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SOMMARIO del 19/08/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • “La Chiesa è con voi”: all’Angelus, la solidarietà del Papa alle popolazioni del Perù colpite dal terremoto. Benedetto XVI esorta i cristiani ad essere fedeli a Dio, anche a costo di incomprensioni e persecuzioni
  • Con la Messa del cardinale Tarcisio Bertone, si è aperto a Rimini il Meeting di "Comunione e Liberazione", incentrato sul tema della verità cristiana. Con noi, il presidente della manifestazione, Emilia Guarnieri
  • Oggi in Primo Piano

  • Coniugare spiritualità e ambiente: si svolge, con questo spirito, l’iniziativa “Pellegrini dell’acqua”, percorso che si chiuderà a Loreto per l’Agorà dei giovani
  • Al via oggi ad Erice la 38.ma edizione dei Seminari internazionali sulle Emergenze Planetarie
  • Chiesa e Società

  • Messaggio del Papa per la Festa dei Popoli della Mitteleuropa, in corso a Cormons in Friuli
  • Anche le comunità islamiche australiane pronte ad accogliere i giovani di tutto il mondo, in occasione della GMG di Sydney del prossimo anno
  • Nuovo allarme dell’ONU sull’emergenza umanitaria nel sud della Somalia: un milione e mezzo di persone ha bisogno urgente di assistenza e cure sanitarie
  • Ad un anno dalla scomparsa, ancora nessuna notizia di un sacerdote cattolico dello Sri Lanka
  • Domani, a Trondheim, in Norvegia, la benedizione della prima pietra di un convento delle Brigidine
  • Il gruppo rock cristiano "Janua Coeli" rafforza l’impegno in favore delle popolazioni della Nigeria e della Tanzania
  • 24 Ore nel Mondo

  • Riserve dell'OSCE sulle elezioni in Kazakhstan - In Thailandia passa il referendum sulla riforma costituzionale
  • Il Papa e la Santa Sede



    “La Chiesa è con voi”: all’Angelus, la solidarietà del Papa alle popolazioni del Perù colpite dal terremoto. Benedetto XVI esorta i cristiani ad essere fedeli a Dio, anche a costo di incomprensioni e persecuzioni

    ◊   Sulle orme del Signore Gesù, i cristiani diventino strumenti di una pace reale e non apparente, rimanendo fedeli a Dio anche a costo di incomprensioni e persecuzioni: è la viva esortazione di Benedetto XVI, all’Angelus domenicale a Castel Gandolfo. Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha dunque rivolto un accorato appello in favore delle popolazioni del Perù colpite dal terremoto, annunciando la prossima visita del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, nelle zone martoriate dal sisma. Un pensiero particolare, poi, il Papa lo ha riservato ai partecipanti al Meeting di "Comunione e Liberazione", al via oggi a Rimini. Il servizio di Alessandro Gisotti:


    Il Perù straziato dal terremoto è nel cuore di Benedetto XVI. Nel tradizionale appuntamento dell’Angelus domenicale, il Santo Padre esprime la sua vicinanza spirituale alle popolazioni colpite dal sisma, prega per quanti soffrono e assicura che, in questo momento di prova, i peruviani non sono soli:

     
    La Chiesa è con voi, con tutta la sua solidarietà spirituale e materiale. Il mio Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, che da tempo aveva in programma una visita in Perù, nei prossimi giorni recherà di persona la testimonianza dei miei sentimenti e l’aiuto concreto della Santa Sede.

     
    Prima dell’appello per il Perù, ribadito anche in lingua spagnola, il Papa si era soffermato sul passo del Vangelo della domenica, laddove Cristo confida ai discepoli di essere venuto a portare non la pace, ma la divisione. Sono parole queste, ha sottolineato il Pontefice, che richiedono di essere ben comprese. A che cosa si riferisce dunque Gesù quando dice di essere venuto a portare la divisione?

     
    Questa espressione di Cristo significa che la pace che Egli è venuto a portare non è sinonimo di semplice assenza di conflitti. Al contrario, la pace di Gesù è frutto di una costante lotta contro il male. Lo scontro che Gesù è deciso a sostenere non è contro uomini o poteri umani, ma contro il nemico di Dio e dell’uomo, Satana. Chi vuole resistere a questo nemico rimanendo fedele a Dio e al bene deve necessariamente affrontare incomprensioni e qualche volta vere e proprie persecuzioni.

     
    E’ per questo, ha proseguito, che quanti “intendono seguire Gesù e impegnarsi senza compromessi per la verità devono sapere che incontreranno opposizioni e diventeranno, loro malgrado, segno di divisione tra le persone, addirittura all’interno delle loro stesse famiglie”. Anche l’amore per i genitori, infatti, ha avvertito il Santo Padre, “è un comandamento sacro, ma per essere vissuto in modo autentico non può mai essere anteposto all’amore di Dio e di Cristo”.

     
    In tal modo, sulle orme del Signore Gesù, i cristiani diventano “strumenti della sua pace”, secondo la celebre espressione di san Francesco d’Assisi. Non di una pace inconsistente e apparente, ma reale, perseguita con coraggio e tenacia nel quotidiano impegno di vincere il male con il bene e pagando di persona il prezzo che questo comporta.
     
