RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 61 - Testo della trasmissione di venerdì 2 marzo  2007

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Esercizi spirituali in Vaticano: la meditazione del cardinale Giacomo Biffi sul mistero dell’Euca-ristia nella Chiesa e nel mondo: intervista con mons. Giovanni Scanavino

 

Appello di mons. Celestino Migliore alle Nazioni Unite per la difesa della dignità delle donne

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La verità e la bellezza del Cristianesimo siano i punti chiave del progetto culturale della Chiesa italiana: a sottolinearlo il cardinale Camillo Ruini

 

La Civiltà Cattolica interviene sui DICO, denunciando la logica libertaria sottesa al Disegno di legge, per trasformare i desideri individuali in diritti

 

Il governo Zapatero velocizza le procedure burocratiche per il cambio di sesso: con noi prof. Mario Binasco

 

Il relativismo, il carattere esoterico del sapere e l’impossibilità di conoscere la verità sono i tratti fondamentali della inconciliabilità tra fede cristiana e massoneria: ai nostri microfoni, mons. Gianfranco Girotti e Giuseppe Ferrari

 

Amnesty International denuncia le discriminazioni in Cina nei confronti dei lavoratori migranti: ce ne parla Riccardo Noury

 

CHIESA E SOCIETA’:

Domenica parte una delegazione della Santa Sede in Vietnam guidata dal sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin

 

Ferito da rapinatori un missionario irlandese impegnato nel sostegno ai malati di AIDS in Sudafrica

 

Nota critica della Commissione permanente della Conferenza episcopale spagnola sulla riforma educativa

 

“Al sacerdote concentrato su se stesso sfugge sempre la realtà della vita eterna”: così, il cardinale Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima e primate del Perù, in una lettera ai sacerdoti per la Quaresima

 

Tutto incentrato sulla famiglia l'incontro del neo-arcivescovo di Palermo mons. Paolo Romeo con la stampa locale - Aperto il secondo sito web cattolico in Tagikistan, il terzo in Asia Centrale

 

Quattrocento ragazzi di 30 scuole di 20 Paesi dibattono a Genova i grandi temi delle Nazioni Unite

 

24 ORE NEL MONDO:

Italia: la Camera conferma la fiducia al governo Prodi – Più vicine le due Coree: ripartono gli aiuti sudcoreani al Nord

 

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Il Papa e la Santa Sede

 

 

Esercizi spirituali in Vaticano: la meditazione del cardinale Giacomo Biffi

sul mistero dell’Eucaristia nella Chiesa e nel mondo

 

Penultima giornata oggi in Vaticano degli esercizi spirituali cui partecipano il Papa e la Curia Romana. Domani in mattinata la riflessione conclusiva del cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna. Stamani il porporato ha svolto due meditazioni, una  su Maria, l’altra sul tema: “Eucaristia, Chiesa, mondo”. Ma come può la Chiesa testimoniare al mondo il mistero dell’Eucaristia? Sergio Centofanti lo ha chiesto al vescovo di Orvieto Giovanni Scanavino, agostiniano:  

 

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R. – Dovremmo già essere più che professionisti, noi, di questo fatto, ma una cosa che è veramente strana è che ad un certo punto abbiamo confinato l’Eucaristia semplicemente all’interno delle nostre chiese. Cioè, per un cristiano l’Eucaristia dovrebbe essere proprio l’esperienza che ti aiuta ad entrare profondamente nel mondo! Celebrare l’Eucaristia significa proprio acquistare quella sapienza e quella capacità di vivere, di donare noi stessi proprio per far lievitare questo mondo! E noi dobbiamo veramente riportare l’Eucaristia al centro della vita e di una vita che si vive nel mondo. Insomma, il cristiano non è per se stesso, no? Il cristiano è per il mondo. Non è del mondo ma è per il mondo! La centralità dell’Eucaristia, dovrebbe tornare proprio ad alimentare questa propulsione missionaria ...

 

D. – Lei è agostiniano. Qual è la specificità agostiniana degli esercizi spirituali?

 

R. – E’ un po’ come un cammino di ricerca, che però – ecco – ad un certo punto arriva all’incontro con la Verità che poi ti richiama al tuo mondo interiore, e quindi gli esercizi spirituali – secondo Agostino – sono proprio gli esercizi che devono aiutarti a ritrovare te stesso nell’incontro con Dio. Dio è Colui che ti aiuta a ritrovare te stesso, a ritrovare la verità di te stesso, della tua vita e poi la possibilità – attraverso questa interiorità – di valorizzare la parola di Dio che ti converte: la conversione non è uno sforzo nostro; è avvicinarci all’ascolto di Dio così come Agostino stesso ha sperimentato nella sua conversione. Lui all'inizio pensava che la conversione potesse dipendere dalla sua razionalità. Poi ha scoperto che la razionalità è importante per arrivare alla scoperta della verità, ma poi è la grazia di Dio, è l’amore di Dio che ti cambia!

 

D. – Come riuscire a rientrare in noi stessi nel nostro quotidiano?

 

R. – Ci vuole una minima, fondamentale ascesi di silenzio e di riflessione. Cioè, noi dobbiamo recuperare il valore della meditazione, cioè del silenzio, e in questo silenzio – attenzione, però!, che non sia semplicemente il vuoto di noi stessi, ma ascoltare la voce del nostro cuore, dei nostri desideri, confrontandoli con una Parola che va ascoltata. Quello che dice il Vangelo: “Rientra nella tua stanza”, che è una camera che riguarda sia

 

 

 

il mio cuore, sia anche l’ambiente in cui vivo, che mi crea questa atmosfera per ascoltare una Voce che non sono le solite voci.

