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SOMMARIO del 16/07/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • L'affetto verso Benedetto XVI "segno della comunione che ci lega a lui": il vescovo di Treviso, Bruno Mazzocato, descrive il primo Angelus del Papa da Mirabello
  • Nomine
  • Accordo fra l’arcidiocesi di Los Angeles e le vittime di abusi sessuali. Le scuse e l'impegno del cardinale Mahony per evitare nuovi drammi
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • La politica internazionale e i condizionamenti imposti dai prezzi del petrolio, di nuovo in rialzo: una riflessione di Fulvio Scaglione
  • Per una tutela del consumatore dalle truffe sui cibi, stilate le nuove norme del Codice Alimentare, strumento internazionale di garanzia condiviso da 170 Paesi
  • La maestosità della montagna e i sentimenti di rispetto che la sua natura evoca nell'animo. Intervista con lo scrittore Erri De Luca
  • L’arte sacra in primo piano in una mostra ospitata dalla Repubblica di San Marino e dalla città marchigiana di San Leo
  • Chiesa e Società

  • "Reazioni assai positive alla lettera del Papa alla Chiesa che è in Cina". Così il cardinale Bertone nell'intervista all'Agenzia Sir
  • Nota dei vescovi tedeschi sulla dichiarazione del Consiglio etico nazionale sulle staminali embrionali. "Non si indebolisca la tutela dell'embrione"
  • Filippine: dure critiche alla nuova legge anti-terrorismo dalla Chiesa e dalle organizzazioni umanitarie presenti nel Paese
  • XV Giochi Panamericani di Rio 2007: secondo il cardinale Eugenio de Araujo Sales, "in una prospettiva evangelica anche la pratica dello sport ci porta a Dio"
  • Colombia: le truppe paramilitari uccidono un esponente della comunità di pace San José de Apartadò
  • Terra Santa: giovani israeliani e palestinesi si sono confrontati in un seminario che si è concluso ieri a Torino
  • Il 19 luglio del 1992 la mafia uccideva Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Tante le iniziative per commemorare le vittime della strage di Via D’Amelio
  • In occasione della festa del SS. Redentore, il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, ha invitato i fedeli a riscoprire l’orizzonte spirituale della vita
  • Bielorussia: il cardinale Swiatek ha imposto ieri, sull’Icona della Beata Vergine Maria della tenerezza, la corona che fu benedetta da Giovanni Paolo II
  • Tre giorni di studi ad Assisi per i giovani dei Cursillos alla ricerca di un’autentica vita cristiana

  • 24 Ore nel Mondo

  • Strage in Iraq: almeno 70 morti e 150 feriti per due autobomba a Kirkuk - Paura nel Giappone centroccidentale, colpito da un violento terremoto. Almeno 7 i morti e 700 i feriti
  • Il Papa e la Santa Sede



    L'affetto verso Benedetto XVI "segno della comunione che ci lega a lui": il vescovo di Treviso, Bruno Mazzocato, descrive il primo Angelus del Papa da Mirabello

    ◊   Giornata di sole oggi a Lorenzago di Cadore, sulle Dolomiti, dove Benedetto XVI si trova da una settimana per un periodo di riposo. Il Papa trascorre per lo più il suo tempo nella casa che gli è stata messa a disposizione dalla diocesi di Treviso, quindi nel pomeriggio sceglie dei sentieri lungo i quali, passeggiando, recita la preghiera del Rosario. Tiziana Campisi ha chiesto a Salvatore Mazza, inviato del quotidiano ‘Avvenire’ a Lorenzago di Cadore, come ha vissuto questa prima settimana di riposo il Papa:

    In questa settimana, Benedetto XVI ha già dettato un po’ quello che sarà il ritmo che scandirà queste sue vacanze: molto studio, molta preghiera, brevi passeggiate all’interno del bosco che circonda la villetta. Il Papa passeggia mezz’ora, tre quarti d’ora, spesso in compagnia del suo segretario, don Georg. Si concede una “suonatina” ogni giorno al pianoforte che gli hanno fatto trovare, che è una cosa che lo rilassa molto, e la sera queste veloci uscite che hanno avuto finora sempre come meta dei luoghi di preghiera, una cappellina, un piccolo santuario mariano. Luoghi dove il Papa si ferma a pregare per un quarto d’ora, venti minuti, e poi rientra. Pochissimi gli incontri casuali, però ogni volta che questi si sono verificati, Benedetto XVI si è fermato volentieri, non sono mai stati momenti frettolosi: è stato visto scendere dalla macchina, fermarsi a parlare, esortare anche la gente a parlare, talvolta intimidita da questi incontri.

    D. - A proposito delle passeggiate di Benedetto XVI e dei suoi momenti di preghiera lungo i sentieri a Lorenzago di Cadore, qualche giorno fa il Papa ha scherzato proprio con i giornalisti circa il fatto che riescono a seguirlo anche nei luoghi più silenziosi. Come hanno accolto i giornalisti queste parole?

     
    R. - Beh, con un sorriso! Ognuno deve fare il suo lavoro e quando il Papa viene visto uscire lo si segue, magari sperando che si fermi, che possa scambiare una battuta. E' in qualche modo una “caccia”, però devo dire che è una caccia molto discreta, si cerca di rispettare il suo desiderio di privacy.

     
    D. - Tante le manifestazione di affetto verso il Papa a Lorenzago di Cadore: c’è qualche episodio particolare da segnalare?

    R. - Sono talmente tanti che è difficile fare un elenco. Da quando il Papa è arrivato, a parte le manifestazioni pubbliche, arrivano lettere, piccoli regali, disegni dei bambini. Qui arrivano numerose lettere, anche con gli indirizzi più fantasiosi, come ad esempio "Per il Papa in Cadore", ma arrivano ugualmente, perché al momento dello smistamento si sa dove mandarli, e ogni giorno parte un sacco di posta verso la villetta di Lorenzago, con tutte queste cose per Benedetto XVI.

    Grande entusiasmo ieri, da parte dei fedeli, nel Castello di Mirabello - nei pressi della casa che a Lorenzago di Cadore ospita il Papa - dove si è svolta la recita dell’Angelus. Ad accogliere Benedetto XVI circa 1.500 persone. Nel primo dei suoi appuntamenti pubblici, il Santo Padre al termine della preghiera, ha incontrato il presidente della regione Veneto Giancarlo Galan, che gli ha donato un crocifisso di cristallo di Murano, ed alcuni rappresentanti della diocesi di Treviso. E proprio il vescovo del comune veneto, Andrea Bruno Mazzocato, ha rivolto al Papa l’indirizzo d’omaggio a nome di tutti i fedeli che hanno partecipato all’Angelus. Al microfono di Tiziana Campisi il presule descrive quale eco abbia avuto la giornata di ieri:


    R. - Posso dire che gli echi che già sento oggi sono di grande entusiasmo. C’era molta gente che ha partecipato all’Angelus e la diocesi di Treviso era rappresentata nelle sue espressioni principali, anche con molti giovani, lì, stretti anche fisicamente attorno al Santo Padre. Si è creato un clima di caloroso affetto che poi - commentavamo con il Santo Padre - non è altro che espressione di una comunione di carità intorno al successore di Pietro, come io stesso avevo sottolineato anche nell’omelia. Quindi per noi, è stata certamente una giornata straordinaria durante la quale il Santo Padre si è fatto apprezzare pure per la sua umanità immediata che la gente avverte. Anche questo ha contribuito a creare questo clima di calore, e direi proprio di forte partecipazione; però di un entusiasmo non puramente emotivo. C’era un forte entusiasmo, mi pare, proprio espressione di un’autentica fede, di un’autentica comunione ecclesiale. Questo ci consola molto e credo di considerarla una grazia per la nostra vita diocesana.