    Ha quindi invocato la materna intercessione della Vergine, Regina della Pace, che “ha condiviso fino al martirio dell’anima la lotta del suo Figlio Gesù e continua a condividerla sino alla fine dei tempi”. Maria, ha detto ancora, “ci aiuti ad essere sempre testimoni della pace di Cristo, mai scendendo a compromessi con il male”. Dopo la recita della preghiera mariana, Benedetto XVI ha rivolto un saluto particolare ai partecipanti al Meeting per l’amicizia tra i popoli di CL, incentrato sul tema “La verità è il destino per il quale siamo stati fatti”.

     
    Assicuro la mia preghiera affinché, attraverso le molteplici iniziative in programma, il Meeting sia per molti occasione proficua di riflessione e di confronto, per realizzare la più profonda vocazione dell’uomo: essere cercatore della verità e perciò cercatore di Dio.
     
    Il Papa ha, così, salutato i pellegrini provenienti dalla Polonia, ricordando che in questi giorni ricorre il 750.mo anniversario della morte di San Giacinto, figlio della terra di Slesia. “Insieme a tutta la Chiesa – ha detto – ringrazio Dio per la sua vita e per il suo apostolato”. In lingua italiana, ha salutato i tanti giovani salesiani e francescani presenti, invitando questi ultimi ad essere profeti di fraternità nel mondo di oggi, sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi.

     
    Dunque, il Papa all’Angelus ha rivolto il suo pensiero al Perù, colpito dal terribile terremoto del 15 agosto. Una nuova scossa sismica di intensità pari a 5,5 gradi della scala Richter è stata avvertita, stamani, nella zona di Pisco, duramente provata dal disastro di cinque giorni fa. Intanto, il bilancio delle vittime continua a crescere: sono oltre 500 i morti, più di mille i feriti. Mons. Guido Breña Lopez, vescovo di Ica, tra le zone maggiormente colpite, descrive, al microfono di Silvia Gusmano, la situazione nelle zone terremotate:


    R. – Non c’è acqua, non c’è luce qui ad Ica, Chincha e Pisco. I mercati non funzionano. Stiamo senza vestiti e con la sofferenza di tanti bambini. Pisco è la zona più povera e più sofferente. Qui mancano tanti sacerdoti perché la chiesa principale e la casa parrocchiale sono crollate e i sacerdoti si trovano, quindi, senza un tetto e senza poter assistere la gente. E’ veramente un deserto. Il governo sta facendo molto, ma gli aiuti non arrivano a tutte le zone della regione di Ica.

     
    D. – Anche la Chiesa locale si è organizzata per soccorrere la popolazione. In che modo?

     
    R. – Ieri, è arrivata la Caritas del Perù e altre persone per coordinarsi e poter arrivare alle zone più povere. Ci concentriamo su tre luoghi: Chincha, Pisco e Ica. Ora c’è un po’ più di tempo. I parroci hanno visitato le loro zone e hanno visto che sono cadute tutte le case e che la povertà è tremenda.

     
    D. – Il ministro della Difesa ha annunciato l’invio di mille soldati nelle zone più colpite, per mantenere l’ordine pubblico. Sono molti gli episodi di sciacallaggio?

     
    R. – Questa è una contraddizione, perchè il governo dice che la situazione è pacifica e che tutto è sotto controllo, ma in realtà abbiamo avuto anche ad Ica gruppi di criminali che volevano entrare nelle case, anche armati. C’è paura da parte della gente, soprattutto di notte, perché non c’è luce. La polizia, le forze dell’ordine sono ancora poche. Ho parlato con un parroco a Chincha e anche lì è la stessa cosa: cinquanta, sessanta persone vanno in giro a rubare e così via.

     
    D. – I vescovi peruviani hanno rivolto un appello alla solidarietà per la popolazione colpita. Vuole rivolgere un ulteriore appello dai nostri microfoni?

     
    R. – Abbiamo fiducia nel Signore, nella grazia del Signore, nel suo aiuto. Ho celebrato una Messa per tutti i defunti. Ringraziamo tante persone, le istituzioni del Perù e fuori del Perù, che hanno chiamato per manifestare la loro vicinanza. Speriamo che con la grazia del Signore e con la solidarietà di tutti possiamo fare uno sforzo per dare pane, acqua, aiuto medico a tutti.

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    Con la Messa del cardinale Tarcisio Bertone, si è aperto a Rimini il Meeting di "Comunione e Liberazione", incentrato sul tema della verità cristiana. Con noi, il presidente della manifestazione, Emilia Guarnieri

    ◊   Come sottolineato dal Papa, all’Angelus, si è aperta stamani a Rimini, la 28.ma edizione del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli, sul tema "La verità è il destino per il quale siamo stati fatti", liberamente tratto da una citazione di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. Da oggi a sabato 25 agosto, con 118 incontri, 12 mostre, 20 spettacoli e oltre 400 relatori, il Meeting offrirà un vasta panoramica internazionale di esperienze e testimonianze legate al tema della ricerca e della testimonianza della verità. Da Rimini, il servizio del nostro inviato, Luca Collodi:


    "La sete di verità costituisce, da sempre, un anelito profondo e una sfida impegnativa per ogni essere umano". Con queste parole, pronunciate all'omelia della Messa inaugurale, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha aperto stamani la 28.ma edizione del Meeting di Rimini. E' la prima volta che un segretario di Stato Vaticano inaugura il Meeting di CL. "Nell'attuale contesto socioculturale", ha sottolineato il cardinale Bertone, "non di rado la verità viene a perdere il suo valore universale per diventare un riferimento "relativo":
     
    “Di fatto il termine verità viene spesso equiparato a quello di opinione, e viene allora necessariamente declinato al plurale: esistono tante verità, cioè tante opinioni tra loro spesso divergenti. Talora si ha come l'impressione che, nel clima di relativismo e di scetticismo che pervade la nostra civiltà, si giunga sino a proclamare una radicale sfiducia nella possibilità di conoscere la verità”.
     
