RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 61 -
Testo della trasmissione di venerdì 2 marzo 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Appello di mons. Celestino Migliore alle Nazioni Unite per la
difesa della dignità delle donne
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Ferito da rapinatori un missionario irlandese
impegnato nel sostegno ai malati di AIDS in Sudafrica
Quattrocento ragazzi di 30 scuole di 20 Paesi dibattono a
Genova i grandi temi delle Nazioni Unite
Italia: la Camera conferma la fiducia al
governo Prodi – Più vicine le due Coree: ripartono gli aiuti sudcoreani al Nord
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Il
Papa e la Santa Sede
Esercizi spirituali in Vaticano: la meditazione del
cardinale Giacomo Biffi
sul mistero dell’Eucaristia nella Chiesa e nel mondo
Penultima giornata oggi in Vaticano degli esercizi spirituali cui
partecipano il Papa e la Curia Romana. Domani in mattinata la riflessione
conclusiva del cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna. Stamani
il porporato ha svolto due meditazioni, una
su Maria, l’altra sul tema: “Eucaristia, Chiesa, mondo”. Ma come può la
Chiesa testimoniare al mondo il mistero dell’Eucaristia? Sergio Centofanti lo
ha chiesto al vescovo di Orvieto Giovanni Scanavino, agostiniano:
**********
R. – Dovremmo già essere più che professionisti,
noi, di questo fatto, ma una cosa che è veramente strana è che ad un certo
punto abbiamo confinato l’Eucaristia semplicemente all’interno delle nostre
chiese. Cioè, per un cristiano l’Eucaristia dovrebbe essere proprio
l’esperienza che ti aiuta ad entrare profondamente nel mondo! Celebrare
l’Eucaristia significa proprio acquistare quella sapienza e quella capacità di
vivere, di donare noi stessi proprio per far lievitare questo mondo! E noi
dobbiamo veramente riportare l’Eucaristia al centro della vita e di una vita
che si vive nel mondo. Insomma, il cristiano non è per se stesso, no? Il
cristiano è per il mondo. Non è del mondo ma è per il mondo! La centralità
dell’Eucaristia, dovrebbe tornare proprio ad alimentare questa propulsione
missionaria ...
D. – Lei è agostiniano. Qual è la specificità
agostiniana degli esercizi spirituali?
R. – E’ un po’ come un cammino di ricerca, che
però – ecco – ad un certo punto arriva all’incontro con la Verità che poi ti
richiama al tuo mondo interiore, e quindi gli esercizi spirituali – secondo
Agostino – sono proprio gli esercizi che devono aiutarti a ritrovare te stesso
nell’incontro con Dio. Dio è Colui che ti aiuta a ritrovare te stesso, a ritrovare
la verità di te stesso, della tua vita e poi la possibilità – attraverso questa
interiorità – di valorizzare la parola di Dio che ti converte: la conversione
non è uno sforzo nostro; è avvicinarci all’ascolto di Dio così come Agostino
stesso ha sperimentato nella sua conversione. Lui all'inizio pensava che la
conversione potesse dipendere dalla sua razionalità. Poi ha scoperto che la
razionalità è importante per arrivare alla scoperta della verità, ma poi è la
grazia di Dio, è l’amore di Dio che ti cambia!
D. – Come riuscire a rientrare in noi stessi nel
nostro quotidiano?
R. – Ci vuole una minima, fondamentale ascesi di
silenzio e di riflessione. Cioè, noi dobbiamo recuperare il valore della
meditazione, cioè del silenzio, e in questo silenzio – attenzione, però!, che
non sia semplicemente il vuoto di noi stessi, ma ascoltare la voce del nostro
cuore, dei nostri desideri, confrontandoli con una Parola che va ascoltata.
Quello che dice il Vangelo: “Rientra nella tua stanza”, che è una camera che
riguarda sia
il mio cuore, sia anche l’ambiente in cui vivo,
che mi crea questa atmosfera per ascoltare una Voce che non sono le solite
voci.
**********
Appello di mons. Celestino Migliore
alle Nazioni Unite per la difesa
della dignità delle donne, troppo spesso vittime di
violenza
La comunità internazionale rafforzi il proprio impegno per sconfiggere
la piaga della violenza contro le donne. E’ l’esortazione di mons. Celestino
Migliore, osservatore vaticano presso la sede ONU di New York, che ieri è
intervenuto alla 51.ma sessione della Commissione sulla condizione della donna.
Nei giorni scorsi, la rappresentanza pontificia presso le Nazioni Unite ha
inoltre promosso un convegno sul tema “La dignità umana della donna nella
società contemporanea: affrontare la violenza contro la donna”. Ma quali
sono, dunque, i punti chiave per il miglioramento della condizione della donna,
secondo la Santa Sede? Risponde l’arcivescovo Migliore, raggiunto
telefonicamente a New York da Alessandro Gisotti:
**********
R. – Sono passati 60 anni da quando i fondatori
delle Nazioni Unite hanno proclamato la loro convinzione che uomini e donne
godono degli stessi diritti. A quel
tempo non c’era un Paese che garantisse alle donne completa uguaglianza
sociale. Oggigiorno il principio dell’uguaglianza è quasi universalmente
riconosciuto. Insieme a notevoli
progressi, si sono presentate anche nuove sfide, nuove forme di povertà e nuove
forme di svantaggio sociale, ma soprattutto si sono presentate nuove minacce
alla vita e alla dignità della donna. E’ particolarmente inaccettabile che
proprio in un'epoca di accresciuta considerazione per tutte le questioni
attinenti alla donna si affermino nuove forme di violenza e di schiavitù.
D. – La Commissione sulla condizione della donna
ha dedicato la sua 51.ma sessione,
ancora in corso, alla violenza contro le bambine. Quanto è esteso questo
fenomeno e cosa propone la Santa Sede per combatterlo, anche alla luce
dell’intervento da lei pronunciato?
