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SOMMARIO del 02/07/2007
Benedetto XVI visiterà l'Austria dal 7 al 9 settembre per le celebrazioni dell'850.mo di fondazione del Santuario di Mariazell
◊ Sarà il suo settimo viaggio apostolico internazionale, l'unico in Europa del 2007, quello che Benedetto XVI compirà in Austria dal 7 al 9 settembre prossimi. La conferma è arrivata questa mattina dalla Sala Stampa Vaticana. Il Papa partirà dall'aeroporto romano di Ciampino venerdì 7 settembre è atterrerà a Vienna. il giorno dopo, Benedetto XVI vivrà il clou della visita nella cittadina di Mariazell, dove celebrerà l'850.mo anniversario di fondazione del celebre Santuario mariano. La partenza del volo papale per il ritorno è programmata per domenica 9 settembre, con decollo dallo scalo viennese e atterraggio in quello di Ciampino. (A cura di Alessandro De Carolis)
Lettera del Papa per il centenario dello Scoutismo mondiale: dopo un secolo, azione e vita di gruppo "favoriscono la formazione umana integrale"
◊ Cento anni fa sull’isola di Brownsea, in Inghilterra, veniva organizzato da Lord Robert Baden-Powell il primo campo scout nel mondo. In vista dell’anniversario, che sarà celebrato il primo agosto 2007, Benedetto XVI ha inviato una Lettera al cardinale Jean-Pierre Ricard, presidente della Conferenza episcopale della Francia, dove all’indomani della Prima Guerra mondiale si sviluppò lo scoutismo cattolico, grazie a padre Jaques Sevin, fondatore degli Scout francesi. Il servizio di Roberta Gisotti:
“La formazione integrale della persona umana”: è questa - sottolinea il Papa - l’opportunità che “attraverso il gioco, l’azione, l’avventura, il contatto con la natura, la vita di gruppo ed il servizio degli altri viene offerta dopo cento anni a tutti coloro che abbracciano lo scoutismo”. Fecondato dal Vangelo - scrive Benedetto XVI - “lo scoutismo non è solamente luogo di reale crescita umana, ma anche luogo di una proposta cristiana forte e di una vera maturazione spirituale e morale ed anche di un autentico cammino di santità”, poiché “il senso di responsabilità che sottende la pedagogia scout conduce ad una vita nella carità e al desiderio di mettersi al servizio del prossimo, ad immagine del Cristo servitore.”
Il Santo Padre, richiamando poi l’appello lanciato da Giovanni Paolo II 10 anni fa per una maggiore unità dello scoutismo cattolico, auspica che “le collaborazioni possano realizzarsi nel rispetto delle sensibilità di ciascun movimento, in vista di una più grande unità nel seno della Chiesa”.
Infine, un grazie di Benedetto XVI per tutti i frutti portati dallo scoutismo nel corso di cento anni, visto che “la promessa e la preghiera scout costituiscono una base e un ideale da sviluppare lungo tutto l’arco dell’esistenza”.
In udienza dal Papa, l’arcivescovo Di Ruberto, neosegretario della Congregazione delle Cause dei Santi. Sabato scorso, la sua ordinazione episcopale, celebrata dal cardinale Bertone
◊ Benedetto XVI ha ricevuto, stamani, l’arcivescovo Michele Di Ruberto, nuovo segretario della Congregazione delle Cause dei Santi. La Messa per la consacrazione episcopale di mons. Di Ruberto è stata concelebrata dal cardinale segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, nel pomeriggio di sabato 30 giugno. Nell’omelia, il porporato si è soffermato sulle figure dei Santi, definiti “il volto più splendente” della Chiesa. “Guardando le grandi figure dei Santi di tutti i tempi - ha detto il cardinale Bertone - noi vediamo persone determinate a realizzare non solo i propri ideali, pure nobili, ma primariamente impegnate ad aderire al progetto di Dio sull’uomo”. Il segretario di Stato ha così sottolineato che noi “possiamo pensare e sperare che i Santi siano miriadi non solo quelli saliti agli onori degli altari, per i quali mons. Di Ruberto ha tanto lavorato, e tanto continuerà a lavorare, ma anche quelli che si sono conformati allo spirito delle Beatitudini nascostamente, quotidianamente”. Il cardinale Bertone si è, poi, soffermato sul ruolo del vescovo che, ha affermato, “è un pellegrino che cammina insieme a tutti immergendosi con discrezione dentro la dimensione quotidiana, con i suoi chiaroscuri di gioia e di sofferenza, per cercare una sintesi più alta, illuminata dalle istanze del Vangelo”.
Mons. Michele Di Ruberto, 73 anni, è stato nominato arcivescovo e segretario della Congregazione delle Cause dei Santi lo scorso 5 maggio. Dal 1992, sottosegretario del medesimo dicastero, è originario della diocesi di Lucera, in provincia di Foggia. Ordinato sacerdote nel 1957, nel 1962 si è laureato in Diritto canonico alla Lateranense. (A cura di Alessandro Gisotti)
Altre udienze e nomine
◊ Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela, un primo gruppo di presuli della Conferenza episcopale della Repubblica Dominicana in visita "ad Limina", l'arcivescovo Michele Di Ruberto, segretario della Congregazione delle Cause dei Santi, e il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Nelle Filippine, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Alaminos, presentata dal vescovo Jesús A. Cabrera, in conformità al canone 401 - paragrafo 2 del Codice di Diritto Canonico. Al suo posto, il Pontefice ha nominato mons. Marlo M. Peralta, finora coadiutore della medesima diocesi.
In Papua Nuova Guinea, Benedetto XVI ha nominato ausiliare della diocesi di Aitape il sacerdote Otto Separy, 50 anni, cancelliere della Diocesi di Wewak. Entrato nel “St. John’s Minor Seminary” a Wewak, mons. Separy ha trascorso un anno come “spiritual year” a Erave, Southern Highlands, e ha poi proseguito gli studi filosofici e teologici all’“Holy Spirit Seminary” di Bomana, Port Moresby. Dopo l'ordinazione sacerdotale, ha svolto in più occasioni il ministero di parroco.
