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SOMMARIO del 04/06/2007
"Un assassinio senza senso": il profondo dolore del Papa per l'uccisione in Iraq di un sacerdote caldeo e tre diaconi
◊ “Un assassinio senza senso”: così il Papa definisce l’uccisione ieri a Mossul, nel nord dell’Iraq, di padre Ragheed Aziz Ganni, e di tre subdiaconi della Chiesa Caldea, Basman Yousef Daoud, Ghasan Bidawid e Wadid Hanna. L’assassinio è avvenuto poco dopo la Santa Messa, davanti alla chiesa del Santo Spirito, già bersaglio in passato di attacchi terroristici. Benedetto XVI, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone inviato al vescovo di Mossul, Paul Farj Rahho, si dice “profondamente addolorato” ed esprime la propria vicinanza a tutta la comunità cristiana di Mossul. Il Pontefice rende grazie a Dio per questi quattro generosi testimoni del Vangelo e prega affinché il loro sacrificio possa “ispirare nei cuori di tutti gli uomini e donne di buona volontà un rinnovato proposito di rifiutare le vie dell’odio e della violenza, di sconfiggere il male con il bene”, cooperando “ad affrettare l’alba della riconciliazione, della giustizia e della pace in Iraq”. Ma su questo nuovo, tragico episodio di violenza in Iraq ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco.
Il patriarca di Babilonia dei Caldei Emmanuel III Delly e tutti i vescovi caldei hanno condannato il barbaro omicidio del sacerdote e dei tre subdiaconi. Si tratta – ha detto il patriarca – di un atto orribile contro Dio e contro l’umanità. “Coloro che lo hanno commesso – ha aggiunto - hanno compiuto un atto “contro loro fratelli che erano cittadini fedeli e pacifici” che hanno sempre offerto le loro preghiere e le loro suppliche a Dio perchè portasse “pace, sicurezza e stabilità a tutto l’Iraq”. Sull’assassinio emergono, intanto nuovi dettagli. Dopo aver celebrato la funzione eucaristica, il sacerdote si stava allontanando dalla chiesa in macchina insieme con i tre subdiaconi e la moglie di uno di questi. Negli ultimi giorni i tre subdiaconi accompagnavano sempre il sacerdote per cercare di proteggerlo. All’improvviso, la macchina è stata fermata da uomini armati. Gli aggressori hanno poi fatto allontanare la donna e ucciso i 4 uomini. Vicino ai corpi sono stati piazzati degli ordigni e alle salme non si è avvicinato nessuno, per diverse ore, per il timore di esplosioni. Le forze dell’ordine sono quindi riuscite a disinnescare le bombe e i corpi sono stati portati nella chiesa del Santo Spirito. Nel pomeriggio si svolgeranno i funerali. Il messaggio che padre Ragheed Ganni lascia all’Iraq e ai cristiani si apre alla speranza anche dopo una tragedia così grande. “L’Eucaristia – diceva il sacerdote caldeo - è sorgente di vita anche quando ogni giorno l’esperienza quotidiana è quella della morte”.
L’omicidio del sacerdote e dei tre subdiaconi a Mossul è stato definito dunque “un atto orribile contro Dio e contro l’umanità che qualsiasi persona di coscienza rifiuta”. Su queste parole, pronunciate ieri dal patriarca caldeo Emmanuel III Delly subito dopo l’assassinio, si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il procuratore apostolico per i caldei in Italia, mons. Philip Najim:
R. – Siamo tutti molto amareggiati nel sentire la notizia dell’assassinio di questo sacerdote, con tre diaconi, al termine della celebrazione eucaristica domenicale. Questa chiesa è stata lasciata veramente in un forte disagio, creando inoltre una grande paura anche fra tutti i cristiani che vivono in Iraq. E questo perché è evidente che si tratta di una azione ben organizzata, ben stabilita e diretta proprio contro i cristiani iracheni. Questo vuol dire che ci sono delle forze oscure che vogliono creare queste difficili situazioni per complicare la vita del popolo e rendere difficoltosa la convivenza tra musulmani e cristiani. Questo popolo continua a soffrire, continua ad essere martire e tutto questo avviene davanti agli occhi della comunità internazionale, che assiste quotidianamente a questo massacro senza muovere neanche un dito. Io chiedo alla comunità internazionale e a tutti coloro che hanno una coscienza di fermare questi atti di violenza contro il popolo iracheno.
D. – Anche dopo una tragedia così grande si può comunque affermare che il terrorismo prima o poi, soprattutto se ci si affida ad una visione cristiana della storia, è destinato a fallire perché è una causa persa…
R. – Certamente, perché si vede anche come è organizzato. E’ una causa già persa, perchè non si dimostra coraggio quando si usano delle armi per uccidere delle persone. Non si rispetta in alcun modo la loro vita, che è un diritto naturale, un dono di Dio. Nessuno al mondo può avere l’obiettivo di uccidere l’altro per realizzare poi qualcosa. E’ un atto contro tutta l’umanità, contro le leggi di Dio e contro le professioni di fede che esistono in tutto il mondo.
D. – “I terroristi – diceva padre Ragheed Ganni – cercano di toglierci la vita, ma l’Eucaristia ce la ridona". Oggi in quali doni può sperare l’Iraq, dopo queste nuove e drammatiche violenze?
R. – Noi continuiamo a professare la nostra fede, continuiamo ad essere cattolici e continuiamo proprio grazie alla forza dell’Eucaristia ad andare avanti. Padre Ragheed è la testimonianza più grande, il martire più grande oggi nella Chiesa caldea. Noi non lo dimenticheremo mai. Ha donato la sua vita, dando la sua testimonianza di fede cristiana e cattolica, dando un esempio a tutti i cristiani che devono riuscire ad essere maggiormente uniti ed attaccati alla loro Chiesa in questi giorni di persecuzione.
D. – E in Iraq, soprattutto la comunità cristiana di Mossul, nonostante le violenze e le persecuzioni, continua ad essere una comunità viva…
R. – E’ una comunità viva e sono molto legati alla loro Chiesa, al loro patriarca e alla loro fede.
Il Papa riceve i presidenti delle Filippine e del Messico
◊ Il Papa ha ricevuto stamani due capi di Stato: il presidente delle Filippine, la signora Gloria Macapagal-Arroyo, e il presidente messicano Felipe Calderón Hinojosa, accompagnati dai rispettivi coniugi e da un seguito.