R. – Certamente le statistiche sono allarmanti e
come mostrano vari rapporti usciti in questi ultimi mesi, tra cui quello
dell’ONU, che è all’esame dell’attuale sessione della Commissione sulla
condizione della donna. Dal nostro punto di vista occorre, anzitutto, andare
alle radici del fenomeno e capire il perché di questa violenza. Troviamo allora
che persistono pregiudizi culturali verso la donna, ancora considerata in
qualche modo inferiore all’uomo, una visione dei rapporti umani improntata
prevalentemente alla produttività, un clima diffuso che favorisce il ricorso
alla forza nella soluzione dei piccoli e grandi problemi dell’esistenza. Non vi
è dubbio che il fenomeno vada considerato nel contesto dei diritti umani,
diritti da riconoscere senza ambiguità e da far rispettare con rigore legale. Tuttavia
se il problema è anzitutto culturale e relazionale, come crediamo, i meccanismi
propri dei diritti umani sono efficaci solo nella misura in cui si inseriscono
in un’opera di sensibilizzazione e di educazione ai valori della femminilità.
D. – Quali sono gli strumenti più efficaci per
promuovere uno sviluppo integrale della donna, soprattutto laddove la cultura o
le condizioni economiche non lo consentono?
R. – Senza dubbio l’approccio dei diritti umani e
dei loro meccanismi di implementazione e di controllo si rende indispensabile.
A ciò va poi aggiunto che le esperienze mature ed efficaci nella promozione
della donna non si registrano senza partire dall’educazione. L’investimento
nell’educazione intellettuale, umana e spirituale della donna e in particolare
delle giovani è fondamentale.
**********
Oggi su "L'Osservatore Romano"
Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle lettere pastorali dei
Vescovi italiani.
Servizio estero - Iraq: si profilano contatti fra gli Stati Uniti e la
Siria per la situazione dei rifugiati iracheni.
Servizio culturale - Un articolo di Armando Rigobello dal titolo
“Contesto scientifico e libertà responsabile”: a margine di un volume di Hans
Jonas.
Servizio italiano - In rilievo il tema della legge elettorale.
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Oggi
in Primo Piano
La verità e la bellezza del Cristianesimo
siano i punti chiave del progetto culturale della Chiesa italiana: a
sottolinearlo il cardinale Camillo Ruini
Il rapporto tra fede e ragione è stato al centro del discorso del
cardinale vicario Camillo Ruini, che questa mattina ha aperto a Roma l’VIII
Forum del progetto culturale della CEI. L’assise sul tema “La ragione, le
scienze e il futuro delle civiltà” riunisce oggi e domani 150 intellettuali
cattolici che si confronteranno sul discorso pronunciato da Benedetto XVI al
convegno ecclesiale di Verona. Ma torniamo alla prolusione del presidente della
Conferenza episcopale italiana, nel servizio di Alessandro Gisotti:
***********
Il nuovo incontro tra la fede e la ragione del nostro tempo è il
grande obiettivo del Pontificato di Benedetto XVI: è quanto sottolineato dal
cardinale Camillo Ruini che ha indicato come questo sia anche il traguardo a
cui mira il progetto culturale della Chiesa italiana. Tra gli orientamenti
emersi nel Convegno ecclesiale di Verona, ha detto il porporato, c’è infatti il
tentativo di coniugare la teologia, la filosofia e le scienze “nel pieno
rispetto dei loro metodi” e della “loro reciproca autonomia”. Un servizio,
questo, che l’Italia è chiamata a rendere all’Europa e al mondo. Il presidente
della CEI si è così soffermato sull’orizzonte del progetto culturale dopo
Verona:
“Il grande tema della verità, bellezza e
'vivibilità' del cristianesimo, da pensare, vivere e proporre nelle condizioni
di oggi e di domani, specialmente in rapporto alla ragione ed ai codici etici
dell’Occidente neoilluminista, che tenta di universalizzare il suo
secolarismo”.
Il cardinale Ruini ha, quindi, espresso l’auspicio che il
cattolicesimo italiano mantenga sempre la sua “caratteristica popolare” senza
essere ridotto ad un “cristianesimo minimo”. “La fede in Gesù Cristo – è stata
la sua esortazione – continui ad offrire, anche agli uomini e alle donne del
nostro tempo, il senso e l’orientamento dell’esistenza ed abbia così un ruolo
guida e un’efficacia trainante nel cammino della nazione verso il suo futuro”.
Ed ha evidenziato che il progetto culturale ha molto a che fare con la
“missionarietà dell’intero popolo di Dio e in esso specificamente dei laici”.
Il porporato ha poi rivolto il pensiero al discorso pronunciato dal Papa a
Ratisbona, al centro del quale sta l’affermazione che “non agire secondo
ragione è contrario alla natura di Dio”. D’altronde, Benedetto XVI mostra che
in Dio logos e agape, ragione e amore, si identificano:
“Il Dio della fede cristiana è dunque sì il Dio
della metafisica, ma è anche, e identicamente, il Dio della storia, il Dio cioè
che entra nella storia e nel più intimo rapporto con noi. E’ questa, secondo
Joseph Ratzinger, l’unica risposta adeguata alla questione del Dio della fede e
del Dio dei filosofi”.
Nell’attuale clima culturale, ha detto il cardinale Ruini, “l’uomo con
le sue sole forze” rimane prigioniero di “una strana penombra” e “delle spinte
a vivere secondo i propri interessi, prescindendo da Dio e dall’etica”. Una
condizione, ha proseguito, che possiamo superare solo grazie “all’iniziativa di
Dio che in Cristo si manifesta all’uomo e lo chiama ad accostarsi a Lui”. Oggi,
ha aggiunto, l’atteggiamento più diffuso tra i non credenti non è tanto
l’ateismo quanto piuttosto l’agnosticismo “che sospende il giudizio riguardo a
Dio in quanto razionalmente non conoscibile”. Ma questo, ha affermato, è per il
Papa un programma non realizzabile:
"Il motivo è che la questione di Dio non è
soltanto teorica ma eminentemente pratica, ha conseguenze cioè in tutti gli
ambiti della vita. Nella pratica sono infatti costretto a scegliere tra due
alternative, già individuate da Pascal: o vivere come se Dio non esistesse,
oppure vivere come se Dio esistesse e fosse la realtà decisiva della mia
esistenza".
