![]() | ![]() |

SOMMARIO del 22/08/2007
San Gregorio Nazianzeno ci insegna che l’amore di Cristo vince sempre le nostre debolezze: così, il Papa all’udienza generale. Nuovo appello in favore dei terremotati del Perù
◊ San Gregorio Nazianzeno ci insegna che l’amore di Dio ha sempre il sopravvento sulle nostre debolezze: è la riflessione offerta, stamani, da Benedetto XVI ai fedeli, raccolti in Aula Paolo VI per l’udienza generale. Il Papa si è soffermato sugli insegnamenti del grande teologo, che dedicò tutta la sua vita a far risplendere la luce della Verità. Dopo la catechesi, il Pontefice ha rivolto un nuovo appello in favore delle popolazioni peruviane colpite dal terremoto. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un uomo “mite”, che nella sua vita “cercò sempre di fare opera di pace nella Chiesa del suo tempo, lacerata da discordie e da eresie”: Benedetto XVI traccia così il profilo di San Gregorio di Nazianzio mettendo l’accento sul suo profondo amore per Cristo:
“Con audacia evangelica si sforzò di superare la propria timidezza per proclamare la verità della fede. Sentiva profondamente l’anelito di avvicinarsi a Dio, di unirsi a Lui”.
Gregorio, ha detto ancora, “ha sentito il bisogno di avvicinarsi a Dio per superare la stanchezza della carne”. La sua vita diventa, così, modello per tutti i cristiani:
“Ha sperimentato lo slancio dell’anima, la vivacità di uno spirito sensibile e l’instabilità della felicità effimera. Per lui, nel dramma di una vita su cui pesava la coscienza della propria debolezza e della propria miseria, l’esperienza dell’amore di Dio ha sempre avuto il sopravvento”.
Benedetto XVI si è, quindi, soffermato sugli insegnamenti del grande teologo del IV secolo. Gregorio, ha sottolineato, fece “risplendere la luce della Trinità”, difendendo la fede proclamata nel Concilio di Nicea: un solo Dio in tre Persone uguali e distinte. E contrastò con vigore le eresie di Apollinare, il quale sosteneva che Gesù Cristo non aveva assunto un’anima razionale:
“Gregorio ha messo in grande rilievo la piena umanità di Cristo: per redimere l’uomo nella sua totalità di corpo, anima e spirito, Cristo assunse tutte le componenti della natura umana, altrimenti l’uomo non sarebbe stato salvato”.
Proprio diventando uomo, è l’insegnamento del Nazianzeno, Cristo ci ha dato la possibilità di diventare a nostra volta come Lui. Di qui l’esortazione ad “essere come Cristo, poiché anche Cristo è divenuto come noi”. Ancora, San Gregorio afferma che Maria è vera Madre Dio e “in vista della sua altissima missione è stata pre-purificata”. Riferendosi poi ai malati e alle persone in difficoltà, Gregorio sottolinea che l’uomo deve imitare la bontà e l’amore di Dio:
“Ci ricorda che, come persone umane, dobbiamo essere solidali gli uni verso gli altri. Scrive: 'Noi siamo tutti una sola cosa nel Signore, ricchi e poveri, schiavi e liberi, sani e malati; e unico è il capo da cui tutto deriva: Gesù Cristo'”.
Accanto alla carità, San Gregorio ci insegna “l’importanza e la necessità della preghiera”, giacché la “preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete”:
“Nella preghiera noi dobbiamo rivolgere il nostro cuore a Dio, per consegnarci a Lui come offerta da purificare e trasformare. Nella preghiera noi vediamo tutto alla luce di Cristo, lasciamo cadere le nostre maschere e ci immergiamo nella verità e nell’ascolto di Dio, alimentando il fuoco dell’amore”.
Al momento dei saluti ai pellegrini, parlando in lingua spagnola, il Santo Padre ha rivolto un pensiero particolare al Perù, devastato dal terremoto:
Una vez mmas deseo recordar…“Una volta ancora – ha detto – desidero ricordare con grande affetto e vicinanza spirituale l’amato popolo peruviano tanto provato in questi giorni, chiedendo gesti di solidarietà cristiana, come insegna Gregorio Nazianzeno”. Ha poi salutato, in polacco, i Padri risurrezionisti che si prendono cura del Santuario mariano della Mentorella. Un luogo, ha detto, caro a lui e al suo predecessore Giovanni Paolo II. Particolarmente festoso il momento dei saluti ai pellegrini italiani. Il Papa ha rivolto un pensiero speciale alle “Suore Zelatrici del Sacro Cuore”, ai partecipanti alla “Festa del Pellegrino” e alle “Famiglie e ai laici animatori vocazionali Rogazionisti”.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Servizio vaticano - All'udienza generale Benedetto XVI prosegue il ciclo di catechesi dedicate ai Padri della Chiesa: S. Gregorio Nazianzeno.
Servizio estero - Medio Oriente: ancora raid israeliani nella Striscia di Gaza.
Servizio culturale - Articolo di Susanna Paparati dal titolo "L'attività di ritrattista di un genio poliedrico": uno studio su "Bernini pittore".
Servizio italiano - Il Governo ha intenzione di innalzare al 20% la tassazione sulle rendite finanziarie.
