![]() | ![]() |

SOMMARIO del 08/08/2007
Non c'è vero umanesimo senza Dio: così Benedetto XVI all'udienza generale, dedicata a Gregorio di Nazianzo
◊ “Senza Dio l’uomo perde la sua grandezza, senza Dio non c’è un vero umanesimo”: è quanto ci fa capire Gregorio di Nazianzo, ha detto stamani Benedetto XVI all’udienza generale che si è svolta nell’Aula Paolo VI. Il Papa, giunto in Vaticano da Castel Gandolfo in elicottero, ha centrato la sua catechesi sulla figura del Padre della Chiesa vissuto nel IV secolo, noto come “il teologo”, illustre oratore e difensore della fede, che nelle sue opere e nelle sue omelie evidenzia “il primato di Dio”. Il servizio di Tiziana Campisi:
Un’anima raffinata e sensibile, un uomo colto che ha orientato la sua vita verso il monachesimo, la meditazione filosofica e spirituale: così Benedetto XVI ha definito Gregorio di Nazianzo, autore di “Discorsi teologici”, omelie e testi poetici che ancora oggi parla agli uomini:
“E’ un uomo che ci fa sentire il primato di Dio e perciò parla proprio anche a noi, a questo nostro mondo. Senza Dio l’uomo perde la sua grandezza, senza Dio non c’è un vero umanesimo. Ascoltiamo perciò questa voce e cerchiamo di conoscere anche noi il volto di Dio”.
Il Papa ha evidenziato poi l’importanza attribuita da Gregorio alla teologia:
“Per lui non era una riflessione puramente umana, o frutto di complicate speculazioni, ma deriva da una vita di preghiera e di santità, da un dialogo assiduo con Dio. E proprio così fa apparire alla nostra ragione la realtà di Dio, il mistero trinitario”.
Fermo difensore della fede trinitaria, Gregorio ha combattuto con decisione l’eresia ariana che nel IV secolo risultava utile agli imperatori. Preferiva la solitudine tanto che, ha spiegato il Santo Padre, per lui nulla era più grande del “far tacere i propri sensi, uscire dalla carne del mondo, raccogliersi in se stesso, non occuparsi più delle cose umane, se non di quelle strettamente necessarie; parlare con se stesso e con Dio, condurre una vita che trascende le cose visibili; portare nell’anima immagini divine sempre pure, senza mescolanza di forme terrene ed erronee”. Benedetto XVI ha descritto anche la riluttanza con la quale Gregorio di Nazianzo ricevette l’ordinazione presbiterale: avrebbe sottratto tempo al raccoglimento e alla preghiera, ed ancora il Papa ha aggiunto che il Padre della Chiesa assunse però “il ministero pastorale in piena obbedienza, accettando, come spesso gli accadde nella vita, di essere portato là dove non voleva andare”. Benedetto XVI ha pure raccontato della profonda amicizia che univa Gregorio al contemporaneo Basilio, ed ha letto quanto il Nazianzeno ha scritto di questo legame:
“Ci guidava la stessa ansia di sapere … Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo. Sembrava che avessimo un’unica anima in due corpi”.
Il Papa ha parlato anche della riluttanza di Gregorio alla consacrazione episcopale. E ricordando che come vescovo di Sasima e poi di Costantinopoli dovette affrontare difficoltà, ostilità ed inimicizie ha voluto citare le parole del Padre della Chiesa:
“Abbiamo diviso Cristo, noi che tanto amavamo Dio e Cristo! Abbiamo mentito gli uni agli altri a motivo della verità, abbiamo nutrito sentimenti di odio a causa dell’Amore, ci siamo divisi l’uno dall’altro”.
Infine, Benedetto XVI ha invitato a guardare le figure di San Domenico di Guzmán, che la Chiesa ricorda oggi, e di Santa Teresa Bendetta della Croce - al secolo Edith Stein - la cui memoria ricorre domani, come esempi che insegnano a riporre sempre fiducia in Cristo.