Dio, ha detto ancora, non può perciò essere “un’appendice da togliere
o aggiungere senza che nulla cambi, ma è invece l’origine, il senso e il fine
dell’universo, e dell’uomo stesso”. Infine, ha messo in guardia dai rischi
insiti in quella assolutizzazione del relativismo che si verifica “quando la
libertà individuale” viene eretta “a criterio ultimo al quale ogni altra
posizione deve subordinarsi”.
***********
La Civiltà Cattolica interviene sui DICO denunciando
la logica libertaria
sottesa al Disegno di legge, per trasformare
i desideri individuali in diritti
Le “cosiddette unioni di fatto”, il tema affrontato da padre Michele
Simone, nell’editoriale pubblicato nell’ultimo numero in uscita de La Civiltà
Cattolica. “Una prima valutazione in attesa che si compia o (si interrompa?)” -
scrive il gesuita – l’iter parlamentare del Disegno di legge approvato il 21
febbraio dal Consiglio dei Ministri sui “Diritti e doveri delle persone
stabilmente Conviventi (DICO)”. Il servizio di Roberta Gisotti:
**********
A chi cerca di sminuire la portata sovversiva dei DICO adducendo che
“si tratta soltanto del riconoscimento di diritti dovuti”, padre Simone obietta
che è piuttosto “il frutto dell’ideologia dominante del ‘genere’ nella società
occidentale, in forza della quale non esisterebbe alcuna struttura oggettiva
‘naturale’, ma tutto sarebbe frutto di libera opzione culturale, che
permetterebbe di scegliere all’interno di una vasta gamma di opzioni libere:
matrimonio tra eterosessuali, convivenza libera tra eterosessuali, unione tra
omosessuali e così via.”
Citando quindi l’economista Premio Nobel, Amartya Sen, padre Simone
invita a diffidare della “logica libertaria di non interferenza, secondo la quale
ciascuno dovrebbe essere lasciato libero di perseguire lo stile di vita che più
gli aggrada”: qui è “la differenza sostanziale tra la società liberale e la
condizione libertaria; caratterizzata quest’ultima dal protagonismo onnipotente
delle preferenze individuali”. Si arriva al cuore del dibattito sui DICO “che
rischia di essere banalizzato nella richiesta libertaria di riconoscere natura
di diritto alle preferenze dell’individuo”. Allora “non avremo alcuna ragione –
annota l’editorialista de La Civiltà Cattolica - per impedire agli interessati
(sempre più numerosi) di praticare anche in Italia la poligamia ammessa dalla
propria religione”.
Riguardo le unioni omosessuali, padre Simone denuncia “una realtà non
parallela ma contraria alla famiglia fondata sul matrimonio”. Mentre le unioni
eterosessuali si configurano un’alternativa “al matrimonio” e quindi “al
dettato dell’art. 29 della Costituzione”, tanto più incidente “per la
genericità che i DICO implicano oltre a diritti anche a doveri: sembra che questi
doveri – sottolinea il padre gesuita – siano limitati al corretto adempimento
delle norme della legge per ottenere i diritti”. Mentre “la precarietà,
conseguente alla facilità di dichiarare chiusa l’unione” è un “altro aspetto
pericoloso” delle normativa, oltre alle “possibili scappatoie e
strumentalizzazioni di eventuali unioni”, come ad esempio “tra persone anziane
e loro assistenti”. “Tutte le leggi – chiosa padre Simone - oltre a normarli,
influenzano i comportamenti”. Meglio sarebbe “da una parte tutelare meglio i
diritti delle persone e dall’altra togliere di mezzo i tanti ostacoli che
inducono i giovani alla precarietà delle unioni e alla rinuncia o al gravissimo
ritardo del matrimonio”. “Forse il Governo - conclude padre Simone - troppo
occupato a difendere la propria ‘sopravvivenza’, stenta a stilare, secondo il
bene comune, la lista delle priorità politiche.”
*********
Il governo Zapatero velocizza le procedure
burocratiche
per il cambio di sesso: una riflessione
antropologica
Dopo le leggi che consentono matrimoni fra omosessuali, o la
possibilità di adozione per questo tipo di coppie, oltre a norme che
velocizzano i divorzi, il governo spagnolo di Luis Zapatero ha approvato ieri
una nuova disposizione pensata specialmente per i transessuali: ovvero la
possibilità di veder trascritto il cambio di nome e di sesso all’anagrafe
dietro presentazione di un certificato dello psicologo. Tale cambio avverrebbe
facendo salvi alcuni adempimenti – come il sottoporsi da almeno due anni a una
terapia ormonale per adeguare il sesso al nuovo stato – ma senza il vincolo
precedente dell’effettivo cambio di sesso per via chirurgica e dopo
un’approvazione di tipo giuridico, come stabilito invece negli altri Stati
europei. Sulle implicazioni etiche e antropologiche di questa nuova normativa, Alessandro
De Carolis ha sentito il parere del prof. Mario Binasco, docente al
Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su matrimonio e famiglia:
**********
R. – Se la notizia è quella, non capisco bene
dove sta la notizia. Anzi, casomai, rispetto all’affermazione dell’irrilevanza
della differenza dei sessi nel matrimonio, per esempio nella genitorialità,
nell’adozione eccetera, un provvedimento di questo genere sembra addirittura
retrogrado, perché in fondo – se ho ben capito – mantiene l’interesse a
cambiare la propria dicitura sessuale all’anagrafe, da maschio a femmina o da
femmina a maschio. Quindi, in qualche modo conferma l’importanza, la rilevanza
della differenza tra maschio e femmina nella vita civile, che invece è messa
totalmente da parte, no?, riguardo al matrimonio, all’adozione eccetera. Sembra
che l’unica novità di questo provvedimento sia proprio quella che non c’è
bisogno dell’intervento sul corpo. Se la legge non pone questo “test di
serietà”, un test di rapporto con il reale, un reale soggettivo, ma reale ...
io ho l’impressione che non sia fatta per le ragioni che dice veramente ..
