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SOMMARIO del 25/06/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Benedetto XVI ha visitato la Biblioteca e l'Archivio Segreto vaticani: case di scienza e di cultura aperte a tutti, lontane da polemiche e partigianerie
  • Il cardinale Tauran sarà il nuovo presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Mons. Farina ne prenderà il posto di biliotecario di Santa Romana Chiesa. A mons. Pasini il ruolo di prefetto della Biblioteca Apostolica
  • Altre nomine
  • Il pensiero del Papa verso quanti operano nel duro lavoro marittimo nel Messaggio al Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare
  • Domani, aperte eccezionalmente al pubblico 15 catacombe cristiane del centro-sud Italia, con servizio gratuito di guide
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Madrid accusa: c'è Al Qaeda dietro l'uccisione di sei caschi blu spagnoli in Libano
  • Concluso a Roma l'Incontro europeo dei docenti universitari: non si può costruire un nuovo umanesimo senza Dio
  • L'Ordine di Malta ha realizzato la prima scuola superiore femminile nel sud Sudan, con la collaborazione della diocesi di Rumbek
  • Nuove e vecchie povertà al centro del Convegno delle Caritas diocesane
  • Chiesa e Società

  • Celebrata ieri la Giornata di preghiera per la riconciliazione e l’unità del popolo coreano
  • Al via mercoledì, a Berhampore, in India, al Film Festival per ricordare Madre Teresa di Calcutta
  • Ai cristiani discriminati dal sistema delle caste indiane il 10 per cento dei posti al prestigioso Collegio Santo Stefano di Delhi
  • Cina: inchieste della polizia rivelano la presenza di oltre 53 mila schiavi nelle fabbriche di mattoni, nelle cave e nelle miniere

  • In Romania inaugurato il "piccolo Cottolengo" dell'Opera don Orione
  • I responsabili nazionali per le vocazioni delle 34 Conferenze episcopali d’Europa a Gniezno dal 28 giugno per il loro incontro annuale
  • Trentadue giovani al Campo per la pace di Rust, in Germania, organizzato dall’1 al 7 luglio dal Consiglio d’Europa
  • Religiosi e laici dell'Opera di Santa Francesca Cabrini di tutta Europa in assemblea a Fatima
  • 24 Ore nel Mondo

  • Si apre oggi a Sharm el Sheikh il vertice per rilanciare il processo di pace mediorientale - Al via a Parigi la Conferenza internazionale sul Darfur
  • Il Papa e la Santa Sede



    Benedetto XVI ha visitato la Biblioteca e l'Archivio Segreto vaticani: case di scienza e di cultura aperte a tutti, lontane da polemiche e partigianerie

    ◊   Importante e suggestiva visita di Benedetto XVI, che questa mattina si è recato presso la Biblioteca Apostolica e l’Archivio Segreto vaticani, istituzioni che da secoli - cinque in particolare la Biblioteca - conservano centinaia di migliaia di importantissimi documenti di carattere storico ed ecclesiale. Nel corso della visita, il Papa ha anche annunciato le nomine dei prossimi nuovi responsabili della Biblioteca Apostolica e del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso. La cronaca della visita nel servizio di Alessandro De Carolis:


    La Biblioteca Apostolica una “casa di scienza, di cultura, di umanità”. L’Archivio Segreto uno “scrigno” per “ricerche erudite” sulla storia antica e contemporanea, aperto senza preclusioni agli studiosi ma “lontano” dalle sterili polemiche innescate da letture partigiane della storia. Così, in sintesi, Benedetto XVI ha definito e riconosciuto il lavoro e più ancora, secondo le parole stesse del Pontefice, “il singolare servizio” che entrambe le istituzioni rendono da secoli alla Chiesa e al Papa.

     
    Lo scenario che si è parato davanti agli occhi del Pontefice è tale da togliere il respiro a uno studioso come Benedetto XVI e a qualsiasi uomo di cultura. Uno sguardo che si riempie del colpo d’occhio d’insieme - la teoria infinita di libri, di documenti, di reperti che hanno fatto la storia della Chiesa e dell’umanità - o si fissa sul singolo tesoro, come il preziosissimo “Codice Vaticano”, manoscritto stilato 1700 anni fa che contiene il testo integrale in greco della Bibbia, o l’inestimabile “Papiro Bodmer” - donato di recente alla Biblioteca - sul quale 1800 anni fa vennero trascritti in Egitto i più antichi testi del Vangelo di Luca e di Giovanni mai rinvenuti finora. E ancora, gli atti originali del processo a Galileo Galilei, un codice autografo di San Tommaso d’Aquino o le lettere originali di Martin Lutero. Un itinerario del pensiero e dello spirito che annovera in totale un milione 600 mila stampati, 8300 incunaboli e 75 mila manoscritti, concentrato negli splendidi ambienti della Biblioteca Apostolica e dell’Archivio Segreto vaticani, visitati da Benedetto XVI a poche settimane, fra l’altro, dalla lunga chiusura per ristrutturazione - tre gli anni previsti - della stessa Biblioteca, a partire dal prossimo 14 luglio.

     
    “Vostro compito, cari amici che quotidianamente qui operate, è di custodire la sintesi tra cultura e fede che traspira dai preziosi documenti e dai tesori che custodite, dalle mura che vi circondano, dai Musei che vi sono vicini e dalla splendida Basilica che appare luminosa alle vostre finestre”.
     
    E spostando l’attenzione all’Archivio Segreto Vaticano e alla “lungimiranza” di Leone XIII che nel 1881 lo aprì alla consultazione degli storici, Benedetto XVI ha rilevato l’interesse suscitato dalla sua decisione, un anno fa, di consentire l’accesso alle carte sul Pontificato di Pio XI. Tuttavia, ha osservato:

     
    “Ricerche, studi e pubblicazioni possono a volte far nascere, accanto ad un interesse precipuamente storico, anche talune polemiche. A questo riguardo non posso che lodare l'atteggiamento di servizio disinteressato ed equanime che l’Archivio Segreto Vaticano ha reso, tenendosi lontano da sterili e spesso anche deboli visioni storiche di parte ed offrendo ai ricercatori, senza preclusioni o preconcetti, il materiale documentario in suo possesso, ordinato con serietà e competenza”.

     
    Un lavoro strarodinario, dunque - ha riconosciuto e lodato a più riprese il Papa - svolto con “umile e quasi nascosto impegno quotidiano”. Un impegno che, in altri tempi, anche l’allora cardinale Ratzinger avrebbe volentieri affrontato:

     
    “Confesso che, al compimento del mio settantesimo anno di età, avrei tanto desiderato che l’amato Giovanni Paolo II mi concedesse di potermi dedicare allo studio e alla ricerca di interessanti documenti e reperti da voi custoditi con cura, veri capolavori che ci aiutano a ripercorrere la storia dell’umanità e del cristianesimo. Nei suoi disegni provvidenziali il Signore ha stabilito altri programmi per la mia persona ed eccomi oggi tra voi non come appassionato studioso di antichi testi, ma come Pastore chiamato a incoraggiare tutti i fedeli a cooperare alla salvezza del mondo, compiendo ciascuno la volontà di Dio là dove Egli ci pone a lavorare”.