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Appello di mons. Celestino Migliore alle Nazioni Unite per la difesa

della dignità delle donne, troppo spesso vittime di violenza

 

La comunità internazionale rafforzi il proprio impegno per sconfiggere la piaga della violenza contro le donne. E’ l’esortazione di mons. Celestino Migliore, osservatore vaticano presso la sede ONU di New York, che ieri è intervenuto alla 51.ma sessione della Commissione sulla condizione della donna. Nei giorni scorsi, la rappresentanza pontificia presso le Nazioni Unite ha inoltre promosso un convegno sul tema “La dignità umana della donna nella società contemporanea: affrontare la violenza contro la donna”. Ma quali sono, dunque, i punti chiave per il miglioramento della condizione della donna, secondo la Santa Sede? Risponde l’arcivescovo Migliore, raggiunto telefonicamente a New York da Alessandro Gisotti: 

 

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R. – Sono passati 60 anni da quando i fondatori delle Nazioni Unite hanno proclamato la loro convinzione che uomini e donne godono degli stessi diritti.  A quel tempo non c’era un Paese che garantisse alle donne completa uguaglianza sociale. Oggigiorno il principio dell’uguaglianza è quasi universalmente riconosciuto. Insieme  a notevoli progressi, si sono presentate anche nuove sfide, nuove forme di povertà e nuove forme di svantaggio sociale, ma soprattutto si sono presentate nuove minacce alla vita e alla dignità della donna. E’ particolarmente inaccettabile che proprio in un'epoca di accresciuta considerazione per tutte le questioni attinenti alla donna si affermino nuove forme di violenza e di schiavitù.

 

D. – La Commissione sulla condizione della donna ha dedicato la sua 51.ma  sessione, ancora in corso, alla violenza contro le bambine. Quanto è esteso questo fenomeno e cosa propone la Santa Sede per combatterlo, anche alla luce dell’intervento da lei pronunciato?

 

R. – Certamente le statistiche sono allarmanti e come mostrano vari rapporti usciti in questi ultimi mesi, tra cui quello dell’ONU, che è all’esame dell’attuale sessione della Commissione sulla condizione della donna. Dal nostro punto di vista occorre, anzitutto, andare alle radici del fenomeno e capire il perché di questa violenza. Troviamo allora che persistono pregiudizi culturali verso la donna, ancora considerata in qualche modo inferiore all’uomo, una visione dei rapporti umani improntata prevalentemente alla produttività, un clima diffuso che favorisce il ricorso alla forza nella soluzione dei piccoli e grandi problemi dell’esistenza. Non vi è dubbio che il fenomeno vada considerato nel contesto dei diritti umani, diritti da riconoscere senza ambiguità e da far rispettare con rigore legale. Tuttavia se il problema è anzitutto culturale e relazionale, come crediamo, i meccanismi propri dei diritti umani sono efficaci solo nella misura in cui si inseriscono in un’opera di sensibilizzazione e di educazione ai valori della femminilità.

 

D. – Quali sono gli strumenti più efficaci per promuovere uno sviluppo integrale della donna, soprattutto laddove la cultura o le condizioni economiche non lo consentono?

 

R. – Senza dubbio l’approccio dei diritti umani e dei loro meccanismi di implementazione e di controllo si rende indispensabile. A ciò va poi aggiunto che le esperienze mature ed efficaci nella promozione della donna non si registrano senza partire dall’educazione. L’investimento nell’educazione intellettuale, umana e spirituale della donna e in particolare delle giovani è fondamentale. 

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Oggi su "L'Osservatore Romano"

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle lettere pastorali dei Vescovi italiani.

 

Servizio estero - Iraq: si profilano contatti fra gli Stati Uniti e la Siria per la situazione dei rifugiati iracheni.

 

Servizio culturale - Un articolo di Armando Rigobello dal titolo “Contesto scientifico e libertà responsabile”: a margine di un volume di Hans Jonas.

 

Servizio italiano - In rilievo il tema della legge elettorale.


 

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Oggi in Primo Piano

 

 

La verità e la bellezza del Cristianesimo siano i punti chiave del progetto culturale della Chiesa italiana: a sottolinearlo il cardinale Camillo Ruini

 

Il rapporto tra fede e ragione è stato al centro del discorso del cardinale vicario Camillo Ruini, che questa mattina ha aperto a Roma l’VIII Forum del progetto culturale della CEI. L’assise sul tema “La ragione, le scienze e il futuro delle civiltà” riunisce oggi e domani 150 intellettuali cattolici che si confronteranno sul discorso pronunciato da Benedetto XVI al convegno ecclesiale di Verona. Ma torniamo alla prolusione del presidente della Conferenza episcopale italiana, nel servizio di Alessandro Gisotti: 

 

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Il nuovo incontro tra la fede e la ragione del nostro tempo è il grande obiettivo del Pontificato di Benedetto XVI: è quanto sottolineato dal cardinale Camillo Ruini che ha indicato come questo sia anche il traguardo a cui mira il progetto culturale della Chiesa italiana. Tra gli orientamenti emersi nel Convegno ecclesiale di Verona, ha detto il porporato, c’è infatti il tentativo di coniugare la teologia, la filosofia e le scienze “nel pieno rispetto dei loro metodi” e della “loro reciproca autonomia”. Un servizio, questo, che l’Italia è chiamata a rendere all’Europa e al mondo. Il presidente della CEI si è così soffermato sull’orizzonte del progetto culturale dopo Verona:

 

“Il grande tema della verità, bellezza e 'vivibilità' del cristianesimo, da pensare, vivere e proporre nelle condizioni di oggi e di domani, specialmente in rapporto alla ragione ed ai codici etici dell’Occidente neoilluminista, che tenta di universalizzare il suo secolarismo”.

