della storia d’Irlanda, il Papa si compiace del lungo processo di pace auspicando che porti frutti duraturi e che sia di esempio per i leader di altre zone del mondo travagliate da conflitti. In particolare, ha parole di apprezzamento per gli individui e le comunità che hanno aperto il cuore alla “sublime capacità umana di perdonare”. Dell’Irlanda di oggi, infine, Benedetto XVI ricorda la recente crescita economica senza precedenti e loda l’impegno sul piano ecologico, sottolineando l’importanza di difendere uno sviluppo sostenibile e una particolare attenzione ai cambiamenti climatici”.

     
    Della Repubblica d’Irlanda ricordiamo che ha una popolazione di 6.541.000 abitanti. Guardando al processo storico ricordiamo che, sottomessa alla Gran Bretagna per quasi 8 secoli, l’Eire è diventata uno “Stato libero” (anche se Dominion della Corona britannica) nel 1922, in seguito alla rivolta condotta dall’IRA (Irish Republican Army), braccio armato del movimento nazionalista Sinn Féin. Dall’accordo sono rimaste però escluse le 6 contee settentrionali dell’Ulster, unite al Regno Unito, con il nome di Irlanda del Nord. Nel 1949, è stata proclamata la Repubblica e l’Eire è uscita dal Commonwealth. Dal 1993, il dialogo anglo-irlandese per risolvere la guerra civile in Ulster ha compiuto passi sostanziali, fino all’accordo del 10 aprile 1998 concluso a Belfast dai rappresentanti britannici e irlandesi e da esponenti repubblicani e unionisti dell’Ulster. Il 2 dicembre 1999, l’Irlanda ha rinunciato alle rivendicazioni territoriali sull’Ulster, presentate a partire dal 1921. L’attuale primo ministro, Bertie Ahern, 55 anni, è al potere dal 1997: il suo terzo mandato consecutivo è una novità per l'Irlanda. Della personalità del nuovo ambasciatore d’Irlanda, possiamo dire che è nato a Dublino il 25 dicembre 1946. È sposato ed ha tre figli. Tra i suoi più recenti incarichi, è stato direttore generale del Ministero degli Affari Esteri (1991-1998); ambasciatore in Germania (1998-2002) e ambasciatore negli Stati Uniti d'America (2002-2007).

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    Il Papa alle Clarisse di Albano Laziale: anche se il mondo non parla di voi, la vostra preghiera è fondamentale per la Chiesa e la società

    ◊   “Siate ‘mani giunte’ che vegliano in preghiera incessante, distaccate totalmente dal mondo, per sostenere il ministero" del Papa. E’ l’auspicio e il mandato che Benedetto XVI ha affidato alle Monache Clarisse di Albano Laziale, ricevute stamattina in udienza nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Il servizio di Alessandro De Carolis:


    Il mondo non parla spesso di voi, ma voi siete l’“anima” del mondo. Con semplice chiarezza, Benedetto XVI ha ribadito l’importanza del ruolo che le suore di clausura svolgono all’interno della Chiesa e non solo. “Nel silenzio della clausura e nel dono totale ed esclusivo di voi stesse a Cristo secondo il carisma francescano, voi rendete alla Chiesa un prezioso servizio”, ha detto il Papa alle Clarisse di Albano Laziale, cittadina dei Castelli Romani che confina con Castel Gandolfo. La comunità delle Clarisse sorge nel territorio delle Ville Pontificie ed è “pertanto molto stretto - ha osservato Benedetto XVI - il legame spirituale che esiste tra voi e il Succesore di Pietro”:

     
    “Voi non avete abbandonato il mondo per non avere i crucci del mondo… voi li portate tutti nel cuore e, nel travagliato scenario della storia, voi accompagnate l’umanità con la vostra preghiera.. Per questa vostra presenza, nascosta ma autentica, nella società e tanto più nella Chiesa, anch’io guardo con fiducia alle vostre mani giunte”.

     
    Queste parole Giovanni Paolo le rivolse al convento delle Clarisse di Albano nel 1979. Benedetto XVI le ha citate come sintesi del valore che rappresenta per la Chiesa e per la società un monastero di contemplative. Ed ha aggiunto: siate “fiaccole ardenti di amore, ‘mani giunte’ che vegliano in preghiera incessante, distaccate totalmente dal mondo, per sostenere il ministero di colui che Gesù ha chiamato a guidare la sua Chiesa”:

     
    “Non ha sempre eco nella pubblica opinione l’impegno silenzioso di coloro che, come voi, cercano di mettere in pratica con semplicità e gioia il Vangelo sine glossa, ma - siatene certe - è veramente straordinario l’apporto che voi date all’opera apostolica e missionaria della Chiesa nel mondo, e Iddio continuerà a benedirvi con il dono di tante vocazioni come ha fatto sinora”.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, insieme con il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Il Papa ha poi ricevuto l'ambasciatore di Corea, Youm Bosco Seong, in visita di congedo.

    Il Pontefice ha nominato presidente della Commissione per gli Avvocati il cardinale Agostino Vallini, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Inoltre, il Papa ha nominato membri del suddetto Tribunale i cardinali Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e Attilio Nicora, presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, nonché il vescovo di Alessandria, Giuseppe Versaldi.

    Benedetto XVI ha nominato consultore della Congregazione per le Chiese Orientali l'arcivescovo Marco Dino Brogi.

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    A Le Mans, in Francia, il cardinale Saraiva Martins proclama Beato Basilio Moreau, fondatore della Congregazione della Santa Croce

    ◊   Tra oggi e domani, la Chiesa si prepara ad elevare agli onori degli altari tre Servi di Dio. Domani, sono previste cerimonie a Cracovia, per la Beatificazione del fondatore dei Padri Mariani, padre Stanislao di Gesù Maria - al secolo Giovanni Papczynski - e a Bordeaux, in Francia, per la Beatificazione della monaca francescana, Maria Celina della Presentazione - al secolo Giovanna Germana Castang. Oggi, invece, nella località francese di Le Mans, tra circa due ore sarà proclamato Beato Basilio Antonio Maria Moreau, sacerdote fondatore della Congregazione della Santa Croce, morto nel 1873. La cerimonia si svolgerà presso il Centro Antares e sarà presieduta, in rappresentanza di Benedetto XVI, dal cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Sulla figura del nuovo Beato, francese, Giovanni Peduto ha sentito il postulatore della Causa, l’avvocato Andrea Ambrosi:
     
    R. - Ciò che padre Moreau ha cercato di imprimere ai membri della famiglia da lui fondata era un certo spirito di unione. Lui amava dire: “L’unione fa la forza e la disunione porta alla rovina”. Questa unione la desiderava non soltanto perchè doveva guidare tre comunità insieme, ma anche perchè tutta la Congregazione religiosa, se voleva sopravvivere, doveva imitare i primi cristiani che non avevano che un cuore ed un’anima.