Oggi su "L'Osservatore Vaticano"
◊ Servizio vaticano - Angelus: "Chi appartiene alla verità non sarà mai schiavo di nessun potere".
Servizio estero - Terrorismo: stato di massima allerta in Gran Bretagna per prevenire altri possibili attentati (dopo gli attacchi falliti a Londra e l'azione all'aeroporto di Glasgow).
Servizio culturale - Un articolo del nostro inviato Marcello Filotei dal titolo "Un'intera città coinvolta per un evento in cerca di nuovi orizzonti": si è aperta a Spoleto la cinquantesima edizione del Festival dei Due Mondi.
Servizio italiano - In rilievo il tema delle pensioni.
Sette gli arresti per gli attentati di Londra e Glasgow. Intervista con l'arcivescovo di Birmingham, Nichols, che parla del suo invito alla preghiera
◊ Regno Unito ancora sotto shock dopo gli sventati attentati a Londra e l’auto incendiaria trovata a Glasgow. Sono sette, finora, le persone arrestate dalla polizia britannica. Si tratterebbe di una cellula legata ad Al Qaeda. Il neopremier, Gordon Brown, ha invitato intanto la popolazione a tenere alta la guardia. Da Londra, Sagida Syed:
"Non cederemo al male e non ci lasceremo intimorire", è il messaggio del primo ministro, Gordon Brown, rivolto alla nazione, ma anche ai responsabili che volevano uccidere provocando una carneficina a Londra e a Glasgow. Il Paese, il cui livello di allarme è salito a critico, riservato alle situazioni di emergenza e di imminente pericolo di attacco terroristico, sta vivendo ore di angoscia per gli sventati attentati, dopo il ritrovamento delle due Mercedes cariche di esplosivo nel cuore della capitale britannica e dell’attacco all’aeroporto di Glascow che, sempre secondo Brown, porterebbero la chiara firma di Al Qaeda. Intanto, sono state fermate due persone poco più che ventenni nel Cheshire e un uomo di 36 anni a Liverpool. La polizia aveva già fermato i due uomini, uno dei quali gravemente ustionato, che avevano lanciato una Jeep in fiamme all’aeroporto di Glasgow. Il ministro degli Interni, Jacqui Smith, ha chiesto alla popolazione di non allarmarsi e di collaborare nelle indagini e ha detto che riferirà domani alla Camera dei comuni. Sono stati intanto rafforzati pattugliamenti presso tutti gli obiettivi sensibili e misure speciali sono state adottate nei principali aeroporti, tra cui la chiusura delle strade che conducono ai terminali per prevenire altri attacchi mediante l’uso di autobomba.
Dopo gli attentati sventati a Londra e l'attacco fallito a Glasgow, l'arcidiocesi di Birmingham ha subito diffuso un messaggio invitando i fedeli alla preghiera. Ascoltiamo, al microfono di Philippa Hitchen, del programma inglese della nostra emittente, l'arcivescovo di Birmingham, Vincent Gerard Nichols:
R. - What I wanted to do is just remind people of the practice of praying ...
Lo scopo del mio messaggio era quello di ricordare alla gente la pratica della preghiera come viatico per un buon viaggio, di chiedere la protezione del Signore per tutti noi nel momento del rischio. So per certo che questo troverà un'eco in molte persone che hanno sentito il mio invito, anche se non sono cattoliche, anche se appartengono ad un’altra fede, perché pregare per un buon viaggio è parte di una tradizione che va al di là della fede cristiana.
D. - Quali sono state le reazioni dei media ai due attentati falliti? Si può dire che vi sia stato un atteggiamento responsabile nel trattare gli avvenimenti, in questi ultimi giorni?
R. – Of course, one of the characteristics we have at the moment is of constant news coverage …
Ovviamente, è una caratteristica tipica del momento, quella della copertura costante da parte dei media, ed è quindi facile sentirne parlare anche troppo. Ma nell’insieme, direi che, sì, la copertura è stata molto responsabile: non ci sono state grandi speculazioni ma, al contrario, grande sobrietà nel rispetto delle indagini che la polizia deve svolgere. Certamente, la gente è grata per il fatto che nessuno sia stato ferito seriamente, a parte uno degli attentatori a Glasgow, e che siano stati sventati due attentati tragici.
D. - Sembra di capire, comunque, che nessuno dei sospettati attualmente nelle mani della polizia sia britannico di origine. Lei pensa che questo possa dare adito a reazioni xenofobe?
R. - I would hope that the reaction will be clearly focused on where the problem lies ...
Mi aspetto che la reazione si concentri sul nocciolo del problema, e non generalizzata alle comunità nel senso più ampio. Prendo ad esempio Birmingham: i rapporti tra le diverse comunità islamiche, le leadership politiche e la polizia sono buoni. Non mi aspetto quindi come conseguenza alcuna reazione irrazionale, che possa colpire vari gruppi di persone.
D. - Cosa pensa che lei e gli altri leader religiosi possiate fare in questo momento in cui la gente è chiaramente preoccupata della propria sicurezza?
R. - On Wednesday this week I will have one of our regular meetings with the leaders ...
Mercoledì di questa settimana, avrò l’incontro regolare con i leader di tutte le religioni presenti a Birmingham, e rifletteremo su questo. Penso però che la tendenza sarà quella di rivolgere un appello alle persone affinché rimangano calme, vigili, affinché chiedano la protezione di Dio per tutti e ciascuno e per il nostro Paese, e di prestare attenzione a ciò che accade intorno a noi, ma in modo intelligente.
