Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

SOMMARIO del 29/07/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Sequestrare persone innocenti è contro la legge divina: appello di Benedetto XVI all’Angelus per gli ostaggi coreani in Afghanistan. A 50 anni dalla nascita dell’AIEA, il Papa rilancia l’impegno per il disarmo nucleare
  • Stasera la recita del Rosario nei Giardini Vaticani in omaggio a Santa Marta, dedita alla famiglia e alla casa, modello in ogni tempo della grandezza femminile
  • Oggi in Primo Piano

  • La globalizzazione scontenta i cittadini europei: lo rileva un’indagine del “Financial Times”. Sotto accusa anche le grandi corporation e i loro manager superstipendiati
  • “Vite invisibili”: un libro inchiesta che lancia una campagna contro il commercio sessuale di 10 milioni di bambini in tutto il mondo
  • Lo scandalo dei cosmetici tossici al mercurio pubblicizzati nei Paesi africani per ‘sbiancare’ il colore della pelle
  • Il dovere di tutelare i minori dalla violenza in tv e nei nuovi media: una riflessione di Emilio Rossi
  • Chiesa e Società

  • Il presidente del Forum spagnolo della famiglia esprime perplessità sull’“Educazione alla cittadinanza” introdotta dal Governo Zapatero
  • Lettera Pastorale dei vescovi argentini, in occasione della beatificazione di Zeffirino Namuncurá
  • In tutta Italia, week end di iniziative per promuovere l’Agorà dei giovani con il Santo Padre

  • Cambogia: dal 2008 partirà l’attività del Tribunale Internazionale per i crimini dei khmer rossi
  • Al via, da Genova, il pellegrinaggio gesuita sulle orme di Sant'Ignazio e San Francesco Saverio
  • Svizzera: la Conferenza episcopale elvetica premia la rivista “Ferment”

  • 24 Ore nel Mondo

  • In Afghanistan, ancora stallo nelle trattative per il rilascio dei 22 sudcoreani nelle mani dei talebani: la condanna del presidente Karzai; Elezioni in Giappone: secondo i primi exit poll, la maggioranza di Shinzo Abe nettamente battuta
  • Il Papa e la Santa Sede



    Sequestrare persone innocenti è contro la legge divina: appello di Benedetto XVI all’Angelus per gli ostaggi coreani in Afghanistan. A 50 anni dalla nascita dell’AIEA, il Papa rilancia l’impegno per il disarmo nucleare

    ◊   La pace, l’impegno contro gli armamenti nucleari, e un appello perché siano rilasciati gli ostaggi coreani in Afghanistan: i temi affrontati stamane all’Angelus dal Papa, rientrato venerdì scorso nella residenza estiva di Gastel Gandolfo, dopo il periodo di riposo trascorso a Lorenzago di Cadore, nelle Dolomiti. Ad attenderlo nella cittadina laziale – la mia ‘seconda patria’ l’ha definita il Santo Padre - centinaia di castellani e turisti, raccolti nel cortile del Palazzo apostolico. Il servizio di Roberta Gisotti:


    Un appello diretto di Benedetto XVI per liberare i 22 ostaggi sudcoreani da 11 giorni nelle mani di guerriglieri talebani. Le parole del Papa risuonate, dopo la preghiera mariana, sono rimbalzate verso chi, in tante parti del mondo, si macchia di tale delitto.

     
    “Si va diffondendo tra gruppi armati la prassi di strumentalizzare persone innocenti per rivendicare fini di parte.
    Si tratta di gravi violazioni della dignità umana, che contrastano con ogni elementare norma di civiltà e di diritto e offendono gravemente la legge divina.
    Rivolgo il mio appello affinché gli autori di tali atti criminosi desistano dal male compiuto e restituiscano incolumi le loro vittime”.
     
    La pace in Terra nei pensieri di Benedetto XVI, che prima di recitare l’Angelus si è soffermato su importante anniversario: il 29 luglio di 50 anni fa entrava in vigore lo Statuto dell’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, “istituita – ha ricordato il Papa - con il mandato di ‘sollecitare ed accrescere il contributo dell’energia atomica alle cause della pace, della salute e della prosperità in tutto il mondo’. Finalità condivisa pienamente dalla Santa Sede, che è membro di questo organismo fin dalla fondazione e continua a sostenerne l’attività.

     
    “I cambiamenti epocali avvenuti negli ultimi 50 anni evidenziano come, nel difficile crocevia in cui l’umanità si trova, sia sempre più attuale e urgente l’impegno di incoraggiare la non proliferazione di armi nucleari, promuovere un progressivo e concordato disarmo nucleare e favorire l’uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo, rispettoso dell’ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate”.
     
    “Alla corsa agli armamenti – ha ricordato il Papa quanto prescritto nel Catechismo della Chiesa cattolica - si deve sostituire uno sforzo comune per mobilitare le risorse verso obiettivi di sviluppo morale, culturale ed economico, ridefinendo le priorità e le scale di valori”.

     
    Quindi una preghiera per la pace alla Madonna:

     
    “in particolare affinché le conoscenze scientifiche e tecniche vengano sempre applicate con senso di responsabilità e per il bene comune, nel pieno rispetto del diritto internazionale”.
     
