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SOMMARIO del 13/12/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • Sconfiggere la violenza attraverso l’educazione dei giovani alla pace: l’esortazione del Papa a 7 nuovi ambasciatori ricevuti in Vaticano
  • Altre udienze e nomine
  • Si è spento a Roma il cardinale Stickler: aveva 97 anni. Il cordoglio del Papa
  • Questo pomeriggio in San Pietro l’incontro del Papa con gli universitari romani
  • Inaugurata dal cardinale Tarcisio Bertone la nuova sede della Libreria Editrice Vaticana
  • Presentato in Sala Stampa vaticana il presepe di Piazza San Pietro
  • Oggi su "L'Osservatore Romano"
  • Oggi in Primo Piano

  • Tutelare dignità e sicurezza dei lavoratori. Così il Papa, per i funerali dei 4 operai della ThyssenKrupp
  • Firmato a Lisbona il Trattato di riforma dell’UE. Intervista con il presidente dell'europarlamento Poettering
  • Inaugurato l'Anno accademico alla LUMSA
  • La sensibilità cristiana aiuti il cinema a non manipolare le coscienze: così il regista russo Sokurov, protagonista al Festival del Cinema spirituale
  • Chiesa e Società

  • Messaggio del Papa all'VIII Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace apertosi oggi a Roma
  • In Messico celebrazione eucaristica di conclusione del 476.mo anniversario delle apparizioni della Madonna di Guadalupe
  • Bangladesh: repentini cambiamenti climatici, dialogo con l’islam e critiche al microcredito da parte dei vescovi di Dhaka
  • Sri Lanka: lanciato appello dalla diocesi di Jaffna per un Natale di pace
  • Niger: inondazioni e guerriglia stanno provocando un’emergenza umanitaria nel nord del Paese
  • I vescovi del Kenya lanciano un appello al rispetto reciproco in vista delle elezioni del 27 dicembre
  • Nasce la Conferenza episcopale dell’Africa occidentale: l’analfabetismo e la disoccupazione tra le sfide da affrontare
  • Una delegazione ecumenica australiana in pellegrinaggio in Terra Santa auspica che rimanga accesa la fiamma della pace in Medio Oriente
  • Messaggio dei vescovi di Cuba per il Natale: la speranza non delude
  • Promossa in tutto il Brasile la raccolta di fondi per sostenere la “Campagna di Evangelizzazione” durante l’Avvento
  • I vescovi del Cile invocano risposte nuove ai profondi cambiamenti nel mondo rurale
  • India: oltre 500 episodi di violenza anticristiana in 23 mesi
  • In Canada, il Consiglio delle Chiese chiede al Governo urgenti misure per combattere la povertà
  • Lettera della Conferenza episcopale canadese al premier Harper sulla pena di morte
  • I vescovi brasiliani chiedono al presidente Lula “la ripresa del dialogo” con mons. Luiz Flavio Cappio, che continua a digiunare per protestare contro il piano di deviazione del fiume San Francesco
  • Il Comitato organizzatore della GMG 2008 per Natale regala la GMG a un giovane dei Paesi poveri
  • 24 Ore nel Mondo

  • Nella conferenza ONU sul clima a Bali, in Indonesia, si lavora per un documento comune ma si teme il fallimento del summit
  • Il Papa e la Santa Sede



    Sconfiggere la violenza attraverso l’educazione dei giovani alla pace: l’esortazione del Papa a 7 nuovi ambasciatori ricevuti in Vaticano

    ◊   L’educazione alla pace, il dialogo interreligioso, la lotta all’AIDS, lo sviluppo sostenibile: sono alcuni dei temi forti affrontati da Benedetto XVI nell’udienza a sette ambasciatori ricevuti, stamani, in udienza per la presentazione delle Lettere credenziali. Si tratta dei rappresentanti diplomatici di Thailandia, Seychelles, Namibia, Gambia, Suriname, Singapore e Kuwait. A loro, il Papa ha rivolto un discorso comune, sul quale ci riferisce Alessandro Gisotti:

    Il dialogo prevalga sulla violenza e il desiderio di pace superi l’individualismo per scongiurare tensioni e rancori che impediscono la riconciliazione delle società: è la vibrante esortazione di Benedetto XVI espressa nel discorso comune ai sette ambasciatori ricevuti in Vaticano. Il Papa ha lanciato un appello affinché i governanti delle nazioni facciano di tutto per “ridonare speranza a quei popoli che sono chiamati a guidare”.

     
    Puissent-elles prendre en compte leurs aspirations…
     
    Li ha così spronati “a tenere in considerazione le aspirazioni più profonde dei loro popoli e fare in modo che possano beneficiare delle ricchezze naturali ed economiche del proprio Paese, secondo principi di giustizia ed equità”. Il Papa si è, quindi, soffermato sull’importanza dell’educazione integrale delle giovani generazioni. Sfida a cui il Pontefice ha dedicato un’ampia parte del suo intervento.

     
    En effet, il ne suffit pas d’une formation techinque…
     
    Oggigiorno, è stato il suo richiamo, “non basta una formazione tecnica e scientifica” per fare delle donne e degli uomini delle persone “responsabili” in famiglia e nei diversi ambiti della società. E’ allora necessario, ha detto, “privilegiare un’educazione fondata sui valori umani e morali che permetterà ad ognuno di questi giovani di prendere fiducia in se stessi, di sperare nell’avvenire”. E, ancora, di curarsi dei propri fratelli, contribuendo allo sviluppo della nazione.
    C’est pourquoi je souhaite que, dans chaque pays…
     
    Di qui, l’auspicio del Santo Padre che, nei Paesi degli ambasciatori ricevuti per le Lettere credenziali, “l’educazione della gioventù sia una priorità”, sostenuta da tutte le istituzioni internazionali che sono “impegnate nella lotta all’analfabetismo”. E’ questo, ha ribadito, un impegno davvero importante per “lottare contro la disperazione che può abitare nei cuori dei giovani ed essere origine di atti di violenza individuali e collettivi”. Benedetto XVI ha, così, assicurato che la Chiesa cattolica, grazie alle sue numerose istituzioni educative, si impegnerà sempre, senza risparmio di forze, per la formazione integrale dei giovani.

     
    Nel discorso all’ambasciatore del Kuwait, Suhail Khalil Shuhaiber, il Papa ha offerto la sua riflessione sui rapporti tra cristiani e musulmani, ribadendo l’importanza del dialogo interreligioso ed interculturale per la promozione della pace. “Questo dialogo”, è il suo monito, “è essenziale per superare le incomprensioni e dar vita a solide relazioni segnate dal mutuo rispetto e dalla cooperazione in vista del bene comune di tutta la famiglia umana”. In particolare, è l’esortazione del Papa, i bambini devono essere educati in “uno spirito di apertura alle altre culture, di rispetto per gli altri e di impegno alla pace”. C’è, ha aggiunto, la necessità di un’ “ecologia umana” che faccia sviluppare un’autentica “cultura dell’onestà, della solidarietà e della concordia”. Ricordando la presenza di numerosi stranieri in Kuwait, e tra loro di molti cattolici, il Papa ha messo l’accento sulla centralità della libertà religiosa. Un diritto fondamentale, garantito dalla costituzione kuwaitiana, che, è stato il richiamo del Pontefice, “rappresenta la pietra angolare di tutto l’edificio dei diritti umani”. Il Papa non ha mancato di ricordare il ruolo positivo che l’Emirato sta svolgendo nel delicato processo di pace in Medio Oriente.

     
    Di dialogo, Benedetto XVI ha parlato anche nel discorso all’ambasciatrice del Gambia, Elizabeth Ya Eli Harding, sottolineando come nel Paese africano si sperimentino “cordiali e pacifiche relazioni tra i fedeli delle diverse religioni”. Il Papa si è augurato che questo clima “sia consolidato e protetto dall’influenza corruttrice delle ideologie che vogliono usare le religioni per fini politici”. Il Pontefice ha ribadito il sostegno della Santa Sede agli sforzi per consolidare la pace nella regione. Riprendendo la “Ecclesia in Africa”, ha affermato che la Chiesa cattolica “dà il suo pieno incoraggiamento e cooperazione a quei governi africani che lottano per rafforzare lo stato di diritto, per sradicare la corruzione” e per contrastare gli abusi di potere. In ogni sfera della vita, è stata la sua riflessione, l’impegno al rispetto della verità è “l’ anima della giustizia”. Per questo, un clima politico basato sul rispetto della verità è “indispensabile alla fondazione di una società civile”. Benedetto XVI non ha mancato di richiamare la lotta contro l’AIDS, auspicando la promozione di una cultura della fedeltà coniugale. Né ha mancato di riferirsi all’emergenza dei rifugiati, che fuggono dalla propria terra per essere liberi dalla miseria e dai conflitti.

     
    “La tragica escalation del terrorismo internazionale” è stata affrontata dal Papa nel discorso all’ambasciatore di Singapore, Barry Desker: in particolare il Pontefice ha condannato duramente ogni “strumentalizzazione della religione per scopi politici, e specialmente il tentativo di giustificare la violenza” chiamando in causa Dio. “Questa nuova minaccia alla pace mondiale – ha aggiunto – esige un rinnovato impegno da parte degli Stati per l’attuazione del diritto umanitario internazionale” in modo da limitare sempre di più “le sofferenze causate dai conflitti armati”. Benedetto XVI ha quindi ribadito “il contributo unico e insostituibile” del matrimonio e della famiglia al bene della comunità: una società a misura di famiglia è la migliore garanzia contro ogni deriva di tipo individualista o collettivista perché “nella famiglia la persona è sempre al centro dell’attenzione in quanto fine e mai come mezzo”. Il Papa ha poi parlato di due diritti fondamentali: la vita e la libertà religiosa. In particolare “il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale – ha detto – è il primo tra tutti i diritti e la condizione per tutti gli altri”.

