![]() | ![]() |

SOMMARIO del 10/09/2007
"L'Austria contribuisca, con la sua eredità storica e spirituale, alla costruzione di un'Europa della comprensione fra i popoli": così il Papa al termine del suo viaggio nel Paese
◊ Un Benedetto XVI grato e commosso si è congedato ieri sera dall’Austria al termine di una giornata cadenzata da molti appuntamenti. La terza e ultima tappa del suo settimo viaggio apostolico internazionale si è conclusa alle 20.20, quando il volo papale è decollato dall’aeroporto di Vienna per giungere verso le 21.40 all'aeroporto romano di Ciampino, da dove il Papa si è recato nella sua residenza di Castel Gandolfo. Nel suo discorso finale all’aeroporto viennese, il Papa ha auspicato che l’Austria contribuisca con la sua eredità storica e spirituale alla costruzione di un’Europa della comprensione fra i popoli. Riviviamo allora i momenti salienti di questa lunga giornata, nella cronaca del nostro inviato a Vienna, Alessandro De Carolis:
(musica organo)
Dall’“ora” di S. Benedetto - che le antiche pietre di Heiligenkreuz riverberano con forza da quasi nove secoli - al “labora” testimoniato dal mondo del volontariato austriaco, cattolico e civile. Si è snodato idealmente tra queste due “sponde” il lungo pomeriggio conclusivo del pellegrinaggio austriaco di Benedetto XVI. Dopo la Messa della mattina nel Duomo viennese di Santo Stefano, nel primo pomeriggio il Papa si è diretto in auto verso l’Abbazia cistercense di Heiligenkreuz, situata a una trentina di km. dalla capitale e sede di un’Accademia teologica che dal febbraio scorso porta il nome di Benedetto XVI. Circa 15 mila persone attendevano tra l’esterno e l’interno del grande chiostro l’arrivo del Papa che, dopo aver salutato la folla, ha fatto ingresso tra le mura altissime e spoglie del tempio risalente al XII secolo, accompagnato dal canto corale dei monaci. Visibilmente colpito e immerso nell’intensità spirituale del luogo, Benedetto XVI ha affermato:
“Kern des Mönchtums ist die Anbetung – das Sein nach der Weise der Engel. …
Il nocciolo del monachesimo è l’adorazione - il vivere alla maniera degli angeli (...) Non è davvero temerario se in una liturgia totalmente centrata su Dio, nei riti e nei canti, si vede un’immagine dell’eternità”.
Citando il doppio senso contenuto nel termine “Klösterreich”, che definisce l’Austria “regno di monasteri e ricca di monasteri”, Benedetto XVI ha riaffermato che “come oasi spirituale” un monastero “indica al mondo di oggi la cosa più importante, anzi, la sola cosa decisiva: esiste un’ultima ragione - ha detto - per cui vale la pena vivere, cioè Dio e il suo amore imperscrutabile”. “E chiedo a voi, cari fedeli - ha esortato - considerate le vostre abbazie e i vostri monasteri quello che sono e sempre vogliono essere: non soltanto luoghi di cultura e di tradizione o addirittura semplici aziende economiche. Struttura, organizzazione ed economia sono necessarie anche nella Chiesa, ma non sono la cosa essenziale. Un monastero è soprattutto questo: un luogo di forza spirituale”. Prima di lasciare l’Abbazia - dove Benedetto XVI ha potuto salutare anche un anziano monaco scampato alla persecuzione nazista – il Papa ha ricevuto in dono un ponderoso libro del Salterio utilizzato dai monaci per il loro canto corale e un quadro, ornato da un cristallo realizzato da un religioso, raffigurante il fondatore di Heiligenkreuz, Leopoldo III.
(musica Konzerthaus)
Un’ora più tardi, tornato a Vienna, Benedetto XVI è stato accolto da un caloroso applauso nella celebre “Konzerthaus”, la Casa dei concerti viennese, dove prima due giovani e quindi l’arcivescovo di Salisburgo, Alois Kothgasser, hanno presentato a Benedetto XVI il lavoro degli uomini, le donne e i ragazzi che in Austria hanno fatto la scelta di impegnarsi in opere di solidarietà. Un impegno quantificabile in 17 milioni di ore in un anno, per un controvalore di 3 miliardi e mezzo di euro, secondo uno studio citato da mons. Kothgasser. Il Papa ha incoraggiato con calore i volontari a proseguire su questa strada, che in un’ottica cristiana contribuisce a costruire la “civiltà dell’amore”:
“Ohne freiwillinges Engagement konnten, können und werden Gemeinwohl…
L’amore del prossimo non si può delegare; lo Stato e la politica, con le pur giuste premure per il sollievo in casi di bisogno e per le prestazioni sociali, non possono sostituirlo. Esso richiede sempre l’impegno personale e volontario, per il quale certamente lo Stato deve creare condizioni generali favorevoli. Grazie a questo impegno, l’aiuto mantiene la sua dimensione umana e non viene spersonalizzato. E proprio per questo voi volontari non siete ‘tappabuchi’ nella rete sociale, ma persone che contribuiscono al volto umano e cristiano della nostra società”.
Il Papa ha preso a modello dei volontari Cristo stesso, che non ci insegna - ha detto - “una ‘mistica dagli occhi chiusi,ma una ‘mistica dello sguardo aperto’”, che guarda diritto ai bisogni dei più poveri e disagiati come segno di amore per Dio, ma che, in questo modo, incide positivamente anche nelle pieghe più difficili del tessuto sociale, come ha riconosciuto nel suo intervento alla Konzerthaus lo stesso presidente austriaco, Heinz Fischer. “Senza impegno volontaristico - ha asserito Benedetto XVI - il bene comune e la società non potevano, non possono e non potranno perdurare. La spontanea disponibilità vive e si dimostra al di là del calcolo e del contraccambio atteso; essa rompe le regole dell’economia di mercato. L’uomo, infatti, è molto più di un semplice fattore economico da valutare secondo criteri economici. Il progresso e la dignità di una società dipendono sempre di nuovo proprio da quelle persone che fanno più del solo loro stretto dovere”.
