RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno LI  n. 5  - Testo della trasmissione di venerdì 5 gennaio  2007

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Chiesa si appresta a celebrare le ultime feste del Tempo di Natale: domani il Papa presiederà nella Basilica Vaticana  la Messa per la solennità dell’Epifania

 

Affrontiamo il nuovo anno con la perfetta letizia di San Francesco: così ai nostri microfoni il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fra Mauro Jöhri che ha incontrato oggi Benedetto XVI

 

La gioia per la visita del Papa ieri alla Mensa della Caritas di Colle Oppio nelle parole di mons. Guerino Di Tora

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Dichiarazione del nuovo arcivescovo di Varsavia mons. Stanislaw Wielgus in seguito alle accuse di aver collaborato con i servizi segreti polacchi del periodo comunista

 

Accompagnato da accese polemiche, arriva nelle sale cinematografiche italiane Apocalypto, l’ultimo film di Mel Gibson, che racconta in modo crudo e violento la fine della civiltà Maya. Ce ne parlano Francesco Bolzoni e Andrea Piersanti

 

In un paese del bergamasco scompare la croce dal progetto di un cimitero. Intervista con Paolo Bustaffa

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il cardinale Tarcisio Bertone ha presieduto ieri i festeggiamenti per i 9 secoli del Duomo di Casale Monferrato

 

Clima di collaborazione fra cristiani e musulmani a Mindanao, nelle Filippine, in occasione dei festeggiamenti per la fine del Ramadan e del Natale

 

L’arcidiocesi di Colonia ha proclamato il 2007 Anno del matrimonio e della famiglia

 

Parte oggi “Èfamiglia”, l’inserto del venerdì di Avvenire

 

Il cardinale Crescenzio Sepe consegna 300 mila euro all’ospedale Pausillipon di Napoli

 

L’Africa tra le priorità di Margaret Chan, da ieri direttore generale dell’OMS

 

Al cardinale Renato Raffaele Martino, un prestigioso riconoscimento della “Ageing Society - Osservatorio della terza età”

 

24 ORE NEL MONDO:

Secondo Bush, l’esecuzione di Saddam Hussein è stata poco dignitosa. Previsti cambi nei vertici militari americani in Iraq

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 gennaio 2007

 

 

LE FESTE AL TERMINE, CON LE SOLENNITA’ RAVVICINATE DELL’EPIFANIA

E DEL BATTESIMO DEL SIGNORE. ALLA VIGILIA, UNA CARRELLATA SUL MAGISTERO

DEDICATO DA BENEDETTO XVI ALLA NASCITA DI GESU’ E AI TEMI DEL NATALE

 

L’inizio del 2007 presenta, in modo inconsueto, racchiuse in 24 ore, le solennità che concludono il periodo del Natale: domani, 6 gennaio, l’Epifania e, dopodomani, la festa del Battesimo del Signore. In queste due settimane, molti sono stati gli interventi di Benedetto XVI improntati ad una catechesi strettamente legata alla nascita di Cristo. Ripetutamente, il Papa ha invitato i credenti, ma non solo loro, a riconoscere nell’evento del Natale il segno, di volta in volta, della salvezza dell’uomo, della sacralità della famiglia, della pace per il mondo. Ripercorriamo allora i momenti salienti di questo particolare magistero nel servizio di Alessandro De Carolis.

 

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(musica)      

 

Oltre duemila anni dopo, il centro di irradiazione della pace che chiede l’umanità, e della sua salvezza dalle molte facce del male, non si è spostato dalla notte di Betlemme. Il “Salvatore di tutti” ha ancora il volto di un neonato, la sua fragile forza, una mamma e un papà modello per ogni famiglia, anche se oggi i modelli che si vorrebbe diffondere sono altri. Durante questo periodo di feste, Benedetto XVI ha costruito volta per volta la sua riflessione sul Natale, illuminandone le singole sfaccettature come un prisma il cui cuore parla del Dio-Bambino. Così si esprime il Papa la notte del 24 dicembre scorso, all’omelia della Messa in San Pietro:

 

“Egli non viene con potenza e grandiosità esterne. Egli viene come bambino - inerme e bisognoso del nostro aiuto. Non vuole sopraffarci con la forza. Ci toglie la paura della sua grandezza. Egli chiede il nostro amore: perciò si fa bambino. Nient'altro vuole da noi se non il nostro amore, mediante il quale impariamo spontaneamente ad entrare nei suoi sentimenti, nel suo pensiero e nella sua volontà – impariamo a vivere con Lui e a praticare con Lui anche l'umiltà della rinuncia che fa parte dell'essenza dell'amore”.

 

Il giorno di Natale è il giorno di una domanda che a null’altro serve che a rafforzare il concetto precedente. Si chiede Benedetto XVI davanti a 100 telecamere di 60 Paesi: “E’ ancora necessario un “Salvatore” per l’uomo “che ha raggiunto la Luna e Marte e si dispone a conquistare l’universo”; per l’uomo che “riesce a decifrare persino i codici meravigliosi del genoma umano”, che “naviga nell’oceano virtuale di internet” e ha fatto della Terra, “questa grande casa comune, un piccolo villaggio globale?”. La risposta è: sì, perché senza il Salvatore e il suo messaggio d’amore universale, il pianeta mostra tuttora le sue miserie:

 

 “Si muore ancora di fame e di sete, di malattia e di povertà in questo tempo di abbondanza e di consumismo sfrenato. C’è ancora chi è schiavo, sfruttato e offeso nella sua dignità; chi è vittima dell’odio razziale e religioso (…) C’è chi vede il proprio corpo e quello dei propri cari, specialmente bambini, martoriato dall’uso delle armi, dal terrorismo e da ogni genere di violenza in un’epoca in cui tutti invocano e proclamano il progresso, la solidarietà e la pace per tutti”.

 

Medio Oriente e Africa, Asia, Europa e Americhe: Benedetto XVI ricorda le emergenze del momento e, Urbi et Orbi, lancia questo augurio:

 

“Cari fratelli e sorelle, dovunque voi siate, vi giunga questo messaggio di gioia e di speranza: Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo, è nato da Maria Vergine e rinasce oggi nella Chiesa. E’ Lui a portare a tutti l’amore del Padre celeste. E’ Lui il Salvatore del mondo! Non temete, apritegli il cuore, accoglietelo, perché il suo Regno di amore e di pace diventi comune eredità di tutti. Buon Natale!”.

