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SOMMARIO del 24/06/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa all'Angelus: la Chiesa come San Giovanni Battista sappia testimoniare con coraggio la verità e l'amore
  • Domani mattina visita del Papa alla Biblioteca Apostolica Vaticana e all’Archivio Segreto Vaticano
  • Il dramma dei boat-people africani al centro del Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare
  • Oggi in Primo Piano

  • Oggi la conclusione a Roma dell'Incontro europeo dei docenti universitari: il commento del cardinale Péter Erdő
  • Si inaugura stasera il 43° Festival Pontino di musica
  • Chiesa e Società

  • Il saluto del Papa al Simposio su San Paolo, iniziato oggi a Tarso
  • Cina: rilasciato un vescovo arrestato 17 giorni fa
  • Al via in Italia il Convegno nazionale delle Caritas diocesane
  • Nella Repubblica Dominicana, il piombo continua ad avvelenare i bambini di Haina
  • In Azerbaigian, i Salesiani inaugurano un sito web di notizie sulla Chiesa cattolica nel Paese
  • È indirizzata all’Angola la prima campagna della Fondazione portoghese San Giovanni di Dio
  • Oggi in Italia la fiaccola degli scout che sta percorrendo un pellegrinaggio internazionale per i 100 anni dello scoutismo
  • Si celebra martedì la Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Iraq, condannati a morte tre ex esponenti del deposto regime di Saddam Hussein per il genocidio dei curdi. Tra questi, "Ali il Chimico" - La NATO ammette di aver provocato vittime civili durante i raid dei giorni scorsi in Afghanistan
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa all'Angelus: la Chiesa come San Giovanni Battista sappia testimoniare con coraggio la verità e l'amore

    ◊   Il Papa oggi all'Angelus, parlando dell'odierna solennità della Nascita di San Giovanni Battista, ha pregato perchè la Chiesa, sull'esempio del precursore di Cristo, sappia testimoniare la verità e l'amore con coraggio e senza compromessi. Oltre 50 mila i pellegrini presenti in Piazza San Pietro. Il servizio di Sergio Centofanti.


    Il 24 giugno la Chiesa celebra la Natività di San Giovanni Battista: una solennità così importante da essere festeggiata anche di Domenica, giorno del Signore. Il Papa ne spiega il motivo: la vita di Giovanni, come quella di Maria, è stata in realtà “tutta orientata a Cristo”:

     
    “Giovanni Battista è stato il precursore, la ‘voce’ inviata ad annunciare il Verbo incarnato. Perciò, commemorare la sua nascita significa in realtà celebrare Cristo, compimento delle promesse di tutti i profeti, dei quali il Battista è stato il più grande, chiamato a ‘preparare la via’ davanti al Messia”.

     
    Benedetto XVI ricorda che tutti i Vangeli iniziano la narrazione della vita pubblica di Gesù con il racconto del suo battesimo nel fiume Giordano ad opera di Giovanni. E anche il suo libro “Gesù di Nazaret” – sottolinea - prende le mosse da questo evento che ebbe enorme risonanza in quel tempo. Da Gerusalemme e da ogni parte della Giudea la gente accorreva per ascoltare Giovanni Battista e farsi da lui battezzare nel fiume, confessando i propri peccati. Giovanni è famoso, tuttavia non annuncia se stesso ma “l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”. Lui è “il primo “testimone” di Gesù, avendone ricevuto indicazione dal Cielo, e lo indica “come Figlio di Dio e redentore dell’uomo”. Indica la Verità, senza paura:

     
    “Da autentico profeta, Giovanni rese testimonianza alla verità senza compromessi. Denunciò le trasgressioni dei comandamenti di Dio, anche quando protagonisti ne erano i potenti. Così, quando accusò di adulterio Erode ed Erodiade, pagò con la vita, sigillando col martirio il suo servizio a Cristo, che è la Verità in persona. Invochiamo la sua intercessione, insieme con quella di Maria Santissima, perché anche ai nostri giorni la Chiesa sappia mantenersi sempre fedele a Cristo e testimoniare con coraggio la sua verità e il suo amore per tutti”.

     
    Il Papa affida all’intercessione di Giovanni Battista “tutti coloro che seguendo il suo esempio introducono nel mondo la giustizia del Regno di Dio”.

     
    Dopo la preghiera dell’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato che in questa domenica, che precede la solennità dei Santi Pietro e Paolo, in Italia si svolge la Giornata per la carità del Papa: nelle offerte odierne si raccoglie il cosiddetto Obolo di San Pietro che il Pontefice destinerà ad interventi caritativi particolari:

     
    “Cari fedeli italiani, vi sono vivamente grato per la preghiera e per il sostegno solidale con cui partecipate all’azione evangelizzatrice e caritativa del Successore di Pietro nel mondo intero”.

     
    Numerose le opere realizzate con l'Obolo di San Pietro: tra queste la "Casa di accoglienza Giovanni Paolo II Opera Don Orione" a Monte Mario, attrezzata per ospitare gratuitamente i pellegrini disabili che vengono a Roma; il "Villaggio Città dei Ragazzi Nazareth" in Rwanda che accoglie gli orfani abbandonati durante la guerra civile; e ancora un Villaggio per gli orfani dell'AIDS in Kenya, ospedali in Armenia e Bosnia, e altri centri per gli indigeni dell'America Latina nonchè interventi a favore di terremotati, alluvionati e vittime della desertificazione nell'Africa subsahariana. Vari i modi per aderire all'Obolo di San Pietro: dalla raccolta operata nelle parrocchie al versamento on line. Per ogni informazione si può consultare la sezione apposita nel Sito vaticano www.vatican.va

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    Domani mattina visita del Papa alla Biblioteca Apostolica Vaticana e all’Archivio Segreto Vaticano

