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SOMMARIO del 06/09/2007
Il Papa incontra il presidente israeliano Peres
◊ Si è svolto stamani nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il colloquio, durato circa 35 minuti, tra il Papa e il presidente israeliano Shimon Peres, eletto lo scorso giugno alla massima carica dello Stato. Successivamente Peres ha parlato per altri 35 minuti con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e il segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti. E' la seconda volta che Benedetto XVI incontra il premio Nobel per la pace israeliano: la precedente udienza si era svolta in Vaticano il 6 aprile del 2006. Ma per i particolari dei colloqui odierni ascoltiamo il servizio di Sergio Centofanti.
“I cordiali colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - hanno permesso uno scambio di informazioni sulla recente ripresa dei contatti tra israeliani e palestinesi per riportare la pace in Terrasanta, nel rispetto delle Risoluzioni delle Nazioni Unite e degli Accordi finora conclusi. Si è auspicato che, nell’attuale contesto internazionale che sembra particolarmente favorevole, con la Conferenza internazionale programmata per il prossimo novembre, ciascuna delle Parti implicate compia ogni sforzo per rispondere alle attese delle popolazioni, stremate da una crisi che dura ormai da 60 anni e che continua a seminare lutti e distruzioni”. La Sala stampa riferisce inoltre che “si sono anche esaminati i rapporti tra lo Stato d’Israele e la Santa Sede, auspicando una rapida conclusione degli importanti negoziati ancora in corso e l’instaurazione di un dialogo costante tra le Autorità israeliane e le Comunità cristiane locali, in vista di una piena partecipazione di queste ultime alla costruzione del bene comune. Il Presidente Peres ha rinnovato al Santo Padre l’invito a visitare la Terrasanta”.
Al termine dell’incontro si è svolto il tradizionale scambio dei doni: il Papa ha regalato al capo di Stato israeliano la medaglia pontificia riservata ai presidenti. Shimon Peres ha donato al Pontefice un’opera originale del noto artista israeliano Jacob Agam intitolata ''Preghiera virtuale per la riconciliazione e la pace”: si tratta di un oggetto semitrasparente di una trentina di centimetri che a seconda delle angolazioni lascia intravedere una croce, una mezzaluna o la stella di Davide.
“La Chiesa non cerca di imporsi”: così il Papa ai vescovi di Cambogia e Laos in visita ad Limina sottolineando “le difficoltà della vita quotidiana” in cui operano
◊ Le “condizioni difficili e la grande diversità di situazioni” che caratterizza l’impegno pastolare in Laos e in Cambogia: al centro del discorso del Papa ai vescovi dei due Paesi ricevuti stamane in visita ad Limina. Il servizio di Fausta Speranza:
Benedetto XVI ha parole di incoraggiamento per i vescovi dei due Paesi asiatici: sottolinea “le prove” che affrontano e la “forza interiore” che manifestano malgrado le “difficoltà della vita quotidiana”. Saluta calorosamente i sacerdoti, in particolare – dice – quanti hanno maturato la vocazione nelle comunità dei rispettivi Paesi. Esprime riconoscenza per i missionari, per la loro “eloquente testimonianza”, e si augura che porti frutto un impegno a proclamare la parola di Cristo Salvatore “in un modo che tenga conto della sensibilità dei popoli rendendola intellegibile per le loro mentalità e culture”. Di religiosi e catechisti, ma anche di molti fedeli, il Papa sottolinea “l’impegno coraggioso al servizio del Vangelo”. In particolare per la Cambogia sottolinea la lunga storia dei cristiani nell’area, ricordando che di recente la Chiesa ha festeggiato i 150 anni di presenza. E il Papa ribadisce che nel suo annuncio, “la Chiesa non cerca di imporsi, testimonia la sua considerazione per l’uomo e per la società nella quale vive”. “I cattolici manifestano la loro identità, afferma aggiungendo che lo fanno “rispettando le altre tradizioni religiose e le culture dei popoli”. E poi esprime l’invito a “un dialogo autentico con i membri delle altre religioni”, indicando come obiettivi “la ricostruzione” della Cambogia e del Laos e “la promozione del bene comune”. E anche in relazione al bene del Paese il Papa parla di giovani: “si confrontano spesso con situazioni complesse – dice - che esigono un’adatta attenzione pastorale”. L’auspicio è che facciano propri “i valori familiari come il rispetto per i genitori, l’amore per le persone anziane e i malati, l’amore per i bambini che – ricorda Benedetto XVI – “sono tenuti in grande considerazione in tutte le culture e le tradizione religiose dell’Asia”. Dell’impegno della Chiesa cattolica nel sociale il Papa afferma che “viene apprezzato dalle rispettive popolazioni e dalle autorità” e poi, riprendendo quanto scritto nell’Enciclica Deus caritas est, definisce “molto importante che l’attività caritativa della Chiesa mantenga tutto il suo splendore e non si dissolva in un’organizzazione comune di assistenza divenendone una semplice variante”.
L’impegno della Chiesa contro la pena di morte e le torture in carcere: in udienza dal Papa i partecipanti al XII Congresso mondiale della pastorale carceraria
◊ Le grandi sfide umane e spirituali che ogni giorno si trovano ad affrontare i cappellani nelle prigioni di tutto il mondo: ne ha parlato oggi il Papa ricevendo i partecipanti al XII Congresso mondiale della Commissione internazionale della pastorale cattolica nelle carceri, organizzato a Roma sul tema “Scopri il volto di Gesù in ogni detenuto”. Circa 250 i delegati riuniti nella Sala degli Svizzeri del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, accompagnati dal presidente della Commissione, il dott. Christian Kuhn. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Un vivido incontro con il Signore”, il vostro ministero, ha detto Benedetto XVI, un ministero che “richiede pazienza e perseveranza”, costellato sovente da “delusioni e frustrazioni” e che trova nello stretto legame con i vescovi il sostegno e la guida necessari “per accrescere la consapevolezza” di “una missione vitale”, d’incoraggiamento per la comunità cristiana locale ad unirsi in opere di misericordia, portando arricchimento alla vita ecclesiale della diocesi. Una missione - ha aggiunto il Papa rivolto ai cappellani e ai loro collaboratori – capace “di condurre coloro che voi servite al cuore della Chiesa universale, soprattutto attraverso la partecipazione regolare alla celebrazione dei sacramenti della Penitenza e della Sacra Eucaristia”. Se “i detenuti - ha osservato il Santo Padre - facilmente possono essere sopraffatti da sentimenti di isolamento, vergogna e rigetto che minacciano di distruggere le loro speranze e aspirazioni per il futuro”, voi siete chiamati, in questo contesto, “ad essere messaggeri dell’infinita compassione e del perdono di Dio”. “In collaborazione con le autorità civili, siete impegnati nel gravoso compito di aiutare i carcerati a riscoprire il senso di un progetto, cosicché, con la grazia di Dio, questi possano riformare le loro vite, riconciliarsi con le loro famiglie ed amici, e per quanto possibile, assumere le responsabilità e i doveri che li renderanno capaci di condurre vite rette ed oneste nella società”. “Le istituzioni giudiziarie e penali – ha sottolineato Benedetto XVI - giocano un ruolo fondamentale nel proteggere i cittadini e salvaguardare il bene comune” ma allo stesso tempo devono aiutare a riabilitare chi ha sbagliato e facilitare “la loro transizione dalla disperazione alla speranza dalla deresponsabilità alla fiducia”. Da qui la raccomandazione del Papa perché le pubbliche autorità siano sempre vigilanti in questo compito evitando ogni misura punitiva o correttiva che possa minare o degradare la dignità umana dei prigionieri. Per questo “ribadisco – ha ammonito Benedetto XVI - che il divieto contro la tortura non può essere contravvenuto in qualunque circostanza”.
Da parte sua il dott. Christian Kuhn, presidente della Commissione internazionale della pastorale cattolica nelle carceri, cui partecipano 100 Paesi, ha sottolineato lo scopo del Congresso di Roma di richiamare l’attenzione del mondo sulla sorte di oltre 9 milioni di persone detenute nelle prigioni e di conferire nuovo slancio al lavoro di assistenza materiale e spirituale ai carcerati, per affrontare le più gravi sfide, in primo luogo “il sempre allargato uso della pena di morte”, il ricorso alla tortura, e le condizioni inumane di molti istituti penitenziari.