Un segno del lavoro pastorale in unità con il Papa: l'arcivescovo di San Paolo del Brasile, Odilo Scherer, sottolinea l'importanza del pallio ricevuto da Benedetto XVI
◊ Nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, celebrata tre giorni fa, Benedetto XVI ha consegnato il segno del pallio a 51 nuovi arcivescovi metropoliti di tutto il mondo, fra i quali cinque brasiliani, che il Papa stesso aveva incontrato nel suo viaggio apostolico in Brasile, lo scorso maggio. Cristiane Murray, della redazione brasiliana della nostra emittente, ha chiesto a uno di loro, l’arcivescovo di San Paolo del Brasile, Odilo Scherer, cosa significhi per sé e per la sua arcidiocesi questo dono di Benedetto XVI:
R. - Il pallio significa innanzitutto il soave, dolce giogo dell’impegno pastorale, dell’incarico pastorale, che l’arcivescovo riceve dinanzi alla sua Chiesa particolare per esercitare il servizio della carità e dell'amore davanti al suo gregge. D’altra parte, il pallio è anche il simbolo dello stretto vincolo che unisce tutti i vescovi con il Santo padre in quanto successore di San Pietro e riferimento visibile dell’unità della Chiesa. Dunque, questo segno vuol proprio dire che la Chiesa locale guidata dal vescovo è anche unita al successore di San Pietro: è unita nella fede, nella comune missione e nella missione di carità verso la comunità umana presente sul posto. La consegna del giogo del pallio ai nuovi arcivescovi ha sempre un significato molto particolare perché è celebrata nel giorno della solennità di San Pietro e Paolo qui a Roma e questo segna il vincolo stretto che ogni Chiesa particolare ha con il Santo Padre, con gli apostoli, con la predicazione apostolica che è fondamentale per la nostra fede; siamo nella vera Chiesa, nella vera fede, intanto restiamo saldi nell’insegnamento degli apostoli, nella tradizione apostolica. Questo oggi è importante forse più che mai, perché arrivano tempi in cui tante persone sono un po’ disorientate dinanzi a delle dottrine nuove, a insegnamenti nuovi in cui talvolta si lascia un po’ da parte quella che è la vera tradizione di fede della Chiesa, l’eredità apostolica di fronte alla quale è importante che tutti siamo molto fermi, saldi, perchè questa è la vera testimonianza del Signore e del suo Vangelo.
La realtà delle comunità di accoglienza dell'Associazione l'Arca: case-famiglia per malati con gravi disabilità psichiche
◊ Centotrentuno comunità in 34 Paesi del mondo e molti progetti: è la realtà attuale dell’Associazione L’Arca, fondata nel 1964 da Jean Vanier. Accolgono persone con handicap psichici e volgiono essere dei veri “focolari” dove ciascuno si senta accolto e amato così com’è. Due le comunità presenti in Italia: una a Ciampino, vicino Roma, e l’altra a Quarto Inferiore, in provincia di Bologna, che il 16 giugno scorso ha inaugurato un nuovo complesso con casa-famiglia e laboratori occupazionali. Ma anche a Ciampino si sta lavorando all’ampliamento del centro e l’inaugurazione è prevista per ottobre. Ma perché questo sforzo di crescita dell’Associazione? Adriana Masotti lo ha chiesto alla presidente di “Arca Italia”, Anna Morelli Addario:
R. - Lo stiamo facendo perché abbiamo una richiesta enorme di accoglienze: accoglienze che provengono da famiglie che hanno tenuto in casa i loro figli con handicap gravi e mentali e che ad un certo momento non ce la fanno più e inoltre si preoccupano per il “dopo di noi”. Essendo quelle dell’Arca case per la vita, il fatto di poter sapere che questi loro figli possano avere un futuro in un ambiente tranquillo, evidentemente dà loro una grossa serenità.
D. - Che cosa c’è alla base della spiritualità del fondatore Jean Vanier e come mai questa scelta di servire gli ultimi nella società?
R. - Jean Vanier era figlio del governatore del Canada. Aveva iniziato gli studi filosofici a Parigi e ad un certo momento è entrato in contatto con un sacerdote che lo ha portato nei vari istituti dove erano accolte persone con handicap che vivevano in situazioni drammatiche. Lui ha dedicato tutta la sua vita e accolto nella sua casa due persone con handicap mentali, togliendole dagli istituti psichiatrici, e da lì tutto è nato. Infatti, lo spirito base dell’Arca è quello di “vivere con”, ricreare un rapporto di vita familiare.
D. - Come si vive nelle case della comunità dell’Arca?
R. - Come in una casa normale: all’Arca sono importanti le feste, i compleanni. Accanto alla casa ci sono i cosiddetti laboratori, in parte laboratori occupazionali, e in parte laboratori di risveglio per i più gravi: fisioterapia, logopedia.
D. - Gli assistenti sono tutti volontari?
R. - No. Noi abbiamo degli assistenti che hanno deciso di vivere la loro vita all’Arca. Poi ce ne sono degli altri che sono giovani e che decidono di passare lì un anno, sei mesi. Accanto a questi poi ci sono i cosiddetti professionali: educatori, fisioterapisti, psichiatri, psicologi…
D. - Certo, l’esperienza dei volontari, di questi giovani o di chi decide poi di vivere così per tutta la vita non deve essere facile...
R. - Io mi ricordo che una volta era arrivato un ragazzo, un biologo, e pensava di essere stato mandato in un posto completamente diverso. Entrare in una casa con persone così colpite dalla vita, lo mise in una situazione di angoscia profonda, voleva scappare. Dopo una settimana era cambiato e dopo non se ne voleva più andare, tanto è vero che, finito il suo periodo di obiettore di coscienza, ha chiesto di rimanere a fare l’assistente all’Arca.