Da Benedetto XVI si è recata prima la signora Arroyo, che poi ha incontrato anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e il segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti. “Nei colloqui – riferisce un comunicato della Sala Stampa vaticana - sono stati evocati i cordiali rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica delle Filippine, nonché l’intesa e la cooperazione esistenti fra Chiesa e Stato. Ci si è soffermati anche sulla situazione politica e sociale nel Sud-Est Asiatico e, in particolare, sul rispetto e sulla promozione dei diritti umani e delle istituzioni democratiche in quella regione.
E’ stata poi la volta dell’incontro con il presidente Calderón, che dopo l’udienza con il Papa si è intrattenuto col cardinale Bertone e mons. Mamberti. “I cordiali colloqui – rende noto la Sala Stampa vaticana - hanno permesso uno scambio di opinioni su temi attinenti all’attualità internazionale, anche in vista dell’imminente Vertice del G8, al quale il Presidente Calderón
parteciperà come Invitato Speciale. In riferimento al Messico, ci si è soffermati innanzitutto su alcuni aspetti della vita del Paese, come l’emigrazione, le popolazioni indigene, la lotta contro la violenza ed il narcotraffico, l’ambiente; si è parlato inoltre della situazione della Chiesa cattolica, considerando soprattutto i significativi passi in avanti, già compiuti o ancora da compiere, nei rapporti con lo Stato. Al riguardo, non è mancata una speciale menzione della fausta ricorrenza, nell’anno in corso, del quindicesimo anniversario del ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra il Messico e la Santa Sede. Il Capo dello Stato messicano – conclude il comunicato della Sala Stampa - ha rinnovato al Santo Padre l’invito a visitare il Paese”.
Iniziata la visita "ad Limina" dei vescovi dell'Africa del Nord
◊ Sempre nella mattinata il Papa ha iniziato a ricevere, per la visita “ad Limina”, il primo gruppo di presuli della Conferenza episcopale regionale dell’Africa del Nord, comprendente le Chiese di Algeria, Libia, Tunisia e Marocco. A colloquio col Pontefice si sono intrattenuti oggi mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri, e, proveniente dal Marocco, mons. Vincent Landel, arcivescovo di Rabat.
Dalla plenaria della Caritas Internationalis, in Vaticano, l’appello della Premio Nobel, Wangari Maathai, ai Paesi del G8 per un rinnovato sostegno ai Paesi poveri e alla tutela dell’ambiente
◊ “Make Aid Work”, “Fate funzionare gli aiuti”: sarà questo lo slogan dello striscione che domani verrà innalzato davanti alla Basilica di San Pietro dai partecipanti ai lavori della 18.ma Assemblea generale della Caritas Internationalis, iniziata ieri in Vaticano col titolo di “Testimoni di carità, costruttori di pace”. Lo striscione sintetizza l’appello ai Paesi del prossimo G8 in programma in Germania: un appuntamento al centro del dibattito nell’Aula Nuova del Sinodo, che ospita i lavori della Caritas Internationalis, ma anche al centro dell’intervento di un’ospite di prestigio: la Premio Nobel per la Pace 2004, Wangari Maathai, che nella conferenza stampa di presentazione della plenaria ha invitato i Paesi industrializzati a una riduzione dei gas a effetto-serra. Il servizio di Alessandro De Carolis:
A 48 ore dall’inizio del G8 di Heiligendamm, in Germania, il mondo cattolico della solidarietà lancia appelli e chiede il rispetto degli impegni in favore dei Paesi poveri - che scontano il mancato rispetto delle promesse del precedente G8 di Gleneagles, in Scozia, nel 2005 - e insiste per una più ampia e decisa azione di tutela ed equa ripartizione delle risorse della terra. Così, l’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, ha amplificato la voce delle nazioni più in difficoltà attraverso la voce dei volontari e degli attivisti di Caritas Internationalis e delle 162 Confederate locali che in oltre 200 Paesi svolgono da anni opera di assistenza, favoriscono la promozione umana, fondano e sviluppano servizi sociali altrimenti inesistenti. Ma la riflessione sulle sfide della riconciliazione e degli aiuti umanitari di Caritas Internationalis, introdotta nei lavori della plenaria dal presidente Viénot, ha avuto in conferenza stampa l’appoggio di una personalità d'eccezione: la 67.enne kenyota, Wangari Maathai, Premio Nobel per la pace nel 2004, leader di un movimento di decine di migliaia di donne africane che in 15 anni ha salvato migliaia di acri di crosta terrestre piantando più di 10 milioni di alberi. “Tutte le parrocchie del mondo” piantino alberi, ha proposto la Maathai, per la quale urge la tutela delle foreste soprattutto in Asia, America Latina e Africa. E ai governi del G8, la Premio Nobel ha chiesto di essere “responsabili nella tutela delle risorse terrestri e nella loro distribuzione”, lanciando un preciso appello:
“It is also possible to engage…
E’ inoltre possibile impegnare i Paesi del G8 in accordi su politiche mirate alla riduzione delle emissioni dei gas serra nei Paesi industralizzati”.
Denis Viénot ha stigmatizzato la forte riduzione degli aiuti da parte del G8 verso i Paesi poveri. I 50 milioni di dollari promessi in Scozia sono stati rivisti al ribasso dai singoli governi occidentali e ogni promessa non mantenuta dal G8, ha osservato il segretario generale di Caritas Internationalis, Duncan McLaren”, si traduce “in vite spezzate della gente povera”. Dalla Premio Nobel è arrivata allora in conferenza stampa una scossa a un’affrancamento dalla miseria che abbia il suo epicentro all’interno delle nazioni in difficoltà:
“I emphasized that even us…
Io ho sottolineato che anche noi abbiamo lavorato con e per i poveri. Noi dobbiamo rafforzarli e questo rafforzamento deve avvenire attraverso l’insegnamento, la formazione professionale, investendo specialmente nelle donne, nei giovani, affinché possano avere gli strumenti per liberare se stessi dalla povertà”.
Tra i presenti ai lavori della prima giornata di plenaria, il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, si è soffermato sul magistero sociale degli ultimi Pontefici, affermando che la Dottrina sociale della Chiesa “illumina il cammino di salvezza dell'umanità, anche nei suoi elementi di promozione umana, di lotta per la giustizia e di promozione della pace”. Ed ha citato un passaggio dell’Enciclica di Paolo VI, la Populorum progressio, che festeggia i 40 anni:
“La carità cristiana non è un amore cieco ma un amore intelligente. Colui che è animato da una vera carità è ingegnoso nello scoprire le cause della miseria, nel trovare i mezzi per combatterla, nel vincerla risolutamente. Il modo vero di servire i poveri non è partire dalla loro povertà in senso sociologico ma partire da Cristo povero: come una semplice povertà, così anche la semplice prassi non è una luce”.