     
    Sulla promozione della tolleranza religiosa e la cura dei più deboli si è incentrato il discorso all’ambasciatore della Thailandia, Chaiyong Satjipanon. Il Papa ha indicato l’importanza di un’equa distribuzione delle risorse e il rispetto della dignità della persona e in particolare delle minoranze. Come nel discorso comune, il Pontefice ha sottolineato il valore dell’educazione per spezzare il circolo vizioso della povertà e della violenza. Quindi, ha dedicato una parte cospicua del suo intervento alla piaga dell’AIDS, della prostituzione e del traffico sessuale di donne e bambini che affligge la regione. Senza dubbio, ha rilevato, la povertà è un fattore che incide su questo fenomeno. Tuttavia, va riconosciuto che “il declino dei valori morali, alimentato dalla volgarizzazione della sessualità nei media e nell’industria del divertimento conduce alla degradazione della donna e perfino all’abuso dei bambini”. Di qui, il pressante appello del Papa alla comunità internazionale affinché intensifichi gli sforzi per “combattere lo sfruttamento e il traffico sessuale”. Infine, il Pontefice ha incoraggiato il popolo tailandese a percorrere la strada del consolidamento delle istituzioni democratiche, auspicando che le imminenti elezioni siano all’insegna della trasparenza e della partecipazione di tutte le voci della società.

     
    Namibia, Seychelles e Suriname: agli ambasciatori di questi tre Paesi, rispettivamente Peter Hitjitevi Katjavivi, Alain Bulter Payette, Urmila Joella-Sewnundun, il Papa ha rivolto parole di apprezzamento per la collaborazione nei rapporti con la Santa Sede. Il servizio di Fausta Speranza.

     
    La Namibia, tra le più giovani nazioni al mondo; le Seychelles tra le più ricche isole; il Suriname tra i territori con più ricca varietà di etnie e religioni. Benedetto XVI sottolinea ad ognuno le caratteristiche del Paese, per poi ricordare il ruolo che la Chiesa ha giocato nella storia di questi Paesi, in termini di radici cristiane e di contributo di missionari. E ad ognuno esprime raccomandazioni e auspici per il benessere futuro. Della Namibia il Papa ricorda il problema della diffusione dell’HIV, sottolineando il contributo che offre la concezione cristiana dell’amore e della sessualità, che chiede astinenza prima del matrimonio e fedeltà nel matrimonio, assicurando così un contrasto al contagio. Ricorda che “la qualità della vita non si misura soltanto in termini di beni di consumo” e sottolinea dunque, in particolare per i politici, l’importanza dell’educazione e del rispetto della famiglia, “sacra e fondamentale per la stabilità della società”.

     
    Famiglia anche al centro delle parole rivolte all’ambasciatore di Seychelles: “In quanto cellula della società, la famiglia – afferma – guarda alla società per l’incoraggiamento di cui ha bisogno nella sua insostituibile missione”. Rallegrandosi con il governo locale per il contributo assicurato per la costruzione di nuove chiese e per l’impegno educativo della Chiesa, il Papa si congratula per le bellezze naturali, per l’armonia sociale, la solidarietà e i servizi sociali assicurati nelle Seychelles, ricordandone le radici cristiane e auspicando per il futuro che i valori spirituali siano sempre al centro.

     
    Con il pensiero rivolto al Suriname, il Papa ricorda i rapporti diplomatici instaurati con la Santa Sede nel 2004, assicurando che la Chiesa “condivide le aspirazioni del popolo alla pace, l’armonia sociale e la stabilità economica”. Benedetto XVI ricorda il 40esimo anniversario della Populorum Progressio per sottolineare come mettesse a fuoco le sfide che si presentano a Paesi ex colonie nel loro cammino verso una nuova realtà politica. Anche qui il Papa sottolinea l’importanza di non soddisfare soltanto il bisogno di beni materiali ma anche le esigenze spirituali. E si augura che in futuro siano sempre tutelati i diritti basilari di ognuno e sia assicurata solidarietà sociale, in particolare per le minoranze e i poveri.

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    Altre udienze e nomine

    ◊   Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina l’ambasciatore di Grecia, Stavros Lykidis, in visita di congedo, e un altro gruppo di presuli della Conferenza Episcopale del Giappone, in visita "ad Limina".

    Il Santo Padre ha nominato membri del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti mons. Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato per gli Affari Generali; mons. Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il Clero; mons. Jean-Louis Bruguès, arcivescovo-vescovo emerito di Angers, segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica.

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    Si è spento a Roma il cardinale Stickler: aveva 97 anni. Il cordoglio del Papa

    ◊   Si è spento ieri a Roma il cardinale austriaco Alfons Maria Stickler, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa: aveva 97 anni. Benedetto XVI, in un telegramma inviato ai familiari, ha espresso il suo profondo cordoglio per la scomparsa del porporato “per tanti anni sincero e solerte collaboratore della Santa Sede - ha sottolineato – rendendo ovunque una apprezzata testimonianza di fervorosa fedeltà a Cristo e alla Chiesa”. Domani alle 17.00 si svolgeranno nella Basilica Vaticana le esequie presiedute dal Santo Padre.

    Nato a Neunkirchen, nell’arcidiocesi di Vienna il 23 agosto 1910, secondo di dodici figli, ed entrato a far parte dei Salesiani, il cardinale Stickler era stato ordinato sacerdote a Torino a 26 anni. Rettore Magnifico dell’Università salesiana per 12 anni, il 25 marzo 1971 era stato nominato da Paolo VI prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana. In questa veste ha promosso la costruzione del grande deposito sotterraneo per la conservazione ottimale di tutti i codici della Biblioteca ed altri ampliamenti per rendere più agevole il lavoro di consultazione degli studiosi. Tutto questo è stato realizzato grazie ad una ardita operazione culturale-editoriale promossa dallo stesso prefetto in collaborazione con la casa editrice internazionale "Belser", consistente nella pubblicazione in perfetto fac-simile di molti preziosi codici. Perito di tre Commissioni conciliari del Concilio Vaticano II, ha conseguito la laurea honoris causa in Diritto nelle Università statali di Monaco di Baviera, di Innsbruck e di Salisburgo: frutto della sua intensa attività di studioso sono vari volumi e saggi di Storia del Diritto Canonico.
     E’ stato consacrato vescovo e creato cardinale da Giovanni Paolo II con il titolo di San Giorgio in Velabro, diaconia elevata pro hac vice a titolo presbiterale.

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    Questo pomeriggio in San Pietro l’incontro del Papa con gli universitari romani

    ◊   Questo pomeriggio il cardinale vicario Camillo Ruini presiederà nella Basilica di San Pietro la Celebrazione eucaristica in preparazione al Natale per gli studenti universitari degli atenei romani. Al termine della Messa il Papa raggiungerà la Basilica per rivolgere il suo saluto al mondo universitario romano. La Radio Vaticana seguirà l’evento in diretta a partire dalle 16.50 sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Saranno presenti circa 10 mila studenti, insieme ai docenti e al personale amministrativo delle università della capitale. Sul significato di questo appuntamento ormai tradizionale ascoltiamo mons. Lorenzo Leuzzi, responsabile della pastorale universitaria per la diocesi di Roma, intervistato da Giovanni Peduto:


    R. – E’ la comunione fra tutte le comunità accademiche romane, che sempre di più si arricchisce di nuove presenze universitarie, tra l’altro non soltanto italiane ma anche internazionali.

     
    D. – La diocesi di Roma sta puntando l’attenzione per quanto riguarda i giovani sul Sacramento della confermazione: cosa può dirci al riguardo?

     
    R. – Il cammino pastorale della diocesi di Roma per i giovani universitari quest’anno ha come obiettivo la riscoperta del Sacramento della confermazione, che è l’invito che il Santo Padre ha rivolto a tutti i giovani del mondo nel suo messaggio per la GMG di Sydney. L’odierno incontro rappresenta la seconda tappa del cammino di preparazione dei giovani al Sacramento della Confermazione. Sono circa 250 i giovani universitari che hanno chiesto di prepararsi a ricevere il Sacramento della Confermazione e credo che questa esperienza sia molto importante soprattutto nella prospettiva di una testimonianza, sempre più significativa, che i giovani universitari sono chiamati a realizzare nel mondo universitario e nelle aule universitarie. Tutto questo nella prospettiva di quell’impegno di trasmissione della fede che costituisce oggi una delle priorità della Chiesa di Roma.

     
    D. – Mons. Leuzzi, questo pomeriggio in San Pietro sarà presente l’icona della Madonna Sedes Sapientiae. Cosa può dirci al riguardo?

     
    R. – Come ogni anno questo momento pre-natalizio è animato dall’arrivo a Roma e quindi dalla presenza dell’icona Sedes Sapientiae. Quest’anno giunge dall’Albania e verrà consegnata, durante la celebrazione, alla delegazione universitaria della Romania, nazione nella quale l’icona sarà peregrina. Per una provvidenziale coincidenza – direi – che questa occasione rappresenta un momento forte di comunione tra l’esperienza universitaria romana e quella romena, che penso possa essere una delle vie per rinsaldare quei vincoli di amicizia che, purtroppo, negli ultimi tempi si è incrinata per episodi di intolleranza e di mancanza di condivisione.