(musica Konzerthaus)
I concertisti della “Wiener Philarmoniker” hanno inframezzato i discorsi ufficiali con l’esecuzioni di tre brani di musica classica. E queste arie di Mozart e Bruckner hanno idealmente scortato Benedetto XVI al suo congedo dall’Austria. Con un auspicio, espresso dal Pontefice nel discorso allo scalo viennese: che questa terra così ricca di spirito e cultura, costruita sui bimillenari valori del Vangelo e baciata nell’oggi da un benessere diffuso lasci ispirare la sua “politica nazionale e internazionale” dalla “ricerca di una comprensione vicendevole” e dalla “formazione creativa di sempre nuove vie per favorire la fiducia tra gli uomini e i popoli”, a partire dal suo “cuore” nazionale:
“Wien kann im Geiste seiner historischen Erfahrung und seiner Stellung in der …
Vienna, nello spirito della sua esperienza storica e della sua posizione nel centro vivo dell’Europa, può recare a ciò il suo contributo, favorendo conseguentemente la penetrazione dei valori tradizionali del Continente, permeati di fede cristiana, nelle istituzioni europee e nell’ambito della promozione delle relazioni internazionali, interculturali ed interreligiose”.
La gioia del Papa per il viaggio apostolico in Austria nei telegrammi ai capi di Stato dei Paesi sorvolati nel rientro a Roma
◊ Gioia e gratitudine: questi i sentimenti espressi da Benedetto XVI nei telegrammi inviati ai capi di Stato dei Paesi sorvolati nel viaggio di ritorno da Vienna a Roma. Al presidente della Repubblica austriaca, il Papa manifesta la sua sincera gratitudine per la cordiale accoglienza ricevuta in Austria. Nel messaggio al presidente della Slovenia, il Papa mette l’accento sui “molteplici doni spirituali” che il Signore ha elargito “attraverso la Vergine Santa” venerata a Mariazell anche da tanti pellegrini sloveni. Al presidente croato, il Papa assicura la sua costante preghiera per la Croazia, “terra di grande tradizione cristiana”. Infine, il telegramma al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Benedetto XVI sottolinea la gioia di aver potuto incontrate le popolazioni locali e tanti pellegrini venuti al Santuario mariano di Mariazell. Assicura così la sua benedizione alla “diletta nazione italiana”. Dal canto suo, Napolitano, in un messaggio al Pontefice, scrive di aver seguito con grande interesse le tappe della visita apostolica. Evento, afferma, “che ha sottolineato il ruolo svolto ai valori cristiani nella formazione della cultura europea”. (A cura di Alessandro Gisotti)
Il commento di padre Lombardi al settimo viaggio internazionale del Papa
◊ Ieri, dunque, la visita del Papa in Austria si è conclusa con due incontri significativi e in un certo senso complementari: quello con il mondo del volontariato e quello con la spiritualità benedettina all'Abbazia di Heilingenkreutz. Ascoltiamo in proposito il commento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi, che ha seguito da vicino il settimo viaggio internazionale di Benedetto XVI. L'intervista è di Sergio Centofanti:
R. – Sì, la tappa di Heiligenkreuz è stata di nuovo un momento di magistero spirituale molto profondo. Il Papa ha parlato soprattutto della preghiera, delle persone consacrate, dell’ufficio divino e anche della teologia unita alla spiritualità. L’incontro con il volontariato è stato pure molto importante, perchè è stato l’allargamento del messaggio cristiano all’impegno nella società, il terreno comune dell’impegno gratuito per gli altri, in una società così dominata anche dagli interessi e dalla ricerca del proprio particolare interesse: un tema veramente fondamentale, in cui più profondamente nel quotidiano i cristiani si incontrano con tutte le persone di buona volontà.
D. – Un bilancio complessivo di questo viaggio...
R. – Per me il bilancio devono farlo soprattutto, evidentemente, il Papa e i vescovi austriaci. E sappiamo che questo è un bilancio positivo. Sia il Papa, sia il cardinale Schoenborn, con cui parlavo ieri pomeriggio, erano molto contenti di questo viaggio. Era quello che si potevano attendere come risultato e come risposta dalla gente, anche in un contesto di condizioni atmosferiche così avverse, come abbiamo avuto nei giorni scorsi. Io penso che la Chiesa austriaca, che ama il Santo Padre sia stata decisamente contenta. Ha dimostrato la partecipazione fedele e impegnata soprattutto nel giorno di Mariazell, ma anche ieri mattina nella piazza di Santo Stefano. Quindi, credo che anche il risultato di poter dare un messaggio di incoraggiamento, di vicinanza da parte del Papa alla Chiesa austriaca, sia stato importante. Spero che anche le parole che sono state dette per la società austriaca più ampiamente, sia tramite il discorso a Hofburg che allargava anche all’orizzonte europeo, sia in particolare tramite l’incontro con il volontariato di domenica sera, abbiano dato i loro frutti. I discorsi del Santo Padre sono stati, come sempre – ma a me hanno colpito in modo particolare – di grande profondità e intensità e anche di grande ricchezza spirituale. Quindi, sono qualcosa su cui noi possiamo anche tornare e meditare, soprattutto pensando alle tematiche trattate nel pellegrinaggio, con la presentazione di questa spiritualità cristiana, che guarda a Cristo e che trova qui il fondamento della propria fede, e di qui anche l’entusiasmo e la gioia del proprio operare quotidiano nella carità, sono temi che, secondo me, dureranno molto a lungo.
D. – Quali parole, immagini, restano impresse in modo particolare nella mente e nel cuore?
R. – Io credo che le immagini della Messa a Mariazell sotto la pioggia siano state il cuore simbolico di questo viaggio, perché si è visto il popolo cristiano che è venuto in pellegrinaggio, ha peregrinato con il Santo Padre, nonostante le difficoltà, è stato fedele, è stato impegnato, ha resistito alle difficoltà e ha vissuto con entusiasmo questo momento di incontro con il Papa. Quindi, direi che la Messa a Mariazell sia indubbiamente ciò che rimarrà più a lungo di questo pellegrinaggio, anche se ci sono cose molto belle, momenti di grande entusiasmo e di grande bellezza, come la liturgia nello Stephansdom oppure i momenti di gioia nell’incontro con il volontariato.