    ◊   Domani mattina Benedetto XVI visiterà la Biblioteca Apostolica Vaticana e l’Archivio Segreto Vaticano. Incontrerà 200 dipendenti e sarà accolto dal cardinale Jean Louis Tauran, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, da mons. Raffaele Farina, prefetto della Biblioteca, e da padre Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    La visita alla Biblioteca Vaticana, da oltre 5 secoli una delle raccolte librarie più importanti al mondo, sarà l’occasione per il Santo Padre di prendere visione di alcuni eccezionali documenti tra cui il Papiro Bodmer, contenente il più antico testo dei Vangeli di Luca e Giovanni. Al Papa saranno mostrati anche il Codice Vaticano, il più antico manoscritto conosciuto della Bibbia, alcune lettere di Martin Lutero ed una copia della Bibbia di Gutenberg, il primo libro pubblicato a stampa. La Biblioteca Vaticana conserva oltre 1.600.000 stampati, più di 75 mila manoscritti e 100 mila incisioni. La raccolta comprende anche 300 mila, tra monete e medaglie, e 8300 incunaboli, libri stampati nel XV secolo subito dopo l’invenzione della stampa. Il fondatore della moderna Biblioteca Vaticana è stato Papa Niccolò V, eletto nel marzo del 1447, che negli otto anni di pontificato raccolse manoscritti in Europa e in Oriente. A costituire formalmente la Biblioteca fu poi nel 1475 Papa Sisto IV con la bolla 'Ad decorem militantis ecclesiae'. Da allora, la Biblioteca ha contribuito a sviluppare, conservare e divulgare un patrimonio culturale di inestimabile valore. A questa raccolta si aggiunge l’Archivio Segreto Vaticano che, ogni anno, accoglie circa 1500 studiosi provenienti da tutto il mondo. Per volontà di Giovanni Paolo II, dal 16 febbraio del 2003 sono stati resi disponibili ai ricercatori documenti conservati negli archivi della sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e negli archivi della nunziatura apostolica a Monaco di Baviera e a Berlino sui rapporti tra Santa Sede e Germania dal 1922 al 1939. Il documento più antico conservato nell’Archivio è il 'Liber Diurnus Romanorum Pontificum', libro di formule della cancelleria pontificia risalente all’VIII secolo. La visita del Santo Padre avviene pochi giorni prima di una chiusura temporanea al pubblico della Biblioteca Vaticana per lavori di ristrutturazione. I lavori cominceranno il prossimo 14 luglio e dureranno tre anni.

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    Il dramma dei boat-people africani al centro del Congresso mondiale dell'Apostolato del Mare

    ◊   Inizia oggi a Gdynia, in Polonia, il XXII Congresso mondiale dell’Apostolato del Mare, promosso dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti sul tema: "In solidarietà con la Gente del mare, Testimoni di speranza, con la Parola di Dio, la Liturgia, la Diaconia". Ma in cosa consiste l'Apostolato del Mare? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del dicastero vaticano che organizza questo importante avvenimento:


    R. - L’Apostolato del Mare (AM) è un’Opera ecclesiale, un’organizzazione di apostolato con oltre 110 centri per marittimi e cappellanie presenti in quasi tutti i grandi porti del mondo. Si stima, per la sola marina mercantile, che i marittimi siano oltre 1.2 milioni, la maggior parte dei quali sono cattolici e provengono da Paesi meno favoriti. Per quanto riguarda la pesca, il numero di persone che lavorano in questo settore è valutato in 41 milioni. Bisogna anche ricordare che il 90% del commercio mondiale si effettua via mare. Si tratta, pertanto, di un settore vastissimo, ma anche di una delle professioni più pericolose al mondo, tanto che non c’è giorno in cui non si senta parlare di catastrofi e di perdita di vite umane. Non bisogna dimenticare, poi, le crociere, attualmente in pieno sviluppo, con navi che arrivano ad ospitare 3500 passeggeri e 1500 membri d’equipaggio. Anche il piccolo cabotaggio e le competizioni veliche sono in piena espansione. Solo per la Francia, ad esempio, si stima che le imbarcazioni da diporto siano all’incirca un milione.

     
    D. - Perché un Congresso dell’Apostolato del Mare?

     
    R. - Il coordinamento e l’animazione internazionale dell’AM sono assicurati dal settore marittimo del nostro dicastero. In questa opera, siamo aiutati da otto coordinatori regionali per tutti i continenti e oceani; assicurare la coesione del movimento è una sfida, quindi è molto importante che, ad intervalli regolari, quanti operano in questo Apostolato si incontrino per fare il punto della situazione e riflettere sul loro impegno apostolico, delineando insieme una visione comune per l’avvenire. Questi Congressi, di regola, hanno luogo ogni 5 anni; l’ultimo si è svolto a Rio de Janeiro nel 2002, mentre l'attuale si svolge a Gdynia, in Polonia, da oggi fino al 29 giugno. Si tratta di una riunione importante, frutto di lunga preparazione, e preceduta da numerosi incontri a livello nazionale e regionale. Partecipano oltre 270 delegati da tutto il mondo, tra cui una trentina di vescovi, che sono, generalmente, promotori dell’AM nei loro Paesi. Ci auguriamo che il Congresso di Gdynia offra all’AM l’occasione per riflettere e prendere coscienza della sua spiritualità e specificità nel servizio cattolico del mondo del mare. Durante le giornate, passeremo in rassegna anche il nostro impegno pastorale per vedere se risponde fedelmente alle necessità dell’ambiente che ci è stato affidato e per prendere atto di nuove situazioni e nuove sfide che si profilano all’orizzonte.