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    Inaugurata dal cardinale Tarcisio Bertone la nuova sede della Libreria Editrice Vaticana

    ◊   Il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone ha benedetto oggi i nuovi locali della Libreria Editrice Vaticana. Durante l’inaugurazione della nuova sede il porporato ha espresso l’augurio che questo "nuovo inizio" della Libreria Editrice Vaticana “sia di buon auspicio per uno sviluppo, per una moltiplicazione di questo servizio”. C'era per noi Amedeo Lomonaco:


    Sottolineando il valore e il significato di un servizio fondamentale per la trasmissione del messaggio cristiano, quale quello fornito dalla Libreria Editrice Vaticana, il cardinale Tarcisio Bertone ha ribadito, rievocando profondi mutamenti, la centralità dell’attività editoriale. Ascoltiamo il porporato:

     
    “Dai tempi del pennino ad Internet, sappiamo quanti titoli della nostra Libreria editrice si ritrovano in Internet. Tutto ciò dimostra uno sviluppo positivo, uno sviluppo che è apprezzato da ogni parte del mondo. Questa inaugurazione di un nuovo ufficio non può che essere di buon auspicio”.

    Il segretario di Stato vaticano si è quindi affidato all’intercessione di Santa Lucia, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria liturgica:

    “Io mi affido anche all’intercessione di Santa Lucia, che è la Santa della luce, perché una luce sempre più abbagliante possa partire dalla Libreria Editrice Vaticana ed invadere il mondo”.

    La Libreria Editrice Vaticana ha avuto origine il 27 aprile 1587, quando Sisto V fondò la Tipografia Vaticana. Nel 1926 la Libreria fu separata dalla Tipografia e trasformata in organismo autonomo. Lo scopo fondamentale della LEV – si legge nello statuto – è quello legato all'attività editoriale degli atti e dei documenti del Sommo Pontefice e della Santa Sede.

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    Presentato in Sala Stampa vaticana il presepe di Piazza San Pietro

    ◊   E’ stato presentato questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, il presepe di Piazza San Pietro. La rappresentazione della Natività, che avrà 10 personaggi a grandezza naturale scolpiti nella Val di Fiemme, quattro angeli provenienti dal Messico e le statue del presepe realizzato nel 1842 da San Vincenzo Pallotti - quest’anno sarà ambientato nella casa di Giuseppe, a Nazaret. A curare l’allestimento, ispirato al Vangelo di Matteo, è il Governatorato dello Stato Città del Vaticano, che ha steso il progetto della scenografia. Il servizio di Tiziana Campisi:


    “Quando Giuseppe si svegliò, fece come gli aveva ordinato l’angelo di Dio e prese Maria in casa sua. E senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamo Gesù”: si ispira a questo versetto del Vangelo di Matteo l’allestimento del presepe di Piazza San Pietro di quest’anno. La scenografia, che richiama alla realtà palestinese e alle sue tipiche architetture, riprodurrà, sul lato destro della Natività la bottega da falegname di Giuseppe con i suoi tipici strumenti, mentre sul lato sinistro verrà ricostruita una locanda. Sarà segno di vita collettiva, della contrapposizione della vita materiale rispetto a quella spirituale, ma ricorderà anche il viaggio di Maria e Giuseppe verso l’Egitto. Una fontana, poi, indicherà la purezza e la sorgente della vita, mentre il fuoco, nel forno dell’osteria, vuole essere segno della luce che trionfa sulle tenebre ma anche della luce e della forza che vengono da Dio. Tre delle dieci statue che arricchiranno la Natività e che sono state realizzate dall’Associazione Amici del Presepio della Provincia autonoma di Trento, saranno donate alla Santa Sede. I presepi più belli della Val di Fiemme saranno invece esposti dal 18 dicembre al 2 febbraio, nel Braccio di Carlo Magno, dove otto scultori, in piccole botteghe artigiane, daranno vita a nuovi presepi, poi in vendita on line per finanziare progetti di solidarietà in Tanzania e in Sierra Leone. E’ già in libreria, invece, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, “I presepi di Piazza San Pietro”, un volume che racconta i 25 anni dei presepi allestiti davanti la Basilica Vaticana.

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    Oggi su "L'Osservatore Romano"

    ◊   La politica e i Governi ridiano speranza ai popoli: apre la prima pagina l'appello di Benedetto XVI formulato durante l'udienza a sette nuovi ambasciatori presso la Santa Sede.

    Nella politica internazionale in rilievo il Kosovo: all'Onu si acuisce il contrasto sul futuro status della provincia, mentre Belgrado ribadisce il no alla missione europea.

    Russia e Cina si oppongono a nuove misure contro l'Iran: nessuna intesa tra i membri permanenti del Consiglio di sicurezza e la Germania.
     Alla conferenza di Bali, che si avvia a conclusione, si prospetta difficile un accordo sulla lotta ai cambiamenti climatici.

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    Oggi in Primo Piano



    Tutelare dignità e sicurezza dei lavoratori. Così il Papa, per i funerali dei 4 operai della ThyssenKrupp

    ◊   Tutelare “con ogni mezzo la dignità e la sicurezza dei lavoratori” è quanto afferma il Papa nel telegramma letto dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, durante la celebrazione dei funerali dei 4 operai morti nell’incendio scoppiato in un reparto della ThyssenKrupp. Per loro il Santo Padre assicura “fervide preghiere di suffragio” e invoca “sollievo e guarigione” per i feriti. Grande la partecipazione di tutta la città, il silenzio a dominare sull’estremo saluto alle ennesime vittime sul lavoro. Il servizio di Benedetta Capelli:


    Cuscini di fiori bianchi sui feretri dei 4 operai: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino e Bruno Santino. Un contrasto evidente con il fuoco che ha portato via le loro vite nell’incendio alla ThyssenKrupp. “Bare - ha detto il cardinal Poletto - che racchiudono i corpi straziati di questi operai; il dolore indescrivibile delle loro spose, dei figli, dei genitori, dei parenti, dei colleghi di lavoro; lo sbigottimento di Torino intera”. Luogo di lavoro dunque che diventa luogo di morte. L’arcivescovo della città:

     
    "Non ci sono aggettivi adeguati per commentare questo modo atroce di morire. E’ accaduto ciò che non dovrebbe mai accadere, sul posto di lavoro, dove le persone si recano per guadagnarsi il pane con il sudore e la fatica, per costruire un futuro sereno e più sicuro per sé e per i loro figli".

     
    Tutelare la dignità e la sicurezza dei lavoratori, come auspicato dal Papa nel telegramma per questa sciagura, definita dal cardinal Poletto “dramma di tutti”. In attesa del verdetto della magistratura serve una riflessione seria, così il porporato ha richiamato la dottrina sociale della Chiesa:

     
    "Mi sento di ribadire, come da sempre insegna la dottrina sociale della Chiesa, che il lavoro è per l’uomo, e non l’uomo per il lavoro. Questo, in concreto, significa che i diritti dei lavoratori, come tutti gli altri diritti, si basano sulla natura della persona umana e sulla sua trascendente dignità, come il diritto alla giusta remunerazione, il diritto al riposo e soprattutto, il diritto ad ambienti di lavoro e a processi produttivi che non rechino pregiudizio alla salute fisica e specialmente alla vita dei lavoratori".
     
    Nel raccomandare la comunità a non lasciare sole le famiglie nel loro dolore, il cardinal Poletto ha invitato tutti ad assumersi le responsabilità “perché questa in Italia – ha concluso - è una nuova questione sociale. Anzi di più: una nuova questione etica".

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    Firmato a Lisbona il Trattato di riforma dell’UE. Intervista con il presidente dell'europarlamento Poettering

    ◊   A Lisbona è stato firmato oggi il Trattato di riforma dell’Unione Europea, approvato in ottobre. Le nuove regole che governano l'Europa sono state sottoscritte nella storica cornice del Monastero dei Jeronimos, sulle rive del Tago. Dalla capitale portoghese il servizio di Riccardo Carucci:

     
    Il Trattato riformatore dell’Unione Europea, che mette fine alla crisi istituzionale apertasi dopo che nel 2005 i referendum in Francia ed Olanda respinsero il precedente progetto di Costituzione europea, è stato firmato dai capi di Stato o di governo dell’Unione a Lisbona, nel cinquecentesco monastero dei Jeronimos. Il Trattato, che sarà noto come il Trattato di Lisbona, fu in parte preparato dalla presidenza tedesca ed è stato concluso ed approvato a Lisbona il 19 ottobre, sotto la presidenza portoghese.

     
    Si tratta di un testo difficile e complesso, accompagnato da protocolli e dichiarazioni, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2009 se tutti e 27 i membri dell’Unione l’avranno ratificato. La ratifica, se fatta con referendum, presenta non pochi rischi. In pratica il nuovo Trattato, che modifica due precedenti trattati istitutivi, crea la figura del presidente del Consiglio europeo, in carica per due anni e mezzo. Una figura, questa, rilevante e che metterà fine alle costose presidenze semestrali e potrebbe, potenzialmente, entrare in conflitto con il presidente della Commissione. La Commissione sarà ridotta da 27 a 18 membri, con partecipazione a turno dei vari Stati, e uno dei suoi vicepresidenti sarà come una sorta di ministro degli Esteri dell’Europa unita.