     
    Gli scriptores che lavorano nella Biblioteca Apostolica Vaticana sotto la responsabilità del bibliotecario di Santa Romana Chiesa hanno il compito della ricerca scientifica e dell'attività culturale propria della Biblioteca, che è strutturata tra l'altro in tre "Dipartimenti" - Manoscritti, Stampati e Gabinetto numismatico - e in sette "Servizi": Laboratorio di restauro, fotografico, Centro di elaborazione dati, Editoria, Scuola, Mostre e Coordinamento servizi informatici.

     
    Il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso è erede del Segretariato per i non Cristiani, istituito da Paolo VI nel 1964. Giovanni Paolo II ne cambiò la denominazione con la Costituzione apostolica Pastor Bonus nel 1988. Compito del dicastero è di favorire e regolare i rapporti con i membri e i gruppi delle religioni che non sono comprese sotto il nome cristiano ed anche con coloro che in qualsiasi modo sono dotati di senso religioso.

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    Il cardinale Tauran sarà il nuovo presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Mons. Farina ne prenderà il posto di biliotecario di Santa Romana Chiesa. A mons. Pasini il ruolo di prefetto della Biblioteca Apostolica

    ◊   Al termine della visita alla Biblioteca Apostolica e all'Archivio Segreto vaticani, Benedetto XVI ha annunciato le nomine che ridisegnano i vertici tanto della Biblioteca Apostolica, quanto del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, che torna così ad avere un suo presidente dopo che questa carica, dal marzo 2006, era stata appannaggio del presidente del Pontificio Consiglio della cultura. Dal prossimo primo settembre, dunque, il nuovo presidente del dicastero pontificio sarà l’attuale archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il cardinale Jean-Louis Tauran, che lascerà il suo posto all’attuale prefetto della Biblioteca Apostolica, mons. Raffaele Farina, elevato alla dignità di arcivescovo. E a subentrare a quest'ultimo nel ruolo di prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana sarà mons. Cesare Pasini, finora viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana.

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    Altre nomine

    ◊   Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Taichung, a Taiwan, presentata da mons. Joseph Wang Yu-jung, per raggiunti limiti di età. Il Papa ha nominato nuovo vescovo di Taichung il rev. Martin Su Yao-wen, del clero di Taichung, direttore del "campus ministry" dell’Università Providence di Taichung. Il Rev.do Martin Su Yao-wen è nato a Kaohsiung il 9 novembre 1959. Dopo aver frequentato il Seminario Minore dello Spirito Santo di Taichung, è entrato nel Seminario Maggiore di Taipei, studiando la Filosofia e la Teologia all’Università Fu Jen. È stato ordinato sacerdote l’8 giugno 1989. Dopo l’ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi: 1989-1990: amministratore della parrocchia di Changhua; 1990-1993: parroco a Hoh-sing, Chutang, Lotsu e Yuanlin; 1993-1997: inviato prima per un anno all’Università "St. Louis" di San Francisco, negli U.S.A., dove si è diplomato in formazione religiosa, ha poi studiato alla Fordham University di New York, ottenendo la Licenza in Educazione Religiosa; padre spirituale dell’associazione dei giovani presso la parrocchia Nostra Signora di Cina, a New York; 1997-2006: decano per gli Affari Generali dell’Università Providence di Taichung. Dal giugno del 2006 è direttore dell’ufficio di "Campus Ministry" nella stessa Università.

    Nel Niger, il Papa ha elevato la diocesi di Niamey al rango di Sede Metropolitana, con la diocesi di Maradi quale unica sede suffraganea. Il Santo Padre ha nominato primo arcivescovo metropolita di Niamey mons. Michel Cartatéguy, della Società delle Missioni Africane, finora vescovo della medesima diocesi.

    Il Niger, ritenuto il Paese più povero del mondo, si estende su una superficie di 1.287.000 kmq., con 12.300.000 abitanti, 21.000 dei quali cattolici (0,17%). L’evangelizzazione è stata iniziata dalla Società delle Missioni Africane (S.M.A.) nel 1931. Niamey, eretta in prefettura apostolica nel 1942, è stata elevata a diocesi nel 1961. Il ministero pastorale è assicurato dai Padri Redentoristi e dai Padri della Società delle Missioni Africane (S.M.A.). Vi operano inoltre i Piccoli Fratelli di Gesù di Charles de Foucauld, i Fratelli delle Scuole Cristiane e 7 Istituti religiosi femminili. Attualmente in Niger vi sono due diocesi: Niamey (dal 1961) e Maradi (dal 2001). Le parrocchie sono 21, i sacerdoti diocesani 11, quelli Fidei Donum 10, (tutti provenienti dal Burkina Faso), i religiosi 18, le religiose 85, i seminaristi maggiori 8 e i catechisti 144.

    In Burundi, il Santo Padre ha nominato vescovo di Bururi il rev. Venant Bacinoni, del clero di Bururi, professore al Seminario Maggiore Interdiocesano Jean Paul II di Gitega. Il rev. Venant Bacinoni, è nato il 20 febbraio 1940 a Kirisi, diocesi di Bururi. Dopo la scuola parrocchiale, nel 1953 è entrato nel Seminario Minore di Megera (arcidiocesi di Gitega) e poi in quello Maggiore interdiocesano di Burasira (diocesi di Ngozi) per gli studi di Filosofia (1959-1962) e, infine, in quello di Saint Curé d’Ars per gli studi di Teologia (1962-1965). Il 20 aprile 1965 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Dopo l’ordinazione ha ricoperto diversi incarichi: studi di Filosofia e Storia presso l’Università Rumuri del Burundi (1965-1966); studi prima presso la Pontificia Università Urbaniana, terminati con la Licenza in Teologia, e successivamente presso la Pontificia Università Gregoriana, per la Licenza in Teologia Biblica (1966-1971); vicario parrocchiale nella Cattedrale di Bururi (1971-1972); professore di Nuovo Testamento e Dogmatica presso il Seminario Maggiore Interdiocesano di Bujumbura (1972-1976); studi presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito la Laurea in Teologia Biblica (1976-1982); professore di Nuovo Testamento e Greco Biblico presso il Seminario Maggiore Interdiocesano di Bujumbura, nonché segretario generale della Conferenza Episcopale (1982-1984); rettore del Seminario Maggiore Interdiocesano di Burasira (1985-1993); rettore del Seminario Maggiore Interdiocesano Jean-Paul II di Gitega (1994-1998); vicario parrocchiale di Rutana e professore di Nuovo Testamento presso il Seminario Maggiore Interdiocesano Jean-Paul II di Gitega (1998-1999); parroco di Rutana e professore presso il Seminario Maggiore Interdiocesano Jean-Paul II di Gitega (1999-2001). Dal 2001 è Professore a Gitega, Responsabile del Servizio della traduzione in Kirundi della Bibbia, Membro della Commissione Episcopale per la nuova traduzione in Kirundi del Messale e membro del Consiglio d’Amministrazione della Società Biblica del Burundi.

