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Sommario del 24/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Il Papa presiede la Messa della Notte nella Solennità del Natale: la riflessione del cardinale Arinze
  • Scambio di auguri natalizi tra il Papa e il presidente Napolitano
  • Nel pomeriggio l'inaugurazione del Presepe in Piazza San Pietro con la benedizione del Papa. Con noi, il cardinale Lajolo
  • Si è speso con costanza e generosità nel servizio alla Chiesa: Benedetto XVI ricorda, così, il cardinale Aloisio Lorscheider, scomparso ieri all’età di 83 anni
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Una missionaria laica tra i poveri della Repubblica Democratica del Congo: la testimonianza di Chiara Castellani
  • La famiglia, prima educatrice alla pace: commento del Forum delle associazioni familiari al Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace
  • Successo al cinema della fiaba “Come d’incanto”, che ripropone il mito di Biancaneve in chiave moderna
  • Chiesa e Società

  • Natale in Terra Santa: il patriarca Sabbah fa il suo ingresso solenne a Betlemme
  • Filippine: i guerriglieri comunisti dichiarano una tregua natalizia
  • Appello dei vescovi del Congo ex-Zaire a fermare i combattimenti nell'est del Paese
  • Iniziativa natalizia in Corea del Sud: pulire le spiagge dal petrolio che all’inizio del mese ha inquinato le coste occidentali
  • Alle Isole Salomone, festa e catechesi per l’arrivo del Natale e la preparazione alla GMG 2008
  • "Anche nella sofferenza impariamo a guardarci con l'amore di Dio": il Natale dei missionari di Madre Teresa al fianco dei malati di Aids
  • "Festa per la famiglia cristiana": la Chiesa spagnola attende in piazza, a Madrid, un milione e mezzo di persone
  • Le perplessità del vescovo di Verona sull'ipotesi di tenere aperti i negozi anche a Natale
  • Poveri, carcerati e malati: al pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio sono invitate migliaia di persone in tutto il mondo
  • Pranzo di Natale: le famiglie lombarde ospitano gli stranieri che vivono negli ostelli della Caritas
  • 24 Ore nel Mondo

  • In Thailandia, vince il partito dell'ex premier Thaksin esiliato dai militari
  • Il Papa e la Santa Sede



    Il Papa presiede la Messa della Notte nella Solennità del Natale: la riflessione del cardinale Arinze

    ◊   Il mondo cristiano si appresta a celebrare la Natività di Cristo, “il grande mistero dell’amore che non finisce mai di stupirci”, come ha detto ieri il Papa all’Angelus. Benedetto XVI presiederà alle 24.00 nella Basilica di San Pietro la Messa della Notte. La celebrazione sarà trasmessa da circa 90 network televisivi di tutto il mondo. La Radio Vaticana seguirà l’evento a partire dalle 23.50. Domani alle 12.00, dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, il Papa rivolgerà all’umanità il suo messaggio natalizio con i saluti in varie lingue e la Benedizione “Urbi et Orbi”. In questo caso saranno oltre 90 i canali televisivi a trasmettere in diretta l’evento. La nostra emittente seguirà l'avvenimento dalle 11.50. Quello di quest’anno è il terzo Natale presieduto da Benedetto XVI. Ascoltiamo in proposito il servizio di Sergio Centofanti.


    (Tu scendi dalle stelle)

     
    “Dio è così grande che può farsi piccolo. Dio è così potente che può farsi inerme e venirci incontro come bimbo indifeso, affinché noi possiamo amarlo. Dio è così buono da rinunciare al suo splendore divino e discendere nella stalla, affinché noi possiamo trovarlo e perché così la sua bontà tocchi anche noi, si comunichi a noi e continui ad operare per nostro tramite”.

     
    Così il Papa aveva descritto il mistero del Natale nella Messa della Notte il 24 dicembre 2005. Mistero che si rivela ai semplici, come erano i pastori di Betlemme, persone disprezzate ma disponibili ad ascoltare:

     
    “È questo che a Dio interessa. Egli ama tutti perché tutti sono creature sue. Ma alcune persone hanno chiuso la loro anima; il suo amore non trova presso di loro nessun accesso. Essi credono di non aver bisogno di Dio; non lo vogliono. Altri che forse moralmente sono ugualmente miseri e peccatori, almeno soffrono di questo. Essi attendono Dio. Sanno di aver bisogno della sua bontà, anche se non ne hanno un'idea precisa. Nel loro animo aperto all'attesa la luce di Dio può entrare, e con essa la sua pace. Dio cerca persone che portino e comunichino la sua pace”.
     
    Natale – aveva sottolineato il Papa nella Messa di Mezzanotte dell’anno scorso - è diventata “la festa dei doni per imitare Dio che ha donato se stesso a noi”. Di qui l’invito del Pontefice:
     
    “Tra i tanti doni che compriamo e riceviamo non dimentichiamo il vero dono: di donarci a vicenda qualcosa di noi stessi! Di donarci a vicenda il nostro tempo. Di aprire il nostro tempo per Dio. Così si scioglie l'agitazione. Così nasce la gioia, così si crea la festa”.

     
    E nei banchetti festivi di questi giorni – aveva detto il Papa - ricordiamo la parola del Signore: "Quando offri un banchetto, non invitare quanti ti inviteranno a loro volta, ma invita quanti non sono invitati da nessuno e non sono in grado di invitare te":
     
    “E questo significa, appunto, anche: Quando tu per Natale fai dei regali, non regalare qualcosa solo a quelli che, a loro volta, ti fanno regali, ma dona a coloro che non ricevono da nessuno e che non possono darti niente in cambio. Così ha agito Dio stesso: Egli ci invita al suo banchetto di nozze che non possiamo ricambiare, che possiamo solo con gioia ricevere. Imitiamolo! Amiamo Dio e, a partire da Lui, anche l’uomo, per riscoprire poi, a partire dagli uomini, Dio in modo nuovo!”
     