    "In realtà", ha affermato il porporato, "proprio la difesa della pace, dell'amore, della verità e del bene sono all'origine di una lotta senza quartiere tra l'Onnipotente e Satana", il cui obbiettivo è "distruggere l'opera di Dio e distogliere l'uomo dalla sua amicizia":
     
    “Il risultato però è l'insuccesso e la rovina, l'infelicità e la morte. Gesù è venuto a smascherare la subdola ed abile strategia diabolica. Il fuoco che Egli è venuto a portare sulla terra è quello, in verità, della divisione dal demonio; il fuoco della verità che illumina il vero volto di Satana come padre della menzogna; il fuoco che fa distinguere con chiarezza il bene dal male, la verità dall'errore. Un fuoco, quindi, di "santa" discordia e che obbliga ciascuno di noi a prendere posizione, a decidere chiaramente se stare con Dio, o contro di Lui”.
     
    Il cardinale Bertone ha affidato al Meeting il compito di "aiutare la società di oggi a comprendere come "la verità sia il destino per il quale siamo stati fatti". La Santa Messa è stata celebrata nel rinnovato Auditorium della Fiera di Rimini davanti a numerosi ospiti ed oltre 3200 volontari, giovani ed adulti di "Comunione e Liberazione" che lavoreranno per una settimana gratuitamente, provenienti da vari Paesi nel mondo. Al termine della celebrazione, tutti hanno seguito sui maxischermi l'Angelus del Papa da Castel Gandolfo, sottolineando con un lungo applauso il saluto di Benedetto XVI. Il Meeting si apre con la triste notizia della morte, stanotte a Forlì, di un grande amico di Cl, il cantautore cattolico Claudio Chieffo. L'edizione 2006 lo aveva visto per l'ultima volta sul palco di Rimini. "Chieffo – ha detto Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, attraverso le sue canzoni ha comunicato la verità, quella verità che ora lo abbraccia". (Da Rimini, Luca Collodi, Radio Vaticana)

    E sullo spirito che anima, fin dalle origini, l’evento riminese di Comunione e Liberazione, il nostro inviato Luca Collodi ha intervistato proprio Emilia Guarnieri, presidente dell’Associazione “Meeting per l’amicizia fra i popoli”:


    R. – Il Meeting nasce proprio da un impeto di tipo missionario ed ecumenico in questa dimensione della universalità, dell’abbraccio a tutto e a tutti, dell’incontro con tutto e con tutti. Direi che è proprio nel Dna della nostra storia e della nostra esperienza. Poi, la ricchezza di rapporti che in questi anni siamo riusciti a costruire, la benevolenza di tutti gli amici e le persone che partecipano, immette sempre di più il Meeting dentro questo respiro di universalità.

     
    D. – Benedetto XVI più volte ha sottolineato l’importanza di educare alle virtù individuali. Questa è una buona occasione per il Meeting di pensare alla fede come dimensione pubblica...

     
    R. – Credo che le due cose non siano separate. Perchè la testimonianza cristiana possa esprimersi anche come virtù pubblica occorre che ci sia uno spessore alto e personale dell’esperienza della fede. C’è stato sempre insegnato che, se la fede non si gioca e non si rischia nella realtà, se la fede non diventa cultura, si isterilisce, non regge alle sfide pesanti culturali ed etiche che i tempi di oggi ci propongono.

     
    D. – Quanto è importante oggi la responsabilità dei laici cristiani nella vita della Chiesa?

     
    R. – Io credo proprio tanto, ma credo che qui ci sia da cogliere un aspetto che il Magistero di Benedetto XVI, e anche del Suo Predecessore, ci hanno sempre insegnato: la responsabilità dei laici non è tanto un problema di tipo ideologico. La responsabilità dei laici cristiani credo sia proprio nel portare una testimonianza di esperienza umana e di esperienze umane – perché poi l’esperienza umana costruisce anche luoghi – che siano proprio il segno di una possibilità diversa di costruire. Credo che il mondo abbia bisogno non delle ideologie o delle idee cristiane, il mondo ha bisogno dei cristiani. Ha bisogno cioè di gente che veramente sia capace di spendersi per un ideale, che abbia voglia di lavorare per gli altri, che creda che la vita possa essere positiva, che ci possa essere un futuro buono, che la verità sia il destino per il quale siamo stati fatti. Io credo che il compito grave sia veramente questo. Molte volte, anche quando si parla per esempio delle radici cristiane dell’Europa, è come se fosse una sorta di dibattito di tipo ideologico, quasi che l’affermazione delle radici cristiane fosse viceversa il disconoscimento di altro. Il problema è che le radici cristiane sono un temperamento umano, sono un popolo, sono una storia, sono della gente che ha costruito! Questo credo che sia il contributo che i cristiani devono portare. Peraltro, la consegna che ci lasciò Giovanni Paolo nell’82 quando venne al Meeting fu proprio quella di costruire la civiltà della verità e dell’amore.

