Logo 50Radiogiornale Radio Vaticana
Redazione +390669883674 | +390669883998 | e-mail: sicsegre@vatiradio.va

SOMMARIO del 28/06/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI indice il secondo Sinodo speciale per l’Africa. Si terrà nell’ottobre del 2009 sul tema della pace e della giustizia
  • Primi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura: il Papa lancia l'Anno Paolino
  • Nella solennità dei Santi Pietro e Paolo il Papa impone il Pallio a 46 arcivescovi metropoliti
  • La delegazione del Patriarcato di Costantinopoli a Roma per la solennità dei Santi Pietro e Paolo
  • Nei prossimi giorni la pubblicazione del Motu Proprio del Papa sull'uso del Messale promulgato da Giovanni XXIII nel 1962
  • Le udienze del Papa
  • Nomine
  • Due anni fa la presentazione del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica
  • Domani la conclusione in Polonia del Congresso mondiale dell'apostolato del Mare
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Commemorato a Roma il centenario della nascita del cardinale cileno Raúl Silva Henríquez: intervista con il cardinale Rodríguez Maradiaga, neopresidente di Caritas Internationalis
  • Chiesa e Società

  • Iraq: 30 morti per un'autobomba. Altri due cristiani uccisi a Mosul
  • L’episcopato francese esprime solidarietà ai cristiani in Iraq e chiede azioni coraggiose a responsabili politici e religiosi
  • Il presidente dei vescovi del Pakistan Lawrence Saldanha assicura la preghiera della Chiesa per le vittime e le famiglie colpite dal ciclone che si è abbattuto sulle coste del Balochistan
  • Si è spento in Terra Santa all'età di 87 anni il teologo e biblista domenicano francese, padre Marcel Jacques Dubois, pioniere del dialogo ebraico-cristiano
  • A Varsavia reso noto il comunicato della Commissione storica dell'episcopato polacco sulla presunta collaborazione con il passato regime comunista, di sacerdoti poi diventati vescovi
  • Nella lotta all’AIDS in Kenya serve cooperazione fra tutti gli operatori. Così alla conferenza nazionale sull’Aids organizzata dai vescovi locali a Nairobi
  • L’ arcivescovo di Bukavu: la Repubblica Democratica del Congo rischia una nuova guerra
  • Stop alle esecuzioni di minori in Iran. Così Amnesty International che ha pubblicato un nuovo rapporto sulla pena di morte nel Paese islamico
  • Il Kirghizistan abolisce la pena di morte nell’ambito di una riforma del codice penale
  • Le vocazioni in Europa in primo piano all’incontro annuale dell’ dell’European Vocations Service che prende il via oggi in Croazia
  • Alla Federazione Italiana dello Scautismo, il patronato permanente della Presidenza della Repubblica
  • Riconosciuta una nuova famiglia religiosa: si tratta dei Francescani di Maria Missionari del Ringraziamento fondati da un sacerdote spagnolo
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Iraq, 30 morti per un attentato in un quartiere sciita di Bagdad - Visita degli ispettori AIEA in Corea del Nord
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI indice il secondo Sinodo speciale per l’Africa. Si terrà nell’ottobre del 2009 sul tema della pace e della giustizia

    ◊   Annuncio importante oggi per la Chiesa del continente africano: Benedetto XVI ha indetto la Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Il tema dell’assise ecclesiale sarà: La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace “Voi siete il sale della terra…Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14). L’assemblea sinodale si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre dell’anno 2009. Per una riflessione sull’importanza di questo evento, Alessandro Gisotti ha intervistato l’arcivescovo ghanese di Accra, Gabriel Charles Palmer-Buckle:


    R. - Abbiamo avuto la prima assemblea nel 1994. Sono passati, dunque, più di dieci anni e le cose sono cambiate molto rapidamente in questi ultimi tempi. Già Giovanni Paolo II aveva promesso di tenere questo sinodo, questa assemblea, e allora dico un grazie perché il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato di farlo e credo che ne abbiamo bisogno. L’Africa oramai sta subendo degli sviluppi veramente molto rapidi e questi sviluppi incidono anche sulla Chiesa e sulla pastorale della Chiesa. Per noi, del continente africano, è veramente un buon auspicio.

     
    D. – Il tema scelto per questa assemblea sinodale mette l’accento sul ruolo della Chiesa in favore della riconciliazione, della giustizia e della pace. Sono questi i temi forti per i vescovi dell’Africa anche nella sua esperienza ad Accra?

     
    R. – Certamente! Nella mia esperienza ad Accra, per esempio, ho avuto la grazia, diciamo un’occasione unica, di lavorare con la Commissione per la riconciliazione nazionale dal 2002 al 2005, e mi ha fatto veramente capire che la riconciliazione è molto importante per questo mio Paese, il Ghana, che non ha avuto ancora, fortunatamente, una crisi di guerra civile o qualche cosa del genere. Allora quando vedo quello che è successo in Nigeria, Liberia, Sierra Leone, Congo, capisco che è veramente un fatto importante che questo tema di riconciliazione porti alla giustizia e anche alla pace; noi come presuli possiamo sviluppare una pastorale che avrà questo come obiettivo.

     
    D. – Anche recentemente, in occasione del G8, Benedetto XVI ha esortato i Paesi sviluppati ad assumersi le proprie responsabilità verso l’Africa. Come vengono accolti dai fedeli africani questi appelli del Papa?

     
    R. – Questi appelli del Papa seguono quelli che i nostri capi di Stato hanno fatto molte volte e anche noi, come vescovi, abbiamo fatto tante volte. Mi ricordo nell’anno del Grande Giubileo, per esempio, siamo andati al Fondo Monetario Internazionale per questo motivo. Quello che dice Benedetto XVI è l’appello della Chiesa cattolica dell’Africa e dell’ONU, quindi è una voce profetica molto importante.

    inizio pagina

    Primi Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura: il Papa lancia l'Anno Paolino

    ◊   Oggi Benedetto XVI indirà ufficialmente l’Anno Paolino per commemorare i 2000 anni della nascita dell’Apostolo delle Genti, che si fa risalire tra l’anno 6 e l’anno 10 dopo Cristo. L’annuncio avverrà durante la celebrazione dei Primi Vespri presieduti nel pomeriggio dal Papa nella Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell'evento a partire dalle 17.20 con commento in italiano sull'onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. L’Anno Paolino partirà il 29 giugno del prossimo anno per concludersi il 29 giugno del 2009. Sul significato di questo evento ascoltiamo il padre gesuita Francesco Rossi de Gasperis del Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme, intervistato da Fabio Colagrande:

     
    R. - Studiare Paolo non tanto in se stesso, come un caso eccezionale della vita apostolica della Chiesa, ma piuttosto integrato nella catechesi globale del Nuovo Testamento a cui appunto dobbiamo tornare, mi sembra che sia provvidenziale. Segnalandone veramente quello che è proprio originale, ma nello stesso tempo senza farne un caso a parte, un paolismo, un paolinismo, un cristianesimo diverso da quello degli altri apostoli.

