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SOMMARIO del 19/07/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Prosegue in serenità il periodo di riposo di Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore. Ieri, la visita del cardinale segretario di Stato, Bertone, che si è soffermato con i giornalisti in una conferenza stampa a tutto campo
  • Pubblicato il calendario delle celebrazioni presiedute dal Papa ad agosto e settembre. Oltre ai previsti viaggi a Loreto e Vienna, in programma anche una visita a Velletri, il 23 settembre
  • Nomine
  • Inaugurato il nuovo portale web del Governatorato della Città del Vaticano
  • La Repubblica di Corea dona al Vaticano un codificatore per trasmissioni digitali radiotelevisive e multimediali
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Palermo ricorda commossa Paolo Borsellino, a 15 anni dalla morte. La testimonianza della sorella Rita
  • L'arcivescovo di San Paolo, mons. Scherer, esprime ai nostri microfoni la sua vicinanza alle famiglie delle vittime del disastro aereo che ha scosso il Brasile
  • Chiesa e Società

  • Si celebrerà dal 18 al 25 gennaio 2008 la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani che compie 100 anni
  • Il cardinale Dias apre domani l'Assemblea dell'Associazione Inter-Regionale dei vescovi dell'Africa Australe
  • La Caritas del Tamil Nadu ha costruito oltre 300 case per gli sfollati dell’India meridionale sopravvissuti allo tsunami di tre anni fa
  • 50 diaconi ordinati sacerdoti nella diocesi di Bui Chu, nel Vietnam del Nord
  • Nel Borneo indonesiano celebrati i cento anni della missione nell'arcidiocesi di Samarinda
  • Si aggrava il bilancio delle alluvioni in Cina ed India
  • Riguarderà la cura degli anziani la XXII Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio degli operatori sanitari, dal 15 al 17 novembre
  • Da oggi ad Assisi il XXI Convegno nazionale della Comunità del Diaconato in Italia
  • “Il Papa ci ha riconsegnato San Francesco nel suo fascinoso messaggio sempre attuale”, così il cardinale Nicora nel volume sulle omelie di Benedetto XVI ad Assisi
  • Spagna: le nuove tecnologie accentuano il presente e cancellano le barriere tra il reale e il virtuale, così mons. Berzosa Martínez ai giovani
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Afghanistan, il capo guerrigliero, Hekmatyar, annuncia il cessate-il-fuoco con il governo Karzai - Al via a Lisbona, la riunione del Quartetto per la pace nel Medio Oriente
  • Il Papa e la Santa Sede



    Prosegue in serenità il periodo di riposo di Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore. Ieri, la visita del cardinale segretario di Stato, Bertone, che si è soffermato con i giornalisti in una conferenza stampa a tutto campo

    ◊   Prosegue, tra studio e meditazione, il periodo di riposo di Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore. Domani, il Pontefice assisterà ad un concerto di cori alpini, mentre c'è grande attesa per l’incontro, martedì prossimo ad Auronzo di Cadore, con il clero delle diocesi di Treviso e Belluno-Feltre. Al microfono di Amedeo Lomonaco, l’inviato del quotidiano “Avvenire”, Salvatore Mazza:

    R. - Il Papa sta proseguendo questo suo soggiorno nelle montagne del Cadore nella villetta di Lorenzago, secondo il diario quotidiano che è ormai diventato quasi una routine per lui. Lavora la mattina e dopo la Messa c’è il pranzo; spesso verso la metà della mattinata fa una passeggiata, vicino alla villetta, e lo stesso fa nel pomeriggio dopo aver ripreso lo studio. Come tutte le sere, fino a questo momento, verso le 18 esce per raggiungere una delle tante chiesette, edicole, luoghi di religiosità dove recita il Rosario e poi rientra a casa.

     
    D. – Anche ieri è tornato a recitare il Santo Rosario nel piccolo santuario settecentesco di Lozzo di Cadore...

     
    R. – Era stato, questo santuario, la meta della sua prima uscita; c’è tornato ieri ad otto giorni di distanza e questa volta ha trovato ad attenderlo tutti i bambini del piccolo borghetto che si trova all’imbocco della strada che proprio sale verso il santuario. Il Papa ha fatto fermare la macchina, ed ha salutato a lungo tutti i bambini, uno per uno e poi come sempre intorno alle 19 ha fatto rientro nella sua villetta a Lorenzago.

     
    E, ieri, a Lorenzago si è recato in visita dal Papa il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il porporato, nel pomeriggio, ha tenuto una conferenza stampa a tutto campo a Pieve di Cadore. Dalle crisi internazionali alla questione del risarcimento per i casi di pedofilia a Los Angeles; dalla Lettera del Santo Padre ai cattolici cinesi al recente viaggio apostolico in Brasile, il cardinale Tarcisio Bertone ha affrontato molti temi di attualità per la vita della Chiesa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Il cardinale segretario di Stato si è prima soffermato sul periodo di riposo estivo di Benedetto XVI, sottolineando che il clima di Lorenzago favorisce il Papa “nell’elaborazione creativa” con vedute “tonificanti e pacificanti”.

     
    "Il Papa sta lavorando al secondo volume del libro su ‘Gesù di Nazareth’, sta lavorando anche sull’Enciclica a sfondo sociale. Lavora anche su altro perché il Papa è un vulcano di creatività; pensa al già annunciato messaggio per la 23.ma Giornata Mondiale dei Giovani a Sydney e ha anche qualche altra cosa in pectore".

     
    Il porporato ha parlato poi dello scandalo dei casi di pedofilia che hanno coinvolto sacerdoti dell’arcidiocesi di Los Angeles. “E’ un fenomeno – ha detto – in netto contrasto con l’identità e la missione della Chiesa":

     
    "Questo problema addolora tutti, uomini di Chiesa e anche non di Chiesa. Sapete come la Chiesa sia stimata in ogni parte del mondo. Ci sono presidenti e ministri di Paesi musulmani che ringraziano per l’opera svolta dalla Chiesa. Per la Chiesa cattolica, che ha questa grande missione evangelizzatrice educativa, è un fenomeno che contrasta con l’identità, con la missione che dobbiamo svolgere".

     
    Interpellato sulla Lettera di Benedetto XVI rivolta ai cattolici cinesi, il cardinale Bertone non ha nascosto segnali di ottimismo.

     
    "Le reazioni del governo per ora non ci sono, il governo sta studiando - pensiamo almeno che stia studiando - con approfondimenti il testo della lettera. Io credo che le reazioni del popolo cinese, dei sacerdoti, dei vescovi, siano abbastanza positive. La Lettera del Papa è diventata uno strumento di riflessione, di dialogo e di conforto".

     
    Durante la conferenza stampa, il cardinale Bertone ha ricordato anche il discorso del Papa a Ratisbona ed ha sottolineato che il dialogo con il mondo musulmano procede in modo aperto e sincero.

     
    "Abbiamo registrato le reazioni, abbiamo cercato di chiarire, spiegando bene qual era veramente il suo pensiero, e poi abbiamo operato attraverso incontri e attraverso discorsi. Quindi credo che ormai siamo in un cammino di dialogo aperto, leale, sincero, approfondito con il mondo musulmano".

     
    Il cardinale Bertone è tornato inoltre sul recente viaggio del Papa in Brasile in occasione della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Carabi.
     
    "L’impatto con la gente è stato straordinario: avete visto tutti, nella totalità, milioni di persone che lo attendevano, che lo salutavano e specialmente il discorso di Aparecida è stato un grande affresco del Papa. Benedetto XVI ha pronunciato un discorso a sfondo cristologico, ha proposto l’oggetto della catechesi della nuova evangelizzazione proprio di fronte all’incalzare delle sette".