 

Il cardinale Ruini ha, quindi, espresso l’auspicio che il cattolicesimo italiano mantenga sempre la sua “caratteristica popolare” senza essere ridotto ad un “cristianesimo minimo”. “La fede in Gesù Cristo – è stata la sua esortazione – continui ad offrire, anche agli uomini e alle donne del nostro tempo, il senso e l’orientamento dell’esistenza ed abbia così un ruolo guida e un’efficacia trainante nel cammino della nazione verso il suo futuro”. Ed ha evidenziato che il progetto culturale ha molto a che fare con la “missionarietà dell’intero popolo di Dio e in esso specificamente dei laici”. Il porporato ha poi rivolto il pensiero al discorso pronunciato dal Papa a Ratisbona, al centro del quale sta l’affermazione che “non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”. D’altronde, Benedetto XVI mostra che in Dio logos e agape, ragione e amore, si identificano:

 

“Il Dio della fede cristiana è dunque sì il Dio della metafisica, ma è anche, e identicamente, il Dio della storia, il Dio cioè che entra nella storia e nel più intimo rapporto con noi. E’ questa, secondo Joseph Ratzinger, l’unica risposta adeguata alla questione del Dio della fede e del Dio dei filosofi”.

 

Nell’attuale clima culturale, ha detto il cardinale Ruini, “l’uomo con le sue sole forze” rimane prigioniero di “una strana penombra” e “delle spinte a vivere secondo i propri interessi, prescindendo da Dio e dall’etica”. Una condizione, ha proseguito, che possiamo superare solo grazie “all’iniziativa di Dio che in Cristo si manifesta all’uomo e lo chiama ad accostarsi a Lui”. Oggi, ha aggiunto, l’atteggiamento più diffuso tra i non credenti non è tanto l’ateismo quanto piuttosto l’agnosticismo “che sospende il giudizio riguardo a Dio in quanto razionalmente non conoscibile”. Ma questo, ha affermato, è per il Papa un programma non realizzabile:

 

"Il motivo è che la questione di Dio non è soltanto teorica ma eminentemente pratica, ha conseguenze cioè in tutti gli ambiti della vita. Nella pratica sono infatti costretto a scegliere tra due alternative, già individuate da Pascal: o vivere come se Dio non esistesse, oppure vivere come se Dio esistesse e fosse la realtà decisiva della mia esistenza".

 

Dio, ha detto ancora, non può perciò essere “un’appendice da togliere o aggiungere senza che nulla cambi, ma è invece l’origine, il senso e il fine dell’universo, e dell’uomo stesso”. Infine, ha messo in guardia dai rischi insiti in quella assolutizzazione del relativismo che si verifica “quando la libertà individuale” viene eretta “a criterio ultimo al quale ogni altra posizione deve subordinarsi”.

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La Civiltà Cattolica interviene sui DICO denunciando la logica libertaria

sottesa al Disegno di legge, per trasformare i desideri individuali in diritti

 

Le “cosiddette unioni di fatto”, il tema affrontato da padre Michele Simone, nell’editoriale pubblicato nell’ultimo numero in uscita de La Civiltà Cattolica. “Una prima valutazione in attesa che si compia o (si interrompa?)” - scrive il gesuita – l’iter parlamentare del Disegno di legge approvato il 21 febbraio dal Consiglio dei Ministri sui “Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi (DICO)”. Il servizio di Roberta Gisotti:  

 

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A chi cerca di sminuire la portata sovversiva dei DICO adducendo che “si tratta soltanto del riconoscimento di diritti dovuti”, padre Simone obietta che è piuttosto “il frutto dell’ideologia dominante del ‘genere’ nella società occidentale, in forza della quale non esisterebbe alcuna struttura oggettiva ‘naturale’, ma tutto sarebbe frutto di libera opzione culturale, che permetterebbe di scegliere all’interno di una vasta gamma di opzioni libere: matrimonio tra eterosessuali, convivenza libera tra eterosessuali, unione tra omosessuali e così via.”

 

Citando quindi l’economista Premio Nobel, Amartya Sen, padre Simone invita a diffidare della “logica libertaria di non interferenza, secondo la quale ciascuno dovrebbe essere lasciato libero di perseguire lo stile di vita che più gli aggrada”: qui è “la differenza sostanziale tra la società liberale e la condizione libertaria; caratterizzata quest’ultima dal protagonismo onnipotente delle preferenze individuali”. Si arriva al cuore del dibattito sui DICO “che rischia di essere banalizzato nella richiesta libertaria di riconoscere natura di diritto alle preferenze dell’individuo”. Allora “non avremo alcuna ragione – annota l’editorialista de La Civiltà Cattolica - per impedire agli interessati (sempre più numerosi) di praticare anche in Italia la poligamia ammessa dalla propria religione”.

 

Riguardo le unioni omosessuali, padre Simone denuncia “una realtà non parallela ma contraria alla famiglia fondata sul matrimonio”. Mentre le unioni eterosessuali si configurano un’alternativa “al matrimonio” e quindi “al dettato dell’art. 29 della Costituzione”, tanto più incidente “per la genericità che i DICO implicano oltre a diritti anche a doveri: sembra che questi doveri – sottolinea il padre gesuita – siano limitati al corretto adempimento delle norme della legge per ottenere i diritti”. Mentre “la precarietà, conseguente alla facilità di dichiarare chiusa l’unione” è un “altro aspetto pericoloso” delle normativa, oltre alle “possibili scappatoie e strumentalizzazioni di eventuali unioni”, come ad esempio “tra persone anziane e loro assistenti”. “Tutte le leggi – chiosa padre Simone - oltre a normarli, influenzano i comportamenti”. Meglio sarebbe “da una parte tutelare meglio i diritti delle persone e dall’altra togliere di mezzo i tanti ostacoli che inducono i giovani alla precarietà delle unioni e alla rinuncia o al gravissimo ritardo del matrimonio”. “Forse il Governo - conclude padre Simone - troppo occupato a difendere la propria ‘sopravvivenza’, stenta a stilare, secondo il bene comune, la lista delle priorità politiche.”