    Benedetto XVI ieri all’Angelus ha esortato con forza i credenti “ad annunciare a tutti la presenza di Dio in mezzo a noi”, “dono inestimabile”, che tutti gli uomini hanno il diritto di conoscere:
     
    “Modello impareggiabile di evangelizzazione è la Vergine Maria, che ha comunicato al mondo non un’idea, ma Gesù, Verbo incarnato. InvochiamoLa con fiducia, affinché la Chiesa annunci, anche nel nostro tempo, Cristo Salvatore. Ogni cristiano ed ogni comunità sentano la gioia di condividere con gli altri la Buona Notizia che ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito … perché il mondo si salvi per mezzo di lui’ (Gv 3,16-17). E’ questo il senso autentico del Natale, che sempre dobbiamo riscoprire e intensamente vivere”.

     
    (Adeste fideles)

    Il Natale, dunque, è ormai alle porte. Ma come preparare il cuore per una festa così grande? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti:

     
    R. – La nostra fede ci aiuta a vedere che è il Figlio di Dio, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; è sempre Dio che, in pienezza dei tempi, prende la natura umana per la nostra salvezza, che nasce a Betlemme da Maria Vergine. Tutto questo è l’arrivo del Salvatore. Il compimento di questo movimento di salvezza è la sua predizione e specialmente il mistero pasquale e quindi la sofferenza, la morte e la Resurrezione. A Natale, invece, tutto comincia e non c’è, quindi, da sorprendersi se nella celebrazione liturgica il Natale occupa un posto veramente importante. Nel nostro cuore dobbiamo prepararci per l’arrivo del Salvatore, che arriverà alla fine del mondo, ma che è in realtà già arrivato a Betlemme: questo celebriamo nel Natale, il Figlio di Dio nato come uomo.

     
    D. - C’è il rischio che noi cristiani facciamo come gli abitanti di Betlemme che non avevano un posto per accogliere il Dio che viene?

     
    R. – C’è questo rischio. C’è molta gente che quando si dice Natale pensa ad andare al mare se non è freddo o ad andare in montagna, magari a visitare un Museo e ad avere un bel pranzo che dura anche tre ore e fatto di 12 portate, ma anche visitare amici e stare in famiglia, scambiandosi doni. Tutto questo è certamente bello, ma non rappresenta ancora il cuore del Mistero. Dobbiamo fare posto a Gesù, non possiamo avere un Natale senza avere Gesù e quindi il contatto con Gesù nel Sacramento dell’Eucaristia, preparato da una buona confessione. La Chiesa persuade il sacerdote a celebrare la Santa Messa per ben tre volte: a mezzanotte, all’aurora e poi durante la giornata. E’ importante ricevere Gesù nel Santissimo Sacramento, ma anche fare delle Letture Sacre ed avere un riposo spirituale. Non bisogna riempire questa giornata con la fretta e il rumore. Certo è una dimensione importante del Natale, anche quella di fare visita agli amici e alla famiglia.

     
    D. - Come annunciare e testimoniare oggi il Natale?

     
    R. – Gesù viene a salvarci. Viene a salvarci dai nostri peccati ed ognuno di noi può fare un esame di coscienza riguardo alla propria famiglia, al proprio luogo di lavoro, al proprio quartiere e quindi alla società e valutare se c’è bisogno di un momento di riconciliazione con qualcuno, perché quello del Natale è il giusto tempo o se c’è bisogno di perdonare o di avere una maggiore armonia. Ognuno di noi oltre a fare doni a familiari e ad amici, non può e non deve dimenticare i poveri, i senzatetto, coloro che non hanno da mangiare a sufficienza o non hanno un lavoro e gli immigrati. Questo è il tempo per la solidarietà ed è nel pieno spirito del Natale. La solidarietà non è una parola vuota, ma caratterizza la carità, la carità in nome di Cristo. Natale è anche questo; Natale è testimoniare armonia ed amore agli altri e, quindi, giustizia e pace.

    D. - Ancora oggi, nel Terzo Millennio, tanti cristiani vivranno il Natale nella paura e senza libertà, in una situazione di guerra o di miseria…

     
    R. – Purtroppo sì. Il Santo Padre Benedetto XVI ci ha donato un’Enciclica, dove ci dice che siamo salvati nella speranza, la speranza che ha come centro Cristo, perché è Cristo che ci dà l’ancora della fede e in Lui impariamo a perdonare, ad accettare gli altri, a rispettare i diritti degli altri. Ognuno di noi può fare qualcosa, ovviamente tutti quanti non possiamo certo essere presidente della Repubblica o primo ministro, ma saremo certamente qualcosa di importante e di grande per la nostra famiglia, saremo certamente qualcosa dove lavoriamo. Bisogna promuovere l’accettazione degli altri, la carità e, quindi, la giustizia e la pace. Gesù Bambino in Betlemme porta la pace a tutti gli uomini di buona volontà.

     
    D. - Un suo augurio per questo Natale…

     
    R. – Il mio augurio a tutti gli ascoltatori e a tutti gli amici è un augurio di giustizia e di gioia che soltanto Dio ci può donare; un augurio di pace interiore che soltanto Dio ci può dare; un augurio di un tempo tranquillo e di una celebrazione di grande spessore spirituale, oltre certamente l’aspetto umano e sociale.

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    Scambio di auguri natalizi tra il Papa e il presidente Napolitano

    ◊   Il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e il Papa hanno avuto una ''cordiale conversazione telefonica'' in occasione del Natale. A darne notizia è il Quirinale che precisa che nel corso del colloquio il Pontefice ha rivolto al capo dello Stato italiano ''i più fervidi auguri e ha espresso i sentimenti di vicinanza al popolo italiano''. Da parte sua Napolitano ha ricambiato ''i più sinceri voti augurali per le festività natalizie e il nuovo anno''.