Tavola rotonda sul futuro dello Stato d'Israele e sullo status dei Luoghi Santi in occasione della pubblicazione dello studio "Lo stato degli ebrei"
◊ Un incontro destinato alla riflessione sulla situazione in cui versa Israele, quello organizzato a Roma in occasione della pubblicazione di Aspenia 37, rivista dell’Aspen Institute Italia, dal titolo “Lo stato degli ebrei”. Il testo analizza i rapporti politici di Israele con l’Europa e l’Italia ed il rischio che per il Paese rappresenta l’ascesa del fondamentalismo islamico. All’incontro, hanno preso parte anche il leader dell’UDC, Pier Ferdinando Casini, il vicepresidente di Forza Italia, Giulio Tremonti, l’ambasciatore d’Israele in Italia, Gideon Meir, e il neo presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, il cardinale Jean-Louis Tauran. Il servizio di Chiara Di Mattia:
Le relazioni diplomatiche tra Israele e l’Europa pongono questioni non solo politiche ma anche etiche. C’è una sottile linea di demarcazione - ha spiegato Gideon Meir - tra le legittime critiche alla governance di un Paese e l’antisemitismo. La discriminazione religiosa è insidiosa e tenace, ha sottolineato l’ambasciatore dello Stato ebraico, ed è un atteggiamento ancora molto diffuso, basti pensare che Israele è l’unica democrazia di cui ancora si discuta la legittimità ad esistere. Diretto il riferimento di Meir ai media europei colpevoli, secondo lui, di trasmettere una versione distorta e troppo critica della politica israeliana. E’ stato l’intervento del cardinale Jean-Louis Tauran ad introdurre il discorso sui rapporti tra Israele e Vaticano, analizzando in quattro punti la politica della Santa Sede:
"La Santa Sede, essendo una potenza di carattere morale e religioso, si basa su principi e questi principi ovviamente sono sempre gli stessi. Io ne individuo quattro: il primo, che i Papi hanno voluto rimanere super partes come ultima istanza per tutte le parti del conflitto. Il secondo principio: la Santa Sede quale soggetto di diritto internazionale a carattere religioso non ha mai voluto proporre soluzioni tecniche ma ha cercato piuttosto di facilitarle. Un terzo principio riconosce i diritti legittimi sia degli israeliani, sia dei palestinesi, ad avere uno Stato. Questo perché per la Santa Sede si tratta di un problema di giustizia internazionale. E quarto, la Santa Sede non dimentica la presenza di comunità cristiane sia in Israele, sia in Palestina e quindi ha sempre difeso i loro diritti, in particolare il diritto alla libertà di coscienza e di religione".
Il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso ha poi spostato il ragionamento dalla politica alla fede. Ancora il cardinale Tauran:
"Gerusalemme è un luogo simbolico e ci sono due problemi: un problema politico-territoriale - cioè di sapere se Gerusalemme deve essere la capitale di uno Stato o di due Stati - e un problema spirituale sullo statuto dei luoghi santi delle tre religioni. Questa presenza dei tre luoghi santi dà alla città di Gerusalemme un carattere sacro ed unito e dobbiamo preservare nel futuro questa sacralità e il carattere unico della città dovrebbe essere oggetto di uno statuto speciale internazionalmente garantito.
Al via la prima edizione del "RomaFictionFest", rassegna di produzioni televisive italiane e internazionali
◊ Da oggi e fino al 7 luglio, a Roma e in alcune città del Lazio si svolge la prima edizione del RomaFictionFest, un Festival interamente dedicato alla fiction televisiva italiana e internazionale: 140 titoli con molte anteprime assolute, retrospettive e convegni. Un programma denso e variegato che permette di cogliere e mettere a confronto le tendenze, le tematiche, i linguaggi e le potenzialità del mezzo televisivo, inteso come straordinario veicolo di cultura. Il servizio di Luca Pellegrini:
La fiction televisiva tra storia e fantasia, biografie ed avventure, misteri ed attualità: è una vera e propria esplosione di centinaia di produzioni per il piccolo schermo, spesso di elevata qualità artistica, premiata da grandi ascolti. Un buon motivo per dedicare agli sceneggiati, alle lunghe serialità, un vero e proprio festival con tanto di sezioni e premi. Migliaia di ore dedicate alle fiction del passato e delle prossime stagioni, che il direttore artistico della manifestazione, Felice Laudadio, ha scelto ed organizzato con cura per ribadire che una televisione di cultura è possibile e per riflettere sulla qualità del mezzo televisivo, sulle sue immense potenzialità:
R. - Non c’è dubbio, proprio perché è un Festival internazionale che raccoglie, spero, il meglio della produzione. E’ stato un lavoro immane: 3 mila ore di materiali arrivati, 1700 preselezionati alla fine rimasti “in vetrina” - chiamiamola così - del Festival, 140 titoli provenienti da tutto il mondo. Il senso del RomaFictionFest è il confronto tra le qualità alte delle produzioni, europee in particolare - ne abbiamo anche una quota di americane che è un 20 per cento circa - e quella italiana. Da questo confronto, secondo me, può nascere uno stimolo, ce l’hanno già fatto capire molti sceneggiatori, curiosissimi di poter visionare i materiali di altri Paesi che non si vedono mai. Noi li presentiamo sul grande schermo ed il confronto sarà non solo inevitabile ma necessario, proprio per far crescere la qualità complessiva di un discorso fatto non soltanto di livello artistico ma anche di valori, di storia, di contenuti, e perché no, anche di nuove scoperte e nuovi talenti.
D. - Ci sono tematiche molto forti che la televisione può affrontare con coraggio diventando anche uno strumento di informazione, di verità e di giustizia. Felice Laudadio ne ha avuto esperienza proprio in questi giorni con un film televisivo di grande impatto emotivo e denuncia sociale...
R. - Un film che tratta del problema delle vittime di quella grande tragedia che è stato il "talidomide" e che ha provocato 10 mila nascite di bambini deformi in tutto il mondo in quegli anni. Questo film, che noi abbiamo annunciato anche con molta forza nella conferenza stampa del 12 giungo, non ci sarà, ed è questa la notizia: la compagnia farmaceutica che ha messo in circolazione il “Contergan” - basta andare su un qualunque motore di ricerca e inserire la parola “Contergan”, per trovare centinaia di migliaia di riferimenti a questa tragedia - è riuscita a bloccare, attraverso un ricorso alla Corte suprema tedesca, la possibilità che il RomaFictionFest potesse presentare in anteprima mondiale questo film, peraltro bloccato per la sua programmazione sulla prima rete tedesca. I produttori tedeschi e molti giornalisti tedeschi che stanno seguendo questa vicenda, saranno a Roma per ascoltare, attraverso le parole di Jan Mojto che ha prodotto il film, perché sta avvenendo tutto questo.