D. – Da un punto di vista etico, ma anche da un
punto di vista cristiano, si intende, questa nuova legge è un altro “colpo”
alla legge naturale ...
R. –In base a quello che già abbiamo detto, in
ogni caso, qualunque cosa sia la legge naturale è qualcosa che si gioca nel
rapporto tra la persona e la propria realtà e la realtà umana. Qui, se
effettivamente questi provvedimenti incidono, toccano, smontano l’uso della
lingua quando vuole significare qualche cosa di reale per l’uomo, come per
esempio il sesso, certamente sembrano operazioni fatte per – in qualche modo –
eliminare il problema stesso della legge naturale a monte, cioè rendere
irrilevante il rapporto tra le persone e il reale, e la realtà. Per esempio:
una signora, una volta, si presentò dallo psichiatra dicendo: “Io sono venuta
proprio perché avevo l’appuntamento, ma altrimenti, guardi, io sono morta da
quattro giorni”: era evidentemente una signora che aveva una crisi psicotica,
delirante. Per questa signora, il suo essere morta era reale. Esattamente come
per un transessuale è reale il suo sesso diverso da quello corporeo. Allora,
però, perché nella società si prende per buona la dichiarazione di uno che,
rispetto al proprio sesso, dice: “Sono una donna”, anche se apparentemente è un
uomo, e invece della signora che dice: “Io sono morta da quattro giorni”,
invece di andare all’anagrafe a scrivere “deceduta” ... bè, lì ci sono delle
conseguenze, sì: la pensione, questa si assenta dal lavoro ... ci sarebbero
delle conseguenze. Perché non si fa, questo? Eppure, la questione dell’essere
vivo o morto, soggettivamente, o dell’essere uomo o donna sono allo stesso livello
di profondità, nell’inconscio del soggetto. Riguardano lo stesso punto del
rapporto con il reale.
**********
Mons. Gianfranco Girotti: il relativismo, il
carattere esoterico del sapere
e l’impossibilità di conoscere la verità sono i tratti fondamentali della inconciliabilità tra
fede cristiana e massoneria
I principi della massoneria sono inconciliabili con quelli della fede
cristiana. Lo ha ribadito ieri pomeriggio mons. Gianfranco Girotti, reggente
della Penitenzieria Apostolica che ha ricordato il giudizio negativo della
Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche espresso in un documento
della Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 novembre 1983. Mons.
Girotti è intervenuto al convegno “Chiesa e Massoneria” che ieri pomeriggio si è
svolto al Seraphicum di Roma. C’era per noi Tiziana Campisi:
**********
Un fenomeno variegato che fa ancora discutere: è la Massoneria, una
forma di associazionismo che non accetta verità assolute e rivelate, che raduna
persone di qualunque Credo, che riconosce un Ente creatore – il Grande
Architetto dell’Universo – e che raccoglie uomini di buona volontà sulla base
di valori umanistici accettabili da tutti. Ma la Chiesa come guarda ai massoni?
Mons. Gianfranco Girotti:
“Chi è massone, non è scomunicato. Si trova in uno stato di peccato grave, per cui non
può accostarsi ai Sacramenti e, quindi, la Chiesa considera costoro come
persone che sono irregolari nei confronti del Magistero della Chiesa. Accenno
soltanto un elemento, quello della segretezza: colui che appartiene ad un
movimento può essere messo in rischio di non conoscere cosa deve fare e in cosa
viene coinvolto. Questo è un problema non indifferente”.
Eppure da alcuni anni Chiesa e Massoneria stanno tentando di
dialogare. Giuseppe Ferrari segretario nazionale del GRIS, il Gruppo di
ricerca e informazione socio religiosa:
“Ritengo che si debba proseguire sulla strada del
dialogo e trovare elementi comuni sui quali collaborare e portare avanti anche
iniziative comuni e battaglie comuni, specialmente a difesa della vita, a
difesa della dignità della persona umana, a difesa e salvaguardia della natura
e via dicendo. Stiamo cercando di comprendere quelle che sono le ragioni degli
iscritti alla Massoneria e dei massoni. E questo perché vediamo che, nonostante
la presa di posizione chiara della Chiesa, ci sono diversi cattolici che
decidono di iscriversi e di aderire alla Massoneria e purtroppo tra questi
cattolici ci sono anche alcuni sacerdoti. Le motivazioni dei singoli fedeli
laici potrebbero essere le più diverse: molte volte non sanno neanche di queste
disposizioni della Chiesa e molte volte si iscrivono ed aderiscono a logge
massoniche per motivi professionali oppure perché convinti di fare carriera
nelle loro attività lavorative e così via”.
Ma la Chiesa come si pone di fronte a quei sacerdoti che dichiarano di
aderire a logge massoniche? Ancora mons. Giuseppe Girotti:
“La
Chiesa o i superiori dovranno intervenire, almeno sul piano disciplinare. Poi
la Santa Sede certamente avrà la sua attenzione. Il sacerdote che disattende a
dei principi disciplinari e dottrinali è già un sacerdote che viene meno al suo
impegno, disattende e rinnega i principi e il Magistero della
Chiesa".
Fabio Venzi, Gran Maetro della Gran Loggia regolare d’Italia, ha precisato
che le associazioni massoniche si differenziano l’una dall’altra e che non si
basano tutte sugli stessi principi.
**********
Amnesty International denuncia le discriminazioni in
Cina
nei confronti
dei lavoratori migranti
“In Cina un miracolo economico dagli elevatissimi costi umani”.