    D. - Tra le parole che ieri il Papa ha pronunciato, quali secondo lei hanno toccato in particolare i fedeli?

     
    R. - Credo che i fedeli abbiano seguito particolarmente la breve meditazione che partiva dalla parabola del Buon samaritano, perché il Santo Padre, anche con questo dono di una comunicazione immediata e sempre profonda, ha permesso certamente di riflettere meglio sul senso della parabola. Poi, ha interessato il riferimento alla Giornata mondiale della gioventù, l’annuncio “in anteprima” del messaggio che verrà reso noto questa settimana, come anche il tema della Giornata Mondiale della gioventù. Essendoci lì molti giovani, hanno reagito immediatamente con partecipazione a questo.

     
    D. - Ci sono delle iniziative delle quali i fedeli si sono fatti portatori proprio in occasione di questa vacanza del Papa?

     
    R. - L’incontro di ieri, durante l’Angelus, in tutte le parrocchie della nostra diocesi, è stato accompagnato da un ricordo particolare nella preghiera per il Santo Padre in tutte le Messe. Diciamo che ci sono stati tantissimi gesti e segni spontanei di partecipazione: doni, lettere, varie espressioni che vedo che il Santo Padre gradisce, e dunque abbiamo inoltrato direttamente tutto quello che i fedeli hanno voluto fargli pervenire.

     
    A rendere più accogliente la villetta che sta ospitando Benedetto XVI ha pensato la diocesi di Treviso, che ha fatto ristrutturare l’edificio a spese proprie. La Regione Veneto ha offerto un contributo provvedendo anche all’arredo urbano di Lorenzago di Cadore e alla sistemazione dell’area circostante il castello di Mirabello che ridiventerà un parco. E a quanti si sono prodigati per rendere più confortevole il suo soggiorno, il Papa ha rivolto, sabato scorso, queste parole:
     
    “Eccellenza, cari amici, non ho preparato un discorso e sono realmente commosso. Posso soltanto dire grazie, con tutto il mio cuore, per tutto quello che avete fatto con tanta competenza, professionalità, amore e senso di bellezza. Vedo tutto questo, cominciando dal prato, da questo posto così bello: lo stemma, il pozzo, e poi, andando alla casa, questo affascinante affresco dell’Annunciazione che mi saluta entrando in questa casa; la distribuzione delle camere, l’arredamento, le immagini, fino al pianoforte: tutto fatto con un amore e con una competenza visibile, in brevissimo tempo. Quindi, solo il mio grazie di cuore a tutti voi”.

     



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    Nomine

    ◊   In Ucraina, Benedetto XVI ha nominato arcivescovo coadiutore dell'arcidiocesi di Lviv dei Latini mons. Mieczysław Mokrzycki, finora in servizio presso la Segreteria particolare di Sua Santità. Il nuovo presule ha 46 anni ed è di nazionalità polacca. Ha compiuto gli studi di Teologia presso l’Università Cattolica di Lublino e la sua ordinazione sacerdotale è stata amministrata da mons. Marian Jaworski, amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Lviv dei Latini con residenza a Lubaczów in Polonia. Dopo aver ottenuto il dottorato in Teologia presso l’Università di San Tommaso a Roma, mons. Mokrzycki ha ricoperto gli incarichi di vicario parrocchiale, segretario del vescovo, ed officiale della Congregazione del Culto Divino e dei Sacramenti. È stato in servizio presso la Segreteria particolare di Giovanni Paolo II (1996-2005) e di Benedetto XVI.

    Sempre in Ucraina, il Papa ha nominato coadiutore della diocesi di Kharkiv-Zaporizhia dei Latini il vescovo Marian Buczek, finora ausiliare di Lviv dei Latini.

    In Italia, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Noto, presentata per raggiunti limiti di età da mons. Giuseppe Malandrino. Al suo posto, Benedetto XVI ha nominato mons. Mariano Crociata, del clero della diocesi di Mazara del Vallo, finora vicario generale della medesima diocesi e parroco della Chiesa Madre di Marsala. Mons. Crociata, 54 anni, ha studiato al Seminario vescovile di Mazara del Vallo ed è stato anche alunno dell’Almo Collegio Capranica. Ha frequentato i corsi di Filosofia e di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, conseguendo il Dottorato in Teologia. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto tra gli altri gli incarichi di direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, parroco, assistente diocesano dell’Azione Cattolica, docente di Teologia Fondamentale alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia a Palermo e direttore del Dipartimento di Teologia delle religioni presso la medesima Facoltà. Insegna Teologia Fondamentale e Cristologia all’Istituto di Scienze Religiose di Mazara del Vallo. Mons. Crociata è anche autore di diversi articoli riguardanti il dialogo interreligioso e di pubblicazioni di carattere teologico.

    In Myanmar, il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Yangon il sacerdote Justin Saw Min Thide, finora economo della medesima arcidiocesi. Mons. Min Thide ha 56 anni. Ha frequentato il Seminario minore diocesano ed il pre-seminario Maggiore di Yangon, quindi è entrato nel Seminario Maggiore Teologico di San Giuseppe, sempre a Yangon. Dopo l'ordinazione sacerdotale, ha svolto il ministero di parroco, ha perfezionato gli studi in in Filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana, a Roma, ed è poi stato vicerettore del Seminario Maggiore Filosofico di Pyin Oo Lwin.

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    Accordo fra l’arcidiocesi di Los Angeles e le vittime di abusi sessuali. Le scuse e l'impegno del cardinale Mahony per evitare nuovi drammi

    ◊   Ancora una volta, porgo le mie scuse personali a quanti hanno sofferto a causa di abusi sessuali da parte di sacerdoti, religiosi e laici della mia arcidiocesi: così, l’arcivescovo di Los Angeles, il cardinale Roger M. Mahony, si è espresso in un comunicato dopo l’annuncio dell’accordo per il risarcimento di 508 vittime di abusi sessuali, per la cifra complessiva di circa 660 milioni di dollari. Il porporato ha tenuto anche una conferenza stampa nella città californiana, sulla quale ci riferisce Alessandro Gisotti:

     
    One more time, ...
    “Una volta ancora presento le mie scuse a tutti, a tutti coloro che hanno subito abusi nella Chiesa cattolica da parte di preti, religiosi e laici”: è quanto ribadito dal cardinale Roger Mahony che, rammaricato, ha aggiunto: “Questo non doveva succedere! Questo non dovrà succedere un’altra volta”. Il risarcimento, sottolinea un comunicato diramato dall’arcidiocesi di Los Angeles, vuole essere un gesto di riconciliazione in favore di quanti hanno sofferto a causa di abusi perpetrati dal clero.
     
