RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno LI n. 51 - Testo della trasmissione di martedì 20 febbraio 2007
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il
Papa si appresta a celebrare nel Mercoledì delle Ceneri i riti per l’inizio
della Quaresima; - Il Papa invita a Roma lo Sceicco Tantawi,
Grande Iman di Al-Azhar -
Venerdì prossimo il Papa presiederà il Concistoro per la canonizzazione di
cinque nuovi Beati - Nomine - Pace e famiglia al centro dell’incontro tra
Italia e Santa Sede, nel 78.mo
anniversario dei Patti Lateranensi - Mons. Sgreccia: per un credente è legittimo il ricorso
all’obiezione di coscienza se la vita umana è a rischio - Nessun piano di
riunificazione degli anglicani sotto il Papa: così, la Commissione
anglicano-cattolica risponde alle indiscrezioni del Times
OGGI IN PRIMO PIANO:
Timori
e speranze all’indomani del vertice di Gerusalemme fra Abu Mazen, Olmert e Condoleezza Rice - Presentata a
Roma la prima edizione della Clericus Cup, campionato di calcio a 11 rivolto a preti e
seminaristi
CHIESA E SOCIETA’:
Apre
i lavori la Commissione “Verità ed Amicizia” per riconciliare le popolazioni di
Indonesia e Timor est - L’invito ai sacerdoti ad una costante conversione
personale, nella Lettera per la Quaresima del cardinale Cipriani
Thorne, primate del Perù - Dopo l’appello del Papa
all’Angelus per la pace sociale in Guinea, il “grazie” della Chiesa locale
accanto alla popolazione sofferente - I vescovi della Slovacchia e della Cechia istituiscono Commissioni storiche su
collaborazionismo - Una nuova Radio per la pace in Medio Oriente, sostenuta da
Nelson Mandela - Portorico: 'no'
della Chiesa al riconoscimento delle unioni di fatto nel nuovo Codice Civile
24 ORE NEL MONDO:
Oltre 20 morti in
Iraq per quattro diverse esplosioni nel territorio di Baghdad
20 febbraio 2007
Il Papa si
appresta a celebrare nel Mercoledì delle Ceneri
i riti per l’inizio della Quaresima
Domani,
Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima. Il Papa, dopo l’udienza generale
del mattino in Vaticano, si reca alle 16.30 sull’Aventino per la processione
penitenziale dalla Chiesa di Sant’Anselmo alla Basilica di Santa Sabina: qui presiederà
la celebrazione eucaristica e il rito dell’imposizione delle Ceneri. Nel Messaggio
per la Quaresima di quest’anno Benedetto XVI invita i fedeli a volgere lo
sguardo a Cristo Crocifisso: ascoltiamo in proposito, al microfono di Giovanni
Peduto, il commento dell’arcivescovo
Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano:
R. – Il Papa ci fa questo invito
perchè è un invito fondamentale. Un cristiano non può non guardare al
Crocifisso, perché è guardando al Crocifisso che si capisce la gravità del
peccato. Si capisce che il peccato fa male, fa male al punto tale che il santo,
il giusto, il mite, l’umile, cioè Dio, entrando in questo mondo, si trova
colpito, si trova crocifisso, perchè il mondo è malato di peccato. Guardando il
Crocifisso noi siamo invitati al pentimento. Dall’altra parte, se comprendiamo
la gravità del peccato saremmo tentati di scoraggiarci guardando il Crocifisso
e guardando le conseguenze del peccato, se il Crocifisso non ci mandasse anche
un altro messaggio. Dio è pronto a perdonarti. Dio ti ama al punto tale che si
lascia crocifiggere perché vuol dirti che, nonostante il tuo peccato, Dio ti
ama ed è pronto ad abbracciarti e a ricominciare con te tutta la strada della
conversione.
D. – Benedetto XVI chiede anche di
vivere la Quaresima come un tempo eucaristico. Come si può incarnare questa
richiesta nella vita di tutti i giorni?
R. – L’Eucaristia è il calvario in
mezzo a noi. L’Eucaristia è il Crocifisso che si rende presente
quotidianamente, nella vita di ogni giorno. E’ lì che noi incontriamo Gesù
concretamente. E’ lì che lo incontriamo con la forza di rinnovare e di sanare.
Chi vive l’Eucaristia può essere garantito di camminare nella santità.
L’Eucaristia è il pane che ci santifica. L’Eucaristia è il pane che ci purifica,
è il pane che mette dentro di noi la forza del rinnovamento e genera quindi la
santità.
D. – Il messaggio del Papa di
quest’anno per la Quaresima è centrato sull’amore di Dio. Non è sorprendente
che Benedetto XVI parli di un eros di Dio per l’uomo?
R. – Dobbiamo capire bene cosa
significa l’eros di Dio. Il Papa che è un fine, profondo, conoscitore della
Scrittura, sa bene che in tutto il Vecchio Testamento e anche nel Vangelo è
sottolineata questa passione di Dio per l’umanità, questa compassione, potremmo
dire, questa spinta di Dio verso l’umanità, nonostante che l’umanità ferisca Dio, nonostante che l’umanità offenda Dio. C’è un
brano, capitolo 11 del profeta Osea, dove il profeta dice: “Nonostante che io
ti stringessi come una mamma stringe il proprio figlio, nonostante che io ti
accostassi alla mia guancia, nonostante che io ti accompagnassi nel viaggio nel
deserto, tu ti sei ribellato. Allora cosa dovevo fare con te, ti dovevo
abbandonare”? Alla fine dice il Signore: “No, il mio cuore si commuove dentro
di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia
ira, non tornerò a distruggere Efraim perché io sono
Dio e non un uomo”. Dio non ha dentro di sé nessuna ombra di vendetta. Dio è
soltanto amore, un amore tale che resta anche quando l’uomo l’offende e Dio desidera
il ritorno dell’uomo alla comunione con sé. La stessa cosa la ritroviamo nel Vangelo: al capitolo 15 di San Luca, l’evangelista
riferisce la mormorazione della gente e direi, paradossalmente, quella
mormorazione è la fotografia del volto nuovo di Dio. La gente dice, riferendosi
a Gesù, costui pende verso i peccatori e addirittura mangia con loro, che è il
segno della massima comunione tra una persona e un’altra persona. La gente è
scandalizzata e allora Gesù dice: guardate, Dio non è
come voi pensate, in Dio c’è un amore tale, l’agape, che addirittura resta
anche quando l’uomo lo offende e sembra che Dio penda verso i peccatori, c’è un
eros di Dio verso l’umanità. Allora Dio è come un pastore; la pecora scappa e
Dio non dice: non mi importa nulla, è colpa sua e non la va a cercare. Dio è
come una donna che ha perso una moneta: gliene restano tante altre, perché
doveva faticare per cercare quella perduta? No, la donna cerca la moneta
perduta. Dio è come un padre al quale un figlio, in maniera veramente
impertinente e ingrata, gli chiede quello che gli spetta, ma non gli spetta. Il
padre lo lascia andare, gli lascia la sua libertà e quando il figlio torna,
dice il testo greco nella sua bellezza, nella sua crudezza, che il padre mentre va verso il figlio, inciampa e gli cade al
collo e lo abbraccia. Questo è il mistero bello di Dio, che soltanto il cristianesimo
conosce.