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    Il pensiero del Papa verso quanti operano nel duro lavoro marittimo nel Messaggio al Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare

    ◊   “I desideri e le attese spirituali ed umane delle persone impegnate a stretto contatto con la vita in mare" sono richiamati nel Messaggio che Benedetto XVI ha inviato al XXII Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare, aperto ieri sera a Gdynia, in Polonia. Il Congresso, organizzato dal Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, si è dato come tema "In solidarietà con la Gente del Mare, testimoni di speranza con la Parola di Dio, la Liturgia e la Diaconia". L’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del dicastero, ha tenuto questa mattina la relazione introduttiva. Il servizio da Gdynia di Pierluigi Natalìa.

    Nell’esprimere vivo favore a quello che ha definito un “prestigioso appuntamento”, il Papa ne sottolinea, in particolare, il significato di “sollecitudine ecclesiale nei confronti di quanti operano nel duro settore del lavoro marittimo”. Ed in realtà non è un tema marginale: il mare è fonte di sostentamento per gran parte della popolazione mondiale. Oltre quaranta milioni di persone vivono esclusivamente di pesca, mentre nella marina mercantile sono impiegati più di un milione e duecentomila lavoratori, in maggioranza cattolici che provengono dai Paesi meno favoriti del mondo. Per via marittima si svolge oltre il novanta per cento del commercio mondiale. Si tratta, dunque, di un settore vastissimo e cruciale, ma anche di uno dei lavori più pericolosi al mondo, come dimostrano le quotidiane notizie di catastrofi in mare e di perdita di vite umane. Al tempo stesso — su un piano certo meno drammatico, ma comunque rilevante per la vicenda dell'umanità del nostro tempo — è in continuo aumento la navigazione da diporto, sia con le grandi navi da crociera, che arrivano a ospitare 3.500 passeggeri e 1.500 membri di equipaggio, sia con il piccolo cabotaggio, a motore e soprattutto a vela. Ed anche di questo specifico settore si occuperà il Congresso. L’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio, ha tenuto questa mattina ai congressisti una relazione introduttiva approfondita ed esaustiva, indicando il fine principale del Congresso nel suo afflato pastorale. Mons. Marchetto ha ricordato che la nostra epoca impone a quanti in questa pastorale sono impegnati immani difficoltà, ma consente anche i successi nell'azione di testimonianza evangelica tra quanti sul mare passano la vita e al mare affidano, a diverso titolo, le proprie speranze.

     
    Ieri sera mons. Marchetto aveva presieduto una solenne Concelebrazione eucaristica nella chiesa dedicata a Maria Stella Maris, patrona dei naviganti, chiesa dalla quale si era poi mossa una processione nelle strade della città portuale polacca fino al teatro dove c'è stata l'apertura ufficiale del Congesso. In precedenza, sempre ieri, c'era stata una sessessione preparatoria del Congresso che aveva visto gli otto Coordinatori regionali, di tutti i continenti e gli oceani, e i direttori nazionali dell'Apostolato del Mare confrontarsi con la trentina di vescovi convenuti in Polonia per questo incontro. Tale presenza è particolarmente significativa, in quanto proprio i vescovi sono i promotori dell’Apostolato del Mare nei diversi Paesi e c'è spesso l'impressione - a torto o a ragione - che tale specifico apostolato non venga ancora riconosciuto come una pastorale ordinaria in molte Chiese locali che pure sono chiamate a dare testimonianza e ad evangelizzare in un contesto marittimo. (Da Gdynia, in Polonia, per la Radio Vaticana, Pierluigi Natalia)

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    Domani, aperte eccezionalmente al pubblico 15 catacombe cristiane del centro-sud Italia, con servizio gratuito di guide

    ◊   Accrescere la conoscenza del prezioso patrimonio di fede costituito dalla testimonianza dei primi martiri e della prima comunità cristiana della Chiesa di Roma: questo, il senso delle iniziative promosse domani dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, in vista della memoria liturgica dei Santi Protomartiri Romani, che ricorre il prossimo 30 giugno. Ce ne parla Roberta Moretti:


    “Alcuni, ricoperti di pelli di belve, furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocefissi, ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno, in modo che servissero da illuminazione notturna”: il macabro racconto dello storico Cornelio Tacito, nel XV libro degli Annales, riassume tutta la crudeltà dei supplizi inflitti da Nerone ai primi cristiani, i Santi Protomartiri romani. “Pene ricercatissime”, applicate in seguito al terribile incendio scoppiato a Roma il 19 luglio del 64 d.C.. Per diffondere la straordinaria testimonianza di questi primi “campioni della fede”, che pagarono con la vita la scelta di seguire Cristo, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra apre domani eccezionalmente al pubblico, con servizio di guide gratuite, 15 catacombe cristiane situate a Roma e nel Lazio, in Toscana, Umbria, Campania e Sicilia. Luoghi di fede che, nell’originaria denominazione di “coemeteria”, ossia “dormitori”, esprimono l’abbraccio di tutta la comunità cristiana nel momento della morte, premessa e antefatto della “vita vera”, della Risurrezione, della salvezza finale. Sempre domani, alle 21.00, presso le catacombe romane di San Callisto, il Dicastero Pontificio promuove la lettura scenica all’aria aperta delle biografie di alcuni martiri di diverse epoche: da san Tarcisio, a San Tommaso Moro, al Servo di Dio Rolando Rivi. Un’iniziativa di grande impatto, per diffondere, con tutta la sua attualità, il valore della testimonianza dei primi martiri anche per il cristiano del terzo millennio. Istituita nel 1852 da Pio IX, per custodire i sacri cimiteri, curare la loro conservazione, le esplorazioni, le ricerche, lo studio e tutelare la memoria dei primi secoli cristiani, i monumenti insigni e le venerabili Basiliche di Roma, la Commissione di Archeologia Sacra è stata dichiarata Pontificia da Pio IX, il quale ne ha successivamente ampliato le funzioni. I Patti Lateranensi hanno riconosciuto la sua autorità e il suo ambito di azione e studio per tutte le catacombe esistenti sul territorio italiano. Il nuovo Concordato ha poi confermato queste attribuzioni.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - La visita del Santo Padre alla Biblioteca Apostolica Vaticana e all'Archivio Segreto Vaticano.

    Servizio estero - In evidenza il Libano: uccisi in un attentato sei soldati dell' "Unifil"

    Servizio culturale - Un articolo di Giuseppe Appella dal titolo "Dall'immersione nella vita di ogni giorno la spiccata attitudine all'analisi": l'umanità e la profondità di pensiero di Cesare Brandi in un epistolario che ridà voce ad artisti e vecchi amici.

    Servizio italiano - In rilievo il tema delle pensioni.