     
    D. - Un aspetto particolare della sua vita che l’ha colpita di più...

     
    R. - Lo si può leggere nel suo libro “Pedagogia cristiana”, all’epoca molto famoso e diffuso, pubblicato nel 1856: padre Moreau ardeva di zelo per l’opera che stava facendo, era come una fiamma di ardente desiderio che si prova nel far conoscere, amare e servire Dio ed anche salvare le anime. La sua attività è stata quindi animata dal carattere proprio di questa virtù con tanta premura ed affetto, con quanto coraggio e perseveranza.

     
    D. - Quale messaggio lascia agli uomini di oggi?

     
    R. - Oggi i religiosi e le religiose di Santa Croce operano come educatori della fede nelle scuole, nelle università. E, a proposito di università, molto famosa è l’Università di Notre-Dame, nello Stato dell’Indiana, che è la più grande Università Cattolica degli Stati Uniti, come anche i ministeri pastorali, i servizi sociali e così via. La Congregazione della Santa Croce è presente - come ho già detto - in tante parti del mondo e tutti i suoi membri continuano a tener vivo e vitale il messaggio del Beato Moreau, incentrato su quello spirito d’unione, che solo poteva consentire il progresso delle tre comunità riunite sotto il suo nome.

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    Il cardinale Bertone in Polonia per la Beatificazione del Servo di Dio, Stanislao di Gesù Maria: "Un'Europa sanamente laica accoglie il patrimonio di spiritualità e di umanesimo di ogni religione"

    ◊   Sarà celebrata domani mattina dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, presso il Santuario mariano di Licheń, in Polonia, la cerimonia di Beatificazione del Servo di Dio Stanislao di Gesù Maria, al secolo Giovanni Papczyński, fondatore della Congregazione dei Padri Mariani. Stamani, il porporato ha inaugurato a Cracovia la sessione di studio su “Il ruolo della Chiesa cattolica nel processo di integrazione Europea”, promossa dalla Pontificia Accademia Teologica locale. E ieri sera, nella Chiesa di Maria, ha presieduto la Santa Messa per la festa dell’Esaltazione della Croce. Ce ne parla Roberta Moretti:


    In entrambi gli interventi, il cardinale Bertone ha posto l’accento sul ruolo centrale delle religioni e, in primis, del cristianesimo nella vita pubblica europea. “Se l’Europa intende essere sanamente laica - ha spiegato - non può non accogliere il patrimonio di spiritualità e di umanesimo di ogni religione, rigettando al tempo stesso quanto in esse dovesse esserci in contrasto con la dignità umana”. Il porporato ha poi ribadito che contro la crescente cultura del secolarismo, alimentata dalla vasta eco dei media, si fa sempre più urgente un impegno forte della Chiesa al fianco delle istituzioni nella difesa e nella promozione di quei “valori non negoziabili associati alla dignità umana”. Del resto - ha affermato - “il cristianesimo non è soltanto uno degli ingredienti del ‘cocktail’ europeo”, ma è “parte integrante e inopprimibile della sua identità”.

     
    Ma il cammino della Chiesa sul piano della società civile è in salita. “Attaccare la Chiesa e irriderla sui giornali, nei dibattiti politici e nella vita pubblica - ha stigmatizzato il segretario di Stato - è diventata non di rado la chiave del successo mediatico”. Un espediente, secondo il porporato, “cui si ricorre spesso per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica da problemi complessi, che richiederebbero soluzioni responsabili e coraggiose”. “La Chiesa cattolica - ha quindi osservato il cardinale Bertone - interviene facendosi ‘voce’ di quanti non intendono cedere alle lusinghe ingannevoli del relativismo etico e di un ateismo pratico e materialista, che considera l’uomo artefice assoluto del proprio destino. Non si tratta pertanto di un’indebita ingerenza in ambito che non le sarebbe proprio - ha concluso - ma di un aiuto offerto ai cristiani perché maturino una coscienza retta e illuminata e, perciò, più libera e responsabile”.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - Nel discorso al nuovo Ambasciatore di Irlanda, Benedetto XVI ha sottolineato che una pace duratura si costruisce solo con il perdono, con la riconciliazione e con il reciproco rispetto.

    Servizio estero - Iraq: Bush esorta il Congresso a sostenere la nuova strategia.

    Servizio culturale - Un articolo dall'inviato Marcello Filotei da titolo "Un esordio all'insegna della sacralità della musica": tra le insidie acustiche della Cattedrale di Pisa, il maestro Daniele Gatti ha diretto la Royal Philarmonic Orchestra nell'apertura del Festival "Anima Mundi".
     Servizio italiano - In rilievo il tema della finanziaria.

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    Oggi in Primo Piano



    Dieci milioni di elettori domani al voto in Grecia per scegliere il nuovo premier. L'analisi di Antonio Ferrari

    ◊   Si prospetta molto incerto il voto anticipato di domani in Grecia. Quasi 10 milioni gli aventi diritto al voto chiamati ad esprimere la loro preferenza soprattutto sui due maggiori partiti in lizza: Nea Demokratia del premier uscente Costas Karamanlis, forte del 45.36% ottenuto alle consultazioni del marzo 2004, e i socialisti del Pasok, guidati George Papandreou, che invece hanno ottenuto il 40.55% delle preferenze. Quale sarà l'orientamento in queste consultazioni dell'elettorato greco? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Antonio Ferrari, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera, raggiunto telefonicamente ad Atene:

    R. - C’è un numero impressionante di indecisi. Indecisi che poi, in qualche modo, magari con un forte astensionismo oppure concentrandosi all’ultimo momento su una forza politica, potrebbero decidere il risultato.