     
    D. - Ecco, diciamo, la dimensione universale del suo apostolato è uno degli elementi che viene più spesso sottolineato…

     
    R. – Certamente. Quello che mi pare interessante in Paolo è mostrare come questo ecumenismo in lui è stata la scoperta all’interno del proprio ebraismo. A Paolo, nell’incontro tutto speciale con Gesù risorto, si è aperta nella coscienza la consapevolezza che Gesù risorto rappresenta un’apertura globale del suo giudaismo, del suo ebraismo: non è uscito dalla visione farisaica, ebraica, che era la sua, ma questa visione è stata completamente rinnovata e aperta proprio dall’incontro con il Gesù risorto, prima che con il Gesù storico, perchè Paolo non ha mai incontrato il Gesù storico prima della Risurrezione, lo ha incontrato già glorificato e questa glorificazione ha saputo vederla all’interno della sua fede ebraica, proprio perché essa è contenuta nell’Antico Testamento come la vocazione di Israele, in fondo, quella di aprirsi per essere la nazione della benedizione del Signore per tutte le genti.

     
    D. - Ecco, qual è dunque, padre Rossi De Gasperis, il ruolo reale dell’Apostolo delle Genti nella fondazione del cristianesimo?

     
    R. - E’ quello di aver capito che l’universalità del messaggio evangelico fa parte proprio della radice ebraica, fa parte del disegno di Dio fin dal principio, della fede di Abramo, che è diretta per essere la benedizione di tutte le nazioni della terra. Questo, certamente, Paolo lo ha avuto come carisma particolare, direi che poi è ciò che lo ha fatto chiamare, e lui stesso si è chiamato, “l’Apostolo delle Genti”. Non nel senso che crea un cristianesimo nuovo a parte, ma nel senso che lo porta fino in fondo a quella che era la vocazione già vista dai grandi profeti come un seme che deve nascere, che deve mettere radici per essere l’albero della salvezza, l’ulivo della salvezza per tutte le genti.

    inizio pagina

    Nella solennità dei Santi Pietro e Paolo il Papa impone il Pallio a 46 arcivescovi metropoliti

    ◊   Domani mattina alle 9.30, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, il Papa presiederà nella Basilica Vaticana la Concelebrazione eucaristica con 46 arcivescovi metropoliti ai quali imporrà il sacro Pallio. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca del rito a partire dalle 9.20 con commenti in italiano, inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese. Ma che cosa è e cosa simboleggia il Pallio? Giovanni Peduto lo ha chiesto a mons. Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche pontificie:


    R. – Il Pallio è una specie di sciarpa bianca ed è un’insegna antica, soprattutto in Occidente era caratteristica del Papa di Roma. Già sappiamo che nel quarto secolo il Papa usava il Pallio. Probabilmente era un’insegna di dignità imperiale che venne passata ai vescovi. Il Pallio poi venne dato da Roma ai metropoliti, soprattutto al tempo di Gregorio VII, subito dopo l’anno Mille, quando c’era la necessità di controllare l’elezione dei vescovi. Da quel periodo i metropoliti venivano a Roma per ricevere il Pallio. Successivamente, il Pallio venne concesso anche a quelli che non erano metropoliti come un’insegna di onore. E ultimamente, parlo della fine degli anni ’70, c’è stata la riforma del Pallio voluta da Paolo VI, per cui il Pallio oggi viene concesso solo ai metropoliti e viene concesso in grande maggioranza il 29 giugno, nella solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo, proprio per sottolineare il legame di chi porta il Pallio con la Sede Apostolica.

     
    D. – Qualcosa ancora sulla simbologia del Pallio…

     
    R. – La simbologia del Pallio è andata arricchendosi lungo i secoli. All’inizio aveva una simbologia soprattutto ecclesiale, cioè in tutto il primo millennio il Pallio indicava la pecorella che si era smarrita, quindi, di conseguenza, stava a significare il pastore che portava la pecore sulla spalla sinistra. E’ il Pallio che è stato ripreso anche adesso da Papa Benedetto. E’ il Pallio che noi troviamo in tutta l’iconografia, in tutti i mosaici del primo millennio. Successivamente, dopo il primo millennio, il Pallio ha cambiato forma; non si è più capito che era il simbolo della pecorella smarrita, ma è stato messo ad ipsilon sulla persona che lo portava e ha assunto un altro significato. Le croci rosse hanno assunto il significato delle piaghe del Signore. Gli spilloni, hanno assunto il significato dei tre chiodi della crocifissione. E quindi il Pallio ha avuto soprattutto un significato cristologico, del Cristo Buon Pastore. Oggi noi abbiamo questi due elementi insieme. Il Pallio è fatto di lana e sta a significare la pecora che si è smarrita, porta gli spilloni ed ha queste croci a significare che il Buon Pastore dà la vita per le sue pecore.

    inizio pagina

    La delegazione del Patriarcato di Costantinopoli a Roma per la solennità dei Santi Pietro e Paolo

    ◊   Per la Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni dell’alma città di Roma, giunge ogni anno in Vaticano una delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, mentre una rappresentanza della Santa Sede partecipa alle celebrazioni che si tengono a Istanbul il 30 novembre, festa di Sant’Andrea. Sul significato di questo scambio di visite ascoltiamo, al microfono di Giovanni Peduto, mons. Eleuterio Fortino, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani:


    R. – E’ stata un’iniziativa feconda in una duplice direzione. Innanzitutto uno scambio regolare fra Roma e Costantinopoli due volte l’anno dà l’occasione di uno scambio di informazioni, di aggiornamento e anche di coordinamento di iniziative. In secondo luogo lo scambio avviene per due feste: le feste patronali di Sant’Andrea al Patriarcato Ecumenico e dei Santi Pietro e Paolo a Roma. Questo mostra che l’orientamento del dialogo è innanzitutto sottoposto alla invocazione a Dio. Un orientamento spirituale perché – come ci ha ricordato Papa Giovanni Paolo II - nelle relazioni ecumeniche occorre che la preghiera abbia il primato: la preghiera anima, la preghiera orienta, la preghiera sostiene.

     
    D. – Qual è la rappresentatività della delegazione di quest’anno?

     
    R. – Come al solito il Patriarca Ecumenico, a meno che non venga lui personalmente, invia una delegazione qualificata, sempre presieduta da un metropolita. Quest’anno il capo della delegazione è il metropolita di Francia, Emmanuel, accompagnato dal metropolita di Sasima Gennadios, che è il segretario della Commissione mista internazionale per il dialogo. Questo vuol dire che nelle conversazioni che si avranno a Roma si parlerà anche della preparazione dell’incontro della Commissione mista che avrà luogo a Ravenna dall’8 al 15 ottobre prossimo.