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    Oggi in Primo Piano



    Madrid accusa: c'è Al Qaeda dietro l'uccisione di sei caschi blu spagnoli in Libano

    ◊   Esecrazione e condanna unanime da parte di tutta la comunità internazionale per l’attentato suicida, che ieri nel sud del Libano è costato la vita a sei caschi blu spagnoli dell’ONU – tre dei quali di origine colombiana – facenti parte della missione Unifil a guida italiana. Il governo di Madrid addossa le responsabilità dell’accaduto al gruppo Fatah al Islam, movimento legato ad Al Qaeda, che da oltre un mese si sta scontrando con l'esercito libanese in aspri combattimenti nel campo profughi palestinese di Nahr el Bared nel nord del Libano. Per un’analisi dell’episodio Giancarlo La Vella ha raccolto il parere di Antonio Ferrari, editorialista ed inviato speciale del Corriere della Sera:


    R. - E’ grave perchè può creare problemi a tutti quei Paesi, a cominciare dall’Italia, che sono coinvolti in questa vicenda. A questo punto diventa essenziale capire se si è trattato di un episodio isolato - ma c’è da dubitarne – o se invece siamo davanti all’inizio di una nuova strategia. In questo secondo caso, ci sarebbe da essere veramente preoccupati per quello che potrà accadere da adesso in poi, per la situazione libanese, con tutte le fragilità, con lo stretto controllo da parte della Siria che non ne vuole perdere il protettorato, con il fatto che la Siria deve anche rispondere ad un tribunale internazionale, che ha organizzato o fatto eseguire, o magari anche eseguito l’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri e tutta la serie di delitti eccellenti che sono venuti dopo. Quindi, una situazione delicatissima da quel punto di vista. E’ evidente che qui ci sono delle forze parallele o anche antitetiche rispetto ad Hezbollah sul campo, che però rispondono a logiche destabilizzanti, che in qualche modo possono essere riconducibili ai padrini dell’Hezbollah.

     
    D. – In ogni caso, questo episodio si può leggere con la volontà di portare avanti una nuova strategia che inizia proprio col tenere lontana la comunità internazionale dal Libano?

     
    R. – Sicuramente è un cercare di indebolire e scoraggiare questa presenza internazionale e cercare di spaventare la comunità internazionale, con una serie di operazioni clamorose.

     
    D. – A questo punto è opportuno rafforzare la presenza internazionale in Libano oppure, al contrario, allentarla...

     
    R. – Io credo che oggi non sia il caso di allentarla. Possibilmente, bisognerebbe renderla ancora più incisiva ed efficace. Questo non significa una preponderanza militare o un mutamento delle regole di ingaggio, ma significa proprio dimostrare ai malintenzionati che, in questo momento, stanno cercando di appiccare l’incendio nel nome del “tanto peggio, tanto meglio”, che, comunque, il mondo sta a guardare molto attentamente e saprà prendere anche delle decisioni. A questo punto il momento è delicatissimo. Credo che la politica dovrà dire la sua. Mostrare debolezza oggi sarebbe il gioco chiaro e limpido di chi vuole sabotare tutto e ritrasformare il Libano nell’arena di tutti gli scontri possibili.

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    Concluso a Roma l'Incontro europeo dei docenti universitari: non si può costruire un nuovo umanesimo senza Dio

    ◊   Si è concluso ieri a Roma l'Incontro europeo dei docenti universitari che si è svolto sul tema “Un nuovo umanesimo in Europa. Il ruolo delle università”. L'evento è stato promosso dall’ Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’ Europa. Il servizio di Marina Tomarro:


    Quando cerchiamo un nuovo umanesimo per l’ Europa non possiamo cercarlo senza Dio. Se gli sforzi umani prescindono consapevolmente dall’ esistenza di Dio, essi non potranno liberarsi dall’ ombra triste della mancanza del senso, del valore dell’ universo e dell’ esistenza di tutta l’ umanità.” Cosi il cardinale Peter Erdö presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’ Europa, si è rivolto ai partecipanti dell’ Incontro europeo dei docenti universitari, che si è svolto a Roma. E tante sono le prospettive che nascono da questo evento, che ha visto la presenza di oltre 3000 professori, provenienti da tutta Europa. Giuseppe Dalla Torre, rettore della Libera Università Maria Santissima Assunta:

     
    “Le prospettive di impegno possono essere individuate su tre piani. Il primo piano è quello della ricerca scientifica; è necessario che quello che è stato discusso qui possa avere una continuazione nei diversi Paesi, nelle diverse università, al fine di portare avanti i discorsi che sono stati approfonditi. Il secondo piano è quello della formazione; credo che alcuni temi potrebbero essere il filo rosso che conduce all’istituzione di dottorati di ricerca, di concorsi di specializzazione inter-universitari a livello europeo. Infine, non c’è dubbio che il processo europeistico abbia bisogno di una forte presenza del pensiero scientifico cristianamente orientato. Credo che dobbiamo fare uno sforzo perché questo pensiero abbia una diffusione nell’opinione pubblica europea e nelle sedi istituzionali in cui essa si rappresenta”.

     
    E tema conduttore dei 47 convegni svolti durante l’ evento, che ha coinvolto tutte le sedi universitarie romane, è stato quello di costruire un nuovo umanesimo per l’Europa, partendo proprio dalla dignità della persona umana. Mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’ Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma:

     
    “Credo che oggi, la società contemporanea abbia davanti a sé l’immagine di un uomo frantumato, cioè incapace di trovare un punto di riferimento per la propria esistenza. Ecco, il convegno, attraverso proprio questo lavoro interdisciplinare, ha favorito questa integrazione tra i vari saperi e, soprattutto, ha posto in evidenza come senza una visione antropologica definita e ben precisa, difficilmente la ricerca scientifica possa superare questo momento di grande frantumazione del sapere ma soprattutto di frantumazione dell’uomo stesso. Per cui è molto importante che la ricerca scientifica, nel suo cammino, non si limiti a un esame puramente fenomenologico ma si renda conto che poi tutto deve essere verificato in una prospettiva più ampia, che è quella del destino e il futuro dell’uomo".

     
    Quindi costruire un nuovo umanesimo in Europa è possibile, ma ci vuole l’ impegno di tutti affinché i progetti diventino presto una realtà.

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    L'Ordine di Malta ha realizzato la prima scuola superiore femminile nel sud Sudan, con la collaborazione della diocesi di Rumbek

    ◊   Appartiene all'Associazione dei Cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta la realizzazione, quasi ultimata, della prima scuola femminile a Rumbek, nel sud Sudan, che per anni è stata una delle regioni più tormentate del pianeta. L'iniziativa è stata promossa anche dalla diocesi di Rumbek, guidata dal vescovo Cesare Mazzolari. Oltre che con il presule, Fabio Colagrande ha parlato di questo progetto con il responsabile, il cavaliere dell'Ordine di Malta, Gian Antioco Chiàvari:


    R. - Questo progetto fa parte di un progetto più grande, che nel luglio 2005 lo Stato italiano ha deciso di portare avanti proprio per aiutare un Paese che ha vissuto 50 anni – i peggiori sono stati gli ultimi 25 anni – di un conflitto etnico, religioso devastante, che ha causato 2 milioni di morti, 4 milioni di profughi e che ha visto morire 120 mila bambini-soldato, armati alla bene e meglio e che ovviamente erano solo in grado di morire. In questa realtà, a gennaio del 2005, per fortuna, è stata firmata una pace, che regge e regge bene e che permette la ricostruzione di questo Paese così sfortunato. Una pace che ha permesso di dare una speranza a questo popolo, soprattutto di vedere delle strutture che permetteranno loro di avere un futuro migliore. Nell’ambito di questo progetto, ci sono un ospedale, una scuola-infermieri, un ponte, che è stato già costruito, proprio per collegare due fiumi che non permettevano il collegamento tra oltre 400 mila persone. In questo progetto c’era anche una scuola, la prima scuola femminile superiore, retta dalle Suore di Loreto. E siamo ormai al 60 per cento della costruzione della scuola. Le donne in sud Sudan per meno del 3 per cento sanno leggere e scrivere: ora è il momento di aiutarle.