D. – I termini eros e agape, due
termini della cultura greca, erano già stati al centro della prima Enciclica
“Deus caritas est” di Benedetto XVI…
R. – Sì, il Papa ritorna su questi
temi e fa bene perché
è il cuore del cristianesimo. La novità cristiana è l’annuncio che Dio è amore.
In tutte le religioni l’onnipotenza di Dio resta un mistero e talvolta è anche
un mistero terribile, un mistero temibile. Pensiamo: se Dio fosse pura
onnipotenza senza bontà, ci schiaccerebbe. Con tutta l’ingratitudine umana, con
tutta la cattiveria umana, Dio dovrebbe schiacciarci e gettarci lontano da sé.
Invece l’onnipotenza di Dio è l’amore, amore che è agape ed eros, amore che è
bontà infinita. Dio è proprio buono dentro, Dio è buono all’infinito. Una tale
bontà che lo porta a tendere, direi ad andare verso la creatura, con una
compassione infinita e questa è la ragione per cui il cristianesimo è sempre
ottimista. Questa è la ragione per cui il cristianesimo dice a tutti, in qualsiasi
condizione si trovino: guarda, se vuoi, anche in quel precipizio, Dio ti è
accanto ed è pronto a riabbracciarti e a ricominciare con te una vita di amore.
Il Papa
invita a Roma lo Sceicco Tantawi, Grande Iman di Al-Azhar
Nuovo
importante gesto di amicizia e dialogo di Benedetto XVI verso il mondo
musulmano. Il cardinale Paul Poupard,
presidente dei Pontifici Consigli per il Dialogo Interreligioso e della
Cultura, e presidente della Commissione per i Rapporti religiosi con i
Musulmani, ha incontrato oggi al Cairo, in Egitto, lo Sceicco Mohamed Sayyed Tantawi, Grande Iman di Al-Azhar,
trasmettendogli gli auguri di Benedetto XVI e l’invito del Papa
ad incontrarlo a Roma: il capo religioso musulmano ha accettato “con
soddisfazione” l’invito. Lo rende noto un comunicato della Sala Stampa
vaticana. Il porporato è stato “accolto in un clima di grande cordialità”.
L’incontro con lo Sceicco Tantawi – afferma la Sala Stampa - ha permesso
di valutare il lavoro del "Comitato misto per il Dialogo" stabilito
tra il Comitato permanente di Al-Azhar per il Dialogo
con le Religioni monoteiste e il Pontificio Consiglio per il Dialogo
Interreligioso, che tiene una riunione annuale, alternativamente al Cairo e a
Roma, il 24 febbraio, in ricordo della visita di Giovanni Paolo II ad Al-Azhar,
il 24 febbraio del 2000, così come i diversi aspetti dei rapporti tra cristiani
e musulmani. Il cardinale Poupard – conclude il
comunicato - incontrerà anche il ministro della Religione Hamdi
Zaqzuq.
Venerdì
prossimo il Papa presiederà
il Concistoro per la
canonizzazione di cinque nuovi Beati
La Chiesa
avrà presto 5 nuovi Santi. Venerdì prossimo 23 febbraio, alle ore 11.00, nella
Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà
infatti luogo, durante la celebrazione dell'Ora Sesta, il Concistoro
ordinario pubblico presieduto dal Papa per la canonizzazione di cinque Beati.
Lo rende noto oggi con una notificazione mons. Piero Marini, Maestro delle
Celebrazioni liturgiche pontificie. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Tra i 5 prossimi nuovi Santi figura il Frate Minore
polacco Simone da Lipnica, vissuto nel 1400: fu
grande predicatore e devoto del nome di Gesù. Sapeva comunicare con grande
semplicità le più difficili questioni di fede. Ma amava non solo a parole: nel
1482 scoppia a Cracovia una terribile epidemia di peste. E’ in prima linea nel
curare i malati e nel prestare loro conforto spirituale, incurante del contagio.
Cosa che avviene. Muore di peste in quello stesso anno. Sul letto di morte
formula una richiesta singolare: essere sepolto sotto l’ingresso di una Chiesa
per essere calpestato da tutti i fedeli. Sarà proclamato Santo anche il
sacerdote Passionista olandese Carlo di Sant’Andrea, vissuto nel 1800, apostolo
dell’ecumenismo e infaticabile confessore. Portava sempre in mano il crocifisso
per ricordare continuamente che l’amore gratuito di Dio passa
attraverso la Croce di Gesù. Sopportò senza mai lamentarsi continue nevralgie
di denti e fortissime emicranie. Altro prossimo Santo è il Frate Minore Alcantarino brasiliano Antonio di Sant’Anna, vissuto tra il
1700 e il 1800, fondatore del Monastero delle Suore Concezioniste,
stimato confessore e predicatore, strenuo difensore dell’Immacolata Concezione
in un tempo in cui la dottrina era ancora controversa. Tra i prossimi nuovi
Santi figura anche la religiosa francese Maria Eugenia di Gesù, vissuta nel
1800, convertita da una predica di Lacordaire dopo
aver ricevuto una duplice educazione dalla madre profondamente religiosa e dal
padre, un liberale sprezzante di ogni fede. Ha fondato l’Istituto delle Suore
dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in cui chiedeva alle religiose di
essere contemplative nell’azione, ponendo al centro della loro vita Gesù
Eucaristia. Infine sarà proclamato Santo anche il sacerdote maltese Giorgio Preca, vissuto nel secolo scorso, fondatore della Società
della Dottrina Cristiana dedicata alla formazione dei giovani. Don Preca ha anticipato il Concilio Vaticano II promuovendo
l’apostolato dei laici. Divulgatore della devozione della Madonna del Carmine,
diceva ai suoi giovani di praticare la Beatitudine della mitezza ad imitazione
di Cristo Crocifisso: la mitezza – affermava don Preca
- “può cambiare
il mondo!”
Nomine
Il Santo
Padre ha nominato membro della Congregazione per i Vescovi il cardinale
Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo.
Pace e
famiglia al centro dell’incontro tra Italia e Santa Sede,
nel 78.mo
anniversario dei Patti Lateranensi
Intesa
sulla promozione della pace nel mondo, confronto sincero sulla famiglia: è ruotato
intorno a questi due grandi temi l’incontro bilaterale Italia-Santa
Sede, ieri, in occasione del 78.mo anniversario della
firma dei Patti Lateranensi. Due ore di colloqui, nella splendida cornice di
Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata italiana presso
la Santa Sede, che – secondo la nota di Palazzo Chigi
– hanno “ulteriormente rafforzato” i rapporti tra Roma e il Vaticano. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
Un incontro caratterizzato dal
binomio serietà e serenità: questo il commento del cardinale segretario
di Stato, Tarcisio Bertone, a margine del tradizionale appuntamento per
l’anniversario dei Patti Lateranensi. Tradizionale, ma
rinnovato nella sua articolazione: le delegazioni si sono, infatti, incontrate
alle 17, un’ora prima del ricevimento per proseguire a tappe successive fino
alle 19. L’evento ha offerto alle massime autorità italiane e della Santa Sede
un’occasione per confrontarsi su alcuni temi chiave, non solo italiani, come lo
stesso cardinale Bertone ha voluto sottolineare:
“Abbiamo parlato con molta serenità e molta
serietà. Abbiamo parlato non solo dei problemi italiani. Bisogna guardare anche
fuori dall’Italia, anche ai problemi internazionali,
in cui la Santa Sede, la Chiesa, è fortemente impegnata e l’Italia dà una buona
mano”.