     
    D. – A che punto è il dialogo fra cattolici e ortodossi?

     
    R. – Dopo la riunione di Belgrado, positiva nel suo svolgimento e nelle questioni trattate, la prossima sessione dovrà continuare lo studio già fatto che è su conciliarità e autorità nella Chiesa, ai vari livelli nella Chiesa: a livello diocesano, a livello metropolitano patriarcale; e il tema della prossima sessione è “Conciliarità e autorità nella Chiesa a livello universale”, cioè la Commissione si avvia a studiare la questione più importante delle relazioni tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa che è quella del ruolo del Papa nella Chiesa di Dio.

    inizio pagina

    Nei prossimi giorni la pubblicazione del Motu Proprio del Papa sull'uso del Messale promulgato da Giovanni XXIII nel 1962

    ◊   Si è svolta ieri pomeriggio in Vaticano una riunione, presieduta dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, in cui è stato illustrato ai rappresentanti di diverse Conferenze episcopali il contenuto e lo spirito dell’annunciato “Motu proprio” del Papa sull’uso del Messale promulgato da Giovanni XXIII nel 1962: si tratta dell'ultima edizione del Messale in latino in vigore prima della riforma liturgica del Concilio Ecumenico Vaticano II. Benedetto XVI si è recato a salutare i presenti e si è intrattenuto con loro in un’approfondita conversazione per circa un’ora. La pubblicazione del documento – che sarà accompagnato da un’ampia lettera personale del Pontefice ai singoli vescovi - è prevista entro alcuni giorni, quando il documento stesso sarà stato inviato a tutti i presuli con la indicazione della sua successiva entrata in vigore.

    inizio pagina

    Le udienze del Papa

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in successive udienze: il cardinale Jozef Tomko, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, l’arcivescovo Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, e un gruppo di presuli della Conferenza episcopale di Porto Rico, in Visita “ad Limina”.

    inizio pagina

    Nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Superior (U.S.A.), presentata da S.E. Mons. Raphael M. Fliss, per raggiunti limiti di età. Il Papa ha nominato Vescovo di Superior (U.S.A.) il Rev.do Sacerdote Peter F. Christensen, del clero dell’arcidiocesi di Saint Paul and Minneapolis, Parroco della Parrocchia "The Nativity of Our Lord" in Saint Paul. Il Rev.do Peter F. Christensen è nato il 24 dicembre 1952 a Pasadena (California) ed è stato ordinato sacerdote il 25 maggio 1985 per l'arcidiocesi di Saint Paul and Minneapolis.

    In Italia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea presentata da S.E. Mons. Domenico Tarcisio Cortese, O.F.M., per raggiunti limiti di età. Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea il Rev.do Mons. Luigi Renzo, del clero dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati, finora Vicario Generale e Parroco della Cattedrale della medesima arcidiocesi. Il Rev.do Mons. Luigi Renzo è nato a Campana, in provincia di Cosenza e arcidiocesi di Rossano-Cariati, il 28 giugno 1947 ed è stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Rossano-Cariati l’8 agosto 1971. È membro dell’Istituto Secolare dei Sacerdoti Missionari della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.

    Sempre in Italia, Benedetto XVI ha nominato Vescovo di Avezzano il Rev.do Mons. Pietro Santoro, del clero dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto, finora Parroco e Vicario Episcopale nella medesima arcidiocesi. Il Rev.do Mons. Pietro Santoro è nato a Vasto (Chieti) il 4 febbraio 1946. Papa Paolo VI lo ha ordinato sacerdote il 17 giugno 1970.

    Nel Regno di Tonga, il Papa ha nominato Vescovo Coadiutore di Tonga il Rev.do Soane Patita Paini Mafi, Vice-Rettore del Seminario Regionale del Pacifico a Fiji. Il Rev.do Soane Patita Paini Mafi è nato il 19 dicembre 1961, a Nuku’alofa, sull’isola di Tongatapu, nella Diocesi di Tonga ed è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1991.

    In Nigeria, il Santo Padre ha nominato Ausiliare della diocesi di Idah il Rev.do P. Anthony Ademu Adaji, M.S.P., Economo del St. Paul’s Seminary di Abuja, assegnandogli la sede titolare vescovile di Turunda. Il Rev.do P. Anthony Ademu Adaji, M.S.P., è nato il 13 ottobre 1964, a Ukpaba, Diocesi di Idah, Stato di Kogi ed è stato ordinato sacerdote il 1° luglio 1995. Appartiene alla Società Missionaria di San Paolo di Nigeria.
     Infine, il Papa ha nominato Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti il Rev.do Mons. Novatus Rugambwa, finora Consigliere della Nunziatura Apostolica in Indonesia. Mons. Novatus Rugambwa è nato a Bukoba (Tanzania) l’8 ottobre 1957 ed è stato ordinato sacerdote il 6 luglio 1986. Laureato in Diritto Canonico è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 1° luglio 1991, ha prestato successivamente la propria opera nelle Rappresentanze Pontificie in Panama, Repubblica del Congo, Pakistan, Nuova Zelanda e in Indonesia. Conosce il kiswahili, l’inglese, l’italiano, il francese, lo spagnolo e il tedesco.

    inizio pagina

    Due anni fa la presentazione del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica

    ◊   Due anni fa, il 28 giugno del 2005, Benedetto XVI presentava, durante la celebrazione dell’Ora sesta in Sala Clementina, il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Un’opera curata da lui stesso, quando era ancora cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per volontà di Giovanni Paolo II che lo aveva posto alla guida di una apposita Commissione. Fino ad oggi sono state acquistate oltre due milioni di copie della sola edizione in lingua italiana. Ma il Compendio è stato tradotto in altre 30 lingue. Il servizio di Sergio Centofanti.


    Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica vuole essere una sintesi semplice, chiara e completa delle verità della fede cristiana: al centro c’è l’amore di Dio per la sua creatura che culmina nella morte e risurrezione del Figlio. Tutte le verità sono esposte in forma dialogica. Benedetto XVI ne spiegava il motivo:

     
    “Si intende in tal modo riproporre – come ho scritto nell’introduzione al Compendio - un dialogo ideale tra il maestro e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti della verità della sua fede. Il genere dialogico, inoltre, concorre anche ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all'essenziale. Ciò potrebbe favorire l'assimilazione e l'eventuale memorizzazione dei contenuti".

     
    Una lettura accessibile a tutti quindi, ma pur sempre impegnativa, come sottolineava Benedetto XVI il giorno dopo la presentazione, durante la Messa per i Santi Pietro e Paolo:

     
    “Non si può leggere questo libro come si legge un romanzo. Bisogna meditarlo con calma nelle sue singole parti e permettere che il suo contenuto, mediante le immagini, penetri nell’anima. Spero che sia accolto in questo modo e possa diventare una buona guida nella trasmissione della fede”.

     
    Il Compendio si conclude con le principali preghiere cristiane con accanto la traduzione in latino. Per il Papa imparare a pregare anche in questa lingua faciliterà i fedeli a partecipare uniti in determinate celebrazioni internazionali nonostante provengano da diversi Paesi:

     
    “Proprio nella molteplicità delle lingue e delle culture, il latino, per tanti secoli veicolo e strumento della cultura cristiana, garantisce non solo la continuità con le nostre radici, ma rimane quanto mai rilevante per rinsaldare i legami dell'unità della fede nella comunione della Chiesa”.