 

Il Natale si “scioglie” naturalmente nella memoria di S. Stefano. Ma perché la Chiesa ricorda il sangue di un martire il giorno dopo aver celebrato la gioia per la nascità di Gesù? Spiega il Papa:

 

“Si comprende allora il legame che esiste tra ildies natalis’ di Cristo e il dies natalis di Santo Stefano. Se Gesù non fosse nato sulla terra, gli uomini non avrebbero potuto nascere al Cielo. Proprio perchè Cristo è nato, noi possiamo ‘rinascere’!”.

 

Domenica 31 dicembre è il giorno della famiglia di Nazareth. Dalla finestra del suo studio, all’Angelus, Benedetto XVI rivolge alla folla parole rese ancor più incisive dall’immagine del grande presepe che troneggia nella Piazza, al quale il Papa farà visita la sera stessa, dopo il Te Deum:

 

“La santa Famiglia di Nazaret è veramente ilprototipo’ di ogni famiglia cristiana che, unita nel Sacramento del matrimonio e nutrita dalla Parola e dall’Eucaristia, è chiamata a realizzare la stupenda vocazione e missione di essere cellula viva non solo della società, ma della Chiesa, segno e strumento di unità per tutto il genere umano (…) Invochiamo insieme la protezione di Maria Santissima e di san Giuseppe per ogni famiglia, specialmente per quelle in difficoltà. Le sostengano perchè sappiano resistere alle spinte disgregatrici di una certa cultura contemporanea, che mina le basi stesse dell’istituto familiare”.

 

All’omelia della solenne Messa nella Giornata mondiale della pace, festa di Maria Madre di Dio - primo gennaio 2007 - risuona, nelle parole del Papa, la tesi centrale contenuta nel suo Messaggio scritto per questo giorno. La tesi, espressa dal titolo del Messaggio, è chiara: è la persona il “cuore della pace”:

 

“Di fronte alle minacce alla pace, purtroppo sempre presenti (…) diventa più che mai necessario operare insieme per la pace. Questa, ho ricordato nel Messaggio, è ‘insieme un dono e un compito’: dono da invocare con la preghiera, compito da realizzare con coraggio senza mai stancarsi”.

 

Una settimana densa di pensieri spirituali senza tempo, ma ciascuno calato nella realtà sociale, umana, politica a cavallo di un anno al termine e di uno all’inizio. Con l’Epifania, non è solo un periodo liturgico che termina, ma soprattutto un cerchio che si chiude: da una rozza mangiatoia, il Dio-Bambino appare ai sapienti del mondo per quello che è realmente: l’umile Salvatore più forte dei re. Così, Benedetto XVI lo spiegò il sei gennaio dello scorso anno:

 

“Restano in ombra i palazzi del potere di Gerusalemme, dove la notizia della nascita del Messia viene recata paradossalmente proprio dai Magi, e suscita non gioia, ma timore e reazioni ostili. Misterioso disegno divino:la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie’ ” .

 

(musica)

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Come sempre, la Radio Vaticana seguirà in radiocronaca diretta la celebrazioni conclusive delle feste natalizie. Per domani, segnaliamo la radiocronaca diretta, a partire dalla 9.50, della Santa Messa dell’Epifania presieduta da Benedetto XVI in San Pietro, con commenti in italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo, sulle consuete lunghezze d’onda.

 

 

AFFRONTIAMO IL NUOVO ANNO CON LA PERFETTA LETIZIA DI SAN FRANCESCO:

COSI’ AI NOSTRI MICROFONI IL MINISTRO GENERALE DELL’ORDINE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI, FRA MAURO JÖHRI, RICEVUTO OGGI DA BENEDETTO XVI

 

Oggi il Papa, tra le varie udienze della mattina, ha ricevuto il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Fra Mauro Jöhri. Il religioso è nato  in Svizzera 59 anni fa ed è stato eletto alla guida dell’Ordine nel settembre scorso. Sergio Centofanti gli ha chiesto quale parola del Papa in queste festività natalizie l’abbia più colpito:

 

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R. – Io sono rimasto molto colpito dall’omelia del giorno di Natale, quando il Papa ha detto quanto l’uomo d’oggi sia stato capace e sia capace di approfondire, di conoscere sempre più i meccanismi della vita, di andare sulla luna e così via, e come d’altra parte, però, non sia capace o stenti enormemente a risolvere i problemi della giustizia e della pace. E quindi ha prospettato al mondo d’oggi, con uno sguardo di benevolenza e di riconoscimento per quanto fa la scienza, Gesù Cristo come il Salvatore, che è una proposta sempre viva. Questo mi ha molto colpito, perché ho visto che il Papa va a prendere le persone là dove sono, dove vivono, con il desiderio di riuscire e talora con  lo smacco della non riuscita, per dire: “Ecco, Cristo è il Salvatore anche per l’uomo d’oggi”.

 

D. – Che cosa possiamo fare noi cristiani, oggi, per testimoniare più credibilmente Cristo all’umanità?

 

R. – Io penso che la testimonianza più bella rimanga la testimonianza vissuta con serenità. Quanta più coerenza ci sarà nella nostra vita, tanto più il nostro  messaggio che presenteremo avrà credibilità. Cioè: la credibilità viene dalla coerenza.

 

D. – Come vede questo nuovo anno, tra tante notizie a volte drammatiche e tante notizie buone che non riescono a farsi sentire?

 

R. – Io parto con la speranza nel cuore, perché dico: “Dio è con noi e Dio fa il cammino con noi”, senza negare le difficoltà, senza negare i problemi che sono all’orizzonte, però bisogna sapere che disponiamo dei mezzi per far fronte a queste cose. Quindi, io ho iniziato questo nuovo anno con un senso di profonda speranza e anche con un sano ottimismo!