Al via l'83.ma plenaria dei vescovi della Colombia, Paese al centro dell'appello del Papa all'Angelus di ieri
◊ “La vita consacrata come dono di Dio per la chiesa particolare”: è il tema principale sul quale i 90 vescovi della Conferenza episcopale della Colombia rifletteranno da oggi fino al 6 luglio nella 83.ma Assemblea plenaria. L’incontro ha un significato assai rilevante per la vita della Chiesa colombiana. Da diversi mesi, una Commissione mista di vescovi e religiosi, nonché la Commissione episcopale per la vita consacrata, hanno lavorato per preparare l’agenda e i differenti contributi da sottoporre all’analisi dei presuli. Lo scopo, secondo quanto si legge sul sito della Chiesa colombiana, è la riflessione sul carisma della vita consacrata e la ricerca di percorsi e modalità che consentano ai religiosi di vivere più intensamente la spiritualità della comunione e di assumere, con accresciuta consapevolezza, la propria vocazione di discepoli e missionari del Signore nelle Chiese particolari. Nella prospettiva dell’edificazione ecclesiale, per mezzo dell’opera congiunta di pastori e consacrati, l’assemblea si soffermerà sull’identità e la missione della vita religiosa nella Chiesa particolare, perché i consacrati possano essere testimoni viventi dell’amore verso Dio e verso l’umanità. Al tempo stesso, verranno sostenuti e incrementati i progetti comuni di collaborazione tra vescovi e religiosi, per rispondere più efficacemente alle sfide vissute oggi dalla Colombia: relativismo, indifferenza, violenza, crisi sociale e politica. I presuli colombiani hanno accolto con soddisfazione e partecipazione le parole con le quali Benedetto XVI, ieri all’Angelus, ha espresso il suo dolore per “la triste notizia del barbaro assassinio di undici deputati regionali del Dipartimento del Valle del Cauca, che per più di cinque anni sono rimasti nelle mani delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia”. I vescovi, pochi giorni fa, avevano lanciato un appello ai colombiani perché le coscienze non restino insensibili a causa dell’assuefazione alla violenza. Infine, i presuli hanno insistito sull’urgente bisogno di trovare, attraverso un “accordo umanitario” tra il governo e la guerriglia delle FARC, uno sbocco alla drammatica situazione di decine di persone sequestrate, alcune, tra l’altro, da molti anni. (L.B.)
Hong Kong: alla Marcia per la democrazia anche il cardinale Joseph Zen Ze-kiun
◊ Per celebrare il 10° anno del ritorno di Hong Kong alla Cina, oltre 68 mila persone hanno preso parte ieri, alla terza edizione alla Marcia per la democrazia. La manifestazione, riferisce l’agenzia AsiaNews è partita da Victoria Park e si è snodata per le vie del centro fino a raggiungere, dopo 4 ore, la sede del governo in Central. Fra le personalità che hanno partecipato alla marcia il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, che per la prima volta ha voluto marciare con i dimostranti per tutto il tragitto, Anson Chan, già segretaria generale del governo, il democratico Martin Lee Chu-ming e l’imprenditore cattolico Jimmy Lai Chee-ying, presidente del gruppo Next Media. In tanti si sono uniti alla marcia per criticare la politica del governo di Hong Kong e la situazione di crescente povertà. Altri hanno marciato anche per chiedere la liberazione del giornalista Ching Cheong, arrestato e condannato per “spionaggio”. Il responsabile degli organizzatori, Jackie Hung Ling-yu, del Fronte per i diritti umani e civili, ha ringraziato tutti della partecipazione, la più alta in 3 anni, e ha domandato al governo di ascoltare la voce della popolazione. (T.C.)
Con 81 milioni di euro, l’“Aiuto alla Chiesa che Soffre”, ha finanziato nel 2006 5.100 progetti in parrocchie e diocesi di 137 Paesi
◊ Ha ricevuto in donazione più di 81 milioni di euro, con un incremento vicino al 10 per cento rispetto all’anno precedente, l’Opera di Diritto Pontificio “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. A diffondere il dato è la stessa associazione che ha appena pubblicato la Relazione dell’Anno 2006. In una lettera indirizzata ai collaboratori e benefattori, il presidente internazionale, Hans-Peter Röthlin, ed il direttore della Spagna, Javier Menéndez Ros, segnalano che “il 2006 è stato un anno buono. Certamente i numeri dicono qualcosa, ma non possono misurare l’amore, il vostro amore” che si è tradotto nel finanziamento di quasi 5.100 progetti in parrocchie e diocesi di 137 Paesi. In Africa, scrive l’agenzia Fides, l’azione di ACS si è incentrata in modo speciale in Sudan, Repubblica del Congo ed Angola. I primi due Paesi continuano a soffrire le conseguenze di lunghe guerre civili ed i cristiani sono vittime dell’oppressione e della discriminazione di buona parte della popolazione; mentre l’Angola, una volta terminata la guerra, ha bisogno dell’aiuto per ricostruire le infrastrutture ecclesiali distrutte durante il conflitto. In Europa, i progetti sviluppati in Ucraina hanno raggiunto i 3,8 milioni di euro, mentre in Russia la quantità è vicina a 2,4 milioni di euro destinati alla Chiesa Cattolica, alla Chiesa Ortodossa e all’impulso del dialogo ecumenico tra le due Confessioni. Nel continente europeo sono stati anche significativi, durante il 2006, gli aiuti destinati a Bosnia-Erzegovina e Croazia. Altri Paesi prioritari nell’azione di ACS durante il 2006: Cuba, Haiti, Cina, Myanmar e Vietnam. Pakistan ed il Nord della Nigeria hanno riscosso grande importanza nel lavoro di ACS. Inoltre l’Opera ha continuato ad appoggiare la ricostruzione delle chiese e delle parrocchie dopo le grandi catastrofi degli scorsi anni, come per esempio lo tsunami del sud-est asiatico. La maggior parte delle donazioni - il 29,8 per cento - è stato destinato a progetti di costruzione. Le offerte per le Messe rappresentano il 17,6 per cento degli aiuti; le iniziative di evangelizzazione il 16 per cento, e l’appoggio alla formazione basilare e continua di sacerdoti, religiosi e laici, il 14,2 per cento. Sempre durante il 2006, il 4 per cento delle entrate è stato destinato alla diffusione della Bibbia del Bambino, del Piccolo Catechismo ‘Io Credo’, ed altro materiale catechistico. Tra i dati più significativi l’appoggio a 16.724 seminaristi di tutto il mondo e l’aiuto alla costruzione di 537 cappelle e chiese. (T.C.)