Il cardinale Bertone porta il grazie del Papa all’Ordine dei Cavalieri di Colombo per l’opera svolta a favore della Chiesa e dei più deboli
◊ La gratitudine di Benedetto XVI per l’opera svolta dall’Ordine dei Cavalieri di Colombo a favore della Chiesa e dei più deboli è stata espressa ieri nella città statunitense di Nashville, nel Tennessee, dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che ha presieduto la Santa Messa inaugurale del 125.mo Convegno dell’organizzazione. Si tratta della prima visita del porporato negli Stati Uniti da quando è stato nominato segretario di Stato da Benedetto XVI. Nel corso di una serata di gala, poi, alla presenza di oltre 2600 Cavalieri, il cardinale Bertone ha ricevuto il premio “Gaudium et Spes”, conferito in passato a Madre Teresa di Calcutta e a Jean Vanier, fondatore della Comunità dell’Arca. Il servizio di Roberta Moretti:
Nella sua omelia, il cardinale Bertone ha riportato ai Cavalieri gli auguri e la vicinanza spirituale di Benedetto XVI. Il Santo Padre – ha sottolineato il porporato – assicura “un ricordo speciale nelle sue preghiere” ed esprime sincera “gratitudine per le opere di bene” realizzate dall’Ordine. Il segretario di Stato vaticano ha poi lodato il fondatore dei Cavalieri di Colombo, il Servo di Dio padre Michael J. McGivney: “Un santo prete di parrocchia” – lo ha definito – che ha servito i parrocchiani “con la compassione di Cristo” e “ha trovato la fede e il coraggio di camminare con fermezza verso Cristo, ispirando gli altri con la sua guida”. Elogiando quindi l’Ordine per le sue opere di misericordia e di carità, il cardinale Bertone ha paragonato i Cavalieri al Buon Samaritano. “Voi curate le ferite di coloro che incontrate lungo la strada – ha detto – e li aiutate a ritrovare salute e forza”. E ha concluso: “Ringraziamo il Signore per le opere di bene realizzate nella comunità cattolica attraverso la generosità dei Cavalieri di Colombo”. Ricevendo poi il premio “Gaudium et Spes”, il cardinale Bertone ha detto di accogliere “con emozione” un riconoscimento “quanto mai gradito, che nel nome evoca uno dei documenti più importanti del Concilio Vaticano II”. Il segretario di Stato ha spiegato che la somma che accompagna la medaglia, pari a 100 mila dollari, sarà devoluta a un’opera di carità che sceglierà al suo ritorno a Roma. Organizzazione fraterna di servizio religioso e caritativo, l’Ordine dei Cavalieri di Colombo è stato fondato nel 1882, in Connecticut. Il nome di Cristoforo Colombo venne scelto per mettere l’accento sul contributo dato dai cattolici, fin dall’inizio, per lo sviluppo e l’evangelizzazione delle Americhe. Attualmente, il sodalizio conta 13 mila consigli e 1 milione e 700 mila affiliati, presenti in America e in altri continenti.
Il cardinale Etchegaray incontra a Mosca il Patriarca Alessio II
◊ Su invito della Conferenza episcopale russa, il cardinale Roger Etchegaray si è recato in Russia per celebrare il 10.mo anniversario della consacrazione della Cattedrale cattolica della Trasfigurazione a Novosibirsk. Di passaggio per Mosca, il porporato è stato ricevuto ieri dal Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie Alessio II.
Nell'occasione, il cardinale Etchegaray ha consegnato al capo della Chiesa ortodossa russa un cordiale messaggio di Benedetto XVI, accompagnato da un dono personale. In un clima fraterno, Alessio II, che ha particolarmente gradito il gesto del Papa, ha assicurato una propria personale risposta scritta ai voti del Pontefice.
Secondo l’agenzia Interfax, dopo l’incontro con Alessio II, il cardinale Etchegaray ha affermato che cattolici e ortodossi hanno intrapreso “un cammino comune. L’obiettivo è vicino – ha aggiunto - ma non possiamo fare forzature". Sia il Papa che il Patriarca "pensano ad un eventuale incontro - ha sottolineato - a patto che si realizzi in un clima di sincerità e di verità. Quando ci saranno le condizioni l’incontro avverrà”.
Il cardinale Etchegaray ha quindi auspicato un dialogo profondo tra cattolici ed ortodossi, sottolineando che l’incontro tra Alessio II e Benedetto XVI dovrebbe essere la massima espressione di tale dialogo. Il porporato, oltre al messaggio del Papa, ha donato al Patriarca una penna d’oro con la quale Benedetto XVI ha firmato diversi documenti. Il cardinale Etchegaray ha già incontrato il Patriarca ortodosso russo nel giugno del 2006. Il prossimo 15 agosto, nella Festa dell’Assunzione, celebrerà la Messa nella Cattedrale di Mosca per i cattolici che vivono nella capitale russa.
Oggi su "L'Osservatore Romano"
◊ Servizio vaticano - La catechesi e la cronaca dell'udienza generale.
Servizio estero - Iraq: sanguinoso raid aereo USA sul quartiere di Sadr City a Baghdad.
Servizio culturale - Un articolo di Felice Accrocca dal titolo “Una lezione intellettuale che ha ancora molto da dirci”: la “Storia della pietà” di don De Luca e Romana Guarnieri.
Servizio italiano - In rilievo sempre gli incendi nel centro-sud.