     
    D. - Quali gli argomenti che hanno caratterizzato la campagna elettorale?

     
    R. - Ce ne sono tanti. L'inchiesta sui fondi pensioni, il problema della corruzione, la riforma universitaria - la Grecia resiste all’idea delle università private, non le vorrebbe, però alla fine sarà costretta a farle, e anche questo ha provocato molte turbolenze - e ancora, un po’ crisi economica come c’è più o meno dappertutto, quindi lavoratori con salari molto più assottigliati, la disoccupazione giovanile e poi quella riforma generale delle pensioni - la Grecia è il Paese in cui si può andare in pensione con meno anni di contributi - che dev’essere fatta. E' chiaro, in questo caso, che i due partiti si guardano bene dall’affrontarla, anche perché sarà una legge sicuramente impopolare. Su questi temi, un altro è arrivato con effetto schiacciante, che è quello degli incendi disastrosi che hanno provocato oltre 60 morti, un numero enorme di feriti, ustionati e anche di senzatetto, anche se è stato approvato un provvedimento d’urgenza per aiutarli, ma che hanno creato un disastro che avrà delle ripercussioni sui mercati agricoli e ortofrutticoli per i prossimi anni. E questo degli incendi direi che è diventato l’argomento principale. Del resto, sono due settimane e mezzo che non si parla d’altro.

     
    D. - Sulle scelte degli elettori, quanto influirà la personalità dei leader dei due massimi partiti, cioè il premier uscente Karamanlis e il socialista Papandreu?

     
    R. - Karamanlis è più greco di Papandreu. Papandreu è più “americano” - tra l’altro è anche nato in America. Karamanlis è un sanguigno, è uno che al greco-medio piace perché parla in maniera semplice, accattivante, con messaggi chiari... Papandreu è più sofisticato, ha uno stile diverso dalla media dei greci. Certo, ha un’immagine di straordinaria serietà. Quindi, una certa influenza vi sarà. I sondaggi dicono che, in effetti, il gradimento per i due personaggi è molto superiore al gradimento per i rispettivi partiti, e questo ci deve fare un attimo riflettere. E’ proprio a volte l’immagine che conta. Io temo ci sia un altro problema, come abbiamo in altri Paesi europei: che anche lì sia partita l’onda demagogica anti-politica che sappiamo come parte ma non sappiamo come arriva.

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    Dalle baraccopoli di Nairobi l'inizio simbolico della prossima Marcia della pace Perugia-Assisi del 7 ottobre

    ◊   Un fiume di persone delle baraccopoli di Nairobi in marcia da Kibera verso il centro della capitale kenyana al grido di "Tutti i diritti umani per tutti". E' stato questo, stamattina, l'evento che ha segnato l'inizio simbolico della Marcia della pace Perugia-Assisi, in programma per il prossimo 7 ottobre. Dagli slum di Nairobi è partita dunque un'iniziativa internazionale, che avrà riflesso sul tradizionale appuntamento umbro e che ha visto tra gli altri impegnati in prima linea gli attivisti di "Africa peace point". Uno dei fondatori è padre Renato Kizito Sesana: Tracey McClure, della nostra redazione inglese, gli ha chiesto un commento:


    R. - Vuole essere una iniziativa che richiami l’attenzione sulla situazione presente in Africa, ma vuole richiamare anche l’attenzione di tutta la società. La pace è uno dei valori fondamentali del cristianesimo, la pace che viene da Gesù e si trasmette agli altri è una cosa che noi possiamo donare, ma non siamo forse molto preparati a fare questo. Anche io sono venuto, senz’altro, in Africa senza essere assolutamente preparato, senza essere cioè preparato a confrontarmi con la violenza, con le guerre, con le divisioni e tuttavia per cercare di portare in questa situazione la pace. Io credo che sia un ministero che dobbiamo approfondire. Questa marcia rappresenta, quindi, un po’ un messaggio a tutti coloro che vogliono impegnarsi per la pace, per far capire loro che c’è la possibilità di fare qualcosa di più. La Giornata non mira a nient’altro se non a sensibilizzare e a far crescere la consapevolezza che questo è tutto un lavoro nuovo da fare.

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    Il rapporto tra la pluralità delle fedi e lo Stato laico al centro di un intervento, a Roma, del sociologo tedesco Jürgen Habermas. Il commento di mons. Vincenzo Paglia

    ◊   All’interno del ciclo di convegni organizzati a Roma dalla Società Italiana di Filosofia Politica sul tema “Religione e politica”, il filosofo e sociologo tedesco, Jürgen Habermas, è intervenuto ieri sera ad un incontro al Teatro Eliseo dedicato a “Stato laico e pluralità delle fedi”. Al dibattito, moderato dal direttore della rivista Reset, Giancarlo Bosetti, insieme con noti esponenti della comunità intellettuale italiana, è intervenuto il vescovo di Terni mons. Vincenzo Paglia. Al dibattito seguito all’intervento di Habermas, c’era per noi Valentina Fizzotti:


    “Only a liberal State guarantees religion as a human right…
    Solo uno stato liberale garantisce la religione come un diritto umano, e la sua realizzazione imparziale richiede molto di più del semplice principio di legalità”.
    Habermas torna ad interrogarsi sul rapporto tra religione e Stato laico. “L’ordinamento democratico - riflette - non deve essere imposto ai cittadini, ma radicarsi nei loro cuori e nelle loro menti”. Questa è la sfida lanciata ai credenti. Il filosofo ribadisce inoltre che “modernizzazione” non significa affatto scomparsa della religione. Ma quale è allora il ruolo delle religioni nella società laica? Lo abbiamo chiesto a mons. Vincenzo Paglia:

     
    R. - C’è un interessante distinzione che Habermas fa a proposito dello spazio sociale, per un verso, e dello spazio all’interno della legislazione, dall’altro. Questo mi apre una distinzione importante che esorta persino le religioni ad avere una voce pubblica ed ovviamente quando si tratta di entrare nel campo legislativo, è ovvio che bisogna anche usare un linguaggio comprensibile anche agli altri. Quel che io vorrei sottolineare è che Dio per noi è tutto e non possiamo escluderlo da nulla: anzi, semmai siamo noi che dobbiamo annullarci in Dio. Il vero problema, direi allora, è che noi cristiani dobbiamo esortarci ad essere davvero religiosi, davvero simili a Dio ed in questo senso allora la ragione potrebbe, come del resto Papa Benedetto XVI sottolinea, aiutare a criticare della religione tutto ciò che in qualche modo la rende irragionevole. In questo senso, mi pare che è un dibattito che sarebbe bene continuare perché ne abbiamo tutti bisogno. E' un tempo nel quale bisogna essere pensosi e non così superficiali invece come spesso siamo tutti.