    Infine i saluti nelle varie lingue; rivolto ai fedeli polacchi, un omaggio ai pellegrini morti in un incidente stradale in Francia sulla via del ritorno dal santuario de La Salette. “Iddio protegga tutti voi – ha detto il Papa - sulle strade che conducono ai luoghi di vacanza”; poi un indirizzo ai tanti giovani italiani presenti e soprattutto ai castellani, oggi impegnati nella tradizionale Sagra delle pesche, e un grazie al sindaco di Castel Gandolfo, alle autorità locali, al parroco e ai sacerdoti della Parrocchia di San Tommaso da Villanova, dove celebrerà la Santa Messa il 15 agosto nella Solennità dell’Assunzione.

    inizio pagina

    Stasera la recita del Rosario nei Giardini Vaticani in omaggio a Santa Marta, dedita alla famiglia e alla casa, modello in ogni tempo della grandezza femminile

    ◊   Oggi, 29 luglio, la Chiesa ricorda Santa Marta e, come di consueto, questa sera alle 20.00 si terrà nei Giardini Vaticani la recita del Santo Rosario. Al termine della celebrazione, grazie ad un collegamento radiofonico della nostra emittente, le Suore di Clausura del monastero “Mater Ecclesiae” in Vaticano si uniranno ai fedeli per la recita dell’Ave Maria. Nel Vangelo di Luca, Marta è descritta come una donna attenta alla cura della casa, che sceglie di dedicarsi ai lavori domestici, diversamente dalla sorella Maria che, invece, si pone all’ascolto della Parola di Gesù, in visita presso la loro casa. Ma come valutare la scelta di Marta? Al microfono di Isabella Piro, ascoltiamo mons. Angelo Comastri, Vicario generale del Papa per la Città del Vaticano:


    R. – Gesù non rimprovera Marta, ma dice a Marta: Tu ti agiti, ti preoccupi. Io vorrei soltanto ricordarti che la preoccupazione fa male ed è un segno, un sintomo che qualcosa non va, perché quando si è totalmente aggrappati al Signore, anche quando si lavora, non si è agitati”. La persona che ha Dio nel cuore, anche in mezzo alle tempeste resta serena. Gesù dice allora a Marta: “La tua agitazione e la tua preoccupazione sono dovute al fatto che ancora in te c’è qualche punta di orgoglio. Se tu metti un po’ di orgoglio sotto i piedi e ti aggrappi di più al Signore, pur lavorando perché il lavoro è necessario, resterai anche serena, perché una sola cosa è necessaria: il punto di appoggio del cuore è Dio e soltanto Dio. Metti Dio al centro”.

     
    D. – La figura di Marta è spesso contrapposta a quella di Maria. Vuol dire che una donna non è completa se si dedica soltanto ad una cosa?

     
    R. – Certamente non bisogna esasperare il significato di quell’episodio. C’è un richiamo per Marta e per Maria: bisogna pregare, ma bisogna anche che la preghiera porti frutto. E la preghiera tanto più è autentica, tanto più sboccia in carità. E’ necessaria la contemplazione, ma è necessaria anche l’azione. Non vanno contrapposte, così come la sorgente non va contrapposta al fiume. La preghiera è l’inizio dell’azione. Bisogna vivere insieme.

     
    D. – Le casalinghe moderne come possono, quindi, mettere in pratica l’insegnamento di Marta e di Maria?

     
    R. – Io credo che oggi la casalinga sia una benedizione per una famiglia, per uno sposo, per i figli, per una casa. Una donna che sta in casa è una donna che riempie la casa di calore, riempie la casa di amore. Per poterla riempire di calore e di amore la deve riempire di Dio. Io sono rimasto molto impressionato quando ho sentito dalla viva voce dei figli di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, questa affermazione che hanno raccolto sulle labbra della mamma. La mamma diceva: “la gioia di una casa non dipende dalla ricchezza, ma dipende dalla qualità delle persone e soprattutto dalla qualità del padre e della madre. Se il padre e la madre sono pieni di Dio, allora la casa è piena di Dio. In questo ruolo, il ruolo di riempire di Dio la casa certamente la donna ha una straordinaria missione. La madre tiene tutta la rete dei sentimenti e la rete delle emozioni che sono quelle che alla fine condizionano e determinano la felicità delle persone.

     
    D. – Eccellenza, lei cosa si augura che le donne di oggi imparino da questo episodio?

     
    R. – Io credo che la donna oggi deve imparare a recuperare la sua grandezza femminile. Deve imparare ad amare il suo ruolo anche di custode e di benedizione della casa. E’ bene che la donna si inserisca anche nella vita della società, ma la donna deve anche ricordare che ha un particolare primato nella casa e deve, forse, ritornare ad amare di più la casa, in modo che la casa sia un po’ il nido degli affetti, il luogo dove ci si ritrova insieme, il luogo dove si respira la comunione, il luogo dove si percepisce che la famiglia ha le radici, delle radici comuni e questo lo può fare soltanto la donna. Il padre ha evidentemente il suo ruolo, che non va sottovalutato, però la tonalità della casa è determinata in modo particolare dalla donna. Credo che oggi ci sia bisogno di ritornare ad amare di più la casa.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    La globalizzazione scontenta i cittadini europei: lo rileva un’indagine del “Financial Times”. Sotto accusa anche le grandi corporation e i loro manager superstipendiati

    ◊   Globalizzazione in crisi nel comune sentire dei cittadini: così documenta una ricerca pubblicata sul giornale britannico “Financial Times”, condotta in sei Paesi, oltre la Gran Bretagna, Francia, Spagna, Italia e Stati Uniti. Cresce nelle opinioni pubbliche occidentali il disagio verso un’economia mondiale senza più frontiere che porrebbe a rischio il livello di sviluppo raggiunto dai Paesi industrialializzati e neanche assicurerebbe un’equa distribuzione delle risorse a favore dei Paesi più poveri. Roberta Gisotti ha intervistato il prof. Alberto Quadrio Curzio, ordinario di Economia politica all’Università cattolica di Milano:

     
    D. - Professore siamo di fronte ad un atteggiamento di diffidente egoismo per paura di perdere privilegi o ci sono fondati motivi per diffidare allo stato attuale dei processi di globalizzazione economica?