     
    “Quanto è necessario – ha detto Benedetto XVI qualche giorno dopo la presentazione del Compendio – che, in questo inizio del terzo millennio, l’intera comunità cristiana proclami, insegni e testimoni integralmente le verità della fede, della dottrina e della morale cattolica in maniera unanime e concorde!”(Angelus del 3 luglio 2005)

    inizio pagina

    Domani la conclusione in Polonia del Congresso mondiale dell'apostolato del Mare

    ◊   Prosegue a Gdynia, in Polonia, il XXII Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Domani le conclusioni. Il servizio di Pierluigi Natalia:

    Duecento milioni di persone per vivere dipendono dalla pesca. Quaranta milioni di pescatori e le loro famiglie, in massima parte di Paesi nel Sud del mondo, affidano al lavoro in mare, nei laghi e nei fiumi, una sopravvivenza spesso stentata. La presenza tra loro costituisce una parte rilevante dell'Apostolato del Mare. E sui pescatori e sulle loro famiglie, sui loro bisogni, sulle loro speranze, sui lori diritti, si è concentrata la sessione congressuale di oggi, dopo che già nei giorni scorsi tali argomenti erano stati sollevati in diversi interventi, a partire dalle le relazioni tenute dal cardinale Renato Raffaele Martino e dall'Arcivescovo Agostino Marchetto, Presidente e Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Di regole rispettose dei diritti dell'uomo nel mondo della pesca c'è certamente bisogno. Le condizioni a bordo dei pescherecci rasentano spesso livelli disumani e sono ancora diffusi lo sfruttamento e i maltrattamenti, per non parlare dei continui soprusi inflitti ad intere comunità di pescatori costretti alle migrazioni irregolari. In merito, l'Apostolato del Mare ha salutato con favore la recente approvazione della Convenzione internazionale sulla pesca che intende dare opportunità di lavoro decente e produttivo, in condizioni di libertà, di equità e di sicurezza, cioè in sintesi di rispetto della dignità umana. Ieri pomeriggio, il Congresso aveva tenuto solo un sessione di gruppi di lavoro, per consentire ai partecipanti una visita a Danzica. Giungendovi da Gdynia, la strada costeggia quei cantieri navali che tanta parte hanno avuto nella storia europea. Davanti oggi vi sorge il monumento alle vittime della repressione degli scioperi operai. Sono tre altissime croci d’acciaio sulle quali sono poste tre ancore, lo stesso simbolo che campeggia nello stemma dell’Apostolato del Mare. All’arrivo, i congressisti hanno trovato ad accoglierli il Premio Nobel per la pace ed ex presidente polacco, Lech Walesa, che di quella stagione fu protagonista. Il cardinale Martino e l’arcivescovo Marchetto gli hanno offerto in dono proprio quello stemma, con l’ancora simbolo della speranza cristiana. (Da Gdynia, per la Radio Vaticana, Pierluigi Natalia)

    inizio pagina

    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle Lettere pastorali dei vescovi italiani.

    Servizio estero - In evidenza l'Iraq, dove non conoscono tregua le sanguinose violenze.

    Servizio culturale - Un articolo di Fabrizio Bisconti dal titolo "I Principi degli Apostoli nel segno del martirio": il profondo legame tra Pietro e Paolo e la città di Roma.
     Servizio italiano - In primo piano il tema degli incidenti sul lavoro.

    inizio pagina

    Oggi in Primo Piano



    Commemorato a Roma il centenario della nascita del cardinale cileno Raúl Silva Henríquez: intervista con il cardinale Rodríguez Maradiaga, neopresidente di Caritas Internationalis

    ◊   Nella sede della Pontificia Università Salesiana si è svolto ieri un incontro per commemorare il cardinale cileno Raúl Silva Henríquez, in occasione del centenario della sua nascita. Instancabile difensore dei diritti umani, il porporato è stato il secondo presidente della Caritas Internationalis. Tra gli altri, hanno partecipato all'evento il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, in Honduras, e neo presidente della Caritas Internationalis. Nell'occasione il porporato honduregno ci ha rilasciato un'intervista. Luis Badilla gli ha chiesto innanzitutto di parlarci del suo nuovo incarico come guida dell’organizzazione umanitaria cattolica:

     
    R. - Caritas internationalis es la manera de sucitar la partecipación...
    Caritas Internationalis è il modo di suscitare nel cristiano il senso e l’urgenza della partecipazione alla carità; parlo della carità che si esercita, che si mette in pratica. Benedetto XVI nella sua prima Enciclica ci ricorda: la carità è il centro della vita cristiana, poiché Dio è amore e l’amore non è passivo. L’amore è attivo e, al tempo stesso, è capace di attivarsi attraverso la pastorale sociale, attraverso la carità che diventa azione. Sono consapevole che la missione è grande e sono ugualmente consapevole che la Caritas Internationalis continuerà a svolgere la sua grande missione. Non parlo solo di ciò che molti pensano, quando sentono parlare della Caritas in occasione di drammi e tragedie. Penso anche al lavoro permanente, al lavoro ordinario della Caritas: l’educazione del cristiano alla condivisione, all’uso evangelico dei beni.

     
    D. - Il motto episcopale del cardinale Silva Henríquez era il monito di Paolo: “L’amore di Cristo ci spinge”. Si tratta di una felice coincidenza?

     
    R. - Sì, efectivamente. Ese mismo lema lo llevo yo en el corazòn …
    Si è proprio così; anche io porto nel mio cuore questo motto. Penso che l’amore di Cristo non ci può lasciare indifferenti, passivi. Torno all’Enciclica del Papa che ci insegna e ci ricorda: “Abbiamo creduto all'amore di Dio e così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita”. Il Santo Padre poi sottolinea: “La Chiesa è la famiglia di Dio nel mondo. In questa famiglia non deve esserci nessuno che soffre per mancanza del necessario”. La Caritas è uno strumento della Chiesa per rendere tangibile, possibilmente in un modo tempestivo e senza frontiere, questo amore di Cristo senza il quale non c’è vita. E cito ancora Benedetto XVI: “L'amore — caritas — sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c'è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell'amore. Chi vuole sbarazzarsi dell'amore si prepara a sbarazzarsi dell'uomo in quanto uomo”.

     
    D. - Dopo la chiusura della Conferenza dell'Episcopato lainoamericano e caraibico ad Aparecida, siamo in attesa della pubblicazione del documento finale. Quale sintesi ci può offrire su questo evento al quale ha partecipato?

     
    R. - Mi sintesis final es que, verdaderamente, tratando de ser…
    La mia sintesi finale, se veramente vogliamo essere discepoli e missionari di Gesù Cristo, è che possiamo dare nuova vita al nostro continente in Cristo, con Cristo e per Cristo. Sono stati giorni di grande comunione e di ricerca, giorni sereni. Avevamo davanti ai nostri occhi il discorso introduttivo di Benedetto XVI che ci dava la luce e gli orientamenti necessari. Ci siamo lasciati guidare dallo Spirito, lavorando in comunione, uniti nella preghiera. Abbiamo discusso su tutto aiutati da una eccellente preparazione. Abbiamo lavorato seriamente, poiché sapevamo che la qualità, la ricchezza e la completezza del Documento finale dipendevano dal nostro sforzo e dal nostro discernimento. Il Papa ci aveva indicato la strada e noi l’abbiamo percorsa con fede e con speranza, con lo sguardo del pastore, per portare il gregge verso la vita.