 

D. – C’è una parola, un concetto francescano molto bello:perfetta letizia’. Come vive lei oggi questa parola?

 

R. – Lei sa che San Francesco ha parlato di ‘perfetta letizia’ in un contesto abbastanza particolare, quando rientrando con frate Leone ipotizza varie situazioni della vita, dicendo: “Se venissero a dirmi che il Re di Francia e il Re d’Inghilterra si sono fatti frati, questa non è ‘perfetta letizia’; e se vengono a raccontarmi che i miei frati sono capaci di fare miracoli, non è ancora ‘perfetta letizia’. Ma ‘perfetta letizia’ è se arrivando a casa e sentendomi – come dire – messo alla porta, cioè che non mi ammettono, che mi considerano un poveraccio, che mi dicono di andare al lebbrosario perché quello è il mio posto, e ‘se non sarò turbato’, dice San Francesco, cioè, se interiormente conserverò la pace, questa è ‘perfetta letizia’”. Quindi,perfetta letizia’ per me, oggi, significa lavorare su se stessi per cogliere qual è la mia verità ultima: la mia verità ultima penso che sia stata quella annunciata dagli Angeli la notte di Natale: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace agli uomini che Dio ama”. Cioè, il fatto di essere oggetto dell’amore di Dio deve crescere in me per togliere ogni turbamento e per vivere questa dimensione di dono: questa è letizia profonda e perfetta! Quindi, anche se di fronte all’opinione pubblica la mia persona dovesse risultare non proprio in una luce splendida, che importa? Nessuno può togliermi, separarmi da questa realtà più profonda che è l’amore di Dio per me!

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ALTRE UDIENZE

 

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in successive udienze anche l’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero, e il cardinale William Wakefield Baum, Penitenziere Maggiore emerito.

 

 

NOMINE

 

In Etiopia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale del vicariato apostolico di Soddo-Hosanna, presentata da mons. Domenico Marinozzi, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, per sopraggiunti limiti d’età. Il Papa ha nominato a succedergli il padre gesuita Rodrigo Mejía Saldarriaga, direttore del Galilee Centre di Addis Abeba, al quale è stata assegnata la sede titolare vescovile di Vulturia.

 

Nelle Filippine, il Papa ha nominato vescovo di Bangued padre Leopoldo C. Jaucian, della Società del Verbo Divino, finora superiore della Provincia Verbita Centrale di Manila.

 

Sempre nelle Filippine, il Santo Padre ha nominato vescovo di Calbayog, mons. Isabelo Caiban Abarquez, finora vescovo titolare di Talattula e ausiliare di Palo.

 

In Guinea, il Papa ha nominato vescovo di Kankan il reverendo Emmanuel Félémou, del clero di N’Zérékoré, rettore del seminario Saint Eugéne de Samoé di N’Zérékoré.

 

 

GIOIA E COMMOZIONE PER LA VISITA DEL PAPA IERI ALLA MENSA DI COLLE OPPIO

- Intervista con mons. Guerino Di Tora -

 

Grande gioia e commozione: questi sono stati i sentimenti prevalenti durante la visita del Papa ieri mattina alla Mensa della Caritas romana di Colle Oppio.  Un evento che ha ridato speranza e coraggio come spiega il direttore della Caritas romana, mons. Guerino Di Tora, al microfono di Sergio Centofanti:

 

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R. – E’ stato un momento di grande gioia per tutti, per gli ospiti soprattutto. Hanno incontrato un pastore, un padre, con l’attenzione per ogni persona con cui si fermava, e ognuno aveva qualche richiesta da fargli, qualcosa da dirgli, e il Papa, attento, a sentirlo, guardandolo profondamente negli occhi. Tanti pensavano: “Ma il Papa ha tanti problemi che riguardano il mondo intero, le situazioni internazionali, eppure è venuto in mezzo a noi a stare con noi, ad ascoltare le nostre cose, a pregare insieme con noi!”. Ecco, questo ha profondamente emozionato. E’ stato un incoraggiamento ad andare avanti anche in quelli che tante volte possono essere momenti di difficoltà.

 

D. – Una parola ha colpito i mass media, quando il Papa ha detto: “Il bene va fatto bene” ...

 

R. – Eh, sì! Questo è quello che dobbiamo ricordare sempre e che anche nella sua Enciclica il Papa ci aveva detto, e cioè che anche nell’esperienza della carità occorre una professionalità. Probabilmente, in un contesto di bonarietà il più delle volte si immagina che trattare con gli indigenti, con i poveri, sia una cosa da fare così, alla buona. Ci richiama, il Papa, a questo grande obbligo, di un rispetto profondo della persona e che quindi anche quel poco di bene che possiamo fare, deve avere quella caratteristica che lo fa essere, nella pienezza di Dio, un bene assoluto.

 

D. – Oggi i cittadini sono sempre più avvicinati da persone che chiedono, da persone povere. Come comportarsi di fronte a questi casi?

 

R. – Ecco, io penso che la cosa più bella possa essere quella di un atteggiamento di vicinanza, di prossimità, vale a dire di interessarsi alla persona. Quanto è bello non semplicemente dare un’offerta, un obolo, ma chiedere, far sentire all’altro che è una persona: chi sei?, da dove vieni?, perché ti trovi così?, di che cosa avresti bisogno? Far sentire all’altro il senso di una comunanza, non semplicemente di uno sgravio di un obbligo!

 

D. – Dopo la visita del Papa, come riparte la Caritas?

 

R. – Ripartiamo con una grande gioia, con entusiasmo e quindi con un rinnovato impegno ad operare, ma con grande semplicità. Non abbiamo grandi aspirazioni di risolvere chissà quali problemi, ma vogliamo dare un segno e una testimonianza dell’amore di Dio, una speranza, l’annuncio che Gesù è veramente il Salvatore, anche per coloro che si sentono dimenticati dagli altri.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il Medio Oriente: divergenze al vertice fra Olmert e Mubarak; incursione dell’esercito israeliano a Ramallah.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Oceania.

 

Servizio estero - In evidenza l’Iraq con un articolo dal titolo “Il macabro rituale della pena di morte”: tra conferme e rinvii di nuove esecuzioni.

 

Servizio culturale - Una riflessione di Paolo Miccoli sull’Epifania. Il titolo dell’articolo è “Icona dell'invisibile; luce che illumina senza abbagliare”.