     
    R. – Io credo che la globalizzazione abbia aspetti positivi, aspetti problematici e aspetti negativi, come per altro Giovanni Paolo II aveva bene evidenziato già nella sua Enciclica “Centesimus Annus”. Ha aspetti positivi perché favorisce la circolazione delle merci, delle idee, la localizzazione di imprese in Paesi meno sviluppati contribuendo perciò al loro sviluppo e in ogni caso contribuisce alla diffusione della conoscenza per ciò che attiene i processi economici, il che è un fatto favorevole. Ha aspetti negativi nella misura in cui la globalizzazione porta a delle scelte che sono orientate esclusivamente a massimizzare i guadagni delle imprese quando un’impresa delocalizza solamente perché in un Paese il costo del lavoro è basso perché non si rispettano i diritti dei lavoratori, perché non si rispettano le condizioni per la tutela ambientale e perché si attuano delle procedure di 'anarco mercato' e ciò non è certo una scelta né apprezzabile né condivisibile.

     
    D. – Professore, hanno dunque ragione massima parte dei cittadini interpellati dal "Financial Times" che chiedono dei paletti alla liberalizzazione selvaggia e in particolare poi puntano l’indice contro i capi delle grandi aziende o multinazionali di cui hanno poca stima. Vorrebbero che i governi aumentassero loro le tasse e ponessero anche dei tetti ai maxi stipendi degli uomini d’affari…

     
    R. – Non vi è dubbio, a mio avviso, che le istituzioni sovranazionali o le grandi aggregazioni – esemplifico: l’Unione Europea – debbano guardare i processi di globalizzazione con discernimento. In altri termini bisogna condizionare gli stessi Paesi in via di sviluppo taluni dei quali, soprattutto nell’aria asiatica, pongono in essere delle pratiche competitive che si possono definire sleali. Per quanto riguarda invece le retribuzioni dei responsabili massimi delle grandi multinazionali, ci sono delle personalità che avendo introdotto delle innovazioni epocali, hanno ottenuto dei grandi guadagni e tuttavia hanno anche dimostrato di saper fare di questi guadagni un uso solidale. Diverso invece il discorso quando si tratta di forme di guadagni eccezionali legati ad operazioni che qualche volta sono pure finite nelle maglie della giustizia per violazioni della legge.

     
    D. – Sì, però la critica è anche verso delle legislazioni che poi permettono tali concentrazioni e anche l’affermarsi di veri e propri monopoli…

     
    R. – Teniamo presente che ci sono legislazioni antitrust in tutti i Paesi, come ci sono in Europa, e teniamo anche presente che per talune attività produttive è molto facile che si arrivi ai grandi complessi industriali non monopolistici ma oligopolistici, proprio perché le economie di scala favoriscono una riduzione di costi e quindi di per sé possono essere benefiche anche per il consumatore. L’importante è che le concentrazioni siano pur sempre di tipo dialettico competitivo tra di loro e non si trasformino in monopoli.

    inizio pagina

    “Vite invisibili”: un libro inchiesta che lancia una campagna contro il commercio sessuale di 10 milioni di bambini in tutto il mondo

    ◊   Sono 10 milioni i bambini nel mondo sfruttati sessualmente e ogni anno si registrano più di un milione e mezzo di nuovi casi. Un giro d’affari di 12 miliardi di dollari l’anno che pone l’attività illegale al terzo posto dopo il traffico di droga e di armi. E’ quanto denuncia "Intervita" - l’organizzazione non governativa di cooperazione per lo sviluppo che ha come obiettivo migliorare le condizioni di vita dei minori nei Paesi in via di sviluppo - nel libro-inchiesta “Vite Invisibili”. Antonella Villani ha chiesto a Daniela Bernacchi, direttore generale dell’associazione, chi sono questi bambini e da dove vengono:


    R. – Sono bambini che vengono da famiglie disagiate, il fenomeno è molto esteso in tutto il mondo, in particolar modo in Asia dove tradizionalmente Thailandia e Cambogia sono la punta di diamante, ma anche in Paesi più poveri come il Laos, il Vietnam, dai quali si esportano bambini con tratte clandestine affinché possano andare nei Paesi più ricchi per prostituirsi. Il fenomeno è sempre più in crescita in Sud America, Brasile, ma anche in Guatemala, che è l’unico Paese sudamericano che non ha una legislazione contro le pratiche sessuali sui minori, e anche in Perù dove dalle montagne verso le città ci sono flussi migratori di questi bambini, che spesso iniziano come manodopera nelle case più benestanti e poi finiscono a fare servizi di altro genere. La fascia di età è molto estesa, dagli 8 ai 17 anni.

     
    D. - C’è un altro fenomeno drammatico. lo sfruttamento sessuale di minori in situazioni di conflitto armato...

     
    R. - I Paesi del Sud America ancora una volta sono caratterizzanti in questo senso, si parla di Nicaragua, di Salvador, dove a fronte delle forze nazionali di pace si è visto un incremento sensibile, come era stato negli anni ’70 nel Vietnam, di prostituzione infantile.

     
    D. - Tra gli allarmi lanciati dal vostro rapporto c’è anche un aumento di malattie sessualmente trasmissibili tra questi bambini e di gravidanze...

     
    R. – In alcuni Paesi si arriva addirittura a 70% di gravidanze indesiderate e le malattie come l’AIDS sono presenti con percentuali molto alte.

     
    D. - Chi sono gli sfruttatori e i fruitori di questo commercio?

     
    R. - Il profilo del turista sessuale medio è 35-50 anni, perfettamente integrato nella società, spesso con famiglia, a sua volta con bambini, con un lavoro, quindi persone che in realtà avrebbero tutti gli strumenti e lo spirito critico per evitare questo tipo di sfruttamento e che invece lo vanno a cercare.