    Many of the victims...“Molte delle vittime - ha rilevato il porporato - mi hanno detto, in modo preoccupato, che anche se gli abusi sono stati condannati” e “anche se sono stati assicurati loro dei risarcimenti, non c’è in realtà alcun modo per tornare indietro e per restituire loro l’innocenza che gli è stata rubata”. L’auspicio del porporato è allora che le vittime degli abusi sessuali possano almeno trovare una misura di conforto nel risarcimento annunciato. Il cardinale Mahony ha poi messo l’accento sul grande lavoro che le parrocchie di Los Angeles stanno svolgendo per evitare nuovi casi di abusi.

     
    We are not just spending our time...
    “Non abbiamo speso il nostro tempo soltanto a risolvere questi casi” di pedofilia, ma “stiamo cercando di fare in modo che la Chiesa sia un luogo sicuro per tutti, specialmente per i bambini e per i giovani”. Il cardinale Mahony ha rammentato che, dal 2002, l’arcidiocesi ha intrapreso un importante programma per fare in modo che sia certo che chiunque lavori a contatto con i bambini nell’arcidiocesi sia qualificato a farlo e soprattutto che, nello svolgimento del proprio ministero non ponga alcuna minaccia o pericolo per i bambini e per i giovani. Il porporato statunitense evidenzia che questo risarcimento avrà serie conseguenze economiche per la vita dell’arcidiocesi. Tuttavia, viene ribadito che non sarà venduta alcuna proprietà essenziale ed assicura che la vicenda non peserà su alcuna parrocchia o scuola. Gli abusi sui minori, avverte l’arcivescovo di Los Angeles, sono un peccato e un crimine. Non c’è posto nel clero per chi usa violenza sui bambini.

     
    Un documento dell’arcidiocesi di Los Angeles indica che, negli ultimi 75 anni, sono 113 i sacerdoti diocesani accusati di pedofilia. Di questi, 43 sono morti, 54 non vestono più l’abito talare. Restano, dunque, 16 sacerdoti, che esercitano ancora il loro ministero. Di quest’ultimo gruppo, per 12 sacerdoti non sono stati individuati indizi sufficienti a determinare la loro colpevolezza.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano – “L'amore, 'cuore' della vita cristiana, ci rende testimoni di Cristo”: all'Angelus dal Castello di Mirabello in Lorenzago di Cadore, il Papa commenta il Vangelo del Buon Samaritano e annuncia il Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù in programma tra un anno a Sydney.

    Servizio estero - In evidenza l'Iraq: duplice attentato dinamitardo a Kirkuk.

    Servizio culturale - Un articolo di Umberto Santarelli dal titolo “Il divieto dell'usura nell'ottica del diritto tutelato”.

    Servizio italiano - In rilievo un articolo dal titolo “Sciagure stradali: in aumento le morti correlate all'ebbrezza alcolica e alla droga”.

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    Oggi in Primo Piano



    La politica internazionale e i condizionamenti imposti dai prezzi del petrolio, di nuovo in rialzo: una riflessione di Fulvio Scaglione

    ◊   Balzo in avanti del petrolio che sul mercato londinese ha toccato i 78 dollari al barile, raggiungendo i livelli dell'agosto 2006. Le previsioni degli economisti sono per un ulteriore possibile rialzo, influenzato anche dalle stime per i consumi petroliferi relativi al 2008 che prevedono un aumento del 2,5%, con oltre 88 milioni di barili al giorno. Ma quanto influenzano la politica internazionale queste oscillazioni nei prezzi del greggio e quanto le quotazioni sono effettivamente determinate dalla regola della domanda e dell’offerta? Stefano Leszcynski ne ha parlato con Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana:
     
    R. - I due fenomeni sono ovviamente ed evidentemente legati: aumenta la richiesta e quindi sale i prezzo. C’è anche da dire che in questo meccanismo tipico si inseriscono dei fenomeni meno tipici e meno prevedibili, che sono le tensioni internazionali che coinvolgono i Paesi più o meno determinanti anche nel mercato del petrolio. Penso alle tensioni tra la Russia, che è uno dei massimi fornitori mondiali di petrolio e di gas, e gli Stati Uniti, che sono viceversa il massimo consumatore mondiale di petrolio. Questi fenomeni introducono delle varianti che certamente complicano le cose.

     
    D. - Si può parlare di una vera e propria strategia politica internazionale che gira intorno alle forniture di petrolio?

     
    R. - Direi che quella che ruota intorno alle rotte del petrolio è forse l’unica vera strategia politica che abbiamo visto in azione negli ultimi anni. Basti pensare al Medio Oriente, all’Iraq, anche all’Iran che certamente usa per le proprie strategie politiche la leva petrolifera, molto importante, per esempio, per un Paese come la Russia. E basti anche pensare al Venezuela, alla Nigeria. Le grandi strategie politiche in realtà sono state, se non determinate, di certo pesantemente influenzate dalle necessità petrolifere dei rispettivi protagonisti internazionali. Da questo punto di vista, un’altra “arma” politica importante viene data dalle rotte del petrolio: dagli oleodotti e dai gasdotti che vengono costruiti con progetti immensi che radunano consorzi, che sono a loro volta delle vere e proprie alleanze politiche.

     
    D. - Si possono leggere come due incognite su questo mercato internazionale l’Africa e l’America Latina che sembrano ancora poco sfruttate: gli occhi di chi ha più "fame" di petrolio sono puntati un po’ su questi due continenti…

     
    R. - In quei continenti, la Cina ha sicuramente lavorato in silenzio, non si è imbarcata in imprese clamorose, non si è dilaniata su questioni di piccolo potere come hanno fatto i Paesi dell’Unione Europea. Ha perseguito con molta determinazione i suoi obiettivi e adesso ha degli avamposti molto importanti sia in Africa che in America del Sud.

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    Per una tutela del consumatore dalle truffe sui cibi, stilate le nuove norme del Codice Alimentare, strumento internazionale di garanzia condiviso da 170 Paesi

    ◊   In uno scenario internazionale agitato da preoccupanti truffe alimentari, nuove norme a difesa del consumatore sono arrivate dalla Commissione riunita a Roma per aggiornare il Codex Alimentarius (Codice Alimentare), uno strumento internazionale di indirizzo per tutti i Paesi, poco conosciuto, ma che riveste una grande importanza per la salute pubblica. Roberta Gisotti ha intervistato Annamaria Bruno del Segretariato FAO/OMS, che supporta il lavoro della Commissione:

     
    R. - Il Codice Alimentare è una raccolta di testi il cui obiettivo è quello di garantire la salute dei consumatori e al tempo stesso di assicurare che nel commercio internazionale degli alimenti siano rispettate delle pratiche leali.

     
    D. - Quali novità sono emerse da questa ultima riunione della Commissione?

     
    R. - Penso che uno dei testi più importanti adottati dalla Commissione riguardi il principio per l’analisi del rischio, uno strumento a uso dei governi che fornisce una base scientifica alle loro norme: quest'ultima è particolarmente utile per lo sviluppo di testi che non sono coperti dal Codex Alimentarius.

     
    D. - Di fronte all’incremento del commercio internazionale e all’apertura di nuovi mercati - pensiamo ad esempio alla Cina - ci si chiede se il Codex non abbasserà gli standard di tutela dei consumatori, soprattutto in quei Paesi più garantiti in questo settore...