 

Servizio italiano - In rilievo il tema delle pensioni.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 gennaio 2007

 

 

DICHIARAZIONE DEL NEO ARCIVESCOVO DI VARSAVIA MONS. STANISLAW WIELGUS

IN SEGUITO ALLE ACCUSE DI AVER COLLABORATO CON I SERVIZI SEGRETI POLACCHI

DEL PERIODO COMUNISTA

        

In Polonia non si arrestano le indiscrezioni sull’accusa che mons. Stanislaw Wielgus, 67 anni, nominato dal Papa nuovo arcivescovo di Varsavia, avrebbe collaborato con i servizi segreti polacchi dell’epoca comunista. Oggi, lo stesso presule in una dichiarazione di tre pagine, diffusa dall’Agenzia cattolica polacca KAI, afferma di “non aver mai compiuto nessuna missione di spionaggio e di non aver mai fatto del male a nessuno con parole o con atti”. Il servizio di Roberto Piermarini:

 

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“Mi hanno attribuito diverse azioni e atteggiamenti ostili alla Chiesa polacca. Si tratta di falsità. Non c’è nessuna documentazione che provi questo, ma solo le dichiarazioni di un funzionario che a modo suo ha giudicato la mia persona e tutta la vicenda” scrive mons. Wielgus. “Non voglio giustificarmi – prosegue il presule. So che non ho avuto nessuna relazione con i servizi segreti del regime comunista polacco. Ho intrapreso quei viaggi fuori dalla Polonia, per i quali sono accusato  di questi contatti, ma in quel periodo mi sentivo in dovere di continuare le mie importanti ricerche scientifiche fuori dalla mia patria, per acquisire una migliore formazione per il bene della Chiesa”. Mons. Wielgus sottolinea che nel materiale trovato sul suo riguardo dall’IPN (l’Istituto della Memoria Polacca Nazionale) si trovano molte false informazioni.

 

In un comunicato del 21 dicembre scorso, la Sala Stampa vaticana era intervenuta sulla questione affermando che “la Santa Sede, nel decidere la nomina del nuovo arcivescovo metropolita di Varsavia, ha preso in considerazione tutte le circostanze della sua vita, tra cui anche quelle riguardanti il suo passato. Ciò significa – spiegava la nota vaticana – che il Papa nutre verso mons. Wielgus piena fiducia e, con piena consapevolezza gli ha affidato la missione di Pastore dell’arcidiocesi di Varsavia”. Oggi alle 16.00 mons. Wielgus prenderà canonicamente possesso dell’arcidiocesi mentre l’ingresso ufficiale nella Cattedrale di S. Giovanni Battista di Varsavia avrà luogo domenica prossima.

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ACCOMPAGNATO DA ACCESE POLEMICHE, ARRIVA NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE

 ITALIANE, APOCALYPTO, L’ULTIMO FILM DI MEL GIBSON CHE RACCONTA

IN MODO CRUDO E VIOLENTO LA FINE DELLA CIVILTA’ MAYA

- Con noi, Francesco Bolzoni e Andrea Piersanti -

 

Fa discutere l’ultimo film di Mel Gibson, Apocalypto, cruenta rievocazione della fine della civiltà Maya. La pellicola, che ha già incassato 45 milioni di dollari negli Stati Uniti, è da oggi nei cinema italiani. Per un primo giudizio su Apocalypto, Alessandro Gisotti ha raccolto l’opinione di Francesco Bolzoni, critico del quotidiano Avvenire e storico del cinema:

 

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R. – Prima di tutto, è necessario confermare che Mel Gibson è quel che si dice un astuto, abilissimo cineasta. Si sente che ha vissuto ad Hollywood. Quindi, secondo l’abitudine di Hollywood, si appoggia a quella che lui considera la grande storia. In questo caso la storia della civiltà Maya. Della civiltà Maya, tuttavia, non ci dà gli splendori, che inevitabilmente ci furono, ci dà semmai gli orrori.

 

D. – Lei ha scritto su Avvenire che Gibson manca clamorosamente il senso del limite…

 

R. – Quello che forse manca a Mel Gibson è la disciplina. La grande arte, se vuole essere grande arte, deve avere sempre il senso del pudore, deve sapere dove fermarsi. Gibson fa sicuramente uno spettacolo, che ha le sue suggestioni - un’ottima scelta delle inquadrature, nel taglio degli episodi – ma nel mettere in scena l’orrore della civiltà Maya delle volte è, come si suol dire, eccessivo. Apocalypto non è probabilmente un film malfatto, un film sbagliato, è un film eccessivo.

 

D. – Il protagonista del film è un uomo che cerca di salvare la propria famiglia…

 

R. – Gibson ha inevitabilmente il senso della famiglia e di fronte agli orrori della storia pone la forza della famiglia. C’è questa storia avventurosa, in cui il protagonista diventa un prigioniero, poi riesce a salvarsi, aiuta la moglie che ha un bambinello e ne mette al mondo, proprio davanti ai nostri occhi, un altro. Riesce dunque a salvarsi, si ricongiunge, ricostituisce la famiglia. Questo è un tema che Gibson sente fortemente.

 

D. – Alla fine del film si vedono dei velieri spagnoli che si avvicinano alle coste dei Maya. Quale significato il regista ha voluto dare a questo evento?

 

R. – Il fatto, da un punto di vista storico, è arbitrario, perché l’arrivo degli spagnoli risale al Cinquecento, mentre la civiltà Maya si è spenta, si è dissolta – non si sa in che modo – in precedenza. Potrebbe rientrare questo tema dell’avvicinarsi delle barche a quella che è la difesa della propria terra. Insomma: “Non andiamo verso gli stranieri che portano una civiltà, usano dei metodi, dei sistemi che non sono i nostri, di popolazione primitiva, ma sostanzialmente serena. Congiungiamoci, invece, con la foresta, che è il luogo dove sono vissuti i nostri antenati e dove vivranno anche i nostri figli”. Ecco, questo è il significato di difesa della propria terra. E potrebbe essere questo anche un elemento che lega il film sui Maya a certe situazioni di paura che può avere oggi il popolo americano, che forse si sente un po’ circondato. E’ un tema, volendo, anche di attualità.

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In Italia l’uscita del film ha innescato accese polemiche dopo che la commissione di revisione cinematografica ha deciso che Apocalypto è un “film per tutti”, in controtendenza rispetto alla scelta fatta negli USA e in molti Paesi europei, dove la visione è vietata ai minori, o almeno ai ragazzi con meno di 14 anni. Su questo aspetto della vicenda, Alessandro Gisotti ha chiesto un commento ad Andrea Piersanti, presidente dell’Istituto Luce:

 

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R. – Il problema nel nostro Paese è che il meccanismo della censura è sbagliato. Ha creato un paradosso giuridico per cui il controllore e il controllato sono la stessa istituzione. Lo abbiamo visto in queste ore, il ministro dei Beni culturali che nomina e supervisiona l’attività della Commissione di censura, ha stigmatizzato la decisione di una commissione che dipende da lui. Una proposta, la più semplice in assoluto è che i giudizi di rating, cioè accessibilità dei film alle varie fasce generazionali, debba essere lasciata all’associazione dei produttori dei film e il controllo sulla congruità di questi giudizi invece deve stare agli organi dello Stato.