Disgelo tra le due Coree: nuovo storico vertice alla fine di agosto
◊ Via libera da parte delle due Coree a un nuovo storico vertice, previsto per la fine del mese a Pyongyang. Il summit avrà come tema centrale la rinuncia del programma nucleare da parte della Corea del Nord in cambio di aiuti economici ed energetici. Felicitazioni per questa importante tappa verso la pace e la sicurezza nella penisola sono state espresse dalla Casa Bianca, mentre il governo sudcoreano sottolinea in un comunicato che il summit espanderà e svilupperà i legami nord-sud, portandoli ad un livello più alto. A sottolineare la storicità dell’incontro è Stefano Vecchia, esperto di questioni asiatiche, intervistato da Stefano Leszczynski:
R. – Intanto, perchè è un incontro al vertice. E’ un fatto molto raro, visto che l’ultima volta – e l’unica da decenni – era stata nell’estate del 2000, quando c’era stato uno storico incontro a Pyonyang tra il presidente nordcoreano, Kim Jong Il, e il presidente sudcoreano, Kim Dae Jung, che poi per questo suo avvicinamento, per questo suo coraggio, dimostrato tra l’altro in questa occasione, ottenne il premio Nobel per la pace. Quindi, un evento raro, ma un evento che bisogna porre in un momento particolare, in cui ci si aspetta che la Corea del Nord finalmente smantelli il programma nucleare e soprattutto quello militare.
D. – E’ paradossale il fatto che questo processo di pace si innesti su una crisi nucleare...
R. – Il governo di Pyongyang, il governo nordcoreano, ha sempre giocato la carta nucleare per ottenere in buona sostanza dei vantaggi soprattutto economici. Teniamo presente che la popolazione nordcoreana è una popolazione stremata da decenni di autarchia, di fame. La Corea del Nord è un Paese poverissimo. Quindi, il regime nordcoreano ha sempre tentato la carta del nucleare per ottenere sostanziosi aiuti.
D. - Seoul è sempre sembrata quella più desiderosa di un riavvicinamento forte con l’altra metà settentrionale. Oggi, c’è la stessa volontà di riavvicinamento tra le due Coree?
D. – Certamente, il regime nordcoreano, da una parte, ha la necessità di questi rapporti, una necessità, forse, a questo punto, anche politica. Occorre, cioè, rompere l’isolamento. La Corea del Nord comincia a subire fortemente il peso delle sanzioni internazionali e ha bisogno, quindi, di aprirsi in qualche modo. E questo rapporto privilegiato con la Corea del Sud è la porta forse per riuscire ad uscire davvero all’aperto. Teniamo presente che, comunque, la popolazione coreana è una popolazione unica, che soltanto la storia recente, tutto sommato, ha diviso in due Paesi nemici.
D. – A questo punto forse un vero segnale di riconciliazione e di riavvicinamento potrebbe essere finalmente la conclusione di un trattato di pace che ancora non esiste tra le due Coree, che sono formalmente ancora in stato di guerra...
R. – Assolutamente sì e credo sia questo alla fine l’obiettivo principale dell’incontro di fine mese tra i due presidenti. Evidentemente non si arriverà con ogni probabilità ad una decisione ufficiale, ad una decisione clamorosa, in questo senso. E’ evidente, però, che un trattato di pace, a questo punto, è essenziale e ancora di più per la Corea del Nord che deve uscire da questo isolamento, che rischia oltretutto di far traballare – se non crollare – il regime che la gestisce ormai da 50 anni.
La Chiesa ricorda San Domenico di Guzmán
◊ Oggi la Chiesa, come ha ricordato il Papa all’udienza generale, celebra la memoria liturgica di San Domenico di Guzmán, sacerdote e fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, meglio noti come Domenicani. Il servizio di Sergio Centofanti:
San Domenico nasce nel 1170 in un villaggio montano della Vecchia Castiglia, l’attuale Spagna. E’ portato allo studio e alla contemplazione. Ma la sua fede non è intimista. Durante gli anni di preparazione alla teologia viene a contatto con le miserie causate dalle continue guerre e dalla carestia: molta gente muore di fame e nessuno si muove! Allora vende le suppellettili della propria stanza e le preziose pergamene per costituire un fondo per i poveri. A chi gli esprime stupore per quel gesto risponde: "Come posso studiare su pelli morte, mentre tanti miei fratelli muoiono di fame?" Colpito dall’ignoranza dei fedeli cristiani che si lasciavano convincere dall’eresia catara che nel suo rigorismo nascondeva la misericordia infinita di Dio, decide di fondare un Ordine tutto dedito all’annuncio della Parola di Dio: i Frati Predicatori. Il suo motto è “Predicare e camminare”. Devotissimo della Madre di Dio, per aiutare la gente semplice a vivere la retta dottrina insegna a meditare sui misteri dell’Incarnazione recitando l’Ave Maria: è il primo germe del Rosario. Era di poche parole e, se apriva la bocca, era o per parlare con Dio nella preghiera o per parlare di Dio. Questa era la norma che seguiva e questa pure raccomandava ai fratelli. La grazia che più insistentemente chiedeva a Dio era quella di una carità ardente, che lo spingesse a operare efficacemente alla salvezza degli uomini. Riteneva infatti di poter arrivare a essere membro perfetto del corpo di Cristo solo qualora si fosse dedicato totalmente e con tutte le forze a conquistare anime. Si definiva “umile ministro della predicazione”: due o tre volte fu eletto vescovo; ma sempre rifiutò, volendo piuttosto vivere con i suoi fratelli in povertà. Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel suo amatissimo convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l’aveva. Ai frati lascia questo testamento spirituale: «Abbiate la carità, conservate l’umiltà, accumulatevi i tesori della santa povertà ». Viene canonizzato il 13 luglio 1234 da Papa Gregorio IX. L'Ordine dei Domenicani conta oggi più di 600 case con oltre 6000 membri.