D. – Il Papa tedesco in terra austriaca. Com’è stata l’accoglienza e cosa è sbocciato da questo incontro?
R. – Il Papa ha detto più volte – e si vedeva - che in Austria si sente a casa, perché è originario di una terra così vicina, confinante e strettamente unita da un punto di vista culturale e storico all’Austria, com’è la Baviera. Io sono stato personalmente molto colpito, potendo comprendere abbastanza bene la lingua tedesca, della pronuncia delle omelie, dei discorsi. Il Papa parlava la sua lingua, la parlava con grande partecipazione e con grande finezza. A mio avviso, l’omelia a Mariazell, per quanto il discorso sia stato tenuto nelle condizioni più difficili da un punto di vista fisico, è stato uno dei discorsi che io ho sentito, almeno personalmente, come detti con più partecipazione e finezza spirituale dal Papa stesso. Quindi, per noi è stato un punto veramente alto. Il Papa nella sua lingua ha tracciato questa sintesi tra teologia e spiritualità, tra fede ed esperienza spirituale del guardare a Cristo, con una intensità che, secondo me, rimarrà un documento di particolare preziosità per noi.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Servizio vaticano - Il resoconto dettagliato - servizi dell'inviato Giampaolo Mattei, rassegna della stampa internazionale - della visita pastorale di Benedetto XVI in Austria.
Servizio estero - Pakistan: l'ex Premier Nawaz Sharif, al rientro in patria dopo sette anni, arrestato e rimandato in esilio. Disordini all'aeroporto di Islamabad.
Servizio culturale - Un articolo di Danilo Mazzoleni dal titolo "Raffinato cromatismo e dovizia di dettagli": restaurati gli affreschi della Basilica di Aquileia gravemente danneggiati nel XVIII secolo.
Servizio italiano - In rilievo il tema dell'economia.
Di nuovo esiliato in Arabia Saudita l'ex premier pachistano Sharif, dopo il contrastato rientro in patria
◊ L'Arabia Saudita ha riaccolto l'ex premier pachistano, rimandato in esilio dal Pakistan dopo il suo tentativo oggi di rientrare in patria. Scontri e arresti nel Paese. Dell’episodio, seguito dai media internazionali nelle prime ore di stamane, ci parla Fausta Speranza.
Si chiude per il momento come una sfida di poche ore l’arrivo e l’arresto dell’ex premier pachistano Nawaz Sharif nel suo Paese. Il rientro in Arabia Saudita, a Gedda, è avvenuto poco dopo 14:00 (ora italiana). E fonti saudite hanno subito confermato che gli sarà consentito di restare. In Arabia Saudita l’ex premier pachistano era arrivato nel 2000 dopo che l’anno precedente era stato destituito da Pervez Musharraf, allora e oggi presidente del Pakistan. L’esiliato Sharif si era poi spostato in Gran Bretagna. C’è da dire che il mese scorso la Corte suprema pachistana aveva stabilito il suo diritto a tornare in patria, ma contro di lui resta pendente un procedimento per corruzione. Proprio in relazione al pronunciamento della Corte Suprema è intervenuta la Commissione europea, per sottolineare che l’ex premier pachistano ha il diritto di difendersi nel suo Paese. L'Arabia Saudita aveva chiesto a Sharif di non tornare in Pakistan. Per quanto riguarda l’arresto di stamane, Sharif è stato fermato all’aeroporto di Islamabad, dove è rimasto per 90 minuti. Nel Paese, poco prima del suo arrivo, si erano verificati violenti scontri tra sostenitori dell'ex premier ed esercito: 4000 persone sono state arrestate. In particolare le autorità pachistane avevano bloccato l’accesso alla strada che dall’aeroporto porta a Peshawar.
Ma come si può leggere questo rientro improvviso e inatteso dell’ex premier Sharif, a suo tempo esautorato dal golpe di Pervez Musharraf? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Stefano Vecchia, giornalista esperto dell’area.
R. – Potrebbe essere interpretato in due modi. Come una prova di forza: Shrif comunque è leader di una parte dell’opposizione pakistana in esilio. Secondo, invece, potrebbe essere un tentativo di delegittimare Musharraf, che appunto ha rimandato all’esilio un primo ministro che a suo tempo era stato liberamente eletto e che poi è stato mandato in esilio nel ’99, dopo il colpo di Stato militare di Musharraf.
D. – Sharif probabilmente ha qualche alleato anche all’esterno del Paese...
R. – Questo è possibile e solleva una serie di interrogativi, in quanto formalmente sia gli alleati occidentali di Musharraf, sia la stessa Arabia Saudita, che l’ha ospitato per questi sette anni di esilio, l’avevano sconsigliato di tornare in patria. L’interrogativo quindi è se Sharif può avere un sostegno internazionale, di quale entità, di quale carattere può essere. Perché il timore potrebbe essere che si tratti di un sostegno del fondamentalismo islamico, anche in Arabia Saudita stessa, che ha in lui l’unico possibile interlocutore in Pakistan.
D. – Un pericolo questo che, tuttavia, non sembra avere favorito nel partito che sostiene Musharraf un accordo con l’ex premier Bhutto per stringere un’alleanza in vista delle prossime elezioni...
R. – Sì, però i giochi sono ancora aperti. La Bhutto sta giocando una carta diversa, che è quella di un tentativo di compromesso, di un’alleanza che eviti una spaccatura nel Paese e che eviti soprattutto che Musharraf abbia la possibilità di riprendere in pieno il potere con l’appoggio dell’esercito.
D. – Musharraf da solo per quanto potrebbe continuare a reggere un Paese di questo tipo?
R. – Musharraf dovrà comunque farsi da parte. La questione è di capire con quali tempi. Lui vorrebbe guidare questa transizione ed eventualmente avere il ruolo in un nuovo governo liberamente eletto.
Il popolo americano si appresta a commemorare il sesto anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001
◊ Animati dalla voglia di guardare con speranza al futuro, gli americani si apprestano a commemorare domani il sesto anniversario degli attacchi terroristici, che provocarono la morte di quasi 3 mila persone. Cuore delle celebrazioni sarà Ground Zero a New York. Come già negli anni scorsi, nel luogo dove sorgevano le Torri Gemelle, verrà data lettura dei nomi delle vittime dell’attentato più sanguinoso della storia americana. Previsti anche un discorso del sindaco newyorkese, Michael Bloomberg e del suo predecessore, ora candidato alla Casa Bianca, Rudy Giuliani. Per una riflessione su come gli americani vivano questo anniversario, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Fernando Fasce, americanista dell’Università di Genova, appena rientrato in Italia da New York:
R. - L’atmosfera che ho vissuto a New York in questa ultima settimana è una atmosfera di profonda partecipazione, intensità della memoria e del ricordo, ma al tempo stesso, mi è sembrato di capire, desiderio di andare oltre. Mi è sembrato anche che ci sia una notevole sensibilità rispetto ad usi strumentali del ricordo dell’11 settembre. Usi che sono stati fatti spesso nel corso di questi sei anni.