     
    Altra novità è che il Trattato introduce, ma solo a partire dal 2014, una più grande possibilità di prendere decisioni a maggioranza anziché all’unanimità per rendere i lavori più scorrevoli. La maggioranza richiesta sarà del 55 per cento degli Stati membri e del 65 per cento della popolazione europea. E’, infine, previsto un ampliamento dei poteri del Parlamento europeo e per non irritare i nemici del federalismo troppo spinto il Trattato evita qualsiasi accenno a simboli comuni europei. Alcuni Paesi, come il Regno Unito in materia di diritti e sicurezza, possono non applicare determinati punti del Trattato. (Da Lisbona, per la Radio Vaticana, Riccardo Carucci)

     
    Dell’importanza del Trattato di riforma delle istituzioni europee, Fausta Speranza ha parlato con il presidente dell’europarlamento Hans Gert Poettering:


    R. – The Reform Treaty is very important, because the Reform Treaty makes it possibile ...
    Il Trattato di riforma è molto importante, perché esso porta maggiore democrazia, maggiore ruolo del Parlamento, una votazione a maggioranza nel Consiglio. Poi, c’è un articolo – l’articolo 51 – che parla delle Chiese e delle comunità religiose. In questo articolo è previsto che le Chiese abbiano un dialogo speciale con le istituzioni europee, che le Chiese siano tutelate nel processo di integrazione europea. Questo è molto importante per la fede cristiana ma ovviamente anche per altri fedi.

     
    D. – Spesso diciamo: abbiamo un’unione economica, ma non abbiamo unità politica. Questo nuovo Trattato è un vero passo verso l’unità politica?

     
    R. – I cannot agree that we have not yet a political union. We might not always be …
    Non posso essere d’accordo sull’affermazione che non abbiamo ancora unità politica. Forse, a volte non siamo tutti d’accordo, ma sempre – o piuttosto, sempre più spesso – troviamo soluzioni nei nostri rapporti con altre nazioni. Per esempio, abbiamo una politica comune nei riguardi degli Stati Uniti, nostri amici; sviluppiamo una politica comune nei riguardi della Russia, con la quale vogliamo vivere in pace ed avere buoni rapporti; sviluppiamo una politica per i Paesi del Mediterraneo e sviluppiamo politiche per i nostri vicini. Ecco che sempre più abbiamo politiche comuni; poi, proprio recentemente abbiamo avuto il vertice tra i capi di governo dell’Unione Europea e quelli africani, al quale hanno partecipato anche – almeno in parte – i responsabili delle istituzioni. Ecco che su scala mondiale, noi sviluppiamo sempre più politiche comuni e questo riguarda anche il problema della sfida dei cambiamenti climatici, per il quale io parlerei piuttosto della tutela della Creazione. Sviluppiamo una politica comune per preservare i nostri ambienti, tutta la Creazione. Credo che questo sia un grande progresso.

     
    D. – Presidente, un esempio – certo, un esempio difficile - è il Kosovo. Lei ritiene che l’Europa si stia muovendo all’unisono per quanto riguarda il Kosovo?

     
    R. – I think we are moving in the right direction, and I hope that in the end ...
    Credo che ci stiamo muovendo nella direzione giusta, e spero che alla fine troveremo una soluzione per il Kosovo. L’ambizione di un’Unione Europea unita sulla questione – importantissima – del Kosovo, è tuttora forte ...

     
    D. – Lei pensa che il nuovo Trattato, firmato oggi, possa inaugurare una nuova era per l’Unione Europea? Voglio dire, c’è qualcosa che manca nel nuovo Trattato, oppure per il futuro lei auspica qualcosa di diverso?

     
    R. – I think this Treaty really opens a new era, because the Treaty makes it possible ...
    Credo che questo Trattato possa veramente inaugurare una nuova era, perché esso renderà più facile il processo decisionale in seno al Consiglio, perché la votazione a maggioranza è il sistema di votazione principale. Abbiamo oggi nel 100 per cento delle legiferazioni, una co-legislazione del Parlamento europeo insieme al Consiglio; abbiamo un maggiore ruolo del Parlamento ed anche un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali. I Parlamenti europei sono partner, nel senso che lavorano per la democrazia in Europa. Abbiamo, per esempio, nuovi articoli che riguardano le nuove sfide – l’immigrazione, le richieste di asilo, le politiche energetiche, i cambiamenti climatici ... Ecco perché penso che siamo sempre più uniti all’interno dell’Unione Europea, e possiamo andare orgogliosi del nostro processo di unificazione. E insieme, dobbiamo entrare nel futuro del XXI secolo.

     
    D. – Ieri a Strasburgo i leader delle tre istituzioni europee hanno proclamato la Carta dei diritti dell’Unione Europea, che con il nuovo Trattato assume il valore giuridico che non aveva dopo la firma a Nizza del 2000…

     
    R. – We, as European Parliament, and myself, as president, and in other positions ...
    Come Parlamento europeo, e io come presidente ma anche prima, abbiamo strenuamente difeso i diritti degli esseri umani, dei cittadini dell’Unione Europea. La dignità dell’essere umano è al centro. Il Parlamento europeo ha sempre insistito che la Carta dei diritti, che era fuori dei Trattati, fosse parte dei fondamenti istituzionali.

     
    D. – Lei è cattolico: pensa che i valori cristiani siano ben rappresentati nella Carta?

     
    R. – I am very convinced that the Christian values are in the Charta, because ...
    Sono fermamente convinto che i valori cristiani sono nella Carta perché è menzionata la dignità dell’essere umano, sono menzionati il principio della solidarietà e della sussidiarietà, la dignità delle persone anziane, dei bambini. Dunque trovo che molti nostri valori cristiani sono nella Carta.

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    Inaugurato l'Anno accademico alla LUMSA

    ◊   Alla presenza del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, è stato inaugurato ieri il nuovo Anno accademico dell’università LUMSA di Roma. C’era per noi Claudia Di Lorenzi:


    Piccola ma in costante crescita, per numero di iscritti, offerta formativa e attività di ricerca. A quasi 70 anni dalla sua fondazione l’Università LUMSA di Roma conta circa 9 mila iscritti, distribuiti fra corsi ordinari e master, scuole di specializzazione, corsi di perfezionamento e dottorati di ricerca. Un polo del sapere a vocazione umanistica che si caratterizza per l'attenzione ai valori etici della persona e si rivela all’avanguardia anche nell’insegnamento delle discipline scientifiche e nell’apertura all'innovazione, al progresso e ai valori della modernità. Un istituto di formazione che ai valori cristiani della fede ispira la preparazione accademica dei suoi allievi. “Un sano umanesimo - ha detto in apertura della cerimonia il prof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore dell’ateneo - può nascere solo dall’incontro tra saperi profani e saperi religiosi”. Un percorso di formazione che trova alimento nella speranza cristiana. La stessa alla quale esorta Papa Bendetto XVI nell’Enciclica "Spe salvi". La ricorda il cardinale Tarcisio Bertone, intervenuto a presiedere la cerimonia:

     
    “Il tempo liturgico dell’Avvento che stiamo vivendo ci conduce in tanti modi al tema della speranza cristiana, quella speranza 'affidabile' di cui parla appunto l’Enciclica. Esiste un nesso profondo tra il desiderio di ricerca e la fiducia nel futuro. L’attuale crisi della cultura, e della cultura universitaria in specie, nasce proprio dalla mancanza di questa risposta alla domanda di speranza che accompagna l’uomo in ogni momento della propria esistenza, ma soprattutto nell’età della giovinezza.”
     
    Rispondendo ad una domanda sul tema della sicurezza e dell’integrazione tra i popoli, approfondito dalla prolusione della prof.ssa Fiammetta Mignanella Calvosa, il cardinale Bertone ha poi sottolineato che “l’opzione fondamentale del cristianesimo è un’opzione per il dialogo e per la convergenza verso ciò che ci unisce”. “Un’opzione che viene dalla tradizione cristiana – ha aggiunto – ma soprattutto dall’insegnamento del Sommo Pontefice”. In conclusione dei lavori, citando ancora l’Enciclica "Spe salvi", il porporato ha ricordato che la natura e la vocazione originaria dell’università è e deve restare quella di luogo di ricerca della verità. Ascoltiamo:

     
    “Studiare in una università di ispirazione cristiana è un dono e una responsabilità. Scoprire l’intima radice genetica che unisce la fede e la ragione, fides et ratio, non è infatti una privata esigenza dello spirito, quasi una sorta di privilegio per alcuni iniziati. Il dialogo e la sintesi tra fede e ragione resta ancor oggi la via privilegiata per la crescita umana e culturale di ciascuno di voi. Cercate e promuovete ogni occasione per approfondire questo legame, perché la fatica dello studio vi apra sempre più il cuore al desiderio di conoscere Colui che sostiene questo stesso desiderio: Gesù di Nazaret”.