San Domenico vive nello stesso periodo di San Francesco d’Assisi (1182 – 1226). Due grandi figure dunque del Medio Evo europeo. Ascoltiamo in proposito il padre domenicano Francesco Compagnoni, professore di teologia morale all’Angelicum, intervistato da Giovanni Peduto:
R. – Penso che queste due figure siano molto significative del Medio Evo europeo, quando cioè è cominciata la nostra Europa, perché il XIII secolo è il secolo delle università, delle cattedrali e dei grandi commerci internazionali. In questo senso il XIII secolo, che è anche il secolo di Dante e di San Luigi di Francia, sembra tanto lontano, ma è invece alle radici proprio della nostra epoca.
D. – Qual è l’ispirazione di San Domenico?
R. – San Domenico ha lavorato nel nord della Spagna, nel sud della Francia e nel nord dell’Italia. In proporzione alla sua epoca aveva un’idea molto europea e voleva rinforzare le strutture interne della fede cristiana, perché la sua epoca è un’epoca di grandi scontri, scontri politici ma soprattutto ideologici e religiosi. In una certa maniera potremmo dire che San Domenico ha sentito l’esigenza di contemplare e di studiare per aiutare i suoi contemporanei che si trovavano in grandi difficoltà ideali, come in un certo modo ci troviamo anche noi oggi.
D. – In questo senso cosa dice San Domenico all’uomo di oggi?
R. – Questo è molto difficile da dire, perché ci dividono da lui 800 anni, ma se volessimo riflettere un po’ potremmo dire che le caratteristiche di San Domenico sono da una parte la contemplazione, cioè il riservarsi nella propria vita un tempo di meditazione sugli argomenti della fede, e dall’altra lo studio che oggi è molto utile per i cristiani per poter affrontare le nuove sfide del tempo che ci circonda.
D. – E a voi, suoi figli spirituali?
R. – Ci parla soprattutto attraverso la tradizione dell’Ordine, perché non è che noi ovviamente abbiamo un rapporto diretto con lui, ma abbiamo un rapporto con tutta la tradizione che è venuta formandosi e cerchiamo quindi di impegnarci nello studio, nella predicazione e poi nella nostra contemplazione particolare.
D. - Voi state tenendo il vostro Capitolo Generale a Bogotà, con quali obiettivi?
R. – Il Capitolo generale di un Ordine come il nostro, che è un Ordine mondiale, è un po’ come un incontro sulla globalizzazione: si tratta quindi di vedere da tutte le parti del mondo quali sono le cose che nella nostra azione vanno cambiate sia per adeguarsi alle esigenze della Chiesa che del mondo contemporaneo. Il Capitolo ha, quindi, come scopo quello di adeguare la nostra missione a coloro che debbono ricevere questa missione.
Si apre questa sera il Rossini Opera Festival di Pesaro
◊ Si inaugura questa sera la ventottesima edizione del Rossini Opera Festival di Pesaro con una nuova produzione dell’Otello di Gioachino Rossini diretta da Renato Palumbo e interpretata da uno splendido cast vocale. La regia affidata a Giancarlo Del Monaco, figlio del famoso tenore Mario. Il servizio di Luca Pellegrini:
Tre titoli e tre meraviglie per l’edizione 2007 del Festival dedicato al compositore pesarese. Il sipario dell’Adriatic Arena si apre questa sera sulle drammatiche vicende del Moro di Venezia, Otello, opera che necessita di ben tre tenori di altissima levatura. Domani sera ritorna Il Turco in Italia nell’apprezzata regia di Guido De Monticelli e, infine, attesissima è La gazza ladra, considerata una delle più felici partiture di Rossini. Un festival che guarda costantemente al proprio futuro e si trova quest’anno ad affrontare titoli e produzioni particolarmente impegnative, come commenta il Sovrintendente del ROF, Gianfranco Mariotti:
“Siccome non abbiamo titoli nuovi dal punto di vista musicologico, il catalogo di Rossini è quasi interamente restituito, adesso abbiamo nel mirino Sigismondo, che è l’ultima opera di cui esiste l’autografo di Rossini. Quest’anno abbiamo scelto due titoli che hanno un grosso avviamento nel titolo per la Gazza ladra ma che non sono così note perchè l’Otello di Rossini è un’opera del ’16, ed è una di quelle che sono sparite dai cartelloni già dalla metà dell’800. La Gazza ladra è un’opera di cui tutti conoscono la sinfonia ma che è pochissimo rappresentata, anche perché è molto impegnativa come casting. I nostri registi, Del Monaco per l’Otello e Damiano Micheletto per la Gazza ladra, hanno entrambi scelto una lettura insolita, il primo di tipo metafisico: la vicenda di Otello è situata in uno spazio astratto, un incubo di mare e cielo. Damiano Micheletto, invece, ha scelto una chiave onirica: tutta la vicenda della sfortunata servetta, accusata ingiustamente del furto delle posate, vista come il sogno di una bambina che poi è la gazza. Crediamo che saranno due proposte che faranno discutere, che poi è la nostra funzione di Festival”.