In modo analogo aveva parlato ieri pomeriggio il cardinale vicario, Camillo Ruini, durante l’omelia della Messa inaugurale della plenaria, presieduta nella Basilica di San Pietro. Nel “mondo interdipendente” di oggi, ha detto il porporato, la solidarietà espressa dalla Chiesa e dalle strutture cattoliche è e deve essere un riflesso dell’amore di Dio per l’uomo:
“Se manca questo spirito, le nostre strutture inaridiscono, diventano agenzie burocratiche alle quali viene meno l’anima cristiana e la stessa capacità di un servizio autentico che richiede, appunto, non solo degli aiuti materiali ma più e prima la dedizione personale, la nostra donazione: quella dedizione che nasce dalla fede e dalla preghiera, quella dedizione che confida in Dio assai più che nei nostri pur necessari e importanti progetti e nelle nostre risorse”.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Servizio vaticano - "I santi, capolavori della sapienza di Dio": nella Solennità della Santissima Trinità, Benedetto XVI presiede in Piazza San Pietro la solenne Concelebrazione Eucaristica per la canonizzazione di tre presbiteri e una religiosa.
Servizio estero - In evidenza l'Iraq: a Mossul assassinati un sacerdote e tre diaconi.
Servizio culturale - Un articolo di Armando Rigobello dal titolo "Gli studi filosofici nelle Università di Roma".
Servizio italiano - Un articolo dal titolo "Terrorismo, un'ignobile esibizione eversiva"; scritte contro Biagi ed assurdi slogan.
Piena sintonia dei vescovi italiani con il Papa su priorità ecclesiali e bene del Paese
◊ “La piena sintonia dei vescovi italiani con Benedetto XVI circa le priorità ecclesiali e il bene del Paese”: così i vescovi italiani nel comunicato finale della 57ma Assemblea generale che si è tenuta in Vaticano dal 21 al 25 maggio. Sottolineato il carattere fondamentale della testimonianza cristiana centro dell’azione pastorale della Chiesa, parte integrante del disegno salvifico di Dio, e l’unicità della famiglia fondata sul matrimonio: quindi la riflessione sul cammino, talvolta ambiguo, dell’Unione Europea. Il servizio di Massimiliano Menichetti:
La missionarietà della Chiesa quale parte integrante del disegno salvifico di Cristo. Partendo da questa consapevolezza, punto nodale dei lavori assembleari, i vescovi italiani hanno ribadito che solo nel Signore Gesù è data all’uomo la salvezza, il rispetto della persona umana. Da qui la promozione di un reale dialogo animato da profonda carità, dalla testimonianza, dall’accoglienza, aspetti questi vissuti come conseguenza di un’adesione libera e serena al Vangelo e capaci di rispecchiare il volto di una Chiesa madre di misericordia. I presuli in sintonia con il Papa hanno fatto proprio l’”appello alle coscienze” per la difesa dei ''contenuti pregnanti senza i quali cessa il presidio ultimo di ogni persona” e a ''farsi quotidianamente carico delle molte povertà, antiche e nuove, visibili o nascoste, riconoscendo in ciascuna persona sofferente il proprio prossimo”. Riprendendo le sfide scaturite dal quarto Convegno di Verona, dell’ottobre scorso, i vescovi hanno evidenziato come la vocazione alla santità sia la misura alta e irrinunciabile dell’essere cristiano, risposta e forma del si a Dio e tracciando un ponte con la 45a Settimana sociale dei cattolici italiani, che si aprirà il prossimo ottobre a Pistoia, hanno espresso favore per un’iniziativa che vuole sostenere una retta comprensione del concetto di bene comune, alla luce della dottrina sociale della Chiesa, così da superare lo stallo nel risolvere le povertà e le disuguaglianze sociali presenti nel Paese. Guardando all’Unione Europea, che nei mesi scorsi ha celebrato il 50esimo anniversario dei Trattati di Roma, auspicata una testimonianza coraggiosa dei cristiani impegnati nelle istituzioni europee a fronte di un’ambiguità di cammino che accanto ai valori positivi pone orientamenti e prospettive non sempre condivisibili e compatibili con i valori antropologici presenti nella dottrina sociale della Chiesa, nella concezione integrale dei diritti umani e nello stesso diritto naturale. Centrale in questo quadro la famiglia definita pilastro del modello sociale che non può essere surrogata da altre strutture. Infine la destinazione dei fondi derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF che hanno registrato un incremento, attestandosi quasi al 90% dei firmatari, confermando la fiducia di cui è oggetto la Chiesa cattolica in Italia e l’apprezzamento per la sua capillare presenza pastorale e sociale.
Riconosciute le virtù eroiche di Armida Barelli, figura di spicco del laicato cattolico italiano
◊ Nei giorni scorsi il Papa ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto che proclama l’eroicità delle virtù di Armida Barelli, del Terz’Ordine Secolare di San Francesco e confondatrice dell’Istituto delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo. Nata nel 1882 e morta nel 1952, è stata una figura di spicco del laicato cattolico femminile italiano, una donna fortemente impegnata non solo nella comunità ecclesiale, ma anche sul fronte politico e sociale. Per saperne di più, Giovanni Peduto ha intervistato il pronipote di Armida Barelli, il senatore Paolo Barelli:
R. – Armida Barelli era una donna eccezionale, che ha attraversato dei momenti difficilissimi della storia del mondo e della storia del nostro Paese. Due guerre mondiali, il passaggio dal Regno alla Repubblica e dal fascismo alla democrazia. E’ stata una donna che in quegli anni ha lasciato una forte impronta per le sue attività eccezionali: prima fra tutte, quale fondatrice della sezione femminile dell’Azione Cattolica. Pensare che erano oltre un milione le iscritte all’Azione Cattolica femminile nel dopoguerra. Tra l'altro ha contribuito al riconoscimento del diritto di voto per le donne in Italia e all'emancipazione e valorizzazione del ruolo delle donne all’interno della famiglia, nucleo portante della nostra società.
D. – E’ stata molto impegnata anche nella decisiva campagna elettorale del 1948...
R. – Certo: erano momenti dificilissimi, perchè nel dopoguerra si fronteggiavano la sinistra alleata con il blocco sovietico e la parte moderata degli schieramenti politici di allora legata al blocco atlantico, la Democrazia Cristiana. Fu una donna molto impegnata a far sì che la democrazia, in Italia, fosse garantita in quei momenti delicatissimi del dopoguerra.