     
    R. - No, le norme del Codex Alimentarius sono state riconosciute proprio dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) come punto di riferimento proprio perchè sono basate su solide basi scientifiche, fornite dai comitati della FAO e dell’OMS o da esperti di temi specifici. Dunque, queste norme assicurano la protezione dei consumatori e non tendono ad abbassarne gli standard. Qualora ci fossero Paesi con esigenze particolari, per loro è possibile sviluppare - in base alla loro analisi del rischio, al livello di protezione cui mirano - delle norme corrispettive ma devono farlo nell’osservanza dei principi scientifici di una accurata analisi del rischio.

     
    D. - L’adesione alle norme del Codice è comunque volontaria da parte dei Paesi?

     
    R. – Sì, è assolutamente volontaria. E' utile per molti Paesi che non hanno le risorse necessarie in termini di risorse scientifiche e serve anche per armonizzare e facilitare il commercio internazionale degli alimenti.

     
    D. - C’è molta preoccupazione in questi ultimi anni da parte del pubblico anche per la crescita del fenomeno delle contraffazioni che sta investendo anche il settore alimentare. In questo caso, il Codice può aiutare in qualche modo?

     
    R. - Assolutamente sì, perché queste norme sono indirizzate ad assicurare la protezione dei consumatori. Ad esempio, ci sono norme per la presenza di pesticidi, per la presenza di contaminanti ed altre sostanze nocive alla salute dell’uomo. Ma allo stesso tempo ci sono anche delle norme per quanto riguarda l’etichettatura, la composizione di certi prodotti e tutto questo consegue ad assicurare che i prodotti che sono commercializzati, corrispondano a queste norme.

     
    D. - E’ anche importante che cresca la consapevolezza dell’importanza di queste norme alimentari per la salute pubblica...

     
    R. - Certamente. La Commissione conta adesso più di 170 Paesi membri. E ciò corrisponde all’incirca al 99 per cento della popolazione mondiale.

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    La maestosità della montagna e i sentimenti di rispetto che la sua natura evoca nell'animo. Intervista con lo scrittore Erri De Luca

    ◊   Circondato dalle cime delle Dolomiti bellunesi e dalla bellezza del verde circostante, Benedetto XVI all’Angelus di ieri ha decantato “lo spettacolo delle vette” e, in senso più ampio, la bellezza divina del Creato. Ma anche in una visione più laica, l’ambiente della montagna induce a momenti di intima contemplazione e di profondo rispetto per la natura. Sentimenti che bene ha descritto Erri De Luca, scrittore e appassionato arrampicatore, intervistato da Benedetta Rinaldi:


    R. - In montagna, non si stabilizza il possesso su niente: nessuno di quei posti che si attraversano o i bivacchi dove può capitare di passare una notte ci appartiene o si può sentire proprio. Si tratta semplicemente di un posto dove si è di passaggio e si è in prestito alla natura. Il vicino che ti passa, e neanche tanto vicino, è uno che sta facendo un percorso di “pellegrino”, di passante come te.

     
    D. - Quindi, una sorta di solidarietà e anche una sorta di nostalgia dell’altro, che è poi magari lo spazio più ampio, più sconfinato e magari anche più aspro può suscitare nelle persone...

     
    R. - Sì, c’è spazio davanti. C’è tanto spazio davanti e si è in pochi. Non si sente, dunque, la pressione della presenza dell’altro.

     
    D. - Chi ama davvero la montagna e chi vuole davvero sfruttare la montagna non soltanto per il proprio fisico, ma anche per il proprio spirito cosa deve fare?

     
    R. - Deve andarci in punta di piedi. Deve andarci con questo spirito “in punta di piedi”, perché si è in casa d’altri: si sta cioè in un posto dove si è di passaggio. Siamo degli inquilini, non dei proprietari. Il modo migliore per gustarla è proprio quello di avere questa misura, questa prudenza, questa precauzione di andarci in punta di piedi.

     
    D. - Cos’è della montagna che fa sentire un contatto più profondo con la spiritualità, secondo lei?

     
    R. - Non lo so, ma quello che può farti sentire è che lì tu non sei padrone di niente, che quel posto è inabitabile e che se sei lì e solo perché quel posto ti sta concedendo un lasciapassare e cerchi di passare, ma sapendo che la tua traccia verrà immediatamente ricoperta, cancellata. Non so se questo è spirituale, ma è certamente quanto raccomanda la Scrittura all’inizio, quando dice: “Stranieri, inquilini voi siete presso di me, perché mia è la terra”.

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    L’arte sacra in primo piano in una mostra ospitata dalla Repubblica di San Marino e dalla città marchigiana di San Leo

    ◊   “Arte per mare. Dalmazia, Titano e Montefeltro tra primo Cristianesimo e Rinascimento”: si intitola, così, la mostra di arte sacra che ripercorre le tracce di Leone e Marino, scalpellini di origine dalmata trasferitisi in Italia alla fine del III secolo. L’esposizione, che sarà visitabile da domenica 22 luglio fino all’11 novembre, è ospitata dalla città di San Leo e dalla Repubblica di San Marino. Il servizio di Isabella Piro:


    Partirono dall’antica isola croata di Rab, Leone e Marino. Maestri nell’arte dello scalpellino, si trasferirono nel territorio dell’antica Rimini, favorendo la diffusione del cristianesimo. Grazie al loro impegno evangelizzatore, divennero patroni della città di San Leo e della Repubblica di San Marino, e le tracce del loro ingegno creativo sono visibili ancora oggi. La mostra “Arte per mare” vuole ripercorrerle, navigando idealmente sull’Adriatico, quel mare che ha permesso ai due artisti di giungere fino a noi. Il curatore dell’esposizione, Giovanni Gentili:

     
    R. - Il mare è sempre stato la grande via di comunicazione fra cultura e popoli diversi. L’Adriatico, in particolare, ha rivestito nella storia un ruolo significativo e quindi come grande via di comunicazione tra l’Oriente e l’Occidente è stato un mare che ha trasportato uomini, merci, mercanti, guerrieri e arte, e le due sponde hanno vissuto rapporti estremamente intensi e significativi che la Mostra intende indagare.

     
    Sono 100 gli oggetti di arte sacra in mostra, che vanno dal primo cristianesimo alle soglie del Rinascimento. Pitture, sculture, mosaici e pagine miniate offrono ai visitatori la possibilità di un vero e proprio viaggio nel tempo. La maggior parte delle opere è visibile al pubblico per la prima volta, come il reliquiario in argento del V secolo ritrovato all’interno di un antico altare marmoreo. Ma a colpire lo spettatore su tutto è la grande Croce dipinta proveniente dal duomo di San Leo. Ancora Giovanni Gentili:

     
    R. - Questo è stato un recupero fortunoso e fortunato. Pochi mesi addietro, la croce, bisognosa di restauro, venne affidata ad un laboratorio privato. La pittura si presentava estremamente alterata e piuttosto moderna, ma le indagini radioscopiche hanno permesso di rintracciare una pittura molto più antica relativa al volto di Cristo, che è stata finalmente recuperata. Si tratta della croce più antica che si sia mai ritrovata non soltanto in territorio marchigiano ma anche in ambito romagnolo ed è datata al 1205: l’immagine è quella imponente di un Cristo trionfante, con gli occhi aperti, Signore del mondo e della storia, vittorioso sulla croce, appunto, e quindi sulla morte.