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    La sensibilità cristiana aiuti il cinema a non manipolare le coscienze: così il regista russo Sokurov, protagonista al Festival del Cinema spirituale

    ◊   Tra le molte anteprime internazionali curate da Marina Sanna in programma al Festival del Cinema Spirituale Tertio Millennio, spicca la presenza del film "Alexandra" del russo Aleksandr Sokurov, una storia toccante e di grande spessore morale. Luca Pellegrini ha incontrato a Roma il regista. Il servizio:


    Un cinema dell’anima e un cinema della storia: è la caratteristica di tutta l’opera di Aleksandr Sokurov, che ha accompagnato la proiezione a Roma dell’intenso e commovente "Alexandra", il suo ultimo film presentato in concorso al Festival di Cannes e che racconta la visita di una nonna coraggiosa al nipote soldato in Cecenia. Legato ai temi che toccano da vicino la coscienza dell’uomo, il regista russo ricorda ancora con emozione l’incontro che ebbe nel 1998 con Giovanni Paolo II, occasione che lo portò a riflettere sull’arte cinematografica:

     
    (parole in russo)
    Quell’incontro con Giovanni Paolo II mi ha sconvolto. Fino alla fine della mia vita conserverò questo ricordo di luce, soprattutto perché ho avuto occasione di parlare con lui. Quando ho toccato la sua mano ho avuto la sensazione di toccare, se posso esprimermi così, la carne di un angelo. Ricordo l’incredibile sensazione del calore particolare di quella mano che si posava sulla mia, della sua leggerezza. Io amo gli uccelli: quando un uccellino si posa sulle tue mani, sembra che non pesi nulla. Avevo la stessa impressione: un uccellino si era posato sulla mia mano, pesava un nulla ma il calore confermava la presenza di una persona. Dobbiamo lavorare ancora molto per far sì che il cinema diventi ciò che lui aveva chiesto. Perché i registi di cinema non sono abbastanza dediti all’arte soltanto, è come se appartenessero a tante chiese diverse allo stesso momento. Ho l’impressione che i registi si spostino continuamente, cambino facilmente abito e fede, cerchino di parlare lingue che non conoscono, spacciandosi per sacerdoti, trattando temi che non competono loro. Dal punto di vista spirituale, oggi nel cinema c’è un caos. Lo definirei il caos spirituale. Perché il cinema, purtroppo, è onnivoro e rappresenta spesso gli istinti e le pulsioni di un animale anziché quelli di un essere più evoluto. Si comporta nei confronti della società in modo irresponsabile".

     
    Per descrivere la sua professione di regista, Sokurov ha recentemente utilizzato l'immagine dell’educatore contrapponendola a quella del medico. Infatti, il primo spesso sviene alla vista del sangue, il secondo ci convive. E il regista di cinema?

     
    (parole in russo)
    "Al regista non deve importare la vista del sangue. I registi che lo mostrano sono degli immorali disonesti, perché loro sanno che il cinema è uno strumento molto pericoloso: utilizzare la forza dell’immagine per il proprio lavoro e il proprio successo è disonesto. Lo strumento più pericoloso è l’immagine. La questione si pone così: esiste la necessità di portare il personaggio di un film a mostrare il sangue? Il regista può e deve far vedere attraverso l’immagine un delitto in cui è versato il sangue? Molti registi sono dei totali irresponsabili perché l’impatto di un’immagine sull’uomo è di tale forza da provocare nella persona un cambiamento di coscienza in peggio. I registi possono distruggere il faticoso equilibrio raggiunto dall’umanità, rendendo l’uomo profondamente aggressivo e creando danni inimmaginabili. E questa aggressività è irreversibile. Credo sia compito della cultura cristiana porre un argine e fermare questa continua manipolazione della coscienza operata in modo così subdolo dal cinema".

     
    Che cosa è racchiuso in quel respiro finale di "Alexandra", interpretata da un’intensa e commovente Galina Vishnevskaya, quando abbandona il nipote al suo destino? Una sconfitta? Una rassegnazione?

     
    (parole in russo)
    "Nella mia lingua si dice spesso: 'L’anima mi fa male'. E’ come un dolore fisico. Ma il paradosso dell’uomo è che può smettere di soffrire nell’anima, anche quando l’oggetto della sofferenza non se ne va. Non saprei rispondere: la vita sembra essere sempre uguale, non cambiare mai, anche quando l’anima smette di soffrire".

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    Chiesa e Società



    Messaggio del Papa all'VIII Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace apertosi oggi a Roma

    ◊   “Una vera cultura della pace deve affondare le radici nel cuore profondo di ogni persona e rendo grazie a Dio per i risultati raggiunti dagli uomini e dalle donne, impegnati nella pace e nella risoluzione dei conflitti”. Queste le parole inviate in un messaggio scritto da Benedetto XVI all’VIII Summit dei Premi Nobel, apertosi oggi a Roma. Stamani in Campidoglio la consegna del Premio per la Pace, il Peace Summit Award, a George Clooney e Don Cheadle. L’incontro si protrarrà fino a sabato e si è aperto stamani con gli interventi di tre tra i più autorevoli protagonisti della battaglia per la pace ne mondo: Lech Walesa, Mikhail Gorbaciov e il Dalai Lama. Quest’ultimo, accolto da un lungo applauso, si è soffermato a lungo sulla natura compassionevole dell’animo umano. “Il male certamente esiste – ha affermato – ma la maggioranza degli uomini è capace di bontà e mitezza”. Questo occorre alla nuove generazione, che è poi il tema dell’incontro. Sulla stessa linea il fondatore di Solidarnosc che ha sottolineato l’importanza di promuovere un dibattito sui valori fondamentali globalmente condivisi. Valori, questi, che – ha detto – devono venire da Dio che ci indica la strada della solidarietà”. Il ritardo della politica globale rispetto alle tre grandi sfide dell’epoca contemporanea (sicurezza, povertà, clima) è stato sottolineato da Mikhail Gorbaciov. “Dopo tante parole – ha ribadito – occorre passare ai fatti. (Per la Radio Vaticana, dal Campidoglio, Silvia Gusmano)

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    In Messico celebrazione eucaristica di conclusione del 476.mo anniversario delle apparizioni della Madonna di Guadalupe

    ◊   “Juan Diego è stato un vero e autentico missionario oltre ad essere umile e semplice e perciò modello per i figli di ogni messicano”. Così, ieri, l'arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera durante la celebrazione eucaristica di conclusione del 476.mo anniversario delle apparizioni della Madonna di Guadalupe. Il cardinale ha celebrato ieri due Messe: la prima nella cosiddetta “Parroquia de Indios”, adiacente al famoso santuario mariano e poi nella Basilica di “Nuestra Señora di Guadalupe”. In questo santuario sono arrivati, nell’arco di cinque giorni, almeno 7 milioni di persone. Nella sua omelia, il porporato è tornato a ricordare la figura di San Juan Diego sottolineando, inoltre, il profondo significato per il Messico, ma anche per l’intero Continente americano, delle apparizioni della “Madonna meticcia”. Il cardinale Norberto Rivera Carrera ha voluto anche ricordare le prossime celebrazioni natalizie e ha chiamato tutti i cattolici “alla maturità cristiana per evitare di ridurre questa grande nostra festa ad una sorta di festicciola infantile”. Il Natale deve ricordare a tutti e sempre - ha poi sottolineato il porporato - che “nella nostre vite occorre, costantemente, un cambiamento interiore e una autentica conversione; dunque non basta smettere con i cattivi comportamenti ma bisogna cambiare mentalità e abbracciare i criteri del Vangelo”. Ed è proprio il Vangelo, ha ribadito il cardinale, il supremo insegnamento che “ci invita a rifiutare l’ingiustizia, la violenza e l’odio per piantare invece nei nostri cuori la giustizia, la pace e la riconciliazione”. Ricordando il cammino verso Gesù che ci indica Maria, “Santa Maria di Guadalupe”, oggi “ai suoi piedi ci dobbiamo tutti impegnare per sradicare dalla nostra vita personale ogni forma di egoismo affinché tra noi possano regnare la pace, la tolleranza e la convivenza fraterna”. (L.B.)

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    Bangladesh: repentini cambiamenti climatici, dialogo con l’islam e critiche al microcredito da parte dei vescovi di Dhaka

    ◊   “In Bangladesh i continui cambiamenti climatici provocano ogni anno almeno un alluvione o un ciclone, con il rischio per la popolazione locale di essere sommersa”. Così l’arcivescovo di Dhaka, mons. Paulinus Costa, alla guida di una piccola comunità di cattolici in una città di 17 milioni di musulmani, esprime le sue preoccupazioni al riguardo. “Anche la settimana scorsa il Bangladesh ha fatto le sue rimostranze all’ONU che non fa niente per aiutarci. Il governo del Paese è corrotto e la gente è poverissima, con pochissime speranze di ripresa”, ribadisce mons. Paulinus Costa. Per quanto riguarda invece il dialogo con l’islam “i musulmani si rendono conto che la Chiesa cattolica vuole aiutarli ed è bellissimo l’aiuto reciproco durante le emergenze”, aggiunge mons. Thetonius Gomez, vescovo ausiliare di Dhaka e presidente di Caritas Bangladesh. Mons. Gomez spiega che “i musulmani hanno apprezzato molto il lavoro della Chiesa e hanno conosciuto Madre Teresa, che amano ma non possono ammetterlo pubblicamente”. I due vescovi, infine, affermano che “Yunus, il cosiddetto banchiere dei poveri, non ha fatto niente per il Bangladesh. (A cura di Patrizia Caiffa)

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    Sri Lanka: lanciato appello dalla diocesi di Jaffna per un Natale di pace

    ◊   La Commissione diocesana di Jaffna per sacerdoti, religiosi, istituti laici e seminari, ha invitato l’intera popolazione a vivere il Natale all’insegna della pace. Attualmente lo Sri Lanka è un Paese dove guerra e continue violenze, costringono le famiglie a vivere nell’insicurezza e nell’impotenza, senza un lavoro degno, e nel terrore di quotidiani omicidi e rapimenti che violano il diritto alla vita come dono di Dio. Il 2007 è stato un anno di continue violazioni dei diritti umani nello Sri Lanka, come recentemente annunciato dall’Asian Human Rights Commission e nessuno è rimasto esente da questi mali. La diocesi di Jaffna – rende noto l’Osservatore Romano - per il Natale ha invitato i credenti ad evitare celebrazioni sontuose e fasti, per contenere le spese in un momento di vertiginoso aumento dei prezzi nel Paese e a destinare una parte di spesa alle persone indigenti. Sono stati invitati i fedeli ad assistere personalmente tutte le famiglie che hanno perso i loro cari nelle violenze e a partecipare a tutti gli incontri di preghiera organizzati ogni domenica pomeriggio. Come simbolo di pace, infine, sono stati esortati tutti i cattolici dello Sri Lanka ad accendere una lampada davanti alla propria abitazione ogni domenica per un’ora ed a mostrare una “bandiera bianca” con la scritta “pace” per ricordare la nascita di Cristo come “Re della Pace”. (C.C.)