D. – Lei, come tratteggerebbe il genio femminile di questa donna?
R. – Io ritengo che sia stata una donna il cui valore, i cui principi sono attualissimi, e credo che dall’attualità di una missione si misuri veramente lo spessore della personalità di un grande uomo o di una grande donna. Ricordiamo anche l’attività che ha svolto in favore delle classi povere, in favore delle donne del Sud, dell’emancipazione delle donne del Sud e, quindi, del Sud intero che usciva dal dopoguerra in maniera veramente disastrosa: tutto ciò fa di questa donna un personaggio eccezionale.
Pubblicata in italiano la prolusione di Joseph Ratzinger nel 1959 all’Università di Bonn su “Il Dio della fede e il Dio dei filosofi”
◊ “Il Dio della fede e il Dio dei filosofi”: è il titolo della prolusione tenuta nel 1959 da Joseph Ratzinger all’Università di Bonn, dove il futuro Papa Benedetto XVI insegnava Teologia Fondamentale. Il testo è stato ora tradotto in italiano per la prima volta e pubblicato recentemente dalla Marcianum Press. Ma com’è strutturato il libro? Isabella Piro lo ha chiesto ad Angela Ales Bello, docente di Filosofia alla Pontificia Università Lateranense:
R. – Il volume ha una introduzione che riguarda, appunto, la preistoria della questione e cioè il fatto che nell’età moderna si delinea questa scissione fra il momento della ragione e il momento della fede. Vengono poi esaminati un rappresentante dell’età medioevale, San Tommaso d’Aquino, ed un esponente della teologia riformata che è Emy Brunner.
D. – Quale soluzione viene proposta per conciliare le due posizioni?
R. – La soluzione è data attraverso un’analisi del concetto di Dio come emerge dal punto di vista filosofico nel pensiero greco, con un’interessante riflessione sul rapporto tra religione greca, religione politeistica e filosofia greca. E poi la soluzione data attraverso l’unicità della relazione fra filosofia e fede che non significa assoluta coincidenza, ma riferimento ad una unica realtà che viene colta attraverso due atteggiamenti che non sono in contrasto, proprio perché nell’essere umano questi due elementi sono strettamente connessi. E non solo: la fede ha anche un carattere di razionalità nel senso che non è qualcosa di sentimentale e devozionale, ma implica tutto l’essere umano e quindi anche la sua ragione.
D. – C’è poi un’appendice redatta dal curatore della pubblicazione, il professor Heino Sonnemans…
R. – In questa appendice si riprende un tema interessante che è il tema della verità: Rispetto alla verità quali sono le vie che l’essere umano può percorrere? Queste due vie, fondamentalmente, sono la via della ragione che arriva a cogliere alcuni elementi importanti rispetto alla via divina e la via della fede che si affida alla Rivelazione, per cui il Dio da invisibile diventa un Dio visibile o perlomeno più visibile attraverso la sua presenza nella storia. Qui emerge fortemente la figura di Gesù Cristo.
D. – Quale insegnamento ricava il lettore, dunque, dalle pagine di questo testo?
R. – Il lettore, secondo me, può proprio accogliere questo aspetto di fondo, di conciliazione, di coincidenza, di non contrapposizione ed anche il tentativo di ricercare nella dimensione religiosa un terreno che possa aprire ad un dialogo interreligioso, proprio perché la dimensione religiosa non è una dimensione irrazionale o puramente sentimentale, ma è una dimensione che coinvolge tutto l’essere umano. Su questo terreno di coinvolgimento è possibile anche un dialogo fra cristiani in senso ecumenico, ma anche un dialogo con i non cristiani.
“Basta con l’occupazione israeliana”. Così i leader delle Chiese di Gerusalemme che invocano negoziati per la definizione di confini chiari per lo Stato palestinese
◊ Intensificare i negoziati per creare uno Stato palestinese indipendente, che, secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite numero 242 e 338, possa avere confini chiaramente stabiliti in modo da garantire ai due popoli, israeliano e palestinese, dignità umana, sicurezza e stesse opportunità. E’ quanto chiedono i patriarchi e i capi delle Chiese locali di Gerusalemme che ieri nella città Santa alle tre religioni, hanno aperto ‘l’International Church Action for peace in Palestine and Israel’ che proseguirà fino al 9 giugno. Come riporta l’agenzia Sir, nel loro comunicato i leader ricordando che quest’anno ricorre il 40.mo anniversario dell’occupazione israeliana, parlano di una situazione “inaccettabile” nella quale “perdurano le umiliazioni e le privazioni nel campo dei diritti umani ai danni dei palestinesi”. Tutto questo – affermano – serve “presumibilmente per garantire la sicurezza degli israeliani, laddove siamo invece convinti che questa dipende dalla libertà e dalla giustizia dei palestinesi”. In questo quadro bisogna agire perché – si legge ancora – “molte ingiustizie devono essere riparate a cominciare dalla restituzione delle terre ai diritti proprietari e dalla distruzione del muro di sicurezza”. I leader cristiani chiudono il loro appello invitando tutti i fedeli “in questa settimana a pregare per la pace e a fare pressione sui rispettivi Governi per ottenerla”. (E. B.)