Il cardinale Bertone parte per il Perù: resta drammatica la situazione di migliaia di terremotati
◊ Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, partirà domani per il Perù dove porterà ai terremotati la solidarietà spirituale e materiale del Papa, con un contributo di 200 mila dollari per i soccorsi urgenti. La situazione nel Paese, colpito dal sisma il 15 agosto scorso, è in graduale miglioramento ma resta drammatica in alcune zone. I morti accertati finora sono 540, ma si continua a scavare tra le macerie. Oltre 30 mila le case distrutte. Migliaia dunque gli sfollati. Per saperne di più Isabella Piro ha raggiunto telefonicamente in Perù mons. Guido Breña Lopez, vescovo di Ica:
R. – Sono arrivati gli aiuti e la situazione è un po’ migliorata perché a Ica c’è l’elettricità, c’è acqua ma bisogna fare di più perché a Chincha e Pisco invece non c’è acqua, non ci sono alimenti, le case sono crollate e le famiglie sono per strada. La situazione è triste, speriamo che con la grazia di Dio e con la solidarietà, di superare questo momento difficile.
D. – Nei giorni scorsi, il governo peruviano ha inviato l’esercito nelle zone terremotate per prevenire episodi di sciacallaggio: la situazione è migliorata?
R. – Sì, prima c’era questa paura ma ora va meglio.
D. – C’è un allarme epidemie?
R. – Non credo, ma è un problema che potrebbe insorgere perché non c’è acqua, soprattutto a Pisco e a Chinca.
D. – Si possono prevedere i tempi per la ricostruzione delle zone danneggiate?
R. – La difficoltà principale sarà per un mese più o meno. Adesso, a Pisco, l’80% delle case sono crollate, il 40% a Chinca e anche il 40% a Ica. Ci sono 150.000 famiglie che sono in povertà e con la propria casa crollata.
D. – La ricostruzione, quindi, sarà lunga e difficile…
R. – Difficile, anche per la Chiesa: sono infatti crollate una ventina di chiese a Ica, a Pisco e a Chinca. E’ difficile, ma abbiamo la speranza di superare tutto questo con la grazia di Dio e la solidarietà di tutti.
D. – La “macchina” della solidarietà internazionale si è comunque mobilitata…
R. – Sì, c’è la solidarietà internazionale e anche da parte della Chiesa: hanno chiamato in tanti per parlare con me e sapere come stiamo.
D. – Il cardinale Tarcisio Bertone, si recherà presso di voi, in visita nelle zone colpite dal sisma per portare la vicinanza del Papa. Cosa vi aspettate da questa visita?
R. - E’ veramente un dono speciale di Dio che il Papa sia tra noi attraverso la persona del segretario di Stato. Saremo a Ica presso la Basilica Senor de Luren per pregare e anche per ascoltare le parole del segretario di Stato. Sarà così anche a Pisco.
Meeting di Rimini. Intervista a Carlo Casini sulla svolta abortista di Amnesty International
◊ Prosegue a Rimini il Meeting per l'Amicizia dei Popoli, promosso da Comunione e Liberazione quest'anno sul tema della verità. All'evento partecipa ancjhe il presidente del Movimento per la Vita in Italia, Carlo Casini, che, al microfono di Luca Collodi, si è soffermato sulla decisione di Amnesty International di inserire tra i diritti umani l'aborto in caso di stupro:
R. – Noi siamo già scandalizzati da anni per il fatto che Amnesty non abbia speso una sola parola per parlare del diritto alla vita dei bambini non ancora nati. In tutti questi anni mai niente ed è grave per un’organizzazione la quale dichiara di voler difendere i diritti dell’uomo in ogni fase e in tutto il mondo. A questo oggi si aggiunge la rottura del silenzio, cioè che si pretende di considerare il diritto della donna quello di sopprimere un figlio, anche se concepito in condizioni tragiche, come quelle dello stupro. Allora, noi pensiamo che si tratti soltanto di una breccia, in vista di qualcosa di più grande, che è intollerabile. Noi non vogliamo che la prigione sia la risposta a queste situazioni drammatiche per la donna, ma questo non significa che si possa tacere sul diritto alla vita, che si possa tacere sul diritto di uguaglianza di tutti gli uomini, sia già nati, sia non ancora nati. Noi faremo dei passi affinché Amnesty riveda questo suo atteggiamento. Se non ci saranno ripensamenti, credo che quanti credono davvero nel principio di eguaglianza dei diritti umani, debbano assumere una responsabilità sostitutiva di quella di Amnesty.
D. – Questa posizione di Amnesty richiama anche altre posizioni di organismi internazionali, Unione Europea compresa, su un’estensione generica dei diritti dell’uomo, senza approfondimento. C’è questo rischio?
R. – L’Unione Europea tace sul diritto fondamentale alla vita, anzi, assume iniziative che sono contro i diritti dell’uomo, quando critica ad esempio Irlanda e Polonia, perchè non consentono in modo ampio l’aborto oppure quando afferma il diritto delle persone dello stesso sesso di sposarsi e quindi nega significato al matrimonio. C’è una contraddizione di fondo che – uso le parole di Giovanni Paolo II – rischia di determinare la sconfitta dell’Europa. Sotto questo profilo la situazione è molto grave, ma non dobbiamo arrenderci. La sfida è grande, dobbiamo accettarla.
