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SOMMARIO del 15/06/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Difendere il patrimonio delle radici cristiane dall’attacco del relativismo e del consumismo: così, il Papa nell’udienza ai presuli slovacchi, in visita ad Limina
  • I rischi della globalizzazione in campo culturale: ne ha parlato il Papa all'udienza per i 25 anni del Pontificio Consiglio della Cultura
  • Altre udienze e nomine
  • Ad Assisi cresce l'attesa per la prossima visita pastorale, che Benedetto XVI compirà domenica prossima nella città francescana
  • Stasera veglia di preghiera in Piazza San Pietro per il Santo Padre, promossa dal Movimento dell'amore familiare
  • L'intervento del cardinale Ruini in chiusura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, dedicato al tema dell'educazione alla fede e alla testimonianza cristiana
  • La Chiesa celebra oggi la solennità del Sacro Cuore di Gesù. Una riflessione del cardinale Francis Arinze
  • Intervento d'apertura del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, al Convegno dei cristiani europei, inaugurato a Gniezno in Polonia
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Nella Striscia di Gaza, ormai sotto il controllo militare di Hamas, non si spara più. Si teme adesso una nuova ondata di violenze in Cisgiordania
  • Cordiale incontro a Mosca tra il Patriarca ortodosso russo, Alessio II, e il cardinale primate d'Ungheria, Peter Erdö, presidente del CCEE
  • Le iniziative di contrasto alla giornata dell'orgoglio pedofilo: una lotta che ha in Internet un vasto campo di battaglia. L'opinione di don Fortunato Di Noto
  • Si è spento all’età di 68 anni, padre Giovanni Marchesi, teologo e scrittore della Civiltà Cattolica. Il ricordo del nostro direttore, padre Federico Lombardi
  • Chiesa e Società

  • In Iraq, sotto le minacce delle milizie islamiche, più di mille famiglie cristiane sono state costrette a fuggire da Baghdad
  • Il Patriarca ortodosso di Mosca, Alessio II, auspica collaborazione con la Santa Sede su scristianizzazione e bioetica
  • I vescovi statunitensi, in una lettera al Senato, chiedono che venga appoggiato il processo di pace in Terra Santa
  • È il più alto dell’ultimo trentennio il tasso di crescita economica dell’Africa registrato quest’anno e attestato al 6,2 per cento
  • Al via oggi in Canada al primo Simposio nazionale sulla Teologia del Corpo
  • Al cardinale Paul Poupard il riconoscimento “Una coppola per il Dialogo”. Premiato insieme a lui il regista algerino, Rachid Benhadj
  • Stasera a Padova una fiaccolata contro la prostituzione organizzata dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
  • Domani a Latina, l’Incontro nazionale della Pontificia Opera Infanzia Missionaria
  • Il cardinale Crescenzio Sepe riceverà domani a Napoli il Premio internazionale Bonifacio VIII
  • Concerto di don Giosy Cento domani a Pompei per il centenario della presenza dei Fratelli delle scuole cristiane nella città mariana
  • È scomparso all’età di 81 anni il prof. Alberigo Gentili, tra i più grandi esperti di storia della Chiesa
  • Sarà inaugurato domenica, in occasione della visita di Benedetto XVI ad Assisi, il sito Internet dedicato ai giovani, realizzato dalla diocesi
  • Tra fede e cultura: incontro domani pomeriggio a San Terenziano, in Umbria
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Iraq, parzialmente distrutto un santuario sunnita a Bassora. L'attacco segue quello di mercoledì contro il mausoleo sciita di Samarra
  • Il Papa e la Santa Sede



    Difendere il patrimonio delle radici cristiane dall’attacco del relativismo e del consumismo: così, il Papa nell’udienza ai presuli slovacchi, in visita ad Limina

    ◊   Il popolo slovacco riscopra la propria tradizione cristiana: è l’invito di Benedetto XVI nell’udienza, di stamani, ai presuli slovacchi in visita ad Limina. I giovani, la difesa della famiglia e la pastorale vocazionale sono stati i temi forti al centro del discorso del Papa. A guidare i presuli, il presidente della Conferenza episcopale slovacca, mons. František Tondra. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Essere fedeli a Cristo e alla Chiesa: è questo, ha sottolineato il Papa, un autentico “programma apostolico” per i cattolici in Slovacchia e in Europa. Appello quanto mai attuale nel Vecchio continente, ha aggiunto, dove un’“insistente pressione ideologica” vorrebbe il cristianesimo “ridotto alla mera dimensione privata”. In effetti, ha detto, “la Slovacchia sta entrando sempre di più, dal punto di vista religioso-culturale, nella dinamica tipica di altri Paesi europei di antica tradizione cristiana, fortemente segnati, in questa nostra epoca, da un vasto processo di secolarizzazione”. Queste comunità cristiane, “che hanno conservato antiche e radicate pratiche religiose cattoliche”, è stata la riflessione del Pontefice “dopo essere uscite dal tunnel della persecuzione, si trovano oggi a percorrere il cammino del rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II”. La Slovacchia e la Polonia, ha ribadito, sono i due Paesi dell’est Europa “portatori della più ricca eredità di tradizione cattolica”. Eppure, sono attualmente esposti “al rischio di vedere tale patrimonio, che il regime comunista non è riuscito a distruggere, pesantemente intaccato dai fermenti caratteristici delle società occidentali: il consumismo, l’edonismo, il laicismo, il relativismo”. Di qui l’urgenza sottolineata dal Papa di una rinnovata azione evangelizzatrice, nel segno dei Santi Cirillo e Metodio evangelizzatori delle terre slovacche.

     
    Il Papa ha poi messo l’accento sulla pastorale giovanile “sia in ambito scolastico che parrocchiale”. C’è bisogno, ha affermato, di una “istruzione di qualità” che sia al tempo stesso “un’educazione spirituale, morale e umana integrale”. Lodando l’impegno delle scuole cattoliche slovacche, le ha esortate ad aiutare i giovani “a formarsi una coscienza cristiana capace di resistere alle lusinghe del consumismo sempre più insidiose ed invasive”. Il Papa non ha mancato di rivolgere il suo pensiero alla realtà delle famiglie, rilevando che anche nella Slovacchia si registra “una diminuita considerazione sociale del valore del matrimonio”. A questo fenomeno, si “unisce una fragilità delle nuove generazioni, timorose spesso di assumere stabili decisioni e impegni per tutta la vita”. Altro “fattore destabilizzante”, ha constato, è “l’attacco sistematico al matrimonio e alla famiglia condotto nell’ambito di una certa cultura e dei mass media”. Ecco, allora, l’esortazione del Papa affinché la Chiesa continui “ad impegnarsi con forza per sostenere la famiglia”. Infine, si è soffermato sulla pastorale delle vocazioni. Benedetto XVI ha sottolineato che l’aumento delle vocazioni “dipende pure dalla vita spirituale delle famiglie”. Per questo, “lavorare per e con le famiglie è pertanto un modo quanto mai opportuno per favorire il nascere e il consolidarsi delle vocazioni al sacerdozio”. Infine, un invito del Papa ai vescovi a continuare ad “intrattenere rapporti paterni e aperti” con i propri sacerdoti, “facendosi carico delle loro difficoltà” e della loro formazione spirituale.

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    I rischi della globalizzazione in campo culturale: ne ha parlato il Papa all'udienza per i 25 anni del Pontificio Consiglio della Cultura

    ◊   “La storia delle Chiesa è anche inseparabilmente la storia della cultura e dell’arte”: con queste parole, Benedetto XVI ha rimarcato l’importante ruolo svolto dal Pontificio Consiglio della cultura, a 25 anni dalla sua fondazione, nel riceverne stamani i partecipanti al Convegno di Studio celebrativo dell’anniversario. Il servizio di Roberta Gisotti:


    Gratitudine il Papa ha espresso anzitutto al cardinale Paul Poupard, da 19 anni alla guida del dicastero, istituito da Giovanni Paolo II il 20 maggio 1982, raccogliendo le istanze del Concilio Vaticano II e del suo predecessore Paolo VI, che del dialogo della Chiesa con la cultura si era fatto “carico personalmente” negli anni del suo Pontificato. Nel fondare il nuovo dicastero, Papa Wojtyla aveva indicato la finalità di dialogare “con tutti senza distinzione di cultura e religione”; una intuizione profetica in un mondo fattosi in questi 25 anni, ha osservato Benedetto XVI, “ancor più interdipendente, grazie al formidabile sviluppo dei mezzi di comunicazione e al conseguente infittirsi della rete di relazioni sociali”:

     
    “E’ pertanto diventato più urgente per la Chiesa promuovere lo sviluppo culturale puntando sulla qualità umana e spirituale dei messaggi e dei contenuti, giacché pure la cultura oggi risente inevitabilmente dei processi di globalizzazione che, se non vengono costantemente accompagnati da un vigile discernimento, possono rivolgersi contro l’uomo, finendo per impoverirlo anziché arricchirlo. E quanto grandi sono le sfide con le quali l’evangelizzazione deve confrontarsi in questo ambito!”