L’Africa s’interroga sul proprio futuro. E’ cominciato in Mali a Sikassi il VI Forum dei popoli che affronta i problemi che attanagliano lo sviluppo africano
◊ Conosciuto anche come il Vertice dei Poveri, risposta africana al G8 che si svolgerà quest’anno in Germania, il Forum dei Popoli ha lo scopo di studiare nuove strategie per lo sviluppo del continente. Molte le questioni al centro delle analisi degli esperti a partire dal problema del debito, degli accordi di collaborazione economica, delle privatizzazioni, per arrivare alle grandi questioni ambientali relative all’introduzione degli organismi geneticamente modificati (Ogm), e il dramma dell’ l’accesso all’acqua. Organizzato ogni anno dalla ‘Coalizione delle alternative africane per lo sviluppo e il debito’ (Cad-Mali), l’incontro può aver luogo anche grazie al sostegno finanziario di organismi umanitari internazionali come il ‘Comitato cattolico contro la fame’. Secondo quanto riferito dall’agenzia stampa missionaria Misna, a Sikassi verrà discusso anche il progetto di una ‘Banca del Sud’ come possibile alternativa alla Banca mondiale. Secondo quanto riferito da Barry Aminata Touré, presidente della Coalizione Cad-Mali le conseguenze delle politiche economiche e sociali “imposte” da Bm e Fmi sono alla base dell’alto livello di indebitamento dei paesi africani e della povertà crescente della popolazione, a causa dei condizionamenti messi in atto negli ultimi anni da questi organismi internazionali. (A cura di Stefano Leszczynski)
Lo Stato del Kerala trascura le scuole cristiane. Il vescovo della diocesi di Mananthavady propone la creazione di comitati guidati dal clero locale per cercare nuovi fondi
◊ I fondi pubblici e i finanziamenti privati destinati all’istituzione primaria in India, non coinvolgono le scuole cristiane: è questa la denuncia fatta da monsignor Jose Porunnedom, vescovo della diocesi di Mananthavady, nello stato del Kerala. Le scuole cristiane, infatti, non beneficiano del programma del governo che fornisce fondi per la scolarizzazione dei bambini tra 6 e 14 anni. Inoltre, le comunità non cristiane non sono favorevoli a dare aiuti finanziari per lo sviluppo delle scuole cristiane. La soluzione, secondo monsignor Porunnedom, è la creazione di appositi comitati, guidati dal clero locale, in grado di reperire finanziamenti da enti pubblici e privati. Secondo l’agenzia Asia News, nella sola diocesi di Mananthavady la Chiesta si occupa di 47 scuole primarie di primo grado: tutte nella zona rurale. (B. B.)
In India la Chiesa cattolica in prima linea per la formazione professionale dei giovani: inaugurato un centro studi nella parte sud occidentale del Paese
◊ È pronto il nuovo centro di formazione culturale e professionale per i giovani della diocesi di Mangalore, nell’India sud occidentale. Il centro verrà curato dal movimento cattolico giovani indiani, presente nel territorio già da venticinque anni. La struttura, inaugurata nei giorni scorsi da monsignor Aloysius D’Sousa, vescovo di Mangalore, offrirà seminari di studio, programmi di formazione, master e corsi di specializzazione in aree scientifiche, umanistiche e tecnologiche. Secondo quanto afferma l’agenzia Fides, verranno proposte anche attività pastorali, sociali e di volontariato. Lo scopo è quello di aumentare il bagaglio culturale, le opportunità di lavoro e la responsabilità dei giovani nell’opera di diffusione del Vangelo. La chiesa locale vede, infatti, anche l’inizio di una missione di evangelizzazione, mirata a rendere i giovani più consapevoli dei loro doveri di battezzati. (B. B.)
Nelle Filippine un film presentato in diverse scuole insegna ai giovani a riflettere sull’onestà e la giustizia
◊ Il presidente della commissione giovani della Conferenza episcopale delle Filippine, mons. Joel Z. Baylon, ha approvato la diffusione di un film che insegna ai giovani i valori della giustizia e dell’onestà. Come riporta l’agenzia Asia News, invitando i ragazzi a vedere la pellicola, il presule ha affermato: “questo è un film potente: colpisce tutti noi nel profondo perché affronta tematiche che ci riguardano da vicino”. Le Filippine, secondo un’indagine condotta dal Consiglio per il rischio economico e politico di Hong Kong e pubblicata il 13 marzo scorso, sono il Paese asiatico con il sistema politico ed economico maggiormente corrotto. La pellicola, definita attuale e coraggiosa da diversi critici, presenta un’analisi allarmante della cultura della corruzione nella società locale e invita i giovani, ma non solo, a riflettere. Padre Nick Cruz, docente di cinematografia e membro della Movies and Television Review and Classification Board (MTRCB) all’Ateneo gesuita della Manila University, ha infatti consigliato il film non solo agli studenti ma anche ai genitori e agli insegnanti. “Diverte, commuove, non è banale e spinge a riflettere”, affermano molti studenti che hanno accolto con favore il film, presentato in diverse scuole del Paese. L’opera cinematografica, dal titolo “Idol Pag-asa ng Bayan”, è il lavoro finale di un seminario organizzato da The Garage, Jesuit Communications Creative Technologies e il 98% del cast è costituito da principianti. (E. B.)
Il capo della Chiesa Melchita cattolica in Galilea, l'arcivescovo Chacour, ringrazia il Cammino Neocatecumenale per l'opera di evangelizzazione nella sua diocesi
◊ Il leader della Chiesa Melchita cattolica della Galilea, l'Arcivescovo Abuna Elias Chacour ha proposto al Cammino Neocatecumenale di intensificare il suo impegno pastorale per la Chiesa melchita. In una recente lettera inviata a padre Rino Rossi, direttore della “Domus Galilaeae” – il centro internazionale del Cammino Neocatecumenale che si affaccia sul lago di Tiberiade – l’Arcivescovo ha riconosciuto che questa realtà ecclesiale sta dando “eccellenti frutti” nel suo compito evangelizzatore all’interno della Chiesa Melchita. L’Arcivescovo Chacour, candidato in due occasioni al Premio Nobel per la Pace, afferma nel suo messaggio di aver cercato “qualcuno o qualche comunità che predicasse la Buona Notizia” ai suoi parrocchiani come una risposta al proselitismo delle sette, e che il Cammino Neocatecumenale ha risposto a questo appello. Per sviluppare ancora di più i frutti di questa evangelizzazione, l’Arcivescovo propone al Cammino Neocatecumenale di adottare la liturgia del rito Melchita cattolico. “Voi seguite con il vostro modo di agire, lo stesso cammino e gli stessi metodi dei miei Antenati, gli Apostoli, che loro usarono al principio della Cristianità, duemila anni fa. Proclamate la Parola di Dio, senza paura, con convinzione e determinazione”, scrive il presule. Dal canto suo Padre Rossi, in alcune dichiarazioni a ZENIT, ha manifestato la propria gioia per l’invito della Chiesa Melchita. “Condividiamo l’urgenza espressa dall’Arcivescovo Chacour di evangelizzare ‘le pietre vive’ nella terra del Signore – ha affermato –. Il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di evangelizzazione che si è mostrato molto valido anche per arrestare l’espansione delle sette tra i fedeli cattolici in altri luoghi del mondo, soprattutto in America Latina”. (R.P.)