Con i simboli della GMG giunge in Australia il messaggio di speranza, pace e amore di Cristo per l’umanità: così mons. Wilson all’arrivo della Croce e dell’Icona mariana a Sydney
◊ “Come la torcia olimpica, ma ben più sacra e ricca di significato, questi simboli annunciano l’arrivo della Gmg in Australia l’anno prossimo”: è quanto ha detto ieri a Sydney mons. Anthony Colin Fisher, vescovo ausiliare e vicario episcopale di Sydney, coordinatore della Giornata mondiale della Gioventù 2008 (15-20 luglio), durante la consegna della Croce e dell’Icona mariana ai giovani australiani da parte di un gruppo di ragazzi neozelandesi. “La Croce e l’Icona hanno viaggiato sulle spalle di giovani in ogni parte del mondo per oltre vent’anni, portando un messaggio di speranza, di pace e dell'amore di Cristo per l’umanità. Questi simboli viaggeranno ora attraverso il nostro Paese, toccando le vite di molti giovani australiani” ha dichiarato l’arcivescovo di Adelaide, mons. Philip Edward Wilson, presidente della Conferenza episcopale australiana. I simboli della Giornata mondiale della gioventù, scrive l’agenzia SIR, sono stati accolti, nel corso di una cerimonia che si è svolta all’aeroporto di Sidney, dal primo ministro John Howard, dal premier del Nuovo Galles del Sud Morris Iemma e da migliaia di giovani. Durante l’accoglienza è stato eseguito in anteprima l’inno della Gmg08 “Receive the Power”, cantato da Guy Sebastian e da Paulini. Il pellegrinaggio della Croce e dell’Icona mariana toccherà in 12 mesi più di 400 comunità, sarà possibile seguirlo su www.wyd2008.org. (T.C.)
“Eticamente inaccettabile” per il cardinale Rouco Varela l’“Educazione alla cittadinanza” che il governo spagnolo vuole come disciplina obbligatoria nelle scuole
◊ Il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, ha definito “incostituzionale” ed “eticamente inaccettabile” l’ “Educazione alla cittadinanza”, la nuova materia che il governo spagnolo intende inserire nelle scuole. A suo avviso, riferisce l’agenzia SIR, la disciplina “indottrina sull’uomo ed i suoi principi, personali e sociali” ed è grave che si cerchi di imporre un tipo di “comportamenti poco civici della gioventù”. Le riserve riguardano il concetto di persona umana e di famiglia, che contrasta con la visione del magistero della Chiesa. Per il porporato la disciplina dovrebbe essere “facoltativa” e non obbligatoria come chiede il governo, che, così facendo, “cade nella tentazione dell’ideologia di Stato”. Di fronte a questa situazione, “l’obiezione di coscienza è una chiara possibilità”, ha ribadito la scorsa settimana in chiusura di un corso estivo all’Università San Pablo-Ceu di Madrid. Il cardinale Rouco ha invitato i genitori a proporre ricorsi contro questa materia. “Quando non viene rispettato il bene comune – ha affermato – tutto il sistema rimane gravemente danneggiato”. (T.C.)
I vescovi statunitensi promuovono una serie di spot sul valore del matrimonio
◊ Un campagna per far conoscere il valore del matrimonio: a promuoverla in una serie di spot televisivi e radiofonici lanciata il 27 giugno i Comitati dei vescovi statunitensi sul Matrimonio e la Vita Familiare e le Comunicazioni. La campagna, scrive l’agenzia Zenit, fa parte di un’Iniziativa Pastorale Nazionale pluriennale per il Matrimonio. Il programma è stato approvato dai presuli statunitensi nel novembre 2004. La prima fase (2005-2007) è consistita nella ricerca e consultazione. La seconda (2007-2008) prevede la campagna di spot e la redazione di una lettera pastorale. La terza fase (2008-2011) includerà l’implementazione e lo sviluppo di risorse pastorali e la valutazione. Le persone intervistate per la strada, che raccontano della loro vita quotidiana, mostrano come le gentilezze a breve termine cementino una relazione che dura una vita. Con aspetti di vita umoristici, gli spot spingono la gente a pensare e a fare di più per gli impegni che hanno assunto. Le coppie, giovani e anziani che rappresentano una vasta gamma di background culturali ed etnici, sono state interpellate in parchi e altri luoghi pubblici a Washington, New York, Los Angeles, Austin (Texas) e Providence (Rhode Island). Gli spot possono essere visti ed ascoltati su www.foryourmarriage.org, il sito web per la campagna sul matrimonio che offre anche altre risorse per aiutare le coppie a costruire unioni solide. Gli spot televisivi e radiofonici sono sovvenzionati dalla Campagna di Comunicazione Cattolica dei Vescovi statunitensi, che raccoglie fondi nelle parrocchie della Nazione per sostenere le attività mediatiche della Chiesa. Nell’annunciare la campagna, l’arcivescovo di Knoxville, mons. Joseph Edward Kurtz, presidente del Comitato episcopale per il Matrimonio e la Vita Familiare, ha detto che “i matrimoni sani sono la base della nostra Chiesa e della nostra società”. “La Chiesa – ha aggiunto – cerca di fare tutto il possibile per incoraggiare ciò che costituisce un matrimonio solido: preghiera, fedeltà, impegno, e le piccole cose che contano”. (T.C.)