Curiosità del cartellone 2007: ben diciassette cantanti provengono dall’Accademia Rossiniana e, dunque, sono stati formati proprio a Pesaro. Tra questi, le tre protagoniste femminili, ossia Olga Peretyatko, Alessandra Marianelli e Mariola Cantarero. Che cosa significa questo per il Festival rossiniano?
“Significa la realizzazione di una strategia che viene da lontano, dal 1990, quindi siamo alla 18.ma edizione dell’Accademia rossiniana, che è quella di formare un tipo di interprete moderno per un repertorio che ha bisogno, per essere affrontato, non solo di tecnica e voce ma anche di una mentalità, di una cultura, di un’attrezzatura mentale, che mancava anche ai grandi primi interpreti leggendari della Rossini-renaissance”.
1900 i morti per le alluvioni in Asia: l'impegno della Caritas
◊ Le conseguenze provocate in Asia meridionale dalle alluvioni sono sempre più gravi: finora, sono più di 1900 i morti, oltre 35 milioni le persone bisognose di aiuti e almeno dieci milioni i senza tetto. Sono poi impraticabili molte vie di comunicazione e diversi villaggi sono isolati. In questa drammatica situazione, che riguarda diverse aree di Bangladesh, India, Pakistan e Nepal, cerca di mettersi in moto la macchina dei soccorsi. Le iniziative umanitarie per aiutare le popolazioni colpite dalle alluvioni sono molteplici: la Caritas del Bangladesh, ad esempio, sta fornendo acqua potabile, cure sanitarie e cibo ad oltre 40 mila famiglie. Anche la Caritas dell’India sta aiutando la popolazione fornendo assistenza medica e rifugi temporanei. Sono già stati allestiti più di 200 campi per le cure sanitarie e si sta provvedendo, in numerosi villaggi, alla depurazione dell’acqua. In Pakistan, la Caritas locale ha distribuito generi di prima necessità e aiuti immediati a più di 20 mila famiglie. La Caritas nepalese è già impegnata in progetti di ricostruzione. Complessivamente, sono migliaia le abitazioni, le scuole e gli ospedali danneggiati o distrutti. Alle enormi difficoltà, si aggiungono anche gravi timori: il responsabile dell’UNICEF per la Sanità in India, sottolinea in particolare che l’acqua stagnante lasciata dalle inondazioni costituisce un bacino di incubazione per varie malattie veicolate da acqua contaminata. L’emergenza sanitaria riguarda soprattutto i bambini, che costituiscono il 40 per cento della popolazione dell’Asia meridionale. Secondo gli esperti le alluvioni, che hanno colpito diversi Paesi a partire da giugno, sono le peggiori degli ultimi trenta anni. La situazione è resa critica dallo straripamento dei fiumi e le previsioni, purtroppo, non sono confortanti: per i prossimi giorni, infatti, sono annunciate ulteriori precipitazioni. (A cura di Amedeo Lomonaco)
Si svolgerà dal 25 al 30 agosto il IX Congresso nazionale eucaristico del Perù
◊ Il IX Congresso nazionale eucaristico del Perù darà inizio anche alla "Grande missione continentale", alla quale “siamo stati convocati per testimoniare il nostro essere discepoli e missionari”. E’ quanto ha detto l’arcivescovo di Trujilio e presidente della Conferenza episcopale peruviana, mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, presentando il Congresso che si terrà a Chimbote, in Perù, dal 25 al 30 agosto. “La nazione peruviana – ha aggiunto il presule – sarà consacrata alla Santissima Vergine Maria per sigillare con la sua protezione l’inizio della Grande missione, che ci interpella tutti, e che dovremo portare al cuore di ogni cittadino sia nelle città sia nella campagna”. "Per i cristiani del Perù – ha sottolineato l’arcivescovo – si tratta di un momento spirituale forte perché l’essere riuniti attorno al Santissimo Sacramento, che è il centro ed il vertice della vita della Chiesa, ci porterà a riflettere sul come conformare le nostre vite a Gesù”. Al Congresso nazionale eucaristico del Perù si prevedono la partecipazione di almeno 10 mila persone e la presenza, come Legato pontificio, del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. (L.B.)