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    Oggi la Chiesa celebra la memoria della Vergine Addolorata: una riflessione di padre Ermanno Toniolo

    ◊   Il 15 settembre, all’indomani della festa della Esaltazione della Santa Croce, la Chiesa fa memoria della Beata Vergine sotto il titolo di Addolorata. Qual è il significato di questa festività liturgica e perché cade proprio il 15 settembre? Giovanni Peduto lo ha chiesto a padre Ermanno Toniolo, ordinario di Mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica "Marianum":


    R. – Venerare Maria sotto il titolo di Addolorata significa venerare la persona di Maria, in quanto Madre del Redentore e Madre dei redenti. Il suo cammino, quindi, di amore, di ubbidienza, di fedeltà, di dolore per poter portare alla pienezza innanzitutto la filiazione del Figlio, il quale, dopo aver consumato l’oblazione di sé sulla croce è stato costituito per sempre principio di vita per tutti, in cielo, alla destra del Padre. Per generare per così dire il Figlio nell’ultima generazione, quella della sua resurrezione di gloria, dopo aver passato insieme con lei, e lei con lui, il calvario e perciò l’abisso della passione. E per generare noi tutti alla vita, perché dice un antico prefatio: “I dolori a lei ignoti nel dare alla luce il figlio unigenito li sofferse gravissimi per farci rinascere a te”. Il perchè del 15 settembre: è all’ombra dell’Esaltazione della Croce del 14 settembre. Noi, il giorno 14 celebriamo l’Esaltazione della Croce, non la croce del Venerdì Santo, ma il significato profondo, salvifico che ha la croce del Cristo, che è l’ultima manifestazione della misericordia dell’amore di Dio, che è la fonte inesauribile di ogni grazia e di ogni perdono, che è dunque la speranza del mondo oggi e la gloria del futuro. All’ombra di questa Esaltazione della Croce ecco la Vergine, perché accanto alla Croce sta la Madre. Il 15 settembre non è memoria di un dolore, è memoria di un dolore che opera salvezza.

     
    D. – Padre Ermanno, la Vergine Addolorata è anche la Vergine consolatrice. Maria è vicina ai dolori di tutti, Maria ci insegna a portare la nostra croce assieme a Gesù, non le pare?

     
    R. – La Vergine è certissimamente colei che conosce il patire e conosce anche il valore della sofferenza umana. Perciò è accanto a tutti e a ciascuno, perché ha sperimentato fino in fondo la misericordia di Dio attraverso il dolore e ha compartecipato con il suo dolore all’effondersi – dice Giovanni Paolo II – di questa misericordia su tutti. Perchè la Madre di tutti Gesù ce l’ha donata come Madre, per testamento. E, dunque, non può non far sue tutte le sofferenze di ciascuno e di tutti i suoi figli, nel peregrinare di questo nostro esilio verso la patria. Perciò tutti i dolori si rifrangono nel dolore della Madre. Diceva Paul Claudel un giorno ad una donna che con i suoi bambini, tribolando andava mendicando: “Vai o donna, vai là all’altare di Colei che sa cos’è il dolore. Parla a lei, che sa cosa vuol dire soffrire. Lei ti consolerà. Lei ti dirà la vera risposta e ti darà sul serio il senso della tua esistenza tribolata”. E’ l’Addolorata che sostiene, che consola, che conforta, che dà coraggio al nostro soffrire, che dà senso alla nostra vita.

     
    D. – Padre Ermanno, che significano le lacrime di Maria? Pensiamo a quanto accaduto a Siracusa e altrove...

     
    R. – Io penso che la passione di Cristo, come ci dice San Paolo, come ci ricorda Sant’Agsotino, dura per quanto durano i secoli, perché Cristo è capo e corpo. L’accumularsi delle gravi calamità, e non solo, anche delle gravi responsabilità dell’umanità, queste violenze, questi terrorismi, questi odi, queste guerre, queste oppressioni, questo mondo dominato dal male e dall’odio, grava sul cuore della Madre. E’ la sua famiglia. E’ la Madre dei perseguitati e dei persecutori, degli oppressi e degli oppressori e soprattutto è la Madre che porta il peso del peccato del mondo insieme con il Figlio e le sue lacrime sono lacrime che vorrebbero in un certo qual modo impetrare davanti a Dio il perdono e sollecitare dal nostro cuore una collaborazione con Lei per ottenere per tutti, attraverso anche il nostro piccolo patire, perdono e misericordia sulla faccia della terra e sulla famiglia umana.

     
    D. – Padre Ermanno, Dio è buono, è infinita bontà, eppure resta grande il mistero del dolore. Possiamo riuscire in un certo modo a capirlo con la Vergine Addolorata?

     
    R. – Io penso che il dolore non sarà mai capito quaggiù e forse neanche lassù. E’ un mistero di Dio il perché abbia voluto redimere il mondo e perdonare il peccato attraverso il dolore e la sofferenza. Guardiamo Gesù, alla sua tremenda passione, dove senza parlare ha portato il peso delle barbarie che hanno infierito contro di Lui e guardiamo la Vergine che nel silenzio assoluto è stata con lui, offrendolo con il suo sacrificio, offrendolo con i suoi diritti di madre, con il sì d’amore al Padre, offrendosi con lui. E allora il significato del dolore prende consistenza proprio alla luce del Cristo e della Vergine, la donna del dolore ma del dolore ablativo per generare il mondo a Dio e rigenerarci alla vita.

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    Il commento del teologo, don Massimo Serretti, al Vangelo della Domenica

    ◊   Il Vangelo della XXIV Domenica del Tempo ordinario, che si celebra domani, presenta un brano con tre celebri parabole: la pecorella smarrita, la dracma smarrita, e il figliol prodigo. Quest'ultima è un autentico inno alla misericordia senza limiti del Padre celeste verso l'uomo, ben visibile tra l'altro nel momento in cui il padre dice al figlio maggiore, risentito per il trattamento riservato al fratello che aveva abbandonato la famiglia:

    "Tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
     
    Sul significato di questa parabola, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di cristologia alla Pontificia Università Lateranense:


    "Charles Peguy, il poeta convertito, si diffonde e si sofferma a lungo sulla parabola delle Misericordie nel portico del mistero della seconda virtù, la virtù della speranza. Ne parla come di una parabola nuova, fresca, bambina, vicina e cara al cuore dell’uomo, segretamente amata. Nei secoli, dice ancora il poeta, essa ha fatto piangere innumerevoli uomini e ha toccato nel cuore dell’uomo un punto unico, un punto segreto, un punto misterioso, il punto più interiore e più profondo. Essa, prosegue il poeta, è celebre perfino tra gli empi, essa ha trovato perfino là un punto di accesso. Sola, forse, è rimasta piantata nel cuore dell’empio, come un cuore di tenerezza. Con questa parabola, Dio ha gettato una sfida al peccatore, è come se gli avesse detto: “Ovunque andrai, io andrò”".

