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SOMMARIO del 15/08/2007

Il Papa e la Santa Sede

  • L'amore, apparente debolezza di Dio, vince il potere dell'egoismo assoluto, del terrore e della violenza: così il Papa nella Messa per la Festa dell'Assunta
  • Loreto pronta all'accoglienza di migliaia di giovani in occasione della visita del Papa l'1 e 2 settembre
  • Il cardinale Etchegary racconta, ai nostri microfoni, l'incontro a Mosca con il Patriarca Alessio II
  • Oggi in Primo Piano

  • L'India celebra i 60 anni dell' indipendenza
  • In corso a Stoccolma il Vertice mondiale sull'acqua

  • Vacanze dedicate alla filosofia e alla religione: è la proposta di un’associazione culturale di Bologna e dello Studio filosofico domenicano
  • Chiesa e Società

  • I Santuari mariani di Africa e Asia festeggiano l’Assunzione
  • Le alluvioni devastano la Corea del Nord: il Governo chiede l'aiuto internazionale
  • Dramma dell'immigrazione: almeno 14 corpi avvistati a sud di Lampedusa
  • La Mattel ritira 18 milioni di giocattoli prodotti in Cina e Pechino apre un’inchiesta
  • 24 Ore nel Mondo

  • Strage in Iraq: almeno 200 morti per una serie di attacchi contro la comunità degli Yazidi. - Il presidente palestinese Abu Mazen impone il rispetto di Israele ai chi vuole candidarsi alle elezioni, mentre Prodi rassicura Olmert sul dialogo con Hamas
  • Il Papa e la Santa Sede



    L'amore, apparente debolezza di Dio, vince il potere dell'egoismo assoluto, del terrore e della violenza: così il Papa nella Messa per la Festa dell'Assunta

    ◊   “Tutta la storia umana è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino al dono di sé e l’amore di sé fino al disprezzo di Dio, fino all’odio degli altri”: è quanto ha detto il Papa questa mattina, citando Sant’Agostino, durante la Messa da lui presieduta nella Parrocchia di San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Benedetto XVI ha affermato che la festa odierna c'invita alla fiducia, perchè l'amore, apparente debolezza di Dio, alla fine, vince quello che sembra il potere assoluto dell'odio e della violenza. Poi, all'Angelus, a mezzogiorno, il Papa ha rivolto il suo saluto ai giovani partecipanti ad un pellegrinaggio al Santuario mariano di Mariazell, dove si recherà l'8 settembre prossimo. Il servizio di Sergio Centofanti.


    Il Pontefice ha commentato la lettura odierna dell’Apocalisse con le due immagini della donna vestita di sole, segno dell'amore di Dio, e dell’enorme drago rosso, segno dell'amore di sé. Con la figura del drago - ha sottolineato - San Giovanni voleva indicare il potere degli imperatori romani anticristiani da Nerone a Domiziano: “un potere che appariva illimitato, un potere militare, politico, economico, propagandistico”:
     
    "Davanti a questo potere la fede, la Chiesa, appariva come una donna inerme, senza possibilità di sopravvivere, tanto meno di vincere. Chi poteva opporsi a questo potere onnipresente che sembrava in grado di fare tutto? E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’Impero romano si è aperto alla fede cristiana”.

     
    Il drago dunque – ha affermato – rappresenta “il potere dell’egoismo assoluto, del terrore, della violenza”. E rappresenta le dittature anticristiane di tutti i tempi, come il nazismo e lo stalinismo, nel secolo scorso. Sembrava impossibile che "la fede potesse sopravvivere": ma anche qui alla fine "l’amore è stato più forte dell’odio”. E oggi il drago – ha aggiunto – esiste in forme nuove:

     
    “Esiste nella forma delle ideologie materialiste, che ci dicono: 'è assurdo pensare a Dio, è assurdo osservare i comandamenti di Dio, è cosa di un tempo passato. Vale soltanto vivere la vita per sé. Prendere in questo breve momento della vita tutto quanto ci è possibile prendere. Vale solo il consumo, l’egoismo, il divertimento. Questa è la vita. Così dobbiamo vivere!' E di nuovo sembra assurdo, impossibile opporsi a questa mentalità dominante, con tutta la sua forza mediatica, propagandista. Sembra impossibile oggi ancora pensare a un Dio che ha creato l’uomo e che si è fatto bambino e che sarebbe il vero dominatore. Anche adesso questo dragone appare invincibile, ma anche adesso resta vero che Dio è più forte del dragone, che vince l’amore e non l’egoismo”.