In Italia una crescita economica robusta, ma bisogna ridurre il debito. Presentato il rapporto OCSE 2007
◊ Nel 2007, l’Italia continuerà a crescere. L’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel suo rapporto sull’Italia, scrive che “è in corso una ripresa economica molto opportuna” che, dopo una crescita dell’1,9% lo scorso anno, “dovrebbe mantenere la stessa velocità nel 2007”. Per l’organizzazione, questa crescita è dovuta in parte alla domanda estera “in ebollizione” e quindi è legata a fatti contingenti, ma è anche il frutto di un “miglioramento più ampio, in particolare sul fronte delle esportazioni e del mercato del lavoro”. Proprio sul mercato del lavoro, l’Italia ha conseguito i risultati più importanti. Per l’OCSE, si è assistito ad “una creazione di posti di lavoro notevole che ha portato il tasso di disoccupazione al di sotto dei livelli dei vicini europei”. Ma come massimizzare questi progressi? Innanzitutto, bisogna attuare fino in fondo le riforme delle pensioni che si sono susseguite in questi anni; poi il cosiddetto tesoretto, ovvero l’extragettito fiscale dei primi mesi del 2007, deve essere destinato alla riduzione del deficit. Inoltre, secondo Angel Gurria, segretario generale dell'OCSE, “nel momento opportuno bisogna ridurre le tasse”, considerando anche che “la forte crescita delle entrate potrebbe non durare”. Per il presidente del consiglio Romano Prodi “il percorso per il risanamento della finanza pubblica è ancora lungo ma l’obiettivo di un pareggio di bilancio entro il 2011 è realistico, così come quello di una seria riduzione del debito”. (A cura di Alessandro Guarasci)
Al Santuario di Pompei domani si esibisce il coro della Chiesa evangelica tedesca di Emmendingen
◊ Si esibirà nel Santuario di Pompei, domani, la prestigiosa “Kantorei” della Chiesa Evangelica di Emmendingen, città della Germania sud-occidentale, non lontana da Friburgo in Bresgovia e dalla Foresta Nera. L’iniziativa, che si inserisce in un più ampio itinerario (31 maggio – 9 giugno) in Campania per conoscerne la grande cultura e l’inconfondibile natura, è organizzata da Oscar Guidone, originario di Torre Annunziata, che da molti anni vive nella cittadina tedesca, della quale è anche consigliere comunale e addetto alla cultura e allo sport, con la collaborazione di Brigitte Zentis. Il coro parrocchiale della Chiesa Evangelica di Emmendingen è stato fondato il 6 marzo 1890. Nel 1970 prende il nome di “Kantorei” e, dal 2003, sotto la direzione dell’attuale Maestro Jörn Bartels, è formato da 90 elementi. Ha riscosso lusinghieri successi esibendosi sia da solo, sia assieme ad altri rinomati cori, orchestre e singoli solisti. La Kantorei ha anche un coro di ragazzi e un’orchestra di flauto dolce. Il repertorio del coro prevede: Messe di Requiem di Mozart, Brahms e Verdi, Oratori di Schütz, Bach, Händel, Haydn e Mendelssohn-Bartholdy, Passioni di Bach, Schütz e Bernstein-Chichester Psalms. Nel Santuario di Pompei, la “Kantorei” di Emmendingen, accompagnata all’organo dal famoso organista tedesco, il maestro Walter Konzelmann, animerà domani la Santa Messa delle ore 11.00, con l’esecuzione della Messa in Re maggiore, Opera 86 di Antonín Dvorák, stesura per organo. (A cura di Giovanni Peduto)
L’Unione apostolica del clero (UAC) in assemblea nazionale dall’11 giugno a Napoli
◊ “Dalla mensa della Parola e del Pane alla mensa della Carità. Nella prospettiva della spiritualità diocesana”. E’ il tema della 19.ma Assemblea nazionale della federazione italiana dell’unione apostolica del clero (UAC) che si terrà a Napoli, dall’11 al 14 giungo, presso la casa “Sant’Ignazio” dei Gesuiti. E’ un occasione per “la verifica del lavoro compiuto nel passato triennio, la programmazione di quello prossimo e l’elezione dei nuovi organi associativi – ha anticipato il presidente nazionale dell’organismo, mons. Vittorio Peri -. La verifica riguarderà in particolare tre aspetti essenziali della celebrazione eucaristica: la Parola di Dio annunciata, la Parola celebrata e quindi testimonianza nella vita. Per quanto riguarda le linee programmatiche per il prossimo triennio - prosegue mons. Peri – riguarderanno il triplice rapporto pastorale dei ministri ordinati: con tutto il popolo di Dio, con il vescovo da cui hanno ricevuto il mandato pastorale, con il presbiterio diocesano”. L’assemblea, nel pomeriggio dell’11 giugno, si aprirà con la Messa presieduta dall’arcivescovo di Lanciano-Ortona Carlo Girelli a cui seguirà il saluto del presidente dell’UAC e la presentazione del moderatore dei lavori, mons. Franco Costa. Diversi gli interventi in programma per i giorni successivi. Il 14 giugno, a conclusione dei lavori, la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Napoli, il card. Crescenzio Sepe. (E. B.)
Al via a Roma la campagna della comunità di Sant’Egidio per prevenire in estate le “morti da isolamento” tra gli anziani
◊ L’emergenza caldo “può diventare una chance per avviare il modello di una nuova assistenza agli anziani in Italia”. Ne è convinta la Comunità di Sant’Egidio, che invoca un punto di svolta di sistema nell’assistenza e cura della terza e quarta età. Come ricorda l’agenzia Sir da alcuni anni la comunità ha avviato a Roma ed in altre città il programma “Viva gli anziani” all’interno del quale trova spazio la campagna nazionale “Estate e anziani” per prevenire “le morti da isolamento” che sarà presentata domani a Roma. Nel corso dell’incontro saranno illustrati i dati e gli sviluppi dei programmi di Sant’Egidio a favore degli anziani e un prontuario dei comportamenti da tenere per l’emergenza caldo da diffondere tra la popolazione. Lo scorso anno gli anziani “cercati” durante la prima emergenza caldo a Roma sono stati 1931 per telefono e 122 “porta a porta”. (E. B.)