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    Nel pomeriggio l'inaugurazione del Presepe in Piazza San Pietro con la benedizione del Papa. Con noi, il cardinale Lajolo

    ◊   Questo pomeriggio, attorno alle ore 17, viene inaugurato il Presepe di Piazza San Pietro, alla presenza di autorità ecclesiastiche della Santa Sede e di responsabili dei Servizi Tecnici del Governatorato. Si tratta di una tradizione – assieme a quella dell’Albero – voluta fin dal 1982 da Giovanni Paolo II e conservata da Benedetto XVI. L'inaugurazione della rappresentazione della Nascita di Gesù a Betlemme sarà seguita da una Veglia di preghiera, al termine della quale il Papa accenderà il lume della Pace posto sul davanzale della finestra dello studio privato. Giovanni Peduto ha intervistato per l’occasione il presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giovanni Lajolo, chiedendogli innanzitutto quali sono le particolarità del presepe allestito quest'anno:
     

     
    R. - I presepi cercano di presentare il mistero dell’Incarnazione, collocandolo in uno scenario ambientale ed umano caratteristico. Il presepe di San Pietro di quest’anno si ispira a pittori del Rinascimento e si colloca in una grande architettura semidiroccata. Negli Atti degli Apostoli, durante il Concilio di Gerusalemme, l’Apostolo Giacomo applica a Gesù un passo del Profeta Amos in cui si dice che il Messia “riparerà le brecce e risolleverà le rovine della Casa di Davide”. Quanto all’ambientazione umana, come particolarità di quest’anno, possiamo ammirare alcune statue lignee dei Pastori a grandezza naturale, presentate dalla Provincia Autonoma di Trento, e gli angeli dell’artista messicano Agustin Parra, che dona al Presepe vaticano una caratteristica nota internazionale.

     
    D. - Cosa dire davanti a episodi di rifiuto dei segni del Natale nei Paesi di tradizione cristiana?

     
    R. - Ci sarebbe molto da dire da un punto di vista religioso, culturale e sociale, oltre che giuridico. Ma almeno questo mi appare evidente. Non si comprende lo spirito di quella autenticità umana, con tutti i suoi valori, che pure è ben manifesta nella rappresentazione del presepe. Così come, per altro verso, non si comprende il significato della Croce e del Crocifisso, che non è una bandiera rivendicativa, ma l’espressione massima – nonostante tutto – della tolleranza, del perdono, dell’amore di Dio per l’uomo.

     
    D. - Come vivere in modo autentico il Natale?

     
    R. - Anzitutto partecipando alla liturgia di questi giorni, meravigliosa scuola di fede e di umanità. Ma anche non lasciandoci rovinare il clima di interiorità, che è proprio del Natale, da superflui impegni sociali e da eccessi gastronomici. Si rimane poi solo con un senso di amarezza e di solitudine. Meglio prendere in mano in tranquillità qualche bel libro che ci arricchisce interiormente.

     
    D. - Un suo augurio per queste Feste …

     
    Maria e Giuseppe, che ci presentano il Bambino Gesù, ottengano alle giovani famiglie la gioia di aprirsi all’amore dei figli. E che gli anziani, gli ammalati, i poveri non siano lasciati soli. Gesù è il “Dio con noi”. Dobbiamo cercare di farlo percepire a chi ha più bisogno di sentirne la vicinanza, fisicamente e moralmente.

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    Si è speso con costanza e generosità nel servizio alla Chiesa: Benedetto XVI ricorda, così, il cardinale Aloisio Lorscheider, scomparso ieri all’età di 83 anni

    ◊   Cordoglio di Benedetto XVI per la morte del cardinale brasiliano Aloisio Lorscheider, dell’Ordine dei Frati Minori, scomparso ieri all’età di 83 anni. In un telegramma indirizzato all’arcivescovo di Porto Alegre, mons. Dadeus Grings, il Papa ricorda “la costante e generosa” dedizione del porporato alla sua Chiesa, tanto in Brasile quanto nell’Episcopato latinoamericano come anche nelle diverse Congregazioni della Santa Sede di cui ha fatto parte. Il Papa assicura la sue preghiere ai famigliari e alla Chiesa brasiliana ed imparte la sua benedizione apostolica. Anche la comunità francescana ha accolto con tristezza la notizia della morte del cardinale Lorscheider. In un telegramma al ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, padre José Rodriguez Carballo, Benedetto XVI esprime la sua vicinanza ai confratelli del cardinale Lorscheider. Una nota della Conferenza episcopale brasiliana informa che i funerali dell’ex presidente dell’Episcopato del Brasile si terranno il 26 dicembre alle ore 18 nella Cattedrale di Porto Alegre. Le spoglie del cardinale francescano saranno sepolte nel convento Daltro Filho, a 130 chilometri da Porto Alegre, il giorno 27 alle ore 17. (A cura di Alessandro Gisotti)

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   Il Natale in Terra Santa, una chiamata alla riconciliazione: intervista all'arcivescovo Leonardo Sandri.

    In cultura, un saggio di Gianfranco Ravasi sul Natale secondo i Vangeli canonici dell’infanzia.

    Nell’informazione internazionale, in evidenza il Vicino Oriente. Con voi solo guerra aperta, dice Olmert ad Hamas. Netto rifiuto del premier israeliano alle proposte di tregua avanzate dal movimento estremista palestinese.

    Tony Blair abbraccia il cattolicesimo: gioia e rispetto per un lungo e profondo percorso di fede e di ricerca.

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    Oggi in Primo Piano



    Una missionaria laica tra i poveri della Repubblica Democratica del Congo: la testimonianza di Chiara Castellani

    ◊   Luce e acqua a chi non l’aveva mai avuta, un ospedale a chi non conosceva il diritto alla salute: sono gli ultimi traguardi dell’opera di Chiara Castellani, missionaria laica, medico ginecologo e responsabile sanitario dell'ospedale della diocesi di Kenge, a Kimbau, nella Repubblica Democratica del Congo. Laureata col massimo dei voti all'Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma è partita giovanissima nei Paesi del Terzo Mondo, come volontaria, per portare la speranza ai più poveri tra i poveri: un'opera che ha continuato con coraggio anche quando, 15 anni fa, ha dovuto subire l'amputazione di un braccio. Linda Giannattasio ha raccolto la sua esperienza a margine del XXII Convegno internazionale dell’Associazione italiana amici di Raoul Follereau, che si è svolto in questi giorni a Roma:


    R. – Se si deve vedere la storia del Congo, dalla tratta degli schiavi, dal colonialismo belga, che è stato pesantissimo, dalla dittatura di Mobutu, è un Paese che ha profondamente sofferto la politica come violenza, la politica come sopruso, come abuso di potere. Ed è stata anche purtroppo la storia di questi miei sedici anni in Congo, in cui però mi sono trovata a lavorare insieme a gente, ad un popolo profondamente non violento, nelle sue convinzioni, e profondamente assetato di pace e di desiderio di costruire il proprio futuro a partire dalla pace.