Incentrata sul Motu Proprio "Summorum Pontificum" la settimana liturgico-pastorale di Camaldoli
◊ “In nessun modo è lecito intendere” il recente Motu Proprio di Benedetto XVI “Summorum Pontificum” sulla “Liturgia romana anteriore alla riforma del 1970” quale “fattore di conflitto e di divisione nella Chiesa”. E’ la convinzione che ispira i promotori della 42.ma settimana liturgico - pastorale del monastero di Camaldoli, in provincia di Arezzo, organizzata dalla Comunità monastica insieme con l’Istituto di liturgia pastorale dell’Abbazia di Santa Giustina. Secondo i liturgisti, il Motu Proprio dello scorso 2 luglio “sottolinea più volte l’esigenza di salvaguardare la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II”. I liturgisti affermano, poi, che la grande responsabilità di vescovi e parroci necessita di alcuni chiarimenti di natura pratica e pastorale. I liturgisti auspicano, quindi, “che la comunione ecclesiale sia capace di un discernimento accurato delle necessarie condizioni oggettive e soggettive stabilite o presupposte dalla nuova disciplina, per assicurare che il Motu Proprio divenga strumento di unità piuttosto che occasione di divisione e incomprensione”. I promotori della settimana liturgico - pastorale – sottolinea infine il quotidiano “Avvenire” – si impegnano ad elaborare, entro l’inizio di settembre, uno strumento che offra linee di lettura per la traduzione in pratica delle indicazioni generali contenute nel Motu Proprio. (A.L.)
Il governo norvegese lancia un dibattito sulle pari opportunità per tutelare i diritti degli uomini
◊ Promuovere pari opportunità tra uomini e donne in vari ambiti, tra i quali quelli dell’educazione e la salute. E’ questo l’obiettivo di un nuovo Comitato, nato in Norvegia, per proporre misure capaci di assicurare un'autentica uguaglianza tra i due sessi in diverse aree della vita sociale. La novità è che si chiede di tutelare non i diritti delle donne, ma quelli degli uomini. Secondo vari studi e ricerche, in Norvegia i ragazzi sono spesso meno brillanti a scuola delle loro compagne. Gli uomini sono poi soggetti, in diversi casi, a patologie diverse da quelle delle donne. Tali malattie, però, vengono spesso trascurate da medici e ministeri. Gli uomini, inoltre, ottengono raramente la custodia dei figli in caso di divorzio. Per riportare in equilibrio l’ago della bilancia tra i due sessi il Comitato, presentato dal ministro norvegese per l’infanzia e le pari opportunità Marita Bekkemellem, dovrà affrontare le questioni più rilevanti e proporre alcuni punti all’analisi del governo. (A.L.)
Oltre 750 giovani d’Europa riuniti a Lignano per l’Erapolis summer camp, meeting annuale di ‘Era’, Associazione europea rogazionisti
◊ Essere cittadini responsabili e attivi, approfondire il cammino di fede e allargare gli orizzonti sui temi dell’amicizia, della conoscenza reciproca e della mondialità. E’ l’obiettivo che si sono posti gli oltre 750 ragazzi che dal 5 all’11 agosto sono riuniti a Lignano, in provincia di Udine, all’Erapolis summer camp, meeting annuale di ‘Era’, Associazione europea rogazionisti. Più di 200 giovani - riferisce il quotidiano "Avvenire" - sono giunti a Lignano da diverse parti d’Italia. Gli altri sono arrivati da Ungheria, Polonia, Spagna, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Malta e Romania. A seguire i ragazzi nelle giornate del meeting, che propone “un cammino di crescita spirituale, personale e relazionale”, ci sono più di cento animatori e 20 sacerdoti. L’associazione ‘Era’, nata 19 anni fa con uno scopo prevalentemente vocazionale, ha esteso la propria attività a favore dei giovani e della loro educazione. Tra gli obiettivi dell’associazione ‘Era’ c’è anche la costruzione di ‘Erapolis’, città virtuale che utilizza internet come strumento di comunicazione(www.erapolis.org). Erapolis – spiegano gli organizzatori - vuole essere una palestra di vita per tutti coloro che nei valori della giustizia, della pace e della solidarietà vedono le basi del dialogo e le fondamenta di tutte le città future. Erapolis si ispira all’idealità di Sant’Annibale Di Francia che individuò nel principio della chiamata evangelica il segreto di ogni realizzazione personale. (A.L.)