Ancora scontri in Libano. Il portavoce del premier palestinese: “Non si risolve la crisi con mezzi militari”. In Iraq, rinvenuti oltre 350 cadaveri, vittime di violenze interconfessionali
◊ - Libano. Il direttore dell'ufficio del premier palestinese, Haniyeh, ha lanciato un appello al governo e all'esercito libanese, “affinché non mettano in pericolo le vite di migliaia di profughi innocenti nel campo di Naher al-Bared, con la loro insistenza a risolvere con mezzi militari l’attuale crisi”. Intanto, si registrano nuovi bombardamenti non solo a Naher al-Bared, dove si sono asserragliati da due settimane gli integralisti islamici di Fatah al-Islam, ma anche nel campo profughi di Aïn el Hilweh, nel sud del Libano, dove due soldati e due civili sono rimasti uccisi negli incidenti. Dall’inizio dei combattimenti, il 20 maggio scorso, si calcola che almeno 108 persone abbiano perso la vita nel Paese dei Cedri. - Una quindicina di mezzi blindati israeliani, accompagnati da almeno quattro ruspe, sono penetrati nell’estremità meridionale della Striscia di Gaza, dal valico di Sufa in direzione della città di Rafah. Non si ha notizia di scontri. Un portavoce militare a Tel Aviv ha confermato che “si tratta solo di attività di routine”. Intanto, il vicepremier israeliano, Shimon Peres, ha seccamente respinto le critiche espresse verso Israele nel 40.mo anniversario della guerra dei sei giorni (1967) da Amnesty International, per la prolungata occupazione dei Territori e, in particolare, per la costruzione in Cisgiordania del Muro di sicurezza. “I palestinesi - ha detto Peres - sono responsabili della loro sorte”.
- In Iraq, oltre 300 cadaveri, vittime delle violenze interconfessionali, sono stati ritrovati nella città santa sciita di Kerbala, a sud di Baghdad. Rinvenuti anche 31 corpi nella capitale e altri 13 a Baquba. E nel solo fine settimana, 14 soldati americani hanno perso la vita nel Paese del Golfo, mentre un rapporto USA, a tre mesi dall'inizio dell'operazione volta a rafforzare la sicurezza a Baghdad, rivela che le truppe americane sono in grado di controllare meno di un terzo dell’area di loro competenza. Intanto, la Corea del Sud ha prospettato la possibilità che la missione dei nuovi militari da inviare in Iraq sia ridotta in vista di un eventuale ritiro entro la fine dell'anno.
- E’ essenziale “una strategia per coordinare” la presenza internazionale in Afghanistan. E’ quanto ribadito a Kabul dal segretario alla Difesa americano, Robert Gates, in visita alle truppe della coalizione. Incontrando poi il presidente afghano, Hamid Karzai, Gates ha manifestato inquietudine per un presunto traffico di armi dall'Iran verso l'Afghanistan, precisando che non vi sono prove del coinvolgimento diretto del governo di Teheran. Intanto, almeno 60 talebani sono morti ieri per il naufragio di un’imbarcazione, nel sud del Paese.
- Collaborazione per uno scudo spaziale comune NATO-Russia o missili nucleari puntati contro l'Europa: la proposta è del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che, a pochi giorni dal summit tedesco del G8, dà corpo così all'aut aut del presidente, Vladimir Putin. Il piano USA suscita anche i timori della Cina, che potrebbero cementare un’alleanza con Mosca.
- La giustificazione usata da Washington per spiegare le ragioni dell’apertura di basi europee del nuovo sistema antimissile è “la barzelletta dell’anno”: lo ha affermato il segretario del Supremo consiglio di sicurezza iraniano, Ali Larijani, assicurando che i missili iraniani non sono in grado di colpire l'Europa. Intanto la guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha reso omaggio oggi alla resistenza dell’Iran in campo nucleare, in occasione del 18.mo anniversario del fondatore della Repubblica islamica, l'ayatollah Ruhollah Khomeini. L'Iran - ha dichiarato Khamenei - “non implorerà” le grandi potenze per sviluppare il suo programma nucleare ed è pronto a “pagarne il prezzo”.
- E il governo spagnolo ha convocato per domani l’ambasciatore iraniano a Madrid per manifestargli il suo totale rigetto nei confronti delle minacciose dichiarazioni del presidente, Ahmadinejad, che ieri aveva affermato: “E' cominciato il conto alla rovescia per la fine di Israele”.
- In Turchia, tre persone sono morte per un’autobomba guidata da un kamikaze contro una stazione di polizia nella provincia orientale di Tunceli. Non è chiara, al momento, la responsabilità dell’attacco, condotto in una regione dove è attiva la guerriglia separatista curda del PKK.
- Nuovi scontri si sono registrati a Rostock, in Germania, tra polizia e autonomi che protestano contro il G8 che avrà inizio mercoledì. In 400, con il viso coperto, hanno iniziato a lanciare i bottiglie contro alcune centinaia di agenti di polizia presenti sul luogo. Quattro manifestanti sono stati arrestati. I primi incidenti, con quasi mille feriti, erano stati registrati sabato scorso, durante la prima manifestazione di protesta contro il vertice. Maratona diplomatica, intanto, per il cancelliere Angela Merkel in vista del vertice: ieri, ha incontrato il premier britannico, Blair, che le ha promesso l'appoggio per raggiungere un accordo per limitare il riscaldamento dell'atmosfera. Oggi, vertici UE con Canada e Giappone. Mercoledì, l'incontro con il presidente americano, Bush, che è partito stamani per l’Europa.
- Il neoministro degli Esteri serbo, il liberale Vuk Jeremic, compirà domani a Mosca la sua prima missione ufficiale al di fuori della regione balcanica, per preparare l'imminente vertice tra il premier, Vojslav Kostunica, e il presidente russo, Vladimir Putin, dedicato al Kosovo. Jeremic incontrerà il suo omologo, Serghiei Lavrov, per discutere del “rafforzamento delle relazioni bilaterali” e, soprattutto, del futuro status della provincia secessionista a maggioranza albanese del Kosovo. - Rischia di precipitare la situazione in Somalia dove, ieri a Mogadiscio, un attentato suicida ha provocato sette morti, ma ha fallito il vero obiettivo, il primo ministro somalo Ali Mohamed Gedi. L’attacco stamani è stato rivendicato dal sedicente “Movimento dei Giovani Mujaheddin”, ma il premier Gedi punta senza mezzi termini il dito contro al Qaeda, la rete terroristica internazionali di Osama Bin Laden. Anche stamani nuove violenze. Almeno 4 civili sono morti e numerosi altri sono rimasti feriti a Mogadiscio, in seguito all'ennesimo attacco contro un convoglio militare etiopico. Sulle forze che in questo momento stanno cercando di destabilizzare la Somalia, Christoper Altieri, ha raggiunto telefonicamente mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico a Mogadiscio:
R. - Ciò che posso dire è che durante questi ultimi 17 anni - il periodo cioè dell’anarchia, soprattutto nel centro-sud del Paese - ci sono stati diversi gruppi che si sono richiamati all’islam e spesso all’islam radicale. Particolarmente in questi ultimi due anni, elementi che spesso si ispirano al fondamentalismo hanno compiuto degli attentati mirati ad esponenti dei vari governi di transizione, che si è sempre cercato di mettere in piedi, o comunque persone che hanno appoggiato la nascita di un esecutivo provvisorio. Dire, allora, che l’attentato alla vita del primo ministro sia senz’altro opera di al Qaeda, forse è una conclusione troppo affrettata. Ciò che si può dire invece, guardando ai vari proclami, all’ideologia cui i gruppi terroristici si rifanno, alle tecniche militari e alle armi che utilizzano, è che certamente ci sono degli appoggi a livello internazionale, che vanno dunque al di là del territorio della Somalia. Se questi siano poi direttamente legati ad al Qaeda o ad altri movimenti, certamente non posso dirlo. - Si è aperto oggi, all’Aia, il processo per crimini contro l’umanità all’ex presidente liberiano, Charles Taylor, per le atrocità commesse durante la guerra civile tra Liberia e Sierra Leone, dal 1991 al 2001. Taylor, che non era presente in aula, deve rispondere di numerosi capi d'imputazione, compresi le mutilazioni e la schiavitù sessuale. L'ex presidente liberiano venne arrestato nel marzo del 2006 in Nigeria, dove viveva in esilio dall’agosto del 2003.