     
    D. - Quali sono negli ultimi anni i progressi che sono stati fatti in un Paese come il Congo e quali sono le iniziative future che avete in progetto?

     
    R. – Il Paese è cresciuto moltissimo soprattutto dal punto di vista della propria coscienza politica, proprio in questo senso del controllo non violento della cosa pubblica. In questo, la Chiesa cattolica, che è fortemente integrata nelle tradizioni locali, nella cultura locale, inculturata come si suole dire, riesce anche ad esprimere questo desiderio di pace, questo desiderio di costruire un futuro senza violenza, senza abusi.

     
    D. – I vostri progetti lì, a livello sanitario, a che punto sono e quali sono le iniziative che avete in progetto?

     
    R. – Abbiamo assicurato finalmente luce ed acqua, che era un binomio fondamentale per il funzionamento di un ospedale, essendo il nostro ospedale un ospedale di riferimento di zona. E’ il punto di riferimento, infatti, di una zona sanitaria di 5 mila e 700 kmq e di quasi 140 mila abitanti. C’è tutto un sistema sanitario che adesso si deve far funzionare proprio perché esiste l’ospedale di riferimento. Adesso con luce ed acqua si può cominciare a pensare al microscopio, all’apparecchio radiologico, all’aspetto fotometro, a far funzionare il laboratorio, a far funzionare meglio la sala parto, rendere la sala operatoria degna di questo nome. Avendo poi un ospedale di riferimento che funziona, bisogna che funzioni tutto il sistema sanitario. E lì significherà investire soprattutto sul potenziale umano, perché comunque il progetto più bello che abbiamo rimane la scuola infermieri. E’ fondamentale, perché investire sul potenziale umano, significa investire sul futuro ed anche sul futuro della democrazia e della coscienza del diritto.

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    La famiglia, prima educatrice alla pace: commento del Forum delle associazioni familiari al Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace

    ◊   In una sana vita familiare è possibile fare esperienza di giustizia, amore tra fratelli e sorelle, servizio ai più piccoli, malati o anziani, per questo la famiglia è la prima e insostituibile educatrice alla pace: è quanto si legge nel Messaggio di Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2008. Ma in che modo la famiglia può essere prima educatrice alla pace? Tiziana Campisi lo ha chiesto a Paola Soave, vicepresidente del Forum delle associazioni familiari:


    R. – Prima di tutto, attraverso l’impegno matrimoniale, che è un impegno di reciproco dono per costruire. Quindi, rendersi conto che il matrimonio e la famiglia nascono per un progetto comune, per compiere un’opera a cui sono chiamati che è quella, appunto, di mettere al mondo ed educare le nuove generazioni e quindi, attraverso l’esperienza e le relazioni che le nuove generazioni fanno in famiglia, nascono quelli che saranno i futuri cittadini e quindi il tipo di cittadini e quindi il tipo di relazioni che governerà, poi, tutta la società. Se in famiglia si impara – perché si vive – il dono della gratuità, della responsabilità, della reciprocità, si impara a vivere una relazione umana, un rapportarsi con l’altro che poi sarà trasmesso per osmosi, proprio, all’intera società.

     
    D. – Ma oggi, la famiglia è un luogo dove poter fare esperienze di pace?

     
    R. – La famiglia deve essere luogo dove poter fare esperienze di pace. Oggi è fortemente messa in crisi, questa sua vocazione fondamentale, da una serie di condizionamenti, soprattutto esterni, da una mentalità e da una cultura che non vedono nella famiglia questa soggettività sociale importante. Oggi non è individuato come valore il fare ed essere famiglia; oggi è individuato come valore la realizzazione e la soddisfazione di sé, quasi come assenza di legami, cioè la libertà vera è l’assenza di legami. Invece, la cosa fondamentale da comprendere è che la libertà vera è scegliere un legame che è quello che compie te come persona e ti permette di svolgere poi un compito grande nel mondo.

     
    D. – Come Forum delle associazioni familiari, in che modo intendete impegnarvi tenendo conto del Messaggio del Papa?

     
    R. – Guardi, il nostro impegno vuole essere prima di tutto un impegno di condivisione, attraverso le nostre associazioni, con i bisogni ed i problemi delle famiglie, e momenti di formazione, di educazione delle famiglie stesse ad essere consapevoli della grandezza del loro compito, con l’aiuto – appunto – ad esempio, degli strumenti educativi di cui la Chiesa da tempo si dota. E poi, sostanzialmente, l’altro modo in cui il Forum vuole aiutare la famiglia, è impedire che si snaturi questo soggetto, impedire che venga assimilato a soggetti che non sono famiglia per restituirle tutta la dignità e l’insostituibilità di una funzione di bene comune.

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    Successo al cinema della fiaba “Come d’incanto”, che ripropone il mito di Biancaneve in chiave moderna

    ◊   Natale è tempo di fiabe al cinema. Quest’anno, quella familiare, semplice e ricca di fantasia proposta dall’ultima pellicola prodotta dalla Walt Disney Come d’incanto supera decisamente per incassi e favori del pubblico la cupa e farraginosa vicenda cripto-gnostica de La bussola d’oro. Il servizio di Luca Pellegrini:

    (Musica)