     
    Come sono due le sponde dell’Adriatico, così sono due i luoghi espositivi: il Museo di arte sacra di San Leo e il Museo di San Francesco a San Marino. Spetta al visitatore quindi ricucire i fili dei due mondi, sulle tracce della fede.

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    Chiesa e Società



    "Reazioni assai positive alla lettera del Papa alla Chiesa che è in Cina". Così il cardinale Bertone nell'intervista all'Agenzia Sir

    ◊   “Le reazioni alla lettera del Papa alla Chiesa che è in Cina sono assai positive tra i fedeli e i vescovi. E’ straordinario il movimento di meditazione e di riflessione, specie attraverso internet, delle comunità patriottiche ufficiali e clandestine”. Lo ha detto all'Agenzia Sir il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, ieri a Subiaco per chiudere le celebrazioni in onore di San Benedetto patrono d’Europa. Nell’intervista il Segretario di Stato ha affermato che “rivolgendoci alla Cina abbiamo pensato al progetto morale di Confucio, a quelle radici che sono in qualche maniera vicine a quelle cristiane. Confucio diceva l’uomo o è un essere morale o non è vero uomo. La grande tradizione di Confucio: la moralità. La legge morale naturale è oggettivamente insufficiente non solo in rapporto alla totalità del disegno salvifico di Dio in Gesù Cristo ma persino in ordine alla vita sociale sia nell’ambito dello Stato e della comunità civile sia nell’ambito di quella religiosa”. “Dalle istituzioni cinesi – ha aggiunto - non abbiamo ancora avuto dei segnali precisi e siamo in attesa. Siamo in un momento di riflessione e ripensamento. La Lettera ha un significato di fiducia nel popolo cinese e nei suoi governanti perché rivedano un po’ la considerazione verso la Chiesa cattolica che vuole collaborare per il bene del popolo cinese”. (R.P.)

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    Nota dei vescovi tedeschi sulla dichiarazione del Consiglio etico nazionale sulle staminali embrionali. "Non si indebolisca la tutela dell'embrione"

    ◊   Il Consiglio etico nazionale della Germania ha diffuso oggi una dichiarazione ripresa dall'Agenzia Sir, su un’eventuale modifica della Legge sulle cellule staminali, che apre alla possibilità di abrogare il divieto di importazione delle cellule staminali embrionali prodotte prima del 1° gennaio 2002. Sul tema, la conferenza episcopale tedesca ha rilasciato un comunicato stampa a firma del suo segretario generale, Hans Langendörfer, in cui si “mette in guardia da un ulteriore indebolimento della tutela dell’embrione. Ribadendo l'obiettivo di tutelare gli embrioni umani, stabilito dalla costituzione tedesca, nel comunicato si afferma che tale obiettivo "non può essere perso di vista". "Non vi è ragione di derogare a decisioni etiche a lungo termine del nostro ordinamento giuridico”, prosegue il documento. Su queste basi la legge per la tutela dell’embrione ha fissato limiti chiari all’intervento della ricerca nella vita di embrioni umani, sebbene l’attuale legge sulle cellule staminali non garantisca pienamente la tutela dell’esistenza degli embrioni. Tra gli obiettivi della legge sulle cellule staminali vi è il fatto che in Germania non possano sussistere stimoli ad uccidere embrioni umani. Così deve essere anche in futuro, soprattutto considerando che la promozione di metodi etici alternativi per trovare nuove possibilità di terapia e guarigione non è ancora completamente sfruttata”. (R.P.)

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    Filippine: dure critiche alla nuova legge anti-terrorismo dalla Chiesa e dalle organizzazioni umanitarie presenti nel Paese

    ◊   La nuova legge anti-terrorismo, in vigore nelle Filippine da ieri , desta grande preoccupazione tra gli esponenti della Chiesa locale, che temono che possa essere usata per reprimere l’opposizione politica. Secondo l'Agenzia AsiaNews il timore è condiviso anche dalle organizzazioni per i diritti umani e politici delle Filippine, che manifestano per chiedere a Manila il ritiro della legge. La stessa Chiesa locale ha chiesto a Manila una revisione della legge, perché i poteri illimitati che conferisce all’esercito “potrebbero divenire causa di enormi ingiustizie”. Intanto gli attivisti di sinistra hanno protestato chiedendo il ritiro della norma e promettendo di portare il testo davanti alla Corte Suprema per verificarne la legalità. In particolare si contesta il passaggio del testo di legge che definisce “attività terroristiche” tutte quelle azioni “che causano panico fuori dall’ordinario”, queste possono essere punite con la reclusione “fino a 40 anni”; la legge permette inoltre “la detenzione arbitraria di un sospetto per più di tre giorni, gli arresti domiciliari anche se non convalidati da un giudice e l’interdizione da ogni tipo di spostamento”. Le critiche in questione non sono le prime per il governo della presidente Gloria Macapagal Arroyo, che da tempo è oggetto di richiami, anche internazionali, per il mancato rispetto dei diritti umani nel Paese. (M.G.)

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    XV Giochi Panamericani di Rio 2007: secondo il cardinale Eugenio de Araujo Sales, "in una prospettiva evangelica anche la pratica dello sport ci porta a Dio"

    ◊   “Lo sport deve corrispondere, senza snaturarsi, alle esigenze dei nostri tempi: uno sport che tuteli i più fragili, non escluda nessuno e liberi i giovani dalle insidie dell’apatia e dell’indifferenza, suscitando in loro un sano spirito di competizione”. Con queste parole, il cardinale Eugenio de Araujo Sales si è rivolto agli atleti e a tutti i fedeli in occasione dell’apertura dei XV Giochi Panamericani di Rio de Janeiro. “Uno sport che sia fattore di emancipazione dei Paesi più poveri – si legge ancora nel documento scritto dal arcivescovo Sales riportato dall'Agenzia Zenit - e aiuti a cancellare l’intolleranza e a costruire un mondo più fraterno e solidale; uno sport che contribuisca a far amare la vita, educhi al sacrificio, al rispetto e alla responsabilità, portando alla piena valorizzazione di ogni persona umana”. Secondo il porporato l’atleta ha un ruolo molto importante poiché “ha un’influenza positiva o negativa sulla sua comunità locale o a livello nazionale o internazionale e, diventando un eroe, non appartiene a se stesso, ma risponde, davanti a Dio, del suo operato. E’ quindi uno stimolo positivo o negativo per il comportamento del prossimo”. Il cardinale attinge poi dalle parole dell’ apostolo Paolo che, nella sua lettera ai Corinzi, esorta così i cristiani: “Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!”. “Ogni atleta è temperante in tutto – ha continuato il cardinale Sales citando ancora la lettera di San Paolo ai corinzi - essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile”. In conclusione il cardinale ha esortato ogni cristiano “a diventare un saggio atleta di Cristo, ossia un fedele e coraggioso testimone del suo Vangelo. Per riuscirci, però, è necessario che perseveri nella preghiera, si eserciti nella virtù e segua il Maestro divino in tutto”. (M.G.)