     
    Il porporato ha, poi, indicato alcuni dei problemi che preoccupano la Chiesa e Benedetto XVI:

     
    "Problemi che preoccupano il Papa sono anche i problemi dell’Iraq, della Terra Santa, problemi anche della 'apostasia' dell’Europa dal cristianesimo che veramente priva l’Europa di questa linfa vitale che il cristianesimo dovrebbe alimentare. C'è anche la grande missione dell’Europa verso gli altri continenti, a cominciare dall’Africa".
     
    Rispondendo ad una domanda sulla possibilità di un più ampio spazio alle donne nella vita della Chiesa, il segretario di Stato vaticano ha detto poi che “ci sono alcuni incarichi che assumeranno alcune donne nella Chiesa”. Il cardinale Bertone ha dichiarato infine che il rito tridentino è un tesoro da conservare, affrontando tuttavia ogni possibile equivoco. Per esempio, ha detto il cardinale Bertone, "si potrebbe studiare" una soluzione sulla preghiera per la conversione degli ebrei contenuta nel rito del Venerdì Santo del Messale preconciliare del 1962, disponendo che si preghi sempre “secondo la formula di Paolo VI”.


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    Pubblicato il calendario delle celebrazioni presiedute dal Papa ad agosto e settembre. Oltre ai previsti viaggi a Loreto e Vienna, in programma anche una visita a Velletri, il 23 settembre

    ◊   Reso noto oggi dalla Sala Stampa vaticana il calendario delle celebrazioni presiedute da Benedetto XVI ad agosto e settembre. Nella Solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, il15 agosto, il Papa celebrerà, alle ore 8, la Santa Messa nella Chiesa parrocchiale di San Tommaso di Castel Gandolfo. L’1 e 2 settembre, il Papa si recherà a Loreto, in occasione dell’Agorà dei giovani italiani. Quindi, dal 7 al 9, Benedetto XVI sarà in Austria per il suo settimo viaggio apostolico internazionale. Domenica 23 settembre, infine, il Pontefice si recherà a Velletri, dove presiederà una Santa Messa sul Sagrato della Cattedrale, alle ore 9.30.

    Pubblicati anche i Riti di Beatificazione, approvati da Benedetto XVI. Il 15 settembre, verrà Beatificato Basile-Antoine Marie Moreau, a Les Mans in Francia. Il giorno dopo, si celebrerà la Beatificazione di Stanislao di Gesù Maria, a Licheń in Polonia. Sempre domenica 16 settembre, a Bordeaux, avverrà la Beatificazione di Marie-Céline de la Présentation. Infine, domenica 30, la Beatificazione di Maria Merckert, ad Opole in Polonia. (A cura di Alessandro Gisotti)

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    Nomine

    ◊   In Italia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Brescia, presentata da mons. Giulio Sanguineti, per sopraggiunti limiti d’età. Il Santo Padre ha nominato a succedergli mons. Luciano Monari, finora vescovo di Piacenza-Bobbio. Il nuovo vescovo di Brescia, 65 anni, è attualmente vice-presidente della Conferenza episcopale italiana e membro della Commissione episcopale per la Dottrina della Fede, l'Annuncio e la Catechesi.

    Nello Stato di Santa Lucia, Benedetto XVI ha nominato arcivescovo coadiutore di Castries, mons. Robert Rivas, dell’ordine dei Domenicani, finora vescovo della diocesi di Kingstown (San Vincenzo e Grenadine).

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    Inaugurato il nuovo portale web del Governatorato della Città del Vaticano

    ◊   “La possibilità di un servizio migliore alla Chiesa e al Santo Padre”: così, in sintesi, l’arcivescovo Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha definito il nuovo sito istituzionale del Governatorato stesso, da oggi on line. Realizzato in collaborazione con Telecom Italia e raggiungibile all’indirizzo in lingua inglese www.vaticanstate.va, il nuovo portale è stato presentato oggi in Vaticano, presso il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Ma quali sono le caratteristiche del nuovo sito? Isabella Piro lo ha chiesto a mons. Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato:

    R. – Il portale nasce dal desiderio di far conoscere, ancora meglio, lo Stato della Città del Vaticano, i servizi e le competenze che gli sono attribuite per il sostegno pratico, se così si può dire, all’attività quotidiana del Santo Padre e della Santa Sede. Questo portale si propone di presentare la storia e i contenuti della vita del Governatorato e, allo stesso tempo, dare agli utenti tutte quelle informazioni che continuamente vengono richieste via telefono, via email, via posta. E’ un po’ una finestra che sia apre sul mondo per permettere al mondo di guardare dentro il Vaticano.

     
    D. – Sono cinque le lingue alle quali si può accedere tramite questo sito...

     
    R. – Per ora sì sono cinque. Il progetto prevede, però, anche di poter aggiungere il portoghese. Speriamo di poterlo fare prossimamente. Attualmente abbiamo l’italiano, il francese, l’inglese, lo spagnolo e il tedesco.

     
    D. – Sono anche cinque le sezioni alle quali si può accedere...

     
    R. – Sì, esattamente. La prima presenta lo Stato e gli organismi di governo dello Stato; la seconda presenta i servizi che lo Stato può assicurare; la terza presenta le diverse istituzioni che sono alloggiate sul territorio dello Stato della Città del Vaticano; la quarta sezione presenta i monumenti ed i Giardini Vaticani, i Giardini di Castel Gandolfo con una photo gallery; infine, la quinta sezione è quella che abbiamo chiamato “shop”, perché dà la possibilità di fare acquisti on-line (questo sarà operativo a partire dall’inizio del prossimo anno) per i vari prodotti che gli uffici mettono in vendita e mi riferisco in particolare ai francobolli, alle monete e – sempre a partire dal prossimo anno – ci sarà la possibilità di prenotare ed acquistare on line i biglietti di accesso ai Musei Vaticani. Un’ultima curiosità: ci sono cinque telecamere in costante funzione, che permetteranno di avere una visione diretta sulla Cupola, sulla Piazza di San Pietro, sui Giardini Vaticani e sulla tomba di Giovanni Paolo II che, come sappiamo, è meta di pellegrinaggio continuo.

     
    D. – Fondamentale in questo lavoro il supporto tecnico della Telecom...

     
    R. – Telecom Italia ci ha fornito la struttura, la tecnologia e tutto quanto necessario per dare inizio a questa nuova avventura.

     
    D. – La Chiesa, ancora una volta, promuove un messaggio che arriva in tutto il mondo grazie anche alle nuove tecnologie...

     
    R. – I Papi ci hanno ricordato - specialmente Giovanni Paolo II e Benedetto XVI - come anche questi mezzi moderni e le nuove tecnologie possano diventare strumento di evangelizzazione. Allora anche questo nuovo portale vuole essere un segno di buona volontà e di disponibilità da parte della Chiesa nei confronti del mondo ed anche una proposta per conoscerci meglio.
     
    Il nuovo portale del Governatorato Vaticano è basato su tre diverse piattaforme di servizi: la prima è dedicata ai contenuti, con l’inserimento e l’aggiornamento delle informazioni; la seconda è riservata all’accesso e gestisce l’aspetto grafico e la navigazione del portale; la terza è specifica per le transazioni economiche. Le piattaforme sono create in modo da dialogare tra loro e si appoggiano su un’architettura hardware e software integrata con il contesto informatico già presente in Vaticano. L’interconnessione di tali piattaforme è stata realizzata grazie al supporto di Telecom Italia, che ha espresso la sua soddisfazione per il risultato raggiunto. Al microfono di Isabella Piro, il commento di Antonio Concina, direttore Relazioni Esterne dell’azienda:

     
    R. – Siamo davvero orgogliosi in questo momento. Questa avventura con lo Stato del Vaticano ci inorgoglisce davvero!

     
    D. – Le vostre strutture sono sempre più multimediali?

     
    R. – Assolutamente sì. Adesso noi abbiamo la parte tecnologica più avanzata d’Europa tra i nostri concorrenti. Mi permetto, tra l’altro di ricordare il nostro T.Lab, che è il nostro laboratorio Telecom Italia a Torino che è davvero meta degli studiosi più importanti del mondo.