D. – Il video di Bin Laden, con nuove minacce agli Stati Uniti, è stato minimizzato dalla Casa Bianca. Quale invece la reazione dei mass media e dell’opinione pubblica statunitense?
R. – Direi che la parte più responsabile dei media ha cercato di contestualizzare ed elaborare questo messaggio. In generale, in termini di opinione pubblica, parlando con colleghi, l’atmosfera non era una atmosfera di reazione emotiva incontrollata e, soprattutto – ripeto - mi è parso di cogliere la tendenza a volersi sottrarre a delle facili strumentalizzazioni.
D. – I due principali candidati alle elezioni presidenziali del prossimo anno Hillary Clinton, per il Partito Repubblicano, e Rudy Giuliani, per il Partito Democratico, sono legati a New York: la prima è senatrice di New York e il secondo è stato sindaco di New York proprio negli anni precedenti all’11 settembre. Come si stanno rapportando a questo anniversario Clinton e Giuliani?
R. – Naturalmente soprattutto Giuliani ha un significativo patrimonio simbolico da spendere. E’ comprensibile, quindi, che provi a farsi avanti, a ricordare quello che è stato il momento di acme, anche di popolarità in città. Più complicata è l’azione di Hillary Clinton, che a Ground Zero abbiamo visto sottolineare questo problema che è emerso da mesi: le conseguenze e le difficoltà di salute di coloro che hanno lavorato e che stanno lavorando a Ground Zero. Hillary Clinton non può, però, dimenticare l’appoggio che i democratici diedero nel 2002 all’ipotesi massima di intervento in Iraq. Questa è una cosa che ritorna costantemente e quindi deve cercare di neutralizzare quel ricordo e puntare anzitutto sulla sottolineatura degli errori nella cosiddetta guerra al terrorismo e soprattutto nella vicenda irachena. D’altro canto, ci sarà anche l’idea di sottolineare l’importanza di andare avanti, senza abbassare la guardia nei confronti del terrorismo.
Dalla Groenlandia appello per un mondo senza armi nucleari
◊ Energia pulita, contaminazioni nucleari e futuri trattati internazionali a protezione dell'Artico. Sono questi gli ultimi argomenti affrontati al Simposio "Artico: specchio di vita", in corso in Groenlandia. I partecipanti al ciclo di studi, organizzato dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e dal movimento Religione Scienza e Ambiente, sono giunti ieri sera a Nuuk, la principale città del Paese, ed hanno incontrato le autorità locali. Il servizio della nostra inviata in Greonlandia, Giada Aquilino:
Dall'energia rinnovabile, un futuro per la regione Artica. È questo uno degli spunti proposti dagli studiosi per la Groenlandia, che già soffre le conseguenze di varie forme di inquinamento, non ultima quella nucleare. A parlarne, ai nostri microfoni, è stato l'ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica e capo degli ispettori Onu in Iraq, Hans Blix, secondo cui nelle acque circostanti la Groenlandia le testate nucleari trasportate da sottomarini statunitensi e russi sono frequentissime, con ripercussioni radioattive su tutta la zona. La discussione sul nucleare, ha aggiunto Blix, è ora incentrata sulle crisi iraniana e nordcoreana, anche se quest'ultima sembra in via di soluzione, ma per il capo degli ispettori delle Nazioni Unite il problema è più ampio, perché "sono le grandi potenze a possedere la maggior parte delle armi atomiche". Al momento - ha proseguito Blix - ci sono 25mila testate nucleari nel mondo e la maggior parte di queste appartiene a Russia e Stati Uniti: finché Mosca e Washington - ha spiegato - non procederanno alla distruzione di tali ordigni, ci saranno altri Stati che li seguiranno. Lo studioso svedese dell'argomento si occupa da una vita ed ora gira il mondo per evitare una nuova Guerra Fredda. L'anno scorso fu dal Papa, per consegnargli il proprio libro su un mondo senza armi nucleari, batteriologiche e chimiche. In questi giorni è al Simposio, dove tra l'altro è stato lanciato un appello per il raggiungimento di un trattato internazionale - o quantomeno di un protocollo flessibile - che, sull'esempio di quello già esistente dal 1961 per l'Antartico, fissi una disciplina che tuteli anche l'Artico.
Giornata internazionale per la prevenzione al suicidio: "ascoltare salva la vita"
◊ Ogni anno secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità un milione di persone si toglie la vita. Proprio per arginare questo triste fenomeno, oggi si celebra la Giornata mondiale per la prevenzione al suicidio Solo in Italia si valutano ogni anno oltre 3500 casi. E per questa occasione Telefono Amico Italia , che aiuta con l’ ascolto chi vive in stato di disagio emotivo lancia l’appello “Ascoltare salva la vita”. Ma qual è l'importanza di questa giornata? Marina Tomarro lo ha chiesto a Silvio Bagattin presidente di Telefono Amico:
R. – Quella di richiamare l’attenzione ad "ascoltare". Molto spesso "sentiamo" il lamento delle persone ma è importante che lo "ascoltiamo". "Ascoltare" significa essere attenti al problema che le persone in quel momento vivono e quindi "ascoltare" proprio nel senso di dare spazio alle persone, ai loro problemi, e quindi essere di aiuto liberandole, almeno al momento, da quella che è l’ossessione della loro solitudine.
D. – Quali sono le zone di Italia dove maggiormente c’è questo fenomeno e perché si arriva ad un gesto così estremo come quello di rifiutare la vita?
R. – Le aree, dove questo problema è maggioritario, si possono collocare nel nord-est d’Italia, così come invece al sud, la Campania, è la regione a più bassa incidenza di suicidi. I problemi da cui hanno origine possono essere il senso di solitudine quando la persona non si sente valorizzata proprio perché non è ascoltata rispetto ai problemi che vive e ai quali vorrebbe in qualche modo trovare una soluzione e non trova chi le possa aiutare proprio con l’attenzione dovuta. Chiaramente è un percorso molto lungo ma può arrivare alla decisione estrema.