     
    D. - Secondo i vostri dati il 20% dei viaggi internazionali è a fini sessuali, quindi non sono pedofili?

     
    R. - C’è proprio una struttura, una rete di persone che vanno appositamente in certi Paesi perché i costi sono bassi, perché i controlli sono a maglie larghe e spesso c’è corruzione delle Forze di polizia locali, ed è più facile trovare anche network su Internet che ti offrono 'pacchetti' con servizi di questo genere.

     
    D. - Altro problema per bloccare questo sfruttamento è che sia un’attività altamente redditizia....

     
    R. - E’ collegata strettamente alla tratta dei bambini: i bambini vengono spesso ceduti dalle famiglie disagiate, finiscono poi ad intermediari che a loro volta li rivendono a dei bordelli e in Giappone si può trovare un bambino cambogiano venduto dalla famiglia di origine a 80 dollari, per 50 mila dollari.

     
    D. - A questo punto, come bloccare tutto questo?

     
    R. - Noi lavoriamo sulla prevenzione, cerchiamo di dare una dignità di vita alle famiglie di questi Paesi, in modo che non siano più 'costretti' a vendere i loro bimbi e i governi lavorano sul piano legislativo e di controllo delle frontiere.

     
    D. - Voi state per lanciare anche una campagna contro il turismo sessuale, in che cosa consiste?

     
    R. - E’ una campagna di sensibilizzazione, abbiamo appena lanciato questo libro, “Vite invisibili”, che è una fotografia della situazione. A settembre sarà nei teatri con la bottega dei mestieri uno spettacolo di monologhi “Bambini a dondolo” e l’obiettivo è proprio quello di sensibilizzare l’opinione pubblica.

    inizio pagina

    Lo scandalo dei cosmetici tossici al mercurio pubblicizzati nei Paesi africani per ‘sbiancare’ il colore della pelle

    ◊   Cosmetici tossici importati dall’Europa e pubblicizzati come sbiancanti della pelle. Succede nella Repubblica Democratica del Congo. A dare l’allarme Chiara Castellani, medico italiano impegnato nel Paese africano da più di 15 anni, che ha lanciato una campagn10a contro il commercio dei prodotti incriminati dal titolo “Nero è bello”. Ma come si è saputo della tossicità di questi saponi? Giovanni Augello lo ha chiesto a Chiara Castellani:


    R. – Io avevo letto una piccolo articolo sul giornale in inglese di un altro Paese africano. Questo articolo era una denuncia pesante contro i fabbricanti europei di sapone al mercurio che, resisi conto che era stato proibito in Europa, l’hanno scaricato sull’Africa che viene considerata ancora 'pattumiera' del mondo.

     
    D. – Perché sono tossici questi cosmetici?

     
    R. – Questi saponi contengono due, tre per cento di mercurio. La tossicità del mercurio è stata dimostrata almeno una ventina di anni fa in Giappone, a causa di un epidemia di lesioni neurologiche a causa dell’intossicazione cronica da mercurio durante la gravidanza; mi sono trovata con donne incinte che usavano il sapone a mercurio.

     
    D. – Nella campagna però denunciate un problema ancora più grave?

     
    R. – C’è una cosa ancora più criminale, che per poter dare impulso al marketing di un prodotto scartato in Europa, si sottolinea in modo più o meno velato che il sapone al mercurio schiarisce la pelle. Bisogna fare attenzione proprio a questo tipo di propaganda perché sottilmente vorrebbe ridimostrare quello che per fortuna siamo riusciti piano piano a combattere a livello mondiale. La supposta superiorità della razza bianca, qualcuno vuole ancora tirarla fuori con metodi di marketing.

     
    D. – La gente è a conoscenza della tossicità di questi prodotti?

     
    R. – Tutti i saponi al mercurio che sono passati nelle mie mani, sono scritti in inglese per cui è in inglese che c’è scritto “poison”, veleno, e nessuno sa che è velenoso ed è secondo me un altro crimine il fatto di scrivere in una lingua che la gente non sa capire.

     
    D. – Quali fasce di popolazione sta coinvolgendo questo fenomeno?

     
    R. – Non solo i giovani, ma i giovani che hanno studiato e che sono molto più esposti ai media. A Kinshasa vedi dappertutto la pubblicità con questa donna bellissima di pelle chiara, è come la propaganda della Nestlé con il bambino grasso e bello che fa credere che il latte Nestlé sia meglio del latte materno. E’ il marketing che impone un prodotto nocivo, lo impone sulla base di una propaganda che invia un messaggio che pensava appartenesse ad un passato di razzismo e di colonialismo e invece si intrufola ancora.

    inizio pagina

    Il dovere di tutelare i minori dalla violenza in tv e nei nuovi media: una riflessione di Emilio Rossi

    ◊   Filmati realizzati col telefonino e poi messi in Internet, per "celebrare" atti che sono lesivi della dignità umana o del senso religioso. Programmi televisivi intrisi di volgarità, ambiguità o violenze che hanno un pubblico di minori sempre più vasto. Contro questo stato di cose si muove, in Italia, l'attività del Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione media e minori. In sei mesi di attività svolti nella sua nuova veste giuridica - che si occupa non più solo del rapporto dei minorenni con la televisione, ma anche con le altre piattaforme mediatiche - il Comitato si è occupato di 200 casi, ha avviato 60 procedimenti e registrato una ventina di violazioni del Codice di autoregolamentazione. La lotta contro la violenza mediatica nelle sue varie forme occupa, dunque, l'azione principale del Comitato, come spiega il suo presidente, Emilio Rossi, nell'intervista di Antonella Palermo:


    R.- Violenza vuol dire tante cose. C’è violenza fisica, verbale, psicologica; c’è la violenza di gruppo o isolata. Bisognerebbe anche distinguere tra violenza d’urto, scioccante, che si esaurisce in un pugno nello stomaco, oppure violenza più lieve ma cronicizzata perché, come uno stillicidio, giorno dopo giorno, magari non lo impone ma di certo finisce per suggerire pesantemente un modello di comportamento, una visione del mondo, che è quella soprattutto che ha portata educativa perché entra nelle coscienze senza 'biglietto da visita', in una maniera più insinuante, meno dichiarata e quindi è più facile che passi e che lasci dei segni.