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    La Repubblica di Corea dona al Vaticano un codificatore per trasmissioni digitali radiotelevisive e multimediali

    ◊   Il vice-ministro dell’Informazione e delle Comunicazioni della Repubblica di Corea, Younghwan Yoo, è stato ricevuto oggi dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, in occasione della consegna di un apparato tecnico di produzione coreana che permetterà alla Radio Vaticana e al Centro Televisivo Vaticano di trasmettere i loro segnali con la nuova tecnologia digitale detta T-DMB, cioè Terrestrial Digital Multimedia Broadcasting. All’evento hanno partecipato anche l’ing. Pier Carlo Cuscianna, direttore delle Telecomunicazioni del Governatorato della Città del Vaticano, padre Federico Lombardi, direttore generale della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, e gli ingegneri Piervenanzi e Pacifici, direttore e vice Direttore Tecnico della nostra emittente. Sull’importanza di questa nuova tecnologia, ci riferisce Alessandro Gisotti:

    La tecnologia di trasmissione T-DMB è già ampiamente utilizzata dalla Corea che ne promuove attivamente la diffusione. Recentemente, anche la RAI, Radio televisione italiana, si è orientata verso l’uso di questa tecnologia. L’apparato donato dai coreani al Vaticano è un codificatore che - appaiato a un trasmettitore radio digitale, già in dotazione alla nostra emittente -, permette di trasmettere anche immagini e dati sull’area romana. A chi è dotato dei ricevitori appropriati, di dimensioni anche ridottissime, sarà così possibile, dai prossimi mesi, non solo ricevere i canali radio trasmessi in digitale DAB (fra cui il canale One-O-Five della Radio Vaticana), ma anche i canali video trasmessi in DMB. Fra questi, vi sarà anche quello assegnato al Vaticano dagli accordi internazionali, su cui sarà accessibile il segnale degli eventi trasmessi dal Centro Televisivo Vaticano. Il Ministero delle comunicazioni coreano ha donato al Vaticano anche un centinaio di piccoli ricevitori DMB.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - Una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Asia.

    Servizio estero - Medio Oriente: Abu Mazen convocherà elezioni anticipate; il Quartetto riunito a Lisbona.

    Servizio culturale - Un articolo di Susanna Paparatti dal titolo “Nell’ordinata dinamica compositiva la forma si apre ad infinite declinazioni”: a Francavilla al Mare la mostra “Oltre l'oggetto. Morandi e la natura morta oggi in Italia”.

    Servizio italiano - In primo piano l'immigrazione: ancora tragedie; cinque morti e undici dispersi in due naufragi. Il Canale di Sicilia teatro di viaggi disperati sui quali lucrano loschi trafficanti di uomini.

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    Oggi in Primo Piano



    Palermo ricorda commossa Paolo Borsellino, a 15 anni dalla morte. La testimonianza della sorella Rita

    ◊   L’indelebile ricordo della strage di via D’Amelio, nella quale, 15 anni fa, a Palermo, persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i quattro agenti della sua scorta, ha contribuito a far maturare una più diffusa e radicata coscienza civile. E’ quanto ha scritto in un messaggio inviato alla vedova Borsellino il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che ha definito il giudice ucciso un esempio di dirittura morale e di determinazione nella difficile lotta contro la brutale spirale del fenomeno mafioso. Tante le cerimonie oggi a Palermo per commemorare la figura del magistrato. Ci riferisce dal capoluogo siciliano, Alessandra Zaffiro:

    “La mafia non è un insieme di persone, ma una mentalità corrotta e sbagliata”: è uno dei tanti messaggi scritti sugli striscioni colorati realizzati dai bambini che, questa mattina, hanno preso parte in via D’Amelio alla veglia per ricordare il giudice Paolo Borsellino, ucciso 15 anni fa con la sua scorta, mentre andava a trovare sua madre. Tante le autorità che in via D’Amelio hanno reso omaggio alle vittime della strage con una corona di fiori, tra queste il presidente del Senato. “E’ questo un momento di grande commozione – ha detto Franco Marini – alla vedova e alla sorella di Paolo Borsellino. Tornerò presto a trovarvi”. Il presidente del Senato ha poi partecipato all’incontro promosso dall’Associazione nazionale magistrati al Palazzo di Giustizia per ricordare il giudice Borsellino e gli agenti che lo proteggevano. “La lotta alla mafia – ha detto nel suo intervento – è la continuazione della lotta per la liberazione ed è anche lotta per l’unità nazionale, basata sulla collaborazione dell’intelligence e dei saperi di tutto il nostro Paese. Come lo è stato e deve esserlo ancora, la lotta contro il terrorismo”. Sulle stragi del '92, Marini ha aggiunto: “Occorre valutare con estrema attenzione tutti i nuovi indizi per fare piena e completa luce sulle circostanze in cui maturarono quei tragici eventi, indagando senza alcun limite, se non l’attenta ricerca del verità. Questa mattina, Rita Borsellino, sull’inchiesta della Procura di Caltanissetta circa l’ipotesi di un coinvolgimento di persone legate ad apparati deviati dei Servizi Segreti nella strage di via ‘D’Amelio ha commentato: “Abbiamo subito denunciato la scomparsa dell’agenda di mio fratello ed abbiamo chiesto la verità, ma fin dall’inizio si è capito che qualcosa non funzionava”. Le Forze dell’Ordine ed i magistrati, comunque, in questi anni, nonostante le difficoltà, hanno fatto un eccellente lavoro ed oggi – ha concluso – forse si può fare ciò che prima non era possibile”. Nel pomeriggio, alle 19, sarà celebrata una Messa nella chiesa Don Orione, alle 20.30 si svolgerà la fiaccolata promossa da Azione Giovani e infine, alle 21, il dibattito su “Senso civico e cittadinanza”.

     
    Sul quindicesimo anniversario della strage di via d’Amelio, Tiziana Campisi ha intervistato proprio la sorella del giudice scomparso, Rita Borsellino:

    R. – Sono stati 15 anni di grande impegno per provare a far sì che questa memoria restasse viva e soprattutto per far sì non solo che fosse fatta giustizia, ma che la giustizia prendesse il sopravvento. Noi vogliamo sapere i perché, noi vogliamo sapere a chi serviva uccidere Paolo Borsellino. Oggi i bambini giocano in via D’Amelio ricordando Paolo: i bambini sono la generazione che non c’era allora, ma che oggi si è fatta carico di questa memoria, richiedendo il proprio diritto alla vita e il proprio diritto al gioco. E allo stesso tempo, dopo 15 anni, si riapre un filone che dovrebbe finalmente portare alla scoperta della verità, la verità tutta intera e non soltanto parti della verità e, quindi, finalmente a fare giustizia.

     
    D. – Che cosa è cambiato per le nuove generazioni in questi 15 anni, grazie anche all’esempio di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone?

     
    R. – Non solo l’esempio della loro vita, ma purtroppo, tragicamente, anche tutto quello che ha rappresentato la loro morte. Oggi nessuno può più far finta di non sapere e di non capire. Se prima qualcuno poteva ancora dire “la mafia, io non la conosco”; oggi tutti sanno che la mafia esiste. Poi si può scegliere: si può scegliere di stare da una parte o dall’altra; si può scegliere di restare anche indifferenti, ma la consapevolezza ora c’è. Prima, questa consapevolezza era troppo vaga. Un fenomeno per poterlo affrontare, bisogna conoscerlo. Proviamo quindi ad affrontarlo concretamente e soprattutto a superarlo.

     
    D. – Che tipo di cambiamento, invece, ha avuto la città di Palermo? C’è stato un risveglio? Le coscienze sono state toccate?