     
    Poi il Papa ha commentato la figura della donna: è vestita di sole perché vive della luce di Dio, e ha la luna sotto i piedi, perché "ha lasciato dietro di sé la morte". E ci dice: “Coraggio! Alla fine vince l’amore!" Abbiate il coraggio di vivere nell'amore "anche contro tutte le minacce del dragone”. La donna – ricorda il Papa – partorisce nel dolore: segno della “Chiesa pellegrina di tutti i tempi: in tutte le generazioni deve partorire di nuovo Cristo, portarlo al mondo con grande dolore in questo mondo sofferente”. Una Chiesa perseguitata dal drago in tutti i tempi ma che in tutti i tempi vive della luce di Dio. E così in tutte le tribolazioni la Chiesa, soffrendo, vince "contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo". E il drago anche oggi vuol divorare il Dio fattosi bambino ma non bisogna temere perchè "anche oggi questo Dio debole è forte, è la vera forza". E così la festa dell’Assunzione è un invito ad avere fiducia:

     
    "E' l'invito ad avere fiducia in Dio e anche un invito ad imitare Maria, come Ella stessa ha detto: 'Sono la serva del Signore, mi metto a disposizione del Signore'. Questa è la lezione: andare sulla sua strada; dare la nostra vita e non prendere la vita. E proprio così siamo sul cammino dell'amore che è un perdersi, ma un perdersi che in realtà è l’unico cammino per trovarsi veramente, per trovare la vera vita".

     
    La festa dell’Assunzione è allora la "festa della gioia" – ha concluso il Papa: "Dio vince. La fede apparentemente debole è la vera forza del mondo. L’amore è più forte dell’odio”.

     
    Il Papa all’Angelus, nella residenza di Castel Gandolfo, ha poi ricordato che la festa dell’Assunzione ha “il suo fondamento ultimo nella Sacra Scrittura” che presenta la Vergine Maria strettamente unita a Gesù “nella lotta contro il nemico infernale fino alla piena vittoria su di lui”. Una vittoria che “si esprime, in particolare, nel superamento del peccato e della morte” e per questo Maria, solidale con Gesù anche nella risurrezione, è stata “preservata dalla corruzione del sepolcro” per “essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo” come ha affermato Pio XII proclamando il 1° novembre 1950 il Dogma dell’Assunzione nella Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”. “Assunta in cielo – ha detto il Papa - Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina e la sua luce si proietta sulla nostra vita e sulla storia dell’intera umanità":

     
    “Attratti dal fulgore celeste della Madre del Redentore, ricorriamo con fiducia a Colei che dall’alto ci guarda e ci protegge. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino, imitiamola ora nella docile sequela di Cristo e nel generoso servizio dei fratelli. E’ questo l’unico modo per pregustare, già nel nostro pellegrinaggio terreno, la gioia e la pace che vive in pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso”.

     
    Dopo la recita dell’Angelus il Papa ha salutato i giovani, collegati tramite la televisione, che hanno partecipato ad un pellegrinaggio giovanile nel Santuario mariano di Mariazell, in Austria, dove si recherà l’8 settembre prossimo. “L’esempio di Maria – ha detto il Papa in tedesco - ci mostra che Dio cerca persone in cui può stabilire la propria dimora. Cristo vuole vivere anche nel nostro cuore. La Chiesa, casa di Dio – ha concluso - cresce se noi uomini accogliamo il Signore con la nostra fede, con la nostra adorazione, con speranza e amore, divenendo in tal modo pietre vive di questa casa spirituale”.

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    Loreto pronta all'accoglienza di migliaia di giovani in occasione della visita del Papa l'1 e 2 settembre

    ◊   Loreto è pronta ad ospitare migliaia di ragazzi provenienti da tutta Italia e delegazioni di giovani di diversi Paesi europei in occasione di “Loreto 2007”, il primo dei tre grandi appuntamenti del percorso triennale dell’Agorà dei Giovani italiani, iniziativa pastorale promossa dalla Chiesa Cattolica italiana. Benedetto XVI parteciperà a questa grande festa della gioia e della fede, che si terrà il primo ed il due settembre, ed incontrerà i giovani nella piana di Montorso. Il tema scelto per questo appuntamento, dedicato all’ascolto del mondo giovanile, è “Come io vi ho amato”. Il secondo anno dell’Agorà dei Giovani, incentrato sul tema “Mi sarete testimoni” e dedicato alla dimensione interpersonale dell’evangelizzazione, culminerà con la Giornata Mondiale della Gioventù del 2008 che si terrà a Sydney, in Australia, dal 15 al 20 luglio. Il percorso si concluderà nel 2009, anno dedicato alla dimensione culturale e sociale dell’evangelizzazione che ha per tema “Fino ai confini della terra”. Su questo ricco cammino triennale, ascoltiamo, al microfono di Luis Badilla, il direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana, don Domenico Pompili.


    R. – Credo che l’idea di un triennio sia legata alla necessità di dare, anche da un punto di vista progettuale, continuità al lavoro con i giovani. In tempi recenti c’è stato, anche all’interno della Chiesa, un dibattito intorno alla necessità di individuare una strategia che fosse per lo più legata ai grandi eventi oppure a quello che era la dinamica dell’educazione quotidiana. Talvolta si è creata una sorta di contrapposizione tra coloro che si facevano sostenitori dei «grandi eventi» e quelli invece che sostengono, al contrario, che si tratta piuttosto di dover continuare nella «quotidianità» di educare i giovani. Io credo che i giovani abbiano bisogno, ovviamente, di essere accompagnati con continuità ma i giovani non disdegnano neanche momenti che siano di grande appeal comunitario, per cui l’intuizione di Papa Giovanni Paolo II della Giornata mondiale della gioventù (GMG), ovvero di un momento di grande convocazione - al di là di ogni differenza anche culturale o nazionale – conserva ancora oggi tutta la sua capacità profetica. Il problema semmai è quello di integrare queste due prospettive e mi pare che il Cammino triennale integri sia la necessità di un grande evento, ma all’interno di un percorso che però offre una compagnia che sia capace di essere continua, non episodica. Per uscire dall’episodico è necessaria questa, diciamo, dimensione più prolungata nel tempo. E, tuttavia, la dimensione triennale ha tre grandi momenti che in qualche modo ne segnano il passaggio. Quest’anno per esempio, l’«Anno dell’ascolto», l’accento è posto su questa dimensione dell’attenzione ai giovani e ha, nell’Incontro di Loreto, il primo grande raduno dei giovani italiani con Benedetto XVI, il suo momento culminante.