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    Niger: inondazioni e guerriglia stanno provocando un’emergenza umanitaria nel nord del Paese

    ◊   A Niamey in Niger, il Movimento nazionale per la giustizia (MNJ) sta portando avanti una lotta armata per il riconoscimento delle rivendicazioni economiche e politiche delle popolazioni locali. Le mine disseminate dalla guerriglia per le strade assieme ai disastri naturali provocati dalle piogge torrenziali, hanno costretto la popolazione locale ad abbandonare i propri villaggi. Secondo quanto riporta la Fides, sarebbero 20 mila le persone in fuga, di cui 9 mila per le inondazioni e 11 mila per sfuggire alla guerriglia. Il MNJ è formato da Tuareg, una popolazione nomade che vive tra Niger, Mali e Algeria e si sente discriminata dai governi locali. Negli ultimi 10 mesi, il movimento ha ucciso 49 soldati governativi e di recente in Mali ha ripreso le armi contro il governo. Secondo un’ulteriore chiave di lettura, la ribellione Tuareg è vista come una pedina di un gioco più complesso che vede protagonisti alcuni Paesi nordafricani più una serie di competitori internazionali per il controllo dell’uranio, che viene prodotto in grandi quantità nel nord del Niger. Il suolo e le acque del Niger sono profondamente contaminate dall’uranio; il Niger produce 3 mila tonnellate di uranio all’anno, ma la popolazione locale non beneficia di questa ricchezza. Il governo di Niamey sta cercando di ottenere migliori condizioni di sfruttamento, concedendo licenze di esplorazione ad aziende statunitensi, canadesi, cinesi e indiane. (C.C.)

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    I vescovi del Kenya lanciano un appello al rispetto reciproco in vista delle elezioni del 27 dicembre

    ◊   Tolleranza e rispetto reciproco in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 27 dicembre. E quanto chiedono i vescovi della Conferenza episcopale del Kenya, preoccupati per le violenze degli ultimi giorni. Ogni volta che c’è un’elezione – scrivono i presuli nella loro lettera pastorale – si registrano episodi di violenza e la causa è politica. “Non possiamo accettare - ha detto poi il vescovo di Nakuru, mons. Peter J. Kairo - che crimini commessi rimangano impuniti, anche sotto gli occhi della polizia, senza che nessuno sia arrestato”. “E’ molto triste vedere – sottolineano inoltre i presuli nel documento ripreso dall'agenzia Misna – che gruppi di persone possono prendersela con altri” perché appartengono ad un gruppo politico differente o perché fanno parte di un’etnia diversa. Si stima che nelle ultime settimane siano rimaste uccise almeno 20 persone. Sono poi più di 250 le abitazioni incendiate e oltre 16 mila i civili costretti alla fuga a causa di scontri. (A.L.)

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    Nasce la Conferenza episcopale dell’Africa occidentale: l’analfabetismo e la disoccupazione tra le sfide da affrontare

    ◊   Nei giorni scorsi ad Abuja, in Nigeria, è stata annunciata la creazione della Conferenza episcopale dell’Africa Occidentale. Il nuovo organismo – riferisce l’agenzia Misna - nasce dalla fusione della Conferenza episcopale regionale dell’Africa occidentale (CERAO) con l’Associazione delle Conferenze episcopali dell’Africa occidentale anglofoba (AECAWA). “E’ un sogno che diventa realtà”, ha detto l’arcivescovo di Cape Coast, cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, eletto presidente della nuova Conferenza episcopale al termine dell’assemblea congiunta svoltasi ad Abuja dal 5 al 9 dicembre scorsi. “Nella regione – ha sottolineato il cardinale – sono più numerose le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono”. Gli scambi tra chiese locali – ha aggiunto – “non saranno più ostacolati dalla lingua o da barriere artificiali lasciate in eredità dal passato coloniale”. Tra le sfide dell’Africa occidentale – ha poi spiegato il porporato – ci sono quelle del degrado ambientale, dell’analfabetismo e della disoccupazione. Ma anche i conflitti, le nuove forme di schiavitù e il traffico di esseri umani. “Occorre unirsi e cooperare per affrontarle insieme”, ha quindi affermato il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson rinnovando anche l’impegno ad incoraggiare sforzi per il dialogo con le religioni non cristiane, in particolare con l’islam e le religioni tradizionali africane. “Speriamo – ha concluso il porporato – che le relazioni tra cristiani e musulmani diventino robuste e solide come lo sono in Senegal o in Sierra Leone”. (A.L.)

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    Una delegazione ecumenica australiana in pellegrinaggio in Terra Santa auspica che rimanga accesa la fiamma della pace in Medio Oriente

    ◊   Nonostante lo scetticismo diffuso, le Chiese cristiane in Medio Oriente continuano a sperare che il processo di pace riavviato durante il vertice di Annapolis prosegua e si affidano alle preghiere dei cristiani nel mondo. È il sentimento espresso dai leader cristiani di Terra Santa a una delegazione delle Chiese australiane che nei giorni scorsi ha compiuto un pellegrinaggio di solidarietà durante il quale ha incontrato anche esponenti politici israeliani e palestinesi, organizzazioni pacifiste e leader religiosi ebraici e musulmani locali. Della delegazione facevano parte, tra gli altri, mons. Francis Patrick Carroll, arcivescovo emerito di Canberra, ed il Primate anglicano australiano, Philip Aspinall. Scopo dell’iniziativa, organizzata dai Patriarchi e dai capi delle Chiese di Gerusalemme, in collaborazione con il Consiglio ecumenico delle Chiese e il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, era appunto quello di esprimere il sostegno delle Chiese australiane al processo di pace e la loro solidarietà ai cristiani in Terra Santa. E’ stata soprattutto un’occasione per toccare con mano la difficile realtà in cui vive la popolazione nella regione. Un’esperienza che ha profondamente colpito la delegazione. “Conoscere direttamente questa realtà è stato uno shock”, ha riferito l’arcivescovo Francis Carroll, che ha sottolineato anche l’opera meritoria dei movimenti pacifisti e per i diritti umani israeliani. “Ciò di cui ha più bisogno in questo momento la Terra Santa – ha quindi evidenziato il presule facendo eco alle richieste dei leader cristiani locali - sono le preghiere perché si ravvivi “la fiamma della speranza accesa in occasione della conferenza di Annapolis”. Per questo le Chiese australiane intendono promuovere una serie di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica del loro Paese e per incoraggiarla a sostenere attivamente progetti solidarietà. (A.L.)

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    Messaggio dei vescovi di Cuba per il Natale: la speranza non delude

    ◊   “Quest’anno celebriamo i dieci anni da quando a Cuba si è tornato ufficialmente a celebrare il giorno di Natale, dichiarato festa nazionale. In questo modo ci sentiamo uniti ai popoli latinoamericani con cui condividiamo le stesse radici culturali cristiane in una delle tradizioni e celebrazioni più antiche e genuine dell’America Latina e dei Caraibi”: è quanto scrivono i vescovi di Cuba nel consueto messaggio per le festività natalizie, intitolato “La speranza non delude”, che sarà letto il 25 dicembre durante le celebrazioni eucaristiche. “L’assenza per quasi tre decenni della celebrazione ufficiale del Natale, unita ad altri ostacoli di diverso genere, ha fatto sì – si sottolinea nel testo - che più di una generazione non abbia conosciuto il sentimento religioso, di speranza e umanità di questa festa”. “Oggi – scrivono i vescovi - constatiamo che la celebrazione del Natale riceve ogni giorno di più accoglienza tra le persone e le famiglie, il che rivela un anelito che si è mantenuto nel nostro popolo”. Questo contribuisce “al bene della nostra nazione” prosegue il messaggio dei vescovi, pubblicato sul sito internet della Chiesa cubana e ripreso dall’agenzia Misna. I presuli colgono quindi l’occasione per ricordare che nel 2008 si celebreranno anche i dieci anni della storica visita pastorale di Giovanni Paolo II a Cuba: fu lo stesso Papa Wojtyla, ricordano, a chiedere al governo dell’Avana di ripristinare il Natale come giorno festivo. Il messaggio – concludono i vescovi - “si inscrive in un cammino di speranza che vuole intraprendere la Chiesa a Cuba nell’anno che sta per cominciare” animata anche dalla recente Enciclica di Benedetto XVI ‘Spe Salvi’. Nel 2008 inizieranno anche le celebrazioni per il 400.mo anniversario del ritrovamento nella Bahia di Nipe dell’immagine della Virgen de la Caridad del Cobre, Patrona di Cuba. (A.L.)