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    Oggi in Primo Piano



    Coniugare spiritualità e ambiente: si svolge, con questo spirito, l’iniziativa “Pellegrini dell’acqua”, percorso che si chiuderà a Loreto per l’Agorà dei giovani

    ◊   Da Castelnuovo dell’Abate in Toscana fino a Loreto nelle Marche, passando attraverso l’Appennino umbro-marchigiano e toccando le città di Perugia, Assisi e Macerata. E’ il percorso di “Pellegrini dell’acqua”, che si svolge da ieri al 1 settembre, in coincidenza con la Seconda Giornata della Salvaguardia del Creato. L’iniziativa è promossa dalle ACLI, in collaborazione con l’Ufficio nazionale della Commissione Episcopale Italiana per i problemi sociali e il lavoro. E domani, intanto, a Loreto arriverà il presidente della CEI, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, per incontrare i giovani, che da settimane stanno preparando l’accoglienza dei loro coetanei, in occasione dell’Agorà. Ma torniamo all’iniziativa “Pellegrini dell’acqua”: Marina Tomarro ha intervistato il coordinatore del pellegrinaggio, Antonio La Grotteria:


    R. – Lo spirito dell’iniziativa è quello di coniugare spiritualità e ambiente in un unico contenitore, che rappresenti un’occasione per i giovani sia di vivere un’esperienza profondamente diversa da quella del quotidiano e, dall’altra parte, di poter portare avanti quelli che sono i temi della salvaguardia del Creato, quindi, diventare dei custodi del Creato. Questo può essere l’obiettivo. L’idea nasce da questo sogno di mettersi sulla strada, incontrare le persone, portare un messaggio di pace e farlo nel modo più semplice, quello della tradizione cristiana, che è la forma del pellegrinaggio.

     
    D. – Secondo lei, cosa spinge un giovane a partecipare a questo pellegrinaggio?

     
    R. – La voglia di un’esperienza di semplicità, il voler dare un segnale a chi ci circonda che l’acqua, come risorsa, è davvero qualcosa di importante, l’impegnarsi anche personalmente nel non sprecarla, nel salvaguardarla o nel dare agli altri quelle che sono piccole informazioni, che ci consentono di sviluppare una grande attenzione. Sono questi i motivi che spingono i giovani, come la voglia di avventura, di avvicinarsi ad altri giovani che non conoscono e con loro condividere un momento forte di formazione e impegno sul tema ambientale.

     
    Ai nostri microfoni, l’esperienza di uno dei partecipanti al pellegrinaggio, Nicola Migliorati:

     
    R. - Man mano che cammini ti accorgi del fascino di un’esperienza di questo tipo. E’ uno staccare la spina dal vivere quotidiano che abbiamo abitualmente nella nostra società. Le giornate vengono scandite non più dall’orologio, ma con le ore di sole buone per camminare e quelle in cui invece è meglio riposare. Le distanze vengono misurate in ore di cammino. E’ proprio un modo di vivere completamente diverso. Ci sono molti momenti per stare insieme. Il tempo si dilata e anche le conoscenze con le persone che si incontrano lungo il tragitto sono molte.

     
    D. – Il vostro pellegrinaggio si concluderà il 1° settembre a Loreto. Quale messaggio porterete ai vostri coetanei presenti all’Agorà dei giovani?

     
    R. – L’insegnamento che si apprenderà lungo questo cammino è quello di aiutare coloro che parteciperanno a tornare a casa più consapevoli dell’importanza dell’acqua. Questa lezione potrà poi essere trasmessa all’Agorà, dove ci sarà una fontana in cui verranno proiettate delle immagini ad hoc e dei filmati preparati per questa occasione, per sensibilizzare i ragazzi, che una volta tornati a casa potranno essere più consapevoli del bene con cui hanno a che fare.

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    Al via oggi ad Erice la 38.ma edizione dei Seminari internazionali sulle Emergenze Planetarie

    ◊   Non tutti gli specialisti gridano al disastro in relazione ai cambiamenti climatici, al surriscaldamento del pianeta e all’effetto serra. Proprio a questi temi, ma non solo, è dedicata la 38.ma edizione dei Seminari Internazionali sulle Emergenze Planetarie che prende il via oggi ad Erice, in Sicilia, presso il Centro Ettore Majorana per la Cultura Scientifica. Sull’importante evento scientifico, il servizio di Eugenio Bonanata:


    La temperatura della Terra crescerà entro la fine del secolo da 1,8 a 4 gradi centigradi. E’ il preoccupante allarme ecologico lanciato nei mesi scorsi dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La comunità scientifica risponde però con precauzione a questo scenario e da Erice, dove fino al 24 agosto prossimo saranno riuniti esperti di tutto il mondo, reclama maggiore rigore scientifico. L’opinione del prof. Antonino Zichichi presidente della Federazione Italiana degli Scienziati:

     
    R. - Clima vuol dire centinaia di anni, meteorologia vuol dire tempi brevi. Per capire le variazioni climatiche, bisogna aspettare. Il punto fondamentale è che se l’avessimo capito, potremmo spiegare come mai è successo il fenomeno della Groenlandia, che significa “la terra verde”, e che adesso è una distesa di ghiaccio. Quindi, pretendere di poter prevedere quello che accadrà è semplicemente non scientifico. E noi vogliamo introdurre il rigore scientifico in queste tematiche di grande importanza per tutti noi.