 

D. – Pensando alle polemiche scatenate dal questo film, “Apocalypto”, si potrebbe fare anche una riflessione su come si sia innalzata la soglia di violenza nella televisione e nei videoclip e anche nei videogiochi?

 

R. – Il fenomeno dei videogame è un fenomeno nuovo e lì, sicuramente, si può parlare di un’escalation di contenuti a carattere violento. Per quanto riguarda cinema e televisione invece, purtroppo il fenomeno è antico. E’ nuovo un nuovo atteggiamento di tipo sociologico. Nuovo fenomeno è l’abbandono da parte delle famiglie. Le famiglie sempre di più lasciano soli i propri figli o al cinema o davanti alla televisione, in modo particolare al cinema dove il rating attuale di censura non prevede, come invece succede in America, il fatto che i bambini, i minori che vanno a vedere certi film, devono essere accompagnati dai genitori. Noi genitori abbandoniamo i nostri figli davanti allo schermo, non li aiutiamo a decodificare, a capire che cosa stanno vedendo e quindi il fenomeno cresce nella misura in cui viene percepito dai giovani.

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IN UN PAESE DEL BERGAMASCO SCOMPARE LA CROCE

DAL PROGETTO DI UN CIMITERO

- Intervista con Paolo Bustaffa -

 

La giunta comunale di Arcene, paese di circa 4 mila abitanti in provincia di Bergamo, ha inserito nel progetto di sistemazione del locale cimitero un “famedio”, la struttura dove viene deposta la bara prima della tumulazione, senza alcuna croce ma con simboli quali un cerchio, un quadrato e un triangolo. Una struttura a base ottagonale, coperta in rame, sostenuta da pilastri di cemento e chiusa lateralmente da vetrate. “Ho chiesto che i vetri fossero decorati da una croce”, racconta il parroco don Tino Zanchi, ma il sindaco Michele Luccicano spiega che “alla fine, sono stati scelti simboli non ricollegabili esclusivamente alla religione cristiana, nel rispetto di ogni fede”. Non si discute invece delle tombe, dove “ciascuno si regola come vuole”. Su questo controverso provvedimento, al centro di polemiche per la rimozione di un simbolo religioso, Luca Collodi ha raccolto una riflessione di Paolo Bustaffa, direttore del SIR, il Servizio di Informazione Religiosa della Conferenza episcopale italiana:

 

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R. – Qui siamo ancora in quella serie di manifestazioni, che ormai da tempo registriamo, sulla rimozione dei simboli e dei segni religiosi, dei simboli e segni cristiani nel nostro caso. Certo, andrebbe capito fino in fondo quale sia la motivazione che porta un Consiglio comunale a prendere una decisione o a proporre una decisione di questo genere. Ci ricordiamo tutti che poco prima di Natale era scoppiato il caso nelle scuole dell’Alto Adige, a Bolzano, dove le maestre discutevano se far cantare ai bambini i canti natalizi, perché avrebbero offeso i piccoli di altre religioni. Poi scoprimmo che non erano i musulmani a chiedere di non cantare, ma erano le stesse maestre. Ho l’impressione che anche in questo paese del bergamasco stia accadendo la stessa cosa. Le altre religioni hanno un rispetto reciproco che non le porta a chiedere l’eliminazione del simbolo religioso. Non è così quello che noi intendiamo il dialogo interreligioso e infatti abbiamo testimonianze di segno diverso. E’ un po’ triste, effettivamente, arrivare a chiedere la rimozione del simbolo cristiano e, in particolare, della croce in un cimitero. Di questo passo, probabilmente, anche la Confederazione elvetica dovrà togliere dalla sua bandiera la croce, visto che anche quella rappresenta un segno, un simbolo cristiano.

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CHIESA E SOCIETA’

5 gennaio 2007

                       

 

Il cardinale Tarcisio Bertone ha PRESIEDUTO ieri i festeggiamenti

per i 9 secoli del duomo di casale Monferrato: un esempio attuale –

ha detto il porporato - per la storia religiosa e civile dell’antico borgo medioevale

 

ALESSANDRIA. = Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, ha presieduto ieri sera a Casale Monferrato, in Piemonte, il momento culminante delle celebrazioni per i 900 anni della Cattedrale di Sant’Evasio, consacrata proprio il 4 gennaio 1107 da Papa Pasquale II. Dopo un incontro con gli anziani del Centro Buzzi, il porporato è stato ricevuto presso il palazzo comunale dalle autorità cittadine ricevendo quindi l’omaggio della città. Alle 18 ha poi presieduto il solenne Pontificale in cattedrale assieme al vescovo di Casale Monferrato, mons. Germano Zacchero. A concelebrare l’Eucaristia c’erano anche il vescovo emerito di Roraima, in Brasile, mons. Aldo Mangiano, il vescovo di Mondovì mons. Luciano Pacomio e il vescovo di Ivrea, mons. Arrigo Miglio: tutti casalesi. “Questo antico borgo medioevale ha fatto tanto per far crescere la cittadinanza evangelica e civile – ha affermato il cardinale Bertone a margine della celebrazione – e lo ha sempre fatto in perfetta collaborazione e quindi in una concezione di sana laicità. Mi sembra un’esperienza che ci può aiutare anche oggi. Tornare qui in Piemonte è tornare alle mie radici ed è anche – ha aggiunto – essere vicino a Vercelli che è stata la mia prima diocesi. L’augurio per questo nuovo anno – ha quindi sottolineato il porporato – è che ci sia più dedizione e capacità di donare parte del proprio tempo, del proprio talento e delle proprie capacità a favore degli altri. Occorre vincere l’egoismo e trasformare la nostra società in una società di uomini liberi e solidali”. (E. B.)