L'importanza del dialogo interreligioso al centro dell'incontro tra Benedetto XVI e il principe saudita Al Faisal
◊ Sempre stamani il Papa ha ricevuto il principe Saud Al Faisal, ministro degli Esteri del Regno dell'Arabia Saudita. “Nel corso del cordiale colloquio – rileva un comunicato della Sala Stampa vaticana - sono stati affrontati diversi argomenti di interesse comune, e, principalmente, la difesa dei valori religiosi e morali, il conflitto mediorientale, la situazione politica e religiosa in Arabia Saudita, l’importanza del dialogo interculturale e interreligioso e il contributo dei fedeli delle diverse religioni alla promozione dell’intesa fra gli uomini e i popoli. A questo scopo si è auspicato di attivare iniziative comuni a favore della pace”.
Inizia domani la visita pastorale del Papa in Austria, in occasione dell'850° di fondazione del Santuario di Mariazell
◊ L’Austria si prepara a “guardare a Cristo”, incoraggiata dal motto del settimo viaggio apostolico internazionale di Benedetto XVI, che alle 9.30 di domani decollerà dall’aeroporto di Ciampino alla volta di Vienna. Molti gli appuntamenti condensati nei tre giorni della visita, che si concluderà domenica sera: il più importante sarà il pellegrinaggio che il Papa compirà a Mariazell, uno dei più antichi Santuari al mondo, che attende Benedetto XVI per celebrare i suoi 850 anni di vita. Il servizio dal nostro inviato a Vienna, Alessandro De Carolis:
Al Santuario di Mariazell “il Papa è di casa come in nessun altro Santuario”. A sostenerlo da tempo è il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, che stamattina, durante una conferenza stampa, ha detto di sperare in un “effetto di lunga durata” della visita. Ma lo ha confermato anche Benedetto XVI quando, pochi giorni fa, confidava in una lettera ai giornali diocesani austriaci che quel Santuario arroccato a 870 metri su una delle splendide colline della Stiria - “cuore” spirituale ma anche geografico dell’Austria - è da lui particolarmente amato perché lo riporta indietro di settant’anni, a quelle passeggiate con le quali, da bambino, “sconfinava” con i suoi genitori dalla Baviera in Austria, attraverso il ponte sulla Salzach. A meno di 24 ore dall’arrivo, sotto un cielo scuro e la pioggia a tratti battente che sta flagellando da due giorni buona parte del Paese e che toglie forza alle tinte rosse e bianche del Santuario e al verde brillante della natura circostante, Mariazell dà gli ultimi ritocchi al luogo dove quel bambino tedesco oggi ritorna nelle vesti di Pontefice per celebrarne gli 850 anni di fondazione, e dove tre anni fa aveva già sostato in quelle di cardinale: una gradinata da alcune centinaia di posti è stata allestita all’aperto, di fronte all’ingresso del Santuario, ma altre decine di migliaia di persone - forse 50-60 mila - potranno trovare posto in un luogo che, per la sua conformazione, non consente raduni di folle più consistenti.
A Vienna, l’imminente arrivo del Papa lo si coglie in particolare, specie del centro, dai manifesti con l’effigie di Benedetto XVI qua e là sulle strade, alcuni dei quali promettono uno dei “miracoli” della comunicazione moderna: “Papst on handy”, il Papa sul telefonino. Quella tradizionale invece, la stampa, presenta l’evento con registri diversi. Su tutti, il Kronen Zeitung, il quotidiano più letto e più popolare d’Austria, ha un richiamo in prima pagina e 4 interne dedicate al viaggio, con un articolo generico, all’interno dello speciale, che offre alcune istantanee emblematiche dell’attuale Pontificato, dall’Enciclica Deus caritas est, al libro del Papa su Gesù, dal Motu Proprio sulla Messa in latino al discorso di Ratisbona.
La tappa mariana del pellegrinaggio a Mariazell, che occuperà tutta la giornata dell’8 settembre, fa da spartiacque alle altre due del viaggio apostolico. La prima, domani, vedrà Benedetto XVI intrattenersi con le autorità austriache, dal presidente, Heinz Fischer, ai diplomatici accreditati non solo presso la Repubblica, ma anche presso le agenzie internazionali che hanno sede a Vienna, come l'OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, o l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia atomica. Importante, poco dopo il suo arrivo a Vienna, la sosta che il Papa compirà davanti al memoriale della Shoah situato nella Judenplatz, che ricorda i 65 mila ebrei austriaci uccisi dai nazisti. L’ultima giornata della visita papale sarà dedicata a Vienna e ai viennesi, ma anche ai tanti fedeli che confluiranno sulla città che fu degli Asburgo da tutta l’area mitteleuropea. La mattina del 9, Benedetto XVI presiederà la Messa nello “Stephansdom”, il celebre Duomo di Santo Stefano, mentre nel pomeriggio, nell’altrettanto famosa “Konzerthaus”, la Casa dei Concerti”, il Papa saluterà i viennesi, specialmente quelli impegnati nel mondo del volontariato. Ma prima, il saluto di congedo di Benedetto XVI avrà raggiunto un altro dei poli spirituali dell’Austria e del centro Europa: l’Abbazia di Heiligenkreuz, magnifico tempio romano-gotico del 1200, che con le sue navate altissime di nuda roccia testimonia che il cristianesimo in Austria e nel Vecchio continente ha radici più antiche e salde anche dei più seducenti relativismi dei nostri tempi. (Da Vienna, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana)
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Servizio vaticano - Un articolo di Giampaolo Mattei dal titolo "Ai piedi della Madonna di Mariazell": nella mattina di venerdì 7 inizia il viaggio apostolico in Austria di Benedetto XVI, in occasione dell'850 anniversario della fondazione del Santuario mariano.
Servizio estero - Iraq: raid areo Usa a Baghdad provoca 14 morti.
Servizio culturale - In ricordo di Luciano Pavarotti un articolo di Marcello Filotei dal titolo "Uno straordinario interprete lirico rapito dalle sirene del successo popolare".
Servizio italiano - In rilievo il tema della sicurezza.
Embrione uomo-animale. Mons. Sgreccia: "mostruoso". Il genetista Vescovi: "interessi economici enormi"
◊ “Un fatto mostruoso”: così mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita sulla comunicazione dell’Autorità britannica per la fertilizzazione e l'embriologia di consentire in via di principio la creazione di embrioni uomo-animale a scopo di ricerca. “E’ necessario che la comunità scientifica si mobiliti quanto prima”, ha ribadito mons. Sgreccia, mentre è stato reso noto che le modalità sul se e come applicare le tecniche di ibridazione nei laboratori potrebbero essere decise il prossimo novembre. Ascoltiamo lo stesso mons. Sgreccia al microfono di Massimiliano Menichetti:
R. – Questo fatto è mostruoso. Finora, in tutti i codici internazionali era l’unica tra le fecondazioni artificiali esclusa, per l’offesa alla dignità umana, per il rischio di produrre dei mostri e quindi per un fattore morale altamente significativo. Riteniamo che anche questo nuovo governo inglese abbia ceduto ad una richiesta di un gruppo di scienziati, pare contro la maggioranza del parere dei cittadini e in ogni caso certamente contro la morale, non soltanto la morale cattolica o dei gruppi religiosi, dei gruppi pro-life, ma contro la morale razionale, che finora risultava ben chiara in tutte le carte internazionali.
D. – Manipolazioni, ibridazione, clonazione: altra frontiera infranta nel Regno Unito. Diversi scienziati affermano che queste sperimentazioni serviranno a sconfiggere mali oggi incurabili. Come rispondere?