    Nei giorni del Natale portiamo con noi molti dei ricordi della nostra infanzia, quelli che hanno caratterizzato la Santa Notte, il presepe e i regali, la Messa in ora tarda e il pranzo nel giorno della festa, spesso con le famiglie riunite e i piccoli per protagonisti. Sono giorni anche di vacanza: si cerca il riposo, si cerca lo svago. E il cinema ne può essere un ottimo strumento. Si possono vivere momenti di vero incanto, come in un film che già nel titolo riecheggia la ricchezza della fiaba e l’intelligenza della storia: avviene quando due mondi antitetici, quello del cartone animato e quello della realtà, si intersecano e si scambiano i personaggi. Questa volta, nella divertente e coloratissima pellicola di Kevin Lima, “Come d’incanto”, piena di splendide musiche, campione di incassi in America e in Italia – a sottolineare che dopo tanta violenza è l’evasione pura e il divertimento familiare e per tutti a richiamare l’interesse del pubblico – il mito di Biancaneve viene a sconvolgere una già sconvolta, rumorosa e frenetica New York: una principessa viene fatta precipitare da una matrigna cattiva in quel mondo, ossia il nostro, dove raramente le storie terminano con il classico “e tutti vissero felici e contenti”. Questa volta, però, le cose stanno diversamente, con veri topolini e colombe che aiutano la disorientata ragazza, con un bel principe azzurro a combattere il traffico caotico della metropoli americana, con una splendida ragazzina che sente il richiamo del mistero che ogni fiaba porta con sé, con un vero drago e veri incantesimi e un lieto fine di straordinaria freschezza e fantasia. Trionfo dei veri sentimenti, insomma, e certezza per le aspettative di chi, nel cinema, cerca il sorriso, quello proprio e dei figli. Il Natale è anche questo: non trovarsi abbagliati da pseudo-fiabe presuntuose, algide e affette da un cripto-gnosticismo, come quella proposta da “La bussola d’oro”, tratta dal primo capitolo della criticata trilogia di Philip Pullman, tacciato – e non senza ragione – di critica anti-cattolica, ma ribadire le esigenze di una cultura del divertimento che asseconda i sogni anche dei più grandi, quelli che nel mondo faticano, ben lo sappiamo, a “vivere felici e contenti”: difficile, ma non impossibile.
     
    (Musica)

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    Chiesa e Società



    Natale in Terra Santa: il patriarca Sabbah fa il suo ingresso solenne a Betlemme

    ◊   E' iniziato stamattina il Natale di festa e di gioia, per Betlemme: col tradizionale appuntamento che richiama qui, ogni anno, tutta la popolazione locale, sia cristiana che musulmana, uno dei momenti più attesi: l'ingresso ufficiale del patriarca di Gerusalemme dei Latini, Michel Sabbah che attraversa la piazza della Mangiatoia, la piazza antistante la Basilica della Natività, colma di gente. Dopo aver lasciato Gerusalemme, dove aveva ricevuto gli omaggi e gli auguri dei suoi fedeli, scortato da un corteo festoso di macchine, il patriarca ha varcato il muro di separazione che chiude la città palestinese, oltrepassando ben 3 porte: in questa occasione solenne infatti gode del diritto di passare per un'apertura straordinaria, che conduce a Betlemme passando per l'enclave della tomba di Rachele. Quindi accompagnato dai kawass e preceduto dalla fanfara degli scout, il patriarca è passato tra le ali festanti di folla che lo attendevano nella piazza della Natività. Pellegrini molti, da tutto il mondo. Questi ultimi mesi infatti sono stati segnati da una ripresa notevole dei pellegrinaggi, e gli alberghi sono pieni. Secondo il quotidiano israeliano "Jerusalem Post", sono circa 60.000 i pellegrini in arrivo in questi giorni di festività. E i cristiani locali vengono sia dalla Galilea, che dalla Cisgiordania Infatti nel mese di festività natalizie, che giunge fino al 20 gennaio, l'Epifania degli Ortodossi, sono facilitati, per tutti i cristiani, l'ingresso e l'uscita da Betlemme, solitamente condizionati dalla concessione di visti giornalieri o temporanei. 2.500 sono i biglietti distribuiti per la solenne Mezza di Mezzanotte in Santa Caterina, che sarà presieduta come tradizione dal patriarca Sabbah e sarà concelebrata dal nunzio apostolico mons. Antonio Franco. (A cura di Sara Fornari)

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    Filippine: i guerriglieri comunisti dichiarano una tregua natalizia

    ◊   Una tregua per le festività di Natale e dell’ultimo dell’anno. A dichiararla – informa l’agenzia Misna – i ribelli del Nuovo esercito popolare (Npa), collegato al sedicente Partito comunista delle Filippine (Ccp). La stampa locale riporta le dichiarazioni del portavoce Gregorio Rosal: “i ribelli – si legge - osserveranno il cessate il fuoco il 24, 25, 31 dicembre e il 1° gennaio 2008 e la tregua intende anche celebrare l’anniversario del partito comunista filippino”. Nella nota, Rosal sottolinea che la decisione non è una risposta alla sospensione unilaterale delle operazioni stabilita il 16 dicembre scorso (e valida fino al 6 gennaio prossimo) dall’esercito regolare filippino. I ribelli, infatti, accusano l’esercito di aver proseguito le loro azioni militari, in varie zone del Paese. Forte di circa settemila uomini, l’Npa combatte dal 1969 per l’instaurazione di uno Stato comunista nel Paese portando avanti un conflitto già costato oltre 40 mila vittime. I negoziati di pace sono stati sospesi nell’agosto 2004, dopo una terza serie di colloqui infruttuosi a Oslo. (S.G.)

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    Appello dei vescovi del Congo ex-Zaire a fermare i combattimenti nell'est del Paese

    ◊   “Il nostro popolo non ha sofferto abbastanza?”: si apre così il messaggio dei vescovi congolesi, intitolato “Fermate questa guerra”, diffuso sabato da Kinshasa a firma di mons. Laurent Monsengwo, presidente della Conferenza episcopale (Cenco), arcivescovo della capitale e amministratore diocesano di Kisangani. “Se oggi interveniamo – prosegue il documento diffuso dall'agenzia Misna – da una parte è per denunciare con forza tutti i crimini innominabili commessi su cittadini pacifici e dall’altra per richiamare a una rilettura della situazione con lo sguardo al dramma che vivono le popolazioni. È peraltro urgente identificare i veri protagonisti e le cause reali di questo ciclo di violenza nell'est del Paese. Infine occorre che siano interpellati i dirigenti politici, la comunità internazionale e le multinazionali in vista di una risposta adeguata e capace di riportare una pace duratura”. In questo senso la Cenco esprime apprezzamento per la convocazione della conferenza sulla pace e la sicurezza nel Kivu pur sapendo che non ne uscirà nulla se le questioni di fondo non verranno affrontate in tutte le loro dimensioni: “umanitarie, innate, storiche, economiche, politiche, etiche, giuridiche”. Insistendo sul concetto che “un problema politico si risolve col dialogo sincero e rispettosi del diritto nazionale e internazionale”, la Cenco “coglie l’occasione per ricordare che il principio dell’integrità territoriale e dell’intangibilità delle frontiere deve essere rispettato”. (S.G.)