     
    D. - Quali sono queste nuove sfide?

     
    R. - Solo per citarne alcune, in una prospettiva “umana”, inizio col dirvi che, di recente, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha approvato un’importantissima Convenzione sul lavoro marittimo (MLC 2006). La priorità per il benessere della gente di mare è che questa Convenzione sia ratificata e messa in atto dal maggiore numero possibile di Paesi. Inoltre, in questi giorni ci colpisce particolarmente la grave situazione di migliaia di immigrati provenienti dall’Africa e da altri Paesi, che occupa la prima pagina dei giornali. Si stima che siano oltre 8.000 questi nuovi “boat-people” che, a partire dal 1988, hanno perso la vita nella sola traversata del Mediterraneo, molto pericolosa. La loro sorte non può lasciarci indifferenti e noi abbiamo il dovere di impegnarci attivamente affinché tutte le persone e le autorità locali prendano coscienza di questa situazione, e ciascuno si assuma le proprie responsabilità e agisca in coscienza tenendo presenti le norme internazionali. Pensiamo anche al concetto di commercio equo che si fa sempre più spazio nell’ambito del commercio internazionale. Non è forse giunto il tempo che venga esteso anche alle condizioni di lavoro della professione marittima, che costituisce un anello essenziale del commercio internazionale? Inoltre la situazione della pesca, l’impoverimento dei relativi stocks, la pauperizzazione della professione, il tratto ingiusto riservato ai pescatori, sono altre questioni urgenti che interpellano le nostre coscienze. Non dobbiamo tralasciare, poi, la questione sanitaria, poiché la gente di mare, proprio per la situazione in cui vive, è considerata popolazione a rischio.

     
    D. - Una parola per concludere.
     
    R: Affrontiamo questo Congresso con molta speranza, poiché esso rappresenta una grande possibilità per l’AM di crescere da un punto di vista pastorale e rispondere meglio alla vocazione di testimoniare la speranza in Gesù Cristo e la solidarietà con le comunità della gente di mare. Contiamo sulla preghiera di tutti affinché sappiamo fare nostre le parole di San Pietro “Siate sempre pronti a rendere conto della vostra speranza”, articolando proclamazione della Parola, Liturgia e Diaconia.

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    Oggi in Primo Piano



    Oggi la conclusione a Roma dell'Incontro europeo dei docenti universitari: il commento del cardinale Péter Erdő

    ◊   Si chiude questa sera a Roma l'incontro europeo dei docenti universitari sul tema "Un nuovo umanesimo per l'Europa", promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE). Ieri il Papa, incontrando i partecipanti al Convegno, aveva sottolineato come, in un' Europa segnata attualmente da "una certa instabilità sociale e da una diffidenza di fronte ai valori tradizionali”, la promozione di un nuovo umanesimo richieda "una chiara comprensione di cosa significhi realmente la modernità". Ma quali sono le condizioni indispensabili, nella relazione tra fede e scienza, per promuovere un nuovo umanesimo? Marta Vertse, del programma ungherese della nostra emittente, lo ha chiesto al cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa:


    R. – E’ chiaro ormai che la fede e la scienza si presuppongono, hanno bisogno l’una dell’altra, e che l’uomo come essere umano non è soltanto oggetto di una ricerca nel campo delle scienze naturali, ma che il vero umanesimo richiede una visione completa dell’uomo e una visione completa dei valori. I valori non sono un oggetto, come una macchina, ma esprimono una relazione. Anche quando cerchiamo il senso delle cose, delle diverse azioni o dei diversi comportamenti, il valore e il senso si determinano mediante una relazione. Questo senso e questo valore provengono dalla loro relazione con Dio stesso Creatore, che con la Sua volontà e con il Suo amore dà appunto uno scopo, una destinazione all’universo e all’umanità. In questo contesto, l’umanesimo cresce e il quadro che abbiamo sull’uomo è completo, alla luce della persona di Gesù Cristo, che ha mostrato tutta la verità sull’uomo. Quindi, dalla persona di Gesù Cristo conosciamo chi siamo noi esseri umani. Così le singole discipline e la nostra fede si integrano e l’armonia tra le scienze e la fede può contribuire di più all’umanizzazione della vita dell’umanità e delle singole società, specialmente qui in Europa.

     
    D. – Eminenza, il Santo Padre nel suo discorso ha fatto un accenno al processo di Bologna. Le università cattoliche come possono contribuire a questo processo che comprende tutto il continente?

     
    R. – Prima di tutto, tutte le aree geografiche del mondo hanno ormai un sistema comune per il riconoscimento dei diplomi, che è un bisogno assoluto e una conseguenza della globalizzazione dell’economia e della scienza. D’altra parte, il processo di Bologna offre un’opportunità per riflettere sul contenuto del nostro insegnamento, sulla sua completezza. E’ risultato chiaro anche durante i discorsi e le conferenze di queste giornate che nelle università non basta badare alle formalità, al modo in cui si insegna, alla struttura dei crediti e così via, ma al contenuto. Quindi, nel quadro del processo di Bologna, diviene possibile un maggiore scambio di valori, di contenuti scientifici anche tra le università. E sotto questo aspetto anche le università cattoliche hanno una grande opportunità per dare il loro contributo all’insieme del pensiero europeo.

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    Si inaugura stasera il 43° Festival Pontino di musica

    ◊   Si inaugura questa sera a Roma, al Parco della Musica, il 43° Festival Pontino, che si svolgerà fino al 29 luglio fra concerti, tavole rotonde e convegni di studi, in alcune suggestive località della Provincia di Latina. L’apertura è affidata a prestigiosi solisti, docenti storici dei Corsi di perfezionamento di Sermoneta (Mariana Sirbu, Bruno Giuranna, Rocco Filippini, Franco Petracchi, Bruno Canino); tra gli ospiti d’eccezione del Festival, la scrittrice Susanna Tamaro con un testo inedito e il musicologo Mario Bortolotto. Il servizio di A.V..