     
    D. – Perché avete voluto inserire in questo percorso, e parlo del primo grande appuntamento a Loreto l’1 e 2 settembre prossimi col Santo Padre, l’elemento della solidarietà? Parlo dell’iniziativa di aiuto e sostegno alla Chiesa in Etiopia...
     
    R. – Perché i giovani imparano facendo e non soltanto elaborando intellettualmente. I giovani hanno bisogno di dare risposte alle domande che le attraversano ma queste risposte non possono essere elaborate soltanto «a freddo», in laboratorio, diciamo così. Devono essere in qualche modo risposte costruite attraverso esperienze significative. Da qui allora la necessità di creare anche un momento che, simbolicamente, esprimesse questa dimensione della solidarietà. Si è scelta l’Etiopia, trattandosi di una delle zone che oggi più di altre, hanno bisogno dell’aiuto concreto e si è scelto, nella fattispecie, un intervento che mettesse al centro di quest’opera la dimensione della Chiesa in quanto tale, dunque, la costruzione di un aula liturgica ma anche, e accanto, quella di uno spazio vivibile e abitabile per giovani, una sorta di oratorio. Queste due dimensioni, quella della preghiera e quella dell’accoglienza mi pare che dicano anche su quale strada occorra muoversi per formare dei giovani oggi, valorizzando entrambe queste dimensioni: quella dell’incontro con Dio e quella del servizio all’uomo.

     
    D. – Perché i nostri vescovi hanno scelto Loreto e poi quale rapporto si può stabilire con la Giornata mondiale della gioventù in programma per il 2008 in Australia?

     
    R. – Credo che Loreto evochi nella coscienza della Chiesa italiana la presenza di questa Casa di Nazaret che ci riporta immediatamente alla sorgente del Vangelo, e in modo particolare ci fa stare accanto alla persona di Maria che è la prima discepola e dunque Colei che prima ha attraversato il cammino dell’esperienza umana, lasciandosi guidare unicamente da questa percezione che le veniva dall’ascolto della Parola di Dio. Perciò scegliere Maria come riferimento ideale ha significato, credo, per i vescovi italiani indicare una figura riuscita di cristianesimo. Dall’altra parte, questa scelta di Loreto è concepita come una sorta di passaggio intermedio verso Sidney 2008. Questa scelta di convocare i giovani italiani per la prima volta significa una sorta di prologo a quello che sarà poi il grande incontro internazionale di Sidney nel quale, sicuramente, i giovani italiani - come in qualsiasi GMG - non faranno mancare la loro partecipazione nonostante le distanze, quasi 20 ore di volo. Tuttavia, mi pare che anche in questo ci sia, da parte della Chiesa italiana, la capacità di saper ragionare sul piano del proprio territorio ma sempre con un’apertura universalista, tipica della mentalità cattolica; poi in Italia, in particolare, si impara a vivere, a respirare soprattutto perché Roma è, effettivamente, da questo punto di vista una grande scuola di apertura all’universalità della Chiesa stessa.

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    Il cardinale Etchegary racconta, ai nostri microfoni, l'incontro a Mosca con il Patriarca Alessio II

    ◊   Il cardinale Roger Etchegaray ha presieduto oggi nella Cattedrale di Mosca la Messa per i cattolici che vivono nella capitale russa, in occasione della Solennità dell’Assunzione. Il porporato nei giorni scorsi è stato anche in Siberia, a Irkutsk e a Novosibirsk: qui ha celebrato il 10° anniversario della consacrazione della Cattedrale cattolica. Nel suo viaggio in Russia il cardinale Etchegaray ha incontrato anche il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II. Su questo incontro ascoltiamo quanto ci riferisce lo stesso porporato raggiunto telefonicamente a Mosca da Romilda Ferrauto:


    R. – J’ai rencontré une fois de plus le Patriarche Alexis ...
    Ho incontrato ancora una volta il Patriarca Alessio. Lei sa che siamo vecchi amici: l’anno scorso l’ho incontrato due volte, a Mosca: lui stesso mi aveva invitato a titolo personale in occasione dei suoi 15 anni di patriarcato a Mosca. Negli ultimi 30 anni abbiamo lavorato molto insieme per l’Europa. Posso dire che mi sento molto vicino a lui, lo sento come un fratello. Quindi l’ho visto, lui mi ha ricevuto, ci siamo intrattenuti a lungo e in termini molto amichevoli; peraltro, ero latore di un messaggio personale per lui da parte di Benedetto XVI, messaggio che Alessio II ha molto apprezzato. Ecco: il rapporto tra me e lui è molto, molto facile ...