Dal canto suo, la presidenza del Consiglio,
attraverso una nota di Palazzo Chigi, ha evidenziato
che nell’incontro si è trovata una “particolare sintonia sui temi relativi alla
politica internazionale e soprattutto sulla necessità di moltiplicare gli sforzi”
per la pace, “in particolare” in sede ONU e dell’Unione Europea “e per
affrontare i problemi dei Paesi meno sviluppati”. Tuttavia, non poteva mancare
un confronto sul tema della famiglia, dopo l’approvazione dei DICO sulle coppie
di fatto. Sul tema, ecco le parole del cardinale Bertone:
“Abbiamo parlato anche della famiglia, senza
dubbio, nei termini che la Chiesa pone sempre con la sua chiarezza ma con il
rispetto di tutte le istanze”.
Dunque, chiarezza e rispetto. Anche Palazzo Chigi, d’altro canto, ha voluto sottolineare che nei
colloqui sono state “precisate e chiarite in modo costruttivo le rispettive
posizioni”. Altro tema significativo oggetto di confronto, i rapporti tra Santa
Sede e governo cinese. Ancora, il segretario di Stato vaticano:
“L’Italia, nei suoi rapporti con la
Cina, spinge a un’apertura, anche verso la Santa Sede. L’Italia sarebbe
contenta che si affrettassero le relazioni diplomatiche con la
Cina. Ma la Cina, come la Chiesa, ha dei tempi,
se non possiamo dire biblici, tempi e prospettive comunque a lungo termine”.
E il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha confermato questo particolare impegno del governo
italiano:
“Noi ci siamo sempre impegnati per cercare di
arrivare ad un rapporto pieno e normale, che tenga conto delle legittime
preoccupazioni del Vaticano”.
L’incontro è stato preceduto da una manifestazione
di un gruppo di militanti radicali e dello SDI all’insegna dello slogan “No al
Concordato”. Una richiesta, alla quale il presidente del Senato, Franco Marini,
ha risposto così:
“Parlare di
superamento del Concordato mi sembra una cosa fuori dalla
realtà”.
Al di là di questa manifestazione di un gruppo
sparuto, all’interno di Palazzo Borromeo, l’incontro
si è svolto in un clima particolarmente cordiale. Soddisfazione è stata
espressa dal capo dello Stato italiano, Giorgio Napolitano e dal
premier Romano Prodi. Positivo anche il giudizio del cardinale vicario
Camillo Ruini, presidente della CEI.
Mons. Elio Sgreccia: per un
credente è legittimo il ricorso
all’obiezione di coscienza se la vita umana è a rischio
Quando la
vita umana, nata e non nata, può essere messa in pericolo da pratiche mediche –
dall’aborto, alla sperimentazione sugli embrioni, all’eutanasia – il medico o
il farmacista credente può e deve mettere in atto l’obiezione di coscienza. E’
l’assunto centrale emerso stamattina dalla presentazione, nella Sala Stampa
vaticana, del Convegno organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita e
intitolato “La coscienza cristiana e il diritto alla vita”, cui hanno preso
parte il presidente dell’organismo vaticano, l’arcivescovo Elio Sgreccia, il vicepresidente, mons. Jean
Laffitte, il vescovo di Sydney, Anthony
Fisher e la prof.ssa spagnola, Monica Lopez Barahona. Il 23 e il 24
febbraio prossimi, docenti, scienziati, esperti di morale di tutto il mondo si
riuniranno in Vaticano per affrontare gli interrogativi etici e sociali che le
nuove frontiere della ricerca scientifica e del diritto internazionale pongono
alla sensibilità dei credenti, in particolare quelli che operano nel campo
medico. Il servizio di Alessandro De Carolis.
Qual è il rapporto tra coscienza morale e diritto
alla vita? Si può ricorrere all’obiezione di coscienza in modo legale di fronte
ad azioni che violano questo diritto? E quanta sensibilità c’è oggi nelle
legislazioni nazionali e internazionali rispetto alle problematiche bioetiche?
Domande cruciali, queste ed altre, per il Congresso internazionale promosso
dalla Pontificia Accademia per la Vita, che si svolgerà nell’Aula nuova del Sinodo,
in Vaticano, tra giovedì e venerdì prossimo, in occasione della 13.ma Assemblea generale dell’Accademia Pontificia. “Siamo
convinti che non soltanto c’è uno spazio legittimo per la coscienza cristiana
nella società pluralista, ma c’è un’utilità per tutta la società
quando la coscienza cristiana può esprimersi e può offrire il suo
contributo”, ha affermato il presidente della Pontificia Accademia per la vita,
l’arcivescovo Elio Sgreccia, uno dei relatori in
conferenza stampa, che è poi entrato nel merito del tema principale:
l’obiezione di coscienza di fronte ad una legge o a una circostanza che non
tuteli o metta a rischio il valore sacro della vita:
“Vorrei far notare che l’obiezione di coscienza non
è l’unica istanza della coscienza cristiana in campo sociale e sanitario.
Innanzitutto la coscienza esige la testimonianza in positivo, nel servizio,
nell’amore per la vita di ogni fratello ma proprio per
il servizio alla vita, per l’onore che spetta ad ogni uomo vivente, è necessario
evitare il male e quando occorre, porre in atto l’obiezione e la protesta anche
di coscienza. L’obiezione di coscienza, se accompagnata da amore di verità, per
ogni persona, non è fuga dalla responsabilità, ma al contrario un’assunzione di
una testimonianza di aiuto”.
Tra i quesiti dei giornalisti, il tema
dell’obiezione di coscienza è stato riproposto da varie angolature. Uno dei
cronisti presenti ha ricordato che il prossimo 6 aprile in Gran Bretagna
dovrebbe entrare in vigore una legge che, intendendo evitare discriminazioni,
consentirà l’adozione di bambini anche a coppie omosessuali. Le agenzie
cattoliche britanniche preposte alle adozioni dovranno adeguarsi pena il porsi
in una situazione di illegalità. Ecco, sulla questione, l’opinione di mons. Sgreccia:
“Io sostengo, credo di non sbagliare, che
l’obiezione di coscienza è pienamente fondata e mi meraviglierei se in una
nazione come l’Inghilterra, solitamente ritenuta la patria delle libertà
fondamentali si rifiutasse di riconoscere questa obiezione da parte dell’agenzia
o si insistesse nel fatto di porre un aut aut - o
accettate o chiudete - perché questo sarebbe il contrario della libertà.