     
    R. – Sì, sono state toccate. Qualche volta hanno avuto dei momenti di sonno, qualche volta hanno avuto momenti di esaltazione. Io ricordo che dopo le stragi sembrò che davvero tutto potesse cambiare. Per alcuni anni quella esaltazione è stata veramente qualcosa che si poteva toccare con mano, che si avvertiva e si avvertiva un entusiasmo crescente nella gente grazie anche ai risultati che la magistratura e gli inquirenti riuscivano ad avere. Poi tutto sembrò addormentarsi e tornare indietro, anche l’attività della magistratura fu frenata e contro di essa ci fu pure una campagna di screditamento. Ci fu un periodo molto buio. Io oggi vedo come uno spiraglio di luce, come se davvero si volesse riprendere quel filone, quella indignazione e non si ricomincia da capo, da zero, ma si ricomincia dal punto esatto in cui si era lasciato.

     
    D. – Che cosa manca alla Sicilia perché possa vivere nella pace?

     
    R. – Io credo che questa terra abbia bisogno soprattutto di sviluppo e che questa terra abbia bisogno soprattutto bisogno di vedere garantiti i propri diritti. Tutto il nostro Paese ha poi bisogno di una politica responsabile, di una politica forte che sappia guidare questo Paese verso la giustizia e la libertà.

     
    D. – Dopo la morte di suo fratello, tanto dolore ma anche tante novità e quindi i frutti di questo sacrifico. Anche la sua vita è cambiata tanto...

     
    R. – La mia vita è cambiata profondamente, anzitutto per questa perdita, per me straordinaria, ma anche per la consapevolezza da parte mia che ognuno debba fare la sua parte ed impegnarsi affinché la situazione migliori.

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    L'arcivescovo di San Paolo, mons. Scherer, esprime ai nostri microfoni la sua vicinanza alle famiglie delle vittime del disastro aereo che ha scosso il Brasile

    ◊   La procura federale del Brasile ha annunciato che chiederà la chiusura dell'aeroporto di Congonhas a San Paolo, teatro - due giorni fa - di un gravissimo incidente aereo con un bilancio, ancora non definitivo, di 200 vittime. L'aeroporto, dove è avvenuto il disastro, è collocato vicino al centro cittadino ed è il più trafficato dell'America Latina con una media di 630 atterraggi e decolli giornalieri. Intanto, raggiunto telefonicamente in Brasile da Silvonei Protz, del nostro programma brasiliano, l’arcivescovo di San Paolo, Odilo Scherer, esprime la sua vicinanza alle vittime ed auspica un miglioramento delle condizioni di sicurezza negli aeroporti brasiliani:

    R. – Realmente foi uma tragedia muito grande...
    E’ stata una tragedia molto grande per il tutto il Brasile. Questo aereo ha avuto un incidente, quando era già atterrato a causa delle condizioni della pista e del tempo. Il pilota non è riuscito a mantenere il controllo dell’aereo, uscendo dallo spazio della pista e quindi dall’aeroporto, colpendo un edificio della sua stessa compagnia, la TAM. Siamo tutti molto addolorati ed afflitti per questa situazione. Questo è il secondo incidente aereo gravissimo che si verifica in meno di un anno in Brasile e tutti si chiedono fino a quando continuerà questa situazione.

    D. – Cosa possiamo dire in questo momento ai parenti delle vittime, principalmente a quelli di Porto Alegre, da dove proveniva l’aereo?

    R. – Nossa palava de conforto, nossa palava de condolências...
    Possiamo esprimere loro la nostra parola di conforto, le nostre condoglianze a quanti hanno perso familiari, amici o conoscenti in questo incidente. Ho già manifestato la nostra solidarietà come arcidiocesi di San Paolo a tutte le famiglie che sono state coinvolte in questo incidente, così come ai direttori della Compagnia e ai suoi funzionari e tutte le persone che in un modo o nell’altro sono coinvolte in questa tragedia. Prego per loro. Questa tragedia ci ricorda che dobbiamo sempre essere coscienti che siamo circondati dalla fragilità ed abbiamo sempre bisogno della fiducia in Dio ed orientare quindi la nostra vita verso Dio.

    D. – Il presidente brasiliano dice che sarà istituita una inchiesta molto attenta. Negli ultimi giorni il Paese ha vissuto un caos nel settore dei trasporti aerei. Forse è il momento di ripensare certe attitudini, anche a livello di governo, giacché si verifica un aumento del traffico aereo in tutto il Paese?

    R. – Sim, o aumento do tràfego aéreo no Brasil.....
    Sì, l’aumento del traffico aereo in Brasile è stato notevole e forse non è cresciuto nella stessa proporzione la sicurezza dei voli, con tutte le condizioni necessarie. Credo che questo debba ora essere pensato molto seriamente, affinché vengano prese le dovute e necessarie decisioni. Naturalmente, è molto difficile prendere decisioni drastiche. Ma ciò deve essere fatto seriamente quando si tratta di garantire la sicurezza di coloro che usano questo mezzo tanto importante di trasporto per tutto il Brasile e per tutto il mondo.

    D. – Il presidente del Brasile ha decretato tre giorni di lutto nazionale, l’arcidiocesi di San Paolo celebrerà una cerimonia per ricordare le vittime dell’incidente...

    R. – No momento não temos um programma...
    In questo momento non abbiamo un programma della celebrazione, ma naturalmente partecipiamo con tutta la società brasiliana a questo momento di dolore e di tristezza. La situazione è molto caotica e molti dei corpi devono essere ancora identificati. Siamo in attesa di notizie più chiare sulla situazione. Noi siamo uniti ed offriamo a Dio la nostra preghiera e al momento opportuno celebreremo una Santa Messa in suffragio delle vittime di questo incidente.

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    Chiesa e Società



    Si celebrerà dal 18 al 25 gennaio 2008 la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani che compie 100 anni

    ◊   L’invito rivolto da San Paolo ai primi cristiani a pregare incessantemente sarà lo slogan della prossima Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che nel 2008 compie 100 anni. L’evento è previsto dal 18 al 25 gennaio. Per ricordare la prima celebrazione, nel 1908 a Graymoor, negli USA, la preparazione delle riflessioni è stata affidata ad un gruppo ecumenico statunitense. “La vita in una comunità cristiana è possibile solo attraverso una vita di preghiera”, si legge nei testi di preparazione alla Settimana, preghiera che è essenziale quando i cristiani vogliono manifestare l’unità data loro in Cristo. Un’unità, si legge ancora nei testi, che non deve limitarsi a punti dottrinali e a dichiarazioni ufficiali, ma deve esprimersi anche in azioni concrete e contribuire alla pace. La Settimana, da cento anni, ha come obiettivo quello di aiutare gli oltre 2 miliardi di cristiani delle diverse confessioni a vivere il sentimento comune del cristianesimo; sentimento che si esprime anche nella collaborazione tra le Chiese, le parrocchie e le comunità anglicane, cattoliche, ortodosse e protestanti per la preparazione dell’evento. Organizzata dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Mondiale delle Chiese, la Settimana è stata voluta per la prima volta da padre Paul Wattson, sacerdote anglicano di Graymoor, che scelse i giorni dal 18 al 25 gennaio perché la celebrazione coincidesse con la festa della cattedra di Pietro - che allora ricorreva il 18 gennaio - e con la festa della conversione di Paolo. Ancora oggi, nell’emisfero nord della Terra, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani si celebra in queste date; nell’emisfero sud, invece, si svolge negli otto giorni che precedono la Pentecoste. I materiali di preparazione della Settimana sono stati pubblicati sulla pagina web della Santa Sede www.vatican.va. (A cura di Beatrice Bossi)

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    Il cardinale Dias apre domani l'Assemblea dell'Associazione Inter-Regionale dei vescovi dell'Africa Australe