 

 

il clima di collaborazione fra cristiani e musulmani, instauratosi

 a Mindanao, nelle filippine, In occasione dei festeggiamenti

per la fine del ramadan e del natale alimenta le speranze per un accordo

di pace tra separatisti ed esercito regolare. Intanto c’è preoccupazione

 per la sorte di un sacerdote cattolico scomparso da giorni

 

MANILA. = Durante le recenti festività religiose sull’isola di Mindanao, nelle Filippine, le comunità di cristiani e musulmani hanno collaborato con le autorità locali per promuovere l’aiuto reciproco, generando un clima di fraternità tra tutti i cittadini.  “Volontari musulmani hanno dato una mano durante la Festa di Ognissanti ed il periodo natalizio, questo – ha affermato all’agenzia AsiaNews, Pedro B. Acharon Jr, sindaco di General Santos City - ha creato un clima di pace ed amicizia tra tutti”. Dal canto suo, Raja Muda Alimudin Hassan, un leader religioso musulmano, ha sottolineato che la comunità cristiana ha partecipato nello scorso ottobre alle celebrazioni per l’Eidl Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan. I fedeli cristiani hanno fornito inoltre servizi medici gratuiti  ad i membri di entrambe le comunità. Questo clima di collaborazione ha spinto leader cattolici e musulmani ad impegnarsi per promuovere ulteriormente la fratellanza e la comprensione reciproca come via per arrivare alla pace. L’isola di Mindanao è tormentata da oltre 40 anni dalle ostilità tra l’esercito regolare ed il MILF, il Moro Islamic Liberation Front, un gruppo di guerriglieri musulmani che combatte per ottenere l’autonomia della regione, a maggioranza musulmana. Anche se negli ultimi due anni gli scontri sono diminuiti e si sono avviate le trattative di pace, da alcuni mesi queste si sono fermate. L’arcivescovo Orlando B. Quevedo, OMI di Cotabato City, capoluogo dell’isola di Mindanao, ha affermato che tutti condividono il desiderio che nella regione regni finalmente la pace. “Ci sono ancora molti ostacoli da superare, prima di arrivare alla firma dell’agognato accordo di pace” ha dichiarato l’arcivescovo. “Ma facendo sacrifici e con le prevalenti buone intenzioni da entrambe le parti – ha aggiunto - preghiamo che il Signore ci faccia dono della firma di un accordo di pace, che sarebbe per la gente di Mindanao il regalo più gradito per il 2007”. In questo quadro cresce però la preoccupazione per la sorte di padre Lucio Bola, missionario scalabriniano scomparso dal 31 dicembre da Mindanao. Secondo il racconto di una familiare il religioso quel giorno è uscito per andare a benedire una casa, ma non è più tornato. La polizia prosegue le indagini. Al momento non ci sono prove che si tratti di un sequestro. (E. B.)

 

 

L’ARCIDIOCESI DI COLONIA HA INDETTO IL 2007 ANNO DEL MATRIMONIO

E DELLA FAMIGLIA. AL VIA DIVERSI EVENTI GRAZIE AD UN FONDO

 DI 7 MILIONI DI EURO

 

BERLINO. = Più coraggio per promuovere matrimonio e famiglia. Questo l’appello dell’arcivescovo di Colonia, cardinale Joachim Meisner, che ieri, ha indetto il 2007 “anno del matrimonio e della famiglia” per l'arcidiocesi. “I padri, le madri e i figli hanno bisogno di più sostegno e orientamento”, ha dichiarato il porporato, anticipando che “matrimonio e famiglia saranno al centro di numerosi eventi e progetti ecclesiastici”. Secondo quanto riporta l’agenzia Sir l’arcidiocesi ha istituito un “fondo per il matrimonio e la famiglia” di 7 milioni di euro. Con gli interessi ottenuti dall’investimento, circa 300 mila euro annui, saranno finanziati progetti innovativi per la famiglia e per la tutela della vita. “Con il nostro programma annuale intendiamo incoraggiare i giovani a sposarsi e le giovani coppie ad avere figli”, ha spiegato il direttore della pastorale familiare, Robert Kleine. Tra le iniziative celebrazioni per i fidanzati il giorno di S. Valentino e a maggio un grande pellegrinaggio per le famiglie a Bad Münstereifel. Per la solennità dell’Ascensione, una giornata "Padri-figli" in alternativa alla giornata del papà. L'arcidiocesi ha inoltre allestito un sito ad hoc sul tema, www.Familie-vor-ort.de, che intende offrire spunti per le comunità parrocchiali. (E. B.)

 

 

PARTE OGGI “ÈFAMIGLIA”, L’INSERTO DEL VENERDI’ DI AVVENIRE

CHE PONE L’ACCENTO SULLA CENTRALITA’ DEL NUCLEO FAMILIARE

 

MILANO.= Si chiama “Èfamiglia” il nuovo inserto del quotidiano Avvenire che da oggi accompagnerà l’edizione del venerdì. Dopo “Popotus”, “Èlavoro”, “Non profit”, che da qualche tempo affiancano la copia del giornale, si dà il benvenuto all’ultimo inserto a tema. Già presente sul portale on line, “Èfamiglia” nasce per “aiutare i lettori a pensare in termini sempre più pertinenti e incalzanti la questione del nucleo famigliare, le chance e le risorse che lo connotano, come pure le inadempienze e le minacce che oggi l’affliggono”. Una iniziativa importante che vuole abbattere le difficoltà che oggi ostacolano il pensare e ragionare insieme. Specialmente se si considera che “pensare è il primo passo che rende possibile una storia diversa” – come riporta, in un trafiletto, lo stesso quotidiano. (A.D.F.)

 

 

IL CARDINALE CRESCENZIO SEPE CONSEGNA MIGLIAIA DI EURO ALL’OSPEDALE

PAUSILLIPON DI NAPOLI, PER LA RISTRUTTURAZIONE E L’AMMODERNAMENTO

DELLE STRUTTURE

 

NAPOLI. = Saranno consegnati oggi all’ospedale pediatrico Pausillipon di Napoli i 300 mila euro raccolti tra offerte in denaro alla Caritas diocesana e vendita dei doni all’asta promossa dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, lo scorso 14 dicembre. Per l’occasione – riporta l’agenzia Sir - il cardinale Sepe visiterà il reparto che sarà ristrutturato e attrezzato grazie alla somma raccolta e, poi, incontrerà le autorità, il personale medico e paramedico e 25 piccoli pazienti non obbligati al ricovero in reparto. Dopo uno spettacolo di marionette per i piccoli degenti, il cardinale, accompagnato da tre attori che impersonano i Re Magi, consegnerà un dono ad ogni bambino ed anche al piccolo Antonio costretto a letto nel reparto Trapianti. Infine, il cardinale Sepe benedirà i nuovi locali del day hospital. Un’altra parte della cifra raccolta sarà devoluta dal cardinale ai bimbi sieropositivi della Thailandia. (E. B.)