     
    Cautela dunque. Tuttavia, oltre allo scioglimento dei ghiacciai e all’estate che si fa sempre più calda, alcuni fenomeni estremi di questi giorni come il terribile terremoto in Perù e le devastanti alluvioni in Corea del Nord, suscitano preoccupazione:

     
    R. – Sono sempre avvenuti, sempre, non sono fatti nuovi. Una volta c’erano le carestie, centinaia di migliaia di morti di fame. Adesso, con la globalizzazione, si sa tutto di tutti e subito e, quindi, ci si sorprende. Ma non è vero che sono novità. Il punto cruciale è quanto influisce l’uomo su questi fenomeni. La risposta è che nessuno può dirlo.

     
    Non solo effetto serra e ozono, però. Ad Erice si parlerà delle oltre 70 emergenze planetarie, già definite dal Centro Ettore Majorana negli anni ottanta, e della realizzazione di progetti pilota per affrontarli. Spazio dunque alla crisi energetica mondiale, ma anche alla corsa agli armamenti e alla diffusione delle epidemie. Il tutto nelle consapevolezza che questi temi incidono direttamente sulle decisioni dei governi che sono pronti infatti ad allocare ingenti risorse per scongiurare scenari catastrofici.

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    Chiesa e Società



    Messaggio del Papa per la Festa dei Popoli della Mitteleuropa, in corso a Cormons in Friuli

    ◊   La Festa dei Popoli della Mitteleuropa rinsaldi i vincoli di amicizia, “favorendo il costruttivo confronto” sul “fondamentale apporto della fede cristiana, che ha forgiato il pensiero l’arte e la cultura del continente europeo”: è l’auspicio di Benedetto XVI contenuto in un telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato all’arcivescovo di Gorizia, mons. Dino De Antoni, in occasione dell’evento culturale, in corso nella località friulana di Cormons. La manifestazione ha vissuto il suo clou, stamani, con il raduno dei gruppi provenienti da diverse regioni europee e la presenza di autorità civili e diplomatiche dei Paesi coinvolti. Nel pomeriggio, invece, a Broilo di Giassico sono attesi, a chiusura della manifestazione, i concerti di sette gruppi musicali di Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Italia. (A.G.)

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    Anche le comunità islamiche australiane pronte ad accogliere i giovani di tutto il mondo, in occasione della GMG di Sydney del prossimo anno

    ◊   I leader musulmani di Sydney apriranno le moschee e le scuole islamiche ai giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù del 2008, che si svolgerà in Australia dal 15 al 20 luglio del prossimo anno. Questa l’intenzione dichiarata dai rappresentanti della Federazione australiana dei Consigli Islamici alla stampa locale dopo l’incontro, avvenuto la scorsa settimana, con gli organizzatori della GMG 2008. Mons. Anthony Colin Fisher, vescovo di Buruni e coordinatore della Giornata, ha affermato che l’incontro è stato un’occasione per valutare i modi in cui la Comunità islamica può contribuire alla realizzazione di questo evento organizzato dalla Chiesa Cattolica. “Le Giornate Mondiali della Gioventù – ha dichiarato il presule al termine dell’incontro – hanno sempre avuto un impatto positivo su tutte le religioni nei Paesi in cui si sono svolte. Questo è uno dei messaggi chiave che desideravamo comunicare”. Mons. Fisher ha chiesto ai rappresentanti della Comunità musulmana di informare i loro fedeli sulla GMG. “Ho anche proposto loro – ha proseguito mons. Fisher – la possibilità di prendere parte a forum interreligiosi o mettere a disposizione strutture”. “La Giornata Mondiale della Gioventù – ha concluso il vescovo – sarà una splendida dimostrazione del potere che la fede ha di unire, e non di dividere”. Per favorire la conoscenza e la tolleranza fra i fedeli delle due religioni, oltre all’apertura di moschee e scuole, la Federazione australiana dei Consigli Islamici sta programmando anche gare sportive con partecipazione mista, convegni e preghiere congiunte. “Noi musulmani d’Australia vogliamo dimostrare in modo positivo di essere parte della comunità”, ha detto il presidente della Federazione, Ikebal Patel. A breve verrà convocato anche un incontro con i rappresentanti della Comunità ebraica. (V.F.)