D. – Il Parlamento italiano è impegnato nella discussione del testamento biologico. La domanda è questa: c’è proprio bisogno di una legge sul testamento biologico in Italia?
R. – Sicuramente no. A parte il fatto che se una persona oggi vuole scrivere su un pezzo di carta che cosa debba accadere nel caso che una malattia gli tolga la capacità di intendere e di volere, e a parte il fatto che il medico già ora debba tenerne conto – non essere obbligato ad eseguire quelle volontà, ma valutarle e questo già ora si può fare – il testamento biologico, così come lo si chiede oggi nel dibattito parlamentare, è altro. E anche qui, la prima breccia per introdurre l’eutanasia. Non ci dobbiamo ingannare. Perchè quando si dice che il paziente può decidere se vivere o morire, è il principio che introduce l’eutanasia.
Emergenza alluvioni in Africa orientale: in Sudan, almeno 87 morti e 70 mila case distrutte
◊ Violente alluvioni continuano ad abbattersi dall’inizio di luglio su gran parte dell’Africa orientale, provocando inondazioni, centinaia di migliaia di sfollati, carenza di scorte alimentari ed epidemie. I Paesi più colpiti sono l’Uganda, il Kenya, l’Etiopia, l’Eritrea e il Sudan. E proprio in Sudan, l’ultimo bilancio del governo parla di almeno 87 morti e di oltre 70 mila abitazioni distrutte. Sulla situazione nel Paese, Roberta Moretti ha intervistato padre Luigi Cignolini, superiore provinciale dei Comboniani a Khartoum:
R. – Quest’anno abbiamo avuto delle piogge veramente eccezionali, soprattutto nella zona semiarida del nord. Questo ha provocato la distruzione di moltissimi villaggi, che sono costruiti con fango e paglia, l’interruzione di strade e c’è stato un disagio molto forte anche qui nella capitale, dove di solito abbiamo due o tre piogge all’anno. Naturalmente, le case crollano e la gente si trova a cielo aperto.
D. – Quali sono le emergenze più urgenti?
R. – Bisogna cercare di trovare qualche ricovero per questa gente, che cerca di spostarsi da quei villaggi che sono stati distrutti. Naturalmente, lì non hanno niente e sono a cielo aperto. Non hanno neanche i teli di plastica, che vengono usati moltissimo nei casi di emergenza. E quindi la maggioranza della gente cerca di ripararsi con qualche sacco, ma sono cose del tutto insufficienti. Poi, naturalmente, bevono l’acqua della pioggia e si possono immaginare gli effetti secondari.
D. – Si parla già di circa 50 morti per colera e di circa 700 contagiati...
R. – Queste epidemie succedono un po’ tutti gli anni e vengono contenute abbastanza bene, perché i dottori sanno subito identificarle. Questo, però, nelle città e nei luoghi dove c’è un’assistenza medica. E’ chiaro che in moltissimi villaggi chi prende il colera muore in poche ore, soprattutto si tratta di bambini.
D. – Molti territori agricoli sono stati spazzati via dalle acque. Si prospetta il rischio di una mancanza di cibo nei prossimi mesi?
R. – Passando per le strade ho visto molti territori agricoli inondati. Altri territori, però, sono stati beneficiati da queste piogge. Quindi, c’è un’agricoltura in alcune zone che sta venendo su molto bene. Altri, purtroppo, sono sott’acqua e hanno perso tutto.
D. – In questi giorni la stampa internazionale sta dando molto risalto all’uragano Dean nelle zone dei Caraibi, dimenticandosi in qualche modo gravi emergenze come questa in Sudan e in tutta l’area dell’Africa orientale...
R. – Come sempre, quelli che hanno più voce sono quelli che hanno accesso ai mass media e ricevono più attenzione. Quelli, invece, che non hanno accesso ai mass media e sono tagliati fuori, come questi uomini che vivono nel deserto, vengono discriminati. Il Nilo in questi giorni si è alzato moltissimo, vuol dire che in Etiopia e nelle zone degli altipiani sta piovendo in maniera incredibile. Non sappiamo niente di quello che succede a queste popolazioni: sono tagliate fuori, non hanno mezzi di comunicazione, a volte nemmeno il telefono, quindi non ricevono neanche attenzione. Chi ha accesso ai media ha la priorità e naturalmente si fa sentire.
Un convegno a Stresa celebra Clemente Rebora, a 50 anni dalla morte, e Antonio Rosmini, nell'imminenza della beatificazione
◊ “Bellezza, filosofia, poesia”: questo il titolo dell’ottavo corso dei “Simposi Rosminiani” che da oggi a sabato si tiene a Stresa, nel suggestivo scenario del Lago Maggiore. L’evento intende celebrare sia il 50° anniversario della morte del poeta italiano Clemente Rebora, sia l’imminente beatificazione di Antonio Rosmini, che avverrà a Novara il 18 novembre. Nel corso del convegno verrà dedicata una stele-ricordo a Rebora nei giardini del lungolago di Stresa. Il Centro Internazionale di Studi Rosminiani ha messo in palio 70 borse di studio per i giovani interessati al corso. Tra i relatori figura anche padre Umberto Muratore, direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani e provinciale dei rosminiani italiani. Giovanni Peduto gli ha chiesto di tracciare un profilo di Clemente Rebora:
R. - Clemente Rebora è un raro esempio di letterato della prima metà del Novecento. Nato al di fuori della cultura cattolica, visse fino a 45 anni nella tormentata ricerca di una scelta che desse senso globale alla vita. Finché un giorno, all’improvviso, capì che era Cristo il senso da lui cercato. Si convertì, si fece rosminiano e sacerdote, visse in totale nascondimento. Gli ultimi anni furono anni di purificazione attraverso il dolore fisico e spirituale che gli fecero toccare gli apici dell’esperienza mistica. Le sue poesie laiche cantano le lacerazioni cui va incontro l’anima lontana da Dio, mentre quelle religiose cantano il prezzo che bisogna pagare per crescere nella santità.