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    Chiesa e Società



    Presentato negli Stati Uniti il Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo. Situazione a rischio in Cina e Iran. Miglioramenti in Vietnam e Bangladesh

    ◊   Sempre a rischio la libertà religiosa nel mondo e le persecuzioni contro i credenti di ogni fede. Lo attesta il rapporto 2007 diffuso ieri a Washington, alla presenza del segretario di stato americano, Condoleezza Rice. Durante la conferenza stampa, il curatore del rapporto, John Hanford III, ha spiegato che “l’impegno per la libertà religiosa nel mondo non è un tentativo di esportare il metodo americano, ma piuttosto il riconoscimento della libertà religiosa come un diritto inviolabile dell’uomo”. In particolare la situazione è critica per le minoranze cristiane e cattoliche in Iran e in Cina, dove – secondo il rapporto – la libertà di religione continua ad esistere, nonostante la costituzione garantisca la libertà di credo". Tra i Paesi in cima alla lista anche Myanmar, Corea del nord, Sudan, Eritrea, Arabia Saudita e Uzbekistan. Ma il rapporto statunitense rivela anche buone notizie: rispetto allo scorso anno, passi in avanti verso la tolleranza sono stati fatti in Vietnam, Bangladesh e Turkmenistan. (A cura di Beatrice Bossi)

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    Rientra una parte dei congolesi che si era rifugiata in Uganda per sfuggire alle violenze del Nord Kivu

    ◊   Alcuni dei 35mila rifugiati congolesi fuggiti in Uganda la scorsa settimana a causa della recrudescenza del conflitto e dell'escalation di violenza nella provincia del Nord Kivu nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, sono rientrati a casa dopo aver riattraversato il confine. Lo affermano fonti dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), secondo cui vi sarebbero attualmente tra i 3mila e i 5mila congolesi al valico di frontiera di Bunagana. Nella provincia del Nord Kivu la situazione continua ad essere tesa e instabile, afferma l’UNHCR che sottolinea come l’accesso dell'UNCHR a molte aree nei distretti di Masisi e di Rutshuru è limitato a causa delle precarie condizioni di sicurezza. L'UNHCR ritiene che sia nota solamente una piccola parte dell'esodo più recente avvenuto in Nord Kivu. Le stime dicono che da dicembre 2006 il numero di nuovi sfollati in Nord Kivu ha superato quota 220mila e che continua a crescere. Complessivamente vi sono più di 650mila sfollati interni nella provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo. Considerate le nuove notizie riguardo il posizionamento di truppe e la consegna di materiali ed equipaggiamenti militari nel Nord Kivu, l'UNHCR invita tutte le parti del conflitto in Nord Kivu a evitare in particolare gli attacchi contro la popolazione civile e gli sfollati. (R.P.)

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    Allarme dell’ONU: “Gli abusi sessuali ai danni di donne e bambini continuano senza impunità in tutto il Sudan”

    ◊   In Sudan i bambini continuano a subire gravi violazioni da parte di gruppi armati: lo ha ricordato in un discorso il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon. “Gli abusi sessuali ai danni di donne e bambini continuano senza impunità in tutto il paese – prosegue Ban Ki-moon – anche se la situazione comincia a presentare qualche segnale di miglioramento”. Inoltre, il segretario generale delle Nazioni Unite ha invitato il governo di Khartoum a prendere provvedimenti concreti per proteggere i diritti dei bambini, soprattutto nella regione del Darfur. Il presidente sudanese Omar Hassan el Beshir ha affermato la volontà di ristabilire la pace. Durante la sua visita in Italia ieri ha annunciato la disponibilità di terminare i combattimenti nella regione, in vista dell’apertura dei negoziati che si terranno in Libia il mese prossimo. Come riferisce l’agenzia MISNA, dall'inizio del conflitto, in Darfur hanno perso la vita almeno 200 mila persone e più di 2 milioni hanno dovuto abbandonare i loro villaggi, trasferendosi in campi profughi. (B.B.)

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    Campagna internazionale per aiutare le comunità del Nicaragua, gravemente danneggiate dall’uragano Felix

    ◊   Migliaia di indios della comunità di Krukira, una delle località del Nicaragua maggiormente colpite dall’uragano Felix, sono in lotta per le ultime riserve di cibo. Molti sono anche senza acqua, perchè i pozzi sono stati inquinati dagli animali morti. La comunità non produce riso, fagioli, carne e uova: tutti questi alimenti arrivano da lontano, con un costo superiore del 40 per cento. Per far fronte a questa emergenza, una radio locale ha lanciato una campagna nazionale e internazionale, per accelerare l’arrivo dei soccorsi. Secondo le cifre ufficiali fornite dall’agenzia Fides, la comunità di Krukira prima dell’uragano era composta da quasi 3 mila abitanti che vivevano in 270 case e disponevano di 6 barche per la pesca, una scuola, un centro sanitario e un autobus. L’uragano Felix ha distrutto tutto. Tuttavia la presenza dell’UNICEF a Krukira ha permesso ai bambini di svolgere attività educative e psicosociali mirate a far superare più in fretta il trauma del disastro. (B.B.)