     
    D. – Lei certamente non ignora che tutti sperano in un incontro tra il Papa e il Patriarca Alessio II ...

     
    R. – Tout le monde en parle depuis longtemps; c’est sûr que d’abord le Patriarche …
    Tutti ne parlano da molto tempo, ormai ; è certo che il Patriarca stesso in primo luogo e Benedetto XVI, come già prima Giovanni Paolo II, desiderano sinceramente e ardentemente questo incontro ... che avrà luogo quando? Nessuno può dirlo, perché per tutti e due la preoccupazione maggiore è che sia un incontro nella verità, e non uno spettacolo mediatico, tanto per dire che si sono incontrati: no! Tutti e due vogliono che l’incontro sia ben preparato e che avvenga nelle più chiare condizioni di verità, di un dialogo in profondità. Spesso la stampa monta un po’ gli eventi, semplifica o idealizza la realtà che pure è piuttosto complessa, non bisogna dimenticarlo! Nel discorso che mi ha rivolto all’inizio del nostro incontro privato, il Patriarca Alessio II ha elencato le numerose iniziative che ormai si prendono insieme, cattolici ed ortodossi, in Russia, ed è impressionante tutto quello che si fa, in queste molteplici forme ... è tutto molto nuovo. Quindi, non bisogna fossilizzarsi sul luogo e sulla data: bisogna avere fiducia ...

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    Oggi in Primo Piano



    L'India celebra i 60 anni dell' indipendenza

    ◊   All’indomani del Pakistan, anche l’India celebra il 60.mo anniversario dell’indipendenza dal Regno Unito, avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 agosto 1947. Per l’occasione, la Chiesa indiana ha indetto una Giornata di preghiera in tutte le diocesi del Paese. Sulle contraddizioni del subcontinente indiano, Roberta Moretti ha intervistato padre Carlo Torriani, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), che da 38 anni opera in un lebbrosario a Taloja, nei pressi di Bombay:


    R. – Politicamente l’India si trova in vantaggio rispetto al Pakistan, nel senso che proprio in questi giorni hanno fatto un trattato atomico con l’America e ormai si sentono ammessi nel club delle super potenze atomiche. Il boom economico è reale e, infatti, le statistiche lo dicono e l’industrializzazione aumenta; nelle città il numero di automobili e di edifici è in continuo aumento, però si accentua sempre di più la differenza tra città e villaggio. Noi qui a Taloja, per esempio, siamo 500 metri fuori da Bombay; 6 ore al giorno non abbiamo l’elettricità, non abbiamo ancora l’acqua potabile, dobbiamo tirarla su dai pozzi.

     
    D. – Come vive la comunità cristiana in India. Esiste un impegno politico per il rispetto delle minoranze?

     
    R. – La situazione non è molto tollerante. La religione indù, che era una delle più tolleranti perché conglobava tutte le divinità, le devozioni, le filosofie attualmente con il movimento del Rashtriya Suang Sevak (RSS), sta dimostrando un’intolleranza promovendo leggi contro le conversioni in tutti gli Stati dove riescono a farlo.

     
    D. – Come opera la Chiesa in India e quali sono le difficoltà principali?

     
    R. – C’è una certa discriminazione, anche perché la comunità cristiana si è impegnata poco nella politica; si è impegnata molto nell’assistenza, nell’istruzione, negli ospedali, ma non c’ è stata una presenza visibile nei vari partiti politici. Per esempio nel Kerala, dove c’è una presenza del 20 per cento di cristiani hanno molte scuole e, recentemente, il governo ha tentato di controllare queste scuole, di imporre delle regole; quindi, c’è stata un’alzata di scudi da parte della comunità cristiana nel Kerala in difesa di questa libertà di insegnamento.

     
    D. – Ci racconta la sua esperienza in questo lebbrosario di Taloja?

     
    R. – Vivendo con i lebbrosi, mi sono accorto del fatto che sono sempre stati rifiutati perché parlano della morte con le loro deformità; questo vuol dire che sono dei profeti perché la morte è la cosa più sicura della nostra vita e ce lo dicono a nome di Dio, che siamo limitati. Il nostro ‘Ashram’ è un posto di spiritualità; lo abbiamo chiamato appunto 'Ashram’ - “porta del cielo” - che è un altro nome per la morte. Anzi, qui in India “porta del cielo” è il posto dove bruciano i morti: però è un messaggio di speranza, non è la fine.

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    In corso a Stoccolma il Vertice mondiale sull'acqua
     

    ◊   Un appello a Stati Uniti, Cina e India perchè si impegnino maggiormente ad affrontare l'emergenza climatica. Con questa richiesta il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt, ha aperto lunedì scorso a Stoccolma la Settimana mondiale dell’acqua. L’iniziativa promossa dall’Istituto Internazionale per l’Acqua vedrà confrontarsi, fino al 18 agosto, responsabili delle Nazioni Unite, rappresentanti di governi, esperti e delegati di ONG, provenienti da oltre 130 Paesi. Attraverso tavole rotonde e sessioni di studio si sta facendo il punto sui cambiamenti climatici, la gestione delle risorse idriche e la carenza d’acqua che riguarda, secondo le Nazioni Unite, quasi il 30% della popolazione mondiale. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Rosario Lembo, Segretario italiano per il contratto mondiale sull’acqua.