R. – Questo è sempre il pretesto, la scusa per cui finora hanno giustificato la clonazione, l’uso delle cellule staminali, embrionali e quant’altro. Però, oltre al fatto che di risultati non se ne sono visti, si ritiene che in ogni caso l’esperimento quando è inumano, quando è illecito per una ripugnanza razionale, non possa essere fatto neanche per la speranza fantastica di ricavarne successi. I successi, se ci sono, devono venire con mezzi umani. Il bene deve essere fatto con mezzi buoni, altrimenti applichiamo il machiavellismo più spietato alla scienza e alla sperimentazione scientifica.
D. – La scienza quindi deve avere dei limiti quando è in gioco la dignità umana …
R. – E’ ovvio, dovrebbe essere elementare. Dovrebbe ripugnare anzitutto lo scienziato, perché squalifica la sua stessa professione, il suo stesso lavoro. Non contro l’uomo si fa la scienza. La sperimentazione sull’uomo vivente con la sua soppressione finora era stata solo dei campi di concentramento e per questo fu dal mondo unanimemente condannata. Questa sperimentazione è stata sempre proibita dal Codice di Norimberga, dai Codici di Helsinki e così via. Ora, perchè questo nelle fasi primitive avviene nei laboratori targati scientificamente, non significa che diventi lecito.
“L’ibridazione uomo animale dal punto di vista scientifico non serve a nulla”. E' la reazione del genetista Angelo Vescovi, condirettore dell’Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano e professore di biologia molecolare all’Università Bicocca, il quale ribadisce che l’Autorità britannica per la fertilizzazione e l'embriologia pur dando la notizia della possibile creazione di embrioni chimera ha rimandato a novembre la probabile decisione:
R. – Questa è un’operazione mediatica che ha quasi dello scandaloso. Che cosa vuol dire e perché è stata fatta? Il problema è quello di testare il polso all’opinione pubblica mondiale. Hanno dato una notizia, ma la decisione non è ancora presa. Se non ci sarà una sollevazione popolare andranno avanti. Se vedranno che le reazioni saranno particolarmente violente probabilmente si fermeranno.
D. - Da più parti si invoca una risposta a livello mondiale degli scienziati contro questo tipo di sperimentazione...
R. – Lo escludo totalmente che ci sia una riposta negativa a livello mondiale, perché c’è questa idea che la scienza debba essere un’attività completamente libera.
D. – Ma per lei, che è uno scienziato, è davvero così?
R. – Sono contrario a questo. La ricerca deve essere libera al massimo, ma nel rispetto delle regole etiche e morali della società. E’ difficile però che gli scienziati si mettano contro i loro stessi colleghi, anche se non sono in accordo.
D. – Ma allora come si scioglie questo nodo?
R. – La riposta la si dà con i fatti. Che cosa vuol dire? Loro dicono che devono fare questo tipo di ricerca per curare l’Alzheimer, il Parkinson, le malattie neurodegenerative. Ed io gli rispondo – chiedo che qualcuno si alzi e mi smentisca una volta tanto – che questi tipi di sperimentazione in particolare o, comunque, in generale per le malattie neurodegerative, sono già possibili da domani mattina. Sa qual è il problema? Il problema è che non ci sono i soldi per farla.
D. – Si può fare come?
R. – Si può fare utilizzando le cellule staminali cerebrali umane, che sono già disponibili, e può essere allargata ad un enorme numero di malattie neurodegenerative. La risposta lei gliela dà avviando le sperimentazioni cliniche con delle cellule eticamente accettabili e facendo vedere che la sperimentazione è iniziata. Questi signori riescono a vendere una notizia, parlando di una cosa che non ha nessun senso dal punto di vista tecnico, perché le cellule che loro produrranno non si potranno mai trapiantare e non sono in grado di prevedere o monitorare la malattia come modello di sperimentazione, perchè hanno dentro dei pezzi di mucca o, comunque, di un altro animale, che sono quei pezzi critici che servono invece a studiare la malattia umana. Studieremo il Parkinson nei cavalli, immagino.
D. – Ma allora, perché ci si accanisce con la sperimentazione sugli embrioni e non si seguono altre vie, come quella che lei ha appena tratteggiato?
R. – Questo è un tipo di ricerca che appare, almeno tecnicamente, molto più facile. Quindi, anche gente con una qualificazione media, o anche bassa, può permettersi di parlare di argomenti e di prospettare potenzialità future per la ricerca e per la terapia che altrimenti non si potrebbe permettere. Secondo, c’è una scuola di pensiero che è quella che ho delineato prima, e cioè che la ricerca deve essere assolutamente libera di fare qualunque cosa. La terza cosa è che ci sono dei fortissimi, enormi interessi economici. Siccome storicamente il modo di produrre cellule per la terapia, attraverso questa via della clonazione, passa attraverso questo tipo di esperimenti, tutti i brevetti sono su questa via e ai gruppi finanziari che supportano questo tipo di attività interessa questa via. Non ha nessuna importanza, né rilevanza che ci siano vie alternative probabilmente più sicure e più efficaci.
Il cardinale Kasper a Sibiu: carità e verità nell'ecumenismo
◊ Una riflessione biblica del cardinale arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi ha aperto oggi la seconda giornata dei lavori dell’Assemblea ecumenica europea in corso a Sibiu, in Romania. L’importante evento riunisce oltre 2mila delegati cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti del Vecchio continente. Al centro della giornata odierna il tema “La luce di Cristo e l’Europa”. Ma diamo la linea al nostro inviato Fabio Colagrande:
Nella sua seconda giornata di plenarie e forum l’assemblea ecumenica di Sibiu riflette oggi sulla necessità di ridare profondità alla testimonianza di fede dei cristiani in Europa, superando una visione meramente culturale del cristianesimo per permettere ai credenti di presentarsi ai leader della politica come interlocutori inderogabili. Il processo di unificazione, il dialogo interreligioso e le migrazioni, in un continente sempre più multiculturale e multietnico, sono i temi in agenda per i colloqui tra cattolici, protestanti e ortodossi.
La conferma autorevole di quanto l’Unione Europea faccia affidamento sul contributo delle chiese e delle comunità religiose è arrivata subito dal presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, presente oggi nel capoluogo della Transilvania.
Dopo aver ricordato la portata storica del cammino ecumenico iniziato nel 1989 a Basilea, Barroso ha sottolineato come il Trattato Europeo, appena modificato, riconosca espressamente il contributo specifico delle chiese e delle comunità religiose all’unificazione, un ruolo ancora più pertinente - ha specificato - quando si iscrive in uno spirito ecumenico.
Il Presidente della Commissione Europea si è riferito esplicitamente al ruolo determinante di Giovanni Paolo II nella riunificazione tra l’est e l’ovest europei, ricordando come grazie alla sua opera ecumenica il vecchio continente possa oggi respirare ‘a pieni polmoni’.
Solo fondandosi su precisi valori – ha aggiunto poi - l’Unione potrà essere molto di più di un mercato o di una società d’interessi. ‘Sono sicuro che l’Europa potrà contare su di voi’ - ha concluso – per superare le divisioni e ottenere quella che, con un’espressione ecumenica, si definisce ‘diversità riconciliata’.
Ieri a Sibiu si sono confrontati il cardinal Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e il vescovo Huber, presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania. Il porporato tedesco è tornato sulle critiche che dal mondo evangelico sono giunte al recente documento della Congregazione per la Dottrina della Fede che ribadisce le affermazioni del Concilio circa la sussistenza della Chiesa di Cristo solo in quella Cattolica. ‘Non era nelle nostre intenzioni ferire o sminuire chicchessia – ha sottolineato il cardinale Kasper – ma solo il dialogo nella verità può sostenerci nell’andare avanti’. Secondo il prof. Huber la pretesa di una Chiesa sola di essere la realizzazione della realtà di Cristo appesantisce il cammino ecumenico e richiede un nuovo comune approccio per superare lo stallo. ‘Continuiamo comunque il nostro viaggio insieme – ha detto il pastore evangelico – guidati dallo Spirito Santo’. Ma ecco come ai nostri microfoni il cardinale Walter Kasper risponde alle polemiche giunte in proposito dal mondo protestante:
R. – La prima risposta è che questo documento non contiene nulla di nuovo, è una ripetizione di affermazioni che la Comunicazione e il Concilio Vaticano II, soprattutto, hanno già fatto molti anni fa. Il secondo punto è che questo documento dice che le comunità non sono chiese nel vero senso della parola, ma in un senso analogo. Hanno, infatti, un’altra concezione ecclesiologica rispetto a quella che abbiamo noi. Penso che si possa sdrammatizzare così questa discussione.