D. - In che modo “Telefono amico” cerca di portare un aiuto? A chi chiama?
R. – Il servizio che fa il “Telefono amico” è completamente anonimo e quindi rispetta l’altra persona e le dà quello spazio libero senza dare indicazioni specifiche e particolari. Valorizza quindi le capacità e le risorse residue della persona che in quel momento vive un problema, che viene condiviso con un volontario. Questo è l’aiuto che noi diamo perché riteniamo, proprio attraverso l’ascolto rispettoso del problema dell’altro, che lo aiuti a fare luce dentro di sé, a ritrovare quel bandolo di una matassa intricata che i problemi di quel momento gli fanno vivere così pesantemente. “Ascoltare” appunto "salva la vita" perché crea la condizione di vedere la vita in termini diversi da quello che il momento della difficoltà pone in modo problematico.
La Chiesa ricorda San Nicola da Tolentino: attraverso le opere di carità instaurò una forte comunione con le anime del Purgatorio
◊ La sua è stata una vita di preghiera, penitenza e apostolato. Asceta assai rigido con se stesso, ma dolce e comprensivo con i poveri, i bisognosi e gli ammalati, San Nicola da Tolentino, che la Chiesa ricorda oggi, è noto come apostolo del confessionale e, in particolare, per la sollecitudine riservata alle anime del Purgatorio. Al microfono di Tiziana Campisi, padre Luciano De Michieli, priore della comunità agostiniana di Tolentino, dove San Nicola è vissuto per trent’anni, fino alla morte, spiega cosa legava il frate agostiniano a queste anime:
R. – San Nicola è un uomo di grande carità, che unisce ad una profonda vita interiore e ad una vita austera la stabilità e la cordialità, la capacità di mettere a suo agio ogni persona. Era famoso proprio per questo grande dono. Ed è importante il fatto che questo non lo viveva in fondo solo con i vivi, ma anche con coloro che erano già saliti al cielo. Nella sua vita accadde che sognò un confratello, morto da poco, che lo portò fuori dal convento e gli fece vedere – in sogno - la valle sottostante, la valle di Pesaro, piena di anime che stavano nel Purgatorio. Lui si spaventò moltissimo di questa visione. E questo confratello gli disse: “La tua santità, la tua preghiera, l’Eucaristia, tutto ciò che tu puoi vivere per noi, ci può aiutare a raggiungere prima la pienezza della gioia del Paradiso”. Lui rimase molto colpito da tutto questo e si dedicò, con il permesso del priore, alla preghiera, all’Eucaristia, proprio per questo scopo. Sembra molto bello sottolineare questa unità profonda tra il cielo e la terra e anche, forse, la scoperta di questo aspetto, cui poco pensiamo, che oltre ad essere aiutati dal cielo, anche la nostra santità di vita può aiutare le anime che ancora non hanno raggiunto la pienezza.
D. – Ci sono diverse tradizioni legate alla figura di San Nicola da Tolentino. A Tolentino si aprirà la Festa del Perdono...
R. – La santità, la saggezza popolare ha saputo riconoscere il dono più grande che la Chiesa ha concesso a questo santuario, la possibilità di avere l’indulgenza plenaria il sabato e la domenica successivi alla festa di San Nicola, che cade il 10 settembre. E’ stata concessa da Papa Bonifacio sin dal 1400 ed è un segno di grazia. L’altra tradizione molto bella è quella dei pani benedetti di San Nicola, che non sono un miracolo che egli ha fatto, ma un miracolo che ha ricevuto. Mentre era molto malato, la Madonna gli apparve in sogno e gli disse che se mangiava del pane, che si doveva far portare da una devota intriso nell’acqua, sarebbe guarito, e che avrebbe potuto portare lo stesso dono ai malati, che egli andava a trovare e ai suoi confratelli. Così iniziò questa bellissima tradizione, che ancora oggi continua. E solo in questo santuario si festeggia, nella quarta di Quaresima, la Festa del pane. Nella tradizione, nel mondo, nei santuari dove si venera San Nicola, accanto alla festa di San Nicola c’è sempre la distribuzione di questi panini benedetti da portare ai malati nello spirito e nel corpo.
D. – Una realtà poco conosciuta quella delle anime del Purgatorio. La festa di San Nicola come ci aiuta a recuperarla e a guardare a questa realtà?
R. – Io penso che sia proprio questa comunione e questa unità profonda che esiste tra il cielo e la terra, in questo cammino guidati da Cristo e dalla potenza del Signore, che tutti ci porta a convergere in unità nella pienezza della Trinità. Avere questo sguardo proteso nel pellegrinaggio terreno, come stranieri e pellegrini, che però non si conclude in questa terra, ma dentro il mistero grande della purificazione nel cielo, e continua anche in Dio. Questo è un segno della compresenza di Nicola qui su questa terra, ancora vivo nella sua santità, ma anche presente nel cielo in questa intercessione, che mediante l’amore di Cristo continua. E questa unità profonda credo sia il segno più bello di una carità che non ha limiti.
Resa pubblica l’approvazione da parte della Santa Sede dell’ordinazione episcopale del nuovo vescovo coadiutore di Guizhou, in Cina
◊ Il nuovo vescovo coadiutore della diocesi di Guizhou, nella Cina del sud, è approvato dalla Santa Sede e i fedeli sono stati avvisati pubblicamente, anche se l’Associazione Patriottica sta rivendicandone la paternità. Lo rendono noto fonti dell’agenzia missionaria del PIME AsiaNews. Si tratta di mons. Paolo Xiao Zejiang, 40 anni, ordinato l’8 settembre scorso nella cattedrale di Guiyang. Ieri, a tutte le Messe è stato dato l’avviso che il nuovo vescovo coadiutore è approvato dalla Santa Sede. L‘ordinazione di mons. Xiao è la prima ad avvenire dopo la pubblicazione della Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi. L’ordinazione di mons. Xiao è avvenuta alla presenza di almeno 3 mila persone, 40 sacerdoti e 5 vescovi. Mons. Aniceto Wang Chongyi, l’ordinario di Guizhou ha presieduto l’ordinazione. Fra gli altri vescovi, era presente mons. Luigi Yu Runshen di Hanzhong (Shaanxi) e mons. Paolo He Zeqing di Wanzhou, tutti riconosciuti dal governo. Alla cerimonia era presente anche il vescovo non ufficiale Hu Daguo (dell’antica prefettura apostolica di Shiqian), che risiede a Guiyang. Ha creato disappunto da parte dei fedeli – rileva AsiaNews - la presenza di mons. Giuseppe Ma Yinglin, vescovo illecito di Kunming, ordinato l’anno scorso per volere dell’Associazione Patriottica, senza approvazione della Santa Sede.