    R. – L’accesso a questo bene deve essere equiparato ad un diritto fondamentale inalienabile. Nessuno si può appropriare dell’acqua e dire “è un bene personale e lo gestisco come voglio". Purtroppo si deve constatare che anche nell’ambito delle regole e modalità mondiali che ci siamo dati non esiste, per esempio, un’agenzia mondiale per l’acqua che sia in grado praticamente di poter emanare delle regole, di poter stabilire delle penalità per chi inquina un fiume o che a monte sbarra un fiume o costruisce una grande opera che impedisce, appunto, a valle all’acqua di scorrere. Praticamente questo riconoscimento del diritto umano è anche una dichiarazione fondamentale dei diritti umani. Questi sono due importanti obiettivi dei quali la comunità internazionale dovrebbe dotarsi.

     
    D. – Uno dei cartelli presenti, diciamo, delle emergenze lanciate dalla Settimana mondiale dell’acqua è che i governi devono investire di più in misure per contrastare la scarsità di acqua. Ma quando si parla di investimenti maggiori e di misure, in concreto cosa è necessario.

     
    R. – Questo è un po’ uno dei miti come quello della tecnologia. Si dice sempre che ci vogliono più investimenti, bisogna costruire grandi dighe, grandi riserve d’acqua, bisogna investire nella desalinizazione, prelevare acqua dai fiumi, prelevare acqua, appunto dai mari. Cioè si pensa che la tecnologia e gli investimenti di capitali possano praticamente risolvere questi problemi di crisi strutturali.

     
    D. – Dunque ciò che serve è ripensare l’approccio all’acqua proprio per non trasformarla in un mero bene di consumo?

     
    R. – Bisognerebbe cominciare anche dai nostri piccoli comportamenti in casa, ad avere un approccio diverso con l’acqua. Bisogna averlo a livello individuale, a livello di singoli Paesi con grandi campagne di sensibilizzazione, di educazione ambientale, bisogna averlo a livello di responsabilità dei governi che dovrebbero contenere la domanda acqua anziché puntare, attraverso grandi investimenti finanziari, ad offrire acqua sempre di più ma, soprattutto a lasciare che si sprechi quest’acqua.

     
    D. – Dunque uno dei rischi è quello di cercare fondi, avviare grandi opere e poi alla fine, magari, tagliar fuori i più poveri dall’accesso all’acqua...

     
    R. – Spesso si porta l’acqua nelle case, realizzando gli acquedotti, mettendo i rubinetti, ma poi il povero contadino africano o indiano non ha soldi per pagare la bolletta dell’acqua. Cioè oggi l’acqua non si ha più come un diritto naturale, è qualcosa che praticamente si ha nella misura in cui si può pagare e l’ultimo rapporto dell’UNDP ha messo in evidenza questo: chi paga l’acqua più cara e chi molto spesso ha meno accesso all’acqua sono proprio le fasce più povere. Questo deriva dal fatto che l’acqua non è più un diritto ma è diventata una merce, qualcosa a cui si accede solo in funzione del potere di acquisto che si ha nel proprio portafoglio.

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    Vacanze dedicate alla filosofia e alla religione: è la proposta di un’associazione culturale di Bologna e dello Studio filosofico domenicano

    ◊   Estate, periodo di riposo per il corpo, ma anche di elevazione dello spirito. A Bologna, la nuova Associazione culturale Accademia e lo Studio filosofico domenicano promuovono una settimana dedicata alla filosofia e alla religione. Un’iniziativa sulla quale si sofferma il preside dello Studio filosofico domenicano bolognese, padre Giovanni Bertuzzi, intervistato da Rosario Tronnolone:


    R. – In questi luoghi, oltre ad una settimana di condivisione in questi monasteri, offriamo delle tematiche di cultura sia filosofica, sia scientifica che religiosa. Abbiamo trovato che questa iniziativa permette ai docenti di condividere con gli ospiti questa esperienza di comunicare con loro quello che sanno. D’altro canto, permette agli ospiti di poter nutrire la propria mente, ma anche il proprio spirito in queste settimane che sono di distensione e di cultura allo stesso tempo. A volte, oggi, la cultura che riceviamo è un po’ affrettata, nei luoghi rumorosi della città. Non ci è permesso di far sedimentare questi valori che invece attraverso queste settimane riusciamo a comunicare, a trasmettere e poi a ricevere attraverso questi incontri.

     
    D. – Quindi, non soltanto – appunto – l’occasione di una proposta diversa, ma anche la possibilità di imparare forse in qualche modo un metodo, anche, per la cultura, cioè il fatto che lo studio abbia bisogno del silenzio e di tempo ...

     
    R. – Certo, c’è la dimensione del silenzio e del raccoglimento che hanno questi luoghi… non è questione solo di silenzio e raccoglimento, ma anche di socialità, perché questa è una caratteristica che abbiamo riscontrato. Sono persone che vengono da luoghi diversi e che non si conoscono e nel giro di una settimana riescono veramente a stabilire un rapporto di solidarietà, di amicizia che poi continua anche in seguito.