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Il governo Zapatero velocizza le procedure burocratiche

per il cambio di sesso: una riflessione antropologica

 

Dopo le leggi che consentono matrimoni fra omosessuali, o la possibilità di adozione per questo tipo di coppie, oltre a norme che velocizzano i divorzi, il governo spagnolo di Luis Zapatero ha approvato ieri una nuova disposizione pensata specialmente per i transessuali: ovvero la possibilità di veder trascritto il cambio di nome e di sesso all’anagrafe dietro presentazione di un certificato dello psicologo. Tale cambio avverrebbe facendo salvi alcuni adempimenti – come il sottoporsi da almeno due anni a una terapia ormonale per adeguare il sesso al nuovo stato – ma senza il vincolo precedente dell’effettivo cambio di sesso per via chirurgica e dopo un’approvazione di tipo giuridico, come stabilito invece negli altri Stati europei. Sulle implicazioni etiche e antropologiche di questa nuova normativa, Alessandro De Carolis ha sentito il parere del prof. Mario Binasco, docente al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su matrimonio e famiglia:

 

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R. – Se la notizia è quella, non capisco bene dove sta la notizia. Anzi, casomai, rispetto all’affermazione dell’irrilevanza della differenza dei sessi nel matrimonio, per esempio nella genitorialità, nell’adozione eccetera, un provvedimento di questo genere sembra addirittura retrogrado, perché in fondo – se ho ben capito – mantiene l’interesse a cambiare la propria dicitura sessuale all’anagrafe, da maschio a femmina o da femmina a maschio. Quindi, in qualche modo conferma l’importanza, la rilevanza della differenza tra maschio e femmina nella vita civile, che invece è messa totalmente da parte, no?, riguardo al matrimonio, all’adozione eccetera. Sembra che l’unica novità di questo provvedimento sia proprio quella che non c’è bisogno dell’intervento sul corpo. Se la legge non pone questo “test di serietà”, un test di rapporto con il reale, un reale soggettivo, ma reale ... io ho l’impressione che non sia fatta per le ragioni che dice veramente ..

 

D. – Da un punto di vista etico, ma anche da un punto di vista cristiano, si intende, questa nuova legge è un altro “colpo” alla legge naturale ...

 

R. –In base a quello che già abbiamo detto, in ogni caso, qualunque cosa sia la legge naturale è qualcosa che si gioca nel rapporto tra la persona e la propria realtà e la realtà umana. Qui, se effettivamente questi provvedimenti incidono, toccano, smontano l’uso della lingua quando vuole significare qualche cosa di reale per l’uomo, come per esempio il sesso, certamente sembrano operazioni fatte per – in qualche modo – eliminare il problema stesso della legge naturale a monte, cioè rendere irrilevante il rapporto tra le persone e il reale, e la realtà. Per esempio: una signora, una volta, si presentò dallo psichiatra dicendo: “Io sono venuta proprio perché avevo l’appuntamento, ma altrimenti, guardi, io sono morta da quattro giorni”: era evidentemente una signora che aveva una crisi psicotica, delirante. Per questa signora, il suo essere morta era reale. Esattamente come per un transessuale è reale il suo sesso diverso da quello corporeo. Allora, però, perché nella società si prende per buona la dichiarazione di uno che, rispetto al proprio sesso, dice: “Sono una donna”, anche se apparentemente è un uomo, e invece della signora che dice: “Io sono morta da quattro giorni”, invece di andare all’anagrafe a scrivere “deceduta” ... bè, lì ci sono delle conseguenze, sì: la pensione, questa si assenta dal lavoro ... ci sarebbero delle conseguenze. Perché non si fa, questo? Eppure, la questione dell’essere vivo o morto, soggettivamente, o dell’essere uomo o donna sono allo stesso livello di profondità, nell’inconscio del soggetto. Riguardano lo stesso punto del rapporto con il reale.

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Mons. Gianfranco Girotti: il relativismo, il carattere esoterico del sapere

e l’impossibilità di conoscere la verità sono i tratti fondamentali della inconciliabilità tra fede cristiana e massoneria

 

I principi della massoneria sono inconciliabili con quelli della fede cristiana. Lo ha ribadito ieri pomeriggio mons. Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria Apostolica che ha ricordato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche espresso in un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 novembre 1983. Mons. Girotti è intervenuto al convegno “Chiesa e Massoneria” che ieri pomeriggio si è svolto al Seraphicum di Roma. C’era per noi Tiziana Campisi: 

 

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Un fenomeno variegato che fa ancora discutere: è la Massoneria, una forma di associazionismo che non accetta verità assolute e rivelate, che raduna persone di qualunque Credo, che riconosce un Ente creatore – il Grande Architetto dell’Universo – e che raccoglie uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici accettabili da tutti. Ma la Chiesa come guarda ai massoni? Mons. Gianfranco Girotti:

 

“Chi è massone, non è scomunicato. Si trova  in uno stato di peccato grave, per cui non può accostarsi ai Sacramenti e, quindi, la Chiesa considera costoro come persone che sono irregolari nei confronti del Magistero della Chiesa. Accenno soltanto un elemento, quello della segretezza: colui che appartiene ad un movimento può essere messo in rischio di non conoscere cosa deve fare e in cosa viene coinvolto. Questo è un problema non indifferente”.

 

Eppure da alcuni anni Chiesa e Massoneria stanno tentando di dialogare. Giuseppe Ferrari segretario nazionale del GRIS, il Gruppo di ricerca e informazione socio religiosa:

 

“Ritengo che si debba proseguire sulla strada del dialogo e trovare elementi comuni sui quali collaborare e portare avanti anche iniziative comuni e battaglie comuni, specialmente a difesa della vita, a difesa della dignità della persona umana, a difesa e salvaguardia della natura e via dicendo. Stiamo cercando di comprendere quelle che sono le ragioni degli iscritti alla Massoneria e dei massoni. E questo perché vediamo che, nonostante la presa di posizione chiara della Chiesa, ci sono diversi cattolici che decidono di iscriversi e di aderire alla Massoneria e purtroppo tra questi cattolici ci sono anche alcuni sacerdoti. Le motivazioni dei singoli fedeli laici potrebbero essere le più diverse: molte volte non sanno neanche di queste disposizioni della Chiesa e molte volte si iscrivono ed aderiscono a logge massoniche per motivi professionali oppure perché convinti di fare carriera nelle loro attività lavorative e così via”.