     
    D. - E’ notizia delle ultime settimane il fatto che il canale Mediaset Italia1 abbia rinunciato al Wrestling. La rinuncia da parte della rete a mandare in onda queste gare è maturata dopo lo sconcertante caso legato all’ex campione del mondo, Chris Benoit, che ha fatto una strage in famiglia. La rete ha detto di voler fare a meno della sua programmazione nel rispetto del pubblico dei più piccoli, che non può correre il rischio di confondere la realtà con la fantasia…

     
    R. - Certo, e questa decisione rappresenta un po’ la cartina tornasole. E’ vero che bisogna tenere conto di tanti interessi e una televisione commerciale ha sicuramente tra le sue finalità quella di ottenere un buon risultato di audience e quindi di ricavi. Però, è anche vero che ci sono casi di conflitto tra questi interessi e gli interessi e i diritti dei minori: se si sceglie di sottoscrivere un Codice - o una volta che questo Codice sia diventato legge per tutti e lo si intende rispettare in buona fede - bisogna essere pronti a far passare davanti l’interesse del minore o il diritto del minore anche se ciò comporta un’eventuale perdita, che poi forse alla lunga viene anche ripagata da un rapporto di maggiore credibilità.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Il presidente del Forum spagnolo della famiglia esprime perplessità sull’“Educazione alla cittadinanza” introdotta dal Governo Zapatero

    ◊   Benigno Blanco, presidente del Forum spagnolo della famiglia, ha mosso diverse critiche su alcuni aspetti della nuova materia “Educazione alla cittadinanza”, che sarà introdotta dal prossimo anno scolastico in Spagna. Secondo Blanco: “Ci troviamo davanti ad un problema di libertà, la libertà dei genitori a fronte dell’intromissione dell’esecutivo”. “Non è vero, come vorrebbe far credere il governo – spiega Blanco - che i contenuti dell’Educazione alla cittadinanza siano il mero insegnamento della Costituzione spagnola, il funzionamento di un regime democratico e i diritti umani”, anzi, “i contenuti della nuova materia superano l’ambito della Costituzione per intromettersi nel terreno della formazione della coscienza morale degli alunni”. “È questa la ragione – conclude Blanco - che rende intrinsecamente inammissibile l’Educazione alla cittadinanza spagnola e senza precedenti nell’Europa democratica”. Blanco ha anche inviato una lettera al Parlamento europeo, nella quale spiega che “in Spagna esiste un conflitto tra il Governo e le famiglie; non tra il Governo e la Chiesa, perché quest’ultima si è limitata solamente ad appoggiare le iniziative civili avviate dai genitori per difendere la loro libertà”. (M.G.)

    inizio pagina

    Lettera Pastorale dei vescovi argentini, in occasione della beatificazione di Zeffirino Namuncurá

    ◊   In vista della beatificazione di Zeffirino Namuncurá, i Vescovi della Regione Patagonia-Comahue hanno scritto una Lettera a tutti gli uomini e le donne dell'Argentina con l’auspicio che questo avvenimento "rinnovi l’impegno per seguire il cammino di santità che ha percorso Zeferino e aiuti a conoscere di più il passo di Dio nella nostra storia” e contemporaneamente comporti una rinnovata adesione del Paese “al dono della fede cristiana, prendendo sul serio il Vangelo, come fece Zeffirino”. La beatificazione, che avrà luogo nella località di Chimpay, in Patagonia, domenica 11 novembre, è stata annunciata dal Santo Padre, Benedetto XVI, lo scorso 6 luglio. Zeffirino Namuncurá, nacque il 26 agosto 1886 e fu educato dai missionari Salesiani nel Collegio Pio IX di Buenos Aires. Proseguì poi i suoi studi in Italia e, nel 1904, all’età di soli 17 anni, contrasse la tubercolosi e morì l’anno successivo, l’11 maggio 1905. Il suo corpo riposa nel Santuario di Maria Ausiliatrice Fortín Mercedes, Pedro Luro (Buenos Aires), dove fu rimpatriato dall’Italia nel 1924 e divenne subito meta di pellegrinaggi. La vita di Zeffirino è stata segnata dalle sue origini che non rinnegò mai. Figlio di un capo tribù, portò sempre con sé la tradizione, la cultura, la ricchezza spirituale e i valori della sua gente. Nel 1944 ebbe inizio il processo per la causa di beatificazione. Nella Lettera ripresa dall’agenzia Fides, i vescovi hanno pertanto posto l’accento alcuni elementi della vita di Zeffirino, sottolineando principalmente la caratteristica del suo essere cristiano, arricchita dall'eredità della sua gente. I Vescovi concludono la Lettera chiedendo l'intercessione di Zeffirino perchè “li aiuti, come Chiesa dell'Argentina, ad essere oggi discepoli e missionari, lavorando in comunione fraterna affinché tutti si trovino con Dio e la sua Parola, ed in Lui abbiano la vita”. (M.G)

    inizio pagina

    In tutta Italia, week end di iniziative per promuovere l’Agorà dei giovani con il Santo Padre
     