Iraq: raid americano su Sadr City; Regno Unito: emergenza per l'epidemia di afta epizootica
◊ Scia di sangue in Iraq. Forze di sicurezza americane hanno bombardato il quartiere sciita di Sadr City, a Bagdad, provocando un numero imprecisato di vittime. L’attacco avviene nel primo giorno di coprifuoco, su tre decretati, in vista dell’annuale pellegrinaggio sciita nella capitale irachena. E proprio il tema della sicurezza è nell’agenda nei colloqui del premier Al Maliki giunto oggi in Iran. Il nostro servizio:
30 vittime per alcune fonti, 13 per altre. E’ ancora imprecisato il bilancio di un raid aereo americano sul grande quartiere sciita di Sadr City di Baghdad dove vivono due milioni di persone. Un’azione, compiuta con elicotteri, diretta contro una cellula terroristica ritenuta al centro di un traffico di armi con l'Iran: 12 i militanti arrestati, tra questi Amer al Husseini, capo del Comitato sociale dell'Ufficio del leader radicale sciita Moqtada Sadr. Per il comando americano, le vittime sono tutte ribelli, in base a fonti ospedaliere invece sarebbero 13 i morti, in particolare donne e bambini. L’agguato avviene nel primo giorno di coprifuoco, dei tre decretati a Bagdad, in vista dell’annuale pellegrinaggio sciita, iniziato in anticipo rispetto al previsto. Particolare attenzione nel quartiere di Kadhimiya che ospita la tomba dell’imam Musa Kadhim, e dove migliaia di persone sono attese per commemorarne l’anniversario della morte. Nel 2005 l’evento fu bagnato dal sangue: mille pellegrini morirono nella calca per il panico creato dall’allarme sulla presenza di un kamikaze. In questo clima di incertezza, il premier iracheno Al Maliki è arrivato a Teheran. La visita giunge dopo gli incontri a Bagdad con i delegati statunitensi e iraniani che hanno deciso la nascita di una commissione trilaterale, della quale farà parte anche Baghdad, per riportare la stabilità nel Paese del Golfo.
- Visita del presidente palestinese Abu Mazen in Egitto per una serie di colloqui sul futuro ruolo dei Paesi arabi nel processo di pace israelo-palestinese, in vista della Conferenza sul Medio Oriente proposta dagli Stati Uniti. Intanto il ministro della Difesa israeliano, Barak, ha affermato che il ritiro dalla Cisgiordania potrà avvenire solo se lo Stato ebraico si doterà di un adeguato sistema di protezione anti-missile, ipotizzando un tempo di realizzazione che varia da tre a cinque anni. Nella Striscia di Gaza si registra un nuovo episodio di violenza: due presunti membri di Hamas sono stati uccisi da soldati israeliani. Lo hanno riferito fonti ospedaliere.
- Imponente operazione delle forze pachistane contro militanti islamici filo-talebani. Dodici i ribelli uccisi a Degan, nel nord della regione tribale del Waziristan, al confine con l’Afghanistan, 8 quelli rimasti feriti. Il raid aereo è scattato dopo un rapporto dei servizi segreti in cui si indicava il nascondiglio di un gruppo di estremisti pronti a colpire con attacchi terroristici. Nel Balochistan, regione nel sud del Paese, sono stati arrestati 15 miliziani tra i quali alcuni stranieri. Si tratta solo degli ultimi episodi di violenza scoppiati dopo la rottura della tregua, siglata otto mesi fa, tra i gruppi locale ed il governo di Musharaff in segno di protesta dopo l’assalto alla Moschea rossa di Islamabad.
- In Afghanistan si teme per la vita dei 21 sudcoreani ancora nelle mani dei talebani. Secondo il portavoce del ministero dell’Interno, le truppe di Kabul sono schierate nella provincia di Ghazni e sono pronte al blitz per liberare gli ostaggi anche se resta sempre aperto il canale di trattativa con i leader religiosi ed i capi tribù locali. I ribelli chiedono il rilascio di alcuni loro compagni per rendere la libertà agli operatori umanitari. Intanto le famiglie dei rapiti hanno espresso rammarico dopo il vertice tra il presidente americano Bush e quello afgano Karzai perché entrambi hanno ribadito l’intenzione di non fare concessioni ai miliziani.
- Nuova tensione nel campo profughi palestinese di Nahr al-Bared, in Libano. Due militari di Beirut sono rimasti uccisi in violenti scontri ieri sera e questa mattina tra reparti dell’esercito regolare ed i miliziani del movimento integralista Fatah-al-Islam. Dal 20 maggio scorso prosegue l’assedio ai ribelli legati ad Al Qaeda, i combattimenti sono costati la vita a 136 soldati.
- Un Paese unito, pacificato, senza disoccupazione e povertà. E’ l’auspicio del neo-premier di Timor Est, Xanana Gusmao, che oggi si è insediato alla guida dell’ex colonia portoghese dopo l’incarico affidatogli dal presidente Ramos-Horta. Alla cerimonia non hanno partecipato per protesta i membri del Fronte Rivoluzionario indipendente che rivendicano la maggioranza dei voti ottenuti nelle scorse elezioni del 30 giugno.