- Grave incidente in Sierra Leone, dove 22 persone sono morte per l’incendio di un elicottero all’aereoporto di Lungi. Tra le vittime, anche il ministro dello Sport e vari funzionari del Togo. Il veivolo della Paramount Airlines si sarebbe incendiato mentre stava per atterrare. Sopravvissuto solo il pilota russo.
- Sequestro lampo in Nigeria per due cittadini filippini sequestrati ad Onne, nel sud del Paese, e liberati poche ore dopo dalla polizia nigeriana. Sei cittadini russi, invece, risultano ancora in mano ad un gruppo di uomini armati, mentre hanno fatto rientro in patria i quattro tecnici italiani della Chevron dopo 32 giorni nella selva nigeriana. - Scarsa affluenza alle urne, in Senegal, dove ieri si sono svolte le elezioni politiche, tre mesi dopo la rielezione del presidente, Aboulaye Wade. I principali partiti dell'opposizione avevano rivolto alla popolazione un appello al boicottaggio, affermando che non vi sarebbero le condizioni per un voto libero e trasparente.
- La Cina “è pronta” ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, ma la sua “priorità”' rimane quella dello sviluppo economico: è questa la premessa che accompagna il piano elaborato dal governo di Pechino per far fronte al surriscaldamento del pianeta. Il nostro servizio:
Il piano è stato reso noto oggi dalla Commissione Nazionale per lo sviluppo e le riforme, due giorni prima dell’apertura del G8 in Germania, al quale Pechino è invitata come osservatore. La Cina, che oggi è il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti per emissione di gas inquinanti, sarà messa sotto pressione. Per stemperare la tensione, Pechino ribadisce che la sua priorità rimane quella dello sviluppo economico, ma si impegna a mantenere le emissioni nocive nel 2010 allo stesso livello di quelle del 2005, a ridurre i consumi di energia, ad operare una vasta riforestazione e a riorientare la propria agricoltura. Secondo la Cina, ad ogni modo, la proposta dell’Unione Europea di contenere il surriscaldamento del pianeta entro i due gradi, “non ha basi scientifiche”. Nel documento si afferma, tra l’altro, che Pechino “vuole rafforzare la cooperazione internazionale sul cambiamento del clima” e ritiene che gli accordi in questo campo debbano essere “complementari” al protocollo di Kyoto, il trattato sulla lotta all’inquinamento sponsorizzato dalle Nazioni Unite. Nonostante la straordinaria crescita economica degli ultimi anni, infatti, la Cina si considera ancora un Paese in via di sviluppo e fino a oggi si è rifiutata di fissare dei limiti rigidi alla proprie emissioni di gas inquinanti, come richiesto dal protocollo di Kyoto ai Paesi industrializzati.
- Due impiegati della Croce Rossa sono stati rapiti e uccisi nello Sri Lanka da assalitori che si erano spacciati per poliziotti. Lo ha reso noto ieri l’organizzazione umanitaria, precisando che le vittime “facevano parte di un gruppo di sei operatori giunti da Batticaloa per uno stage legato al soccorso delle vittime dello tsunami”. Intanto, i ribelli Tamil hanno annunciato la riconquista di una porzione di territorio governativo al confine del distretto settentrionale Vavuniya, perduto nel fine settimana, durante gli scontri nei quali erano morte complessivamente oltre 80 persone.
- Giudici internazionali e cambogiani sono riuniti a Phnom Penh per trovare un accordo sul regolamento interno che possa rendere operativo il tribunale incaricato di giudicare i maggiori responsabili del regime dei Khmer Rossi, per il genocidio compiuto 30 anni fa nei “Killing Fields”. Il processo viene rimandato da oltre sei mesi per le divergenze fra i giudici, che si sono già riuniti altre tre volte dal novembre scorso.
- Un deragliamento nel sud della Thailandia ha provocato il ferimento di 14 persone e il blocco della circolazione e delle linee ferroviarie. Il sospetto è che si tratti di un'azione della guerriglia separatista islamica. Binari e rotaie sono stati manomessi e il sabotaggio ha provocato il deragliamento di un convoglio proveniente da Yala, una delle tre province meridionali del Paese, tra le più colpite dagli attentati, e diretto a Hat Yai, il centro commerciale del sud della Thailandia.
- Si è conclusa con un comune appello alla Corea del Nord, affinché affronti più attivamente lo stallo nell'attuazione dell'accordo a sei sul suo disarmo nucleare, la riunione dello scorso fine settimana fra i ministri degli Esteri di Corea del Sud, Giappone e Cina. Scopo dell’incontro, svoltosi nell’isola sudcoreana di Cheju: migliorare le relazioni su un piano trilaterale.
- Mattinata tranquilla a piazza Tiananmen, a Pechino, nel 18.mo anniversario del massacro del 4 giugno 1989, quando l'esercito cinese uccise, secondo testimoni, centinaia di persone per sgombrare la piazza dagli studenti che l'avevano occupata reclamando la democrazia. Nella piazza, guardata a vista da centinaia di poliziotti in divisa ed in borghese, è stato segnalato solo il fermo di una donna, per ragioni che non sono state chiarite. Intanto, per la prima volta dopo 18 anni, Ding Zilin, la fondatrice del gruppo delle Madri di piazza Tiananmen, ha potuto portare un mazzo di fiori sul luogo dove suo figlio fu ucciso. (A cura di Roberta Moretti)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 155
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