     
    Del resto, la storia della Chiesa è storia della cultura e dell’arte, ha sottolineato Benedetto XVI, citando alcuni capolavori come la Somma Teologica di Tommaso d’Aquino, la Divina Commedia di Dante, la Cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina, le Cantate di Bach:
     
    “Ma se queste sono, per così dire, le vette di tale sintesi tra fede e cultura, il loro incontro si realizza quotidianamente nella vita e nel lavoro di tutti i battezzati, in quell’opera d’arte nascosta che è la storia d’amore di ciascuno con il Dio vivente e con i fratelli, nella gioia e nella fatica di seguire Gesù Cristo nella quotidianità dell’esistenza”.

     
    “Oggi più che mai - ha concluso il Santo Padre - la reciproca apertura tra le culture è un terreno privilegiato per il dialogo tra uomini impegnati nella ricerca di un autentico umanesimo, al di là delle divergenze che li separano.”

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e il preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia, mons. Livio Melina. Nel tardo pomeriggio, alle 18, è in programma l'udienza al cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    Il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest mons. Ferenc Cserháti, delegato ad interim della Conferenza episcopale ungherese per la pastorale degli ungheresi all’estero, assegnandogli la sede titolare vescovile di Centuria. Il nuovo ausiliare, 50 anni, ha conseguito la Licenza in Teologia e quindi ha ottenuto un ulteriore alloro accademico all’Università di Ludwig Franzens a Innsbruck. Più volte viceparroco, vive dal 1979 in Germania e dal 1982 ad oggi ha svolto diversi uffici nella diocesi di Freising-München per gli ungheresi in Germania. Dal 1996 è delegato per l’Europa degli ungheresi all’estero e dal 2002 è delegato della Conferenza episcopale tedesca per gli ungheresi in Germania.

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    Ad Assisi cresce l'attesa per la prossima visita pastorale, che Benedetto XVI compirà domenica prossima nella città francescana

    ◊   E’ tutto pronto ad Assisi per ricevere Benedetto XVI, che domenica prossima giungerà per la sua prima visita pastorale nella città di San Francesco e Santa Chiara. Dopo aver celebrato la messa nel Piazzale della Basilica Inferiore di San Francesco ed aver guidato la preghiera dell’Angelus, il Papa visiterà in privato la tomba del Poverello, accompagnato dal padre Vincenzo Coli, Custode del Sacro Convento. Stefano Leszczynski lo ha intervistato:


    R. - C’è una grande attesa a tutti i livelli e certamente più sentita a livello ecclesiale, e più ancora in ambito francescano perché, tra l’altro, quest’anno stiamo celebrando il Capitolo generale ordinario dell’Ordine dei Frati minori conventuali.

     
    D. - Il Papa visiterà e sosterà in preghiera sulla tomba di San Francesco, sarà proprio lei ad accompagnarlo…

     
    R. - Quelle emozioni sono sempre grandi quando si tratta di accompagnare un Pontefice giù, nella cripta. Poi, ho già vissuto l’esperienza con Giovanni Paolo II per cui una certa preparazione spero di averla, ma credo pure che siano cose irripetibili e dunque ogni volta si tratta di un’esperienza tutta particolare: e questo anche perché, come Francescani, pensiamo al grande amore che Francesco ha avuto per il Sommo Pontefice e per la Chiesa.

     
    D. - Questa visita avrà anche un momento culminante nell’incontro con i giovani ad Assisi. Assisi è un centro molto importante: simbolo di pace, simbolo di dialogo…

     
    R. - Io penso che un incontro con il Santo Padre e i giovani sia sempre molto significativo, lo testimoniano ad esempio le Giornate mondiali della gioventù. Ma credo che, fatto in Assisi, questo incontro acquisti un valore tutto particolare, perché anche chi viene qui senza motivi di fede, per esempio i laici più sensibili, dice di sentire in qualche modo “parlare le pietre”. Io immagino che il Santo Padre richiamerà ad essere come Francesco e capaci di decidersi per Cristo. Questo lo può dire in tutte le parti del mondo, ma detto qui acquisterà sicuramente una risonanza tutta particolare. Questa è un po’ la mia esperienza e la mia convinzione profonda.

     
    D. - Assume un significato particolare proprio per la conversione…

     
    R. - In Assisi, il messaggio di Francesco sembra avere, secondo l’esperienza tanto dei credenti quanto dei non credenti, delle risonanze tutte particolari, sia nella mente, sia nel cuore delle persone che si avvicinano a questo grande uomo, a questo grande Santo.

     
    D. - Benedetto XVI arriva da Papa ma ha già dimostrato in passato una forte vicinanza con Assisi…

     
    R. - Io ho incontrato diverse volte il Papa come cardinale già negli anni ’80, ma poi anche ultimamente quando è venuto per la celebrazione della festa di Santa Chiara. Evidentemente, il Papa ha sempre dimostrato un particolare riguardo sia per Chiara come per Francesco, perché si tratta di due persone che hanno voluto vivere l’invito di Cristo fino in fondo, spendendo tutte le loro energie e con l’ardire di vivere il Vangelo come nessun altro. Credo che ciò sia importante per noi e per l’esperienza che il Santo Padre ha fatto allora. La visita sarà un motivo per rinnovare quella esperienza e prendere spunto per invitare sia uomini che donne, soprattutto i giovani, a guardare a San Francesco e Santa Chiara come a punti di riferimento per dare un senso più bello e più profondo alla propria esistenza.

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    Stasera veglia di preghiera in Piazza San Pietro per il Santo Padre, promossa dal Movimento dell'amore familiare

    ◊   Per il terzo anno consecutivo, dall’inizio del Pontificato di Papa Benedetto XVI, Piazza San Pietro torna a riempirsi a metà giugno per la veglia di preghiera promossa dall’Associazione Famiglia Piccola Chiesa-Movimento dell’Amore Familiare. A presiedere la veglia di questa sera, dalle 21 alle 22, sarà - come già lo scorso anno - l’arcivescovo Angelo Comastri, nella sua qualità di vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. L’assistente ecclesiastico del Movimento, don Stefano Tardani, spiega al microfono di Giovanni Peduto la genesi e le finalità di questa Associazione animata da famiglie:


    R. - Dopo una quindicina d’anni di attività pastorale con alcuni laici impegnati a Roma nelle varie parrocchie, si è sentito il bisogno e direi anche la gioia di creare un’Associazione ed un Movimento dei laici che fossero particolarmente impegnati, personalmente e con le loro famiglie, nell’attività pastorale. Così abbiamo ricevuto, il 15 ottobre 2003, il riconoscimento da parte del cardinale vicario, Camillo Ruini, della nostra associazione. Le finalità sono varie. Innanzitutto, aiutare la famiglia a ritrovare se stessa e a sviluppare poi per tappe una vita particolarmente impegnata per vivere la fede, al di dentro e al di fuori della famiglia, e poi per vivere la missione dei cristiani e della Chiesa. Oggi siamo un centinaio di famiglie e in modo particolare, dopo un percorso di circa sei anni di formazione e di sperimentazione e di approfondimento, anche, di quella che è l’intimità di Gesù nella preghiera, come anche il Santo Padre ci ricorda, si dispongono ad una collaborazione nelle parrocchie, come catechisti missionari per la pastorale familiare.

     
    D. - Attualmente, quali iniziative concrete portate avanti?

     
    R. - La formazione di singoli e sposi al vero amore, come ricerca della propria identità, alla luce della rivelazione cristiana. Poi, la formazione dei fidanzati al Sacramento del matrimonio, per la quale vengono circa 400 coppie dalle varie parrocchie di Roma, e talvolta anche da fuori. Ancora, l’accompagnamento di giovani famiglie che le aiuti a formarsi come catechiste missionarie per la pastorale familiare nelle parrocchie. E abbiamo, inoltre, altre attività sociali di sostegno alle famiglie.