Quindi, spero che questo non avvenga o che comunque susciti qualche ricorso
alla Corte dei diritti dell’uomo. C’è una tendenza tuttavia nell’Europa, per
esempio anche nella Convenzione di Oviedo, ad ignorare l’obiezione di
coscienza. L’obiezione di coscienza, intendiamoci, non rimedia tutto, rimedia
soltanto per colui che la fa. Ma almeno che questo sia salvaguardato come
libertà della persona”.
Del resto, ha osservato il vicepresidente
dell’Accademia Pontifica, mons. Jean Laffitte, oggi l’obiezione di coscienza si concepisce, da
un punto di vista giuridico, sostanzialmente in ambito militare o medico.
Tuttavia, il ricorrere all’obiezione viene svuotato di
senso laddove una legge obblighi ad esempio un medico o un infermiere a non
rifiutare l’aborto, esponendosi così a sanzioni. C’è allora possibilità di
sottrarsi per un credente all’obiezione di coscienza? Si tratta di un richiamo
morale obbligatorio o no? Mons. Sgreccia
ha ribadito:
“Questo non vuol dire automaticamente che uno debba
esprimere per iscritto, subito, l’obiezione di coscienza, ma vuol dire che
qualora il soggetto - medico, infermiere o farmacista - venisse
posto in quelle condizioni, è tenuto ad avvertire l’obbligo di salvaguardare la
vita. Il Magistero avverte, dichiara, poi il soggetto sa e prende coscienza e
quando si trova nella circostanza, deve ricordare questo fatto”.
Nessun
piano di riunificazione degli anglicani sotto il Papa:
così, la Commissione
anglicano-cattolica risponde
alle indiscrezioni del Times
Non c’è
alcun piano prestabilito per riunificare gli
anglicani alla Chiesa cattolica sotto l’autorità del Papa: è quanto sottolinea
la Commissione internazionale anglicano-cattolica per l’Unità e la Missione.
L’organismo ecumenico risponde così alle indiscrezioni pubblicate ieri dal
quotidiano londinese The Times, che riferisce di un
documento preparato dalla Commissione per la riunificazione delle due Chiese.
Sulla vicenda, il servizio di Alessandro Gisotti:
Le voci su un piano “per riunire” cattolici ed
anglicani “sono del tutto esagerate”: è quanto si
legge in una nota della Commissione internazionale per l’Unità e la Missione, a
firma dell’arcivescovo cattolico John Bathersby e del
presule anglicano, David Beetge, in risposta ad un
articolo del Times. Nella nota, si conferma la
prossima pubblicazione di un documento dal titolo “Crescere insieme nell’Unità
e nella Missione”. Tuttavia, viene sottolineato che le
indiscrezioni apparse sul quotidiano londinese “mal rappresentano le sue
intenzioni e sensazionalizzano le sue conclusioni”.
La prima parte del testo, infatti, rappresenta un “tentativo di sintesi del
lavoro dottrinale della Commissione”, nel corso degli ultimi 35 anni. Certo, rileva
la nota, si mette in luce il “livello di accordo raggiunto” in seno alla Commissione,
ma altrettanto chiaramente “si identificano le tematiche sulle quali esistono
dei contrasti”. Per questo, si legge ancora, il documento vuole con “grande
onestà” valutare lo stato delle relazioni attuali dei rapporti tra cattolici e
anglicani.
D’altro canto, avverte l'organismo ecumenico,
questo documento “non afferma nulla di nuovo sul Ministero petrino”. La seconda
parte del documento vuole invece indicare “iniziative concrete”, identificando
quelle prospettive comuni di “missione, studio e preghiera” che sono già
autorizzate dalla Chiesa Cattolica e dalla Comunione Anglicana. L’articolo del Times fa riferimento ai rischi di scisma all’interno del
mondo anglicano, dopo l’apertura del confronto sull’ammissibilità
dell’ordinazione di vescovi omosessuali. A tal proposito, la nota ricorda che
il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha sempre
ribadito l’importanza del valore dell’unità della Comunione Anglicana. Si
rammentano, infine, le parole di Benedetto XVI che, durante l’incontro del
novembre scorso, con l’arcivescovo di Canterbury, Rowan
Williams, ha espresso l’auspicio che si proceda sulla strada della “comune
aspirazione” per una “piena e visibile unità”, radicata nel Vangelo e nella
tradizione apostolica.
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OGGI
SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio
vaticano - Una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Asia.
Servizio
estero - In evidenza l'Iraq, dove si susseguono fatti di sangue legati alle violenze
settarie.
Servizio
culturale - Un articolo di M. Antonietta De Angelis
dal titolo "Un fiume abbondante di fervore religioso sfociato in secoli di
produzione artistica": al Castello Svevo di Bari
una mostra dedicata alla storia del culto e della rappresentazione di San
Nicola.
Per l' "Osservatore libri" un articolo di Valerio De Cesaris dal titolo "La Chiesa di Roma e gli anni di
Paolo VI": la Diocesi del Papa negli anni 1963-1978; uno studio di Marco Impagliazzo.
Servizio italiano - In rilievo il tema delle
ferrovie.
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20 febbraio 2007
Timori e
speranze all’indomani del vertice di Gerusalemme fra Abu Mazen, Olmert e Condoleezza Rice
Il segretario
di Stato americano, Condoleezza Rice,
è giunta ad Amman, in Giordania, per discutere con re Abdallah
II dei risultati del vertice tripartito di ieri a Gerusalemme, con il
presidente palestinese, Abu Mazen,
e il premier israeliano, Olmert, in cui – lo
ricordiamo – è stato rilanciato l’impegno per una soluzione basata su due
Stati, l’accordo per un nuovo incontro e l’adesione agli impegni presi. In
proposito, Francesca Sabatinelli ha raccolto la
riflessione di padre Pierbattista Pizzaballa,
custode di Terra Santa:
R. – Non bisogna essere troppo trionfalistici e
nemmeno troppo catastrofisti, il fatto che si siano
incontrati è già molto importante in sé. E’ vero poi che concretamente non ci
sono conseguenze straordinarie ma è importante che si
incontrino. E’ chiaro che poi dobbiamo passare ai fatti e per questi penso che
ci vorrà ancora molto tempo prima di vederli.
D. – Padre Pizzaballa,
questi fatti dipendono da quello che sarà il futuro governo palestinese...
R. - Sì, ma non solo: dipende da un lato ovviamente
dal futuro governo palestinese che sarà, da quanto capiamo, un governo di unità
nazionale ma che dovrà avere un carattere moderato che consenta un dialogo
sereno con Israele, soprattutto con la comunità internazionale. Dipenderà anche
dalla capacità del governo di Israele di voler veramente un dialogo con
l’interlocutore palestinese.
D. – Padre Pizzaballa,
gli uomini che ci sono oggi sono in grado, saranno in grado di arrivare
effettivamente, non dico ad una pace ma ad una sorta di accordo? Quali sono i
limiti che vediamo?
R. – E’ una domanda che ci facciamo tutti veramente
da molto tempo. L’impressione è che i nostri leader, tutti in generale, siano
abbastanza deboli, non dico che non abbiano coraggio ma
forse non riescono ad imporre una visione o comunque non si riesce molto a
capire che le loro componenti politiche di supporto siano piuttosto in difficoltà
in questo momento. Penso che una delle crisi principali, un po’ in tutto il
Medio Oriente, sia proprio questa mancanza di leader, con visione e con
coraggio.