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    Promossa in tutto il Brasile la raccolta di fondi per sostenere la “Campagna di Evangelizzazione” durante l’Avvento

    ◊   Tra sabato e domenica prossima verrà organizzata in tutto il Brasile la speciale colletta per la Campagna di Evangelizzazione realizzata dalla Conferenza dei vescovi del Brasile (CNBB) che ha per tema “Discepoli e Missionari”. La campagna costituisce un importante strumento per la realizzazione del regno di Dio, perché permette la raccolta delle risorse necessarie a sostenere le azioni di evangelizzazione della Chiesa contando sulle proprie forze e non sugli aiuti provenienti da altri Paesi. In tal senso mons. Dimas Lara Barbosa, vescovo Ausiliare di Rio de Janeiro e segretario generale della CNBB, nella lettera di presentazione della Campagna, invita a sostenere con donazioni la Chiesa Cattolica nell’evangelizzazione, essendo tutti i fedeli corresponsabili di quest’opera. Bisogna superare – riferisce l'agenzia Fides - la mentalità individualistica e soggettiva attraverso un atteggiamento di solidarietà e una fede più matura che si manifesti in azioni coerenti di conversione personale e di trasformazione sociale secondo le esigenze evangeliche. (C.C.)

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    I vescovi del Cile invocano risposte nuove ai profondi cambiamenti nel mondo rurale

    ◊   “E’ un dovere dell’intera nazione vegliare sulla qualità e dignità della vita degli uomini e delle donne che lavorano la terra così come delle loro culture, valori e forme di stabilire rapporti e organizzarsi”. Così, ieri, mons. Alejandro Goić Karmelić, vescovo di Rancagua e presidente della Conferenza episcopale cilena, durante la presentazione alla stampa della lettera pastorale indirizzata a quanti lavorano la terra. Il documento, approvato nella recente 94ma. Assemblea plenaria dei vescovi, analizza con particolare attenzione questioni come la famiglia, i giovani, il diritto al lavoro, l’educazione e le politiche agrarie. Si tratta di un testo molto ampio e articolato che riflette anche sulla presenza della Chiesa nel mondo rurale chiamando alla “conversione e al rinnovamento”, condizioni indispensabili per far nascere “un tempo nuovo”. Dall'ultima Lettera diretta agli uomini del mondo rurale nel 1993, ha spiegato mons. Goic, “abbiamo vissuto un periodo di grandi cambiamenti che toccano tutti gli aspetti della vita”, tra cui la globalizzazione che ha cambiato la produzione agraria. Si è anche assistito a fenomeni come l’emigrazione di giovani dalle campagne. Tutte queste situazioni – afferma il presule – “esigono risposte nuove che tengano conto della storia del mondo rurale, della sua cultura e dei suoi valori”. Bisogna però essere attenti – si sottolinea nel documento - a quattro grandi valori da rispettare sempre: la dignità di ogni persona umana, la solidarietà in ogni ambito e luogo del Paese, il principio di sussidiarietà capace di valorizzare il contributo di ogni persona e organizzazione; il bene comune ed il destino universale dei beni, proteggendo i diritti dei più poveri e sofferenti. La lettera, che porta la data del 12 dicembre, Festa della madonna di Guadalupe, riflette a lungo sulla “vita difficile e disagiata di coloro che vivono e lavorano la terra” e, dunque, sulle molte “tentazioni che spingono tanti uomini e donne ad abbandonare la campagna”. I presuli elencano diverse importanti misure che dovrebbero aiutare a vivere dignitosamente negli ambiti rurali, e, in particolare, sottolineano l’enorme ricchezza religiosa che annida negli uomini e donne della terra. Dalla fede, così autentica e radicata, secondo i vescovi è più che possibile ottenere risorse spirituali, morali e culturali per prestare e dare il proprio indispensabile contributo. (A cura di Luis Badilla)

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    India: oltre 500 episodi di violenza anticristiana in 23 mesi

    ◊   Sajan K. George, presidente del Consiglio globale degli indiani cristiani (GCIC), denuncia ad AsiaNews le violenze anticristiane perpetrate contro religiosi, credenti e luoghi di culto. Un gruppo di cristiani ha raccolto prove che questi episodi di violenza provengono da gruppi di estremisti religiosi indù, protetti da frange del Sangh Parivar, come il Partito Bharatiya Janata e il Rashtriya Swayamsevak Sangh. E’ stata inviata da parte del presidente del GCIC una lettera di denuncia al premier Manmohan Singh chiedendo un urgente intervento contro tali episodi di violenza, definiti peggiori del terrorismo, perché costituiscono una minaccia alla libertà interiore delle persone. L’obiettivo degli estremisti indù è quello di creare un regime di terrore, incoraggiato e sostenuto dai nazionalisti indù, gli Hindutva, che protestano persino contro la polizia che cerca di individuare i colpevoli. Mons. Thomas Dabre, vescovo di Vasai e membro del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani, ha auspicato sforzi comuni: “è fondamentale – ha detto - che leader di diverse religioni combattano qualsiasi forma di violazione dei diritti umani: di donne, bambini, emarginati, migranti, Dalit e tribali e di chi non è ancora nato”. “Tutti – ha concluso il presule - insegnano ai seguaci la fede in Dio e la fede implica che noi tutti siamo bambini di Dio. Questa è la nostra dignità: essere bambini di Dio, e chi nega questa dignità viola i diritti umani.” (C.C.)

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    In Canada, il Consiglio delle Chiese chiede al Governo urgenti misure per combattere la povertà

    ◊   Occorrono delle misure per elaborare e mettere in atto una strategia nazionale per eliminare la povertà in Canada. E’ quanto affermano i leader della Chiesa canadese e i membri del Consiglio canadese delle Chiese in una lettera pubblicata lunedì. “La preoccupazione per i poveri e l’impegno nella lotta contro la povertà – si legge nel testo indirizzato al primo ministro Stephen Harper – sono profondamente ancorati alla nostra religione cristiana, così come nelle altre religioni. Crediamo sia nostro dovere, come Chiesa e come canadesi, preoccuparci delle strutture sociali ed economiche che impoveriscono milioni di bambini, di genitori e di individui”. Per i rappresentanti della Chiesa canadese “la povertà è un attentato alla dignità dei poveri, che priva dell’occasione di far fruttificare i loro doni e di condividerli con il mondo”; essa inoltre intacca “la dignità dei ricchi, perché non condividere i loro beni e la loro persona con i poveri, significa rifiutare di vivere ad immagine di Dio che ha donato la sua vita e la guarigione del mondo”. “Come Chiesa e come Paese – prosegue la lettera – siamo chiamati a considerare le strutture sociali ed economiche che affliggono i poveri e li mantengono nella povertà”. I leader della Chiesa canadese e i membri del Consiglio canadese delle Chiese ricordano, poi, che la povertà riduce le chances di vita a più di 750 mila bambini. “Vediamo i più ricchi della nostra società continuare ad arricchirsi – sostengono i vescovi canadesi – mentre ad altri mancano risorse essenziali come un alloggio ed una remunerazione decente per il lavoro prestato”. La Chiesa canadese evidenzia, inoltre, che gli indigenti sono oggetto di discriminazione e razzismo a causa della loro eredità etnica, culturale o nazionale e che la povertà impedisce loro di acquisire quelle abilità necessarie per riuscire nell’economia del XXI secolo. I leader religiosi del Canada chiedono poi al governo di creare un gruppo di lavoro incaricato di elaborare una strategia nazionale per ridurre la povertà e propongono che, di questo gruppo, facciano parte persone che vivono nella povertà: immigrati e rappresentanti delle comunità autoctone. Infine, la proposta della Chiesa canadese è quella di tenere sotto controllo i tassi di povertà e di pensare ad impegni di budget per i bisogni delle persone più vulnerabili. (T.C.)

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    Lettera della Conferenza episcopale canadese al premier Harper sulla pena di morte

    ◊   Il Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi cattolici del Canada ha espresso preoccupazione in una lettera indirizzata al primo ministro, Stephen Harper, per la possibilità che il governo accetti che i canadesi possano essere condannati a morte e giustiziati da autorità legislative di altri Paesi. “Il fondamento della dottrina cattolica insegna che la vita e la dignità di ciascuna persona umana – scrivono i presuli – devono essere rispettate e protette senza eccezione”; le autorità civili – aggiungono - devono limitarsi a mezzi ‘non sanguinosi’ per difendere e proteggere la sicurezza delle persone contro un aggressore, ‘perché ciò corrisponde meglio “alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana’”. Nel testo i vescovi chiedono al primo ministro e al governo di riconsiderare il loro attuale punto di vista e di attenersi alla politica che è prevalsa fino a questo momento “intervenendo con vigore presso gli altri governi nel momento in cui i canadesi” rischiano una condanna a morte. “La pena di morte – conclude la Conferenza dei vescovi cattolici del Canada – costituisce un grave attentato alla dignità umana e al rispetto fondamentale della vita umana”. (T.C.)