    inizio pagina

    Chiesa e Società



    Iraq: 30 morti per un'autobomba. Altri due cristiani uccisi a Mosul

    ◊   In Iraq, è salito ad almeno 30 morti il bilancio, ancora provvisorio, della strage provocata questa mattina, a Baghdad, da un’autobomba esplosa in un quartiere meridionale a prevalenza sciita. La deflagrazione è avvenuta all'ora di punta nei pressi di una fermata di autobus. Sulle rive del fiume Tigri, pochi chilometri fuori dalla capitale, sono stati poi ritrovati 20 venti corpi decapitati. Questo ennesimo massacro rientra, con molta probabilità, nella serie di violenze tra la comunità sciita e quella sunnita. Ennesima vittima anche tra le truppe americane: un soldato è stato ucciso da una bomba esplosa al passaggio del suo veicolo nella parte orientale di Baghdad. A Bassora, inoltre, tre soldati britannici hanno perso la vita oggi a causa di un ordigno piazzato lungo una strada. Intanto continuano le violenze contro i cristiani a Mosul, la città del nord Iraq roccaforte sunnita. Ieri due assiri sono morti in un “attentato terroristico”. Ne dà notizia il sito in arabo Ankawa.com. Le vittime sono Zuhair Youssef Astavo Kermles, 49 anni, e Luay Solomon Numan, 21 anni, entrambi membri locali dell'organizzazione National Union of Bet- Nahrin. I due erano in macchina, quando sono stati raggiunti da colpi di arma da fuoco, secondo le prime notizie fornite dalla polizia. L’incidente - riferisce l'agenzia AsiaNews - si aggiunge a quotidiane vessazioni, violenze, atti terroristici e criminali, condotti sulla debole comunità cristiana a Mosul. Qui il 3 giugno scorso il sacerdote caldeo p. Ragheed Ganni è stato massacrato insieme ai suoi tre suddiaconi nei pressi della parrocchia che guidava. Secondo quanto riporta Ankawa.com, sito gestito da iracheni all’estero, la campagna di persecuzione che vuole decimare i cristiani in Iraq, mira ad impedire che la comunità partecipi al processo politico, uccidendone i componenti o costringendoli ad emigrare”.(R.P.)

    inizio pagina

    L’episcopato francese esprime solidarietà ai cristiani in Iraq e chiede azioni coraggiose a responsabili politici e religiosi

    ◊   “Le notizie che ci arrivano dall’Iraq rivelano l’aumento della violenza armata con il suo corredo di omicidi, sofferenze, drammi umani“. Si apre così il messaggio che il card. Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e presidente della Conferenza episcopale di Francia ha inviato ad Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei, per esprimere la “profonda solidarietà dei vescovi francesi” al patriarca e alla comunità cristiana in Iraq. “Tutta la popolazione è vittima di questa drammatica situazione – prosegue il card. Ricard, secondo quanto riporta l’agenzia Sir –, ma la popolazione dei cristiani lo è in modo particolare”. Il presidente dei vescovi francesi afferma poi che i cristiani hanno diritto di rimanere nel proprio Paese e definisce “certamente inaccettabile” la prospettiva di costituirvi “una sorta di ghetto”. Oltre ad esprimere la solidarietà “dei cattolici di Francia verso i fratelli iracheni”, il card. Ricard esorta “la comunità delle nazioni e i governi responsabili ad agire con determinazione per fermare la violenza e assicurare la pace civile in Iraq”, e chiede ai “responsabili politici e religiosi di intraprendere azioni coraggiose”.(E. B.)

    inizio pagina

    Il presidente dei vescovi del Pakistan Lawrence Saldanha assicura la preghiera della Chiesa per le vittime e le famiglie colpite dal ciclone che si è abbattuto sulle coste del Balochistan

    ◊   Il ciclone che ha colpito ieri le coste del Balochistan ha ucciso almeno 22 persone, mentre altre 250mila sono state evacuate d’urgenza dalle autorità pakistane. Le piogge torrenziali che accompagnano il ciclone Yemyeni hanno inoltre inondato decine di villaggi e cittadine della zona: distrutti i servizi ferroviari, le linee di comunicazione ed altri centri di servizio. L’arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale pakistana, mons. Lawrence Saldanha, assicura all'agenzia AsiaNews , la preghiera della Chiesa per le vittime: "possa Dio avere pietà di loro e delle loro famiglie. In particolare, colpisce la morte dei pescatori che si sono trovati durante il ciclone in mezzo all’oceano e non hanno avuto alcuna via di fuga. Questo che abbiamo davanti, - conclude il presule - è un disastro naturale e quindi non si può fare nulla. Tuttavia, chiediamo al governo di agire con urgenza per migliorare i sistemi di allarme e le operazioni di soccorso”. Shaukat Aziz, primo ministro di Islamabad, ha ordinato l’invio immediato tramite aerei di vestiti, cibo, medicinali e tende da campo nei distretti colpiti dal disastro. Le strade, infatti, sono completamente inaccessibili. Purtroppo, la pioggia battente rende difficoltosi i soccorsi. (R.P.)

    inizio pagina

    Si è spento in Terra Santa all'età di 87 anni il teologo e biblista domenicano francese, padre Marcel Jacques Dubois, pioniere del dialogo ebraico-cristiano

    ◊   Il teologo e biblista francese padre Marcel Jacques Dubois, religioso domenicano, uno dei pionieri del dialogo ebraico-cristiano, e' morto nei giorni scorsi a Gerusalemme all'eta' di 87 anni. Il teologo domenicano e' stato sepolto a Beit Shemesh, in Israele, all'interno di un cimitero della comunità delle Suore di Betlemme, lo riferisce il quotidiano francese Le Monde. Stabilitosi in Israele nel 1962, fondatore con Bruno Hussar del centro studi biblici ''Casa sant'Isaia'', padre Dubois dal 1970 e' stato professore di filosofia all'Universita' ebraica di Gerusalemme. E' stato consultore del Pontificio Consiglio per i rapporti religiosi con l'Ebraismo dal 1974 al 1995. Nel 1988 ha ricevuto il premio annuale dell'amicizia ebraico-cristiana in Francia e nel 1996, a Gerusalemme, il Premio d'Israele, uno dei pochi cristiani a poter vantare questo titolo. Padre Marcel Jacques Dubois e' stato uno dei piu' stretti collaboratori di Bruno Hussar, il fondatore di Neve' Shalom/Waahat as-Salaam, il villaggio dove convivono famiglie israeliane e arabe. Il religioso e' stato uno dei piu' convinti sostenitori dell'amicizia ebraico-cristiana, come testimonia il suo libro ''Il mistero di Israele svelato ai cristiani'' (tradotto in italiano dall'editore Ancora). Si tratta di un libro capace di guidare il lettore all'interno della dimensione esperienziale del popolo di Israele e di fargli superare i tanti equivoci che purtroppo hanno caratterizzato l'accostamento all'ebraismo da parte di molte culture e religioni, fino a generare l'antisemitismo.(R.P.)

    inizio pagina

    A Varsavia reso noto il comunicato della Commissione storica dell'episcopato polacco sulla presunta collaborazione con il passato regime comunista, di sacerdoti poi diventati vescovi

    ◊   “Non più di una ventina tra gli attuali 132 vescovi polacchi, ai tempi del regime comunista, sono stati registrati come persone contattate dai servizi di sicurezza (Sb), e solo uno è stato registrato come agente dei servizi”. E’ quanto afferma in un comunicato ripreso dall'Agenzia Sir, la Commissione storica dell’episcopato polacco reso noto ieri a Varsavia dal portavoce della Conferenza episcopale mons. Jozef Kloch. Il comunicato informa che alcuni altri sacerdoti che oggi fanno parte dell’episcopato sono stati annoverati dagli agenti Sb come “candidati a collaboratori”, ma sottolinea che “tale registrazione non può in alcun modo sottintendere una forma di collaborazione con gli organi di sicurezza della Polonia comunista, in quanto era una forma di repressione”. La Commissione che nel corso degli ultimi mesi ha analizzato gli archivi dei servizi custoditi presso l’Istituto di memoria nazionale (Ipn), sottolinea che “il materiale conservato e messo a disposizione della Commissione relativo ai sacerdoti poi nominati vescovi è incompleto e disorganico. Il comunicato fa inoltre presente che “nei confronti di altri membri dell’episcopato polacco, tuttora in vita, non vi è ragione alcuna per parlare di una qualsiasi forma di collaborazione”. La commissione prevede di ultimare, entro il 2007, il rapporto complessivo, riguardante tra l’altro “le premesse ideologiche del marxismo nei confronti della religione, i meccanismi atti a eliminare la Chiesa cattolica dalla Polonia da parte del potere politico comunista, dimostrando il ruolo ed i comportamenti dei sacerdoti in difesa dei valori spirituali e nazionali, negli anni 1945-1989”.(R.P.)