    (musica)
     
    La musica classica si interseca al jazz, il repertorio popolare attinge alla cultura alta di Dante; e i concerti esaltano i siti storici e archeologici del Lazio - Priverno, con l’Abbazia di Fossanova e i resti dell’antica città dei Volsci, l’Auditorium di Sperlonga, l’Anfiteatro di Lenola e il medievale Castello Caetani a Sermoneta – in un connubio sempre riuscito fra arte e grande musica. Ma il Festival Pontino diventa quest’anno anche riflessione a tutto tondo sulla cultura musicale italiana, affidata al musicologo Mario Bortolotto, per uno sguardo ampio quanto i suoi ottant’anni. Il decano dei critici stigmatizza: i programmi stentano a rinnovarsi:

     
    R - “Seguo naturalmente i programmi delle società, delle associazioni, dei teatri soprattutto, e devo dire che è ben difficile trovare qualcosa che possa interessarmi: si batte il repertorio più consueto, più tradizionale e, ahimé, per quanto riguarda l’opera, il melodramma, il repertorio è sempre quello. Perché il pubblico vuole sentire sempre le stesse cose che sa a memoria, è vittima di una pigrizia mentale”.

     
    In controtendenza, dunque, il 29 e 30 giugno due giornate di studio completate da concerti per pianoforte, presentano prime esecuzioni assolute. Il progetto, spiega Bortolotto...

     
    R. - “...è dedicato esclusivamente al pianoforte, a ciò che si pensa ancora di poter dedurre e estrarre, per così dire, da questo vecchio e grandioso strumento. Sono stati invitati alcuni compositori, di cui evidentemente vi è una notevole stima, che lasciano supporre si possa trattare di musica di grande interesse”.

     
    Grazie anche ai Corsi Internazionali di Perfezionamento del “Campus”, la rassegna pontina è divenuta un riferimento per professionisti della musica e appassionati. Il presidente, l’architetto Riccardo Cerocchi:

     
    R - “Il Festival è conosciuto non solo nel nostro territorio ma in Italia e anche all’estero. Dirò che è stato prima conosciuto all’estero, poi in Italia e poi in ultimo nel nostro territorio. Sta ritornando come riflesso dei riconoscimenti avuti fuori perché la nostra attività è stata sempre di carattere internazionale, non per motivi di orgoglio e di ambizione, ma perché la musica sta dovunque e quindi lì dove noi conosciamo qualche grande musicista, lo abbiamo chiamato senza pensare alle frontiere”.

     
    E anche gli studenti provengono da tutto il mondo:

     
    R - “Lo scorso anno, su 160 allievi già in carriera, 80 erano italiani e 80 provenivano da 31 nazioni del mondo”.

     (musica)

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    Chiesa e Società



    Il saluto del Papa al Simposio su San Paolo, iniziato oggi a Tarso

    ◊   Solenne apertura dell’XI Simposio sull’apostolo Paolo questa mattina a Tarso, in Turchia, nella chiesa bizantina trasformata oggi in museo, che la città ha dedicato al suo cittadino più illustre, a pochi passi dal famoso pozzo che si trova nel quartiere ebraico della città, conosciuto come “il pozzo di Paolo”. All’annuale ricordo dell’apostolo, affrontato, studiato e collocato su diverse prospettive, sintetizzate nel trinomio “Architettura, storia e religione”, quest’anno è stato aggiunto il ricordo di San Giovanni Crisostomo, di cui ricorre il XVI centenario della morte, perché egli è stato il più fecondo e profondo commentatore dell’opera di Paolo, soprattutto con i sette discorsi pronunciati ad Antiochia. Proprio per questo il tema del Simposio è “Giovanni Crisostomo interprete e discepolo di Paolo. Archeologia, storia e religione”, tema lodato da Benedetto XVI, che ha inviato per questa circostanza un prezioso telegramma. Aprendo i lavori con una solenne concelebrazione, il vicario apostolico dell’Anatolia, mons. Luigi Padovese, ha paragonato i 17 professori che partecipano al Simposio alla donna che ha ritrovato la dracma perduta e che invita le amiche a rallegrasi con lei. “Noi pure – ha detto il vescovo – cerchiamo in casa nostra memorie significative o addirittura tesori sepolti per metterli in luce, apprezzarli e farli apprezzare. La Chiesa dell’Anatolia vi ringrazia perché fate rivivere Paolo e Giovanni Crisostomo a casa loro, cioè in questa terra nella quale la loro parola e la loro testimonianza è quasi sconosciuta, mentre è viva dove arriva il Vangelo per il quale essi sono morti”. Il Simposio proseguirà fino a martedì con temi riguardanti lo sfondo culturale delle origini cristiane di Antiochia: Antiochia ai tempi del Crisostomo, il Crisostomo e la corte di Costantinopoli, Paolo e Crisostomo: ideale della loro missione, per terminare con un riferimento a Papa Giovanni XXIII, che ha attinto – come lui dice – dalle fonti patristiche note qualificanti della sua alta spiritualità. (A cura di padre Egidio Picucci)

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    Cina: rilasciato un vescovo arrestato 17 giorni fa

    ◊   Secondo fonti dell’agenzia AsiaNews è stato liberato venerdì scorso dalle autorità cinesi il vescovo cattolico Giulio Jia Zhiguo. Il presule, che era stato arrestato dalla polizia il 5 giugno, è rientrato in casa sua nell'episcopio di Zhengding, nella provincia dell’Hebei. Secondo l’agenzia missionaria del PIME, il vescovo, 73 anni, non ha subìto alcun interrogatorio o pressione: è solo rimasto isolato e vigilato in una caserma della regione. E’ la nona volta che mons. Jia Zhiguo viene fermato dal 2004. In passato, il presule ha trascorso in prigione circa 20 anni.