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    Colombia: le truppe paramilitari uccidono un esponente della comunità di pace San José de Apartadò

    ◊   Dairo Torres, coordinatore umanitario della comunità di pace di San José de Apartadó, insignita a maggio del Premio per la pace di Aquisgrana (Germania), è stato ucciso, nel fine settimana, da presunti esponenti delle truppe paramilitari in una località nel nord-est della Colombia. A rivelarlo è l’organizzazione non governativa (ong) ‘Colectivo de Abogados José Alvaro Restrepo’, ripresa dall'Agenzia Misna, attribuendo l’omicidio “a due noti paramilitari, visti discutere ore prima insieme a membri della forza pubblica”. Secondo la ricostruzione dei fatti, Torres era a bordo di un veicolo pubblico intercettato venerdì da uomini armati a pochi chilometri da San José; gli aggressori lo avrebbero costretto a scendere dal mezzo, facendo allontanare l’autista, prima di ucciderlo a sangue freddo. Il barbaro omicidio è l’ennesimo che colpisce la comunità di pace di San José, un migliaio di civili che nel 1997 decisero di dichiararsi neutrali al conflitto interno al Paese sudamericano: il 14 maggio scorso, infatti, un altro attivista della comunità. Francisco Puertas, era stato ucciso in circostanze non ancora chiare: prima di lui, il 21 febbraio 2005, il capo della comunità, Luis Eduardo Guerra, era stato assassinato con sua moglie e uno dei suoi figli, insieme a cinque ‘campesinos’, inclusi due bambini: fonti della stessa comunità avevano attribuito la responsabilità all’esercito governativo, finito sotto inchiesta. L’Alto Commissariato dell’ONU in Colombia ha più volte condannato le violenze contro la comunità di pace di San José de Apartadó, che, per decisione della Corte Costituzionale colombiana, dal 2005 ha diritto a una protezione speciale. Protezione che già nel 1997, con ben cinque richiami allo Stato, era stata chiesta dalla Corte interamericana dei diritti umani (CIDH) per gli esponenti della comunità, esposti da sempre – proprio per il loro rifiuto a partecipare in qualsiasi modo alla guerra - ad attacchi di paramilitari, esercito e guerriglia. (M.G.)

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    Terra Santa: giovani israeliani e palestinesi si sono confrontati in un seminario che si è concluso ieri a Torino

    ◊   “Portare avanti il lavoro insieme, realizzando un forum su internet, promuovendo incontri a Gerusalemme e approfondimenti sui problemi legati al Final Status”. Con questi obiettivi si è chiuso ieri, a Torino, il seminario per giovani leader israeliani e palestinesi organizzato dal CIPMO, il Centro italiano per la Pace in Medio Oriente. Si è trattata di un occasione di confronto unica, riferisce l'Agenzia Sir, poiché, nelle due delegazioni, vi erano partecipanti di diverso orientamento politico. Gli israeliani erano guidati da Mossi Raz, firmatario dell’accordo di Ginevra, mentre i palestinesi da Sam'an Khouri, direttore Generale del Peace & Democracy Forum e a sua volta anche lui firmatario dell’accordo di Ginevra . Secondo il CIPMO, durante l’incontro è emersa una comune “valutazione dell’importanza del Piano arabo di pace del Vertice di Riad, su cui si organizzerà un’iniziativa a Gerusalemme”. L’importanza dell’incontro è stata ribadita anche dall’israeliano Mossi Raz, il quale rivela che “i partecipanti, incontrandosi, hanno detto di sentirsi più moderati nel loro approccio alla situazione”. Il palestinese Sam'an Khouri ha invece sottolineato il ruolo dei giovani: “Sono importanti, soprattutto considerando la bassa età media di israeliani e palestinesi”. Tra le decisioni scaturite da questo seminario anche quella di un libro scritto da un israeliano e un palestinese sul rispettivo modo di vivere nel conflitto, iniziativa unica nella storia della crisi (M.G.)

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    Il 19 luglio del 1992 la mafia uccideva Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Tante le iniziative per commemorare le vittime della strage di Via D’Amelio

    ◊   Palermo si appresta a ricordare le vittime della strage di via D’Amelio in cui, il 19 luglio del ’92, il tritolo di Cosa Nostra uccise il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cusina, Claudio Traina e Vincenzo Limuli. Si comincia il 18 luglio, con l’iniziativa di Libera: alle 17.00, nell’agriturismo della cooperativa Placido Rizzotto, a Piana degli Albanesi, nell’hinterland Palermitano, in un bene confiscato alla famiglia Brusca, si terrà un dibattito dal titolo “In ricordo delle vittime di via D'Amelio - Lavoro, dovere morale e giustizia sociale”. Al termine dell’incontro, cui parteciperanno don Luigi Ciotti, presidente di Libera, una delegazione di familiari delle vittime, molte associazioni del territorio e i ragazzi dei campi estivi di volontariato, verrà piantato un albero in memoria delle vittime di via D’Amelio. Il giudice Borsellino sarà ricordato la mattina del 19 presso l’aula magna della Corte d’Appello di Palermo. Prevista la partecipazione del presidente del Senato, Franco Marini. Alle 20,30 partirà dalla Statua della Libertà la consueta fiaccolata promossa da Azione Giovani e Azione Universitaria: il corteo, cui prenderanno parte il presidente nazionale di AN, Gianfranco Fini, e il presidente nazionale di Azione Giovani, Giorgia Meloni, arriverà in via D'Amelio, dove sarà deposta una corona di fiori dinanzi al monumento commemorativo. E alla vigilia dell’anniversario, il fratello del magistrato, Salvatore Borsellino, si rivolge alle istituzioni con una lettera aperta in cui chiede perché, dopo 15 anni, sono ancora tante le domande senza risposta sulla strage di via D'Amelio. (A cura di Alessandra Zaffiro)

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    In occasione della festa del SS. Redentore, il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, ha invitato i fedeli a riscoprire l’orizzonte spirituale della vita

    ◊   Riscoprire la dimensione spirituale della vita, nell’epoca della globalizzazione tecnoscientifica. E’ il messaggio centrale del discorso pronunciato ieri sera dal cardinal Angelo Scola, patriarca di Venezia, in occasione della festa del SS. Redentore, che si rinnova nella città lagunare da 430 anni, come ringraziamento per la fine di una pestilenza. Rivolgendosi a tutti i veneziani, - scrive l'Agenzia Sir - il Patriarca ha più volte puntato il dito contro la supremazia della tecnoscienza, che non esclude di poter fornire spiegazioni per tutto il processo evolutivo e “sembra voler farsi carico di quelli che una volta erano i contenuti dell’etica filosofica e della ‘religio’ cui, già dalla modernità, erano per altro state ridotte le religioni, spogliate da tutti i loro misteri e riti per essere considerate nei limiti della sola ragione”. “Vediamo che la tecnoscienza - ha proseguito il cardinal Angelo Scola - vuole dirci che cos’è la vita nella sua origine, nel suo svolgimento e nel suo termine”. Il cardinale arriva poi ad affermare che “a ben vedere il fenomeno stesso della globalizzazione è strettamente dipendente dal fatto che l’occidente sta imponendo a tutto il mondo una concezione della felicità come puro prodotto progressivo della tecnoscienza”. Si tratta di una visione del mondo dove, secondo il cardinale, “non v’è più posto per l’anima, la risurrezione della carne, la vita eterna”. Ma il Patriarca pone l’accento anche sui limiti di indagine della tecnoscienza affermando che: “I processi umani, gli stati e le operazioni della mente quali intenzionalità, comportamento, cognizione, libero arbitrio non sono come tali oggetto possibile dell’indagine scientifica, che al più può analizzare solo le loro condizioni fisiche o psichiche”. Per il cardinale Scola, è dunque “l’anima, che impone all’uomo la domanda sulla natura della mente e attraverso di essa sulla sua natura tout-court”. Per questo motivo , ha concluso il Patriarca, “un grande compito educativo si apre davanti a credenti e non credenti: accompagnare uomini e donne alla riscoperta della dimensione spirituale della umana esistenza”.