    ◊   Termina oggi la due giorni di iniziative promozionali dell’Agorà dei giovani, l’incontro dei giovani cattolici con Benedetto XVI in programma l’1 e 2 settembre a Loreto. Diversi gli appuntamenti in programma nella giornata odierna che sarà segnata dall’invito che mons. Paolo Giulietti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (SNPG) della CEI, rivolgerà ai giovani immigrati delle comunità latinoamericana, filippina e dello Sri Lanka perché prendano parte all’incontro con il Papa. Sempre oggi, l’Agorà sarà poi al centro della manifestazione “Giovani&Arte Fest”, organizzata a Molfetta presso il grande cortile dell’Ospedaletto dei Crociati, adiacente la Basilica Madonna dei Martiri. Nella giornata di ieri, invece, si segnala l’incontro svoltosi in Basilicata tra il vescovo di Matera-Irsina, monsignor Salvatore Logorio, e i ragazzi della diocesi. Sul litorale tra il Vento e le Marche molte località hanno ospitato iniziative di “evangelizzazione di strada”. A Porto Recanati, poco distante dall’area di Montorso che ospiterà “Loreto 2007”, i giovani del Movimento giovanile missionario e don Francesco Pierpaoli, direttore del Centro “Giovanni Paolo II” di Loreto, hanno riproposto la tradizionale evangelizzazione di strada lungo le coste, girando per le spiagge ed invitando i ragazzi a partecipare all’adorazione eucaristica che si è protratta per tutta la notte. Ore piccole anche sulla spiaggia di Bibione, dove le “Sentinelle del mattino” hanno promosso l’appuntamento di settembre insieme a Marco Federici del SNPG. Infine, notte d’incontri con i giovani a San Benedetto del Tronto: nel Corso della città, la Tenda dell’Agorà ha accolto tutti coloro che volevano ricevere informazioni e materiali, invitandoli a iscriversi all’appuntamento tramite il sito internet www.loreto07.it (M.G.)

    inizio pagina

    Cambogia: dal 2008 partirà l’attività del Tribunale Internazionale per i crimini dei khmer rossi

    ◊   Tutta la società civile cambogiana ha appreso con grande soddisfazione la notizia che il Tribunale Internazionale della Cambogia, istituito per giudicare i crimini compiuti dai khmer rossi negli anni 1975-1979, potrà iniziare la sua attività nel 2008. Secondo quanto riferisce l’agenzia Fides gli ostacoli relativi a problemi procedurali e burocratici sarebbero stati superati. L’attività del Tribunale delle Nazioni Unite sarà resa possibile grazie ad un finanziamento congiunto di Stati membri dell’ONU e della Cambogia. Adesso i giudici, ai quali è stato conferito un mandato della durata di tre anni, costituiranno un corpo misto, in quanto alcuni sono cambogiani e gli altri vengono dalla comunità internazionale. Si tratta di un evento storico per il piccolo Paese asiatico, poiché, fino ad oggi, nessun dei responsabili dei massacri - che causarono la morte di circa due milioni di persone -, perpetrati durante il regime comunista dei khmer rossi, ha affrontato un processo. Il leader del movimento, Pol Pot, è morto nove anni fa, mentre Ta Mok, tra i più efferati membri del regime, è deceduto l’anno scorso ma altri esponenti di punta del regime, Khieu Samphan e Leng Sary, hanno continuato a vivere liberamente in Cambogia. Si calcola, tuttavia, che l’accusa potrà imputare non più di 50 persone, poiché i pochi personaggi di rilievo rimasti, da sottoporre al processo, sono in età avanzata e quasi tutti in cattiva salute. Questo però non riduce la portata dell’evento, e ad esserne consapevoli sono proprio i cittadini cambogiani, per i quali “questo atto rappresenta la speranza di un futuro migliore”. Dopo oltre 30 anni, il popolo cambogiano, attraverso un delicato percorso di ricerca ed accertamento della verità, potrebbe dunque riconciliarsi con le pagine buie della sua memoria e della sua storia recente. (M.G)

    inizio pagina

    Al via, da Genova, il pellegrinaggio gesuita sulle orme di Sant'Ignazio e San Francesco Saverio

    ◊   E’ partito oggi da Genova il pellegrinaggio ignaziano rivolto ai giovani. Il cammino, promosso dai padri gesuiti della Provincia italiana, “seguirà” le orme di S. Ignazio e di S. Francesco Saverio fino in terra di Spagna, e farà ritorno nella città ligure per l’8 agosto. “Un’esperienza da pellegrini, cioè di gente che sente il desiderio di mettersi in cammino alla ricerca dell’essenziale, in un clima di ascolto e di preghiera, vissuto nell’intimità del proprio cuore e nella condivisione con altri amici”, questo è quanto hanno proposto ai giovani i padri gesuiti. “I due santi che ci accompagneranno con la loro spiritualità per la terra di Spagna – spiegano in una lettera padre Graziano Calci e padre Jean Paul Hernandez - sono le due figure principali degli inizi della storia della Compagnia di Gesù”. Il pellegrinaggio, evidenziano poi i due religiosi, deve essere vissuto come “un tempo di crescita personale e di ricerca interiore assieme ad altri amici: con questa disponibilità del cuore, il cammino con Ignazio e Francesco Saverio aprirà sicuramente prospettive inaspettate”. “Siamo sicuri che le storie di Ignazio e di Francesco Saverio – concludono padre Calci e padre Hernandez, rivolgendosi direttamente al giovane pellegrino - ti toccheranno; incontrando i due santi, avrai anche modo di conoscere meglio te stesso e la tua strada, quella dove il Signore Gesù si fa compagno di cammino, affinché tu sia felice, perché questa è la sua gioia”. (M.G.)
     

    inizio pagina

    Svizzera: la Conferenza episcopale elvetica premia la rivista “Ferment”
     