D. - Se nelle poesie di Rebora si coglie l’anelito alla santità, che cosa si può cogliere nelle opere filosofiche di Rosmini?
R. - Scopo del convegno è proprio dimostrare che poesia reboriana e filosofia rosminiana si incontrano nell’esprimere, o meglio nel cantare, l’esigenza battesimale della santità, unico fine comune della creatura intelligente. Sotto questo punto di vista, tutta la ricerca rosminiana non è altro che una “filosofia orante”, cioè una filosofia che dispone l’uomo ad accettare il dono della salvezza.
D. - Qual è il legame comune fra poesia, filosofia e bellezza?
R. - La bellezza, spiegano Rebora e Rosmini, quando si coglie nelle cose non è altro che il riverbero di un’altra bellezza, quella assoluta di Dio, il solo santo. Per cui, più l’uomo nel pensare e nell’agire si adegua alla volontà di Dio, più è in grado di salire alle sorgenti della bellezza, più diventa bello egli stesso. Cristo, dicevano i Padri della Chiesa, è il più bello di tutte le creature. E il santo, nella sua somiglianza a Cristo, partecipa della bellezza del Cristo.
D. – Ancora una domanda, padre Muratore: che significato ha, oggi, la beatificazione di Rosmini?
R. - Io vedo la beatificazione di Rosmini non tanto come un atto di giustizia e di riconoscimento dovuto, ma soprattutto come una promessa ed un segno per il futuro. Rosmini oggi può essere molto utile alle anime come maestro e testimone di una santità integrale, che porta verso Dio in modo compatto e senza lacerazioni, tutto l’uomo, cioè l’intelligenza, gli affetti, l’agire. La sua è una santità integrale, che non mortifica nulla e avanza con la consapevolezza di quello che fa. Frequentandolo si impara a pensare, ad amare, ad agire in grande. Una lezione alta e rara in un mondo globalizzato, dove la mancanza di valori solidi ha reso la società tutta liquida. In Rosmini ci sono, compendiati insieme, luce di verità e fuoco di carità. Insomma, la beatificazione di Rosmini è un segnale che la Chiesa dà a chi è in cerca di stimoli nuovi e convincenti per alimentare il suo amore per Dio e per il prossimo.
In corso a Roma la Settimana Biblica
◊ “Le mie labbra diranno la tua lode”: prende spunto da questo versetto del Salmo 62 la Settimana Biblica per la vita consacrata organizzata dall’Associazione biblica italiana e dall’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia. L’evento ha preso il via ieri a Roma presso l’Istituto delle Monache Camaldolesi. In sei giorni gli ottanta partecipanti approfondiranno la lettura orante del Libro dei Salmi. Ma con che obiettivo è stato scelto questo tema? Lo spiega, al microfono di Silvia Gusmano, il referente dell’iniziativa don Gianluigi Corti:
R. – Quello di dare una metodologia di lettura dei Salmi ai partecipanti: il Salterio è di gran lunga il testo più frequentato della Sacra Scrittura, allora, lo scopo è proprio quello di essere un po’ più capaci di usare questi testi e di farne veramente un veicolo di preghiera.
D. – Il Salmo 62, da cui appunto è preso il titolo dell’iniziativa, è un inno alla preghiera. Che posto ha oggi la preghiera nella vita del cristiano e nella società in cui viviamo?
R. – Purtroppo, si ha l’impressione che sia latitante, anche se i Salmi stessi ci dicono che ci sono molte preghiere nascoste nel cuore degli uomini, quindi ci vogliono delle trivelle per raggiungere il fondo di questo pozzo e far scaturire l’acqua. La preghiera ufficiale della Chiesa, come la preghiera del Salterio e soprattutto la testimonianza di preghiera che possono dare le persone consacrate, può aiutare i molti oranti latitanti a diventare delle buone persone di preghiera. Fondamentale per tirare fuori dalle profondità dell’uomo queste preghiere nascoste, penso che sia soprattutto la preghiera di Gesù. Anche lui ha pregato con i Salmi e quindi Gesù come orante potrebbe veramente aiutare l’umanità di oggi a pregare meglio con le labbra ricoperte di questa fresca rugiada che è appunto il dialogo con Dio.
D. – Anche da parte del Papa giunge il costante invito ad affidarsi alla preghiera per superare il relativismo nella fede e vivere in comunione con il prossimo…
R. – Sì. Nell’orientamento suggerito dal Santo Padre la preghiera può essere veramente un’antitesi meravigliosa al relativismo: il Salmo 1 ci insegna come la via degli empi sia quella della ideologia di moda, da contrastare invece con l’obbedienza alla legge del Signore; e dell’altra parte, per quanto riguarda il rapporto con il prossimo, il Salterio proclama molto bene: “Beato l’uomo che ha cura del debole”, in sintonia con le preoccupazioni pastorali del Santo Padre.