    ◊   Il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, apre domani, a Luanda, l’Assemblea dell’Associazione Inter- Regionale dei Vescovi dell’Africa Australe (IMBISA). Il Cardinale Dias si trova in Angola per una visita pastorale di 13 giorni. I lavori dell’Assemblea, riferisce l'Agenzia Fides, si concluderanno il 27 luglio. Fanno parte dell’IMBISA i Vescovi di Angola e Sao Tomé, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sudafrica, Botswana, Swaziland e Zimbabwe. La sede è ad Harare in Zimbabwe. Secondo quanto annunciato da S.E. Mons. Damiao Franklin, Arcivescovo della capitale angolana, Luanda, il tema del “buon governo” sarà al centro dei lavori dell’assise. "Un buon governo per la Chiesa e per le istituzioni civili", ha precisato l’Arcivescovo. Nel corso della presentazione alla stampa dell’evento, Mons. Franklin ha sottolineato che la riunione è un’occasione per “manifestare la cattolicità, discutere problemi comuni, scambiarsi esperienze e apportare la luce evangelica alle società della regione”. L’Arcivescovo di Luanda ha rimarcato che i Vescovi desiderano che le popolazioni dei loro Paesi possano beneficiare della crescita economica che è in atto nella regione. Questo si traduce in particolare nell’accesso all’educazione, a servizi sanitari efficienti e ad alloggi adeguati. La collaborazione della Chiesa cattolica allo sviluppo umano e civile del Paese è stata sottolineata anche dal Cardinale Dias nell’incontro con le autorità locali di Lubango. Il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha portato la solidarietà di Papa Benedetto XVI al popolo angolano, ancora duramente provato dalle conseguenze di 25 anni di una sanguinosa guerra civile, conclusasi nel 2002 . (R.P.)

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    La Caritas del Tamil Nadu ha costruito oltre 300 case per gli sfollati dell’India meridionale sopravvissuti allo tsunami di tre anni fa

    ◊   Oltre 300 nuove abitazioni saranno affidate alle famiglie cristiane colpite dallo tsunami, nella regione del Tamil Nadu dell’India meridionale. La Caritas, grazie anche agli aiuti nazionali e internazionali, ha acquistato i terreni e ha costruito nuove case nella diocesi di Kottar. La cerimonia di consegna delle chiavi, riferisce l’agenzia Fides, è stata presieduta dall’amministratore della diocesi, padre Maria Dhasan e dal vescovo di Kumbakonam, mons. Peter Remigius, che ha benedetto le costruzioni prima dell’insediamento delle famiglie. Il 26 dicembre 2004, lo tsunami ha colpito l’India meridionale, uccidendo oltre 160 mila persone e provocando centinaia di migliaia di profughi. Fino ad oggi, centinaia di famiglie avevano vissuto in tende e baracche. (B.B.)

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    50 diaconi ordinati sacerdoti nella diocesi di Bui Chu, nel Vietnam del Nord

    ◊   In Vietnam 50 diaconi hanno ricevuto l’Ordinazione sacerdotale nella diocesi di Bui Chu (suffraganea dell'Arcidiocesi di Hanoi), nella provincia di Nam Dinh, nel Vietnam del Nord. Il Vescovo locale, Mons. Joseph Hoang Van Tien, scrive l'Agenzia Fides, ha presieduto la solenne cerimonia di Ordinazione dei 50 diaconi, 45 appartenenti alla diocesi di Bui Chu e cinque fra la diocesi di Bac Ninh, la diocesi di Phat Diem e una congregazione Domenicana. I nuovi sacerdoti (di età compresa tra i 31 ed i 60 anni) fanno parte di un gruppo di seminaristi che ha incontrato negli anni scorsi alcuni ostacoli nella formazione agli studi, a causa dei rapporti non facili con le autorità civili, ora del tutto superati. La Chiesa vietnamita ha salutato con gioia questo evento che costituisce un'ulteriore prova del miglioramento dei rapporti fra la Chiesa vietnamita e lo Stato. Il clima di rinnovamento e di cordialità della Chiesa vietnamita è stato aiutato anche dalla paziente opera del Vescovo Ausiliare della Diocesi di Bui Chu il 59enne sacerdote salesiano Pierre Nguyen Van De, nominato due anni fa dal Santo Padre Benedetto XVI. Dal 2000 Mons. Pierre Nguyen Van De era professore nel Seminario maggiore di Hanoi, e questa sua esperienza ha giovato nello svolgimento del suo ministero pastorale a Bui Chu. Nel 2005 la Chiesa vietnamita aveva vissuto un altro evento del genere: l'ordinazione sacerdotale di un gruppo di 57 seminaristi, in una cerimonia presieduta dall’allora Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Card. Crescenzio Sepe, in visita nel paese. Le vocazioni al sacerdozio stanno rinascendo in Vietnam anche al Nord, rimasto per molti anni senza sacerdoti e dove per molto tempo non c’erano seminari: un segno di speranza per la comunità cattolica vietnamita. (R.P.)


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    Nel Borneo indonesiano celebrati i cento anni della missione nell'arcidiocesi di Samarinda

    ◊   Con una solenne Messa di ringraziamento i 100mila fedeli dell’Arcidiocesi di Samarinda (nella parte orientale dell’isola del Borneo) hanno festeggiato i cento anni di missione, da quando i primi missionari si stanziarono in questa zona nel cuore della foresta pluviale del Borneo indonesiano. I pionieri furono tre frati francescani Cappuccini che nel 1907 si stabilirono nel villaggio di Laham e iniziarono opere nel campo dell’istruzione e della sanità, registrando le prime conversioni di famiglie indigene e amministrando i primi battesimi. La Celebrazione - riferisce l'Agenzia Fides - è stata presieduta da Mons. Martinus Situmorang, Presidente della Conferenza Episcopale Indonesiana, mentre hanno concelebrato l’Arcivescovo Mons. Leopoldo Girelli, Nunzio Apostolico in Indonesia, l’Arcivescovo di Samarinda, Mons. Florentinus Sului Hajang Hau, e altri 15 Vescovi giunti dalle altre diocesi del Borneo. “I semi della fede piantati cento anni fa sono diventati alberi”, ha detto compiaciuto Mons. Situmorang, pur ricordando che molto c’è ancora da fare per evangelizzare compiutamente il territorio, e invitando la comunità locale a proseguire nel cammino “dell’amore e dell’unità”. La Chiesa si dedica alla cura pastorale della popolazione dell’area, costituita dai dayak, etnia autoctona del Borneo con credenze animiste: un popolo diviso in numerose tribù che vivono isolate nella foresta, con una vita basata sulla caccia e sull’agricoltura di sussistenza.. Il Borneo (in lingua indonesiana “Kalimantan”, che significa “fiume di diamanti”) è la regione più vasta dell’Indonesia (549.032 Kmq con oltre 10 milioni di abitanti), divisa in quattro settori: centrale, meridionale, occidentale e orientale. I trasporti sono fluviali e nei villaggi non vi sono telefoni e linee elettriche. Il Kalimantan, attraversato negli anni scorsi da scontri interetnici e proteste antigovernative, è stato causa di instabilità per il paese. Qui la Chiesa sta crescendo, con almeno 15mila catecumeni ogni anno fra la popolazione indigena, e ha raggiunto nel complesso circa un milione di fedeli. L’evangelizzazione resta comunque molto difficile, fatta quasi unicamente attraverso i contatti personali. Catechisti e missionari visitano i villaggi e parlano con i capi tribù, annunciano il messaggio di Cristo. La Chiesa è molto impegnata nel sociale, nel settore educativo e della formazione professionale. (R.P.)