    ◊   E’ la rivista “Ferment” ad aggiudicarsi il premio della comunicazione 2007, promosso dalla Commissione dei media della Conferenza episcopale dei vescovi della Svizzera (CES). il premio sarà conferito il prossimo 26 agosto a Ebikon, piccola località vicino Lucerna. La Testata, edita dal 1959 dai Padri pallottini a Gossau, “si caratterizza – spiega un comunicato della CES - per la presentazione dei temi spirituali attraverso foto di grande qualità accompagnate da testi accuratamente scelti che invitano sia alla contemplazione sia alla riflessione”. “Il premio – aggiunge la nota - vuole essere un atto di riconoscimento per il lavoro svolto dalla rivista che rende percettibile la ricchezza del messaggio cristiano e della vita cristiana suscitando nei suoi lettori il risveglio o lo sviluppo di una coscienza cristiana più profonda”. Nel numero di settembre “Ferment” presenterà, per immagini e testi, il progetto sociale “Paradiesgassli”, portato avanti da un gruppo di lavoro sociale in strada a Lucerna (M.G.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    In Afghanistan, ancora stallo nelle trattative per il rilascio dei 22 sudcoreani nelle mani dei talebani: la condanna del presidente Karzai; Elezioni in Giappone: secondo i primi exit poll, la maggioranza di Shinzo Abe nettamente battuta

    ◊   Cresce l’apprensione per la sorte degli ostaggi sudcoreani in Afghanistan, per i quali il Papa ha lanciato oggi un accorato appello. Per ora, continuano senza successo gli sforzi di Kabul per ottenere il rilascio dei 22 volontari umanitari di una Chiesa evangelica, da 11 giorni in ostaggio dei Talebani. E per la prima volta, dall’inizio del sequestro, parla anche il presidente afghano, Hamid Karzai. Il nostro servizio:


    Questo sequestro “avrà un effetto vergognoso sulla dignità del popolo afghano”: parole dure, quelle del presidente Karzai, che prende le distanze e definisce “non islamico”, in particolare, il coinvolgimento di un numero così cospicuo di donne, almeno 15 o 18. E proprio una donna, ieri, ha raccontato, in una telefonata alla Reuters, le drammatiche condizioni del sequestro: “siamo tutti sfiniti”, ha detto, lanciando un accorato appello “ai Talebani e al Governo” per essere liberati. Ma sul fronte delle trattative, non si segnalano progressi. Le autorità afghane hanno chiesto ai guerriglieri l'immediata liberazione, senza condizioni, di tutte le donne che fanno parte del gruppo. I Talebani hanno ribadito la richiesta di scarcerare 8 guerriglieri, in cambio di altrettanti ostaggi. Degli altri 14 – hanno ripetuto – si parlerà in una fase successiva. Secondo la tv satellitare del Qatar, "Al Jazira", Kabul avrebbe già accettato di rilasciare quattro detenuti talebani. I miliziani hanno anche messo in guardia Kabul dal tentare una prova di forza per liberare i prigionieri, minacciata ieri dalle autorità afgane. Il leader del gruppo sudcoreano – lo ricordiamo – è stato già ucciso mercoledì.

    - In Iraq, otto membri di al Qaeda sono stati uccisi e altri 22 arrestati in diverse operazioni delle Forze statunitensi nei pressi di Baghdad. Intanto, è stato imposto il coprifuoco in varie città del Paese, in caso di vittoria della nazionale irachena nella finale della Coppa Asia di calcio con l'Arabia Saudita. Le misure sono state prese per evitare nuovi attentati contro i tifosi in festa, come avvenuto mercoledì a Baghdad, dopo la vittoria contro la Corea del Sud. In quell’occasione sono morte 58 persone.

    - Mattinata di fuoco in diverse zone ai margini della Striscia di Gaza, dove milizie palestinesi hanno lanciato razzi e colpi di mortaio quasi simultanei contro obiettivi israeliani. Al momento, non si ha notizia di vittime. Intanto, inizia oggi, con una complessa operazione organizzata dalle autorità israeliane, il rientro graduale a Gaza di migliaia di palestinesi bloccati nel Sinai egiziano per la chiusura del valico di Rafah, decisa dopo la presa militare del potere da parte di Hamas. Secondo l’agenzia Maan, poi, sarebbe prossima la liberazione di altri 600 palestinesi detenuti in Israele, nel tentativo di sostenere il presidente dell’ANP, Abu Mazen. Una settimana fa – lo ricordiamo – lo Stato Ebraico aveva rimesso in libertà 250 detenuti, in prevalenza di al Fatah. E mentre oggi Abu Mazen incontra a Mosca il presidente russo, Putin, il premier israeliano, Olmert, ha confermato che Israele riceverà dagli Stati Uniti aiuti per 30 miliardi di dollari nel prossimo decennio. “Gli Stati Uniti - ha aggiunto Olmert - si impegnano a mantenere il divario di qualità fra Israele e i suoi vicini. Non c’è dubbio che per il nostro bilancio di difesa ciò rappresenta un miglioramento cospicuo”.

    - In Libano. La resa dei conti contro i miliziani di Fatah al-Islam, vicini ad al Qaeda, nel campo di profughi palestinese di Nahr al-Bared è “imminente”: lo ha dichiarato il comandante dell’Esercito libanese, generale Michel Suleiman, mentre ieri otto miliziani e un soldato dell’Esercito sono morti negli scontri. Intanto, le autorità libanesi hanno deciso la creazione di una Forza militare congiunta, coadiuvata da esperti tedeschi, incaricata del controllo della frontiera settentrionale con la Siria. Lo ha annunciato ieri il ministro dell'Informazione di Beirut, Ghazi al-Aridi. Il Governo di Damasco è stato da più parti accusato di far affluire illegalmente armi e munizioni, per lo più provenienti dall'Iran, al movimento sciita Hezbollah.