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    Bielorussia: il cardinale Swiatek ha imposto ieri, sull’Icona della Beata Vergine Maria della tenerezza, la corona che fu benedetta da Giovanni Paolo II

    ◊   Antiche e profonde sono le radici spirituali della cerimonia che si è svolta ieri nel santuario mariano dei Carmelitani scalzi a Gudohaje, in Bielorussia, per l’incoronazione dell’Icona della Beata Vergine Maria della tenerezza con le corone papali benedette da Giovanni Paolo II nel 2003. La cerimonia - scrive il quotidiano Avvenire - è stata presieduta dal cardinale Kazimierz Swiatek, arcivescovo emerito di Minsk, alla presenza del preposito generale dell’ordine dei Carmelitani scalzi. L’immagine, risalente al XV secolo, età d’oro dell’iconografia orientale, è l’emblema della secolare tradizione che lega il popolo bielorusso al culto mariano, sopravvissuto a difficoltà epocali e dure persecuzioni da cui è uscito rinvigorito, come appunto testimonia l’incoronazione della Vergine della tenerezza. Donata da una nobile famiglia ai Carmelitani scalzi di Vilnius, al tempo del loro insediamento nel convento di Gudohaje, nel 1764, l’immagine fu da subito oggetto di grande devozione popolare. L'icona riuscì poi a superare sia le persecuzioni perpetrate dallo zar di Russia Nicola I, che deportò i Carmelitani di Gudohaje in Siberia e soppresse il convento, sia gli anni bui della seconda guerra mondiale e dell’occupazione sovietica. Ma i Carmelitani scalzi poterono tornare a Gudohaje soltanto nel 1991, sulla scia della “perestrojka” di Michail Gorbaciov, rifondando il convento e riprendendo la cura della parrocchia e del santuario mariano. L’icona mariana tornò così ad essere meta di pellegrinaggi di fedeli bielorussi, che nel culto della Vergine della tenerezza trovavano conforto. I Carmelitani hanno quindi voluto sancire la rinascita del sentimento religioso del Paese, richiedendo l’incoronazione papale dell’icona, accordata dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. (M.G.)

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    Tre giorni di studi ad Assisi per i giovani dei Cursillos alla ricerca di un’autentica vita cristiana
     

    ◊   “I giovani nel Cursillos: risorsa e impegno”. E’ titolo della XXV convivenza nazionale di studio organizzata dal movimento dei Cursillos di Cristianità, conclusasi ad Assisi. Centocinquanta i partecipanti che, in rappresentanza di 40 diocesi di tutta Italia, si sono dati appuntamento nella città di Francesco per riaffermare con forza il desiderio di vivere da protagonisti la vita nella Chiesa. Come riferisce il quotidiano Avvenire, diverse le tematiche affrontate durante la tre giorni. Claudio Gentili, direttore della rivista “Società”, ha parlato di relativismo, precarietà dei valori e secolarizzazione anche interna alla Chiesa: difficoltà generali che i giovani attraversano oggi nella società italiana, analizzate alla luce delle indicazioni di Benedetto XVI. Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, si è soffermato, invece, su un nuovo approccio per l’inserimento dei giovani nella Chiesa. Dell’orientamento dei giovani ha parlato anche Armando Bonato, coordinatore nazionale dei Cursillos di Cristianità, secondo il quale “la Chiesa incita alla formazione dei giovani, tuttavia si è persa la volontà di orientare e formare le nuove generazioni”, “pertanto – ha proseguito Bonato - integrazione e ascolto tra generazioni devono diventare le nuove linee guida dei Cursillos”. Mentre Cesare Zucconi, della comunità di Sant’Egidio, come relatore sul tema “I giovani in un movimento ecclesiale”, ha evidenziato l’esigenza di una stretta collaborazione tra i movimenti ecclesiali attualmente riconosciuti dalla Conferenza episcopale italiana. Sull’importanza dell’annuncio kerigmatico ai giovani ha poi argomentato, ieri pomeriggio, don Paolo Giulietti. Ottimista la considerazione dell’animatore spirituale don Ubaldo Speranza: “Cristo si propone come giovane per eccellenza che da il senso alla vita. Ciò che cercano i giovani è però una proposta cristiana vissuta”. “Chi è pieno di Dio è sempre giovane” è infine il messaggio di speranza che il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha rivolto in conclusione della tre giorni a tutti i partecipanti del meeting. (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Strage in Iraq: almeno 70 morti e 150 feriti per due autobomba a Kirkuk - Paura nel Giappone centroccidentale, colpito da un violento terremoto. Almeno 7 i morti e 700 i feriti

    ◊   In Iraq, migliaia di uomini delle forze statunitensi e del governo di Baghdad hanno assaltato una roccaforte di Al-Qaeda a sud della capitale. L'operazione ha preso di mira i miliziani nella città di Sunni e dintorni, nella valle dell'Eufrate. Intanto è di almeno 70 morti e 150 feriti il bilancio di un duplice attentato avvenuto stamattina a Kirkuk, centro petrolifero nel nord del Paese. Ma il numero delle vittime sembra destinato a salire. Il servizio di Beatrice Bossi:
     
    Due autobomba sono esplose a poca distanza l’una dall’altra in due diverse zone commerciali di Kirkuk. Obiettivi degli attacchi, le sedi dei principali partiti politici curdi: l'Unione Patriottica del Kurdistan (PUK) e il Partito Democratico del Kurdistan (PDK). In programma, a dicembre nella città, un referendum sull’eventuale autonomia amministrativa e l’annessione al Kurdistan. Intanto, a Baghdad, almeno 10 persone sono morte stamani in diversi episodi di guerriglia e per il lancio di colpi di mortaio. Uccisi anche due soldati USA. E, all’alba, le truppe americane hanno assalito una roccaforte di Al Qaeda nella valle dell’Eufrate, a sud della capitale, per scovare infiltrati e tagliare i rifornimenti di armi ai miliziani. Ieri, intanto, il primo ministro iracheno, al-Maliki, ha affermato che le truppe locali sarebbero pronte a prendere il posto della coalizione internazionale “in qualsiasi momento”, in risposta alle critiche contenute nel recente Rapporto della Casa Bianca, che definiva il governo iracheno “incapace di governare” il Paese. In contrasto con il premier, il ministro degli Esteri iracheno, Zebari, che la settimana scorsa aveva espresso preoccupazione per un eventuale ritiro delle forze internazionali, ipotizzando addirittura una guerra civile e una divisione del Paese.
     
    - E’ iniziato a Gerusalemme l’atteso incontro fra il premier israeliano, Olmert, e il presidente palestinese, Abu Mazen, per discutere di una serie di misure distensive concepite per rafforzare il governo palestinese di Fayyad di fronte ai rivali politici di Hamas. Ieri, intanto, il premio Nobel per la pace, Shimon Peres, ha giurato davanti ai deputati della Knesset come nuovo capo dello Stato ebraico.