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    Nuovo allarme dell’ONU sull’emergenza umanitaria nel sud della Somalia: un milione e mezzo di persone ha bisogno urgente di assistenza e cure sanitarie

    ◊   Almeno una persona è morta ieri in Somalia nelle violenze esplose nel corso di una distribuzione di cibo nel distretto di Kuturwarey, nella regione della Bassa Shabelle, nel sud del Paese. Lo riferiscono fonti locali, riprese dall’agenzia MISNA, precisando che le guardie hanno aperto il fuoco contro la folla quando una massa di persone ha cercato di fare irruzione nel luogo dove venivano consegnati gli aiuti. Le zone della Bassa e della Media Shabelle sono quelle maggiormente interessate dalla carenza di cibo che investe la Somalia. Nell’ultimo rapporto diffuso ieri dall’l’Ufficio per il coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite in Somalia si precisa che il sud del Paese africano è ufficialmente in uno stato di “emergenza umanitaria”. “Fino a 1 milione e 500.000 persone hanno bisogno di assistenza – si legge nella nota giunta alla MISNA – e il 51 per cento di queste si trovano nelle regioni della Shabelle”. Quasi 500 mila versano in quella che viene definita “crisi di sussistenza alimentare acuta”. Le regioni della Shabelle sono normalmente le zone più produttive da un punto di vista agricolo del Paese, ma - si legge nel comunicato ONU - “la continua e crescente insicurezza ha causato danni alle normali attività economiche e commerciali”. Tra le altre cause che hanno messo in crisi la produzione alimentare dell’area meridionale della Somalia vengono citati anche l’alta concentrazione di sfollati in fuga da Mogadiscio – 35.000 quelli fuggiti tra luglio e metà agosto, secondo l’ultimo censimento dell’ONU – e il peggioramento delle condizioni sanitarie a causa di un’epidemia di dissenteria acuta e colera. (A.G.)

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    Ad un anno dalla scomparsa, ancora nessuna notizia di un sacerdote cattolico dello Sri Lanka

    ◊   Ad un anno dalla loro scomparsa a Jaffna, nel nord dello Sri Lanka, ancora non si consoce la sorte del sacerdote cattolico, padre Thiruchelvam Nihal Jimbrown, e del suo assistente Wenceslaus Vimalathas. Padre Jimbrown, 34 anni, e Vimalathas, padre di 5 figli, sono scomparsi il 20 agosto del 2006, mentre infuriavano gli scontri tra forze di sicurezza e separatisti delle Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE). L’ultima volta sono stati visti su una motocicletta al check point di Allaipiddy, zona sotto il controllo dell’esercito. “Ad un anno dalla sua scomparsa – ha detto all’agenzia Asianews il nunzio apostolico in Sri Lanka, mons. Mario Zenari - non si hanno ancora tracce di padre Jimbrown”. In questo momento, ha affermato mons. Zenari, viene spontaneo “affidare la loro sorte nelle mani del Signore” ed implorare la Sua consolazione “per i familiari e per i fedeli della diocesi di Jaffna”. Il nunzio esprime anche la propria “solidarietà a tutte le persone scomparse soprattutto in questi ultimi mesi e alle loro famiglie”. Domani, a Jaffna e Colombo, si terranno celebrazioni per ricordare il sacerdote ed il suo assistente. (A.G.)

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    Domani, a Trondheim, in Norvegia, la benedizione della prima pietra di un convento delle Brigidine

    ◊   Dar vita ad un punto di riferimento per i cattolici, il dialogo ecumenico ed interreligioso: con questo spirito, domani, il vescovo prelato di Trondheim, mons. Georg Müller, benedirà la prima pietra del chiostro dell’erigendo convento delle religiose Brigidine nella stessa città norvegese. Per la prima volta dal tempo della Riforma, l’Ordine del SS. Salvatore e di Santa Brigida torna ad avere un convento in Norvegia, poiché fino ad oggi l’unica comunità presente nel Paese da circa dieci anni disponeva soltanto di un piccolo alloggio in una casa privata. Il progetto comprende il convento, una chiesa con annessa sala parrocchiale, la foresteria e alcuni locali per l’accoglienza dei bambini. Le prime religiose potrebbero prendere possesso del convento a fine 2008. (A.G.)

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    Il gruppo rock cristiano "Janua Coeli" rafforza l’impegno in favore delle popolazioni della Nigeria e della Tanzania

    ◊   Continua senza sosta l’opera di assistenza in Nigeria e in Tanzania da parte del gruppo rock cristiano di ispirazione francescana “Janua Coeli”. Gli aiuti umanitari, informa oggi l’Osservatore Romano, diretti in particolare ai bambini nigeriani ricoverati nell’ospedale per malattie tropicali di Ibadan, sono stati utilizzati per la costruzione della “Piccola casa sollievo della sofferenza”, inaugurata il 30 novembre scorso. I religiosi cappuccini, in Nigeria dalla fine dell’800, sono presenti stabilmente ad Ibadan dai primi anni Novanta. Il gruppo “Janua Coeli” nasce sotto la protezione della Vergine Maria. L’obiettivo principale dei ragazzi di “Janua Coeli”, gruppo nato tra Cortona e Arezzo, è di evangelizzare portando, attraverso la musica, il messaggio salvifico di Gesù rivolto a tutti gli uomini, assieme ad un concreto aiuto a persone che sopravvivono in stato di grande difficoltà. (A.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Riserve dell'OSCE sulle elezioni in Kazakhstan - In Thailandia passa il referendum sulla riforma costituzionale

    ◊   E’ arrivata da parte dell’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, l’ennesima bocciatura per le elezioni legislative in Kazakhstan anche se sono segnalati “alcuni passi avanti” verso la democrazia. La consultazione, svoltasi ieri, ha registrato la schiacciante vittoria del partito del presidente Nazarbaiev. Il nostro servizio:


    Il "solito" plebiscito per il presidente kazako, Nursultan Nazarbaiev, al potere da 18 anni. Le elezioni di ieri hanno sancito la netta affermazione del suo partito, "Luce della Patria", che ha ottenuto l’88 per cento delle preferenze. Oltre 8 milioni di elettori, chiamati a rinnovare il Parlamento, hanno scelto infatti di dargli ancora fiducia. Nemmeno un seggio nella Camera Bassa per l’opposizione. Dei 7 partiti in lizza, nessuno è riuscito a superare la soglia del 7 per cento. Lo sbarramento così alto doveva, nelle intenzioni, assicurare una maggiore presenza della minoranza all’interno delle istituzioni ma cosi non è stato. A poco dunque sono servite le modifiche costituzionali approvate prima di queste elezioni che sono state anticipate di due anni dall’esecutivo di Nazarbaiev. Tra i provvedimenti passati, oltre all’aumento della soglia di sbarramento anche il sistema proporzionale, che ha fatto crescere il numero dei seggi in Parlamento. Infine, l’esenzione personale per Nazarbaiev dalla legge che impone non più di due mandati presidenziali consecutivi. In questo scenario è giunta la bocciatura da parte dell’OSCE delle elezioni, in passato mai considerate libere né indipendenti dagli osservatori internazionali. A pesare sul giudizio l’insufficiente trasparenza durante lo scrutinio e la soglia di sbarramento troppo alta per l'accesso in Parlamento. L'Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa, pur manifestando le sue preoccupazioni, ritiene però che l’ex repubblica sovietica stia avanzando verso la democrazia.

    - Approvato il nuovo progetto di Costituzione per la Thailandia. Ad annunciarlo il primo ministro, Surayud Chulanont, nel giorno in cui 45 milioni di persone sono state chiamate ad esprimersi attraverso il referendum. Circa 200 mila gli agenti che hanno controllato il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Quella di oggi è la prima consultazione dal colpo di Stato del 2006, culminato con la deposizione dell’ex premier Thaksin Shinawatra, ora a Londra. La giunta militare al potere ritiene il referendum come l’apripista per lo svolgimento di elezioni legislative entro la fine dell’anno. Di diverso avviso l’opposizione che vede nel progetto costituzionale un tentativo per diminuire l’influenza dei partiti a vantaggio dei militari e dei burocrati.

    - Iraq senza tregua. Sono 12 le vittime e 31 i feriti dopo un attacco a colpi di mortaio avvenuto a Baghdad est, zona confinante con Sadr City, vasto sobborgo popolare sciita. Ieri a Khalis, località situata a nord di Baghdad, in circostanze analoghe avevano perso la vita sette civili. Sono almeno 15 le persone sequestrate da un gruppo di insorti nella zona di Bab al Muazan, nel centro della capitale irachena. I rapiti si trovavano a bordo di un pulmino che è stato bloccato dai ribelli per un falso controllo, prima ancora nella zona si era verificata un’esplosione nella quale è rimasto ucciso un uomo, ferite altre 6 persone. Intanto, per arginare la crisi politica che ha investito il governo del premier Al Maliki, il presidente iracheno, Jalal Talabani, sta avendo una serie di incontri con le massime cariche dello Stato in preparazione di una riunione dei più importanti esponenti politici in programma tra qualche giorno.

    - All’indomani del suo rapimento, a Kabul, in Afghanistan, la donna tedesca è apparsa oggi in un video messo in onda dalla tv locale "Tolo". Nel filmato, ha parlato delle richieste dei suoi sequestratori che chiedono il rilascio di “prigionieri innocenti”. Oltre alla cooperante, nelle mani della guerriglia restano i 19 ostaggi sud coreani ed un altro cittadino tedesco, Rudolf Blechschmidt. Per i volontari di Seul, ieri, è stato lanciato un nuovo ultimatum da parte di un portavoce dei talebani che ha dato due giorni di tempo per effettuare uno scambio di prigionieri, possibilità sempre respinta da Kabul. Sul terreno prosegue la violenza, un soldato dell’ISAF, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza sotto comando NATO, è stato ucciso in uno scontro a fuoco con ribelli nel sud del Paese. Ancora sconosciuta la sua nazionalità.

    - Escalation di violenza nella regione tribale del Waziristan, al confine tra l’Afghanistan ed il Pakistan. Circa 15 persone, in maggioranza combattenti, sono rimasti uccisi nell’attacco condotto da elicotteri di Islamabad contro nascondigli degli integralisti islamici. Nell’operazione hanno perso la vita anche due donne.

    - Nuovo bombardamento da parte dell’aviazione libanese sul campo profughi israeliani di Nahar-al Bared, dove sono ancora nascosti almeno 70 militanti di Fatah Al Islam, gruppo vicino ad Al Qaeda. Un soldato di Beirut ha perso la vita per mano di un cecchino. Con quest’ultima vittima, salgono a 138 i militari libanesi uccisi dall’inizio degli scontri, il 20 maggio scorso.