     
    Questo progetto per la costruzione della prima scuola secondaria femminile nel Sud Sudan è stato promosso - come detto - in collaborazione col vescovo di Rumbek, Cesare Mazzolari. L’abbiamo raggiunto telefonicamente a Nairobi per farci spiegare, perché è così urgente ultimare la costruzione di questo istituto ...

     
    R. - Perché alle donne è stata negata per anni nella loro cultura l’educazione. Hanno l’intelligenza, la capacità di essere libere nella loro società, ma non hanno ricevuto l’educazione. Da questa scuola, verranno fuori ragazze preparate che potranno portare un servizio molto necessario alla società del Sudan. E’ urgente che le abilitiamo ad avere questa educazione e a diventare leader nel loro Paese in maniera più completa.

     
    D. - Mons. Mazzolari, a poco più di due anni dalla firma della pace, qual è la situazione nel sud Sudan?

     
    R. - Direi che è definitivamente migliorata. E’ una pace ancora piuttosto fragile, ma c’è un progresso lento, un poco ritardato, dovuto alla grande povertà del Paese. Non è una povertà di risorse, ma la povertà di gente che sia preparata. E’ mancata l’educazione, quindi le risorse umane sono molto limitate. Adagio, adagio ci stiamo incamminando. Non ci sono più bombardamenti. Il disarmo della gente va avanti bene. Quindi, c’è molta più sicurezza tra la gente.

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    Nuove e vecchie povertà al centro del Convegno delle Caritas diocesane

    ◊   “Al di sopra di tutto. ‘Un cuore che vede’ per animare alla carità”: questo il titolo del XXXI Convegno nazionale delle Caritas diocesane italiane, in programma a Montecatini da oggi fino al 28 giugno. Ad aprire i lavori, nel tardo pomeriggio, la relazione del presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco. Tra i temi in esame: le nuove politiche sociali per le famiglie e per i poveri, e la coniugazione di economia e carità a vantaggio dello sviluppo. Ma quali sono, attualmente, le emergenze della società italiana? Al microfono di Isabella Piro, risponde don Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana:


    R. - Sono soprattutto le attenzioni, non sempre ben considerate, legate alle politiche sociali riguardanti sia le povertà in tutte le loro espressioni e, in particolare, il cammino faticoso delle famiglie che con sempre maggior fatica vivono i loro situarsi positivamente all’interno dei nostri contesti. Ci sta poi tutto quanto riguarda il problema delle politiche penali, delle prospettive legate soprattutto alle regioni del Sud - col rischio di un’Italia dimezzata, da una parte centro-nord dall’altra centro-sud - e poi tutto quanto concerne i territori legati alle aree metropolitane.

     
    D. - A questo proposito, quali soluzioni chiede e quali soluzioni propone la Caritas?

     
    R. - Chiediamo innanzitutto che siano rafforzate le politiche sociali, siano garantiti i servizi minimi alle persone, aiutando quanti italiani e provenienti da altri mondi cercano nient’altro che lavoro proprio per poter dare un futuro più significativo alla propria esperienza di vita. Dall’altra parte, incrementando da parte delle Caritas l’attenzione maggiore nei confronti delle famiglie perché stiamo scoprendo come ultimamente queste fatichino soprattutto a raggiungere la fine del mese in maniera dignitosa.

     
    D. - Tra le sessioni di lavoro in programma, una riflessione sui giovani e sul servizio civile: si punta quindi concretamente al coinvolgimento dei ragazzi…

     
    R. - E’ un’azione nostra perché si ritiene che ai giovani debbano essere offerte occasioni; una di queste è quella dettata dalla legge 64 del 2001 che permette al giovane, alla ragazza, di fare scelta volontaria di servizio civile. Ricorre anche il 30.mo della firma tra Caritas italiana e il Ministero per quanto riguarda la valorizzazione dei giovani, prima a partire dall’obiezione di coscienza alle armi, quindi il servizio civile alternativo, e ora invece dettato da questa nuova legge che permette ai giovani di scegliere liberamente di fare servizio civile.

     
    D. - Il convegno di Montecatini è a livello nazionale ma da qui partono nuove sfide anche per la Caritas Internationalis…

     
    R. - Sì proprio per intercettare nel 40.mo della Populorum progressio un po’ tutte le tematiche legate alla globalizzazione della solidarietà e alla coniugazione del buon utilizzo dell’economia a servizio della solidarietà. A livello internazionale, siamo ancora fortemente impegnati nella zona dell’emergenza tsunami, soprattutto della Thailandia, dell’Indonesia, dell’India, dello Sri Lanka, delle Maldive, dove con una presenza di circa una ventina di operatori e operatrici stiamo realizzando in maniera abbondante molteplici progetti di sviluppo, di attenzione, soprattutto alla sanità, alla vita sociale, alla promozione della donna, all’attenzione nei confronti dei minori.

     
    D. - In conclusione, don Vittorio Nozza, per riprendere il titolo del Convegno: qual è “il cuore che vede per animare alla carità”?

     
    R. - Come dice Benedetto XVI nell’Enciclica Deus caritas est, il cuore che vede è quello del samaritano, che a partire dalla parola, dall’Eucaristia, diventa capace di attenzioni di ascolto, di osservazioni delle varie marginalità che stanno dentro i nostri territori per divenire capaci di farci essere altri dentro questa storia di prossimità. Quindi c’è un giocarsi in prima persona perché altri entrino in questa storia ricca di amore. Quindi un cuore che vede è capace di uno sguardo globale sull’umanità bisognosa dell’amore di Dio.