     
    D. - Come mai avete sentito l’esigenza di questo incontro annuale di preghiera per il Papa in Piazza San Pietro?

     
    R. - Il 15 aprile scorso, nella santa Messa, il Santo Padre ricordava: “Ripetutamente vedo con gioia riconoscente quanto è grande la schiera di coloro che mi sostengono con la loro preghiera, e con la loro fede e con il loro amore mi aiutano a svolgere il mio ministero”. E anche ultimamente, nel discorso tenuto nella Basilica di San Giovanni per l’apertura del Convegno della diocesi di Roma, il Papa sottolineava quanto sia importante sviluppare una collaborazione più stretta tra a famiglie cristiana, piccola Chiesa domestica, e la più grande famiglia della Chiesa: questo perché i nostri laici sentono molto l'amore e l'impegno per la Chiesa. Anche la veglia di preghiera è molto sentita: laici uniti insieme nella preghiera. L’anno scorso hanno partecipato più di 4 mila persone... insomma, a me sembra che ci sia veramente un laicato sempre più maturo che comprenda la centralità e l’importanza del riferimento alla figura del Santo Padre, sia per il bene della propria vita, sia per il bene di ciascuna famiglia e di tutta l’umanità.

     
    D. - Come si articolerà questa sera l’incontro?

     
    R. - Sarà presieduto da mons. Angelo Comastri, vicario generale del Santo Padre per la Città del Vaticano, ed è la solennità del Sacro Cuore di Gesù e ci sarà la recita del Santo Rosario. I "misteri dolorosi" sono scritti e letti dalle giovani famiglie catechiste del nostro movimento. Ogni meditazione fa riferimento a problemi e a situazioni difficili del mondo d’oggi, ma anche agli insegnamenti di questi tre anni di Pontificato del Santo Padre. Sono stati invitati i fedeli delle parrocchie con i loro pastori, le Associazioni ed i Movimenti. Ci sarà anche l’accensione dei flambeaux e la preghiera sarà animata e guidata dalle nostre famiglie. Invitiamo gli ascoltatori a partecipare alla veglia, questa sera, venendo già dalle 20.45 per unirsi alla preghiera e nelle lodi al Signore.

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    L'intervento del cardinale Ruini in chiusura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, dedicato al tema dell'educazione alla fede e alla testimonianza cristiana

    ◊   Si sono conclusi ieri sera a Roma, alla presenza del cardinale vicario, Camillo Ruini, i lavori del Convegno ecclesiale diocesano, intitolato “Gesù è il Signore. Educare alla fede, alla sequela, alla testimonianza” e promosso dalla diocesi capitolina. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano, si sono incontrati tutti i gruppi ecclesiali che hanno partecipato ai lavori, per riflettere insieme sugli incontri avuti nei giorni precedenti. Il servizio è di Marina Tomarro.


    Il centro del nostro credere è Gesù Cristo: questa è la cosa più importante, su questo bisogna formare gli educatori. Così, ieri sera, il cardinale vicario, Camillo Ruini, si è rivolto ai partecipanti del Convegno ecclesiale diocesano. Ma per educare, ha continuato il porporato, bisogna essere testimonianza viva dell’amore di Cristo: solo così risultiamo credibili ai giovani, senza mai dimenticarci però della società alla quale apparteniamo, perchè solo confrontandoci con la realtà, il positivo può venire alla luce e diventare anche un grande servizio verso il nostro Paese. E sempre ieri, sono state presentate anche le conclusioni dei lavori di gruppo, svoltisi durante il convegno. Tra le riflessioni, è emerso un maggior bisogno di informazioni tra le parrocchie, il desiderio di creare una sorta di rete, in modo da poter interagire insieme e potersi aiutare per risolvere le difficoltà. E ancora, si è parlato dell'importanza dell’educazione dei giovani, che deve partire dalle famiglie, piccole Chiese domestiche, che però non vanno lasciate sole ma supportate dalle comunità parrocchiali, sollecitate a coinvolgere ancor più i genitori nel cammino di educazione alla fede dei figli. Solo così - hanno concluso i convegnisti - diventiamo il corpo di Cristo che incontra l’uomo di oggi e lo educa ad affermare che Gesù è l’unico Signore della vita.

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    La Chiesa celebra oggi la solennità del Sacro Cuore di Gesù. Una riflessione del cardinale Francis Arinze

    ◊   Dopo la recente solennità del Corpus Domini, la Chiesa universale si sofferma oggi sulla festa del Sacro Cuore di Gesù, tradizionalmente collocata nel mese di giugno. Sul significato spirituale di questa solennità, Giovanni Peduto ha raccolto la riflessione del cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti:


    R. - La solennità del Sacro Cuore è la solennità dell’amore di Dio che si manifesta in Gesù, come dice San Giovanni Evangelista nel capitolo III del Vangelo: "Dio ha amato il mondo tanto da dare il suo unico figlio, cosicché chi crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna". Il Sacro Cuore è il sommario di quella manifestazione di Dio e Gesù Cristo, figlio di Dio fatto uomo, è Egli stesso manifestazione dell’amore di Dio per tutta l’umanità. Gesù ci ama, specialmente mostrando questo con la sua incarnazione, con la sua vita, il suo insegnamento, i miracoli ma specialmente con il mistero pasquale, cioè con la sofferenza, la morte e la sua resurrezione che è il centro di ciò che noi celebriamo nella Messa. Gesù ci dà il suo corpo: per lui non basta invitare la Chiesa ad associarsi con Lui, ad offrire se stesso nella Messa. Gesù offre se stesso da mangiare e da bere, pur rimanendo indiviso. Egli si dà a noi, si mette nelle nostre mani, con tutti i rischi delle persone che gli mostrano trascuratezza, di persone che fanno addirittura sacrilegio quando sono in stato di peccato mortale e vanno a ricevere Gesù, quelli che sono in stato di grazia ma che sono superficiali, non rispettano Gesù sufficientemente, ricevono la comunione nella mano come fosse un pezzo di biscotto, o di pane. Questo è grave. Gesù ci ama, si ama anche e non solo con l’Eucaristia ma con la Chiesa, il dono della Chiesa, perché l’Eucaristia la troviamo nella Chiesa, senza Chiesa non c’è Eucaristia, senza Eucaristia non c’è Chiesa e Gesù ci dà, infine, sua madre. Allora tre sono i grandi doni del Cuore di Gesù: se stesso nell’Eucaristia, la Chiesa e sua madre: cosa poteva darci di più?

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    Intervento d'apertura del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, al Convegno dei cristiani europei, inaugurato a Gniezno in Polonia

    ◊   “Il contributo del cristianesimo nella costruzione dell’Europa si esprime attraverso l’impegno nella difesa e nella promozione della dignità della persona umana”: è quanto ha detto stamani il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, prendendo parte a Gniezno, in Polonia, alla prima giornata della VII del Congresso dei cristiani d’Europa, dedicato quest’anno al tema “L’uomo, la via d’Europa”. Il servizio di Tadeusz Konopka:


    Tra i circa 600 partecipanti di questo raduno, oggi il più grande incontro ecumenico in Europa, vi sono i rappresentanti delle diverse organizzazioni e comunità cristiane di almeno 18 Paesi. Ideato alcuni anni fa da un gruppo di giovani cattolici polacchi, il Congresso quest’anno si svolge sotto il patrocinio del primate di Polonia, il cardinale Józef Glemp, dell’arcivescovo di Gniezno, Henryk Muszynski, nonché del capo dello Stato polacco, Lech Kaczyński, oggi intervenuto personalmente alla prima giornata dei lavori. “La via d’Europa è la via dell’uomo che non ha cancellato Dio”,ha detto il presidente Kacinski. Il cardinale Bertone ha tenuto un discorso sull’uomo che è la via della Chiesa ed ha ricordato le parole di Karol Wojtyla, secondo il quale l’unità europea, per essere effettiva, deve basarsi sull’unità nello spirito ed ha affermato che il contributo del cristianesimo nella costruzione dell’Europa si esprime attraverso l’impegno nella difesa e nella promozione della dignità della persona umana, nonché dei suoi diritti. Accompagnato dal nunzio apostolico in Polonia, l’arcivescovo Józef Kowalczyk, il cardinale segretario di Stato ha avuto a Gniezno un colloquio con il presidente polacco. Il soggiorno del porporato in Polonia prevede domani una visita a Danzica, dove sarà celebrata una Messa in occasione del XX anniversario del pellegrinaggio di Giovanni Paolo II, ed una tappa nella giovane diocesi di Swidnica, a sud-ovest della Polonia, dove il cardinale Bertone incontrerà giovani, malati ed operatori della sanità.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Servizio vaticano - L'udienza di Benedetto XVI ai vescovi della Slovacchia. Il Papa ha sottolineato che il patrimonio cattolico del Paese, che il regime comunista non è riuscito a distruggere, è pesantemente intaccato da consumismo, edonismo, laicismo e relativismo.