    inizio pagina

    Nella lotta all’AIDS in Kenya serve cooperazione fra tutti gli operatori. Così alla conferenza nazionale sull’Aids organizzata dai vescovi locali a Nairobi

    ◊   Si conclude oggi a Nairobi, in Kenya, la conferenza nazionale sull’AIDS organizzata dai vescovi del Paese africano. Alla presenza di oltre 600 delegati dalle 26 diocesi del Paese, soprattutto medici e operatori sanitari, i lavori si sono concentrati soprattutto sull’impegno della Chiesa locale contro della malattia. In occasione del 20esimo anniversario del documento pastorale “La sfida dell’Aids” pubblicato nel 1987, lo scopo della conferenza - ha spiegato all’apertura dei lavori il presidente della Commissione episcopale per la salute, mons. Philip Sulumeti - è stato di discutere le basi dottrinali e teologiche di questo lavoro, fare il punto sull’attività sinora svolta, capire cosa fanno altre istituzioni e organizzazioni, in particolare il Governo, e infine di lanciare le nuove direttive dei vescovi rivolte agli operatori cattolici del settore. La conferenza è servita anche ad analizzare e a stimolare la collaborazione fra gli operatori in vista di un servizio sempre più efficace per i malati. Attualmente tutte le 44 maggiori strutture ospedaliere cattoliche in Kenya distribuiscono farmaci anti-retrovirali sovvenzionati o completamente gratuiti. Un centinaio di presidi sanitari offrono inoltre servizi di prevenzione contro la trasmissione del virus madre-figlio, altri centri forniscono assistenza agli orfani dell’AIDS e informazioni ai giovani sui rischi di contagio provocati dalla promiscuità sessuale.(L. Z.)

    inizio pagina

    L’ arcivescovo di Bukavu: la Repubblica Democratica del Congo rischia una nuova guerra

    ◊   “Nella Repubblica democratica del Congo ci troviamo di fronte ad un nuovo, reale pericolo di guerra civile”: è l’allarme lanciato da mons. François Xavier Maroy Rusengo, arcivescovo di Bukavu, nella provincia di Sud-Kivu, ad est del Paese, ripreso dal quotidiano Avvenire. Secondo l’arcivescovo, “sarebbe in atto un’infiltrazione massiccia e sistematica dal Ruanda, attraverso il fiume Ruzzi”, come avvenne all’inizio della guerra, nel 1998. A confermare la sua tesi è la presentazione del governatore alla stampa locale, di una persona impegnata nel reclutamento di soldati per una nuova guerra. I mass media locali indicano, inoltre, il razzismo etnico come movente di questi tragici episodi. L’appello del presule, al quale si è unito anche il Capo dello Stato Joseph Kabila , si conclude chiedendo alla comunità internazionale “un impegno reale” per realizzare “interventi concreti e urgenti”. (B.B.)

    inizio pagina

    Stop alle esecuzioni di minori in Iran. Così Amnesty International che ha pubblicato un nuovo rapporto sulla pena di morte nel Paese islamico

    ◊   Nessun minorenne autore di reato deve essere condannato a morte. E’ quanto chiede all’Iran Amnesty International che in un rapporto diffuso ieri ha denunciato che sono almeno 71 i minorenni all’epoca del reato, in attesa di esecuzione nella Repubblica Islamica. Quello iraniano è il Paese che dal 1990 ha raggiunto il maggior numero di esecuzioni di minorenni: in quell'anno – afferma il documento - 11 giustiziati su 24 erano ancora minorenni al momento dell’esecuzione mentre gli altri sono stati tenuti nel braccio della morte fino al raggiungimento della maggiore età oppure processati e condannati dopo aver compiuto 18 anni. Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International ha affermato: “è giunto veramente il momento che le autorità iraniane pongano fine, una volta per tutte, a questa pratica vergognosa e che il paese si allinei al resto della comunità internazionale, che da tempo ha riconosciuto l’oscenità dell’esecuzione di persone che hanno commesso un reato quando erano minorenni”. Le autorità iraniane – ha proseguito Smart – “negano di mettere a morte minorenni al momento del reato, ma quest’anno abbiamo già registrato due esecuzioni del genere”. Alcuni esponenti del governo iraniano sarebbero favorevoli quanto meno a ridurre, se non a cancellare, l’applicazione della pena di morte per i minorenni all’epoca del reato. Tuttavia, i passi avanti sono lenti. E’ datata 2001 una proposta di legge in tal senso che attualmente è ancora all’esame delle autorità. Vi sono però alcuni segnali positivi - afferma Amnesty – in particolare un sempre più ampio movimento per i diritti umani che chiede la fine della pena di morte per i minorenni all’epoca del reato. A parte l’Iran, i soli paesi in cui, dal 2003, avvengono pratiche del genere, sono Cina, Pakistan e Sudan. Le autorità cinesi e pakistane sostengono che le persone messe a morte avevano commesso il reato quando erano già maggiorenni.(E. B.)

    inizio pagina

    Il Kirghizistan abolisce la pena di morte nell’ambito di una riforma del codice penale

    ◊   Dopo una moratoria in vigore dal 1998, il Kirghizistan ha abolito la pena di morte, nel quadro di una riforma del codice penale che prevede anche la riduzione dei termini di detenzione e pene alternative al carcere. La nuova legge, firmata ieri dal presidente Kurmanbek Bakiyev, riforma anche diversi aspetti del sistema giudiziario, dal funzionamento dei tribunali a quello delle procure. Lo scopo - si legge in un comunicato della presidenza citato dall’agenzia Interfax - è di umanizzare il diritto penale, con l’abolizione della pena di morte, sostituita dall’ergastolo, con l’introduzione di nuovi tipi di punizione diversi dalla reclusione, con la riduzione di alcune sentenze”. Il tutto – si legge ancora - “per armonizzare il codice penale con la nuova costituzione, in particolare per la parte che riguarda il rispetto dei diritti umani e l’amministrazione della giustizia”.(E. B.)

    inizio pagina

    Le vocazioni in Europa in primo piano all’incontro annuale dell’ dell’European Vocations Service che prende il via oggi in Croazia

    ◊   La crisi di vocazioni in Europa rappresenta un “grosso problema” e un motivo di “grande preoccupazione” per la Chiesa. Le vocazioni infatti sono fondamentali per “assicurare l’annuncio del Vangelo in Europa oggi”. Così padre Jean-Pierre Leroy, responsabile dell'Ufficio per le vocazioni della Conferenza episcopale belga, parlando dell’incontro annuale dell’European Vocations Service (EVS) che prende il via oggi, fino al primo luglio, a Zadar in Croazia. “Il contesto culturale europeo – spiega padre Leroy - non è favorevole alle vocazioni, rispetto soprattutto alla difficoltà dei giovani verso l’impegno. Una vocazione religiosa e sacerdotale è un impegno per sempre e per Dio”. Come riporta l’agenzia Sir il tema scelto per l’incontro di questo anno è “La famiglia: luogo di vocazione”. Le condizioni essenziali per lo sviluppo delle vocazioni nascono infatti all’interno della famiglia, afferma padre Leroy che aggiunge: è necessario però che la famiglia sia “luogo di raccoglimento”, dove “i giovani possano trovare stabilità, amore dei genitori, spirito di fraternità” e “luogo di missione” dove apprendere “il servizio, l’aiuto agli altri, l’apertura al mondo”.(E. B.)