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    Iniziativa natalizia in Corea del Sud: pulire le spiagge dal petrolio che all’inizio del mese ha inquinato le coste occidentali

    ◊   Pulire le spiagge della Corea del Sud, come concreta azione natalizia. È la proposta del presidente della Caritas coreana, mons. Lazzaro You Heung-sik, in seguito al disastro ecologico dello scorso 7 dicembre. In quella occasione la petroliera Hebei Sprint, scontrandosi con una nave vicino il porto di Taean, versò 15 mila tonnellate di greggio nel Mar Giallo. “Per Natale servono preghiere – ha detto mons. You, all’agenzia AsiaNews – ma anche concreta carità, che deve essere praticata in primo luogo nei confronti delle persone e dei luoghi che ci sono più vicini”. Per dare l’esempio, lo stesso mons. You ha passato una giornata a pulire una spiaggia vicina alla residenza episcopale: insieme a lui, tutti i sacerdoti della diocesi. Alta l’adesione all’iniziativa. Le parrocchie delle aree più colpite dal disastro sono, già da tempo, impegnate nei lavori di pulitura e numerosi gruppi di cattolici hanno subito seguito il loro esempio. La Caritas di Seoul, inoltre, provvede ai pasti dei volontari ed alla cura degli animali colpiti. (B.B.)

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    Alle Isole Salomone, festa e catechesi per l’arrivo del Natale e la preparazione alla GMG 2008

    ◊   Tre giorni di preghiera, comunione e festa: il Wainoni Youth Festival ha riunito, nei giorni scorsi, oltre 200 giovani. Meta dell’evento: l’isola di Makika dell’arcipelago di Salomone, nell’oceano Pacifico meridionale. Tra gli obiettivi del Festival, condividere riflessioni sul Natale e preparare la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) del prossimo anno. Sono state tre le principali linee guida, che hanno argomentato le catechesi: i giovani e la fede, le sfide della gioventù, l’esperienza della GMG. Ma come riferisce l’agenzia Fides, non sono mancate anche attività culturali e sportive. Gli organizzatori del Festival – sacerdoti, religiosi e laici – hanno esortato i giovani presenti ad essere membri attivi della comunità, perché il futuro della Chiesa appartiene a loro. In questo senso, la Chiesa locale sta spendendo molte energie per la pastorale giovanile: la bassa età media della popolazione, spesso con problemi di alcol e legata alla criminalità, ha bisogno di essere indirizzata verso i valori della fede e del bene comune. (B.B.)

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    "Anche nella sofferenza impariamo a guardarci con l'amore di Dio": il Natale dei missionari di Madre Teresa al fianco dei malati di Aids

    ◊   “A Shanti Bavan, nonostante la morte e la sofferenza, abitano la speranza e la vita. I malati forse credono, come Madre Teresa, che se tu muori con un sorriso le porte del paradiso ti saranno spalancate.” Shanti Bhavan è la “Casa di pace” a Kolkata, in India, dove vivono trenta persone malate da Aids. Ad assisterle cinque Missionari della carità, i “fratelli” di Madre Teresa. Uno di loro, Yesudas, ha raccontato ad Asianews in che spirito trascorreranno il Natale, che anche tra loro porta una speranza nuova e inattesa: “Qui il Natale è un volto: il volto del figlio di Dio fatto uomo. Lui ci guarda e pone una mano sulla spalla quando ci sentiamo soli o disperati. Siamo come una famiglia, persone diverse eppure unite, in comunione in mezzo alla sofferenza. Come ha pregato Gesù: ‘Possano essere una cosa sola come noi lo siamo’. Anche nella sofferenza, impariamo a guardarci con l’amore di Dio”. Molte le storie di speranza di cui Yesudas è stato testimone ogni giorno, grande la sua voglia di condividerle. “Qualche mese fa – continua – qui si è ricoverato il signor Khokan Sarkar, all’ultimo stato dell’Hiv. Anche la moglie e la figlia sono malate. Ma il loro volto era sereno. Prima di andare via, la moglie ha detto a Khokan: ‘Tu non morirai’. Questo loro modo di guardarsi e la certezza che l’altro non sta andando verso la morte, rivelano una presenza. Anche questo è Natale”. Nel 2008 Shanti Bhavan, nata per assistere i malati di tubercolosi, compirà dieci anni di vita. (S.G.)

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    "Festa per la famiglia cristiana": la Chiesa spagnola attende in piazza, a Madrid, un milione e mezzo di persone

    ◊   Una grande festa per vivere con gioia “il dono della famiglia santificata dall’Incarnazione e dalla nascita del Figlio di Dio”: è l’evento che si terrà a Madrid il 30 dicembre, in occasione della solennità della Sacra Famiglia. “Questa iniziativa di movimenti e nuove realtà ecclesiali – spiega l’arcivescovo della capitale spagnola, cardinale Antonio María Rouco Varela – che accolgo volentieri nella nostra diocesi vuole sostenere la famiglia cristiana mediante l’annuncio chiaro della verità che la Chiesa cattolica ci insegna su di essa”. La celebrazione “si inscrive nello sviluppo di una missione destinata ai giovani”, spiega il porporato all’agenzia Sir, e avrà luogo nel 25esimo anniversario della visita di Giovanni Paolo II in Spagna, nel 1982. Due video di Papa Woytjla che parla della famiglia saranno, infatti, trasmessi durante la festa insieme a numerose testimonianze di leader dei movimenti ecclesiali e coppie di sposi. Previsto anche un video collegamento con Roma per seguire l'Angelus. L’aspirazione degli organizzatori è portare in piazza, piazza Colòn, un milione e mezzo di persone e sono già molti i vescovi delle diverse diocesi spagnole pronti ad aderire all’iniziativa. (S.G.)