Amnesty International, in un rapporto pubblicato ieri, denuncia le terribili
condizioni sociali dei lavoratori migranti, che stanno alimentando il
vertiginoso progresso della Repubblica Popolare, senza il più elementare
sostegno da parte dello Stato e l’osservanza dei diritti fondamentali della
persona. Su questo triste fenomeno, Giancarlo La Vella ha sentito il
portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury:
**********
R. – Il miracolo economico della Cina ha un costo
umano insopportabile, che si abbatte su 200 milioni di migranti interni che in
questi anni, dalle campagne cinesi sono giunti nelle città e stanno ingrossando
quella forza lavoro sottopagata che costituisce il motore del miracolo
economico cinese; e sono considerati una vera e propria sottoclasse urbana:
privi di diritti, privi di accesso a servizi fondamentali nel campo sanitario
ed educativo, e sottoposti ad alcune delle peggiori forme di abuso nel campo
del lavoro.
D. – Perché le autorità della Repubblica Popolare
non hanno preventivato in qualche modo un rischio del genere?
R. – Lo hanno preventivato – noi crediamo – e lo
ignorano, perché in nome dello sviluppo economico si possono calpestare diritti
fondamentali come quello ad un’abitazione degna, alla salute, a servizi primari
gratuiti, cose che peraltro la Costituzione cinese prevede nei confronti della
maggior parte della popolazione. Senonché, i lavoratori migranti sono
considerati “residenti temporanei” e continuano a subire discriminazioni nei
confronti di coloro che sono considerati “residenti stabili” nelle città. Se
consideriamo che questi migranti sono già vessati sul lavoro, dobbiamo anche
aggiungere che hanno dei figli, e questi figli saranno la prossima generazione
che verrà triturata dal miracolo economico cinese.
D. – E’ uno stato di cose che spesso costa
realmente delle vite umane, come nel caso delle miniere ...
R. – Certo che le condizioni di lavoro sono
veramente devastanti, perché l’importante è quanti pezzi, quanti giocattoli, quanto
minerale, quanto abbigliamento esca da una fabbrica. In nome di questa
iper-produzione sfrenata, si passa sopra a qualunque cosa.
D. – C’è una qualche responsabilità anche da
parte della comunità internazionale che, comunque, dovrebbe prendere dei
provvedimenti?
R. – E’ chiaro che, intervenire sulla situazione
di 200 milioni di persone non è facile; ma quello che manca oggi è una condanna
forte e netta nei confronti di quella che è la vera e propria architettura del
modello di sviluppo economico cinese.
D. – Non esiste un progresso in qualche modo
sostenibile dal punto di vista della tutela dei diritti umani?
R. – Certamente non esiste in Cina. Esiste uno
sviluppo economico che è rispettoso dell’ambiente in cui le persone vivono ed è
rispettoso dei diritti di queste persone. In Cina come altrove, lo sviluppo
economico che si persegue è uno sviluppo di breve durata che potrà servire a
far conquistare ad un Paese posizioni di primato economico e di forza anche
politica e militare; ma via via, queste condizioni di sviluppo insostenibile si
propagheranno altrove nel mondo.
**********
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
Chiesa
e Società
Domenica parte una
delegazione della Sede in Vietnam
guidata dal sottosegretario per i
rapporti con gli Stati, Mons. Pietro Parolin
Una delegazione della Santa Sede si appresta a partire domenica per
una visita di una settimana in Vietnam, che si protrarrà fino all’11 marzo. La
visita dei rappresentanti della Santa Sede, guidati dal sottosegretario per i
Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin - che continua una tradizione di
missioni vaticane in Vietnam negli anni precedenti - questa volta segue
l'incontro del 25 gennaio scorso in Vaticano fra Benedetto XVI e il primo
ministro vietnamita, Nguyên Tân Dung, primo premier di Hanoi ad essere ricevuto
in Vaticano da un Pontefice. Tale evento fu definito “un nuovo e importante
passo verso la normalizzazione dei rapporti bilaterali” da un comunicato della
Santa Sede, che sottolineava anche i “progressi” registrati in questi anni per
la libertà religiosa ed auspicava che i rapporti tra Chiesa e Stato rendano
possibile la collaborazione per promuovere i valori morali, diffondere una
cultura della solidarietà e consentire “l’assistenza caritativa in favore dei
ceti più deboli della popolazione”.
Ferito da rapinatori un missionario irlandese impegnato nel sostegno
ai malati di AIDS in Sudafrica
Sono gravi ma stabili le condizioni del padre Passionista, Kieran
Creagh, ferito ieri gravemente nella sua casa a Pretoria, in Sudafrica, durante
un’aggressione a scopo di rapina. Lo rende noto l'Agenzia vaticana Fides
aggiungendo che il missionario ha un proiettile in un polmone. Padre Creagh,
nativo di Belfast, nell’Ulster, è stato nominato "Irlandese
dell’anno" nel 2004 per il suo impegno contro l’AIDS in Africa. Nel 2003,
si è offerto per primo come volontario per la sperimentazione di un vaccino
contro l’HIV. Il sacerdote, che a nord di Pretoria gestisce un ospizio per
malati di AIDS, è uno strenuo attivista per i diritti dei sieropositivi in
Sudafrica. Si stima che nel Paese africano circa 5 milioni di persone, su 45
milioni di abitanti, siano contagiate dal virus dell’HIV.