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    I vescovi brasiliani chiedono al presidente Lula “la ripresa del dialogo” con mons. Luiz Flavio Cappio, che continua a digiunare per protestare contro il piano di deviazione del fiume San Francesco

    ◊   La Conferenza episcopale brasiliana ha nuovamente espresso “preoccupazione” per la vita di mons. Luiz Flavio Cappio, vescovo francescano di Barra, nello Stato brasiliano di Bahia. Dopo l’incontro nei giorni scorsi tra mons. Geraldo Lyrio Rocha, presidente della Conferenza episcopale, ed il presidente brasiliano, Luiz Ignácio Lula da Silva, i presuli hanno diffuso un documento nel quale si dichiarano disponibili alla “ripresa del dialogo” tra il governo e mons. Luiz Flavio Cappio. Il presule ha iniziato lo scorso 27 novembre lo sciopero della fame per protestare contro il progetto di deviazione del fiume San Francesco che prevede la creazione di canali per l’irrigazione di fiumi, laghi artificiali e riserve d’acqua destinati, solo in minima parte, a sostenere le popolazioni locali. I vescovi hanno anche suggerito la creazione di una Commissione per studiare meglio l’attuale progetto analizzando le proposte elaborate da enti governativi. Nel promemoria consegnato al capo di Stato brasiliano – rende noto l’agenzia missionaria Misna – la Conferenza episcopale brasiliana ricorda inoltre che il vescovo di Barra aveva già digiunato, nell’ottobre del 2005, contro il progetto di deviazione del fiume San Francesco. I benefici di una simile opera – ha più volte sottolineato mons. Luiz Flavio Cappio – riguardano le industrie e non le popolazioni del nord est. “A causa della complessità del progetto – si legge infine nel documento consegnato a Lula – riteniamo sia necessaria una maggiore discussione”, coinvolgendo tutti i settori interessati. (A.L.)

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    Il Comitato organizzatore della GMG 2008 per Natale regala la GMG a un giovane dei Paesi poveri

    ◊   E’ l’invito del Comitato organizzatore della GMG 2008 a tutti i cittadini australiani di fare un dono natalizio ad uno delle migliaia di giovani dell’Africa, Asia, America Latina e Oceania che non si possono permettere di partecipare alla GMG, ma che ne avrebbero il desiderio. La campagna mira alla sensibilizzazione dei giovani ad allargare i propri orizzonti invitando a partecipare all’evento giovani meno fortunati di loro, provenienti da altre parti del mondo. Saranno a disposizione dei pellegrini speciali “voucher” di partecipazione. Dal 12 dicembre 2007 sono aperte le iscrizioni dei mass-media alla GMG 2008. Il Santo Padre Benedetto XVI compirà la sua prima visita ufficiale in Australia proprio in occasione dell’evento. Tutti gli organi di informazione, nazionali o internazionali, sono invitati a iscriversi on-line al seguente indirizzo Internet: www.wyd2008.org/media. (C.C.)

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    24 Ore nel Mondo



    Nella conferenza ONU sul clima a Bali, in Indonesia, si lavora per un documento comune ma si teme il fallimento del summit

    ◊   Pericolo fallimento al summit sul clima in corso a Bali, in Indonesia. Domani, dovrebbe essere approvato un documento, frutto di 15 giorni di discussione, nel quale i 190 Paesi partecipanti diranno sì ad una road map che porti, nel 2009, al summit di Copenaghen e al via libera per un nuovo accordo internazionale per il dopo Kyoto, che scade nel 2012. Resta l’incognita degli Stati Uniti che, pur approvando il percorso avviato, ritengono di non dover firmare un’intesa che preveda la riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 25-40 per cento entro il 2020. Se Washington non accetterà gli impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra, l’Unione Europea ha già fatto sapere che non parteciperà alla conferenza sul clima promossa dagli USA alle Hawai il mese prossimo. Intanto, a Bali è arrivato l’ex vicepresidente americano Al Gore, che ha appena ottenuto il Nobel per la pace in ragione del suo impegno ambientalista.

    Algeria
    Sono stati identificati i kamikaze entrati in azione martedì in Algeria e che hanno provocato la morte di oltre 20 persone tra questi numerosi dipendenti delle Nazioni Unite. Il segretario dell’ONU, Ban Ki-moon, si è detto scioccato per quanto accaduto ma ha aggiunto che la missione va avanti perché il compito delle Nazioni Unite è di aiutare chi ha bisogno. Biasimo è stato espresso in un colloquio telefonico con il presidente algerino Bouteflika dal suo omologo iraniano Ahmadinejad. Stamani, in un’intervista ad una tv francese, il leader libico Gheddafi, in visita a Parigi, ha parlato di “atti criminali”.

    Medio Oriente
    Strada tutta in salita per i negoziati di pace israelo-palestinesi. Ieri, l’incontro a Gerusalemme tra le due delegazioni dopo gli impegni presi al vertice di Annapolis, negli Stati Uniti. Sui colloqui hanno pesato le decisioni del governo israeliano di un nuovo piano edilizio a Gerusalemme est, futura capitale di uno Stato di Palestina, e la massiccia offensiva ebraica nella Striscia di Gaza, costata la vita a 7 miliziani palestinesi. Le parti hanno deciso di rivedersi il mese prossimo, ma forte delusione è stata espressa dal negoziatore capo palestinese Abu Ala, possibile un coinvolgimento dell’amministrazione Bush per richiamare Israele agli impegni presi. Intanto sul terreno, due miliziani della Jihad islamica sono rimasti feriti a seguito di un'esplosione verificatasi nel sud della striscia di Gaza, vicino al valico di Sufa.

    Iraq
    Violenza in Iraq. Un morto e 5 feriti: è il bilancio dell’esplosione di un’autobomba saltata in aria a Baghdad. L’attentato si è verificato al passaggio di una pattuglia della polizia.

    Afghanistan
    Perdite anche in Afghanistan dove sei civili sono morti nell’esplosione di un ordigno artigianale al passaggio del loro minibus nella provincia dell’Uruzgan. Intanto, il ministro della Difesa afghano ha reso noto che, nell’assedio a Musa Qala, roccaforte dei talebani, le truppe locali e della NATO hanno ucciso, ferito e catturato centinaia di insorti. Ancora perdite tra le file dell’Alleanza Atlantica: due soldati hanno perso la vita nell’esplosione di una bomba al passaggio del loro convoglio nella parte orientale del Paese.

    Pakistan
    Una televisione indiana ha riferito di un piano sventato per uccidere il presidente pachistano Pervez Musharraf. Militanti di Al Qaeda sono stati arrestati con armi e munizioni che servivano a far saltare il ponte sul quale doveva passare il capo dello Stato. In caso di fallimento, erano già stati organizzati altri due attacchi. Sette le vittime in un duplice attentato avvenuto contro due posti di blocco nella provincia del Baloutchistan, nel sud del Paese

    Ucraina-governo
    Ripartono oggi in Ucraina le consultazioni tra i partiti dopo il rinvio della seduta del Parlamento, chiamato a votare per la terza volta la nomina a premier di Iulia Timoshenko. L’opposizione, ieri, aveva bloccato i lavori per chiedere un accordo sui vice presidenti e i capi delle commissioni.

    Russia-Iran
    Siglata un’intesa tra la Russia e l’Iran per la costruzione dell’impianto nucleare di Bushehr, nella parte meridionale della Repubblica Islamica. Definiti i tempi tecnici della realizzazione, mentre sono stati superati i problemi per il pagamento dei lavori già avviati.

    Russia-opposizione
    Nella corsa alle presidenziali in Russia si è ritirato Garry Kasparov, ex campione del mondo di scacchi e leader del partito di opposizione ''Altra Russia''. Kasparov ha motivato la decisione parlando dei numerosi rifiuti a cui è andato incontro solo per trovare una sede, nella quale raccogliere le firme necessarie per sostenere la sua candidatura.

    India
    E’ stato rivendicato da un piccolo gruppo terroristico, che si batte per i diritti delle tribù autoctone, l’attentato ad un treno passeggeri diretto a New Delhi costato la vita a 5 persone, mentre altre 4 sono rimaste ferite. Il gruppo si batte da anni per l’indipendenza dello Stato indiano
     
    Italia-TIR
    Lento ritorno alla normalità sulle autostrade italiane dove gli autotrasportatori, che tre giorni fa avevano indetto uno sciopero, stanno rimuovendo i blocchi. Ieri sera, l’intesa con il governo ha scongiurato altri due giorni di protesta. L’esecutivo ha promesso di inserire in Finanziaria più fondi per l'autotrasporto pari a 70 milioni di euro in tre anni. Il servizio di Giampiero Guadagni:
     
    La situazione almeno per il momento è dunque risolta. Il governo ha assicurato ai sindacati di categoria misure per ammortizzare i rincari del petrolio e la riforma entro il prossimo anno di tutto il settore dell’autotrasporto. Ieri sera, la decisione dei camionisti di sospendere lo sciopero e rimuovere i blocchi, che stavano provocando gravi disagi in tutta Italia, per la carenza di carburante, con una situazione di quasi emergenza su strade, autostrade e aeroporti. Lo sciopero dei TIR stava mettendo in ginocchio anche molte fabbriche a partire dagli stabilimenti FIAT ed era ormai allarme anche per lo stop alla distribuzione di generi di prima necessità come latte, carne, frutta e verdura, quasi scomparsi ieri dagli scaffali di negozi e supermercati. Ci vorranno però dei giorni perché tutto torni alla piena normalità. Le associazioni dei consumatori mettono in guardia da possibili rincari dei prodotti nel periodo natalizio. (Per la Radio vaticana, Giampiero Guadagni)

    Somalia
    Strage di civili in Somalia. A Mogadiscio, nove persone sono rimaste uccise per due tiri d'obice, esplosi in rapida successione, che hanno centrato il mercato di Bakara. La zona è da mesi teatro di combattimenti e di rastrellamenti da parte delle truppe etiopiche e di quelle governative somale alla ricerca di insorti ed estremisti islamici. Secondo dati ONU, dall’inizio dell’anno sono fuggite da Mogadiscio almeno 700 mila persone. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

     

    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI no. 347
     
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