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    Le perplessità del vescovo di Verona sull'ipotesi di tenere aperti i negozi anche a Natale

    ◊   È proprio necessario fare acquisti anche il giorno di Natale? Questa la domanda posta da mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, ai cittadini della sua diocesi, in un comunicato diffuso dall’Ufficio Pastorale del Lavoro. Il presule si dice contrario all’ipotesi, concretizzata lo scorso anno, di tenere aperti alcuni negozi e centri commerciali della città anche il 25 dicembre. Se da una parte, si legge nella nota, “il mondo del commercio è importante fonte di sviluppo per l’intera società”, dall’altra “siamo convinti che promuovere la qualità della vita significhi anche mantenere un sano equilibrio tra il ritmo di lavoro e lo spazio per il riposo e la festa”. La decisione di tenere aperti i negozi anche “in questo giorno unico e straordinario”, inoltre, “è un segnale che ha una valenza culturale e un valore simbolico che non riconoscono più i limiti del consumo”. Richiamando la tradizione biblica, infine, il vescovo ricorda che “abbiamo bisogno di un tempo abitato dall’Eterno, il solo in grado di svelare ciò che nemmeno il lavoro sa assicurare a se stesso” e invita “chi ha a cuore il benessere integrale della persona a difendere il significato culturale, sociale e – per il cristiano – religioso della domenica e del Natale”. (S.G.)

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    Poveri, carcerati e malati: al pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio sono invitate migliaia di persone in tutto il mondo

    ◊   Da Mosca a Barcellona, da Cochabamba a Città del Messico: al pranzo di Natale con i poveri organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio sono invitate ogni anno decine di migliaia di persone in oltre 60 Paesi. Una tradizione questa che è nata nel 1982 quando un piccolo gruppo di poveri fu accolto attorno alla tavola della festa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma. Oggi, viene coinvolta, in tutte le parti del mondo dove la comunità è presente, la gente che vive nella strada, negli istituti, nelle carceri. La festa si fa nelle chiese, nelle case, ma anche negli enti per anziani, per bambini, negli ospedali, perfino in piazza. Perché il senso è proprio portare lo spirito del Natale anche negli angoli più bui e dimenticati per alleviare, almeno per un giorno, il peso della malattia e della solitudine. Il cibo, un regalo semplice, un piccolo presepe, l’alberello di Natale, ma soprattutto l’amicizia, la gioia, l’attenzione ad ognuno, sono gli “ingredienti” di una festa piena di amore per chi soffre. E in alcuni luoghi, come l’Indonesia, diventa occasione di scambio tra comunità religiose diverse. Per molte persone, dai detenuti del Burkina Faso ai mendicanti della Tanzania, il pranzo offerto da Sant’Egidio è l’unico vero pranzo di tutto l’anno. (S.G.)

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    Pranzo di Natale: le famiglie lombarde ospitano gli stranieri che vivono negli ostelli della Caritas

    ◊   Sono 120 gli uomini, le donne e i bambini stranieri che domani saranno ospiti per il pranzo di Natale di oltre cento famiglie lombarde che hanno aderito all'iniziativa promossa dall'Osservatorio di Milano 'Aggiungi un posto a tavola'. L'Osservatorio - informa l’Ansa - ha invitato le famiglie a ospitare uno o più profughi provenienti dagli ostelli della Caritas: si tratta di persone perseguitate nel Paese d'origine, asiatico o africano, per motivi religiosi o politici. Negli ultimi giorni trenta famiglie romene di Milano e provincia, inoltre, hanno poi chiesto all'Osservatorio di aderire all'iniziativa non per avere un pasto caldo ma per avere uno scambio con le famiglie italiane. ''Questa iniziativa - ha affermato il direttore dell'Osservatorio Massimo Todisco - va nella direzione di cancellare l'immagine di comunità violenta attribuita negli ultimi mesi ai cittadini romeni che vivono in Italia”. (S.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    In Thailandia, vince il partito dell'ex premier Thaksin esiliato dai militari

    ◊   Come nelle previsioni, in Thailandia ha vinto il Partito del potere del popolo, legato all’ex premier Thaksin Shinawatra ora in esilio. Nonostante la mancanza della maggioranza assoluta, il PPP ha incassato l’appoggio di altri partiti per cui sarà possibile formare un nuovo governo. Il nostro servizio:

     
    La Thailandia cerca di voltare pagina all’indomani delle prime elezioni dopo il colpo di Stato del 2006 che aveva causato l’esilio a Londra per il premier Thaksin Shinawatra, accusato di corruzione, ma anche l’imposizione del governo militare. Ad affermarsi nelle consultazioni sono comunque gli alleati dello stesso Thaksin che hanno trasformato il ricorso alle urne in un test per far rientrare in patria il leader politico. In attesa che la vicenda si risolva probabilmente con un’amnistia, il Partito del potere del popolo, ha ottenuto una vittoria importante ma non assoluta con 232 preferenze su 480. “Un’affermazione del popolo thailandese che irragionevolmente perse nel golpe del 2006”, così il leader del PPP. Necessario per governare il supporto di altri partiti che prontamente è arrivato. I risultati ufficiali sono attesi comunque a gennaio, dopo che sarà effettuato un nuovo conteggio. E nel Paese sembra ripartito il processo democratico: è finita infatti la doppia legislatura Thaksin-militari con quest’ultimi pronti a rientrare nel loro ruolo costituzionale come auspicato dallo stesso re Bhumibol nei giorni scorsi. Altro dato rilevante per il Paese la grande affluenza alle urne. La stessa Chiesa locale aveva invitato i cattolici, almeno 250mila nel Paese, a fare il loro dovere di cittadini.