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    Si aggrava il bilancio delle alluvioni in Cina ed India

    ◊   Quindici morti, oltre 100 feriti, cinque dispersi e circa 30 milioni di sfollati: è il bilancio della violenta tempesta abbattutasi per 14 ore, nella notte tra lunedì e martedì, sulle regioni sud-occidentali della Repubblica Popolare Cinese causando alluvioni, smottamenti e oltre 40.000 fulmini che hanno costretto a sospendere tutto il traffico aereo, stradale e ferroviario. Secondo l'Agenzia Misna dieci persone sono morte nella provincia di Chongqing, dove sono caduti 266,6 millimetri di pioggia, un record dalle prime misurazioni risalenti al 1892, provocando il crollo di circa 20.000 abitazioni, più di 30 milioni di senza tetto e l’isolamento della città principale insieme a una ventina di altri centri abitati. Altre cinque persone hanno invece perso la vita nella vicina Sichuan. Lungo il fiume Huai, in piena da 10 giorni, nelle popolose province orientali di Anhui e Jiangsu e in quella centrale di Henan, 270.000 sfollati non sono tuttora in grado di ritornare nelle proprie abitazioni. Anche lo Yangtze, il più lungo fiume cinese, minaccia di straripare nelle province di Sichuan, Chongqing, Guizhou e Hubei. Alluvioni, smottamenti, fulmini e piogge sinora in Cina hanno provocato 411 morti e 105 dispersi e danneggiato risaie e infrastrutture provocando una perdita economica di 37,3 miliardi di yuan (3,5 miliardi di euro). Gli ultimi due giorni di piogge monsoniche hanno provocato morti e sfollati anche in India: almeno 22 le vittime e 4500 i senza tetto nel paese. Iniziata alla fine di maggio, la stagione dei monsoni proseguirà fino a settembre: oltre 770 persone sono morte sinora in India, Pakistan, Bangladesh e Afghanistan. Secondo Salvano Briceno, direttore del segretariato dell'Onu per la strategia internazionale di riduzione delle catastrofi, queste intemperie sono un assaggio delle "conseguenze del cambiamento climatico" e "non possiamo attendere di essere colti di sorpresa. Sappiamo quel che accadrà e possiamo prepararci". Intanto l’Onu e la Croce rossa hanno chiesto alla comunità internazionale di sbloccare 40 milioni di euro per sostenere l’assistenza alle vittime del maltempo in Pakistan, che hanno coinvolto in tutto 2,5 milioni di persone. (R.P.)

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    Riguarderà la cura degli anziani la XXII Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio degli operatori sanitari, dal 15 al 17 novembre

    ◊   La cura pastorale degli anziani ammalati sarà il tema della XXII Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio degli operatori sanitari, che si terrà in Vaticano dal 15 al 17 novembre. Come riferisce l’agenzia Fides, durante l’incontro verranno esaminate le principali malattie che colpiscono gli anziani: dall’infermità alla solitudine. Si discuterà anche delle innovazioni tecnologiche legate alla gerontologia, del sistema sanitario, delle pensioni e del ruolo della famiglia. Obiettivo dell’incontro, riuscire a garantire una vecchiaia serena e confortevole. Presiederà la conferenza il presidente del dicastero pontificio, il cardinale Javier Lozano Barragàn, che parlerà della cura pastorale dei malati anziani alla luce della Parola di Dio. In programma anche relazioni sui santi che hanno dedicato la loro vita agli anziani e sull’importanza della responsabilità cristiana di fronte alla terza età. Previsto pure un dialogo interreligioso con ebrei, islamici, induisti e buddisti. (B.B.)

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    Da oggi ad Assisi il XXI Convegno nazionale della Comunità del Diaconato in Italia

    ◊   “Quale diacono per quale città dell’uomo?”: su questo tema prende il via oggi al Cenacolo Francescano di Assisi, in Umbria, il XXI Convegno nazionale della Comunità del Diaconato in Italia che si protrarrà fino al 22 luglio. “Una sottolineatura che verrà approfondita nel convegno – spiega all’agenzia SIR uno dei relatori del convegno, don Giuseppe Bellia, docente della Facoltà teologica di Palermo, autore di testi teologici e direttore della rivista ‘Il Diaconato in Italia’ – riguarda il ruolo del diacono, che oltre ad occuparsi delle persone più bisognose o lontane, è chiamato anche, secondo la sua antica configurazione storica, ad occuparsi dei rapporti della Chiesa ‘ad extra’, cioè con le realtà del mondo”. Il convegno sarà presieduto dal vescovo emerito di Gubbio, mons. Pietro Bottaccioli, referente per il diaconato della Commissione clero e vita consacrata della CEI. Tra i relatori che guideranno la riflessione dei partecipanti, il neo vescovo di Brescia Luciano Monari, vice presidente della CEI; il vescovo di Locri-Gerace, mons. Giancarlo Maria Bregantini; il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Vincenzo Paglia, I loro interventi fotograferanno l’attualità e il futuro di un ministero che vuole essere nella società segno visibile della diaconia di Cristo e della Chiesa. “È proprio qui - afferma il diacono Enzo Petrolino, presidente della Comunità del Diaconato in Italia che raduna circa tremila diaconi - in mezzo agli uomini che lavorano, soffrono, vivono la loro ricerca di senso, che il diacono è chiamato a testimoniare lo spirito delle Beatitudini e a rivelare con la sua presenza il Cristo, capo di un mondo nuovo, tutto da costruire”. “Essere nel mondo, ma non del mondo – ha detto ancora Petrolio – significa non chiudersi nelle sacrestie dentro le quali sarebbe impossibile incontrare l’uomo di oggi e comunicare con lui”. Organizzato dalla Comunità del diaconato in Italia, l’incontro biennale richiama alla consapevolezza che i diaconi sono chiamati a svolgere il loro servizio non solo all’interno della Chiesa, ma soprattutto nella missione aperta della città dell'uomo. (T.C.)

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    “Il Papa ci ha riconsegnato San Francesco nel suo fascinoso messaggio sempre attuale”, così il cardinale Nicora nel volume sulle omelie di Benedetto XVI ad Assisi

    ◊   “Il ‘mistero’ di Francesco può essere compreso soltanto in Gesù”: è quanto scrive il cardinale Attilio Nicora, legato per le due basiliche papali di Assisi, nella prefazione alla raccolta dei discorsi che Benedetto XVI ha tenuto nella cittadina umbra il 17 giugno scorso. “Solo l’Infinito riempie il cuore. Le parole del Papa pellegrino ad Assisi”, questo il titolo del volume delle edizioni Porziuncola nelle cui pagine il porporato sottolinea che l’intensa giornata vissuta dal Papa ad Assisi il 17 “ha rappresentato un modo singolare di esprimere il carisma proprio dei successori dell’Apostolo Pietro, quello cioè di confermare nella fede i fratelli”. “Si tratta non soltanto di riproporre con chiarezza e completezza le verità della fede cristiana di sempre – prosegue il cardinale Nicora – ma di aiutare a comprendere in coerenza con una visione di fede eventi e figure dell’esistenza contemporanea e della storia della Chiesa, che altrimenti perderebbero il loro genuino significato”. Secondo il porporato, scrive l’agenzia Zenit, “il Papa ci ha riconsegnato San Francesco, nella sua verità originaria e nel suo fascinoso messaggio sempre attuale. L’ha fatto lasciando trasparire in maniera commossa una sua personale familiarità con il grande santo di Assisi, rendendo così il suo insegnamento una testimonianza e invitandoci a una riscoperta appassionata”. Per il cardinale Nicora “proprio l’incontro con Gesù e la sequela di Lui hanno fatto di Francesco un uomo singolarmente nuovo: se dimenticassimo il suo esser tutto in Gesù e per Gesù, e perciò il suo impegno a viver come Lui nella pura forma del Vangelo, semplicemente non comprenderemmo chi è Francesco”. “Movendo da questa identità cristocentrica – spiega il porporato – la figura del grande Santo di Assisi non viene indebitamente 'canonizzata' né si toglie alcunché alla sua pluriforme originalità”. “Piuttosto – continua il Legato pontificio – vi si ritrovano in tutta la loro freschezza i grandi tratti che la storia, la pietà, l’arte hanno celebrato: l’amore alla Chiesa, al ‘Signor Papa’, al vescovo, ai sacerdoti ministri dell’Eucaristia; l’apertura fiduciosa verso ogni uomo; la condivisione della ‘minorità’ degli emarginati; l’annuncio del perdono rivolto a tutti; il dialogo con i non cristiani vissuto in mirabile intreccio tra passione per la verità di Gesù e rispetto discreto e paziente verso l’altro; la trasparenza di un cuore che riconosce l’impronta di Dio in tutte le creature e le associa al canto di ringraziamento e della lode”. (T.C.)