D. – Lei ha detto “non è il tempo delle coccole ecumeniche, bisogna guardare anche alle ferite”...
R. – Sì, si devono conoscere queste ferite, ma non mettere sempre il dito nella piaga. Questo non aiuta. Questo documento è una sfida, un invito a discutere i problemi che ci sono, perchè le differenze ecclesiologiche derivano dal non avere un’eucaristia in comune. Questo è il punto nodale ed è una discussione molto importante.
D. – Lei ha parlato di una terapia: la terapia della purificazione della memoria...
R. – Questa purificazione della memoria è una formula di cui ha parlato spesso Papa Giovanni Paolo II, questo è vero. Abbiamo una lunga storia in comune, una storia di polemiche, di fatti non buoni dalle due parti e questo ci deve parlare affinché vediamo questi fatti del passato con occhi riconciliati e un cuore riconciliato.
D. – Cosa si aspetta da Sibiu, cosa potrebbe nascere?
R. – Il punto più importante è che tutte le Chiese cristiane qui presenti dicano “Noi vogliamo avanzare insieme sulla scia dell’ecumenismo e vogliamo collaborare nelle questioni pratiche per l’Europa, per i valori cristiani”. Questo segnale è molto importante.
D. – Non c’è rischio che l’ecumenismo della carità sia l’unico e quello della verità non vada avanti?
R. – Questo non può essere, perché la carità senza la verità è vuota. Ma anche la verità senza la carità è troppo rigida. Le due devono, quindi, stare insieme.
Un simposio in Groenlandia esamina la questione dello scioglimento dei ghiacci
◊ All’udienza generale di ieri, Benedetto XVI ha voluto inviare un saluto ai partecipanti al Simposio “Artico: specchio di vita”, che si ritrovano in queste ore in Groenlandia per dare il via domani ai lavori fino al 12 settembre. Si tratta del nuovo appuntamento con cui il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, e l’Organizzazione non governativa Religione Scienza e Ambiente chiamano a raccolta leader religiosi, scienziati, ambientalisti, politici e giornalisti per fare il punto sulla salvaguardia del Creato, di fronte ad un progresso economico e tecnologico spesso senza coscienza dei propri limiti. Dell’argomento, parlarono proprio il Pontefice ed il Patriarca Bartolomeo I, nel loro storico incontro a novembre 2006 a Istanbul, in Turchia, siglando una dichiarazione comune ed incoraggiando sforzi profondi in favore del Pianeta. Ma esiste oggi un’etica del progresso applicabile all’ambiente? Risponde il prof. Antonio Gaspari, direttore del master in Scienze Ambientali all’Università Europea del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma, intervistato dalla nostra inviata al Simposio in Groenlandia, Giada Aquilino:
R. – Assolutamente sì. La Gaudium et Spes già parlava dell’importanza del progresso e dello sviluppo, intesa come continuazione dell’opera di Dio. Ma faceva, ovviamente, riferimento anche ad uno sviluppo della coscienza umana, perché il problema che noi abbiamo oggi è quello relativo al degrado morale, che non corrisponde ad un progresso scientifico e tecnologico come mai nella storia. Questa è la contraddizione e quello che sia il Santo Padre che le Chiese ortodosse denunciano è un degrado morale che si riflette anche come problema ambientale.
D. – Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, ricordando le parole di Giovanni Paolo II, sottolinea come il potenziale tecnologico possa essere usato sia come per il progresso dell’uomo sia per la sua degradazione. Quando si può parlare di retta applicazione della tecnologia?
R. – La tecnologia se rettamente applicata è un bene, nel senso che deve garantire una riduzione dell’utilizzo delle materie prime, una riduzione dell’uso dell’energia, una più grande produttività ed un abbassamento dei prezzi. Per quanto riguarda la dottrina sociale questo è ben chiaramente espresso sia dalla Gaudium et Spes, sia anche dai vari documenti e pronunciamenti pontifici. Giovanni Paolo II su questo era più volte tornato, dicendo che la tecnologia che inquina può anche disinquinare e la ricchezza che viene prodotta può anche essere distribuita. La Chiesa non è mai stata contro lo sviluppo e contro il progresso, ma la Chiesa ribadisce che ci vuole una visione etica dello sviluppo e del progresso, soprattutto finalizzata al bene comune e al bene dell’umanità.
D. – Oggi, di fronte all’inquinamento ambientale, che nella Regione Artica e non solo sta causando l’innalzamento delle temperature con il conseguente scioglimento dei ghiacci, si può parlare di ecologia umana?
R. – Dobbiamo parlare di ecologia umana. Il Santo Padre Benedetto XVI in un recente discorso, ricevendo i membri della Pontificia Accademia delle Scienze, ha precisato il ruolo dello scienziato. Lo scienziato ha una grande responsabilità, perché da una parte deve riconoscere che la scienza non riesce a comprendere il tutto e dall’altra anche riconoscere e non utilizzare dati parziali o visioni particolari per favorire catastrofismo, pessimismo ed altro. E’ chiaro però, dall’altro lato, che la crescita e la conoscenza scientifica ci permettono di prevedere, agire e di fare delle azioni di bene anche in campo climatico. Per quanto riguarda, poi, la questione dello scioglimento dei ghiacciai bisogna dire che non è la prima volta che accade: è accaduto più volte nella storia, così come è accaduto più volte che i ghiacci crescessero. In particolare la Groenlandia è stata scoperta in un periodo in cui faceva molto caldo e “Groenlandia” è l’espressione di “terra verde”, perché quando fu scoperta era in parte libera dai ghiacci. Il problema è che di fronte a questo riscaldamento globale, c’è una discussione molto forte e cioè se questa è dovuta alle attività umane o se è dovuta solamente o in maniera maggioritaria ad attività naturali. Indipendentemente da questo dibattito, la Chiesa ha recentemente riunito gli esperi al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, con il cardinale Martino, per discutere appunto dei cambiamenti climatici, ribadendo la concezione dell’ecologia umana, che è stata lanciata per la prima volta da Giovanni Paolo II nel 1991 con la Centesimus Annus, e che fondamentalmente evidenzia il rispetto della persona dal suo concepimento alla morte naturale, la famiglia che è la scuola di umanizzazione della società e poi il lavoro, lo sviluppo e l’educazione.
Si è spento Luciano Pavarotti
◊ Cordoglio nel mondo della musica e della cultura per la morte del tenore Luciano Pavarotti, avvenuta questa mattina nella sua villa a Santa Maria del Mugnano, nella campagna alle porte di Modena. L’artista, che a ottobre avrebbe compiuto 72 anni, era da tempo malato di un tumore al pancreas e l’anno scorso aveva già subito un’operazione. La notizia ha fatto in breve il giro del mondo. I funerali saranno celebrati sabato mattina nel Duomo di Modena. Una carriera lunga oltre 46 anni. Il nostro collega Marco Guadagnini, responsabile dei Programmi musicali della Radio Vaticana, ci traccia un profilo del grande tenore modenese:
Sempre sulla breccia, sempre con il sorriso largo, cordiale, emiliano direi, che contraddistingueva il suo rapporto con gli altri, una carriera che possiamo dividere in tanti settori, con luci alterne, con un progressivo intensificarsi dell’aspetto mediatico – diciamo pure appariscente – del personaggio, i mega-concerti “Pavarotti and friends” a Londra e New York, le performances spesso più circensi che musicali dei tre tenori. Di Pavarotti, però, possiamo dire con sicurezza che aveva la cosiddetta “voce firmata”. Bastavano due note per riconoscere lo squillo di “Big Luciano”, anche quando la sua ugola – privilegiata dalla natura e plasmata dallo studio rigoroso – mostrava, dai sessant’anni in poi, i segni del tempo. Nel pieno fulgore dei suoi mezzi, Pavarotti ha avuto pochi rivali con intonazione, colore e fraseggio, ma quello che mi ha sempre sbalordito del tenore modenese è la dizione impeccabile. E’ raro sentire un’aria d’opera o da camera magari sconosciuta senza perdere qualche parola del testo, ma con Pavarotti questo non accadeva. A chi ama la lirica verranno in mente appuntamenti memorabili: il “Ballo in maschera” diretto da Bartoletti nel 1970, dove affiancava una Tebaldi nel suo splendido tramonto, e la “Bohème” diretta da Karajan nel 1972, dove era al fianco della sua cara amica e coetanea Mirella Freni. A differenza di grandi artisti del passato che hanno lasciato soltanto una traccia negli scritti ammirati dei contemporanei, Pavarotti è stato prodigo di suoni ed immagini che resteranno negli archivi a testimoniare la sua grandezza di cantante.