La Chiesa celebra la Beata Vergine Maria Regina
◊ La Chiesa celebra oggi la memoria liturgica della Beata Vergine Maria Regina. Ma cosa significa il titolo di "Regina"? Sergio Centofanti lo ha chiesto ad un esperto di mariologia, il padre monfortano Stefano De Fiores:
R. – “Regina” non possiamo prenderlo secondo quello che noi vediamo nelle monarchie, ma dobbiamo trasferirci nell’ambito spirituale. Ed è la Bibbia che ci dà la risposta, quando ci fa capire che la regalità, la corona è qualcosa che sta al termine, al traguardo della nostra vita. “Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita” dice l’Apocalisse. E anche San Paolo parla della “corona incorruttibile”. Quindi, si tratta della ricompensa che il Signore ci darà, perchè la corona, anche con la sua forma, che va al di sopra della testa e che è rotonda, segno di perfezione, indica il successo di una vita, posta al servizio di Dio. Con la grazia del Signore, Maria ha partecipato alla regalità di Cristo, vincendo le forze di morte e riuscendo nella vita del Regno.
D. – Maria Regina perchè umile. Nel Magnificat leggiamo che Dio innalza gli umili e rovescia i potenti dai troni...
R. – Questa è la chiave di comprensione del titolo di “Regina”, in modo che sfugga ad ogni trionfalismo. E’ la serva coronata di gloria, l’umile serva del Signore che viene esaltata al di sopra degli angeli, per la sua dignità, per la sua riposta plenaria di fede.
D. – La storia umana è spesso segnata dalla violenza. Maria viene invocata anche come Regina della pace...
R. – La pace è la sintesi di tutti i beni messianici e Maria è Colei che calpesta il “dragone” cioè le forze del male, che moltiplicano le loro risorse per andare contro la compagine del bene, che si concentra in modo particolare nella Chiesa. Maria ci difende dalle insidie del nemico, perchè la sua regalità consiste innanzitutto nel debellare le forze del male. Anche noi con il Battesimo dobbiamo essere dominatori del male di Satana e Maria è Colei che ci aiuta in questa lotta, in cui Cristo dà un colpo mortale a Satana che, quindi, non può fare tutto quello che vuole, perchè ormai la sua sorte è segnata dalla potenza salvifica della Redenzione, come amava dire e ripetere continuamente Giovanni Paolo II.
I vescovi italiani invitano i giovani a partecipare all'incontro con il Papa a Loreto
◊ ''I vescovi chiamano i ragazzi italiani a prendere parte all'incontro di Loreto, che vedrà anche l'ambita presenza di Benedetto XVI'' l’1 e 2 settembre prossimi. ''Nel condividere le scelte organizzative che l'apposito Comitato ha sviluppato, i vescovi italiani - afferma una nota diffusa oggi - hanno rinnovato l'invito ai giovani e alle diocesi a inserirsi nella programmazione triennale da tradurre nel contesto degli specifici progetti pastorali diocesani. Loreto – si afferma - rappresenta la prima importante tappa del cammino pastorale triennale 'Agorà dei giovani italiani', che intende rilanciare l'attenzione educativa della comunità cristiana, attraverso uno speciale ascolto della condizione giovanile. Si tratta di un cammino con i giovani e per i giovani''. ''I vescovi italiani - spiega il segretario della CEI, mons. Giuseppe Betori - hanno definito i giovani 'talento della Chiesa'. Nelle parabole evangeliche, l'espressione risulta positiva ed impegnativa ad un tempo. In quelle narrazioni, infatti, il talento viene presentato come un'oggettiva ricchezza, che però viene data in affidamento, affinché venga fatto fruttare . Se ciò non accade, il talento ricevuto diventa, da onore, causa di rimprovero e castigo. Fuor di metafora, la Chiesa guarda alle nuove generazioni senza facili pessimismi ne' ingenui ottimismi, ma nella consapevolezza della costitutiva ambivalenza della giovinezza, che necessita della relazione educativa con la comunità adulta, per poter sviluppare tutto il positivo che ha in sé''.