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    Chiesa e Società



    Celebrata ieri la Giornata di preghiera per la riconciliazione e l’unità del popolo coreano

    ◊   Esorta all’amore e a continuare la missione di pace di Gesù Cristo mons. Lucas Kim Woon-hoe, vescovo ausiliare e vicario episcopale di Seoul e presidente della Commissione per la Riconciliazione del Popolo Coreano, nel suo messaggio per la Giornata di Preghiera per la Riconciliazione e l’Unità del Popolo Coreano che si è celebrata ieri nella Corea del Nord e del Sud. Nell’attuale situazione della Corea del Nord che potrebbe scoraggiare molti Sud-coreani a credere nella necessità di una unificazione nazionale, il presule ribadisce la speranza e l’augurio di giungere a realizzare una comunità nazionale piena di fiducia e di amore, promuovendo la libertà religiosa in tutta la Corea del Nord e chiede alla Chiesa di pregare e lavorare per il futuro del popolo coreano. In occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la santificazione dei sacerdoti, invece, lo scorso 15 giugno, scrive l'agenzia Fides, sono state diverse le iniziative a Seoul a livello diocesano. Nel Santuario dei Martiri di Jeouldusan, mons. Andrew Yeom Soo-jung, vescovo ausiliare e vicario episcopale di Seoul, ha esortato i sacerdoti a meditare sulla loro missione e sull’importanza del ministero. Mons. Basil Cho kyu-man, vescovo ausiliare e vicario episcopale, ha incoraggiato tutti i preti a pregare, e a curare in particolare la preparazione delle omelie, per comunicare con i fedeli con un linguaggio che rispetti la loro cultura. (T.C.)

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    Al via mercoledì, a Berhampore, in India, al Film Festival per ricordare Madre Teresa di Calcutta

    ◊   Quattro giornate di proiezioni e incontri a Berhampore, in India, per ricordare Madre Teresa di Calcutta. Il Film Festival in onore della religiosa albanese, che si svolgerà a Rabindra Sadan, avrà inizio mercoledì. Ieri, invece, su un’aiuola di fiori circondata da decorazioni in fibra di vetro, all’incrocio tra l’Ufficio della Magistratura di Berhampore e il Quartier Generale di Murshidabad è stata inaugurata una statua di madre Teresa, alta poco meno di due metri. L’opera, riferisce l’agenzia Fides, è stata realizzata da un artista locale, Kanchan Karmakar. I cittadini di Berhampore hanno voluto rendere così il loro omaggio alla Beata Teresa di Calcutta che ha visitato la città durante il centenario della morte di Don Bosco, nel 1988. L’arcivescovo di Calcutta, mons. Lucas Sirkar, con il vescovo di Krishnagar, mons. Joseph Suren Gomes, ed il superiore provinciale dei salesiani di Kolkata, padre John Berger, hanno scoperto la statua durante una celebrazione all’aperto. Il Festival 2007 di Berhampore si aprirà con il film sulla figura di madre Teresa di Domenique Lapierre, ammiratore appassionato di Madre Teresa, che ha impiegato 15 anni per portare a termine il lavoro. Il secondo film americano al Festival è il documentario “Madre Teresa”, arricchito dai commenti di S. Richard Attenborough. Il terzo film, americano, è il film ufficiale su Madre Teresa girato in Vaticano in occasione della beatificazione del 2003: “Madre Teresa: l’eredità”. Il quarto e unico film in lingua bengalese, di 16 minuti, è una selezione di rare diapositive provenienti dalla ricca collezione di Nikita Don Bosco Kolkata che riflettono la missione di amore verso i più poveri della Beata albanese. (T.C.)

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    Ai cristiani discriminati dal sistema delle caste indiane il 10 per cento dei posti al prestigioso Collegio Santo Stefano di Delhi

    ◊   Il 10 per cento dei posti disponibili al prestigioso Collegio Santo Stefano di Delhi, in India, sarà assegnato ai cristiani discriminati dal sistema delle caste indiane. Fondato nel 1881 da una missione cristiana della Westcott House di Cambridge, il collegio, secondo quanto comunica Sar News, accoglie studenti appartenenti a tutte le comunità e provenienti da ogni parte dell’India e dall’estero e appartenenti a diverse confessioni. E’ stato lo stesso direttore dell’istituto, Valson Thampu, scrive l’agenzia Fides, a dare conferma dell’assegnazione di alcuni posti ai cristiani dalit (“intoccabili”), che occupano il gradino più basso nel sistema delle caste indiane. (T.C.)

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    Cina: inchieste della polizia rivelano la presenza di oltre 53 mila schiavi nelle fabbriche di mattoni, nelle cave e nelle miniere
     

    ◊   Su 3347 fabbriche cinesi ispezionate, 2036 lavoravano senza i permessi necessari, usando 53.036 lavoratori migranti, fra cui molti minori. Sono dati diffusi da Fan Duixiang, membro del Congresso provinciale dello Shanxi, dopo alcune inchieste della polizia. L’agenzia Xinhua riporta anche il numero di schiavi usati nelle fabbriche di mattoni, nelle cave e nelle miniere - oltre 53 mila - e riferisce che nei prossimi giorni il comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo varerà una nuova legge sul lavoro per evitare futuri nuovi scandali di schiavismo. La decisione del “parlamento” cinese, scrive l’agenzia AsiaNews, cerca di fermare l’onda di critiche e accuse contro il coinvolgimento delle autorità nella schiavitù. Nei giorni scorsi è emerso con più chiarezza che polizia e autorità locali coprivano e sfruttavano la situazione. Il governo di Linfen (Shanxi) ha proibito a tutti i burocrati del governo di lasciare il Paese fino alla fine dell’anno, nel timore che i colpevoli scompaiano nel nulla. Fino ad ora circa 600 persone – fra essi molti bambini e minori – sono state liberate nello Shanxi e nell’Henan. L’inchiesta sullo sfruttamento nelle fabbriche è partita agli inizi del mese, dopo che alcuni parenti di bambini scomparsi hanno denunciato su internet che almeno mille minori erano tenuti come schiavi a lavorare nelle fabbriche di mattone, nelle cave e nelle miniere di carbone. La polizia ora sta setacciando migliaia di fabbriche e miniere nelle due province dello Shanxi e dell’Henan, sperando di bloccare lo schiavismo. Intanto i genitori di 400 bambini scomparsi hanno lanciato un altro appello via internet denunciando che i loro bambini non sono ancora tornati e temono che i padroni delle fabbriche di mattoni siano riusciti a nasconderli durante le ispezioni della polizia. (T.C.)


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    In Romania inaugurato il "piccolo Cottolengo" dell'Opera don Orione

    ◊   “Una struttura moderna, molto luminosa, con spazi ben distribuiti destinata a vari servizi”. Così don Flavio Peloso, direttore generale dell'Opera don Orione, presenta il “Piccolo Cottolengo di don Orione”, realizzato nel comune di Voluntari (130.000 abitanti), alla periferia di Bucarest (Romania), e inaugurato il 23 giugno. “In una vasta area recintata – spiega l’Opera don Orione in una nota diffusa oggi dall'Agenzia Sir - va costituendosi un villaggio della carità: già c'erano la Chiesa, due case per i religiosi e le suore di don Orione, per le orfane, per gli anziani. Ora è stato inaugurato l'edificio principale del Piccolo Cottolengo: tre piani e una mansarda ancora da attrezzare”. La struttura, dice don Flavio Peloso, “sarà destinata a vari servizi: accoglienza di un gruppo di 16 bambini portatori di handicap; accoglienza di 60 anziani/e malati e soli; riabilitazione e reparto di fisioterapia, al servizio degli ospiti del Piccolo Cottolengo e aperto anche al territorio con prestazioni ambulatoriali giornaliere”. L'Opera don Orione è presente in Romania dal gennaio del 1991. (R.P.)