 

 

L’AFRICA TRA LE PRIORITÀ DI Margaret Chan, CHE IERI HA ASSUNTO L’INCARICO

DI DIRETTORE GENERALE DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ

 

GINEVRA. = “Il miglioramento della salute della gente in Africa e in particolare delle donne sarà l’indicatore chiave della qualità del nostro lavoro”. E’ quanto affermato da Margaret Chan, che ieri ha assunto ufficialmente l’incarico di direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). E’ la prima volta che la Repubblica Popolare Cinese accede alla direzione di una delle maggiori organizzazioni dell’ONU. Ex-responsabile all’OMS della campagna contro l’epidemia d’influenza aviaria e già assistente del direttore generale per le malattie trasmissibili, la Chan succede fino al giugno 2012 al sud coreano Lee Jong-wook, morto nel maggio 2006 per un ictus. La Chan, che è la seconda donna a guidare l’OMS dopo la norvegese Gro Harlem Brundtland, è stata anche direttrice del dipartimento della sanità di Hong Kong per molti anni, affrontando anche l’influenza aviaria del 1997 e la polmonite atipica (SARS) del 2003. La nomina di Margaret Chan fu approvata nel novembre scorso dai 193 Paesi dell’OMS riuniti in Assemblea  straordinaria. Il nuovo direttore è stato designato dai 34 membri del consiglio esecutivo dell’agenzia delle Nazioni Unite a scapito dei candidati presentati da Kuwait, Spagna, Messico e Giappone. L’OMS è dotata di un budget  biennale di 3,3 miliardi di dollari e deve affrontare considerevoli sfide, tra cui soprattutto la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e all’obesità, l’eliminazione della poliomielite, i preparativi per far fronte ad una pandemia di influenza e l’accesso ai farmaci essenziali dei Paesi in via di sviluppo. (E. B.)

 

 

AL CARDINALE RENATO MARTINO, UN PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO

DELLA “AGEING SOCIETY - OSSERVATORIO DELLA TERZA ETÀ”

SARA’ ASSEGNATO IL PROSSIMO 12 GENNAIO NELLA SALA DELLE COLONNE

DELLA CAMERA DEI DEPUTATI IN ROMA

- A cura di Paolo Scappucci -

 

ROMA. = “Per gli alti meriti conseguiti nell’esercizio del Suo ministero, come propugnatore dei valori di giustizia e di pace nei quali si riconosce  la maggior parte delle persone anziane” rappresentate dalla “AGEING SOCIETY – Osservatorio della Terza Età”, al cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il 12 gennaio prossimo alle 16, nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati in Roma, sarà conferito il Premio speciale della Giuria dell’International Life Award. Il prestigioso riconoscimento, deciso all’unanimità dalla Commissione internazionale del Premio, viene annualmente assegnato a “quelle personalità del mondo delle Istituzioni, della Scienza, della Comunicazione scientifica o divulgativa e della Società civile o del Volontariato, che abbiano concorso, con il loro impegno e la loro opera, a migliorare la qualità della vita in ogni fascia di età o abbiano testimoniato l’importanza dei valori di solidarietà e di sussidiarietà fondamentali per offrire, anche ai più deboli e ai più fragili, un’esistenza adeguata e rispettosa della dignità umana”. Fino ad oggi, sono stati insigniti del Trofeo Life, fra gli altri: Giovanni Paolo II, gli scienziati Christian Barnard, Zaki Shafira e Rita Levi Montalcini, oltre ad istituzioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e varie Agenzie ONU. La “AGEING SOCIETY – Osservatorio della Terza Età” è un’associazione non-profit di promozione sociale per ricerche ed iniziative a tutela della salute e per il miglioramento della qualità della vita della terza e quarta età.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 gennaio 2007

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

In Iraq, fonti governative hanno confermato che le condanne capitali dei due stretti collaboratori di Saddam Hussein, il fratellastro ed un ex giudice, saranno probabilmente eseguite domenica prossima. Il presidente egiziano, Hosni Mubaraq, ha definito intanto “inaccettabile, barbara e disgustosa” l’esecuzione dell’ex rais. Sull’uccisione di Saddam Hussein si è espresso anche il capo della Casa Bianca, George Bush. Il nostro servizio:

 

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Il capo di Stato americano ha nuovamente commentato l’esecuzione dell’ex presidente iracheno ribadendo che si è trattato di un processo giusto. Ma le modalità – ha aggiunto ieri Bush, durante una telefonata con il premier iracheno Nouri al Maliki – sono state poco dignitose. Il presidente statunitense ha anche confermato che la prossima settimana sarà annunciata la nuova strategia americana nel Paese arabo. In attesa di questo annuncio, i media statunitensi anticipano che saranno sostituiti il comandante delle truppe nello Stato del Golfo e il numero uno del comando centrale del Pentagono. In Iraq, intanto, il Patriarcato della Chiesa caldea ha trasferito il seminario maggiore e l’unica facoltà teologica cristiana da Baghdad ad Ankawa, vicino ad Erbil, nel nord dell’Iraq. Sulle motivazioni di questa decisione ascoltiamo, al microfono di Massimiliano Menichetti, il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Emmanuel III Delly:

 

“Abbiamo pensato da molto tempo a questa ipotesi. E’ necessario che i seminaristi stiano in un posto più tranquillo affinché possano studiare meglio; molti cristiani vivono lì e il vescovo ha messo a disposizione il vescovado e ha detto: “Possono venire qui perché a Baghdad la situazione non è tranquilla. Appena a Baghdad sarà ristabilita la calma, torneranno nella capitale”. E’ il posto più sicuro: non ci sono tutti i problemi e i disagi presenti a Baghdad, a Bassora, a Mossul ... Lì non ci sono queste cose. E’ meglio scegliere un posto più tranquillo affinché possano studiare e continuare la loro formazione sacerdotale”.

 

La situazione in Iraq, soprattutto nella capitale, si conferma dunque drammatica. Anche oggi si registrano nuove violenze: quattro soldati iracheni e un militare statunitense sono stati uccisi in due distinti attacchi compiuti da ribelli a Tikrit, nei pressi del paese natale di Saddam Hussein, e a Baghdad. A Bassora, infine, sono stati sequestrati un cittadino straniero, probabilmente un americano, e due interpreti.