    inizio pagina

    Alla Federazione Italiana dello Scautismo, il patronato permanente della Presidenza della Repubblica

    ◊   Prestigioso riconoscimento per la Federazione Italiana dello Scautismo: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha concesso al sodalizio l'Alto Patronato permanente della Repubblica. “La vostra Federazione – si legge nel messaggio giunto dal Quirinale – rappresenta un importante punto di riferimento per l'intero movimento scautistico italiano che, nel solco tracciato cento anni or sono da Sir Robert Baden Powell, continua a svolgere una significativa opera educativa e formativa nei confronti dei giovani, attraverso un metodo pedagogico fondato sui principi della condivisione, dell'integrazione, dello spirito di amicizia e della solidarietà”. Tra gli appuntamenti che celebreranno il centenario di fondazione, si segnala la partecipazione con 2500 ragazzi al grande meeting mondiale dello scautismo in Inghilterra, tra il 27 luglio e l'8 agosto. Quindi, la grande cerimonia dell'Alba del Centenario a Roma, il 1° agosto, e infine la partecipazione alla Marcia Perugia-Assisi e alla Terza Assemblea dell'ONU dei Giovani, il 5, 6 e 7 ottobre. Ricordiamo che la Federazione Italiana dello Scautismo è composta dalle due associazioni Agesci e Cngei. (A.G.)

    inizio pagina

    Riconosciuta una nuova famiglia religiosa: si tratta dei Francescani di Maria Missionari del Ringraziamento fondati da un sacerdote spagnolo

    ◊   Una nuova famiglia spirituale, i Francescani di Maria Missionari del Ringraziamento, ha ricevuto, martedì scorso, dalla competente Congregazione vaticana il Decreto di riconoscimento e di approvazione ad experimentum per 5 anni dei suoi Statuti. Si tratta di una realtà presente in 78 diocesi di 22 Paesi, che ha più di 10 mila associati laici e una promettente équipe di sacerdoti e di seminaristi. La loro opera è soprattutto l’esercizio del volontariato gratuito per assistere gli emarginati di ogni tipo. I Francescani di Maria Missionari del Ringraziamento hanno quale fondatore e presidente un sacerdote 53enne di Madrid, don Santiago Martìn, conosciuto come conduttore di “Testimone”, un programma della televisione spagnola e come autore di alcuni libri di spiritualità e de “Il suicidio di San Francesco”, una ricostruzione letteraria degli ultimi momenti di vita di San Francesco di Assisi. Come ha spiegato lo stesso sacerdote all'agenzia Zenit, la sua opera l’ha voluta per contrastare il secolarismo e per diffondere una spiritualità basata sul ringraziamento a Dio per ogni dono. Da qui sono attive nella famiglia diverse “scuole di ringraziamento”. Il processo di diffusione della nuova famiglia religiosa è stato rapido, “in buona misura – ha precisato don Santiago - grazie all’uso dei mezzi di comunicazione e in particolare della catena televisiva di Madre Angelica, EWTN”.(L. Z.)

    inizio pagina

    24 Ore nel Mondo



    In Iraq, 30 morti per un attentato in un quartiere sciita di Bagdad - Visita degli ispettori AIEA in Corea del Nord

    ◊   In Iraq, è salito ad almeno 30 morti il bilancio, ancora provvisorio, della strage provocata questa mattina, a Baghdad, da un’autobomba esplosa in un quartiere meridionale a prevalenza sciita. La deflagrazione è avvenuta all'ora di punta nei pressi di una fermata di autobus. Sulle rive del fiume Tigri, pochi chilometri fuori dalla capitale, sono stati poi ritrovati 20 venti corpi decapitati. Questo ennesimo massacro rientra, con molta probabilità, nella serie di violenze tra la comunità sciita e quella sunnita. Ennesima vittima anche tra le truppe americane: un soldato è stato ucciso da una bomba esplosa al passaggio del suo veicolo nella parte orientale di Baghdad. A Bassora, inoltre, tre soldati britannici hanno perso la vita oggi a causa di un ordigno piazzato lungo una strada.

     - Attentato, questa mattina, anche nel centro di Kabul, in Afghanistan. Un kamikaze si è fatto esplodere contro un convoglio di una società occidentale che si occupa della sicurezza. Non si tratta tuttavia di un mezzo militare della NATO come precedentemente riferito dalle agenzie. L’attacco suicida ha provocato la morte di almeno due dipendenti statunitensi della società. L'attentato è stato rivendicato dai talebani.

     - Sempre alta la tensione anche in Libano: stamani, almeno 6 miliziani integralisti del gruppo Fatah al-Islam hanno perso la vita a seguito di scontri con l'esercito libanese nei pressi della città Tripoli, nel nord del Paese. I combattimenti sono iniziati nelle prime ore del giorno a seguito di alcune operazioni di rastrellamento, da parte dell'esercito. Tripoli era stata teatro di gravi scontri anche la scorsa fine settimana, quando i combattimenti tra esercito e miliziani hanno provocato 10 morti. Dal via delle operazioni contro il gruppo integralista – iniziate il 20 maggio scorso – l’esercito libanese ha ucciso circa 300 militanti islamici. Intanto, sul fronte politico, si registra la conferma dell’impegno italiano a favore del Libano, ribadito ieri sera dal presidente del Consiglio, Romano Prodi, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il primo ministro libanese, Fuad Siniora.
     - Israele ha rifiutato la proposta di Hamas di riaprire i valichi di confine perché “non intende aiutare il governo islamico a consolidare potere nella Striscia di Gaza”. Ne ha dato notizia la radio pubblica israeliana. Uno dei leader di Hamas, l’ex premier Ismail Haniyeh, avrebbe ritirato i suoi miliziani dal confine e avrebbe promesso di non attaccare più i valichi, in cambio della loro apertura. Sarebbe disposto, inoltre, a negoziare un accordo per porre fine al lancio di razzi Qassam sul territorio israeliano. La riapertura dei valichi è considerata fondamentale per Hamas, perché assicura la sussistenza alla popolazione palestinese.
     - In Somalia, almeno due soldati etiopici sono morti a Mogadiscio in un nuovo attentato contro un convoglio di truppe di Addis Abeba. Ieri, inoltre, sono stati compiuti due attentati distinti contro un ministro ed un ex ministro del Paese del Corno d’Africa. Illeso il ministro, Abdullahi Ahmed Afrah, responsabile del Commercio, ma almeno due persone sono morte nel corso dell'attacco avvenuto in un'affollata strada nella zona nord di Mogadiscio. Ferito alla testa, invece, l'ex ministro della Difesa, mentre il suo autista è morto subito dopo l’attentato portato a termine nel sud della Somalia. Intanto, da circa due giorni, non si verificano più violenze durante le ore del coprifuoco che vige nella capitale. La misura è entrata in vigore lo scorso venerdì.