Corsi parrocchiali e seminari estivi sui valori del matrimonio e della vita nell’arcidiocesi del Messico
◊ “Noi ci rendiamo conto di quante aggressioni ci sono contro la famiglia, e quando parliamo di questo includiamo la vita e il matrimonio, perciò aumentano sempre più i divorzi e le famiglie disintegrate: lo ha affermato mons. Enrique Glennie Graue, vicario generale dell’arcidiocesi di Mexico e segretario esecutivo della Pastorale Familiare della Conferenza episcopale messicana (CEM) a proposito della recente approvazione di alcune leggi contro la vita e la famiglia in Messico. “Alla Chiesa tocca difendere la famiglia e la vita, perché stanno agendo contro i Diritti umani” ha puntualizzato il presule riferendosi al lavoro realizzato dall’arcidiocesi di Mexico per fortificare la coscienza dei fedeli attraverso la Pastorale Familiare che ha la sua base nelle parrocchie. “Dobbiamo agire fin dall'inizio, con i corsi prematrimoniali, affinché la gente prenda più responsabilità dell’impegno che assume, e dopo continuando a seguire ed accompagnare le coppie nei diversi momenti della loro vita”. Per lavorare su questi aspetti, riferisce l’agenzia Fides, l’Istituto Sedes Sapientiae ha organizzato un corso estivo su “La Famiglia: sfide e prospettive per la pastorale attuale”, che è anche parte del cammino di preparazione verso l’Incontro Mondiale delle Famiglie in programma in Messico nel 2009. Il seminario avrà come base i lineamenta compresi nel nuovo Direttorio Nazionale di Pastorale Familiare valido per tutta la Chiesa del Messico. (T.C.)
Un Capitolo per giovani Frati Minori a Nazareth e Gerusalemme per riscoprire lo spirito che anima i religiosi nella cura dei luoghi santi
◊ Circa 200 giovani frati minori di tutto il mondo sono riuniti da ieri a Nazareth per un Capitolo spirituale. Con l’iniziativa, organizzata in occasione degli ottocento anni della fondazione dell’Ordine dei frati minori, si vuole dare rilievo alla particolare cura che i francescani dedicano ai luoghi santi, custoditi fin dai tempi del Santo di Assisi. Il meeting, scrive l’agenzia SIR, voluto dal ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori fr. José Rodríguez Carballo, si svolgerà a Nazareth fino a 5 luglio, mentre dal 6 all’8 luglio farà tappa a Gerusalemme. L’iniziativa, sul tema “Secondo la tua parola”, vuole, come si legge in una nota della Custodia di Terra Santa, “instaurare un confronto proficuo tra Governo centrale dell’Ordine e giovani frati sparsi in tutte le realtà del mondo, per affrontare le difficoltà della vita religiosa; porsi in ascolto della Parola di Dio; operare il necessario discernimento per rifondare la presenza francescana nel mondo e camminare con rinnovato entusiasmo nella via della conversione e della testimonianza di Gesù”. La celebrazione di questo Capitolo in Terra Santa indica anche “la volontà di dialogo e di cristiana speranza che non viene mai meno, neanche di fronte alle situazioni di difficile convivenza tra i popoli, nello spirito di San Francesco che ha sempre predicato, con la vita e le parole, la riconciliazione e la pace”. (T.C.)
Padre Bossi, il missionario rapito nelle Filippine, è vivo. Lo rivela il comandante dell'esercito filippino - Elezioni senza incidenti a Timor Est: in testa il Fretilin, il Fronte Rivoluzionario Indipendente
◊ Ancora raid aerei in Iraq: le operazioni militari, compiute nell’area di Diwaniya, hanno provocato la morte di almeno 14 persone. I vertici militari statunitensi hanno lanciato, intanto, dure accuse contro il movimento di Hezbollah. Secondo i servizi di intelligence americani, l’Iran starebbe utilizzando i miliziani libanesi per armare i militanti sciiti in Iraq. Le accuse si fonderebbero su confessioni di miliziani Hezbollah arrestati nel Paese del Golfo.
- È partito alla volta di Roma il presidente afgano Hamid Karzai, che questa sera sarà ricevuto dal presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi. Per domani è prevista la Conferenza internazionale su giustizia e stato di diritto in Afghanistan con il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon e il segretario generale della NATO, Jaap de Hoop Scheffer. Prima di partire per l’Italia, il presidente afghano ha istituito una commissione di inchiesta governativa per far luce sull’ultima strage di civili, avvenuta la notte scorsa a Gereshk, nell’Afghanistan meridionale. L’operazione avrebbe provocato la morte di un centinaio di civili. Secondo la Commissione indipendente per i diritti umani sono almeno 380 i civili rimasti uccisi, dall'inizio dell’anno, in seguito ad attentati e operazioni militari compiute da forze internazionali.
- Nei Territori Palestinesi un raid aereo, condotto dall’aviazione israeliana in Cisgiordania, ha provocato la morte di un miliziano di Al Fatah. Nella Striscia di Gaza sono stati sequestrati, poi, dieci miliziani di Hamas ed il portavoce del gruppo che ha rapito il giornalista britannico, Alan Johnston. Da sottolineare, inoltre, che è terminato il blocco dei trasferimenti di fondi da parte di Israele all’Autorità Nazionale Palestinese. Il nostro servizio:
Israele ha trasferito oltre 100 milioni di dollari all’Autorità Nazionale Palestinese provenienti dai dazi doganali riscossi per contro dei palestinesi. In totale saranno consegnati più di 400 milioni di dollari. Tali proventi erano stati congelati dallo Stato ebraico poco dopo la vittoria alle elezioni, 16 mesi fa, da parte del partito radicale Hamas. Il congelamento era stato deciso proprio per evitare che questi fondi giungessero ai dirigenti del gruppo fondamentalista. L’odierna decisione dello Stato ebraico costituisce adesso un importante provvedimento per le disastrate casse palestinesi. E’ poi il primo passo concreto di Israele a sostegno del nuovo governo palestinese, guidato da esponenti di Al Fatah, dopo la destituzione dell’esecutivo di Hamas. Rimane invece il boicottaggio di Israele, Stati Uniti e Unione Europea contro la Stricia di Gaza, controllata quasi interamente dai miliziani di Hamas e sempre più isolata. Il valico di Rafah, tra l’Egitto e Gaza, è chiuso ormai da 20 giorni e la situazione umanitaria è drammatica. A Gaza, intanto, miliziani legati ad Hamas hanno rapito il portavoce del cosiddetto Esercito dell’Islam, la milizia che tiene in ostaggio il giornalista britannico Alan Jonston. L’Esercito dell’Islam ha sequestrato, a sua volta, dieci militanti di Hamas.