    Servizio estero - Medio Oriente: la popolazione palestinese in ostaggio della guerra civile. Abu Mazen scioglie il Governo di unità nazionale e proclama lo stato d'emergenza.

    Servizio culturale - Un articolo di Susanna Paparatti dal titolo "La capacità di giocare con la luce come in una sequenza cinematografica": una mostra a Cesena ripercorre l'itinerario della pittura di Alberto Sughi.
     Servizio italiano - In rilievo il tema degli incidenti sul lavoro.

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    Oggi in Primo Piano



    Nella Striscia di Gaza, ormai sotto il controllo militare di Hamas, non si spara più. Si teme adesso una nuova ondata di violenze in Cisgiordania

    ◊   In Medio Oriente, i recenti scontri tra miliziani di Al Fatah e Hamas, costati la vita ad almeno 180 persone, e le decisioni del presidente Abu Mazen di sciogliere il governo, proclamare lo stato di emergenza e di indire elezioni anticipate, aprono adesso una nuova, incerta fase nei Territori palestinesi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    Apparentemente, la situazione nella Striscia di Gaza sembra tornata alla normalità: i militanti di Hamas hanno preso il controllo della regione e hanno arrestato i principali comandanti delle milizie di Al Fatah. Tutti gli edifici, che prima ospitavano gli uffici delle forze leali al presidente Abu Mazen, sono adesso presidiati da uomini del movimento islamico. La fase acuta degli scontri sembra dunque superata, ma si respira un clima carico di tensione. A Gaza, in particolare, è stata duramente repressa una manifestazione per la pace promossa dalla Caritas ed un giovane è rimasto ucciso. Si teme poi che l’ondata di violenze tra sostenitori di Hamas e Al Fatah si abbatta adesso anche sulla Cisgiordania: a Nablus miliziani di Al Fatah hanno ucciso, stamani, un esponente del gruppo radicale. Sempre in Cisgiordania, sono anche stati arrestati più di 30 militanti di Hamas. Sul versante politico, la tensione resta altissima: Hamas non riconosce la decisione di Abu Mazen di sciogliere il governo. Il gruppo islamico è anche contrario all’ipotesi, lanciata dall’ONU e sostenuta dagli Stati Uniti, dell’invio di una forza di pace nei Territori. Hamas ha annunciato, inoltre, che intende prendere il controllo del valico di Rafah fra Gaza e l'Egitto. Israele, intanto, teme che l’evolversi della situazione possa compromettere le possibilità di raggiungere un accordo di pace e ha chiuso tutti i valichi di confine con la Striscia di Gaza. Lo Stato ebraico ha comunque assicurato aiuti umanitari ai civili palestinesi a Gaza se si intensificherà la crisi nella regione.

    Ma perché il movimento fondamentalista di Hamas ha scelto la via del confronto armato per imporsi all’interno della realtà palestinese? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Ugo Tramballi, esperto di Medio Oriente del Sole 24 Ore:


    R. - E’ la prova che in fondo un movimento islamico non è integrabile in un sistema politico democratico. Forse questo è un drammatico segnale che viene dalla crisi interpalestinese. La cosa più drammatica di tutte è che abbiamo due movimenti che sono in lotta per un potere che non hanno, due movimenti di un popolo che continua ad essere occupato, ed è paradossale che dopo 60 anni di lotte, i palestinesi vogliamo di nuovo lottare fra di loro per nulla...

     
    D. - L’aumento della forza d’urto di Hamas, proprio all’interno della realtà palestinese, può voler dire che si sono inseriti in questo movimento elementi estremisti in chiave anti-israeliana?

     
    R. - Hamas, per definizione, è un movimento anti-israeliano: non intende riconoscere il diritto all’esistenza dello Stato d’Israele. Ma i servizi segreti dei Paesi arabi vicini sostenevano alcuni giorni fa che ormai Hamas e tutto il fronte delle varie organizzazioni islamiche palestinesi, è stato infiltrato dai qaedisti. Questo dato è confermato anche dalla brutalità con la quale gli uomini di Hamas hanno combattuto. Gli scontri hanno ricordato, infatti, lo scenario iracheno dove l’organizzazione di Al Qaeda è attiva. Quello che rischia di nascere è una piccola enclave governata da estremisti islamici; io non credo che Israele resterà a lungo così.

     
    D. - Se si realizzasse un’ipotesi del genere con tutto il potere palestinese nelle mani di Hamas, questo vorrebbe dire, secondo te, dimenticare qualsiasi tipo di dialogo della comunità internazionale, e di Israele in particolare, con i palestinesi?

     
    R. - Adesso, ci sarebbe una buona opportunità per dare ai palestinesi della Cisgiordania, dove governa Abu Mazen, qualche segnale sincero, concreto di nascita di Stato palestinese. Ricominciare la trattativa di pace con quella parte di Palestina sui temi veri, cioè ritiro delle colonie, questione dei profughi palestinesi, spartizione di Gerusalemme... i temi fondamentali del processo di pace ...

     
    La situazione è esplosiva anche in Libano: il giorno dopo i funerali a Beirut del deputato antisiriano Walid Eido, ucciso mercoledì in un attentato che ha provocato 10 vittime, sono ripresi gli scontri tra guerriglieri islamici e l’esercito libanese nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared. Secondo fonti locali, sono rimasti uccisi almeno quattro militari libanesi. In Libano, intanto, si sospetta che dietro l’omicidio di Eido, così come per quello dell’ex premier Hariri, ci sia la Siria. Il governo di Damasco ha subito respinto ogni accusa.

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    Cordiale incontro a Mosca tra il Patriarca ortodosso russo, Alessio II, e il cardinale primate d'Ungheria, Peter Erdö, presidente del CCEE

    ◊   Un altro importante incontro al vertice tra Chiesa cattolica e ortodossa è quello avvenuto ieri mattina a Mosca, dove il Patriarca di tutte le Russie, Alessio II, ha ricevuto il cardinale arcivescovo di Esztergom–Budapest, Peter Erdö, primate d'Ungheria e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa. Il porporato guida la delegazione che partecipa alla consultazione ortodosso cattolica, svoltasi ieri e oggi a Mosca, incentrata sui fondamenti antropologici ed etici del Magistero della Chiesa, con particolare attenzione all'ordine sociale, ai diritti umani e alla dignità della persona. Al microfono di Marta Vertse, incaricata del Programma ungherese della nostra emittente, il cardinale Erdö racconta del suo incontro con il capo della Chiesa ortodossa russa:

     
    R. - L’incontro con il Patriarca Alessio II è stato molto cordiale: abbiamo parlato dei problemi generali della cultura europea soprattutto della legge morale, della legge naturale, dei valori cristiani e umani - anzi si parlava anche della qualità di questi valori, se esistono in se stessi oppure se sono espressioni di una relazione tra diverse cose - e naturalmente come evitare il relativismo quando si parla di valori. Diciamo la convinzione comune era che senza Dio la nostra visione della realtà oggettiva non è completa - come ha detto anche sua santità Benedetto XVI nel Brasile - e se esiste soltanto il mondo, l’universo ma Dio non esiste, allora l’universo non ha valore e tutto il discorso sui valori perde il suo senso. Dio invece esiste e per questo l’universo ha un valore concreto, la relazione con Dio, Dio creatore, Dio che mantiene nell’essere questo universo che accompagna e che realizza la sua intenzione e il suo piano di salvezza per tutto il mondo Quindi partendo da questi valori, cercavamo le possibilità di lavorare insieme per rinforzare i valori cristiani della legge morale o naturale in tutta l’Europa. Sentiamo un’atmosfera di apertura e di profondo interesse per la rinascita del cristianesimo in generale nel nostro continente.

     
    D. - Eminenza, secondo la sua esperienza si può parlare di un rinnovamento spirituale in Russia?

     
    R. - Certamente si può parlare di questo aspetto, che forse non sempre viene percepito ma vedendo, ad esempio, la nuova generazione dei professori che hanno studiato all’estero, creando una cultura teologica e umanistica molto alta, si può sperare che questo rinnovamento possa comprendere anche la vita intellettuale e spirituale e rinforzare o far rinascere anche la religiosità della gente, perché la religiosità o la religione popolare ha sofferto moltissimo in questo Paese. Ciònonostante, gente giovane, gente colta, gente vestita in modo moderno, va in chiesa per pregare, per partecipare alla liturgia e questo è un segno molto positivo.