Nota critica della Commissione permanente
della Conferenza episcopale spagnola sulla riforma educativa
La Commissione permanente della Conferenza episcopale spagnola ha reso
pubblico ieri, in conferenza stampa a Madrid, il testo di una nota critica nei
confronti della riforma educativa del governo. Il documento porta la data del
28 febbraio 2007. La dichiarazione, lunga cinque pagine e divisa in 21
capitoli, affronta in primo luogo la questione dell’insegnamento della
religione nei centri scolastici. Nella nuova Legge, questa disciplina perde
rilevanza accademica. In secondo luogo, viene criticato il nuovo assetto degli
insegnanti di religione nella scuola pubblica. Vengono considerati, dal punto
di vista professionale, come tutti gli altri insegnanti-lavoratori, il che
rende difficile l’applicazione del diritto legale della Chiesa di decidere
sulla idoneità morale degli insegnanti di religione. Una nuova disciplina,
intitolata “Educazione per la cittadinanza”, che d’ora in poi sarà obbligatoria
in tutte le scuole, è il terzo argomento analizzato dai vescovi. Non ci sarebbe
niente da obiettare ad una disciplina che riguardasse il comportamento civile
dei cittadini, ma l’insegnamento di questa nuova materia, sempre secondo i
vescovi, contiene principi morali che entrano in conflitto con la morale
cattolica e quindi anche con i contenuti dell’attuale insegnamento della
religione. I vescovi aggiungono che non compete allo Stato imporre a tutti gli
studenti una certa visione morale, violando in questo modo il diritto-dovere
dei genitori e della scuola di decidere liberamente sul sistema
educativo-morale da offrire agli allievi. Infine, secondo i vescovi, la nuova
legge rende sempre più difficile la possibilità per i genitori di scegliere per
i figli il centro educativo che meglio risponda ai loro criteri. La nota dei
vescovi è oggi al centro di forti polemiche nei mezzi di comunicazione sociale
della Spagna. (A cura di padre Ignazio Arregui)
“Al sacerdote concentrato su se
stesso sfugge sempre la realtà della vita eterna”: così, il cardinale Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima e primate del Perù,
in una lettera ai sacerdoti per la
Quaresima
In una lettera indirizzata a tutti i sacerdoti
peruviani in occasione della Quaresima, il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne,
arcivescovo di Lima e primate del Perù, ha invitato “ad una costante
conversione personale”. Sottolineando che la Quaresima “è un’occasione che non
dobbiamo sprecare”, il porporato ha esortato i sacerdoti ad approfondire la
verità sul senso della Croce. “In questi tempi in cui viviamo – ha spiegato –
la Chiesa ci chiede di testimoniare questo ‘segno di contraddizione’,
specialmente ai sacerdoti”. A loro, chiede che in questo tempo forte di
conversione rivolgano il loro sguardo a Cristo tuttavia, ha precisato il
cardinale Cipriani Thorne, “solo in un clima di preghiera e di penitenza questo
sguardo può rimuovere le cose più intime dalla nostra coscienza, per amare di
più e in modo migliore Cristo crocifisso”. “Usciamo da noi stessi – ha esortato
poi il porporato – dai nostri pensieri egoisti, dai nostri sentimenti
capricciosi, dai nostri affanni di imporci agli altri. Apriamo la nostra vita
intera al grande abbraccio della misericordia del Padre. Ci aspettano le anime
nel sacramento della Riconciliazione!”. Infine, l’invito ai sacerdoti a
guardare la vita con sincerità e coraggio, con la speranza nell’eternità, e per
questo è necessaria la conversione perché “al sacerdote che è concentrato su sé
stesso sfugge sempre la realtà della vita eterna”. (R.M.)
Tutto incentrato sulla famiglia
l'incontro del neo-arcivescovo di Palermo,
mons. Paolo Romeo con la
stampa locale
“Per aiutare i giovani a crescere responsabilmente è necessario che la
famiglia sia famiglia e i genitori siano genitori. I figli non devono essere
pacchetti che si mandano tra padre e madre quando sono separati: i figli hanno
anche il diritto di vedere i genitori insieme e non solo separatamente perché
il bambino è una vita che si innesta in questo nucleo costituito da padre e
madre. La fedeltà è un valore possibile”. Così il neo arcivescovo di Palermo,
mons. Paolo Romeo, parla di “emergenza famiglia” e giovani in difficoltà nel
loro processo di crescita durante il primo incontro con la stampa locale.
Osservanza della legge e criminalità, tra le tante problematiche di Palermo
rilevate da mons. Romeo: “Vedo situazioni che sono molto difficili da risolvere:
il degrado di molti quartieri, tanti giovani che stanno sulla strada, i
disoccupati che spesso manifestano in città. Non è facile trovare un lavoro,
non è facile trovare una casa. C’è una larga fascia della società di Palermo
che ha bisogno di costruirsi un futuro con le proprie mani”. Il pensiero del
nuovo arcivescovo di Palermo va poi alla figura di don Pino Puglisi, ucciso da
“Cosa nostra” il 15 settembre del ’93, nel degradato quartiere di Brancaccio:
“Era un testimone della carità, un presbitero che non si è fermato nemmeno di
fronte al pericolo”. Mons. Romeo ha inoltre ricordato i suoi predecessori:
“Sarò una brutta copia del cardinale Pappalardo, ma cercherò di seguire le sue
orme, proprio come quelle del cardinale De Giorgi”. “Cercherò di stare vicino
alla gente che si deve sentire accompagnata. Vorrei che questa porta fosse
sempre aperta. Il pastore deve indicare il cammino da percorrere”. (A cura
di Alessandra Zaffiro)
Aperto il secondo sito web
cattolico in Tagikistan, il terzo in Asia Centrale
A poco più di due anni dall’apertura del primo sito ufficiale della
Chiesa cattolica in Tagikistan (www.catholic.tj),
la piccola comunità cattolica locale ha adesso a disposizione un nuovo portale
web che dà un volto più internazionale alla Chiesa cattolica in Asia centrale.