- E’ in corso a Kennebunkport, cittadina del Maine, il vertice tra il presidente americano, George W. Bush, ed il capo di Stato russo, Vladimir Putin. In agenda, ci sono i contrasti sullo scudo antimissile statunitense, la situazione in Medio Oriente, la questione del Kosovo e i programmi nucleari iraniano e nord coreani. Tra gli obiettivi del vertice c’è, in particolare, quello di rilanciare i negoziati in vista della scadenza, nel 2009, del Trattato per la riduzione delle armi strategiche in Europa.
- Dalle Filippine, giungono nuove notizie sulla drammatica vicenda del sequestro di padre Giancarlo Bossi, rapito lo scorso 10 giugno nel sud del Paese: secondo autorevoli fonti militari filippine, il missionario è vivo. Il servizio di Beatrice Bossi:
Il missionario italiano, padre Giancarlo Bossi è ancora vivo. Lo rivela il comandante dell’esercito delle Filippine senza fornire ulteriori precisazioni sulle operazioni in corso. Secondo diverse fonti, padre Bossi sarebbe stato rapito da alcuni dissidenti del Fronte Moro Islamico di Liberazione (MILF). Il Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) ha diffuso intanto un comunicato, a firma del superiore generale Gian Battista Zanchi, nel quale si precisa che domani giungerà a Mindanao una delegazione dell’unità di crisi del ministero degli Esteri italiano per collaborare con le autorità locali e con i missionari. Il PIME sottolinea anche di non voler essere coinvolto in dispute politiche e si dispiace che la vita di una persona venga così strumentalizzata. In Italia continuano, infatti, le controversie sul sequestro di padre Bossi: l’opposizione lamenta, in particolare, uno scarso impegno del governo. Il ministero degli Esteri assicura, invece, di aver adottato tutte le misure necessarie. Secondo Pinuccia Bossi, sorella del missionario, queste polemiche sono controproducenti e rendono ancora più difficile la liberazione di suo fratello.
- Primi risultati delle elezioni legislative svoltesi, l’altro ieri, a Timor Est in un clima di regolarità e correttezza, secondo gli osservatori europei. In base ai primi dati, è in testa il Fretilin, il Fronte Rivoluzionario Indipendente, con oltre il 33 per cento delle preferenze. Segue il Consiglio nazionale per la Ricostruzione, che avrebbe ottenuto poco più del 22 per cento dei voti. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:
Continua lo spoglio delle schede a Timor Est, l’ex colonia portoghese diventata indipendente 5 anni fa e chiamata ad eleggere sabato un nuovo parlamento e un nuovo governo in grado di assicurare stabilità politica e prosperità economica. Le operazioni si stanno svolgendo più lentamente del previsto. Da ieri, soltanto il 20% dei voti è stato scrutinato. Lo spoglio nella capitale Dili, dove è concentrata la metà del circa mezzo milione di elettori, non è ancora iniziato. Per i risultati ufficiali si dovrà aspettare la fine della settimana. Nelle elezioni, che si sono svolte senza incidenti, partecipano 14 partiti, ma la sfida è solo tra due: tra il carismatico eroe indipendentista Xanana Gusmao e il suo rivale Mari Alkatiri che guida il partito di maggioranza Fretilin, costretto alle dimissioni dopo la sanguinosa rivolta militare di un anno fa. Secondo le previsioni nessuno di loro, però, sarebbe in grado di ottenere una maggioranza dei seggi parlamentari e sarà quindi necessario formare una coalizione con i partiti minori per dar vita al governo. (Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola)
- In Italia, il governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul decreto legge per il contrasto dell'emergenza rifiuti in Campania. Ieri, intanto, l’ex comandante generale della Guardia di Finanzia, Roberto Speciale, ha querelato per diffamazione e calunnia il capo dell’esecutivo, Romano Prodi, ed il ministro dell’Economia, Padoa Schioppa, per le affermazioni in Parlamento sul caso Visco. Immediate le reazioni politiche. Giampiero Guadagni:
La decisione del generale Speciale di querelare Prodi e Padoa Schioppa riguarda le accuse di slealtà e inadeguatezza rivoltegli dal Ministro dell’Economia durante il dibattito di qualche settimana fa in Senato. Speciale, davanti ai magistrati, aveva parlato di pressioni da parte del vice-ministro Visco su alcuni ufficiali delle Fiamme Gialle che indagavano sulla scalata di Unipol a BNL. Speciale è stato rimosso dal comando della Guardia di Finanza; a Visco sono state tolte le deleghe in materia. Dopo la querela di Speciale, riesplode inevitabilmente la politica: l’opposizione compatta sollecita le dimissioni di Visco e un nuovo dibattito in Parlamento, l’Unione parla di polemiche strumentali e il governo fa saper di non essere preoccupato. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)
- Tragedia in Perù: almeno 20 eprsone sono morte per lo scontro tra un autobus e un camion. L'incidente è avvenuto nei pressi della località di San Pedro de Lloc, a circa 600 chilometri da Lima. Secondo le prime ricostruzioni, lo scontro è avvenuto a causa della nebbia e per l'eccessiva velocità dell'autobus. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 183
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