 

Ma la Chiesa come si pone di fronte a quei sacerdoti che dichiarano di aderire a logge massoniche? Ancora mons. Giuseppe Girotti:

 

“La Chiesa o i superiori dovranno intervenire, almeno sul piano disciplinare. Poi la Santa Sede certamente avrà la sua attenzione. Il sacerdote che disattende a dei principi disciplinari e dottrinali è già un sacerdote che viene meno al suo impegno, disattende e rinnega i principi e il Magistero della Chiesa". 

 

Fabio Venzi, Gran Maetro della Gran Loggia regolare d’Italia, ha precisato che le associazioni massoniche si differenziano l’una dall’altra e che non si basano tutte sugli stessi principi.

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Amnesty International denuncia le discriminazioni in Cina

 nei confronti dei lavoratori migranti

 

“In Cina un miracolo economico dagli elevatissimi costi umani”. Amnesty International, in un rapporto pubblicato ieri, denuncia le terribili condizioni sociali dei lavoratori migranti, che stanno alimentando il vertiginoso progresso della Repubblica Popolare, senza il più elementare sostegno da parte dello Stato e l’osservanza dei diritti fondamentali della persona. Su questo triste fenomeno, Giancarlo La Vella ha sentito il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury:

 

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R. – Il miracolo economico della Cina ha un costo umano insopportabile, che si abbatte su 200 milioni di migranti interni che in questi anni, dalle campagne cinesi sono giunti nelle città e stanno ingrossando quella forza lavoro sottopagata che costituisce il motore del miracolo economico cinese; e sono considerati una vera e propria sottoclasse urbana: privi di diritti, privi di accesso a servizi fondamentali nel campo sanitario ed educativo, e sottoposti ad alcune delle peggiori forme di abuso nel campo del lavoro.

 

D. – Perché le autorità della Repubblica Popolare non hanno preventivato in qualche modo un rischio del genere?

 

R. – Lo hanno preventivato – noi crediamo – e lo ignorano, perché in nome dello sviluppo economico si possono calpestare diritti fondamentali come quello ad un’abitazione degna, alla salute, a servizi primari gratuiti, cose che peraltro la Costituzione cinese prevede nei confronti della maggior parte della popolazione. Senonché, i lavoratori migranti sono considerati “residenti temporanei” e continuano a subire discriminazioni nei confronti di coloro che sono considerati “residenti stabili” nelle città. Se consideriamo che questi migranti sono già vessati sul lavoro, dobbiamo anche aggiungere che hanno dei figli, e questi figli saranno la prossima generazione che verrà triturata dal miracolo economico cinese.

 

D. – E’ uno stato di cose che spesso costa realmente delle vite umane, come nel caso delle miniere ...

 

R. – Certo che le condizioni di lavoro sono veramente devastanti, perché l’importante è quanti pezzi, quanti giocattoli, quanto minerale, quanto abbigliamento esca da una fabbrica. In nome di questa iper-produzione sfrenata, si passa sopra a qualunque cosa.

 

 

D. – C’è una qualche responsabilità anche da parte della comunità internazionale che, comunque, dovrebbe prendere dei provvedimenti?

 

R. – E’ chiaro che, intervenire sulla situazione di 200 milioni di persone non è facile; ma quello che manca oggi è una condanna forte e netta nei confronti di quella che è la vera e propria architettura del modello di sviluppo economico cinese.

 

D. – Non esiste un progresso in qualche modo sostenibile dal punto di vista della tutela dei diritti umani?

 

R. – Certamente non esiste in Cina. Esiste uno sviluppo economico che è rispettoso dell’ambiente in cui le persone vivono ed è rispettoso dei diritti di queste persone. In Cina come altrove, lo sviluppo economico che si persegue è uno sviluppo di breve durata che potrà servire a far conquistare ad un Paese posizioni di primato economico e di forza anche politica e militare; ma via via, queste condizioni di sviluppo insostenibile si propagheranno altrove nel mondo.

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Chiesa e Società

 

Domenica parte una delegazione della Sede in Vietnam

guidata dal sottosegretario per i rapporti con gli Stati, Mons. Pietro Parolin

 

Una delegazione della Santa Sede si appresta a partire domenica per una visita di una settimana in Vietnam, che si protrarrà fino all’11 marzo. La visita dei rappresentanti della Santa Sede, guidati dal sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin - che continua una tradizione di missioni vaticane in Vietnam negli anni precedenti - questa volta segue l'incontro del 25 gennaio scorso in Vaticano fra Benedetto XVI e il primo ministro vietnamita, Nguyên Tân Dung, primo premier di Hanoi ad essere ricevuto in Vaticano da un Pontefice. Tale evento fu definito “un nuovo e importante passo verso la normalizzazione dei rapporti bilaterali” da un comunicato della Santa Sede, che sottolineava anche i “progressi” registrati in questi anni per la libertà religiosa ed auspicava che i rapporti tra Chiesa e Stato rendano possibile la collaborazione per promuovere i valori morali, diffondere una cultura della solidarietà e consentire “l’assistenza caritativa in favore dei ceti più deboli della popolazione”.

 

 

Ferito da rapinatori un missionario irlandese impegnato nel sostegno

ai malati di AIDS in Sudafrica

 

Sono gravi ma stabili le condizioni del padre Passionista, Kieran Creagh, ferito ieri gravemente nella sua casa a Pretoria, in Sudafrica, durante un’aggressione a scopo di rapina. Lo rende noto l'Agenzia vaticana Fides aggiungendo che il missionario ha un proiettile in un polmone. Padre Creagh, nativo di Belfast, nell’Ulster, è stato nominato "Irlandese dell’anno" nel 2004 per il suo impegno contro l’AIDS in Africa. Nel 2003, si è offerto per primo come volontario per la sperimentazione di un vaccino contro l’HIV. Il sacerdote, che a nord di Pretoria gestisce un ospizio per malati di AIDS, è uno strenuo attivista per i diritti dei sieropositivi in Sudafrica. Si stima che nel Paese africano circa 5 milioni di persone, su 45 milioni di abitanti, siano contagiate dal virus dell’HIV. 