    - La probabilità di nuovi attacchi suicidi in Pakistan sarebbe alta, dopo quello che venerdì ha provocato 14 morti a Islamabad, legato alla crisi della Moschea Rossa. Lo ha detto all’agenzia France Presse un alto responsabile dei Servizi di sicurezza pakistani. Intanto, a Islamabad, si sarebbe svolto un incontro, confermato da esponenti del Governo, tra il presidente Musharraf e l’ex premier e capo dell’opposizione, Benazir Bhutto, a proposito di una possibile gestione unitaria della grave situazione interna al Paese.

    - Comincia oggi la prima visita negli Stati Uniti del nuovo premier britannico, Gordon Brown, che prima di partire ha ribadito che le relazioni con Washington saranno “i rapporti bilaterali più importanti” del suo Paese. Brown si recherà a Camp David, dove affronterà con il presidente USA, Bush, i problemi del Medio Oriente, del Darfur, del Kosovo, dell'Iraq, dell'Afghanistan, dell'Iran e il tema dei cambiamenti climatici. Brown è anche atteso a New York per un discorso alle Nazioni Unite ed un incontro con il segretario generale, Ban Ki-moon.

    - L'opposizione in Russia denuncia che una giornalista propria militante sarebbe stata rinchiusa in manicomio a causa della sua attività. A denunciarlo, il marito della donna, Larissa Arap, e il Fronte Civile Unito, l'organizzazione politica che fa capo all'ex campione di scacchi, Kasparov. La donna, oppositrice di Putin, sarebbe stata ricoverata a causa degli articoli in cui denunciava che in Centri per la cura di malattie mentali nella zona veniva praticato l’elettrochoc su bambini.

    - In Giappone, netta vittoria dell’opposizione alle consultazioni per il rinnovo di metà del Senato. Lo indicano le proiezioni pubblicate a Tokyo, alla chiusura dei seggi. Il Partito liberaldemocratico del premier, Shinzo Abe, avrebbe ottenuto solo 38 seggi, 13 in meno di quelli necessari per mantenere la maggioranza al Senato, mentre l'opposizione ne avrebbe conquistati 59. Quaranta seggi sono considerati la soglia minima per il mantenimento al governo di Abe.

     - “Gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani” nel Darfur, è quanto ha denunciato, nei giorni scorsi, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. E dal Palazzo di Vetro giunge il monito al Governo sudanese a non fornire sostegno ai gruppi di miliziani responsabili delle atrocità contro la popolazione civile. La crisi del Darfur ha causato dal 2003 ad oggi oltre 200 mila morti e 2,5 milioni di profughi e sfollati. Tuttavia, qualcosa sembra iniziare a muoversi ed una missione di inviati dell’Unione Africana e dell’ONU si incontrerà agli inizi d’agosto in Tanzania. Stefano Leszczynski ha intervistato Vittorio Scelto, della Comunità di Sant’Egidio ed osservatore ai colloqui sul Darfur.


    R. – Se si tratti di un punto di svolta, è ancora presto per dirlo. Certo, ci sono segnali che qualcosa si sta muovendo. Dal 3 al 5 agosto ci sarà ad Arusha, in Tanzania, un importante incontro tra tutte le fazioni ribelli che non hanno aderito alla pace di Abuja, firmata l’anno scorso. Quindi, questi segnali, nel loro complesso, danno l’idea che qualcosa si stia muovendo dal punto di vista politico.

     
    D. – La conferenza di Arusha vede una cooperazione abbastanza stretta tra Unione Africana e Nazioni Unite...

     
    R. – La guida del processo negoziale, del processo politico, è stata affidata unanimemente ad un organismo congiunto Nazioni Unite e Unione Africana. E questo è un segno di cooperazione importante. Per quanto riguarda la forza ibrida, purtroppo le cose sono un poco più complesse. Comunque, di recente, il Governo sudanese si è aperto e questo è un segnale importante. Mi sembra che il mondo continui ad interessarsi ed aumenti il suo impegno per risolvere la crisi in Darfur.

     
    D. – Cosa ha significato fino ad oggi la crisi in Darfur, per le popolazioni civili della regione?

     
    R. – La crisi in Darfur è sicuramente la più grave, in corso in questo momento. La maggior parte della popolazione in Darfur adesso vive in campi profughi, in Ciad o nel Darfur stesso. Questa purtroppo è una lotta per la terra, è una lotta per l’acqua, per risorse molto scarse in un territorio enorme, ma molto povero.

     
    D. – Una guerra per le risorse che spesso si estende anche agli Stati confinanti ...

     
    R. – E’ una situazione piuttosto complessa e il rischio è che la guerra possa contagiare gli Stati vicini, in particolare il Ciad e la Repubblica Centrafricana. Per questo è importante fermarla subito e per questo è importante il processo politico che sta per iniziare. E’ importante essere spediti ed incisivi.

     - Il presidente del Perù, Alan Garcia, ha chiesto “scusa ai peruviani” per non aver saputo tradurre subito “l'impazienza di fare” in risultati favorevoli ai più poveri del Perù. In un discorso in Parlamento in occasione del 186.mo anniversario dell’indipendenza e del suo primo anno di governo, il capo dello Stato ha centrato l'intervento sui risultati che otterrà il Paese entro il 2011, ultimo anno del suo mandato. Dopo aver illustrato i forti investimenti privati e pubblici in corso e futuri, ha assicurato che nel 2011, “la povertà nel Paese sarà scesa dal 50% al 30%”. (Panoramica Internazionale a cura di Roberta Moretti)


     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 210

     

     E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.

    inizio pagina