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    Celebrazione Eucaristica per ricordare le vittime del terremoto che un mese fa devastò il Perù meridionale

    ◊   Ad un mese dal terremoto che ha colpito il Perù meridionale l’ arcivescovo di Lima, cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, presiederà una Celebrazione Eucaristica in ricordo delle vittime. La Messa sarà concelebrata dal clero di Ica e di Lima, nella cittadina di Pisco: uno dei luoghi maggiormente colpiti dal terremoto. La Caritas Perù avviò immediatamente l’opera di soccorso e ancora oggi continua a raccogliere e distribuire aiuti materiali per i disastrati, dando priorità alle zone dove non arriva ancora l'aiuto statale. Inoltre - come riferisce l’agenzia Fides - inviò sacerdoti ad Ica, per aiutare il clero locale nella sepoltura dei morti, nelle confessioni e nell’unzione dei malati. In particolare il cardinale Cipriani si è impegnato a ricostruire la chiesa di San Clemente di Pisco. Da quando è iniziata la Campagna di solidarietà “Emergenza per i disastrati del terremoto a Pisco, Ica e Cañete”, la Caritas Perù ha distribuito 1.672 tonnellate di aiuti e ha assistito oltre 51mila famiglie: 28 mila a Ica, oltre 6 mila a Pisco e 16.440 famiglie a Chincha. (B.B.)

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    Sensibilizzare le famiglie all’accoglienza: è il messaggio dell’arcivescovo di Città del Messico in occasione della giornata mondiale dell’emigrante

    ◊   “Gli emigranti non sono turisti né vanno in ferie, bensì sono persone disperate che hanno l'urgenza di assicurare ai loro parenti un tipo di vita più degna”: così il cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico, per sensibilizzare all’accoglienza dei migranti. Durante la visita al centro per i migranti di Iztapalapa, nel Messico orientale, il Cardinale ha riconosciuto l’impegno del governo in materia di diritti umani e di accordi internazionali. Anche la Conferenza Episcopale Messicana sta lavorando per migliorare le condizioni degli emigranti affinché non siano trattati come oggetti di scambio, bensì come persone con una dignità. Come riferisce l’agenzia Fides, il Cardinale Rivera ha concluso sottolineando che il cattivo trattamento riservato agli emigrati è una tragedia del nostro tempo, perché viola uno dei diritti più elementari dell'uomo: la libertà di transito. Domenica 30 settembre avrà luogo nella Cattedrale Gesù Signore della Misericordia, nella città di Nezahualcoyotl nel Messico occidentale, una fiera gastronomica e di artigianato latino poiché tutti gli emigranti portano con sé le loro tradizioni ed abitudini. Con questa iniziativa si cerca di rendere tutti consapevoli che la missione della Chiesa in Messico è di accogliere gli emigrati, offrendo ospitalità cristiana e portando loro la Buona Novella di Cristo, cercando di restituire fede e speranza a quanti hanno lasciato casa e famiglia. (B.B.)

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    “Fermare il traffico di esseri umani”: l’appello dei vescovi statunitensi all’opinione pubblica e al governo

    ◊   “Lavorare insieme per mettere fine al traffico di esseri umani”: è l’appello dei vescovi statunitensi al governo, alla pubblica opinione e alla Chiesa cattolica. Definendo il traffico di esseri umani un “orribile crimine contro la fondamentale dignità umana e ai diritti della persona”, il vescovo di San Bernardino in California Mons. Gerald R. Barnes, sollecita una riunione per rimettere in vigore l’Atto di protezione delle vittime del traffico di esseri umani (TVPA), che scade ad ottobre: “Questa legge dovrebbe essere nuovamente autorizzata, adeguatamente finanziata e massicciamente incrementata”, afferma nella nota diffusa dall’Agenzia SIR. Nella nota, Barnes chiede inoltre al governo “misure di ricovero e cura per le vittime” particolarmente per i bambini, “i più vulnerabili a lungo termine degli orrori di questo crimine”. Il vescovo continua dicendo che la Chiesa cattolica “gioca un ruolo chiave nell’educare a combattere questo crimine. Dobbiamo lavorare insieme – conclude Mons. Barnes – per eliminare le causa radicali e i mercati che permettono al traffico di esseri umani di svilupparsi”. (B.B.)

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    La mafia uccideva don Pino Puglisi 14 anni fa, nel giorno del suo 56.mo compleanno. A Palermo le iniziative per ricordare il sacerdote

    ◊   Quattordici anni fa la mafia uccideva don Pino Puglisi nel giorno del suo 56.mo compleanno. A Palermo, le iniziative per ricordare il sacerdote sono iniziate ieri, proprio nel quartiere di Brancaccio, in cui operava ed è stato ucciso. Nel segno del territorio e delle necessità concrete, sono stati presentati il progetto per la ristrutturazione del Mulino del sale, che sarà adibito a centro diurno per anziani e il corso di formazione per parrucchieri ed estetisti. Ieri pomeriggio in cattedrale, la messa celebrata dall'arcivescovo di Palermo Mons. Paolo Romeo. “Per Brancaccio, don Puglisi si è battuto fino all'ultimo scontrandosi anche con il silenzio e l’immobilismo delle istituzioni alle quali aveva chiesto aiuto - ha detto monsignor Romeo nell’omelia - e in questo quartiere continua ancora oggi a vivere soprattutto in due realtà che lo hanno visto ministro di un’intensa opera di apostolato: la parrocchia di San Gaetano, punto di riferimento costante per la rinascita del quartiere, e il "Centro Padre Nostro", che ancora oggi continua la sua opera, nonostante le sacche di resistenza al bene, ancora presenti. Le minacce ricevute nei giorni scorsi da queste due realtà – ha proseguito l’arcivescovo di Palermo – sono la riprova del fatto che la missione di don Pino deve continuare non soltanto nella memoria, ma soprattutto, nell’azione coraggiosa a favore della legalità e della dignità dell’uomo redento da Dio. Nel suo ministero pastorale, mai si è sottratto a quanto doveva essere fatto, anche quando ciò poteva causare l’isolamento. Da buon pastore, e mai da mercenario, ha sempre difeso le pecore a lui assegnate dal Pastore dei pastori attraverso la parola del vescovo”. “Preghiamo il Signore – ha concluso l’arcivescovo Romeo - affinché il processo circa il riconoscimento del suo martirio, avviato dalla nostra diocesi, possa avere esito positivo. Il riconoscimento del martirio non farebbe altro che confermare la ricchezza delle virtù e la fecondità del ministero di questo grande sacerdote, autentico testimone di Cristo e annunciatore della speranza cristiana, soprattutto in mezzo alle nuove generazioni”. Tra le commemorazioni dedicate oggi a padre Puglisi, un corteo dal Policlinico cittadino al cimitero di Sant’Orsola, dove è sepolto il sacerdote; una gara ciclistica e, alle 21, una fiaccolata a Brancaccio che partirà dalla "sua" parrocchia di San Gaetano. (A cura di Alessandra Zaffiro)