 

 

Nota critica della Commissione permanente

della Conferenza episcopale spagnola sulla riforma educativa

 

La Commissione permanente della Conferenza episcopale spagnola ha reso pubblico ieri, in conferenza stampa a Madrid, il testo di una nota critica nei confronti della riforma educativa del governo. Il documento porta la data del 28 febbraio 2007. La dichiarazione, lunga cinque pagine e divisa in 21 capitoli, affronta in primo luogo la questione dell’insegnamento della religione nei centri scolastici. Nella nuova Legge, questa disciplina perde rilevanza accademica. In secondo luogo, viene criticato il nuovo assetto degli insegnanti di religione nella scuola pubblica. Vengono considerati, dal punto di vista professionale, come tutti gli altri insegnanti-lavoratori, il che rende difficile l’applicazione del diritto legale della Chiesa di decidere sulla idoneità morale degli insegnanti di religione. Una nuova disciplina, intitolata “Educazione per la cittadinanza”, che d’ora in poi sarà obbligatoria in tutte le scuole, è il terzo argomento analizzato dai vescovi. Non ci sarebbe niente da obiettare ad una disciplina che riguardasse il comportamento civile dei cittadini, ma l’insegnamento di questa nuova materia, sempre secondo i vescovi, contiene principi morali che entrano in conflitto con la morale cattolica e quindi anche con i contenuti dell’attuale insegnamento della religione. I vescovi aggiungono che non compete allo Stato imporre a tutti gli studenti una certa visione morale, violando in questo modo il diritto-dovere dei genitori e della scuola di decidere liberamente sul sistema educativo-morale da offrire agli allievi. Infine, secondo i vescovi, la nuova legge rende sempre più difficile la possibilità per i genitori di scegliere per i figli il centro educativo che meglio risponda ai loro criteri. La nota dei vescovi è oggi al centro di forti polemiche nei mezzi di comunicazione sociale della Spagna. (A cura di padre Ignazio Arregui)

 

 

“Al sacerdote concentrato su se stesso sfugge sempre la realtà della vita eterna”: così, il cardinale Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima e primate del Perù,

in una lettera ai sacerdoti per la Quaresima

 

In una lettera indirizzata a tutti i sacerdoti peruviani in occasione della Quaresima, il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima e primate del Perù, ha invitato “ad una costante conversione personale”. Sottolineando che la Quaresima “è un’occasione che non dobbiamo sprecare”, il porporato ha esortato i sacerdoti ad approfondire la verità sul senso della Croce. “In questi tempi in cui viviamo – ha spiegato – la Chiesa ci chiede di testimoniare questo ‘segno di contraddizione’, specialmente ai sacerdoti”. A loro, chiede che in questo tempo forte di conversione rivolgano il loro sguardo a Cristo tuttavia, ha precisato il cardinale Cipriani Thorne, “solo in un clima di preghiera e di penitenza questo sguardo può rimuovere le cose più intime dalla nostra coscienza, per amare di più e in modo migliore Cristo crocifisso”. “Usciamo da noi stessi – ha esortato poi il porporato – dai nostri pensieri egoisti, dai nostri sentimenti capricciosi, dai nostri affanni di imporci agli altri. Apriamo la nostra vita intera al grande abbraccio della misericordia del Padre. Ci aspettano le anime nel sacramento della Riconciliazione!”. Infine, l’invito ai sacerdoti a guardare la vita con sincerità e coraggio, con la speranza nell’eternità, e per questo è necessaria la conversione perché “al sacerdote che è concentrato su sé stesso sfugge sempre la realtà della vita eterna”. (R.M.)

 

 

Tutto incentrato sulla famiglia l'incontro del neo-arcivescovo di Palermo,

 mons. Paolo Romeo con la stampa locale

 

“Per aiutare i giovani a crescere responsabilmente è necessario che la famiglia sia famiglia e i genitori siano genitori. I figli non devono essere pacchetti che si mandano tra padre e madre quando sono separati: i figli hanno anche il diritto di vedere i genitori insieme e non solo separatamente perché il bambino è una vita che si innesta in questo nucleo costituito da padre e madre. La fedeltà è un valore possibile”. Così il neo arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo, parla di “emergenza famiglia” e giovani in difficoltà nel loro processo di crescita durante il primo incontro con la stampa locale. Osservanza della legge e criminalità, tra le tante problematiche di Palermo rilevate da mons. Romeo: “Vedo situazioni che sono molto difficili da risolvere: il degrado di molti quartieri, tanti giovani che stanno sulla strada, i disoccupati che spesso manifestano in città. Non è facile trovare un lavoro, non è facile trovare una casa. C’è una larga fascia della società di Palermo che ha bisogno di costruirsi un futuro con le proprie mani”. Il pensiero del nuovo arcivescovo di Palermo va poi alla figura di don Pino Puglisi, ucciso da “Cosa nostra” il 15 settembre del ’93, nel degradato quartiere di Brancaccio: “Era un testimone della carità, un presbitero che non si è fermato nemmeno di fronte al pericolo”. Mons. Romeo ha inoltre ricordato i suoi predecessori: “Sarò una brutta copia del cardinale Pappalardo, ma cercherò di seguire le sue orme, proprio come quelle del cardinale De Giorgi”. “Cercherò di stare vicino alla gente che si deve sentire accompagnata. Vorrei che questa porta fosse sempre aperta. Il pastore deve indicare il cammino da percorrere”. (A cura di Alessandra Zaffiro)

 

 

Aperto il secondo sito web cattolico in Tagikistan, il terzo in Asia Centrale

 