D. – Quindi, a questo punto, quali sono le
ripercussioni sui popoli?
R. – Naturalmente tutta la gente soffre,
israeliani, palestinesi, musulmani, cristiani ed ebrei, in un modo o
nell’altro, è evidente che quando ci sono queste situazioni di impasse, di
paralisi politica, l’economia non può nemmeno volare, e
infatti qui non vola.
D. – Il ruolo degli Stati Uniti è fondamentale
perché è anche su questo che si gioca la partita politica di Bush, sembra quasi che l’amministrazione non intenda
mollare. Questo vuol dire che ci sono sì delle speranze che alla fine, sotto
pressione degli Stati Uniti, si arrivi a qualcosa?
R. – Molto dipende dagli Stati Uniti, dalla loro
capacità di imporre un itinerario politico a tutti gli interlocutori ma sicuramente
anche per gli Stati Uniti non sarà semplice; il Medio Oriente è un ginepraio,
non è semplice districarsi nelle situazioni politiche locali mediorientali, in
Terra Santa ancora di più. Sicuramente ci vorrà tempo ma
quello che è importante è che ci sia una visione e la determinazione a portarla
avanti.
D. – In questo ginepraio, mi rifaccio proprio alle
sue parole, la Chiesa cattolica in che modo si trova a lavorare?
R. – Noi, come Chiesa, come cristiani, siamo come
tutti gli altri, non è che noi siamo esenti da tutte queste difficoltà. Quello
che noi dobbiamo fare è lavorare, soprattutto lavorare nel campo formativo,
educativo, nelle scuole, negli ospedali, nelle chiese, stare con la gente, nel
nostro piccolo, ed aiutare soprattutto la gente a non rinchiudersi nel suo
dolore, nella sua sofferenza, cercare sempre di guardare avanti con serenità.
Questo è il nostro lavoro e la testimonianza che possiamo dare.
Presentata
a Roma la prima edizione della Clericus Cup,
campionato di calcio
a 11 rivolto a preti e seminaristi
Una bella
esperienza sportiva ma anche un’operazione culturale in grado di promuovere i
valori educativi dello sport. Lo ha detto il presidente del Centro Sportivo
Italiano, Edio Costantini, presentando questa mattina
a Roma la prima edizione della Clericus Cup, torneo di calcio a 11 rivolto
ad iscritti ai Collegi, alle Università, ai Convitti e ai Seminari Pontifici.
C’era per noi Amedeo Lomonaco:
(musica)
Mancano pochi giorni al fischio d’inizio della Clericus Cup. L’appuntamento è
per sabato prossimo al Pontificio oratorio di San Pietro. Non è la Coppa del
Mondo, ma il mondo è ben rappresentato: i religiosi e seminaristi che
parteciperanno al torneo provengono infatti da 37
Paesi di tutti e cinque i Continenti. Non giocheranno campioni di fama
internazionale ma comunque la classe dei sudamericani, il vigore atletico degli
africani e la tradizione della scuola europea saranno degnamente rappresentati.
Su questa iniziativa ascoltiamo Edio Costantini, presidente
del Centro Sportivo Italiano che promuove il torneo:
R. – E’ un investimento culturale oltre che
un’esperienza di sport vissuto e culturale perché possano loro, a loro volta,
saper investire nello sport – nel calcio, come in altri sport – come strumento
anche pastorale. E che possa da qui davvero venir fuori una sorta di nuova
primavera per lo sport in parrocchia.
(musica)
Questo torneo è anche una nuova pagina di sport. E’
quanto sostiene il presidente del Coni, Gianni Petrucci:
R. – Questo è un torneo che deve certamente
divertire e chi avrà la fortuna di partecipare a questo campionato lo
interpreta, oltre che nella sua originalità, anche in una nuova pagina dello
Stato Città del Vaticano che vuole entrare in questo grande organismo che è lo
sport mondiale.
(musica ed effetti sonori)
Ma quali sono i legami tra Chiesa e sport? Risponde
il direttore dell’Ufficio nazionale CEI per la pastorale del tempo libero,
turismo e sport, mons. Carlo Mazza:
R. – All’interno della Chiesa c’è una forte
stimolazione a far sì che lo sport in genere, e il calcio in modo particolare,
sia un momento di gioia, di festa e soprattutto di educazione. Lo sport
diventa, dunque, un grande strumento e un valore strumentale per poter far sì
che la persona cresca bene, armonicamente, al servizio della propria riuscita,
ma anche al servizio della convivenza civile.
Le squadre iscritte alla Clericus
Cup sono 16; tra queste ci sono quelle del Vicariato
di Roma, del Pontificio seminario croato, del Seminario Romano Maggiore e del
Collegio Nordamericano. Non è da escludere poi un derby tra le formazioni del
Laterano e della Gregoriana. La formula è quella della Champion’s
League e la finale verrà disputata
nello Stadio dei Marmi. La Radio Vaticana augura a tutti un
ottimo campionato. E che vinca il migliore!
(musica)
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20 febbraio 2007
Apre i
lavori la Commissione “Verità ed Amicizia”
per riconciliare le popolazioni di Indonesia e Timor
est
Ha aperto
i lavori la Commissione mista “Verità e Amicizia”, istituita dai presidenti di
Indonesia e Timor Est per riconciliare la popolazione dei due Paesi, indagando
sulle violenze del 1999 e ricercando soluzioni condivise. La Commissione – come
riporta l’agenzia Fides - ha iniziato ad ascoltare i principali testimoni della
violenza che causò oltre 1.400 morti a Timor Est. Fra le personalità chiamate a
deporre sono il presidente indonesiano dell’epoca, Yusuf
Habibie, il ministro degli Esteri, Ali Alatas, l’ex capo delle Forze Armate, il generale Wiranto ed il leader della milizia filo-indonesiana “Aitarak”, Enrico Guterres, già
condannato nel 2002 a 10 anni di carcere per crimini contro l’umanità,
dimezzati in appello. Negli anni scorsi, le Nazioni Unite hanno accusato
l’Esercito indonesiano di aver reclutato e armato le milizie che compirono stragi indiscriminate e distrussero l’80 per cento
delle infrastrutture a Timor Est durante le violenze che seguirono al referendum
del 1999 che sancì l’indipendenza di Dili
dall’Indonesia. Prima di iniziare le udienze la Commissione “Verità e amicizia”
ha lanciato un appello a diffondere uno spirito di ottimismo e speranza per il
futuro, senza dimenticare il passato ma riconoscendo gli errori, le difficoltà
e i segni dolorosi che ha lasciato. La Chiesa cattolica nei due Paesi guarda con
favore all’attività della Commissione - di cui è membro anche mons. Petrus Turang, arcivescovo di Kupang a Timor ovest in Indonesia - evidenziando che
l’iniziativa sta trovando crescenti consensi fra la gente, stanca dei
conflitti, della violenza, della vendetta. (R.G.)