Messaggio dei vescovi dell’Ecuador sulla prossima elezione dell’Assemblea costituente
◊ L’Assemblea costituente in Ecuador dovrà porre “fine alle irregolarità verificatesi negli ultimi anni e fornire il binario per le riforme di cui il Paese ha bisogno”. Così i vescovi locali in un messaggio diffuso nei giorni scorsi in vista dell’elezione dei 130 membri dell’Assemblea costituente, in programma il prossimo 30 settembre. Ricordando che il Paese necessita di “recupero etico, sociale, politico ed economico”, i presuli si rivolgono direttamente ai candidati e sottolineano la delicatezza del loro ruolo. L’Assemblea, che avrà il compito di ridisegnare la cornice costituzionale dello Stato, deve lavorare nella consapevolezza “di servire il bene comune – affermano - con una visione sul futuro mai condizionata da questioni del momento e dalle convenienze particolari”. Spetta a loro la difesa dell’uguaglianza dei diritti e dei doveri, si legge nel documento che evidenzia la necessità di difendere i “valori della famiglia ecuadoriana” e quindi “l’inviolabile e sacro diritto alla vita e la dignità della persona umana, dal suo concepimento fino alla morte naturale”. In nome di una moderna concezione della laicità – affermano ancora i vescovi - i candidati sono chiamati nello stesso tempo a “difendere la libertà religiosa, il rispetto della coscienza e del pensiero così come una moderna concezione della laicità”. La Conferenza episcopale rammenta poi la necessità di garantire “un’educazione di qualità per tutti, imperniata sulla libertà e la pluralità della stessa all’interno di una cornice nazionale condivisa”. D’altra parte l’Assemblea deve anche promuovere “un sistema socio-economico che offra uguali opportunità a tutti affinché la Nazione sia in grado di produrre di più e, soprattutto, di distribuire meglio” la ricchezza. Il documento, in conclusione, afferma: i “cittadini e le cittadine in possesso di questo profilo potranno gettare le basi del nuovo Stato di diritto che da molto tempo, tutti, desideriamo e cerchiamo. Uno Stato di diritto capace di garantire la morale pubblica e privata, la trasparenza nel fare e applicare la legge e la giustizia”. (E. B.)
Pakistan: due ragazze cristiane sono state rapite, convertite con forza all’Islam e costrette a sposarsi con sconosciuti
◊ Due ragazze cristiane, di 11 e 16 anni, sono state rapite nei giorni scorsi, convertite con la forza all’islam e costrette a sposarsi con degli sconosciuti. I rapimenti – riferisce l’agenzia Asia News - sono avvenuti in questo mese di agosto a Faisalabad, la terza città più grande del Pakistan, e sono stati ignorati del tutto dalle forze di polizia. Il fenomeno non è nuovo ma, come sottolineano diversi attivisti per i diritti umani, è in spaventosa crescita. Il padre di una delle ragazze afferma di essere “molto preoccupato, perché casi come questi avvengono sempre più spesso: ragazze cristiane rapite, costrette alla conversione e poi date in moglie a dei perfetti sconosciuti”. Lo conferma anche Khalil Tahir, direttore del Centro di assistenza legale Adal Trust: “Il crescente numero di attacchi contro i cristiani e le minoranze in generale è allarmante. Noi cerchiamo di assistere le famiglie delle vittime e nel contempo aiutare per vie legali e pratiche chi subisce queste violenze, ma il governo deve intervenire con forza per fermarle”. (E. B.)
Declassato a categoria 1, l’uragano Dean attraversa il Golfo del Messico. Nessuna vittima
◊ Continua a perdere intensità l’uragano Dean che, declassato fino a categoria 1, sta attraversando il Golfo del Messico meridionale. Stamani si è diretto verso le piattaforme petrolifere che riforniscono di greggio le raffinerie statunitensi. Nessun danno alle strutture della Pemex, che però ha fermato l’80 per cento della produzione e sgomberato 18mila persone. Secondo gli esperti del Centro di Controllo statunitense per gli Uragani di Miami, Dean resta “un uragano molto pericoloso”. Il timore è che possa riacquistare forza una volta ripreso il mare aperto, dove le correnti provocate dalle acque calde del Golfo del Messico potrebbero rialimentarlo. Dopo aver rovesciato piogge torrenziali sulle località turistiche di Tulum, nei Carabi messicani, e di Cancun, la perturbazione ha scavalcato lo Yucatan avanzando con raffiche di vento di 130 chilometri l’ora. Non si registrano vittime, malgrado le devastazioni di alberi, gli allagamenti ed ingenti danni alle case e alle auto. (E. B.)
Malta e Libia definiscono accordi per le ricerche ed il soccorso dei migranti. Intanto nel canale di Sicilia recuperati 5 corpi di clandestini
◊ Dopo i ripetuti sbarchi di immigrati in Sicilia, si continua a parlare del fenomeno che interessa le coste meridionali dell’Europa. Recuperati 5 dei 6 cadaveri avvistati ieri a largo di Lampedusa, oggi sono proseguite a rilento le ricerche del sesto corpo a causa delle avverse condizioni del mare. Intanto il governo maltese e quello libico si sono impegnati a definire un accordo di cooperazione per le ricerche ed il soccorso dei migranti. I rappresentanti dei due Paesi ne hanno discusso ieri e oggi a La Valletta con l’obiettivo di precisare le rispettive competenze su aspetti come i sistemi d’allarme, il coordinamento dei soccorsi, la gestione delle domande di assistenza da parte degli immigranti, e lo scambio delle informazioni. Tema centrale anche il possibile addestramento delle squadre di intervento libiche da parte delle forze armate maltesi. L’immigrazione clandestina rappresenta un serio problema per la piccola isola. Nelle acque fra Malta e il Sud Italia, solo nello scorso mese di giugno, un’ottantina i morti secondo i dati dell’Alto Commissariato ONU per i rifugiati. In questo quadro prosegue l’impegno per sgominare le organizzazioni dedite al traffico di esseri umani. Nelle ultime ore le autorità maltesi hanno arrestato tre persone nell’ambito di un’operazione avviata l’anno scorso in collaborazione con le autorità italiane. Sono accusati di aver gestito 11 sbarchi avvenuti tra il luglio del 2004 e il gennaio del 2005, in cui morirono alcuni migranti. Si cercano ancora altre sei persone, per le quali è stato emesso un mandato di arresto europeo. (E. B.)