A poco più di due anni dall’apertura del primo sito ufficiale della Chiesa cattolica in Tagikistan (www.catholic.tj), la piccola comunità cattolica locale ha adesso a disposizione un nuovo portale web che dà un volto più internazionale alla Chiesa cattolica in Asia centrale. Si tratta del sito www.church.tj, dell’Istituto del Verbo Incarnato del Tagikistan e del Kazakistan, una congregazione religiosa fondata in Argentina nel 1984 con la missione di evangelizzare la cultura. L’iniziativa è del missionario argentino, padre Juan Carlo Sack, parroco nella parrocchia di San Giuseppe di Dushanbe, che ne ha affidato la realizzazione a un connazionale, padre Martin Serra. Il sito, inaugurato ai primi di gennaio, offre informazioni in russo, inglese e spagnolo sulle attività di due delle tre parrocchie presenti oggi in Tagikistan (quella di San Giuseppe e quella di San Rocco a Kurgan-Tube) e sulla parrocchia di Santa Teresa di Lisieux di Chimkent, nel vicino Kazakistan, anch’essa affidata ai missionari del Verbo Incarnato. L’obiettivo, spiega padre Serra, è non solo di aggiornare i fedeli, dispersi su un territorio molto vasto, sulla vita delle Chiesa locale, ma anche di offrire informazioni utili a eventuali visitatori stranieri. Con il nuovo portale sale così a tre il numero dei siti cattolici in Asia Centrale. Il primo e il più grande è www.agnuz.info: fondato il 25 gennaio 2002 in Uzbekistan, offre informazioni on line sulla vita della Chiesa in russo. La Chiesa del Tagikistan conta attualmente appena 250 fedeli cattolici su 6 milioni e mezzo di abitanti, 96% dei quali musulmani e circa il 3% ortodossi. (L.Z.)

 

 

Quattrocento ragazzi di 30 scuole di 20 Paesi dibattono a Genova

i grandi temi delle Nazioni Unite

 

Quattrocento ragazzi dai 14 ai 20 anni, provenienti da venti Nazioni diverse, dei cinque continenti sono riuniti da ieri a Genova per discutere di grandi temi internazionali, quali abolizione della pena di morte, microcredito, salute e diritti delle donne e libertà di stampa. Una sorta di Assemblea dell'ONU, formato ‘giovane’, giunta alla quarta edizione, che porta la sigla di Gemun (Genova Model United Nations). La manifestazione che dura tre giorni è ospitata nel Palazzo Ducale e nella Fiera cittadina, organizzata da Comune, Università, Liceo Deledda ed altre scuole di Genova. I ragazzi in rappresentanza di 30 scuole di tutto il mondo simuleranno gli incontri delle sessioni ONU, anche dal punto di vista amministrativo e della sicurezza. Le risoluzioni prodotte saranno quindi raccolte e trasmesse alla stessa Assemblea della Nazioni Unite. (R.G.)

 


 

RADIO VATICANA

                                            Radiogiornale

24 Ore nel Mondo

 

- A cura di Amedeo Lomonaco ed Eugenio Laurenzi -

 

 

- In Iraq un gruppo di sunniti, legato all’organizzazione terroristica al Qaeda, ha rivendicato il sequestro di almeno 14 agenti iracheni. Il rapimento sarebbe stato compiuto come rappresaglia dopo lo stupro di una donna sunnita da parte di un gruppo di poliziotti sciiti. I rapitori hanno dichiarato che uccideranno gli ostaggi “entro 24 ore”. A Ramadi, roccaforte sunnita, uomini armati hanno ucciso inoltre due giocatori di una squadra di calcio locale.

 

- In Afghanistan, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza ha reso noto che 12 presunti ribelli sono rimasti uccisi in seguito a scontri avvenuti, ieri, nella provincia di Zabul. Le fonti hanno precisato che i soldati della NATO hanno aperto il fuoco dopo un attacco sferrato da guerriglieri contro alcune postazioni dell’Alleanza Atlantica. Violenze anche nella provincia meridionale di Uruzgan, dove tre bombe sono esplose al passaggio di un convoglio militare. Nell’area operano sia le truppe della NATO sia quelle della coalizione a guida statunitense. Al momento, non si ha notizia di vittime.

 

- Spostiamoci in Pakistan, dove è di almeno tre morti e diversi feriti il bilancio, ancora provvisorio, dell’esplosione di una bomba avvenuta nella città di Multan, nella parte centrale del Paese. Tra i feriti c’è un giudice antiterrorismo, vero obiettivo dell’attacco secondo gli inquirenti. Le condizioni del magistrato, che presiede un processo per un caso di violenza settaria, vengono indicate come stabili. Il verdetto è atteso nei prossimi giorni. A Quetta, intanto, nel sud ovest del Pakistan, è stato arrestato un ex ministro della Difesa afgano, ritenuto un alto esponente della guerriglia talebana in Afghanistan.

 

- Situazione tesa anche nelle Filippine: un portavoce dell’esercito ha reso noto che nel sud del Paese asiatico, dieci guerriglieri comunisti e due soldati dell’esercito regolare sono rimasti uccisi, ieri, nel corso di combattimenti protrattisi per tutta la giornata.

 

- Si è conclusa oggi a Pyongyang la prima sessione di colloqui tra delegazioni delle due Coree, ripresi dopo l’accordo internazionale sul disarmo nucleare nordcoreano, firmato lo scorso 13 febbraio a Pechino. Il nostro servizio:

 

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Sospesi sette mesi fa a causa della crisi del riarmo missilistico e atomico di Pyongyang, i colloqui tra le delegazioni delle due Coree sono i primi dopo lo storico accordo di Pechino, che prevede lo smantellamento dell’arsenale atomico nordcoreano in cambio di forniture alimentari ed energetiche alla Corea del Nord. Questa intesa è stata al centro dei negoziati tra le due delegazioni: al termine della sessione di colloqui a Pyongyang è stato deciso infatti che l’erogazione degli aiuti, da parte della Corea del Sud, riprenderà ad aprile. Il governo sudcoreano ha però precisato che prima dovrà essere accertata la chiusura del reattore nucleare nordcoreano, come previsto dall’accordo di Pechino. Durante i colloqui intercoreani è stato anche deciso che sarà riattivato il difficile processo di riunione delle famiglie divise dalla guerra scoppiata nel 1950 e conclusasi nel 1953. Per cercare di scrivere una nuova pagina nella tormentata storia coreana, è stata inoltre annunciata la riapertura sperimentale, entro la prima metà dell’anno, della linea ferroviaria che prima della guerra collegava i due Paesi. E’ stato già fissato infine

l’appuntamento per nuovi colloqui: le delegazioni dei due Stati si incontreranno a Seul dal 29 maggio al primo giugno.