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    Spagna: le nuove tecnologie accentuano il presente e cancellano le barriere tra il reale e il virtuale, così mons. Berzosa Martínez ai giovani

    ◊   Laboratori su chat e i-pod, incontri di teologia, preghiere a ritmo di rock, canti mariani, concorsi, premi musicali e celebrazioni eucaristiche quotidiane: sono le diverse attività nelle quali si sono impegnati centinaia di giovani che la scorsa settimana hanno preso parte ad Oviedo, al Centro Los Cabos, nel nord della Spagna, al Multifestival David. L’evento ha visto la partecipazione di gruppi cristiani provenienti anche dalla Colombia, dal Perù e dagli Stati Uniti. In questa edizione del festival, riferisce l’agenzia SIR, il vescovo ausiliare della diocesi di Oviedo, mons. Cecilio Raúl Berzosa Martínez, ha proposto ai giovani un “decalogo antropologico all’uso dei media”, ricordando loro che “le nuove tecnologie accentuano il presente” e “cancellano le barriere tra il reale e il virtuale”. I media, ha detto mons. Berzosa Martínez, “non possono però sostituire il contatto personale”. Eventi come il Multifestival David, che ha acquisito ormai un respiro internazionale, si svolgono anche in America, in collegamento satellitare con l’Europa. (T.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Afghanistan, il capo guerrigliero, Hekmatyar, annuncia il cessate-il-fuoco con il governo Karzai - Al via a Lisbona, la riunione del Quartetto per la pace nel Medio Oriente

    ◊   In Afghanistan, uno dei più potenti "signori della guerra", il leader Hekmatyar, ha annunciato un cessate-il-fuoco con il governo del presidente Karzai, decretando così la fine dell'insurrezione e il ritorno alla normale vita politica nazionale. Ma sul campo non si arresta la violenza. Il nostro servizio:

    Con un comunicato trasmesso da una televisione locale, la cui attendibilità è ancora da verificarsi, Hekmatyar ha annunciato che i membri del suo partito, Hezb-i-Islami, “hanno posto termine all'uccisione dei fratelli e alla distruzione del Paese, e hanno scelto di svolgere attività politica”. I termini usati non fanno però capire se si tratti di una semplice tregua unilaterale o di una rinuncia definitiva all'uso della forza. Sul terreno, intanto, si registra l’ennesimo attentato suicida, poche ore fa, contro una stazione di polizia nella provincia di Badakshan, nel nordest. Ha provocato un morto e 25 feriti. La polizia locale ha poi confermato il rapimento di 7 impiegati dell'ONU, tra cui due cittadini tedeschi. Il sequestro è avvenuto al confine tra le province centrali di Wardak e Ghazni, lungo un’autostrada un centinaio di chilometri a sud di Kabul. Ad agire sarebbe stato un comandante delle milizie talebane. Il ministero degli Esteri a Berlino ha fatto sapere di essere impegnato a tutti i livelli per chiarire la sorte dei due connazionali. - In Iraq, il maggiore gruppo sunnita, il "Fronte della concordia", ha annunciato la fine del boicottaggio operato in Parlamento. La decisione è stata presa in seguito a un accordo per porre fine alle divergenze con gli altri gruppi politici, compresa la questione dell'allontanamento del presidente del Parlamento, il sunnita Mahmoud Mashhadani. Intanto, sul terreno, la coalizione internazionale è ancora obiettivo della guerriglia. Stamani, a Baghdad, un ordigno è stato fatto esplodere al passaggio di un convoglio militare. Quattro soldati americani e l’interprete iracheno sono rimasti uccisi insieme.

    - E’ di almeno 36 morti e 60 feriti il bilancio di due attentati compiuti stamani in Pakistan, con obiettivo un convoglio di tecnici cinesi e un centro di addestramento della polizia. Le azioni sono state compiute in Baluchistan.

    - La via per la pace in Medio Oriente passa per Lisbona, dove è in programma nel pomeriggio la riunione del Quartetto (USA-Russia-UE-ONU), con l’esordio di Tony Blair come inviato speciale. Intanto, saranno liberati domani i 256 prigionieri palestinesi detenuti dallo Stato ebraico, il cui rilascio era stato deciso nell’ultimo incontro tra il premier israeliano, Olmert, e il presidente dell’ANP, Abu Mazen. E, a quest’ultimo, il consiglio centrale dell'OLP, riunito a Ramallah, in Cisgiordania, ha chiesto di indire elezioni anticipate politiche e presidenziali. Un’ipotesi, questa, alla quale si è subito opposta Hamas. Sul futuro politico dell’ANP, Luca Collodi ha intervistato Janiki Cingoli, direttore del Centro italiano per la Pace in Medio Oriente, che spiega quale sia il ruolo di Tony Blair in questo momento:
     

     
    R. - E’ una persona autorevole che ha autorità anche rispetto agli Stati Uniti, cosa che non guasta, e che conosce profondamente la realtà mediorientale: la sua concezione non è alternativa a quella degli americani, ma tende a ricavare aree di intervento per l’Europa. Io credo che sia stata importante la lettera dei dieci ministri degli Esteri a Blair perchè sono state dette alcune cose: innanzitutto che non è pensabile fare la pace solamente con Al Fatah, ma che è necessario aiutare un processo di ricomposizione interna interpalestinese, ritornando, se è possibile, a un governo di unità nazionale e inoltre che la pace costruita a tappe è esaurita e adesso è necessario affrontare i nodi essenziali del conflitto. Penso che quella lettera sia stata un contributo importante anche per dire che bisogna trovare forme di coinvolgimento di Hamas, perché fare la pace solamente con Abu Mazen significa abbandonare Gaza al suo destino e favorire la creazione di una realtà fondamentalista e aperta a fortissime implicazioni terroristiche: questo non garantisce la sicurezza ad Israele.

     
    - Le forze di sicurezza algerine hanno circondato sulle montagne di Yakouren, in Cabilia, un gruppo terroristico appartenente ad al Qaeda per il Maghreb islamico, ex-gruppo salafita per la predicazione e il combattimento. Tra i 60 terroristi bloccati nella foresta, ci sarebbe anche il figlio di Ali Benhadj, numero due del disciolto Fronte islamico di salvezza (FIS).

    - E’ ripresa in Somalia la Conferenza di pace e riconciliazione, che, per la prima volta dopo decenni di guerra civile, si è aperta domenica scorsa a Mogadiscio. Nella capitale somala, blindata da miliziani armati e dalle truppe etiopiche, tuttavia si continua a sparare. Almeno due morti e numerosi feriti solo nella mattinata. Sul significato e sulle difficoltà della Conferenza di riconciliazione, cui partecipano oltre 800 delegati delle numerose fazioni somale, la riflessione di Angelo Masetti, portavoce del Forum Italia-Somalia, intervistato da Stefano Leszczynski:

    R. - Diciamo che questo processo di riconciliazione soffre di un vizio originario: lo scarso coinvolgimento del clan Hawiya, che è il clan dominante a Mogadiscio e nella regione in cui si trova Mogadiscio, il quale chiede che la Conferenza non sia soltanto di riconciliazione morale ma abbia forti implicazioni politiche e tocchi anche i dolenti tasti della condivisione e della retribuzione del potere.