    Uzbekistan
    L’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ritiene le elezioni di ieri in Uzbekistan “non democratiche”. Intanto, si attende la proclamazione senza sorprese del presidente Karimov, al potere dal 1989. La Commissione elettorale ha reso noto che l'attuale capo di Stato ha ottenuto l'88,1 per cento delle preferenze. Sentiamo Giuseppe D’Amato:

    Nel pomeriggio la Commissione elettorale comunicherà i risultati ufficiali. A meno di clamorose sorprese, il presidente uscente Karimov verrà confermato per altri sette anni. A nulla sono valse le proteste dell’opposizione. In novembre, la Commissione elettorale ha ammesso alla consultazione il leader uzbeko, nonostante la costituzione lo vietasse per aver già svolto due mandati. Nel 2000, Karimov fu eletto con oltre il 90 per cento dei voti. Dopo il massacro di Andijan, nel maggio 2005, l’ex Repubblica sovietica ha cambiato alleanze, lasciando il fronte antiterrorista occidentale e ritornando a rapporti più stretti con Mosca. Pesanti sono le critiche delle organizzazioni umanitarie. Secondo diversi organismi, queste elezioni non rispecchiano gli standard democratici internazionali. (Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato)
     
    Russia
    Saranno soltanto 70 gli osservatori dell’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, invitati dalla Russia per le presidenziali di marzo prossimo. Nelle scorse consultazioni avevano partecipato circa 400 membri dell'organizzazione.

    Kirghizistan
    Il Kirghizistan ha un nuovo premier. Si tratta del ministro dell’Industria e dell’Energia, Igor Chudinov, nominato dal presidente Bakiyev dopo la vittoria alle elezioni parlamentari anticipate. Consultazioni che l’opposizione interna e gli osservatori internazionali ritengono non valide.
     
    India
    Nelle elezioni, svoltesi nello stato indiano del Gujarat, si è riconfermato il partito nazionalista al potere. Il Bharatiya Janata Party ha ottenuto 117 dei 182 seggi del Parlamento locale. Per il partito del controverso leader nazionalista Narendra Modi, accusato di aver coperto la rivolta religiosa contro i musulmani nel 2002, si tratta della quarta vittoria consecutiva.

    Libano
    Il Libano cerca una via d’uscita per l’empasse politica nella quale si trova dopo la fine del mandato del presidente Lahoud. Il governo Siniora ha approvato oggi un disegno di legge per emendare l’articolo della costituzione che spianerebbe la strada all’elezione del generale Michel Suleiman. Per l’undicesima volta, il Parlamento è stato convocato il 29 dicembre prossimo. Intanto, la Siria ha accusato gli Stati Uniti di aver compromesso gli accordi per la scelta del nuovo presidente del Libano. Secondo il ministro dell’informazione di Damasco, Washington avrebbe vanificato gli sforzi siriani e francesi per avvicinare le posizioni dei libanesi.

    Medio Oriente
    Nuovo incontro oggi tra i negoziatori israeliani e palestinesi dopo il vertice di Annapolis, negli Stati Uniti. Resta la tensione sui piani edilizi di Israele a Gerusalemme est che l’Autorità Nazionale Palestinese considera come capitale del futuro Stato. Intanto, c'è ancora violenza nella Striscia di Gaza, due membri di Hamas sono stati uccisi e altri due sono rimasti feriti in un raid aereo israeliano. Nelle ultime settimane le azioni di Israele si sono intensificate in risposta al continuo lancio di razzi Qassam contro lo Stato ebraico, 20 le vittime.

    Iraq
    Ennesima giornata di violenza in Iraq. Un’autobomba, a Baghdad, ha provocato la morte di due persone ed il ferimento di altre 4 ma è un bilancio provvisorio. Alla periferia di Baquba, uomini armati hanno rapito 14 occupanti di un pullman fermati ad un falso posto di blocco. Intanto, in un grave incidente, avvenuto a 15 km a nord di Hilla, hanno perso la vita 13 persone, tra questi 12 bambini. L’auto sulla quale viaggiavano è stata investita da un treno merci ad un passaggio a livello.
     
    Afghanistan
    Vittime anche in Afghanistan. Quattro persone sono rimaste uccise in due distinti attacchi nella provincia di Kandahar, nel sud del Paese. Secondo le forze dell’ordine la responsabilità è degli insorti talebani che operano nella zona. Nella provincia di Kunar, invece, i servizi segreti hanno arrestato una donna che portava con sé, celato sotto il burqa, un giubbetto esplosivo per un attacco suicida. Intanto, una nuova escalation di violenza ha provocato in soli tre giorni sono oltre venti morti.

    Iran
    L’Iran sta per lanciare una gara d’appalto internazionale per la costruzione di 19 centrali nucleari da mille megawatt ciascuna. Proprio una settimana fa, la Russia ha ripreso la costruzione del primo reattore nucleare iraniano a Bushehr e ha dato l’avvio alle consegne di combustibile per alimentarlo.
     
    Filippine
    Clima distensivo nelle Filippine. Il nuovo esercito del popolo (NPA), braccio armato del Partito comunista delle Filippine (CPP), non lancerà attacchi in occasione delle feste natalizie e di fine d’anno. L’esercito di Manila, invece, aveva già dichiarato il cessate-il-fuoco dal 16 dicembre.

    Somalia
    Un contingente di un centinaio di soldati burundesi è arrivato oggi a Mogadiscio, in Somalia. I militari si uniscono all’avanguardia del contingente di pace africano, composto da altri 96 soldati giunti da Bujumbura nella notte tra sabato e ieri. Prepareranno il terreno ad ulteriori 800 uomini inviati dall’Unione africana per monitorare la situazione a Mogadiscio, da mesi in preda a scontri tra milizie islamiche e soldati somali appoggiati da truppe etiopi.
    Egitto
    Ad Alessandria d’Egitto è crollato un palazzo di 12 piani. Ancora incerto il numero delle vittime, al momento risultano 20 morti per la maggioranza donne e bambini. Continuano i lavori dei soccorritori per rimuovere le macerie e cercare eventuali sopravvissuti.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Chiara Calace)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 358

     
     
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