Il cardinale Scola consegna il Premio Robert Bresson al regista Sokurov
◊ Il regista russo Aleksandr Sokurov ha ricevuto questa mattina il Premio Robert Bresson nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia. Il servizio è di Luca Pellegrini.
E’ stato il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, a consegnare questa mattina ad un emozionato Aleksandr Sokurov il premio Robert Bresson, assegnato dalla Rivista del Cinematografo in collaborazione e con il patrocinio dei Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali. Erano presenti le massime autorità istituzionali e politiche e il presidente dell’Ente dello Spettacolo, mons. Dario Viganò. Al Patriarca, appassionato da sempre di cinema, abbiamo chiesto se può a suo avviso ritenersi ancor oggi un’oasi privilegiata in cui culture e persone si incontrano:
R. – Può essere un luogo di scambio assai privilegiato e molto potente tra gli uomini, e può essere un’occasione veramente profonda per penetrare nel cuore dell’uomo e nel cuore dei popoli.
D. – Eminenza, quale secondo lei il peso del cinema nella formazione delle coscienze e dell'identità cristiana?
R. – Il cinema parla il linguaggio simbolico, cioè mette in relazione le persone con le circostanze, con i rapporti e con gli elementi essenziali della vita quali sono gli affetti, il lavoro, il riposo, i conflitti, le contraddizioni, le possibilità di edificazione, di costruzione di pace ... E quindi, può affrontare la totalità dell’umana esperienza secondo la forza dei suoi strumenti espressivi e aiutare milioni di persone a conoscersi meglio ed a conoscere meglio la realtà in cui sono immersi. Certamente, questo viene incontro anche ai cristiani, perché i cristiani sono i più realisti tra gli uomini, perché Gesù è venuto esattamente per insegnarci a stare dentro alla realtà. L’autentica fede si vede da come funziona la realtà quotidiana, da come incide sul mio modo di vivere quotidianamente. Il cinema, con la sua forza espressiva, può certamente essere un elemento privilegiato per aprire un approfondimento dell’umano e quindi anche della fede.
D. – Come bilanciare, Eminenza, la libertà dello sguardo - del regista prima e dello spettatore poi - con la capacità e necessità di formare un obiettivo giudizio critico?
R. – Secondo me, non bisogna separare questi due elementi, perché lo sguardo porta già dentro tutta la mia umanità; e la vista – come diceva già Agostino – è il più forte di tutti i nostri sensi, perché attraverso la capacità di cogliere la forma, la figura, la bellezza della realtà, provoca la nostra personalità fino in fondo e quindi orienta immediatamente con un “sì” o con un “no” anche il nostro giudizio. E’ chiaro che poi si può sempre ritornare su ciò che lo sguardo ha intravisto. Ma prima di tutto, bisogna guardare come fanno i bambini, con grande apertura e con disponibilità allo stupore per potere cogliere fino in fondo il messaggio.
D. – Eminenza, potrebbe sottolineare per noi una delle motivazioni che hanno portato a premiare proprio il russo Sokurov e, da questo, mettere in evidenza le qualità intrinseche del cinema contemporaneo?
R. – Aleksandr Sokurov certamente ha mostrato, per esempio in “Arca Russa”, una grande efficacia proprio nell’aiutare lo spettatore a penetrare in profondità l’umano, così come molti grandi della storia del cinema, anche del nostro cinema italiano. Si è discusso molto in questi giorni intorno al Festival di Venezia sulla situazione del cinema italiano, si è parlato dell’esigenza di una nuova identità e io credo che il cinema sia luogo privilegiato di comprensione del reale, perciò è luogo di educazione nella bellezza, quindi di una educazione secondo forme leggere che risollevano lo spirito: è la ragione per cui uno vede un film ...
Nel 10.mo anniversario della morte, tutto il mondo ha ricordato ieri Madre Teresa di Calcutta
◊ A dieci anni dalla morte, tutto il mondo ha ricordato Madre Teresa. A Calcutta, la città indiana dove la religiosa ha operato, centinaia di persone si sono riunite in una processione a lume di candela per raggiungere la tomba della missionaria, nella casa delle Missionarie della Carità. All’arrivo, tutti hanno partecipato alla Messa celebrata dall’arcivescovo della città, mons. Lucas Sirkas, che ha detto: “Tutti ci aspettiamo che Madre Teresa sia presto dichiarata santa, perché ha vissuto come una santa. I santi sono coloro che non vivono per se stessi, sono un dono per gli altri, per la Chiesa e l’umanità”. Persone di diverse caste e religioni hanno poi partecipato in silenzio alle preghiere condotte dalle suore. Fianco a fianco sedevano ospiti internazionali e poveri. Sempre a Calcutta, un’altra Messa è stata celebrata in una casa di accoglienza per bambini, dove le Missionarie offrono aiuto ai neonati abbandonati, orfani o salvati dall’aborto. “Penso – diceva Madre Teresa, nel 1994 – che il più grande distruttore della pace sia l’aborto. Se accettiamo che una madre possa uccidere il proprio bambino, come potremmo dire alla gente di non uccidersi gli uni con gli altri?”. Nello Stato meridionale di Karnataka, l’arcivescovo di Bangalore, mons. Bernard Mores, ha rivelato all’agenzia AsiaNews di aver scoperto all’interno di una casa di accoglienza per bambini, una statua dedicata alla Beata. Anche a Bhadra, nello Stato di Gujarat nell’India occidentale, molte persone si sono radunate nella piazza che porta il nome della missionaria. Proprio in questo Stato, nel 1975, le Missionarie della Carità aprirono il primo centro di accoglienza. Oggi, sono decine le case che ospitano orfani, lebbrosi, disabili e moribondi. A Roma, invece, è stato il vicario del Papa, mons. Angelo Comastri, a presiedere la Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano. Inoltre, fino a domenica prossima sarà aperta presso i locali del Pontificio seminario Maggiore di San Giovanni in Laterano, una mostra fotografica sulla vita e le opere di Madre Teresa. (B.B.)
I Salesiani in Terrasanta si oppongono alla costruzione del muro di separazione israeliano
◊ Sono iniziati i lavori di costruzione del muro di separazione in Terrasanta a Ben Jala, municipalità palestinese. Ma il tratto di muro in prossimità del villaggio palestinese di Al Walajeh, eretto per circondare la colonia israeliana di Har Gilo, passa sulla proprietà della Casa Salesiana di Cremisan. Il tracciato della barriera, che lascia la Casa sul lato del muro che guarda verso lo Stato ebraico, “è stato stabilito in completa autonomia dalle autorità israeliane, malgrado il noto parere consultivo rilasciato dalla Corte Internazionale di Giustizia il 9 luglio 2004”. A precisarlo è un comunicato dell’Ispettoria Salesiana del Medio Oriente (MOR), firmato dal vicario ispettoriale don Giovanni Laconi. La Comunità Salesiana, ribadendo la propria completa estraneità alla pianificazione del percorso del muro, “si oppone fermamente alla politica di separazione unilaterale” e “rivolge un appello a tutte le autorità competenti per il ripristino della legalità internazionale”. Esprimendo la loro solidarietà al vicino villaggio di Al Walajeh e all’intera popolazione palestinese, i responsabili della Comunità Salesiana esprimono nuovamente “la speranza che ogni Muro tra le genti possa cadere per un futuro di pace”. (V.F.)