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    Celebrazione eucaristica domani alle 11 alla chiesa romana di Santa Maria della Scala, per il quinto anniversario della morte del cardinale Van Thuan

    ◊   Il 16 settembre 2002 moriva il cardinale vietnamita François-Xavier Nguyen Van Thuan, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, uomo di Dio e di preghiera, testimone di pace e di speranza, che per 13 anni fu ingiustamente detenuto nelle carceri del suo Paese. Per ricordarlo, il dicastero vaticano ha organizzato per domani alle 11, nella chiesa romana di Santa Maria della Scala, una celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Renato Raffaele Martino, l’attuale presidente e successore del porporato. All’iniziativa parteciperanno, oltre al Pontificio Consiglio, la Fondazione San Matteo, l’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuan per la Dottrina Sociale della Chiesa, la comunità vietnamita di Roma e parenti e amici del porporato. In vista dell’apertura della causa di canonizzazione, il cardinale Martino ha disposto la nomina del postulatore della causa nella persona dell’avvocato Silvia Monica Correale. (B.B.)

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    Al via il 40.mo convegno sui problemi relativi al commercio internazionale, organizzato dall’Istituto Nicolò Rezzara di Vicenza

    ◊   Si è aperto ieri a a Recoaro Terme, in provincia di Vercelli, il 40.esimo convegno sui problemi internazionali organizzato dall’Istituto Nicolò Rezzara di Vicenza sul tema “Commercio internazionale: rischi ed opportunità”. “Con il mercato internazionale veniamo a contatto ogni giorno acquistando prodotti di tutto il mondo - ha detto il vescovo di Vicenza, mons. Cesare Nosiglia - e in alcuni casi, soffrendo per alcune manipolazioni dei prodotti a scopi lucrativi”. Durante il convegno vengono analizzate le cause della concorrenza spietata, dello sfruttamento ingiusto dei Paesi meno avanzati e della stessa alterazione dei prodotti a fini commerciali. La giornata di oggi sarà dedicata ai rischi del commercio internazionale con gli interventi dei professori Oscar Garavello dell’Università statale di Milano e Simona Beretta dell’Università cattolica di Milano. Domani la presentazione di alcuni orientamenti propositivi. (B.B.)

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    L’Agenzia AsiaNews premiata a Saint Vincent, come migliore testata giornalistica on-line

    ◊   L’agenzia AsiaNews è tra i vincitori del premio giornalistico Saint Vincent, come migliore testata giornalistica on line. Oggi al Grand Hotel Billia di Saint-Vincent in Valle d’Aosta, la consegna dei premi. Martedì, al Quirinale invece il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano consegnerà i diplomi ai vincitori. Come riferisce la stressa agenzia, il premio è stato istituito nel 1948 dall'amministrazione della regione autonoma della Valle d'Aosta e dalla Società per l'incremento turistico alberghiero valdostano (SITAV) e nel tempo è divenuto uno dei più prestigiosi premi di giornalismo italiano. Ecco i vincitori delle altre sezioni: Fabrizio Gatti (L’Espresso) come giornalista dell’anno; Paolo Biondini, Guido Olimpio (Corriere della Sera) e Antonio Maria Mira (Avvenire) per le migliori inchieste pubblicate su quotidiani italiani; Dario Laruffa (Rai TG 2 Dossier) e Pietro Suber (Rete 4) per i migliori servizi sui network televisivi nazionali; Andrea Frailis dell’emittente sarda Videolina come autore di migliore servizio di emittenti televisive regionali; Giorgio Zanchini (Rai Radio Uno) per il miglior servizio su emittenti radiofoniche nazionali; Marina Corradi (Tempi - Il Giornale) per la migliore inchiesta pubblicata su periodici italiani; Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola (La Voce della Campania) per il migliore servizio speciale su periodici locali. Molte anche le premiazioni fuori concorso. Un premio speciale è andato inoltre alla memoria dell’interprete di Daniele Mastrogiacomo, Adjmal Naqshbandi, brutalmente assassinato in Afghanistan e alla giornalista russa Anna Politovskaya assassinata a Mosca il 7 ottobre 2006. (B.B.)

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    24 Ore nel Mondo



    Dure reazioni negli Stati Uniti al discorso di Bush sulla nuova linea americana in Iraq - Allarme dell'ONU per le alluvioni in Africa: più di un milione di persone rischiano la vita

    ◊   - Fiaccolate e marce in Libano in occasione del 25.mo anniversario della strage nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila. Era il 15 settembre del 1982, quando miliziani libanesi, senza alcun intervento da parte dei militari israeliani, entrarono nelle due aree uccidendo in cinque giorni centinaia di civili. Le stime ufficiali parlano di 800 vittime, mentre quelle non ufficiali di circa 3 mila.

    - Sempre in Libano, è stato arrestato il portavoce del gruppo integralista "Fatah al Islam", Abou Salim Taha, che ha combattuto contro i soldati di Beirut durante i tre mesi di assedio nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared. L’uomo era stato dato per morto all’indomani della presa del campo da parte dell’esercito regolare.

    - Dure reazioni, negli Stati Uniti e non solo, al discorso del presidente americano, George W. Bush, sulla nuova strategia in Iraq basata sulle raccomandazioni del generale Petraeus. Bush ha annunciato un ritiro di 30 mila soldati americani entro luglio 2008. Il servizio è di Elena Molinari:


    I Democratici in Congresso rispondono con un secco 'no' alla richiesta di George Bush di sottoscrivere il suo piano per un ritiro graduale, condizionato e parziale dall’Iraq. Un’obiezione simile è stata sollevata anche dal presidente russo, Vladimir Putin, che ha chiamato gli Stati Uniti ad annunciare una precisa data per completare il ritiro delle loro truppe dall’Iraq. In caso contrario - ha detto Putin - le autorità irachene non saranno motivate ad occuparsi della sicurezza del proprio Paese. Più prevedibile, invece, l’attacco sferrato a Bush dalla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Khame-nei. L'ayatollah si è detto certo che un giorno Bush sarà processato davanti ad un tribunale internazionale per le atrocità commesse in Iraq. Intanto, all’indomani del discorso del capo della Casa Bianca alla sua nazione, l'amministrazione statunitense ha presentato al Congresso la sua pagella sulla guerra in Iraq: voto insufficiente, in particolare, alla capacità delle truppe irachene di agire in modo autonomo dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti.