Grande partecipazione di fedeli a Cuba alle celebrazioni in onore della Madonna della Caridad del Cobre
◊ Almeno 90 processioni hanno celebrato sabato scorso, a Cuba, la patrona dell’isola, la Madonna della “Caridad del Cobre”. Migliaia i fedeli che all’Avana hanno sfidato la pioggia per accompagnare il tradizionale rito lungo le vie della città, e tanti anche i devoti che hanno salutato l’immagine della Vergine affacciandosi dalle loro abitazioni. L’antica processione, nella capitale cubana è stata recuperata dai cattolici dopo la storica visita di Giovanni Paolo II, nel 1998. Con in mano candele e girasoli - i fiori che simboleggiano la Madonna della Carità - i fedeli hanno intonato canti e recitato preghiere. Oltre che dai cattolici la Vergine della Carità è venerata anche da quanti professano religioni di origine africana. “Con l’aiuto di Dio possiamo sempre realizzare le cose che sembrano difficili possiamo vincere le difficoltà”, ha detto il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino, arcivescovo della diocesi di San Cristóbal de L’Avana, che ha accompagnato la processione. Il porporato ha definito il tradizionale rito dedicato alla patrona di Cuba una dimostrazione di fede, ricordando la scoperta, 400 anni fa, dell’immagine della Vergine della Carità. Fu nel XVII secolo che tre pescatori, mentre erano sulla loro canoa, videro, nella baia orientale di Nipe “una cosa bianca tra le onde del mare”, scoprendo poi, avvicinandosi, che si trattava dell’Immagine della Vergine che teneva per mano un Bambino. L’immagine galleggiava su una tavola di legno nella quale si poteva leggere un'iscrizione “Io sono la Vergine della Carità”. Il santuario della patrona di Cuba si trova a El Cobre, su una collina, ad est della provincia di Santiago di Cuba, a circa 900 chilometri da l’Avana. Vi si recano in pellegrinaggio ogni giorno centinaia di persone. All’interno del santuario si trova la Cappella dei Miracoli nella quale i fedeli depongono doni, invocano la Madonna per chiedere grazie e si fermano a pregare. (T.C.)
Inizia domani un pellegrinaggio in Terra Santa in occasione del 40.mo anniversario del “Rinnovamento nello Spirito Santo”
◊ Partiranno domani i 300 i partecipanti allo “speciale pellegrinaggio di ringraziamento” in Terra Santa promosso in occasione del quarantesimo anniversario della nascita del movimento “Rinnovamento nello Spirito Santo” (RNS). A guidarli, informa l'agenzia SIR, saranno il presidente nazionale di RNS, Salvatore Martinez, e il consigliere spirituale nazionale del movimento, don Guido Pietrogrande. Nel corso della visita ai luoghi sacri, che terminerà il 18 settembre, oltre alle comunità cristiane locali, i pellegrini incontreranno mons. Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare per Israele del Patriarcato Latino di Gerusalemme, padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, e padre Ibrahim Faltas, parroco di Gerusalemme. (V.F.)
Dal 16 al 23 settembre, Settimana europea della mobilità per ridurre l’uso dell’auto privata
◊ Sono finora 1235, tra cui 30 italiane le città e le province che hanno aderito alla Settimana europea della mobilità, in programma dal 16 al 22 settembre. Giunta alla sesta edizione, l’iniziativa è volta a ridurre in tutta l'Unione Europea l'uso delle auto private per ridurre le emissioni di anidride carbonica e migliorare la qualità della vita nelle aree urbane. Il tema scelto quest’anno per la Settimana è “La strada alla gente”. Tutti gli amministratori locali che aderiscono alla manifestazione dovranno organizzare eventi sotto il motto “reinventiamoci la strada”, realizzare misure per favorire trasporti più sostenibili e pedonalizzare alcune aree urbane. Secondo un'indagine di Eurobarometro condotta in 27 Paesi, i cittadini europei sono consapevoli che l’uso massiccio dell’auto privata ha un impatto fortemente negativo sull'ambiente e sull’andamento del traffico e sono favorevoli a misure che promuovano l'utilizzo dei trasporti pubblici. L’auto privata resta comunque a tutt’oggi il principale mezzo di trasporto nell'Unione Europea (51 per cento), seguita dai mezzi pubblici (21 per cento), dagli spostamenti a piedi (15 per cento) e dalla motocicletta (2 per cento). Sito ufficiale della Settimana è www.mobilityweek.eu. (R.G.)
Al via ad ottobre il Festival cinematografico itinerante dedicato alle religioni, nato dieci anni fa a Trento
◊ Film a soggetto, cortometraggi e documentari per discutere di religioni attraverso un “viaggio tra le differenze”. Parte ad ottobre la decima edizione del festival cinematografico itinerante “Religion Today Film Festival”, trentino di nascita, la prima rassegna al mondo dedicata al dialogo tra fedi. In gara 47 pellicole, espressione delle principali religioni del mondo: cristianesimo, ebraismo e islam, ma anche induismo, buddismo, mazdaismo, Chiese mennonita e valdese. I film selezionati, che arrivano da 20 nazioni differenti, verranno premiati da una giuria internazionale e interconfessionale. Questa edizione del Festival, il cui tema è “Conflitto e compassione nei percorsi della fede”, si sposterà tra Bolzano, Trento e provincia, Roma, Milano, Ferrara e Nomadelfia, in Toscana. Dal 1993 il Festival ha fatto tappa in tante città italiane, ma anche a Londra, Gerusalemme, Teheran, Zamosc in Polonia e Timor. Nel corso di quest’anno “Religion Today” ha siglato nuovi accordi di cooperazione con la “Mostra del Cinema e Religione” di San Paolo in Brasile, e con il “Dhaka International Film Festival” del Bangladesh. Per la prossima edizione è già stato deciso il tema: “Better film, Better audience and Better society”, per un cinema, un pubblico e una società migliori. Ma la dimensione di incontro del Festival non si limita al concorso e agli eventi correlati: ogni anno circa 60 invitati di fedi e nazionalità diverse, tra registi, attori e operatori, vengono ospitati in una casa di accoglienza e condividono le giornate di rassegna con incontri e momenti di preghiera, ognuno secondo la propria confessione. (V.F.)