Avviso via SMS per i rifugiati iracheni in Siria: parte un programma di ACNUR e PAM per la distribuzione di beni alimentari
◊ Sono stati 10 mila finora gli SMS spediti per informare gli iracheni rifugiati in Siria della partenza del primo programma di distribuzione alimentare nell’area. I mittenti sono l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) e il Programma Alimentare Mondiale (PAM), che per i prossimi due mesi provvederanno allo smistamento della prima razione di pacchi alimentari a Damasco e nei dintorni della città. Il programma, in partenza sabato, come riferisce l'agenzia MISNA, servirà inizialmente a far fronte alle prime necessità di 9 mila famiglie vulnerabili. Fino al termine del 2007 si prevede che saranno in 50 mila ad aver beneficiato degli aiuti, per i quali l’ACNUR ha messo a disposizione 2,2 milioni di dollari. Olio, riso e scatolame, ma anche zucchero e legumi secchi, verranno distribuiti da 200 volontari nei depositi messi a disposizione dalla Mezzaluna Rossa Araba Siriana (SARC) e a bordo dei camion dell’ACNUR. Secondo i dati delle autorità locali, sono 1,4 milioni gli iracheni che hanno cercato rifugio in Siria negli ultimi 3 anni. Le agenzie dell’ONU impegnate nel progetto hanno avuto modo di osservare che proprio gli SMS sono la maniera più efficace per comunicare con i rifugiati, che non hanno una fissa dimora ma che molto spesso possiedono un telefono cellulare o conoscono qualcuno che ne ha uno all’interno della propria comunità. (V.F.)
Gli uragani Felix e Henriette devastano l’America centrale: decine i morti, migliaia gli sfollati e centinaia i dispersi
◊ L’uragano Felix semina ancora panico e morte, nell’America centrale. Secondo il direttore del Sistema nazionale di prevenzione dei disastri del Nicaragua, il bilancio è di 38 morti, 120 dispersi e 40 mila feriti. Ma il numero delle vittime è destinato a salire, man mano che le operazioni di soccorso raggiungono i luoghi colpiti dall’uragano. “Ci sono almeno 50 mila persone rimaste per strada, senza un tetto e senza nulla da mangiare” ha dichiarato il capo di Stato Daniel José Ortega. La situazione è difficile anche in Honduras. Il passaggio di Felix ha provocato pericolose inondazioni. Il livello dell’acqua dei fiumi è salito a livelli di guardia e minacciano anche la valle più prospera del Paese. 30 mila persone sono state evacuate dalle proprie abitazioni. “Stiamo organizzando i primi voli di ricognizione - ha dichiarato un colonnello dell’esercito dell’Honduras, all’agenzia MISNA - per portare gli aiuti lì dove è necessario”. Ma la situazione è destinata a migliorare: secondo quanto riferito dagli esperti, nelle prossime ore, l'uragano Felix dovrebbe perdere potenza. Intanto l’uragano Henriette, che viaggia a 120 chilometri orari, ha colpito il Messico. Due pescatori sono morti: è salito così a sette il numero delle vittime. Il ciclone aveva già fatto evacuare 2.500 persone a La Paz, in Bolivia. Per ora, Henriette occupa la posizione più bassa nella scala di forza degli uragani, ma si teme possa rafforzarsi nelle prossime ore. (B.B.)
Nuovo appello al dialogo nazionale dell’Episcopato della Bolivia
◊ "Il Paese ha posto le sue speranze nel processo di cambiamento che stiamo vivendo, ma questo esige capacità di dialogo e di concertazione tra tutti". A scriverlo sono i vescovi della Bolivia, che con un comunicato si rivolgono ancora una volta alla popolazione per chiedere loro di “lavorare per il bene comune”. Riuniti nella città di Trinidad, in occasione della consacrazione episcopale del vescovo ausiliare di Beni, mons. Francisco Focardi, i presuli hanno analizzato la situazione del Paese in sintonia con le preoccupazioni del loro popolo. “Vogliamo accompagnare il nostro popolo - scrivono - ed esortiamo coloro che sono responsabili, nello Stato e nella società, ad abbandonare ogni atteggiamento bellicoso, in favore dell’edificazione di una società democratica”. I vescovi, esortando “tutti gli uomini e donne di buona volontà” a raddoppiare i propri sforzi, invitano “ad unirsi nella preghiera accorata per superare questi momenti difficili e trovare insieme il cammino della riconciliazione e dell'unità”. Ieri anche l'arcivescovo di Santa Cruz, cardinale Julio Terrazas Sandoval, in sintonia con l'Episcopato, ha voluto lanciare un proprio personale appello “alla tranquillità cittadina”. “Occorre incontrarsi. - ha dichiarato il cardinale, in partenza per Buenos Aires alla volta dell’incontro latinoamericano di leader per la pace - Lo chiedono il popolo e la Chiesa. Siamo di fronte ad un conflitto che non ci è piovuto dal cielo. Non è colpa di Dio, i conflitti vanno risolti li dove sono nati”. Il cardinal Terrazas Sandoval ha detto di aver avuto l'occasione di parlare con il Papa, che è molto ben informato su quanto sta accadendo in Bolivia e ha sempre chiesto a tutti loro “di non dimenticare mai il dialogo poiché la guerra e la violenza non risolvono nulla”. (V.F.)
Cuba: la rivista cattolica "Vitral" chiede allo Stato di "assicurare un’educazione pluralista che non s'identifichi con un’unica ideologia"
◊ Oggi più che mai appare “necessario il superamento dell’anacronismo secondo il quale l’unica titolare e responsabile del compito educativo, nella società, sia la scuola statale, anche perché non si tratta solo di un diritto dello Stato”: è quanto si legge in un approfondito articolo pubblicato nel numero luglio-agosto della prestigiosa rivista socioculturale ‘Vitral’ della diocesi di Pinar del Río, a Cuba (www.vitral.org). Occorre “dare spazio alla partecipazione reale di altre forme di educazione informale provenienti dalla Chiesa o da parte di altri gruppi della società civile”, prosegue il testo che evidenzia, fra le urgenze maggiori a Cuba oggi, “l’educazione, ma non tanto come un diritto sociale che si deve esigere, poiché l’accesso all’educazione nel Paese è alla portata di tutti, bensì in quanto proposta educativa, perché la decadenza che colpisce l’ambito individuale, familiare e sociale potrebbe essere stata provocata dalla debolezza di questa proposta”. L'analisi della rivista ricorda che l’educazione è qualcosa di molto diverso dall’istruzione, giacché la prima “implica lo sviluppo umano integrale, la promozione delle potenzialità latenti nella natura verso la perfezione e che, dovutamente educate e sviluppate, portano allo stato della virtù”. In tale composito processo lo Stato ha un ruolo importante, ma anche i genitori, la famiglia, “la principale e massima responsabile dell’educazione dei suoi membri (...) la cui azione non può essere ridotta soltanto alla promozione delle attività extrascolastiche da mettere in atto insieme con gli educatori”. “Alla famiglia - aggiunge la rivista ‘Vitral’- spetta molto di più per la sua natura, missione e ruolo. I genitori devono poter decidere liberamente il tipo di educazione, scegliendo quella che ritiene sia la migliore per i figli”. Questo diritto, secondo il periodico, dovrebbe consentire ai genitori di “scegliere lo stile pedagogico, i contenuti etici e civici e l’ispirazione religiosa in cui vorrebbero vedere formati i propri figli, ma per raggiungere questo scopo è necessaria un’educazione pluralista che non si identifichi con un’unica ideologia”. Occorre anche il recupero della “figura dell’educatore, che è tale perchè sente una vocazione per l’insegnamento”, e, al tempo stesso, una “battaglia per l’educazione a Cuba” per rispondere “alla grande sfida esistente oggi nel Paese che ci chiama a passare dall’istruzione all’educazione autentica che prepara per la vita”. La meta finale di un vero progetto educativo, conclude l’articolo, è quella che “consentirà ad ogni studente, secondo le proprie capacità intellettuali, di essere una persona umana in crescita costante e capace di nutrire lo sviluppo qualitativo delle proprie relazioni psicologiche e affettive con sé stesso, con gli altri, con il suo ambiente e con ciò che è trascendente”. (L.B. – T.C.)