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    Al via in Italia il Convegno nazionale delle Caritas diocesane

    ◊   “Al di sopra di tutto. Un cuore che vede per animare alla carità”: è il tema del XXXI Convegno nazionale delle Caritas diocesane italiane che da domani, e fino al 28 giugno, vedrà riuniti a Montecatini Terme, in provincia di Pistoia, i responsabili dell’organizzazione umanitaria e delle 220 Caritas diocesane del Paese. Ad aprire i lavori sarò il presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco, con una relazione sulle prospettive per le Caritas dopo il Convegno di Verona. Nel corso del convegno, riferisce l'agenzia SIR, si discuterà del ruolo di “animazione delle comunità e dei territori” e del modo in cui l’animazione è stata declinata in azioni di Chiesa e di Caritas, in risposta ai diversi bisogni della società. Attraverso l’analisi di esperienze Caritas in atto, si studierà la possibilità di avviare nuove e adeguate politiche sociali per le famiglie e i poveri; di promuovere progetti di solidarietà dentro lo sviluppo dell’intera umanità per coniugare la forza dell’economia con lo spirito dell’agape a vantaggio dello sviluppo. Il convegno proporrà una sezione dedicata ai giovani e ancora spunti di riflessione sulle aree metropolitane segnate da “profondo abbandono” e sulle distanze e le separazioni tra Nord e Sud Italia e Nord e Sud del mondo. Gli operatori della Caritas, attraverso questo incontro nazionale, si propongono di guardare tutte le realtà che hanno a cuore l’umanità martoriata di tante persone e di offrire il loro aiuto attraverso progetti di solidarietà. (T.C.)

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    Nella Repubblica Dominicana, il piombo continua ad avvelenare i bambini di Haina

    ◊   Oltre il 91% dei bambini di Haina, città portuale della Repubblica Dominicana ritenuta uno dei dieci posti più inquinati al mondo, ha nel sangue livelli di piombo eccessivamente elevati, a causa della presenza di un impianto per il riciclaggio di batterie per auto usate, chiuso una decina di anni fa, ma mai ‘neutralizzato’. La vicenda è nata quando la compagnia Metaloxa ha aperto nel 1979 l’impianto di riciclaggio nella città, in teoria tra le più ricche del Paese a causa delle attività portuali e della presenza di centinaia di industrie, ma in realtà abitata in prevalenza da famiglie povere. Dopo varie proteste – riferisce l’agenzia MISNA – la Metaloxa ha chiuso l’impianto, interrato le batterie e serrato il luogo con una porta di metallo, ma le piogge hanno scavato varchi nel terreno e la miseria ha spinto molti a scavare, per portarsi via qualsiasi tipo di metallo da rivendere, compreso il cancello che impediva l’ingresso. A tutt’oggi, molti bambini, per ignoranza o mancanza di controllo da parte dei genitori, si introducono nel sito per giocare. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: con livelli di piombo nel sangue cinque volte più alti di quelli consentiti, numerosi bimbi e adolescenti restano intossicati e sperimentano gravi forme di infiammazione al cervello, da cui derivano serie difficoltà di apprendimento (per esempio, a 12 anni non sanno leggere, né scrivere), disturbi alla vista e, in alcuni casi, demenza irreversibile. Per il momento, la questione resta aperta e lo stesso ministero dell’Ambiente, nato solo pochi anni fa, stenta a farsi carico del caso in maniera adeguata. (R.M.)

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    In Azerbaigian, i Salesiani inaugurano un sito web di notizie sulla Chiesa cattolica nel Paese

    ◊   I Salesiani della Slovacchia, impegnati nella “Missio sui iuris” in Azerbaigian, hanno da poco inaugurato un sito web di informazione e promozione della Chiesa cattolica (http://www.catholic.az). Si aggiunge così un altro tassello alla crescita della piccola comunità cattolica del Paese, che di recente ha vissuto un evento storico, con la dedicazione della nuova chiesa dedicata all’Immacolata Concezione della Vergine Maria, a Baku, l’unica in tutto lo Stato. L’iniziativa del sito web, coordinata insieme a un gruppo di giovani, offre informazioni sulla Chiesa cattolica in Azerbaigian che nel 2000, dopo 70 anni di silenzio, ha ripreso vita. Come informa l’agenzia salesiana ANS, ripresa dalla Fides, sono disponibili sezioni con la storia della Chiesa cattolica, documenti del Magistero e notizie di attualità locali e mondiali; è attivo anche un forum dove gli utenti possono interagire su diverse tematiche. I Salesiani e i giovani si augurano che il sito diventi sempre più una nuova forma di evangelizzazione. Attualmente, la pagina web è in lingua russa, ma è già in preparazione la versione in lingua azera. In Azerbaigian, Paese con 8 milioni di abitanti, il 95% dei quali musulmani, i cattolici sono circa 300. Nel 2000 la missione di Baku é stata affidata ai Salesiani della Slovenia. (R.M.)