Riunione a Maputo, in Mozambico, per incrementare le vaccinazioni in Africa
◊ In Africa ogni minuto si potrebbero salvare ben 8 bambini con meno di 5 anni, solo disponendo di normali vaccini. Secondo quanto emerso nel corso di un incontro organizzato a Maputo, in Mozambico, tra i Paesi Africani di lingua Portoghese (PALOP), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF, la mortalità infantile è causata principalmente da poliomielite, tetano o morbillo. L’obiettivo del meeting, che terminerà il 31 agosto, è proprio quello di incrementare le vaccinazioni dei bambini in Africa. Secondo le cifre diffuse dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), nel continente il tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni è al momento di 155 su 1.100. L’OMS e l’UNICEF puntano a dimezzarlo entro il 2015. (V. F.)
20 morti in Iraq per un attacco kamikaze contro una stazione di polizia a Baghdad - A Gaza, riprese le forniture energetiche, l'Unione Europea toglie il blocco
◊ Ancora spargimenti di sangue in Iraq. Numerose le vittime in diversi attentati avvenuti nel Paese del Golfo, mentre si cerca una soluzione diplomatica alle violenze. Gelo tra il presidente americano Bush e il premier iracheno Al Maliki, che ha concluso oggi la tre giorni di colloqui con le autorità siriane. Il nostro servizio:
E' di almeno 20 morti e 80 feriti il bilancio dell’attacco kamikaze contro una stazione di polizia a nord di Baghdad. Vittime, sempre nel nord del Paese, tra le truppe statunitensi. Nello schianto di un elicottero, dovuto a cause tecniche, hanno perso la vita 14 soldati. Intanto, sul fronte politico resta alta la tensione tra la Casa Bianca e il capo dell’esecutivo iracheno. Non si è fatta attendere, infatti, la risposta di Al Maliki a Bush, che ieri aveva ammonito le aperture alla Siria di questi giorni, e ai due senatori americani che chiedevano la rimozione del suo governo. Oggi, Al Maliki, durante una conferenza al temine della tre giorni di colloqui con le autorità siriane, ha dichiarato che: “Nessuno può stabilire delle scadenze al governo iracheno eletto dal suo popolo”, aggiungendo poi “che non intende prestare attenzione alle dichiarazioni suscitate dalla sua visita in Siria”. Visita che, secondo un quotidiano di Damasco, avrebbe inoltre portato alla firma di un pacchetto di accordi economici tra la Siria e l'Iraq, il più importante dei quali riguarda la riapertura di un oleodotto, che attraversa i due Paesi chiuso dall’inizio dell’ultima guerra del Golfo.
- Tensione in Medio Oriente. Un miliziano di Hamas è stato ucciso questa mattina in un nuovo raid israeliano sulla Striscia di Gaza, al confine con Israele. Non hanno causato vittime invece i tre razzi Qassam sparati sul territorio ebraico, vicino al valico di Keren Shalom. Nella notte, intanto, una retata condotta dalle forze dell’ordine israeliane ha portato al fermo di 36 palestinesi accusati di aver provocato disordini in territorio cisgiordano. I fatti di oggi seguono la giornata di sangue di ieri con diverse operazioni costate la vita anche a due bambini. Sta, invece, tornando lentamente entro i livelli di guardia l’emergenza umanitaria esplosa nella Striscia di Gaza dopo la sospensione da parte dell’Unione Europea del carburante necessario ad alimentare l’unica centrale elettrica della zona. La misura decisa da Bruxelles, per timori di speculazioni finanziarie da parte di Hamas sulle forniture energetiche, è stata infatti ritirata questa mattina. Sull’attuale situazione nella Striscia di Gaza, Stefano Leszczynski ha intervistato Giorgio Bernardelli, giornalista esperto di Medio Oriente:
R. - Questa è l’unica centrale elettrica all’interno della Striscia di Gaza in grado di rifornire circa il 20, 30% della popolazione. Il resto dell’energia arriva da altre centrali che si trovano o in Israele o in Egitto. Quella in questione funziona attraverso rifornimenti quotidiani di combustibile e far saltare la corrente non vuol dire solo spegnere la luce.
D. - La Striscia di Gaza, da due anni, cioè da quando si è ritirato l’esercito israeliano e sono stati smantellati gli insediamenti, resta comunque in una situazione di guerra?
R. - Assolutamente sì, anzi è peggiorata. E’ una difficoltà ancora più endemica perché gli scontri sono praticamente quotidiani. Inoltre, si è complicata negli ultimi mesi dopo che Hamas ha interamente preso il controllo della Striscia di Gaza. Non bisogna poi dimenticare il boicottaggio assoluto da parte della Comunità internazionale, che si è fatto ancora più stretto.
D. - Sempre più di frequente si sentono voci in favore di un dialogo con Hamas. Dove può portare questa strategia?
R. - Credo che in questa fase occorra molto pragmatismo. Il punto non è tanto se occorra dialogare o no con Hamas, ma è come rapportarsi con questa entità con la quale bisogna comunque arrivare a fare i conti. Lo abbiamo visto in queste ore con la crisi umanitaria. Ritengo che oggi ci siano le condizioni per farlo perché Hamas è in una situazione paradossalmente di debolezza. Ora si trova confinata nella Striscia di Gaza, con questo problema del boicottaggio internazionale, con la difficoltà di dover garantire alla popolazione civile un governo che non è affatto facile.