La Conferenza episcopale della Malesia invita la popolazione ad una armoniosa coesistenza tra etnie e religioni
◊ “Promotrice dell’armonia fra le diverse religioni ed etnie”: è il messaggio che la Conferenza episcopale della Malesia, ha inviato alla popolazione del Paese in occasione del 50.esimo anniversario dall’indipendenza. I vescovi si sono rivolti anche ai dirigenti politici e giudiziari, chiedendo un “vero impegno a favore del rispetto dei diritti di ogni cittadino” e maggiore “trasparenza nell’utilizzo del denaro pubblico”. Dall’indipendenza dalla Gran Bretagna il 31 agosto 1957, la Malesia ha registrato una crescita costante della sua economia: nascita di zone industriali, modernizzazione dei trasporti, investimenti stranieri nel campo delle comunicazioni e delle infrastrutture. Come riferisce l’agenzia MISNA, questo sviluppo è apprezzato dai presuli locali che costatano tuttavia, negli ultimi tempi, un aumento della criminalità, della corruzione e delle tensioni di stampo etnico o religioso. (B.B.)
Messaggio di padre Lombardi all’apertura della prima sessione ordinaria dell’Assemblea generale dell’Unione Africana di Radiodiffusione in Kenya
◊ “Come ogni anno siamo in prima linea per constatare, commentare, accompagnare i progressi e i cambiamenti di un mondo all’interno del quale siamo sempre più coinvolti dal nostro mestiere di comunicatori”. Lo ha scritto Padre Lombardi, riferendosi ai media radiofonici, nel suo messaggio di saluto alla prima sessione ordinaria dell’Assemblea generale dell’Unione Africana di Radiodiffusione (UAR /UAB), a Nairobi, in Kenya. Padre Lombardi ha ricordato che anche Benedetto XVI, nel solco dei suoi illustri predecessori, “non cessa di invitare i mezzi di comunicazione ad essere, nel cuore dell’attività umana, veramente dei ‘media’” attraverso i quali la Comunità delle Nazioni, le donne e gli uomini dei nostri tempi donino senso al “‘vivere insieme’ delle creature di Dio che noi tutti siamo: mezzi attraverso i quali si realizzi il bene”. Il direttore di Radio Vaticana ha poi ribadito il recente invito del Simposio della Conferenza Episcopale d’Africa e Madagascar ai media africani, perché diventino portavoce dei 30 milioni di persone che soffrono il dramma dell’AIDS nel continente. (V.F.)
La Santa Sede sostiene gli studi sulla salute globale e su questo tema aprirà, insieme ad altre istituzioni, la 62.esima Assemblea generale dell’ONU
◊ Il prossimo 25 settembre, la Missione dell’Osservatore Permanente della Santa Sede, la Path to Peace Foundation e le università dello Stato americano dell’Indiana di Notre Dame e di Lafayette apriranno la 62.ma edizione dell’Assemblea Generale dell’ONU. Il titolo dell’evento di apertura sarà “Global health in focus”. In questa occasione, a New York, le istituzioni sottolineeranno l’importanza delle ricerche universitarie in relazione alla salute globale e presenteranno i lavori che stanno svolgendo: dallo studio sul virus dell’HIV ai metodi per controllare la malaria e fornire assistenza medica in Africa in modo più efficace. Inoltre, gli oratori tratteranno il tema della dignità umana e creeranno un forum per garantire lo scambio di esperienze tra i diversi Stati. (B.B.)
Sydney 2008: sarà un giudice della Corte Suprema australiana a comporre le musiche liturgiche
◊ E’ un giudice della Suprema Corte di Australia il musicista scelto dal Comitato organizzatore della GMG di Sydney (15-20 luglio 2008) per comporre le musiche liturgiche di quello che viene considerato l’evento giovanile più grande che abbia mai avuto luogo sul suolo australiano. Si chiama George Palmer e dalla sua penna usciranno le note che accompagneranno le messe della Gmg inclusa quella finale con Benedetto XVI. L’arrangiamento musicale del giudice Palmer, scrive l'Agenzia Sir, porta il titolo di “Benedictus qui venit”. “Sarà una combinazione di latino e di inglese, in forma semplice, adatto anche in parrocchia” spiega il direttore della liturgia di Sydney 2008, padre Peter Williams. Ad eseguire le opere del giudice, in particolare la messa finale, un corso di 300 voci, l’orchestra dei giovani australiani e due solisti, il tenore Andrei Goodwin e la soprano Amelia Farrugia. (R.P.)
Don Fortunato Di Noto premiato per la lotta contro la pedo-pornografia e per aver salvato centinaia di bambini dalla criminalità
◊ Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione ONLUS Meter, ha vinto la terza edizione del premio internazionale “Padre Pino Pugliesi”, quest'anno dedicato ai bambini. “Abbiamo pensato di assegnare uno dei premi a chi ha saputo rischiare la propria vita mettendo amore, umiltà e coraggio e professionalità nel portare alla luce il fenomeno tenebroso della pedofilia – riferisce il comunicato stampa, diffuso dall’agenzia SIR – ed è riuscito a salvare tanti innocenti”. La cerimonia di premiazione si svolgerà a Palermo, domani alle 21.00. Don Di Noto si dice commosso e riconoscente a tutti, “ma soprattutto a Padre Pino Puglisi che dal Cielo e con la sua testimonianza mi invita a continuare in punta di piedi, ma gridando contro ogni forma di sfruttamento che lede la dignità dei bambini”. Il premio nasce per sottolineare la figura di Padre Pugliesi, sacerdote ucciso dalla mafia perché toglieva i giovani dalla strada. Viene consegnato a 10 persone, che si distinguono in ogni settore compiendo il proprio dovere per se stessi e per gli altri. Tra gli altri premiati: il regista Roberto Faenza, il magistrato Maurizio De Lucia, la Facoltà Teologica di Palermo ed il sindacalista birmano Maung Maung. (B.B.)
Gesti di solidarietà nella "Notte Bianca" romana di sabato prossimo, con la Comunità di Sant’Egidio
◊ Non solo musica e mostre per la "Notte Bianca" romana, in programma per sabato. La Comunità di Sant’Egidio ha deciso per l’occasione di aprire i propri luoghi di accoglienza ai concittadini meno fortunati. Sabato sera, infatti, le Case alloggio per gli anziani gestite dalla Comunità, in Largo Magnagrecia 20, Via Gaetano Sacchi 6 e Via Quinto Cecilio 3, resteranno aperte dalle ore 20 alle 23 per gli anziani del quartiere che volessero visitarle o per chiunque volesse trascorrere del tempo con gli ospiti. Ci sarà anche una cena speciale per i senzatetto: la Mensa della Comunità in via Dandolo10, che dal 1998 tutte le sere offre più di mille pasti gratuiti, resterà eccezionalmente aperta dalle 20 a mezzanotte. (V.F.)
Raid aerei USA su Baghdad: 14 civili iracheni sono morti - Tre militanti palestinesi uccisi in un raid israeliano a Gaza
◊ In Iraq, un raid aereo statunitense ha causato la morte di almeno 14 civili. L’operazione è stata condotta, nella notte, in un quartiere occidentale di Baghdad ed aveva come obiettivo alcuni gruppi di insorti. Violenze anche a Tikrit, nel nord del Paese arabo, dove tre persone sono morte per l’esplosione di un’autobomba nei pressi di una stazione di servizio. Fonti locali hanno riferito che le vittime sono civili che, al momento dell’attacco, erano in fila per rifornirsi di carburante.