     - Almeno 18 persone sono morte, la scorsa notte, negli scontri a fuoco tra la polizia brasiliana e trafficanti di droga in una favela nella zona nord di Rio de Janiero. La sparatoria è scoppiata nel corso di una vasta operazione antidroga che ha coinvolto 1.350 agenti. La polizia ha fatto irruzione nel complesso di baracche per stanare le bande dedite allo spaccio di stupefacenti. Oltre a numerosi arresti, è stato effettuato un ingente sequestro di droga e armi.

     - E’ morto uno dei 24 extracomunitari, che stamani sono stati fatti sbarcare a Lampedusa da una motovedetta della Guardia costiera. Si tratta di una giovane donna che non ha retto alla fatica e agli stenti. Il corpo della ragazza era già privo di vita quando è stato imbarcato, insieme con i suoi 23 compagni di viaggio, dal rimorchiatore maltese che ieri aveva intercettato il gruppo di naufraghi aggrappato ad alcune gabbie per la pesca dei tonni, a circa 60 miglia a sud ovest di Lampedusa.

     - “Un nuovo governo con nuove priorità”. Questo il programma di Gordon Brown, da ieri primo ministro britannico. Terminata, dunque, l’era di Tony Blair, che si appresta ad un altro importantissimo incarico, quello di inviato speciale in Medio Oriente. Da Londra, ci riferisce Sagida Syed:


    Dopo un colloquio di quasi un’ora con la regina, Gordon Brown si è insediato formalmente al “numero 10” di Downing Street, annunciando che nei prossimi 100 giorni affronterà le priorità del suo governo. In nottata si è decisa la nuova squadra dei ministri con Alistair Darling, nuovo Cancelliere dello Scacchiere e stretto alleato del premier. Brown ha dichiarato che lavorerà per la riforma del sistema sanitario, per una soluzione al problema del mercato immobiliare e per il miglioramento dell’educazione, soprattutto nelle scuole medie e superiori. Sul piano internazionale lascia intendere una prosecuzione della politica di Blair ma in tono più dimesso a partire dalla stretta alleanza con il collega d’oltreoceano, Bush, e una maggiore diffidenza nei confronti dell’Unione Europea. Blair, dal canto suo, è uscito di scena con apprezzamenti per il lavoro svolto, da parte dei colleghi di governo, di partito ed anche dell’opposizione. Dopo essersi dimesso anche da deputato, è partito per la sua prima missione come inviato del Quartetto per il Medio Oriente.(Da Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Syed)

     - Una missione con lo scopo di accertare il processo di disarmo nucleare della Corea del Nord. E’ quella intrapresa dagli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), giunti nella centrale di Yongbyon, 130 km dalla capitale Pyongyang. In questo impianto, nell’ottobre scorso, venne prodotto il materiale fissile per il primo esperimento atomico. Proprio la chiusura delle attività della centrale è una delle condizioni poste durante i colloqui a sei sul nucleare, svoltisi a Pechino in febbraio. La visita arriva all’indomani del lancio di un missile a corta gittata verso il Giappone che ha provocato l’irritazione della Casa Bianca. Ma quali conseguenze potrà avere nell’area il disarmo della Corea del Nord? Benedetta Capelli lo ha chiesto a Fabrizio Battistelli, direttore di Archivio disarmo:



    R. - Sicuramente si tratta di una storia a lieto fine, nel senso che la Corea del Nord ha confermato quella che era un po’ l’interpretazione degli osservatori più attenti, cioè che il programma nucleare fosse soprattutto un’arma politica, utilizzata dal regime nord coreano per ottenere un minimo di legittimazione internazionale e soprattutto aiuti economici.

     D. - Stamani l’invio degli ispettori dell’AIEA, una visita che arriva dopo il lancio di missili a corta gittata...

     R. - E’ una tattica negoziale nord-coreana, quella di alternare aperture però contemporaneamente mostrare una sorta di indipendenza e capacità tecnologica che tenga sempre alto il prezzo dell’accordo.

     D. - E sugli accordi di Pechino pesa la posizione del Giappone sempre critico nei confronti della Corea del Nord...

     R. - Quello del Giappone è un altro problema perché un governo conservatore, come quello di Tokyo oggi, che volesse allargare addirittura l’area dei Paesi nucleari, metterebbe a rischio l’intera area. Tutti sappiamo quanto sia sottile la soglia che separa lo sviluppo della tecnologia nucleare per uso civile da quella per uso militare.

     D. - Se la Corea del Nord dunque si avvia verso il disarmo, l’Iran prosegue invece sulla sua strada di arricchimento dell’uranio...

     R. - Quello è veramente il nodo più delicato e più pericoloso oggi sulla scena internazionale. Arricchendo l’uranio, l’Iran realizza quello che ufficialmente è un diritto. Ciò che invece preoccupa è, ancora una volta, che dietro ci sia in realtà il proposito di dotarsi di una tecnologia rapidamente convertibile nel nucleare militare.

     - In Italia, nel giorno del varo da parte del Governo del documento di programmazione economico-finanziaria, contenente anche il capitolo sulle pensioni, il mondo politico riflette sulla candidatura di Walter Veltroni alla guida del nascente Partito Democratico. Le primarie si svolgeranno il 14 ottobre. Il sindaco di Roma, parlando ieri al Lingotto di Torino, ha indicato le priorità del nuovo partito per la crescita dell’Italia. Il servizio di Giampiero Guadagni:

     
    "La grande forza riformista che l’Italia non ha mai avuto". Walter Veltroni definisce così il nascente Partito Democratico, del quale si accinge a prendere la guida. L’attuale sindaco di Roma ha disegnato ieri il suo manifesto per una nuova Italia. A partire da un patto generazionale, con la lotta alla precarietà, la riduzione delle tasse, la riforma pensionistica. Alla quale riforma stanno faticosamente lavorando in queste ore governo e parti sociali. Una trattativa difficile, con il nodo irrisolto dello scalone, il passaggio - dal 2008 - dell’età pensionabile dai 57 ai 60 anni. Il sindacato è contrario e lo scalone è stato stralciato dal documento di programmazione economica varato oggi dal Consiglio dei Ministri. Il DPEF prevede tra l’altro maggiori risorse per le pensioni più basse, la riduzione dell’Ici dal prossimo anno, il bilancio in attivo dal 2011. Ai sindacati e alle forze di sinistra Veltroni ieri ha chiesto di non restare su posizioni conservatrici. Il sindaco di Roma, che ha scelto Torino per la sua candidatura, si è rivolto anche al Nord produttivo che nelle ultime amministrative ha scelto in massa il centrodestra. E ha così indicato tra le sue priorità la sicurezza e la realizzazione dell’alta velocità. Ha parlato anche di famiglia, difendendo i DICO e auspicando un punto di equilibrio tra le scelte religiose delle persone e la laicità dello Stato. Da Veltroni poi la sollecitazione a cambiare la legge elettorale in senso maggioritario, se necessario anche con il referendum, per garantire la governabilità. La candidatura di Veltroni smuove le acque della politica italiana. Nel centrodestra sembra rimettersi in moto il processo di aggregazione. Nella maggioranza restano le critiche di Mastella e della sinistra. E a molti osservatori il discorso di Veltroni è parso quello di un candidato non solo alla guida del PD ma anche a quella del Paese. Fatto questo che potrebbe rappresentare un’insidia per il traballante governo Prodi, al quale comunque Veltroni ha assicurato il suo pieno sostegno.(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Beatrice Bossi)
     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 179

     

     
    E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano

    inizio pagina