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    Le iniziative di contrasto alla giornata dell'orgoglio pedofilo: una lotta che ha in Internet un vasto campo di battaglia. L'opinione di don Fortunato Di Noto

    ◊   “Un’iniziativa abominevole”: così il ministro italiano delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha definito la Giornata dell’orgoglio pedofilo, in programma per il 23 giugno. E proprio nei giorni scorsi, è stato bloccato l’accesso, dall’Italia, ad un sito Internet tedesco che inneggiava all’evento. Un’operazione che ha riscosso l’approvazione delle istituzioni, come anche dell’Associazione antipedofilia "Meter" di don Fortunato Di Noto. Ascoltiamolo, al microfono di Isabella Piro:


    R. - Ovviamente, è un traguardo importante: la non accessibilità al sito permette comunque di contrastare un fenomeno ideologico di vaste proporzioni, che richiede una mobilitazione forte e decisa.

     
    D. - Si tratta, possiamo dire, di un passo avanti contro la Giornata dell’orgoglio pedofilo, in programma per il 23 giugno ...

     
    R. - Sicuramente, è un passo avanti per contrastare l’idea di "normalità" della pedofilia, che ormai è diffusissima in tutto il mondo: noi abbiamo segnalato 1.500 siti che corrispondono a questa mentalità "normale" della pedofilia e del pedofilo. Per questo, io credo che un vasto movimento pedofilo debba essere contrastato da un vasto movimento non soltanto di cittadini, ma anche istituzionale e, perché no, io mi appellerei anche alle confessioni religiose. Tutte le confessioni religiose devono dire "no" a questo "olocausto bianco" che è ormai sotto ai nostri occhi.

     
    D. - L’accesso al sito, dall’Italia, è stato bloccato perché, per la prima volta, è stata applicata la legge 38/2006 sulla pedofilia: cosa prevede questa normativa?

     
    R. - Oltre all’oscuramento dei siti in Italia, la legge 38/2006 ci permette di avere un Centro nazionale di contrasto alla pedo-pornografia. Il Centro, ovviamente, è in mano, alla Polizia postale delle comunicazioni, che ne coordina le attività investigative. All’interno della normativa, c’è anche la previsione dell’Osservatorio nazionale della pedofilia, con annesso Comitato scientifico. Poi, si prevede anche il reato della cosiddetta “pornografia virtuale”, soprattutto quella pedo-pornografica e in questo caso, ad esempio, la comunità virtuale “Second Life” si sta attivando per contrastare la pedofilia virtuale. Tutto questo dall’applicazione di questa nuova legge, unica in tutto il mondo e copiata da tantissimi altri Stati.

     
    D. - È prevista anche una “lista nera” dei siti pedofili...

     
    R. - C’è una lista, aggiornata costantemente, che favorirà la possibilità di non accedere più ai siti da server italiani, diventando così una banca dati di estrema importanza per verificare il traffico del materiale pedo-pornografico, dato che due milioni di bambini al mondo vengono coinvolti, ogni anno, nel mercato della pedo-pornografia, senza dimenticare i 158 milioni di bambini e di bambine che vivono drammaticamente l’abuso sessuale.

     
    D. - In caso di siti che inneggiano alla pedofilia, è giusto parlare di “apologia di reato”?

     
    R. - Certo che è apologia di reato. Soprattutto, è un’ideologia che istiga a comportamenti illeciti, e quindi si compiono reati concreti. Non dimentichiamo che già nel 2004 un italiano è stato arrestato e ha avuto una condanna per apologia di delitto di pedofilia.

     
    D. - Ciò non lede, comunque, il diritto alla libertà di pensiero…

     
    R. - Assolutamente no, perché non è un problema di libertà di pensiero, anzi al contrario: rivendicare i diritti di relazioni sessuali con i bambini, equivale a dire che i bambini possono esprimere un consenso e che quindi, se esprimono un consenso, non c’è violenza. Ma noi sappiamo benissimo che i pedofili scelgono bambini al di sotto dei 12 anni, quindi ciò significa che un bambino di 8, 9 anni - o di 10 mesi o un anno - come può esprimere il consenso? Parlare allora di libertà di pensiero è una falsa mentalità e una falsa ideologia che applica ai bambini il dominio, il potere di una mentalità adulta.

     
    D. - La lotta alla pedofilia ha un carattere internazionale: ma c’è omogeneità nell’applicazione degli strumenti di contrasto?

     
    R. - Ovviamente, si richiede un maggiore coordinamento delle azioni di contrasto. E’ vero che 191 Paesi hanno sottoscritto la Convenzione dei diritti del fanciullo, ma è vero anche che 191 Paesi non la applicano totalmente. Questo significa che bisogna fare ancora di più: al primo posto delle agende politiche bisogna mettere forse l’uomo e il rispetto dei bambini.

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    Si è spento all’età di 68 anni, padre Giovanni Marchesi, teologo e scrittore della Civiltà Cattolica. Il ricordo del nostro direttore, padre Federico Lombardi

    ◊   La Compagnia di Gesù in lutto per la scomparsa di padre Giovanni Marchesi, insigne teologo, docente di Cristologia all’Università Gregoriana e firma tra le più prestigiose del periodico La Civiltà Cattolica. In un comunicato, proprio la comunità della Civiltà Cattolica ricordandolo con profondo dolore, ringrazia padre Marchesi per il grande contributo offerto per oltre 30 anni alla rivista. Sulla figura e l’opera del padre gesuita Giovanni Marchesi, il ricordo del nostro direttore generale, padre Federico Lombardi:


    E’ spirato ieri sera verso le 11, nella casa della Civiltà Cattolica, il padre Giovanni Marchesi, colpito nei mesi scorsi da una forma assai aggressiva di tumore al fegato. Il padre Marchesi, originario di Mamoiada in Sardegna, nato nel 1939, era entrato nella Compagnia di Gesù nel 1960, proveniente dal Seminario regionale di Cùglieri. Ordinato sacerdote nel 1972, al termine della formazione era stato orientato all’approfondimento degli studi teologici e destinato al Collegio degli Scrittori della Civiltà Cattolica nel 1975. Autore di importanti opere teologiche - fra cui ricordiamo la tesi dottorale sulla Cristologia di Hans Urs von Balthasar - ha operato anche nell’insegnamento presso la Università Gregoriana e altre istituzioni universitarie, ma il suo compito più continuo è stato di informare regolarmente sulla vita della Chiesa dalle pagine della Civiltà Cattolica. Ha anche curato molti cicli di conferenze e altre attività per gli amici ed estimatori della rivista. Anima profondamente sacerdotale, ha sempre coltivato il ministero e la predicazione, ha guidato con competenza numerosi pellegrinaggi nella Terra Santa, è intervenuto spesso su temi religiosi di attualità alla televisione. La Radio Vaticana gli è grata per le molte collaborazioni, sia con risposte ad interviste, sia con la celebrazione della Messa domenicale in italiano, ritrasmessa dalla RAI-Radio 1. Lo ricorderemo con affetto come valente teologo, buon comunicatore e soprattutto sacerdote zelante. Per me personalmente, si tratta anche di un caro amico, avendo compiuto con lui i primi cinque anni di vita religiosa, cioè il noviziato e la filosofia, ed essendoci poi ritrovati a lavorare insieme per altri otto anni alla Civiltà Cattolica.

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    Chiesa e Società



    In Iraq, sotto le minacce delle milizie islamiche, più di mille famiglie cristiane sono state costrette a fuggire da Baghdad

    ◊   Sono più di mille le famiglie cristiane di Baghdad che si trovano nella necessità di fuggire abbandonando tutti i loro beni, perché minacciate da estremisti islamici. Il dato è stato diffuso oggi da “Portes ouvertes”, una organizzazione internazionale cristiana che si occupa delle Chiese perseguitate e che conferma l’attacco in atto, già da tempo denunciato dalle Chiese irachene. In un comunicato pubblicato da AsiaNews, la ONG sottolinea come le minacce da parte di milizie islamiche sono causate dal rifiuto di convertirsi all’islam, di pagare la jizya - la tassa di “compensazione” chiesta dal Corano ai sudditi non-musulmani – o di dare una figlia in sposa ad un islamico, e quindi farla convertire. "E’ una vera campagna che mira a svuotare Doura (zona tradizionalmente cristiana) ed i quartieri vicini della loro popolazione cristiana”. Chi si rifiuta di sottomettersi ai diktat, non ha altra scelta che “andarsene lasciando tutti i propri beni”: le destinazioni sono all’estero – in primo luogo Giordania e Siria – o il Kurdistan, finora relativamente tranquillo. Secondo mons. Sarhad Yawsip Jammo, della diocesi caldea della California, “l’umanità oggi non può pretendere di ignorare o rimanere inerme ad assistere alla sparizione della popolazione cristiana irachena che ha tutti i diritti di vivere nella terra ancestrale e che è sempre stata leale verso il suo Paese”. Per il presule “le idee e gli atteggiamenti di buona volontà non sono sufficienti. Ad eccezione del Kurdistan e della adiacente Piana di Ninive, nessun luogo è sicuro per i cristiani in Iraq. È tempo di prendere provvedimenti concreti”. (R.P.)