Si tratta del sito www.church.tj, dell’Istituto
del Verbo Incarnato del Tagikistan e del Kazakistan, una congregazione
religiosa fondata in Argentina nel 1984 con la missione di evangelizzare la
cultura. L’iniziativa è del missionario argentino, padre Juan Carlo Sack,
parroco nella parrocchia di San Giuseppe di Dushanbe, che ne ha affidato la
realizzazione a un connazionale, padre Martin Serra. Il sito, inaugurato ai
primi di gennaio, offre informazioni in russo, inglese e spagnolo sulle
attività di due delle tre parrocchie presenti oggi in Tagikistan (quella di San
Giuseppe e quella di San Rocco a Kurgan-Tube) e sulla parrocchia di Santa
Teresa di Lisieux di Chimkent, nel vicino Kazakistan, anch’essa affidata ai
missionari del Verbo Incarnato. L’obiettivo, spiega padre Serra, è non solo di
aggiornare i fedeli, dispersi su un territorio molto vasto, sulla vita delle
Chiesa locale, ma anche di offrire informazioni utili a eventuali visitatori
stranieri. Con il nuovo portale sale così a tre il numero dei siti cattolici in
Asia Centrale. Il primo e il più grande è www.agnuz.info:
fondato il 25 gennaio 2002 in Uzbekistan, offre informazioni on
line sulla vita della Chiesa in russo. La Chiesa del Tagikistan conta
attualmente appena 250 fedeli cattolici su 6 milioni e mezzo di abitanti, 96%
dei quali musulmani e circa il 3% ortodossi. (L.Z.)
Quattrocento ragazzi di 30 scuole di 20 Paesi
dibattono a Genova
i grandi temi delle Nazioni
Unite
Quattrocento ragazzi dai 14 ai 20 anni, provenienti da venti Nazioni
diverse, dei cinque continenti sono riuniti da ieri a Genova per discutere di
grandi temi internazionali, quali abolizione della pena di morte, microcredito,
salute e diritti delle donne e libertà di stampa. Una sorta di Assemblea dell'ONU,
formato ‘giovane’, giunta alla quarta edizione, che porta la sigla di Gemun
(Genova Model United Nations). La manifestazione che dura tre giorni è ospitata
nel Palazzo Ducale e nella Fiera cittadina, organizzata da Comune, Università,
Liceo Deledda ed altre scuole di Genova. I ragazzi in rappresentanza di 30
scuole di tutto il mondo simuleranno gli incontri delle sessioni ONU, anche dal
punto di vista amministrativo e della sicurezza. Le risoluzioni prodotte
saranno quindi raccolte e trasmesse alla stessa Assemblea della Nazioni Unite.
(R.G.)
RADIO
VATICANA
Radiogiornale
- A cura di Amedeo Lomonaco ed Eugenio
Laurenzi -
- In Iraq un gruppo di sunniti, legato all’organizzazione
terroristica al Qaeda, ha rivendicato il sequestro di almeno 14 agenti
iracheni. Il rapimento sarebbe stato compiuto come rappresaglia dopo lo stupro
di una donna sunnita da parte di un gruppo di poliziotti sciiti. I rapitori
hanno dichiarato che uccideranno gli ostaggi “entro 24 ore”. A Ramadi,
roccaforte sunnita, uomini armati hanno ucciso inoltre due giocatori di una
squadra di calcio locale.
- In Afghanistan, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza
ha reso noto che 12 presunti ribelli sono rimasti uccisi in seguito a scontri
avvenuti, ieri, nella provincia di Zabul. Le fonti hanno precisato che i
soldati della NATO hanno aperto il fuoco dopo un attacco sferrato da
guerriglieri contro alcune postazioni dell’Alleanza Atlantica. Violenze anche
nella provincia meridionale di Uruzgan, dove tre bombe sono esplose al
passaggio di un convoglio militare. Nell’area operano sia le truppe della NATO
sia quelle della coalizione a guida statunitense. Al momento, non si ha notizia
di vittime.
- Spostiamoci in Pakistan, dove è di almeno tre morti e
diversi feriti il bilancio, ancora provvisorio, dell’esplosione di una bomba
avvenuta nella città di Multan, nella parte centrale del Paese. Tra i feriti
c’è un giudice antiterrorismo, vero obiettivo dell’attacco secondo gli
inquirenti. Le condizioni del magistrato, che presiede un processo per un caso
di violenza settaria, vengono indicate come stabili. Il verdetto è atteso nei
prossimi giorni. A Quetta, intanto, nel sud ovest del Pakistan, è stato
arrestato un ex ministro della Difesa afgano, ritenuto un alto esponente della
guerriglia talebana in Afghanistan.
- Situazione tesa anche nelle Filippine: un portavoce
dell’esercito ha reso noto che nel sud del Paese asiatico, dieci guerriglieri
comunisti e due soldati dell’esercito regolare sono rimasti uccisi, ieri, nel
corso di combattimenti protrattisi per tutta la giornata.
- Si è conclusa oggi a Pyongyang la prima sessione di colloqui tra
delegazioni delle due Coree, ripresi dopo l’accordo internazionale sul disarmo
nucleare nordcoreano, firmato lo scorso 13 febbraio a Pechino. Il nostro
servizio:
**********
Sospesi sette mesi fa a causa della crisi del
riarmo missilistico e atomico di Pyongyang, i colloqui tra le delegazioni delle
due Coree sono i primi dopo lo storico accordo di Pechino, che prevede lo
smantellamento dell’arsenale atomico nordcoreano in cambio di forniture
alimentari ed energetiche alla Corea del Nord. Questa intesa è stata al centro
dei negoziati tra le due delegazioni: al termine della sessione di colloqui a
Pyongyang è stato deciso infatti che l’erogazione degli aiuti, da parte della
Corea del Sud, riprenderà ad aprile. Il governo sudcoreano ha però precisato
che prima dovrà essere accertata la chiusura del reattore nucleare nordcoreano,
come previsto dall’accordo di Pechino. Durante i colloqui intercoreani è stato
anche deciso che sarà riattivato il difficile processo di riunione delle
famiglie divise dalla guerra scoppiata nel 1950 e conclusasi nel 1953. Per
cercare di scrivere una nuova pagina nella tormentata storia coreana, è stata
inoltre annunciata la riapertura sperimentale, entro la prima metà dell’anno,
della linea ferroviaria che prima della guerra collegava i due Paesi. E’ stato
già fissato infine
l’appuntamento per nuovi colloqui: le delegazioni
dei due Stati si incontreranno a Seul dal 29 maggio al primo giugno.