Celebrazioni in Sudafrica a 30 anni dalla morte di Steve Biko, attivista simbolo della lotta contro l’apartheid
◊ Il cantante Peter Gabriel gli dedicò una canzone sulle cui note anche l’arcivescovo anglicano e premio Nobel per la pace, Desmond Tutu, non seppe trattenere le lacrime e il suo volto campeggia ancora sulle t-shirt della gioventù sudafricana. Si tratta di Steven Bantu Biko, fondatore, nel 1970 in Sudafrica, del “Black Consciousness Movement”, il “Movimento per la coscienza nera”, e attivista simbolo della lotta all’apartheid. In occasione del trentesimo anniversario della sua morte, avvenuta il 12 settembre del 1977, la Fondazione che porta il suo nome ha organizzato un ciclo di eventi. Le celebrazioni avranno il loro culmine, mercoledì prossimo, a Città del Capo, quando il presidente sudafricano Thabo Mbeki pronuncerà un discorso in sua memoria. Steve Biko morì nel corso di un trasferimento da una prigione ad un’altra. Inizialmente le autorità sostennero che non era sopravvissuto allo sciopero della fame. Alcuni giornalisti riuscirono però a provare che la sua morte era stata causata da trauma cranico e la scoperta provocò l’indignazione della comunità internazionale, che per la prima volta adottò delle sanzioni contro il regime dell’apartheid. (V.F.)
Riunito oggi a Roma il Bureau politico dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa
◊ E’ riunito oggi a Roma il Bureau politico dell'Assemblea parlamentare, incaricato di decidere le linee politiche, i programmi e le strategie del Consiglio d'Europa per i prossimi dodici mesi. Partecipano alla riunione, ospitata nel Palazzo di Montecitorio, i presidenti delle delegazioni parlamentari dei 47 Paesi membri, oltre al presidente dell'Assemblea, René van der Linden, ai vice Presidenti, ai presidenti delle Commissioni parlamentari e dei Gruppi politici, al segretario generale, Terry Davis, al vice segretario generale, Maud de Boer Buquicchio, che avrà incontri istituzionali con i ministri italiani della Sanità, Bindi e della solidarietà sociale, Ferrero per parlare di inserimento dei rom, mobbing, violenze domestiche, sfruttamento sessuale dei minori. Nel pomeriggio i membri del Bureau incontreranno il presidente del Senato Marini e della Camera Bertinotti e si recheranno in Vaticano per visitare la Cappella Sistina. Sempre nel pomeriggio il presidente René van der Linden incontrerà al Quirinale il capo di Stato Napoletano. (R.G.)
Afghanistan: talebani pronti a discutere con il governo - Olmert e Abu Mazen a colloquio a Gerusalemme - Fallito attentato dell'Eta in Spagna
◊ I talebani sono pronti a discutere con il governo afgano. Lo ha affermato un portavoce del gruppo fondamentalista all'indomani dell'offerta di dialogo del presidente Hamid Karzai. Ieri il presidente Karzai si era detto nuovamente disposto a discutere con i talebani spiegando che “la pace non può essere realizzata senza negoziati”. Ogni afgano pronto a venire in questo Paese per aiutare l'Afghanistan a ritrovare pace, stabilità e sviluppo è il benvenuto, aveva detto ieri il capo dello Stato.
- Oggi è prevista l'audizione al Congresso del comandante in Iraq, David Petraeus, e dell'ambasciatore Usa a Baghdad, Ryan Crocker, sulla rafforzata presenza militare Usa che, secondo il presidente, sta dando frutti ma che invece, secondo gli oppositori, rappresenterebbe un fallimento. I due alti ufficiali americani che hanno il controllo delle operazioni militari in Iraq sarebbero in aperto dissenso sul futuro della presenza americana nel Paese del Golfo. Lo rivela il Washington Post, secondo il quale lo scontro tra il generale Petraeus, capo delle forze Usa in Iraq, e il suo diretto superiore, il comandante del Centcom, ammiraglio William Fallon, è venuto alla luce nel corso di un faccia a faccia con il presidente George W.Bush. Da parte sua, il premier iracheno Nuri al Maliki proprio oggi in un discorso davanti al parlamento sostiene che ''la violenza a Baghdad e in altre province irachene è diminuita del 75 per cento da quando è stato avviato il nuovo piano di sicurezza'' nel febbraio scorso.
Intanto, secondo il 'Wall Street Journal' il Pentagono si appresta ad avviare la costruzione della sua prima base militare accanto al confine con l'Iran e una serie di posti di controllo fortificati sulle strade che dall'Iran conducono a Baghdad, con lo scopo di interrompere il flusso di armi avanzate dalla Repubblica islamica alle milizie sciite irachene. C’è poi il triste bilancio di morti: ieri sette poliziotti sono stati uccisi e altri due feriti in un attacco contro un posto di polizia a Baiji, una città a maggioranza sunnita che dista 180 km a nord di Baghdad.
- Ehud Olmert ed il presidente palestinese Abu Mazen a colloquio nella residenza del primo ministro israeliano, a Gerusalemme. Parte dell'incontro fra i due statisti è previsto a quattr'occhi, mentre in un secondo tempo si uniranno a loro anche i più stretti consiglieri. Olmert ed Abu Mazen hanno intensificato i loro incontri nella speranza di mettere a punto un’intesa, anche di principio, in vista di una Conferenza di pace organizzata dagli Stati Uniti nel prossimo autunno. Nell’immediato sembra che Olmert consideri la possibilità di annunciare misure distensive in occasione del Ramadan, il mese di digiuno islamico che inizia fra pochi giorni.
Intanto in Israele c’è sconcerto per la vicenda della cellula dei giovani neo-nazisti ebrei arrestati ieri nella zona di Tel Aviv dopo essersi resi responsabili - secondo la polizia - di una serie di aggressioni e di vandalismi per diversi mesi. I giovani sono tutti originari della ex Urss, di età compresa fra 16 e 24 anni. Oggi si è appreso che uno di essi, un ex ufficiale delle forze armate israeliane, ha lavorato per un periodo di tempo nella sede dello Shin Bet (sicurezza interna).