    - Giro di vite del governo israeliano contro l’immigrazione clandestina. Lo Stato ebraico ha espulso 48 sudanesi entrati nel Paese e in programma ci sono altri provvedimenti di questo tipo. Secondo un portavoce dell’esecutivo, sono circa 2.800 le persone entrate illegalmente attraverso il deserto egiziano, tra questi almeno mille provengono dal Sudan. Israele ha comunque assicurato che i clandestini provenienti dal Darfur, teatro di una sanguinosa guerra civile, non verranno espulsi.

    - Prosegue l’ondata di sbarchi sulle coste italiane. Dopo gli approdi di ieri, un barcone con a bordo 249 clandestini, tra questi 18 donne e due neonati, è giunto in queste ore nel porto di Lampedusa. Gli immigrati sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza dell’isola siciliana. Ormai quotidianamente si parla degli arrivi di clandestini, eppure nella relazione dei primi sette mesi del 2007 il Ministero dell’interno ha messo in luce il calo degli sbarchi di immigrati sulle coste italiane, passando dai 22 mila del 2005 ai circa ottomila di quest’anno. Francesca Sabatinelli ne ha parlato con Laura Boldrini portavoce dell’ACNUR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati:


    R. – Sicuramente diminuiscono gli sbarchi e anche in maniera abbastanza consistente ma questo non significa che siano meno pericolosi. Vale a dire che le persone che accettano di mettersi sui gommoni o sulle carrette in vetroresina, forniti in molti casi dalla Libia, accettano di fare questa traversata nonostante la precarietà dei mezzi perché, di fatto, non hanno altra scelta.

     
    D. – Come è cambiata in questi anni la dinamica degli sbarchi, se è cambiata?

     
    R. – Negli ultimi due anni è sicuramente cambiata. La maggior parte delle persone che arrivano utilizzano gommoni fatti artigianalmente e non più grossi barconi in legno, come succedeva in passato. Di conseguenza è cambiata anche la cosiddetta figura dello scafista. Adesso, sembra più frequente che siano tutti gli occupanti a turno a darsi il timone. Va sottolineato che spesso queste persone non hanno alcuna esperienza di mare o addirittura non l’hanno mai visto prima.

     
    D. – Per quanto riguarda l’intervento delle autorità costiere italiane, in che modo si può configurare?

     
    R. – L’Italia sicuramente, dal punto di vista del salvataggio delle vite umane, nel Mediterraneo, ha un ruolo primario. E’ anche importante la collaborazione dei pescatori delle navi commerciali per l’avvistamento di imbarcazioni in difficoltà. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati insieme alla Guardia Costiera ha anche indetto un premio, “Il Premio per mare”, un riconoscimento al coraggio di chi salva vite umane perché è importante che la vecchia legge del mare di prestare soccorso a chi è in pericolo continui, nonostante tutto, ad essere rispettata.

    - Il ciclone Dean, considerato estremamente pericoloso, si sta dirigendo verso Haiti e la Giamaica lasciando dietro di sé diverse vittime in Martinica e nella Repubblica domenicana. E’ scattata intanto l’allerta in Texas per l’arrivo dell’uragano; in maniera preventiva, il presidente statunitense George W. Bush ha decretato lo stato d’emergenza nella zona. Martedì è previsto il rientro della navicella spaziale Endeavour, che ha anticipato il suo ritorno sulla Terra di 24 ore per evitare di incrociare il ciclone Dean.

    - Due vigili del fuoco hanno perso la vita e altri 18 sono rimasti intossicati in un incendio scoppiato, ieri sera, al quattordicesimo piano del grattacielo della Deutsche Bank a Ground Zero, New York. Nel palazzo erano in corso lavori di demolizione e ricostruzione. Il rogo, sviluppatosi dalle impalcature per cause ancora da accertare, è stato domato nel giro di alcune ore. Nell’area è scattato l’allarme ambientale, anche se il sindaco della città, Michael Bloomberg, ha assicurato che non sembrano sussistere rischi effettivi per la salute pubblica.

    - Fiammata di violenza in Somalia. Durante la notte, in un agguato a Mogadiscio ha perso la vita un importante capo clan somalo. Apparteneva al gruppo di Mudulod, considerato il più importante nella capitale africana. Solo ieri, il vice governatore di Mogadiscio, Abdullahi Hassan Geney “Firimbi”, era sfuggito ad un attentato compiuto con una mina fatta esplodere con un comando a distanza. Sedici le vittime e trenta i feriti è il bilancio di una dura battaglia tra clan rivali avvenuta, sempre ieri, a Mogadiscio.

    -In Iran, tre uomini sono stati impiccati sulla pubblica piazza a Saveh, a sud ovest di Tehran, per aver stuprato una donna. Da metà luglio sono state almeno 34 le esecuzioni capitali nel Paese, molte delle quali in pubblico. Omicidio, stupro, adulterio, rapina armata, apostasia e traffico di stupefacenti sono tutti reati punibili, secondo la legge iraniana, con la pena di morte.

    - In Italia, tragico crollo di una terrazza di legno di una villa privata di Conca dei Marini, in provincia di Salerno. Nell’incidente un uomo, che aveva riportato un grave trauma cranico, è morto. Nove i feriti, mentre sono preoccupanti le condizioni di una giovane ragazza romana. La procura salernitana ha aperto un'indagine disponendo il sequestro della struttura fatiscente e probabilmente costruita in maniera artigianale.



     Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 231

     

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