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    È indirizzata all’Angola la prima campagna della Fondazione portoghese San Giovanni di Dio

    ◊   Un segnale di apertura e cooperazione tra Paesi a favore della pace e dello sviluppo insieme ad altre Fondazioni ed ONG che lavorano a favore della solidarietà sociale e dello sviluppo umano. È quanto intende offrire la Fondazione San Giovanni di Dio (FSJD) costituita in Portogallo per dar vita a progetti sanitari. La fondazione, scrive l’agenzia Fides, è un’istituzione dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio (“Fatebenefratelli”) e si propone di cercare fondi da destinare a favore dei malati, degli anziani e delle persone più bisognose. Regolata da uno Statuto di Utilità Pubblica, la Fondazione è anche una Organizzazione Non Governativa per lo sviluppo che ha ricevuto il riconoscimento da parte dello Stato. La prima Campagna che sta impegnando la FSJD è indirizzata all’Angola. “Innocenti di Guerra”, questo il suo slogan, ha lo scopo di far giungere aiuti ai bambini vittime delle mine antipersona e della poliomielite infantile. Secondo la Fondazione, benché la guerra in Angola sia finita cinque anni fa, 80 mila angolani continuano a soffrirne le conseguenze. Tra le vittime delle mine, che subiscono per lo più amputazioni, circa 8 mila sono bambini e ragazzi. L’Ospedale portoghese di San Giovanni di Dio ha costituito per questo progetto una squadra speciale di medici e personale di riabilitazione al fine di accogliere un gruppo di questi bambini ed offrire tutti gli aiuti necessari. La Campagna “Innocenti di Guerra” vuole formare inoltre, nel campo dell’ortopedia e delle terapie riabilitative, un gruppo di 4-6 giovani angolani allo scopo di dare un importante contributo per il futuro della riabilitazione degli handicappati in Angola. (T.C.)

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    Oggi in Italia la fiaccola degli scout che sta percorrendo un pellegrinaggio internazionale per i 100 anni dello scoutismo

    ◊   Gli scout italiani ricevono oggi dai loro coetanei greci la fiaccola che sta viaggiando dall’Africa all’Inghilterra per celebrare i 100 anni dello scoutismo. Ad organizzare il pellegrinaggio della fiaccola, riferisce l’agenzia SIR, l’Amicizia internazionale scout e guida (Aisg, l’organizzazione internazionale degli adulti), in collaborazione con l’Omms e l’Amge (organizzazioni mondiali dello scoutismo e del guidismo). “Una staffetta – spiega l’Ufficio stampa dell’Agesci – sta portando in tutto il mondo la fiaccola accesa il 22 febbraio 2007 a Nyeri, in Kenya, sulla tomba del fondatore dello scoutismo, Robert Baden Powell”. In Italia, per le iniziative legate alla fiaccola sono attesi a Bari oltre 2 mila scout. Il tragitto che la fiamma percorrerà fino al 9 luglio, illustrato anche sul sito www.agesci.org, è di 1.290 km. La “staffetta” proseguirà, poi, fino all’isola di Brownsea, sulla costa della Manica, dove 100 anni fa si è tenuto il primo campo scout. “Dopo 159 giorni di corsa – informa l’Agesci - la fiamma arriverà a Brownsea il 31 luglio, dove sarà in corso il Jamboree, campo mondiale degli scout”. Questa fiaccola, spiegano i promotori, “vuole significare che lo spirito del fondatore anima tuttora il movimento e il fuoco che essa porterà a Brownsea vuole ricordare che l’altro fuoco, acceso sull’isola cento anni fa, ha sparso le sue fiamme nel mondo intero”. (T.C.)

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    Si celebra martedì la Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti

    ◊   “La lotta contro il consumo di stupefacenti è un impegno collettivo che necessita di una leadership adeguata e di sufficienti risorse”: è quanto scrive il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon in occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti indetta per il 26 giugno. Per Ban Ki-moon, riferisce l'agenzia SIR, per combattere il fenomeno della droga è necessario “il coinvolgimento di genitori, insegnanti, operatori sociosanitari, con il contributo attivo dei media e delle autorità giudiziarie”, perché “la riduzione della domanda potrebbe indebolire l’offerta” di stupefacenti e “disincentivare il narcotraffico. Per tutelare i più giovani dal rischio tossicodipendenza “è necessario offrire loro solidi principi e opportunità di lavoro, e tendere una mano agli emarginati”, si legge nel messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite che sottolinea anche la necessità di terapie efficaci per la disintossicazione dei soggetti che fanno uso di droghe. “Il consumo di droga è un fenomeno che deve essere affrontato sul piano della concretezza e non dell’ideologia. Esorto perciò gli Stati membri - conclude il segretario ONU - a prestare maggiore attenzione alla diagnosi precoce e alla prevenzione delle malattie, in particolare Aids ed epatite”. (T.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Iraq, condannati a morte tre ex esponenti del deposto regime di Saddam Hussein per il genocidio dei curdi. Tra questi, "Ali il Chimico" - La NATO ammette di aver provocato vittime civili durante i raid dei giorni scorsi in Afghanistan

    ◊   In Iraq, il Tribunale speciale iracheno ha emesso tre condanne a morte nel processo per il genocidio dei curdi alla fine degli anni ‘80. In questo periodo, poco prima della conclusione formale della guerra con l’Iran, il regime di Saddam Hussein aveva avviato, infatti, una campagna contro la popolazione curda nelle regioni nord-orientali. Secondo varie fonti, il genocidio è costato la vita ad oltre 180.000 persone. Sulle sentenze del Tribunale speciale iracheno, il nostro servizio:


    Ali Hassan al Majad, cugino di Saddam Hussein, detto “Ali il Chimico”, è stato condannato a morte per il ruolo avuto nel genocidio curdo attuato nella campagna “Anfal”, lanciata alla fine degli anni ottanta. La sentenza è stata comminata questa mattina dal Tribunale speciale iracheno (TSI) a Baghdad. Il Tribunale ha emesso altre due condanne a morte: una all’ex ministro della Difesa durante il regime di Saddam, Sultan Hashem Ahmad, l’altra ad un ex alto ufficiale dell'esercito, Hussein Rashid Muhmmad. Il Tribunale ha inoltre condannato all'ergastolo altri due ex dirigenti dei servizi segreti del deposto regime di Saddam Hussein. Assoluzione piena, invece, per l’ex governatore di Mossul. Cugino e genero dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, nato 66 anni fa nella regione settentrionale di Tikrit, “Ali il Chimico” è considerato il responsabile dell'attacco con gas nervino contro Halabja. In questa cittadina nel 1988, in piena guerra contro l'Iran, furono uccisi 5.000 civili curdi. Dopo l’ultima guerra con gli Stati Uniti, è stato catturato nel nord dell’Iraq il 21 agosto 2003. A proposito delle accuse che gli sono state rivolte sul genocidio curdo, "Ali il Chimico" ha apertamente riconosciuto di aver ordinato di utilizzare i gas contro la popolazione civile. Intanto, sul terreno, si continuano a registrare pesanti tra le truppe americane. Il bilancio delle ultime 24 ore parla di 10 soldati statunitensi vittime di attacchi della guerriglia. Vittime anche tra i civili: un gruppo di uomini armati ha ucciso sei passeggeri a bordo di un minibus nella città sciita di Kerbala.

    - Le forze della NATO hanno ammesso che un‘operazione contro un gruppo di insorti alla frontiera con il Pakistan ha causato vittime tra i civili. L’ammissione è avvenuta all'indomani dell'annuncio della Nato dell’uccisione di 60 talebani. Le autorità pachistane hanno anche reso noto che 10 civili pachistani sono stati uccisi da un razzo sparato da forze dell'Isaf. Ieri il presidente afghano, Hamid Karzai, aveva definito “sconsiderati” i bombardamenti della NATO e aveva dichiarato che “le morti di civili non saranno più tollerate”. Alla ferma condanna del premier afghano seguono le dichiarazioni del ministro della Difesa italiano, Arturo Parisi che, in una nota ufficiale, afferma: “La denuncia del presidente Karzai ci chiama ad essere più esigenti e a chiedere chiarimenti e assicurazioni definitive”.

    - Alcuni israeliani sono rimasti feriti stamane nella città di Sderot dall'esplosione di un razzo sparato da miliziani palestinesi dal nord della Striscia di Gaza. Il razzo ha anche provocato danni materiali ad un condominio e ad alcune vetture in sosta. Il lancio del razzo è stato rivendicato dal movimento radicale palestinese della Jihad islamica. Da Gaza arriva poi la notizia che l’ex premier Haniyeh pronuncerà un discorso alla Nazione nel pomeriggio di oggi. Secondo l’agenzia palestinese Maan, Haniyeh proporrà a nome di Hamas di riprendere un dialogo politico con al-Fatah. L’atteso discorso di Haniyeh si colloca nella delicata vigilia del vertice regionale a quattro sul Medio Oriente, in programma domani a Sharm el-Sheikh, in Egitto, dove ci saranno il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, il premier israeliano Ehud Olmert, Abdallah II di Giordania e il presidente egiziano Hosni Mubarak. Al centro del dibattito, la Striscia di Gaza ora nelle mani di Hamas. Sul significato dell’incontro, Giada Aquilino ha intervistato Camille Eid, esperto di questioni mediorientali del quotidiano Avvenire:


    R. – Questo vertice rappresenta un riconoscimento da parte araba all’autorità di Mahmud Abbas (Abu Mazen), contrapposta al movimento Hamas, accusato di aver fatto un “colpo di Stato” nella Striscia di Gaza. E tale presa di posizione mette fine a quello che è stato negli ultimi anni il ruolo egiziano di mediazione tra Hamas e Fatah. Tra l’altro, l’Egitto ha accusato l’Iran di aver incoraggiato Hamas a intraprendere il colpo di mano nella Striscia, che rappresenta una minaccia per la sicurezza egiziana e regionale. Adesso bisogna solo attendere quali misure prenderanno Egitto e Giordania, oltre ad Israele, nei confronti di Hamas.

    D. – I Territori palestinesi sono di fatto divisi in due entità separate: Gaza, controllata da Hamas, e la Cisgiordania, che resta nelle mani di Fatah. Israele e Stati Uniti hanno appoggiato Abu Mazen. In questo quadro, l’idea della nascita di uno Stato palestinese è ancora valida?

     
    R. – E’ ancora valida, ma l’Egitto teme l’ipotesi di una Cisgiordania first – Cisgiordania prima che - con una riduzione delle sanzioni internazionali nei confronti dei territori gestiti da Al Fatah - taglierebbe ogni collegamento anche ideale, perché geografico non esiste, tra la Striscia e la Cisgiordania. Se Israele taglierà – come ha minacciato – i rifornimenti di acqua e luce alla Striscia, Hamas andrà ulteriormente a dipendere, per la sua sopravvivenza, dalle misure intraprese dall’Egitto: già fino a oggi armi e finanziamenti sono sempre arrivati alla Striscia passando per l’Egitto. Forse Mubarak intende ora dire a Hamas che, se anche Il Cairo dovesse aderire all’ipotesi di Cisgiordania prima, nel giro di poche settimane o di pochi mesi la Striscia non ce la farebbe. Ma il vertice regionale di Sharm potrebbe pure cercare di favorire una ripresa dei negoziati tra l’Autorità Nazionale Palestinese e gli israeliani, di modo che, in poco tempo, la popolazione di Gaza sarebbe incentivata a chiedere di ritornare sotto il governo di Abu Mazen, liberandosi di Hamas. Ovviamente, però, Israele ha altre possibilità: c’è chi medita una occupazione parziale per impedire il contrabbando di armi, oppure – ma qui sono in pochi a suggerirlo – e chi pensa a una rioccupazione completa, ma ciò poi implicherebbe una feroce resistenza da parte di Hamas.