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“Cambieremo la direzione degli Stati Uniti”. C’è un chiaro riferimento alla politica di Bush in Iraq nella promessa lanciata da Nancy Pelosi, da ieri prima donna alla guida della Camera dei Deputati americana, nel giorno che ha fatto segnare il ritorno alla maggioranza dei Democratici, che controllano anche il Senato. Dagli Stati Uniti Paolo Mastrolilli:

 

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L’ex partito di opposizione ha ora la maggioranza in entrambe le aule e questo obbligherà il presidente Bush a cercare dei compromessi. La Pelosi, che ha celebrato la nuova investitura con una festa nella residenza dell’ambasciatore italiano a Washington, ha dichiarato che il voto di novembre è stato una richiesta di cambiamento. Su nessun punto, ha detto la nuova speaker, gli americani sono stati più chiari nel domandare una nuova direzione che in Iraq, rigettando un intervento militare senza fine. Questo è il primo terreno su cui la nuova maggioranza si misurerà con Bush che, tra pochi giorni, dovrebbe presentare un nuovo piano per aumentare il numero dei soldati americani schierati nel Paese del Golfo persico, e cambiare i comandanti delle truppe. Il capo della Casa Bianca ha il potere esecutivo per prendere queste decisioni, ma per finanziarle ha bisogno del Congresso dove molti Democratici hanno avanzato dubbi. La Pelosi e i suoi colleghi vogliono lasciare subito il segno, dedicando le prime 100 ore di lavoro all’approvazione di una serie di leggi che vanno dall’aumento della paga minima all’aumento alla lotta contro la corruzione, passando per la ricerca sulle cellule staminali, la facilitazione per acquistare medicine, la riforma della politica energetica e l’applicazione dei suggerimenti contro il terrorismo da parte della Commissione d’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre. Sullo sfondo, però, si stanno già muovendo le pedine per la corsa alla Casa Bianca nel 2008, con i senatori Clinton e Obama favoriti dai Democratici mentre McKane e l’ex sindaco Giuliani guidano la lista tra i Repubblicani.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Nei Territori Palestinesi, il presidente Abu Mazen ed il primo ministro Ismail Haniye hanno stipulato una nuova tregua. I due leader hanno concordato sulla necessità del “dialogo e sul ritorno al negoziato per la formazione di un governo di unità nazionale”.  La nuova intesa giunge dopo gli scontri tra uomini di Fatah e Hamas costati ieri la vita a 6 persone.

 

Spostiamoci in Spagna, dove proseguono le indagini sull’attentato di sabato scorso all’aeroporto di Madrid, rivendicato dall’organizzazione separatista basca. La polizia basca ha rinvenuto intanto, questa mattina, uno zaino con oltre 30 chili di esplosivo nella stessa zona dove ieri era stato trovato un quantitativo di tritolo. Secondo gli investigatori, l’ETA ha rafforzato la propria capacità prima e dopo l’annuncio della tregua, proclamata lo scorso 22 marzo. Il servizio di padre Ignacio Arregui:

 

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Le ultime scoperte di esplosivi in territorio spagnolo dimostrano che giorni prima dell’attentato di Madrid, l’ETA aveva ormai previsto la fine della tregua con un intervento armato. La bomba di circa cento chili, quasi pronta per il suo utilizzo, scoperta ieri dalla polizia, ha incrementato la preoccupazione sulla mobilità dell’ETA sia in Francia sia in Spagna. In queste condizioni, è chiaro che dell’imminente processo di pace non resta più niente e che un nuovo tentativo per la soluzione negoziata del problema della violenza avrà tempi lunghi. Sul piano politico, sono due le iniziative per i prossimi giorni: un incontro esplorativo del ministro dell’Interno con i portavoce dei gruppi parlamentari, e poi l’intervento di José Luís Rodríguez Zapatero alla Camera Bassa, o Congresso, per rendere conto di quanto accaduto con il processo di pace e le nuove prospettive di fronte alla violenza. Infine, è stata rintracciata la macchina, sepolta sotto le macerie del parcheggio distrutto dall’esplosione all’aeroporto di Madrid con il corpo del secondo cittadino dell’Ecuador morto nell’attentato.

 

Da Madrid, Ignazio Arregui per la Radio Vaticana.

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In Nigeria, sono stati rapiti cinque lavoratori cinesi nel delta del Niger, la stessa zono dove lo scorso 7 dicembre sono stati sequestrati tre tecnici italiani e un libanese. Ai diversi appelli per la liberazione degli ostaggi nelle mani dei ribelli del sedicente Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (MEND), si aggiunge anche quello della Conferenza episcopale della Basilicata. Il servizio di Antonio Fiscella:

 

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Il clero lucano fa appello al senso di umanità dei rapitori perché restituiscano incolumi all’affetto dei loro cari Cosma Russo, Roberto Dieghi, Francesco Arena e Imad Abed, in Nigeria solo per ragioni di lavoro, estranei alle vicende politiche del Paese ospite ed ormai fortemente provati dopo quasi un mese di prigionia, nel fisico e nell’animo. Le chiese di Basilicata sono vicine alle famiglie dei quattro tecnici sequestrati lo scorso 7 dicembre, e ne condividono l’ansia in particolare assieme ai familiari di Cosma Russo e Roberto Dieghi. Confermata dal presidente della Conferenza episcopale di Basilicata, mons. Agostino Superbo, una giornata di solidarietà nella preghiera, il 6 gennaio, Epifania del Signore:

 

“Per noi è una giornata in cui si fanno i doni: chissà se avremo questo dono di avere la libertà dei nostri fratelli, dei nostri amici. Chiunque sia, il Signore parla alla coscienza di tutti quanti perché il Signore è Signore di tutti; è nostro Signore, Padre di tutti quanti, ama tutti e quindi noi speriamo che possano essere tutti illuminati, speriamo possano essere illuminati a sentimenti di solidarietà, di pace, di rispetto per la dignità, della libertà dell’uomo e, soprattutto, di chi si allontana per portare a casa un pezzo di pane”.

 

Da Potenza Antonio Fiscella, per la Radio Vaticana.

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Nell’arcipelago delle Figi resta al comando il capo dell’esercito, Voreqe Bainimarama, autore del colpo di stato del 5 dicembre. Di ieri, la sua investitura a primo ministro, dopo aver restituito i poteri al presidente Iloilo. Il golpe era stato condannato dalla comunità internazionale e aveva provocato la sospensione delle Figi dal Commonwealth.

 

Il numero due di Al Qaeda, Ayman al Zawahri, ha invitato, in un messaggio audio diffuso su Internet, gli integralisti islamici a lanciare una campagna di attacchi suicidi e imboscate contro le forze etiopiche in Somalia. Il ministro degli Esteri etiopico, Seyum Mesfin, ha assicurato intanto che l’Etiopia si ritirerà al più presto dalla Somalia e ha sollecitato il dispiegamento di forze dell’Unione Africana.

 

 

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