     
    D. - Gli unici che sembrano ancora che sembrano avere un impegno attivo nella regione sono gli americani, mentre gli europei ricordano “Restore Hope” con un po’ di timori…

     
    R. - Devo dire che una diminuzione dell’impegno americano in Somalia sarebbe un grosso colpo alle speranze del popolo somalo, anche se l’impegno americano dovrebbe essere riqualificato dando maggiore peso alla lettura politica degli eventi e forse un peso inferiore all’intervento militare.

     
    D. - La popolazione si trova sempre alle prese con condizioni di sussistenza veramente al limite della sopravvivenza…

     
    R. - La situazione è sempre più drammatica, le organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite che forniscono assistenza hanno sempre maggiore difficoltà ad intervenire sul territorio e, in questa fase, la Somalia sta ripiombando in un dramma veramente terribile come forse si era vissuto nei primi anni dopo la caduta di Siad Barre. Su questo la Comunità internazionale dovrebbe veramente riflettere, perché non basta portare sacchi di riso di farina ma bisogna fare in modo che questi sacchi di riso o di farina vengano prodotti in loco.

     
    D. - L’Unione Africana non sembra riuscire ad essere protagonista nella gestione di questa crisi: come mai, mancanza di volontà?

     
    R. – Innanzitutto, per la carenza di equipaggiamenti e di fondi per mettere gli eserciti delle singole nazioni in grado di intervenire in Somalia. Poi io ritengo che ci sia anche una sottovalutazione della necessità di far coinvolgere, in queste missioni dell’Unione Africana in Somalia, anche Paesi che si stanno dimostrando disponibili e sono chiamati anche dai clan Hawiya, per esempio le truppe dell’Arabia Saudita.

    - Una scoperta che ha dell’incredibile: è quella fatta in Darfur, nel Sudan occidentale, di un enorme lago sotterraneo di acqua dolce. La notizia riapre le speranze per un futuro di pace e prosperità nella martoriata regione. Gli scienziati dell'Università di Boston, che hanno compiuto la scoperta, stimano che si possano scavare almeno 1.000 pozzi per attingere l'acqua del lago, che avrebbe un’estensione di quasi 31 mila km quadrati, ed è quindi grande come il Belgio. Il servizio di Giulio Albanese:


    La notizia presa così potrebbe segnare la svolta. Ricercatori dell’Università di Boston hanno scoperto nella tormentata regione del Darfour, un enorme lago sotterraneo di acqua dolce e sostengono che tale insperata risorsa potrebbe contribuire a riportare la pace nella martoriata regione dove i combattimenti hanno causato morte e distruzione dal febbraio del 2003. In effetti le rivalità tra il governo centrale di Khartoom e i ribelli sono legati in gran parte alla scarsità di risorse, prima fra tutte l’acqua, l’oro blu. Ricercatori dell’Università di Boston sostengono che questo grande bacino immerso sotto terra, che ha un’estensione di 30.750 chilometri quadrati, possa giovare al benessere dell’intera regione ed essere una garanzia dunque di sviluppo. L’unica incognita è comunque rappresentata dalla presenza nella stessa regione del greggio, del petrolio, del cosiddetto oro nero che, non dimentichiamo, ha rappresentato l’oggetto del contenzioso tra le varie potenze regionali e questo indubbiamente rappresenta un notevole handicap guardando al futuro. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese).

     
    - In Nigeria: ieri sera un religioso sunnita, Umar Dan-Maishiyya, è stato ucciso nella località settentrionale di Sokoto da uomini armati, che gli hanno sparato nei pressi della moschea dove aveva appena pronunciato un sermone. Per rappresaglia, una folla di sunniti ha attaccato alcuni quartieri sciiti. Per riportare la situazione sotto controllo, sono intervenute le forze dell'ordine facendo uso di gas lacrimogeni.
     - E’ stata spostata, da oggi a domani, la conclusione dei colloqui internazionali a sei in corso a Pechino sul disarmo nucleare nordcoreano. A rivelarlo, fonti della delegazione nipponica, che partecipa ai lavori assieme ai rappresentanti di Stati Uniti, Cina, Russia e di Nord e Sud Corea.

    - Resterà chiusa per almeno un anno la centrale atomica giapponese di Kashiwazaki-Kariwa, danneggiata dal sisma di lunedì. Lo scrive un giornale locale, riportando fonti governative. Intanto, sono state trovate nuove tracce di iodio radioattivo in un filtro dell'impianto, che comunque non sarebbero tali da far pensare a rischi di inquinamento per l'ambiente.

    - Al via oggi, al Parlamento di New Delhi, le operazioni di voto per eleggere il 13.mo presidente dell’Unione Indiana. Favorita la candidata del partito del Congresso, Pratiba Patil, che potrebbe diventare la prima donna presidente dell'India. Patil, governatore del Rajastan, è stata scelta direttamente da Sonia Gandhi, presidente del partito del Congresso e dell’alleanza che governa l'India. Sebbene la carica sia sostanzialmente onorifica, si annuncia una sfida con il vice presidente Shekhawat, sostenuto dall’Alleanza democratica nazionale, guidata dal partito nazionalista indù, all’opposizione.  - Seggi aperti nell’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh, enclave armena secessionista dell’Azeirbaigian. Circa 90 mila elettori sono chiamati ad eleggere il presidente per cinque anni, scegliendo tra cinque candidati. Ad agosto, infatti, scade il mandato dell'attuale presidente, Arkady Gukasyan. La comunità internazionale non riconosce il Nakorno-Karabakh e, secondo alcuni analisti, la nuova consultazione potrebbe avere ripercussioni sui processi negoziali tra Armenia e Azerbaigian, condotti dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

    - Mosca ha interrotto la cooperazione con la Gran Bretagna in merito alla “lotta al terrorismo”, in risposta alle misure prese da Londra sul caso Litvinenko. Lo ha reso noto nella tarda mattinata un portavoce della diplomazia russa. In precedenza, Vladimir Chizhov, rappresentante russo all’Unione Europea, aveva fatto sapere che i rapporti tra Russia e Unione Europea “saranno certamente influenzati” dalla presa di posizione dell’UE, che aveva incitato Mosca ad accettare la richiesta di estradizione britannica per Andrei Lugovoi, il principale indagato per la morte di Litvinenko. La Russia ha quindi annunciato che espellerà quattro diplomatici britannici, in risposta alla precedente espulsione di altrettanti diplomatici russi da parte di Londra.

    - Il governo di Sofia ha inviato a Tripoli una domanda ufficiale di estradizione per le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese con cittadinanza bulgara, condannati prima a morte e poi all’ergastolo. I sei sono ritenuti colpevoli di aver inoculato volontariamente il virus dell'AIDS a 438 bambini libici.

    - L’ex capo dello Stato francese, Jacques Chirac, è stato ascoltato questa mattina come testimone nell'ambito dell'inchiesta sui lavori fittizi dell’ex partito neogollista RPR, ora diventato UMP. Chirac, che all’epoca dei fatti era sindaco di Parigi, non è più coperto dall'immunità presidenziale, scaduta il 16 giugno scorso.

    - Circa 50 persone, che si ritiene volessero raggiungere clandestinamente le Canarie, sono date per disperse, dopo il naufragio della loro imbarcazione al largo dell’arcipelago. Lo hanno riferito i sopravvissuti al naufragio, anch’essi una cinquantina, che oggi sono stati soccorsi. La maggior parte degli immigrati provenivano dalla Mauritania. (A cura di Roberta Moretti)

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 200

     
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