    - In Libano, 7 militari libanesi e 11 militanti islamici sono rimasti uccisi dopo un assedio durato 10 ore a Tripoli, nel nord del Paese. Gli scontri tra i soldati dell’esercito regolare e gli estremisti islamici sono andati avanti tutta la notte provocando la morte di altre tre persone: un poliziotto, la sua giovane figlia e un parente che vivevano nello stabile dove i militanti si sono barricati. L'assedio, come riferisce l’agenzia Reuter, è cominciato poco prima di mezzanotte, ed è legato all'operazione in corso da oltre un mese in un campo di profughi palestinesi, quello di Nahr al-Bared, che si trova a poca distanza da Tripoli, seconda città del Libano. Nel campo profughi sono asserragliati i militanti del gruppo islamico Fatah al-Islam.

    - Fa discutere il compromesso raggiunto al Consiglio europeo di Bruxelles, dopo un negoziato molto faticoso. Sarà dunque la conferenza intergovernativa che si svolgerà ad ottobre a varare il nuovo trattato di riforma delle istituzioni, che sarà poi sottoposto alle ratifiche nazionali.  Rinviata l’entrata in vigore del nuovo sistema di voto a maggioranza qualificata dal 2009 al 2014, con un periodo di transizione di tre anni fino al 2017. Un'intesa che ha evitato una pericolosa fase di stallo, ma che ha messo definitivamente in chiaro visioni di fondo divergenti sul concetto di Europa. Servizio di Giampiero Guadagni.


    Il più critico e amareggiato è il premier italiano ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi. Molti Paesi, ha detto, hanno perduto lo spirito di lavoro comune, anzi hanno proprio perduto lo spirito europeo. Prodi parla di frenatori, leader che sono arrivati a Bruxelles con l’intento scientifico di non arrivare ad una intesa piena. Prodi fa soprattutto riferimento al Regno Unito e al premier Tony Blair, al suo ultimo appuntamento europeo prima di lasciare il posto a Gordon Brown, considerato un euroscettico ancora più marcato. Al suo primo appuntamento era invece il neo presidente francese Sarkozy, che si è schierato dalla parte di un Trattato semplificato rispetto alla Costituzione del 2004, e ha fatto riemergere la natura protezionistica della politica francese rispetto alle esigenze della concorrenza e della globalizzazione. Ma il negoziato ha rischiato di fallire soprattutto per la posizione della Polonia, il più grande Paese dell’est membro dell’Unione Europea. I gemelli Kaczynski, il presidente Lech e il premier Jaroslaw, si sono opposti al nuovo sistema di voto. A sbloccare la situazione l’intervento del cancelliere tedesco Angela Merkel, presidente di turno dell’Unione europea, che ha minacciato di andare avanti senza Varsavia. Alla fine il compromesso, in base al quale l’entrata in vigore del sistema a maggioranza qualificata viene rinviata dal 2009 al 2014 ma entrerà a pieno regime solo nel 2017. Dunque, l’Europa in qualche modo riparte dopo lo stallo di due anni determinato dai no francese e olandese al referendum sulla Costituzione europea. Ma la ripartenza è lenta e ripropone le difficoltà di tenere insieme un'Unione che procede a velocità diverse. L'obiettivo della Conferenza intergovernativa, in ottobre sotto la presidenza di turno portoghese, è che l'Europa abbia istituzioni più forti a partire dal 2009, prima cioè delle prossime elezioni del Parlamento europeo.l

    - Seggi aperti, oggi, nel Congo-Brazaville per il primo turno delle elezioni legislative per il rinnovo di 137 seggi dell’Assemblea Nazionale. L’appuntamento elettorale rappresenta un passaggio decisivo per questo Paese che versa in una delle condizioni socio-economiche più drammatiche del continente africano: i 2milioni e mezzo di abitanti hanno una speranza di vita di poco più di 50 anni. Il servizio di Giulio Albanese.


    Fonti della società civile riferiscono che vengono segnalati ritardi, causati dalla scarsa organizzazione della macchina elettorale. Ancora stamani in alcune zone del Paese non erano pervenute le schede elettorali e risultavano alcune difficoltà logistiche non meglio precisate nella composizione delle squadre di scrutinatori, che dovrebbero svolgere le operazioni di spoglio. Tutto questo, nonostante il presidente della Commissione elettorale nazionale avesse assicurato che tutte le misure per garantire lo svolgimento della Consultazione erano state studiate meticolosamente. Intanto, l’opposizione non risparmia critiche al presidente Denis Sassou Nguesso, al potere ininterrottamente da 10 anni, quando rovesciò il governo del suo predecessore, Pascal Lissouba. C’è da considerare che molte delle formazioni politiche, come l’Unione Panafricana per la democrazia sociale, contrastano l’attuale leadership al potere e hanno deciso di disertare le urne, stigmatizzando – è quanto si apprende in un comunicato – il controllo indiscriminato, sovversivo e antidemocratico dei seguaci di Sassou Nguesso. Da rilevare, comunque, che il braccio politico degli ex ribelli ‘ninja’, il Consiglio nazionale dei repubblicani, dopo aver a lungo esitato, ha invece deciso di prendere parte al voto. E la pace con questi ex combattenti è vitale, se si considera che si tratta di un gruppo che ha combattuto il governo centrale dal 1998 al 2003. Una guerra civile che fece cadere l’ex colonia francese, ricca di petrolio e povera di infrastrutture e servizi, nel baratro. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese)

    In Pakistan più di 220 persone sono morte a causa delle piogge torrenziali cadute ieri ininterrottamente per tre ore sulla città di Karachi. Lo hanno annunciato fonti ufficiali pachistane. Ieri sera il bilancio ufficiale era di 43 morti, ma il responsabile per la Sanità nella provincia meridionale di Sindh ha detto che varie organizzazioni di assistenza hanno individuato altri 185 corpi di persone morte in incidenti legati alle forti piogge causate dal monsone. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)




    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 175

     

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