     
    D. – Molte persone che hanno partecipato, ritornano anche, negli anni successivi ...

     
    R. – Certo! C’è sempre qualcuno nuovo, ma in genere ormai sono persone che si sono affezionate a questa esperienza. Aristotele diceva che l’amicizia si crea attraverso la comunicazione della virtù e attraverso questi messaggi virtuosi dell’arte, della filosofia, della scienza, della religione ci si sente veramente accomunati in qualche cosa che eleva lo spirito, oltre anche a distendere l’animo.

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    Chiesa e Società



    I Santuari mariani di Africa e Asia festeggiano l’Assunzione

    ◊   Oggi l’Assunzione viene festeggiata anche in molti i Santuari mariani dell’ Africa e dell’ Asia. Uno dei principali santuari dedicati a Maria del continente africano è la Basilica di Nostra Signora della Pace a Yamoussoukro, in Costa d’Avorio: costruita sul modello della Basilica di San Pietro e consacrata nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II, può ospitare 18 mila fedeli. Ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini dei Paesi africani cristiani trascorrono nella Basilica una giornata di pellegrinaggio. Migliaia di pellegrini del continente si recano anche a Kibeho, in Ruanda, al Santuario di “Nostra Signora dei Dolori", eretto nel luogo in cui, nel 1981, la Madonna apparve ad alcune ragazze per invitarle a pregare per la salvezza del mondo. La Vergine apparsa a Kibeho ha una corona di sette ‘poste’, tante quanti sono i dolori di Maria secondo la devozione popolare. In Asia, invece, uno dei più grandi e noti Santuari mariani è quello di Nostra Signora della Salute a Vailankanni, sulla costa del Golfo del Bengala, nello Stato indiano del Tamil Nadu. Il Santuario, noto per i miracoli avvenuti per intercessione della Vergine, è chiamato la “Lourdes dell’Oriente” e sorge nel luogo in cui nel XVI secolo la Madonna apparve a un ragazzo indù. Accoglie oltre un milione e mezzo di pellegrini all’anno, fra i quali molti non cristiani. Nelle Filippine uno dei più importanti centri di devozione mariana è il Santuario Nostra Signora di Peñafrancia, a Naga City. Secondo la tradizione, nel XV secolo la Madonna apparì in Francia ad un frate francescano e gli chiese di andare in questo luogo. La statua della Madonna, portata in processione ogni anno da milioni di fedeli, venne rubata nel 1983 e ritrovata misteriosamente dopo una veglia di preghiera. (V.F.)

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    Le alluvioni devastano la Corea del Nord: il Governo chiede l'aiuto internazionale

    ◊   Le alluvioni che hanno colpito la Corea del Nord in questi giorni, hanno causato la morte o la scomparsa di centinaia di persone: circa 63.000 le famiglie rimaste senza casa. Le piogge monsoniche particolarmente intense hanno inoltre inondato decine di migliaia di ettari di terreni coltivati, si teme quindi per la sussistenza alimentare della popolazione, già provata dalle consuete carenze di cibo. Secondo l'agenzia nordcoreana Kcna i nubifragi hanno anche distrutto circa 800 edifici pubblici, oltre 540 ponti, settanta tratti di ferrovie e almeno 1.100 veicoli, pompe e motori elettrici. Le autorità del Paese hanno lanciato un accorato appello alla comunità internazionale. Paul Risley, portavoce in Asia del PAM, ha infatti confermato che il governo di Pyongyang ha inviato all'Agenzia delle Nazioni Unite un rapporto in cui si parla di decine di migliaia di ettari di terreno coltivato che sono stati sommersi dal fango, e dove viene avanzata una preliminare richiesta di aiuto. Risley ha poi annunciato che un team di esperti dell'agenzia si sta già dirigendo verso le zone più colpite dalle alluvioni (M.G.).

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    Dramma dell'immigrazione: almeno 14 corpi avvistati a sud di Lampedusa

    ◊   Sono ancora in corso le operazioni di recupero dei 14 corpi senza vita avvistati ieri nel canale di Sicilia da un aereo della Marina Militare Italiana. I cadaveri degli immigrati erano stati localizzati a circa 50 miglia a sud di Lampedusa, in un tratto di mare di competenza maltese. All’intervento di recupero stanno partecipando una motovedetta ed un elicottero della finanza, un’imbarcazione della guardia costiera e la corvetta Chimera della marina. Al momento sono 4 i cadaveri recuperati dalle squadre di soccorso italiane, tre dei quali sono giunti stamani all'obitorio di Porto Empedocle. I superstiti della sciagura, recuperati da una nave da crociera spagnola, riferiscono invece di avere perso nel naufragio 15 e non 14 compagni di viaggio. Intanto, malgrado l’ennesima tragedia del mare, non si fermano gli sbarchi dei clandestini. Nella giornata di ieri sono stati complessivamente 203 i migranti intercettati in diverse località della costa siciliana. Stamani si registrano gli avvistamenti di due imbarcazioni che si avvicinano a Lampedusa: si tratta di due gommoni, che trasportano rispettivamente 45 e 36 persone, tra cui 12 donne. (M.G.)