L’invito
ai sacerdoti ad una costante conversione personale,
nella Lettera per la Quaresima del cardinale Cipriani Thorne,
primate del Perù
In una
lettera indirizzata a tutti i sacerdoti peruviani in occasione della Quaresima,
il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di
Lima e primate del Perù, ha invitato “ad una costante conversione personale”.
Sottolineando che la Quaresima “è un’occasione che non dobbiamo sprecare”, il
porporato ha esortato i sacerdoti ad approfondire la verità sul senso della
croce. “In questi tempi in cui viviamo – ha spiegato – la Chiesa ci chiede di
testimoniare questo ‘segno di contraddizione’, specialmente
ai sacerdoti”. A loro, chiede che in questo tempo forte di conversione
rivolgano il loro sguardo a Cristo. Tuttavia, ha precisato il cardinale Cipriani Thorne, “solo in un
clima di preghiera e di penitenza questo sguardo può rimuovere le cose più
intime dalla nostra coscienza, per amare di più e in modo migliore Cristo
crocifisso”. “Usciamo da noi stessi – ha esortato poi il porporato – dai nostri
pensieri egoisti, dai nostri sentimenti capricciosi, dai nostri affanni di
imporci agli altri. Apriamo la nostra vita intera al grande abbraccio della
misericordia del Padre. Ci aspettano le anime nel sacramento della Riconciliazione!”.
Infine, l’invito ai sacerdoti a guardare la vita con sincerità e coraggio, con
la speranza nell’eternità. Per questo è necessaria la conversione perché “al
sacerdote che è concentrato su sé stesso sfugge sempre la realtà della vita
eterna”. (R.M.)
Dopo
l’appello del Papa all’Angelus per la pace sociale in Guinea,
il “grazie” della
Chiesa locale accanto alla popolazione sofferente
“Le parole
del Papa sono di grande conforto per tutta la comunità cristiana della Guinea”.
Questo il commento di padre Come Traoré, incaricato
delle Comunicazioni sociali nell’arcidiocesi di Conakry,
capitale del Paese africano, dopo l’appello lanciato da Benedetto XVI, domenica
scorsa all’Angelus, per il “rispetto dei diritti umani e civili” nella Guinea.
Il Papa ha auspicato che con il “dialogo” si possa superare
la grave crisi politica e sociale, che ha già causato numerose vittime, riportando
la particolare apprensione espressagli dai vescovi della nazione. “Abbiamo
tutti apprezzato il forte richiamo di Benedetto XVI” che “ci ha rafforzato nel
continuare le attività a favore della popolazione così provata”, ha dichiarato
all’agenzia Fides padre Traoré, riferendo
sull’attività di assistenza alle vittime degli scontri degli ultimi giorni, da
parte della Chiesa cattolica: 36 i volontari dell’arcidiocesi che operano negli
ospedali locali, molto apprezzati anche dalla comunità musulmana, maggioritaria
in Guinea. Permane intanto nel Paese lo stato d'assedio, decretato dal 12 al 23
febbraio dal presidente Lansana Conté,
che ha imposto il coprifuoco dalle 18 alle 12, accorciato ieri di 6 ore, mentre
le organizzazioni non governative locali denunciano centinaia di arresti
arbitrari. Almeno 113 i morti, da gennaio, durante le manifestazioni di
protesta e gli scioperi generali decretati dai sindacati, che hanno interrotto
le discussioni avviate con il governo esigendo la revoca dello stato d'assedio.
(R.G.)
I vescovi
della Slovacchia e della Cechia istituiscono
Commissioni
storiche su collaborazionismo
Dopo
l’episcopato polacco, anche i vescovi della Slovacchia e della Repubblica Ceca
hanno deciso di fare luce sulle “zone grigie” della Chiesa dell’ex-Cecoslovacchia durante il regime comunista. L’intenzione
è di condurre un’inchiesta storica globale sul fenomeno del collaborazionismo,
piuttosto che un’indagine sistematica sui singoli casi, come è stato invece
deciso dai vescovi polacchi. Nella Repubblica Ceca è stata già istituita una
Commissione speciale integrata da storici che indagherà in particolare sui
rapporti della Chiesa locale con la Polizia segreta del regime, la famigerata StB. In Slovacchia, invece, la Commissione sarà costituita
nelle prossime settimane. Sarà composta da storici e
presieduta da mons. Viliam Judak, vescovo di Nitra. L’indagine in questo caso coprirà il periodo del
regime comunista dal 1948 al 1989, ma anche quello precedente del regime
filo-fascista del sacerdote Jozef Tiso
al potere in Slovacchia dal 1939 al 1944 e responsabile della deportazione di
70 mila ebrei.
Con il riaccendersi in queste settimane del dibattito sui preti collaboratori,
i vescovi dei due Paesi nati dalla separazione pacifica del 1993 hanno ripetuto
a più riprese che la Chiesa di quegli anni è stata innanzitutto vittima e
perseguitata. (L. Z.)
Una nuova
Radio per la pace in Medio oriente,
sostenuta da Nelson Mandela
Incoraggiare
il dialogo per la pace fra israeliani e palestinesi: questo l’obiettivo della
nuova stazione Radio commerciale “93.6 RamFm”, presentata
oggi alla stampa a Tel Aviv dopo mesi di trasmissioni sperimentali. Con due
studi allestiti a Gerusalemme e a Ramallah,
l’emittente in lingua inglese può essere ascoltata in gran parte della
Cisgiordania, oltre che in zone della Giordania e nell'area centrale di
Israele. In futuro sarà diffusa anche via
Internet. Il suo pubblico è stimato in
almeno mezzo milione di persone. Promotore dell’iniziativa, il sudafricano Issie Kirsh, ha voluto riproporre
l’esperienza maturata negli anni Novanta con la Radio “702” che - come ha
confermato l'ex presidente Nelson Mandela, in un
messaggio registrato - si rivelò uno strumento utile
per i sudafricani per rimarginare le ferite dell'apartheid. Andrew Bolton, il responsabile dei servizi giornalistici della
nuova Radio, che va ad affiancare un'altra emittente pacifista, “All for peace”,
ha sottolineato che questa Radio vuole diventare una ''piattaforma'' dove israeliani e
palestinesi possano dialogare liberamente. ''Dove inizia il dialogo - ha osservato Kirsh - cessano i combattimenti'.
(R.G.)
Portorico: 'no' della Chiesa a riconoscimento unioni di fatto
nel nuovo Codice Civile
Il
presidente della Conferenza episcopale portoricana, mons. Roberto González Nieves, arcivescovo di San Juan
di Porto Rico, ha
espresso la contrarietà della Chiesa all’equiparazione legale delle unioni di
fatto al matrimonio tradizionale. Intervenendo a un’audizione parlamentare
sulla bozza di riforma del Codice Civile, presentata nei giorni scorsi al
Senato della Repubblica, il presule ha spiegato che non si può “ridefinire la
natura del matrimonio”, in quanto ciò “oscurerebbe i valori fondamentali che
appartengono al patrimonio comune ed originario della famiglia umana”.