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    Il Patriarca ortodosso di Mosca, Alessio II, auspica collaborazione con la Santa Sede su scristianizzazione e bioetica

    ◊   Il Patriarcato ortodosso di Mosca pensa ad una più stretta collaborazione con la Santa Sede per affrontare questioni come la scristianizzazione d’Europa, la tutela dei diritti umani nel mondo e la difesa della famiglia. In tal senso si è espresso, a Mosca, il patriarca di Mosca Alessio II, secondo il quale “questa cooperazione è molto importante in Europa, nella quale le radici cristiane sono molto profonde. Purtroppo – ha aggiunto – queste stesse radici si stanno attualmente dimenticando o addirittura respingendo”. In una dichiarazione diffusa dalla RIA Novisti e ripresa dall'Agenzia AsiaNews, Alessio II aggiunge che “il tentativo di imporre alla società un modo non religioso di pensare ed uno stile di vita che emargina la religione” è particolarmente forte in Europa. Di qui l’auspicio espresso dal Patriarca che la Chiesa ortodossa e quella cattolica uniscano le loro forze su questioni fondamentali come le radici cristiane d’Europa, i diritti dell’uomo e la bioetica. (R.P.)

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    I vescovi statunitensi, in una lettera al Senato, chiedono che venga appoggiato il processo di pace in Terra Santa

    ◊   In una lettera al Senato USA, firmata da mons. Thomas Gerard Wenski, vescovo di Orlando e presidente del Comitato per la politica internazionale della Conferenza episcopale statunitense, l’episcopato chiede appoggio bi-partisan alla risoluzione 224 relativa al processo di pace israelo-palestinese. “A 40 anni dalla Guerra dei sei giorni – si legge nel documento – la Risoluzione riconosce che l’unico modo per costruire un futuro migliore per israeliani e palestinesi è mettere fine a decenni di conflitti e vivere in pace, mutua comprensione e sicurezza. E’ quello che la maggioranza degli israeliani e palestinesi desidera”. La lettera, riferisce l’agenzia SIR, conferma il sostegno alla risoluzione che parla di “due Stati, vicini in pace e sicurezza, della rinuncia alla violenza e al terrore” e chiede “ad Hamas e all’Autorità palestinese di riconoscere Israele, i trattati firmati in passato e rinunciare al terrorismo, ed invita i leader dei due Paesi a lavorare per la pace”. Secondo mons. Wenski la 224 “impegna l’amministrazione americana ad una robusta azione diplomatica e fa della ricerca di una soluzione priorità” aggiungendo forza “alla attività intrapresa da Condoleezza Rice nella regione”. (T.C.)

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    È il più alto dell’ultimo trentennio il tasso di crescita economica dell’Africa registrato quest’anno e attestato al 6,2 per cento

    ◊   Dopo decenni di stagnazione, il tasso di crescita economica dell’Africa quest’anno si è attestato al 6,2 per cento: il più alto dell’ultimo trentennio. Vedono, quindi, un futuro migliore per il continente africano, scrive l’agenzia MISNA, i 700 rappresentanti, provenienti da 42 Paesi del mondo, che oggi chiudono a Città del capo, in Sudafrica, il Forum Economico Mondiale (FEM) sull’Africa. “Alziamo il livello”: questo lo slogan della 17esima edizione del FEM, iniziato mercoledì scorso e attraverso il quale si è voluta sottolineare la necessità del continente a mantenere un alto tasso di sviluppo per recuperare il dislivello economico. Secondo Jennifer Blande, coautrice del Rapporto “La competività dell’Africa”, i Paesi produttori di energia come Sudafrica, Algeria e Nigeria, sarebbero già in grado di competere sul mercato internazionale, ma “il problema è che il resto del mondo si muove più velocemente”. Secondo Thabo Mbeki, presidente del Sudafrica, i precedenti piani di sviluppo si sono arenati perché proposti da istituzioni esterne come il Fondo Monetario Internazionale (FIM) o dalla Banca Mondiale. Per il presidente del Sudafrica, invece, lo sviluppo africano deve essere promosso dall’interno. (B.B.)

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    Al via oggi in Canada al primo Simposio nazionale sulla Teologia del Corpo

    ◊   Nasce dal grave impatto che stanno avendo in questi anni in Canada alcune leggi e sentenze sull’istituto familiare il primo Simposio nazionale canadese sulla Teologia del Corpo che inizia oggi a Edmonton, nell’’Alberta. Voluto dall’Organismo cattolico dei vescovi canadesi per la vita e la famiglia (Ocvf) propone il tema “Verso una nuova rivoluzione sessuale” con l’obiettivo di “promuovere gli insegnamenti di Giovanni Paolo II sul senso profondo della vita, della sessualità e dell’amore autentico, in un momento in cui questi valori vengono messi radicalmente in discussione da nuove normative”. Il 28 giugno 2005 il Canada è diventato il terzo Paese nel mondo a ridefinire legalmente il matrimonio includendovi le coppie dello stesso sesso, premessa della progressiva revisione del concetto stesso di genitorialità e di famiglia. In questa stessa occasione, è stato introdotta un’altra modifica legislativa con implicazioni non meno gravi: il Parlamento canadese ha sostituito il termine “genitore naturale” con quello di “genitore legale”. Il primo frutto di questo provvedimento è stata la clamorosa sentenza con cui il 2 gennaio scorso la Corte di Appello dell’Ontario ha attribuito ad un bambino tre genitori legali. Nella cultura e nella mentalità canadese, rileva l’Ocvf, si sta affermando una nuova visione dell’amore e della sessualità e “i media e l’industria dello spettacolo presentano spesso l’amore e la sessualità in modo superficiale nascondendo il loro significato profondo e la loro vera ragion d’essere”. Di qui la pressante esigenza di riproporre la visione cattolica dell’amore, del matrimonio e della famiglia, nella convinzione - come affermava Giovanni Paolo II - che il “corpo è capace di rendere visibile l’invisibile: lo spirituale e il divino”. La giornata di oggi è presieduta dal prof. Bill Donaghy, del “Theology of the Body Institute”, e sarà dedicata all’introduzione dell’argomento. Domani tre relatori presenteranno le iniziative avviate per fare conoscere gli insegnamenti della Chiesa. (L.Z. – T.C.)

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    Al cardinale Paul Poupard il riconoscimento “Una coppola per il Dialogo”. Premiato insieme a lui il regista algerino, Rachid Benhadj

    ◊   Hanno promosso il dialogo tra culture diverse. Con questa motivazione sono stati premiati a Roma il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e il regista algerino Rachid Benhadj. Il porporato e il regista hanno ricevuto il premio “Una Coppola per il Dialogo”, quest’anno alla sua prima edizione. Il premio è stato ideato da “La Compagnia dell’Anello”, realtà imprenditoriale che reinveste i suoi utili a servizio delle nuove povertà, e dalla Fondazione Palazzo Intelligente, che con il progetto “Una Coppola di Speranza” ha dato lavoro alle donne di San Giuseppe Jato, strappandole al degrado ed alla marginalità, ed ha promosso lo sdoganamento della coppola da simbolo della mafia a simbolo di glamour internazionale e di riscatto sociale. Il riconoscimento è stato attribuito al cardinale Poupard a motivo del suo encomiabile impegno culturale e pastorale, “per il generoso, instancabile impegno profuso nella direzione della “pedagogia della pace”, imperniata sull’amicizia, sull’accoglienza reciproca, sul dialogo tra gli uomini, e per essere testimone appassionato di un dialogo che non significhi annullamento delle differenze ma abbraccio della diversità, nel rispetto delle identità”. Testimone di un Islam in costante ricerca della sua identità e di quanto nelle sue radici lo accomuna al cristianesimo, il regista Rachid Benhadj è stato premiato da Maddalena Santoro, sorella di don Andrea, il sacerdote romano ucciso l’anno scorso in Turchia. Benhadj è stato premiato “per il contributo prezioso che la sua attività artistica reca alla causa del dialogo, della tolleranza, della pacifica coesistenza. (T.C.)