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- I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e la Germania hanno fatto “progressi” nelle discussioni sulle nuove sanzioni da imporre all’Iran per il suo rifiuto di fermare l’arricchimento dell'uranio. Una fonte diplomatica americana afferma che la prossima settimana è prevista la stesura della bozza di una nuova risoluzione.

 

- La Russia minaccia di sospendere le importazioni di carne da alcuni Paesi dell’Unione Europea se Bruxelles non assicurerà controlli aggiuntivi sulla qualità della sua carne. Alla fine del 2006, la Russia aveva reso noto di non fidarsi delle importazioni di carne provenienti da Bulgaria e Romania. Il governo di Mosca, da oltre un anno, ha vietato inoltre le importazioni di carne dalla Polonia. Varsavia ha accusato la Russia di utilizzare il divieto per motivi politici e si è opposta al rinnovo dell’intesa di partenariato tra Mosca e Bruxelles fin quando il bando sarà in vigore.

 

- Non c’è accordo tra serbi e albanesi sul futuro del Kosovo. E’ l’amara conclusione tratta dall’inviato speciale delle Nazioni Unite, Martti Ahtisaari, al termine delle lunghe trattative che si sono concluse a Vienna. “Ho l’obbligo di essere onesto e dire che sulle principali questioni dello status le parti sono rimaste su posizioni diametricalmente opposte”, ha spiegato Ahtisaari.

 

- In Italia, il governo di Romano Prodi ha ottenuto la fiducia alla Camera: i voti favorevoli sono stati 342; quelli contrari 253. "Mi sembra una bella votazione, una differenza di voti molto elevata, non poteva che concludersi molto  bene", ha detto Romano Prodi. "Soprattutto - ha aggiunto - c'e' stata una discussione che ha mostrato un centrosinistra molto più unitario, molto più compatto di quello che non è stato il centrodestra".

    

- Almeno sei esplosioni e diversi colpi di mortaio hanno scosso oggi la capitale somala Mogadiscio, nonostante ieri sia iniziato - con l’arrivo dei primi militari ugandesi - il dispiegamento delle forze di pace dell’Unione Africana. In questo clima di tensione, si sta comunque preparando la grande Conferenza di riconciliazione per la Somalia, prevista proprio a Mogadiscio a partire dal 16 aprile e annunciata, ieri, dal presidente Abdullahi Yusuf. Con l’incontro si punta a mettere definitivamente termine ad una crisi caratterizzata da mesi di scontri tra miliziani delle Corti islamiche e truppe fedeli al governo provvisorio, appoggiato dall’Etiopia. Quale sarà, dunque, l’obiettivo della Conferenza? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Angelo Masetti, portavoce del Forum Italia-Somalia:

 

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R. – Nelle intenzioni del governo somalo, questa Conferenza dovrebbe essere finalizzata a creare le condizioni per proseguire l’esperienza delle istituzioni transitorie, fino allo svolgimento delle elezioni che sono previste tra due anni e mezzo.

 

D. – Fino ad oggi, il governo ha sempre rifiutato un dialogo con le Corti islamiche. Si può prevedere ora una partecipazione dei principali esponenti delle Corti, per lo più in esilio?

 

R. – Quella delle Corti islamiche è stata un’esperienza transitoria, che si è conclusa politicamente con l’arrivo delle truppe etiopiche. La guerriglia in corso in queste ore è certamente animata da alcuni esponenti che possono essere ricondotti ad un nucleo

 

delle Corti islamiche, ma che sono sostenuti, finanziati e guidati da forze esterne, da centrali internazionali.

 

D. - Quindi, lei parla di terrorismo?

 

R. – Chi ha addestrato e organizzato anche militarmente e logisticamente queste persone ha una preparazione che è finalizzata probabilmente a tali scopi.

 

D. – Purtroppo, le violenze nel Paese continuano. La popolazione cosa spera, cosa si augura dalla Conferenza di aprile?

 

R. – La popolazione è stanca. Vorrebbe la pace, vorrebbe vivere tranquilla, senza correre il rischio di morire ogni giorno uscendo di casa.

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- In Etiopia, sono stati rapiti 15 turisti occidentali. Secondo diverse agenzie di stampa, si tratta di 11 francesi, 3 britannici e un italiano. Il Ministero degli Esteri francese ha confermato il rapimento del gruppo di turisti e ha precisato che il sequestro è avvenuto mercoledì scorso nel nord est del Paese africano. Il governo britannico ha ammesso, poi, che non si hanno più notizie di diversi turisti. E in Italia il Ministero degli Esteri ha avviato le verifiche per stabilire se tra gli ostaggi ci sia anche un italiano.

 

- Un’imbarcazione salpata nei giorni scorsi da Haiti alla volta degli Stati Uniti è naufragata, ieri, a causa di un incendio nei pressi dell’isola di Turks & Kaikos, nel mar dei Carabi. La Guardia costiera degli Stati Uniti, impegnata nelle operazioni di soccorso, al largo di Miami, è riuscita a recuperare solo due superstiti; i dispersi sarebbero una cinquantina.

 

- Sempre negli Stati Uniti, è di almeno 7 morti il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime provocate ieri dal devastante passaggio di diversi tornado in Alabama, Georgia e Missouri. L’episodio più grave è avvenuto nella cittadina di Enterprise, in Alabama, dove cinque studenti di un liceo sono morti in seguito al crollo del tetto della scuola. Secondo diverse agenzie di stampa, l’istituto non era stato evacuato, nonostante l’allarme lanciato dai servizi meteorologici.