Ancora Israele: Tel Aviv conferma la responsabilità nel rapimento di un esponente del braccio armato di Hamas a Gaza, Muhawesh al-Qadi Nuimat, noto anche con il nome di battaglia 'Abu Khaled'. L'uomo, secondo fonti palestinesi, è stato prelevato nella notte di venerdì nella zona di Rafah (Gaza) da uomini armati che vestivano la divisa della Forza esecutiva di Hamas. Solo l'indomani Hamas si è reso conto che era caduto nelle mani degli israeliani.
- L'Eta ci ha riprovato di nuovo, tentando di far esplodere un'autobomba davanti alla sede del ministero della Difesa a Logrono, nella regione della Rioja, nordovest della Spagna. L'attentato è fallito – c’è stata solo una piccola esplosione - per un errore tecnico, ma cresce la preoccupazione di cittadini, politici e servizi di sicurezza. E’ accaduto all'indomani di un comunicato, il primo dalla fine della tregua il 5 giugno scorso, con cui l'Eta, malgrado numerosi recenti arresti importanti e la liquidazione di uno dei suoi centri operativi chiave in Francia, annunciava nuovi attentati '''su tutti i fronti'' contro ''le strutture dello Stato spagnolo''. Nel comunicato l'Eta aveva accusato il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero di aver fatto fallire i negoziati per non voler fare le necessarie concessioni all'autodeterminazione basca.
- Il comandante di una stazione di polizia albanese è rimasto ucciso e due poliziotti sono stati feriti la scorsa notte durante una sparatoria nel villaggio macedone di Vaksince, nei dintorni di Kumanovo, 30 chilometri a nord di Skopje, capitale dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Hanno perso la vita anche due degli assalitori. Nel 2001 la regione, che è vicina al confine con il Kosovo, è stata teatro di un'insurrezione della guerriglia indipendentista albanese prima che fosse raggiunto un accordo di pace.
- Alcuni tiri di mortaio hanno colpito nella tarda serata di ieri abitazioni private a Mogadiscio, causando numerose vittime tra cui, sembra, una donna e i suoi tre figli. Molti anche i feriti. Lo riferiscono fonti locali, ma non ci sono per ora conferme ufficiali. Sarebbe l'episodio più grave avvenuto negli ultimi giorni nella capitale somala, dove comunque la tensione resta fortissima. Incessanti, gli scontri tra insorti e truppe fedeli al governo di transizione, massicciamente appoggiate da quelle etiopiche.
- I risultati definitivi delle elezioni politiche di venerdì scorso in Marocco confermano sostanzialmente quelli provvisori, resi noti sabato sera. La nazionalista Istiqlal si conferma come la prima forza politica nel Parlamento di Rabat, con 52 seggi. Il Partito della Giustizia e dello Sviluppo perde invece un seggio su quelli attribuiti a partire dai dati parziali e ottiene 46 seggi. Il Movimento Popolare ne perde tre, con 41 seggi. Ci sono poi la Riunione Nazionale degli Indipendenti (centrista liberale) con 39; l'Unione delle Forze Socialiste e Popolari con 38; il Partito del Progresso e del Socialismo con 17 seggi.
- Risultati ancora provvisori per il voto presidenziale e legislativo di ieri in Guatemala: a circa un quarto dei voti conteggiati, è in testa l’ex generale Otto Perez Molina che ha raccolto il 26% dei consensi. Sembra dunque certo che si farà il ballottaggio a novembre.
- Una seconda ondata di piogge torrenziali ha colpito il Bangladesh in meno di un mese, uccidendo 7 persone e lasciandone migliaia in seria difficoltà. Secondo le previsioni metereologiche piogge incessanti si accompagneranno al passaggio di un monsone almeno fino alla fine del mese.
- In relazione alla recente crisi dei mutui subprime americani il Fondo monetario internazionale taglierà le previsioni per la crescita mondiale. Per l’Europa il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia riconosce che sono aumentati i rischi di una crescita al ribasso.
- E l'economia giapponese ha registrato a sorpresa la più grave contrazione trimestrale da oltre quattro anni e la Borsa, ancora attanagliata dalle conseguenze della crisi dei mutui facilitati americani, e' tornata oggi sotto la 'soglia psicologica' dei 16.000 punti dell'indice guida Nikkei. L'imprevista serie di elementi negativi, che di fatto esclude qualsiasi rialzo dei tassi di interesse nel prossimo futuro, è stata attribuita dagli esperti soprattutto a un indebolimento degli investimenti, unito a un calo dei consumi e delle esportazioni.
- Il presidente russo Vladimir Putin è giunto stamani negli Emirati Arabi Uniti (Eau) dove avrà
colloqui con il suo collega degli Emirati, lo Sceicco Khalifa Bin Zayed Al Nahyan, in una visita già definita ''storica'' dalla stampa locale. E' infatti la prima volta che un capo di Stato russo si reca nella Confederazione dei sette emirati da quando sono state stabilite relazioni diplomatiche nel 1986. In agenda per i due leader la pace in Medio Oriente, le attività nucleari iraniane e la situazione in Iraq. I rapporti tra Emirati e Russia sono andati in crescendo negli ultimi anni passando da amichevoli dichiarazioni ad una solida cooperazione commerciale con contratti multimilionari nei settori energetico e militare.
- Il premier libanese Fuad Siniora ha presieduto a Beirut una riunione di donatori per raccogliere i circa 360 milioni di dollari necessari per la ricostruzione del campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, nel nord del Libano, devastato nei tre mesi di combattimenti - terminati il 2 settembre - tra esercito governativo e miliziani integralisti di Fatah al-Islam.
- L'Italia, ''nel solco della strategia avviata dall'Unione Europea'', intende stabilire un ''dialogo bilaterale strutturato e continuato'' con i cinque Paesi dell'area dell' Asia centrale, Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan. E' con questa dichiarazione di intenti che il sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti - insieme al presidente dell' Ispi, Boris Biancheri - ha dato il via questa mattina alla Farnesina alla conferenza 'Asia centrale, il ruolo dell'Italia e la prospettiva europea', alla quale partecipano il ministro degli Esteri uzbeko e i viceministri degli Esteri delle altre quattro Repubbliche centro-asiatiche, insieme all' inviato speciale dell' UE e al segretario generale dell'Osce. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 253
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.