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    Stasera a Padova una fiaccolata contro la prostituzione organizzata dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

    ◊   “Cancellare la prostituzione è un diritto di ogni popolo civile”: è lo slogan della manifestazione che si terrà questa sera a Padova nel quartiere di Arcella. L’iniziativa è dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, e prevede un incontro con il sindaco, Flavio Zanonato, il questore, Alessandro Marangoni, e il capo della squadra mobile e vicequestore Marco Calì, cui seguirà una fiaccolata che sarà scandita da preghiere e testimonianze. I promotori spiegano all’agenzia SIR, che nel capoluogo veneto “ci sono oltre 200 prostitute” e che “di queste il 20 per cento sono minorenni, provenienti soprattutto da Romani, Moldavia, Polonia, Bulgaria e Nigeria”. “Per liberarle dallo sfruttamento - aggiungono - serve la cooperazione tra Forze dell’Ordine e Associazioni come la nostra che sono pronte ad ospitarle in case di accoglienza o case-famiglia”. Sono oltre 300 le donne fuggite dal racket e accolte dall’Associazione di don Benzi che nelle case di accoglienza garantisce alle vittime un percorso di recupero e di integrazione sociale. (B.B.)

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    Domani a Latina, l’Incontro nazionale della Pontificia Opera Infanzia Missionaria

    ◊   È previsto l’arrivo di 1300 ragazzi, provenienti da tutte le diocesi italiane, all’Incontro nazionale della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (POIM) che si terrà domani a Latina. “Ragazzi, che missione!”, questo lo slogan dell’incontro che avrà inizio alle 10, presso la chiesa di San Marco e che prevede, come riferisce l’agenzia FIDES, l’organizzazione di laboratori di lavoro. Lo scopo della giornata è quello di sensibilizzare ogni partecipante alle differenze culturali dei 5 continenti: dalla scrittura con gli ideogrammi cinesi, all’utilizzo di jambè africani. L’incontro vuole proporre una riflessione sulle missioni e un momento di preghiera per i giovani del Sud del mondo. Il raduno si concluderà con la Celebrazione Eucaristica del vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, mons. Giuseppe Petrocchi. La POIM, presente in 150 Paesi del mondo, si propone di educare i ragazzi alla vita cristiana attraverso iniziative di formazione missionaria. (B.B.)

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    Il cardinale Crescenzio Sepe riceverà domani a Napoli il Premio internazionale Bonifacio VIII

    ◊   L’Accademia Bonifaciana consegnerà domani a Napoli al cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano, il Premio Internazionale Bonifacio VIII. “Era mio vivo desiderio intraprendere con l’Accademia Bonifaciana e Napoli una serie di iniziative tese a valorizzare la figura del nostro Papa, considerato che proprio nella città capoluogo della Campania, il 24 dicembre 1294, i cardinali, in un brevissimo conclave tenutosi a Castelnuovo, elessero Sommo Pontefice il cardinale prete di San Silvestro, Benedetto Cajetani di Anagni, che assunse il nome di Bonifacio VIII”, ha spiegato Sante De Angelis, presidente dell’Accademia Bonifaciana. Il cardinale Sepe “ha cercato di dare un volto nuovo alla città ripartendo dai buoni esempi che Napoli da sempre può vantare” ha aggiunto de Angelis, “dai parroci di frontiera alle mamme-coraggio passando per gli insegnanti che operano nei quartieri a rischio, fino ad avere la forza di ‘uscire da ogni sorta di omertà’”. Il presidente dell’Accademia Bonifaciana, scrive l'agenzia ZENIT, ha sottolineato poi che, come ha spiegato lo stesso porporato, bisogna avere il “coraggio di affrontare le paure” che minacciano la città di Napoli. “Se avremo la forza di uscire da ogni sorta di omertà e, solidali l’uno con l’altro, saremo in grado di organizzare nuove strutture e nuove forme di carità – ha affermato De Angelis – per risollevare chi è solo e chi è nel bisogno materiale e spirituale”. (T.C.)

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    Concerto di don Giosy Cento domani a Pompei per il centenario della presenza dei Fratelli delle scuole cristiane nella città mariana

    ◊   Domani, alle 20.30, nel Santuario di Pompei, si svolgerà un concerto del sacerdote-cantautore Giosy Cento per festeggiare il centenario della presenza dei Fratelli delle Scuole Cristiane a Pompei, con la partecipazione del coro dell’Istituto “Vittoria Peccerillo” di Santa Maria Capua Vetere (CE), retto proprio dai “figli” di San Giovanni Battista de La Salle. In programma alcuni brani nuovi e i pezzi più famosi del cantautore che dagli anni ’70 parla di Dio con un linguaggio moderno e attualizzato. Le canzoni di don Giosy Cento traggono ispirazione dal quotidiano; dentro ogni suo brano c’è una storia, un’emozione. Il suo pubblico privilegiato sono i giovani, ai quali si sente molto vicino; ne racconta i problemi, i turbamenti, i sogni e le attese; dà voce alle loro esperienze e alla loro ricerca di valori essenziali che possono dare senso alla vita. In oltre 25 anni di attività musicale ha tenuto quasi 2.000 concerti, incontrando migliaia di giovani in Italia, Francia, Svizzera, Spagna, Polonia, Germania, Canada, Stati Uniti, Australia, Cuba e in varie nazioni dell’Africa. Alcuni suoi album sono stati tradotti in inglese e in spagnolo. I Fratelli delle Scuole Cristiane sono una Congregazione di religiosi educatori, fondata da San Giovanni Battista de La Salle nel 1680. Sono presenti a Pompei dal 14 agosto 1907. I festeggiamenti per il Centenario della loro presenza nella Città mariana si concluderanno ad ottobre con il Convegno Internazionale degli ex-alunni. (A cura di Giovanni Peduto)

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    È scomparso all’età di 81 anni il prof. Alberigo Gentili, tra i più grandi esperti di storia della Chiesa

    ◊   È morto la notte scorsa a Bologna Giuseppe Alberigo, tra i più autorevoli studiosi di storia della Chiesa e del Concilio Vaticano II. Vittima di un aneurisma alcune settimane fa, Alberigo, che aveva 81 anni, era entrato in coma e non si era più ripreso. Era stato ricoveraro all’ospedale Malpigli. Professore emerito di Storia della Chiesa nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, ne era stato uno dei fondatori. Nato nel 1926 a Cuasso al Monte (Varese), negli anni cinquanta Alberigo è stato tra i promotori dell’“officina bolognese”, centro di studi che faceva capo a Giuseppe Dossetti e che ebbe un ruolo di primo piano al Concilio Vaticano II. I funerali del prof. Alberigo si terranno a Bologna lunedì, alle 15, nella chiesa di San Bartolomeo a Bologna. Una veglia funebre è in programma invece domani dalle 16,30 nella cappella dell’ospedale Malpighi. (T.C.)

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    Sarà inaugurato domenica, in occasione della visita di Benedetto XVI ad Assisi, il sito Internet dedicato ai giovani, realizzato dalla diocesi

    ◊   Si chiama www.giovaniassisi.it il nuovo sito internet realizzato dalla diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, dedicato ai giovani e agli operatori della pastorale giovanile. Verrà inaugurato domenica, in occasione della visita di Benedetto XVI ad Assisi. Il sito internet contiene un calendario degli incontri di formazione e spiritualità che si svolgono nella cittadina, permette di segnalare proposte ed esperienze e dà la possibilità di scaricare video degli incontri di lectio divina. “Il servizio è rivolto soprattutto a coloro che cercano nella spiritualità francescana una fonte per alimentare la loro fede”, si legge nel comunicato della Conferenza Episcopale Umbra. “L’obiettivo - racconta all’agenzia SIR, Michele Zullato, responsabile della pastorale giovanile della diocesi - è di creare un punto di riferimento sul WEB per coloro che desiderano mettersi in contatto con la diocesi e le famiglie francescane della città”. È disponibile anche una versione di solo testo, per i telefoni cellulari. (B.B.)