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    I responsabili nazionali per le vocazioni delle 34 Conferenze episcopali d’Europa a Gniezno dal 28 giugno per il loro incontro annuale

    ◊   “La famiglia: luogo di vocazione”: è il tema dell’incontro annuale dell’European Vocations Service (EVS), l’organizzazione che raggruppa i responsabili nazionali per le vocazioni delle 34 Conferenze episcopali d’Europa, che si svolgerà dal 28 giugno al 1° luglio 2007 a Zadar, in Croazia. La tematica di quest’anno, riferisce l’agenzia Fides, vuole mettere in luce il ruolo e la responsabilità che la famiglia, come prima comunità cristiana di base, ha nella nascita e maturazione di ogni vocazione cristiana. In particolare, l’incontro si snoderà attorno a due tematiche centrali: “La famiglia, luogo di raccoglimento interiore” e “La famiglia: luogo di missione”. Ogni tema sarà introdotto da una relazione magistrale seguita poi da ampio dibattito. Una sessione sarà dedicata alla presentazione e all’aggiornamento sul lavoro dei vari uffici per le vocazioni delle Conferenze episcopali d’Europa che metteranno in luce la ricchezza e le difficoltà delle comunità cristiane nel continente. La preparazione dell’incontro è stata coordinata dal vescovo ausiliare e vicario generale di Gniezno, mons. Wojciech Polach, presidente dell'EVS e delegato del CCEE per le vocazioni, insieme all’attuale coordinatore, padre Jean-Pierre Leroy, responsabile dell’Ufficio per le vocazioni della Conferenza episcopale belga. (T.C.)

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    Trentadue giovani al Campo per la pace di Rust, in Germania, organizzato dall’1 al 7 luglio dal Consiglio d’Europa

    ◊   Un Campo per la pace all’Europa-Park di Rust, in Germania, per insegnare ai giovani l’arte della comunicazione interculturale. Lo ha voluto il Consiglio d’Europa che dall’1 al 7 luglio radunerà 32 giovani tra serbi e albanesi kosovari, arabi ed ebrei per dare loro l’opportunità di “sviluppare competenze di comunicazione pacifica e di rafforzamento della fiducia”. Al raduno dell’Europa-Park, uno dei più grandi parchi di divertimento del mondo, sono attesi, riferisce l'agenzia SIR, 16 ragazzi e 16 ragazze di età compresa tra i 17 e i 20 anni. Tra le città di provenienza figurano Mitrovica, Pristina, Haifa, Gerusalemme, tutte devastate dalle guerre e tuttora interessate da scontri di matrice politica, culturale o religiosa. Michael Raphael, organizzatore della campagna CdE “Tutti diversi, tutti uguali”, spiega che “il rispetto della diversità e dei diritti dell’uomo e la partecipazione politica dei giovani sono al contempo gli obiettivi principali della campagna e anche i valori centrali del Consiglio d’Europa”. Il programma dell’iniziativa offrirà “ai partecipanti l’opportunità di raccontare la loro storia in un ambiente sicuro e di stringere amicizie che possono durare nel tempo”. (T.C.)

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    Religiosi e laici dell'Opera di Santa Francesca Cabrini di tutta Europa in assemblea a Fatima

    ◊   Religiosi e laici cabriniani di tutta Europa si riuniranno a Fatima in assemblea dal 28 giugno al 1 luglio in vista del prossimo capitolo generale del luglio 2008. Duecentocinquanta i partecipanti provenienti dalle 30 opere situate in Italia, Spagna, Inghilterra, Svizzera, Portogallo e dalla missione in Russia che dibatteranno il tema "come cambia la missione Cabriniana oggi in Europa" nelle scuole, pensionati universitari, ospedali, residenze per anziani e comunità inserite in parrocchia. Tra i relatori - riferisce l'Agenzia Sir - la madre generale dell’opera di Santa Francesca Cabrini, Suor Lina Colombini e il vicepresidente del parlamento Europeo, Mario Mauro. Ultimamente si sta compiendo il lungo iter di intitolazione alla Santa di origini Lodigiane dell'aereoporto intercontinentale di Milano Malpensa.(R.P.)

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    24 Ore nel Mondo



    Si apre oggi a Sharm el Sheikh il vertice per rilanciare il processo di pace mediorientale - Al via a Parigi la Conferenza internazionale sul Darfur

    ◊   Tutto pronto a Sharm el Sheikh, in Egitto, per il vertice a quattro tra il premier israeliano, Olmert, il presidente palestinese, Abu Mazen, re Abdallah di Giordania e il presidente egiziano, Mubarak. Si discuterà delle misure per rafforzare il governo di emergenza palestinese guidato da Fayyad, e del processo di pace con Israele. Intanto, nel primo anniversario della cattura del caporale israeliano, Ghilad Shalit, il braccio armato di Hamas (Brigate Ezzedin al-Qassam) ha diffuso un messaggio audio in cui il soldato chiede la liberazione dei prigionieri palestinesi. Il nostro servizio:


    Nel messaggio audio, Shalit afferma che la sua salute sta peggiorando e che ha bisogno di cure. Il caporale dell'esercito israeliano si dice deluso per "la mancanza di interesse del governo" nei suoi confronti. In cambio della liberazione, i tre gruppi che lo tengono in ostaggio (Hamas, Esercito dell’Islam e Comitati di resistenza popolare) chiedono a Israele il rilascio di centinaia di detenuti palestinesi. Intanto, c’è attesa per il vertice di Sharm el Sheikh, che si aprirà oggi pomeriggio dopo un incontro bilaterale tra Olmert e Abu Mazen. Obiettivo del presidente dell’ANP è ottenere la revoca dell'embargo imposto dall'Occidente dopo la vittoria di Hamas nelle legislative palestinesi di sedici mesi fa. Abu Mazen richiede anche "azioni concrete" per fare avanzare il processo di pace,  in stallo dal 2000. Da parte sua, Olmert si è detto fiducioso che dal vertice verrà un messaggio di pace destinato a tutta la Regione. Ieri, il governo israeliano ha deciso una serie di misure volte a rafforzare il nuovo esecutivo palestinese, per fronteggiare Hamas in Cisgiordania. Fra i provvedimenti presi, il decisivo scongelamento dei fondi palestinesi bloccati da Israele da oltre un anno. Appare invece problematica la rimozione di posti di blocco israeliani in Cisgiordania: secondo fonti militari, Israele non rimuoverà i blocchi stradali fino a quando Abu Mazen non si impegnerà maggiormente a combattere i miliziani di Hamas e non rafforzerà il controllo del governo di emergenza sull'area.

    - E intanto, nella tarda mattinata, è giunta la notizia che il numero due di Al Qaida, Ayman al Zawahri, ha espresso il suo appoggio a Hamas e ha avvertito che una ''offensiva'' contro il movimento estremista è in corso di preparazione, con la partecipazione dell'Egitto e dell'Arabia. Nel messaggio messo in rete oggi su un sito saudita, al Zawahri ha poi esortato tutti i fratelli musulmani ad unirsi ai mujaheddin di Palestina.