"L'opposizione della Chiesa al riconoscimento legale delle unioni di
omosessuali - ha precisato - non significa disconoscere i diritti di una
persona umana indipendentemente dal suo orientamento sessuale”. Mons. González Nieves ha anche
ricordato che "l'uomo non può ridefinire la natura creata da Dio". Il
presule ha precisato che altri punti della riforma del Codice cui la Chiesa è
contraria riguardano la sperimentazione sugli embrioni umani, la procreazione
assistita e la registrazione anagrafica dei cambiamenti di sesso. “Non siamo
d’accordo che il Registro Demografico venga usato per
alterare un fatto storico, immutabile, come è il sesso di una persona al
momento della sua nascita", ha detto l'arcivescovo. (L.Z.)
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20 febbraio 2007
- A cura di Roberta Moretti -
- Almeno
21 morti, una quarantina di feriti e oltre 130 intossicati per 4 esplosioni in
Iraq. Un’autobomba è esplosa a Saidiyah, quartiere
meridionale di Baghdad, vicino a una stazione di benzina, causando sei morti.
Un’altra è esplosa in un mercato di Doura, sempre
nella zona sud, provocando cinque morti. Una terza autobomba ha fatto poi
almeno quattro morti vicino al mercato di al-Rashid.
Ancora morti, sei, e 135 intossicati per l’esplosione di un ordigno su un
camion che trasportava bombole di gas di cloro a Taji,
a nord della capitale.
- Un
centro di reclutamento di giovani per la guerra in Iraq sarebbe presente nella
città marocchina di Tetouan, nei pressi dello Stretto
di Gibilterra. Lo afferma il Washington Post,
aggiungendo che circa due dozzine di combattenti sono stati addestrati e
reclutati in loco da Al Qaeda e poi inviati in Iraq negli ultimi 18 mesi. Fonti
dell'Intelligence USA hanno rivelato che tracce di DNA di attentatori suicidi in Iraq hanno confermato che almeno due erano
originari di Tetouan.
- E’
saltato, proprio per le polemiche collegate alla condotta della guerra in Iraq,
l’incontro tra il vicepresidente degli Stati Uniti, Dick
Cheney, e il ministro nipponico della Difesa, Fumio Kyuma. Cheney,
che si trova a Tokyo per una visita di tre giorni, ha deciso di non partecipare
l’incontro a causa delle critiche espresse dal ministro giapponese alla
politica estera americana, specialmente in merito alla guerra in Iraq.
-
Nell’Afghanistan sudorientale, un attentatore suicida travestito da medico si è
fatto esplodere durante una cerimonia in un ospedale di Khost,
uccidendo se stesso e ferendo tre soldati americani. Ieri, intanto, un soldato
americano è morto in scontri a fuoco nella zona di Naray,
nella provincia di Kounar, portando a 12 il numero
dei soldati stranieri morti in Afghanistan dall'inizio dell'anno.
-
Rimaniamo in Afghanistan, dove la Camera alta del Parlamento ha approvato, con
41 voti a favore e 16 contrari, la controversa amnistia che cancella tutti i
crimini commessi durante gli ultimi 25 anni di conflitti. La legge, che per
entrare in vigore ha bisogno della firma del presidente Karzai, di fatto impedisce che anche i più spietati "signori
della guerra" siano mai processati per le atrocità di cui si sono
macchiati. Per questo, l'iniziativa ha già suscitato le proteste di molti
gruppi di tutela dei diritti umani. Nelle settimane scorse, il portavoce di
Karzai ha escluso che il capo della Repubblica islamica metta
il sigillo all'amnistia.
- Nel
Pakistan occidentale, un afghano accusato di essere una spia degli americani è
stato decapitato e mutilato da militanti integralisti islamici. L’omicidio è
avvenuto nella zona tribale del nord Waziristan, che secondo Washington e Kabul ospita postazioni dei combattenti
taleban afghani e di terroristi islamici di Al Qaida. Intanto, nel Punjab, un
presunto fondamentalista islamico ha ucciso a colpi d'arma da fuoco una responsabile
politica provinciale, impegnata nella difesa dei diritti delle donne.
- Il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Ali Larijani, è
partito stamani per Vienna, dove incontrerà il direttore generale dell'Agenzia
internazionale per l'energia atomica, El Baradei. Il colloquio avviene mentre
El Baradei si appresta a
presentare al Consiglio di Sicurezza dell'Onu un
rapporto sulle attività nucleari di Teheran, dopo che
le Nazioni Unite hanno deciso di intimare all’Iran una sospensione
dell'arricchimento dell'uranio. Il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha intanto
nuovamente rifiutato ogni richiesta di sospensione delle attività atomiche.
- “Siamo
fianco a fianco sul tema dell'Afghanistan, entrambi decisi alla stessa identica
politica: manteniamo le truppe che abbiamo e il territorio di responsabilità
che abbiamo, ma siamo anche preoccupati di dare uno sbocco politico al problema
afgano”: è quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano, Romano
Prodi, durante la conferenza stampa congiunta con il suo omologo spagnolo,
Zapatero, al termine del
14.mo vertice
bilaterale fra Italia e Spagna, svoltosi a Ibiza. I due capi
di governo hanno discusso anche della “priorità” dell'America Latina e del Caribe “per la politica estera” di Italia e Spagna;
dell’impegno comune per la cooperazione sui temi migratori e sociali; e
dell’“applicazione piena delle direttive esistenti in materia di liberalizzazione
del mercato elettrico e del gas".
- Andiamo
in Italia. Un militare di 30 anni, originario di Salerno, è morto tre giorni fa
a Roma per un tumore dovuto ad una presunta contaminazione da uranio
impoverito. Salgono così a 45 le vittime della cosiddetta Sindrome dei Balcani,
mentre i malati sono 513. Il giovane era un volontario dell'Esercito, più volte
in missione nell’area balcanica, dalla quale era tornato affetto da Linfoma di Hodgkin. La morte è arrivata dopo una lunga malattia e
quattro trapianti.
- E sempre
in Italia, i boss mafiosi avevano progettato l'uccisione dell'ex presidente
della Commissione antimafia, Giuseppe Lumia,
parlamentare dei Ds. Il piano è stato scoperto dalla
Procura di Palermo, che ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini
preliminari (gip) due ordini di custodia cautelare in
carcere. I provvedimenti riguardano Domenico Virga,
capomafia di Gangi (Palermo), già detenuto, e
Salvatore Fileccia, ritenuto uomo d'onore della
famiglia mafiosa di "Palermo Villagrazia".
- Il primo
ministro francese, Dominique de Villepin,
ha confermato che il piano di ristrutturazione di Airbus
prevede la soppressione di 10 mila posti di lavoro. De Villepin
ha anche indicato di aver chiesto che non vi siano “licenziamenti
secchi” a Louis Gallois, il
presidente di Airbus e presidente esecutivo di EADS,
la casa madre del costruttore europeo di cui lo Stato francese detiene il 15%.
- La
Russia, pur reagendo “in modo adeguato e ponderato” all'espansione della NATO, non si farà coinvolgere nella nuova corsa agli
armamenti. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Lavrov,
che ha riferito l'allarme del suo Paese per i piani per installare lo scudo
spaziale USA nell'Europa dell'est.