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    Tra fede e cultura: incontro domani pomeriggio a San Terenziano, in Umbria

    ◊   “Un pomeriggio tra fede e cultura” in Umbria. L’iniziativa promossa a San Terenziano (in provincia di Perugia), in Umbria, dall’associazione Amici della Torraccia, con il patrocinio dell’Unicef, sarà occasione, domani, per presentare cinque libri e dibattere intorno a temi diversi di sicuro interesse. Questi i volumi: “Papa Wojtyla e i fratelli maggiori” (Lorenzo Gulli, giornalista vaticanista); “Attualità e attuabilità del popolarismo sturziano” (Gaspare Sturzo, magistrato); “Problematiche del terrorismo politico religioso” (Vittorfranco Pisano, docente Università di Malta) “Tito Schipa di Tito Schipa jr” (Tito Schipa, compositore); “I giorni e la memoria” (Emilio Bianchi, giornalista). Tra i relatori anche mons. Piero Pennacchini e Giovanni Pallandino, presidente del Centro Studi internazionale Luigi Sturzo. In chiusura dell’incontro vi sarà la proiezione del documentario Rai “Giovanni Paolo II e gli ebrei” (R.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Iraq, parzialmente distrutto un santuario sunnita a Bassora. L'attacco segue quello di mercoledì contro il mausoleo sciita di Samarra

    ◊   In Iraq, l’esplosione di una bomba ha parzialmente distrutto un santuario sunnita presso Bassora, nel sud del Paese. Nello Stato arabo, intanto, circa 650 militari delle forze irachene e americane sono stati dispiegati a Samarra, a nord di Baghdad, per garantire la sicurezza del mausoleo sciita colpito, mercoledì scorso, da un doppio attentato. Continua poi ad aumentare il numero delle vittime statunitensi: nelle ultime 48 ore sono rimasti uccisi almeno 5 soldati americani.

    - In Afghanistan, cinque bambini sono morti in seguito ad un attentato suicida contro un convoglio della NATO. L’attacco è avvenuto a Tirin Kot, nella provincia meridionale dell’Uruzgan. Nella zona operano prevalentemente soldati olandesi e australiani.

    - La NATO studierà ''tutte le implicazioni politiche e militari'' della possibile installazione di uno scudo missilistico americano in Europa. Questa la decisione dei ministri della Difesa dell'Alleanza Atlantica, riuniti da ieri a Bruxelles. Una ulteriore decisione sarà presa nel 2008. Sentiamo Giovanni Del Re:


    La NATO ha incaricato i propri esperti di studiare un sistema antimissile a medio raggio. Una decisione sarà poi presa entro il 2008. Un sistema destinato, se davvero sarà varato, a innestarsi – come ha spiegato il segretario generale dell’Alleanza, Jaap de Hoop Scheffer – in quella che gli Stati Uniti stanno preparando in Polonia e in Repubblica Ceca. In questo modo sarebbero coperti anche gli Stati non protetti dallo scudo USA, e cioè Grecia, Bulgaria, una parte della Romania e la Turchia. Ma uno dei dati più importanti di questa riunione ministeriale a Bruxelles è che di fatto i 16 Paesi della NATO hanno digerito il piano di Washington. “Andremo avanti con il sistema”, ha detto il segretario della Difesa americano, Robert Gates, durante il Consiglio Atlantico. “E la proposta russa di usare l’estrazione radon in Azerbaijan? Ne parleremo con Mosca” - ha detto ancora Gates - “ma continuiamo i negoziati con i cechi e i polacchi”. Nessuno degli alleati - ha rivelato chi ha sentito la discussione - ha avuto niente da obiettare. Di fatto, dunque, un avallo implicito da parte della NATO. Dal canto suo, il ministro russo della Difesa, nel corso del Consiglio NATO-Russia, che ha avuto luogo subito dopo, si è mostrato piuttosto seccato. “Noi – ha detto il ministro – vediamo tale decisione come un passo rivolto a distruggere il sistema di sicurezza esistente, creando nuove linee di divisione nel continente europeo”. Non ha, tuttavia, ripetuto le minacce del presidente Vladimir Putin di orientare i missili russi verso le città europee. (Da Bruxelles, per Radio Vaticana, Giovanni Del Re, AKI)

    - La Turchia torna ad essere scossa dal dramma degli attentati. Un’esplosione è avvenuta stamani in una stazione degli autobus a Diyarbakir, nella parte sud-orientale del Paese. Sono almeno 6 i feriti, di cui 2 gravi. L'omonima provincia di cui la città è capoluogo si estende nell'area turca del Kurdistan.

    - Il ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema, ha prospettato alla Serbia la possibilità di ulteriori negoziati sulla questione del Kosovo. Ma ha anche precisato che tali trattative dovranno essere limitate nel tempo e orientate verso l’obiettivo dell’indipendenza della provincia serba a maggioranza albanese. Il premier serbo, Vojislav Kostunica, ha però subito ribadito il ‘no’ del governo di Belgrado alla secessione del Kosovo.

    - Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha espresso il proprio cordoglio per la morte di uno dei suoi predecessori, Kurt Waldheim, deceduto ieri a Vienna per arresto cardiaco, all’età di 88 anni. Negli anni ‘90 hanno ricevuto vasta eco rivelazioni di dettagli sul passato di ufficiale dell’ex presidente austriaco nella Wehrmacht, durante il periodo nazista. Kurt Waldheim aveva omesso, nella sua biografia, particolari del suo servizio di ufficiale nei Balcani.

    - In Spagna, si celebra oggi il 30.mo anniversario delle prime elezioni democratiche generali dopo il regime franchista. Il servizio di Ignacio Arregui:


    L’anniversario è stato commemorato, ieri, con una seduta speciale del Parlamento bicamerale presieduta dal re Juan Carlos. Nel suo discorso, molto apprezzato, il re ha detto che l’obiettivo fondamentale è quello di “favorire la convivenza tra tutti gli spagnoli, nell’unità della Spagna, secondo il modello di vertebrazione territoriale, e promuovere più alti livelli di benessere per tutti”. Ha messo in risalto la necessità di uno spirito di consenso, sempre più efficace nel far fronte alle grandi questioni nazionali. E in un riferimento esplicito alla violenza armata, ha chiesto a tutti di impegnarsi per vincere il terrorismo con la necessaria coesione e unità. Queste le sue parole:

     
    “Apliquemonos en particular…

     
    "Impegniamoci soprattutto a sconfiggere l’abominevole piaga del terrorismo, crudele e inumano, che tante vittime e dolori ha seminato, chiedendo - come tante volte è stata chiesta - la necessaria coesione e unità, per ottenere un obiettivo tanto vitale e irrinunciabile”.

     
    In quel 15 giugno del 1977, gli spagnoli erano 36 milioni, mentre proprio in questi giorni è stata data la cifra ufficiale attuale: sono circa 45 milioni gli abitanti. Nelle elezioni generali di 30 anni fa, sono stati eletti 350 deputati e 247 senatori. Alla commemorazione di ieri nel Palazzo del Congresso hanno partecipato, come invitati speciali, 17 deputati superstiti del primo Parlamento democratico. E c’è stato un applauso unanime quando è stato riconosciuto il ruolo svolto durante la transizione da Adolfo Suarez, eletto poi primo capo del governo. (Per la Radio Vaticana, Ignazio Arregui)

    - Ennesimo sequestro in Nigeria: uomini armati hanno rapito alcuni stranieri nel delta del Niger, nel sud del Paese. Tra gli ostaggi ci sarebbero, secondo fonti locali, alcuni cittadini italiani e libanesi. Dietro il rapimento, ci sarebbero - secondo gli inquirenti - i ribelli del sedicente Movimento di emancipazione del Delta del Niger (MEND), che chiedono una diversa distribuzione delle risorse derivanti da attività petrolifere.

    - Proseguono gli sforzi diplomatici per l’invio di una forza di pace in Darfur: dopo l’accettazione, da parte del Sudan, di una forza ibrida composta da militari dell’ONU e dell’Unione Africana nella martoriata regione sudanese, il Consiglio di Sicurezza ha inviato una propria missione in Africa. Il servizio di Giulio Albanese:


    Potrebbe essersi aperta una fase di sviluppi incoraggianti e positivi anche se i tempi non saranno particolarmente brevi. Intanto, è partita la missione diplomatica africana degli ambasciatori dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per una serie di incontri e consultazioni, in particolare sul Darfur, la regione sudanese è in preda alla guerra civile. La missione entrerà nel vivo sabato quando i diplomatici saranno ad Addis Abeba, in Etiopia, dove incontreranno rappresentanti dell’Unione Africana. Gli ambasciatori delle Nazioni Unite si sposteranno poi a Karthoum, in Sudan, dove incontreranno il presidente Omar Hassan al-Bashir con il quale discuteranno del dispiegamento di una forza internazionale per fermare i massacri nel Darfur. Se non ci saranno intoppi, la forza potrebbe iniziare a dispiegarsi sul campo non prima della primavera del 2008. (Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese)

    - Almeno 4 persone sono morte per un nuovo, grave attentato in Somalia. L’azione terroristica è stata compiuta ieri sera, quando una bomba a mano è stata lanciata da ignoti in un cinema improvvisato di Baidoa, sede delle istituzioni somale. L’attentato è stato rivendicato da un uomo che sostiene di far parte del gruppo integralista 'al-Shabab al-Mujaheddin'. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
     
    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 166

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