    - E c’è preoccupazione dopo la diffusione di un video, annunciato ieri dal leader di Hamas Haniyeh, nel quale viene mostrato il giornalista della Bbc, Alan Johnston, rapito a Gaza il 12 marzo scorso da un gruppo legato al movimento integralista. Il reporter, con indosso una cintura esplosiva, chiede che non venga usata la forza per la sua liberazione per evitare che i sequestratori lo facciano saltare in aria.

    - Ennesima giornata di sangue in Iraq, segnata da attentati suicidi che, in tutto il Paese, hanno provocato finora circa 40 morti e 150 feriti. Un attacco suicida a Hilla, a 100 km a sud di Bagdad, ha causato la morte di 8 persone e il ferimento di altre 31. Un altro kamikaze si è fatto poi esplodere nella città petrolifera settentrionale di Baiji causando la morte di 18 persone. Ed è opera di un attentatore suicida anche l'esplosione che ha causato stamani 10 morti, tra cui 6 leader tribali sunniti, nell'hotel Al Mansur nel centro di Baghdad, frequentato da stranieri e funzionari iracheni. Questa serie di attentati giunge all’indomani della condanna a morte Alì al Majid, meglio noto come “Alì il Chimico”, esponente di spicco dell'ex regime iracheno, cugino e genero di Saddam Hussein.

    - Ripreso il controllo da parte delle forze afghane di un distretto della provincia di Kandahar, nel sud dell'Afghanistan. Nell’azione, alla quale non ha partecipato il contingente NATO, 13 presunti talebani sono stati uccisi.

    - Il Congresso straordinario del Partito laburista britannico, convocato ieri a Manchester, ha sancito la conclusione dell’era Blair. Il ministro britannico dell'economia, Gordon Brown, è stato proclamato successore del premier alla guida del Partito e da mercoledì occuperà la poltrona di primo ministro. Al congresso di Manchester non c’è stato bisogno di votazioni: Gordon Brown era l'unico candidato ed è stato eletto per acclamazione. L’avvicendamento a Downing Street avverrà ufficialmente mercoledì prossimo.

    - Si è aperta oggi a Parigi la Conferenza internazionale sul Darfur, la martoriata regione del Sudan dilaniata da una guerra civile che in quattro anni ha provocato oltre 200 mila morti e milioni di sfollati. All’incontro, prendono parte una dozzina di Paesi tra cui i membri del G8 e la Cina. Diserteranno invece l’Unione Africana e il governo sudanese, che ha definito “non opportuno” il summit. Il servizio di Tiziana Campisi:


    Offrire sostegno alla forza ibrida Unione Africana-ONU, trovare un accordo politico tra Khartoum e i diversi movimenti ribelli del Darfur, studiare un piano di ricostruzione delle zone colpite dalla crisi: su queste emergenze della martoriata regione del Sudan stanno discutendo a Parigi diversi esponenti della politica internazionale. Ieri il segretario di stato americano, Condoleezza Rice, ha rivolto un appello al Sudan perché “accetti l’aiuto internazionale”. “Ho già detto al governo di Khartoum - ha dichiarato la Rice - che o è incapace o non vuole dare sicurezza a queste popolazioni”. Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, fondatore di Medici senza Frontiere, che ha posto la questione del Darfur tra i primi impegni della sua agenda, ha sottolineato invece la necessità di “sostenere economicamente gli sforzi dell’ONU”, perché possano essere pagati i 20 mila soldati che andranno nella regione sudanese. I 7 mila caschi verdi dell’AMIS, la missione africana in Sudan, “che già sono là non fanno niente perchè non ricevono il salario da gennaio”, ha ricordato Kouchner. La forza Unione Africana-ONU dovrà sostituirli o affiancarli. Alla conferenza internazionale stanno prendendo parte anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, l'alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Javier Solana, il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, e il ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema. Il rifiuto da parte del Sudan a prendere parte all’incontro è stato motivato dal presidente Omar Bashir dalla mancata consultazione di Karthoum durante i lavori di preparazione. Tra le emergenze, anche quella degli aiuti umanitari alle popolazioni che soffrono le conseguenze della guerra. La proposta francese è quella di creare un corridoio attraverso il Ciad. - È emergenza maltempo in India e Pakistan. Sono oltre 250 le vittime delle inondazioni e delle raffiche di vento, che da due giorni si abbattono sull’Asia meridionale. Il servizio di Beatrice Bossi:

    Nella città di Karachi, nel sud del Pakistan, sono morte almeno 228 persone e decine sono rimaste ferite. Il vento ha raggiunto i 110 km all’ora e la pioggia ha superato i 17 millilitri. Notevoli i danni finora stimati: case distrutte, alberi sradicati e pali della corrente crollati. Secondo i soccorritori, sarebbe stata proprio la combinazione delle strade allagate e dei cavi elettrici caduti a causare il maggior numero di morti. Inoltre, l’interruzione di elettricità, sta provocando, in queste ore, anche problemi di ordine pubblico. Nello Stato meridionale indiano dell'Andhra Pradesh: sono almeno 35 le vittime delle inondazioni e 24 mila le case crollate, che hanno provocato oltre 200 mila senzatetto. Le squadre di soccorso sono ancora a lavoro per garantire al maggior numero di persone un ricovero nei 95 campi d'accoglienza disposti dalle autorità. Il servizio meteorologico non prevede miglioramenti: fino alla prossima settimana, pioggia e vento non lasceranno l’Asia meridionale.  - In Myanmar , ex Birmania, 27 persone sono morte a causa di due attacchi di ribelli di un gruppo etnico locale. Lo riferiscono mezzi d'informazione di regime diversi giorni dagli attentati. Nel primo attacco, il 21 giugno, gli insorti hanno ucciso dieci persone a bordo di un autobus nella regione di Karen, lacerata da un conflitto etnico da Quando la Birmania ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1948. In una seconda imboscata, il 22 giugno, 17 persone sono state uccise dopo che è stato aperto il fuoco contro l’autobus sul quale viaggiavano nella regione di Kayah, roccaforte dei ribelli fedeli ai Partito nazional progressista Karrenni (KNPP). - Un giornalista è stato ucciso questa mattina nella città di Bongao, nelle Filippine meridionali. Secondo le prime ricostruzioni, Vincent Sumalpong, è stato colpito da un proiettile, mentre si recava nella redazione di Radyo ng Bayan (la radio del popolo): l’emittente per la quale lavorava. A bordo della moto c’era anche un suo collega, Vema Antham, rimasto ferito ad un ginocchio. Secondo le dichiarazioni di Antham, erano più di uno i sicari coinvolti nell’agguato. Ancora ignote le ragioni dell’omicidio. La polizia - riferisce l’agenzia MISNA - ha avviato le indagini, prendendo in considerazione sia l’attività lavorativa, sia la vita privata della vittima. Sumalpong è il terzo giornalista ucciso nelle Filippine, dall’inizio dell’anno. (A cura di Marco Guerra e Beatrice Bossi )

     

     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 176

     

     
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