    - Un mezzo della forza delle Nazioni Unite in Libano, l’UNIFIL, è stato colpito da un ordigno nei pressi della città di Tiro. Secondo la tv satellitare al Jazira, non ci sarebbero fortunatamente feriti. Prosegue, intanto, l’operazione di conquista da parte dell’esercito libanese del campo profughi di Nahr al-Bared, a nord di Beirut, dopo otto settimane di combattimenti contro presunti qaedisti di Fatah al Islam. E si sono conclusi in Francia i colloqui di questo fine settimana tra i 14 partiti libanesi di maggioranza e opposizione, tra cui Hezbollah. Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha annunciato che il 28 luglio sarà a Beirut per cercare di mediare tra le diverse fazioni e superare la crisi che, dallo scorso novembre, ha paralizzato il Paese dei Cedri.

    - Fine settimana di violenze in Pakistan. Almeno 70 persone hanno trovato la morte in seguito ad attentati suicidi tra cui due condotti contro l’esercito governativo. E nella regione del Waziristan, al confine con l’Afghanistan, un gruppo di militanti islamici protalebani ha annunciato di aver messo fine all’accordo di pace concluso nel 2006 con il governo di Islamabad.

    - Disordini a Dacca, in Bangladesh, questa mattina dopo l’arresto della dirigente dell’opposizione ed ex primo ministro Sheikh Hasina Wajed. La donna è stata accusata di omicidio e corruzione. Le manifestazioni di protesta dei suoi fedelissimi sono state represse con l’utilizzo di gas lacrimogeni.

    - Si concretizzano i passi avanti fatti nella soluzione della crisi nucleare nordcoreana. Pyongyang ha chiuso il proprio reattore nucleare di Yongbyon. A confermarlo ufficialmente, stamani, in una conferenza stampa a Bangkok, in Thailandia, il segretario generale dell'AIEA, l’Agenzia internazionale per l'energia atomica, el Baradei, che ha dichiarato: “E’ un passo nella giusta direzione”.

    - Ore di angoscia e paura nel Giappone centro occidentale, colpito la scorsa notte da un violento terremoto di 6,8 gradi della scala Richter e da successive scosse di assestamento. Il sisma, con epicentro sotto il fondo marino al largo di Niigata, nell’isola di Honshu, ha fatto almeno sette morti e oltre 700 feriti. Nella zona sono stati fermati i reattori di tre centrali nucleari. In una di esse, è anche scoppiato un incendio, ma le autorità assicurano che non vi è pericolo di contaminazione.

    - In Cina, è di 403 morti e 145 dispersi il bilancio della violenta tempesta che, da sabato scorso, sta colpendo la provincia orientale dello Anhui. Sono 15 milioni coloro che hanno subito danni, per un ammontare di 9,17 miliardi di yuan, circa 90 milioni di euro. Circa 60 mila le case distrutte e 585 mila gli sfollati, mentre in 300 mila devono affrontare la carenza di acqua potabile. Il primo ministro cinese, Wen Jiabao, in visita nella provincia, ha promesso il massimo aiuto alle popolazioni interessate dal fenomeno.

    - Continuano senza sosta gli attentati a Mogadiscio, in Somalia: almeno tre morti e numerosi feriti solo nel corso della mattinata, a quanto riferisce radio Shabelle. Intanto, è stata aggiornata a giovedì prossimo la Conferenza di riconciliazione per la Somalia che doveva tenersi ieri e oggi nella capitale somala. Motivo del rinvio, l’intento di consentire la partecipazione ai lavori dei delegati di tutte le fazioni somale, ma anche seri problemi di sicurezza. Il servizio di Giulio Albanese:


    Proprio mentre parlava, ieri il presidente della Repubblica Abdullah Yusuf, colui che più di ogni altro ha voluto che l’assise comunque si inaugurasse ieri, sono piovuti colpi di granata in prossimità della sede dove si stava svolgendo l’agognata conferenza. E sebbene Yusuf abbia invitato i partecipanti ad andare avanti, l’assise è stata aggiornata ufficialmente per il mancato arrivo di tutti i delegati presenti ieri, circa 800 su 1325 prevista, in realtà per totale comprovata mancanza di sicurezza ed il permanere di divisioni politiche ed etniche ancora non abbastanza ricucite per consentire un dialogo proficuo, in particolare appare isolato il premier Ali Mohamed Gedi. Spaccato poi il principale clan della regione, quello dell’Hawiya. Insomma il cammino è tutto in salita. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese).

    - Soddisfazione a Tripoli, in Libia, per il buon esito della Conferenza internazionale di pace per il Darfur, conclusasi oggi. I mediatori della comunità internazionale hanno annunciato che il 3 e 5 agosto incontreranno i ribelli della martoriata provincia sudanese ad Arusha, in Tanzania, per accordarsi con loro sull'inizio dei negoziati con il governo di Khartoum. Annunciata poi anche un’eventuale riunione fra ribelli e governo in settembre.
     
    - Si continua ad indagare in Cile dopo l’esplosione, ieri sera, questa mattina ora italiana, di un ordigno piazzato a Santiago del Cile vicino l’ambasciata della Gran Bretagna e non lontano da quella di Israele. Nessuna pista è esclusa, secondo gli inquirenti. La detonazione ha prodotto fortunatamente solo danni materiali agli edifici.

    - Il governo australiano ha ordinato che venga rinchiuso in un centro di detenzione per immigrati il medico indiano, Mohammed Hanif, accusato di sostegno a un’organizzazione terroristica nell'inchiesta sui mancati attentati a Londra e Glasgow, alla fine di giugno. Hanif era stato arrestato il 2 luglio scorso all'aeroporto di Brisbane e poi rilasciato dietro cauzione. La difesa aveva contestato le prove a suo carico come “estremamente fragili”. Nel centro resterà a disposizione degli inquirenti.

    - E’ stata rinviata al pomeriggio la riunione a Tripoli del Consiglio superiore delle istanze giudiziarie libico, che potrebbe commutare in ergastolo la condanna a morte per cinque infermiere e un medico bulgari, accusati di avere deliberatamente infettato con il virus HIV 438 bambini dell’ospedale di Bengasi. I sei imputati hanno intanto presentato formalmente una “richiesta di grazia e clemenza”, dopo la sentenza di condanna a morte nei loro confronti.

    - Marina Pisareva, vice direttrice della divisione russa di Bertelsmann, uno dei più grandi gruppi editoriali del mondo, è stata trovata morta con una coltellata alla gola nella sua abitazione fuori Mosca, nel distretto di Odintsovo. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. Gli investigatori non hanno ancora formulato alcuna ipotesi su movente e possibili assassini.

    - La costruzione da parte degli Stati Uniti di elementi dello scudo spazial in Polonia potrebbe cominciare il prossimo febbraio: lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri polacco, Witold Waszczykovski, in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano, Novi Izvestia.

    - La Bielorussia ha annunciato di aver smantellato una rete spionistica che operava sul territorio per i servizi segreti polacchi. Tutti ex militari le persone coinvolte. Le notizie raccolte riguardavano in prevalenza il sistema aereo della Bielorussia e di Mosca. (A cura di Roberta Moretti)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 197

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