- Anche la Striscia di Gaza, nei Territori Palestinesi, è stata teatro di un raid aereo: elicotteri israeliani hanno compiuto un’operazione militare nella parte meridionale della regione. Il raid ha provocato la morte di almeno 3 militanti palestinesi. In Italia, intanto, il capo di Stato israeliano, Shimon Peres, ha incontrato a Roma il ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema. Fonti della Farnesina hanno reso noto che si è parlato delle “prospettive del processo di pace israelo-palestinese, anche in vista dell’incontro internazionale sul Medio Oriente che dovrebbe tenersi negli Stati Uniti il prossimo autunno”.
- L’aviazione siriana ha respinto una presunta “incursione” di caccia israeliani che avevano violato lo spazio aereo siriano: lo afferma l’agenzia di stampa siriana ‘Sana’ aggiungendo che l’operazione non ha provocato vittime. L'ultima incursione aerea israeliana in Siria risale al 5 ottobre del 2003, quando l’aviazione dello Stato ebraico ha bombardato una base del sedicente Fronte popolare di liberazione della Palestina ad Ain Saheb, una ventina di chilometri a nord-ovest di Damasco.
- La questione di Taiwan è stata fra i temi discussi dal presidente americano, George W. Bush, con il suo omologo cinese Hu Jintao a margine del Forum di cooperazione Asia-Pacificon (APEC) in corso a Sydney, in Australia. “Il presidente Bush – ha detto il capo di Stato cinese – è preoccupato per la volontà di Taiwan di indire un referendum per entrare a far parte delle Nazioni Unite”. Bush ha anche accettato l’invito ad assistere ai Giochi Olimpici, che inizieranno a Pechino fra meno di un anno. Secondo diversi analisti, il governo cinese vede nelle Olimpiadi la possibilità di mostrare i grandi progressi compiuti dalla propria economia.
- Ha provocato almeno 38 morti e 12 dispersi il passaggio dell’uragano Felix a nord di Nicaragua. Lo hanno reso noto le autorità locali aggiungendo che il ciclone ha colpito in pieno la costa settentrionale del Paese. Si stima che siano almeno 5 mila le abitazioni distrutte. Nel nord dell’Honduras, intanto, migliaia di persone hanno lasciato le loro case dopo lo straripamento di due fiumi provocato dalle piogge torrenziali dell’uragano Felix.
- Staffan De Mistura, 60 anni, direttore dello Staff College ONU di Torino, sarà il nuovo rappresentante speciale del segretario delle Nazioni Unite in Iraq. Dall’attentato a Baghdad al Canal Hotel dell’agosto 2003, in cui persero la vita decine di dipendenti delle Nazioni Unite, l’ONU aveva operato dalla Giordania per ragioni di sicurezza. Dopo l’insediamento a Baghdad, De Mistura avrà il compito di riportare le Nazioni Unite in Iraq.
- Germania sotto choc per l’arresto ieri di tre presunti terroristi islamici, legati ad Al Qaeda. Secondo gli inquirenti, la cellula era pronta ad entrare in azione: erano gia stati pianificati, infatti, attentati contro obiettivi statunitensi in territorio tedesco. Le tre persone fermate, due tedeschi convertiti all’Islam ed un turco, avrebbero appreso tecniche per la fabbricazione di ordigni esplosivi in campi di addestramento della guerriglia islamica in Pakistan. La polizia ha riferito che il gruppo terroristico aveva accumulato 730 chili di perossido di ossigeno, quantità con cui si possono realizzare bombe “dalla potenza superiore agli attentati di Madrid e Londra”.
- Un bombardiere dell’Aeronautica militare americana, carico di sei testate nucleari, ha sorvolato lo scorso 30 agosto i cieli degli Stati Uniti. Lo ha riferito la rivista Military Times precisando che, al momento del decollo, le testate non sono state rimosse, come previsto, dall’aereo. Il presidente statunitense, George W. Bush, è stato informato dell’errore ed il Ministero della Difesa ha aperto un’inchiesta. Il Pentagono ha anche annunciato il blocco dei voli militari, il prossimo 14 settembre, per permettere una revisione delle procedure di sicurezza. Secondo gli esperti, la popolazione americana non ha corso nessun rischio: un portavoce militare, il colonnello Ed Thomas, ha dichiarato infatti che, anche in caso di incidenti, le testate non si sarebbero attivate.
- Quattordici bombardieri strategici russi hanno cominciato ieri una missione di pattugliamento in remote regioni del mondo. Lo ha annunciato Aleksander Dorishenski, un alto ufficiale del comando delle forze aeree, aggiungendo che sono in corso “missioni di pattugliamento con rifornimento in volo sugli oceani Pacifico, Atlantico e Artico”.
- L’attore ed ex senatore repubblicano, Fred Thompson, ha annunciato che si candiderà alle primarie per la presidenza degli Stati Uniti nelle elezioni del 2008. Dopo aver impersonato per tre volte il ruolo del presidente americano sullo schermo, Thompson ha annunciato di voler difendere gli Stati Uniti dalle minacce del terrorismo. L’attore, che sogna di seguire le orme di Ronald Reagan, ha promesso che in caso di vittoria porterà avanti le missioni in Iraq e in Afghanistan.
- Vigilia elettorale in Marocco, dove domani sono chiamate alle urne 15 milioni di persone per designare 325 parlamentari. L’incognita è quella della partecipazione alle elezioni: negli ultimi due anni l’affluenza alle consultazioni, in Marocco, è scesa costantemente e molti partiti hanno deciso di boicottare lo scrutinio. Ma oltre allo scetticismo, ci sono anche segnali che fanno sperare in un reale cambiamento. Il nostro servizio:
Re Mohammed VI ha sottolineato come la consultazione darà “la possibilità di scegliere liberamente i programmi presentati dai diversi partiti”. Ma in molti, in Marocco, sostengono che non è il governo ma il re a detenere il potere politico nel Paese. Il sovrano Mohammed VI, al quale spetta la nomina dei ministri di Interni, Esteri e Affari Religiosi, è inoltre accusato di limitare la libertà di stampa. In una lettera aperta al monarca, il direttore di Reporter Senza Frontiere denuncia in particolare che, a partire dal 1999, ben 34 testate sono state censurate e 20 giornalisti sono stati condannati a pene detentive. Secondo gli esperti, le consultazioni di domani possono comunque avviare un processo virtuoso per superare questi ed altri limiti della transizione democratica. Alla tornata elettorale partecipano 33 partiti, ma la gara è in realtà ristretta a solo 3 formazioni: l’Unione socialista delle forze popolari, lo schieramento nazionalista ‘Istiqlal’ ed il Partito Giustizia e Sviluppo, di ispirazione islamica. La coalizione uscente, formata dai socialisti e dai nazionalisti, è ottimista e parla di un bilancio positivo in campo economico e sociale. I favoriti, secondo i sondaggi, sono i moderati del Partito Giustizia e sviluppo. Bisognerà vedere se i marocchini decideranno di fidarsi dei socialisti o se sceglieranno di affidarsi ai rappresentanti della corrente moderata islamica.
- Vorege Bainimarama, autore del golpe nel dicembre 2006 nelle isole Figi, ha proclamato nel Paese la legge marziale. Bainimarama, ministro ad interim, ha anche accusato l’ex primo ministro, Laisenia Qarase, di essere un “destabilizzatore”. L'ex primo ministro, rientrato a Suva, capitale delle isole Figi, ha più volte denunciato di aver ricevuto minacce di morte dai militari. I vertici militari hanno sempre respinto ogni accusa.
- Il Paese dove si vive meglio è la Norvegia: è quanto emerge da un dettagliato studio condotto dalla rivista britannica “The Economist” sulla qualità della vita in 200 Stati. Il prospero Paese scandinavo primeggia nel rispetto dell’ambiente e, secondo il dossier, garantisce ai propri cittadini sicurezza sul lavoro e parità tra uomo e donna. Seguono in classifica, rispettivamente al secondo e al terzo posto, l’Islanda e l’Australia. L’Italia è al 17.mo posto insieme con il Regno Unito. Non mancano le sorprese: analizzando le varie voci che contribuiscono a consolidare la qualità della vita, si scopre che in Sudafrica il valore degli immobili è aumentato, tra il 1997 ed il 2006, del 351 per cento. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 249
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