- Nello Yemen, quattro presunti appartenenti ad Al Qaeda sono stati uccisi in uno scontro con le forze di sicurezza nel nord del Paese. L’operazione è avvenuta nella provincia del Mareb, teatro dell’attacco suicida dello scorso 2 luglio nel quale morirono 8 turisti spagnoli e 2 cittadini yemeniti.
- Nove terroristi sono stati uccisi nel corso di un’operazione dell’esercito algerino nella regione di Zbarbar, ad est della capitale Algeri. Il gruppo era sospettato di aver partecipato all’attentato, avvenuto l’11 luglio scorso nella stessa zona, costato la vita a nove persone. Da giorni, nel Paese si susseguono le azioni contro gli affiliati ad Al Qaeda nel nord Africa.
- Ancora emergenza per l’epidemia di afta epizootica in Gran Bretagna. “Molto probabile”, secondo le autorità di Londra, che il virus si sia propagato da due laboratori situati nelle vicinanze degli allevamenti del Surrey dove sono stati individuati gli animali colpiti dalla malattia. Mentre permane da parte dell’Unione Europea il blocco di esportazione di animali vivi, carne fresca e prodotti caseari dal Regno Unito, soltanto ieri i veterinari incaricati di controllare il bestiame locale avevano ordinato di abbattere un centinaio di mucche. Ma come è possibile che il virus si sia diffuso da strutture in teoria sicure? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Agostino Macrì, responsabile del Dipartimento di Sanità alimentare e animale, dell’Istituto Superiore di Sanità italiano:
R. – Anzitutto bisogna essere sicuri che il virus sia davvero uscito dalle strutture individuate e, quindi, è necessario eseguire tutti gli accertamenti del caso. Una volta stabilito quanto avvenuto, potrebbe trattarsi di un incidente, perché le misure che vengono prese in questi laboratori di ricerca, laboratori di controllo, stabilimenti di produzione sono severissime. Ma un incidente può sempre capitare.
D. – Come si trasmette il virus?
R. – Il virus si trasmette per via aerea, per strofinamento e contatto diretto tra gli animali e, comunque, riguarda soltanto gli animali: quindi è possibile una trasmissione da animali infetti ad animali sani.
D. – Dunque, non ci sono pericoli per l’uomo?
R. – Per l’uomo assolutamente non c’è alcun pericolo, né riguardo al contatto diretto dell’uomo con animali ammalati, né riguardo al consumo di carne di bestiame eventualmente ammalato.
D. – E’ corretta la linea dell’abbattimento dei capi infetti e poi della vaccinazione per gli altri animali?
R. – Nel caso in cui ci sia un focolaio ben circoscritto e ben definito, sicuramente la misura più efficace è quella dell’abbattimento di tutti gli animali presenti in quel focolaio. Per quel che riguarda la vaccinazione, si tratta di una misura molto più complessa, la quale prevede interventi che non possono essere presi dalle singole autorità sanitarie, ma vengono decisi a livello comunitario.
D. – Adesso cosa ci si deve aspettare?
R. – Se sono stati “chiusi” i focolai ed è stata evitata la diffusione della malattia, non c’è alcun problema. Si tratta di aspettare alcuni giorni, affinché si blocchi tutto e poi si potrà ricominciare tranquillamente le normali attività.
D. – Ma nel caso in cui fossero già state esportate carni infette dalla Gran Bretagna, c’è pericolo per gli altri Paesi?
R. – Se dovessero essere state trasportate carni infette potrebbe esserci il pericolo di trasmissione agli animali e, comunque, mai all’uomo. Da quello che mi risulta, sono già state adottate misure di controllo su tutti gli animali esportati dal Regno Unito nell’ultimo periodo di tempo, per verificare eventualmente la presenza di questa malattia. Secondo me, al momento, la situazione è sotto controllo.
- Dieci milioni di abitanti della capitale indonesiana Giacarta oggi si recano alle urne per la prima elezione diretta del governatore. Uno dei due candidati è sostenuto da 19 partiti, mentre l’altro, l’ex capo della polizia dato per svantaggiato dai sondaggi, ha l’appoggio di un importante partito islamico. Secondo quanto riportato dai media locali, entrambi avrebbero pagato migliaia di dollari per ottenere il sostegno del rispettivo schieramento. Dopo la caduta, nel 1998, di una dittatura durata 32 anni, in Indonesia sono iniziate le riforme. Le prime elezioni presidenziali dirette si sono svolte nel 2005, mentre prima di oggi sindaci e governatori venivano scelti dai legislatori locali a porte chiuse, spesso favorendo fenomeni di corruzione. (Panorama internazionale a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LI No. 220
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.va/italiano.