**********
- I cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e la
Germania hanno fatto “progressi” nelle discussioni sulle nuove sanzioni da
imporre all’Iran per il suo rifiuto di fermare l’arricchimento dell'uranio. Una
fonte diplomatica americana afferma che la prossima settimana è prevista la
stesura della bozza di una nuova risoluzione.
- La Russia minaccia di sospendere le importazioni di
carne da alcuni Paesi dell’Unione Europea se Bruxelles non assicurerà controlli
aggiuntivi sulla qualità della sua carne. Alla fine del 2006, la Russia aveva
reso noto di non fidarsi delle importazioni di carne provenienti da Bulgaria e
Romania. Il governo di Mosca, da oltre un anno, ha vietato inoltre le
importazioni di carne dalla Polonia. Varsavia ha accusato la Russia di
utilizzare il divieto per motivi politici e si è opposta al rinnovo dell’intesa
di partenariato tra Mosca e Bruxelles fin quando il bando sarà in vigore.
- Non c’è accordo tra serbi e albanesi sul futuro del
Kosovo. E’ l’amara conclusione tratta dall’inviato speciale delle Nazioni
Unite, Martti Ahtisaari, al termine delle lunghe trattative che si sono
concluse a Vienna. “Ho l’obbligo di essere onesto e dire che sulle principali
questioni dello status le parti sono rimaste su posizioni diametricalmente
opposte”, ha spiegato Ahtisaari.
- In Italia, il governo di Romano Prodi ha ottenuto la
fiducia alla Camera: i voti favorevoli sono stati 342; quelli contrari 253.
"Mi sembra una bella votazione, una differenza di voti molto elevata,
non poteva che concludersi molto
bene", ha detto Romano Prodi. "Soprattutto - ha aggiunto -
c'e' stata una discussione che ha mostrato un centrosinistra molto più unitario,
molto più compatto di quello che non è stato il centrodestra".
- Almeno sei esplosioni e diversi colpi di mortaio hanno
scosso oggi la capitale somala Mogadiscio, nonostante ieri sia iniziato - con
l’arrivo dei primi militari ugandesi - il dispiegamento delle forze di pace
dell’Unione Africana. In questo clima di tensione, si sta comunque preparando
la grande Conferenza di riconciliazione per la Somalia, prevista proprio a
Mogadiscio a partire dal 16 aprile e annunciata, ieri, dal presidente Abdullahi
Yusuf. Con l’incontro si punta a mettere definitivamente termine ad una crisi
caratterizzata da mesi di scontri tra miliziani delle Corti islamiche e truppe
fedeli al governo provvisorio, appoggiato dall’Etiopia. Quale sarà, dunque,
l’obiettivo della Conferenza? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Angelo Masetti,
portavoce del Forum Italia-Somalia:
**********
R. – Nelle intenzioni del governo somalo, questa
Conferenza dovrebbe essere finalizzata a creare le condizioni per proseguire
l’esperienza delle istituzioni transitorie, fino allo svolgimento delle elezioni
che sono previste tra due anni e mezzo.
D. – Fino ad oggi, il governo ha sempre rifiutato
un dialogo con le Corti islamiche. Si può prevedere ora una partecipazione dei
principali esponenti delle Corti, per lo più in esilio?
R. – Quella delle Corti islamiche è stata
un’esperienza transitoria, che si è conclusa politicamente con l’arrivo delle
truppe etiopiche. La guerriglia in corso in queste ore è certamente animata da
alcuni esponenti che possono essere ricondotti ad un nucleo
delle Corti islamiche, ma che sono sostenuti,
finanziati e guidati da forze esterne, da centrali internazionali.
D. - Quindi, lei parla di terrorismo?
R. – Chi ha addestrato e organizzato anche
militarmente e logisticamente queste persone ha una preparazione che è finalizzata
probabilmente a tali scopi.
D. – Purtroppo, le violenze nel Paese continuano.
La popolazione cosa spera, cosa si augura dalla Conferenza di aprile?
R. – La popolazione è stanca. Vorrebbe la pace,
vorrebbe vivere tranquilla, senza correre il rischio di morire ogni giorno
uscendo di casa.
**********
- In Etiopia, sono stati rapiti 15 turisti occidentali.
Secondo diverse agenzie di stampa, si tratta di 11 francesi, 3 britannici e un
italiano. Il Ministero degli Esteri francese ha confermato il rapimento del
gruppo di turisti e ha precisato che il sequestro è avvenuto mercoledì scorso
nel nord est del Paese africano. Il governo britannico ha ammesso, poi, che non
si hanno più notizie di diversi turisti. E in Italia il Ministero degli Esteri
ha avviato le verifiche per stabilire se tra gli ostaggi ci sia anche un
italiano.
- Un’imbarcazione salpata nei giorni scorsi da Haiti alla volta degli
Stati Uniti è naufragata, ieri, a causa di un incendio nei pressi dell’isola di
Turks & Kaikos, nel mar dei Carabi. La Guardia costiera degli Stati Uniti,
impegnata nelle operazioni di soccorso, al largo di Miami, è riuscita a
recuperare solo due superstiti; i dispersi sarebbero una cinquantina.
- Sempre negli Stati Uniti, è di almeno 7 morti il bilancio, ancora
provvisorio, delle vittime provocate ieri dal devastante passaggio di diversi
tornado in Alabama, Georgia e Missouri. L’episodio più grave è avvenuto nella
cittadina di Enterprise, in Alabama, dove cinque studenti di un liceo sono
morti in seguito al crollo del tetto della scuola. Secondo diverse agenzie di
stampa, l’istituto non era stato evacuato, nonostante l’allarme lanciato dai
servizi meteorologici.