- Ancora minacce da parte dei talebani nei confronti dei 19 sud-coreani, rapiti oltre un mese fa in Afghanistan. I ribelli, che non hanno lanciato un nuovo ultimatum, hanno ribadito le condizioni per il rilascio degli ostaggi e cioè la liberazione di alcuni guerriglieri detenuti nelle carceri di Kabul. Intanto, nel Paese si registra una nuova ondata di violenza: due bambini sono morti durante una sparatoria tra talebani e forze di sicurezza nel sud dell’Afghanistan. Otto le vittime in totale nel Paese, nelle ultime 24 ore. Giungono notizie anche sulla sorte di Osama Bin Laden. In un video, datato 15 giugno e diffuso da esperti americani dell’anti-terrorismo, un capo talebano, il fratello del mullah Dadullah, afferma che lo "sceicco del terrore" sta bene ed è vivo.
- Escalation di violenza nella zona tribale del Waziristan, al confine tra Afghanistan e Pakistan, teatro da mesi di duri scontri tra l’esercito di Islamabad ed i militanti di Al Qaeda. Numerosi razzi sono stati lanciati nel campo militare di Bannu, provocando la morte di tre soldati. Secondo alcune fonti, nell’azione avrebbero perso la vita anche tre guerriglieri.
- La comunità internazionale guarda con favore all’accordo tra Iran e AIEA, raggiunto ieri sulle procedure che dovrebbero consentire all’ONU di compiere ispezioni più approfondite. Molti dubbi sull’intesa sono stati espressi dagli Stati Uniti. Sulla possibilità che si avvii realmente un processo di distensione nell’annosa questione del nucleare iraniano, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Ahmad Rafat, giornalista iraniano in Italia:
R. - Il vice direttore generale dell’AIEA e i negoziatori iraniani hanno raggiunto un accordo su come procedere nella discussione per risolvere tutti i problemi. E’ un passo molto positivo, ma contemporaneamente Alì Larijani, il capo dei negoziatori iraniani, ha avvertito che se il Consiglio di Sicurezza metterà all’ordine del giorno, ancora una volta, una terza risoluzione sul nucleare iraniano, Teheran fermerà immediatamente ogni collaborazione e ogni dialogo con l’AIEA.
D. - Dopo mesi dall’inizio di questa vicenda, rimane ancora da stabilire se il nucleare all’Iran serva per motivi civili o no…
R. – In tanti sono convinti che l’Iran a livello energetico non abbia bisogno urgente di nucleare, ma piuttosto di raffinerie di petrolio perché, essendo uno dei maggiori produttori di greggio, importa oltre il 40% della sua benzina. Dunque, questo fa pensare che probabilmente il progetto della Repubblica islamica nel campo nucleare sia quello di dotarsi dell’arma atomica per poter svolgere più facilmente il ruolo di super potenza regionale.
D. - Gli Stati Uniti hanno accolto abbastanza freddamente questo accordo tra Iran e l’AIEA…
R. - Anche la stampa di Teheran accoglie con freddezza questo accordo. E’ in sostanza un’intesa sulle procedure, pertanto la situazione rimane invariata e i Paesi più interessati a questa vicenda, che sono l’Iran e gli Stati Uniti ma anche Israele, vorrebbero vedere qualcosa di concreto. Teheran ha come scopo quello di ottenere il permesso di proseguire con l’arricchimento dell’uranio anche se è controllato. L’America vorrebbe invece che si fermasse totalmente. Infine, Israele desidererebbe la completa rinuncia al programma atomico da parte dell’Iran.
- Giro di vite della giunta militare birmana contro le proteste per il caro benzina, che sta mettendo in ginocchio la popolazione, già duramente provata dalle condizioni economiche del Paese. Secondo quanto riferisce l’agenzia "Asianews", nella tarda serata di ieri sono stati arrestati 13 attivisti per la democrazia, che due giorni prima avevano preso parte ad una manifestazione di circa 400 persone a Yangon, per protestare contro il vertiginoso aumento del costo del carburante, deciso dalla giunta lo scorso 15 agosto. In un’atmosfera sempre più tesa, i generali tentano poi di scoraggiare ulteriori proteste, aumentando le misure di sicurezza intorno ad università e scuole superiori.
- E’ prevista per oggi nello Stato americano del Texas la 400.ma esecuzione capitale da quando, nel 1982, è stata ripristinata la pena di morte. Johnny Conner, 32 anni, un afroamericano condannato per l'assassinio di una commessa durante una rapina a Houston, sarà sottoposto ad iniezione letale nel penitenziario di Huntsville. L’ennesima esecuzione di Stato sta, comunque, provocando una forte mobilitazione dell’opinione pubblica interna e della presidenza portoghese di turno dell'Unione Europea. Entrambe chiedono al governatore del Texas di adottare una moratoria.
- Straordinaria ondata di calore in Grecia dove si registrano temperature vicine ai 40 gradi Celsius. Nei giorni scorsi sono stati toccati anche i 46 gradi. Sono 16 le vittime dovute al caldo, ad Atene si teme anche per l’inquinamento e pertanto il ministero dell’Ambiente ha riservato particolare attenzione agli anziani. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 234
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.