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    La Mattel ritira 18 milioni di giocattoli prodotti in Cina e Pechino apre un’inchiesta

    ◊   Sono più di 18 milioni i giocattoli ritirati in tutto il mondo dalla Mattel. La misura è stata adottata dalla società leader mondiale del settore dopo che in alcuni articoli è stata accertata la presenza di calamite ed altre piccole componenti che possono staccarsi ed essere ingerite facilmente dai bambini. Si tratta di oggetti che possono essere molto insidiosi per l’incolumità dei più piccoli, provocando, in caso di ingerimento, lacerazioni, infezioni o blocchi intestinali. Si apprende, infatti, che negli Stati Uniti sono stati già accertati tre casi di bambini sottoposti ad intervento chirurgico, dopo aver ingoiato un magnete che ha causato delle lacerazioni intestinali molto gravi. Tra i modelli nel mirino della casa californiana ci sono la “Barbie”, la bambola più famosa del mondo, “Polly Pocket” e il pupazzo del supereroe Batman. Ritirati dal mercato mondiale anche 436mila pezzi di “Sarge”, la jeep ispirata al recente cartone animato Disney “Cars”, che è stata colorata con una vernice fabbricata in Cina, molto tossica perché contiene alti livelli di piombo. Ed è proprio la produzione cinese a finire sotto accusa dato che nel Paese asiatico vengono fabbricati l’80 per cento dei giochi in circolazione e che sempre più spesso si registrano carenze sul fronte della sicurezza. Solo il due agosto scorso erano stati infatti ritirati, sempre dalla Mattel, 1,5 milioni di giocattoli realizzati in Cina dalla controllata Fisher Price, mentre ancora tutti ricordano il dentifricio tossico distribuito poco tempo fa sul mercato europeo. Pechino però si difende assicurando che "la grande maggioranza" delle sue esportazioni verso gli Stati Uniti è conforme "alle norme americane", e passa poi al contrattacco annunciando che aprirà un’inchiesta sul ritiro dal mercato da parte della Mattel di 18 milioni di giocattoli giudicati a rischio per la salute dei bambini. Intanto la Mattel cerca di contenere il crollo del suo titolo in Borsa e Bob Eckert, presidente e amministratore delegato della multinazionale che conta più di 25 mila dipendenti, ha rassicurato i consumatori spiegando che la “sicurezza dei bambini è il loro primo interesse”, e che non appena sono venuti a conoscenza della mancanza dei requisiti necessari, hanno “attuato efficaci iniziative per correggere e risolvere i problemi” (M.G.)

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    24 Ore nel Mondo



    Strage in Iraq: almeno 200 morti per una serie di attacchi contro la comunità degli Yazidi. - Il presidente palestinese Abu Mazen impone il rispetto di Israele ai chi vuole candidarsi alle elezioni, mentre Prodi rassicura Olmert sul dialogo con Hamas

    ◊   Sono drammatiche le notizie che arrivano dall’Iraq. E’ di almeno 200 morti e 300 feriti il bilancio – ancora provvisorio - degli attentati compiuti ieri sera nel nord del Paese contro la comunità religiosa degli Yazidi. La Casa Bianca ha condannato l’accaduto parlando di “attacchi barbari contro civili innocenti”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:


    In Iraq la barbara leva delle discriminazioni e delle violenze, usata da gruppi di terroristi soprattutto contro le minoranze, continua a minare il sogno di una pacifica convivenza tra le varie comunità della società irachena. L’ultima carneficina è avvenuta ieri sera, quando alcuni kamikaze a bordo di 4 camion si sono trasformati in strumenti di morte facendosi saltare in aria nel nord del Paese. Gli attacchi, che secondo l’amministrazione statunitense impediscono all’Iraq di diventare uno Stato “stabile e sicuro”, hanno avuto come bersaglio la minoranza degli Yazidi, comunità pre-islamica che attinge alla tradizione cristiana, ebraica e manichea. Gli Yazidi, di origine prevalentemente curda, sono circa 500 mila, vivono soprattutto nel Kurdistan iracheno e hanno vissuto pacificamente per secoli accanto a cristiani e musulmani. Negli ultimi anni, la comunità è stata però ripetutamente bersaglio di discriminazioni e minacce da parte di estremisti. La situazione si è ulteriormente aggravata lo scorso 7 aprile, quando una ragazza della comunità Yazidi, che voleva sposare un musulmano sunnita, è stata lapidata in pubblico da esponenti del suo stesso culto. I principali rappresentanti Yazidi hanno subito duramente condannato l’assassinio della giovane, ma le immagini della barbara uccisione riprese con telefonini - che mostrano anche l’indifferenza di diversi passanti e agenti - hanno alimentato ulteriore odio e rancore. In questo clima rovente, due settimane dopo la lapidazione della giovane, un commando di miliziani sunniti ha ucciso almeno 23 persone appartenenti alla minoranza degli Yazidi. Gli ultimi attentati, quelli di ieri sera, non sono stati ancora rivendicati ma gli inquirenti ritengono molto probabile la pista che porta all’integralismo islamico sunnita.

    - Il presidente palestinese Abu Mazen ha promulgato una nuova legge elettorale che impone a tutti i candidati di rispettare il programma politico dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), inclusi gli accordi siglati in passato con Israele. Proprio questo punto non è accettato da Hamas, che di fatto – secondo il provvedimento – sarà esclusa dalle future elezioni.