    - E in Iraq l’esercito statunitense ha comunicato l’uccisione, a nordest di Baghdad, di un esponente sciita responsabile di numerosi attacchi ai danni della coalizione internazionale. La guerriglia però non si ferma. L’esplosione di un ordigno ha provocato la morte di quattro soldati americani mentre viaggiavano a bordo del loro veicolo nella provincia di Diyala. Si temono poi ulteriori violenze dopo l’assassinio del leader di un’alleanza di gruppi sunniti ostili ad al Qaeda, ucciso nei giorni scorsi a Ramadi. Sul versante politico, intanto, il movimento del leader radicale sciita, Moqtada al-Sadr, ha annunciato di aver deciso di ritirarsi dal blocco sciita che guida il governo iracheno.

    - Ci spostiamo in Medio Oriente, dove si segnala una nuova incursione israeliana avvenuta nel nord della Striscia di Gaza. Testimoni riferiscono di una decina di blindati giunti nei pressi di Beit Hanoun. I soldati che hanno interrogato numerosi civili palestinesi. Fonti militari ebraiche parlano di operazioni di “routine” lungo la frontiera.

    - In Russia, la polizia ha arrestato l’ex capo del distretto ceceno di Achkoi-Martan, Shamil Burayev. Su di lui grava il sospetto di avere organizzato l’assassinio della giornalista Anna Politkovskaya, uccisa a Mosca nell’ottobre del 2006.

    - Fine dell’esilio per l’ex premier pakistana, Benazir Bhutto, che tornerà nel Paese il 18 ottobre prossimo. Si tratta di un ritorno in un clima di incertezza perché non è stata portata a termine l’intesa con l’attuale presidente Musharraf, in vista delle elezioni legislative che si terranno, con tutta probabilità, a fine anno.

    - Novità suo fronte della pena di morte in Cina. La Corte suprema di Pechino ha infatti esortato i magistrati a limitare il ricorso alle esecuzioni capitali, nonostante - in stime non ufficiali - il Paese asiatico detenga il numero più alto al mondo di condannati a morte. Intanto, una buona notizia arriva anche dal Gabon: su richiesta del presidente Omar Bongo Ondima, il governo di Libreville ha deciso di abolire la pena capitale, peraltro non praticata nello Stato africano da più di 20 anni. Giulio Albanese:


    Il governo gabonese aderirà alla risoluzione sulla moratoria globale delle esecuzioni. Risoluzione che sarà, peraltro, presentata a fine mese alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Esponenti della società civile locale hanno espresso apprezzamento per la decisione abolizionista, precisando che questa scelta fa davvero onore al Paese, riguardando lo Stato di diritto e la delicata materia del rispetto dei diritti umani. Va ricordato che già il 3 maggio scorso, il Gabon aveva aderito all’iniziativa italiana per la moratoria universale sulla pena di morte, decidendo di sottoscrivere la dichiarazione: una scelta di civiltà che fa certamente onore al Paese africano.

    - Più di 40 mila cittadini di Taiwan sono scesi in piazza per chiedere che l'ONU riconosca l'indipendenza dell'isola. Due i cortei principali: nella capitale Taipei, in 30 mila difendono la proposta di referendum avanzata dal partito del presidente Chen Sui-bian, mentre a Taichung in 10 mila sfilano invece sotto i colori del Partito nazionalista, principale forza di opposizione. Taiwan perse il suo seggio all'ONU nel 1971, quando vi entrò la Cina popolare che considera l'isola una sua provincia.

    - Le eccezionali inondazioni, che si sono abbattute sull’Africa, hanno provocato almeno 200 vittime dal mese di giugno, interessando più di un milione di persone. La stima è delle Nazioni Unite. Situazione particolarmente critica in Rwanda e Uganda, ma anche in Togo, Sudan e Ghana, dove continua ad aumentare il numero degli sfollati. Per i prossimi giorni, intanto, si attendono nuove piogge soprattutto nel versante occidentale del continente.

    - E’ salito a 17 morti e a una novantina di feriti il bilancio del forte sisma che ha colpito l’isola indonesiana di Sumatra. Lo ha affermato il Ministero della salute, precisando che le squadre di soccorso continuano la ricerca di eventuali altre vittime. Ieri, si è registrata l’ennesima scossa, seguita da altre di assestamento, che ha fatto scattare un nuovo allerta tsunami poi rientrato.
    - Dalla Cina è arrivata la notizia della liberazione di Zhao Yan, un ex collaboratore del quotidiano statunitense New York Times, condannato nel 2004 dalle autorità di Pechino a tre anni di carcere per frode e divulgazione di segreti di Stato. I familiari hanno fatto sapere che il reporter è in buone condizioni di salute.

    - Si profila una sfida a due per la successione del premier giapponese, Shinzo Abe, dimessosi tre giorni fa dopo una serie di scandali e la sconfitta alle elezioni di fine luglio. Il Partito liberaldemocratico (LPD) al governo ha infatti accettato le candidature di Yasuo Fukuda, considerato un esponente moderato, e dell’ex ministro degli Esteri, Taro Aso. L’elezione è fissata per il 23 settembre, con una votazione alla quale parteciperanno i dirigenti del partito.

    - Proseguono le indagini in Algeria all’indomani della bomba esplosa in una località a 50 chilometri da Algeri di fronte al comando di Polizia. Il bilancio parla di tre morti e cinque feriti. Solo la scorsa settimana, il Paese era stato colpito da due attentati, che avevano provocato 50 morti, rivendicati dall’Organizzazione di al Qaeda in Maghreb, il braccio locale della rete di Osama Bin Laden.

    - Almeno 23 persone sono morte nelle ultime ore in Sri Lanka, in eseguito all’esplosione di una mina e a scontri a fuoco tra militari e Tigri Tamil. Lo hanno reso noto fonti dell’esercito locale.

    - Doppio richiamo all’Italia, che deve proseguire sulla strada del risanamento dei conti pubblici nel rispetto degli impegni presi in Europa, da parte del presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, e dal commissario europeo agli Affari monetari, Joaquin Almunia. Per entrambi, è necessario il pareggio del bilancio considerato inderogabile anche “alla luce del livello del debito che - sostiene Almunia - è il più alto d’Europa”. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 258

     
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