- E’
salito da 5 a 8 il numero dei focolai di influenza aviaria nei distretti della
regione di Mosca, anche se solo in due casi è già stato confermato che il virus
H5N1 appartiene al ceppo asiatico, altamente patogeno
e quindi potenzialmente pericoloso per l'uomo. Per gli altri casi, le autorità
stanno attendendo l'esito delle analisi. Intanto, il capo del servizio
sanitario russo, Ghennadi Onishenko,
ha ammonito che il vero pericolo sarà costituito dall'imminente migrazione
degli uccelli in primavera.
- E’
salito a 68 morti il bilancio del tragico attentato di ieri sul "treno
della pace", che collega India e Pakistan. La polizia ha arrestato un
sospettato e ha diffuso l'identikit di due sospetti. Finora, nessuna
rivendicazione. Trovati, inoltre, sul treno due ordigni inesplosi, nascosti in
borsoni. “Una tragedia dai contorni disumani”, l’ha definita il cardinale Telesphore Toppo, presidente della Conferenza episcopale
indiana. Il porporato ha descritto gli attentatori come persone “accecate
dall’odio e dall’ignoranza che cercano di distruggere il processo di pace”. Da
parte sua, il presidente del Pakistan, Musharraf, ha
affermato che l'attentato non fermerà il processo di pace fra i due Paesi,
mentre il premier indiano, Singh, ha parlato di “atto
di terrorismo”.
- E’
rientrato l’allarme tsunami lanciato oggi dall'Indonesia, dopo un terremoto sottomarino di magnitudo 6,9 della scala
Richter al largo delle isole Molucche. Lo ha reso noto l'agenzia meteorologica
indonesiana, secondo cui l'epicentro del sisma è stato registrato 45 km a sud
est di Labuha, sull'isola di Bacan,
nella provincia orientale delle Molucche del Nord.
-
L’Australia manderà una missione diplomatica in Corea del Nord fra poche settimane,
per cominciare a ristabilire le relazioni, dopo il recente accordo in cui Pyongyang ha promesso di mettere fine al suo programma
nucleare in cambio di aiuti sotto forma di carburante. Lo ha annunciato oggi il
premier australiano, Howard, dopo una lunga
telefonata con il presidente USA, Bush.
- Sono riesplosi con violenza i combattimenti in Ciad tra i
movimenti ribelli e l’esercito regolare. I ribelli ciadiani
ostili al presidente Idriss Deby
hanno attaccato la sua città natale, Fada, che si
trova a oltre 900 chilometri a nord-est della capitale. Secondo un portavoce
dei ribelli, il bilancio sarebbe di 63 morti, 45 feriti e 34 prigionieri fra i
ranghi dell'esercito governativo. Alle origini del conflitto in Ciad, anche
lotta per il controllo delle risorse petrolifere del Paese, come ci conferma
Angelo Turco, analista delle dinamiche politiche africane, intervistato da
Stefano Leszczynski:
R. - Il petrolio, così come in
altri Paesi dell’Africa subsahhariana, si sta rivelando
anche per il Ciad un elemento di instabilità piuttosto consistente, perché è
una porta molto appetitosa per coloro che detengono il potere e naturalmente
c’è una spinta in più per impadronirsene.
D. - Il fatto che il vertice
franco-africano, conclusosi da poco a Cannes, abbia segnato un po’ un
disimpegno della Francia in Africa, può significare
ora qualcosa per la situazione politica del Ciad?
R. - Sì, perché per quanto la Francia si sia presentata come facilitatrice
di questo mini vertice tra Deby - i sudanesi e i centrafricani - tuttavia non ha manifestato volontà
incisive. Comunque vadano le elezioni in Francia, la politica africana è
destinata ad avere un ridimensionamento e certamente anche per il Ciad si
rimetteranno in discussione non poche opzioni.
- Almeno
12 morti, tra cui un bambino di quattro anni, e una cinquantina di feriti sono
stati coinvolti in una serie di attentati compiuti ieri sera a Mogadiscio, in
Somalia. La città è ormai preda della guerriglia urbana, probabilmente
scatenata dai gruppi islamici. Ieri sera, si parlava di 5 morti e numerosi
feriti. Oggi, si è saputo che altre quattro persone hanno perso la vita in un
differente attacco, così come tre dei feriti ricoverati in ospedale.
- Tre
parlamentari del Salvador, tra cui il figlio di uno dei capi degli “squadroni
della morte” durante la guerra civile nel Salvador, sono stati uccisi in
Guatemala, dove si trovavano per partecipare a una riunione del Parlamento. I
corpi carbonizzati di Eduardo D'Aubuisson, William Pichinte e José Ramon Gonzalez,
membri del partito conservatore al potere nel Salvador, Arena (Alianza Republicana Nacionalista), sono stati trovati a bordo di una macchina
in una strada vicino al villaggio di El Jocotillo, a un’ora di strada da Città del Guatemala.
Insieme con loro, è stato trovato il corpo di un quarto uomo. Ancora non si
hanno tracce sul movente o l’identità degli assalitori.
- Il
presidente colombiano, Alvaro Uribe, ha designato
come nuovo ministro degli Esteri, Fernando Araujo Perdomo, per 6 anni nelle mani delle Forze armate rivoluzionarie
della Colombia (FARC). Perdomo succede a Maria
Consuelo Araujo, dimessasi dall'incarico dopo
l'arresto del fratello, il senatore Alvaro Araujo,
accusato di collusione con i gruppi paramilitari di destra. Lo scorso mese, il
nuovo ministro degli Esteri è riuscito a recuperare la libertà, dopo essere
rimasto per sei anni nella mani delle FARC.
- I
detenuti nei bracci della morte dei penitenziari giapponesi hanno raggiunto
oggi la cifra record di 100. La centesima condanna
alla pena capitale è stata confermata dalla Corte suprema a carico di un
malvivente di 55 anni, Kazuo Shinozawa,
che nel giugno 2000 aveva dato fuoco a una gioielleria appena rapinata,
provocando la morte di 11 persone.
- Oltre
sette mila ispettori sanitari sono stati mobilitati nel sud della
Cina per effettuare controlli sulla diffusione del virus della Sars. In particolare, verificheranno che nella provincia
del Guangdong non sia in vendita la carne dello
zibetto, un animale che si ritiene responsabile della diffusione del virus. I
controlli sono stati lanciati, dopo che le vendite illegali di carne di zibetto
(vietata dal 2003) sono aumentate in gennaio e febbraio.
-
Un’epidemia di morbillo è scoppiata nella Corea del Nord, dove ha provocato
almeno quattro morti, tra cui due bambini, che hanno avuto anche complicanze
polmonari. Ne dà notizia l’agenzia sudcoreana Yonhap, citando informazioni avute dalla Croce Rossa
Internazionale, secondo cui Pyongyang avrebbe chiesto cinque milioni di dosi di vaccino. Le
autorità sanitarie locali hanno dichiarato di essersi trovate impreparate a
fare fronte ad alcune migliaia di casi registrati negli ultimi mesi,
diagnosticati in un primo momento come rosolia.
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