    - E la formazione palestinese è stata al centro del colloquio telefonico di ieri tra il premier italiano Romano Prodi ed il primo ministro israeliano Euhd Olmert. Il leader italiano ha chiarito che non ci sarà nessun contatto con Hamas se il gruppo radicale non riconoscerà lo Stato di Israele. Olmert non ha criticato le aperture al dialogo avanzate in questi giorni da Prodi ed ha invece apprezzato l’impegno di Roma a favore del processo di pace nella regione.

    - Intanto, mentre il partito del Likud ha confermato Netanyahu al suo vertice, in Israele ci si interroga con preoccupazione sulle affermazioni del leader di Hezbollah, Nasrallah, che ha annunciato una “grande sorpresa” nel caso di aggressione israeliana in Libano. Nello stesso tempo c’è da registrare uno scambio di battute distensive con la Siria, che, attraverso il suo ministero della Difesa, ha fatto sapere di non essere interessata ad attaccare per prima lo Stato ebraico. Le affermazioni fanno riferimento alla situazione creatasi sulle alture del Golan, dove da tempo i due eserciti stanno riarmando le proprie postazioni.

    - Ci spostiamo in Afghanistan. Un diplomatico e due funzionari della polizia criminale tedesca sono morti per l’esplosione di un ordigno al passaggio della loro auto. L’attentato, compiuto a sud-est di Kabul, è stato rivendicato dai Talebani che hanno precisato di aver utilizzato una bomba telecomandata. Sul fronte sequestri riprenderanno domani le negoziazioni per la liberazione dei 19 ostaggi sudcoreani ancora in mano ai ribelli.

    - Prosegue il tour diplomatico in Asia del presidente iraniano Ahmadinejad che, dopo l’Afghanistan, è giunto in Turkmenistan per una visita di due giorni. Incontrando i vertici locali, il leader di Teheran ha ribadito l’importanza della cooperazione economica e politica dicendosi certo dell’amicizia fra i due Paesi. Dal canto suo il presidente turkmeno ha parlato di “grandi prospettive” soprattutto nell’utilizzo congiunto degli idrocarburi.

    - E’ stata liberata solo la donna dei due turisti belgi rapiti domenica scorsa da un gruppo di banditi nel sud-est dell’Iran. Lo ha riferito l’agenzia ufficiale Irna, citando fonti della polizia. Ieri, invece, un portavoce del ministero degli Esteri belga aveva diffuso la notizia della liberazione della coppia. Intanto la cronaca riferisce dell’arresto di due cittadini cinesi, che sono indagati per aver scattato delle foto ad istallazioni militari iraniane.

    - Il presidente sud coreano Roh Moohyun ha espresso fiducia in relazione al suo prossimo vertice con il leader nord coreano Kim Jong Il, in programma a fine mese. Rifiutando il timore che l’iniziativa si riveli affrettata o viziata da fini propagandistici, Roh ha sottolineato fra l’altro la dimensione economica dell’incontro, che potrebbe avere ricadute positive su tutta la penisola.

    - E’ salito ad almeno 36 morti il bilancio del crollo del ponte in costruzione, avvenuto nella parte centrale della Cina. Mentre 1.500 soccorritori sono impegnati nelle ricerche di una trentina di dispersi, oggi la stampa locale punta il dito contro le carenze strutturali della costruzione: secondo testimoni nei piloni del ponte mancavano infatti i tondini di ferro.

    - Regolamento di conti della ‘ndrangheta a Duisburg, in Germania, dove questa notte 6 italiani sono stati uccisi durante una sparatoria. Secondo le autorità italiane, che lavorano a stretto contatto con quelle tedesche, si tratta di giovani calabresi appartenenti ad una delle due famiglie impegnate da anni nella faida di San Luca. C’è anche un minore tra le vittime, gli altri hanno un età compresa tra i 20 e i 30 anni. Tutti sono stati raggiunti da un colpo di arma da fuoco alla testa, a bordo di due auto. La sparatoria è avvenuta all’esterno di una pizzeria, dove si stava festeggiando il compleanno di una delle vittime. Sul posto gli inquirenti hanno recuperato una settantina di bossoli. Secondo una prima ricostruzione, a sparare sarebbero state almeno due persone, armate di fucili.

    - E’ morto ieri sera nell’ospedale Saint Louis di Parigi il giornalista italiano Sergio Vantaggiato, che domenica sera aveva riportato un trauma cranico nella metropolitana parigina dopo essere stato scippato. Dopo l’autopsia, prevista tra 4-5 giorni, la salma sarà riportata in Italia.

    - Potrebbe essere stato un agguato la causa del rogo di Livorno, che nei giorni scorsi ha provocato la morte di 4 bambini Rom. Le autorità ritengono credibile la versione dei genitori dei bimbi che sin dall’inizio hanno sostenuto questa tesi. Intanto il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo per loro, disponendo la custodia cautelare in carcere.

    - Da oggi stop al fumo nei locali pubblici in Danimarca. L’entrata in vigore della nuova legge era prevista per il primo aprile, ma è poi slittata per permettere a pub e ristoranti di adeguarsi con nuovi spazi dedicati esclusivamente ai fumatori. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)


    Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 227

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